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Capacit portante
4.1. GENERALIT
A livello qualitativo, una prima indicazione sulla capacit portante dei terreni pu essere ricavata
dalla natura dei terreni stessi. La tabella di figura 4.1 riporta le pressioni ammissibili presunte sulla
base del tipo di terreno di fondazione e di una descrizione delle condizioni geotecniche dei terreni
(U.S. Department of the Navy, 1982). La procedura per progettare una fondazione sulla base della
pressione ammissibile presunta semplice e diretta: avendo determinato la pressione ammissibile
Tipi e condizioni
delle rocce
e dei terreni
Medio
Alta
Gruppo
Roccia
Terreni
organici
3.000
Medio
Alta
1.000 4.000
Medio
Bassa
500 1.000
1.000
vedi nota 3
> 600
200 600
< 200
> 300
Argille da dure a molto dure o depositi argillosi eterogenei quali ad esempio i depositi
morenici
300 600
Argille compatte
75 150
< 100
150 300
< 75
non applicabile
non applicabile
Riempimenti Riempimenti
vedi nota 3
100 300
Argille dure
Note
10.000
Sabbie compatte
Sabbie sciolte
Terreni
a grana
fine
Alta
Molto alta
Presunta capacit
portante
ammissibile
(kPa)
non applicabile
NOTE:
1. I valori indicati per le rocce sedimentarie o foliate si applicano quando landamento degli strati o della foliazione (scistosit) parallela o sub parallela al piano di imposta della fondazione nel caso di strati o foliazioni variamente inclinata rispetto alla fondazione (ad esempio per una fondazione su un pendio) occorre ridurre opportunamente i valori.
2. Condizioni di roccia competente implicano un minore numero di fratture e spaziature non inferiori a 1 m.
3. Da valutare sulla base di un esame in sito incluse, se necessario, delle prove di carico.
4. Queste rocce sono suscettibili di rigonfiamento per scarico tensionale mentre se esposte allacqua sono suscettibili di rammollimento e rigonfiamento
Figura 4.1. Valori di capacit portante presumibili in funzione del tipo di terreno e del grado di addensamento o consistenza
113
mediante tabelle come quella riportata in figura 4.1, il progettista pu determinare le dimensioni
necessarie per la fondazione dividendo il carico che la fondazione deve sostenere per la pressione
ammissibile. Ogni fondazione di dimensioni uguali o superiori a quella calcolata in tale maniera
accettabile.
Sebbene limpiego dei valori di pressione ammissibili presunti sia un metodo molto semplice, tuttavia non sicuramente accurato: non possibile determinare infatti accuratamente la pressione
ammissibile sulla sola base del tipo di terreno e di una sua descrizione qualitativa quale, ad esempio, il grado di addensamento o la consistenza. Il dimensionamento delle fondazioni su tali valori
della pressione ammissibile presunta , inoltre, eccessivamente conservativo e comporta, in alcuni
casi, uno spreco di risorse ed, in altri, anche delle scelte non adeguate in termini di sicurezza.
Limpiego delle pressioni ammissibili presunte sono invece utili per una stima preliminare delle
dimensioni delle fondazioni e anche come criterio di controllo e di valutazione dei risultati ottenuti
da analisi con metodi pi adeguati.
4.3. CAPACIT PORTANTE SULLA BASE DELLE PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE SPT
Com noto, le prove penetrometriche dinamiche (SPT) permettono di misurare la resistenza del terreno misurando il valore del numero dei colpi N per un avanzamento di 300 mm del campionatore.
Il valore del numero dei colpi N pu essere impiegato per stimare le propriet geotecniche dei terreni, sia per quelli a grana fine (resistenza al taglio in condizioni non drenate cu) sia, soprattutto, per
quelli a grana grossa (angolo di resistenza al taglio ). Questi parametri possono essere utilizzati
direttamente per stimare la capacit portante mediante la corrispondente che sar pi avanti discussa. I valori del numero di colpi N possono anche essere impiegati per stimare direttamente la capacit portante, mediante limpiego di correlazioni empiriche.
Una delle prime relazioni fra il valore di N e quello della capacit portante stata fornita da Terzaghi
e Peck (1967); tale relazione stata per lungo tempo largamente impiegata ma, sulla base di molte
osservazioni sperimentali, si verificato che era troppo conservativa.
La capacit portante ammissibile qa di una fondazione su sabbie, in funzione del numero dei colpi N,
della dimensione minima della fondazione e della profondit della fondazione, pu essere ricavata
sulla base dei grafici riportati in figura 4.2. I valori determinati in questa maniera corrispondono al
caso nel quale la falda si trova ad una profondit notevole rispetto alla quota di imposta della fondazione; se si ritenesse probabile un innalzamento della falda fino al raggiungimento della quota della
fondazione, i valori ricavabili della figura dovrebbero essere ridotti della met. I grafici della figura
Figura 4.2. Capacit portante ammissibile qa di una fondazione su sabbie, in funzione del numero dei colpi N, della dimensione minima della fondazione e della profondit della fondazione
114
FONDAZIONI
se B < 1.2 m
se B 1.2 m
K d = 1 + D / 3B
Kd = 1.3
se D < B
se D > B
Nfield
qa = 12000 N K d
Fattore di correzione CN =
Da notare che la sopra citata formula espressa nel Sistema Internazionale con la pressione in Pa e
le lunghezze in metri.
4.4. CAPACIT PORTANTE SULLA BASE DELLE PROVE CPT
Meyerhof (1956) ha suggerito un metodo diretto per calcolare la capacit portante di una fondazione
su sabbia, sulla base dei risultati di prove penetrometriche statiche CPT, basato sulla seguente formula:
qult = qc ( B / C ) (1 + D / B)
dove C una costante empirica pari a 12.2 in metri, mentre B la larghezza della fondazione e D
la profondit della fondazione rispetto al piano campagna.
La resistenza alla punta, qc , calcolata come valore medio su una profondit pari alla larghezza
della fondazione (B). Meyerhof raccomanda di assumere un coefficiente di sicurezza pari a 3 per calcolare la pressione ammissibile.
Tand et al. (1995) hanno suggerito che la capacit
portante ultima di fondazioni superficiali su sabbie
mediamente addensate e leggermente cementate
possa essere stimata mediante la seguente espresSabbia densa
sione:
Fondazione quadrata
qult = Rk qc + v 0
Circolare
Sabbia da sciolta
a mediamente addensata
Quadrata
Circolare
qult = K qc
CPT
115
La determinazione della capacit portante limite qlim del terreno pu essere condotta adottando il
metodo dellequilibrio limite globale; numerose sono le soluzioni fornite in letteratura per il calcolo della qlim come somma di termini dovuti ai diversi contributi: ben note sono, per esempio, le soluzioni fornite da Terzaghi (1943) e Brinch Hansen (1970), basate sullassunzione di un comportamento rigido-plastico del terreno e perci applicabili solo al caso di rottura generale. A seconda,
infatti, del grado di addensamento del terreno si possono distinguere tre meccanismi di rottura (figura 4.5):
rottura generale;
rottura per punzonamento;
rottura di tipo locale.
Carico
Rottura di taglio locale
Cedimento
Cedimento
Carico
Cedimento
Carico
Figura 4.5. Curve carico-cedimento e zone di rottura osservate durante prove su modello con sabbie: (a) dense, (b) mediamente dense, (c) molto sciolte (Vesic, 1963)
116
FONDAZIONI
= peso dellunit di volume del terreno al di sotto del piano di posa della fondazione
B
= larghezza della fondazione
Nc, Nq, N = fattori di capacit portante dipendenti dallangolo di resistenza al taglio
s, sc, sq = fattori di forma della fondazione
i, ic, iq
= fattori correttivi che tengono conto dellinclinazione del carico
b, bc, bq = fattori correttivi che tengono conto dellinclinazione della base della fondazione
g, gc, gq = fattori correttivi che tengono conto dellinclinazione del piano campagna
dc, dq
= fattori dipendenti dalla profondit del piano campagna
, c, q = fattori correttivi di compressibilit.
Nel caso di terreni coesivi e di analisi in termini di tensioni totali (a breve termine), con = 0 e c =
cu, lespressione fornita da Brinch Hansen la seguente:
qlim = cu N c sc0 dc0 ic0 bc0 gc0 + q '
'
'
N q = tan 2 45 + e tan
2
N c = ( N q 1) cot '
N = 2 ( N q + 1) tan '
Fattori di forma
Sia B la larghezza della fondazione ed L la lunghezza della fondazione con B < L, si ha:
s = 1 0.4 B / L
sq = 1 + B / L tan '
sc = 1 + B / L N q / N c
H
i = 1
'
'
N + B L c cot
m+1)
H
iq = 1
'
'
N + B L c cot
1 iq
ic = iq
N c tan '
2+ B / L
m=
1+ B / L
m)
117
1 bq
N c tan '
Per = 0:
bc0 = 1 2 / ( + 2 )
gc = gq
Per =0:
1 gq
N c tan '
gc0 = 1 2 / ( + 2 )
essendo:
N = 2 sin
s = 1 0.4 B / L
2
D
tan ' (1 sin ' )
B
dc = dq
1 dq
per D/B 1
N c tan '
Per = 0:
dc0 = 1 + 0.4 D / B
per D/B 1
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FONDAZIONI
mentre:
IR =
G
(c + q tan ' )
con:
G = modulo di deformazione al taglio
q = tensione efficace iniziale esistente alla profondit B/2 al di sotto della fondazione, assunta
pari alla tensione media nel caso di fondazioni quadrate o circolari, o alla tensione orizzontale nel caso di fondazioni nastriformi.
Se la condizione IR > ICR non soddisfatta, nella valutazione di qlim occorre tenere conto della compressibilit del terreno adottando i seguenti fattori correttivi:
c = q
1 q
N c tan '
Occorre evidenziare che la soluzione di Brinch Hansen relativa ad una risultante del carico verticale che sia applicata nel baricentro della fondazione; se tale condizione non soddisfatta, occorre
fare riferimento ad unarea equivalente della fondazione, ovvero allarea rispetto alla quale la risultante del carico verticale risulta baricentrica.
Con riferimento alla figura 4.6, nel caso di fondazioni rettangolari, la larghezza e lunghezza dellarea equivalente sono date dalle seguenti espressioni:
dove
B =
L =
x =
y =
B = 2y
L = 2x
Figura 4.6. Determinazione dellarea effettiva equivalente per una fondazione rettangolare
Figura 4.7. Metodo per determinare larea effettiva equivalente per una fondazione circolare
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Per fondazioni che non sono rettangolari, come ad esempio la fondazione circolare mostrata in figura 4.7, larea equivalente pu essere stimata usando delle semplici approssimazioni; la figura 4.7
riporta un metodo per calcolare larea effettiva equivalente.
Infine la capacit portante ammissibile data da:
q
qamm = lim
Fs
dove il coefficiente di sicurezza Fs, in accordo al D.M. 11/3/1988, viene assunto pari a 3.
120
FONDAZIONI
Tabella 4.1. Esempio di un listato di un programma per il calcolo della capacit portante con la soluzione di Brinch Hansen (1970)
121
122
FONDAZIONI
Tabella 4.2. Risultati del calcolo della capacit portante per un plinto quadrato di dimensioni 1 1 m posto ad una profondit
di 1.5 m dal piano campagna
Oppure, pi correttamente, il calcolo della capacit portante ammissibile pu essere fatto nel seguente modo:
qlim =
N
q q'
= lim
+ q'
B L
Fs
essendo N il carico verticale (comprensivo del peso totale della fondazione) ed Fs il coefficiente di
sicurezza.
Nella seguente tabella 4.1 viene proposto il listato di un semplice programma, scritto in Basic, per
la determinazione della capacit portante ultima secondo la soluzione proposta da Brinch Hansen.
La tabella 4.2 riporta i risultati relativi al calcolo della capacit portante di un plinto delle dimensioni di 1 1 m posto ad una profondit di 1.5 m dal piano campagna.
4.6. PROGETTAZIONE SECONDO LEUROCODICE 7
123
il rapporto fra il carico ultimo ed il carico di esercizio, conosciuto come fattore di carico ultimo;
il rapporto fra il carico limite ed il carico di esercizio, conosciuto come fattore di carico limite.
Il carico ultimo era identificato come quello che causa il collasso della struttura, mentre il carico
limite era inteso come quel carico che causa linsorgere di eccessive deformazioni elastiche con la
conseguenza del manifestarsi di fessure antiestetiche o di causare interferenze con il corretto impiego e funzionamento della struttura fino alla comparsa di difetti permanenti.
Nel 1956, Brinch Hansen ha introdotto per primo il termine di progettazione allo stato limite in un
contesto geotecnico. Egli ha descritto la progettazione allo stato limite nella seguente maniera: nella
progettazione di ogni struttura in principio devono essere condotte due separate analisi: una per
determinare la sicurezza nei confronti della rottura (verifica dello stato limite ultimo) e unaltra per
determinare le deformazioni per le condizioni relative al carico di esercizio (verifica dello stato limite di esercizio). Brinch Hansen ha inoltre correlato il concetto di progettazione allo stato limite a
quello dellimpiego dei coefficienti di sicurezza parziali e li ha introdotti nella pratica danese della
progettazione delle fondazioni.
Durante gli anni 60 e 70 numerose associazioni tecniche europee e comitati nazionali ed europei
hanno iniziato a lavorare per mettere a punto le normative sui diversi materiali da costruzione. Uno
dei primi esempi dei risultati ottenuti lo Standard Britannico (British Standard CP110) sullimpiego strutturale del calcestruzzo (The Structural Use of Concrete), pubblicato nel 1972. La pi importante innovazione fu lesplicito impiego della teoria delle probabilit nella scelta dei valori caratteristici della resistenza, che, in accordo ad alcune nozioni di base e distribuzioni misurate, avrebbe
dovuto eccedere almeno il 95% dei risultati delle prove standardizzate.
Nel 1976 la Commissione Europea decise di sponsorizzare lo sviluppo di una serie di norme europee per la progettazione e costruzione delle strutture civili, con lo scopo di incoraggiare il libero
commercio fra tutti gli stati membri.
Nel 1980 fu raggiunto un accordo fra la Commissione delle Comunit Europee (Commission of the
European Communities, CEC) e la Societ Internazionale per la Meccanica dei Terreni e lIngegneria
Geotecnica (International Society for Soil Mechanics ad Geotechnical Engineering, ISSMGE) secondo il quale la societ avrebbe raccolto tutte le normative esistenti, nei paesi appartenenti alla comunit, per la progettazione delle fondazioni e avrebbe messo a punto una bozza di normativa che
potesse essere adottata come Eurocodice 7.
Nel 1981, lISSMGE costitu un apposito comitato per perseguire tale obiettivo e venne realizzata una
prima bozza dellEurocodice 7 nel 1987.
Il CEC sponsorizz ulteriori lavori su tale testo in bozza per tre anni, fino al 1990, quando il lavoro
sulla preparazione degli eurocodici venne trasferito, per ulteriori affinamenti per la stampa e la diffusione, al Comitato Europeo sulla Standardizzazione (European Committee for Standardization,
CEN), in accordo con lassociazione europea per il libero commercio (European Free Trade
Association, EFTA). Il comitato tecnico del CEN n. 250 (CEN Technical Committee TC250) venne pertanto costituito con lo scopo di sviluppare gli eurocodici strutturali a partire dal 1990.
Un sottocomitato (subcommitee, SC) del CEN/TC 250 responsabile per ciascun eurocodice; quello
che concerne lEurocodice 7 denominato CEN/TC250/SC7. Sotto lauspicio di questo sottocomitato,
un apposito gruppo di lavoro ha prodotto in bozza la parte 1 dellEurocodice 7 (Eurocodice 7 Part
1), che stata ratificata come ENV 1997-1 nel 1993.
Dopo un periodo di tre anni fu richiesto agli stati membri del CEN di fornire commenti sul documento
ENV 1997-1. Questi commenti furono presi in considerazione dal sottocomitato CEN/TC 250/SC7 e un
apposito gruppo di lavoro ha prodotto successive bozze del documento EN 1997-1. La bozza finale
stata sottoposta nel 2004 ad un voto formale ai membri del CEN, con la conseguenza dellapprovazione dellEurocodice 7 denominato EN 1997-1 (Eurocode 7: Geotechnical Design, Part 1, General
Rules).
LEurocodice 7 composto da due documenti principali:
Parte 1, Regole Generali (Part 1, General Rules) che rivolta a definire le regole generali della
progettazione geotecnica.
124
FONDAZIONI
Parte 2, Indagini geotecniche e prove sul terreno (Part 2, Ground Investigation and Testing) che
riguarda limpiego delle indagini geotecniche in sito ed in laboratorio per la progettazione geotecnica.
La seconda parte dellEurocodice 7 (EN 1997-2), al momento, pronta per lavvio della fase di
approvazione finale e non quindi disponibile in forma definitiva. In ogni caso, questo documento
fornir le regole per la programmazione e luso delle indagini geotecniche nella progettazione.
125
progettazione delle opere geotecniche, dovevano essere mantenuti, non rimaneva spazio per adottare dei coefficienti di sicurezza parziali superiori allunit per la resistenza dei materiali geotecnici.
Venne conseguentemente deciso di introdurre un Caso C, contemplando dei coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze dei materiali geotecnici superiori allunit, mentre i coefficienti di sicurezza parziali sulle azioni permanenti erano assunti pari allunit.
I commenti nazionali sulla versione ENV dellEurocodice 7-Parte 1 rivelarono, tuttavia, delle insoddisfazioni sul modo nel quale la norma prescriveva le verifiche allo stato limite ultimo in situazioni
di carico persistente e transitorio.
Furono proposte, pertanto, le seguenti due principali modifiche:
tentare di ridurre il numero di calcoli e verifiche (ad esempio da due casi ad un unico caso);
introdurre dei coefficienti di sicurezza parziali anche sulle resistenze e sugli effetti delle azioni
piuttosto che solamente sui materiali (terreno) e sulle azioni.
Sulla base di tali osservazioni la versione EN dellEurocodice 7-Parte 1 e lEurocodice: Basi della progettazione strutturale (Eurocode: Basis of Structural Design) includono, come opzione, i seguenti tre
approcci per le verifiche agli stati limite ultimi (ULS) per situazioni di carico persistenti e transitorie:
Approccio progettuale 1: virtualmente identico alle indicazioni progettuali della versione ENV
dellEurocodice 7, prima descritta. In tale approccio necessario eseguire due differenti tipi di
calcolo, ciascuno con un differente set di coefficienti di sicurezza parziali, con lovvia considerazione che, laddove uno dei due set di coefficienti di sicurezza parziali governi la progettazione, non necessario effettuare i calcoli e le verifiche con il secondo set di parametri.
Generalmente, lapproccio progettuale 1 pu essere definito come lapproccio che adotta dei
coefficienti di sicurezza parziali sia alle azioni sia ai materiali; tali coefficienti sono applicati
allorigine, ovvero alle azioni piuttosto che agli effetti delle azioni e, per quanto concerne i materiali, ai parametri della resistenza al taglio (resistenza unitaria) piuttosto che alla resistenza
(forza), sebbene ci siano due eccezioni: per il progetto dei pali di fondazione e per quello degli
ancoraggi, dove si applicano dei coefficienti di sicurezza parziali alle resistenze.
Approccio progettuale 2: richiede un unico calcolo dove i coefficienti di sicurezza parziali sono
applicati sia alle azioni e agli effetti delle azioni sia alle resistenze. Lapproccio progettuale 2 pu
essere definito come lapproccio basato su coefficienti di sicurezza parziali applicati sia alleffetto delle azioni sia alla resistenza. Poich applica dei coefficienti di sicurezza parziali alleffetto delle azioni, non differisce significativamente dallapproccio convenzionale che fa riferimento al coefficiente di sicurezza globale (Overall Factors of Safety, OFSS).
Approccio progettuale 3: richiede un unico calcolo nel quale sono applicati dei coefficienti di
sicurezza parziali alle azioni o agli effetti delle azioni sulla struttura e ai parametri di resistenza
al taglio del terreno. Lapproccio progettuale 3, pu essere definito come un approccio basato su
coefficienti di sicurezza parziali applicati sia alle azioni (effetti) sia ai materiali.
La necessit di includere tutti e tre gli approcci progettuali fu chiaramente dimostrata dalle discussioni nellambito del sottocomitato CEN/TC250/SC7 e tra tutti gli ingegneri geotecnici europei coinvolti: molti membri nazionali del CEN erano apertamente in favore di uno (o talvolta di due) dei tre
differenti approcci progettuali ma non sarebbero stati capaci di votare favorevolmente per lintroduzione dellEurocodice EN 1997-1 se fosse stato introdotto solamente uno dei tre approcci imponendo, pertanto, ununica possibilit.
Sulla base di questi differenti punti di vista occorre pertanto evidenziare che la completa armonizzazione della progettazione geotecnica non conseguibile, allo stato attuale, mediante lintroduzione dellEN 1997-1. Tuttavia c la speranza fra tutti gli esperti coinvolti nella stesura dellEurocodice
7 che lesperienza che sar raccolta durante lapplicazione dellEurocodice 7, nei diversi paesi europei, secondo i tre diversi approcci contemplati, potr portare in futuro alla definizione di un unico
approccio.
LEurocodice 7 prevede inoltre un annesso nazionale, ovvero un allegato particolare che contiene le
scelte nazionali sui punti lasciati non definiti dallEC7. Ci possibile in quanto:
sono possibili scelte alternative;
126
FONDAZIONI
devono essere fissati i valori numerici delle grandezze indicate solo simbolicamente
nellEurocodice;
alcune grandezze dipendono da situazioni specifiche di ogni singolo paese (clima, geologia,
ecc.).
Per esprimere la volont di raggiungere la pi completa armonizzazione della normativa sulle
costruzioni, il TC250 ha stabilito che lannesso nazionale non potr in alcun modo modificare i contenuti della norma europea, per esempio non potr alterare il valore di una clausola normativa
variandone il grado di obbligatoriet.
127
Figura 4.8. Esempi di modi limite di comportamento per instabilit globale delle strutture di sostegno
Figura 4.9. Esempi di modi limite di comportamento per rottura in fondazioni di muri a gravit
128
Figura 4.10. Esempi di modi limite di comportamento per la rottura per rotazione di paratie
FONDAZIONI
Con riferimento ai pali di fondazione devono essere considerate le seguenti condizioni di stati limiti
ultimi provocate dalla rottura del terreno:
stato limite ultimo per instabilit globale;
stato limite per carico limite della palificata;
stato limite ultimi per rottura o grave danno
della sovrastruttura provocato da spostamenti
della palificata;
stato limite di servizio della sovrastruttura provocato da spostamenti dei pali.
