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DI SOSTEGNO SECONDO
LE NORME TECNICHE 2008
Indice
Paratie - Riferimenti tecnici _______________________________________________ 1
Aspetti esecutivi ____________________________________________________________ 2
Diaframmi ________________________________________________________________________ 2
Palancole o micropali _______________________________________________________________ 3
La progettazione ____________________________________________________________ 3
Metodo analitico caso di una paratia a mensola in terreno omogeneo________________________ 3
Metodo tabellare caso di una paratia a mensola in terreno omogeneo _______________________ 4
Analisi analitica dellinterazione terreno struttura __________________________________________ 5
Appartengono a questa categoria diversi tipi di opera, che possono differire molto tra loro per quanto
riguarda il materiale che le costituisce, per la tecnica di messa in opera, per la geometria e per il
meccanismo di funzionamento. In particolare si hanno:
i diaframmi (o setti);
le berlinesi;
le palancole.
I diaframmi sono costituiti da setti in c.a. realizzati con una
particolare macchina escavatrice; le dimensioni di questi sono
generalmente uno spessore compreso tra 50 e 120 cm ed una
larghezza che varia tra 200 e 600 cm. Tali opere possono
raggiungere notevoli profondit e possono essere eseguite anche in
spazi ridotti, consentendone un impiego anche in ambito urbano.
Le palancole sono strutture in cemento armato, in acciaio ed in legno, messe in opera con sistemi di
percussione o di vibroflottazione. Quella in acciaio costituita da elementi che si incastrano tra loro
formando una parete continua. Le caratteristiche principali delle palancole sono limpermeabilit degli
elementi e la resistenza alla spinta laterale.
Tali strutture possono avere carattere permanente, come nel caso di scavi stradali, spalle di ponti, banchine
marittime o fluviali, oppure temporaneo quando vengono utilizzate per sostenere fronti di scavo durante
lesecuzione di strutture.
Le paratie sono in acciaio o in cemento armato, nel primo caso sono infisse nel terreno, mentre nel secondo
caso si hanno pali o pannelli rettangolari affiancati tra di loro. Tra i materiali lacciaio garantisce una
resistenza elevata, un peso ridotto, una facile movimentazione ed una buona durabilit anche in presenza di
falda; gli elementi possono, inoltre, essere recuperati e riutilizzati.
La scelta giusta del tipo di opera di contenimento flessibile dipende dal tipo di terreno, dalla profondit dello
scavo, dallambiente in cui si va ad operare e dal metodo di infissione utilizzabile.
Aspetti esecutivi
Diaframmi
Per quanto riguarda gli aspetti esecutivi bisogna utilizzare un calcestruzzo con una resistenza non minore di
25 MPa e si raccomanda che labbassamento al cono di Abrams non sia inferiore a 150 mm. La dimensione
massima degli inerti (Dmax) dovr essere tale per cui 2,5 Dmax sia minore di imin, dove imin il valore minimo
del passo tra le barre verticali.
Si raccomanda luso di fluidificanti piuttosto che un eccessivo impiego dellacqua. Utilizzando fanghi
bentonitici occorre valutare con cautela la lunghezza di ancoraggio delle barre, ci richiede di raddoppiare i
valori solitamente utilizzati e, in alcuni casi, necessario saldare le barre longitudinali e trasversali.
Le armature metalliche saranno di norma costituite da barre ad aderenza migliorata; quelle trasversali dei
pannelli saranno formate da staffe esterne ai ferri longitudinali. Le armature verranno pre-assemblate fuori
opera in gabbie, i collegamenti saranno ottenuti con doppia legatura in filo di ferro e/o con morsetti. Nel
caso di utilizzo di acciaio saldabile possibile ricorrere alla saldatura delle staffe con i ferri longitudinali al
fine di rendere le gabbie darmatura in grado di sopportare le sollecitazioni di movimentazione.
ammessa invece la giunzione mediante impiego di morsetti con una sovrapposizione non inferiore a 40
diametri e comunque in linea con le prescrizioni progettuali.
Palancole o micropali
Le gabbie di armatura devono essere dotate di opportuni distanziatori non metallici atti a garantire la
centratura dell'armatura ed un copriferro netto minimo; queste dovranno essere perfettamente pulite ed
esenti da ruggine ed essere mantenute in posto, prima del getto senza che appoggino sul fondo dello scavo.
Nel caso in cui si utilizzino profilati metallici l'acciaio delle palancole dovr avere tensione di rottura almeno
pari a 550 N/mm2 e limite elastico almeno pari a 390 N/mm2.
La progettazione
La progettazione delle paratie non del tutto semplice, poich bisogna tenere conto di molti fattori, tra cui la
successione degli strati che caratterizzano il terreno e le propriet meccaniche di questi, le condizioni di
vincolo e di deformazione della paratia stessa, la presenza di eventuali tiranti e puntoni, la posizione di
sovraccarichi sul terreno a monte o sulla struttura stessa, i moti di filtrazione prodotti dalla falda e la forza
sismica; questo perch linterazione terreno struttura gioca un ruolo fondamentale.
Le azioni trasmesse ad un paramento flessibile sono la spinta attiva e passiva esercitate dal terreno, le
sollecitazioni esercitate dallacqua, le forze esercitate da eventuali tiranti, puntoni e forze concentrate e
distribuite. Affinch sia garantita la stabilit occorre che sia garantito lequilibrio alla rotazione ed alla
traslazione di tutte le forze che entrano in gioco. In molti casi la profondit di infissione rappresenta
unincognita e va fatto aumentare fino ad ottenere il coefficiente di sicurezza voluto.
Si pu ricavare la lunghezza di immorsamento facendo lequilibrio alla rotazione intorno al punto in cui
agisce la risultante della spinta attiva e della resistenza passiva, valore incognito, e che, quindi, non
compare nellequazione. Ipotizzando un terreno omogeneo e di essere in assenza di falda lequazione di
equilibrio alla rotazione la seguente:
KP 3
3
d K A (h + d ) = 0
FP
In cui:
KP = coefficiente di spinta passiva
KA = coefficiente di spinta attiva
h = altezza della paratia fuori terra
d = distanza tra la quota di scavo ed il punto di rotazione, punto di spostamento nullo
FP = coefficiente di sicurezza
Una volta ricavato d possibile trovare la risultante della spinta attiva e della resistenza passiva, facendo
lequilibrio alla traslazione in direzione orizzontale. Il valore della lunghezza di infissione solitamente preso
come il valore d maggiorato del 20%.
Dato che la stabilit dellopera dipende dalla mobilitazione della resistenza passiva, la cui determinazione
incerta, si applica a questo valore un coefficiente di sicurezza, come riportato nellequazione di equilibrio alla
rotazione, il cui valore spesso pari a 2.
NSPT
Profondit di infissione
0-4
Molto sciolta
2,00 h
5 - 10
Sciolta
1,50 h
11 - 30
Mediamente densa
1,25 h
31 50
Densa
1,00 h
> 50
Molto densa
0,75 h
H ' = K O V '
In cui KO il coefficiente di spinta a riposo.
In seguito si ha la fase di scavo, ossia la rimozione del terreno a valle della struttura di contenimento. La
spinte, non pi bilanciate ed in equilibrio come prima, portano ad uno spostamento in direzione orizzontale. Il
terreno a monte subisce delle deformazioni e, conseguentemente, si hanno variazioni dello stato tensionale.
Con il progredire dello scavo e degli spostamenti lo stato tensionale tende a raggiungere la condizione limite
e la pressione orizzontale assume la seguente espressione:
H '=
1 sen
V ' = K A V '
1 + sen
H '=
1 + sen
V ' = K P V '
1 sen
Proseguendo con lo scavo gli spostamenti saranno sempre maggiori e si potr arrivare ad una condizione
per cui lequilibrio non pu pi essere garantito.
Le
deformazioni
plastiche
del
terreno
tendono
limite
di
scavo
pu
essere
determinata
visto prima, ossia il centro di istantanea rotazione, nellistante del collasso. Ipotizzando uno stato tensionale
verticale costante si ricava a monte un momento ribaltante dato dalla spinta attiva calcolata su unaltezza
data dalla somma dellaltezza limite di scavo (HL) e della distanza tra la quota di fondo scavo ed il punto O
(DL).
