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PALAZZI
INTRODUZIONE
Tra il 1200 e il 1300 in Italia vi fu competizione tra i Comuni per chi mostrava di più
la propria potenza attraverso i palazzi e le cattedrali.
Inoltre i Comuni aumentarono le dimensioni delle proprie cinte murarie, sia per
difesa che, come detto prima, per esaltare la propria potenza politica ed economica.
La costruzione di questi edifici obbedisce a due necessità importanti: garantire agli
amministratori una sede e riaffermare con orgoglio la propria supremazia, quindi un
carattere politico e propagandistico.
FIRENZE
SANTA MARIA DEL FIORE: Iniziata da Arnolfo di Cambio ma lasciata incompleta
alla sua morte, il progetto della cattedrale venne ripreso in mano da Francesco Talenti
dopo la metà del Trecento.
Talenti vorrebbe aumentarne le dimensioni ma si trova impossibilitato a causa della
presenza di case che si affacciavano sulla piazza, e ciò non gli permette di demolire le
fiancate laterali.
Dunque Talenti conserva le tre navate della cattedrale ma le allunga per trasformare
le quattro campate rettangolari in quadrate.
Infine la cattedrale rimarrà sprovvista di una cupola fino a Brunelleschi.
VENEZIA
PALAZZO DUCALE: Fu la residenza del Doge, e il nucleo più antico del palazzo
risale al IX secolo, mentre la costruzione dell’edificio che conosciamo adesso iniziò
attorno al 1340. Inizialmente la struttura doveva essere più piccola e circondata dai
canali.
L’edificio è sviluppato orizzontalmente perché non si sarebbe potuto sviluppare in
verticale a causa del basamento che poggia su pali conficcati nel basso fondale della
laguna.
Riconosciamo 3 registri: il primo è costituito da un porticato con archi a sesto acuto,
e le colonne non hanno una base; il secondo sviluppa una loggia balaustrata composta
da colonnette a base attica che terminano con capitelli simil-corinzi, a loro volta
sormontati da archi trilobati.
Il terzo registro, che occupa più di metà facciata, corrisponde alla Sala del Maggior
Consiglio e il rivestimento è realizzato con un motivo a losanga, a interromperlo vi
sono grandi finestroni a sesto acuto.
GIOTTO
INTRODUZIONE
Giotto è ritenuto il pittore più importante del Trecento; gli storici non sono d’accordo
sulla sua provenienza: secondo la tradizione nasce nel comune di Vicchio a nord di
Firenze, ma altri storici ritengono sia nato nel quartiere di Santa Maria Novella.
C’è discordanza anche sulla sua data di nascita, ma si tende a farla ricadere al 1267.
Leggenda narra che sia stato allievo di Cimabue, in ogni caso nel 1280 sappiamo che
è a Roma dove conosce Pietro Cavallini e ha modo di ammirare la pittura e i mosaici
realizzati dal IV secolo.
Tra il 1290 e 1296 è ad Assisi per occuparsi della decorazione degli interni della
Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco, invece tra il 1302 e il 1305 è a
Padova per affrescare la cappella degli Scrovegni.
La sua fama era talmente nota che viene menzionato dai grandi poeti del Trecento
italiano (Boccaccio nel Decameròn e Dante nella Divina Commedia), inoltre nel 1390
il pittore e letterato Cennino Cennini lo definisce come “colui che rimutò l’arte del
dipingere di greco in latino e ridusse al moderno”.
Per greco intende l’arte bizantina rigida che aveva caratterizzato la pittura prima di
lui per riportarla ai canoni dell’arte romana, e questo cambio nella pittura definì
quelle che saranno d’ora in poi le caratteristiche della pittura.
PITTURA E AFFRESCHI
Giotto nella sua pittura da un senso di volume attraverso il chiaroscuro e utilizza per
primo i colori complementari. Le storie che rappresenta non sono simboliche, bensì
scene della vita quotidiana.
Le prospettive che usa sono intuitive, poichè capisce che usando le diagonali da una
profondità, e crea un collegamento con lo spazio reale.
AFFRESCO A GIORNATE: si fa il rinfazzo su tutta la parete, l'arriccio sulla parte
che vogliamo dipingere, la sinopia si fa la griglia e si riporta tutto il disegno,
tonachino si passa uno strato sottile e sulla parte fresca si dipinge. Si dice a giornate
perchè l'intonachino ci mette 2/3 giorni ad asciugarsi, e in quel tempo dipingevano.
OPERE
IL CICLO DI ASSISI: Tra il 1290 e 1296 Giotto è ad Assisi per affrescare gli interni
della Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco, e rappresenta il suo esordio
artistico.
Nonostante il terremoto del 1998 presenta un discreto livello d’integrità.
Occupa la fascia inferiore delle pareti longitudinali della Basilica ed è composto da
28 affreschi quadrangolari di grandi dimensioni, ognuno incorniciato da due colonne
tortili dipinte che sorreggono un’architrave.
Le opere si leggono in senso orario a partire dal transetto di destra.
Ogni campata presenta tre episodi e le mensole divergono verso destra e verso
sinistra dando un senso di prospettiva.
Infine nel registro inferiore sono dipinte una cornice marmorea e un tendaggio che
imita un ricco tessuto decorato da motivi geometrici.
Si passa dall’età dei Comuni all’età delle Signorie, ovvero il potere nelle città viene
preso da dei Signori i quali riunivano attorno a loro delle corti: a Firenze abbiamo i
Medici, a Milano i Visconti e Sforza, a Mantova i Gonzaga, a Ferrara gli Este…
Anche nel resto d’Italia abbiamo una fioritura ed espansioni politiche come a Milano
e Venezia. Quest’ultima rimase una Repubblica, e estese i suoi confini alla Dalmazia
e parte della Lombardia.
Lo stato pontificio invece, dopo una serie di conflitti interni avvenuti nel XIV secolo
(cattività avignonese) si riscattò avviando una campagna di arricchimento
urbanistico, architettonico e artistico e molti artisti importanti vennero a Roma, infatti
si voleva riportare la fama della Capitale all’età imperiale.
Il primo a parlare di Rinascimento fu Giorgio Vasari nel XVI secolo, il quale vede
una rinascita rispetto al Medioevo. L’uomo si distaccò dal cristianesimo e con la
riscoperta dei testi antichi, favorita dall’esodo di numerosi intellettuali bizantini a
causa degli attacchi degli Ottomani, si pensò a una visione dell’uomo più platonica,
con l’uomo misura di tutte le cose. Questo pensiero ebbe riscontri anche sulla
scienza, infatti venne approfondito lo studio dell’anatomia.
La società moderna si riteneva figlia di quella classica ma allo stesso tempo si sentiva
distaccata (superata). Gli artisti rinascimentali vollero dunque misurarsi con quelli
antichi per superarli.