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FONDAZIONE: è quella parte dell’opera di ingegneria civile che ricevuti i carichi dalla

sovrastruttura e le reazioni vincolari dal terreno, deve garantire un margine di sicurezza adeguato
nei riguardi di un possibile cinematismo di collasso e nei riguardi delle deformazioni indotte
dall’opera nel terreno. Una cattiva progettazione potrebbe determinare crolli, cedimenti eccessivi
e rotazioni eccessive.

Le verifiche di sicurezza in condizioni di esercizio sono gli SLE.

Il piano di posa di una fondazione viene posto ad una certa profondità dal piano campagna.
Bisogna definire la profondità di questo piano di posa D F.

Df

Ogni singolo elemento di fondazione è caratterizzato da una larghezza caratteristica “B”.


Le fondazioni sono divise in due categorie:

Fondazioni superficiali DF /B ≤ 1
Fondazioni profonde DF /B ≥ 1

Le fondazioni superficiali ,dette fondazioni dirette ,trasferiscono i carichi direttamente ai terreni


che si trovano a poca distanza dal piano campagna.

TIPOLOGIE DI FONDAZIONI SUPERFICIALI:

 PLINTI: fondazioni isolate con una pianta raccolta in cui le dimensioni nelle due direzioni
sono confrontabili ed hanno un ingombro in pianta maggiore del pilastro a cui sono
collegate, perché devono ridurre la pressione al contatto con valori compatibili con la
resistenza del terreno.
 TRAVI ROVESCE: fondazioni continue, con una dimensione prevalente rispetto all’altra.
Permettono il trasferimento dei carichi lungo una striscia di terreno disposta lungo
l’allineamento dei pilastri. In questo caso c’è continuità strutturale lungo lo sviluppo della
trave stessa.
 PLATEE: fondazioni estese che ricoprono l’area di ingombro dell’edificio e quindi con
continuità strutturale in entrambe le direzioni. Dal punto di vista economico risultano più
convenienti quando la soluzione a plinto oppure a trave rovescia copre il 50-60 % dell’area
di ingombro dell’edificio.
Il piano di posa di una fondazione diretta è il piano in corrispondenza del quale trasferiamo i
carichi dalla struttura in elevazione al terreno. La profondità Df dipende dalle caratteristiche di
resistenza e di deformabilità del terreno di fondazione. Quanto più è vicino il piano di posa al
piano campagna tanto più forti sono i risentimenti dei fenomeni superficiali (terreno soggetto
all’azione del gelo o a variazioni stagionali del contenuto di acqua).

 Df ≥ 1,5 – 2 m

NB. Supponiamo che la superficie della falda si trovi alla profondità dw=1,5-2 m, in queste
condizioni ci poniamo sopra o sotto la superficie libera della falda?

Allora noi dobbiamo evitare la condizione in cui la falda periodicamente si trovi sopra o sotto il
piano di posa. Di solito è conveniente posizionare il piano di posa sotto la superficie libera
garantendo:

In fase di costruzione in presenza di un terreno permeabile di poter avere un piano di scavo


asciutto
A costruzione ultimata dei piani interrati non esageratamente umidi

Importante valutare se in adiacenza ad un edificio esistente viene realizzata:

Una trincea superficiale: se la fondazione superficiale si trova ad una profondità che può
essere influenzata dal campo di spostamenti indotti dall’esecuzione dello scavo, avrò delle
deformazioni indotte sulla struttura e quindi un aumento dello stato tensionale.
Uno scavo stradale: se l’esecuzione dello scavo induce una modifica alla superficie libera
della falda, si innesca un moto di filtrazione. In queste condizioni un abbassamento della
superficie libera della falda può indurre cedimenti nell’edificio se la fondazione non è posta
sotto la zona di variazione della superficie libera.

Il plinto trasferisce il carico della struttura attraverso il pilastro su una superficie più ampia.
La trave rovescia riceve e distribuisce sulla trave ( NASTRIFORME) il peso di più pilastri.
La platea è una piastra estesa e riceve il carico di tutti i pilastri (limita al massimo i
cedimenti).

I plinti li usiamo quando le caratteristiche geotecniche dei terreni sono ottime, le platee quando
sono scadenti e in condizioni intermedie usiamo le travi rovesce.
PLINTI

Il plinto ha generalmente forma in pianta isometrica (quadrata, poligonale, circolare). In passato


veniva sagomato superiormente perché si risparmiava molto materiale che non lavorava nel
trasferimento di N dal pilastro al plinto. Oggi non si fa la sagomatura perché il risparmio di cls che
si ottiene non è compensato dal costo della manodopera.

Il plinto sagomato a forma tronco piramidale si effettua nel caso di plinti di grandi dimensioni
come ad esempio le pile da ponte.

Fra il plinto ed il terreno viene realizzato il magrone (strato di cls magro) che ha uno spessore di
10-20 cm ed una sporgenza rispetto al plinto pari a 10-20 cm.

DIMENSIONAMENTO: può essere effettuato determinando B (larghezza del plinto) applicando il


criterio geotecnico, in modo che le pressioni di contatto siano compatibili con le caratteristiche di
resistenza del terreno di fondazione. È necessario valutare il carico limite della fondazione(utilizzo
formula di Terzaghi). Noto B bisogna determinare h (altezza). Se non abbiamo eccentricità il
pilastro è tutto compresso, anche il terreno; se abbiamo eccentricità il terreno è pressoinflesso
come il pilastro. Quando c’è un’eccentricità, si può pensare che ci sia un carico normale centrato e
un momento che agisce su questo carico:

Possiamo distinguere due tipi di plinto:

 plinti bassi: il plinto sarà più armato perché deve trasferire i carichi senza raggiungere le
condizioni di rottura del plinto.
 plinti alti: inserisco meno armatura

