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DELLA TOSCANA
DIZIONARIO
GEOGRAFICO FISICO STORICO
DELLA TOSCANA
CONTENENTE LA DESCRIZIONE
COMPILATO
Da Emanuele Repetti
SOCIO ORDINARIO
DELL'I. e R. ACCADEMIA DEI GEORGOFILI
e di varie altre
VOLUME QUINTO
FIRENZE
PRESSO L'AUTORE E EDITORE
COI TIPI DI GIOVANNI MAZZONI
1843
DIZIONARIO
GEOG R AF IC O F ISICO STOR ICO
DELLA TOSCANA
S
SACCIONE (S. AGATA A), nel Val d'Arno aretino. – campestre ad uso di villa signorile che in lingua
Piccolo Casale con chiesa parrocchiale nel piviere di S. longobarda appellavasi Sala, nome restato tuttora a varii
Eugenia al Bagnoro, Comunità Giurisdizione Diocesi luoghi e casali dellaToscana; tali sono i seguenti: SALA
Compartimento e circa 4 miglia toscane a ostro-scirocco nel Val d’Arno casentinese, SALA DI BROZZI nel Val
di Arezzo. d’Arno sotto Firenze, SALA DI CALCINAJA nel Val
Risiede in monte sul fianco settentrionale del poggio di d’Arno pisano, SALA nella Valle dell'Elsa, SALA DI
Lignano a ponente della nuova strada regia dell'Adriatico, GARFAGNANA, già SALA DEL VESCOVO nella Valle
o di Urbino. – Vedere AGATA (S.) A SACCIONE, la superiore del Serchio, SALA DI LARI nella vallecola
quale parrocchia nel 1833 contava soli 89 abitanti. della Cascina, SALA DI SANTA LUCE in Val di Fine
nelle Colline superiori pisane, SALA DI
PIETRASANTA, SALA VECCHIA DI VERSILIA,
SAGGINALE in Val di Sieve. – Borghetto di poche case CASALE DI SALA FUORI DI PORTA LUCCHESE
che diede il nome ad un antico ponte di pietra e ad un nella Valle dell'Ombrone pistojese, SALETTA DIETRO
ospedale di pellegrini posti entrambi sull'antica strada FIESOLE (già SALA) nel valloncello del Mugnone,
romana che da Arezzo per la via Cassia conduceva a SALETTA (già SALETTO) nella Val d’Era, SALETTO DI
Bologna. – Vi resta un'oratorio (S. Biagio) nel popolo VELLANO in Val di Nievole, SALETTO DI FAUGLIA in
della pieve di S. Cresci in Valcava, Comunità Val di Tora
Giurisdizione e circa due miglia toscane a scirocco del
Borgo S. Lorenzo, Diocesi e Compartimento di Firenze. –
Vedere SIEVE fiume e VIACASSIA. SALA nel Val d’Arno casentinese. – Casale da cui prese
È noto questo luogo per le sue fornaci di terra cotta. – il vocabolo la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo a Sala, al
Rispetto poi al ponte che costà fra Vicchio ed il Borgo S. cui parroco fu assegnata porzione del soppresso popolo di
Lorenzo attraversa la fiumana della Sieve, esso era di Gricciano nel piviere di Romena, Comu nità Giurisdizione
materiale anche nei secoli della Repubblica Fiorentina, e circa 3 miglia toscane a settentrione-maestrale di Poppi,
mentre quello dirimpetto al Borgo S. Lorenzo fu rifatto di Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo.
legname per provvisione della Signoria del 27 luglio La sua chiesa risiede sulla ripa sinisira dell'Arno alla
1347. – (GAYE, Carteggio ined. di Artisti T.I. Append. confluenza del botro di Ponte lungo la strada maestra che
II.) da Pratovecchio va a congiungersi con quella provinciale
casentinese poco sopra la contrada di Campaldino.
Varie carte della Badia di S. Fedele a Poppi, ossia a
SAJACCIO (S. MARTINO AL) nella Valle del Savio in Strumi, citano cotesto Casale di Sala e la sua chiesa
Romagna. – Casale la cui chiesa parrocchiale è compresa meschina con meschinissima canonica tartassata dalle
nella Comunità e Giurisdizione di Bagno, da cui resta piene dell'Arno che le passa di fianco e dal botro, di
circa 6 miglia toscane a grecale, nella Diocesi di Sarsina, Ponte, che senza ponte scorre alle sue spalle.
Compartimento di Firenze. Nel catalogo delle chiese della diocesi fiesolana
Risiede in valle a cavaliere della ripa sinistra del fiume compilato nel l299, per quanto a Sala fino d'allora
Savio dirimpetto alla chiesa di Selva Piana. esistesse una chiesa (S. Ilario), essa non era parrocchiale;
La sua parrocchia nel 1833 cootava 126 abitanti. quindi è che la sua contrada non figura nella statistica del
1551 data all'Articolo POPPI Comunità.
Anche cotesta bicocca di Sala fu compresa fra le ville e
SALA, SALETTA, SALETTO, SALISSINA, ecc. – castelletti confermati in feudo da Federigo II ai conti
Nomi tutti di origine longobarda indicanti un resedio Guidi del ramo di Battifolle.
Nel 1833, cioè 53 anni dopo essere stata soppressa la cura
di S. Maria a Gricciano, e repartito il suo popolo fra le tre SALA, ora SALETTA sulle spalle del poggio di
cure di Brenda, di Sala e di Poppiena, la parrocchia di S. FIESOLE nella vallecola del Mugnone. – Vedere
I.orenzo a Sala contava 194 abitanti. SALETTA dietro FIESOLE.
SALA DI BROZZI nel Val d’Arno sotto Firenze. – SALA nella Valle dell'Elsa. – Casale con chiesa
Contrada che ha lasciato il vocabolo ad un popolo (S. parrocchiale (S. Bartolommeo) nel piviere, Comunità
Lucia alla Sala) nella Comunità e appena mezzo miglio a Giurisdizione e circa due miglia toscane a maestrale di
scirocco dalla pieve di S. Martino a Brozzi, Giurisdizione Castel Fiorentino, Diocesi e Compartimento di Firenze.
di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze. Trovasi alla base occidentale dei colli che scorrono da
Risiede in pianura sulla strada che attraversa da ostro a Monte Rappoli sopra Castel Fiorentino sulla ripa destra
settentrione il borgo orientale di Brozzi, di cui il popolo dell'Elsa presso la strada regia postale detta la Traversa
della Sala abbraccia la maggiore porzione. Livornese, già Via Francesca.
La memoria più antica di questa Sala mi sembra quella Il parroco della chiesa di S. Bartolommeo alla Sala nel
registrata in una scrittura dell'anno 1058, rogata in Firenze 1286 assistè al sinodo del clero fiorentino adunato nella
a dì 20 settembre con la quale donna Teberga del fu Azzo, cattedrale per assegnare la colletta ecclesiastica da pagarsi
chiamato Alberto, e moglie di Rolando figlio che fu di alla S. Sede.
altro Azzo, offrì alla canonica della cattedrale fiorentina La parrocchia di S. Bartolommeo alla Sala è di padronato
tre poderi, uno de'quali situato a Sala, l' altro a Limite el il delle fa miglie Riccardi ed eredi del senatore Venturi.
terzo in Piscina, tutti tre compresi nel piviere di S. Essa nel 1833 noverava 148 abitanti.
Martino a Brozzi. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor. pag. 938).
Fu creduto da alcuni che costà fosse quel monastero di
donne indicato all'Articolo QUARACCHII, stato SALA DI GARFAGNANA, già SALA DEL VESCOVO
soppresso nel 1316, nel cui popolo era compreso sotto il nella Valle superiore del Serchio. – Fortilizio ridotto a
piviere di S. Stefano in Pane, mentre la chiesa di S. Lucia villa signorile nel punto più pittorico della Garfagnana
alla Sala fino dal secolo XIII e stata sempre suffraganea alta, parrocchia e Comunità di Piazza, Giurisdizione e
della pieve di Brozzi. circa due miglia toscane a maestrale di Camporgiano,
Lo stesso Lami (Oper. cit.) produsse copia di altra Diocesi di Massa Ducale, già di Luni-Sarzana, Ducato di
donazione del 19 agosto 1079 fatta allo stesso capitolo Modena.
fiorentino consistente in tre predj, posti nei luoghi Risiede sopra la cupola di un poggetto isolato, a piè del
denominati Commoro, (forse Sanmoro) Sala e Limite. quale si congiungono i due rami superiori del Serchio,
Anche un documento del 31 dicembre 1381 rogato nel quello cioè di Soraggio, e l'altro di S. Michele, ossia di
popolo di S. Maria a Verzaja fuori delle mura di Firenze, Minucciano.
e relativo alla nomina di un mondualdo o tutore assegnato Ebbe nome di Sala del Vescovo, perchè questa villa sino
alla vedova di Segno di Giannino del popolo di S. Lucia dal secolo VIII fu signoria di Walprando vescovo di
alla Sala. – (ARCH. DIPL. FIOR., Opera di S. Jacopo di Lucca figlio del duca Walperto, il quale lasciò per
Pistoja.) testamento alla mensa vesovile lucchese, fra gli altri beni
Un altro luogo di Sala esisteva sulla oppposta ripa che possedeva nella Garfagnana alta, la sua villa di Sala.
dell'Arno vicino alla bocca di Greve, ed era quella Sala Che cotesta Sala, ossia reseio campestre, nel secolo IX
presso la chiesa di S. Bartolommeo a Cintoja di cui fosse ridotta ad una misera abitazione lo dichiara una
trovasi commemorazione in una carta del 24 febbrajo scrittura del 3 aprile 883 pubblicata nel Vol. V.P. II delle
1208 riportata dallo stesso Lami. – (Oper. cit. pag, 1452.) Memorie Lucch. È un atto di enfiteusi fatto da Gherardo
La parrocchia di S. Lucia alla Sala nel 1833 contava 436 vescovo di Lucca in favore di Cunimundo, di un casalino
abitanti. con terre annesse dove fu una casa con corte dominicale
et modo ibidem capanna esse videtur, in loco ubi dicitur
ad Sala, finibus Garfaniense ecc. con l'obbligo di recare
SALA DI CALCINAJA nel Val d’Arno pisano. – Casale all' episcopio di Lucca l'annuo censo di soldi 8 di argento.
perduto dove fu una chiesa (S. Andrea) nel piviere e – Vedere PIAZZA e SALA.
Comunità di Calcinaja, Giurisdizione di Vico Pisano,
Diocesi e Compartimento di Pisa.
Questo luogo con la chiesa di S. Andrea alla Sala è SALA DI LARI nella vallecola della Cascina – Casale
rammentato nella bolla concistoriale dal Pontefice che fa parte del popolo di S. Lorenzo a Usigliano, nella
Celestino III diretta li 13 novembre del 1193 a Guido Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a ostro
pievano di Calcinaja, il qual luogo probabilmente di Lari, Diocesi di San Miniato, già di Lucca,
corrisponde alla contrada che poi si disse di S. Andrea a Compartimento di Pisa.
Lupeta. – Vedere CALCINAJAnel Val d’Arno pisano.
SALA presso LIVORNO. – Vedere LIVORNO. SALARICO DI PORTA LUCCHESE nella Valle
dell’Ombrone pistojese. – Vedere SCALARI.
SALTO (S. REPARATA IN). – Vedere ABAZIA DI S. SALUTIO (PIEVE DI) nel Val d’Arno casentinese. –
REPARATA, e MARRADI. Pieve antica (S. Eleuterio per corruzione convertito in
Salutio) nella Comunità e circa 3 miglia toscane a
scirocco di Castel Focognano, Giurisdizione di Bibbiena,
SALTO ALLA CERVIA. – Vedere PORTA Diocesi e Compartimento di Arezzo.
BELTRAME, LAGO DI PORTA e MONTIGNOSO. Risiede in costa presso la base orientale dell'Alpe di S.
Trinita diretta a ponente verso l'Arno, e sulla ripa destra
del torrente Salutio che ha preso il vocabolo dalla pieve
SALTOCCHIO (Saltucclum) nella Valle del Serchio. – prenominata di S. Eleuterio o di Salutio.
Contrada che ha dato il nome a due chiese parrocchiali (S. All'Art. LORENZANO citai un istrumento dell’aprile
Gemignano ora detto a Moriano e S. Andrea di 1l30 rogato nella chiesa di S. Vitale a Lorenzano nel
Saltocchio), come pure ad una grandiosa villa signorile piviere di S. Eleuterio riguardante il fitto di due mulini
nella Comunità Giurisdizione Diocesi Ducato e 4 in 5 posti nel territorio di detta pieve in luogo appellato
miglia toscane a settentrione di Lucca. Remoli, i quali mulini fino dal 1114 furono donati o
Trovasi la prima alla base occidentale del monte Pizzorne venduti dai conti Ubertini di Chitignano e Vogognano agli
lungo la strada postale de' Bagni presso la ripa sinistra del Eremiti di Camaldoli.
