M. G. Castellano, S.Infanti
Pubblicato in:
Il Convegno del 2000
Atti del 28 Convegno Nazionale AIM, Milano, 8-10 Novembre 2000
FIP Industriale
Nota Tecnica
N.T. 1542
Settembre 2000
RIASSUNTO
Gli shock transmitters sono dispositivi strutturali, frequentemente usati in ponti e viadotti, con
comportamento dipendente dalla velocit relativa con cui si muovono gli elementi strutturali da essi
collegati. Per velocit molto basse (indotte ad es. da dilatazioni termiche) offrono una reazione molto
bassa, consentendo gli spostamenti; a fronte di azioni dinamiche ad alta velocit (ad es. sismiche),
reagiscono invece con forze molto pi elevate e con unelevata rigidezza, ostacolando gli
spostamenti, e garantendo cos unopportuna ridistribuzione dei carichi dinamici tra i diversi
elementi strutturali.
Lutilizzo degli shock transmitters nelle strutture monumentali si rende necessario qualora sia
previsto linserimento di strutture in acciaio collegate alle strutture murarie, per evitare che le
dilatazioni differenziali tra i due materiali possano creare sforzi eccessivi nella muratura. Come nella
maggior parte delle applicazioni di acciaio nel restauro di edifici storici, luso di acciaio inossidabile
richiesto per garantire unelevata durabilit. Luso di acciaio inossidabile duplex pu talora
rendersi necessario per le sue caratteristiche di alta resistenza, che consentono di ridurre lingombro
dei dispositivi. In questo lavoro vengono descritti i dispositivi shock transmitters in acciaio
inossidabile duplex installati nella Basilica di San Francesco di Assisi.
PAROLE CHIAVE
Shock Transmitters, Dispositivi di Vincolo Dinamico, Acciaio Inossidabile Duplex o Bifasico,
Ingegneria Sismica, Edifici Storici
1
INTRODUZIONE
Gli shock transmitters, detti anche dispositivi di vincolo dinamico o di vincolo provvisorio, sono
dispositivi strutturali utilizzati per creare un vincolo efficace solo in presenza di carichi dinamici.
Infatti, se gli elementi strutturali da essi connessi subiscono spostamenti relativi molto lenti, ad
esempio causati da deformazioni termiche (o da ritiro o creep), questi dispositivi reagiscono con una
forza di reazione molto bassa, che non impedisce tali spostamenti. In tal modo nella struttura non si
generano sollecitazioni di coazione significative. Invece, sotto lazione di carichi dinamici, la
reazione dei dispositivi aumenta significativamente, cos che essi esplicano lazione di vincolo. Gli
shock transmitters consentono quindi di usufruire allo stesso tempo dei vantaggi di una struttura
isostatica per i carichi di esercizio, e di una struttura iperstatica per i carichi dinamici (indotti dal
vento o da un terremoto). Per questo negli ultimi trenta anni tali dispositivi sono stati ampiamente
usati soprattutto nei ponti e viadotti, in cui le singole campate sono indipendenti per i carichi di
esercizio, mentre sotto i carichi dinamici lo schema strutturale si modifica in quello di ponte
continuo, con il notevole vantaggio di una distribuzione delle forze su tutte le pile. Anche negli
edifici di nuova costruzione luso dei dispositivi di vincolo dinamico abbastanza frequente, in
particolare per il collegamento di elementi strutturali prefabbricati, per il collegamento delle
coperture agli elementi di supporto, o anche per il collegamento di costruzioni adiacenti.
Lutilizzo di questi dispositivi in strutture storiche e monumentali pi recente ed ancora limitato a
pochi esempi. La prima applicazione di questo tipo quella effettuata nella Collegiata di S.Giovanni
2
Battista a Carife (AV), alla fine degli anni 80 (1, 2). Questa chiesa era stata gravemente danneggiata
dal terremoto dellIrpinia del novembre 1980; in particolare, la copertura lignea era completamente
crollata, la facciata si era distaccata ed una sua parte era crollata, i muri sia della navata che del
transetto erano lesionati. Lintervento di consolidamento ha previsto tra laltro la realizzazione di una
nuova struttura di copertura in carpenteria metallica. Per sfruttare leffetto di diaframma orizzontale
di tale copertura (che consente di ottenere un comportamento scatolare delledificio e quindi la
distribuzione delle azioni sismiche tra le varie pareti) e nello stesso tempo evitare la creazione di stati
di coazione nelle murature derivanti dalle dilatazioni termiche, sono stati utilizzati 14 dispositivi di
vincolo dinamico per collegare le capriate alle pareti. I dispositivi sono stati disposti su un lato della
navata, in corrispondenza degli appoggi scorrevoli delle capriate (che dallaltro lato sono invece
collegate alla parete da vincoli fissi). Per ciascun appoggio sono stati utilizzati due dispositivi,
ciascuno caratterizzato da una forza massima di 200 kN e da uno spostamento massimo di 10 mm.