H L + DL
SA =
z K A dz = (H L + DL )2 K A
1
2
Dato che la spinta attiva applicata ad un terzo dellintera altezza il momento ribaltante dato da:
1
3
M R = S A D A = (H L + D L ) K A
6
A valle si ha, invece, un momento stabilizzante dato dalla spinta attiva che agisce sulla lunghezza DL; si
hanno le seguenti espressioni:
SP =
H L + DL
K P (z H L )dz = DL 2 K P
1
2
HL
1
3
M S = S P DP = DL K P
6
Uguagliando i due momenti si hanno due incognite: HL e DL. Per determinarle occorre una seconda
equazione, che potrebbe essere quella dellequilibrio alla traslazione, non molto utile, per nel caso di
condizione limite. Si assume, quindi, che la distanza tra il fondo scavo ed il centro di istantanea rotazione sia
funzione della lunghezza:
D L = (L H L )
In cui L lintera lunghezza della paratia.
Facendo lequilibrio alla traslazione del cuneo OAC a monte della struttura di contenimento si ricavano le
seguenti equazioni:
In cui linclinazione del cuneo di rottura ed un valore incognito, W il peso del cuneo e S la reazione
che la paratia oppone al terreno, uguale e contraria alla pressione esercitata dal terreno; infine N e T sono le
reazioni vincolari che si sviluppano lungo la superficie di rottura, qui la resistenza del terreno
completamente mobilitata, quindi si ha:
T = N tan
In cui langolo di attrito del terreno. Risolvendo le precedenti equazioni in funzione dellangolo si ricava
che la pressione S massima, ossia il valore della spinta attiva, si ha quando:
P =
Nel caso in cui si decida di inserire dei tiranti, attivi o passivi, dopo la fase di scavo si ha la fase di messa in
opera degli stessi, seguita da unaltra fase di scavo e da altri eventuali inserimenti di ancoraggi. Tali forze
esercitate dagli interventi contribuiranno allequilibrio della paratia.
Per calcolare opere di contenimento a sbalzo in argilla satura occorre tener conto delle condizioni iniziali a
breve termine, non drenate, e delle condizioni finali a lungo termine, drenate. Le tensioni orizzontali limite
totali valgono:
A = V 2 cu
P = V + 2 cu
Ka =
cos 2 ( ' )
cos( + )sen( i )
cos
KP =
cos + sen 2 ' sen 2
1 sen '
sen
e
sen
+ tg '
sen '
1 K PH
2
1
2
'd 2 d + h ' K HA (a + h + d )2 (a + h + d ) a = 0
2 F
3
2
3
Si ricava d = 2.50 m
T=
Th
= 84.34kN / m
cos10
= 38
= 20 kN/m3
it = 2 m
ka =
Equazione di Rankine
1
1
2
Pa = (h + 0,1 h ) k a = 20 6,6 2 0,24 = 104,5kN / m
2
2
Calcolo della spinta passiva a valle della paratia:
1
1
2
Pp = (0,1 h ) k p = 20 0,6 2 8,97 = 32,29kN / m
2
2
Equilibrio alla rotazione attorno al punto A: trovo la reazione in C
2
2
Td =
T 'h
43,81
it 1,25 =
2 1,25 = 111,2kN
cos
cos10
(h + a + d ) k 1 d 2 d k T (h + d ) = 0
1
(h + a + d )2
a
p
2
3
2
3
CDM DOLMEN e omnia IS srl - Via Drovetti 9/F, 10138 Torino
Tel. 011.4470755 - Fax 011.4348458 - www.cdmdolmen.it - dolmen@cdmdolmen.it
10
1
1
3
20 (6 + d ) 0.24 20 d 3 8,97 43,81(4,5 + d ) = 0 d = 1,13m
6
6
Aumento il tratto di infissione del 20% La lunghezza di immorsamento 1,40 m
Lunghezza libera minima del tirante:
'
11
i muri a gravit;
non
armato
ed
utilizzati
per
altezze
limitate
12
Criteri di progetto
I muri di sostegno hanno lo scopo di prevenire lo smottamento di pendii naturali ripidi o di assicurare la
stabilit di pendii artificiali sagomati con pendenze superiori alla pendenza di equilibrio naturale.
terre
sovrastanti
il
o che
consentono
di
In entrambi occorre iniziare con leseguire uno sbancamento, in modo da creare lo spazio per la costruzione
dellopera di sostegno, poi costruire lopera stessa con le opportune opere di drenaggio. Infine bisogna
riversare il terreno di riempimento tra il muro ed il terrapieno o il fronte di scavo.
Lesecuzione di unopera di sostegno comporta delle modifiche sulle condizioni di equilibrio generale del
pendio che potranno portare ad uninstabilit locale o generalizzata.
Bisogna condurre le verifiche nelle condizioni che corrispondono alle varie fasi costruttive ed al termine
dellesecuzione dellopera, tenendo conto delle possibili oscillazioni dellacqua nel sottosuolo.
Per le norme sulla sicurezza devono essere effettuate le seguenti verifiche:
al ribaltamento
allo slittamento
di stabilit globale
13
utilizzare terreni di riempimento sabbiosi e ghiaiosi con angolo di resistenza al taglio elevato
Sarebbe opportuno convogliare le acque di drenaggio in una canaletta al piede dellopera di sostegno. In
casi particolarmente problematici si aggiunge un sistema di dreni sub-orizzontali a monte.
La scelta del tipo di drenaggio maggiormente idoneo da farsi in base al tipo di terreno da contenere, alle
precipitazioni atmosferiche, alla presenza di falda idrica ed alla possibilit di formazione del ghiaccio. La
mancanza di un efficace sistema di drenaggio rappresenta una possibile causa di crollo dei muri, da cui
deriva la necessit di evitare infiltrazioni e di ridurre la sovrapressione idraulica.
Occorre valutare gli effetti derivanti da parziale perdita di efficacia di sistemi di drenaggio superficiali e
profondi, di tiranti e di ancoraggi. Per questi interventi va previsto un piano di controllo e di monitoraggio nei
casi in cui una loro perdita di efficacia comporti un possibile rischio.
Il terreno di riporto a monte del muro deve:
essere progettato in modo da risultare efficace in tutto il volume significativo a monte del muro
14
Si pu ricorrere allutilizzo di geotessili, da interporre fra il terreno in sede e quello di riempimento, che
abbiano funzione di filtrazione e di separazione.
In presenza di opere preesistenti il muro di sostegno deve garantire i livelli previsti di stabilit e di
funzionalit. In particolare occorre valutare gli spostamenti del terreno a monte dellopera di contenimento e
verificare la compatibilit con le condizioni di sicurezza e di funzionalit delle costruzioni gi presenti.
Al dimensionamento di massima fa seguito il procedimento di calcolo delle armature metalliche nella parete
verticale. Tale parete risulta incastrata alla base sulla fondazione e, quindi, soggetta a flessione e taglio;
pertanto occorre posizionare armature metalliche nella parte tesa della parete ed effettuare le opportune
verifiche.
15
rivestono
particolare
importanza
il
particolarmente
adatto
per
una
che
distribuiti
con
qualsiasi
Pressione al punto 1:
p1 = q K A1
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16
Pressione al punto 2:
p2 = (q + 1 h1 ) K A1
Pressione al punto 2:
p2' = (q + 1 h1 ) K A 2
Pressione al punto 3:
p3 = (q + 1 h1 + ( 2 w ) h2 ) K A 2 + w h2
KA = coefficiente di spinta attiva (metodo di Rankine)
La spinta totale del terreno pari a:
hf
SA =
p( z ) dz
hi
X
E d = E F Fk ; k ; a d
M
ovvero
X
E d = E E Fk ; k ; a d
M
Rd =
X
R F Fk ; k ; a d
R
M
Effetto delle azioni e resistenza sono espresse in funzione delle azioni di progetto FFk, dei parametri di
progetto Xk / M e della geometria di progetto ad. Leffetto delle azioni pu anche essere valutato direttamente
come Ed = Ek E. Nella formulazione della resistenza Rd, compare esplicitamente un coefficiente R che
opera direttamente sulla resistenza del sistema.
La verifica della suddetta condizione deve essere effettuata impiegando diverse combinazioni di gruppi di
coefficienti parziali, rispettivamente definiti per le azioni (A1 e A2), per i parametri geotecnici (M1 e M2) e per
le resistenze (R1, R2 e R3).
17
Nel primo approccio progettuale (Approccio 1) sono previste due diverse combinazioni di gruppi di
coefficienti: la prima combinazione generalmente pi severa nei confronti del dimensionamento strutturale
delle opere a contatto con il terreno, mentre la seconda combinazione generalmente pi severa nei
riguardi del dimensionamento geotecnico.
Nel secondo approccio progettuale (Approccio 2) prevista ununica combinazione di gruppi di coefficienti,
da adottare sia nelle verifiche strutturali sia nelle verifiche geotecniche.
