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La Basilica di San Francesco di Assisi

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L’italia e il Gotico “temperato”


La Basilica di San Francesco di Assisi costituisce il primo edificio con un’elaborazione
tutta italiana del Gotico.
La Chiesa fu iniziata nel 1228 quando, dopo due anni dalla sue morte, Francesco venne
santificato.
La Basilica è a croce commissa e
comprende due diversi livelli:
- la Chiesa Inferiore
- una sola navata
- un’abside a pianta
semicircolare
- cappelle laterali
- quattro campate
sostenute da pilastri
massicci e bassi
- archi perimetrali a
tutto sesto
- volte molto ribassate
- scarsa illuminazione
- la Chiesa Superiore
- schema simile alla
Chiesa Inferiore
- maggiore illuminazione
- grande aula per la predicazione
- abside poligonale
- quattro campate quadrate coperte da crociere ogivali
- senso di leggerezza dovuto alle colonne

A differenza del Gotico francese, il Gotico italiano tende ad


equilibrare le superfici vuote e aperte a quelle piene e chiuse, dando
alla muratura tradizionale la funzione di sostegno.

La facciata è divisa in tre registri:


- quello superiore è costituito dal timpano
- quello mediano è rettangolare e ha come unico elemento
decorativo un rosone
- quello inferiore ha un ampio portale strombato e ripartito

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Giotto
Di Giotto, il più grande pittore del Trecento, si hanno ancora scarse e incerte notizie
biografiche. Egli rompe definitivamente con la tradizione medievale di origine greca
per ricollegarsi agli esempi classici latini. Grazie all'utilizzo di diverse prospettive e
colori, egli:
- da volume e tridimensionalità ai personaggi
- da chiarezza e profondità al paesaggio
- i volti dei personaggi non sono più ripetitivi e inespressivi
- non ci sono più simbolismi
- i fatti sono “narrati” in modo più semplice e naturale

Il ciclo di Assisi
Il ciclo di Assisi si ispira alle storie di San Francesco ed è stato dipinto da Giotto con
l’impiego di aiuti e allievi tra il 1290 e il 1296.
Occupa la fascia inferiore delle pareti della Chiesa Superiore della Basilica di Assisi e si
compone di ventotto affreschi quadrangolari, leggibili in sequenza oraria. Ognuno di
essi è incorniciato da due colonne a spirale dipinte che sorreggono un architrave con
mensole affrescate e una cornice di coronamento. Ciascuna campata raffigura tre
episodi.

Il dono del mantello


Il dono del mantello è il primo affresco del ciclo ad essere stato eseguito. Esso
rappresenta Francesco che, prima di vestire il saio (una lunga tunica che usavano
indossare i monaci), dona il proprio mantello a “un cavaliere nobile ma povero”.

In questo affresco si possono già osservare gli elementi innovativi di Giotto; infatti, egli
cerca di mettere i corpi nella maggior evidenza possibile e, grazie a delle tecniche di
chiaroscuro, le figure sembrano quasi uscire dal piano dell’affresco. Questo è anche
dovuto alla profondità del paesaggio retrostante, che raffigura due opposte colline le
quali, alla cima, sono presenti in una un monastero e nell’altra una città.

Per eseguire questo affresco è stato usato un preciso schema geometrico, infatti, la
testa del santo è posta all’incrocio delle diagonali del dipinto e i profili delle colline
seguono lo stesso allineamento. Inoltre, i vari elementi dell’affresco sono distribuiti e
suddivisi secondo una griglia composta da quattro quadranti.

Oltre al volume dei personaggi, egli vuole evidenziare anche certi aspetti della vita
quotidiana che prima non venivano presi in considerazione, come il cavallo, posto sul

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medesimo piano dei personaggi principali. Infine, la veste di Francesco è dello stesso
colore del Cielo per significare che la santità dell’uomo è lo specchio del Cielo stesso,
inteso come la sede simbolica del divino.

La predica davanti a Onorio III


La predica davanti a Onorio III raffigura Francesco che predica davanti al papa e ai
cardinali come se parlasse per divina ispirazione. La scena è ambientata in una sorta di
ricca stanza composta da tre campate coperte con volte a crociera a sesto acuto
costolonate e un portico con tre archi, retto da esili colonne. Nella parete di fondo si
aprono cinque alte bifore archiacute: tre nella parete centrale e due in ciascuna parete
laterale.
La collocazione dei personaggi avviene secondo una linea curva in modo da aumentare
il senso di profondità della scena. Anche i pulvini (elementi architettonici posti sopra al
capitello) sono disposti secondo delle rette di fuga che, pur se allineate sulla mediana
verticale, corrono in punti diversi e non uno solo come dovrebbe essere. Nonostante sia
errato, Giotto aveva iniziato a capire la realtà fisiologica della visione.
Anche qui vi è la caratterizzazione dei volti, delle espressioni e dei gesti dei personaggi.

Il Presepe di Greccio
La scena del Presepe di Greccio allude alla sacra istruzione del Presepe da parte di
Francesco.
Giotto ambienta la scena in una ricca struttura ricca e sacra, all’interno di uno spazio
scandito dove al centro si trova un leggio di legno e un ciborio (un tabernacolo a quattro
colonne gotiche sovrastante l’altare) gotico sulla destra.
San Francesco, in ginocchio al centro, solleva Gesù Bambino mentre tutt’intorno laici e
chierici acclamano e cantano gioiosi inni di gloria.
Il dettaglio particolare è la rappresentazione della parchettatura del retro della croce,
un’invenzione assolutamente nuova che Giotto realizza secondo rigore geometrico,
quasi si trattasse di un vero e proprio progetto.

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