Serchio e quasi dirimpetto al Ponte a Moriano, della cui Inoltre fra le carte de'Camaldolensi di S. Maria in Gradi di
pieve era filiale la chiesa di S. Gemignano a Saltocchio, Arezzo esiste un atto del 1298 relativo all'investitura data
mentre l'altra di S. Andrea situata un miglio toscano a al nuovo rettore della chiesa di S. Vitale a Lorenzano dal
ostro-scirocco della prima, trovasi alquanto più discosta parroco di Bibbiano incaricato dal pievano di Salutio.
dalla strada postale e dal fiume Serchio. A quel secolo la battesimale di Salutio aveva per
Alla chiesa di S. Gemignano a Saltocchio appellano tre suffraganee le 7 chiese seguenti: 1.a S. Vitale di
membrane lucchesi del 20 maggio 909, del 27 luglio 983 Lorenzano; 2.a S. Maria a Bibbiano; 3.a S. Lorenzo di
e del 5 ottobre 988, tutte relative ad enfiteusi di beni e Ornina; 4.a S. Niccolò a Talla; 5.a SS. Felicita e Pietro a
oblazioni da pagarsi al rettore della chiesa di S. Montaguto sopra Talla; 6 a S. Michele a Bagnena; e 7.a
Gemignano sita loco Saltuccio. S. Maria a Capraja. – Vedere VOGOGNANO.
Anche tre istrumenti dell' Archivio Arcivescovile Nel secolo XVIII la stessa pieve noverava per filiali le
Lucchese rogati nell'aprile dell'885 e del 916 fanno parrocchie di S. Giovanni Evangelista a Castel
Focognano, di S. Maria a Ornina, di S. Michele a campagna posta fra la chiesa di S. Salvatore e il lido del
Bagnena, di S. Bartolommeo a Calletta e di S. Maria a mare; così il fiumicello della Versilia a quella remota età
Viciano. scorreva alle falde del poggio di S. Salvatore; ma il suo
La parrocchia plebana di S. Eleuterio a Salutio nel 1833 alveo attualmente è percorso da un di lui ramo
contava 321 abitanti. denominato Fiumetto, il quele attraversa la via postale sul
Ponte a Strada confine dell'antica Diocesi di Luni con
quella di Lucca. – Vedere PIETRASANTA Vol. IV pag.
SALUTIO in Val Tiberina. – Casale con parrocchia (S 217, 228 e 232, e PONTE A STRADA.
Giorgio) nel piviere Comunità e circa miglia toscane 1 e Fra le ricordanze relative al monastero di S. Salvatore di
1/2 a settentrione-maestrale di Caprese, Giurisdizione di Versilia si conservano nell'Archivio Arcivescovile di
Pieve S. Stefano, Diocesi di Sansepolcro, già di Arezzo, Lucca documenti dei secoli IX e X stati di corto
Compartimento medesimo. pubblicati nel Vol. V, P. II e III delle Memorie spesso
È situato in piaggia sulla destra della fiumana Singerna citate.
poco innanzi che vi confluisca il torrente Soglione. Anche il catalogo delle chiese di quella diocesi compilato
Era questo casale uno degli 11 comunelli riuniti nel 1776 nel 1260 indicò il monastero di S. Salvatore di Versilia
sotto l’unica amministrazione economica della Comunità sotto il pievanato di S. Felicita in Val di Castello.
di Caprese. – Vedere STRATINO (PIEVE DI). È ignota l'epoca della soppressione di cotesto asceterio, la
La parrocchia di S. Giorgio a Salutio nel 1833 contava quale però dev'essere assai remota.
soli 51 abitanti. La parrocchia di S. Salvatore fuori di Pietrasanta nel 1833
cantava 1061 abitanti.
SALVADORE (S.) ALLA CASTELLINA. – Vedere SALVETTI (COLLE). – Vedere COLLE SALVETTI.
CASTELLINA nel Chianti.
SAN DONNINO (VILLA DI) in Val d'Era. – Villa SAN FLORENZO DI VESCONA– Vedere
signorile dell' antica famiglia Maffei di Volterra nel FLORENZO (S.) o S. FLORENZIO DI VESCONA.
popolo di S. Giovan Battista a Villamagna, Comunità
Giurisdizione Diocesi e circa 5 miglia toscane a
maestrale di Volterra, Compartimento di Firenze. SAN FRANCESCO DI PAOLA. – Vedere FRANCESCO
Ebbe nome da una chiesa che trovasi rammentala fino (S.) DI PAOLA A BELLOSGUARDO.
dal secolo VIII. – Vedere VILLAMAGNA di Val d'Era.
SAN FABIANO DI CASTIGLION ALBERTI. – Vedere SAN GALGANO in Val di Merse. – Vedere ABAZIA
FABIANO (S.) DI CASTIGLION ALBERTI. DI S. GALGANO, E FROSINI.
SAN FABIANO DELLE CAMPERIE DI AREZZO. – SAN GAUDENZIO A CAMPOLI. –Vedere CAMPOLI
Vedere CAMPERIE (S. FABIANO ALLE); cui si può (S. GAUDENZIO A)
aggiungere che questa chiesa probabilmente ebbe il
titolo di S. Donato a Fabiano, e forse ad essa appella
un placito del 9 giugno 1058 tenuto in Firenze dal SAN GAUDENZIO A INCASTRO. – Vedere
duca Goffredo e dalla contessa Beatrice sua consorte, INCASTRO (S. GAUDENZIO A) in Val di Sieve.
col quale tu confermato ad Arnaldo vescovo di Arezzo
Alberto, che nel 1053 era restata vedova di detto
SAN GAUDENZIO A SAN GODENZO. – Vedere SAN conte. – (CAMICI , Oper. cit.)
GODENZO in Val di Sieve. Da tutti quei documenti apparisce, che il castel di San
Gemignanello nel secolo XI dipendeva dai conti della
Scialenga, i quali nel declinare del secolo successivo si
SAN GAUDENZIO A TORSOLI . – Vedere TORSOLI posero sotto l'accomandigia della Repubblica sanese. La
DI GREVE. – Così di tutti gli altri. qual cosa, al dire degli storici di quella città, accadde nel
1197, quando i Signori No ve fecero restituire ai conti
Baroti della Be-rardenga e Scialenga i castelli di Mont'
SAN GAVINO ADIMARI. – Vedere ADIMARI (S. Alceto, di Farneto e di San Gemignanello; e ciò finché
GAVINO) nel principio del secolo XIII il governo di Siena fece
acquisto da quei conti dei loro diritti sopra cotesta
contrada, dove più lardi l'oste fiorentina nel 1234
SAN GAVINO AL CORNOCCHIO. – Vedere campeggiò, combatté e disfece 43 fra ville e castelletti.
CORNOCCHIO (S. GAVINO AL). Nell'Arch. Dipl. sanese esiste una deliberazione presa nel
1271 dal consiglio generale che decretò doversi tenere
un giusdicente minore anche in San Gemignanello, di
SAN GEMIGNANELLO ALLE SERRE DI risedere nel fortilizio, ridotto attualmente a casa di
RAPOLANO nella Valle dell’Ombrone sanese. Casale campagna della nobil famiglia arnese de'Sansedoni,
un dì Castello che portò il nome della sua chiesa (S. patrona della chiesa parrocchiale di S. Fabiano che ivi
Gemignano alle Serre, ora S. Fabiano) già compresa nel riedificò, godendo il giuspatronato alternativamente col
pievanato di Asciano, ora in quello di S. Lorenzo alle vescovo di Arezzo.
Serre, Comunità e circa 6 miglia toscane a scirocco di La parrocchia di S. Fabiano a San Gemignanello nel
Rapolano, Giurisdizione di Asciano, Diocesi di Arezzo, 1833 contava 198 abitanti.
Compartimento di Siena.
Il diruto fortilizio di San Gemignanello, ridotto ad uso
di villa, siede presso il giogo delle Serre, ossia dei poggi SAN GEMIGNANO nella Val d'Elsa. – Vedere SAN
interposti fra l’Ombrone ed il torrente Foenna, lungo la GIMIGNANO Terra.
Strada che staccasi dalla provinciale Lauretana sopra
Montalceto per avviarsi mediante una selva di Lecci per
San Gemignanello nella via parimente provinciale SAN GEMIGNANO A CONVRONE. – Vedere
delle Folci o dei Vallesi che da Siena va a Cortona. CONTRONE.
Una delle più antiche rimembranze di questo luogo si
conserva, se non m'inganno, in una carta dell’Arch. del
capitolo della cattedrale di Arezzo scritta nel febbrajo SAN GEMIGNANO A MORIANO, o A
del 1022 alle Serre nel castello chiamato San Gemignano. SALTOCCHIO. – Vedere MORIANO E SALTOCCHIO
E’ un atto di donazione fatta ai canonici della chiesa nella Valle del Serchio.
aretina dal conte Walfredo figlio del fu conte Ranieri di
Asciano che rinunziò la sua quarta parte di terreni che
furono del March. Oberto posti nella Chiusa detta SAN GENESIO nel Val d'Arno inferiore. – Vedere
Obertenga, ne l piviere di S. Mustiola a Quarto contado BORGO SAN GENESIO, E SANMINIATO Città.
aretino, confinata a 1°.dal fiume Chiana; a 2° dalla via
pubblica; a 3° da una delle stesse vie, a partire d a l Ponte
della Chiana fino alla via di S. Zeno; a 4° dalle terre SAN GENESIO A S. GINESE DEL CARDOSO nella
del capitolo di Arezzo, della badia di S. Flora e de' Valle del Serchio. – Vedere CARDOSO , e così di tutti gli
Longobardi. altri.
L'Abate Camici, che pubblicò cotesta carta nella sua
continuazione de’duchi e marchesi della Toscana,
scrisse Actum Sene in vece di Serre. Esso diede pure alla SAN GENNARO DELLE PIZZORNE. – Vedere
luce altre pergamene della provenienza medesima, fra le GENNARO (S.) nel Lucchese, cui può, aggiungersi,
quali una del 10 ottobre 1030, in cui si tratta di una qualmente alla pieve di San Gennaro appellano varie
permuta fatta tra l'abbate di S. Flora e Gherardo di carte del secolo X pubblicate di corto nel Vol. V. P. III
Guinizzone di alcuni terreni, tra i quali eravi un podere delle Memor. Lucch. – Vedere PETROGNANO e
posto presso la chiesa di S. Gemignano confinante con TOFARI DELLE PIZZORNE.
altri effetti della chiesa medesima e con quelli de' figli del
fu Ranieri, il qual Gherardo ricevè in cambio altre terre
poste nel casale di Turrita, piviere di S. Mustiola a SAN GERMANO AL SANTO NUOVO. – Vedere
Quarto. GERMANO (S.) AL SANTO NUOVO nella Valle
Inoltre all'Articolo RIGOMAGNO citai due istru menti del dell'Ombrone pistojese.
settembre 1036 e del luglio 1040, dai quali appariva che
il predetto conte Walfredo fu padre di un altro conte
Ranieri maritato a donna Ermengarda figliuola di un C. SAN GERSOLÈ. – Vedere GERSOLÈ (S.) in Val
d'Ema. esercito rimase accecato da una folta nebbia, donde ebbe a
partire senza recar danno alcuno ai Sangimignanesi,
tostochè quel flagello di Dio, per grazia dell'Altissimo,
SAN GERUSALEM. – Vedere GERUSALEM (S.), e non penetrò mai nella Toscana. – Né io tampoco mi
DONNINO (S.) a S. GERUSALEM. arresterò al decreto falsamente creduto del re Desiderio,
che gli attribuiva la costruzione delle mura castellane di
San Gimignano; e tutti finalmente compatiranno la
SAN GERVAS1O nel suburbio orientale di Firenze. – bonomia di colui che fece scolpire sulla facciata del palazzo
Vedere GERVASIO (S.) torrito de' Pesciolini in San Gimignano un’iscrizione in
marmo che addebita all’ultimo re de’Longobardi
un’edifizio fabbricato almeno cinque secoli dopo
SAN GERVASIO in Val d'Era. – Vedere GERVASIO cessato il suo governo.
