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Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 7 diciembre 1598 – Roma, 28 novembre 1680) é stato uno
scultore, achitetto e pittore.

Egli diventa l’artista ufficiale della corte papale durante il pontificato di ben otto papi.

Figlio dello scultore fiorentino Pietro Bernini, Gian Lorenzo nasce a Napoli il 7 diciembre del
1598.

Il padre va a Roma con la famiglia nel 1605 per lavorare nei cantieri di papa Paolo V Borghese.

Proprio in questa cittá Gian Lorenzo compie la sua formazione artistica studiando la scultura
classica, Michelangelo e la pittura di Caravaggio.

Inizialmente allievo del padre, ne diventa poi uno dei collaboratori; la sua grande abilitá
nell’arte scultorea emerge fin dalle prime opere.

A Roma lavora per importanti famiglie romane finché il papa Urbano VIII, lo chiama per la
realizzazione di spettacolari progetti urbanistici e architettonici a Roma.

Il primo tra questi fu il Baldacchino di San Pietro.

Nel 1629 Bernini viene nominato achitetto di San Pietro (lo sará per 50 anni).

Baldacchino

Bernini concepisce un’opera innovativa e spettacolare. Una scultura monumentale, sintesi tra
architettura e scultura, alta ventotto metri e mezzo. La forma riprende quella del baldacchino
papale (la struttura che accompagna il pontefice durante le processioni). L’opera doveva
essere collocata al centro dell’edificio, dove sorge l’altare maggiore, in corrispondenza della
tomba di San Pietro e proprio sotto la maestosa cupola progettata da Michelangelo.

Il baldacchino é pianta quadrata. Dai basamenti di marmo posti agli angoli, si slanciano quattro
colonne in bronzo, che sembrano avvitarsi su se stesse fino a giungere ai capitelli e
all’elaborata copertura in legno dorato.

Il baldacchino é realizzato tra il 1624 e il 1633.

Quattro colonne tortili in bronzo dorato si ergono su altrettanti piedestalli. Ciascuna colonna é
costituita da tre rocchi incastrati e sovrapposti. Alla sommitá le colonne sono coronate da
capitelli composti sui quali si impostano quattro dadi. Anche la trabeazione, concava verso
l’interno, appare leggera preziosa e termina in basso imitando i pendoni di un baldacchino in
tessuto mosso dal vento. Per la copertura vengono impiegate quattro enormi volute sagomate
a dorso di delfino. Al centro si erge un elemento di raccordo sul quale poggia un grande globo
sormontato da una croce.

Nel 1629 Gian Lorenzo Bernini, che in quelli anni giá lavorava in San Pietro per la costruzione
del baldacchino fu incaricato da papa Alessandro VII di modificare la piazza San Pietro.

Doveva unire alla Basilica il palazzo papale da cui il papa dava la benedizione ai fedeli.

Bernini in questo lavoro non era libero di seguire la sua fantasia, poiché i palazzi giá esistevano.
Nella progettazione era necessario anche seguire un preciso simbolismo religioso. La
progettazione era necessario anche seguire un preciso simbolismo religioso. La progettazione
occupó undici anni di lavoro, e le soluzioni vennero sviluppate con miglioramenti continui.

Nella primavera dell 1657 aveva giá impostato un nuovo progetto, arrivando a definire una
piazza di forma ovale definita da un colonnato.

Il colonnato ha 284 colonne e 88 pilastri disposte su 4 file.

Sulla balaustra terminale infine stanno 140 statue. Lo spazio é monumentale e ben definito e
simbolizza l’abbraccio della Chiesa verso i fedeli.

Il cardinale Scipione Borghese sará il committente che affida a Gianlorenzo Bernini, ancora
giovanissimo, una serie di gruppi scultorei di soggetto mitologico e biblico.

Bernini esegue:

 L’Enea e Anchise nel 1618-19


 Il Ratto di Proserpina del 1621-22
 Il David del 1623
 L’Apollo e Dafne del 1622-25

Tutti i gruppi sono destinati alla decorazione della Villa Borghese a Roma, dove si trovano
tutt’ora.

L’Apollo e Dafne

L’Apollo e Dafne eseguito tra il 1622 e il 1625 si trova nella Galleria Boghese a Roma.

La storia rappresentata riprende il mito di Dafne, la fanciulla che per sfuggire ad Apollo chiese
aiuto alla madre Gea che la trasformó in pianta di alloro.

L’azione é colta in un momento culminante e tutto sembra avvenire con grande naturalezza
spontaneitá e i dettagli realistici.

É rappresentato il momento nel quale Dafne si trasforma in albero.

Nelle sculture di Bernini sempre si vede il movimento. Questa scultura é fatta di marmo di
Carrara.

