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COLLANA DEL KUNSTHISTORISCHES INSTITUT

IN FLORENZ
MAX-PLANCK-INSTITUT

diretta da
Alessandro Nova e Gerhard Wolf

xxi
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Arte - Materia - Lavoro
a cura di
Alessandro Nova
Vitale Zanchettin

Marsilio
michelangelo INDICE
arte – materia – lavoro

a cura di
Alessandro Nova 9 L’opera della mano e l’etica del lavoro 169 Nuove indagini storiche e strumentali
Vitale Zanchettin Alessandro Nova, Vitale Zanchettin sulla sovrapposizione dei segni nel disegno 106 A
della Casa Buonarroti
13 Per «honore et utile»: l’etica del lavoro Marcella Marongiu e Marco Barucci, Jan Blažek,
Atti del convegno, 9-11 ottobre 2014 nell’opera di Michelangelo Susanna Bracci, Raffaella Fontana,
Firenze, Kunsthistorisches Institut, Max-Planck-Institut Alessandro Nova Enrico Pampaloni, Marco Raffaelli,
(Palazzo Grifoni Budini Gattai) Cristiano Riminesi, Jana Striova
19 Michelangelo architetto:
l’opera della mano tra tecnica e arte 181 Dal disegno al cantiere.
Matteo Burioni Bozzetti, modani e pietre nell’architettura
michelangiolesca
23 Su Michelangelo scultore, Gunnar Schulz-Lehnfeld
allievo di Benedetto da Maiano
Francesco Caglioti 199 «E si rinasce tal concetto bello»: Michelangelo
e la genesi delle sculture nella Sagrestia Nuova
55 La Cappella Sforza Claudia Echinger-Maurach
prima della morte di Michelangelo
Francesca Salatin 217 Modelli, produzione, variazioni.
L’organizzazione del lavoro nel cantiere
65 Osservazioni tecniche sulle sculture della Sagrestia Nuova
nella Galleria dell’Accademia di Firenze Dario Donetti
Paola Franca Lorenzi
233 Architettura delle sepolture
73 I ferri di Michelangelo: dalle tracce nella Sagrestia Nuova. Concezione e costruzione
di lavorazione, la forma e il nome degli strumenti Sandra Sansone
Prisca Giovannini
246 La Sagrestia Nuova: rilievo digitale
91 Antico e invenzione. e disegno dell’architettura
L’architettura della Sagrestia Nuova Monica Bietti, Marco Gnesutta, Alessandro Nova,
Editing e redazione generale Vitale Zanchettin Vitale Zanchettin
Giacomo Guazzini
con la collaborazione di Mandy Richter e Antonia Goetz 113 La carta, la terra e la pietra. 261 tavole
Materia e lavoro in alcune architetture romane
Indice dei nomi di Michelangelo
Giovanni Giura Alessandro Brodini 268 Indice dei nomi

129 Materiality. 271 Referenze fotografiche


In copertina Calcoli e progetti per la casa di via Mozza
Michelangelo, Tomba di Giuliano de’ Medici, particolare, Golo Maurer
Firenze, San Lorenzo, Sagrestia Nuova
137 La professione di Tommaso de’ Cavalieri
Progetto grafico Anna Bedon
Tapiro, Venezia
153 «Schizzi indecifrabili».
Michelangelo e i disegni interlocutorii
©2019 by Marsilio Editori® s.p.a. Mauro Mussolin
in Venezia
ISBN: 9788831742467

www.marsilioeditori.it

prima edizione: marzo 2019


la luce e il colore di luigi dallapiccola

SU MICHELANGELO SCULTORE,
ALLIEVO DI BENEDETTO DA MAIANO

Francesco Caglioti

Prima di entrare nel mio argomento, mi sia concesso di anni nel Giardino dei Medici a San Marco bastano in
dedicare almeno una frase di ricordo e di riconoscenza sostanza, insieme con il genio innato dell’artista sommo,
a una finissima conoscitrice di Michelangelo, una donna a spiegare il suo bagaglio pittorico e quello scultoreo
che è stata anche una presenza significativa nella vita d’esordio. Invece altri pochi studiosi (nel significato di
di questo Istituto durante la seconda metà del secolo relativamente pochi), partendo dalle difformità anche
scorso: intendo Margrit Lisner, scomparsa a novanta- accese tra i racconti di Vasari e Condivi, rilevano nell’a-
quattr’anni tre settimane or sono (18.9.2014). Per un dolescenza di Michelangelo alcune sacche d’oblio alle
caso curioso, a cui qualcuno – meno razionalista di quali il sentimento di sé – e perfino della propria ascen-
me – vorrà forse annettere un valore simbolico, le sue denza familiare – maturato negli anni dal «divino» non
esequie ufficiali sono cominciate a Friburgo un’ora fa, può essere stato per nulla estraneo2.
mentre ci accingevamo a parlare per due giorni intensi Mentre Vasari cita espressamente già nel 1550 l’impegno
di un maestro su cui ella ha dato vari contributi di peso, nell’officina ghirlandaiesca, e lo rimarca poi nel 1568 in
non limitati alla scoperta – già di per sé sufficiente – del netta polemica autodifensiva con Condivi, e mentre lo
Crocifisso ligneo di Santo Spirito (fig. 1). stesso Vasari ricorda sin dal 1550 la funzione didattica
Il mio omaggio a Margrit Lisner è tanto più doveroso di Bertoldo di Giovanni all’interno del Giardino di San
per il fatto che, come i conoscitori più esperti della bi- Marco, Condivi, per compiacere Michelangelo, maestro
bliografia michelangiolesca avranno subito ricavato dal fattosi tutto da sé (e semmai dialogando con i morti –
titolo del mio intervento, quest’ultimo s’inserisce nel sol- Giotto, Donatello, Masaccio – piuttosto che con i vivi),
co delle ricerche della studiosa. Riprendendo una serie minimizza e quasi ridicolizza il ruolo di Ghirlandaio e,
di osservazioni da lei svolte nel giro di più di quarant’an- a proposito del Giardino, che pure non manca di cele-
ni (dal 1958 al 2001)1, e cercando di ampliarle, mirerò a brare per ovvie ragioni medicee, non menziona affat-
suggerire quanto sostanziali dovettero essere i legami tra to Bertoldo, interamente escluso dalla sua biografia3.
il giovane Michelangelo e Benedetto da Maiano nell’am- Uno schema analogo si sarebbe non a caso ripetuto – in
bito della scultura, in particolare del marmo. La mia pre- forma meno drastica, e per nulla controversa, ma non
sentazione, com’è ovvio, non intende quindi occuparsi meno eloquente – nelle due prime biografie di Gian-
(sarebbe presunzione suprema) di tutto il Michelangelo lorenzo Bernini (Filippo Baldinucci, 1682; Domenico
scultore, e non solo per mancanza di tempo. Bernini, 1713), dove il ruolo giocato nella protostoria
A costo di annoiare molti di voi con alcuni dati di par- dell’enfant prodige da suo padre Pietro, espertissimo
tenza più che scontati, non posso rinunciare a un in- intagliatore in marmo, quasi non si spinge oltre quello
quadramento generale del problema, prima di arrivare genitoriale: e però le sfumature che pervadono tuttora
allo specifico. Com’è stranoto, dunque, la formazione la bibliografia più avveduta su certe divisioni di mani
professionale e soprattutto tecnica di Michelangelo è tra i due artisti collaboratori4, e la flagrante continuità di
avvolta ancora da alcuni veli d’ombra che i profani non modi tra l’uno e l’altro nelle opere autonome dei primi
si aspetterebbero mai per l’artista più famoso della civil- decenni del Seicento, mostrano che anche il più grande
tà occidentale, nato e cresciuto in un’epoca della storia maestro scultore di quel secolo ebbe bisogno di un suo
fiorentina densa di cronache, diari, memorie. Forse non maestro.
ci si metterà mai completamente d’accordo sulle cau- Grazie alla tenacia di Vasari, che nel 1568, pur con il
se ultime, e ancor di più sui confini, di tale incertezza, massimo rispetto verso Michelangelo, ne ribadì i tra-
nella quale i primi biografi di Michelangelo si dibatte- scorsi ghirlandaieschi appellandosi addirittura a due
vano – e persino litigavano – fin da quando il maestro citazioni dai libri del mestiere lasciati da Domenico, gli
era in vita, sebbene vecchissimo. Per molti studiosi di studiosi moderni non hanno mai scartato del tutto quel-
oggi, in verità, non ci sarebbe niente, o quasi, d’ignoto, la traccia. E venti anni fa Jean Cadogan ha pubblicato
poiché i riferimenti di Giorgio Vasari e di Ascanio Con- una minuscola ma cruciale annotazione contabile del
divi – quantunque contraddittori – a una frequentazio- 1487, relativa alla pala dipinta da Ghirlandaio per gli
ne di Domenico Ghirlandaio e a un passaggio di alcuni Innocenti, da cui si estrae che il dodicenne Michelan-

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

1. Michelangelo, Crocifisso, 1493-1494 circa, Firenze, Santo Spirito, Sagrestia, 2. Benedetto da Maiano, Crocifisso, 1485-1490 circa, San Gimignano, 3. Benedetto da Maiano, San Sebastiano, 1489-1491 circa, Oppido Mamertina
Cappella Barbadori Museo Civico (dall’Ospedale di Santa Fina) (Reggio Calabria), Museo Diocesano (da Terranova di Calabria Ultra, Santa Caterina
d’Alessandria, Cappella Correale)

