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CITTA’ DI FROSINONE

Settore Pianificazione Territoriale, SUE ed Ambiente

PROPOSTA PROGETTUALE DI MASSIMA

Realizzazione di un ponte di tipo Bailey


per il ripristino immediato della fruibilità del
Viadotto “E. Biondi”

IL DIRIGENTE IL CONSULENTE TECNICO SCIENTIFICO


Arch. Elio Noce Prof. Ing. Quintilio Napoleoni

Frosinone, li 9 settembre 2014


1.0 Premessa

Nel febbraio 2013, a seguito di eventi piovosi eccezionali, si è verificata una frana nel Comune di Frosinone che
ha parzialmente coinvolto il viadotto di Via Biondi.
A monte del versante si trova l’abitato della città di Frosinone ed a valle si trova il Torrente Cosa e la stazione di
partenza dell’ascensore inclinato.
Nei pressi della spalla di Sud- Ovest il movimento franoso ha coinvolto (si vedano le figure dalla 1 alla 4) anche
parte della sede stradale del viadotto, nella porzione compresa tra la spalla e la prima pila.
Il movimento franoso è di tipo a scivolamento planare e ha coinvolto la coltre superficiale della scarpata e si è
mosso in direzione Nord Ovest, coinvolgendo tutta la zona compresa tra la nicchia di frana, ubicata in
corrispondenza della sede stradale, ed il fiume Cosa, nel quale parte dei detriti si sono accumulati (Fig. 1).
A seguito dell’evento franoso sono state disposte nella zona delle indagini geotecniche. Inoltre esiste un primo
studio geologico-tecnico fornito dai tecnici incaricati dalla Regione Lazio. Di questi studi si darà conto con
maggiore dettaglio nel seguito.
Si è potuto inoltre accertare che la spalla del viadotto, coinvolta nella frana, è fondata direttamente sul pendio.
La stabilità delle pile del viadotto, invece, a seguito dei sopralluoghi effettuati da diverse commissioni tecniche,
non è apparsa compromessa dalla frana.
In questo breve documento si discuterà la fattibilità di un sistema temporaneo atto a riabilitare la transitabilità
lungo il viadotto finché non siano ultimati i lavori definitivi di ripristino della viabilità originaria.
Il ripristino temporaneo della viabilità sarà affidato ad un ponte tipo Bailey in acciaio montato a scavalcare
l’area franata.
Il ponte sarà fondato da un lato su una nuova spalla passante in pali di grande diametro che sarà realizzata a
monte di quella esistente, nella zona di pendio non coinvolta dal movimento franoso. Dall’altro lato si potrà
poggiare il ponte in corrispondenza della prima pila direttamente sul piano viario esistente (Fig. 2).

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Figura 1. Vista generale della frana.

Figura 2. Individuazione delle condizioni di stabilità della pila e della spalla.

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Figura 3. Nicchia di frana in corrispondenza della spalla esistente, messa a giorno.

Figura 4. Vista aerea del viadotto e della frana.

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2.0 Inquadramento geotecnico

Nell’area coinvolta dal movimento franoso nel mese di Aprile del 2013 sono stati realizzati:
• n. 1 sondaggio a carotaggio continuo di lunghezza 50 m;
• n. 4 prove penetrometriche SPT lungo il predetto sondaggio;
• n.1 prova sismica tipo Down Hole all’interno del predetto sondaggio;
• n.5 prove dilatometriche DMT.
Sono stati inoltre prelevati n.6 campioni indisturbati da sottoporre a prove di laboratorio.
Il sondaggio geotecnico ha messo in evidenza la presenza di uno strato superficiale di materiali a granulometria
ghiaioso – sabbiosa spesso 4.5 m, sovrimposti ad un banco litoide costituito da rocce arenario marnose.
Come chiarito nella relazione geologica alla base del progetto di ripristino definitivo del viadotto commissionato
dalla Regione Lazio, nella zona la stratigrafia è generalmente costituita da:
• uno strato di riporti antropici di spessore variabile lungo il pendio fino ad un massimo di 12.0 m;
• uno strato di detriti eluvio colluviali derivanti dall’alterazione dello strato di base;
• una formazione arenaceo marnosa, caratterizzata anche dalla presenza di strati a minore
cementazione.
Non è oggetto di questo documento la caratterizzazione geotecnica e geomeccanica dei terreni in sito, per la
quale si rimanda, a successivi studi che saranno necessari per un progetto più dettagliato delle opere.

