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Giotto
Di Giotto, il più grande pittore del Trecento, si hanno ancora scarse e incerte notizie
biografiche. Egli rompe definitivamente con la tradizione medievale di origine greca
per ricollegarsi agli esempi classici latini. Grazie all'utilizzo di diverse prospettive e
colori, egli:
- da volume e tridimensionalità ai personaggi
- da chiarezza e profondità al paesaggio
- i volti dei personaggi non sono più ripetitivi e inespressivi
- non ci sono più simbolismi
- i fatti sono “narrati” in modo più semplice e naturale
Il ciclo di Assisi
Il ciclo di Assisi si ispira alle storie di San Francesco ed è stato dipinto da Giotto con
l’impiego di aiuti e allievi tra il 1290 e il 1296.
Occupa la fascia inferiore delle pareti della Chiesa Superiore della Basilica di Assisi e si
compone di ventotto affreschi quadrangolari, leggibili in sequenza oraria. Ognuno di
essi è incorniciato da due colonne a spirale dipinte che sorreggono un architrave con
mensole affrescate e una cornice di coronamento. Ciascuna campata raffigura tre
episodi.
In questo affresco si possono già osservare gli elementi innovativi di Giotto; infatti, egli
cerca di mettere i corpi nella maggior evidenza possibile e, grazie a delle tecniche di
chiaroscuro, le figure sembrano quasi uscire dal piano dell’affresco. Questo è anche
dovuto alla profondità del paesaggio retrostante, che raffigura due opposte colline le
quali, alla cima, sono presenti in una un monastero e nell’altra una città.
Per eseguire questo affresco è stato usato un preciso schema geometrico, infatti, la
testa del santo è posta all’incrocio delle diagonali del dipinto e i profili delle colline
seguono lo stesso allineamento. Inoltre, i vari elementi dell’affresco sono distribuiti e
suddivisi secondo una griglia composta da quattro quadranti.
Oltre al volume dei personaggi, egli vuole evidenziare anche certi aspetti della vita
quotidiana che prima non venivano presi in considerazione, come il cavallo, posto sul
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medesimo piano dei personaggi principali. Infine, la veste di Francesco è dello stesso
colore del Cielo per significare che la santità dell’uomo è lo specchio del Cielo stesso,
inteso come la sede simbolica del divino.
Il Presepe di Greccio
La scena del Presepe di Greccio allude alla sacra istruzione del Presepe da parte di
Francesco.
Giotto ambienta la scena in una ricca struttura ricca e sacra, all’interno di uno spazio
scandito dove al centro si trova un leggio di legno e un ciborio (un tabernacolo a quattro
colonne gotiche sovrastante l’altare) gotico sulla destra.
San Francesco, in ginocchio al centro, solleva Gesù Bambino mentre tutt’intorno laici e
chierici acclamano e cantano gioiosi inni di gloria.
Il dettaglio particolare è la rappresentazione della parchettatura del retro della croce,
un’invenzione assolutamente nuova che Giotto realizza secondo rigore geometrico,
quasi si trattasse di un vero e proprio progetto.