Le prove sperimentali effettuate su uno di tali dispositivi hanno mostrato che la reazione da essi
offerta alle basse velocit di 4 kN alla velocit di 0.001 mm/s e di 20 kN alla velocit di 0.1 mm/s;
la forza massima viene invece raggiunta alla velocit di 2 mm/s (2).
Lapplicazione pi recente di shock transmitters quella della Basilica di San Francesco ad Assisi
descritta successivamente e in (3, 4).
2
circa 10 m senza gli ancoraggi; la forza massima di servizio di 5000 kN, la forza ultima di 15000
kN, lo spostamento di progetto 900 mm.
300
240
180
120
60
-60
-120
-180
-240
-300
-10
-8
-6
-4
-2
10
Displacement [mm]
Forza
Tempo
Fig. 2 Variazione nel tempo della forza imposta nella prova impulsiva.
6000
Force [kN]
4000
2000
0
-2000
-4000
-6000
-150
-100
-50
50
100
150
Stroke [mm]
Fig. 4 Uno dei dispositivi di vincolo dinamico installati nello Storeabelt Suspension Bridge
(Danimarca), durante il posizionamento nel telaio di prova presso il laboratorio della FIP Industriale.
Le suddette prove possono talvolta essere effettuate a diverse temperature, per verificare che le
variazioni del comportamento con la temperatura siano nei limiti richiesti.
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della navata sono collegati attraverso shock transmitters, per evitare che la differente dilatazione
termica di acciaio e muratura induca pericolosi stati di coazione nelle pareti; durante un sisma
invece, grazie allirrigidimento dei dispositivi, la trave agisce unitariamente, collegando tutte le
campate.
Sono stati installati dispositivi di due tipi:
1. Forza nominale 220 kN, spostamento massimo 20 mm (28 dispositivi);
2. Forza nominale 300 kN, spostamento massimo 20 mm (6 dispositivi).
I dispositivi del primo tipo sono stati utilizzati a coppie lungo la navata (Fig. 6), mentre i dispositivi
del tipo 2 sono stati utilizzati a gruppi di tre, con funzionamento in parallelo ma allineati uno dietro
laltro per mancanza di spazio (Fig. 7), per il collegamento alla facciata.
Ovviamente sia per la trave che per gli shock transmitters, come per tutte le strutture metalliche
installate in edifici monumentali, era richiesto lutilizzo di acciaio inossidabile. Una necessit
ulteriore in questo caso era che n la trave n i dispositivi fossero visibili da una persona in piedi
nella navata, al fine di non danneggiare la fruizione artistica della Basilica. Per quanto riguarda la
trave, questo problema stato risolto attraverso una sua opportuna sagomatura. Per quanto riguarda
invece gli shock transmitters, innanzitutto sono stati disposti due o tre dispositivi per ogni posizione
anzich uno solo; inoltre, stato necessario limitare il pi possibile il loro ingombro, e quindi
soprattutto il diametro esterno. Di conseguenza si deciso di utilizzare acciaio inossidabile duplex o
bifasico, per la sua elevata resistenza. Sono stati utilizzati tubi commerciali in acciaio inossidabile
austeno-ferritico del tipo EN 1.4462, con resistenza a trazione da 680 a 880 MPa. Si sono scelti tubi
con diametro esterno di 130 mm per i dispositivi del tipo 1, e di diametro esterno di 165 mm per i
dispositivi del tipo 2.
E stato stimato che per la trave reticolare, e quindi per i dispositivi, la massima velocit di
dilatazione termica sia pari a 0.003 mm/s. La reazione a questa velocit, misurata sperimentalmente
su un dispositivo di tipo 1 ad una temperatura ambiente di circa 30C, pari ad 1 kN (Fig. 8).
Da una prova dinamica, eseguita con frequenza pari a 4 Hz, si determinata una rigidezza pari a
circa 150 kN/mm.
1.25
0.75
0.5
0.25
0
0
2.5
7.5
10
12.5
Displacement [mm]
CONCLUSIONI
Una delle tecnologie sviluppatesi negli ultimi decenni per lutilizzo in ponti e viadotti, cio luso di
speciali dispositivi che agiscono come vincoli solo sotto lazione di azioni dinamiche, recentemente
stata utilizzata anche per la protezione sismica di edifici monumentali. Per lapplicazione di questi
dispositivi nel restauro della Basilica di San Francesco di Assisi stato necessario utilizzare un
acciaio inossidabile ad elevata resistenza quale lacciaio bifasico.
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BIBLIOGRAFIA