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In Italia, la classificazione dei vari tipi di dighe è stabilita dalle norme

tecniche vigenti, emanate con il decreto ministeriale 24 marzo 1982 ("Norme


tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento").[1]
Secondo il suddetto decreto,[2] gli "sbarramenti" (ossia le dighe) sono
classificati nei tipi seguenti:

A) Dighe murarie
a) a gravità;
1) ordinarie;
2) a speroni, a vani interni;
b) a volta;
1) ad arco;
2) ad arco-gravità;
3) a cupola;
c) a volte o solette, sostenute da contrafforti.
B) Dighe di materiali sciolti
a) di terra omogenee;
b) di terra e/o pietrame, zonate, con nucleo di terra per la tenuta;
c) di terra permeabile o pietrame, con manto o diaframma di tenuta di materiali
artificiali.
C) Sbarramenti di tipo vario
D) Traverse fluviali.
Nelle sezioni seguenti, ci si sofferma sui tipi principali.

e dighe murarie a volta hanno una struttura particolarmente leggera grazie alle
caratteristiche di resistenza degli archi, che consentono di scaricare ai vincoli
laterali (e quindi alla montagna) il carico dell'invaso. Le dighe a volta possono
essere a curvatura semplice o doppia. Nel primo caso sono dette dighe "ad arco" e
lavorano come una serie di archi orizzontali sovrapposti (tipiche per le valli con
"forma ad U"); nel secondo, sono dette "a cupola" e sono caratterizzate da una
curvatura sia orizzontale che verticale (tipiche per le valli con "forma a V").

La struttura riceve la spinta dell'acqua dell'invaso (ed altre azioni secondarie) e


la scarica sulle sponde della vallata, dette "spalle", come l'arco o la cupola
scaricano il proprio peso e le azioni degli agenti atmosferici sulle fondazioni. Le
dighe a volta sono realizzate in calcestruzzo generalmente non armato con le opere
accessorie (scarichi di superficie e di fondo, opera di presa, etc.) generalmente
poste nel corpo della struttura. Il "fattore di snellezza" di alcune di queste
dighe è molto superiore a quello di un guscio d'uovo.

Gli italiani hanno realizzato nel dopoguerra una serie di dighe a volta
particolarmente ardite (cioè estremamente snelle), come ad esempio la diga di
Osiglietta, inventando soluzioni innovative come il "pulvino" (un giunto speciale
di collegamento tra struttura e fondazione). Recentemente diverse grandi dighe a
volta sono state realizzate in Cina (ad esempio Ertan con altezza pari a 240 m e
larghezza alla base di soli 55 m contro i 220 m che avrebbe avuto una equivalente
diga a gravità e la diga di Xiaowan che coi suoi 292 m è la seconda diga più alta
del mondo).

La recente tecnologia di posa del calcestruzzo detta "RCC" ha restituito la


competitività economica a questa soluzione penalizzata dai crescenti costi della
mano d'opera. Una tristemente famosa diga ad arco a doppia curvatura è quella del
Vajont, alta 261,60 metri e larga alla base 22,11. Per rendersi conto della
resistenza di questo tipo di dighe basta pensare che la diga di Vajont è rimasta
praticamente intatta dopo la tragica frana del Monte Toc. La sollecitazione di
punta si calcola sia stata circa 10 volte quella massima prevista a progetto e
tuttora sostiene la pressione di circa 200 metri di terra e roccia facente parte
della frana stessa.
Le dighe mobili hanno un'altezza limitata (di solito inferiore ai 10 m), sono
generalmente costruite a valle del corso dei fiumi, preferibilmente in un luogo di
debole pendenza; generalmente sono predisposte per la sistemazione degli estuari e
dei delta dei fiumi, oltre che per la regimazione dei corsi d'acqua, il controllo
delle casse di espansione e la realizzazione di invasi per scopi irrigui,
idroelettrici, riqualificazione paesaggistica o ludici (pesca sportiva,
canottaggio, balneazione, ...).

Secondo il tipo di costruzione le dighe mobili possono essere:

a cancellazione (o a scomparsa): predisposte sul fondo del fiume per permettere lo


smaltimento totale delle portate in transito. Possono essere ad altezza fissa o
variabile, tracimata o no. Le paratoie a ventola e le dighe in gomma scudata
possono posizionarsi anche ad altezze intermedie, con uno stramazzo variabile, per
poter gestire le portate in transito. Le dighe in sola gomma come le rubberdam non
possono regolare il livello di monte e quindi appartengono alla tipologia delle
dighe mobili ad altezza fissa.
a battente ad asse verticale: come le moderne dighe olandesi di Maeslantkering, o
la chiusa del porto-canale di Cesenatico per impedire alle maree di esondare.
a battente ad asse orizzontale: con possibilità di sfogo verso l'alto quando il
flusso diventa critico, cosa che evita di costituire un ostacolo allo smaltimento
delle acque in tempo di piena.
La parte fissa corrisponde ad una piattaforma.
Una grande paratoia a settore, che in posizione determina un battente che si
sostiene sulla piattaforma, mentre in posizione di sollevamento completo, lascia lo
smaltimento completamente libero.
Una paratoia a ventole, che permette di regolare lo smaltimento a stramazzo e il
livello d'acqua a monte della diga.
Lo smaltimento dell'acqua può prodursi sotto il battente quando la paratoia a
settore inferiore è sollevata (e questo permette anche di pulire la superficie
della piattaforma), o con la cima in stramazzo, quando la paratoia superiore a
ventole è abbassata.

Paratoia a gravità, di un funzionamento teoricamente molto semplice, la paratoia a


gravità comporta soltanto pochi elementi meccanici. Si tratta di una paratoia, che
è una "camera d'aria" articolata attorno ad una cerniera fissata su una base di
calcestruzzo.
In posizione riposo la "camera" si riempie d'acqua e la paratoia si adagia sul
fondo sotto il suo stesso peso.
In posizione attiva, dell'aria compressa espelle l'acqua e permette alla paratoia
di risalire per galleggiamento. L'altezza dipende dalla quantità d'aria.
Tale metodo è in applicazione nel progetto MOSE che deve proteggere la Laguna di
Venezia dall'acqua alta.
Dighe in gomma, sono realizzate utilizzando dei grandi tessuti gommati ed hanno la
peculiarità di restituire interamente la sezione di deflusso al fiume in caso di
necessità, potendo scomparire sul fondo dell'alveo. Ne esistono molti tipi: a vela,
a doppio effetto, a galleggiante e altre. Oggi si tende ad utilizzarne
prevalentemente due tipi: le rubberdam e le hard top. Entrambe sono realizzate con
grandi camere d'aria in tessuto gommato che possono essere gonfiate con aria o con
acqua. Nel primo caso è la camera d'aria stessa che si oppone al passaggio
dell'acqua; nel secondo caso la camera d'aria solleva uno scudo metallico il quale
fa tenuta all'acqua. Questo genere di dighe è considerato sicuro in quanto ha la
peculiarità di abbattersi automaticamente (anche in maniera passiva) al
raggiungimento di un determinato livello idrico di guardia lasciando defluire
liberamente le piene in transito.
Diga Hard Top di Castello d'Annone.jpg
[questi paragrafi sono stati inseriti in maniera non contestualizzata]

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