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IL GOTICO IN ITALIA

PALAZZI

INTRODUZIONE
Tra il 1200 e il 1300 in Italia vi fu competizione tra i Comuni per chi mostrava di più
la propria potenza attraverso i palazzi e le cattedrali.
Inoltre i Comuni aumentarono le dimensioni delle proprie cinte murarie, sia per
difesa che, come detto prima, per esaltare la propria potenza politica ed economica.
La costruzione di questi edifici obbedisce a due necessità importanti: garantire agli
amministratori una sede e riaffermare con orgoglio la propria supremazia, quindi un
carattere politico e propagandistico.

FIRENZE
SANTA MARIA DEL FIORE: Iniziata da Arnolfo di Cambio ma lasciata incompleta
alla sua morte, il progetto della cattedrale venne ripreso in mano da Francesco Talenti
dopo la metà del Trecento.
Talenti vorrebbe aumentarne le dimensioni ma si trova impossibilitato a causa della
presenza di case che si affacciavano sulla piazza, e ciò non gli permette di demolire le
fiancate laterali.
Dunque Talenti conserva le tre navate della cattedrale ma le allunga per trasformare
le quattro campate rettangolari in quadrate.
Infine la cattedrale rimarrà sprovvista di una cupola fino a Brunelleschi.

PALAZZO DELLA SIGNORIA: A pochi ettometri di distanza dalla cattedrale e dalla


stazione di Firenze troviamo Palazzo Vecchio, costruito tra il 1299 e il 1314. E’ diviso
in 4 registri: il primo molto alto e senza finestre, il secondo e il terzo dotati di finestre
bifore e il quarto presenta un alto ballatoio sorretto da archi a tutto sesto e sormontato
da merli guelfi (squadrati).
Vi è inoltre un’alta torre (94 m), decentrata verso destra in quanto per la sua
costruzione vennero utilizzate parti di un antico torrione preesistente, che presenta un
ballatoio sormontato però da merli ghibellini (coda di rondine)

VENEZIA
PALAZZO DUCALE: Fu la residenza del Doge, e il nucleo più antico del palazzo
risale al IX secolo, mentre la costruzione dell’edificio che conosciamo adesso iniziò
attorno al 1340. Inizialmente la struttura doveva essere più piccola e circondata dai
canali.
L’edificio è sviluppato orizzontalmente perché non si sarebbe potuto sviluppare in
verticale a causa del basamento che poggia su pali conficcati nel basso fondale della
laguna.
Riconosciamo 3 registri: il primo è costituito da un porticato con archi a sesto acuto,
e le colonne non hanno una base; il secondo sviluppa una loggia balaustrata composta
da colonnette a base attica che terminano con capitelli simil-corinzi, a loro volta
sormontati da archi trilobati.
Il terzo registro, che occupa più di metà facciata, corrisponde alla Sala del Maggior
Consiglio e il rivestimento è realizzato con un motivo a losanga, a interromperlo vi
sono grandi finestroni a sesto acuto.

GIOTTO

INTRODUZIONE

Giotto è ritenuto il pittore più importante del Trecento; gli storici non sono d’accordo
sulla sua provenienza: secondo la tradizione nasce nel comune di Vicchio a nord di
Firenze, ma altri storici ritengono sia nato nel quartiere di Santa Maria Novella.
C’è discordanza anche sulla sua data di nascita, ma si tende a farla ricadere al 1267.
Leggenda narra che sia stato allievo di Cimabue, in ogni caso nel 1280 sappiamo che
è a Roma dove conosce Pietro Cavallini e ha modo di ammirare la pittura e i mosaici
realizzati dal IV secolo.
Tra il 1290 e 1296 è ad Assisi per occuparsi della decorazione degli interni della
Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco, invece tra il 1302 e il 1305 è a
Padova per affrescare la cappella degli Scrovegni.

La sua fama era talmente nota che viene menzionato dai grandi poeti del Trecento
italiano (Boccaccio nel Decameròn e Dante nella Divina Commedia), inoltre nel 1390
il pittore e letterato Cennino Cennini lo definisce come “colui che rimutò l’arte del
dipingere di greco in latino e ridusse al moderno”.
Per greco intende l’arte bizantina rigida che aveva caratterizzato la pittura prima di
lui per riportarla ai canoni dell’arte romana, e questo cambio nella pittura definì
quelle che saranno d’ora in poi le caratteristiche della pittura.