L’ altezza minima di un plinto è 30cm

PLINTI BASSI: 30cm ≤ h ≤ a/2

PLINTI ALTI: h ≥ a/2

Il valore più utilizzato è h=a


PLINTO BASSO

Si utilizza come schema di calcolo una mensola

Nel caso di plinto basso c’è un altro meccanismo di rottura detto PUNZONAMENTO

VERIFICA PUNZONAMENTO:

Ƭlim agisce sull’80% di h perché non consideriamo il copriferro

h Ƭlim = N/A = N/2*0,8h (b1+b2)

La verifica consiste in:

Ƭlim < 400/600 kpa plinti alti

Ƭlim < 600/1000 kpa plinti bassi

Disposizione armature:

Armature più fitte dove cade il pilastro


I ferri ortogonali alle fessure sono messi per evitare il PUNZONAMENTO

Nei plinti alti non c’è bisogno dei ferri perché la verifica al punzonamento è soddisfatta
Indicazioni normativa su dimensionamento cordoli di collegamento plinti isolati

Nsd=N1 + N2

Nsd= valore medio dei carichi trasmessi da i due pilastri

1) Bisogna introdurre le categorie di sottosuolo: A B C D E (da B a D si ha un peggioramento delle


caratteristiche meccaniche).

La normativa dice che per il dimensionamento del cordolo si può assumere una forza assiale che
agisce in direzione orizzontale, ed è funzione della categoria di sottosuolo.

Cat B ± 0,3 Nsd * amax/g dove amax è la massima accelerazione attesa in sito

Cat C ± 0,5 Nsd * amax/g

Cat D ± 0,5 Nsd * amax/g

amax = Ss *St *ag

Ss è il coeff di amplificazione stratigrafico

St è il coeff di amplificazione topografico

ag accelerazione attesa sull’ammasso roccioso. Il valore è fornito dalla normativa


LE TRAVI ROVESCE
Quando i pilastri si trovano a un interasse ridotto l'uno dall'altro, non è conveniente la
progettazione di una fondazione superficiale su plinti e si ricorre a una soluzione su travi rovesce.
E' conveniente l'esecuzione di una fondazione su travi rovesce nel caso di murature portanti. La
trave e detta "rovescia" poichè sostanzialmente è l’immagine speculare di una trave a T di un
solaio, questa è costituita da un’ala di larghezza maggiore sulla quale insiste l'anima della trave e
su quest'ultima, si intesta il pilastro.

Dimensionamento di massima di una trave rovescia.

Se indichiamo con:
L ,l'interasse tra i pilastri;
h ,(altezza compressiva della trave) , h ≥ L/4
h’=m*(B+b) ≥ 30cm
m=0,25 => p<100 kpa
m=0,60 => p=250 kpa
B, larghezza della trave è valutata in base al calcolo a rottura, cioè sostanzialmente la
"prima operazione" che facciamo è la valutazione del carico limite della fondazione
superficiale. Quindi B lo otteniamo da un dimensionamento di tipo geotecnico cioè
facendo i calcoli ed eseguendo la verifica nei confronti degli Stati Limite Ultimi (SLU).

In genere le dimensioni tipiche dell'altezza di una trave rovescia → h’=30-40cm e h=90-140 cm

P.S. Una regola di buona progettazione afferma che il pilastro non capiti mai a filo con la trave,
prevedendo uno sbalzo tra la trave e il primo pilastro in modo tale che ci sia una diffusione dei
carichi.
Per quanto riguarda le armature, le sollecitazioni che agiscono nelle condizioni d'esercizio su una
trave rovescia sono valutate risolvendo un problema d'interazione terreno-struttura . Da questo si
evince facilmente che ci sono delle azioni concentrate sui pilastri provenienti dalla struttura e una
reazione del terreno che agisce dal basso verso l'alto. Allora, come per i plinti, le armature sono
poste in direzione longitudinale e sono concentrate nell'intradosso della trave.
Inseriamo quindi dei ferri longitudinali nell'intradosso della trave (soprattutto!!!) e nell'estradosso
delle trave. Le staffe tendono a essere più fitte in corrispondenza dei pilastri al fine di dare
un’adeguata resistenza al taglio. Al fine di dare una maggiore resistenza al meccanismo di collasso
per punzonamento si possono disporre delle staffe diagonali, più precisamente in direzione
perpendicolare alla possibile rottura per punzonamento.
La Normativa impone di collegare le travi attraverso dei cordoli, ma a questo punto conviene
progettare una soluzione attraverso una fondazione posta su "graticcio di travi" e cioè avere delle
travi disposte in entrambe le dilezioni trasversali e longitudinali. La soluzione poc'anzi descritta è
caratterizzata dall'avere un’elevata rigidezza flessionale in entrambe le direzioni.

Nel caso di fondazioni su "Travi rovesce" non ci sono grosse difficoltà nel soddisfare la verifica nei
riguardi degli SLU, cioè il problema della capacita portante si risolve rapidamente. Il
dimensionamento dipende soprattutto dall'analisi dell'iterazione Terreno-Struttura, di fatto
ricorriamo a una fondazione su travi rovesce quando vogliamo limitare i cedimenti differenziali di
una struttura. Per meglio capire, progetto la fondazione su plinti e una volta che ho soddisfatto la
verifica agli SLU, faccio un calcolo dei cedimenti e, se questi hanno dei valori non compatibili nei
riguardi delle condizioni d'esercizio dell’opera, ricorriamo ad una soluzione su Travi rovesce, la
quale grazie all'elevata rigidezza flessionale riduce i cedimenti differenziali.
Nelle travi rovesce il criterio di dimensionamento chiave è quello della verifica NEI CONFRONTI DEGLI
STATI LIMITE D'ESERCIZIO [cioè il calcolo dei cedimenti].