gelo era allora un aiuto di bottega dell’abilissimo pitto- zetti8, ma soprattutto costituisce un ottimo ponte, alme- tutto sommato fredda12. Pochi, in realtà, sono quelli che
re, e con un anno d’anticipo rispetto a quanto noto allo no a mio avviso, verso il successivo Crocifisso di Miche- la ricusano in modo esplicito e quasi infastidito, come
stesso Vasari5. langelo per Santo Spirito9. Un elemento che potrebbe Martin Weinberger o Michael Hirst13. Più numerosi sono
Passando alla scultura, ci si può chiedere, e ci si è chiesti semmai diminuire, e di non poco, il rapporto tra Ber- coloro che la passano sotto silenzio: soluzione, questa,
tante volte, se il Bertoldo taciuto da Condivi, ma mai toldo e Michelangelo nel Giardino mediceo sta nel fatto sempre più facile per gli studi michelangioleschi, visto
dimenticato da Vasari, non fosse capace da solo d’in- che quel sito, benché palestra di alcuni tra gli ingegni il crescente imbarazzo nella scelta tra infinite opinioni e
stradare l’adolescente d’eccezione verso quell’arte del artistici più eclatanti della Maniera Moderna, non dove- voci bibliografiche disponibili per ogni passo che si deb-
marmo cui egli si sentiva nato prim’ancora di frequen- va essere tuttavia particolarmente attrezzato per una la- ba muovere su tale terreno14. Altrettanto sintomatico è
tare i colleghi più adulti. Qui non mi trovo d’accordo vorazione della pietra che fosse sistematica e su grande l’atteggiamento di quanti, come Kathleen Weil-Garris
con quanti, per ridimensionare o negare tale possibilità, scala10, così come si pretenderebbe per il tirocinio di un o William E. Wallace, guardano all’opzione maianesca
adducono che Bertoldo era solo un plasticatore, metal- marmorario compiutissimo: e tale Michelangelo doveva con interesse moderato, accogliendola, cioè, solo come
lurgo e medaglista, poco o nient’affatto ammaestrato essere, al più tardi, sul 1494, nell’andarsene a Bologna, un frammento tra i molti di quel ricchissimo caleidosco-
nell’intaglio, cioè nell’arte difficile del «levare»6. Tra i diciannovenne, con la caduta dei Medici. pio culturale che furono sicuramente gli anni giovanili di
non molti documenti riguardanti la sua carriera profes- Sia come sia, a contenere il ruolo di Bertoldo entro una Michelangelo, genio baciato da una memoria visiva tra
sionale (che fu assai poco pubblica), ve ne sono alcuni misura necessaria eppure non sufficiente non sono dei le più terribili di cui si sia mai udito15. Non c’è dubbio
dell’Opera del Duomo fiorentino che lo vedono impe- fattori negativi interni, ma piuttosto, secondo me, dei che la crescita di Michelangelo, capace di tenere insieme
gnato nel 1485 a realizzare due grandi angeli lignei do- fattori positivi centrifughi, che indirizzano verso Be- esempi presenti e passati, Giotto e Masaccio, Donatello
rati per il cappello dell’organo presso la Sagrestia delle nedetto da Maiano, lo scultore fiorentino in marmo di e Jacopo della Quercia, e di ridurli in breve a una poten-
Messe, sopra il pergamo di Luca della Robbia7. E la re- gran lunga più dotato e di successo negli ultimi anni di te unità individuale, sia stata tra le più intense, generose
stituzione per me definitiva che nel 1992 James Draper Lorenzo il Magnifico, ossia nei primi anni di Michelan- e positivamente ‘promiscue’, così da consentire poi al
ha fatto a Bertoldo del San Girolamo ligneo di Faenza, gelo artista. grande vecchio di negare la palma a qualunque dei suoi
tradizionalmente attribuito al suo maestro Donatello, Questa intuizione, venuta a Margrit Lisner nel 1958, e primi mentori. Ma, dall’osservatorio di chi come me si 4. Benedetto da Maiano, San Sebastiano, 1496-1497 circa, Firenze, Arciconfraternita
non solo si legge benissimo accanto ad alcuni suoi bron- più volte ribadita in seguito11, è stata accolta in maniera occupa assiduamente di scultura nel marmo, il problema della Misericordia, Oratorio

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

6. Antonello Gagini, Madonna col Bambino, 1505, Morano 7. Benedetto da Maiano, Santa Caterina 8. Antonello Gagini, Santa Margherita
Calabro (Cosenza), Collegiata della Maddalena d’Alessandria, 1489-1491 circa, Terranova Sappo d’Antiochia, 1525 circa, Cleveland (Ohio),
Minùlio, Parrocchiale di Santa Maria Assunta Cleveland Museum of Art
e Sant’Elia (da Santa Caterina d’Alessandria,
Cappella Correale)

di un sapere tecnico acquisito per tempo rimane un pun- Rispetto al 1958, ma anche al volume fondamentale di
to in definitiva ineludibile anche per Michelangelo, così Margrit Lisner sui Crocifissi toscani, che è del 197016,
come si rendeva ben conto Margrit Lisner. oggi sappiamo per esempio che Benedetto è stato auto-
Quando la studiosa propose Benedetto come maestro del re, nei suoi anni maturi e poi estremi, di nuovi Crocifissi
nostro artista, più di mezzo secolo fa, bisogna ammettere spettacolari di formato medio – come quello di San Gi-
che ebbe una certa audacia (secondo me lungimiranza), mignano (figg. 2, 32) – o monumentale – come quelli
poiché all’epoca l’immagine storiografica dello scultore di Ancarano e Todiano, nel cuore dell’Umbria17. Dispo-
quattrocentesco era un po’ scialba, e lo associava quasi niamo, inoltre, del restauro recente del Crocifisso del
sempre – in una sorta di gruppetto inscindibile e dolcia- Duomo di Firenze, che è stato riportato dalla pseudo-
stro – con colleghi poco più anziani come Desiderio da bronzatura ottocentesca al colore naturale (2010-2014),
Settignano, Mino da Fiesole o Antonio Rossellino, morti e quindi fotografato da vicino in tutta la forza del suo
da vari anni al momento del debutto di Michelangelo, e prodigioso modellato anatomico (fig. 37)18.
subito sbaragliati dalle sue nuove forme portentose. Ri- Abbiamo poi lavori in marmo già completamente sco-
spetto al 1958, tuttavia, le nostre nozioni su Benedetto, nosciuti, tra cui un secondo, sontuoso altare commis-
grazie a varie ricerche e ad alcuni restauri impegnativi, sionato a Benedetto, nei tardi anni ottanta, da Marino
hanno fatto grossi passi avanti, anche a proposito del Correale di Sorrento, conte di Terranova nella Calabria
suo talento d’intagliatore in marmo e in legno: l’aspetto meridionale oltreché maggiordomo di Giovanna d’Ara-
che ci riguarda adesso. Mi chiedo però se, a causa della gona regina di Napoli, e da lui spedito in quel feudo
sempre maggiore divaricazione specialistica che c’è tra gli subito dopo aver fatto montare il primo dei suoi due
studiosi del primo Rinascimento e quelli della Maniera altari maianeschi nella chiesa napoletana di Santa Maria
Moderna, quest’ultimi si siano accorti fino in fondo di di Monteoliveto (figg. 17-19)19. Sopravvissuti quasi per
simili cambiamenti: poiché è un fatto che la bibliografia miracolo a uno dei terremoti più tragici che la storia
michelangiolesca è tradizionalmente e inevitabilmente italiana ricordi (1783), e poi lavati per qualche anno o
dominata dai cinquecentisti, quasi sempre in difficoltà decennio dalle intemperie (figg. 3, 5, 7, 22, 24, 26, 44),
5. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino, 1489-1491 circa, Terranova Sappo Minùlio (Reggio Calabria), Parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant’Elia
nel risalire più indietro del David, o, al massimo, della alcuni frammenti di Terranova sono stati restaurati dieci
(da Santa Caterina d’Alessandria, Cappella Correale) Pietà vaticana. anni fa, per mio interessamento, dall’Opificio delle Pie-

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

9. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino,


nella tomba di Filippo Strozzi il Vecchio, 1491-1492 11. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino, particolare, Scarperia, Prepositura 12. Michelangelo, Madonna col Bambino, 1503-1505, particolare, Bruges,
circa, Firenze, Santa Maria Novella, Cappella Strozzi dei Santi Jacopo e Filippo Notre-Dame (Vrouwekerk)

10. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino,


1495 circa, Scarperia (Firenze), Prepositura dei Santi tre Dure, confermando la qualità straordinaria di Bene- (fig. 4)22; oppure al gruppo in marmo non isolato ma co-
Jacopo e Filippo
detto anche e specialmente come virtuoso del marmo munque monumentale, di poco superiore al vero, quale
(figg. 3, 7, 22, 24)20. la Madonna col Bambino sempre alla Misericordia (fig.
Tutte queste indagini affrancano sempre più la sua posi- 31), anch’essa rimasta interrotta a causa della morte, e,
zione da quella degli scultori fiorentini della generazio- com’è noto, mal giudicabile nella finitura, realizzata da
ne quattrocentesca di mezzo, come Desiderio, Mino o il Battista Lorenzi del Cavaliere qualche generazione più
Rossellino. E, in particolare, consentono di restituire un tardi (1574-1575)23.
più originale e coerente diagramma dell’ultimo decen- In parallelo alle scoperte e riletture più propriamente
nio della sua carriera (dal 1488 circa fino alla morte nel maianesche, l’approfondimento sulle carriere di alcuni
1497), durante il quale egli ha superato sé medesimo, tra gli intagliatori e plasticatori più versati della Maniera
per esempio rinnovando il proprio stesso tipo del tondo Moderna, coetanei o quasi di Michelangelo, come An-
con la Madonna e il Bambino (fig. 9), e liberandolo sino drea Sansovino, Baccio da Montelupo o Giovanfrance-
alle forme plastiche, complesse e vibrate del bellissimo sco Rustici (tutti – si noti – citati anch’essi da Vasari in
esemplare della Prepositura di Scarperia (figg. 10-11)21; rapporto col Giardino di San Marco), ha permesso di
oppure – altro esempio – passando dal corpo perfettis- ricondurre il loro apprendistato, almeno in parte, alla
simo ma tenero del Crocifisso di San Gimignano (figg. 2, bottega di Benedetto24: luogo che, dopo la partenza di
32) a quello del Duomo fiorentino, ancora più ambizio- Verrocchio per Venezia e di Antonio del Pollaiolo per
so e riuscito nella sua urgenza fisica (fig. 37). Roma, divenne il centro più universale di saperi artistici
Un simile slancio predispose non a caso il maestro a Firenze, con delle particolarità in meno e altre in più
cinquantenne a compiti scultorei che, dopo la morte rispetto alle fucine di quei due. E le particolarità in più,
di Donatello (1466), o addirittura dopo la sua parten- rivolte all’intaglio ligneo e lapideo, ai lavori «di quadro»
za per Padova (1443), non erano stati più alla portata e all’architettura, erano giusto quelle in cui Michelange-
degli artisti fiorentini anche maggiori: e penso alla sta- lo avrebbe eccelso.
tua marmorea in senso stretto, cioè alla figura umana Sempre alla scuola di Benedetto ho avuto modo di ri-
nuda, eretta e albertianamente isolata, così come il San condurre più di dieci anni fa la formazione del palermi-
Sebastiano incompiuto nell’Oratorio della Misericordia tano Antonello Gagini, ossia del più affermato scultore