(S.) in Val d'Era. – Al quale Art. merita di essere aggiunto, Che però omettendo io simili leggende, e limitandomi ai
che il luogo dove è situata cotest'antica pieve nei secoli fatti principali desunti dai documenti sincroni, dirò che la
anteriori al mille appellavasi in Verriana. Terra in discorso, sotto qualsivoglia nome anticamente
Il primo documento me lo fornisce l'atto di fondazione fosse appellata, non potè avere il vocabolo che attualmente
della celebre Badia di Monteverdi, scritto in Pisa nel porta se non dopo i clamo rosi miracoli del santo vescovo
luglio dell'anno 754, al quale monastero il fondatore S. di Modena, ed avvertirò che le Terre e città della Toscana,
Walfredo fra i molti beni lasciò in dote anche la sua le quali presero il titolo da qualche santo, non lo ebbero
porzione di effetti che possedeva in luogo appellato innanzi il secolo VII dell'Era volgare, per non dire col
Verriana. – Che poi da cotesto luogo prendesse il Lami molto dopo, cioè, ai tempi di Carlo Magno.
vocabolo la pieve di S. Gervasio in Val d'Era lo Quantunque (diceva a questo proposito l'erudito
qualificano molte carte dell’Arch. Arciv. Lucch. degli anni sangimignanese Padre Alessandro Checcucci delle Scuole
874 ( 2 2 luglio e 28 agosto) dell’876 ( 1 4 luglio) Pie nel suo compendio storico pubblicato nel 1836 a guisa
dell'878 (27 luglio) dell'883 (22 novembre) del 902 (19 di appendice e di corredo alla vita di S. Fina scritta dal
maggio) ecc. ecc. – (M EMOR. LUCCH. Vol. V. P. II e III.) proposto Ignazio Malenotti) quantunque si sieno confutate
le varie opinioni sull'origine della Terra di San
Gimignano da chi fondandosi sull'asserzione del Coppi l'
SAN GIMIGNANO, o SANGIMIGNANO nella Valle ebbe per autorevole, non abbiamo ciò non pertanto
dell'Elsa. – Terra nobilissima, adorna di eccelse torri e documenti tali da stabilirne una vera; imperocché non ci
forse la più famigerata della Toscana, con insigne restano memorie di cotesta Terra anteriori al secolo XII.
collegiata (S. Maria Assunta), capo luogo di Comunità e di Alle quali parole mi farò lecito aggiungere che il paese di
Giurisdizione nella Diocesi di Colle, testé di Volterra, San Gimignano trovasi rammentato in un documento
Compartimento di Siena. dell’anno 991, col quale il March. Ugo donò alla cattedrale
Risiede sul fianco settentrionale di uno de'poggi che di Volterra fra gli altri beni posti nel contado volterrano una
scendono verso l'Elsa dalla montagna del Cornocchio, ad corte ch' egli possedeva in San Gimignano.
una elevatezza di circa braccia 600 superiormente al livello In quanto poi alla sua chiesa plebana il Manni, nelle sue
del mare Mediterraneo, fra il torrente Fosci, che scorre al osservazioni intorno ad un sigillo del capitolo di
suo scirocco levante e quello de'Casciani, che passa quell’insigne collegiata, aveva indicato come cosa certa,
dall'opposto lato. che nel sinodo fiorentino tenuto da Vittorio II nel 1056 la
Trovasi fra il grado 28° 4' 1" longitudine ed il grado chiesa plebana di San Gimignano fosse stata dichiarata
42° 27' 5" latitudine, 6 miglia toscane a maestrale della prepositura.
città di Colle, circa alt rettante a ponente di Poggibonsi; 7 Arroge a ciò qualmente fino dal secolo XI esisteva fuori di
miglia toscane a ostro di Certaldo; 12 a ostro scirocco San Gimignano un monastero di recluse come lo
di Castel Fiorentino; 20 miglia toscane a grecale di dimostrava un atto del 1 ottobre 1075 citato all’Articolo
Volterra, e 22 a libeccio di Siena passando per CATIGNANO DI GAMBASSI.
Poggibonsi. In quanto poi ai fatti del secolo XII spettanti alle
Che la Terra di San Gimignano sia di origine vetusta, rimembranze storiche della Terra e Comunità di San
come essa si rese celebre nell'istoria del medio evo, Gimignano rammenterò un'istrumento del 12 gennajo
della cui età si conservano nelle sue grandiose fabbriche 1199 scritto nella rocca di Monte Voltrajo contenente il
visibili testimonianze, non vi è alcuno che lo metta in compromesso fatto fra i consoli del Comune di San
dubbio; molti bensì dubiteranno del nome di Silvia col Gimignano da una parte, e quelli del Comune di Volterra
quale il Coppi nei suoi Annali sangimignanesi, ed altri dall'altra parte, mercé cui fu rimessa all'arbitrio dei consoli
scrittori innanzi e dopo di lui senza prove va levoli del Comune di Monte Voltrajo la decisione sulle vertenze
hanno supposto che questa Terra si appellasse innanzi fino d'allora esistenti a cagione di confini territoriali fra
che prendesse il nome del santo vescovo modanese morto i due Co muni, col quale arbitrio dato in quel giorno fu
nell’anno 387 dell'Era cristiana. Per la ragione stessa eziandio deliberato, che i consoli di Volterra promettessero
non fia da t enersi in gran conto la tradizione invalsa fra difendere gli abitanti e le case della Comunità di San
i suoi abitanti, rispetto al miracolo da S. Gemignano Gimignano. Rammenterò un altro istrumento del 15
operato a similitudine di quello fatto ai Modanesi, maggio dello stesso anno 1199 rogato in San Gimignano
quando quel S. Vescovo apparì sulla porta delle Fonti di quando gli uomini di Montignoso giurarono ai consoli di
San Gimignano davanti al feroce Attila, che col suo San Gimignano di difendere qualunque persona di detta
Comunità nel loro castello e distretto in circostanza di vescovo Pagano ed i Sangimignanesi suoi fautori, donde
guerre, eccettuate quelle contro Ildebrando vescovo di accaddero incendj e reciproche rapine sino a che rimesso
Volterra; ed in tal caso cedere provvisoriamente ai dalle part i il giudizio in Rolando Rosso potestà del
Sangimignanesi la rocca di Montignoso per loro difesa. – Comune di Firenze, per compromesso fatto in questa
Vedere. MONTIGNOSO DI GAMBASSI. – (ARCH. DIPL. città lì 10 settembre del 1236 e rinnovato nel 7 maggio
FIOR. Carte della Com. di San Gimignano.) del 1237, al tempo in cui era potestà di Firenze Rubaconte
Infatti Montignoso, oltre altri castelli del distretto di Mandello, quest'ultimo pronunziò sentenza sotto pena
Sangimignanese, con privilegio del 27 agosto 1186 di mille marche d'argento, che i Sangimignanesi non
venne assegnato in feudo precario da Arrigo VI al potente tentassero più novità contro i castelli di Montignoso e di
Ildebrando Pannocchieschi vescovo di Volterra. Monte Voltrajo, condannandoli nel tempo stesso a
Ma col progredire degli anni l'importanza politica di riparare i danni recati a quegli abitanti, e viceversa
cotesta Terra andò crescendo a segno che nel 1202 obbligò i Volterrani a consegnare ai Fiorentini per
Alberto da Montautolo suo potestà fu incaricato di cauzione della pace il castel di Nera. –(ARCH. DIPL.
trattare l’accordo di Semifonte col console de'Fiorentini. E FIOR., Carte della Comunità di Volterra.)
perché i Sangimignanesi erano stati in ajuto di quel Cotesti due fatti accompagnati da due istrumenti sincroni
famoso castello, il predetto Alberto, ad oggetto di giovano per avventura a schiarire un passo della storia
riconciliare i Sangimignanesi col Comune di Firenze, fiorentina dell’Ammirato, nella quale si assegna l'anno
promise in nome loro al console fiorentino che tutti i 1236 al potestà di Firenze Rubaconte di Mandello nobile
Sangimignanesi dall'età di 16 ai 70 anni avrebbero milanese, fondatore in quell'anno di un ponte a
giurato difendere le persone e le robe de’Fiorentini, coi traverso dell’Arn o dentro la città, denominato tuttora
quali si obbligavano di far lega nel caso che i Ponte a Rubaconte, sicché “la Repubblica Fiorentina
Semifontesi non avessero osservato i patti stabiliti, e (soggiunge lo storico) rimase di lui talmente soddisfatta
viceversa il console fiorentino promise ad Alberto potestà che lo riconfermò podestà per lo nuovo anno 1237; nel
di San Gimignano di liberare dal bando i Sangimignanesi quale non stando i San gimignanesi all'accordo che fu
e di restituire loro i prigionieri fatti a Semifonte. – fatto quattr’anni avanti co’Volterrani, il podestà di
(AMMIR., Stor. Fior. Lib. I.) Firenze Rubaconte fu costretto a comandar loro, ecc.”
Già fu detto altrove, che il Vescovo Pagano nel con quel che segue. Cotest'avviso pertanto ci obbliga a
dicembre del 1220 trovandosi in Montieri prigioniero di rettificare l'anno della pace conclusa e del castello di
quel popolo scrisse ai Sangimignanesi suoi benaffetti Nera consegnato per cauzione dai Volterrani ai
affinchè si recassero colà armati per liberarlo. – Vedere Fiorentini nell'anno 1237 invece del 1 2 3 6 come agli
MONTIERI. Articoli MONTE VOLTRAJO, e NERA fu indicato.
Ed all’Articolo CALCINAJA, si accennò, che uno di In questo frattempo era insorta lite fra i Sangimignanesi
que’dinasti, Gualtieri degli Upezzinghi, nel 1221 ed un Gianfante de’signori di Gambassi, per cui nel 23
esercitava in San Gimignano l'uffizio di potestà. gennajo del 1230 era stato fatto compromesso in
A schiarimento della storia gioverà anche avvertire che presenza di Otto da Mandello allora potestà di Firenze
Pagano Vescovo di Volterra poco dopo il fatto di Montieri, per terminare quelle vertenze relative specialmente al
ottenne un diploma (anno 1224) dall’Imperatore diritto di visconteria dal Gianfante preteso sui castelli di
Federgico II col quale non solo venne dichiarato Gambassi, Pulicciano e Ulignano. – Vedere
principe dell’Impero, ma suo vicario nel contado GAMBASSI. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della
volterrano e signore de’castelli di San Gimignano, di Comunità di San Gimignano).
Monte Voltrajo, di Casole e di Chiusdino. Inoltre in quel Ad accrescer decoro alla Terra di San Gimignano
privilegio si ordinava che anche nella città di Volterra al concorse un priv ilegio dato costà nel 27 novembre del
pari che nei castelli prenominati non si potessero eleggere 1241 da Pandolfo di Fasianella mentre era capitan
consoli né potestà o giusdicenti senza licenza e volontà generale in Toscana per l'Imperatore Federigo II, col
de’loro vescovi. Cotesta misura impolitica eccitò nei quale confermò a cotesta Comunità tutte le sue
Volterrani sentimenti meno che pacifici verso Pagano giurisdizioni e prerogative. – (ARCH. DIPL. FIOR.,
loro vescovo e signore, in conseguenza di che nel 7 Carte testè citat e).
luglio del 1225 quel vescovo promise ajuto al Comune Della provenienza stessa sono due documenti del 4, e del
di Volterra nell'occasione che accordava licenza a l 12 novembre 1243, il primo de' quali riguarda un atto
medesimo di fabbricare sul Monte Ridolfo presso di vendita fatto da Federigo II, mentre stava negli
Roncolla, e di esigere i servigi ed i dazi ad esso Comune accampamenti davanti a Viterbo, col quale vendé per
spettanti. due anni a Bentivegna del fu Ugolino mercante
Ma i Volterrani poco si mantennero d'accordo col vescovo fiorentino le cave d’argento di Montieri, il pedaggio del
Pagano, il quale ultimo dal canto suo erasi fatto forte dei distretto di San Miniato e quelli della Val di Nievole, di
Sangimignanesi ad esso lui più benaffetti. Valle Ariana e di Val di Lima per il prezzo di lire
L'Ammirato nelle sue storie fiorentine all'anno 1 2 3 3 11000; mentre il secondo documento riguarda la
avvisò, che il Comune di Firenze s'interpose per mallevadoria e cauzione ad istanza dell’imperatore
rimettere in pace i Volterrani da una parte con i medesimo dal Comune di San Gimignano prestata allo
Sangimignanesi e col Vescovo Pagano dall'altra parte, stesso mercante per il fitto biennale delle cose
siccome riescì al suo potestà Otto da Mandello. All’ preaccennate. – Vedere MONTIERI.
Articolo MONTE VOLTRAJO si disse; che all'anno 1235 Una carta del 16 marzo 1246 ne avvisa che allora era
ripullularono le discordie dei Volterrani contro il loro podestà di San Gimignano un conte Alberto da
Certaldo ed altra membrana del 23 luglio 1250 (BOCCACCIO, Novella VIII Giornata VI.)
contiene l’atto di sottomissione del Comune e uomini Sotto il regime dello stesso podestà Fresco
di Montignoso a questo di San Gimignano, cui si de’Frescobaldi (anno 1297) il consiglio generale del
sottoposero anche quelli di Gambassj mediante una Comune di San Gimignano nell'atto di confermare la
convenzione del 7 dicembre 1268. In questo frattempo il Lega Guelfa, approvò le convenzioni a tal uopo stabilite
Comune di San Gimignano compilò i suoi statuti, dai con i sindaci dei Comuni di Firenze, Luccà,
quali apparisce che formavano quella signoria Dodici Pisa,Pistoja, Prato; San Miniato; Colle ed altre
consiglieri col titolo di Difensori del popolo, il numero Comunità della Toscana, fra le quali fuvvi quella di non
ed intitolazione de’quali era poco innanzi dei Nove permettersi le rappresaglie. – (ARCH. DIPL. FIOR. loc.
conservatori. cit.)