Il muro viene considerato un monolite capace di ruotare attorno al punto di valle; il momento dato dalle
azioni verticali moltiplicate per il rispettivo braccio rappresenta il momento stabilizzante, mentre quello dato
dalle spinte orizzontali del terreno a monte rappresenta il momento ribaltante.
Momento stabilizzante:
M S = ( P1 a1 + P2 a2 + PT aT )
Momento ribaltante:
M R = ( S1 b1 + S 2 b2 + S3 b3 + S 4 b4 )
La verifica a ribaltamento data dal confronto fra il momento stabilizzante ed il momento ribaltante.
Per la verifica a scorrimento si ammette che lopera di sostegno possa scorrere senza deformarsi lungo il
piano della fondazione sotto lazione della componente tangenziale e della risultante delle spinte del terreno.
La forza che si oppone la resistenza dattrito.
Carico stabilizzante:
QS = Pi tg
i
18
Spinta mobilitante:
QR = Si
i
La verifica a scorrimento data dal confronto fra il carico stabilizzante e la spinta mobilitante.
Se tale verifica non soddisfatta occorre intervenire realizzando un dente nella parte interna del solettone di
base.
Per il calcolo dei carichi e dei momenti stabilizzanti e mobilitanti bisogna applicare gli opportuni
coefficienti di sicurezza.
Lo scorrimento avviene lungo il tratto inclinato (di) e lungo la parte orizzontale (d0).
Lungo tale tratto il coefficiente di attrito dato dallangolo di attrito del terreno essendo terra terra i
materiali a contatto:
ft = tg
Scompongo le azioni Pi (dovute al peso) e le azioni Si (dovute alle spinte del terreno) lungo il piano inclinato
dellangolo i.
Variano le espressioni del carico sollecitante e del carico mobilitante.
Carico sollecitante:
f PH + f t
[( P
+ Pt )cos(i ) + S I sen(i )
Carico mobilitante:
S H ( P I + Pt )sen(i ) + S I cos(i )
19
1
qlim = B N s d i b g + c N c sc d c ic bc g c + q N q sq d q iq bq g q
2
In cui:
N: coefficienti di capacit portante (funzione dellangolo di attrito)
s: coefficienti di forma (funzione dellangolo di attrito e delle dimensioni della fondazione)
d: coefficienti di profondit (funzione dellangolo di attrito e delle dimensioni della fondazione)
i: coefficienti di inclinazione del carico
b: coefficienti di inclinazione della fondazione
g: coefficienti di inclinazione del piano campagna
applicato
(1953)
alla
e
fondazione,
Brinch-Hansen
B = B 2 e y
L = L 2 ex
con e = eccentricit del carico.
La verifica a capacit portante del terreno data dal confronto tra la qult e la qlim.
20
Ka =
cos 2 ( ' )
cos( + )sen( i )
p( z ) = T K A z
Spinta del terreno:
h
S = p ( z ) dz
0
Spinta orizzontale / m:
SH =
1
T K A h 2 cos
2
SV =
1
T K A h 2 sen
2
21
M ribaltante:
M R = SH
h
= 330.81kN
3
M stabilizzante:
M S = SV x S + W1 x1 + W2 x 2 + WT xT = 911.88kN
Verifica a ribaltamento:
MS
= 2.75 1
MR
La verifica superata!
N = W1 + W2 + WT + SV = 437.87kN / m
Verifica a scorrimento:
N tg
= 1.12 1.1
SH
La verifica superata!
Verifica a capacit portante:
Le sollecitazioni sono trasportate nel punto centrale del piano di posa, per ottenere le tre componenti
utilizzate per le verifiche. La tabella seguente riassume lo sforzo N normale al piano di posa, lo sforzo H
parallelo a piano di posa, il momento M, rispetto al centro del piano di posa, e l'eccentricit e la base ridotta.
Cond. Verifiche drenate
n
N [daN]
T [daN]
30 0.0018
sc
dc
ic
bc
gc
22
0.11
sq
dq
iq
bq
gq
2.4
0.93 3.33
1.08
Soddisfatta
La verifica superata!
Riferimenti bibliografici
-
23
PROGETTAZIONE GEOTECNICA
SECONDO LE NORME VIGENTI
Indice
Norme Tecniche per le Costruzioni _________________________________________________ 2
Progettazione geotecnica _________________________________________________________ 4
Verifica di stabilit globale ____________________________________________________________ 6
Opere di fondazione __________________________________________________________________ 7
Fondazioni su pali ___________________________________________________________________ 8
Opere di sostegno ___________________________________________________________________ 10
Muri di sostegno __________________________________________________________________________ 10
Opere di contenimento flessibili ______________________________________________________________ 12
Tiranti ____________________________________________________________________________ 12
Indagini geotecniche____________________________________________________________ 14
Di seguito vengono illustrate le parti di Normativa vigente riguardanti gli aspetti geotecnici della
progettazione: le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008).
Particolare attenzione viene riservata allo studio ed al progetto delle opere a contatto con il terreno,
soffermandosi sul capitolo 6, dedicato alla progettazione geotecnica.
raggiungimento della massima capacit di resistenza della struttura nel suo insieme;
danneggiamenti locali che possono ridurre la durabilit della struttura, la sua efficienza o il suo
aspetto;
spostamenti e deformazioni che possano limitare luso della costruzione, la sua efficienza e il suo
aspetto;
Le strutture devono essere verificate per gli stati limite ultimi che possono verificarsi, conseguentemente alle
varie combinazioni delle azioni, per gli stati limite di esercizio definiti in base alle prestazioni attese. Tali
verifiche devono essere riportate nei documenti di progetto in riferimento alle caratteristiche dei materiali
utilizzati ed alle propriet dei terreni e devono essere svolte nelle varie fasi intermedie.
La durabilit la propriet essenziale che riguarda il mantenimento dei livelli di sicurezza durante tutta la
vita della struttura e ci garantito da unaccurata progettazione e da unadeguata scelta dei materiali,
nonch da eventuali manutenzioni e dalla messa in opera di protezioni.
I materiali ed i prodotti devono essere sottoposti a procedure e prove sperimentali di accettazione e la
fornitura di questi deve essere accompagnata da un manuale di installazione e di manutenzione, da allegare
alla documentazione dellopera.
Si applicano i criteri del metodo semiprobabilistico agli stati limite, il cosiddetto metodo dei coefficienti
parziali in cui si effettua il confronto tra la resistenza e leffetto delle azioni:
Rd E d
In cui Rd la resistenza di progetto e Ed il valore di progetto delleffetto delle azioni, ottenuti applicando
coefficienti di sicurezza sui materiali e sulle azioni, in modo da tener conto di incertezze e variabilit.
La vita nominale di una struttura il numero di anni nel quale lopera, sottoposta a manodopera ordinaria,
pu essere utilizzata per lo scopo per cui stata costruita. Tale valore deve essere specificato nei
documenti di progetto.
In presenza di forza sismica si suddividono le opere strutturali in quattro classi:
Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone.
Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per lambiente e
senza funzioni pubbliche e sociali essenziali.
Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi.
Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti.
In base alla classe duso ed alla vita nominale si ricava lazione sismica su ciascuna costruzione.
Per le verifiche secondo gli stati limite vengono applicate le combinazioni riportate di seguito.
Combinazione fondamentale, generalmente applicata per gli SLU:
G1 G1 + G 2 G2 + P P + Q1 QK 1 + Q 2 02 QK 2 + Q 3 03 QK 3 + ...
Combinazione caratteristica (rara), generalmente applicata per gli SLE irreversibili:
G1 + G2 + P + QK 1 + 02 QK 2 + 03 QK 3 + ...
Combinazione frequente, generalmente applicata per gli SLE reversibili:
G1 + G2 + P + 11 QK 1 + 22 QK 2 + 23 QK 3 + ...
Combinazione sismica, generalmente connessa allazione sismica E:
E + G1 + G2 + P + 21 QK 1 + 22 QK 2 + ...
Combinazione eccezionale, generalmente connessa alle azioni di progetto Ad:
G1 + G2 + P + Ad + 21 QK 1 + 22 QK 2 + ...
CDM DOLMEN e omnia IS srl - Via Drovetti 9/F, 10138 Torino
Tel. 011.4470755 - Fax 011.4348458 - www.cdmdolmen.it - dolmen@cdmdolmen.it
I coefficienti sono riportati nella Tabella 2.5.I e nella Tabella 2.6.I della suddetta Norma.