PITTURA E AFFRESCHI

Giotto nella sua pittura da un senso di volume attraverso il chiaroscuro e utilizza per
primo i colori complementari. Le storie che rappresenta non sono simboliche, bensì
scene della vita quotidiana.
Le prospettive che usa sono intuitive, poichè capisce che usando le diagonali da una
profondità, e crea un collegamento con lo spazio reale.
AFFRESCO A GIORNATE: si fa il rinfazzo su tutta la parete, l'arriccio sulla parte
che vogliamo dipingere, la sinopia si fa la griglia e si riporta tutto il disegno,
tonachino si passa uno strato sottile e sulla parte fresca si dipinge. Si dice a giornate
perchè l'intonachino ci mette 2/3 giorni ad asciugarsi, e in quel tempo dipingevano.

SPOLVERO: L’artista fa il disegno su un cartoncino, le linee che compongono la


figura vengono perforate con un chiodo, poi il cartone viene appoggiato sull’intonaco
fresco per poi venir tamponato, in tal modo la polvere, passando attraverso i piccoli
fori, lasciava la traccia da seguire per la stesura a pennello.

OPERE

IL CICLO DI ASSISI: Tra il 1290 e 1296 Giotto è ad Assisi per affrescare gli interni
della Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco, e rappresenta il suo esordio
artistico.
Nonostante il terremoto del 1998 presenta un discreto livello d’integrità.
Occupa la fascia inferiore delle pareti longitudinali della Basilica ed è composto da
28 affreschi quadrangolari di grandi dimensioni, ognuno incorniciato da due colonne
tortili dipinte che sorreggono un’architrave.
Le opere si leggono in senso orario a partire dal transetto di destra.
Ogni campata presenta tre episodi e le mensole divergono verso destra e verso
sinistra dando un senso di prospettiva.
Infine nel registro inferiore sono dipinte una cornice marmorea e un tendaggio che
imita un ricco tessuto decorato da motivi geometrici.

IL DONO DEL MANTELLO: L’affresco rappresenta Francesco che dona il prezioso


mantello a un cavaliere “nobile ma povero”. Grazie al chiaroscuro Giotto attribuisce
volume e naturalezza alle figure che sembrano emergere dal piano dell’affresco per
proiettarsi verso l’osservatore.
Nel paesaggio roccioso individuiamo un monastero e una città fortificata alla
sommità di due colline opposte, tutto accompagnato dal cielo azzurro.
La testa del Santo si pone perfettamento all’incrocio dei profili delle colline che
rappresenta l’incrocio delle due diagonali.
L’abito di Francesco riproduce il colore del cielo in modo simbolico, e l’attenzione
viene posta anche su aspetti della vita quotidiana come il cavallo che riempie il
settore inferiore sinistro, rappresentato mentre bruca l’erba, aumentando la credibilità
della scena.
I colori appaiono deteriorati poiché molti particolari erano stati eseguiti a tempera,
così il colore è deperito più velocemente sbiadendosi. I blu e i bianchi invece sono
stato mutati rispettivamente in verde-azzurro e grigio-nerastro a causa di reazioni
chimiche scatenate dal tempo e l’umidità.
IL PRESEPE DI GRECCIO: L’affresco è ambientato durante la notte di Natale del
1223, mentre il Santo si trovava a Greccio. Secondo la tradizione infatti ricostruì
presso una grotta l’ambiente originario della Nascità di Gesù Bambino.
Il quadro è diviso esterno e interno da una parete aperta, ma la scena si svolge
all'interno di una Chiesa; il muretto separa anche il clero dalla gente comune;
vediamo anche un pulpito e due tramezzi. E' rappresentato San Francesco che
appoggia il bambinello, ma il bambino è lo stesso rappresentato sul pulpito 33 anni
dopo.

CROCE DIPINTA DI SM NOVELLA: Commissionata dai domenicani per la basilica


di S. M. Novella.
Area di 530 cm x 400 cm, la struttura della tavola è in piombo, ma per arrigidirla
hanno creato un rinforzo in legno di olmo.
Una delle cose che notiamo è l'elemento alla base, trapeizodale. L'iconografia è molto
innovativa, in quest'opera ci rappresenta la natura umana, perchè vediamo l'agonia
di un uomo sulla croce. La testa ricade, braccia curve (al limite di lacerazione)
e portano il peso del corpo, accasciato.
Nel volto non abbiamo ocra, verde, bensì bianco; anche il ventre gonfio era una
caratteristica delle persone morte in croce.
Il fondo non è oro, è nero; la fonte di luce arriva da sinistra, colpisce il corpo, e
vediamo un senso di tridimensionalità data dal chiaroscuro, mentre in quella di
Cimabue sembra che il Cristo si autoillumini.

CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI: Tra il 1303 e 1305 Giotto è a Padova per


occuparsi della Cappella degli Scrovegni su commissione di Enrico Scrovegni e
vengono raccontate storie presenti dalla vita dei Santi, della Madonna e di Cristo.
Una delle rappresentazioni più famose è il “Compianto sul Cristo Morto”. Si nota
infatti come l’attenzione di tutti i personaggi è rivolta verso Gesù, da Maria, San
Giovanni alle donne presenti, persino gli angeli piangono con realismo e umanità.
Facendo ciò Giotto annulla le convenzioni che imponevano di raffigurare gli angeli
con espressioni indifferenti e bellezza formale.
Anche il rappresentare due figure di spalle rappresenta un’innovazione dagli standard
gotico-bizantini, che preferivano raffigurare i personaggi di profilo o posizione
frontale.

MADONNA DI OGNISSANTI: Successivamente alla Cappella degli Scrovegni


Giotto è a Firenze e dipinge la Madonna di Ognissanti nella Chiesa di Ognissanti
(tutti i Santi), una delle più antiche Chiese di Firenze.
A differenza delle opere studiate in precedenza, in questa Giotto si riavvicina alla
tradizione gotica. Per tradizioni ci riferiamo al fondo oro, alla gerarchia presente
nell’opera che raffigura la Madonna e il Bambino più grandi, seduti su un trono
dall’architettura gotica. Gli angeli ai lati anteriori del trono tengono la corona d’oro e
una pisside, simboleggiando la Passione di Cristo. L’intera scena si svolge in uno
spazio tridimensionale e si nota la ricerca alla verosomiglianza e i panneggi.
IL RINASCIMENTO
INTRODUZIONE
In Europa dal punto di vista politico i confini degli stati cominciano a prendere una
forma moderna come Francia, Spagna, Portogallo e Inghilterra, monarchie dinastiche.
L’Italia si trova spezzettata nella parte nord, mentre il sud è unificato dal Regno di
Napoli.

Si passa dall’età dei Comuni all’età delle Signorie, ovvero il potere nelle città viene
preso da dei Signori i quali riunivano attorno a loro delle corti: a Firenze abbiamo i
Medici, a Milano i Visconti e Sforza, a Mantova i Gonzaga, a Ferrara gli Este…

Grazie ai Medici a Firenze abbiamo un profondo rinnovamento, dettato


probabilmente da un impulso di rinnovamento a causa dell’aumento demografico
preceduto dalla Peste: si completano parti mancanti nelle Chiese, come la Cupola di
SM del Fiore, si costruiscono nuovi palazzi, statue di grandi valori… stava iniziando
il Rinascimento.
Inoltre a Firenze avvenne il catasto per la prima volta rivolto a una più equa
suddivisione fiscale.

Anche nel resto d’Italia abbiamo una fioritura ed espansioni politiche come a Milano
e Venezia. Quest’ultima rimase una Repubblica, e estese i suoi confini alla Dalmazia
e parte della Lombardia.

Lo stato pontificio invece, dopo una serie di conflitti interni avvenuti nel XIV secolo
(cattività avignonese) si riscattò avviando una campagna di arricchimento
urbanistico, architettonico e artistico e molti artisti importanti vennero a Roma, infatti
si voleva riportare la fama della Capitale all’età imperiale.

Il primo a parlare di Rinascimento fu Giorgio Vasari nel XVI secolo, il quale vede
una rinascita rispetto al Medioevo. L’uomo si distaccò dal cristianesimo e con la
riscoperta dei testi antichi, favorita dall’esodo di numerosi intellettuali bizantini a
causa degli attacchi degli Ottomani, si pensò a una visione dell’uomo più platonica,
con l’uomo misura di tutte le cose. Questo pensiero ebbe riscontri anche sulla
scienza, infatti venne approfondito lo studio dell’anatomia.

La società moderna si riteneva figlia di quella classica ma allo stesso tempo si sentiva
distaccata (superata). Gli artisti rinascimentali vollero dunque misurarsi con quelli
antichi per superarli.

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