Frattanto appena cacciati i Ghibellini da Firenze, fu Anche di maggiore importanza sono le memorie Storiche
inviato a San Gimignano Roberto di Laveno delegato a del settembre XIV, relative a San Gimignano,
ciò dal re Carlo d'Angiò, sicché il podestà ed i Nove imperocché nell'aprile del 1308 i Dodici difensori del
conservatori di questo Comune dopo deliberarzione del Comune di Volterra avendo presentito che i
15 maggio 1267 fatta nel palazzo pubblico di San Sangimignanesi cercavano di dilatare i confini del loro
Gimignano giurarono fedeltà a Carlo I re di Sicilia ed distretto dalla parte del monte detto del Cornocchio, nel
alla regina Beatrice sua moglie nell'alto medesimo che giorno 15 aprile di quell'anno deliberarono di far
si obbligarono difendere il nuovo re contro, Corradino marciare le loro forze contro quel Comune; e cotesta
nipote del fu Federigo II imperatore. piccola guerra continuava nel luglio susseguente quando
Dall’altra parte il nominato Roberto promise per il re s'interposero arbitri i Fiorentini, i Lucchesi ed i Senesi,
Angioino difendere gli uomini e Comune di San che inviarono i loro delegati nella contrada di
Gimignano, eccettuati quelli che fossero stati di fazione Camporbiano Fra il Castagno ed il Cornocchio, e là nel
contraria ai Guelfi, accordando piena facoltà agli 25 luglio del 1308 fu firmato il compromesso rispetto ai
abitanti di San Gimignano di eleggere a piacimento il confini controversi fra i Volterrani ed i Sangimignanesi;
potestà e gli ufiziali subalterni del loro Comune. sicché quegli arbitri con Sentenza del 16 aprile 1309
Cotesto ultimo privilegio fu rinnovato, dopo la vittoria data in Casole imposero la penale di mille marche
di Tagliacozzo con a t t o pubblico rogato in Pistoja lì d’argento a chi avesse mancato di ubbidire al disposto
6 dicembre 1269, e firmato da Giovanni Britrandi del lodo. – Ma i Volterrani avendo ricusato di aderirvi,
vicario generale in Toscana del re Angioino. – (ARCH. il potestà di Firenze nel 10 dicembre dello stesso
DIPL. FIOR. Carte cit.) anno 1309, li condanno nella minacciata penale delle
Frattanto non cessavano le pretensioni del vescovo di mille marche d'argento. – (CECINA, Notizie Ist. di
Volterra Ranieri degli Ubertini per esercitare Volterra.)
giurisdizione temporale sopra il Castello ed uomini di Tre anni dopo i San Gimignanesi continuavano ad essere
Gambassi contro il Comune di San Gimignano, della addetti alla Lega Guelfa toscana, per cui essi inviarono in
cui pieve lo stesso vescovo era stato preposto, sicché Soccorso di Firenze assediata dall' Imperatore Arrigo
rimessa la lite al giudizio degli arbitri, questi con lodo VII la loro tangente di soldati, consistente in 50 uomini
del 23 ottobre 1280 dirchiararono: 1° che per 20 anni a cavallo e 200 fanti. – (G. VILLANI; Cronic. Lib, IX
avvenire il potestà di Gambassi dovesse eleggersi Cap. 47.)
alternativameute dal vescovo e dal Comune di San Quindi il Comune di San Gimignano fu compreso nella
Gimignano; 2° che in detto ventennio tutte le pace generale fatta in Napoli (1318) per la mediazione
imposizioni del Comune di Gambassi si dividessero del re Roberto e nel 1325 i Sangimignanesi mandarono
per meta fra le parti prenominate; 3.° che gli abitanti di le loro milizie in adempimento dei patti della Lega
Gambassi fossero obbligati ad armare a richiesta delle Guelfa per unirsi all'esercito de’Fiorentini in Val di
due parti, meno il caso di turbolenze che nascessero Nievole che ricevè poi da Castruccio la mala ventura
fra il vescovo di Volterra ed i Sangimignanesi. – (loc. nella giornata campale dell'Altopascio.
cit.) All'Articolo CAMPORBIANO indicai un fatto accaduto
Poco dopo l’epoca testè indicata, a un erudito illustratore costà nel 1332 quando i Sangimignanesi fuorusciti
del secolo di Dante, Ferdinando Arrivabene, corsero a depredare e combattere la villa di
un'onorifica ambasciata venne affidata al divino poeta Camporbiano compresa nel distretto di Montajone del
Dante Alighieri per assistere in nome della Signoria di contado fiorentino; sicché il Comune di Firenze fece
Firenze in San Gimignano ad una convocazione di citare il potestà e più terrazzani di San Gimignano che
quei terrazzani; incantando l'Alighieri d'impegnare i furono nella cavalcata verso Camporbiano, è quindi per
Sanagimignanesi ad entrare nella Lega Guelfa toscana. contumacia dei citati fece condannare il Comune stesso
Fatto e che un anno innanzi la battaglia di Campaldino; di San Gimignano in lire 50,000 ed i 147 uomini ribelli
nella quale militò Dante fra le schiere fiorentine, era Sangimignanesi alla pena dei fuoco. Ma il popolo di
potestà di San Gimignano il milite Teghia di Monte di questa Comunità chiedendo misericordia per i
Pugliese; il quale accettò colest’uffizio per scrittura data in delinquenti, fu loro fatta grazia e perdono con
Prato sua patria lì 13 maggio del 1287; mentre dieci deliberazione del 10 ottobre successivo, ribandendo i
anni dopo vi esercitò l'istesso incarico messer Fresco fuorusciti e rendendo i loro beni, previa l'ammenda da
de’Frescobaldi, quello medesimo che confortò la nipote farsi a quei di Camporbiano di ogni loro danno a stima
Cesca Frescobaldi ne’Manieri a non specchiarsi, se li de’commissarii di Firenze. – (GIOVANNI VILLANI
spiacevoli, come diceva essa, gli erano nojosi. – Cronic. Lib. X. C. 204.)
Frattanto non bisogna omettere la notizia che nel giorno degli Strozzi di Firenze, con ingiusto sospetto fe ce
21 giugno del 1340 si presentò davanti al consiglio del carcerare due figli di Gualtiero degli Ardinghelli e con
popolo di San Gimignano il milite Giovanni del fu grande scandolo, senza saputa della Signoria, in sulla
Gualtierio de’Salvucci di detta Terra per esporre, essere piazza di San Gimignano li fece tosto decollare.
sua intenzione di fabbricare una chiesa con un convento La qual cosa si attirò contro una funesta ribellione,
sotto il titolo di S. Maria nella villa di Barbiano distretto poiché gli Ardinghelli con i loro consorti, dubitando
di San Gimignano con dotarla di alcuni suoi terreni, e che il fatto fosse accaduto per maneggio de' Salvucci
intendendo di assegnare il tutto ai monaci di Monte loro nemici, provveduti di ajuto levarono a romo re la
Oliveto; che perciò domandava grazia al consiglio del Terra, e seguitati dalla maggior parte del popolo nel
Comune di potere eseguire cotale pio divisamento non dì 20 dicembre de lo stesso 1352 assalirono le case
ostante li statuti municipali in contrario. – (ARCH. de' Salvucci sulla piazza d ella collegiata e dopo
DIPL. FIOR., loc. cit .). averle rubate insieme a quelle de’ loro seguaci, li
Tre anni dopo i Sangimignanesi volendo accettare in cacciarono tutti dalla patria. Allora fu che i Salvucci
loro signore e capitano generale Gualtieri duca d’Atene, nel giorno della pasqua di Natale tennero a Firenze a
i Nove conservatori unitamente al consiglio generale domandare dalla re pubblica ajuto contro i loro
eleessero 25 persone, alla decisione delle quali si nemici. Né gli Ardinghelli tralasciarono dal canto loro
rimetteva il progetto, se il Comune di San Gimignano d’inviare oratori alla Signoria per «porre che essi
dovesse o no assoggettarsi al governo del duca d'Atene, avevano cacciato i Ghibellini da San Gimignano, e che
allora signore di Firenze e della sua Repubblica, e nel tenevano la Terra medesima a onore del Comune di
tempo stesso fu affidata a quella deputazione la Firenze e della parte Guelfa. – (MATT. VILLANI,
riforma degli statuti comunitativi. Op. Cit.).
Sia il duca d’Atene, appena fu riconosciuto in signore Però la signoria cercando se modo v’avesse di accordo
dal popolo di San Gimignano, comandò che si erigesse tenne sospesa un pezzo la sua risoluzione, ma temendo che in
nella loro Terra un castello da dichiararsi ducale, cotesta vacillazione non ne seguisse peggio, nel mese di
siccome rilevasi da un ordine dei Nove, in data del 1 febbraio dell'anno 1353 ordinò al potestà di Firenze di
maggio 1343, di alcuni pagamenti per la fabbrica del recarsi a San Gimignano con sei cento Uomini a cavallo
Castello ducale. ed un confacente numero di fanti; il quale giunto
Sennonché cacciato pochi mesi dopo quel duca da presso la Terra e non avendo risposta da quelli di dentro,
Firenze, molte città e Terre della Toscana già soggette cui domandò di esservi accolto, vi si mise a campo
alla Signoria di Firenze, e tra queste ultime San intorno e cominciò a dare il guasto alla campagna.
Gimignano, si ridussero in liberti per colpa, disse Dopo di ciò gli assediati vennero ai patti seguenti: 1° che il
Giovanni Villani, dei più de' nostri barattieri cittadini e Comune di San Gimignano dovesse far la pace con gli
castellani di quelle. – (G. VILLANI, Cranica Lib. XII. usciti; 2° che questi peraltro continuassero a star fuori
c. 24.) della Terra per sei mesi, senza perdere i frutti dei loro
Ma sei anni dopo, nell’aprile del 1349, avendo i beni, dopo il qual tempo potessero tornare liberamente
Fiorentini riacquistalo la loro giurisdizione sulla Terra in patria; 3° che il Comune di Firenze oltre il termine
di Colle, che se ne era emancipata all’epoca della de’tre anni dovesse continuar la guardia della Terra per
cacciata del duca d'Atene, innanzi che il capitano del altri cinque; 4° che i Sangimignanesi tenessero a loro
popolo tornasse con re sue genti d'armi a Firenze, spese 75 cavalieri con un capitano delle guardie da
ricevè ordine dalla Signoria di re carsi a San nominarsi ogni sei mesi dalla Signoria di Firenze al pari
Gimignano, e senza fare alcuna ostilità domandasse la del loro podestà; 5° che quest’ultimo avesse mero e
guardia di quella Terra. Giuntovi il capitano e fatta la misto impero nelle cause civili e nelle criminali sino
richiesta, i Sangimignanesi tennero Sopra di ciò all’ultimo supplizio inclusive sopra gli abitanti della
diversi consig li, e dibattutosi fra loro più giorni, Terra di San Gimignano e del suo distret to. – (Oper.
vedendo il pericolo delle divisioni e le sette che vi cit . III. c. 55. – (AMMIR, Stor. Fior. Lib. X.)
erano, per comune deliberazione diedono per tre anni il E siccome i signori del castel di Pichena non ostante che
governamento e la guardia della loro patria al Comune si tenessono in amistà col Comune di Firenze, erano stati
di Firenze con patto di ricevere ogni sei mesi un de' principali con gli Ardinghelli a sommuovere lo stato
cittadino guelfo fiorentino per capitano della guardia ed di San Gimignano allorché furono cacciati i Salvucci,
un altro per loro podestà, siccome fu di concordia senza che di questo fatto facessero scusa né ammenda ai
reciproca il tutto a spese de Sangimignanesi eseguito. – Fiorentini, perciò nel giugno del 1354 la Signoria
(MATT. VILLANI, Cronic. Lib. I. c. 44.) inviò le sue masnade coi guastatori a Pichena, nel cui
Non mancò per altro a questo paese gente faziosa che Castello entrarono senza contrasto, sicché nel giorno
cercasse di recarle disturbo. Che se Pistoja fu divisa in venti dello stesso mese di giugno furono atterrate le mura
Bianchi e in Neri dalle più potenti famiglie, se Pisa si e la rocca di Pichena senza fare altro danno a quei
partì in Bergolini e in Raspanti, anche in San Gimignano signori. – (MATT. VILLANI, Op. C i t . )
sorsero a signoreggiarvi due fra le principali casate del Sebbene per opera de’Fiorentini fossero stati in qualche
paese, gli Ardinghelli ed i Salvucci, gli uni degli altri modo rappacificati gli Ard inghelli con i Salvucci, costoro
nemicissimi . non si potendo dar pace dei danni ricevuti stavano
Correva l'agosto del 1 3 5 2 , ultimo anno del triennio ai sempre in reala disposizione, sicché gli Ardinghelli
Fiorentini dai Sangimignanesi accordato, quando il vedendo che non potevano emettere alcun parere nel
capitano di detta Terra, Benedetto di messer Giovanni magistrato, che dai Salvucci non venisse contrariato,
consigliarono il popolo di darsi liberi al Comune di Camera di Firenze, la qual tassa fu più volte rinnovata a
Firenze. Infatti nel parlamento generale del mese di carico de’Sangimignanesi mediante altre provvisioni
luglio seguente fu deliberato di pregare i reggitori del del 22 gennajo 1369, 12 luglio 1370, 26 gennajo 1372,
Comune di Firenze ad ascrivere la Terra ed il distretto 24 dicembre 1376, e 19 marzo 1379, documenti tutti
Sangimignanese al contado Fiorentino. La qual preghiera esistenti nell’Arch. Dipl. Fior. fra le Carte della
esposta alla Signoria ed ai collegj del popolo fiorentino, Comunità di San Gimignano.