LE PLATEE DI FONDAZIONE
Quando il reticolo di Travi rovesce occupa più del 50%, - 60% dell'area complessiva dell'edificio
non è più conveniente la soluzione su Travi rovesce, rimane cosi poco spazio che è conveniente
una soluzione su Platea che oltre a garantire la rigidezza flessionale in entrambe le direzioni,
garantisce la massima ripartizione dei carichi possibile, infatti, ripartisce i carichi su tutta l'area
d'impronta dell'edificio.
Anche per le Platee, la capacita portante non è un grosso problema da soddisfare, infatti, salvo che
non ci sia un terreno particolarmente scadente, la verifica nei confronti degli SLU è sempre
soddisfatta. Anche in questo caso ciò che può condizionare il dimensionamento di una platea sono
le verifiche nei confronti degli SLE, cioè il requisito principale il più delle volte è quello di ridurre i
cedimenti differenziali in fondazione.

Le platee di fondazione posso essere distinte:


Platee a spessore costante
Platee nervate o a fungo: In queste opere la platea si ringrossa in entrambe le direzioni in
corrispondenza del pilastro (Platea Nervata) oppure attorno ai pilastri (Platea a Fungo).
Quando la rigidezza flessionale richiesta è molto elevata, possiamo ottenere tale requisito
attraverso una struttura di tipo scatolato.
Platee scatolari: E' una struttura caratterizzata da una rigidezza flessionale molto elevata

P.S.: Quando è conveniente una Fondazione su Platea ?


1. Quando il reticolo di Travi occupa il 50% - 60% dell'area complessiva dell'edificio.
2. Quando il piano di fondazione ha una certa profondità dal piano campagna (ad esempio quando
ci sono uno o più piani interrati) ed in alcuni casi la falda è situata al di sopra del piano di posa
della fondazione. In questa situazione c'è la necessità di impermeabilizzare i piani interrati, quindi
progettiamo una paratia impermeabilizzata sui lati e in fondazione, se stiamo sotto la falda e
s’innesca un processo di filtrazione sul fondo dello scavo, si è soliti scegliere una soluzione di
fondazione su platea che svolge oltre alla funzione portante anche quella di impermeabilizzare dal
fondo i piani interrati (importante è la messa in opera del giunto tra la Platea di fondazione e la
Paratia laterale).
Gli obiettivi di una buona progettazione sono:

Soddisfare la verifica nei confronti degli Stati limite ultimi (SLU), cioè proteggere la
struttura da possibili meccanismi di collasso attraverso margini di sicurezza adeguati;
Garantire la funzionalità dell'opera, ovvero limitare i cedimenti. Questi li possiamo pensare
divisi in due categorie:
Cedimenti Assoluti: La struttura cede tutta insieme di una certa quantità. Non sono questi che
danno maggiori preoccupazioni;
Cedimenti differenziali: La struttura non cede della stessa quantità in ogni suo punto. Questi sono
molto dannosi poichè producono fenomeni di distorsione e fessurazione negli elementi strutturali
dell'Opera.

Una buona progettazione implica la limitazione dei cedimenti, qualunque essi siano.

ATTENZIONE: Se qualunque sia la soluzione adottata (Plinti-travi rovesce- platee) continuo ad


avere dei cedimenti troppo elevati non compatibili con la funzionalità dell'opera adottiamo una
soluzione su pali, cioè trasferisco i carichi a strati di terreno più profondi aventi caratteristiche di
resistenza migliori e meno deformabili.
Possono esserci delle situazioni in cui neanche attraverso l'utilizzo dei pali riesco a raggiungere una
soluzione accettabile, allora, al fine di limitare i cedimenti posso intervenire progettando una
fondazione superficiale detta "FONDAZIONE COMPENSATA", questa implica la scelta in maniera
opportuna della profondità del piano di posa.
Ricorriamo a una fondazione compensata nel caso in cui i terreni di fondazione siano costituiti da
terreni coesivi teneri (cioè molto compressibili, che danno cedimenti elevati) e di spessore elevato
(50- 60 m), infatti, in questo caso non conviene dal punto di vista economico ricorrere a una
soluzione su pali.
Adottiamo questo tipo di soluzione, poichè sappiamo che i cedimenti assoluti dipendono dal carico
netto, cioè dalla differenza tra il carico trasmesso dall'opera e il carico del terreno che è stato
scavato.
qnetto = qtotale - qscavo; qscavo = H*ϒ

Facciamo in modo tale che il carico netto sia prossimo a zero, e questo equivale a dire che il carico
trasmesso dall'opera è prossimo a quello del terreno scavato. In tale situazione alla profondità del
piano di posa non ho alcuna variazione tensionale e di conseguenza anche i cedimenti assoluti
saranno prossimo a zero.
Con le fondazioni compensate limitiamo o annulliamo i cedimenti assoluti ma non quelli
differenziali (questi dipendono dalla distribuzione dei carichi applicati dalla sovrastruttura e
dalla disomogeneità del terreno di fondazione), e inoltre dal punto di vista economico ha degli
elevati costi.
Comportamento di una fondazione superficiale nelle condizioni di equilibrio limite
Consideriamo il comportamento di una fondazione superficiale (una trave rovescia) di larghezza B
che è sottoposta all'azione di un carico concentrato verticale (Q). Immaginiamo di incrementare
gradualmente il carico e diagrammiamo l'andamento della curva carico-cedimenti fino a produrre
il collasso dell'insieme terreno-fondazione. Abbiamo ipotizzato che si raggiunge il collasso nel
terreno cioè l'elemento fondazione è per ipotesi infinitamente resistente, non è prevista la
plasticizzazione degli elementi di fondazione ma questi rimangono sempre in campo elastico.
Le condizioni di rottura sono raggiunte nel terreno.

Si possono avere due cinematismi di collasso diversi e per entrambi rappresento la curva carichi-
cedimenti :
ROTTUA GENERALE: il terreno compreso tra il piano di posa della fondazione e la superficie
di scorrimento è in condizioni plastiche mentre tutto il terreno che si trova al di sotto della
superficie di scorrimento continua a restare in campo elastico. Il terreno subito sotto la
fondazione tende ad abbassarsi e rifluire lateralmente e quindi si osserva di conseguenza
un sollevamento del piano campagna in prossimità della dei lati della fondazione. Questo
comportamento è tipico nei terreni granulari addensati e in argille molto compatte.

