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S.O.S. per la castalderia di Alfonso I e Lucrezia Borgia


Francesco Pertegato e Daniele Alberti

La residenza in cui Alfonso I dEste e Lucrezia Borgia potrebbero aver trascorso alcuni dei loro momenti migliori sopravvive ad Ospital Monacale, qualche centinaio di metri alla sinistra del vecchio corso del Po di Primaro, segnalata dalla elegantissima torre colombaia (fig. 1).

Fig. 1 Ledificio (fig. 2) ha la rara fortuna, a differenza di altri di pertinenza estense giunti fino a noi, di non aver subito manomissioni sostanziali, n dellimpianto architettonico n delloriginaria articolazione degli spazi, nonostante le ingiurie del tempo. Della vita di quellepoca si preserva, miracolosamente, anche lapprodo sul fiume in asse con il viale che conduce alla residenza, dove i signori e i loro ospiti scendevano a terra. Non sono note a tuttoggi fonti storiche o documentarie che ne attestino luso o la frequentazione da parte dei duchi; la supposizione tuttavia incoraggiata dalla presenza

2 nella decorazione dei soffitti lignei di molti degli emblemi e delle insegne estensi, quasi un repertorio iconografico tratto dalle decorazioni dei palazzi Schifanoia, dei Diamanti, Rondinelli e Costabili, e della chiesa di S. Cristoforo alla Certosa: i delfini, laquila bianca, i

Fig. 2 draghi, le cornucopie, il leone rampante, i cavalli alati, le loriche e gli elmi; insieme ad altri che si riferiscono alle opere di bonifica o ad episodi tratti dalla letteratura. A questi si aggiunge un indizio inequivocabile: sulla facciata Alfonso ha lasciato come firma indelebile il suo emblema preferito: la granata svampante (fig. 3), richiamo alla geniale innovazione che aveva consentito allartiglieria ferrarese di vincere le forze del papa e della Lega Santa, prima alla Bastia dello Zaniolo (nei pressi di S. Biagio dArgenta) e a poi Ravenna; evento questultimo di cui il 12 aprile di questanno ricorre il mezzo millennio. In seguito a quella duplice impresa la granata avrebbe definitivamente rivoluzionato larte della guerra in Europa.

Fig. 3 Alfonso I come noto - il principe italiano che per primo organizza la produzione delle armi da fuoco di grosso calibro, con un insediamento strutturato che oggi definiremmo industriale. Questa passione si riveler strumento essenziale per la difesa di Ferrara nei primi decenni del secolo, in una situazione di fragilit politica e militare per la citt,

3 sottoposta comera ai progetti espansionistici del papa, da un lato, e della Serenissima, sua secolare antagonista, dallaltro. Alfonso punta tutto sulla difesa, realizzando in citt un nuovo circuito di mura e dando il massimo impulso allartiglieria. Nel territorio del ducato uno dei punti nevralgici era la citata Bastia dello Zaniolo, la fortezza dotata di tre torri, costruita nel 1384 da Nicol III, alla confluenza tra lomonimo corso dacqua, il Santerno e il Primaro. La sua conquista era strategica per penetrare nel ducato dalla parte della Romagna in quanto vi convergevano tutte le strade dello stato Pontificio. Altrettanto importante era per il controllo del traffico sul Po, imprescindibile per Venezia. Molto probabilmente alla Bastia, certamente a Ravenna, Alfonso impiega la potenza distruttiva del nuovo ordigno che scoppiava sprigionando il fuoco da tre lati. Efficace la descrizione che ne fa Paolo Giovio: Alfonso, Duca di Ferrara, capitano di risoluta prodezza e mirabil costanza, quandegli and alla battaglia di Ravenna, port una palla di metallo, piena di fuoco artificiale che svampava per certe commissure, ed di tale artificio che a luogo e tempo, il fuoco terminato rompendosi farebbe gran fracasso di quegli che gli fussero incontro [...]. Mostrollo in quella giornata sanguinosa perch drizz di tal sorte lartiglieria che fece grandissima strage di uomini. Da questa vittoria deriva probabilmente ladozione della granata svampante come emblema preferito di Alfonso. Scrive sempre il Frizzi: che dalluso cos opportuno e meritevole che fece allora delle tremende sue artiglierie contro a tre lati del campo nemico, pigli il soggetto del corpo di questimpresa che di poi sempre us. La possibilit di utilizzare il simbolo viene estesa dal duca agli uomini darme che avevano preso parte alla battaglia, in base a quanto riportato nel XIX secolo da Giuseppr Mayr: e tanto ne fu leffetto delle artiglierie da lui stesso fabbricate, che molti cittadini per perpetuarne la memoria, ornarono le facciate delle proprie case con pale o granate di pietra. Se lartiglieria faceva di Ferrara una citt difficilmente prendibile, talvolta cannoni e bombarde venivano distratti dagli impieghi militari e chiamati a far da base sonora agli eventi altrimenti solenni della dinastia. Una di queste occasioni il matrimonio del primogenito di Alfonso, Ercole, con Renata di Francia, secondo quanto testimoniato da Giovanni Pandolfini: Questa sera il signor Don Hercule et Madama hanno facto la loro entrata nella cipt; et sono stati da questo Sig.re honorati assai, et maxime di quelle cose che sua Ex.tia tiene pi care cio di fare bella mostra delle sue artiglierie, le quali ha facto trarre di sorte doveranno essere sute sentite fin da Bologna. Le nozze di Ercole e Renata ne richiamano altre, similmente se non pi splendide, dove non deve essere mancato il fragore dei colpi sparati a salve: le seconde dello stesso Alfonso con Lucrezia, figlia di papa Alessandro VI, al suo terzo matrimonio. Lucrezia arriva a Ferrara, da Roma, il 2 febbraio 1502, dopo un viaggio ovviamente incomodo. Nonostante le difficolt, aggravate dalle frequenti nevicate che costringono a continue soste, la promessa sposa viaggia con un corredo trasportato da ben 150 muli, per un valore stimato allepoca intorno a 300.000 ducati doro, un patrimonio ingentissimo di gioielli, abiti, argenterie, tessuti preziosi e arazzi. Le feste e gli spettacoli di benvenuto suscitano grandissimo clamore, come riporta in cronaca Marin Sanudo. Ci pone laccento su un altro aspetto della vita di corte, quello mondano e intellettuale, che larrivo di Lucrezia contribuisce ad arricchire, grazie al suo fascino personale, alla passione per le belle vesti e i gioielli che condivide con la cognata Isabella, alla riconosciuta abilit nellintrattenere rapporti con gli umanisti che frequentano la corte (nota la passione amorosa che nutriva per lei Pietro Bembo). Limportanza dellevento trova espressione soprattutto nel massiccio programma di rinnovamento edilizio che investe la citt, durante la preparazione e nei due anni successivi, programma condotto con linsostituibile collaborazione di Biagio Rossetti. A circa un decennio pi tardi -