essendo stata messa a voti si vinse solo per una fava nera, Dopo l'unione di San Gimignano alla Repubblica
dopo di che la Terra di San Gimignano con riformagione fiorentina ed al suo contado cotesta nobil Terra ebbe
del dì 7 agosto 1354 fu recata a contado del Comune, con Firenze una sorte co mune, e si vide meno
e tutti i suoi terrazzani fatti cittadini e popolani di tartassata dal furore dei part iti, di cui erano stati capi
Firenze, assegnando al distretto di San Gimignano una nei secoli XIII e XIV le potenti famiglie degli
delle leghe del contado fiorentino. – (Oper. cit. Lib. III. Ardinghelli e de’Salvucci.
c. 69 e 73). Dondechè nell'ultima guerra sostenuta dalla
Ma poco dopo il Comune di Firenze per voler vivere più Repubblica fiorentina anche le mura castellane di
sicuro di cotesta Terra, e levare ogni occasione ai suoi San Gimignano furono rassettate, siccome può rilevarsi
più potenti abitanti di mal fare, deliberò di costruire un da una lettera del 27 settembre 1528 scritta dai Dieci di
fortilizio munito in luogo appellato Monte Struffoli sopra Balia di guerra a Niccolò Fabbrini di Firenze allora
la chiesa collegiata, dove fu il primo convento de’frati potestà e commissario di San Gimignano, ai quali
Domenicani, che poi maggiore e più bello venne rispose nel 6 dicembre successivo, essere stato in San
riedificalo in altra parte della Terra, nel qual luogo Gimignano d'ordine loro Gio. Francesco da SanGallo,
pare che fosse stata qualche altra fortezza. Le spese però e aver egli visitato intorno le mura castellane; e dove
tanto della rocca come della nuova chiesa e convento queste erano rotte, (diceva la lettera) « si sono in parte
furono a carico del Comune di San Gimignano. restaurate e in pochi giorni saranno racconce. Ma circa al
Ciò apparisce da alcune riformagioni della Signoria di fortificare la Terra, ha detto Gio. Francesco, ed a me
Firenze, e da varii atti pubblici della Comunità dì San pur sembra una spes a assai grande, e questa Comunità
Gimignano, e dalle carte del convento suddetto. si trova male in ordine allo spendio; contuttoché i
Citerò fra gl'istrumenti pubblici uno del 10 febbrajo Sangimignanesi promettino sforzarsi in tutto quello che
1354 (stile comune) col quale il magistrato civico di San potranno per fortificare la loro patria, ma per ora si
Gimignano affidò l'incarico a due maestranze di giudicano inabili.»– (GAYE, Carteggio inedito di
fabbricare la terza parte del nuovo cassero rocca al prezzo Artisti, Vol. I. Append. II.)
di tre soldi per ogni braccia quadro di muro, meno i Gli abitanti però di San Gimignano fu rono più volte
materiali occorrenti da doversi fornire a spese della decimati dalla pestilenza, e segnatamente da quella del
Comunità. 1348, e da altro non meno terribile contagio del 1418
Accadeva tuttociò poco innanzi che il Co mune di San per aver dato ricovero a molti ragguardevoli personaggi
Gimignano per atto pubblico (29 aprile 1354) accorsi costà da paesi dove malattia sì fatta era già
consegnasse ai sindaci della Repubblica fiorentina la sviluppata.
chiesa sgombrata dai Frati Predicatori in Montestaffoli, La peste per altro del 1479 fu non meno delle altre
insieme a due palazzi contigui ed altre case poste in spaventevole, perché vi si aggiunsero le incursioni delle
luogo detto la Torre. soldatesche di Alfonso Re di Napoli, di Papa Sisto IV e
Quindi la Signoria di Firenze con provvisione del 7 dei Sanesi allora in guerra con i Fiorentini, e fu in
giugno successivo deliberò di continuare a sue spese quell'anno che il pubblico di San Gimignano fece voto
l'edificazione della rocca di San Gimignano. di solennizzare in perpetuo la prima domenica di
Anche un'istrumento del 5 maggio, sotto l'anno 1354, ne agosto in onore di S. Fina Vergine di San
avvisa che in quel giorno i Priori (già Difensori del Gimignano, tenuta da quel popolo in grandissima
popolo) ed altri rappresentanti del Comune di San venerazione. A cotanti contagj che diminuirono assai di
Gimignano promisero di pagare ai Frati Domenicani numero degli abitanti di San Gimignano si aggiunse
per un triennio 300 fiorini d'oro l'anno. quello del 1630 al 1632, quando per asserto di
A conferma di ciò quel magistrato civico con testimoni vi perirono da 800 persone. Potrà ognuno che
deliberazione del 15 luglio 1356 accordò ai religiosi il voglia avere un’idea del movimento della popolazione
medesimi l’entrate della gabella delle carni. – (loc. cit., di San Gimignano esposto nel quadro qui appresso, ch'è
Carte della Comunità. di S. Gimignano.) il sommario del suo censimento a quattro epoche
La fortezza di Montestaffoli doveva essere terminata nel disparate, cioè, del 1551 sotto il primo Granduca della
1358 tostochè nel giorno 7 marzo del 1359 (stile dinastia Medicea, dell'anno 1745 sotto il primo
comune) Bernardo di Gherardo Adimari di Firenze Granduca della dinastia Austro Lorena felicemente
castellano della rocca di Montestaffoli ne fece la regnante, e dell'anno 1833, epoca delle p rime
consegna al suo successore Leonardo di Guido Ferrucci pubblicazioni dell'Opera presente, cui ora si aggiunge
di Firenze per rogito del notaro Buonagiusta da San una quarta epoca desunta dall'anno 1840.
Gimignano. – (loc. cit. Carte dell'Arch. gen.) Infatti fra la popolazione del 1151 e quella del 1 7 4 5 si
Matteo Villani e l'Ammirato tacquero dell’obbligo trova nella Terra di San Gi mignano la vistosa
imposto dalla Signoria ai Sangimignanesi, allorché il diminuzione di 699 abitanti. Arroge a tutto ciò
loro distretto fu incorporato al contado fiorentino, voglio qualmente sotto il governo granducale Mediceo la
dire, di pagare per tre anni la tassa di 5000 lire alla Comunità di San Gimignano fu separata dal contado
fio rentino ed ascritta invece al suo distretto. dentro San Gimignano; 4. S. Michele in Cimiterio; 5. S.
Chiesa più cospicue e Stabilimenti pubblici di San Caterina nel presbtero della Pieve (distrutta); 6. S.
Gimignano. – Il trecento, diceva con ragione il Pad. Bartolommeo, già S. Martino a Piscille (idem); 7. S.
Checcucci nel suo compendio storico di San Gimignano, Biagio a Cusona (cura esistente); 8. S. Maria a Villa
può considerarsi per ogni liberale disciplina quel secolo Castelli (cura con l'annesso seguente); 9. S. Pietro a
fortunato in cui lo spirito degl’Italiani per la natura del Mucchio; 10. S. Lorenzo a Fulignana (cura unita
loro governo mirò più presto che ad una sterile vanità di all'altra qui appresso) 9. S Maria di Casaglia; 10. S.
fa miglie al pubblico bene. Quindi accadde che sopra Michele a Remignoli (con l'annesso seguente); 13. S.
ogni altro paese in San Gimignano operavansi in quel Lorenzo a S. Lorenzo; (esistente); 14. S. Biagio a
tempo egregj ed arditi lavori, come ne sono chiaro Renzano (idem); 15. S. Maria a Ojano (riunita con la
argomento, oltre la vastità e magnificenza delle sue precedente alla qui appresso); 16. S. Lorenzo a
chiese, le sottili ed altissime torri tanto bene costruite, o Montauto (prepositura); 17. Canonica di S. Leonardo di
di ben connessi mattoni oppure di massi squadrati di Casaglia (traslocata in S. Pietro alla Canonica ); 18. S.
pietra calcarea massiccia che vi si trasportò dai poggi Michele in Padule (annessa alla precedente); 19. S.
non meno di tre miglia lontani; e con tanta arte Bartolommeo a Colle di Monte (riunita a S. Lorenzo a
commessi che sembrano quelle fabbriche tutte di un Montauto); 23. S. Michele a Ransa (cura col seguente
pezzo. Infatti ad onta della loro vecchiezza esistono annesso); 24. S. Pietro a Cinciano; 25. SS. Martino e
tuttora dentro San Gimignano non meno di 14 torri più Maria Maddalena a Pietrafitta (unita a l l a seguente); 26.
o meno alte una delle quali, la più grossa, del palazzo del S. Jacopo a Cortennano; 27. S. Tommaso a Castiglione e
podestà riposa da due lati sopra un solidissimo arco. Rocchetta (soppressa); 28. S. Michele a Strada (cura
Anche i palazzi del Comu ne, o dell'Oriolo, quello del con l'annesso seguente); 29. S. Lucia a Strada; 30. S.
podestà ed alcuni altri di privati furono innalzati ed Niccolo a Bibbiano (cura); 31. S. Lucia a Macinatico
ornati in guisa che recano maraviglia al passeggero. Sono (cura unita a S. Benedetto presso l'Elsa); 32. SS.
di quella età le pubbliche fonti fuori della porta di Silvestro ed Ippolito a Racciano (cura); 33. S. Michele
questo nome, la gran cisterna di piazza ordinata dal in S. Lorenzo al Ponte dentro San Gimignano
Comune nel 1273, e restaurata a spese dello spedale di (soppressa); 34. S. Lorenzo al Ponte (cappella presso la
San Gimignano che fu soggetto a quello della Scala di casa Vecchi in San Gimignano); 35. S. Pietro in San
Siena, oltre le mura esterne della sua chiesa collegiata Gimignano (oratorio annesso alla pieve di Cellori); 36.
tutte di pietra lavorata. SS. Martino e Biagio di San Gimignano (già cura sotto
Chiesa Collegiata di San Gimignano. –Questo tempio che la pieve di Cellori). –Inoltre si contavano in San
ha un capitolo di 12 canonici con due dignità e 24 Gimignano nel secolo XIV il convento de’Domenicani
cappellani, risiede sopra un'alta gradinata la cui facciata in Montestaffoli, quello de' Minori Conventuali presso la
alla sua destra la torre grossa ed il palazzo del potestà alla porta S. Giovanni, il Monastero delle Vallombrosane di
sua sinistra, le due torri gemelle degli Ardinghelli, e S. Vittore in S. Girolamo gli altri di S. Maria Maddalena
dirimpetto il palazzo del Comune, detto dell'Oriolo e di S. Caterina in via S. Giovanni; e fuori della Terra il
posto nella torre che si alza in mezzo al medesimo, e Monastero di S. Maria degli Olivetani in Barbiano ed
sopra una specie di loggia al pian terreno. uno spedale per i pellegrini.