ROTTURA PER PUNZONAMENTO: Si definisce il carico limite come quello al quale


corrisponde il cedimento massimo sopportabile dalla struttura. Nel terreno, a differenza
del caso precedente, all'aumentare del carico sopra non c'è alcun sollevamento ma c'è un
affondamento senza rigonfiamento, cioè il terreno si comprime, c'è una riduzione
dell'indice dei vuoti sotto la fondazione. Tale comportamento è tipico nei terreni granulari
poco addensati e in argille molto tenere.

Attraverso dei modelli matematici si dovrà essere in grado di descrivere entrambi i casi e valutare
il carico limite cui può essere sottoposta la fondazione per entrambi i modelli.
Allora utilizziamo modelli costitutivi del terreno differenti:
Nel CRITERIO DI ROTTURA GENERALE il comportamento del terreno e assimilato ad un
mezzo rigido plastico perfetto, fino a quando non arriviamo al carico limite i cedimenti
sono molto bassi;
Mentre nel CRITERIO DI ROTTURA PER PUNZONAMENTO, non possiamo prescindere dalle
deformazioni che si sviluppano sin dall'inizio nel terreno e il fenomeno è ben descritto
assimilando il terreno a mezzo elasto-plastico perfetto.

In linea di principio assumiamo sempre un modello rigido plastico perfetto.

La soluzione per la valutazione del carico limite nell'ipotesi ,che avvenga il criterio di rottura
generale, la otteniamo nell'ambito delle seguenti ipotesi:
Il Terreno è assimilato a un mezzo rigido plastico perfetto (questa ipotesi è rimossa nel
caso avvenga la rottura per punzonamento);
Il carico agente sulla fondazione si assume che sia verticale e centrato;
La fondazione è infinitamente lunga, cioè siamo in condizioni di deformazione piana
(L/B≥ 5);
Il piano di posa della fondazione e il piano campagna orizzontali ;
Il terreno di fondazione omogeneo.

Queste sono le 5 IPOTESI sulla quale e ottenuta la soluzione che ci permette di valutare il carico
limite di una fondazione superficiale ovvero il massimo carico che possiamo applicare in
fondazione.
Ovviamente nella realtà il più delle volte ci troviamo in condizioni diverse da quelle previste dalla
soluzione, allora, una volta ottenuta la soluzione ideale, andiamo a correggere attraverso dei
coefficienti la soluzione per riportarci al caso reale che stiamo considerando. Nel caso di carico
eccentrico, non si usano coefficienti correttivi ma si preferisce far riferimento ad una sagoma
fittizia.

Vediamo:
Comportamento elastico del terreno: ai bordi le tensioni tendono all’infinito perché c’è
distorsione dovuta al taglio
Mezzo rigido plastico perfetto: raggiunto il limite di plasticizzazione la tensione non cresce
più
La soluzione per il calcolo del carico limite è data dalla somma di tre termini (per un mezzo
dotato di coesione, attrito e peso) ossia:
La coesione
Sovraccarico laterale
Peso del terreno

Nc , Nq, Nϒ sono detti fattori di capacità portante e sono funzione crescente dell'angolo d'attrito
interno (φ). Per il calcolo di questi fattori uso le formule di Vesic

VALUTAZIONE CARICO LIMITE:

Terreno coesivo
Breve termine C=Cu(coesione non drenata); φ= φu=0
Lungo termine C=C’ ; φ= φ’ tensioni efficaci

Terreni granulari
Lungo termine C=C’=0 ; φ= φ’ tensioni efficaci

CEDIMENTI
Il cedimento è definito come uno spostamento verticale sotto la fondazione superficiale lungo una
certa posizione. E' quindi definito:
w= Z dz
H=Spessore dello strato di terreno che si deforma;
εz =deformazione verticale unitaria prodotta da una variazione di tensioni efficaci

Terreni granulari: Questi cedimenti avvengono in tempi brevi, infatti, l'applicazione dei
carichi nei processi di costruzione delle opere può considerarsi sufficientemente lenta da
permettere all'acqua di muoversi tra gli spazi intergranulari e possiamo considerare che il
processo di costruzione avviene in condizioni drenate. Questo è il motivo per il quale, nel
caso di terreni granulari si parla di cedimenti immediati
Terreni coesivi: In questo caso, i tempi di costruzione ovvero di applicazione dei carichi
sono rapidi se confrontati con la capacità che ha l'acqua di muoversi tra gli spazi inter-
granulari cioè i terreni coesivi sono poco permeabili e quindi possiamo ipotizzare che la
costruzione avvenga in condizioni non drenate o parzialmente non drenate.

Wf = W0 + WC + Wviscosi

W0 = cedimenti immediati ,si calcolano con la teoria dell’elasticità

WC = cedimenti di consolidazione, si calcolano con due metodi:


edometrico WC = Z
skempton - byerrom WC(S&B) =μ* WC(edometrico)

In alcuni casi è possibile accelerare il processo di consolidazione, in modo che i cedimenti siano
terminati prima dell’entrata in servizio dell’opera => DRENI E PRECARICHI
FONDAZIONI PROFONDE: I PALI
Pali di fondazioni sono utilizzati per trasmettere i carichi provenienti dalla sovrastruttura a strati di
terreni più profondi nei casi in cui non è possibile o non è conveniente progettare delle fondazioni
superficiali perchè i terreni a diretto contatto con la fondazione hanno scadenti caratteristiche
meccaniche. In queste situazioni si è solito trasferire tali carichi a strati più profondi dove le
caratteristiche meccaniche sono migliori.
Il trasferimento dei carichi in fondazione avviene sia alla base del palo (ove si sviluppano degli
sforzi normali) sia lungo la superficie laterale (dove sviluppano degli sforzi tangenziali
all'interfaccia tra il palo e il terreno). Nelle fondazioni superficiali non ci curiamo di considerare le
tensioni tangenziali perchè trascurabili rispetto alle tensioni trasmesse lungo la base della
fondazione.
Nel caso dei pali di fondazione la lunghezza L è molto maggiore rispetto alla base (L>>B).