Progettazione geotecnica
Il sesto capitolo delle NTC riguarda la progettazione geotecnica ed in particolar modo:
-
le opere di fondazione;
le opere di sostegno;
le opere in sotterraneo;
i fronti di scavo;
La progettazione dellopera deve tener conto delle prestazioni attese, delle condizioni ambientali e dei
caratteri geologici del sito. I risultati delle indagini e la modellazione geotecnica, insieme al dimensionamento
geotecnico dellopera ed alla descrizione delle fasi esecutive devono essere riportati nella relazione
geotecnica.
Il progetto delle opere geotecniche deve articolarsi nelle seguenti fasi:
1. caratterizzazione e modellazione geologica del sito;
2. scelta del tipo di opera o dintervento e programmazione delle indagini geotecniche;
3. caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce e definizione dei modelli geotecnici del
sottosuolo;
4. descrizione delle fasi e delle modalit costruttive;
5. verifiche della sicurezza e delle prestazioni;
6. piani di controllo e monitoraggio.
Per ogni stato limite bisogna rispettare la condizione per cui il valore di progetto dellazione sia minore o
uguale al valore di progetto della resistenza del complesso geotecnico. Tali valori di progetto sono ricavati in
base a coefficienti di sicurezza parziali, applicati alle azioni, ai parametri geotecnici ed alle resistenze. Tali
coefficienti variano a seconda dellapproccio progettuale scelto.
Approccio 1
Vi sono due diverse combinazioni di coefficienti, la prima (STR) pi severa verso il dimensionamento
strutturale delle opere che sono a contatto con il terreno, mentre la seconda (GEO) penalizza la parte del
dimensionamento geotecnico.
Approccio 2
Vi ununica combinazione di coefficienti per le verifiche geotecniche e per quelle strutturali.
Lacqua ed il terreno costituiscono carichi strutturali permanenti quando contribuiscono con le loro
caratteristiche di resistenza, peso e rigidezza al comportamento dellopera.
Il valore di progetto della resistenza Rd pu essere determinato in diversi modi:
-
in modo analitico, ci si riferisce ai valori caratteristici dei parametri di resistenza del terreno a cui si
applica un coefficiente parziale M;
Per quanto riguarda le rocce bisogna applicare alla resistenza a compressione monoassiale un coefficiente
parziale qu pari a 1,6.
Occorre anche eseguire le verifiche nei confronti dei possibili stati limite di sollevamento o di
sifonamento, per la prima il valore di progetto dellazione instabilizzante Vinst,d (ottenuto dalla combinazione
di azioni permanenti Ginst,d e di azioni variabili Qinst,d) sia maggiore della combinazione delle azioni di progetto
stabilizzanti Gstb,d e delle resistenze di progetto Rd.
Vinst ,d Gstb,d + Rd
Vinst ,d = Ginst ,d + Qinst ,d
Per la verifica a sifonamento il valore di progetto della pressione interstiziale instabilizzante uinst,d deve
essere minore del valore di progetto della tensione totale stabilizzante stb,d.
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u inst ,d stb ,d
Sia la verifica a sollevamento che la verifica a sifonamento devono essere eseguite nelle condizioni pi
sfavorevoli.
Nella verifica agli stati limite di esercizio il valore di progetto delleffetto delle azioni Ed deve essere minore
del prescritto valore limite delleffetto delle azioni Cd, funzione del comportamento della struttura in
elevazione.
Ed Cd
Verifica di stabilit globale
La Normativa differenzia in modo netto i pendii naturali (6.3) dai fronti di scavo (6.8):
-
Pendii naturali
le verifiche di sicurezza devono essere effettuate utilizzando i valori caratteristici delle propriet
meccaniche dei terreni (A=1+M=1+R=1); il grado di sicurezza ritenuto accettabile dal progettista deve
essere giustificato sulla base del livello di conoscenze raggiunto, dellaffidabilit dei dati disponibili e del
modello di calcolo adottato in relazione alla complessit geologica e geotecnica, nonch sulla base
delle conseguenze di un'eventuale frana.
la superficie del pendio deve essere definita attraverso un rilievo plano-altimetrico in scala adeguata ed
esteso ad una zona sufficientemente ampia a monte e valle del pendio stesso;
La scelta delle tipologie di indagine e misura dipende dallestensione dellarea, dalla disponibilit di
indagini precedenti e dalla complessit delle condizioni idrogeologiche e stratigrafiche del sito in esame.
Nel caso di pendii in frana le verifiche devono essere eseguite lungo le superfici di scorrimento che meglio
approssimano quella/e riconosciuta/e con le indagini. Negli altri casi, la verifica di sicurezza deve essere
eseguita lungo superfici di scorrimento cinematicamente possibili, per ricercare la superficie con grado di
sicurezza pi basso.
Il livello di sicurezza espresso, in generale, come rapporto tra resistenza al taglio disponibile, presa con il
suo valore caratteristico, e sforzo di taglio mobilitato lungo la superficie di scorrimento effettiva o potenziale.
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La scelta delle pi idonee tipologie degli interventi di stabilizzazione deve essere effettuata solo dopo aver
individuato le cause promotrici della frana e dipende, oltre che da queste, da:
- Forma della superficie di scorrimento;
- Posizione della superficie di scorrimento.
Il progetto degli interventi di stabilizzazione deve comprendere:
- la descrizione completa dellintervento;
- linfluenza delle modalit costruttive sulle condizioni di stabilit;
- il piano di monitoraggio;
- un piano di gestione e controllo nel tempo della funzionalit e dellefficacia dei provvedimenti adottati.
Opere di fondazione
Il capitolo 6.4 si applica alle opere di fondazione superficiali e su pali.
Per le fondazioni superficiali occorre considerare i seguenti stati limite ultimi:
- SLU di tipo geotecnico (GEO)
- collasso per carico limite dellinsieme fondazione-terreno;
- collasso per scorrimento sul piano di posa;
- stabilit globale;
- SLU di tipo strutturale (STR)
- raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
La verifica di stabilit globale deve essere effettuata secondo lApproccio 1 e la Combinazione 2:
(A2+M2+R2)
Le rimanenti verifiche devono essere effettuate
considerando le seguenti combinazioni di coefficienti:
Approccio 1:
- Combinazione 1: (A1+M1+R1)
- Combinazione 2: (A2+M2+R2)
Approccio 2:
- (A1+M1+R3)
Utilizzando lApproccio 2 per il dimensionamento strutturale
occorre non prendere in conto il coefficiente R.
Fondazioni su pali
Gli SLU si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza
del terreno e al raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione
stessa.
Per le fondazioni su pali occorre considerare i seguenti stati limite ultimi:
- SLU di tipo geotecnico (GEO)
- collasso per carico limite della palificata nei riguardi dei carichi assiali;
collasso per carico limite della palificata nei riguardi dei carichi trasversali;
collasso per carico limite di sfilamento nei riguardi dei carichi di trazione;
- stabilit globale;
- SLU di tipo strutturale (STR)
- raggiungimento della resistenza dei pali;
- raggiungimento della resistenza della struttura di collegamento dei pali.
La verifica di stabilit globale deve essere effettuata secondo lApproccio 1 e la Combinazione 2:
(A2+M2+R2)
Le rimanenti verifiche devono essere effettuate considerando le seguenti combinazioni di coefficienti:
- Approccio 1:
- Combinazione 1: (A1+M1+R1)
- Combinazione 2: (A2+M1+R2)
Approccio 2:
- (A1+M1+R3)
Utilizzando lApproccio 2 per il dimensionamento strutturale occorre non prendere in conto il coefficiente R.
Il valore di progetto Rd della resistenza si ottiene a partire dal valore caratteristico Rk applicando i coefficienti
parziali R.
Il valore caratteristico della resistenza a compressione del palo, Rc,k, e a trazione Rt,k pari al minore dei
valori ottenuti applicando i fattori di correlazione :
a) Se il valore caratteristico dedotto dai risultati di una o pi prove di carico di progetto, tale valore
pari al minore dei valori ottenuti applicando i fattori di correlazione in funzione del numero di prove.
b) Con riferimento alle procedure analitiche il valore caratteristico della resistenza dato dal minore dei
valori ottenuti applicando i fattori di correlazione, in funzione del numero n di verticali di indagine.
c) Se il valore caratteristico della resistenza dedotto dai risultati di una o pi prove dinamiche si prende il
minore dei valori ottenuti applicando i fattori di correlazione in funzione del numero di prove.
Per la determinazione del valore di progetto della resistenza di pali soggetti a carichi trasversali occorre
applicare i coefficienti parziali T.