Nel caso di impiego dei micropali o pali di piccolo Figura 4.11.Esempio di modo limite di comportamento
diametro come opere di sostegno devono essere
per rottura verticale di una parete
analizzati i seguenti stati limite:
rottura per rotazione causata da non adeguate reazioni orizzontali del terreno al di sotto del fondo
scavo;
rottura per sfilamento degli ancoraggi;
rottura per raggiungimento di condizioni di instabilit locale per capacit portante in condizioni
non drenate di strati limoso-argillosi posti in corrispondenza del fondo scavo;
rottura per raggiungimento di condizioni di instabilit del fondo scavo dovute a fenomeni di sifonamento o di sollevamento per pressioni artesiane in livelli/strati sabbiosi sottostanti livelli/strati limoso-argillosi pi impermeabili;
rottura per mancanza di equilibrio verticale.
compito del progettista definire, sulla base dei dati di progetto raccolti, le situazioni di progetto
per le quali condurre le verifiche degli stati limite, facendo riferimento ad assunzioni e a combinazioni dei dati di progetto sufficientemente cautelative, in modo da coprire tutte le condizioni che possono ragionevolmente essere previste durante lesecuzione e la vita utile dellopera. Le assunzioni e
le combinazioni dei dati di progetto possono variare in relazione anche al tipo di situazione progettuale che occorre verificare; ad esempio, il livello della falda assunto per il dimensionamento di
unopera provvisoria pu essere meno cautelativo di quello considerato per la progettazione di unopera definitiva. Le ipotesi di base che conducono alla definizione delle situazioni di progetto devo-
Figura 4.12. Esempi di modi limite di comportamento per la rottura strutturale di strutture di sostegno
129
130
Figura 4.13. Esempi di modi limite di comportamento per rottura da sfilamento di ancoraggi
FONDAZIONI
131
Generalmente i progetti vengono supportati dal calcolo, che viene anche utilizzato nel caso delladozione di altre metodologie progettuali. Il progetto mediante calcolo comporta lo sviluppo dei
seguenti punti:
la definizione della situazione di progetto, con identificazione dei dati geometrici (dimensioni
dellopera, stratificazione del terreno, livelli di falda, ecc.), delle azioni, delle propriet meccaniche dei terreni ecc.;
la scelta del metodo di calcolo e del modello costitutivo per le strutture e per il terreno;
la definizione dei parametri che caratterizzano il modello costitutivo prescelto per le strutture e
per il terreno;
la definizione dei criteri di accettabilit, ovvero dei coefficienti di sicurezza minimi richiesti per
le verifiche degli stati limite ultimi e degli spostamenti totali e/o differenziali ammissibili sia per
le verifiche degli stati limite di esercizio che per le verifiche degli stati limite ultimi.
La scelta del metodo di calcolo e dei modelli costitutivi del terreno deve essere effettuata in relazione:
allo stato limite da analizzare;
alla complessit (geometrica e geotecnica) del problema da esaminare;
alla capacit del metodo di calcolo di rappresentare il problema da esaminare;
al grado di definizione della situazione geotecnica (qualit e quantit dei dati geotecnici, incertezze nella stratigrafia ecc.);
allimportanza dellopera;
alle implicazioni connesse con eventuali insuccessi nella previsione dei risultati.
Nel caso di opere di una certa rilevanza il progettista si avvale:
di metodi di calcolo in grado di schematizzare adeguatamente il problema di interazione terrenostruttura, mettendo in conto aspetti connessi con la compatibilit delle deformazioni, soprattutto
in presenza di materiali fragili, ovvero caratterizzati da leggi di comportamento del tipo rammollente (strain-softening);
del confronto tra i risultati ottenibili con metodi di calcolo alternativi;
del confronto con i risultati pubblicati in letteratura o facenti parte del suo bagaglio tecnico, relativi al monitoraggio dalle opere di caratteristiche simili, realizzate in condizioni geotecniche
comparabili al caso di progetto.
Per quanto concerne la progettazione mediante lutilizzo di prescrizioni, tale metodologia si esplica
nelladozione di particolari cautele progettuali, di prescrizioni sulle metodologie esecutive, di controlli sulle caratteristiche dei materiali, ecc.
Ladozione di prescrizioni per la progettazione deve essere limitata:
a problemi relativamente semplici (ad esempio, in presenza di muri con carichi in fondazione di
limitata entit, appoggiati su terreni di ottime caratteristiche meccaniche, si potr evitare la verifica di capacit portante, prescrivendo opportuni controlli ed accorgimenti in fase di realizzazione della fondazione che attestino leffettivo raggiungimento del tetto della formazione rocciosa);
a opere di limitata importanza caratterizzate da situazioni riconducibili a casi per i quali sono
disponibili anche evidenze di comportamento in siti adiacenti a quelli di futura costruzione; in
tali casi si dovr comunque dimostrare la similarit delle condizioni geotecniche tra il sito di futura costruzione e quello preso come riferimento.
A fini progettuali possono inoltre essere presi in considerazione i risultati di prove su prototipi a grande scala o su modelli fisici in scala ridotta, purch siano considerati e valutati i seguenti aspetti:
differenze tra le condizioni geotecniche che caratterizzano le prove su prototipi o su modelli fisici in scala ridotta e la situazione di progetto, con particolare riferimento al grado di addensamento, allentit delle pressioni geostatiche iniziali, alla stratificazione, alla presenza di discontinuit strutturali, ecc.;
estendibilit dei risultati delle prove alla vita utile dellopera;
effetti scala, nel caso di prototipi di dimensioni pi piccole rispetto a quelle dellopera in progetto.
132
FONDAZIONI
In generale risulta tuttavia preferibile utilizzare i risultati sperimentali delle prove su prototipi a
grande scala o su modelli fisici in scala ridotta in modo indiretto, ovvero attraverso la taratura
mediante analisi a ritroso (back analysis) dei metodi di calcolo, che verranno invece applicati per
lesame della situazione reale di progetto.
Nel caso di opere e/o situazioni di progetto di particolare complessit, qualora i metodi di calcolo,
ancorch raffinati, non siano in grado di fornire sufficienti garanzie sulleffettivo comportamento
dellopera, si pu affiancare la progettazione mediante calcolo con quella mediante il metodo osservazionale.
Secondo tale metodo, il progetto pu essere controllato ed eventualmente modificato durante la fase
di realizzazione.
Nel caso di utilizzo di tale approccio progettuale, nello sviluppo del progetto:
deve essere stabilito un campo di possibili comportamenti accettabili per lopera, definendone i
limiti;
deve essere dimostrato che il comportamento reale dellopera abbia unaccettabile probabilit di
ricadere nei prefissati limiti di accettabilit;
deve essere previsto un sistema di monitoraggio in grado di rilevare se il comportamento reale
della struttura rimane o meno nel campo di quelli accettabili. A tale scopo il monitoraggio deve
essere progettato in modo tale da consentire il rilevamento di eventuali comportamenti anomali,
in modi e tempi opportuni per permettere con successo lattivazione degli interventi integrativi
previsti in progetto. In particolare, i tempi di risposta del sistema di monitoraggio, di acquisizione e di interpretazione dei dati, di eventuale attivazione ed esecuzione degli interventi integrativi devono essere stabiliti nel progetto tenendo conto di ragionevoli previsioni sullevoluzione di
eventuali fenomeni di instabilit;
devono essere previsti interventi integrativi, nonch i modi e i tempi per la loro attivazione.
133
Nella verifica agli stati limite ultimi per rottura o per eccessiva deformazione nel terreno e negli elementi strutturali deve essere verificata la seguente disuguaglianza:
Ed Rd
dove Ed il valore di progetto degli effetti di tutte le azioni, e Rd il valore di progetto della corrispondente resistenza del terreno o della struttura.
Al contrario delle verifiche eseguite nella progettazione delle strutture, le azioni geotecniche non possono essere separate dalle resistenze del terreno, poich spesso dipendono da esse come, ad esempio,
nel caso della pressione delle terre. Inoltre, la resistenza del terreno spesso dipende dalle azioni come,
ad esempio, nel caso della capacit portante di una fondazione superficiale che dipende dalle azioni
applicate alla fondazione. Ci sono differenti ed equivalenti modi per tenere conto di questa diretta
dipendenza, in geotecnica, tra le azioni e le resistenze; a questo riguardo, lEN 1997-1 propone tre
approcci progettuali per verificare lassenza della rottura nel terreno (GEO) e nella struttura (STR).
NellEurocodice 7 si definiscono i valori caratteristici delle azioni (F), dei parametri geotecnici (X)
e dei parametri geometrici (a), ed i corrispondenti valori di progetto, che si ottengono applicando un
coefficiente di sicurezza parziale al corrispondente valore caratteristico della grandezza considerata.
Valori caratteristici e valori di progetto entrano in gioco nel calcolo delle resistenze R e degli effetti delle azioni E:
R = R (F, X, a)
E = E (F, X, a)
Inoltre, ma solo per quanto riguarda le azioni, si considera il cosiddetto valore rappresentativo per
tenere conto della possibilit che queste siano di tipo permanente, variabile o accidentale.
Concettualmente, il valore rappresentativo di unazione solo un particolare valore caratteristico
che tiene conto del modo in cui le azioni si manifestano. La tabella, riportata in figura 4.14, pu servire per riassumere le definizioni delle grandezze ed il modo per ricavarle, secondo quanto prescritto dalla norma EN 1990-2001 Basis of Design.
Simbologia
Valore rappresentativo
Frep = Fk
Fattore di combinazione
Valore di progetto
Geotecnici
Geometrici
valore caratteristico
valore di progetto
valore nominale
4.6.4.2.SUPERAMENTO
EN
1990-2001
Fd = F Frep
Xk
Xd
anom
Note
Azioni di progetto
Gli effetti delle azioni sono funzione delle stesse azioni, delle propriet dei terreni e dei dati geometrici. Le seguenti espressioni (4.1a) e (4.1b) indicano il calcolo dei valori di progetto degli effetti delle azioni, applicando il coefficiente di sicurezza parziale o direttamente sulle azioni o sulleffetto finale.
134
FONDAZIONI
Ed = E { F Frep , X k / M , ad }
Ed = E E { Frep , X k / M , ad }
(4.1a)
(4.1b)
dove Xk il valore caratteristico della resistenza del terreno, F un coefficiente di sicurezza parziale
sullazione, M un coefficiente di sicurezza parziale sulle propriet del materiale, E un coefficiente di sicurezza parziale sulleffetto delle azioni, e ag il valore di progetto dei dati geometrici.
LEN 1990 (paragrafo 6.3.1) e lAnnesso B dellEN 1997-1 forniscono indicazioni su quando usare le
espressioni (4.1) e (4.2). Il termine Xk/M introduce nel calcolo gli effetti delle azioni geotecniche,
come ad esempio la pressione del terreno.
I seguenti metodi possono essere usati per calcolare il valore di progetto delleffetto di una azione
geotecnica (si veda lannesso B.2 dellEN 1997-1):
utilizzando i valori di progetto dei parametri di resistenza e applicando un coefficiente di sicurezza parziale M superiore allunit alla sorgente dellazione;
usando valori di progetto uguali ai valori caratteristici dei parametri di resistenza, ovvero applicando un coefficiente di sicurezza parziale uguale allunit.
Conseguentemente le espressioni (4.1) e (4.2) diventano:
Ed = E E { Frep , X k / M , ad }
Ed = E E { Frep , X k / M , ad }
Valori raccomandati dei coefficienti di sicurezza variabili per limpiego in situazioni persistenti e
transitorie sono dati nelle tabelle A.3 e A.4 dellannesso A, di seguito riportate; valori alternativi possono essere dati dagli annessi nazionali.
Resistenze di progetto
La resistenza nel terreno una funzione della resistenza al taglio del terreno, Xk, e spesso delle azioni Frep (quando il valore della resistenza condizionato dallazione, come ad esempio per le fondazioni superficiali sottoposte a carichi inclinati), e dei dati geometrici. Il valore di progetto della resistenza, Rd, pu essere calcolato nei seguenti tre modi, che si differenziano per come agisce il coefficiente di sicurezza parziale: rispettivamente sulle azioni, sulleffetto delle azioni o su entrambe.
Lentit delle azioni influenza infatti anche i valori delle resistenze geotecniche:
Rd = R { F Frep , X k / M , ad }
Rd = R { F Frep , X k , ad } / R
Rd = R { F Frep , X k / M , ad } / R
(4.2a)
(4.2b)
(4.2c)
135
Figura 4.15. Approccio progettuale 1: introduzione ai coefficienti di sicurezza parziali (valori raccomandati) da impiegare per
valutare la capacit portante del terreno usando: (a) combinazione 1 e (b) combinazione 2. Per semplicit,
considerato solamente lequilibrio verticale e sono mostrate le sole azioni sfavorevoli
Figura 4.16. Approccio progettuale 2: introduzione ai coefficienti di sicurezza parziali (valori raccomandati) da impiegare per
valutare la capacit portante del terreno: (a) fattorizzazione delle azioni allorigine, indicato come approccio DA2; (b) fattorizzazione degli effetti delle azioni, indicato come approccio DA-2*. Per semplicit, considerato solamente lequilibrio verticale e sono mostrate le sole azioni sfavorevoli
Se gli effetti delle azioni sono fattorizzati (si veda lAnnesso B.3(6) dellEN 1997-1), si ha F = 1.0
e lespressione (4.2c) diventa:
Rd = R { Frep , X k , ad } / R (espressione (B.6.2.2.) nellannesso B.3)
136
FONDAZIONI
Figura 4.17. Approccio progettuale 3: introduzione ai coefficienti di sicurezza parziali (valori raccomandati) da impiegare per
valutare la capacit portante del terreno. Per semplicit, considerato solamente lequilibrio verticale e sono
mostrate le sole azioni sfavorevoli
Lespressione (4.2c) simile allespressione (4.2a), ma un coefficiente di sicurezza parziale complementare R > 1.0 pu essere applicato per ottenere il valore di progetto della resistenza. I valori
dei coefficienti di sicurezza parziali possono essere presi dallAnnesso A dellEurocodice 7 (di
seguito si riportano per comodit di lettura le tabelle A.1, A.2, A.3 e A.4); valori alternativi possono
essere indicati nellannesso nazionale
Tabella A.1 Dallannesso A dellEurocodice 7 (en 1997-1), coefficienti di sicurezza parziali sulle azioni (F) per la verifica dello
stato di equilibrio limite (EQU)
Permanenti
Variabili
Azione
Simbolo
Valore
Sfavorevoli (a)
G,dst
1.1
Sfavorevoli (a)
Q,dst
1.5
Favorevoli (b)
Favorevoli (b)
(a) Destabilizzanti
(b) Stabilizzanti
G,stk
Q,dst
0.9
0
Tabella A.2 Dallannesso A dellEurocodice 7 (en 1997-1), coefficienti di sicurezza parziali sui parametri del terreno (M) per
la verifica dello stato di equilibrio limite (EQU)
Parametro del terreno
Simbolo
Valore
1.25
cu
qu
Questo coefficiente di sicurezza si applica alla tangente dellangolo di resistenza al taglio (tan)
1.25
1.4
1.4
1.0
137
Tabella A.3 Dallannesso A dellEurocodice 7 (EN 1997-1), coefficienti di sicurezza parziali sulle azioni (F) o sugli effetti delle
azioni (E) per le verifiche strutturali (STR) e geotecniche (GEO)
Azione
Permanenti
Variabili
Simbolo
Sfavorevoli
A1
Favorevoli
Sfavorevoli
A2
1.35
1.0
1.5
1.3
1.0
Favorevoli
Set
1.0
Tabella A.4 Dallannesso A dellEurocodice 7 (EN 1997-1), coefficienti di sicurezza parziali sui parametri del terreno (M) per
le verifiche strutturali (STR) e geotecniche (GEO)
Parametro del terreno
Simbolo
M1
Set
M2
1.0
1.25
Coesione efficace
1.0
1.25
cu
1.0
1.4
qu
1.0
1.4
1.0
Resistenza al taglio in
condizioni non drenate
Resistenza a
compressione monoassiale
Peso dellunit di volume
(*) Questo coefficiente di sicurezza si applica alla tangente dellangolo di resistenza al taglio (tan)
Approcci progettuali
Le espressioni (4.1) e (4.2) differiscono nel modo di distribuire i coefficienti di sicurezza parziali tra
le azioni, le propriet del terreno e le resistenze. Differenti combinazioni delle espressioni (4.1) e
(4.2) e, pertanto, differenti modi di introdurre i coefficienti di sicurezza parziali nei termini E ed R
della disuguaglianza fondamentale Ed Rd hanno condotto a tre differenti approcci progettuali contemplati nellEN 1997-1. I valori dei coefficienti di sicurezza parziali da applicare, una volta scelto
un determinato Approccio Progettuale, sono lasciati alle determinazioni di ciascun paese e devono
essere indicati nellapposito annesso nazionale.
I modi di combinare i set dei coefficienti di sicurezza parziali, per ottenere i valori di progetto degli
effetti delle azioni e delle resistenze, nella disuguaglianza Ed Rd, sono indicati in maniera simbolica, ad esempio, nel seguente modo, ad esempio:
A1 + M1 + R1
Il significato dellespressione sopra indicata
la seguente:
1. i coefficienti di sicurezza parziali per le azioni (F) o per gli effetti delle azioni (E) sono rappresentati dal simbolo A e sono presi dal set A1 della tabella A.3 dellAnnesso A dellEN 1997-1; il
simbolo + significa che essi sono usati in combinazione con
2. i coefficienti di sicurezza parziali (M) per la resistenza al taglio dei terreni (simbolo M) che sono
presi dal set M1 della tabella A.4, e con
3. i coefficienti di sicurezza parziali per la resistenza (R) (simbolo R), che sono presi dal set R1,
delle tabelle da A.5 ad A.8 riportate nellannesso A.
La procedura per combinare i coefficienti di sicurezza parziali, sopra descritti in maniera simbolica,
implica che unazione geotecnica, o leffetto di unazione, incluse le azioni geotecniche, coinvolga
due differenti set di coefficienti di sicurezza parziali: A (coefficienti di sicurezza parziali sulle azioni) + M (coefficienti di sicurezza parziali sui parametri geotecnica). Invece, una resistenza geotec-
138
FONDAZIONI
nica implica sempre due set di coefficienti di sicurezza parziali: M (coefficienti di sicurezza parziali sui parametri geotecnica) + R (coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze).
Tuttavia, in un certo numero di casi, i coefficienti di sicurezza parziali sono posti uguali allunit;
questo si applica, ad esempio, ai set M1, R1 ed R3.
Se si fa uso dei coefficienti di sicurezza parziali relativi al set M1, i valori di progetto dei parametri
del terreno sono assunti uguali ai loro valori caratteristici.
Combinazione 1
La combinazione dei coefficienti di sicurezza variabili : A1 + M1 + R1. La combinazione 1 coincide con il vecchio caso B usato nella versione preliminare dellEurocodice 7 (ENV 1997-1) Lo scopo
quello di conseguire unadeguata sicurezza nei confronti di sfavorevoli deviazioni dei valori delle
azioni, o dei loro effetti, dai loro valori caratteristici, mentre i valori di progetto delle propriet del
terreno sono assunti uguali ai valori caratteristici. Cos, per le azioni sfavorevoli (o i loro effetti) i
calcoli per la combinazione 1 sono condotti usando il set di coefficienti di sicurezza parziali A1 della
Tabella A.3 dellannesso A (figura 4.15a: valori raccomandati G = 1.35 e Q =1.5); per le azioni favorevoli i valori raccomandati sono i seguenti: G =1.0 e Q =0.0. Per le resistenze del terreno, i calcoli sono eseguiti utilizzando il set di coefficienti di sicurezza parziali M1 della tabella A.4, e il set R1
delle tabelle da A.5 ad A.8 e delle tabelle da A.12 ad A.14 (riportate nella figura 4.18) (figura 4.15a:
' = c' = cu = 1.0 e R,v = 1.0).
Combinazione 2
La combinazione dei coefficienti di sicurezza parziali : A2 + M2 + R1. La combinazione 2 corrisponde al caso C nellENV 1997-1 e ha lo scopo di conseguire unadeguata sicurezza nei confronti
di sfavorevoli deviazioni delle caratteristiche di resistenza al taglio del terreno dai valori caratteristici, e per tenere anche conto delle incertezze insite nel modello di calcolo.
invece assunto che le azioni permanenti siano molto prossime ai loro valori rappresentativi previsti, mentre le azioni variabili applicate alla struttura possano variare leggermente e in maniera sfavorevole. Conseguentemente, per le azioni (o i loro effetti), i calcoli per la combinazione 2 sono condotti adottando il set A2 della tabella A.3 dellannesso A (figura 4.15b: valori raccomandati G = 1.0,
per azioni sia favorevoli sia sfavorevoli, e Q = 1.3 (azioni sfavorevoli) e Q = 0.0 (azioni favorevo-
139
Simbolo
Scorrimento
R;h
Portanza
Set
R1
R2
1.0
R;v
1.0
Base
Simbolo
B
Totale/combinati (compressione)
Fusto in trazione
s;t
R1
1.0
1.0
1.0
1.25
R2
Base
Simbolo
1.1
1.0
1.3
1.1
R2
1.1
1.0
1.5
1.0
1.25
1.1
R1
1.1
1.0
1.1
1.25
Simbolo
a;t
a;p
R1
1.1
1.1
Simbolo
R;h
Capacit portante
R1
1.0
1.15
R2
1.3
1.1
Set
R3
1.6
R4
1.1
1.0
1.45
1.1
1.0
1.4
1.1
1.0
1.15
Permanente
R4
1.15
Temporanea
R3
s;t
Resistenza
Set
1.6
1.6
Fusto in trazione
1.1
1.0
Totale/combinati (compressione)
1.3
1.1
Simbolo
1.0
1.15
R4
1.3
1.25
s;t
Resistenza
R3
1.0
B
s
Totale/combinati (compressione)
R1
Set
1.0
1.1
1.0
1.1
R3
1.4
R2
1.3
1.1
Set
1.1
1.6
R3
R4
1.0
1.1
1.1
1.0
Set
R2
1.1
R3
R;v
1.0
1.4
1.0
R;e
1.0
1.4
1.0
1.0
1.1
1.0
Tabella A.14 Coefficienti di sicurezza parziali R per pendii e per analisi di stabilit globali
Resistenza
Simbolo
R;e
R1
1.0
Set
R2
1.1
R3
1.0
Figura 4.18. Tabelle A.5, A.6, A.7, A.8, A.12, A.13, A.14 relative ai coefficienti di sicurezza parziali, riportate nellAnnesso A
dellEurocodice 7
140
FONDAZIONI
li). Per le resistenze del terreno, i calcoli sono eseguiti utilizzando il set di coefficienti di sicurezza
parziali M2 della tabella A.4, e il set R1 delle tabelle da A.5 ad A8 e da A.12 ad A.14 (figura 4.15b:'
= c' = 1.25, cu =1.4 e R,v = 1.0).
Quando ovvio che una delle due combinazioni governa il progetto, non necessario analizzarle
entrambe. Usualmente, il dimensionamento geotecnico governato dalla combinazione 2, ed pertanto sufficiente controllare in un secondo tempo che le dimensioni siano accettabili per la combinazione 1; analogamente, spesso ovvio dimensionare la struttura sulla base della combinazione 2
e, quando pertinente, verificarla con la combinazione 1.
(B.3.1) e (B.6.2.2) dellannesso B dellEN 1997-1, cosicch si ha una diretta relazione con il tradizionale coefficiente di sicurezza globale = Rk / Ek .
Lespressione Ed Rd diventa:
e quindi si ha:
E E { Frep , X k , ad } R { Frep , X k , ad } / R
= E R
Si dovrebbe notare che E un coefficiente composto, in quanto il valore dipende dalle proporzioni
delle parti permanenti e variabili dellazione. Il prodotto ER dipendente da questa proporzione,
mentre il coefficiente di sicurezza globale usualmente indipendente da essa.
141
riguarda le azioni variabili sfavorevoli queste vengono amplificate, anche se con coefficienti parziali
diversi, in entrambi i casi.
A questo scopo si adotta la seguente combinazione di coefficienti di sicurezza parziali A1 (per le
azioni strutturali) o A2 (per le azioni geotecniche) + M2 + R3.
I valori caratteristici delle azioni che provengono dalla struttura (azioni strutturali) sono moltiplicati per i coefficienti di sicurezza parziali del set A1 della tabella A.3 (figura 4.17: valori raccomandati G =1.35 e Q =1.5) per ottenere i valori di progetto. I valori di progetto delle azioni dovute alla
presenza del terreno o trasferite attraverso di esso (azioni geotecniche) sono ricavati usando i coefficienti di sicurezza parziali sulla resistenza al taglio del terreno mediante il set M2 ed A2 (figura
4.17: valori raccomandati G =1.0 e Q =1.3). I valori di progetto della resistenza al taglio del terreno sono ottenuti applicando i coefficienti di sicurezza parziali del set M2 della tabella A.4 (figura
4.17: valori raccomandati ' = c' = 1.25; cu = 1.4).