Classificazione dei pali:


MATERIALE:
Legno: poco utilizzati in Italia ma sono ancora in uso all'estero.
Calcestruzzo prefabbricato: Questi possono ancora essere suddivisi in tre categorie, ovvero
Calcestruzzo centrifugato;
Calcestruzzo vibrato;
Calcestruzzo precompresso.
Calcestruzzo gettato in opera: Vengono realizzati direttamente in cantiere.
Acciaio: poco utilizzati per via del costo dell'acciaio.
DIMENSIONI:
MICROPALI sono pali di piccolo diametro. D ≤ 25 cm
MEDIO DIAMETRO: 30≤ D ≤60 cm
GRANDE DIAMETRO: D≥ 80 cm.
TECNOLOGIA ESECUTIVA:
PALI BATTUTI. Il palo viene infisso nel terreno per battitura da parte di un maglio. Questi
sono detti anche dislocanti, poichè provocano una dislocazione del terreno apportando
delle modifiche ai parametri meccanici del terreno nell'intorno del palo; terreni granulari
PALI TRIVELLATI. In questi si esegue prima un foro nel terreno, in cui le pareti del foro devono
rimanere stabili, s’inserisce in seguito l'armatura e infine si getta il calcestruzzo. ( Detti
anche non dislocanti, poichè se eseguiti ad arte non apportano modifiche alle
caratteristiche meccaniche del terreno nell'intorno del foro); terreni coesivi
Per garantire la stabilità del foro possiamo ricorrere:
Utilizzo di una tubazione di rivestimento
Utilizzo di fanghi bentonitici (miscela di acqua + bentonite)
La bentonite è un’argilla molto attiva (indice di liquidità e plasticità molto elevati).La bentonite ha una forte
capacità di mantenere adsorbite grandi quantità di acqua. Il fango bentonitico ha proprietà tixotropiche.
Questo significa che la viscosità del fango aumenta al diminuire della velocità di filtrazione.
In generale i pali infissi (dislocanti)sono consigliati nei terreni granulari. In questi terreni si può
assumere che l’infissione avviene in condizioni drenate. La dislocazione del terreno produce un
addensamento e quindi un miglioramento delle caratteristiche meccaniche nell’intorno del palo.

Nei terreni coesivi l’infissione è un processo non drenato => aumento Δu. In queste condizioni si
ha una distorsione a volume costante che può danneggiare i legami tra le particelle. Questo è il
motivo per cui ,nei terreni coesivi, si preferisce realizzare dei pali trivellati.

VERIFICA SLU: ci permette di progettare la fondazione garantendo dei margini di sicurezza


adeguati nei riguardi di possibili cinematismi di collasso.
VERIFICA SLE: valutiamo i cedimenti assoluti e differenziali nel caso in cui il palo è soggetto
all’azione verticale, oppure valutiamo gli spostamenti derivanti dall’applicazione di forze
orizzontali.

CALCOLO CARICO LIMITE DI UN PALO SINGOLO: carico che produce lo spostamento irreversibile
Prove di carico
Metodi di calcolo di tipo statico: si fanno delle ipotesi costitutive sul palo e sul terreno ok
HP:
Terreno: si comporta come un mezzo rigido plastico perfetto(deformazioni sono nulle
fino a quando non si raggiungono le condizioni di plasticizzazione a cui corrisponde uno
scorrimento indefinito)

Criteri di rottura:
Mohr-coulomb
Tresca

Palo: mezzo rigido (no condizioni di rottura del palo)

Il carico limite è dato da due contributi:


Uno dovuto alla base QBL QBL = * dA
Uno dovuto alla superficie laterale QSL QSL =

Per la verifica (SLU) calcoliamo separatamente il contributo della resistenza alla base Q BL e il
contributo della resistenza laterale QSL e poi li sommiamo. (si utilizza palo in compressione).
Valutazione sulla scelta del numero dei pali:

Scelgo il numero dei pali in modo tale che la somma delle capacità portanti dei pali
considerati sia maggiore del carico di esercizio.

CALCOLO CARICO LIMITE PER UN GRUPPO DI PALI

Il carico limite del Blocco di pali lo calcoliamo come minore tra il Qlim visto come somma delle
capacità portanti dei singoli pali che formano la palificata e il Qlim del blocco visto come un unico
blocco.

n: numero dei pali


QGL: carico limite della palificata
QL: carico limite del singolo palo

il coefficiente η varia in relazione:

• Al tipo di terreno;
• Alla tipologia esecutiva.

PALI SOGGETTI A FORZE ORIZZONTALI

Valutiamo il carico limite (Hlim) agente in direzione orizzontale che produce la rottura del sistema
Palo-Terreno.

TEORIA DI BROOMS: abbiamo una distinzione tra Palo libero di ruotare in testa e palo vincolato.
Le soluzioni sono ottenute applicando i metodi dell’equilibrio limite, ipotizziamo che c’è un
meccanismo di collasso e si trova una soluzione. Poi faccio dei controlli:

cinematismo di palo corto


cinematismo di palo intermedio
cinematismo di palo lungo

CEDIMENTI: deformazioni nel terreno prodotte dai carichi applicati in superficie. VERIFICA SLE

cedimenti palo singolo:

Ws= Q*D/ʎ*QL dove Q=carico applicato in testa al palo


soluzione approssimata di Randolph e Worth (cedimento alla base + cedimento laterale)

cedimenti di un gruppo di pali:

metodo empirico: Wg=Rs*Ws Wg = cedimento gruppo; Ws = cedimento singolo palo


metodi delle equivalenze: assimiliamo l’intera palificata a un palo equivalente.
MURI DI SOSTEGNO

TIPOLOGIE
I muri di sostegno sono opere di sostegno definitive, ed essenzialmente possiamo pensare a due
condizioni di spinta :

CASO1) Il muro sostiene un Terrapieno, in questo caso si costruisce prima il muro di sostegno e poi
si riempie a tergo con materiale avente caratteristiche idonee;

CASO2) Il muro sostiene un fronte di scavo, e in questo caso bisogna prima eseguire lo scavo, e
l'inclinazione della parete deve essere stabile, dopo di che si costruisce il muro e infine si riempie a
tergo del muro con terreno di caratteristiche idonee;

Qualunque sia la tipologia dell'opera di sostegno (Terrapieno o sostegno di un fronte di scavo) tutti
i muri di sostegno funzionano allo stesso modo e cioè compongono la propria forza peso con la
Spinta che ricevono dal terreno in maniera tale che la risultante passi per la base d'appoggio del
muro.