Le prove per determinare la resistenza del singolo palo devono essere eseguite su pali appositamente
realizzati identici a quelli da realizzare.
Lintervallo di tempo intercorrente tra la costruzione del palo pilota e linizio della prova di carico deve essere
sufficiente a garantire che:
- il materiale di cui costituito il palo sviluppi la resistenza richiesta;
- le pressioni interstiziali nel terreno si riportino ai valori iniziali.
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Le prove devono essere spinte fino a valori del carico assiale tali da portare a rottura il complesso paloterreno o comunque tali da consentire di ricavare significativi cedimenti della testa del palo.
Sui pali devono essere eseguite prove di carico statiche che devono essere spinte ad un carico assiale
pari a 1,5 volte lazione di progetto utilizzata per le verifiche SLE. In presenza di pali strumentati per il rilievo
separato delle curve di mobilitazione delle resistenze il valore pu essere posto pari a 1,2.
Il numero e lubicazione delle prove di verifica devono essere stabiliti in base allimportanza dellopera e al
grado di omogeneit del terreno di fondazione; in ogni caso il numero di prove non deve essere inferiore a:
- 1 se il numero di pali inferiore o uguale a 20,
- 2 se il numero di pali compreso tra 21 e 50,
- 3 se il numero di pali compreso tra 51 e 100,
- 4 se il numero di pali compreso tra 101 e 200,
- 5 se il numero di pali compreso tra 201 e 500,
- il numero intero pi prossimo al valore 5 + n/500,
se il numero n di pali superiore a 500.
Il numero di prove di carico di verifica pu essere ridotto se sono eseguite prove di carico dinamiche, da
tarare con quelle statiche di progetto, e siano effettuati controlli non distruttivi su almeno il 50% dei pali.
Opere di sostegno
Il capitolo 6.5 si applica alle opere geotecniche il cui scopo sostenere in sicurezza un corpo di terreno o di
materiale e sono i muri, le paratie e le strutture miste. Ove siano presenti delle costruzioni preesistenti tali
opere devono garantirne la funzionalit e la stabilit, gli spostamenti del terreno a monte del sostegno
devono, inoltre, essere compatibili con le strutture preesistenti.
Nelle verifiche di sicurezza bisogna prendere in considerazione i meccanismi di stato limite ultimo a breve ed
a lungo termine.
Muri di sostegno
Il terreno di riporto deve:
- essere posto in opera con opportuna tecnica di costipamento;
- avere granulometria tale da consentire un drenaggio efficace nel tempo;
- avere caratteristiche fisiche e meccaniche fissate dal progettista.
Occorre valutare gli effetti derivanti da parziale perdita di efficacia di sistemi di drenaggio, di tiranti e di
ancoraggi. Va previsto un piano di controllo e di monitoraggio.
In presenza di opere preesistenti il muro di sostegno deve garantire i livelli previsti di stabilit e di
funzionalit.
10
Per i muri di sostegno o altre strutture miste ad essi assimilabili occorre considerare i seguenti stati limite
ultimi:
- SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU)
- stabilit globale del complesso opera di sostegno-terreno;
- scorrimento sul piano di posa;
- collasso per carico limite dellinsieme fondazione-terreno;
- ribaltamento;
- SLU di tipo strutturale (STR)
- raggiungimento della resistenza
- negli elementi strutturali.
La verifica di stabilit globale dellinsieme opera di sostegno - terreno deve essere effettuata secondo
lApproccio 1 e la Combinazione 2: (A2+M2+R2)
Le rimanenti verifiche devono essere effettuate
considerando le seguenti combinazioni di
coefficienti:
- Approccio 1:
- Combinazione 1: (A1+M1+R1)
- Combinazione 2: (A2+M2+R2)
- Approccio 2:
- (A1+M1+R3)
Nel caso di muri di sostegno dotati di ancoraggi al terreno, le verifiche devono essere effettuate con il solo
Approccio 1.
Utilizzando lApproccio 2 per il dimensionamento strutturale occorre non prendere in conto il coefficiente R.
Le ipotesi di calcolo delle spinte devono essere giustificate sulla base dei prevedibili spostamenti tra lopera
di sostegno ed il terreno, ovvero determinate con unanalisi dellinterazione terreno-struttura.
Le spinte devono tenere conto del sovraccarico e dellinclinazione del piano campagna, dellinclinazione del
paramento rispetto alla verticale, delle pressioni interstiziali e degli effetti della filtrazione nel terreno.
Nella valutazione della spinta si pu tenere conto dellattrito che si sviluppa fra parete e terreno. I valori
assunti per il relativo coefficiente di attrito devono essere giustificati in base alla natura dei materiali a
contatto e alleffettivo grado di mobilitazione.
11
Tiranti
Ai fini del progetto, gli ancoraggi si distinguono in provvisori e permanenti.
Gli ancoraggi possono essere ancora suddivisi in attivi, quando larmatura viene tesata, ed in passivi, nel
caso in cui non siano presollecitati.
Gli stati limite ultimi dei tiranti di ancoraggio si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati
dalla mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali
che li compongono.
12
Per il dimensionamento geotecnico, deve risultare rispettata la condizione in riferimento ad uno stato limite di
sfilamento della fondazione dellancoraggio. Combinazione: A1+M1+R3
Il valore della resistenza caratteristica Rak il minore dei valori derivanti dallapplicazione dei fattori di
correlazione a1 e a2 (oppure a3 e a4 nel caso b) rispettivamente al valor medio e al valor minimo delle
resistenze Ra,m misurate o valutate con il calcolo.
13
- realizzati dopo lesecuzione di quelle operazioni che possano influire sulla capacit portante della
fondazione.
Il numero di prove di progetto non deve essere inferiore a:
- 1 se il numero degli ancoraggi inferiore a 30,
- 2 se il numero degli ancoraggi compreso tra 31 e 50,
- 3 se il numero degli ancoraggi compreso tra 51 e 100,
- 7 se il numero degli ancoraggi compreso tra 101 e 200,
- 8 se il numero degli ancoraggi compreso tra 201 e 500,
- 10 se il numero degli ancoraggi superiore a 500.
Le prove di verifica consistono in un ciclo semplice di carico e scarico; il tirante viene sottoposto ad una forza
pari a 1,2 volte quella massima.
Indagini geotecniche
Metodi e risultati delle indagini devono essere riportati e commentati in modo esaustivo nella relazione
geologica.
A seconda del tipo di opera e della complessit del contesto geologico in cui questa va a trovarsi, dovranno
essere eseguite opportune indagini ed i metodi di esecuzione ed i risultati di queste dovranno essere
riportati, in modo esauriente, allinterno della relazione geologica.
Si devono eseguire indagini specifiche tramite prove di laboratorio o tramite prove e misure effettuate in sito
in modo da ricavare i valori caratteristici delle grandezze meccaniche e fisiche da attribuire ai terreni, ossia
una stima cautelativa di questi valori secondo lo stato limite considerato.
Le indagini geotecniche effettuate devono, inoltre, condurre alla definizione del modello geotecnico, ossia lo
schema stratigrafico con le relative condizioni idrostatiche e con le caratteristiche dei suoli presenti. Il
progettista ha il compito di stabilire il piano delle indagini da eseguire ed sua responsabilit la definizione
del modello geologico e delle caratteristiche geotecniche.
Le prove e le indagini devono essere effettuate e certificate da laboratori indicati nellelenco depositato
presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero delle Infrastrutture.
Nel caso in cui lopera sia di scarsa importanza e si trovi in una zona ben nota dal punto di vista geotecnico
ci si pu basare sullesperienza e sulle informazioni disponibili, lasciando per inalterata la piena
responsabilit del progettista nelleffettuare la progettazione.
Le indagini devono avere unestensione tale da tener conto della stabilit locale e di quella globale, costituita
dallopera e dal terreno.
14
MODELLO DI CALCOLO
DEL SOFTWARE IS PARATIE
Indice
Modello del terreno utilizzato dal software IS Paratie ______________________________ 1
Stima dei parametri__________________________________________________________ 1
Rigidezza delle molle _______________________________________________________________ 1
Parametri di stato limite ultimo ________________________________________________________ 3
Storia tensionale e spinta a riposo _____________________________________________________ 3
Il modello si fonda sullipotesi che linterazione tra terreno e struttura possa essere schematizzata con una
serie di molle orizzontali discrete che rappresentano la reazione che il terreno oppone ai movimenti della
struttura.