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3.0 Descrizione della soluzione proposta

Come chiarito nella premessa, nello spirito di ristabilire in tempi brevi la viabilità sul viadotto Biondi si prevede
di realizzare un ponte temporaneo in acciaio (tipo Bailey) che poggi da un lato direttamente sul piano viario del
viadotto esistente in corrispondenza della prima pila e dall’altro su una nuova spalla passante da realizzarsi con
una palificata, secondo lo schema in Figura 5.

Figura 5. Ubicazione del ponte provvisorio.

Si prevede di utilizzare un ponte provvisorio tipo Triple Double Reinforced, a singola corsia e dotato di
passerella pedonale laterale (predimensionamento da The Bailey Manual, 1978).
Il ponte sarà ubicato nella zona più a monte della carreggiata, nello spirito di garantire lo spazio necessario
all’effettuazione dei lavori di ripristino definitivo del viadotto. Se necessario, durante i lavori di ripristino
definitivo della viabilità potrà essere smontata la passerella pedonale per garantire maggiori spazi operativi.

I temi più delicati circa la fattibilità dell’opera appaiono i seguenti:


• la stabilità della spalla da realizzare;
• l’appoggio del ponte sulla struttura esistente;
• i tempi di messa in opera della soluzione;
• i costi della soluzione proposta;

La spalla da realizzare ex – novo, sul lato a sud ovest sarà costituita da una fila di pali (disposti in piano secondo
una “L”, in modo da costituire sia il muro d’ala sia il muro di spalla). Si prevede di realizzare pali di diametro
variabile tra 800 mm e 1200 mm. I pali saranno collegati da un cordolo di testa che, opportunamente
conformato, fungerà anche da appoggio al ponte in acciaio.

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Questo tipo di opera potrà essere opportunamente dimensionata in modo da poter essere utilizzata anche
come spalla del viadotto quando si realizzeranno i lavori per il ripristino definitivo dello stesso, realizzando così
un notevole contenimento dei costi.
L’appoggio sul piano viario sarà realizzato mediante un apposito cordolo in c.a.
Su entrambi i lati del ponte si metteranno in opera delle rampe che consentiranno il raccordo tra i piani viari del
viadotto esistente e del ponte provvisorio. Si prevede l’adozione di rampe con pendenza di circa 12.5 %
Sarà inoltre necessario realizzare muretti laterali in c.a. per il contenimento dei terreni al lato delle rampe, in
modo da ricavare aree libere ai lati del raccordo, utili durante le fasi di lavoro. I muretti saranno collegati al
piano viario esistente.
Il piano viario sia del ponte che delle rampe potrà essere asfaltato per ridurre il rumore durante
l’attraversamento degli autoveicoli.
Dai calcoli preliminari effettuati risulta che i carichi trasmessi dal ponte Bailey al viadotto risultano inferiori a
quelli normalmente applicati al viadotto durante l’esercizio. Con le opportune cautele costruttive ( a.e. il
posizionamento dell’appoggio del ponte con un opportuno disassamento rispetto all’asse della pila), tipiche
della realizzazione di ponti Bailey, sarà possibile pertanto realizzare lo scavalco senza che le sollecitazioni nel
viadotto esistente eccedano la sua resistenza strutturale.
I tempi di realizzazione dell’opera risultano sostanzialmente brevi, fondamentalmente condizionati dai tempi di
realizzazione della spalla passante di Sud Ovest.
Una stima sommaria porta ad ipotizzare circa 60 gg per l’esecuzione dei pali, la loro maturazione ed il collaudo.
Successivamente alla realizzazione della spalla le operazioni di montaggio varo del ponte, che avverranno a
partire dall’impalcato del ponte e la messa in opera delle rampe dureranno per circa 15gg per un totale di 75 gg.