I valori di progetto della resistenza del terreno sono ottenuti utilizzando i coefficienti di sicurezza
parziali del set M2 della tabella A.4 ai parametri di resistenza al taglio del terreno, e i coefficienti di
sicurezza parziali della resistenza del set R3 delle tabelle da A.5 ad A8 e da A.12 ad A.14 dellannesso A (Figura 4.17: set M2, valori raccomandati ' = c' = 1.25, cu = 1.4 e R,v = 1.0).
4.6.5. CRITERI DI VERIFICA DEGLI STATI LIMITI DI ESERCIZIO
Le verifiche degli stati limiti di esercizio sono effettuate con riferimento ai valori caratteristici sia
dei parametri di resistenza e di deformabilit sia delle azioni, ovvero senza applicazione di coefficienti di sicurezza.
Oltre alle verifiche degli elementi strutturali previste dalla normativa vigente e dagli eurocodici, si
dovr verificare che gli spostamenti calcolati siano inferiori a quelli ammissibili per lopera da realizzare e, ove appropriato, per le strutture poste nelle immediate vicinanze. A tale proposito il progettista deve:
effettuare specifiche valutazioni degli spostamenti facendo riferimento a profili di deformabilit
dei terreni ragionevolmente cautelativi;
definire, sulla base di considerazioni tecniche, i valori di soglia degli spostamenti che possono
produrre il raggiungimento dello stato limite di sesercizio per le strutture, o, in alternativa, valutare direttamente, mediante calcoli specifici, le conseguenze prodotte sulle strutture dagli spostamenti calcolati.
142
FONDAZIONI
in prossimit o su un pendio inclinato, sia esso naturale o artificiale (instabilit per fenomeni gravitativi);
in prossimit di un corso dacqua, di un lago o del mare (instabilit per fenomeni di erosione);
in prossimit di cavit sotterranee o di strutture interrate (instabilit per chiusura delle cavit e/o
per eccessivi spostamenti);
in aree, anche pianeggianti, per le quali possano essere previsti fenomeni di liquefazione in presenza di eventi sismici (instabilit per perdita di resistenza degli strati di terreno).
Figura 4.19. Esempio di azioni agenti su una fondazione superficiale. Vd la risultante agente normale alla fondazione relativamente
ai valori di progetto delle seguenti azioni
( omesso il pedice d per maggiore chiarezza): H, M e V sono azioni strutturali; A
e P sono le pressioni del terreno; W1 e W2
sono i pesi del rinterro della fondazione
143
Pk = 270 kN
Qk = 70 kN
h2 = 0.5 m
k = 25 kN/m3 'k = 15 kN/m3
h1 = 0.5 m
BxB
k
acqua
'k
'k
Ck
Cu,k
=
=
=
=
=
=
18 kN/m3
10 kN/m3
8 kN/m3
20
5 kPa
30 kPa
Figura 4.20. Geometria dellesempio di verifica delle dimensioni di una fondazione superficiale con i valori caratteristici delle azioni e
delle propriet del terreno
Il valore di progetto per la resistenza portante verticale calcolato mediante lequazione (D.1)
dellAnnesso D dellEurocodice 7 (pagine 156, 157 e 158 del documento EN 1997-1:2003(E)), applicando i coefficienti di sicurezza parziali, alla resistenza in condizioni non drenate, del set M2 della
tabella A.4; il coefficiente di sicurezza parziale fissato pari ad 1, in accordo con il set R1 della
tabella A.5:
Rd / A ' = ( + 2 ) cu ,d bc sc ic + q
dove:
cu,d = cu,k/cu=30/1.4 = 21.4 kPa
sc = 1.2 (fondazione a forma quadrata: B/L=1)
bc = 1 (superficie del terreno e base della fondazione orizzontale)
ic = 1 (carichi verticali)
qd = (/) /h1 + h2) = (18/1.0) (0.5+0.5) = 18 kPa
e quindi si ottiene:
Il valore di progetto della capacit portante della fondazione (1,70 m 1,70 m) pertanto pari a:
Rd = 150 1.7 1.7 = 434 kN
144
FONDAZIONI
Il valore di progetto per la capacit portante verticale calcolato mediante lequazione (D.1)
dellAnnesso D dellEurocodice 7, applicando i coefficienti di sicurezza parziali alla resistenza al
taglio in condizioni non drenate del set M1 della tabella A.4; il coefficiente di sicurezza parziale R,v
fissato pari ad 1 in accordo con il set R1 della tabella A.5.
Pertanto si ha:
cu,d = cu,k/cu =30/1.0 = 30 kPa
sc = 1.2 (fondazione a forma quadrata: B/L=1)
bc = 1 (superficie del terreno e base della fondazione orizzontale)
ic = 1 (carichi verticali)
qd = (/) /h1 + h2) = (18/1.0) (0.5+0.5)=18 kPa
e quindi:
Rd / A ' = ( 3.14 + 2 ) 30 1.2 1 1 + 18 1 = 203kPa
Il valore di progetto della resistenza portante (questo termine viene usato al posto di capacit portante quando ci si riferisce a forze resistenti e non a resistenze unitarie; lunit di misura quella
delle forze e non quella degli sforzi) della fondazione (1,70 m 1.70 m) pertanto pari a:
Rd = 203 1.7 1.7 = 587 kN
Questo valore molto basso in confronto ai valori impiegati nella progettazione tradizionale.
Approccio progettuale 2
La condizione Vd Rd verificata per un plinto delle dimensioni di 2.0 2.0 m.
Il valore di progetto delle azioni (incluso il peso proprio della fondazione e del rinterro) ottenuto
usando i coefficienti di sicurezza parziali del set A1 della tabella A.3:
Vd = 1.35 ( 270 + 86 ) + 1.5 70 = 585 kN
Il valore di progetto della resistenza portante verticale calcolato mediante lequazione (D.1)
dellAnnesso D dellEurocodice 7, nella quale sono introdotti i valori caratteristici delle propriet
del terreno (il coefficiente di sicurezza parziale cu pari allunit nella tabella A.4), e viene applicato un coefficiente di sicurezza parziale R,v = 1.4, indicato dal set R2 della tabella A.5 per quanto
concerne il valore di Rd.
Si ha pertanto:
cu,k = 30 kPa
sc = 1.2 (fondazione a forma quadrata: B/L=1)
bc = 1 (superficie del terreno e base della fondazione orizzontale)
145
ic = 1 (carichi verticali)
qk = 1.0 18 kPa
qd = (/) (h1 + h2) = (18/1.0) (0.5+0.5)=18 kPa
e quindi:
La condizione GEO
585 kN 580 kN .
Lequivalente coefficiente di sicurezza deterministico globale pari a OFS=812/426=1.91.
Approccio progettuale 3
La condizione Vd Rd verificata per un plinto delle dimensioni di 2.0 2.0 m.
I valori di progetto delle azioni (incluso il peso della fondazione e del rinterro) sono ottenuti utilizzando i coefficienti di sicurezza del set A1 della tabella A.3. Poich tutte le azioni sono strutturali si ha:
Vd = 1.35 ( 270 + 86 ) + 1.5 70 = 586 kN
Il valore di progetto della resistenza portante verticale calcolato mediante lequazione (D.1)
dellAnnesso D dellEurocodice 7, applicando i coefficienti di sicurezza parziali alla resistenza al
taglio in condizioni non drenate del set M2 della tabella A.4; il coefficiente di sicurezza parziale
della resistenza R,v assunto pari allunit, in accordo al set R3 della tabella A.5.
Si ha pertanto:
cu,d = cu,k/cu=30/1.4 = 21.4 kPa
sc = 1.2 (fondazione a forma quadrata: B/L=1)
bc = 1 (superficie del terreno e base della fondazione orizzontale)
ic = 1 (carichi verticali)
qd = (/) (h1 + h2) = (18/1.0) (0.5+0.5)=18 kPa
e quindi:
Rd / A' = ( 3.14 + 2 ) 21.4 1 1.2 1 + 18 1 = 150 kPa
Il valore di progetto della resistenza (questo termine viene usato al posto di capacit portante
quando ci si riferisce a forze resistenti e non a resistenze unitarie; lunit di misura quella delle
forze e non quella degli sforzi) della fondazione (2.0 m 2.0 m) pertanto pari a:
DA-1
1.70 1.70
1.46
DA-2
2.00 2.00
1.91
DA-3
2.00 2.00
1.91
Il coefficiente di sicurezza globale trovato nellapproccio progettuale 1 (DA-1) pu sembrare piccolo in confronto con i valori tradizionalmente adottati nella pratica progettuale. Tuttavia occorre menzionare che le dimensioni finali di una fondazione dipendono anche dalle verifiche agli stati limiti
di esercizio (SLS) e che, com noto dalla pratica tradizionale, gli stati limite di esercizio governano
146
FONDAZIONI
le scelta delle dimensioni della fondazione; pertanto il risultato pu essere confrontato con la pratica tradizionale solamente dopo che sono stati verificati gli stati limiti di esercizio, ovverosia quando sono stati calcolati i cedimenti.
I valori dei coefficienti di sicurezza parziali G,unfav e Q,unfav dipendono dallapproccio progettuale
adottato. La sezione del pilastro, in questa equazione, stata trascurata.
Occorre evidenziare che, usando questa equazione, il coefficiente di sicurezza parziale per le azioni
sfavorevoli applicato ai pesi di volume efficaci (alleggeriti) della fondazione e del rinterro, pertanto applicato anche alle pressioni dellacqua favorevoli. Questo discutibile in alcuni casi speciali,
dove la pressione dellacqua gioca un ruolo importante nellequilibrio e, conseguentemente dovrebbe essere applicata una separata fattorizzazione dei pesi di volume (totali) e delle forze dellacqua.
dove
'
2
G pad
, k = 1.85 ( 25 10 ) 0.5 + (18 10 ) 0.5 = 39 kN
Il valore di progetto per la resistenza verticale calcolato mediante lequazione (D.2) dellAnnesso
D dellEurocodice 7 (pagina 157 del documento EN 1997-1:2003(E)), applicando i coefficienti di sicurezza parziali alla resistenza al taglio in condizioni drenate (c e tan) del set M2 della tabella A.4; il
coefficiente di sicurezza parziale R,v fissato pari ad 1, in accordo con il set R1 della tabella A.5.
Rd / A ' = q ' N q ,d bq iq sq ,d + 0.5 ' B' N ,d b i s + c' N c ,d bc ic ss ,d
nella quale:
d = 16.23 (tand = tank/1.25)
cd = 5/1.25 = 4 kPa.
Con riferimento alle formule per calcolare i coefficienti di capacit portante ed i coefficienti di forma
riportati nellannesso D dellEurocodice 7, inserendo si ha:
Nq,d = 4.43
sq,d = 1.28
iq = 1.0
bq = 1.0
Nc,d = 11.79
sc,d = 1.36
ic = 1.0
bc = 1.0
N,d = 2.00
s = 0.7
i = 1.0
b = 1.0
147
Il valore di progetto della resistenza portante della fondazione (1.85 m 1.85 m) pertanto:
Rd = 120 1.85 1.85 = 410 kN
Il valore di progetto per la resistenza portante verticale calcolato mediante lequazione (D.2)
dellAnnesso D dellEurocodice 7, applicando i coefficienti di sicurezza parziali alla resistenza al
taglio in condizioni drenate del set M1 della tabella A.4; il coefficiente di sicurezza parziale R,v
fissato pari ad 1, in accordo con il set R1 della tabella A.5.
Pertanto si ha:
cu ,d = cu ,k / cu = 30 / 1.0 = 30 kPa
I valori di progetto dei coefficienti di capacit portante sono ottenuti assumendo = d' = k' e
c' = cd' = ck' mentre i coefficienti i e b sono assunti pari a 1.0.
Nq,k = 6.40
sq,k = 1.34
iq = 1.0
bq = 1.0
Nc,k = 14.83
sc,k = 1.40
ic = 1.0
bc = 1.0
N,k = 3.93
s ,d = 0.7
i = 1.0
b = 1.0
Rd / A' = 8 6.40 1.34 + 0.5 1.85 3.93 8 0.7 + 5 14.83 1.40 = 193kPa
Il valore di progetto della resistenza portante della fondazione (1.85 m 1.85 m) pari a:
Rd = 193 1.85 1.85 = 660 kPa
Approccio progettuale 2
La condizione Vd Rd verificata per un plinto delle dimensioni di 1.95 1.95 m.
Il valore di progetto delle azioni (incluso il peso proprio alleggerito della fondazione e del rinterro)
ottenuto usando i coefficienti di sicurezza parziali del set A1 della tabella A.3:
Vd = 1.35 ( 270 + 44 ) + 1.5 70 = 530 kPa
148
FONDAZIONI
Il valore di progetto della resistenza verticale calcolato mediante lequazione (D.2) dellAnnesso
D dellEurocodice 7, nella quale sono stati adottati, per i parametri di resistenza al taglio in condizioni drenate, i coefficienti di sicurezza parziali del set M1 della tabella A.4. Inoltre stato applicato al valore calcolato della resistenza (valore caratteristico) un coefficiente di sicurezza parziale R,v
= 1.4, appartenente al set R2 della tabella A.5.
I valori di progetto dei coefficienti di capacit portante e dei coefficienti di forma e di inclinazione
del carico sono uguali ai loro valori caratteristici:
Nq,k = 6.40
sq,k = 1.34
iq = 1.0
bq = 1.0
Nc,k = 14.83
sc,k = 1.40
ic = 1.0
bc = 1.0
N,k = 3.93
s = 0.7
i = 1.0
b = 1.0
Rd / A' = 8 6.40 1.34 + 0.5 1.95 3.93 8 0.7 + 5 14.83 1.40 = 194 kPa
Applicando un coefficiente di sicurezza parziale R,v = 1.4 al valore caratteristico della resistenza si
ottiene:
Rd/A = 194/1.4 = 139 kPa
= 139 1.95 1.95 = 529 kN.
Rd
La condizione Vd Rd per la verifica agli stati limite ultimi GEO (superamento della resistenza limite o eccesso di deformazioni) soddisfatta, essendo 530 kN 529 kN.
Lequivalente coefficiente di sicurezza globale pari a:
OFS = Rk / ( Pk + Qk + G pad ) = 776/(270+46+70)= 776/386 = 2.01
Approccio progettuale 3
La condizione Vd Rd verificata per un plinto delle dimensioni di 2.15 2.15 m.
Le azioni sono strutturali. I loro valori di progetto (incluso il peso efficace della fondazione e del
rinterro) sono ottenuti utilizzando i coefficienti di sicurezza parziali del set A1 della tabella A.3:
Vd = 1.35 ( 270 + 53) + 1.5 70 = 541kPa
Il valore di progetto della resistenza verticale calcolato mediante lequazione (D.2) dellAnnesso
D dellEurocodice 7, applicando ai parametri relativi alla resistenza al taglio drenata i coefficienti di
sicurezza parziali del set M2 della tabella A.4; il coefficiente di sicurezza parziale della resistenza
R,v assunto pari allunit, in accordo al set R3 della tabella A.5.
Nq,k = 4.43
sq,k = 1.28
iq = 1.0
bq = 1.0
Nc,k = 11.79
sc,k = 1.36
ic = 1.0
bc = 1.0
N,k = 2.00
s = 0.7
i = 1.0
b = 1.0
Rd / A ' = 8 4.43 1.28 + 0.5 2.15 2.0 8 0.7 + 4 11.799 1.36 = 121.5 kPa
Il valore di progetto della resistenza portante della fondazione (1.85 m 1.85 m) pari a:
Rd = 121.5 2.15 2.15 = 562 kN
La condizione Vd Rd per verifica agli stati limite ultimi GEO (superamento della resistenza limite o
eccesso di deformazioni) soddisfatta, essendo 541 kN < 562 kN.
149
La seguente tabella 4.4 riepiloga i risultati dei calcoli per i tre differenti approcci progettuali per le
condizioni drenate.
DA-1
1.85 1.85
1.74
DA-2
1.95 1.95
1.92
DA-3
2.15 2.15
2.30
Buisman A.S.K. (1935), De weerstand van pallpunkten in zand. De Ingenieur, 50(14), pp. 28-35
Eslaamizaad S. e Robertson R.K. (1996), Cone penetration test to evaluate bearing capacity of foundation in sands.
Proceedings of the 49th Canadian Geotechnical Conference, St. Johns, Newfoundland, September
Frank R., Bauduin C., Driscoll R., Kavvadas M., Krebs Ovesen N., Orr T. e Schuppener B. (2004), Designers Guide to
EN 1997-1 Eurocode 7: Geotechnical Design - General Rules. Thomas Telford, Londra
Hansen J.B. e Hansen B. (1957). Foundations of structures (a) General subjects and foundations other than piled foundations. General report, 4th ICSMFE, London, Vol. II, pp 441-447
Hansen J.B. (1970). A Revised and Extended Formula for Bearing Capacity. Bulletin No. 28, Danish Geotechnical
Institute, Copenhagen, pp 5-11
Meyerhof G.G. (1953), The ultimate bearing capacity of fondations under eccentric and inclined loads. Proc. 3rd
International Conference on Soil Mechanics and Foundation Engineering, Zurich, Vol. 1, pp. 440-445
Meyerhof G.G. (1956), Penetration tests and bearing capacity of cohesionless soils. Proc., Journal of Soil Mechanics and
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Terzaghi K. (1943), Theoretical soil mechanics. John Wiley and Sons, New York, p. 510
Terzaghi K. e Peck R.B. (1967), Soil mechanics in engineering practice, Second Edition, John Wiley and Sons, New York,
p. 729
US Department of Navy (1982), NAVFAC DM 7.1 Soil Mechanics, Naval Facilities Engineering Command, VA, p.
348.
48
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
La superficie di contatto o di trasmissione determinata dalla base della fondazione B, il rapporto D/B permette cos per come proposto da Terzaghi di definire:
superficiali le fondazioni in cui il rapporto D/B minore di 4;
profonde le fondazioni per le quali il rapporto D/B maggiore di 10;
semi-profonde le fondazioni con D/B compreso tra 4 e 10.
La differenza tra le tipologie di fondazione risiede nel meccanismo di trasferimento del carico al terreno, dove le fondazioni superficiali trasmettono il carico
solo attraverso il piano di appoggio, mentre le fondazioni profonde e semi-profonde trasferiscono il carico al terreno sia in corrispondenza del piano di appoggio che lungo la superficie laterale.
La funzionalit delle strutture in elevazione garantita quando le azioni trasmesse alle fondazioni:
non producono rottura del terreno sottostante;
non inducono cedimenti eccessivi nel terreno tali da compromettere la stabilit e la funzionalit dellopera sovrastante;
non producono instabilit globale, per esempio in opere realizzate su pendio,
quando possono verificarsi sollecitazioni incompatibili con il materiale delle
fondazioni.
3.2. Meccanismi di rottura del terreno sottostante
Si consideri un blocco rigido appoggiato su un terreno omogeneo, su questo si
applichi un carico verticale Q, fatto crescere gradualmente, leggendo contemporaneamente lo spostamento verticale (cedimento) w della fondazione. Diagrammando secondo un sistema carico-cedimento, si osserva che in un primo momento il cedimento cresce secondo una legge prossima a quella lineare, per poi
incrementarsi per piccoli incrementi del carico, fino a raggiungere il carico limite
del terreno Qlim (rottura del terreno), che rappresenta la pressione massima che
una fondazione pu trasmettere al terreno prima che questo raggiunga la rottura.
Landamento del tipo di rottura fortemente influenzato dallo stato di addensamento (o alla consistenza, se si tratta di terreno coesivo), osservando che:
per un carico equivalente, il cedimento della fondazione tanto maggiore
quanto minore la densit relativa (o quanto minore la consistenza);
per terreni in cui si ha una elevata densit relativa (o della consistenza), in
corrispondenza del carico di rottura, il blocco collassa, mentre per valori bassi
della densit relativa (o della consistenza) il cedimento tende ad aumentare
progressivamente e indefinitamente. La condizione di rottura individuata da
un valore limite convenzionale del cedimento.
49
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
Premesso che landamento del grafico riportato nelle figure 3.2-3.4 si riferisce
a condizioni di deformazione controllata e non di carico controllato, si possono
distinguere tre meccanismi di rottura.
rottura generale
rottura locale
Si ha la formazione di una superficie di rottura che interessa solo la zona in prossimit del cuneo sottostante la fondazione e che non si estende lateralmente. Il
meccanismo associato a terreno sciolto (o poco consistente).
50
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
punzonamento
Variando la profondit del piano di posa si osserva che landamento della curva
carico-cedimenti si modifica e, in particolare, allaumentare della profondit del
piano di posa si pu passare da una condizione di rottura generale a una di rottura
locale e a una per punzonamento.
51
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
Le azioni della fondazione spingono verso il basso il cuneo, cosa che, in condizioni di equilibrio limite, si traduce nella rottura del terreno circostante secondo una superficie di scorrimento a forma di spirale logaritmica con anomalia
. Prandtl ha ipotizzato che in condizioni di rottura le tensioni sulla superficie
di scorrimento sono inclinate per attrito di un angolo rispetto alla normale, e
che queste hanno direzione che converge nel polo A della spirale logaritmica.
La zona di taglio radiale spinge ulteriormente il terreno latistante producendo la
rottura per spinta passiva. Il cuneo ADF a questo punto in condizioni di spinta
passiva di Rankine (tensioni verticali e orizzontali principali, con tensione verticale minore, e tensione orizzontale maggiore), questo delimitato da superfici
piane inclinate di un angolo di 45 /2 rispetto allorizzontale, scorre verso
lesterno e verso lalto.
52
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
(3.1)
La rottura viene calcolata supponendo che la superficie di scorrimento corrisponda alle condizioni previste per il singolo caso.
Nella (3.1), i valori N, Nc, Nq sono quantit adimensionali, e vengono dette fattori
di capacit portante; queste grandezze sono funzione dellangolo al taglio .
I fattori Nc e Nq fanno riferimento rispettivamente alla coesione e al sovraccarico,
mentre N tiene conto dellinfluenza del peso del terreno.
La formula trinomia sul calcolo della capacit portante in genere corretta da
fattori dipendenti dalle condizione al contorno, inseriti nel tempo da vari autori.
3.3.1. Formula di Terzaghi
Terzaghi nel 1943 formul una delle teorie sulla capacit portante di una fondazione superficiale, per il caso in cui D B. Senza prendere in considerazione
linclinazione della fondazione o uneventuale eccentricit del carico o sua inclinazione, la formula trinomia proposta dallautore la seguente:
1
qlim = cN c sc + qN q + N Bs
2
(3.2)
53
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
) ( )
2 0 ,75 / 2 tan
Nq =
2cos 2 45 + 2
Nc = (Nq 1)cot
N = 2(Nq 1)tan
Il calcolo della capacit portante dipende dal tipo di fondazione:
Terzaghi ha introdotto inoltre dei coefficienti che tengono conto della forma della
fondazione, detti fattori di forma, sc, s (tabella 3.1).
Tabella 3.1. Fattori di forma
Fattori di forma
sc
Nastriforme
Rettangolare
1,3
0,8
Quadrata o circolare
1,3
0,6
1
qlim = cN c sc ic dc + qN q sq iq dq + N Bs i d
2
(3.3)
54
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
sc
B 2
tan +
L
4 2
1 + 0 ,2
1 + 0 ,2
B 2
tan +
L
4 2
1 + 0 ,1
sq
B 2
tan +
L
4 2
1 + 0 ,1
B 2
tan +
L
4 2
dc
1 + 0 ,2
D
tan +
B
4 2
>0
1 + 0 ,2
D
tan +
B
4 2
1 + 0 ,1
dc
D
tan +
B
4 2
1 + 0 ,1
D
tan +
B
4 2
iq
ic
1
90
>0
1
90
1
90
1
90
i
2
0
2
Dove rappresenta langolo che la retta dazione del carico forma con la verticale
(espresso in gradi).