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

15. Michelangelo, San Procolo, particolare, nell’arca di San Domenico, Bologna, 16. Benedetto da Maiano, San Giovanni Battista, particolare, nella Porta
San Domenico dell’Udienza, Firenze, Palazzo Vecchio, Sala dei Gigli

puntualizzare cronologie, committenze, funzioni, de- vito degli amici Alessandro Nova e Vitale Zanchettin,
stinazioni di talune opere, mentre non ci parlano quasi perché le foto di cui dispongo, pur essendo abbondanti,
mai di collaboratori, garzoni, scolari con tanto di nomi, non bastano mai allo scopo di mostrare in modo diretto
paternità o cognomi. Sulla base della mia esperienza de- e veloce i nessi che sono stati prima verificati e indivi-
gli archivi fiorentini, mi sento tuttavia ottimista circa i duati con calma sul corpo dei marmi stessi, in condizio-
traguardi futuri della ricerca (poiché ancora moltissime ni di luce naturali e comunque non obbligate o precon-
carte rimangono da esplorare): ma, a oggi, questo è lo dizionate, e sotto punti di vista molteplici. E poi temo di
stato delle conoscenze. Non per ciò qualcuno crederà conoscere bene quale pericoloso equivoco possa insor-
che Benedetto abbia affrontato da solo, o con le sparute gere tra chi ha notato – e dunque presenta – le affinità
comparse presenti nei suoi documenti, la mole enorme tra due oggetti o due forme per selezione esclusiva fra
13. Michelangelo, San Procolo, 1494-1495, nell’arca di San Domenico, Bologna, 14. Benedetto da Maiano, San Giovanni Battista nella Porta dell’Udienza,
San Domenico 1478-1480 circa, Firenze, Palazzo Vecchio, Sala dei Gigli delle commissioni da lui sbrigate nel giro di qualche de- innumerevoli altri materiali (vicini ma superflui), e chi,
cennio. Se ancora nessun maestro del rango di Sansovi- al capo opposto della comunicazione, davanti a un para-
siciliano del Cinquecento, il quale, tornatosene nel Sud Carl quali opere autografe di Benedetto medesimo27. no o Montelupo o Gagini è emerso dalle perlustrazioni gone di due soli oggetti o forme, ne apprezza per prima
poco dopo la morte del maestro nel 1497, e allontanatosi Poiché al nostro convegno partecipano soprattutto stu- archivistiche maianesche quale allievo del capobottega, cosa soltanto le differenze.
per sempre dai centri pulsanti della Maniera Moderna, diosi di storia dell’architettura, e meno delle arti figu- è soltanto perché non è stato trovato più o meno for- La Lisner medesima dovette misurarsi con queste dif-
divenne inesorabilmente, a lungo andare, il più ricono- rative, conviene forse indugiare un attimo sulla natura tuitamente neppure un mezzo rigo laconico ma chiaro ficoltà, e quindi i suoi confronti, sebbene meditati lun-
scibile tra i suoi seguaci (figg. 7-8)25. Tale ricostruzione, delle carte d’archivio di cui possiamo servirci attual- come quello di Michelangelo dodicenne agli Innocenti gamente, poterono riuscire superficiali o casuali a un
accolta subito con favore dagli studi gaginiani e meri- mente per Benedetto, e in genere per scultori come lui, nel 1487 con Ghirlandaio28. collega come Weinberger, tra l’altro poco pronto – per
dionali26, si basa anche, fra tanti elementi, su numerose pur attivi in un periodo e in un centro culturale tra i me- D’altro canto, ci restano tuttora non pochi documenti quanto posso giudicare dalle sue pagine – a calarsi nel
Madonne calabresi e siciliane: per esempio due del 1505 glio documentati d’Italia prima del Sacco di Roma. Le primari dell’arte, cioè le opere. corpus della scultura fiorentina del Quattrocento. Certi
e una del 1509 (fig. 6), che, in maniera sintomatica, sono testimonianze scritte che riguardano tali maestri sono Già, le opere. Mentre preparavo questa relazione, mi riscontri figurativi proposti dalla studiosa tedesca, come
state ripubblicate da una studiosa maianesca come Doris utilissime e soddisfacenti per chi voglia individuare o son pentito del coraggio che ho avuto nell’accettare l’in- quello tra le teste e i volti delle Madonne di Scarperia e

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano
21. Sebastiano Vini, copia
da Giorgio Vasari, Disegno
per un orologio del Monte
Comune nel Palagio
di Parte Guelfa a Firenze,
1557-1558 circa, Oxford,
Christ Church, inv. 0985

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17. Benedetto da Maiano,
Spiritello reggifestone
nell’Altare Correale
di Terranova, 1489-1491
circa, Napoli, Santa Maria
di Monteoliveto, Cappella
Correale di Terranova

18. Michelangelo,
Spiritello reggifestone
nell’Altare Correale
di Terranova, 1489-1491
circa, Napoli, Santa Maria
di Monteoliveto, Cappella
Correale di Terranova

19. Benedetto da Maiano,


Spiritello reggifestone
dall’Altare Correale di
Terranova a Napoli, 1489-
1491 circa, Philadelphia
(Pennsylvania),
Philadelphia Museum
of Art, Johnson Collection

20. Michelangelo, Angelo


reggicandelabro, 1494-
1495, particolare, nell’arca
di San Domenico, Bologna,
San Domenico

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

22. Benedetto da Maiano, Santa Caterina d’Alessandria, particolare, Terranova Sappo Minùlio, Parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant’Elia

di Bruges (figg. 11-12), sembreranno forse meramente come tutti noi il debito della Madonna di Bruges verso
iconografici a chi non tiene sott’occhio l’intero svilup- il modello eroico della Giuditta medicea: un rapporto,
po della produzione fiorentina a cavallo dei due secoli, questo, che definirei tipologico anche con metafora bi-
mentre secondo me denunciano un processo di trasmis- blica, visto che Donatello sembra stare a Michelangelo
sione stilistica che a sua volta presuppone una fase di come l’umile campionessa del Vecchio Testamento sta
condivisione tecnica. Lo stesso vale per il San Procolo alla Vergine Maria. E proprio la Lisner fu la prima ad
di Bologna, nel quale la Lisner vedeva il frutto di una accorgersi, con molto séguito tra i colleghi, come nello
maturazione, tutta nel nuovo spirito inquieto di Miche- sguardo terebrante del giovane Procolo (fig. 15) esploda
langelo, della posa pensata da Benedetto per il Battista la memoria del Colleoni verrocchiesco, che Michelan-
di Palazzo Vecchio (figg. 13-14); e al contempo riscon- gelo aveva ammirato da poco a Venezia. Ma il punto
trava nella cornice chiaroscurata della capigliatura in- delicato è, al solito, con quale mestiere questi modelli
torno al viso un ulteriore filo rosso che collegava le due siano stati tradotti dal metallo nel marmo.
figure (figg. 15-16). Naturalmente la studiosa conosceva Nel novero dei confronti lisneriani rientrano anche 23. Michelangelo, Madonna col Bambino, particolare, Bruges, Notre-Dame (Vrouwekerk)

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

24. Benedetto da Maiano, Santa Caterina d’Alessandria, particolare, Terranova Sappo Minùlio, Parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant’Elia 25. Michelangelo, Bacco, 1496-1497, particolare, Firenze, Museo Nazionale del Bargello

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

quello fra le anatomie del Bambino del Tondo Pitti e però, ritengo mio dovere accennare che nel canone delle ges, affondata nel mantello della madre, o la mano, che
dello Spiritello reggifestone in alto a destra sopra l’Al- opere giovanili michelangiolesche utilizzato dalla Lisner entra nel sudario, del Cristo della Minerva nella prima
tare Correale di Napoli (fig. 18), così come quello tra includo ora due altri marmi: il più tardo dei due è, insie- versione scartata di Bassano Romano (1514-1516)35. Il
la massa del capo chiomato del Bambino di Bruges, o me con Kathleen Weil-Garris (1996), il Bambino arciere partito figurativo della Pietà vaticana si sarebbe ripro-
perfino del David colossale, e la testa del medesimo Spi- di New York, che spero sia ormai identificabile da tutti posto in controparte nel Tondo Pitti se il lavoro non
ritello: un accostamento, quest’ultimo, che potremmo nell’Apollo-Cupido già in casa Galli a Roma, forse la pri- fosse rimasto incompiuto pure lì dove la mano sinistra
arricchire con l’Angelo ceroforo di Bologna (fig. 20). missima opera romana di Michelangelo ventunenne32. Il di Maria fa aderire al costato sinistro del Bambino un
Qui, come ricorderanno tutti, la studiosa si spingeva secondo, che viene subito prima dell’Apollo-Cupido, è il lembo di mantello prim’ancora che le proprie dita.
in verità ad avanzare l’idea che il putto di Napoli fosse San Giovannino di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, Questi e moltissimi altri brani, sia in Benedetto che in
un contributo diretto di Michelangelo adolescente a un secondo me da riconoscersi al di là d’ogni dubbio nella Michelangelo, non avrebbero mai potuto essere condotti
cantiere maianesco. E non pare un caso che lo Spiritello, statua donata nel 1537 dal giovanissimo Cosimo I, nuo- senza un uso accanito del trapano e di tutti gli strumenti
guardato dai michelangiolisti di professione con lo stes- vo signore di Firenze, al segretario onnipotente di Carlo perforanti disponibili all’epoca. Solo il trapano avrebbe
so sospetto con cui fu accolto dapprincipio il Crocifisso V, Francisco de los Cobos, e offerta da costui alla sua Sa- consentito gli scavi profondi tra gli arti e il corpo, e poi
di Santo Spirito (fig. 1), e poi non uscito più dal limbo cra Capilla de El Salvador a Úbeda (Jaén, Andalusia)33. le curve più interne, i grandi risalti delle pieghe ridon-
(a differenza del Cristo ligneo), abbia invece incontrato Purtroppo entrambe le statue hanno avuto, per cause danti, i meravigliosi arpeggi di stoffa ai piedi delle figure.
l’assenso di chi, come Doris Carl o come me, lo giudica diverse, destini materiali tristissimi, che spiegano le dif- A me sembra che la tecnica consumata che Benedetto
dall’interno del mondo maianesco e quattrocentesco, e ficoltà incontrate dagli studi del Novecento a capirne la perfezionò tra gli anni ottanta e novanta si sia trasmessa
ne avverte quindi la novità dirompente29. Tale apporto genesi. Mentre l’Apollo-Cupido è stato esposto per più senza soluzione di continuità – ma ovviamente con un
non è solo nella struttura del capo e nell’inedita espres- di due secoli alle intemperie di Villa Borghese a Roma, potenziamento cubitale – in Michelangelo. E se le cinque
sione del sorriso, degna di un confronto con il satiretto sicché oggi lo ritroviamo sia mutilo di braccia e gam- Virtù del pergamo Mellini in Santa Croce (come l’unica
che ruba l’uva al Bacco del Bargello, ma anche e soprat- be sia, soprattutto, dilavato, il San Giovannino, integro che mostro: fig. 29) o le tre dell’arca di San Bartolo a San
tutto nel moto del corpo. Il progetto d’insieme dell’al- ma poco fotografato sino al 1936, è stato ridotto allora Gimignano (ne riproduco sempre una: fig. 30) possono
tare prevedeva nel fastigio quattro Spiritelli fermi o in in pochi, miserevoli frammenti dalla furia iconoclastica apparire troppo piccole e impari rispetto ai volumi della
trazione frenata, impegnati com’erano a sorreggere o a della Guerra Civile spagnola (figg. 27, 34-35). Pietà vaticana di Michelangelo (fig. 28), è il caso di ricor-
stendere dei festoni per loro pesantissimi (figg. 17-19): Ma torniamo a Benedetto. Un motivo formale nuovo e dare un anello intermedio come la Madonna della Mise-
due di essi, tanto a sinistra che a destra, sono andati per- felice, al principio del suo ultimo decennio di attività, ricordia (fig. 31). Quest’ultima, con i suoi 140 centimetri,
duti tra il Sette e l’Ottocento, ma il primo dei due, ri- è quello esibito dalla mano sinistra della Santa Cateri- ha praticamente la stessa altezza della Pietà vaticana, la
scoperto mutilo da me a Philadelphia alquanto dopo le na d’Alessandria a Terranova (fig. 22). La martire usa quale risulta maggiore di trentacinque centimetri solo in
prime ricerche di Margrit Lisner (fig. 19), rende ancora quest’arto con una grazia infinita e una sprezzatura so- virtù della grande roccia che ha sotto i piedi.
più peculiare, per simbiosi con lo Spiritello superstite vrana, giacché, nel mentre sostiene un libro e per suo Anche le rocce di Michelangelo, queste rocce bellissime
di sinistra, l’esemplare preso di mira dalla studiosa (fig. tramite preme mollemente una cocca del mantello solle- e frequenti di cui il San Giovannino di Úbeda ci conser-
18)30. Quest’ultimo putto, pur riuscendo ad assolvere vato, sembra che non faccia nessuno sforzo e quasi non va oggi la prima occorrenza (fig. 27), destinata a ripre-
tutto il proprio scopo con il sostegno pieno delle spal- ci badi. Tra i rarissimi casi analoghi che io conosca, il sentarsi presto nel Bacco e appunto nella Pietà vaticana
le, intorno a cui gira la corda dei festoni, compie un di più pertinente che mi sovviene è la mano destra della (fig. 28), e poi nel David, sarebbero state impossibili se
più di movimento che è davvero singolare, poiché ne Madonna di Bruges, quasi pronta a far scivolare il libro il trapano non avesse giocato un grosso ruolo insieme
è indotto ad alzare vistosamente il braccio destro: me- a terra, tanto poco è intenta a bloccarlo (fig. 23). a subbie, ugnetti, denti di cane, gradine e altri ferri su
glio, n’era indotto, dal momento che i danni del tempo Nella mano sinistra della Santa Caterina c’è tuttavia cui picchiare (lasciando nell’artista un senso dell’anfrat-
26. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino, particolare, Terranova Sappo
hanno punito il fanciullo appunto in tale sua sporgenza dell’altro, perché quel raccogliersi soffice e studiatamen- to che avrebbe avuto sfogo anche nelle ‘due dimensio- Minùlio, Parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant’Elia
eccezionale, mutilandolo poco sopra l’ascella (si veda te confuso del panno sotto il libro (fig. 24) introduce un ni’ del cartone della Battaglia di Cascina). Qui mi pare
qui anche la fig. 21)31. In una siffatta soluzione, fiorita motivo che, prim’ancora che formale, è di virtuosismo opportuno rilevare come Benedetto avesse cominciato
entro la bottega maianesca, ma come un germoglio del tecnico (se mi è consentita questa sequenza o forzatura a formarle pure lui alla stessa maniera, quantunque, al
tutto nuovo, la Lisner (fin dal 1958, e ancor meglio nel logica). Dopo Benedetto, e ancora negli stessi anni suoi, solito, con meno enfasi (per esempio nel paesaggio delle
2001) rintracciava l’origine di uno schema poi carissimo non mi è noto scultore più attratto di Michelangelo, e Stimmate di san Francesco del pulpito Mellini in San-
a Michelangelo, incline sempre più a sollevare enfati- quasi ossessionato, da tale sfida, cioè dal modo in cui la ta Croce a Firenze, o ai piedi del San Sebastiano della
camente un braccio e a scoprire l’ascella di certi suoi mano possa affondare da sola, o per mezzo di un ogget- Misericordia, fig. 4), ma anche introducendole in cir-
protagonisti, dalla Centauromachia al Prigione morente to interposto, nella densità di un drappeggio. Mentre costanze iconografiche per nulla canoniche o scontate,
del Louvre, fino al Cristo del Giudizio universale, senza la Madonna della scala e l’Angelo di Bologna risolvono come ai piedi dei quattro Evangelisti nei compassi del
tralasciare, in mezzo a varie altre prove, due dei quattro il compito ancora con timidezza, il San Giovannino di tabernacolo eucaristico di casa Spannocchi sull’altar
Prigioni dell’Accademia a Firenze. Úbeda ne è ormai padrone, e ancor più, subito dopo, maggiore di San Domenico a Siena (1485 circa), o nelle
Qualunque cosa si debba concludere circa l’autografia il Bacco (fig. 25)34. Appena oltre, di nuovo, ecco l’eccel- sette scene cristologiche dell’Altare Correale di Napoli
dello Spiritello di Napoli, penso nondimeno che la rosa lenza insuperata della Pietà vaticana (fig. 36): dopo la (dove la grotta del Sepolcro nella formella al centro è,
27. Michelangelo, San Giovannino di casa Medici, 1495-1496, frammento
dei raffronti lisneriani tra Michelangelo e Benedetto si quale, però, Michelangelo si concede altri ricorsi sor- per parte sua, un ulteriore specimen di tale gusto). Inca- della base prima della ricostruzione del 2013, Úbeda (Jaén, Andalusia),
possa ampliare significativamente. Prima di procedere, prendenti, come la manina sinistra del Bambino di Bru- ricato nel 1489, o poco prima, di allogare al centro del Sacra Capilla de El Salvador