É una scultura a tutto tondo. Si dice “a tutto tondo” alle sculture nelle quali si puó girare
attorno e vederla da differenti punti.

Bernini concentra la sua attenzione sull’istante nel quale avviene la metamorfosi. I piedi si
trasformano in radici e le mani in foglie. Da notare che il gruppo ha visivamente uno
sbilanciamento in avanti che lo rende instabile. Si tratta ovviamente solo di un effetto ottico.
Ció rientra in pieno in quella nuova estetica diffusasi con il barocco, che ricerca sempre le linee
curve per esprimere slancio, vitalitá, eleganza e movimento. Ha una certa teatralitá.

Il David

David Roma, Galleria Borghese scolpito tra il 1623 e il 1624.

Il David di Bernini rappresenta il momento nel quale David lancia il sasso a Gollia, mentre
Michelangelo sceglie in momento di concentrazione. Si vede molto piú movimento in quello di
Bernini. Il volto di quello di Bernini é espressivo, mentre quello di Michelangelo sembra quasi
apatico.

Il Ratto di Proserpina

Il Ratto di Proserpina é un gruppo scultoreo esposto nella Galleria Borghese di Roma, eseguito
tra il 1621 e il 1622.

Per Bernini, quindi, l’occasione data da questa statua é di creare un movimento dinamico tra la
forza avvolfente di Plutone e quella respingente di Proserpina.

Le due figure si avvolgono su se stesse creando una forma a spirale.

Bernini a Roma realizza varie fontante: a parte la Barcaccia, in Piazza di Spagna, assegnata da
molti al padre Pietro Bernini, Gianlorenzo inizia ad occuparsi delle fontante: la Fontana del
Tritone, la Fontana del Moro, la Fontana delle Api, la Fontana dei Fiumi. Ognuna di esse
risponde ad una fondamentale collocazione urbanistica.

Inoltre non seguono uno schema fisso, ma sono tutte diverse, e ogni volta sono pensate
tenendo conto della massa, della forza e quantitá dell’acqua.

La Fontana dei Fiumi

Realizzata tra il 1648 e il 1651 su volontá di Innocenzo X Pamphili la Fontana dei Fiumi si trova
in Piazza Navona.

Con questo monumento Bernini si conquistó il favore di papa Innocenzo X.

L’opera si compone di una gande vasca, bassa al livello del pavimento della piazza, con al
centro una sorta di scoglio, un roccione su cui sorge un obelisco, si tratta di una imitazione
egizia di fattura romana, risale al tempo di Domiziano e proviene dal circo di Massenzio.
I quattro fiumi che danno nome alla fontana sono:

 Il Danubio
 Il Gange
 Il Nilo
 Il Rio della Plata

Rappresentativi delle “quattro parti del mondo”, cioé dei continenti allora conosciuti.

Sulla sommitá del obelisco é posta una colomba, simbolo religioso dello Spirito Santo ma é
anche lo stemma del papa Pamphili.

Nella produzione artistica di Bernini, un settore particolare é rappresentato dai ritratti, a cui si
dedica per tutto il corso della sua carriera.

Un consistente gruppo di essi si concentra sopratutto nel periodo giovanile. Un altro gruppo
appartiene alla maturitá.

Oltre a rivelarci una straordinaria sensibilitá di analisi psicologica, permette di risalire alla rete
di relazioni professionali e umane che costituivano la vita dell’artista.

Estasi di Santa Teresa d’Avila

Estasi di Santa Teresa d’Avila 1647-1652 é una scultura in marmo e bronzo dorato posta nella
chiesa di Santa Maria della Vittoria in Roma, nella capella Cornaro.

Il lavoro fu richiesto dal cardinale veneziano Federico Corner (Cornaro) trasferitosi a Roma.
Teresa la santa spagnola era famosa per le sue particolari esperienze spirituali che attraverso
l’estasi raggiungeva l’unione mistica con Cristo.

Bernini rappresenta la santa in un attegiamento di rapimento dei sensi, che dovevano


accompagnarsi all’esperienza dell’estasi.

Sorprende la figura della santa su un masso a forma di nuvola. Ma ció che dá il maggior effetto
scenografico é la luce. Bernini, dietro il gruppo scultoreo, crea una piccola abside. In questo
modo riesce ad aprire una finestra.

Da questa invisibile finestra entra dall’alto un fascio di luce che illumina direttamente il gruppo
scultoreo. Per accentuare il valore simbolico della luce, inserisce una serie di raggi dorati.

La cappella é quasi un palcoscenico teatrale.

E tale fu l’intenzione di Bernini, che ai lati della cappella inserisce due piccoli palchetti finti
dove sono le sculture dei committenti dell’opera, affacciati come a teatro ad ammirare l’estasi
della santa.

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