Nell'esempio in figura abbiamo semplicemente idealmente diviso il muro dalla parete ed


evidenziato la spinta che il muro esercita sul terreno e quella che il terreno esercita sul muro.
La spinta S (calcolata ad esempio con Coulomb) si compone con la forza peso del muro ed affinchè
il muro sia stabile la risultante di S e W deve essere tale che passi per la base d'appoggio del muro.
Per quanto riguarda le tipologie di Muri, queste si dividono essenzialmente in :
Muri a gravità, sono delle strutture massicce (W, molto elevato) e possono essere eseguiti in :
Muratura , possono raggiungere altezze di 2-3 m;
Cls non armato (o meglio poco armato), possono raggiungere altezze di 2-3 m;
Gabbionate in pietrame (gabbionate in pietrame di dimensioni 1 x 1 x 2 m che vengono
accatastate uno sull'altro) , possono raggiungere altezze anche di >3m. [utilizzate per
interventi di stabilizzazione al piede di pendii instabili]
Muri in Cemento Armato (C.A.) (utilizzata fortemente la resistenza a flessione del collegamento
tra la parete con la fondazione), e questi possono essere:
A Mensola, e possono raggiungere altezze comprese tra i 5-6 m;
A Speroni, che possono raggiungere altezze intorno agli 8 m, poiché si vincola
strutturalmente la parete alla fondazione .

Questi rientrano nelle opere dei muri di sostegno tradizionali, cioè quelli che sono largamente
diffusi. L'evoluzione per quanto riguarda i muri, sono i Muri in terra armata.
I MURI IN TERRA ARMATA, in questi il paramento del muro è costituito da elementi prefabbricati (in
cemento armato) a cui è collegato una barra metallica. La modalità esecutiva è la seguente:
Si posa in opera costipando il materiale composito di buone caratteristiche meccaniche, s’installa
l'elemento prefabbricato dotato di barra metallica e successivamente si ripete il processo fino ad
arrivare all'altezza voluta.

I MURI IN TERRA RINFORZATA, sono molto simili a quelli descritti in precedenza, quello che varia è il
materiale con cui si fa il paramento (sono delle griglie in materiale plastico e di conseguenza il
paramento sarà molto deformabile).

Nelle tipologie sopra descritte s’introducono nel terreno dei rinforzi, e la parete di sostegno è
costituita da un materiale composito (terreno + materiale rinforzante). Sono muri duttili e arrivano
ad altezze elevate dell'ordine dei 10 m.

Per quanto riguarda le verifiche globali [scorrimento- ribaltamento- capacità portante del terreno
di fondazione ] il muro in terra rinforzata è assimilato a un muro a gravità , poi per completare il
calcolo di questi bisognerà eseguire delle verifiche locali che riguardano i meccanismi di instabilità
locale [sfilamento dell'elemento di rinforzo- rottura dell'elemento di rinforzo].

I MURI CELLULARI, sono sempre dei muri prefabbricati che hanno un telaio (che può essere in legno
oppure cemento armato pre -compresso), ed hanno un inclinazione del paramento verso monte. Il
muro nel suo insieme funziona ancora come un muro a gravita con il vantaggio che l'angolo
d'attrito tra la parete e il riempimento può essere considerato pari all'angolo d'attrito interno del
terreno.Dal punto di vista del calcolo, anche questo diventa un muro a gravità per quanto riguarda
le verifiche globali, mentre le verifiche locali riguarderanno le "cellule" che compongono il muro.

Il vantaggio dei muri in terra armata, rinforzata e cellulari e che sono delle opere di sostegno
duttili, cioè possono subire grossi spostamenti assoluti o relativi senza perdere la capacità
portante e per questo motivo possono avere delle altezze molto elevate.
MURI TRADIZIONALI: PREDIMENSIONAMENTO
A) muri a gravità
B) muri a mensola