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

29. Benedetto da Maiano, Speranza nel pergamo 31. Benedetto da Maiano (e poi Battista Lorenzi del Cavaliere), Madonna col Bambino, 1496-1497 circa e 1574-
Mellini, 1481-1487 circa, Firenze, Santa Croce 1575, Firenze, Arciconfraternita della Misericordia, Salone d’ingresso

30. Benedetto da Maiano, Carità nell’arca di San


Bartolo, 1492-1495, San Gimignano, Sant’Agostino,
Cappella di San Bartolo

ma che la maturità e l’eccesso di fama determinassero no comprensibile, dalla casa ducale di Medinaceli, sua
in lui un’attitudine diversa, opere in attesa di essere proprietaria (figg. 34-35)37. Ma tali scatti, fatti da me, non
28. Michelangelo, Pietà, 1498-1499, Città del Vaticano, San Pietro, Cappella della Pietà
completate: proprio allo stesso modo in cui gli eredi sono ovviamente in grado di rendere neppure per un mi-
di Benedetto guardarono al San Sebastiano trovato in nimo la levigatezza estrema, e insieme palpitante, di quei
suo altare calabro una figura marmorea della Vergine perforanti, arrivava tutto l’armamentario di raspe, bottega alla sua morte (fig. 4). lacerti corporei, equivalenti, nel marmo, delle torniture
stante, insolita per la tradizione quattrocentesca fioren- lime, pomici e polveri necessarie a differenziare e a Se tale figura fosse giunta alla sua meta, avrebbe avuto mirabili che Michelangelo aveva dato al Cristo di Santo
tina, ma amatissima e quasi irrinunciabile nel Suditalia, variegare la pelle delle cose, e a dare ai corpi quasi il carni non meno nobili di quelle del San Sebastiano, pur- Spirito (fig. 33), e che a mio avviso aveva imparato alla
Benedetto aveva infine risolto il compito a guisa di alto- respiro. E questo, fintantoché le fatiche quotidiane di troppo malconcio e mutilo in basso, ritrovato in Calabria scuola maianesca, davvero ‘benedettina’ nell’esercizio
rilievo rettangolare profondamente scavato, abitato da Michelangelo non presero dopo il David la china che (fig. 3). E le sue gambe avrebbero potuto contendere della mano e dell’umile pazienza (fig. 32).
due alte rupi ricche di vita vegetale e animale, che, come tutti conosciamo, era evidentemente per lui, come per anche nella finitura con quelle del San Giovannino di Questo stimolo costante alla perfezione assoluta del la-
sempre, furono portate all’estrema perfezione delle su- Benedetto, l’approdo ultimo del lavoro nel marmo. Úbeda36. Di quest’ultima statua mostro per la prima vol- voro d’intaglio non abbandonò Michelangelo neppure
perfici (figg. 5, 26). Dunque, cose giovanili quali la Centauromachia do- ta alcune foto dei frammenti staccati, anteriori all’arduo quando, con la fuga a Bologna, la sua autonomia fu va-
Sì, perché naturalmente, dopo i ferri contundenti e vettero essere considerate a lungo dal loro autore, pri- rimontaggio voluto di recente, con troppo zelo nondime- rata per sempre. Per un capriccio del caso, nel cantiere

40 41
francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

36. Michelangelo, Pietà, particolare, Città del Vaticano, San Pietro, Cappella della 37. Benedetto da Maiano, Crocifisso, 1495-1497 circa, particolare (prima del restauro
Pietà del 2010-2014), Firenze, Santa Maria del Fiore, altar maggiore

dell’arca di San Domenico lo scultore diciannovenne langelo vi sentiva spirare una certa aria di casa40. E ciò
trovava infatti, fra i marmi finiti dal suo immediato pre- lo autorizzava, nel confronto con l’Angelo ceroforo già
decessore Niccolò, l’altro principale modello italiano di completato da Niccolò, a correggerne il candelabro in
32. Benedetto da Maiano, Crocifisso, particolare, San Gimignano, Museo Civico 33. Michelangelo, Crocifisso, particolare, Firenze, Santo Spirito, Sagrestia,
Cappella Barbadori quegli anni che potesse additargli, in competizione con senso ulteriormente maianesco (figg. 42-43)41.
Benedetto, i gradus ad Parnassum dell’arte marmorea. Negli anni fra il rientro di Michelangelo da Bologna e la
Niccolò, davanti a cui la critica e il pubblico di oggi commissione della Pietà vaticana, mentre si concludeva
strabiliano quasi solo per il pathos fittile del Compianto la carriera di Benedetto, la politezza soave che era sta-
di Santa Maria della Vita (1461 circa-1463), era anche ta del Crocifisso di San Gimignano e del San Sebastiano
lui un intagliatore nato. E quella stessa bibliografia re- di Terranova (figg. 2-3, 32), così come del Crocifisso di
gionale, poco avvezza ai riconoscimenti verso i toscani, Santo Spirito e ancora del San Giovannino di Úbeda e
che esalta in lui soprattutto il coroplasta, trascura altret- dell’Apollo-Cupido Galli (figg. 1, 33-35), virava verso
tanto spesso di notare le sue tangenze con il mondo di una nuova consapevolezza del fisico maschile adulto,
Desiderio, di Rossellino e di Benedetto38. Con quest’ul- che in Benedetto avrebbe dovuto dare certamente il suo
timo, in particolare, le occasioni di Niccolò dovevano esito migliore nel San Sebastiano della Misericordia (fig.
essere state dirette e fruttuose, e magari reciprocamen- 4), ma poté dispiegarsi appieno soltanto nei Cristi lignei
te fruttuose, nei lunghi anni in cui, a partire dal 1469, di Ancarano o di Santa Maria del Fiore (fig. 37). Toc-
34-35. Michelangelo, San Giovannino di casa Medici, frammenti del ginocchio destro e della mano destra prima della ricostruzione del 2013, Úbeda, Sacra Capilla
egli fu alle prese interminabili con l’arca (figg. 38-41)39. cava ora al giovane Michelangelo andare avanti: e lo si
de El Salvador Dunque, entrando poi anche lui in tale cantiere, Miche- vide presto, a Roma, nel Cristo vaticano (fig. 36).