Pertanto linterazione descritta da una generica relazione tra lo spostamento orizzontale y e la reazione p
del terreno in un determinato punto. Per descrivere tale relazione viene comunemente adottata una legge
elastica-perfettamente plastica, assumendo una variazione lineare della reazione in funzione dello
spostamento con limite inferiore individuato dal valore di spinta attiva, che corrisponde alla massima
decompressione del terreno, e limite superiore corrispondente al valore della resistenza passiva. Pertanto
schematicamente si pu rappresentare lelemento che simula il terreno nello schema FEM come una molla
con blocco di attrito che rappresenta la pressione ultima del terreno (rottura attiva o passiva).
Per tenere conto dellinfluenza della storia tensionale del terreno, possibile differenziare la rigidezza della
molla tra le fasi di scarico ricarico (ur) e le fasi di compressione vergine (vc), pervenendo pertanto ad una
relazione p y di tipo bilatera. Il punto di passaggio tra le due differenti rigidezze individuato dal massimo
livello di carico cui stato sottoposto lelemento di terreno durante la sua storia tensionale ed pertanto
dipendente dal grado di sovraconsolidazione e dallevoluzione della situazione statica dellopera durante le
varie fasi realizzative. La situazione iniziale del terreno prima dellesecuzione dellopera viene descritta dal
coefficiente di spinta a riposo K0 che permette di determinare la tensione orizzontale geostatica, che
costituisce lo stato di partenza per levoluzione tensionale indotta dalle fasi di realizzazione dellopera.
struttura. Per tale ragione a rigore essa non pu essere determinata facendo riferimento alle sole
caratteristiche meccaniche del terreno. Inoltre bisogna tenere presente linfluenza che tale parametro
assume nel modello, soprattutto per quanto riguarda la valutazione degli spostamenti. In virt delle suddette
motivazioni si suggerisce di effettuare comunque analisi con valori differenti di tale parametro al fine di
valutarne linfluenza sui risultati finali e operare le conseguenti scelte progettuali secondo i dettami del
giudizio ingegneristico.
Generalmente la rigidezza k della molla viene determinata facendo riferimento alle caratteristiche di
deformazione del terreno espresse da un modulo di rigidezza equivalente. Diversi approcci sono stati
proposti sulla base di confronti con simulazioni numeriche o misure sperimentali su modelli o opere in vera
grandezza: alcuni di essi sono sintetizzati nel seguito. Oltre al modulo di rigidezza del terreno, intervengono
alcuni coefficienti correttivi riferiti alla struttura ed una lunghezza caratteristica che rappresenta la
dimensione della zona collaborante. Si sottolinea che tali formule hanno carattere semiempirico, basandosi
sullanalisi a ritroso di casi reali, e pertanto devono essere considerate come suggerimenti operativi da
utilizzare con la dovuta cautela.
Jamiolkowski e Pasqualini (1980) suggeriscono di fare riferimento al modulo di elasticit secante del
terreno corrispondendente alla mobilitazione del 50% della pressione limite Es,50:
k=
E s,50
Cp
(1)
diaframma libero al piede oppure al rapporto tra la posizione del punto a spostamento nullo al di
sotto del fondo scavo e la profondit di infissione per diaframma con incastro parziale al piede; Cp
un coefficiente adimensionale di profondit pari a
1 1 z
+ dove z rappresenta la profondit dal
2 2 t
terreni sabbiosi
NC Es ,50 ( 2 6 ) qc
OC Es ,50 ( 6 12 ) qc
Schmitt (1995) propone di fare riferimento al modulo edometrico del terreno Eed ed alla rigidezza
relativa dellopera di sostegno (espressa attraverso la lunghezza caratteristica
Winkler), ottenendo:
E 4/3
k = 2.1 ed
EJ 1 / 3
(2)
Menard e Bourdon (1965) fanno riferimento al modulo pressiometrico del terreno EM, ottenuto
sperimentalmente con la prova pressiometrica, largamente diffusa in Francia:
k=
EM
L 2 + 0.13 (9 L)
dove
(3)
un coefficiente che tiene conto del comportamento viscoso del terreno e L una
lunghezza caratteristica che gli Autori pongono pari ai 2/3 della profondit di infissione della paratia.
Monaco e Marchetti (2002) propongono luso del modulo ottenuto con il dilatometro piatto,
maggiormente diffuso in Italia, in sostituzione del modulo pressiometrico.
OCR =
'v, max
'v 0
(4)
Il grado di consolidazione influenza il coefficiente di spinta a riposo K0 che rappresenta il rapporto tra le
tensioni efficaci geostatiche orizzontali e verticali e permette la valutazione della spinta del terreno sullopera
prima dellinizio delle fasi di scavo.
Il coefficiente K0 pu essere determinato mediante prove in sito o prove di laboratorio su campioni
indisturbati di terreno.
Correlazione empiriche largamente utilizzate per la stima di K0 sulla base dellangolo di resistenza al taglio o
dellindice di plasticit per terreni coesivi sono (Jamiolkowski e Pasqualini, 1979):
(5)
IP
= 0.44 + 0.42
100
Il coefficiente di spinta a riposo per terreni sovraconsolidati correlabile con il valore per terreni
normalconsolidati mediante la relazione empirica (Lancellotta, 1993):
NC
0.5
K OC
0 = K 0 OCR
(6)
Tali relazioni sono da considerare valide solo per sovraconsolidazione meccanica e per un solo ciclo di
carico scarico, infatti non tengono conto dellintera storia geologica del deposito e di eventuali fenomeni di
ageing.
Pressioni interstiziali
Una componente di spinta aggiuntiva rispetto a quella fino a qui discussa data dalla presenza delle
pressioni interstiziali disposte sul contorno dellopera. Queste vengono definite in maniera autonoma
mediante la ricostruzione del reticolo di flusso a lato del diaframma. Si impone, facendo ricorso ad alcune
semplificazioni, la continuit del flusso idraulico (bilancio di massa della fase liquida in condizioni
stazionarie). Indicando con hw laltezza piezometrica ed assumendo che ogni strato sia caratterizzato da una
permeabilit Kw costante ed isotropa, la continuit del flusso idraulico viene espressa come:
h w h w
Kw
+
z
y
h w h w
+ K w
+
y
y z
= 0
(7)
I terreni vengono considerati completamente saturi al di sotto della quota piezometrica e completamente
asciutti al di sopra. Vengono pertanto escluse situazioni di pressioni interstiziali negative tanto in condizioni
sature (tensioni efficaci superiori a quelle totali) quanto in condizioni non sature (terreni il cui comportamento
non pi modellabile in maniera soddisfacente facendo ricorso alle soli tensioni efficaci).
Osservando che il contorno dellopera costituisce una linea di flusso per lacqua di falda, ed assumendo che
il suo spessore sia trascurabile rispetto al percorso di filtrazione, si perviene alla formulazione
monodimensionale della (7), ossia:
h
K w w = 0
z
(8)
che integrata d:
Kw
hw
= cost
z
(9)
Il problema di flusso viene quindi risolto a partire dalle quote piezometriche imposte a monte ed a valle
dellopera. Se queste coincidono, la distribuzione delle pressioni interstiziali sar di tipo idrostatico.
Altrimenti, si avr una distribuzione congruente con il regime dissipatorio instaurato in seguito alla differenza
di carico esistente tra monte e valle.
Nel caso di presenza di un unico strato si otterr:
h w
h
= w
z
L
(10)
hw la differenza di
Ki
hwi
= cost
Li
(11)
i
w
= hw ne consegue che
hw
hwi =
Li
Ki
Lj
K
j
(12)
(hw z).
Sovraccarichi
La presenza di opere preesistenti o di materiali disposti a piano campagna implica precisi effetti sulla
distribuzione tensionale nel terreno a tergo dellopera. Il problema viene trattato in due maniere differenti, in
funzione dellestensione di detto carico.
Per un sovraccarico uniformemente distribuito agente a piano campagna ed esteso su area infinita, le
tensioni verticali geostatiche vengono incrementate di una quota pari a quella del carico distribuito. In altre
parole, se q il carico distribuito, le tensioni efficaci verticali operative v saranno pari a
v' = v' 0 + q
(13)
essendo v0 le tensioni geostatiche calcolate a partire dal piano campagna. Ne consegue che, valendo per
la situazione iniziale il legame
h' = K 0 v'
(14)
anche la spinta orizzontale iniziale sar pi alta che non in assenza di sovraccarico.