Comecché manchino documenti che assicurino in quale Rispetto al numero de' conventi di questo piviere servirà
anno la pieve di San Gimignano venisse dedicata a S. accennare, che in San Gimignano prima del 1780
Maria Assunta, e da qual pontefice fosse consacrata la esistevano dieci conventi, 5 di uomini e altrettanti di
chiesa attuale; comecché non vi restino prove da potere donne, e che nel 1745 non vi erano meno di 235
con certezza asserire ciò che leggesi nella sua facciata ecclesiastici, mentre il numero degli abitanti non
rapporto alla visita fattavi nel 21 novembre del 1148 ecclesiastici ammontava a 1073 persone. – Vedere la
dal Pontefice Eugenio III coll'assistenza di molti Tavoletta in fine dell'Articolo.
cardinali, per altro con minor dubbio apparisce, che nel Dei pregj materiali della collegiata di San Gimignano
sinodo fiorentino tenuto da Vittorio II nell'anno 1 0 5 6 , discorsero prima d'ora il Coppi negli Annali
cotesto pontefice dichia rasse prepositura la pieve di San sangimignanesi, il Manni n e l l ’ illustrazione di un sigillo
Gimignano. Quindi Lucio III imitando l'esempio di del capitolo di quella pieve, ed il Pad. Checcucci nelle
Eugenio III e di Alessandro III ricevè la pieve medesima notizie storiche di detta Terra.
sotto la protezione della S. Sede, e le confermò i privilegi Grande è tempio, ricco di pitture ed a tre navate, cui da
che sino da quel tempo godeva il suo preposto. – Il primo accesso, come dissi, un' ampia gradinata davanti la
pontefice che la decorò del titolo d'insigne collegiata fu facciata nella piazza del palazzo pubblico. Nel 1356
Sisto IV con bolla de’20 settembre del 1471 diretta ad Bartolo di maestro Fredi sanese dipinse a fresco nelle
Antonio degli Agli vescovo di Volterra. Da quella del pareti a cornu evengelii la storia del Testamento
Pontefice Onorio III, (2 agosto 1220) si apprende che la vecchio, e nella navata di mezzo nell'alto sopra gli
pieve di San Gimignano a quell’età contava 34 chiese archi del colonnato dipinse Taddeo di maestro Bartolo
succursali; le quali all'epoca del sinodo volterrano del 10 Fred i nel 1393 tre grandi affreschi rappresent a n t i
novembre 1 3 5 6 erano aumentate fino a 36, oltre i l'Inferno, il Paradiso ed i 12 Apostoli. Intorno poi
conventi, i monasteri ed uno spedale. Eccone i nomi; 1. all'anno 1370 e successivi il Berna, pure esso pittore
Canonica di S. Frediano a Cast elvecchio riunita alla senese, colorì a buon fresco nella navata laterale sulla
seguente; 2. S. Donato a Casteveccliio; 3. S. Giovanni di parete a cornu epistola il Testamento nuovo, il quale
Casale soppressa con la seguente, ed ora in S. Agostino lavoro rimasto in tronco per morte dell'autore (1380)
venne terminato dal suo scolare Giovanni di Asciano. Il Monastero di S. Vittore era a quel tempo dentro San
Di assai maggior pregio per altro è il grande affresco Gimignano, siccome lo dichiara una carta di procura
che cuopre la parete frapposta alle due porte della rogata in Fiesole lì 24 settembre del 1345, con la quale
facciata, opera eseguita nel 1465 dal celebre Benozzo donna Ginevra figlia del fu Magiotto di Bardo de' Bardi di
Gozzoli, rappresentante il martirio di S. Sebastiano con Firenze e di Ermellina di ser Francesco di Andrea
molte figure intorno. Salvucci di San Gimignano, sposata a Sandro di Bindo
Ammirabili poi sono gli affreschi nella cappella di S. Altoviti di Firenze no minò sua rappresentante in San
Fina del pennello di Domenico Ghirlandajo e del suo Gimignano la badessa di S. Vittore. – (ARCH. DIPL.
scolaro e cognato Sebastiano Mainardi; mentre l'altare FIOR. Carte del Mon. di S. Girolamo predetto.)
scolpito nel secolo XV di finissimi marmi rammenta Comunque sia, il Monastero di S. Vittore intorno a quella
un'opera de' migliori Fiesolani. No ve tavole di altri età prese il titolo di S. Girolamo di che fa fede fra le altre
insigni pittori trovansi oggi raccolte nel coro, fra le una petizione con la data di Firenze del 20 aprile 1370
quali una del Mainardi insieme ad altre di Benozzo, del fatta dai Vallombrosani alle monache di S. Girolamo in
Pollajolo, del Passignano, del Rosselli ecc. – Fra i San Gimignano, affinché concedessero facoltà di fare un
quadri di antico stile è ammirabile un trittico nella orto in detta Terra nella contrada di S. Matteo, in luogo
sagrestia dov'è un S. Bartolommeo e nelle parti laterali 4 detto all’Olmo. – (loc. cit.)
storie re lative alla vita di quell'Apostolo, dipinte nel Il cavalcavia che dal convento di S. Girolamo passa alla
1401 da Lorenzo di Niccolao da Firenze. chiesa di S. Giacomo, detta tuttora del Tempio, fu
Il busto di Onofrio di Pietro Vanni esistente in una eseguito ad istanza delle monache stesse nell'anno
nicchia della sagrestia fu scolpito nel 1490 da Benedetto 1657.
di Leonardo da Majano per dieci fiorini d'oro di Che sebbene cotesto monastero nel 1809 venisse
commissione della Comunità di San Gimignano in soppresso, seguitando degli altri una stessa sorte,
attestato di gratitudine verso tal benefattore, che fu ritornato Ferdinando III sul trono avito, alle preci dei
operajo della chiesa collegiata. Sangimignanesi venne ripristinato (1 marzo 1816).
Monastero di S. Vittore in S. Girolamo. – Conto per primo Nella chiesa di S. Girolamo annessa al monastero è da
questo monastero perché fondato fino dal secolo XI nella vedersi un quadro dipinto nel 1522 dal Tamagni,
chiesa ora distrutta di S. Vittore fuori di San Gimignano, conosciuto sotto il nome di Vincenzo da San Gimignano,
la cui più antica memoria risale al 1 ottobre dell'anno per essere stato uno degli scolari di Raffaello da Urbino.
1075. Avvegnaché in quel giorno il C. Uguccione di La qual pittura ha molta somiglianza con altra tavola
Guglielmo Bulgaro de' conti Cadolingi di Settimo e dello stesso autore fatta nel 1 5 2 5 per la chiesa
Fucecchio, stando nel suo Castello di Catignano fra l’ parrocchiale delle Pomarance e illustrata da
Elsa e Gambassi, assistè alla donazione del giuspadronato quell'arciprete canonico Antonincola Tabarrini. Il
della chiesa predetta di S. Vittore fatta alla di lui nipote monastero. di S. Girolamo esiste tuttora con circa 20
donna Berta badessa del Monastero di S. Maria a claustrali sotto la regola della Congregazione
Cavriglia e figlia del fu conte Lotario giuniore da tre Vallombrosana.
fratelli ivi presenti, cioè, Neri, Ildebrando ed Ugo Rispetto alla vicina chiesa di S. Giacomo, detta del
nati da donna Famengarda. – Dopo di ciò presso la Tempio gioverà rammentare che, dopo l'abolizione
chiesa d i S. Vittore fu costruito un Monastero di donne dell'Ordine cavalieresco de' Templari, molti de' loro beni
della Congregazione Vallombrosana affiliato a quello di furono donati ai cavalieri Ospitalieri di Rodi, ossia di
Cavriglia, finché nel secolo XV soppresso il Monastero Malta, siccome sembra accadesse anche costà in San
di Cavriglia, fu riunito all'altro di San Gimignano col Gimignano, cui apparteneva non solo la chiesa di S.
doppio vocabolo di S. Vittore e di Cavriglia. – Vedere Giacomo del Tempio, ma ancora l'orto contiguo
CATIGNANO DI GAMBASSI, E CAVRIGLIA posseduto attualmente dalle monache di S. Girolamo,
(MONASTERO DI). oltre una chiesa di S. Giovanni presso la porta di questo
La causa della traslazionc del Mon. Di S. Vittore dentro nome, che fu data ai Frati Minori Conventuali, come si
la Terra fatta a spese del Co mune di San Gimignano fu dirà qui appresso:
per liberare quelle claustrali dagli effetti delle incursioni Convento di S. Francesco de' Minori Conventuali. –
e ladroneggi dopo aver edificato loro un più grandioso È fama che l'origine di questo convento possa risalire
cluastro con chiesa sotto il titolo che tuttora conserva al 1210, cioè mentre viveva il beato Serafico d' Assisi,
di S. Girolamo. e quasi lo darebbe a credere lo stile architettonico della
A questo asceterio appella fra le altre un legato lasciato facciata, sebbene ora mozza, della sua antica chiesa
nel 1344 da donna Bilia figlia del fu Ciupo di Sinibaldo posta in via S. Giovanni e che fu de' Templari poi de'
degli Scolari di Firenze, restata vedova di Francesco di Cavalieri di Malta. – Ma il fatto è che il primo convento
Gualtiero de' Salvucci di San Gimignano, allorché con di quei frati esisteva fuori di San Gimignano, e che alla
testamento del 30 agosto di detto anno lasciò alle prima fabbrica appella una bolla del Pontefice
monache di S. Vittore dell'Ordine di S. Benedetto un Innocenzo IV del 27 luglio 1247, con la quale
podere con casa colonica e capanna compreso nel concedeva 40 giorni d'indulgenza a chi con elemosine
distretto di San Gimignano, previo l'obbligo di dare soccorreva per terminare la costruzione del convento
ogn'anno ai frati Domenicani della SS. Annunziata, e a de' frati Minori di S. Francesco posto in San
quelli di S. Agostino di detta Terra un moggio di grano Gimignano, diocesi di Volterra. – (ARCH. ARCIV. DI
per cadauno. – (Carte della Com. di San Gi mignano, PISA , CarTe di San Gimignano.) cotesta bolla perciò
loc. cit.) appella al primo claustro dei Frati Francescani di San
Gimignano, il quale fu, come dissi, fuori della porta S. San Gimignano, colla quale confermava la riforma stata
Giovanni nel luogo dove Cosimo I all' occasione della fatta dal capitolo generale di quell'Ordine rispetto ad una
guerra di Siena fece innalzare un bastione sulle rovine più regolare osservanza della Congregazione Leccetana.
di d e t t o convento, in cambio del quale venne assegnata –(Carte del Conv. di S. Agostino in San Gimignano,
a quei religiosi la chiesa di S. Giovanni, già commenda loc cit.)
de' cavalieri di Malta, dove quei frati Minori dopo la metà Nella chiesa di S. Agostino ch'è ad una navata vasta e
del secolo XVI si recarono, e dove continuarono ad sfogata assai ammiransi, oltre le squisite pitture del
abitare fino alla loro soppressione accaduta nel 1782, Benozzo, varie tavole pregevoli agli altari, alcune delle
quando gli effetti del convento medesimo furono dati ai quali furono trasportate nel coro della collegiata.
Padri Conventuali di Colle alto. Meritano pure di esser visti in un altare in fondo alla
Convento degli Agostiniani. – All' Articolo RAGGIANO chiesa alcuni basso rilievi di marmo bianco di Carrara
dissi, che in cotesta villa del distretto Sangimignanese eseguiti in modo che rammentano la maniera di
all'anno 1 2 7 2 fu fondato il primo convento di Benedetto da Rovezzano. Nel 1828 nella chiesa di S.
Agostiniani dell'Ordine eremitano che l'abitarono fino Agostino è stata traslocata la cura della chiesa soppressa
al 1380, epoca in cui quei cla ustrali vennero dentro la di S. Michele a Casale insieme ad una tavola stata
Terra di San Gimignano. colorita nel secolo XV da mano maestra, sebbene
Cotesto convento però era affiliato a quello di S. ignota.
Agostino di Siena siccome lo dimostra l'atto di Convento de Domenicani, attualmente ridotto ad
possesso preso nel 15 giugno del 1275 da fra Michele Ergastolo per le donne. – II primo ospizio de' frati
da Provenzano sindaco degli Eremitani di S. Agostino Predicatori in San Gimignano devesi alla pietà di un
di Siena, come eredi di Biagio, o Brogino del fu canonico Sangimignanese, Jacopo del fu maestro
Michele da San Gimignano, di un palazzo con podere, Accorso, il quale, mediante istrumento rogato in Siena
case ed altri beni posti nella villa di Racciano. Al il 1 giugno del 1318, donò ai frati di S. Domenico di
qual atto dieci giorni dopo succedé una protesta del Siena ed al loro convento una casa posta in San
sindaco degli Eremitani di S. Agostino di Siena Gimignano per servir loro di ospizio a condizione di non
presentata al vicario in Toscana del re di Sicilia don poterla essi alienare; quindi nel 6 settembre del 1 3 2 5
Jacopo di Bonsona ad oggetto che il suo convento il predetto Jacopo insieme con Conte di lui fratello
non perdesse i diritti sui beni del fu Brogino da San venderono per fiorini 80 d'oro al sindaco de' frati
Gimignano. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Predicatori un'altra casa con chiostro e due orti
Agostino di Siena.) Non era ancora spirato il secolo annessi, posto il tutto nel poggio di Montestaffoli in
XIII che i frati Agostiniani avevano già edificata la San Gimignano, dove poscia fu eretto un convento previa
chiesa di S. Agostino dentro la Terra di San la compra di altre abitazioni private. Ciò rilevasi da una
Gimignano, la qual chiesa fu aperta nel 31 marzo 1298, bolla del 22 febbrajo 1320 del Pontefice Giovanni XXII
benché assai più tardi (1389) rimanesse compito t u t t o data in Avignone, con la quale fu concessa facoltà ai frati
il claustro annesso; ed allora g l i Agostiniani di Racciano Predicatori di San Gimignano di poter acquistare case
lasciarono l'antica per la nuova e più co moda per ricevere i religiosi del loro Ordine, che furono
abitazione. Frattanto quegli Eremitani ebbero a obbligati a partire da Pisa, Arezzo, Lucca, Castell'
sostenere una lite per motivo di un appezzamento di Ubertini ecc, stante l' essere quei paesi sottoposti alla
terra preteso dal rettore della vicina chiesa di S. scomunica come ribelli della chiesa romana e aderenti di
Pietro e da donna Cara vedova di Muzio da San Lodovico il Bavaro già da santa chiesa dichiarato eretico.