L'altezza massima per i muri a gravità è compresa tra i 2 e i 3 m. Per i muri a mensola (b), le
dimensioni sono più ridotte rispetto ai muri a gravità. In questi ultimi è il peso del muro che si
combina con la spinta per far cadere la risultante di questi all'interno della base d'appoggio del
muro.
Nei muri a mensola, il peso del terreno che poggia sopra la suola di fondazione contribuisce alla
stabilità del muro. Cioè ai fini delle verifiche globali il muro a mensola è costituito in parte dal
cemento armato e in parte dal rinterro che poggia direttamente sulla suola di fondazione, ed è
questo insieme (cls -terreno) che garantisce la stabilità allo scorrimento e al ribaltamento. E' tutto
questo peso che devo considerare quando vado a calcolare la capacita portante della fondazione.
In questo modo si risparmia sul calcestruzzo poichè utilizziamo parte del terreno come elemento
stabilizzante del muro, ma ovviamente aumenterà l'armatura necessaria per fronteggiare le
maggiori sollecitazioni che si avranno al contatto tra la parete e la fondazione. Con i muri a
mensola, possiamo raggiungere altezze pari a 5-6 m. Al crescere dell'altezza del muro, ammesso
che sia tutto dimensionato per soddisfare tutte le verifiche di stabilita globale, dal punto di vista
strutturale aumenta il momento al contatto fra la parete verticale e la suola di fondazione
(verifiche locali, sono infatti la valutazione e la verifica delle sollecitazioni nel muro). Aumentando
l'altezza, aumentiamo l'armatura finchè saremo costretti ad aumentare le dimensioni del muro,
fino a che non diventa conveniente collegare strutturalmente la parete alla platea di fondazione,
andando cosi a progettare un muro a speroni. Con l'utilizzo dei muri a speroni possiamo
raggiungere altezze dell'ordine dei 6-7 m.
VERIFICHE DI STABILITÀ SUI MURI
Una volta capite come si valutano le azioni che agiscono sull'Opera di sostegno (Spinta passiva,
avvicinamento della parete al terreno e spinta attiva soprattutto, allontanamento della parete
dal terreno, utilizzando la teoria di Rankine o Coulomb) vediamo quali sono le verifiche che
devono essere fatte sui muri. Come detto in precedenza la Normativa per i muri si valuta
soprattutto la Spinta attiva, poichè la Resistenza Passiva non viene considerata tranne che in casi
eccezionali che però devono essere giustificati dal progettista.
Le verifiche che devono essere eseguite su un Muro di Sostegno sono:
1. Verifica allo SCORRIMENTO [che di solito è anche la più restrittiva], lungo il piano di posa del muro;
2. Verifica al RIBALTAMENTO rispetto al piede del muro;
3. Collasso per CARICO LIMITE SULLA FONDAZIONE;
4. Verifica di STABILITÀ GLOBALE sistema muro-terreno

Scorrimento: questa verifica viene effettuata sul piano di posa.


Consideriamo un muro a mensola e valutiamo:

Forze stabilizzanti: Wmuro(Wp+Wf) + Wr +Sv => Rd


Forze destabilizzanti: Sh => Ed

Normativa:
Ft= Rd/ Ed ≥ 1,3

Se la verifica non è soddisfatta ,metto in corrispondenza del tacco della fondazione un dente. La
rotazione avviene attorno alla punta. Il terreno compreso tra l’intradosso della platea e il dente
diventa un terreno inerte e la superficie di scorrimento si sviluppa interamente nel terreno.

Scorrimento: questa verifica non interessa condizioni di rottura.


E’ una verifica di equilibrio di corpi rigidi.
La verifica è soddisfatta se la risultante R passa all’intorno del punto f.
PARATIE
Le paratie a differenza dei muri di sostegno possono essere realizzate prima di eseguire lo scavo.
In queste modo si ha il vantaggio di ridurre al massimo l’area di ingombro dello scavo. La paratia
riceve la spinta dal terreno che sta a tergo e resiste con la resistenza offerta dal terreno che sta a
valle.
Paratie a sbalzo: il sostegno della paratia è assicurato dal terreno che sta a valle di questa.
Paratia ancorata: il sostegno è garantito non solo dal terreno che sta a valle ma anche da
uno o più livelli di vincolo, disposti lungo la paratia. I vincoli disposti lungo la paratia
possono lavorare in trazione(Tiranti), oppure in compressione(Puntoni).

In genere possiamo distinguere tra


paratie in acciaio: dette Palancole, sono degli elementi inseriti nel terreno per infissione o
battitura. Tale operazione è più agevole nei terreni granulari e non in quelli ghiaiosi. La
sezione delle Palancole è detta A GREGA ed ha questa forma per una maggiore rigidezza
flessionale.

paratie in cemento armato: prima della scoperta della bentonite, erano eseguite
attraverso delle file di pali che potevano essere accostati oppure secanti; adesso con l'uso
dei fanghi bentonitici si sono iniziate a realizzare le paratie mediante pannelli accostati, che
in genere possono essere rettangolari o nel caso in cui c'è bisogno di maggiore rigidezza
flessionale la forma può cambiare da rettangolare a T.

Nel primo caso (paratia a pali accostati) quando la paratia è realizzata sotto falda funge anche da
contorno drenante ossia nell’intercapedine fra i pali, può esserci flusso.(rendere stabile un pendio)
Nel secondo caso (paratia attraverso pali secanti) la paratia costituisce un contorno impermeabile.
Quando si realizza questa paratia, in testa si realizza una piastra di collegamento che permette ai
pali di lavorare insieme.

Lo scavo è realizzato con delle


Macchine aventi all’estremità
delle benne mordenti. Per mantenere stabili le pareti, lo scavo
è riempito di fango bentonitico.
ANCORAGGI
Gli ancoraggi possono essere:
blocchi e piastre, Questa categoria è la meno utilizzata ma anche quella che ha il
funzionamento più semplice rispetto alle altre .

tiranti a bulbo iniettato (attive) :Il funzionamento è quello dei pali tubifix, in questi c'è la
possibilità di effettuare una PRE-TENSIONE "messa in carico" in modo tale che il tirante
entra in funzione fin da subito senza che sia necessario una mobilitazione della resistenza
passiva.
barre passive: Questi possono essere dei micropali, vengono messi in opera eseguendo un
foro sub orizzontale nel terreno (diametro <25 cm), in seguito inseriamo un armatura
composta da una barra in acciaio e si esegue il getto. Sono detti ancoraggi passivi in quanto
abbiamo bisogno della mobilitazione della spinta passiva per mettere in funzione (in gergo
"mettere in carico " il tirante).