Nel caso di una forza concentrata o di un carico distribuito avente ridotte dimensioni (dovuto ad esempio alla
presenza della fondazione superficiale di unaltra opera) si dovr ugualmente tenere conto di un incremento
delle tensioni orizzontali inizialmente agenti sullopera. Tuttavia, a differenza dal caso precedente,
lincremento non varier linearmente con la profondit, ma sar funzione della distanza (in direzione
verticale ed orizzontale) dal carico.
E pertanto necessario in questo caso fare riferimento a schemi pi raffinati. In particolare ci si suole riferire
alla formulazione data da Boussinesq (1885). Tale formulazione considera il terreno come un semispazio
elastico omogeneo isostropo, con carichi (distribuiti o localizzati) applicati alla frontiera. Per un carico
uniforme nastriforme si ha un incremento di tensione orizzontale dato da:
'h =
( sin cos 2 )
(15)
TL = DS LS qS
TL : trazione limite del tirante o del micropalo isolato
DS : diametro medio del bulbo della sigillatura
LS : lunghezza della sigillatura
qS : attrito laterale unitario limite lungo la superficie laterale del bulbo
DS = Dd
in cui il coefficiente di maggiorazione dipende dal metodo di iniezione (IRS o IGU) oltre che dalla natura del
terreno, e viene quantificato per mezzo della seguente tabella:
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Il volume Vi rappresenta la quantit minima di malta da immettere nel terreno in corrispondenza della
lunghezza LS.
Abaco R1 - R2:
Coefficiente di sicurezza
Il metodo proposto prevede l'applicazione di opportuni coefficienti di sicurezza, riassunti dalla seguente
tabella:
10
Riferimenti Bibliografici
Aversa S. (1996) Aspetti sperimentali e modellazione nella progettazione delle opere di sostegno e
degli scavi, Atti IV Convegno Nazionale dei Ricercatori Universitari di Geotecnica, Perugia, pp. 121-207.
Jamiolkowski M, Pasqualini E. (1979) Introduzione ai diversi metodi di calcolo dei diaframmi con
riferimento ai parametri geotecnici che vi intervengono e alla loro determinazione sperimentale, Atti 9
ciclo delle Conferenze di Geotecnica di Torino, Istituto di scienza delle costruzioni, Politecnico di Torino.
Menard L., Bourdon C. (1965) Calcul des rideaux de soutenement. Methode nouvelle prenant en
compte les conditions relles dencastrement, Sols-Soils, No. 12.
Monaco P., Marchetti S. (2002) Analisi per il progetto di diaframmi multivincolati a sostegno di uno
scavo per la realizzazione di un parcheggio multipiano interrato in area urbana, Atti XXI Convegno
Nazionale di Geotecnica, LAquila, Patron Ed., Bologna, pp. 227-234.
Pane V., Tamagnini C. (1996) Problemi generali della analisi delle opere di sostegno, Atti IV Convegno
Nazionale dei Ricercatori Universitari di Geotecnica, Perugia, pp. 7-120.
Schmitt P. (1995) Methode empirique devaluation du coefficient de reaction di sol vis-a-vis des
ouvrages de soutenement souples, Revue Francaise de Geotecnique, N.71, pp.3-10.
Vesic A.S. (1961) Bending of beams resting on isotropic elastic solid, Journal Eng. Mech. Division,
ASCE, vol. 87, pp. 35-53.
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11
MODELLO DI CALCOLO
DEL SOFTWARE IS MURI
Indice
Modello FEM __________________________________________________________________________ 1
Impostazione del modello ________________________________________________________________ 1
Spinta del terreno_______________________________________________________________________ 2
Metodo di calcolo per le Verifiche della Fondazione __________________________________________ 4
Capacit portante delle fondazioni dirette________________________________________________________
Condizioni drenate _________________________________________________________________________
Condizioni non drenate ______________________________________________________________________
Rottura generale - la formula di Brinch-Hansen ___________________________________________________
Rottura per punzonamento ___________________________________________________________________
Rottura locale _____________________________________________________________________________
Collasso per slittamento _____________________________________________________________________
4
4
5
5
5
6
6
Modello FEM
Il metodo degli elementi finiti (FEM) una tecnica numerica atta a cercare soluzioni approssimate di
problemi descritti da equazioni differenziali alle derivate parziali riducendo queste ultime ad un sistema di
equazioni algebriche. Bench esso competa in alcuni ambiti limitati con altre strategie numeriche, il metodo
FEM mantiene una posizione dominante nel panorama delle tecniche numeriche di approssimazione e
rappresenta il nucleo di gran parte dei codici di calcolo automatico disponibili in commercio.
In generale, il metodo agli elementi finiti si presta molto bene a risolvere equazioni alle derivate parziali
quando il dominio ha forma complessa (come il telaio di un'automobile o di un edificio), quando il dominio
variabile (per esempio una reazione a stato solido con condizioni al contorno variabili), quando l'accuratezza
richiesta alla soluzione non omogenea sul dominio e quando la soluzione cercata manca di regolarit.
Il Metodo F.E.M. si applica a corpi fisici che in qualche modo rappresentano un continuum suscettibile di
essere suddiviso in un certo numero, anche molto grande, di elementi di forma definita e dimensioni
contenute. Nel continuum, ogni singolo elemento finito viene considerato un campo di integrazione numerica
di caratteristiche omogenee. La caratteristica principale del metodo degli elementi finiti la discretizzazione
attraverso la creazione di una griglia (mesh) composta da primitive (elementi finiti) di forma codificata
(triangoli e quadrilateri per domini 2D, esaedri e tetraedri per domini 3D). Su ciascun elemento caratterizzato
da questa forma elementare, la soluzione del problema assunta essere espressa dalla combinazione
lineare di funzioni dette funzioni di base o funzioni di forma.
Nel software IS Muri tutte le azioni dovute a spinte, a carichi ed a sollecitazioni indotte vengono trasferite in
automatico sul modello FEM e ripartite lungo gli elementi finiti con apposite leggi numeriche.
Il calcolo ad Elementi Finiti fornisce la distribuzione delle sollecitazioni su tutto il muro e gli spostamenti
dellopera. Lo stesso calcolo permette di stabilire se sussiste lequilibrio tra sollecitazioni ribaltanti e
stabilizzanti.
Il comportamento del terreno in fondazione simulato tramite opportuni elementi con comportamento non
lineare.
Creati i conci alle opportune altezze bisogna modificare o creare le sezioni che si vuole dare come base ai
conci, si selezionano i conci stessi e si assegna loro la sezione.
Come i due metodi precedenti, anche questo metodo considera una superficie di rottura piana.
I passi del procedimento risolutivo sono i seguenti:
- si impone una superficie di rottura e si considera il cuneo di spinta delimitato dalla superficie di rottura
stessa, dalla parete su cui si calcola la spinta e dal profilo del terreno;
- si valutano tutte le forze agenti sul cuneo di spinta e cio il peso proprio, i carichi agenti sulla superficie del
terreno, la resistenza per attrito e per coesione lungo la superficie di rottura e la resistenza per coesione
lungo la parete;
- dalle equazioni di equilibrio si ricava il valore della spinta S sulla parete (inclinata dellangolo dattrito
terreno - muro rispetto alla normale alla parete).
Questo processo viene iterato fino a trovare langolo di rottura per cui la spinta risulta massima.
Nei casi in cui applicabile il metodo di Coulomb, ossia profilo a monte con andamento rettilineo e carico
uniformemente distribuito, i risultati ottenuti col metodo di Culmann coincidono con quelli del metodo di
Coulomb.
Rottura generale: si formano superfici di scorrimento, con origine ai bordi della fondazione, che si
propagano fino alla superficie. Il terreno sotto la fondazione rifluisce lateralmente e verso lalto, e si
solleva ai lati della fondazione. Il collasso di tipo fragile.
Rottura per punzonamento: la fondazione affonda nel terreno, senza che si formino superfici di
scivolamento. Questo tipo di rottura caratteristico di terreni altamente compressibili. Non
identificabile un ben preciso punto di collasso.
Rottura locale: questo caso intermedio fra i due precedenti: si formano superfici di scorrimento,
che per non si propagano fino in superficie, e la compressibilit del terreno ha un ruolo notevole.
Gli approcci di tipo classico, analizzati nel seguito, sono teoricamente applicabili solo ad una rottura di tipo
generale. In genere, lecito affermare che la rottura di tipo generale, per una fondazione diretta, prevale nei
seguenti casi:
Nei terreni fini (in condizioni non drenate, per lipotesi di incompressibilit del mezzo)
In altri casi (ad esempio per terreni sabbiosi molto sciolti e fondazioni profonde) pu prevalere la rottura per
punzonamento.