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

38. Niccolò dell’Arca, Arca di San Domenico, 1469-1494, particolare, Bologna, San Domenico 39. Benedetto da Maiano, Tabernacolo eucaristico, 1480-1485 circa, particolare, Siena, San Domenico, altar maggiore

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

42. Benedetto da Maiano, Candelabro e putti reggifestone nella Porta dell’Udienza, 43. Michelangelo, Angelo reggicandelabro nell’arca di San Domenico, particolare,
Firenze, Palazzo Vecchio, Sala dei Gigli Bologna, San Domenico

Come intuiscono coloro del pubblico che avranno se- infine, magari nella speranza di suscitare delle domande,
guito fin qui l’intero filo del discorso, stimo dunque che quali sono i limiti e il quadro temporale entro cui dobbia-
il rapporto tra Benedetto e Michelangelo possa essere mo provare a pensare – o meglio ripensare – il discepo-
rilanciato prestando attenzione non solo ai suoi effetti lato di Michelangelo presso Benedetto. Quando Margrit
sull’artista più giovane, ma anche a quelli sul maestro Lisner lo postulò per la prima volta, fu audace pure ri-
più adulto e tuttavia ancora nel pieno delle forze. Pur spetto alla cronologia, perché le conoscenze che si ave-
non dimenticando o sottovalutando mai gli altri molte- vano allora sull’Altare Correale di Napoli obbligavano
plici fattori della complessa maturazione di Michelan- a credere, come la studiosa dové fare, che l’opera fosse
gelo, cui la bibliografia moderna non è certo stata avara stata conclusa nel 1489, e, insieme con essa, lo Spiritello,
di riconoscimenti, mi sembra che si possa ricucire un primizia di un Michelangelo quattordicenne, forse non
filo di continuità, di passaggio di testimone, che ponga ancora libero dai vincoli contrattuali con Ghirlandaio. E,
il nesso tra Benedetto e Michelangelo, nell’arte dell’in- poi, pensare che il ragazzo si dividesse tra due botteghe
tagliare, sullo stesso piano intimo, quasi osmotico, che di assetto canonico negli stessi giorni era effettivamente
ha fatto grande la storia della scultura italiana attraver- un po’ complicato (oltre a far torto, in via preliminare, al
so le relazioni tra altri maestri e altri allievi: Nicola e rifiuto di maestri ufficiali da parte del Michelangelo più
Giovanni Pisano, Giovanni Pisano e Tino di Camaino, storicizzato e vulgato). Nel frattempo, però, l’estensione
Andrea e Nino Pisani, Donatello e Desiderio, Desiderio dei lavori Correale, grazie a nuove ricognizioni docu-
e Verrocchio, Antonio Rossellino e lo stesso Benedetto mentarie di Eve Borsook, è arrivata dal 1489 sino al 1491
da Maiano, Pietro e Tullio e Antonio Lombardi, o Pie- al più presto42. E la presenza di Michelangelo accanto a
tro e Gianlorenzo Bernini; oppure ancora, allargando Ghirlandaio, che Vasari faceva partire dalla primavera
o spostando il campo delle competenze tecniche oltre 1488, è stata anticipata da Jean Cadogan all’anno pri-
il marmo e oltre le arti di rilievo, Ghiberti e Donatello, ma43. Mi pare, perciò, che coloro che vorranno crede-
Verrocchio e Leonardo, Perugino e Raffaello, Raffaello re a un transito di Michelangelo presso Benedetto, per
e Giulio Romano, Giovanni Bellini e Giorgione, Gior- pochi anni ma intensi, potranno facilmente collocarlo
40. Niccolò dell’Arca, Arca di San Domenico, particolare, Bologna, San Domenico
gione e Tiziano, Pontormo e Bronzino, e così via. tra il 1488 al più presto e il 1492-1493 al più tardi, ov-
41. Benedetto da Maiano, Frammento di fregio con testa di cherubino dall’altar maggiore della Collegiata, 1482, San Gimignano, Musei Civici Se posso concedermi ancora un paio di minuti, aggiungo vero dopo la formazione sotto la guida del Ghirlandaio.

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano

44. Benedetto da Maiano, Madonna col Bambino,


particolare, Terranova Sappo Minùlio, Parrocchiale 45. Michelangelo, Madonna col Bambino,
di Santa Maria Assunta e Sant’Elia particolare, Bruges, Notre-Dame (Vrouwekerk)

Tutto ciò collimerebbe almeno in parte con le frequenta- pletamente il quadro politico e culturale di Firenze, di 141-156; Ead., «Das Quattrocento und Michelangelo», in: Stil the Course of History, a cura di M.K. Spike, Firenze 2016, pp.
zioni michelangiolesche del Giardino di San Marco: ma Roma e dell’Italia intera, l’illustre e nobilitante Giardi- und Überlieferung in der Kunst des Abendlandes: Akten des 21. 48-55), o alle reiterate esortazioni rivolte dal maestro al nipote
Internationalen Kongresses für Kunstgeschichte in Bonn 1964, Leonardo perché trovasse moglie anche senza troppi denari, ma
quest’ultime si facevano conciliare agevolmente, sia nella no mediceo finì in qualche modo per adombrare – anzi
vol. II, Michelangelo, Berlin 1967, pp. 78-89 e tavv. 28-32; Ead., sana «dell’anima e del corpo» e provvista di «nobiltà di sangue»,
forma istituzionale sia nella gestione delle ore quotidia- inghiottire – l’insegnamento maianesco: probo, discreto, «Michelangelos Anfänge: Gedanken zu seinen ersten rundplasti- secondo la tradizione familiare (per esempio Il carteggio di Miche-
ne, con l’apprendistato in una bottega che si trovava a essenziale e, mi auguro, riconosciuto di nuovo negli studi schen Arbeiten», in: Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst, s. langelo. Edizione postuma di Giovanni Poggi, a cura di P. Baroc-
soli cinque minuti di cammino. Michelangelo, del resto, futuri45. III, LII, 2001, pp. 17-58. Per non appesantire troppo l’apparato chi & R. Ristori, Firenze, vol. IV, 1979, pp. 293-294 n.° MCV [3
non dové essere il solo a fare questo tragitto (come dire di note, nel seguito delle mie pagine non farò troppe distinzioni marzo 1548], o pp. 358-359 n.° MCLVIII [28 febbraio 1551]),
tra questi tre contributi, i quali si lasciano leggere come un’unica basta qui ricordare un altro noto passo epistolare degli stessi tem-
dalla ‘scuola’ a un ‘doposcuola’), visto che, se i pittori
riflessione in continuo arricchimento, e senza che negli studi vi pi a Leonardo, nel quale il rapporto con le botteghe di pittura e
del Giardino erano perlopiù d’estrazione ghirlandaiesca Il testo che si stampa qui riproduce con pochissime varianti sia stata una ricezione tale da indurre a distinguere un ‘post 2001’ scultura viene schizzato con tale icastica brevità: «Al Prete [sc.
(Francesco Granacci, Giuliano Bugiardini), gli scultori quello presentato il 9 ottobre 2014, mantenendone talvolta an- da un ‘post 1958’. Giovan Francesco Fattucci] di’ che no[n] mi scriva più “a Mi-
erano in prevalenza maianeschi (Andrea Sansovino, Bac- che il tono occasionale e colloquiale. Le note includono qualche 2
Nella rivisitazione che Michelangelo anziano fece delle sue origi- chelangiolo scultore”, perché io non ci son conosciuto se non per
cio da Montelupo, Giovanfrancesco Rustici e, sospette- aggiornamento bibliografico intervenuto dopo quella data. De- ni artistiche, il senso del lignaggio dovette pesare infine non meno Michelagniolo Buonarroti, e che se un cictadino fiorentino vuol
rei, anche Pietro Torrigiani)44. Tale poté essere per Mi- sidero ringraziare Gianluca Amato (Siena) per avermi messo a di quello del primato qualitativo individuale. Senza riandare alle fare dipigniere una tavola da altare, che bisognia che e’ truovi
disposizione le foto che utilizzo come figg. 2 e 32, Peter Stiberc ben note vicende della ricerca di un rapporto genealogico con la un dipintore: ché io non fu’ mai pictore né scultore come chi ne fa
chelangelo la sovrapposizione tra le due esperienze, che
(Firenze, Opificio delle Pietre Dure) per la foto della fig. 37, e casa di Canossa (sulle quali si veda adesso A. Cecchi, Michelangelo boctega. Sempre me ne son guardato per l’onore di mie padre e de’
col tempo, morto Benedetto, estintisi i suoi eredi diretti Monica De Marco (Pizzo Calabro) per quella della fig. 44. e i conti di Canossa / Michelangelo and the Counts of Canossa, in: mia frategli […]» (ivi, p. 299 n.° MCIX [2 maggio 1548]).
(a differenza di quelli del Ghirlandaio, amici di Vasari e 1
Soprattutto M. Lisner, «Zu Benedetto da Maiano und Miche- Matilda di Canossa (1046-1115): la donna che mutò il corso della 3
Rimando soprattutto a J. Wilde, Michelangelo. Six Lectures, Ox-
difensori delle loro memorie familiari), cambiato com- langelo», in: Zeitschrift für Kunstwissenschaft, XII, 1958, pp. storia / Matilda of Canossa (1046-1115): the Woman Who Changed ford 1978 (ma i testi risalgono agli anni cinquanta), in part. pp.