4 presumibilmente dopo la vittoria conseguita su Ravenna risale forse quella che possiamo ritenere la castalderia di Ospital Monacale, cio una delle residenze fuori citt che erano, nel contempo, centri operativi dellorganizzazione fondiaria degli estensi nel Ferrarese e nel Polesine rodigino. Ledificio principale ha una vasta sezione centrale ad un solo piano, comprendente un ambiente a T (fig. 4 A), in asse con i portali di accesso anteriore e posteriore, fiancheggiato da due sale con camino (fig. 4B), poste in posizione simmetrica e affacciate sul fronte. Due piccoli vani, anchessi laterali e simmetrici, contengono le scale di accesso al piano superiore (fig. 4C) e alle soffitte. Il salone centrale ha unaltezza monumentale (528 cm) e un imponente soffitto ligneo, parzialmente dipinto, sostenuto da bellissime mensole, intagliate e dipinte con una raffinatezza almeno pari a quelle di palazzo Rondinelli, la cui decorazione pittorica per ormai irrimediabilmente perduta. La stessa altezza hanno i due grandi vani con camino. Le porzioni laterali del corpo di fabbrica (fig. 4D) sono invece a due piani, con soffitti di altezza inferiore ai tre metri: il piano terreno era destinato ai servizi, il primo piano alle camere da letto della corte e degli ospiti.

Fig. 4
(grafico L. Gnaccarini Studio Coatti)

Questarticolazione in parti che hanno livelli diversi e in cui trovavano spazio funzioni sia residenziali che di servizio trova riscontro evidente nel prospetto anteriore dove, alle quattro grandi finestre delle due grandi sale con camino, su un solo livello, si affiancano lateralmente quelle pi piccole delle ali di servizio, disposte sui due piani; fuori allineamento con queste e quelle risultano le due, ancora pi piccole, ai lati del portone daccesso, che danno luce al grande vano centrale. Una simile distribuzione delle aperture, corrispondenti alle diverse funzioni delledificio e con relativo rispetto della simmetria, anche se non attribuisce direttamente la paternit della fabbrica a Biagio Rossetti la questione merita ovviamente dessere demandata ad altra occasione e agli studiosi della materia sembra per collocarsi allinterno di quella tradizione. Cos come il fatto che tutte le imposte delle finestre originarie sono incardinate agli angoli e, quando aperte, verso linterno, si incassano nel muro come a Schifanoia per intenderci consentendo, come osserva Bruno Zevi, alla luce di penetrare radente i muri laterali,

5 evitando di proiettare lombra delle stesse, mentre la parte centrale della parete impegnata dal camino e dalla canna fumaria. La villa, la torre colombia e larea di pertinenza, di propriet privata, sono dal 1990 vincolate dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Grazie allautorizzazione e alla fattiva collaborazione della propriet stato possibile effettuarne, oltre ad una dettagliata documentazione fotografica interna ed esterna, i rilievi dei prospetti anteriore e posteriore e delle piante. Queste operazioni hanno anche consentito di rendersi conto dello stato di conservazione delledificio e di individuare sia i percorsi praticabili per effettuare i primi interventi, sia i problemi di consolidamento e restauro. A questo scopo stata quindi indirizzata una segnalazione agli organi di tutela, alle amministrazioni, alluniversit e alle associazioni che fanno opera di sensibilizzazione sulla conservazione del patrimonio artistico. Si cos pervenuti ad un incontro con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Architettonici di Ferrara che sta operando con la propriet alla ricerca di una soluzione. E seguita, a breve distanza di tempo, la presentazione del caso nel corso dellassemblea annuale della sezione ferrarese di Italia Nostra (14.01.2012). Successivamente, per iniziativa congiunta della Soprintendenza e della Facolt di Architettura, stato organizzato un workshop sul restauro della villa, nel corso dellannuale fiera del restauro (Ferrara, 28-31.03. 2012).

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