Condizioni drenate
Quando si pu supporre che lapplicazione dei carichi sia cos lenta da permettere la dissipazione delle
pressioni interstiziali si pu eseguire lanalisi di capacit portante in termini di tensioni efficaci, ossia in
condizioni drenate. Un semplice modello di calcolo di riferimento si ottiene ipotizzando che una fondazione
superficiale trasmetta un carico unitario, e che il terreno sotto di essa si trovi in condizioni di collasso per cui
si formi una zona di equilibrio limite per spinta attiva ed una zona di equilibrio limite per spinta passiva.
Tramite la teoria di Rankine si pu ricavare il regime di spinta ed il valore del carico limite, ottenuto
imponendo lequilibrio tra spinta attiva e spinta passiva:
1
qlim = B N + c N c + q N q
2
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In cui compaiono ' (peso per unit di volume del terreno), B (larghezza della base), c (coesione efficace), q
(sovraccarico laterale), e N, Nc e Nq, detti coefficienti di capacit portante. Questa formula evidenzia come
la capacit portante dipenda da tre contributi:
Le forze dattrito lungo la superficie di scorrimento, dovute al peso del terreno sotto la fondazione e
compreso allinterno delle stesse.
Il sovraccarico applicato in superficie ai lati della fondazione (ad esempio dovuto allapprofondimento
del piano di posa rispetto al piano campagna).
= 0 e c = su.
1
qlim = B N s d i b g + c N c sc d c ic bc g c + q N q sq d q iq bq g q
2
Condizioni non drenate
Per il caso non drenato, la formula generale si riduce alla seguente espressione ( = 0):
Rottura locale
Questo tipo di rottura costituisce un caso intermedio fra i due precedenti, e come per il punzonamento non si
verifica in condizioni non drenate, per lipotesi di terreno incomprimibile. La capacit portante qlim pu essere
calcolata con la stessa espressione utilizzata per la rottura generale, introducendovi per un angolo di
resistenza al taglio corretto.
V <F+E
STR
SLU
GEO
EQU
HYD
RARA
FREQ
QPER
SL
E
SL
U
SLE
UPL
SLC
SLV
SLD
SLO
STR (A1)
GEO
(A2)
EQU
UPL
HYD
TUTTI(3)
Verifiche
strutturali
Capacit
portante
Scorrimento
Stabilit globale
Ribaltamento
Galleggiamento
Sifonamento
Tensione
Fessurazione
Tensione
Fessurazione
PVR = 5%
PVR = 10%
PVR = 63%
PVR = 81%
1.0
0.9
0.9
0.9
1.1
0.0
1.5
1.1
0.0
1.5
1.3
0.0
1.5
Verifiche in condizioni sismiche
1.0
1.0
1.0
1.0
0.0
1.3
0.0
1.3
0.0
0.0
0.0
1.5
1.5
1.5
1.0
1.0
(1)
(M1)
(M2)
EQU(1)
UPL(2)
HYD
TUTTI(3)
(1)
(R1)
(R2)
(R3)
TUTTI(1)
Stabilit globale
1.1
come sopra
(1)
Riferimento: punto 7.11.1: Sotto leffetto dellazione sismica di progetto, definita al Cap. 3, le opere e i sistemi
geotecnici devono rispettare gli stati limite ultimi e di esercizio definiti al 3.2.1, con i requisiti di sicurezza indicati
nel 7.1. Le verifiche agli stati limite ultimi devono essere effettuate ponendo pari allunit i coefficienti parziali sulle
azioni e impiegando i parametri geotecnici e le resistenze di progetto, con i valori dei coefficienti parziali indicati nel
Cap. 6..
M1
= 1.0
c = 1.0
cu = 1.0
qu = 1.0
= 1.0
Capacit
portante
Scorrimento
Resistenza
terreno a valle
Resistenze
R1
R = 1.0
R = 1.0
R = 1.0
Combinazione 2: A2 + M2 + R2
p. p. muro spinte terre
vento
traffico
urto
sisma
Azioni
Q2 02 =
Q3 03 =
A2
1.3*0.6 =
1.3*0.6 =
G1 = 1.0
Q1 = 1.3
G1 = 1.0
0.78
0.78
c
c
q
tan(
)
Materiali
u
u
M2
= 1.25
c = 1.25
cu = 1.4
qu = 1.6
= 1.0
Capacit portante
Scorrimento
Resistenza terreno a valle
Resistenze
R2
R = 1.0
R = 1.0
R = 1.0
Verifiche in condizioni sismiche
Approccio 1 Combinazione 1: A1 unitari + M1 + R1
p. p. muro spinte terre
vento
traffico
urto
sisma
Azioni
A1 unitari
1.0
G1 = 1.0
21 = 0.0
22 = 0.0
23 = 0.0
G1 = 1.0
c
cu
qu
tan()
Materiali
M1
= 1.0
c = 1.0
cu = 1.0
qu = 1.0
= 1.0
Capacit portante
Scorrimento
Resistenza terreno a valle
Resistenze
R1
R = 1.0
R = 1.0
R = 1.0
Approccio 1 Combinazione 2: A2 unitari + M2 + R2
p. p. muro spinte terre
vento
traffico
urto
sisma
Azioni
1.0
A2 unitari
G1 = 1.0
G1 = 1.0
21 = 0.0
22 = 0.0
23 = 0.0
c
cu
qu
tan()
Materiali
M2
= 1.25
c = 1.25
cu = 1.4
qu = 1.6
= 1.0
Capacit portante
Scorrimento
Resistenza terreno a valle
Resistenze
R2
R = 1.0
R = 1.0
R = 1.0
Azioni
A1
Materiali
M1
Resistenze
R3
Azioni
A1 unitari
Materiali
M1
Resistenze
R3
u
u
c = 1.0
cu = 1.0
qu = 1.0
= 1.0
= 1.0
Resistenza terreno a
Capacit portante
Scorrimento
valle
R = 1.4
R = 1.1
R = 1.4
Verifiche in condizioni sismiche
A1 unitari + M1 + R3
p. p. muro spinte terre
vento
traffico
urto
sisma
1.0
G1 = 1.0
G1 = 1.0
21 = 0.0
22 = 0.0
23 = 0.0
c
cu
qu
tan()
= 1.0
c = 1.0
cu = 1.0
qu = 1.0
= 1.0
Resistenza terreno a
Capacit portante
Scorrimento
valle
R = 1.4
R = 1.1
R = 1.4
p. p. muro
Azioni
A2
G1 = 0.9
Materiali
M2
tan()
= 1.25
Resistenze
R2
Azioni
A2 unitari
Materiali
M2
Resistenze
R2
Ribaltamento
Verifiche in condizioni statiche
EQU + M2 + R2
spinte terre
vento
traffico
Q2 02 =
1.5*0.6 =
G1 = 1.1
Q1 = 1.5
0.9
c
cu
qu
c = 1.25
cu = 1.4
qu = 1.6
Capacit portante
Scorrimento
R = 1.0
R = 1.0
Verifiche in condizioni sismiche
EQU unitari + M2 + R2
p. p. muro spinte terre
vento
traffico
G1 = 1.0
G1 = 1.0
21 = 0.0
22 = 0.0
c
cu
qu
tan()
= 1.25
c = 1.25
cu = 1.4
qu = 1.6
Capacit portante
Scorrimento
R = 1.0
R = 1.0
urto
sisma
Q3 03 =
1.5*0.6 =
0.9
= 1.0
Resistenza terreno a
valle
R = 1.0
urto
sisma
1.0
23 = 0.0
= 1.0
Resistenza terreno a
valle
R = 1.0
10
Azioni
RARA
Materiali
Resistenze
-
urto
sisma
03 = 0.6
Azioni
FREQ
Materiali
Resistenze
-
SLE: fessurazione
Verifiche in condizioni statiche
Combinazione frequente
p. p. muro
spinte terre
vento
traffico
G1 = G1 = 11 = 0.2
22 = 0.0
c
c
qu
tan()
u
c = cu = qu = = Capacit portante
Scorrimento
R = R = -
urto
sisma
23 = 0.0
Azioni
QPER
Materiali
Resistenze
-
urto
sisma
23 = 0.0
Azioni
SISM
Materiali
Resistenze
-
SLD: spostamenti
Verifiche in condizioni sismiche
Combinazione sismica
p. p. muro
spinte terre
vento
traffico
G1 = 1.0
G1 = 1.0
21 = 0.0
22 = 0.0
c
cu
qu
tan()
= c = cu = qu = Capacit portante
Scorrimento
R = R = -
urto
sisma
1.0
23 = 0.0
11