55
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
1
qlim = c' N c sc ic bc g c dc + q ' N q sq iq bq g q dq + N B' s i b g d
2
(3.4)
(3.5)
56
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
B' N q
1+
L' N c
Rettangolare
1+
Circolare o quadrata
sq
sc
Nq
Nc
1+
B'
tan
L'
1 0 ,4
1 + tan
B'
L'
0,6
dc
D
1
B'
D
>1
B'
D
1
B'
D
>1
B'
1 + 0 ,4
D
B'
D
1 + 0 ,4 arctan
B'
dq
1 dq
N c tan
dq
1 + 2 tan 1 sin
D
B'
D
1 + 2 tan 1 sin arctan
B'
57
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
(3.6)
(3.7)
L = L 2eL (3.8)
58
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
ic
=0
Argilla satura in condizioni
non drenate
c > 0, > 0
Argilla in condizioni drenate
c=0
Sabbie
mH
B L cu N c
iq
1 iq
N c tan
iq
H
1
V + BLcD cot
H
1
V
H
1
V + BLcD cot
H
1
V
m+1
m+1
Dove il coefficiente m assume, per carico orizzontale parallelo alla base, il seguente valore:
B
L
m=
B
1+
L
2+
(3.9)
59
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
La capacit portante nella direzione ortogonale al piano di posa corretta secondo dei fattori di inclinazione del piano di posa (tabella 3.8).
Tabella 3.8. Fattori di inclinazione del piano di posa
Fattori di inclinazione del piano di posa
Valori di
=0
Argilla satura in condizioni non drenate
c > 0, > 0
Argilla in condizioni drenate
bc
bq
2
+2
(1 tan)2
(1 tan)2
bq
1 bq
N c tan
gq
gc
gq
2
+2
(1 tan)2 cos
(1 tan)2
1 gq
N c tan
60
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
1
qlim = c' N c sc ic bc g c dc + q ' N q sq iq bq g q dq + N B' s i b g d
2
(3.10)
I fattori di forma e dinclinazione del carico sono riportati nelle tabelle 3.10, 3.11, 3.12.
Tabella. 3.10. Fattori di forma
Fattori di forma
Valori di
=0
Forma
Rettangolare
Rettangolare
Quadrata o rotonda
sc
sq
B'
1 + 0 ,2
L'
1,2
sq N q 1
Nq 1
1+
B'
sen
L'
1 + sen
1 0 ,3
0,7
B'
L'
umentato la tensione progressivamente dal generatore fino ad arrivare a 5V. Durante lesercitazione abbiamo
61 dovuto camb
orrente Id in mA dovrebbe formarsi una curva che prende il nome di curva caratteristica del diodo dove V la tensione d
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
iq
0 ,5 1 + 1
B' L' cU
Valori di
=0
Argilla satura
in condizioni non drenate
c > 0, > 0
iq N q 1
Nq 1
0 ,7 H
1
H
1
ic
iq
=0
H
0 ,5 1 + 1
non drenate
c > 0, > 0
Argilla in condizioni
drenate
iq N q 1
Nq 1
H
V + B' L' cU cot
H
V + B' L' cU cot
Per i fattori di profondit, di inclinazione del piano di posa e del piano di campagna, possono essere assunti gli stessi valori proposti da Brinch-Hansen.
3.3.5. Influenza dellacqua e scelta dei parametri geotecnici
La presenza dellacqua, sia sul terreno sottostante il piano di posa della fondazione che sul terreno sovrastante, influenza notevolmente la capacit portante. Il
problema rivolto al drenaggio del terreno, che dipende dal tipo di terreno e dal
modo in cui viene applicato il carico (istantaneo o lento).
Per i terreni a grana grossa, quali ghiaie e sabbie, considerata lelevata permeabilit (k 105 m/s), lapplicazione di carichi statici non genera sovrapressioni
interstiziali; lanalisi condotta con riferimento alle condizioni drenate, considerando solo tensioni efficaci.
In termini di tensioni efficaci, la resistenza del terreno definita secondo i parametri c e , da cui il criterio di rottura:
= c + tan
Quindi nella formula trinomia (equazioni (3.1), (3.2), (3.3), (3.4) e (3.10)) devono essere presi come dati geotecnici i valori efficaci c e .
62
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
La presenza di una falda incide sul calcolo della capacit portante tramite il sovraccarico trasmesso dal terreno sovrastante e dal peso specifico del terreno al di
sotto del piano fondale. I fattori di capacit portante vengono calcolati utilizzando i valori di c e del terreno.
A seconda della presenza della falda e della sua profondit possono essere individuati tre casi. Per semplificazione verr esaminata la formula trinomia proposta
da Terzaghi, ma ovviamente il caso pu essere descritto da tutte le teorie analoghe (Meyerhof, Brinch-Hansen, EC7, ecc.).
Ipotizzando la falda in quiete, con peso specifico dellacqua w, si hanno i seguenti casi.
a. Il pelo libero della falda si trova a una quota al di sopra del piano di posa
della fondazione
(3.12)
dove
)(
(3.14)
63
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
Se il pelo libero della falda coincide con il piano di fondazione, allora il valore zFalda sar uguale alla profondit dellaffondamento D, quindi:
q = 1 D
(3.15)
b. Il pelo libero della falda si trova a una profondit al di sotto del piano di
posa della fondazione compresa tra D e D + B ovvero, d < B
(3.16)
(3.17)
c. Il pelo libero della falda si trova a una profondit al di sotto del piano di
posa della fondazione con d B, la falda pu essere trascurata
Per i terreni a grana fine (limi e argille), la cui permeabilit molto bassa, le
sovrapressioni interstiziali a causa dei carichi statici si dissipano lentamente
nel tempo secondo la legge della consolidazione.
La capacit portante dovrebbe essere esaminata secondo un comportamento
a breve termine (condizioni non drenate in termini di tensioni totali), nonch
secondo un comportamento a lungo termine (condizioni drenate in termini di
tensioni efficaci).
Ovviamente considerare la condizione non drenata (comportamento a breve
64
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
(3.18)
dove
t = coefficiente di attrito fondazione-terreno
ca = adesione fondazione-terreno
Epd = resistenza laterale di calcolo (resistenza passiva).
Il coefficiente di attrito fondazione-terreno, in generale, pu essere assunto pari
allangolo di attrito interno del terreno a contatto con la fondazione, ladesione
ca invece assunta pari a (0,5 0,7)c.
La resistenza passiva in genere si mobilita per spostamenti superiori di almeno un
ordine di grandezza rispetto a quelli necessari per mobilitare lo stato limite attivo
FRd. In genere viene trascurata, a meno che non venga compattato il terreno di
riporto o infisso un muro laterale o che il getto di calcestruzzo avvenga a contatto
con la parete di scavo.
La verifica soddisfatta se:
RH = H EH
(3.18)
Sia RH che EH vengono calcolati tenendo conto di opportuni coefficienti correttivi, come verr illustrato nel successivo capitolo.
65
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
66
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
(3.20)
Il metodo di Paolucci-Pecker unestensione ridotta del metodo di Brinch-Hansen, dove la portanza in condizioni statiche ridotta nei sui coefficienti vale:
1
qlim,s = c' N c sc ic dc + q ' N q sq iq dq + N B' s i d
2
(3.21)
k
h = 1 h
0 ,85
(3.22)
e
e = 1
0 ,50 B
(3.23)
67
Capacit portante di una fondazione superficiale cap 3
k
i = 1 h
tan
0 ,35
(3.25)
Il metodo di Paolucci secondo lequazione (3.25) valido fino a che viene rispettata la disuguaglianza:
ag
kh = S < tan
(3.26)
g
dopodich il coefficiente legato allinerzia del terreno perde significato.
Il metodo non risulta applicabile in certe zone sismiche per valori dellangolo di
attrito interno relativamente basso.
3.5.2. Metodo di Maugeri
Il metodo di Maugeri si basa su uno studio condotto per via numerica mediante
il metodo delle caratteristiche, proposto da Sokolowskii per unanalisi statica e
riscritto per una condizione pseudostatica attraverso la descrizione di un modello
numerico che permette di trovare i valori di Nj.
Si tenga presente che linterpolazione corretta per valori di kh inferiori a 0,40.
I valori di Nj vengono ridotti rispetto a quelli tipici statici grazie a nuovi coefficienti correttivi indicati rispettivamente con hc, hq, h, rappresentati attraverso delle funzioni interpolanti di tipo polinomiale cubico in funzione di e kh.
Il metodo di Maugeri permette, attraverso il variare di un coefficiente f tra il
valore 0 e il valore 1, di tenere conto, nel primo caso, del solo effetto cinematico
del sisma e nel secondo caso delleffetto completo (cinematico + dinamico) del
sisma sulla fondazione, quindi il fattore f tiene conto della percentuale di sforzo
di taglio trasmesso alla base.
Con questo metodo la consueta formula di Brinch-Hansen viene riscritta introducendo i coefficienti h nel seguente modo:
1
qlim,s = c' N c sc ic dc hc + q ' N q sq iq dq hq + N B' s i d h
2
(3.27)
(3.28)
68
Consolidamento fondazioni di strutture in muratura
b. fattore di coesione:
hc = D (kh2 f) + E (kh f) + 1
(3.29)
c. fattore di sovraccarico:
hq = F kh2 (1 f) + G kh (1 f) + H (kh2 f) + I (kh f) + 1 (3.30)
dove
A = 7,23tan3 18,39tan2 + 15,22tan 5,39
B = 70,5tan3 + 143,84tan2 98,79tan + 27,64
C = 12,90tan3 35,04tan2 + 30,27tan 12,48
D = 70,06tan3 171,07tan2 + 129,90tan 29,61
E = 1,27tan 1,07
F = 43,29tan3 105,80tan2 + 81,09tan 19,91
G = 2,80tan3 + 6,66tan2 4,61tan + 0,35
H = 63,69tan3 154,31tan2 + 117,70tan 26,34
I = 4,49tan3 + 10,58tan2 8,48tan 0,22.
Entrambi i metodi permettono di porre in evidenza che al crescere dellaccelerazione sismica di picco la capacit portante della fondazione diminuisce in modo
decisamente marcato, diminuzione molto significativa al punto da asserire che,
per angoli di attrito piuttosto bassi e per valori di kh elevati, la capacit portante
in campo sismico si riduce fino ad arrivare a fondazioni di difficile realizzazione,
oppure allimpossibilit della valutazione della stessa.
Ai metodi illustrati ve sono altri che si citano solamente:
metodo di Kumar
metodo EC8 annex F
metodo di Richards
metodo di Sarma ecc.
CAPITOLO 3
CALCOLO DELLA CAPACIT PORTANTE
68
MICROPALI
tributo relativo alla portata di base trascurabile rispetto alla capacit portante complessiva, tenendo anche conto dei seguenti aspetti:
Lelevato valore della resistenza al taglio, presente lungo la superficie laterale al contatto fra la
miscela cementizia ed il terreno, che pu essere ottenuto come conseguenza del metodo dinstallazione dei micropali. La capacit portante per attrito laterale pu raggiungere valori superiori a
365 kN per metro di lunghezza del micropalo, in terreni a grana grossa ben addensati e 750 kN
per metro di lunghezza in rocce competenti, per i tipici diametri di perforazione dei micropali
(150-300 mm).
La superficie disponibile per mobilizzare lattrito laterale molto superiore rispetto alla superficie della base del micropalo. Ad esempio, per un palo del diametro di 200 mm e con una lunghezza di connessione pari a 6 m, la superficie, disponibile per attrito o adesione laterale, 120
volte superiore a quella relativa alla portata di base del micropalo.
Il cedimento del micropalo, necessario a mobilitare la resistenza al taglio lungo la superficie laterale, significativamente inferiore a quello necessario per mobilizzare la portata di base.
Come conseguenza della dipendenza della capacit portante del micropalo dallattrito che si sviluppa lungo la superficie laterale, i micropali sono considerati geotecnicamente equivalenti in compressione e in tensione. Questa una comune assunzione sulla base della quale i micropali sono
dimensionati per sforzi assiali di compressione/trazione, valutando il valore della resistenza al taglio
presente lungo la superficie laterale in funzione della resistenza del terreno.
I valori tipici che sono assunti per quanto concerne lattrito laterale del micropalo, mediante valutazioni teoriche o mediante prove di carico, sono considerati valori medi che agiscono lungo lintera
lunghezza del tratto di micropalo connesso al terreno. Misure ottenute da strumentazione installata
su ancoraggi e micropali, hanno mostrato, tuttavia, in modo particolare per terreni addensati e compatti e per le rocce competenti, che la percentuale di carico trasferita al terreno pi elevata nel tratto superiore, connesso al terreno, del micropalo.
Questo fenomeno ha una notevole influenza sulle previsione dei cedimenti. A questo riguardo, una
considerazione pratica che la concentrazione della reazione ai carichi applicati nella parte superiore del tratto di micropalo connesso al terreno, ha come conseguenza una riduzione della lunghezza del tratto di palo che si deforma elasticamente, con la conseguente riduzione dellentit del cedimento, particolarmente in terreni addensati o compatti e in roccia.
Occorre precisare che mentre limpiego dei micropali sta crescendo rapidamente, lo stato dellarte
per quanto riguarda la progettazione geotecnica dei micropali basata prevalentemente sullesperienza e ricerca relativa ai pali trivellati, agli ancoraggi nei terreni e ai tiranti.
Con riferimento ad un recente studio condotto dalla FHWA (vedi riferimenti bibliografici), la figura 3.1 riporta una tabella per stimare il valore della resistenza al taglio lungo la superficie laterale al
contatto fra la miscela cementizia e il terreno.
La tabella include dei campi di variazione, per i quattro tipi di micropalo descritti nel capitolo 1 (tipo
A, B, C e D), in funzione della variabilit geotecnica dei diversi tipi di terreno.
Tali valori della resistenza al taglio sono comunemente basati sullesperienza locale dellingegnere geotecnico. I valori riportati in tabella devono essere, pertanto, considerati come dei valori orientativi di
riferimento, per le diverse modalit dinstallazione e le differenti condizioni geotecniche dei terreni.
Sulla base di tali valori, della resistenza al taglio lungo la superficie laterale, al contatto fra la miscela cementizia ed il terreno, indicati in tabella con, si pu calcolare la capacit portante ammissibile
per forze assiali agenti sul micropalo, secondo la seguente relazione:
(1)
P=
3.14 D L
FS
dove oltre al valore di si ha:
D = diametro relativo alla superficie di contatto fra la miscela ed il terreno
L = lunghezza del tratto di connessione fra micropalo e terreno
FS = coefficiente di sicurezza in condizioni statiche, normalmente assunto pari a 2.5.
69
Tipo A
Tipo B
Tipo C
Tipo D
Arenarie
(moderatamente fratturate, poco o per
niente alterate)
Graniti e basalti
(moderatamente fratturati, poco o per
niente alterati)
Tipo A Micropali a Gravit
Tipo D Iniezione primaria a gravit e una o pi fasi di iniezione in pressione secondaria globale (iniezione ripetuta selettiva)
Figura 3.1. Riepilogo dei valori della resistenza al taglio lungo la superficie laterale in funzione del tipo di micropalo e terreno,
per valutazioni e dimensionamenti preliminari
Per quanto riguarda il calcolo della capacit portante per forze assiali applicate ai micropali, uno dei
metodi di calcolo, tuttora fra i pi validi fra quelli proposti in letteratura, stato messo a punto da
Bustamante e Doix (1985), i quali hanno analizzato i risultati sperimentali di una notevole mole di
prove di carico relative a tiranti, micropali e pali iniettati per un totale di 249 prove.
Di queste una parte stata ricavata da prove pubblicate in letteratura ma ben 120 si riferiscono a
prove che gli stessi Autori hanno direttamente seguito per conto del Laboratoires des Ponts et
Chausses. La figura 3.2, mostra lubicazione dei siti in Francia nei quali sono state effettuate le
prove di carico, i cui risultati sono stati utilizzati per mettere a punto il metodo di calcolo, ed un riepilogo di tutte le 249 prove utilizzate.
Relativamente ai differenti tipi di terreni interessati dallesecuzione dei tiranti e dei micropali sottoposti alle prove di carico, sono stati analizzati i risultati relativi a terreni che comprendevano limi e
argille, ghiaie e sabbie, rocce marnose o limo-calcaree e calcari e rocce alterate e fratturate.
La figura 3.3 riepiloga per i differenti siti le prove geotecniche eseguite e utilizzate per linterpretazione delle prove di carico.
Nonostante una discreta dispersione dei risultati, di cui si parler pi avanti, gli Autori sono riusciti
ad elaborare dei grafici che forniscono il valore della resistenza al taglio lungo la superficie laterale
70
MICROPALI
(a)
(c)
Regione parigina
Caratteristiche
geometriche
Tiranti
Micropali
valore medio
campo di
varizione
Lunghezze totali LT
(m)
(b)
Autori o organismi che
hanno interpretato le prove
Tiranti
Pali iniettati
non precisati
non precisati
Figura 3.2. Prove di carico utilizzate da Bustamante e Doix (1985) per mettere a punto il metodo di calcolo per il dimensionamento dei micropali, (a) ubicazione dei siti nei quali Laboratoires des Ponts et Chausses hanno effettuato parte delle prove di
carico, (b) riepilogo dei siti e di tutte le prove di carico analizzate, (c) riepilogo delle caratteristiche geometriche dei tiranti e dei
micropali sui quali sono state condotte le prove di carico esaminate
(N)
Totale
dei siti
6
I valori di pl eccedono
le possibilit della sonda
utilizzata da misurarli
1
I valori di pl eccedono le possibilit della sonda di
misurarli
4
(rifiuto prematuro)
17
Non stato possibile eseguire le prove a causa
della natura dei materiali molto addensati
4
Campioni non indisturbati
19
Di cui 11 sono stati giudicati inesplorabili a priori
a causa dellimpossibilit di prelevare campioni
19
Di cui 10 sono stati giudicati a priori inadatti
per eseguire prove SPT a causa della natura
troppo compatta dei terreni
Figura 3.3. Prove geotecniche effettuate nei siti nei quali Laboratoires des Ponts et Chausses hanno eseguito le prove di carico analizzate da Bustamante e Doix
71
del micropalo in funzione delle caratteristiche geotecniche dei terreni, con ununica differenziazione per quanto riguarda le modalit esecutive dei micropali:
quelli realizzati con una miscela cementizia colata a gravit o iniettata a debole pressione (inferiore a 0.7 MPa) designati con la sigla I.G.U. (iniezione globale unica);
quelli ottenuti con pi fasi diniezione di miscela cementizia di cui una prima fase a bassa pressione per sigillare il foro ed una o pi fasi ulteriori, a pressioni e volumi controllati, tramite valvole di non ritorno posizionate lungo il tratto connesso e designati con la sigla I.R.S. (iniezione
ripetuta selettiva).
Gli Autori chiariscono che la pressione diniezione per tiranti o micropali ad iniezione semplice in
genere:
0.5 pl pi pl
mentre nei tiranti o micropali ad iniezioni ripetute si ha:
pi pl
dove pl la pressione limite ricavata da prove pressiometriche.
Con riferimento alla figura 3.4 si ha che la capacit portante limite per forze assiali data dalla
seguente formula generale:
TL = Ds Ls qs
(2)
dove
Ds = diametro efficace
Ls = tratto di micropalo connesso al terreno, o lunghezza del bulbo
qs = tensione di attrito laterale che si sviluppa allinterfaccia palo-terreno.
Per quanto riguarda le dimensioni trasversali del micropalo da considerare, gli autori raccomandano
di utilizzare un valore del diametro efficace superiore al diametro di perforazione secondo la seguente espressione:
Ds = Dd
(3)
essendo un parametro migliorativo, i cui valori, a seconda del tipo di micropalo e di terreno,
sono riportati in figura 3.5.
I valori di qs sono indicati dagli Autori in funzione dei seguenti tipi di terreno:
La figura 3.10 riporta, infine, una tabella per scegliere nei grafici delle figure 3.6-3.9 la curva
relativa al diverso tipo di micropalo.
Come si pu notare nelle figure 3.6-3.9, la differenza di capacit portante per attrito laterale, tra i
micropali I.G.U. e I.R.S. risulta influenzata dalla
natura dei terreni ed maggiormente marcata per
i terreni con migliori propriet meccaniche.
TL
TL
QL
Dd
LL
Dd
Ls
Ls
Ds
Ds
72
MICROPALI
Tipo di terreno
Coefficiente
Ghiaia
Ghiaia sabbiosa
Sabbia ghiaiosa
Sabbia grossolana
Sabbia media
Sabbia fine
per
Sabbia limosa
per
per
per
Limo
Argilla
per
per
Marna
Marna calcarea
: con pi pl
: con 0,5 pl < pi < pl
Figura 3.5. Valori del coefficiente per il calcolo del diametro efficace per la valutazione della capacit portante di un micropalo
Sciolte
Mediamente addensate
Dense
Molto dense
73
Compatto
Molto compatto
Molle
Alterata
Fratturata - sana
Figura 3.8. Abachi per il calcolo del valore di qs in arenarie, marne e marne calcaree
Figura 3.9. Abachi per il calcolo del valore di qs in rocce alterate e fratturate
Nel caso di terreno stratificato la portata laterale limite pu essere calcolata sommando i contributi
dei diversi strati di terreno secondo la seguente espressione:
TL = Dsi qsi lsi
i
(4)
74
MICROPALI
Tipo
Tipo
75
Tipo
Tipo
Tipo
Tipo
Tipo
Tipo
76
MICROPALI
CASO A:
(5)
Ponendo ad esempio:
r0 = 0.04 m
si ha:
Q = 0.5 km H
(m3/s)
(6)
oppure:
Q = 3 104 km H
(l/min)
(7)
CASO B:
Nel caso pi realistico di sezione cilindrica di altezza si pu ugualmente utilizzare la (5), sostituendo a r0 il raggio r0 equivalente:
L
r0' =
77
dove
2 L
(L
4 r02
0.5
1n
L + L2 4 r02
0.5
2 r0
(8)
(9)
(10)
(11)
Eguagliando per congruenza le espressioni (1) e (3) della portata, si ottiene una relazione pi generale che correla il raggio di propagazione R al tempo di iniezione t, al carico H, ed alle caratteristiche del terreno k ed n:
R 3 r03 =
3 r0 km H t
n
(11)
CASO C: INIEZIONE IN TERRENO STRATIFICATO CON FLUSSO PIANO DA SORGENTE CILINDRICA DI RAGGIO r0
Nella realt i terreni omogenei ed isotropi sono uneccezione in quanto in genere si sempre in presenza di terreni eterogenei fittamente stratificati (Cambefort, 1967) come ad esempio nei depositi
alluvionali nei quali si ha una successione di strati con spessori e permeabilit molto diverse.
Se la sezione filtrante interessa diversi strati, la miscela si diffonde prima in quelli pi permeabili.
Si ha comunque un flusso piano, definibile dalla seguente formula di Thiem (1906), scritta in funzione della portata:
Q=
2 L H km
R
ln
r0
(13)
=
=
=
0.04 m
0.33 m
1.0 m
si ottiene:
Q = 0.64 km H
(m3/s)
(14)
78
MICROPALI
oppure:
Q = 3.84 104 km H (l/min)
(15)
Nei tre casi (A, B e C), mantenendo invariato il valore di r0 si ottiene la seguente espressione generale:
Q = km H
(m3/s)
(16)
Il coefficiente assume, nellultimo caso C analizzato, un valore intermedio, pari a 0.64, fra quelli
risultanti nei primi due casi (rispettivamente 0.5 per il caso A e 1.0 per il caso B).