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano
18
13-14 e 15-16; a P. Barocchi, «Introduzione», in: G. Vasari, La mezzo come opera inedita di Benedetto da Maiano un Crocifisso Si veda ora il volume Il Crocifisso di Benedetto da Maiano nel da Montelupo, Ph.D. thesis, Brown University, Providence (RI)
Vita di Michelangelo nelle redazioni del 1550 e del 1568, curata ligneo di proprietà lucchese che è invece più tardo di quasi un Duomo di Firenze, a cura di T. Verdon, Firenze 2017, con con- 1997, in part. pp. 28-30 e nn., 65-66 e nn.
25
e commentata da P. Barocchi, Milano/Napoli 1962, vol. I, pp. secolo. tributi di vari autori (alcuni dei quali – L. Speranza e T. Verdon Caglioti, 2002 (vedi n. 19), in part. pp. 1006-1017 e nn. (pp.
13
VII-XVL; a M. Hirst, «Michelangelo and His First Biographers», M. Weinberger, Michelangelo, the Sculptor, London [1967], – già intervenuti sul tema nel 2016). 1036-1040).
19 26
in: Proceedings of the British Academy, XCIV, 1996 (1997), pp. vol. [I] (Text), pp. 36-37 n. 17; M. Hirst, Michelangelo. I. The F. Caglioti & G. Gentilini, «Il quinto centenario di Benedetto Rinvio da ultimo per tutti a M. De Marco, Dal primo Rinasci-
63-84 (in part. p. 77); e a Id., «Introduction», in: A. Condivi, Vita Achievement of Fame: 1475-1534, New Haven/London 2011, p. da Maiano e alcuni marmi dell’artista in Calabria», in: Bulletin de mento all’ultima Maniera: marmi del Cinquecento nella Provincia
di Michelagnolo Buonarroti, a cura di G. Nencioni, Firenze 1998, 12 e n. 52 (p. 272). Il nesso tra tali due voci è rafforzato da M. l’Association des Historiens de l’Art Italien, 3, 1996/1997, pp. 1-4; di Reggio Calabria, Pizzo (Vibo Valentia) 2010, pp. 36-38 e nn.,
pp. I-XX (in part. pp. XVII-XVIII e nn.). Hirst, «Michelangelo as Sculptor» (rec. di M. Weinberger, Miche- F. Caglioti, «La scultura del Quattrocento e dei primi decenni del 150-157 e nn.; e a P. Coniglio, «Aggiornamenti su Giovandome-
4
Da ultimo: T. Montanari, «“Chi perde vince”: un ‘Salvatore’ di langelo, the Sculptor), in: The Burlington Magazine, CXI, 1969, Cinquecento», in: Storia della Calabria nel Rinascimento. Le arti nico Mazzolo», in: Prospettiva, 161/162, 2016, pp. 132-156, in
Gian Lorenzo e Pietro Bernini (1617-19 circa)», in: Prospettiva, pp. 760 e 762-764 (p. 763 e n. 5). nella storia, a cura di S. Valtieri, Roma 2002, pp. 977-1042, in part. p. 132 e n. 4 (p. 150).
14 27
157/158, 2015, pp. 176-191; e A. Bacchi, Pietro and Gian Lorenzo Ecco alcuni esempi di assoluto silenzio su Benedetto da Maiano part. pp. 990-1006 e nn. (pp. 1032-1036). Carl, 2006 (vedi n. 6), Tafelband, pp. 17 tav. IX, 54-73 tavv. 32-
20
Bernini: Bust of the Savior, New York 2016. pescati quasi a caso: W.E. Wallace, Michelangelo: the Complete F. Caglioti, J. Hoyte & L. Speranza, «Benedetto da Maiano 51, 236-237 figg. 47-52, 238 fig. 54, e Textband, in part. pp. 121-
5
J.K. Cadogan, «Michelangelo in the Workshop of Domenico Sculpture, Painting, Architecture, Hong Kong 1998; F. Zöllner, C. in Calabria. Il restauro della Santa Caterina d’Alessandria e del 128 e nn. (anticipate dall’autrice in due articoli di un decennio
Ghirlandaio», in: The Burlington Magazine, CXXXV, 1993, pp. Thoenes & T. Pöpper, Michelangelo, 1475-1564. Das vollständige San Sebastiano di Terranova Sappo Minùlio», in: OPD restauro, prima, che accreditano a Benedetto complessivamente sei Ma-
30-31. Su Vasari e i libri della bottega ghirlandaiesca si veda anche Werk, Hong Kong/Köln/London/Los Angeles/Madrid/Paris/ XVII, 2005, pp. 27-46; poi in: Il restauro dei materiali lapidei, a donne di Gagini, oltre a uno Spiritello araldico del medesimo ar-
oltre, n. 45. Tokyo 2007 (e ulteriori edizioni del 2014 e del 2017); e il ben cura di M.C. Improta, vol. [I], Firenze, 2012, pp. 135-159. tefice: «Die Madonna von Nicotera und ihre Kopien. Vier uner-
6 21
Per esempio C. Gilbert, «Michelangelo», in: New Encyclopae- informato e aggiornato Michelangelo: una vita [ciclo di lezioni G. Poggi, «Un tondo di Benedetto da Maiano», in: Bollettino kannte Madonnenstatuen des Benedetto da Maiano in Kalabrien
dia Britannica (Macropaedia), 15ª ed., Chicago (e altrove), vol. Michelangelo. Una vita in 27 puntate, tenutosi presso l’Aula Ma- d’arte, II, 1908, pp. 1-5; e da ultimo Carl, 2006 (vedi n. 6), Tafel- und Sizilien», in: Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in
XXIV, 1986, pp. 55-60 (p. 55); o D. Carl, Benedetto da Maiano: gna dell’Università degli Studi di Milano dal 1° ottobre 2013 al band, pp. 16 tav. VIII, 39-43 tavv. 17-21, e Textband, in part. pp. Florenz, XLI, 1997, pp. 93-118; e «Zwei weitere Madonnensta-
Ein Bildhauer an der Schwelle zur Hochrenaissance, Regensburg 21 maggio 2014], a cura di P. Aiello, Milano 2014. 79-81 e nn.; e P. Sénéchal, in: I grandi bronzi del Battistero: Gio- tuen des Benedetto da Maiano in Kalabrien. Ergänzungen zu:
15
2006, Textband, p. 136. K. Weil-Garris Brandt, «“The Nurse of Settignano”: Michelan- vanfrancesco Rustici e Leonardo, catalogo della mostra (Firenze, Die Madonna von Nicotera und ihre Kopien», ivi, XLII, 1998,
7
F. Caglioti, «Tra dispersioni e ricomparse: gli ‘Spiritelli’ bronzei gelo’s Beginnings as a Sculptor», in: The Genius of the Sculptor in Museo Nazionale del Bargello, 2010-2011), a cura di T. Mozzati, pp. 489-498). Sugli argomenti usati dalla studiosa per aggirare
di Donatello sul pergamo di Luca della Robbia», in: Santa Maria Michelangelo’s Work, catalogo della mostra (The Montreal Mu- B. Paolozzi Strozzi & P. Sénéchal, Firenze 2010, pp. 312-315 n.° l’ostacolo delle date cinquecentesche di tali Madonne, attestate
del Fiore: the Cathedral and Its Sculpture. Acts of the International seum of Fine Arts, 1992), a cura di P.C. Marani, Montreal 1992, 23. Sui tondi mariani di Benedetto conto di dare un contribu- in virtù di epigrafi originali ai loro piedi, si cfr. ampiamente Ca-
Symposium for the VII Centenary of the Cathedral of Florence – pp. 21-43 (p. 28 e n. 32); W.E. Wallace, How Did Michelangelo to ad hoc, incentrato su un ultimo suo esemplare (Madonna col glioti, 2002 (vedi n. 19), pp. 1003-1004 e nn. 109-121 (p. 1035).
Florence, Villa I Tatti, 5-6 June 1997, a cura di M. Haines, Fiesole become a Sculptor?, ivi, pp. 150-167 (p. 154 e n. 13); Id., Miche- Bambino e san Giovannino), che ho rinvenuto qualche anno fa Per Lisner, 2001 (vedi n. 1), pp. 20 n. 29 (p. 51), 21, la quale
2001, pp. 263-287. langelo: the Artist, the Man, and His Times, Cambridge (e altrove) in un’antica proprietà privata fiorentina: rimasto incompiuto alla fece in tempo a reagire anche lei a tali proposte, ma senza poterle
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J.D. Draper, Bertoldo di Giovanni Sculptor of the Medici House- 2010, p. 51. Ma per Wallace (il quale, curiosamente, pone sempre morte del maestro, fu terminato nel Cinquecento da una mano verificare dal versante delle ricerche gaginiane e meridionali, le
hold. Critical Reappraisal and Catalogue Raisonné, Columbia/ la bottega di Benedetto nella stessa Maiano anziché a Firenze) si anonima, così come avvenne della Madonna col Bambino a tutto Madonne calabresi aggiunte al corpus di Benedetto da Maiano
London 1992, in part. pp. 186-197 n.° 19; F. Caglioti, «Il ‘Croci- veda anche la nota precedente. tondo ultimata per la Compagnia del Bigallo da Battista Lorenzi erano opere della sua bottega o dei suoi allievi (io dico, appunto,
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fisso’ ligneo di Donatello per i Servi di Padova», in: Prospettiva, M. Lisner, Holzkruzifixe in Florenz und in der Toskana von der nel 1574-1575 (fig. 31). di Antonello Gagini), «in Benedettos Florentiner Werkstatt oder
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130/131, 2008, pp. 50-106, in part. pp. 76-78 e nn. 99-110 (pp. Zeit um 1300 bis zum frühen Cinquecento, Florenz/München In part. G. Gentilini, in: La Misericordia di Firenze, vol. I, Ar- in Süditalien entstanden».