DIMENSIONAMENTO PARATIA A SBALZO


Dimensioniamo la Paratia partendo dalle ipotesi di:
Terreno incoerente, c'=0;
Terreno omogeneo, ϒ= cost;
Assenza di pressioni interstiziali, u=0;
Inoltre:
Il Terreno è assimilato ad un MEZZO RIGIDO PLASTICO PERFETTO;
La Paratia è assimilata ad un CORPO RIGIDO [può TRASLARE e RUOTARE].
L'altezza H dello strato è fissata dal progetto, il progettista dovrà ipotizzare d, che è la profondità
d'infissione.
Considerando l'ipotesi fatta, che la paratia è RIGIDA, nell'ipotesi di equilibrio limite il meccanismo
di collasso più probabile è una rotazione rigida attorno ad un punto P prossimo al piede.
Ipotizzando tale cinematismo di collasso, noi raggiungeremo le condizioni di equilibrio limite attivo
in tutti quei punti, dove la parete si allontana dal terreno mentre raggiungeremo le condizioni di
equilibrio limite passivo in quei punti dove la parete si avvicina al terreno.

Se conosciamo la posizione del punto P (Profondità del centro di rotazione), possiamo semplificare
il diagramma in FIGURA. Allora nei calcoli assumiamo che il punto P sia a una profondità di 0.80 d.
Quindi il punto P si trova a una profondità d0 = 0.80 d dal piano campagna.
Se fissiamo la profondità del punto P, per risolvere il problema basterà imporre soltanto
l'equilibrio alla rotazione per valutare la profondità d'infissione d. Facciamo in seguito un ulteriore
semplificazione [SOLO NEI CALCOLI], e cioè facciamo finire la paratia in P e quindi la mia lunghezza
d'infissione non sarà più d ma d0 .
Per quello quanto riguarda la porzione dei diagrammi di spinta che si trovano tra il punto P ed il
piede della paratia (diagrammi trapezi), ne considero soltanto la risultante (sottraggo l'area
passiva a quella attiva) applicata in P, in questo modo faccio un ulteriore ipotesi di sicurezza poichè
non applicando la risultante nei baricentri non tengo conto del momento stabilizzante.

Il CONCETTO SI SICUREZZA lo possiamo introdurre in tre modi:


• Aumentare la Spinta Attiva;
• Ridurre la Spinta Passiva ;
• Possiamo fare entrambe le cose;

PROGETTO E VERIFICA DI UNA PARATIA A SBALZO


Siamo ora nelle condizioni di poter dimensionare la paratia, procedendo in due modi:
• Possiamo fissare un valore di primo tentativo di d e verificare che F sia maggiore del valore
minimo;
• Oppure possiamo fissare il coefficiente sicurezza F, e lasciare come incognita la distanza
d'infissione d0.

PARATIE ANCORATE
La stabilità di una paratia ancorata è assicurata in parte dal terreno a valle della paratia e in parte
dalla reazione del vincolo. A parità di condizioni del terreno, la differenza sostanziale è che c'è una
componente in più che garantisce la stabilità della paratia. Queste sono caratterizzate dal fatto
che queste hanno meno sollecitazioni rispetto alle paratie a sbalzo e quindi richiedono una minore
profondità d'infissione. Se c'è più di un livello di vincolo (più ancoraggi!!!), le sollecitazioni sulla
paratia si riducono ulteriormente.
Rispetto alla paratia a sbalzo, nelle paratie ancorate cambia il cinematismo di collasso, infatti, in
queste abbiamo una ROTAZIONE, in condizioni limite attorno al punto di ancoraggio della paratia
(questa è assimilata sempre a un corpo rigido!!!) e si ha uno scalzamento al piede della paratia.
In realtà, il diagramma si semplifica, poichè il punto di ancoraggio non è mai effettivamente fisso
(si allungano i trefoli). Allora il vincolo può essere assimilato a una molla che si deforma poco, ma
abbastanza da spostare il centro di rotazione in alto, ed allora possiamo considerare a monte
soltanto le condizioni di equilibrio limite attivo.
Ora, assumendo un terreno omogeneo con:
c'=0;
u=0;
ϒ= cost;
Le incognite di PROGETTO saranno:
T, lo sforzo di ancoraggio;
d, la profondità d'infissione;
Mentre il dato sarà il coefficiente di sicurezza F.
Se facciamo la VERIFICA, invece, le incognite saranno:
T, lo sforzo di ancoraggio;
F, il coefficiente di sicurezza;
Mentre il dato sarà la profondità d'infissione d.
In entrambi i casi abbiamo due incognite, quindi abbiamo bisogno di due equazione che saranno:
Equazione alla rotazione intorno al punto P dove è applicata T; calcolo d
Traslazione orizzontale della paratia. Calcolo T

Normativa: agli SLU le verifiche da fare sono di tipo geotecnico, idraulico o strutturale.
Bisogna verificare:
collasso della paratia per rotazione attorno ad un punto, sia per quella a sbalzo che ancorata
collasso per carico limite verticale
collasso per sfilamento degli ancoraggi
instabilità del fondo scavo
instabilità globale dell’opera
Valutazione dei tempi di consolidazione
Nella Teoria di Terzaghi si considera l'applicazione istantanea dei carichi, ovvero (vedi grafico) c'è
un tempo di scavo e un tempo di costruzione, noi consideriamo che tali operazioni avvengano in
lasso di tempo cosi piccolo da poter considerare che il carico venga applicato, appunto,
istantaneamente.(figura 2)

La (figura 1) rappresenta la realtà. Nella (figura 2),rappresentazione semplice) il carico è applicato


istantaneamente(Teoria Terzaghi).
Durante la rampa di carico(figura1) la consolidazione non parte =>solo cedimenti immediati (figura3).
I cedimenti immediati aumentano(figura 3) perché sto aumentando il carico(figura1).
A partire dalla fine della costruzione(figura 1) inizia il processo di consolidazione(figura 3)
Quindi :
Wf = Wo+Wc
DRENAGGI NEI MURI DI SOSTEGNO
Gli interventi di drenaggio hanno lo scopo di ridurre la spinta sul muro.

Muro a gravità
Terreno imposto molto permeabile (sabbia-ghiaia)
Terreno di riempimento assente

 Barbacani

barbacani

Terreno molto permeabile

canaletta

Muro a sbalzo: si mette un tubo finestrato vicino al tacco del muro, oltre a questo è buona norma
posizionarne un altro al contatto tra parete e fondazione.

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