Esprimendo la portata in termini puramente geometrici, nella (10) si pu introdurre la seguente
espressione:
V = (R2 r20) L
(17)
ottenendo:
n
t
Uguagliando la (13) alla (18) si ottiene la seguente relazione generale:
Q = R 2 r02 L
(18)
2 km H t
R
n 1n
r0
Una volta noti i valori di r0, R e n, si ottiene la seguente relazione generale:
R 2 r02 =
(20)
km H t =
(21)
dove adottando come unit di lunghezza, rispettivamente per le lunghezze ed il tempo, il metro ed
il secondo, la (m2) costante varia da un massimo di 2.56 nel caso A di flusso radiale da sorgente
sferica di raggio r0 = 0.04 m, ad un minimo di 0.48 nel caso C di flusso piano da una sezione cilindrica dello stesso raggio e di lunghezza pari a 0.33 m.
Sulla base di quanto sopra, la figura 3.15 mostra, per i tre casi esaminati, landamento della portata
in funzione del coefficiente di permeabilit del terreno alla miscela, per tre differenti casi di carico
idraulico, ovverosia di pressione di iniezione.
100.00
90.00
80.00
Portata Q (litri/min)
70.00
60.00
50.00
40.00
30.00
20.00
10.00
0.00
1.0E-06
1.0E-05
1.0E-04
Figura 3.15. Andamento della portata in funzione del coefficiente di permeabilit del terreno alla miscela, per tre differenti casi
di carico idraulico, ovverosia di pressione di iniezione
79
La figura 3.16 mostra, invece, come per ottenere un raggio di propagazione pari ad 1 m, raggiunto
in 30 minuti, occorra variare il carico idraulico in funzione del coefficiente di permeabilit alla
miscela.
Infine, le figure 3.17 e 3.18, rispettivamente per il caso B e C, mostrano come occorre variare il carico idraulico in funzione della durata delliniezione e della permeabilit del terreno alla miscela, per
ottenere un raggio di propagazione della miscela di 1 m, nel caso di un terreno caratterizzato da una
porosit pari a 0.3.
Nel caso dei micropali si adotter il sistema diniezione a volume controllato che comporta limCORRELAZIONE FRA CARICO IDRAULICO E PERMEABILIT DEL TERRENO ALLA MISCELA SECONDO DIVERSI SCHEMI DI FLUSSO
300.00
250.00
200.00
150.00
100.00
50.00
0.00
1.0E-06
1.0E-05
Coefficiente di permeabilit alla miscela km (m/s)
1.0E-04
Figura 3.16. Variazione del carico idraulico in funzione del coefficiente di permeabilit alla miscela, per ottenere un raggio di
propagazione pari ad 1 m, raggiunto in 30 minuti
CASO B
CORRELAZIONI TEORICHE FRA PRESSIONE, DURATA DELLINIEZIONE E PERMEABILIT DEL TERRENO ALLA MISCELA
1000
100
10
10
100
Figura 3.17. Caso B, variazione del carico idraulico in funzione della durata delliniezione e della permeabilit del terreno alla miscela per ottenere un raggio di propagazione della miscela di 1 m, nel caso di un terreno caratterizzato da una porosit pari a 0.3
80
MICROPALI
CASO C
CORRELAZIONI TEORICHE FRA PRESSIONE, DURATA DELLINIEZIONE E PERMEABILIT DEL TERRENO ALLA MISCELA
1000
100
10
10
100
Figura 3.18. Caso C, variazione del carico idraulico in funzione della durata delliniezione e della permeabilit del terreno alla miscela per ottenere un raggio di propagazione della miscela di 1 m, nel caso di un terreno caratterizzato da una porosit pari a 0.3
missione in una determinata valvola di un volume considerato come limite massimo e che potrebbe,
tuttavia, diminuire nel caso in cui la pressione di rifiuto venisse ad un certo momento superata.
Anche il valore della pressione assume, dunque, un ruolo limitativo per liniezione; da qui la denominazione di volumecontrollato:
Durante lesecuzione delliniezione occorre perseguire le seguenti finalit:
fare penetrare il quantitativo di progetto senza provocare rotture nel terreno (claquages);
verificare di conseguenza le pressioni di rifiuto per la miscela utilizzata;
correggere, eventualmente, i quantitativi previsti ed adeguarli alle reali necessit.
La portata e la pressione ammissibile sono legate fra loro; ambedue sono condizionate dalla natura
del terreno e dalla viscosit della miscela iniettata.
Per quanto riguarda lentit del volume da iniettare, attraverso una valvola, occorre tenere presente
la natura dei terreni e la loro porosit. Nellambito dei terreni iniettabili la porosit mediamente
compresa fra 0.2 e 0.3 per i terreni grossolani e fra 0.3 e 0.4 per i pi fini.
, inoltre, importante tenere presente che il volume dei vuoti riempiti non supera generalmente il
50% della porosit globale n, anche nei casi di migliore successo ai fini del risultato (Ischy e
Glossop, 1962); i maggiori consumi sono da attribuirsi ad aumento del volume iniziale dei vuoti, a
dispersioni oltre i limiti del trattamento previsto ed al drenaggio subito dalla miscela.
La figura 3.19 mostra a titolo esemplificativo e puramente teorico come varia il volume di miscela
che pu essere iniettato attraverso delle valvole poste a distanza di 33 cm (3 al metro) in funzione
sia del raggio di propagazione che sintende raggiungere sia della porosit del terreno, avendo assunto un grado di efficienza del trattamento del 50%.
Per quanto riguarda la pressione di iniezione essa provoca sulle pareti del foro uno sforzo tangenziale di trazione, di ugual valore; se questo superiore al contrasto offerto dal terreno sovrastante, si avr la rottura. Il fenomeno della fratturazione idraulica o claquage consiste nella formazione di una fessura artificiale che pu propagarsi pi o meno lontano, a seconda delle condizioni locali.
Numerose sono le formulazioni teoriche che stabiliscono la pressione critica, che induce la rottura
del terreno, in funzione del peso dellunit di volume del terreno, del suo angolo di attrito interno,
del coefficiente di Poisson e della profondit alla quale avviene liniezione.
81
350
300
250
200
150
100
50
0
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
Raggio di propagazione (m)
1.1
1.2
1.3
Figura 3.19. Volumi teorici massimi iniettabili attraverso delle valvole poste a distanza di 33 cm (3 al metro) in funzione sia del raggio di propagazione che si intende raggiungere sia della porosit del terreno
Da un confronto fra gli sforzi tangenziali dovuti al peso proprio del terreno e quelli indotti dalla pressione applicata, risulta che il minimo teorico di claquage dato dalla seguente relazione:
pl = z (1 + sin)/
(21)
Se il terreno a grana fine, in tale espressione occorre aggiungere il termine relativo alla coesione.
Con questa ed altre formulazioni, la teoria sottovaluta sempre ed anche in misura rilevante, le reali pressioni di rottura del terreno.
Il criterio pi razionale , pertanto, sempre quello speripressione critica - Pcr
(rottura del terreno)
mentale e cio la determinazione in sito, applicando delle
portate crescenti fino al
portata massima
momento in cui la pressione
ammissibile delliniezione Pi
tende a mantenersi costante o
diminuisce come mostrato in
figura 3.20. Una volta definita sperimentalmente la soglia
di claquage, si potr razionalmente definire il limite di
pressione da adottare. Con
riferimento alla figura 3.20 si
potr ad esempio assumere
portata Q [lt/min]
come pressione limite di iniezione il 90% della pressione Figura 3.20. Esempio di andamento delliniezione al fine di stabilire la portata massima da
imporre non superando, pertanto, la pressione critica
di claquage.
82
MICROPALI
Tuttavia, nel corso delliniezione di micropali I.R.S. si ritiene accettabile che si verifichino limitate fratturazioni idrauliche (claquages) nel terreno, ma non accettabile che importanti volumi di
miscela siano dispersi a notevole distanza dal micropalo a causa di unimpropria conduzione delliniezione.
Per evitare questa incongruenza necessario prescrivere nelle specifiche tecniche quanto segue:
adottare una velocit di iniezione da non superare e, orientativamente, pari a 10 15 litri al
minuto;
sospensione delliniezione allorch si verifichino cadute di pressione, riprendendo, successivamente dopo che la miscela ha fatto presa, liniezione al fine di raggiungere i volumi previsti in
una fase successiva.
3.3. CONSIDERAZIONI GENERALI SUL CALCOLO DELLA CAPACIT PORTANTE DEI PALI
I pali di fondazione sono degli elementi strutturali in grado di trasferire il carico, applicato alla loro
sommit, agli strati di terreno pi profondi e in generale pi resistenti.
La capacit portante di un palo pu essere calcolata con:
formule statiche;
formule dinamiche;
prove di carico;
prove penetrometriche statiche o dinamiche.
83
La posa in opera di un palo trivellato causa invece una diminuzione delle tensioni orizzontali, le
quali passano dalla condizione di spinta a riposo allo stato di spinta attiva a meno che la tubazione
del rivestimento provvisorio, non sia mantenuta in opera.
Lentit della tensione di attrito laterale dipende anche dalla lunghezza del palo, cio dal sovraccarico del terreno, in altre parole dalla tensione geostatica presente alla quota della punta del palo.
Il valore della resistenza del fusto, cio dellattrito laterale, dipende, infine, dal tipo di palo e cio se
il palo :
portante prevalentemente di punta;
portante prevalentemente per attrito laterale.
Se un palo porta prevalentemente di punta, cio appoggia su uno strato molto compatto, questo ha
una compressibilit molto bassa e pertanto il movimento relativo, governato dalle caratteristiche di
deformabilit dello strato portante, di modesta entit.
La portata prevalentemente di punta di un palo si verifica quando la presenza in profondit di uno
strato molto compatto permette lappoggio della punta del palo ed il trasferimento diretto del carico
a tale strato.
Oltre al verificarsi dei due casi estremi, in casi particolari, per i quali si hanno pali portanti esclusivamente o quasi totalmente di punta o per attrito laterale, nella pratica si verificano soprattutto casi
intermedi, cio pali portanti di punta e contemporaneamente per attrito laterale.
Inizialmente il palo resiste principalmente per connessione laterale, solo una modesta quota parte del
carico ad esso affidato trasferita alla punta, ci anche se la punta viene ad appoggiare su uno strato compatto.
Con lapplicazione del carico si manifesta un certo spostamento che mobilizza la connessione laterale, tale spostamento maggiore nella parte superiore del palo, perci in tale tratto la connessione
laterale raggiunge il suo valore massimo.
Crescendo ulteriormente il carico e quindi lo spostamento, totalmente mobilizzata la connessione
laterale disponibile anche per il tratto pi profondo del palo, ulteriori incrementi di carico vengono
quasi integralmente trasferiti alla punta.
Il valore critico dello spostamento della sommit del palo, per il quale si raggiunge il massimo valore della tensione di connessione laterale, non dipende dal diametro.
La connessione laterale si manifesta con il mobilitarsi:
delladesione per i terreni coesivi;
dellattrito per i terreni granulari.
A seconda della natura del terreno, risulta diversa la distribuzione delle tensioni di connessione laterale.
Con un palo in terreno coesivo la distribuzione della tensione di connessione laterale lungo il fusto del
palo ha un andamento parabolico nella parte alta e tende a diventare costante nella parte pi profonda.
Il punto di applicazione, della risultante delle tensioni di connessione laterale situato nella parte
alta per un palo singolo, mentre per un gruppo di pali si ha uno spostamento considerevole verso il
basso.
La mobilizzazione della resistenza totale per connessione laterale avviene con minimi spostamenti
verticali, secondo vari Autori dellordine dei 7 mm.
Perci modesto il valore percentuale del carico trasferito alla punta rispetto al carico totale affidato al palo, anche nel caso di pali intestati in terreno molto compatto.
Per un palo in terreno incoerente la distribuzione delle tensioni di attrito laterale lungo il fusto del
palo ha un andamento parabolico indipendente dalle caratteristiche geometriche del palo e dalle
modalit costruttive od esecutive.
Una volta applicato il carico, la quota parte di carico, che trasferita alla punta del palo, causa uno
spostamento verso il basso del punto di applicazione della risultante delle tensioni, relative alla connessione laterale.
Aumentando il carico totale aumenta la percentuale di carico trasmesso alla punta, potendo raggiungere anche il 100%.
84
MICROPALI
Compressione
Trazione
=
=
=
=
=
=
=
=
(22)
(23)
Il problema consiste quindi nella determinazione della portata unitaria limite di base ql e della resistenza unitaria laterale limite l.
Diverse soluzioni teoriche sono state proposte per il problema bidimensionale della capacit portante di
una fondazione superficiale nastriforme a partire dal 1934, tra queste la pi nota la soluzione pubblicata da Terzaghi nel 1943. Terzaghi ha ricavato la sua soluzione ipotizzando una rottura generale della
fondazione caratterizzata dalla formazione di
superfici di scorrimento ben definite che, partendo
dalla fondazione, si sviluppano fino al piano campagna con conseguente sollevamento del terreno ai
due lati della fondazione, come mostrato in figura
3.22. Terzaghi ha poi esteso la sua soluzione alle
fondazioni superficiali quadrate e circolari introducendo dei coefficienti derivati empiricamente.
Figura 3.22. Meccanismo di rottura di una fondazione superficiale
Per una fondazione circolare superficiale, secondo Terzaghi. (A) zona di equilibrio in condizioni elastiche, (B) zona
di rottura radiale, (C) zona di rottura in condizioni di spinta passiva
Terzaghi pervenuto alla seguente equazione:
ql = 1.3 c N c + D N q + 0.6
B
N
2
dove
c = coesione
D = profondit della fondazione
B = larghezza della fondazione
= peso dellunit di volume del terreno
Nc, Nq, N = fattori di capacit portante, dipendenti dallangolo di resistenza al taglio.
(24)
85
86
MICROPALI
(26)
B
N
2
(27)
= coefficiente di spinta del terreno sul fusto del palo nella zona di rottura; variabile da 0.5 per terreni sciolti a circa 1 per terreni addensati
= fattori di capacit portante, dipendenti dallangolo di resistenza al taglio e dal
rapporto D/B.
Per un terreno per il quale lungo il fusto del palo si abbia sia aderenza sia attrito, Meyerhof (1953)
fornisce la seguente espressione per la resistenza unitaria laterale limite l alla profondit D:
l = ca + Ks D tan
dove
ca
=
=
(28)
aderenza palo-terreno;
angolo di attrito palo-terreno.
B
D
Q1 = As ca + K s tan + Ab c N c + K s D N q + N
2
2
87
(29)
Nel caso di un palo di proporzioni normali caratterizzato da un rapporto D/B di circa 30 o maggiore, nelle equazioni sopra riportate (24), (26) e (27), il termine contenente la larghezza B risulta piccolo al confronto con gli altri termini e quindi pu essere trascurato. Le equazioni diventano pertanto:
Terzaghi
Berezantzev et al.
Meyerhof
ql = 1.3 c Nc + D Nq
ql = Bk T D D
ql = c Nc + Ks D Nq
(30)
(31)
(32)
Le equazioni (30) e (32) si applicano a terreni caratterizzati sia dalla coesione sia dallangolo di resistenza al taglio. Lequazione (31) si applica solamente ai terreni non coesivi.
In realt le equazioni (30), (31) e (32) forniscono la portata unitaria limite di base totale alla quale
dovrebbe essere sottratto il peso del terreno che prima dellinstallazione del palo era presente ed
esercitava una tensione in corrispondenza della base del palo. Se il peso dellunit di volume
medio del terreno prima della sua asportazione, la pressione equivalente alla rimozione del terreno
pari a D. Conseguentemente al valore di ql occorre sottrarre il valore di D.
Assumendo per semplicit = = si ottiene:
D
Terzaghi
Berezantzev et al.
Meyerhof
ql = 1.3 c Nc + D (Nq 1)
ql = D D (Bk T 1)
ql = c Nc + D (Ks Nq 1)
(33)
(34)
(35)
3.3.1. VALUTAZIONE PRATICA DELLA CAPACIT PORTANTE DEI PALI NEI TERRENI COESIVI
La valutazione della capacit portante di un palo interagente con un terreno di natura coesiva pu
essere affrontata facendo riferimento a due approcci tra loro molto diversi:
valutazione in termini di tensioni totali;
valutazione in termini di tensioni efficaci.
Come noto dal principio degli sforzi efficaci:
= u
(36)
(37)
in cui
ff
ff
u
c
=
=
=
=
=
La resistenza al taglio determinabile in ogni istante se noto il valore u della pressione dellacqua
interstiziale.
In prove di laboratorio eseguite in condizioni non drenate, il valore di u pu essere misurato direttamente e, conseguentemente, possibile analizzare il comportamento del terreno in termini di sforzi efficaci. Nelle applicazioni pratiche invece il problema molto pi complesso in quanto il valore
di u influenzato dalle caratteristiche strutturali del deposito e dalla non linearit di comportamento del terreno. Dalla difficolt ed impossibilit pratica di conoscere il valore della pressione interstiziale prassi corrente lintroduzione di una resistenza definita in termini di tensioni totali, ossia trascurando linterazione tra lo scheletro solido e lacqua interstiziale.
88
MICROPALI
In tale caso il criterio di rottura in termini di tensioni totali espresso dalla seguente espressione:
ff = cu
(38)
dove cu definita resistenza al taglio iniziale oppure resistenza al taglio in condizioni non drenate o
resistenza in termini di tensioni totali.
Entrambi gli approcci per la valutazione della capacit portante del palo, si basano, su metodi rigorosi o empirici formulati, prevalentemente, sullosservazione del comportamento di prototipi.
3.3.1.1. Portata unitaria limite di base
Tenendo presente la difficolt di operare in termini di tensioni efficaci, la capacit portante alla base
del palo ql valutata in termini di tensioni totali, ed espressa nella seguente forma, valida sia per
pali trivellati sia per pali infissi:
ql = cu Nc + 0
dove
Nc =
0 =
(39)
Il fattore di capacit portante Nc stato determinato sia con metodi analitici sia sperimentali.
Meyerhof ha ottenuto analiticamente con lipotesi di un comportamento rigido-plastico valori compresi fra 9.3 e 9.8, a seconda che la base del palo fosse considerata liscia o scabra. Wilson (1950),
mediante un approccio differente, ha ottenuto un valore pari a 8. Skempton (1951), tenendo in conto
i valori ricavati da differenti approcci teorici e altri valori ricavati da prove sperimentali su modello,
concluse che il valore semi-empirico pari a 9 poteva essere considerato sufficientemente accurato.
Gibson (1950), modellando il fenomeno della rottura del palo come espansione di una cavit sferica, e assumendo valori tipici del rapporto fra il modulo di deformazione in condizioni non drenate
Eu e la resistenza al taglio in condizioni non drenate cu, ha ottenuto valori di Nc compresi fra 9 e 14.
Conseguentemente accettato un valore di Nc pari a 9.
Tenendo conto, nel caso di argille fessurate, che allaumentare del diametro del palo aumenta il volume di terreno interessato dalle fessure e pi marcate sono, inoltre, le differenze del livello di deformazione raggiunto dai vari punti lungo la superficie di rottura (rottura progressiva), Meyerhof
(1983) suggerisce di ridurre la capacit portante applicando un fattore correttivo Rc:
ql = Rc (cu Nc + v0)
(40)
dove
Rc =
B + 0.5
1 per pali infissi
2B
(41)
Rc =
B + 1.0
1 per pali trivellati
2B + 1
(42)
89
ca = valore medio delladerenza palo-terreno, assunto pari a una percentuale della resistenza in condizioni non drenata media lungo il fusto del palo;
= coefficiente empirico dipendente dal tipo di argilla, dal metodo di installazione del palo, dal
materiale costituente il palo, e da numerosi altri fattori di importanza minore.
I due problemi principali che sorgono nellimpiego di tale approccio sono costituiti dallindividuazione della resistenza al taglio cu e dal valore da assegnare ad anche a causa dellinfluenza delle
modalit esecutive.
Infatti per le modalit costruttive risulta che:
linfissione di un palo provoca un miglioramento delle caratteristiche di resistenza al taglio del
terreno nelle immediate vicinanze del palo;
lesecuzione di un palo trivellato produce in prossimit di esso un aumento del contenuto dacqua
nel terreno coesivo.
Il modo migliore per determinare il valore di ca quello di eseguire prove di carico sul palo, ma questo non sempre possibile e bisogna quindi ricorrere a valori empirici di ca.
Numerosi Autori hanno correlato il valore di ca alla resistenza al taglio in condizioni non drenate cu
(Tomlison, 1957-1970, Peck, 1958, Morgan e Poulos, 1968 e Mc Clelland, 1969-1974).
La figura 3.26 mostra le relazioni tipiche ricavate da tali Autori fra ca/cu e cu.
Secondo Skempton (1959), per i pali trivellati, il valore delladerenza palo-terreno fondamentalmente governato dalla resistenza al taglio dellargilla rammollita nella zona immediatamente a contatto con il palo. Tale rammollimento legato allaumento di contenuto dacqua a causa della migrazione dellacqua verso le pareti dello scavo, dovuta allo scarico tensionale prodotto dalla perforazione e dallassorbimento di acqua dal calcestruzzo che, per motivi di lavorabilit, deve essere
messo in opera con un rapporto acqua-cemento superiore a quello strettamente necessario al processo di idratazione del cemento.
Skempton (1959) sulla base delle analisi di prove di carico eseguite su pali trivellati realizzati nellargilla sovraconsolidata di Londra ha ricavato valori di compresi fra 0.3 e 0.6, con un valore
medio di 0.45 ed un limite superiore cu = 96 kPa.
Tomlison (1970, 1977) ha compiuto uno studio completo sui valori delladerenza di pali infissi in
argille compatte tenendo conto della stratigrafia del terreno e, soprattutto, di come la connessione
laterale allinterfaccia sia influenzata dalla successione stratigrafica. In sostanza, partendo dalla considerazione che durante linfissione si possa formare, nei primi metri di palo, una scarsa aderenza tra
cu (kN/m2)
Kerisel
Woodward
Peck
Ca
____
Cu
Tomlinson
Figura 3.26. Coefficiente di aderenza per pali infissi in argilla (Mc Clelland, 1974)
90
MICROPALI
il fusto del palo ed il terreno, la resistenza per connessione laterale pu variare in funzione del tipo
di terreno sovrastante e del rapporto tra la penetrazione del palo nello strato portante di argilla compatta ed il diametro del palo.
Tomlison, ha suggerito i valori del rapporto ca/cu riportati nella seguente tabella 3.1 e nelle figure
3.27 e 3.28, per valori della resistenza al taglio in condizioni non drenate superiori a 48 kPa.