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98 e 101), p. 95 fig. 66, e pp. 97-99 figg. 67-74. Cfr. anche Id., «Il 1970. chivio e raccolta d’arte, a cura di M. Bietti Favi & G. Gentilini, Baccio da Montelupo, a ogni modo, fu il testimone, insieme al
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Crocifisso del Bosco ai Frati di fronte ai modelli di Donatello e di Per San Gimignano: Benedetto da Maiano a San Gimignano: la Firenze 1981, pp. 188-190 n.° 6; e Carl, 2006 (vedi n. 6), Tafel- collega Leonardo del Tasso, figlio di una sorella di Benedetto da
Brunelleschi / The Bosco ai Frati Crucifix and Its Position in Re- riscoperta di un Crocifisso dimenticato, catalogo della mostra (San band, pp. 80-82 tavv. 58-60, e Textband, in part. pp. 132-134 e nn. Maiano, dell’inventariazione della dimora di quest’ultimo, fatta il
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spect to Those by Donatello and Brunelleschi», in: Mugello, culla Gimignano, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffae- In part. G. Gentilini, in: La Misericordia di Firenze, 1981 (vedi 25 aprile 1498, undici mesi dopo la sua scomparsa. Il documento
del Rinascimento: Giotto, Beato Angelico, Donatello e i Medici / le De Grada”, 2009), a cura di M. Maccherini, San Gimignano n. 22), pp. 177-182 n.° 2; e Carl, 2006 (vedi n. 6), Tafelband, pp. si può leggere ora presso Carl, 2006 (vedi n. 6), Textband, pp.
Mugello, Cradle of the Renaissance: Giotto, Fra Angelico, Dona- 2009. Per Ancarano e Todiano: A. Delpriori, «Per Firenze in 52-53 tavv. 30-31, e Textband, in part. pp. 117-121 e nn. 528-530 n.° 26, dove tuttavia proprio il nome di Baccio è tra-
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tello and the Medici, catalogo della mostra (Vicchio, San Piero Valle Oblita. Due ‘Crocifissi’ di Benedetto da Maiano», in: Pro- Per Sansovino: M. Lisner, «Andrea Sansovino und die Sakra- scritto erroneamente come «Marcho Iohannis Astoris», di contro
a Sieve, Borgo San Lorenzo, Scarperia, Firenze, 2008), a cura di spettiva, 141/142, 2011, pp. 145-152. Altri tre Crocifissi inediti mentskapelle der Corbinelli, mit Notizen zum alten Chor von al corretto «Bartholomeo Iohannis Astoris» letto vent’anni fa da
B. Tosti, Firenze 2008, pp. 124-163, in part. pp. 156-160 e nn. di Benedetto o del suo giro più stretto, di dimensioni medie e Santo Spirito in Florenz», in: Zeitschrift für Kunstgeschichte, L, Virginia Budny, e da lei trasmesso a Turner, 1997 (vedi n. 24), p.
33-38 (p. 163). piccole (Firenze, Seminario Arcivescovile Maggiore, Certosa del 1987, pp. 207-274, in part. pp. 242-245 e nn., con le figg. 28-31; 28 e n. 103.
9 29
Ivi, in part. pp. 146-147 figg. 14-15 (dove la foto del Crocifisso Galluzzo, Conservatorio delle Montalve alla Quiete), sono segna- e M. Ferretti, «Trittico lucchese», in: Ad Alessandro Conti (1946- D. Carl, in: Giovinezza di Michelangelo, catalogo della mostra
è stata invertita a mia insaputa, a bozze approvate); Caglioti, «Il lati presso F. Caglioti, «Da Benedetto da Maiano a Felice Palma: 1994), a cura di F. Caglioti, M. Fileti Mazza & U. Parrini, Pisa (Firenze, Palazzo Vecchio, e Casa Buonarroti, 1999-2000), a cura
‘Crocifisso’ ligneo di Donatello», 2008 (vedi n. 8), in part. pp. 78 per un riesame del Crocifisso in cartapesta del Capitolo di Santa 1996, pp. 9-43, in part. pp. 30-33 e nn. Per Rustici, da ultimo, di K. Weil-Garris Brandt, C. Acidini Luchinat, J.D. Draper & N.
e 92-93 figg. 63-64. Maria del Fiore», in: E l’informe infine si fa forma… Studi intorno e per tutti, T. Mozzati & P. Sénéchal, «Giovanfrancesco Rustici: Penny, Milano/Firenze 1999, pp. 276-279 n.° 33a-b; F. Caglio-
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Cfr. soprattutto C. Elam, «Lorenzo de’ Medici’s Sculpture Gar- a Santa Maria del Fiore in ricordo di Patrizio Osticresi, a cura di un percorso», in: I grandi bronzi del Battistero, 2010 (vedi n. 21), ti, «Benedetto da Maiano a Philadelphia: un terzo Spiritello per
den», in: Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, L. Fabbri & A. Giusti, Firenze 2012, pp. 95-106 (p. 96 n. 3 [p. pp. 34-63, in part. p. 40 e nn. 24-31 (p. 60), con i rinvii alla let- l’Altare Correale di Napoli», in: Giornate di studio in ricordo di
XXXVI, 1992, pp. 41-84; Ead., «Il giardino delle sculture di Lo- 103]): colgo l’occasione di questa nota per precisare che l’esem- teratura precedente (nella quale rientrano alcuni contributi degli Giovanni Previtali. Siena, Università degli Studi, dicembre 1998 -
renzo de’ Medici», in: Il Giardino di San Marco. Maestri e compa- plare del Galluzzo, da me detto «grande a un dipresso» come stessi autori). Per Montelupo, in verità, nessuno sembra avere Napoli, Università degli Studi «Federico II», febbraio 1999 - Pisa,
gni del giovane Michelangelo, catalogo della mostra (Firenze, Casa l’esemplare della Quiete (cioè alto cm 41 e largo 37,5) perché nel direttamente chiamato in causa il suo discepolato con Benedetto Scuola Normale Superiore, maggio 1999, a cura di F. Caglioti =
Buonarroti, 1992), a cura di P. Barocchi, Milano 1992, pp. 157-171. licenziare le bozze di quel contributo non me ne ritrovavo più (secondo me, nondimeno, scontato: F. Caglioti, «Matteo Civitali Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e
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Supra, n. 1. le misure che avevo invece già rilevate sull’originale, è in verità e i suoi committenti nel Duomo di Lucca», in: Matteo Civitali Filosofia, s. IV, V, 2000, Quaderni 1-2, pp. 117-134 e relative tavv.
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Fra le eccezioni positive merita segnalare quella, laconica ma di cm 58,3 (dunque un braccio fiorentino esatto) per 54,5. Un nella Cattedrale di Lucca. Studi e restauri, a cura di A. D’Aniello 1-17 f.t., in part. p. 126 e nn. 50-51 (pp. 133-134); Carl, 2006
possibilista, di Draper, 1992 (vedi n. 8), p. 40 e n. 4. Malgrado il altro Crocifisso ancora, nella chiesa di San Martino a Mensola a & M.T. Filieri, Lucca 2011, pp. 19-112, in part. p. 26 e n. 8): ma (vedi n. 6), Tafelband, in part. p. 241 fig. 67, e Textband, in part.
suo titolo, non ha quasi nessuna attinenza con il tema che sto trat- Firenze, è pubblicato, insieme a un Volto di Cristo nel convento basta la confusione attributiva tra alcuni Crocifissi dei due artisti, pp. 135-138 e nn.
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tando l’intervento di J. Beck, «Benedetto di Leonardo da Maiano fiorentino del Carmine, da G. Amato, Crocifissi lignei toscani fra non risolta neppure presso Lisner, 1970 (vedi n. 16), in part. p. Caglioti, 2000 (vedi n. 29), passim (su cui cfr. anche Lisner,
e Michelangelo giovane», in: Giuliano e la bottega dei da Maiano. tardo Duecento e prima metà del Cinquecento. Linee di sviluppo e 84 e figg. 180 e 182 (e per la quale mi trovo del tutto unanime 2001 [vedi n. 1], p. 20 n. 34 [p. 52]). È assai verosimile che, oltre
Atti del convegno internazionale di studi, Fiesole, 13-15 giugno diffusione territoriale, tesi di dottorato, relatore F. Caglioti, Uni- con Amato, 2013 [vedi n. 17], in part. p. 164 n. 64), a dare il sen- all’esemplare da me individuato circa venti anni fa – privo delle
1991, a cura di D. Lamberini, M. Lotti & R. Lunardi, Firenze versità degli Studi di Napoli “Federico II” 2013, pp. 160-163 e so flagrante dell’ininterrotta continuità tra di loro. A favore del gambe – nella Johnson Collection del Philadelphia Museum of
1994, pp. 176-181, poiché mira soltanto a invalidare l’autogra- nn., 501-504 figg. 485-489 (per il Volto di Cristo: pp. 166-168 e rapporto tra Benedetto e Baccio si muove con consapevolezza, Art, si sia salvato anche il secondo dei due Spiritelli che mancano
fia michelangiolesca del Crocifisso di Santo Spirito mettendo in nn., 512-514 figg. 509-516). ma anche con molta cautela, J.D. Turner, The Sculpture of Baccio da tempo immemorabile dal fastigio Correale. Come mi ha infatti