Gimignano, come può vedersi da un mandato di procura In vista di ciò Giovanni XXII volle derogare alla bolla
del 13 febbrajo 1329 fatto da fra Bartolommeo da del suo antecessore Bonifazio VIII che proibiva gli
Montepulciano, priore di quel convento e da fra acquisti ai Frati mendicanti. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Recupero lettore a nome di t u t t i gli altri frati di quella Carte de' Domenicani di San Gimignano.)
famiglia nella sagrestia della loro chiesa. – (ARCH. Che però il convento di Montestaffoli nel 1 3 3 2 fosse
DIPL. FIOR, Carte de' Domenic. di San Gimign.) terminato, ce lo fa conoscere un istrumento rogato in
Quasi un secolo dopo un dotto eremitano San Gimignano lì 28 aprile di detto anno, dal quale si
Sangimiganese, fra Domenico Strambi, aumentò di un rileva che Andrea del fu Pegna da La rniano Merlinda
chiostro la nuova clausura, regalò la chiesa di varj sua moglie, aveva donato al monastero di S. Caterina
oggetti sacri e preziosi, ed ebbe il buon gusto di dell'Ordine de' Predicatori posto presso la porta
chiamare da Firenze il celebre pittore Benozzo Gozzoli a Caterina in Siena, una casa con terra, vigna, capanna e
dipingere nel coro della medesima (anno 1465 e 66) i fornace situata nella villa di Larniano, Comu nità di
fatti principali relativi alla v i t a di S. Agostino, San Gimignano, a condizione però che ottenendo i
incominciando dalla sua nascita. – (Vedere avanti.) Fruii Predicatori un convento in San Gimignano,
Gli Agostiniani Romitani di Siena tennero questo volevano quei coniugi fursi loro obliiti, per cui i
convento fino al declinare del secolo XV, nel qual suddetti beni dalle monache di Siena dovevano passare
tempo furono costretti a cederlo agli Agostiniani della a quei religiosi, dai quali i coniugi prenominati
Congregazione Leccetana che lo abitarono fino alla loro avrebbero ricevuto il loro mantenimento. Che però nel
soppressione accaduta nel 1809. giorno 28 aprile del 1 3 3 2 fu eseguito l'atto di
A ciò ne richiama una bolla dal Pontefice Sisto IV traslazione de' beni suddetti dalle monache di S.
scritta in Roma lì 20 marzo del 1483 e diretta al Caterina di Siena nei Frati Predicatori di Monte
priore generale ed ai frati del convento di S. Agostino in Staffoli. – (ARCH. DIPL. FIOR. loc. cit.)
Ma il luogo di Montestaffoli nel 1 3 5 3 essendo stato della Vergine Maria e delle Romite di S. Caterina.
designato dal Comune di Firenze per erigervi una Anche queste monache nel 1809 soggiacquero al fato
fortezza, il magistrato civico di San Gimignano fu della soppressione ed il loro locale disfatto fu ridotto in
obbligato di assegnare a quei religiosi altre case e orli parte ad uso di abitazione privata.
per rifabbricarlo più grandioso presso le mura Monastero, ora Conservatorio di S. Chiara. – Fu
settentrionali, donde si domina gran parte della Val eretto per le Clarisse nella prima metà del secolo XV
d'Elsa. fuori delle mura fra la porta di Querceccio e quella di S.
Nel fabbricare il nuovo convento con chiesa annessa sotto Giovanni, nel luogo appellato tuttora S. Chiara, e ne fu
il titolo della SS. Annunziata furono disotterrate molle affidata la prima direzione dal Pontefice Eugenio IV ai
urne sepolcrali e frammenti d'idoli, lo che servir può Minori Conventuali del vicino convento di S.
d'indizio sufficiente a far credere che cotesto luogo fosse Francesco, finché nel 1493 quelle monache vennero
abitato fino dai tempi romani. La sua chiesa conteneva trasferite a spese del Comune dentro la Terra.
pregevoli pitture di Alberto Duro, del Frate, di Giorgio Finalmente il Granduca Leopoldo I nel 1786 avendo
Vasari, ed in essa avevano sepoltura molte famiglie fatto ampliare e ridurre a miglior forma quel locale, lo
illustri del paese, fra le quali gli Useppi, i Cortesi, i ridusse a conservatorio per l'istruzione non solo delle
Franzesi, ecc. Quel vasto locale dopo soppressa la detta fanciulle del paese che bramano frequentare quelle
famiglia religiosa (1809) fu convertito in casa di scuole, ma ancora per l'educazione delle alunne che vi si
Mendicità, quindi nel 1833 in Ergastolo, cui fu aggiunta tengono a convitto tanto le conterranee, come quelle di
dopo la casa di Correzione per le donne. – Nello stesso altri paesi. La sua chiesa, al cui altar maggiore esiste un
slabilimento, l'unico che di tal fatta esista per le femmine quadro del Rosselli, fu ridotta in migliore stato e
delittuose in Toscana, dall'attuale suo direttore potestà consacrata lì 14 settembre del 1800. ù
Brunori sono stati introdotti notabili miglioramenti, i Monastero dì S. Maria Maddalena delle Agostiniane
quali non solamente contribuiscono alla salubrità ed Romite. – La sua fondazione, che è dell'anno 1 3 3 4 ,
alla nettezza delle recluse, ma giovano ad assicurare l' devesi a donna Monna, o Simona di Muzio de' nobili
osservanza di una rigorosa disciplina. L'istruzione da Petrojo; la quale nel 20 febbrajo di detto anno
industriale, religiosa e morale che regolarmente loro si ottenne licenza dal Card. Giovanni del titolo di S.
appresta tende allo scopo di riformare i costumi delle Teodoro Legato della S. Sede in Italia, di edificare
condannate, onde procurare di restituirle migliori di presso le mura di San Gimignano un monastero sotto la
quello che furono alla civile società. regola di S. Agostino, la cui chiesa venne dedicata a S.
Con i lavori che attualmente si eseguiscono costà dove si Maria Maddalena; nel qual claustro dovevano abitare 12
va ad attivare il sistema di isolamento medio per le monache con una badessa dipendenti totalmente
femmine corrigende, distinte per età e per abitudini. dall'ordinario. Il monastero fu eretto nella casa stessa di
Le Suore di Carità destinate ad assistervi e l'attitudine e donna Monna in via S. Giovanni
lo zelo del direttore di questa casa penitenziaria faranno Quindi la stessa fondatrice e amministratrice del nuovo
si che l'Ergastolo di San Gimignano diverrà a ninno asceterio, con istrumento del 12 agosto 1 334 concedè a
inferiore fra quanti altri siano stati aperti in simil donna Agnola di maestro Arrigo, restata vedova di Grifo
genere nell'Italia. di Ranieri, l'usufrutto di un orlo situato presso la porta
Monastero di S. Maria, detto le Ro mite di S. della Fonte ch'essa aveva già assegnato alle sue
Caterina. – Fu fondato nel 1364, ad istanza di donna Romite.
Margherita del fu Guido de' Bardi sotto la regola di S. Finalmente nel 7 dicembre 1304 seguì in San
Benedetto assoggettando quelle suore al capitolo di S. Gimignano il contratto della obbligazione delle
Pietro di Roma, disposizione stata approvata dal monache di S. Maria Maddalena di star soggette al
Pontefice Innocenzo IV mediante bolla diretta ai canonici vescovo Ranuccio di Volterra, nel tempo stesso che fu
di S. Pietro. Nell’ architrave di una porta esterna del eletta la prima badessa. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di
monastero fu scolpita la seguente memoria. Anno S. Maria Maddalena di San Gimignano.
MCCCIV a di IX Ottobre. A tempo di Messer Pietro Anche questo asceterio fu soppresso nel 1786, ritornando
Bolgherini Cavaliere e Rettore dello Spedale di Siena. il suo fabbricato come lo fu in origine ad abitazione
Fra le carte di questo claustro, ora nell’Arch. Dipl. privata, dove in una di quelle stanze, servita ad uso di
Fior. esiste la copia di una rubrica degli statuti del refettorio delle monache, si conserva un affresco creduto
Comune di San Gimignano del 12 gennajo 1353 (stile di Vincenzo Tamagni a pie del quale si legge: Anno
fiorentino) riguardante la facoltà concessa dai deputali Domini MDXXIII Mense Maii.
della Repubblica Fiorentina, che presedevano nella Monastero degli Olivetani. – Aggiungerei qui la
riforma delli Statuti, alle monache delle Romite di S. memoria di un altro monastero fondato nel 1310, mezzo
Caterina a San Gimignano di poter vendere, donare miglio toscano a levante di San Gimignano, per cura di
ecc. beni immobili per la somma di 500 fiorini d'oro, mess. Giovanni di Gualtiero Salvucci e della sua donna
esentandole dalla spesa della gabella de' contratti e da Margherita di Guido de' Bardi di Firenze, e donato agli
ogn’ altra imposizione. Olivetani di Volterra; ma di questo ne feci parola
Stante la soppressione fatta nell'anno 1786 di un altro all’'Articolo BARBIANO DI S. GIMIGNANO, cui
monastero col titolo della Vergine Maria sotto la regola gioverà aggiungere qualmente nell' altar maggiore di
di S. Benedetto, la cui fondazione risaliva all'anno questa chiesa, ora congrua del preposto della collegiata,
1523, quelle recluse furono riunite alle Romite di S. esiste una gran tavola dipinta dal Pinturicchio, che
Caterina, donde poi quest'ultimo claustro si appellò rappresenta la B. Vergine in mezzo ad una gloria di
Cherubini con sotto due santi in ginocchio, un vescovo della sala del Consiglio nel palazzo pubblico di Siena,
a sinistra ed un mo naco bianco a destra, descritta dal sebbene l’ ultima possa dirsi di merito superiore.
Gaye nel Vol. II del suo Carteggio inedito di Artisti. L'iscrizione che vi si legge in lettere antiche fu
Convento de'Cappuccini. – Fu fondato nel 1587 a Spese riportata dal Targioni nel Vol. VIII pag. 194 e 195 de'
del Comune nel colle che è mezzo miglio toscano a suoi Viaggi insieme ad un’altra di epoca più moderna.
libeccio della Terra, dirimpetto alla chiesa parrocchiale L’Antica dice: Al tempo di messer Nello di Mess. Mino
di S. Michele a Strada, e dove è da vedersi una tavola dei Tolomei di Siena onorevole podestà e capitano del
rappresentante la deposizione di G. G. dalla Croce, Comune e Popolo di San Gi mignano. MCCCXVII. –
dipinta da Lodovico Cigoli. Nell'altra in carattere assai moderno alla sua destra si
Stabilimenti pubblici principali. – Sopra tutti merita legge: BEHOZIUS FLORENTINUM Pictor Restaurant.
distinta commemorazione il grandioso spedale di San Anno Domini MCCCCLXVII.
Gimignano, già affiliato a quello della Scala di Siena e Che cotesto Nello de' Tolomei fosse morto nel 1345 lo
la di cui più vetusta fondazione risale verso il 1258, dichiarò una sua figlia, donna Rabola del fu Nello de'
epoca della morie di S. Fina in onore della quale fu Tolomei da Siena, moglie di Lippo Scolari di Firenze, la
istituito. – Quello poi dei gettatelli, ossia degl' quale nel 9 settembre del 1 3 1 5 diede a mutuo per un
innocenti, attualmente riunito al precedente, fu eretto nel anno al Comune di San Gimignano 1 5 7 6 fiorini d'oro. –
1315, da primo fuori della porta S. Giovanni, quindi in (Carte della Comunità di San Gimignano, loc. cit.)
diverse epoche arricchito dalla pietà di molti Ed è quello stesso Nello de' Tolomei che esercitò uffizio
Sangimignanesi che lasciarono a benefizio del di podestà in San miniato nel 1814. – (GIO. LELMI,
medesimo le loro fortune. Diario Sanminiat.)
Il locale dei due spedali riuniti trovasi contiguo al Esistono tuttora in cotesta sala i sedili della Signoria di
Monastero di S. Girolamo fino dal sec, XV, se non San Gimignano con la tribuna dove i componenti quel
prima, poiché fra le mem-brane di quest’ultimo magistrato avevano diritto di arringare, e intorno alla
monastèro avvi una petizione del 29 ottobre 1459 fatta quale leggonsi intarsiate le seguenti parole:
dalla badessa e monache di S. Girolamo ai deputati dello
spedale di San Gimignano per potere appoggiare un Animus in consulendo liber.
muro dell'angolo della loro chiesa all'orto del vicino
spedale. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte citate. ) Contigua al palazzo fu incominciata a edificarsi nel 1290
Ricco e comodo è questo stabilimento, corredato di quell’ altissima torre detta perciò del Comune sopra un
spezieria, di un quartiere per Io studio delle tavole arco, che cavalca una larga via, per continuare la quale
anatomiche del Mascagni i v i esis tenti, di un orto e di ogni potestà in tempo del suo regime doveva rilasciare
circa 40 letti tenuti con molta proprietà. una somma con privilegio di affiggervi la propria arme.