Tabella 3.1. Valori del rapporto ca/cu per pali infissi in terreni coesivi compatti (Tomlison, 1970)
Caso
1
2
3
Condizioni stratigrafiche
Sabbie o terreni
sabbiosi sovrastanti terreni coesivi
compatti
Argilla tenera o limi
sovrastanti terreni coesivi compatti
Terreni coesivi
compatti senza strati di diversa natura
sovrastanti
Rp
20
ca/cu
1.25
> 20
20
> 20
20
> 20
Rp = rapporto di penetrazione = lunghezza di penetrazione del palo nellargilla compatta / diametro del palo
Resistenza al taglio in condizioni non drenate (cu) kN/m2
Pali in acciaio
Coefficiente empirico
Pali prefabbricati in
calcestruzzo
Figura 3.27. Metodo di Tomlinson (1970), coefficiente di aderenza per il caso relativo a sabbie e ghiaie sovrastanti terreni
coerenti da compatti a molto compatti
Coefficiente empirico
Pali in acciaio
Pali prefabbricati
in calcestruzzo
Figura 3.28. Metodo di Tomlinson (1970), coefficienti di aderenza per il caso di argille da dure a molto dure senza strati sovrastanti di diversa natura
91
Coefficiente empirico
2
3
Pali in compressione
Dati gruppo 1
2
3
cu
Stas e Kulhawy (1984) sulla base dei risultati di 106 prove di carico su pali trivellati hanno ricavato la seguente correlazione (vedi anche figura 3.29):
= 0.21 + 0.26
pa
cu
Posizione lungo il
fusto del palo
Valore di
Valore per la
resistenza unitaria
laterale limite l (kPa)
1 diametro al di sopra
della base del palo
0.55
300
Figura 3.30. Valori di , per pali trivellati in argilla raccomandati da Reese e ONeil
92
MICROPALI
Cu (kg/cm2)
Figura 3.31. Coefficiente empirico consigliato dalle raccomandazioni dellAGI per pali infissi
Cu (kg/cm2)
Figura 3.32. Coefficiente empirico consigliato dalle raccomandazioni dellAGI per pali trivellati
valori di riportati in letteratura, come ad esempio riepilogato in figura 3.33, a sottolineare linadeguatezza di tale approccio empirico a cogliere tutti gli aspetti che influenzano la resistenza di un
palo per connessione laterale. Probabili spiegazioni sono da ricercarsi nella difficolt di conglobare
in un unico parametro i complicati meccanismi ed i numerosi fattori che influenzano la resistenza di
un palo e la difficolt di valutare appropriati valori di resistenza al taglio non drenata che tengano
conto delleffetto dellinstallazione del palo.
Da tali considerazioni scaturisce pertanto lesigenza di rivolgere lattenzione a quei metodi che analizzano il fenomeno in termini di tensioni efficaci.
Burland (1973) ha sviluppato un procedimento empirico in termini di tensioni efficaci basato sulle
seguenti quattro assunzioni:
93
Argilla
N (M)
Tipica banda
di variazione (argille)
Argilla
Rocce tenere
l = K 0 tan
Se la quantit K tan indicata con si ottiene:
(47)
Pertanto, assumendo che langolo di attrito palo- terreno sia pari d, si ottiene:
= (1 sind ) tand
(48)
94
MICROPALI
Pali tronco-conici
Attrito negativo
Analisi
Skempton
Profondit (m)
Pali cilindrici
Fattore
con la presenza della falda ad 1 m dal piano campagna. I risultati risultano, sostanzialmente, compresi fra 0.25 e 0.40. Burland ha suggerito come
diminuzione del valore di che, in parte, possono essere spiegati con fenomeni di rottura progressiva.
Per quanto concerne i pali in argille sovraconsolidate il problema principale dellapproccio in
termini di tensioni efficaci quello di stimare il
valore di K, che, ad esempio per largilla di
Londra, pu variare da 3 in prossimit della
superficie ad 1 in profondit. Ad esempio, la
figura 3.36 mostra landamento del valore di K0
con la profondit, ricavato per largilla di Londra
(Skempton, Bishop e Lewin).
Bishop et al
0.1
Coefficiente adimensionale
0.2
0.3
95
0.4
7.6
15.2
0.5
22.8
Profondit del palo (m)
30.2
Localit
Simbolo Autore
38.0
K0 = (1 sin) OCR0.5
per argille
normalconsolidate
per argille
sovraconsolidate.
Per quanto riguarda, infine, i pali trivellati il processo di perforazione produce uno scarico dello
45.6
stato tensionale che non pu essere del tutto ripristinato e pertanto dubbio se il valore di K possa
53.2
essere assunto pari al valore iniziale K0. In letteratura, a questo riguardo mancano informazioni
sufficienti a considerare applicabile lapproccio
60.2
empirico in termini di tensioni efficaci, anche al
caso dei pali trivellati.
67.8
Un metodo un po differente per la soluzione
Figura 3.37. Metodo di Vijayvergiya e Focht (1972), andadella portanza laterale ultima stato introdotto da
mento del coefficiente adimensionale con la profondit
Vijayvergiya e Focht (1972) per pali tubolari in
acciaio ma che si ritiene valida anche per i pali prefabbricati infissi.
Gli Autori dallesame di numerose prove di carico su pali conclusero che la resistenza unitaria laterale limite l poteva essere espressa dalla seguente relazione:
l = (m + 2 cum)
dove
m =
cum =
(49)
3.3.2. VALUTAZIONE PRATICA DELLA CAPACIT PORTANTE DEI PALI NEI TERRENI NON COESIVI
La valutazione della capacit portante di un palo immerso in un terreno non coesivo effettuata tenendo conto della natura dei terreni e facendo riferimento ad approcci in termini di tensioni efficaci.
Inoltre tenendo conto che nei terreni a grana grossa praticamente impossibile ottenere dei campioni
indisturbati, oltre a ricavare i parametri di resistenza al taglio dai risultati delle prove in sito (prove
SPT, CPT ecc.) sono stati messi a punto metodi per la valutazione della capacit portante dei pali direttamente dalle prove in sito, come verr pi avanti descritto. Di seguito si riporteranno i metodi principali ed i diversi approcci disponibili per la valutazione della capacit portante nei terreni non coesivi.
3.3.2.1. Portata unitaria limite di base
La portata unitaria limite di base, in termini generali, pu essere espressa nella seguente forma:
(50)
ql = Nq 0
96
dove
Nq =
0 =
MICROPALI
690
1380
2070
2760
3450
4140
4830
5520
6210
0.5
Profondit (m)
1
1.5
Prove di carico
(sabbie sciolte G-4)
2.0
2.5
3.0
Sabbia
sciolta
(G-1)
Sabbia mediamente
addensata (G-2)
3.5
Figura 3.39. Variazione della portata unitaria limite di base in funzione della lunghezza del palo (Vsic, 1967)
10
0.75
20
30
50
70
100
v
(kN/m2)
200
0.5
97
qb (MN/m2)
7 10
20
10
20
I0 =1
2
0.5
30
0.75
qb (MN/m2)
10
20
30
I0 =1
0.25
50
70
100
0.25
200
300
500
300
500
(a) cv = 27
10
20
30
50
0.5
(b) cv = 30
10
20
30
50
0.75
0.25
I0 =1
70
100
v
(kN/m2)
200
300
500
(c) cv = 33
Figura 3.40. Abachi per il calcolo del valore di ql (Fleming et al., 1992)
golo dattrito a volume costante. Come si pu notare, la resistenza alla base aumenta con la profondit tendendo asintoticamente, per lunghezze usuali di palo, a valori pari a circa 10-15 MPa, in
accordo a quanto suggerito da Coyle e Castello (1981) e te Kamp (1977) e mostrato in figura 3.41.
Per i pali infissi di medio diametro, specie in terreni mediamente addensati ( 35) prevalso luso
98
MICROPALI
Tabella 3.2. Confronto tra la portata di base di pali trivellati e pali infissi in terreni sabbiosi (De Beer, 1984)
Cedimento relativo (s/D)
0.05
0.10
0.25
Bk =
(51)
2000
32 =
ql, crit = D Bk
Bk
L
_____
D
28
24
1500
Scrit
D
20
= 0.2
16
1000
12
500
4=
L
_____
D
100
0
26
30
34
38
42
99
l = h tan = K 0 tan
(52)
nella quale h la tensione orizzontale esistente lungo il fusto dopo linstallazione del palo e
langolo dattrito palo-terreno. Il valore di h assunto in genere proporzionale al valore della tensione geostatica 0, ma lentit del rapporto K dipende dalla densit relativa della sabbia e dal metodo dinstallazione del palo. In particolare, nel caso di pali infissi, il valore di K pu essere prossimo
al coefficiente di spinta passiva Kp in corrispondenza della superficie e pu anche essere inferiore al
coefficiente di spinta a riposo in prossimit della punta.
Con riferimento alla formula (52) si pu definire:
= K tan = l/0
(53)
Nella (53) il rapporto l/0 da intendersi come rapporto locale e non tra i valori medi lungo lintero fusto, come inteso in altre formulazioni del metodo .
Il fattore non ha il significato fisico evidente quanto h, ma ha il vantaggio di essere quel fattore
che, moltiplicato per 0 (generalmente noto senza apprezzabili incertezze) fornisce direttamente il
valore di l, inglobando quindi le incertezze riguardanti K e tan .
Per i pali infissi utilizzando lespressione (52), il problema si riconduce alla valutazione di K e di
alle profondit dinteresse.
Le seguenti tabelle 3.3 e 3.4 riportano i valori proposti per K e da Kulhawy et al. (1983).
Tabella 3.3. Valori di K proposti da Kulhawy et al. (1983)
Pali a spostamento
Limitato
Elevato
K/K0
3/4 5/4
1.0 2.0
Interfaccia
Sabbia/calcestruzzo scabro
Sabbia/calcestruzzo ruvido
Sabbia/acciaio ruvido
Sabbia/acciaio liscio
Sabbia/legno
Come si pu notare secondo quanto suggerito da Kulhawy et al., il valore di K dipende da quello del
coefficiente di spinta a riposo K0 mentre quello di dal valore dellangolo di resistenza al taglio del
terreno '.
Per quanto riguarda il rapporto / le ricerche di Kishida e Uesugi (1987) e Jardine et al. (1993)
portano a considerare valori nellintervallo compreso fra 0.75 e 1.0, con valori prossimi allunit
assumendo come limite massimo = c, dove c langolo a volume costante.
La seguente tabella 3.5 riporta, per i pali battuti, i valori indicativi forniti dalle raccomandazioni
dellAGI sui pali di fondazione (1984).
Tabella 3.5. Valori indicativi di K e per terreni incoerenti
Tipo di palo battuto
Acciaio
Calcestruzzo prefabbricato
Calcestruzzo gettato in opera
Valori di K
0.5 1
1.0 2.0
1.0 3.0
Valori di
20
3/4
La figura 3.44 mostra, inoltre, i valori di K e proposti da Nordlund (1963) per pali infissi.
Per i pali trivellati sulla base dellespressione (52), la resistenza laterale pu essere calcolata mediante le seguenti tre diverse formulazioni.
100
MICROPALI
100
25
30
35
40
80
( = )
60
conicit 1.5%; =
40
20
Coefficiente K
25
1.85
30
4.00
35
7.99
Figura 3.44. Valori del coefficiente K per pali infissi (Nordlund, 1963)
1. Formulazione K tan
Questa formulazione non altro che lespressione (52) adottando opportuni valori di K e tan. Ha
il vantaggio di essere del tutto generale e di mantenere evidenziate le grandezze che determinano l,
ma non comprende raccomandazioni per la scelta di K e tan. Occorre notare che, a rigore, K non
n il coefficiente di spinta a riposo nel terreno originario n quello dopo la realizzazione del palo,
ma quello che si instaura durante lo scorrimento. Inoltre tale fattore K, fortemente influenzato dalle
modalit esecutive (perforazione, sostegno foro, fluidit del calcestruzzo, tempi desecuzione, ecc.),
oltre che dalla natura del terreno (granulometria, struttura, densit, stato tensionale).
Chen e Kulhawy (1994) hanno proposto, sulla base dellosservazione di molte prove di carico, i
valori di seguito riportati, in funzione del coefficiente di spinta a riposo K0.
Tipo di perforazione
K/K0
A secco
0.83
Con fanghi
0.92
Le raccomandazioni dellAGI suggeriscono di adottare valori di K compresi fra 0.4 e 0.7, decrescenti con la profondit. Per pali a trazione, viene in generale raccomandato un valore di K pari al
70% del valore assunto per i pali a compressione.
Secondo Toume e Reese si possono assumere i seguenti valori per K:
K = 0.7 per z < 7.5 m
K = 0.6 per 7.5 < z < 12 m
K = 0.5 per z > 12 m.
Per quanto riguarda il valore di possibile supporre che per effetto della scabrezza allinterfaccia
tutto lattrito disponibile sia mobilitato e quindi si abbia = . Nel caso si vogliano considerare
eventuali fenomeni di rammollimento del terreno si pu assumere = c (Fleming et al.,
1992).
2. Formulazione K tan = (1 sin) tan
questa la formulazione pi utilizzata, nella pratica abituale, per il dimensionamento dei pali trivellati. Poich, per valori dellangolo di resistenza al taglio compresi fra 30 e 45, il prodotto
varia tra 0.29 e 0.30, questa formulazione pu anche essere indicata come 0.3
101
3. Formulazione l = 0
In questo caso, la determinazione della resistenza laterale effettuata associando ad un unico parametro (privo di significato fisico) le influenze dei diversi fattori. La formulazione si basa sullosservazione del comportamento di molti pali in vera grandezza ed in grado di rispecchiare fedelmente la realt.
Reese e ONeill (1988) raccomandano, indipendentemente dal diametro, dalla posizione della falda,
dal valore di e dal metodo desecuzione, il seguente andamento con la profondit:
(54)
0
5
N=2
2.5
1.0
2.0
9.5
z (m)
10
(Cementato)
15
20
25
30
102
MICROPALI
Per le sabbie:
(55)
Essendo z la profondit espressa in metri ed N il numero dei colpi per 300 mm davanzamento di
una prova penetrometrica dinamica SPT (Standard Penetration Test).
Se N inferiore a 15 il valore di deve essere moltiplicato per il rapporto N/15.
Per sabbie con ghiaia, ghiaie o ciottoli:
(56)
10 m
Z8m
Z = 8 10 m
Inoltre, la ricompressione delle pareti del foro da parte della spinta del calcestruzzo fluido (pari ad
una colonna daltezza allincirca costante), comporta benefici proporzionalmente pi importanti in
prossimit della superficie.
Un altro approccio per valutare la resistenza laterale di pali trivellati in terreni non coesivi basato
sulla possibile relazione fra l e la pressione esercitata dalla colonna di calcestruzzo fluido (criterio
di Mayer).
Secondo il criterio di Mayer (1935), la pressione mutua fra palo e terreno data dalla pressione del
calcestruzzo fluido nella fase di getto. Il valore della pressione cresce linearmente in profondit con
laltezza Z della colonna di calcestruzzo che pu
mantenersi allo stato fluido prima che ne inizi la
presa (Z = 8 10 m); oltre tale profondit, il
valore della pressione fra palo e terreno rimane
ovviamente costante.
238
8m
La portata laterale risulta pertanto pari a:
13 m
(2.3 1) 8
103
(59)
con:
K sp =
3+ c / B
10 1 + 300
dove
qamm =
Ksp =
qu =
c
=
=
=
(60)
pressione ammissibile
coefficiente empirico che dipende dalla spaziatura delle discontinuit e include un fattore di sicurezza pari a 3 e, di norma, compreso fra 0.1 e 0.4
valore medio della resistenza a compressione monoassiale della matrice rocciosa
(determinata su campioni di roccia intatta)
spaziatura delle discontinuit
apertura delle discontinuit
diametro del palo.
Lequazione che fornisce il valore di Ksp valida per ammassi rocciosi caratterizzati da spaziatura
delle discontinuit maggiore di 305 mm, apertura delle discontinuit inferiore a 5 mm e per fondazioni di dimensioni superiori a 300 mm.
Le figura 3.47, mostra i fattori che influenzano il valore del coefficiente Ksp.
0.5
Valore di K sp
0.4
/c
=0
0.3
1
0.00
2
0.00
Ksp =
0.010
0.020
3 + c/B
1 + 300 /c
0.005
0.2
10
0.1
0
0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 1.6 1.8 2.0
Rapporto c/B
Nota: Il coefficiente Ksp tiene conto delleffetto scala e della presenza delle discontinuit e
contiene un coefficiente di sicurezza nominale pari a 3 nei confronti della capacit
portante della fondazione per rotture locali. Nel caso di una rottura generalizzata della
fondazione il coefficiente di sicurezza pu essere pari o superiore a 10 (Ladangi et
al., 1974; Franklin e Gruspier, 1983)
Spaziatura delle discontinuit,
descrizione
Moderatamente bassa
Ampia
Molto ampia
Spaziatura delle
discontinuit (m)
0.3-1
1-3
>3
Ksp
0.1
0.25
0.4
104
MICROPALI
gli
de
lm
at
er
ial
10
za
al
ta
Re
s
ist
en
0.
P4
0
P6
P3
P1, P2 & P5
Pali convenzionali
10
15
20
25
30
35
40
Figura 3.48. Andamento della resistenza unitaria laterale limite in funzione della resistenza a compressione monoassiale
della roccia secondo Horvath et al. (1983)
1.0
0.9
0.8
0.7
0.6
Linea di interpolazione dei dati sperimentali
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0.0
10
1.0
0.9
Argilliti
Argilliti
Arenarie
Linea di interpolazione
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
100
Wilson
(1976)
1
10
100
Resistenza a compressione monoassiale qu (MPa)
Figura 3.49. Andamento della resistenza unitaria laterale limite in funzione della resistenza a compressione monoassiale
della roccia secondo Williams e Pells (1981)
Fattore di adesione
0.01 Tenera
0.1
1.2
= (cu/pa o qu/2pa)-0.5
0.1
105
1
0.8
Argille
Argilliti
Altre argilliti
Arenarie, calcari, marne
Media
Argilla
Dura
M. dura
Eccez. dura
Pali in roccia
(Williams e Pells)
0.6
0.4
Roccia
10
ca/pa, qu/2pa
Tenera
0.2
Media
100
Compatta
1000
Figura 3.50. Valori di in funzione della resistenza a compressione monoassiale (Kulhawy & Phoon, 1993)
Pali in argilla
(Tomlinson)
0.03
0.1
0.3
1
3
cu (MPa)
10
30
100
Per quanto concerne la resistenza unitaria laterale limite lungo il fusto del palo, in accordo a Horvath
e Kenney (1989) la resistenza ultima pu essere correlata alla resistenza a compressione monoassiale qu della roccia:
l = 6.656 qu ( kPa )
(61)
La figura 3.48 mostra dei dati sperimentali sulla resistenza ultima lungo il fusto del palo, forniti da
Horvath et al. (1983). La figura 3.49, analogamente, mostra la variazione della resistenza limite
lungo il fusto del palo in funzione della resistenza a compressione monoassiale della roccia
(Williams e Pells, 1981).
Con riferimento alla formula l = qu, che permette di determinare il valore della resistenza ultima lungo il fusto del palo in funzione della resistenza alla compressione monoassiale della roccia
mediante un fattore moltiplicativo , Kulhawy & Phoon (1983) sulla base di numerosi dati relativi
a prove di carico hanno ricavato una correlazione fra e la resistenza a compressione monoassiale
della roccia come mostrato in figura 3.50.
La figura 3.51 mostra inoltre un confronto fra i valori di rispettivamente per pali in argilla e per
pali in roccia dove cu = qu/2.
3.3.4.VALUTAZIONE
PROVE SPT
PRATICA DELLA CAPACIT PORTANTE DEI PALI SULLA BASE DEI RISULTATI DELLE
Per quanto concerne i terreni non coesivi sono state messe a punto numerose correlazioni in grado
di valutare sia la portata unitaria limite di base ql sia la resistenza unitaria laterale limite l. Tali metodi sono basati sullanalisi dei risultati di prove di carico su pali in vera grandezza, eseguite in terreni di resistenza penetrometrica nota.
3.3.4.1. Portata unitaria limite di base
Poulos (1989) ha riportato in occasione della ventinovesima Rankine lecture, le correlazioni pi
note e attendibili proposte in letteratura fra i valori di resistenza misurati nel corso di una prova penetrometrica dinamica (numero di colpi per un avanzamento di 300 mm, N) e la portata unitaria limite di base secondo la seguente formulazione:
ql = K N (MN/m2)
(62)
I valori del coefficiente moltiplicativo K della resistenza penetrometrica in corrispondenza della base
del palo, proposti da diversi Autori sono riportati nella tabella di figura 3.52.
Altri Autori, pi correttamente, fanno riferimento alla portata unitaria limite di base critica ql,crit corrispondente, in accordo alle raccomandazioni di letteratura, ad un cedimento relativo s/D pari a 0.05
(vedi paragrafo 3.3.2.1).
106
MICROPALI
l = K N (MN/m2)
Tipo di palo
Pali infissi
Tipo di terreno
Riferimento bibliografico
Sabbia
0.40
0.35
Depositi di origine
glaciale da grossolani a limi fini
0.25
Limi sabbiosi
residuali
0.25
Decourt (1982)
0.20
Decourt (1982)
Argilla
0.20
Limi argillosi
residuali
Argilla
Altri terreni
Terreni incoerenti
Terreni coesivi
Pali trivellati
Note
Sabbia
0.45
Valore di N da prove
penetrometriche dinamiche SPT
Per L/d 5
se L/d < 5,
K = 01+004 L/d
(pali a punta chiusa) o
K = 06 L/d
(pali a punta aperta)
fb = 30 MN/m2
0.15
Sabbia
0.1
Argilla
0.15
Calcari bianchi
(Chalk)
0.25
0.20
Decourt (1982)
Decourt (1982)
0.12
0.30
fb > 75 MN/m2
fb = 009 (1+016z)
dove z = profondit della base
del palo
N < 30
N > 40
Hobbs (1977)
Figura 3.52. Correlazioni fra la portata unitaria limite di base ed il valore di N (da prove SPT)
Reese e ONeil, (1988), per pali trivellati, sulla base di un elevato numero di prove di carico, hanno
proposto di valutare il valore di ql,crit secondo le seguenti correlazioni basate sulle prove SPT.
Valore di N
0 75
> 75
Quando il diametro del palo B superiore a 1.30 m, gli Autori raccomandano di introdurre un fattore correttivo riducendo il valore di ql,crit secondo la seguente relazione:
ql ,critrio =
1.3
ql ,crit
B
(63)
107
l = + N (MN/m2)
Tipo di palo
Tipo di terreno
Terreni incoerenti
Pali infissi
Terreni incoerenti e
coesivi
Coesivi
Pali infissi gettati in
sito
Terreni incoerenti
Terreni coesivi
Terreni coesivi
Pali trivellati
2.0
10
3.3
10
30
2.0
5.0
5.0
10.0
1.0
Note
Decour (1982)
3.3
5.0
Terreni coesivi
10
3.3
Calcari bianchi
(Chalk)
125
12.5
30 > N > 15
l > 250 kN/m2
Terreni coesivi
Riferimento bibliografico
Meyerhof (1956)
Figura 3.53. Correlazioni fra la resistenza unitaria laterale limite ed il valore di N (da prove SPT)
l = + N
(kN/m2)
(64)
PRATICA DELLA CAPACIT PORTANTE DEI PALI SULLA BASE DEI RISULTATI DELLE
Molti sono i metodi pubblicati in letteratura per valutare la capacit portante dei pali di fondazione
direttamente sulla base delle prove CPT.
Robertson et al. (1988) utilizzarono 13 differenti metodi per valutare la capacit portante di otto pali
successivamente sottoposti a prove di carico per misurarne leffettiva capacit portante. I pali erano
in acciaio ed infissi in terreni prevalentemente a grana fine.
I valori di capacit portante ricavati dallinterpretazione delle prove di carico furono compresi fra
170 kN e 8000 kN.
108
MICROPALI
I risultati di questo esercizio hanno mostrato che le procedure basate sui risultati delle sole prove
CPT forniscono la migliore previsione della effettiva capacit portante dei pali.
Il metodo che, inoltre, ha fornito la migliore previsione stato quello di Bustamante e Gianeselli
(1982), seguito da quello di Ruiter e Berigen (1979) e Schmertmann (1978). Altri metodi basati sulle
prove CPT ed utilizzati da Robertson et al., sono stati quelli di Zhou et al. (1982), Van Mierlo e
Koppejan (1952) e Van Impe (1986).