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francesco caglioti su michelangelo scultore, allievo di benedetto da maiano
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comunicato gentilmente Virginia Budny poco dopo la mia pub- F. Caglioti, «Il ‘San Giovannino’ mediceo di Michelangelo, da John Shearman, a cura di L.R. Jones & L.C. Matthew, Cambridge a differenza dei congiunti di Benedetto (cui nel 1568, dovendo
blicazione del 2000, nel 1935 fu esposto a New York, presso le Firenze a Úbeda», in: Prospettiva, 145, 2012, pp. 2-81; Id., «Mi- (Mass.) 2001, pp. 83-91; e J. Beck, «Meditations on Niccolò accennare all’eredità dei beni di questo maestro, Vasari avrebbe
A.S. Drey Galleries, un «Putto with garland» in marmo alto 23 chelangelo, i Medici e la diplomazia europea: il San Giovanni- dell’Arca, between Jacopo della Quercia and Michelangelo», in: alluso solo come «alcuni suoi parenti»: G. Vasari, Le Vite de’ più
pollici e mezzo, cioè circa cm 60, che Wilhelm Reinhold Valenti- no di Úbeda», in: Arte e politica. Studi per Antonio Pinelli, a cura Arti a confronto. Studi in onore di Anna Maria Matteucci, a cura eccellenti pittori scultori e architettori nelle redazioni del 1550 e
ner, autore di una perizia citata nel breve catalogo relativo, stima- di N. Barbolani di Montauto, G. De Simone, T. Montanari, C. di D. Lenzi, Bologna 2004, pp. XII-XIV e 49-55. Per la reazione 1568, testo a cura di R. Bettarini, commento secolare a cura di P.
va «the companion figure» dello Spiritello di Philadelphia: [A.M. Savettieri & M. Spagnolo, Firenze, 2013, pp. 53-59; F. Caglio- di Michelangelo al Battista di Niccolò finito poi all’Escorial: Ca- Barocchi, Firenze, vol. III, 1971, p. 531). E quando Michelangelo
Frankfurter], Exhibition of Sculpture of the Italian Renaissance, ti, «Il San Giovannino mediceo di Michelangelo: fortuna critica, glioti, 2012 (vedi n. 33), pp. 18 nn. 111 e 113 (p. 67), 24, 76-77 rampognò Vasari per mezzo di Condivi, costringendolo quasi a
A.S. Drey Galleries, 680 Fifth Avenue, New York, March 2-20, iconografia, stile, attribuzione / El San Juanito mediceo de Mi- figg. 86-88. una diatriba sul genere biografico, fu per Giorgio un punto d’o-
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1935, New York 1935, p. 11 n.° 21 (senza fig.). Proprio Valenti- guel Ángel: fortuna crítica, iconografía, estilo, atribución», in: Il Un accenno all’ascendenza del candelabro bolognese di Mi- nore, con l’aiuto dei figli del defunto Ridolfo (1561), ricorrere
ner aveva studiato vent’anni prima l’esemplare Johnson, capen- San Giovannino di Úbeda restituito / El San Juanito de Úbeda chelangelo da Benedetto (senza coinvolgere Niccolò) è già presso entro il 1568, morto Michelangelo stesso, alle carte ancora ben
done l’autografia maianesca, ma senza sospettare la pertinenza restituido. Atti del convegno internazionale (Firenze, 24-25 giugno Carl, 2006 (vedi n. 6), Textband, p. 137 n. 105. conservate della bottega ghirlandaiesca: il che diede all’adole-
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all’altare di Napoli: Caglioti, 2000 (vedi n. 29). A giudicare dall’al- 2013) / Actas de la conferencia internacional (Florencia, 24-25 de E. Borsook, «Documents for Filippo Strozzi’s Chapel in Santa scenza del «divino» come apprendista nella pittura un’enfasi che
tezza di circa cm 60, quasi pari a quella odierna del compagno di junio de 2013), a cura di M.C. Improta, Firenze/Sevilla 2014, pp. Maria Novella and Other Related Papers – I-II», in: The Burlington per la scultura non era invece necessaria, già che con Condivi
Philadelphia, anche lo Spiritello Drey doveva essere ormai mutilo 143-167. Magazine, CXII, 1970, pp. 737-745, 747 e 800-804, in part. pp. non era sorta alcuna sostanziale divergenza sul Giardino di San
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della parte inferiore. Caglioti, 2018 (vedi n. 32), p. 13 e tavv. 14a-15b. 743 e n. 64, 800 n. *, 802 doc. 48. Prima di questo contributo, Marco. Nel frattempo la discendenza maschile di Benedetto da
31 35
Durante le giornate di questi atti, Caroline Elam mi ha fatto Id., 2012 (vedi n. 33), pp. 20, 62-63 figg. 71-74. sull’impresa Correale si conosceva solo una lettera di raccomanda- Maiano si era definitivamente estinta per la morte di Antonmaria
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notare molto opportunamente, e gliene sono grato, che un dise- Ivi, pp. 18, 20 e n. 114 (pp. 67 e 70), 54 figg. 58-59. zione inviata da Giovanna d’Aragona regina di Napoli a Lorenzo il (1555), sicché da tale parte non c’era nessuna voce a difendere
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gno vasariano del 1557-1558 circa a Oxford, Christ Church, inv. Il San Giovannino di Úbeda restituito, 2014 (vedi n. 33). Magnifico nel settembre 1489, perché i marmi maianeschi destinati i meriti del capofamiglia. Né potevano esserci gli antichi allievi
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0985 (già attribuito da James Byam Shaw a Francesco Salviati, e Non sorprende, dunque, che le più promettenti aperture criti- al suo maggiordomo viaggiassero verso il Sud franchi di dogana. e seguaci di Benedetto, i quali, da Andrea Sansovino a Baccio
ora disputato tra l’autografia di Vasari e la copia coeva), esibisce che sui contatti tra Niccolò e i grandi marmorari toscani di pieno La Borsook ha aggiunto due testimonianze non meno preziose: da Montelupo, da Giovanfrancesco Rustici a Pietro Torrigiani,
sopra una mostra d’orologio per il Monte Comune fiorentino nel Quattrocento si debbano a studiosi non bolognesi come K. Frey, una raccomandazione di tenore analogo spedita al Magnifico dal erano tutti stramorti – o emigrati per sempre (Rustici) – assai pri-
Palagio di Parte Guelfa un fastigio di due spiritelli con festoni Michelagniolo Buonarroti. Quellen und Forschungen zu seiner committente stesso nel settembre di un anno segnato soltanto come ma che Vasari imprendesse la scrittura delle Vite. Rispetto a tutti
ispirato all’altare di Monteoliveto a Napoli (dove Vasari era tran- Geschichte und Kunst, vol. I, Michelagniolos Jugendjahre, Berlin ottava indizione, e una rata di pagamento a Benedetto registrata il costoro il Michelangelo che apriva la sua giovinezza a Condivi,
sitato attivamente tra il 1544 e il 1545): e lo spiritello di sinistra 1907, pp. 129-130 e nn. (che invocava soprattutto Desiderio, ma 23 aprile 1491 con una chiara allusione a un lavoro tuttora in corso e contestava la prima ricostruzione datane da Vasari, era quin-
sembra una copia pressoché letterale della figura attribuita a Mi- anche Rossellino e Matteo Civitali); J.H. Beck, «Niccolò dell’Ar- (e infatti non ancora saldato). Rispetto a tale quadro di conoscenze di un sopravvissuto, era l’unico testimone diretto di quei fatti, e
chelangelo da Margrit Lisner, restituendone il braccio mancante ca, a Reexamination», in: The Art Bulletin, XLVII, 1965, pp. 335- (del quale ha fatto tesoro la stessa Lisner, 2001 [vedi n. 1], pp. 26- un protagonista, ancora una volta, impareggiabile. Sull’impegno
quasi come voleva la studiosa, e come ho ribadito al convegno 344 (in part. p. 339, dove si citano Desiderio e Verrocchio); e C. 27 e n. 50 [p. 53]) la situazione è oggi un po’ mutata, perché sap- memorialistico di casa Bigordi si possono vedere adesso anche
(il «quasi» allude al fatto che il braccio marmoreo non sarà stato Del Bravo, «Nicolò dell’Arca», in: Paragone/Arte, XXV, 1974, piamo adesso che Benedetto attese negli stessi tempi non a uno, ma le novità documentarie in Ghirlandaria: un manoscritto di ricordi
così steso, ma, piuttosto, piegato al gomito verso dietro). Rinvio 295, pp. 26-40. Presso il terzo autore, del quale non condivido a due altari per Marino Correale (come d’altronde avrebbe dovuto della famiglia Ghirlandaio, a cura di L. Venturini, con introdu-
soprattutto a C. Elam, «Funzione, tipo e ricezione dei disegni di tuttavia molti pensieri, si coglie un opportuno accenno a Bene- ricavarsi di già dalle due lettere di tema ‘doganale’, che parlano zione, saggio e note al manoscritto di N. Baldini, Firenze 2017.
architettura di Michelangelo», in: Michelangelo e il disegno di ar- detto da Maiano, non solo «con l’altare di Santa Fina, la porta di esplicitamente di «due tavule de cone de marmi»): quello napoleta-
chitettura, catalogo della mostra (Vicenza, Palazzo Barbaran da Palazzo Vecchio, e il pulpito di Santa Croce», ma anche «con la no e quello calabro; il pagamento dell’aprile 1491 sembra tuttavia
Porto, 2006; Firenze, Casa Buonarroti, 2006-2007), a cura di C. fontana verrocchiesca per Castello oggi a Palazzo Pitti» (pp. 33- limitarsi al primo altare, cioè a quello connesso con Michelangelo,
Elam, Venezia 2006, pp. 42-73, in part. p. 67 e n. 140 (p. 73), con 34), che invece, significativamente, non è di Verrocchio bensì di perché cita i «frati di Sancta Maria di Monte Uliveto di Napoli»
fig. 27 (come di Vasari, secondo una proposta di Andrew Mor- Antonio Rossellino, aiutato dallo stesso Benedetto da Maiano, per (anche se c’è comunque da credere che, per facilità ed economia
rogh); e a F. Härb, The Drawings of Giorgio Vasari (1511-1574), il giardino del Palazzo Medici in Via Larga: F. Caglioti, Donatello di spedizione, i due altari, menzionati sempre insieme dalle due
Roma 2015, p. 488 n.° 316.2 (come copia da Vasari approntata da e i Medici. Storia del David e della Giuditta, Firenze 2000, vol. lettere, abbandonassero la bottega maianesca negli stessi giorni).
Sebastiano Vini, secondo una successiva proposta di Catherine I, pp. 359-379 e nn., e vol. II, figg. 311-344; e Id., «Dal giardino Inoltre, la richiesta del Correale non è del 1490 (come credeva la
Monbeig Goguel, qui citata con altra bibliografia). Vasari ha sfrut- mediceo di Via Larga: la fontana marmorea in cima allo Scalone Borsook calcolando l’indizione al modo pontificio), ma del 1489
tato il braccio destro sollevato del modello di Napoli per sten- del Moro», in: Palazzo Pitti: la reggia rivelata, catalogo della mo- (secondo lo stile greco o costantinopolitano di Napoli), e giunse
derlo e mettergli in mano una bandierina, così come ha fatto per stra (Firenze, Palazzo Pitti, 2003-2004), a cura di G. Capecchi, A. nelle mani del Magnifico insieme a quella della regina Giovanna:
simmetria col braccio sinistro dell’altro spiritello sul fastigio, una Fara, D. Heikamp & V. Saladino, Firenze 2003, pp. 164-183 (con Caglioti, 2002 (vedi n. 19), p. 1026 doc. II e nn. 244-245 (p. 1042);
figuretta che, non avendo riscontro negli altri due Spiritelli super- una scheda dell’opera a pp. 606-607 n.° 151). Id., «Nuove terracotte di Benedetto da Maiano», in: Prospettiva,
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stiti di Napoli, entrambi maianeschi (uno ancora in situ e l’altro a Di contro all’opinione corrente negli studi, non sono infatti per 126/127, 2007, pp. 15-45, in part. p. 16 n. 5 (p. 34); ma anche que-
Philadelphia: supra, n. 30), potrebbe somigliare almeno in parte nulla convinto che il luglio 1473, data in cui il «cappello» dell’ar- sta è una nozione che non sposta nulla nella cronologia michelan-
al quarto Spiritello oggi mancante (l’esemplare Drey del 1935: n. ca fu montato, segnasse per Niccolò la fine delle cure dedicate a giolesca che c’interessa ora.
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30). Del secondo spiritello vasariano colpisce l’avvitamento del un progetto la cui esecuzione rimase notoriamente incompleta. Supra, n. 5.
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torso, tipico di Michelangelo scultore (a partire dai Bambini della E si tratta di credere non semplicemente che dopo quella data lo Dopo Margrit Lisner e prima di me, Carl, 2006 (vedi n. 6),
Madonna di Bruges e del Tondo Pitti): e viene dunque da chiedersi scultore si applicasse a parti dell’arca poi mai consegnate, ma an- Textband, p. 136 e nn. 102-104, è stata l’unica, per quanto ne
se si tratti solo di una reinterpretazione data da Giorgio, e non di che che i formidabili marmi che abbiamo oggi sotto gli occhi non so, a interrogarsi sulla possibile cronologia del rapporto tra Mi-
una movenza già presente nel marmo Correale perduto. poterono essere realizzati tutti nei soli quattro anni tra il 1469 e il chelangelo e Benedetto da Maiano: e l’ha risolta delimitandola
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Per questa statua mi permetto di rimandare da ultimo (anche 1473. Già presso M. Ferretti, «Per la ricostruzione e la cronologia dopo Ghirlandaio e prima del Giardino, mentre per me, come ho
per la bibliografia) al mio seguente aggiornamento: F. Caglioti, del Compianto di Santa Maria della Vita», in: Niccolò dell’Arca: appena detto, tra il Giardino e la bottega maianesca non dovette
«Michelangelo scultore: i problemi dell’attività giovanile e il ‘Cu- seminario di studi. Atti del convegno, 26-27 maggio 1987 [sic, ma esserci nessuna incompatibilità.
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pido’ Galli di Manhattan», in: Paragone/Arte, LXIX, 2018, 815 1986], a cura di G. Agostini & L. Ciammitti, Bologna 1989, pp. I rapporti tra Vasari e Ridolfo del Ghirlandaio, l’affezione di co-
(s. III, 137), pp. 3-29 e tavv. 1-43; preceduto da una più breve 85-108, si ha un’importante riapertura del problema in tal senso stui al padre – come poi dei suoi eredi ai ricordi aviti – e la con-
redazione in inglese: F. Caglioti, «Michelangelo the Sculptor: a (pp. 101-105), incentrata sui quattro Evangelisti. Ma ritengo che correnza tra Vasari e Condivi spiegano lautamente la diversità di
Lifetime of Formal Obsessions», in: C.C. Bambach, Michelange- il discorso vada esteso ad altri elementi, compresi quelli decora- trattamento toccata a Domenico Bigordi e a Benedetto da Maiano
lo, Divine Draftsman and Designer, catalogo della mostra (New tivi. presso i biografi di Michelangelo. Mentre Vasari preparava la
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York, The Metropolitan Museum of Art, 2017-2018), con saggi Sui rapporti tra Michelangelo e Niccolò si vedano più in gene- prima edizione del 1550, Ridolfo fu in grado di somministrargli
di C. Barry, F. Caglioti, C. Elam, M. Marongiu & M. Mussolin, rale R. Klebanoff, «Revisions: the Arca di San Domenico in Mi- sufficienti notizie sulle origini pittoriche di Michelangelo, trovan-
New York 2017, pp. 279-286 e 354. chelangelo’s Early Career», in: Coming about...: a Festschrift for dosi nella vantaggiosa posizione di interlocutore del biografo,

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