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4.0 Descrizione dell’attrezzatura da Ponte necessaria

Il Bailey è un tipo di ponte costituito di elementi modulari. Prende il nome dal suo ideatore,
l'ingegnere britannico Donald Bailey.
Fu prodotto nella seconda guerra mondiale per sostituire i ponti distrutti durante le operazioni belliche. Il
modello è molto versatile: il ponte può essere costruito su una o più campate, inoltre i suoi elementi possono
essere utilizzati per la costruzione di pile intermedie a supporto di ponteggi temporanei.

Figura 6. Elementi in acciaio modulari dell’attrezzatura da ponte tipo Bailey

Il ponte progettato per scopi militari, permetteva il transito di carri armati e di mezzi pesanti e non necessitava
di mezzi particolari per la sua costruzione.

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Figura 7. Attrezzatura da ponte con triplo doppio pannello (Triple Double Reinforced)

Figura 8. Attrezzatura da Ponte a doppio pannello e passerella pedonale laterale (assonometria)

Figura 9. Attrezzatura da Ponte a doppio pannello e passerella pedonale laterale (vista dal basso)

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Figura 10. Attrezzatura da Ponte a doppio pannello (vista frontale)

Ponti di questo tipo vengono realizzati inoltre qualora sia necessario ripristinare provvisoriamente il
collegamento stradale tra due sponde di un fiume qualora un evento naturale (ad esempio, un'onda di piena)
abbia distrutto o reso inagibile il manufatto originario.
In Italia sono numerosi gli esempi di viabilità ripristinata dopo calamità naturali con ponti di questo tipo o nuovi
ponti che sono stati progettati e realizzati direttamente con materiale Bailey. Ad esempio si possono citare:

Palermo: Ponte sul fiume Oreto (1997) - Luce 20.0 m larghezza 4.00

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Firenze: Ponte sul fiume Mugnone (2013) - Luce 21.0 m larghezza 4.50

La Spezia: Ponte sul torrente Parmignola (2012) - Luce 30.0 m larghezza 4.50

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Val Senales (BZ) (2008) - Luce 61.0 m larghezza 4.20 m

Moggio Udinese (UD) (2006) Luce 97.60 m in due campate larghezza 4.20

Mulazzo (MS) (2011) – Luce 25 m larghezza 4.50 m

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Buonconvento (Si): Ponte sul torrente Stile (2014) - Luce 24.0 m larghezza 4.20 m

Faenza (RA): Ponte sul torrente Pideura (2013) - Luce 30.0 m larghezza 4.50 m

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Pontebba (UD) : Ponte sul Fiume Fella (2008) – Luce 60 m in due campate Largezza 4.00 m

Ponte sulla Sp 24 in Val Taleggio (BG) (2014) - Luce 51.8 m larghezza 3.5 m

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5.0 Valutazione sommaria delle opere

Allo stato attuale una stima preliminare dei costi dell’opera porta ad un importo di 350.000,00 euro per la
realizzazione delle opere relative alla spalla passante e di 350.000,00 euro per la messa in opera, il noleggio, la
manutenzione e lo smontaggio del ponte ad una corsia di marcia con passerella pedonale laterale per un anno.
I costi sono comprensivi di IVA e spese generali.
Si sottolinea nuovamente come le opere relative alla spalla passante siano comunque già previste nel progetto
di ripristino della viabilità adottato dalla Regione Lazio.

6.0 Conclusioni

Per quanto detto nei paragrafi precedenti la messa in opera di un ponte in acciaio provvisorio tipo Bailey al di
sopra della nicchia di frana sviluppatasi nel febbraio 2013 in corrispondenza della spalla del Viadotto Biondi
risulta fattibile.
I carichi trasmessi al viadotto esistente sono infatti inferiori ai carichi normalmente sopportati dallo stesso in
fase di normale esercizio e la resistenza strutturale del ponte non verrà compromessa dalla realizzazione del
ponte provvisorio.
Sarà necessaria la realizzazione di una nuova spalla nella zona sud ovest, ma quest’opera è già prevista
nell’ambito del ripristino definitivo del viadotto.
I costi ed i tempi di realizzazione appaiono compatibili con le urgenti ed indifferibili necessità trasportistiche e di
protezione civile; la copertura economica dell’intervento potrà gravare su fondi opportunamente stanziati.

Prof. Ing. Quintilio Napoleoni


(Consulente tecnico scientifico
del Comune di Frosinone)

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