Tand e Funegard (1989) hanno applicato diversi metodi, fra i quali alcuni basati sulle prove CPT, per
prevedere la capacit portante di 13 pali sottoposti a prove di carico. I pali utilizzati erano sia in calcestruzzo sia in acciaio infissi in argille sovraconsolidate dure del golfo del Messico. I valori di capacit portante ultima misurati variavano da 670 a 4880 kN. La procedura basata sulle prove CPT e
proposta da Ruiter e Beringen (1979) ha fornito la migliore previsione rispetto agli 8 metodi utilizzati. Tand e Funegard (1989) utilizzarono anche altri metodi convenzionali ma, a parte quello proposto da Vijayvergiya e Focht (1972), essi hanno fornito una previsione meno soddisfacente rispetto ai metodi basati sulle prove CPT.
Sharp et al. (1988) confrontarono due metodi basati sulle prove CPT e tre metodi basati sulle prove
SPT, analizzando i risultati di 28 prove di carico. Essi conclusero che tutte le procedure sovrastimavano la capacit portante dei pali. Tuttavia i due metodi basati sulle prove CPT generalmente fornivano una migliore previsione essendo ancora il metodo di Bustamante e Gianeselli il pi accurato,
il quale sovrastim la capacit portante dei pali di circa il 30%, una sovrastima contenuta rispetto a
quella ottenuta con i metodi basati sulle prove SPT.
Tali studi ed altri pubblicati in letteratura mostrano come i metodi basati sulle prove CPT, per valutare la capacit portante dei pali, siano pi accurati rispetto ad altri metodi pi convenzionali. La
principale ragione dovuta al fatto che le prove CPT forniscono un profilo continuo delle caratteristiche dei terreni di fondazione.
Di seguito si descrivono i due metodi pi utilizzati nella pratica progettuale: il metodo di Bustamante
e Gianeselli (1982) ed il metodo di Ruiter e Beringen (1979). Il metodo di Schmertmann (1978)
simile ma pi complesso del metodo di Ruiter e Beringen (1979) e non sar pertanto descritto.
3.3.5.1. Metodo di Bustamante e Gianeselli (1982)
Il metodo di Bustamante e Gianeselli basato sulla analisi di 197 prove di carico su pali realizzati
in differenti tipi di terreni, la cui casistica cos varia e completa ha probabilmente contribuito a spiegare i buoni risultati che, normalmente, si ottengono applicando tale metodo. Il metodo, conosciuto come metodo LCPC, riepilogato nelle
Fattori k
figure 3.53 e 3.54.
Gruppo Gruppo
q
Il valore medio equivalente della resistenza alla
Natura del terreno
(MPa)
I
II
punta qca misurata da prove CPT, da adottare per
Argilla soffice e fango
<1
0.4
0.5
calcolare il valore della portata unitaria limite di
Argilla moderatamente compatta
1a5
0.35 0.45
base ql, con riferimento alla figura 3.55, deve
Limo e sabbia sciolta
5
0.4
0.5
Argille da compatte a dure e limi compatti
>5
0.45 0.55
essere il valore misurato lungo una lunghezza
Calcare bianco (chalk) tenero
5
0.2
0.3
definita pari a 2 a (dove a uguale a 1.5 D,
Sabbia moderatamente addensata e ghiaie
5 a 12
0.4
0.5
Calcari bianchi (chalk) alterati e fratturati
>5
0.2
0.4
essendo D il diametro del palo), rispettivamente
Sabbia e ghiaia da addensata a molto addensata > 12
0.3
0.4
sopra (+ a) e sotto ( a) la punta del palo.
Gli Autori suggeriscono di calcolare qca secondo
Gruppo I: Pali trivellati a secco, pali trivellati con sostegno delle pareti
dello scavo mediante tubazione; pali trivellati con sostegno delle pareti
le seguenti tre fasi, come mostrato in figura 3.55.
mediante fanghi bentonitici; micropali (iniettati a bassa pressione); pali
Nella prima fase si calcola il valore qca come
realizzati con elica continua e tubo forma centrale.
valore medio della resistenza alla punta qc tra a
Gruppo II: Pali infissi prefabbricati in c.a. pali precompressi; pali infissi
e +a. Il secondo passo consiste nelleliminare i
gettati in sito, pali infissi metallici, micropali iniettati ad alta pressione
valori superiori a 1.3 qca lungo il tratto -a e +a, e
i valori inferiori a 0.7 qca lungo il tratto -a. Il Figura 3.54. Fattori di capacit portante k (Bustamante e
c
terzo ed ultimo passo , infine, quello di calcola- Gianeselli, 1982)
c
109
Categoria
Coefficiente
di adesione
Natura del terreno
Argilla tenera e fango
Argilla moderatamente compatta
Limo e sabbia sciolta
l =
qc
LCPC
(65)
(66)
a
0.7 qca
qca
D
1.3 qca
qc
a
Profondit
ql = kc qca
Palo
qca
110
MICROPALI
Portata unitaria
limite di base ql
Minimo di
f1 = 0.12 MPa
f2 = attrito laterale fs misurato con
una prova CPT
f3 = qc/300 (compressione)
f4 = qc/400 (tensione)
f = su
dove
= 1 per argille
normalconsolidate
= 0.5 per argille
sovraconsolidate
Figura 3.57. Metodo di De Ruiter e Beringen (1979) per valutare la capacit portante di un palo sulla base delle prove CPT
20
Valori della portata
unitaria limite di base (MPa)
Resistenza
unitaria
laterale limite l
Argilla
10
5
0
Sabbia da
fine a
grossolana,
OCR = 1
15
10
Sabbie grossolane
e sabbie con OCR
variabile da 2 a 4
20
25
30
35
Figura 3.59. Portata unitaria limite di base per sabbie sovraconsolidate (De Ruiter e Beringen,1979)
Resistenza alla punta, qc
Profondit
Sabbia
Figura 3.58. Determinazione del valore medio della resistenza alla punta (De Ruiter e Beringen,1979)
(67)
(68)
111
dove
= resistenza alla punta corretta per effetto della pressione interstiziale
qt
0 = tensione verticale totale presente in sito
k1, k2 = costanti da determinare.
La costante k1 varia in funzione di (qt 0)/0, come mostrato in figura 3.60.
Almeida et al. (1996), suggeriscono di utilizzare per il valore di k1 il valore medio riportato in figura 3.60. Tale valore medio pu essere espresso mediante la seguente relazione:
k1 = 12 + 14.9 log((qt 0)/0)
(69)
Tuttavia, nel caso di un basso indice di plasticit (Ip < 20%) e/o con un basso contenuto di argilla
raccomandato di utilizzare il limite superiore sempre indicato in figura 3.60.
In alternativa pu essere assunto un valore di k1 pari a 40 per bassi valori di (qt 0)/0 e intorno
a 45 per terreni pi consistenti. Una riduzione di k1 per valori di L/D superiori a 60 deve essere applicata secondo le raccomandazioni di Randolph e Murphy (1985).
I valori suggeriti da Almeida et al (1996), per la resistenza unitaria laterale limite, sono del tutto
simili a quelli che si ottengono adottando il tradizionale approccio in termini di tensioni totali ()
per i pali in argilla (Randolph e Wroth, 1982).
Per quanto concerne il valore di k2 si ha:
k2 = Nkt / 9
(70)
dove Nkt il fattore di cono utilizzato per ricavare, dalla resistenza alla punta, il valore della resistenza al taglio non drenata, che normalmente varia da 10 a 30.
In generale le raccomandazioni di Almeida et al. (1996) sono meno conservative rispetto al metodo
proposto da Bustamante e Gianeselli (1982).
In conclusione viene raccomandato (Lunne et al., 1997) di utilizzare i metodi di Bustamante e
Gianeselli (1982), De Ruiter e Beringen (1979) e (per le sole argille) il metodo di Almeida et al.
(1996) e di adottare per il dimensionamento dei pali il valore di capacit portante pi basso ottenuto dai differenti metodi. Nel caso si abbia una consolidata esperienza gi acquisita nel sito in oggetto, pu essere adottato il solo metodo che ha gi fornito, sulla base di prove di carico, la migliore
previsione.
Limite
ore
superi
Limite
re
inferio
Valore medio
Figura 3.60. Valori del coefficiente k1 per pali infissi in argilla (Almeida et al., 1996)
112
MICROPALI
Piano
campagna
Trasduttori di spostamento
cella di carico superiore
Profondit z (m)
Palo in acciaio
10 m
Minimo
Toolan et al.
(1990)
Gruppo di strumentazione
Distanza dalla
base del palo (h)
Profondit finale di
penetrazione (L)
Massimo
Punta conica
Decadimento
idealizzato ad
andamento
esponenziale
Tipico profilo
da prove in sito
113
per valutare la capacit portante del palo, cercando di chiarire i limiti degli approcci empirici convenzionali sulla base di indagini sperimentali e
adottando modelli di comportamento pi aderenti alla realt.
Palo
Recentemente, sulla base di una estesa sperimena punta aperta
tazione condotta in sei differenti siti con un palo
di prova opportunamente strumentato, R.J.
Jardine e F.C. Chow (1996), dellImperial ColleTappo
ge di Londra, hanno messo a punto un nuovo
di terreno
metodo per la progettazione di pali infissi.
Il loro lavoro ha preso le mosse da una profonda
analisi critica di tutti i metodi pi utilizzati per
valutare la capacit portante limite, confrontandone i valori calcolati con quelli misurati con
prove di carico. Dallesame effettuato dagli autori risultato che il coefficiente di variazione
COV (definito come rapporto fra la deviazione
(a)
(b)
standard ed il valore medio) del rapporto fra
Comportamento dei pali a punta aperta:
(a) senza la formazione del tappo (b) con la formazione del tappo
capacit portante limite calcolata e misurata per
Figura 3.63. Valutazione della capacit portante di pali infissi pali che erano stati dimensionati in accordo alle
a punta aperta
norme API RP2A (ventesima edizione, 1993) era
compreso fra 0.5 e 0.7.
Come osservato dagli autori tali elevati valori del coefficiente di variazione COV non erano compatibili con i relativamente bassi coefficienti di sicurezza normalmente adottati per i pali installati in
opere al largo (tipicamente 1.5).
Per quanto riguarda i pali installati in opere al largo (off-shore), Kraft et al. (1981) hanno evidenziato come la valutazione della capacit portante assiale, valutata con differenti metodi, porta ad una
variazione del 25 percento rispetto ai valori medi della previsione progettale.
Prima di illustrare il metodo proposto da Jardine e Chow (1996) per la determinazione della capacit portante di pali sia a punta chiusa sia a punta aperta, riprendiamo pi in dettaglio le definizioni
per la valutazione della capacit portante evidenziando le differenze fra i pali infissi a punta chiusa
e quelli a punta aperta.
Come visto nei precedenti paragrafi, la capacit portante di un palo di fondazione fornita dalla
somma della portata di base e della portata per attrito laterale:
Qu = Qp Qs W
dove
Qu
Qp
Qs
W
=
=
=
=
(71)
La valutazione della capacit portante assiale, in compressione, di un palo infisso, basata sulle
seguenti condizioni estreme (vedi figura 3.63):
1. Palo a punta chiusa;
2. Palo a punta aperta (fully plugged);
3. Palo a punta aperta (unplugged).
Nei casi 1 e 2, la valutazione della capacit portante limite totale fornita dalla seguente espressione:
Qu,c = f0 A0 + qp Ap W
(72)
114
dove
f0
A0
qp
Ap
d0
MICROPALI
=
=
=
=
=
superficie laterale del palo con riferimento al diametro esterno del palo d02
4
(73)
dove
f0,fi = resistenza laterale limite esterna ed interna
A0,Ai = superficie laterale del palo con riferimento rispettivamente al diametro esterno ed
interno del palo
qw
= portata unitaria limite di base
Aw
= area della superficie anulare del palo = t (d0 t)
t
= spessore del palo a punta aperta
d0
= diametro esterno del palo.
Per ciascuna penetrazione del palo, vengono pertanto valutati i valori di Qu,c e Qu,o. Il valore finale
assegnato alla capacit portante assiale del palo, a punta aperta, pertanto governato dal valore inferiore fra i due.
Pertanto per un palo a punta aperta si avr il caso fully plugged se:
Qu,o > Qu,c
oppure quando:
fi Ai > qp Ap
dove
Ap =
115
Diametro = 0.1016 m
A1
Portata di base
B1
B2
B3
Limite inferiore per pali senza tappo (un plugged) e per pali di
grande diametro a punta aperta
Figura 3.65. Metodo di Jardine e Chow (1996), procedura per valutare la capacit portante di base di un palo infisso in sabbie
116
Cc
C*c
cvr
COV
CPT
Cu
D
Dr
e
eL
G
h/R
Ivr
Ivy
K
L
ln
log
Pa
qc
qb
qba
Qb
Qs
Qc
Qm
R
Rcla
Rinner
MICROPALI
= Coefficiente di compressibilit
= e/logv
= Coefficiente di compressibilit intrinseco;
variazione dellindice dei vuoti per campioni
di terreno normalconsolidati ricostruiti in laboratorio
v = 100 kPa e 1000 kPa
= Coefficiente di consolidazione per drenaggio
radiale
= Coefficiente di variazione
= Prova penetrometrica statica
= Resistenza al taglio in condizioni non drenate
= Diametro del palo
= Densit relativa (%)
= Indice dei vuoti (vedi figura 3.71 per eo, ey, ecc.)
= Indice dei vuoti in corrispondenza del imite liquido
= Modulo di taglio operativo
= Distanza normalizzata dalla punta del palo
= Indice dei vuoti relativo (vedi figura 3.71)
= Indice dei vuoti relativo alla rottura (vedi figura 3.71)
= r/'v0
= Lunghezza del palo
= Logaritmo a base e
= Logaritmo a base 10
= Pressione atmosferica
= Resistenza alla punta
= Portata di base (espresso anche come qb/qc)
= Portata di base in corrispondenza della sezione
anulare di un palo a punta aperta
= Portata di base
= Portata per attrito laterale
= Capacit portante calcolata
= Capacit portante misurata
= Raggio del palo
= Scabrezza del palo
= Raggio interno del palo
Rout
R*
s
SPT
St
t
YSR
f
peak
ult
cv
h
h0
r
rf
r
v0
vy
f
Figura 3.66. Metodo di Jardine e Chow (1996), procedura per valutare la capacit portante di base di un palo infisso in sabbie,
simbologia adottata
figure 3.67 e 3.68 riportano la procedura, proposta da Jardine e Chow (1996) per valutare la resistenza laterale limite, per pali infissi in sabbia.
Analogamente per pali in argilla, la figura 3.69 riporta la procedura per valutare la portata limite di
base ed, infine, le figure 3.70 e 3.71 riportano le indicazioni per valutare, in argille, la resistenza laterale limite.
Tenendo presente che uno degli aspetti pi difficili, in sede progettuale, riguarda la determinazione
della resistenza laterale limite, il metodo di Jardine e Chow stato applicato, come esempio, al calcolo della resistenza laterale limite per un palo a punta chiusa del diametro di 1 m e della lunghezza di 50 m in un deposito sabbioso uniforme caratterizzato da diversi valori della densit relativa.
La figura 3.72 riporta l'andamento con la profondit della resistenza laterale limite. Come si pu
notare la tensione orizzontale efficace agente sul palo e conseguentemente la resistenza laterale
agente fortemente influenzata dal valore della densit relativa.
Le figure 3.73-3.77, confrontano, per ogni valore della densit relativa, la resistenza laterale limite
calcolata con il metodo e con il metodo suggerito dalle API (le cui indicazioni sono riportate in figura 3.78) e assumendo come angolo di attrito, fra terreno e palo, 32.
Come si pu notare per valori della densit relativa inferiori al 50%, la resistenza laterale limite calcolata con il metodo ICP sensibilmente inferiore a quella calcolata con il metodo API mentre per
valori di DR superiori al 50% si ha il contrario.
Come conseguenza, chiaramente evidenziato dagli Autori, il metodo suggerito dalle API non cautelativo nei depositi di sabbie sciolte e per pali caratterizzati da alti valori del rapporto L/D (lunghezza/diametro) ed invece estremamente conservativo nei depositi di sabbie dense e quando il
rapporto fra lunghezze e diametro del palo basso.
C1
117
C2
C3
C4
C5
D3
Pali in trazione
Lequazione C6 dovrebbe essere usata al posto dellequazione C2
Capacit portante per connessione laterale di pali a punta aperta
Raggio modificato
Sostituire nellequazione C3 per ottenere lequazione D3;
h/R* > 8.
In trazione
Figura 3.67. Metodo di Jardine e Chow (1996), procedura per valutare la capacit portante per connessione laterale di un palo
infisso in sabbie
Scabrezza acciaio
allinterfaccia
palo-terreno
Tensione
verticale efficace
presente in sito
(tensione
geostatica)
Profondit relativa
ristretto alla base
del palo = h
Leggenda:
rf)
Figura 3.68. Metodo di Jardine e Chow (1996), (a) definizione dei parametri per la definizione della tensione radiale efficace,
(b) andamento dellangolo di resistenza al taglio allinterfaccia fra il palo ed il terreno
118
MICROPALI
E1
F1
Se
inferiore a 36,
Carico in condizioni
non drenate
Carico in condizioni
drenate
F3
Carico in condizioni
non drenate
Carico in condizioni
drenate
La portata di base controllata dalla resistenza alla punta da prove CPT in corrispondenza della punta del palo e dalle condizioni di drenaggio durante lapplicazione del carico. Il valore di
qc relativo alla media del valore della resistenza alla
punta in un tratto pari a 1.5 volte il diametro, al di sopra e al di sotto della punta del
palo
La formazione del tappo alla base del palo fornita dal criterio di fianco indicato. Da
notare che DCPT = 0.036 m e che la pressione atmosferica PA = 0.1 MPa o 100
kPa
Pali con piena formazione del tappo alla base (fully plugged) sviluppano met della
portata di base relativa a pali a punta chiusa, come indicato nellequazione E1 dopo
un cedimento della testa del palo di D/10
Pali senza formazione del tappo (unplugged) sono in grado di fornire una capacit
portante di base solamente attraverso la sezione anulare dei palo. La resistenza alla
base del palo pari al valore medio della resistenza alla punta da prove CPT in corrispondenza della base del palo. Questo pu essere aumentato di un fattore pari a
1.6 in condizioni drenate. Il contributo dovuto alla tensione di taglio interna deve
essere ignorato
Figura 3.69. Metodo di Jardine e Chow (1996), procedura per valutare la capacit portante di base di un palo infisso in argilla
G1
G2
G3
G4
Langolo di attrito allinterfaccia palo-terreno dovrebbe essere misurato mediante prove di taglio torsionale. Valori operativi dipendono dal grado di rottura progressiva, dalla scabrezza del palo, dal tipo di argilla e dalla storia di carico.
Andamenti tipici sono mostrati in figura 3.71(b) per le argille
del Mare del Nord.
H
H
Raggio modificato
Limite inferiore h/R* = 8.
Figura 3.70a. Metodo di Jardine e Chow (1996), (a) procedura per valutare la capacit portante per connessione laterale di un
palo infisso in argilla, (b) andamento di cu/0 in funzione di OCR ricavato da prove di laboratorio triassiali CU K0
119
Argilla di media
plasticit
Figura 3.70b.
(a)
Indice
dei vuoti
(b)
Punto di plasticizzazione
Indice di plasticit, %
Definizione di Ivy e Iw, Iw = (eo eo)/Cc; Ivy =(ey ey)/Cc; YSR = vy/v0
Figura 3.72. Esempio per la valutazione della resistenza laterale limite di un palo infisso in sabbia a punta chiusa del diametro
di 1 m e della lunghezza di 50 m, in funzione di diversi valori della densit relativa, adottando il metodo di Jardine e Chow (1996)
120
MICROPALI
Figura 3.73. Confronto fra la resistenza laterale limite calcolata con il metodo di Jardine e Chow (1996) e con le raccomandazioni
dellAPI, per un palo a punta chiusa, infisso in sabbie con densit relativa del 35% , del diametro di 1 m della lunghezza di 50 m
Figura 3.74. Confronto fra la resistenza laterale limite calcolata con il metodo di Jardine e Chow (1996) e con le raccomandazioni
dellAPI, per un palo a punta chiusa, infisso in sabbie con densit relativa del 50% , del diametro di 1 m della lunghezza di 50 m
Figura 3.75. Confronto fra la resistenza laterale limite calcolata con il metodo di Jardine e Chow (1996) e con le raccomandazioni
dellAPI, per un palo a punta chiusa, infisso in sabbie con densit relativa del 70% , del diametro di 1 m della lunghezza di 50 m
121
Figura 3.76. Confronto fra la resistenza laterale limite calcolata con il metodo di Jardine e Chow (1996) e con le raccomandazioni
dellAPI, per un palo a punta chiusa, infisso in sabbie con densit relativa del 80% , del diametro di 1 m della lunghezza di 50 m
Figura 3.77. Confronto fra la resistenza laterale limite calcolata con il metodo di Jardine e Chow (1996) e con le raccomandazioni
dellAPI, per un palo a punta chiusa, infisso in sabbie con densit relativa del 90% , del diametro di 1 m della lunghezza di 50 m
Densit
Molto sciolta
Sciolta
Media
Sciolta
Media
Densa
Media
Densa
Densa
Molto densa
Densa
Molto densa
Descrizione
del terreno
Sabbia
Sabbia-limo
Limo
Angolo
di attrito
allinterfaccia
palo-terreno,
Resistenza
unitaria
laterale
limite
(kPa)
Nq
Portata
unitaria
limite
di base
(MPa)
Sabbia
Sabbia-limo
Limo
Sabbia
Sabbia-limo
Sabbia
Sabbia-limo
Ghiaia
Sabbia
I parametri riportati in tabella sono da intendersi solamente come indicativi. Dove sono disponibili dettagliate informazioni
(prove in sito CPT, CPTU, prove di laboratorio su campioni intatti, prove di battitura su prototipi, ecc.) possono essere
assunti diversi valori.
122
MICROPALI
Terreno
compressibile
qLI
qLI
D
D
Db - 10 B
qP
qL2
Terreno
compressibile
qP
Sabbia
densa
qL2
(b)
(a)
- 10 B
Sabbia
densa
Terreno
compressibile
123
dove Em lenergia fornita dal maglio in un colpo pari a Em = W h per magli a caduta libera di peso
W e altezza di caduta h, mentre fornita direttamente dal costruttore per magli a vapore e diesel; e
un coefficiente di efficienza del maglio i cui valori indicativi sono mostrati nella seguente tabella 3.6.
Tabella 3.6. Efficienza dei diversi tipi di battipalo
Tipo di maglio
A caduta libera a scatto
A caduta libera a fune ed argano
A caduta libera a frizione
A vapore a semplice effetto
A vapore a doppio effetto
A vapore ad effetto differenziale
Diesel
Valore di e
1.0
0.75
0.7 0.8
0.75 0.85
0.85
0.75
0.7 1.0
Le formule dinamiche di pi frequente impiego si differenziano fra di loro per la diversa espressione del lavoro dissipato Lp.
Le pi diffuse sono le seguenti.
Formula di Janbu
e Em
Q1 =
rK
dove:
K = C 1 + 1 +
c
Em L
A E r2
C = 0.75 0.15
(76)
(77)
(78)
Wp
(79)
W
in cui A, E ed L sono rispettivamente larea della sezione, il modulo di elasticit e la lunghezza del
palo; e lefficienza del battipalo; r il rifiuto; Wp e W sono il peso del palo e del maglio.
Formula danese
Ql =
e Em
e Em L
r+
2AE
(80)
Il valore del rifiuto r da introdurre nelle formule la media dei valori misurati su dieci colpi di
maglio. una buona norma determinare il valore di r durante una ripresa della battitura, effettuata
ad una certa distanza di tempo dallinfissione; la pausa deve essere di alcune ore per i terreni a grana
grossa, mentre dovrebbe essere di alcuni giorni per quelli a grana fine.
Una analisi pi sofisticata della battitura basata sullequazione dellonda durto stata messa a punto
da Smith (1962). Secondo la soluzione di Smith, linterazione palo-terreno viene simulata con una
molla e un blocco dattrito in serie e da uno smorzatore in parallelo, come indicato in figura 3.80.
In questo modello la resistenza massima del blocco di frizione corrisponde alla massima resistenza
laterale o di base prevista nelle condizioni analizzate. La resistenza statica, componente della resistenza schematizzata dalla molla, varia linearmente con la deformazione fino ad un valore massimo
ucrit, definito quake, oltre il quale le deformazioni aumentano senza generare alcun ulteriore incremento della reazione. Gli smorzatori lineari simulano la dispersione di energia che avviene per radiazione nei terreni circostanti e per effetti viscosi nel terreno.
124
MICROPALI
Colpo
Massa
battente
Cuffia +
cuscino
Palo
b) Modello
Figura 3.80. Analisi di battitura con il metodo dellequazione dellonda durto (Smith, 1962)
125
Con riferimento alla figura 3.80 la resistenza complessiva risulta dalla somma delle due componenti ed espressa dalla relazione:
R dyn = R s (1 + J V)
(81)
in cui:
Rdyn =
Rs =
J =
V =
Il palo viene modellato con una serie di masse collegate da molle che ne rappresentano la continuit
e lelasticit. La lunghezza massima dei segmenti in cui il palo viene suddiviso ai fini del calcolo
viene scelta in modo da assicurare unaccurata simulazione del fenomeno di propagazione dell'onda. Il battipalo e la cuffia vengono modellati mediante singole masse, mentre il cuscino viene modellato come elemento elastico dotato di isteresi.
Valori tipici dei parametri caratteristici del modello di Smith sono mostrati in figura 3.81.
3.3.9. PORTATA AMMISSIBILE
La portata ammissibile (Qamm) del palo singolo viene valutata secondo le seguenti espressioni:
Qamm =
oppure:
Qamm =
D2
Qbl + Qsl
cls
W
4
FS1
(82)
Qsl Qbcrit
D2
+
cls
W
FS1 FS2
4
(83)
essendo:
cls =
In accordo alla Normativa Vigente (DM 11/3/1988) e tenuto conto di quanto consigliato dalle
Raccomandazioni sui pali di fondazione, AGI (1984), si adotta di norma:
FS1 = 2.5
FS2 = 1.75 2.5.
3.3.10. PALI IN GRUPPO
I pali di fondazione vengono di regola impiegati in gruppi. Per evitare interferenze tra i pali, possibili danneggiamenti dei pali gi costruiti e riduzioni dellefficienza della palificata, linterasse minimo tra i pali fissato ad un valore non minore di tre volte il loro diametro D.
La rottura del gruppo di pali pu manifestarsi secondo due situazioni limite schematicamente rappresentate in figura 3.82. La situazione indicata in figura come (a) rappresenta la rottura tipo blocco o pozzo di fondazione, caratteristica di pali molto ravvicinati; nella situazione indicata in figura
con (b) la rottura avviene singolarmente per ciascun palo ed caratteristica di pali notevolmente
distanziati tra di loro.
Supponendo noto il carico limite Q11 di ciascuno dei pali considerati singolarmente, il carico limite
Q dellintera palificata (comprendente n pali) si pu porre pari a:
Q = n Q11
(84)
126
MICROPALI
zona di
rottura
sotto la
struttura di
collegamento
zona di rottura alla base
(a)
(b)
Figura 3.83. Schema di rottura del terreno per effetto della palificata quale blocco in terreni coesivi (Terzaghi e Peck, 1967)
Pu aversi < 1 solo per pali trivellati con esecuzione non sufficientemente curata e quindi con sensibile allentamento del terreno fra i pali.
Lefficienza di gruppi di pali in terreni argillosi pu essere minore dellunit.
Nel caso di palificate in terreni coerenti teneri e per interasse dei pali inferiore a quattro volte il diametro, opportuno verificare la stabilit globale della palificata quale blocco (Terzaghi e Peck,
1967). Con riferimento alla figura 3.83, la capacit portante limite risulta:
(85)
Q = B h N c + 2 (h+B) L c
c
u(L)
dove:
c il valore medio della resistenza al taglio nel tratto di lunghezza L; c la coesione in condizioni
u(L)
non drenate alla profondit L; Nc il coefficiente di capacit portante che assume i valori riportati in
figura 3.84, in funzione dei rapporti h/B e L/B.
127
128
MICROPALI
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51
Lanalisi dello stato tensionale geostatico non deve essere vista come un mero
esercizio di stile considerato che, quale semplice punto di partenza, rappresenta
un elemento imprescindibile per la conduzione delle prove geotecniche di laboratorio sui provini derivati dai campioni indisturbati; daltra parte, come sar possibile verificare successivamente, lo stato tensionale geostatico entra nei calcoli
relativi alle verifiche agli slu e agli sle.
In realt, il problema ben pi complesso in quanto occorre considerare che il
comportamento meccanico delle terre manifesta alcuni aspetti salienti, quali:
Limitando, per il momento, lattenzione alla sola analisi degli effetti del campionamento sui terreni risulta che il prelievo degli stessi impone lannullamento
delle tensioni totali di confinamento agenti in sito, tale da produrre una, seppur
involontaria, deformazione per dilatazione dei provini come illustrato sinteticamente nella figura 2.1; si tratta di un problema che richiede che in laboratorio sia
eseguita una procedura di ripristino dello stato tensionale iniziale quale punto
di partenza per le successive analisi meccaniche. La diretta conseguenza di tale
procedura comporta, per, che se i provini sono ricostituiti alle medesime condizioni di sollecitazione agente in sito, lo stato tensionale complessivo risulta di
tipo isotropo anche se allorigine sempre di tipo anisotropo.
52
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
Figura 2.1
Stato tensionale agente in sito su un generico elemento di terreno a); deformazione di un campione
conseguente al suo prelievo in funzione della caduta delle tensioni geostatiche totali b) (da: Di Francesco, 2010)
Occorre innanzitutto ricordare (come si visto al paragrafo 1.2.1) che la definizione di tensione verticale totale discende dalla natura discreta dei terreni, per i
53
Stato tensionale geostatico cap. 2
quali si assiste alla co-presenza di tre mezzi continui che agiscono in parallelo: lo
scheletro solido e i vuoti interparticellari i quali, pi o meno interconnessi, possono essere riempiti e percorsi da fluidi di varia natura tra i quali lacqua, laria,
il petrolio, il gas e molto altro (figura 1.6).
Ragionando nel modo delineato, e nellottica dellestrema semplificazione della
trattazione matematica del comportamento meccanico delle terre, si scopre, allora, che queste ultime possono essere schematizzate come costituite da due soli
mezzi continui:
Operando matematicamente occorre, quale punto di partenza, considerare la presenza della sola impalcatura solida, costituita dallaggregazione di tutte le particelle di varia forma e natura, e negare lazione della pressione idrostatica esercitata dalla fase fluida; in questo modo lanalisi dello stato tensionale geostatico
risulta limitata alla sola tensione totale (sv), essendo di fatto esclusa la componente legata a uno dei due mezzi continui e risultando dipendente dal solo scheletro
solido al quale affidare il termine totale.
Per una migliore definizione della metodologia di calcolo, ed entrando nel merito
dello stesso, si consideri ora, quale punto di partenza, un deposito di argilla con
piano di campagna orizzontale e supposto infinitamente esteso (figura 2.2a), per
Figura 2.2
Geometria di riferimento per lanalisi delle tensioni verticali totali in assenza di falda a);
andamento grafico della tensione verticale totale b) (da: Di Francesco, 2010)
54
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
il quale esistono condizioni di simmetria geometrica e matematica tali da giustificare lassenza delle sollecitazioni tangenziali e imporre, conseguenzialmente, la
sola presenza degli sforzi normali (verticale e orizzontale); tale argomento pu
essere compreso considerando che leventuale presenza delle tensioni di taglio
porterebbe allo sviluppo di una fagliazione del deposito, in direzione verticale e
orizzontale, in evidente contraddizione con la meccanica dei bacini sedimentari
naturali.
La logica conseguenza della geometria descritta conduce, in assenza di falda tale
da poter assimilare lintero deposito al solo mezzo continuo corrispondente allo
scheletro solido, al calcolo delle tensioni verticali totali agenti in ogni punto del
sottosuolo in funzione della profondit (z) di analisi e del peso di volume del
terreno (gt), imponendo le condizioni di equilibrio in direzione verticale e giungendo infine a trovare la seguente relazione:
v0 = t z
(2.1)
3
Posto, ad esempio, il peso di volume del terreno gt = 20 kN/m , dallapplicazione
dellequazione (2.1) alla geometria rappresentata nella figura 2.2a si ottiene lo
stato tensionale verticale totale geostatico (sv0) sintetizzato nella tabella 2.1 e
graficizzato nella figura 2.2b.
z (m)
sv0 (kPa)
40
2
4
80
120
160
10
200
12
240
Tabella 2.1. Stato tensionale verticale totale associato alla figura 2.2a
v 0 = ( ti zi )
(2.2)
essendo i lo strato i-esimo e Dz il relativo spessore o la variazione di profondit
al suo interno.
La figura 2.3 mostra un esempio di calcolo della sv0 nel caso di depositi stratificati, per i cui dettagli si rimanda alla lettura della tabella 2.2.
i=0
55
Stato tensionale geostatico cap. 2
Figura 2.3
Esempio di deposito stratificato a) e andamento delle relative tensioni verticali totali b)
z (m)
2
sv0 (kPa)
40
80
116
152
10
200
12
248
Tabella 2.2. Stato tensionale verticale relativo al deposito stratificato della figura 2.3a
56
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
u, che agisce nellacqua e nello scheletro solido in ogni direzione con la stessa
intensit e che pu essere definita pressione neutra (o pressione dei pori). Le
differenze s1 = s1 u, s2 = s2 u, s3 = s3 u, rappresentano leccesso rispetto
alla pressione neutra u e hanno sede esclusivamente nella fase solida del terreno.
Tale frazione dello sforzo principale totale pu essere definita sforzo principale
efficace. Ogni effetto misurabile relativo a una variazione di sforzo, come la compressione, di distorsione e di variazione di resistenza dovuto esclusivamente ad
una variazione delle tensioni efficaci.
In altre parole, anche se il significato non appare immediato, le tensioni efficaci
non possono essere misurate direttamente ma solo calcolate come differenza tra
le tensioni totali e la pressione idrostatica esercitata dalla fase fluida, il che consente di introdurre la relativa metodologia di calcolo:
v' 0 = v 0 u = ( t z ) ( w zw )
(2.3)
avendo denotato con gw e zw rispettivamente il peso di volume dellacqua (gw = 10
kN/m3) e la profondit misurata a partire dal livello piezometrico.
Figura 2.4
Geometria di riferimento per lanalisi delle tensioni verticali efficaci in presenza di falda a);
andamento grafico delle tensioni verticali, totale ed efficace, in funzione della variazione
della pressione idrostatica b) (da: Di Francesco, 2010)
57
Stato tensionale geostatico cap. 2
z (m)
2
u (kPa)
sv0 (kPa)
40
sv0 (kPa)
40
80
20
60
120
40
80
160
60
100
10
200
80
120
12
240
100
140
Tabella 2.3. Stato tensionale geostatico verticale relativo alla figura 2.4a
v' 0 = ( t z ) ( w z ) = ' z
(2.4)
con g che identifica il peso efficace del terreno che nel caso della figura 2.4a
20 10 = 10 kN/m3.
Infine, evidente che anche nel caso del calcolo della sv0 per terreni stratificati
vale sempre lequazione (2.2), purch sia modificata tenuto conto del principio
delle tensioni efficaci alla luce della relazione (2.4):
n
v' 0 = ( ti' zi )
i=0
(2.5)
h' 0
=
'
v0 1
(2.6)
che dipende unicamente dal coefficiente di Poisson.
A titolo di esempio, sapendo che il campo di variabilit di tale parametro 0 n
0.5 e che pu anche valere:
58
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
calcestruzzo: n 0.16
marna:
n 0.20
ghiaia:
n 0.33
h' 0 = v' 0
1
(2.7)
K0 =
1
(2.8)
'
2
1 sin
K 0 ( NC ) = 1 + sin '
1 + sin '
3
(2.9)
Nel contempo, lequazione (2.6) indica anche che, in un terreno che rispecchi il
comportamento dei mezzi trasversalmente isotropi, laumento di spessore dovuto
alla deposizione comporta un incremento delle tensioni verticali (totali ed efficaci) e contestualmente di quelle orizzontali secondo una ben definita proporzione.
Il problema, a questo punto, insito proprio nella determinazione di tale costante
di proporzionalit la quale, definita coefficiente di spinta a riposo delle terre,
assume in campo elastico la forma di:
anche evidente, per, che i terreni non possono essere assimilati a mezzi puramente elastici, tanto da aver condotto diversi ricercatori a introdurre relazioni
empiriche tra le quali la pi accreditata (Jaky, 1944):
nella quale nc denota il comportamento dei terreni normalconsolidati, ovvero di
quei depositi che durante la propria storia geologica sono stati assoggettati al solo
peso proprio (condizione puramente geostatica). Una forma semplificata della
(2.9), comunque di validit generale in Geotecnica, anche:
(2.10)
K 0 ( NC ) = 1 sin '
che pone, ora, il coefficiente di spinta a riposo delle terre funzione unica dellangolo di resistenza al taglio delle stesse.
Quindi, e sempre a titolo di esempio, potendo valere:
argilla: f 2024
limo: f 2427
sabbia: f 2734
ghiaia: f > 34
59
Stato tensionale geostatico cap. 2
con la conseguenza logica che allaumentare di f, ovvero della resistenza al taglio, diminuiscono le tensioni orizzontali.
In natura esistono, per, anche terreni che durante la storia geologica sono stati
assoggettati a livelli di sforzo superiori rispetto a quelli attuali, come nel caso dei
bacini di sedimentazione che hanno subito uninterruzione della fase di accumulo seguito da uno scarico tensionale associato a un fenomeno erosivo; in questo
caso, per il quale le terre sono definite sovraconsolidate, si perde la validit delle
equazioni (2.8) e (2.10), considerato che le evidenze sperimentali denotano lo
sviluppo della condizione sh0 sv0 tanto da dover valere K0(oc) 1 (con oc derivato dalla terminologia anglosassone Over Consolidated).
Una possibile soluzione al problema deriva dallintroduzione della seguente relazione (Schmidt, 1966):
'
(2.11)
K 0 (OC ) = K 0 ( NC ) OCR1sin
secondo la quale il coefficiente di spinta a riposo di una terra sovraconsolidata
pu essere derivata dal K0(nc) a condizione di relazionarlo al grado di sovraconsolidazione ocr e allangolo di resistenza al taglio.
Per quanto concerne la definizione di ocr, occorre considerare che i terreni sovraconsolidati, proprio in virt della particolare storia geologica, manifestano
una condizione tensionale dualistica dettata dallo sforzo verticale efficace attuale
(sv0) e dal massimo sforzo verticale efficace al quale sono stati assoggettati nel
passato (sp); quindi, indicando questultimo con il termine di pressione di preconsolidazione, a sua volta valutabile in laboratorio mediante le prove edometriche, si perviene alla relazione cercata:
'
OCR =
p
v' 0
(2.12)
A titolo di esempio, se il deposito rappresentato in figura 2.4 fosse stato assoggettato a una condizione sp = 400 kPa valida per lintero spessore, dallapplicazione
delle equazioni (2.12) e (2.11) si otterrebbe:
= 10
ocr(z = 4 m) = 6.67
ocr(z = 6 m) = 5
ocr(z = 8 m) = 4
ocr(z = 10 m) = 3.33
ocr(z = 12 m) = 2.86
ocr(z = 2 m)
K0(oc) = 1.58
K0(oc) = 1.29
K0(oc) = 1.12
K0(oc) = 1
K0(oc) = 0.91
K0(oc) = 0.85
60
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
I risultati mostrano che con laumentare della profondit il grado di sovraconsolidazione diminuisce, fino a quando viene raggiunta la condizione ocr = 1 per la
quale il deposito torna a comportarsi come un mezzo normalconsolidato, anche
se pur sempre con una maggiore resistenza e una minore deformabilit rispetto
alle terre originariamente nc.
In realt, come mostrano i valori del K0(oc) calcolato per le varie profondit, i
terreni possono essere considerati normalconsolidati anche per bassi valori di
ocr, tipicamente inferiori a circa 45 per i quali lo stesso assume valori inferiori
allunit.
2.1.4. Tensione orizzontale efficace e totale
Ora che sono noti tutti gli elementi necessari, possibile dare corpo alla definizione matematica di tensione orizzontale efficace, la quale deriva dallo sforzo
verticale efficace attraverso il coefficiente di spinta a riposo delle terre semplicemente combinando le equazioni (2.7), (2.8) e (2.10) o (2.11):
h' 0 = v' 0 K 0 ( NC )
(2.13a)
h 0 = v 0 K 0 (OC )
(2.13b)
Noto tale parametro, allora possibile completare lintera analisi dello stato tensionale geostatico giungendo alla definizione dello sforzo orizzontale totale:
'
'
h0 = h0 + u
(2.14)
Riassumendo tutti gli elementi finora introdotti, lanalisi dello stato di sforzo nelle terre pu essere sintetizzata come segue:
'
1) calcolo della tensione verticale totale, quale semplice prodotto del peso di volume dei terreni per la profondit;
2) calcolo della tensione verticale efficace, attraverso lapplicazione del principio
degli sforzi efficaci ovvero sottraendo alla s v0 la pressione idrostatica (u) esercitata dallacqua contenuta nei vuoti interparticellari;
3) calcolo della tensione orizzontale efficace, derivandola dalla precedente attraverso il coefficiente di spinta a riposo delle terre;
4) calcolo della tensione orizzontale totale, sommando alla sh0 il valore della u.
Una volta noti tutti gli elementi pu essere completato lesempio introdotto con la
figura 2.4 giungendo alla determinazione dellintero stato tensionale geostatico,
cos come sintetizzato nella tabella 2.4 e graficizzato nella figura 2.5 nellipotesi
che valgano ocr = 1, f = 26 e avendo applicato lequazione (2.9).
61
Stato tensionale geostatico cap. 2
Figura 2.5
Stratigrafia di riferimento a) e andamento grafico del relativo stato tensionale geostatico b) (da: Di Francesco, 2010)
z (m)
2
4
sv0 (kPa)
40
u (kPa)
80
20
160
60
120
10
200
12
240
0
40
80
100
K0
sv0 (kPa)
40
0.5
sh0 (kPa)
22.4
sh0 (kPa)
22.4
80
0.5
44.8
84.8
60
100
120
140
0.5
0.5
0.5
0.5
33.6
56
67.2
78.4
53.6
116
147.2
178.4
Tabella 2.4. Stato tensionale geostatico associato alla figura 2.5 (ocr = 1; f= 26)
62
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
Figura 2.6
Stato tensionale geostatico relativo a una stratigrafia complessa
63
Stato tensionale geostatico cap. 2
z (m)
2
sv0 (kPa)
40
u (kPa)
0
sv0 (kPa)
40
K0
1.2
80
80
1.2
120
120
1.2
10
12
14
14
16
18
20
160
160
196
232
268
20
40
60
sh0 (kPa)
48
96
144
160
1.2
192
176
0.5
88
160
0.5
192
0.5
208
0.5
80
1.5
312
356
296
1.5
444
400
340
1.5
1.5
80
108
372
208
252
192
136
60
0
96
144
96
104
268
312
sh0 (kPa)
48
164
378
378
510
510
444
Applicando la metodologia di analisi dello stato tensionale geostatico si ottengono i risultati sintetizzati nella tabella 2.5, per il cui assemblaggio stato tenuto
conto delle variazioni del K0 nei passaggi stratigrafici in funzione dellandamento
dellocr; in questo modo risulta che in detti passaggi si ottiene un doppio valore
del coefficiente di spinta a riposo delle terre e, conseguenzialmente, delle tensioni
orizzontali efficaci e totali. Analizzando, poi, landamento delle varie componenti dello stato tensionale come graficizzato nella figura 2.6, si scopre con immediatezza che il fenomeno della sovraconsolidazione meccanica, ossia derivante da
pure azioni meccaniche erosive, conduce a un effetto di rotazione delle tensioni,
con le componenti orizzontali che assumono valori superiori a quelle verticali.
Per maggiori approfondimenti dellargomento si rimanda a Di Francesco (2010).
2.1.6. Limiti operativi
64
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
x xy xz
ij = yx y yz
zx zy z
(2.15)
Lapplicazione dellequazione (2.15) ai terreni, in quanto ipotizzati composti da
due mezzi continui, comporta lintroduzione delle componenti relative alla pressione idrostatica esercitata dalla fase fluida nel pieno rispetto del principio delle
tensioni efficaci:
x xy xz
ij' = ij u ij = yx y yz
zx zy z
u 0 0
0 u 0
0 0 u
(2.16)
avendo indicato con dij il delta di Kronecker che impone lapplicazione delle u
alle sole componenti normali.
Se le componenti sij e u sono definite tensore degli sforzi efficaci e tensore sferico (scalare) della pressione interstiziale, lapplicazione delle leggi di equilibrio
richiede la definizione delle seguente equazione:
(2.17)
ji , j + ij + Fi = 0
espressa in forma compatta, utilizzando nuovamente la notazione indiciale e nella
quale compaiono le forze di volume (Fi) che agiscono sui continui.
Il tensore dato dallequazione (2.17) esprime tre equazioni differenziali che applicate, ad esempio, alla figura 2.2a diventano per la simmetria imposta:
x
=0
x
y
y
=0
z
t = 0
z
(2.18a)
(2.18b)
(2.18c)
evidente, dallanalisi delle relazioni date dalle (2.18), che, proprio in funzione
della semplice geometria, le equazioni di equilibrio alla traslazione si riducono a
una nella quale compare il peso di volume del terreno in sostituzione di Fz; quindi, applicando il teorema fondamentale dellanalisi, si ottiene dapprima:
65
Stato tensionale geostatico cap. 2
z
z
0 z dz = 0 t dz
e successivamente la relazione cercata:
(2.19)
(2.20)
z = t z
del tutto identica allequazione (2.1).
In definitiva, se la relazione (2.20) costituisce il punto di partenza per lanalisi
dello stato tensionale geostatico relativo a geometrie semplici, in tutti gli altri casi
occorre necessariamente ricorrere al set di equazioni dato dalla (2.17) che impone
la ricerca della soluzione mediante metodologie numeriche come il metodo degli
elementi finiti, delle differenze finite, ecc.
Tale limite comporta in definitiva che il calcolo dello stato tensionale geostatico
condotto con i metodi canonici rappresenta, in Geotecnica, una necessit per i
motivi espressi nel paragrafo 2.1 pur introducendo, contestualmente, degli errori
imprescindibili.
2.2. Stato tensionale per risalita capillare
66
Analisi geotecniche di fondazioni superficiali e pali
Figura 2.7
Stato tensionale geostatico in presenza della risalita capillare dellacqua
ij = ij S u ij
(2.21)
Applicando la (2.21) al caso rappresentato in figura 2.7, si perviene alla soluzione
in forma chiusa:
'
v' 0 = v 0 S u
(2.22)
valida, per, solo per casi semplici.
Nel caso specifico, lapplicazione in serie delle equazioni (2.1), ovvero (2.2) e
67
Stato tensionale geostatico cap. 2
(2.22), conduce allo stato tensionale rappresentato in figura 2.7 e sintetizzato nella tabella 2.6.
z (m)
0
2
10
12
sv0 (kPa)
0
u (kPa)
30
sv0 (kPa)
30
72.4
20
92.4
150.4
20
36
111.4
187.4
224.4
20
0
40
60
56
111.4
130.4
147.4
164.4
Tabella 2.6. Stato tensionale geostatico verticale relativo alla figura 2.7