La Comunità di San Gimignano mantiene per i maschi Fra le molte campane che trovassi in San Gimignano la
tre scuole pubbliche, una elementare, l'altra di Torre predetta ne ha una che pesa 12000 libbre, fatta nel
grammatica e la terza di rettorica. 1 3 2 6 dai fratelli Ricciardo e Francesco fiorentini,
Inoltre si conferiscono due posti per l'Università di Pisa a mentre la seconda appellata del Sale è stata fusa dallo
due giovani Sangimignanesi, e due per lo studio delle stesso campanaro Francesco nell'anno 1341; e della
belle arti a Firenze o a Roma, in conseguenza di un terza chiamata del Banco, che porta la data del 1 2 3 5 ,
legato lasciato nel 1642 dal sangimignanese Domenico fu fonditore maestro Lorenzo pur esso fiorentino.
Mainardi giuniore, che per molti atti di beneficenza L'altro palazzo del pubblico, che appellasi dell'Oriolo
giovò quanto mai a l l a sua patria, dopo avere aperto nella dove è un'a ltra torre, nel quale trovasi attualmente il
casa propria una specie di collegio con cattedre di teatro, servì di residenza al capitano del popolo. Esso è
teologia, filosofia, e legge. nella piazza medesima dirimpetto al la facciata della
La Comunità ha eretto pure un Monte pio. collegiata, mentre dirimpetto al palazzo del potestà si
Il palazzo del Comune, poi residenza del potestà con la alzano due sottilissime torri di mattoni che furono della
grandiosa torre contigua, è una delle fabbriche famiglia Ardinghelli.
meritevoli di esser visitate dal forestiere, che vi troverà Le mura castellane, che girano circa due miglia, sono in
una sala dipinta sino dal secolo XIV, nella quale si disfacimento al pari di alcune fabbriche private,
adunavano i Dodici difensori ed i consiglieri pochissime delle quali spettano al secolo passito. Vi si
componenti quelli civica magistratu ra, le cui pareti si contano tuttora quattro porte, comprese due postierle,
dicono restaurate da Benozzo Gozzoli, che nel 1461 e 66 cioè; a ostro la porta S. Giovanni, che è la principale, e
lavorò, nella chiesa di S. Agostino, mentre un secolo e dalla quale esce la strada rotabile di Colle, donde poi si
mezzo prima (anno 1317) fu dipinta la parete stacca sotto il poggio di Pietrafitta l' altra via
dirimpetto alle finestre di piazza da Lippo di Memmo comunitativa rotabile di Poggibonsi; a levante la
senese per ordine ili Nello di Mino dei Tolomei da Siena porticella detta della Fonte; a settentrione maestrale la
podestà e capitano; il qual messere vedesi ivi in abito di porta S. Matteo che guida ai Cappuccini per la strada che
costume genuflesso davanti al trono della S. Vergine presso la pieve di Celloli diramasi in due tronchi, uno a
posta in mezzo da 28 santi t u t t i in piedi, che otto ponente per Camporbiano e Gambassi, e l' altro a
tengono Paste del gran baldacchino, nelle cui balze maestrale settentrione per Certaldo. La quarta
sono colorite le armi del podestà Tolomei, del Comune postierla di Quercecchio, detta volgarmente del Cerchio,
di San Gimignano e della casa de' reali di Napoli è voltata a ponente sboccando nella stra da rotabile fra
d'Angiò. Questa pittura ha molta analogia con quella la porta di S. Matteo e quella di S. Giovanni.
Alcuni archi a guisa di porte esistenti tuttora nel giro più maschi 154, femmine 303; coniugati dei due sessi 322;
interno della Terra, come quelli del Calei , della ecclesiastici secolari e regolari 235; numero delle famiglie
Cancelle ria ed il portone di Goro, diedero motivo di 270; totale della popolazione 1308.
congetturare che anticamente il paese di San Gimignano ANNO 1833: Impuberi maschi 157; femmine 176; adulti
avesse un cerchio più ristretto, sebbene di ciò non si trovi maschi 327, femmine 545; coniugati dei due sessi 830;
fatta menzione alcuna nella storia, o nelle carte del ecclesiastici secolari e regolari 74; numero delle famiglie
medio evo, e né tampoco si sappia a quale epoca precisa 525; totale della popolazione 2109.
rimonti il recinto attuale delle sue mura castellane. ANNO 1840: Impuberi maschi 176; femmine 174; adulti
Restano bensì sopra le due porte principali di S. maschi 307, femmine 571; coniugati dei due sessi 838;
Giovanni e di S. Matteo due iscrizioni del 1262, anno ecclesiastici secolari e regolari 121; numero delle famiglie
in cui la Toscana era reità da un vicario ghibellino a 527; totale della popolazione 2187.
nome del re Manfredi di Napo li.
Uomini pii distinti in scienze e in arti. – Se si dovesse Comunità di San Gimignano. – Il territorio di questa
fare la noia dei personaggi più segnalati per santità, per Comunità abbraccia una superficie di 40066 quadrati
nobiltà, per armi, per eminenti virtù ecc., la lista de' dei quali soli 660 spettano a corsi d' acqua ed a
sangimignanesi sarebbe troppo lunga. pubbliche strade. – Nel 1833 vi abitavano
Limitandomi pertanto ai più celebri nella scienze e nelle familiarmente numero 6072 persone, a proporzione di
arti rammenterò un Luca d'Antonio da San Gimignano circa 124 individui per ogni miglio quadrato di suolo
che nel 1451 fu professore nello studio fiorentino, e che impon ibile.
per ordine di Cosimo padre della patria fu maestro nelle Confina con sei Comunità. – Dirimpetto a grecale ha la
lettere a chi era più maestro di lui, Marsilio Ficino. Comunità di Certaldo mediante la fiumana dell' Elsa,
Nello stesso anno 1451 leggeva nello studio che rimontano insieme a partire dalla continenza del
fiorentino un altro prof. sangimignanese, Tommaso di torrente Casciani sino al mulino di S. Galgano, dove
Angelo di Ghese, stato ivi laurealo nel 1448 da S. sottentra la Comunità di Barberino di Val d'Elsa, con la
Antonino arcivescovo di Firenze. – Rammenterò i due quale la nostra continua a camminare contr'acqua nell'
Domeniche Mainardi uno più dotto, l'altro più alveo dell'Elsa finché l'abbandona a settentrione davanti
benefico e fondatore in patria del collegio Mainardi, e allo sbocco del botro del Buchereto. Costì viene a
di alcune doli per maritare fanciulle. – Rammenterò confine dirimpetto a levante la Gora, di Poggibonsi, con
Curzio Pichena sommo po litico, Paolo Cortese che, la quale l ' a lt r a di San Gimignano da primo risale il
quantunque nato in Roma, ebbe in San Gimignano feudi, corso del botro predetto, poscia un altro suo influente,
palazzo e possessioni, per cui è reso celebre il Castel mercé cui taglia la strada di Monte Falconi davanti a
Cartesiano nel Colle di Monti, dove fra il 1507 e il 1510 Campo Chiarenti, di là dal quale trova il torrenti
occupato in ameni studj egli terminò l'ultimo triennio Fosci , con cui entrambe attraversano la strada rotabile
di sua vita. Lo stesso Cortesi fece onorevole menzione che da Poggibonsi guida a San Gimignano per arrivare
di un altro eruditissimo sangimignanese suo sulla strada provinciale che di là conduce a Colle. –
contemporaneo, cioè, Cherubino Guarguagli, canonico Al ponte del Fosci sotto il poggio di Pietrafitta
della collegiata di San Gimignano ed autore di un dirimpetto a levante scirocco cessa la Comunità di
poema faceto, amico di Marsilio Ficino, lodato da Poggibonsi e sottentra l'altra di Colle, con la quale la
questi, dal Coppi e dal Manni nell' illustrazione di un nostra sale uno de' contrafforti settentrione del
di lui sigillo. – Rammenterò un Filippo Buonaccorsi Cornocchio mediante il torrente dei Riguardi, che
detto il Callimaco, politico e letterato insigne del oltrepassano per entrare in un suo influente, il borro di
secolo XV; né passerò sotto silenzio un distinto allievo Pietravalle e Contessa, lungo il quale lasciano a ponente
dell'Urbinate, il pittore Vincenzo Tamagni , ap pellato il castellare di Pichena fino a che arrivate a Castel
per antonomasia il San Gimignano. – Rammenterò vecchio di San Gimignano trovano la strada provinciale
finalmente fra gl'istorici il pievano Mattia Lupi maestro Volterrana che viene da Colle. Costassù presso il varco
di scuola ed autore di un poema eroico ined ito versante di Monte Miccioli cessa il territorio comunitativo di
sulle vicende storielle della sua patria, alla quale Colle, e viene a confine dirimpetto a ostro quello della
morendo lasciò la sua biblioteca, riunita poi da Cosimo Comunità di Volterra, con il quale l'altro di San
I alla Laurenziana di Firenze dove si conserva tuttora il Gimignano percorre la strada provinciale per quasi un
codice di quel poema, di cui si giovò un più moderno miglio, dopo di che voltando faccia da scirocco a
scrittore per gli Annali della sua patria, voglio dire il libeccio gira intorno al poggio di Montalto sotto il
sangimignanese Vincenzio Coppi. Cornocchio dove rasenta, per mezzo miglio la strada
provin ciale Volterrana che viene dal Castagno, finché
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI S. sullo sbocco della via pedonale che da Libbiano mena
GIMIGNANO a quattro epoche diverse, divisa per nella suddetta Volterrana sottentra dirimpetto a ponente
famiglie. la Comunità di Montajone. Con questa la nostra
Comunità entra nel botro dell'Acqua amara, quindi
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti passata la via rotabile che da Camporbiano si dirige a
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; San Gimignano trova l'altro rio dell' Acqua calda, e con
ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie esso dirigendosi a settentrione sbocca nel ramo destro
401; totale della popolazione 2007. del torrente Casciani di sotto, col quale voltando faccia
ANNO 1745: Impuberi maschi 184; femmine 110; adulti a maestrale scende fino alla fiu mana dell'Elsa quasi
dirimpetto al borgo di Certaldo dove ritrova il un mulino (quello di S. Galgano) che dovettero
territorio di quest' ultima Comunità. fortificare per difenderlo dai nemici. Attualmente esiste
La più alta sommità de' monti del territorio di San un altro mulino de'Sangimignanesi sopra quello di S.
Gimignano è quella de' poggi che si avvicinano al Galgano, detto della Zambra, e questo al pari dell'altro
Cornocchio, monte che separa la Valle dell'Elsa da quella è alimentato dalle acque dell'Elsa. Rispetto alla
superiore dell' Era, e la di cui elevatezza si accosta a costituzione geognostica di cotesta pendice di monti, fra
quella della torre di Monte Miccioli, misurata la loro cresta e la base lungo l' Elsa, trovasi una
trigonometricamente dal Pad. Inghirami che la trovò conferma a quanto 98 anni innanzi aveva osservato e
842 braccia superiore al livello del mare Mediterraneo. scritto il chierico Giovanni Targioni Tozzetti, tostochè
La situazione corografica e montuosa di cotesta Terra nel T. V della prima edizione de' suoi Viaggi per la
fuori di ninno, le poche strade rotabili direttevi dalla Toscana, e nel T. VIII della edizione seconda egli nel
capitale e queste per un tragitto tortuoso, la mancanza dare un sunto della storia naturale del territorio di San
costà d'industrie manifatturiere, la penuria di acque Gimignano avvertiva che “il tratto continuato di colline
perenni correnti ecc, fanno si che i mercati sieno di da San Gimignano fino a Castelnuovo di Valdelsa è
quasi niuna entità in San Gimignano, dove ad onta di un andantemente coperto di tufo (conchigliare), d'aria
clima molto salubre, e di prodotti agrarj squisiti, la sua sana, molto fertile, ben coltivalo, pieno di buone
popolazione aumenta assai poco in proporzione della pasture, e comecché resti esposto a bacio, a luogo a
maggior parte dei paesi della Toscana centrale, e di quelli luogo ha de' bei boschi (ora nella massima parte
specialmente situati in pianura. atterrati e conseguentemente delle copiose cacce.”
Noi già abbiamo indicato le vie comunitative rotabili “Cotesto tufo (continua a dire) si riconosce depositato
che guidano a San Gimignano, tre delle quali staccansi addosso a branche sotterranee delle montagne del
dalle provinciali Volterrane da Gambassi e da Cornocchio e di Camporena, siccome lo danno a
Camporbiano e da quella di Colle, mentre dalla R. conoscere nelle rosure dei torrenti i filoni di pietre
Traversa Livornese dirimpetto a Certaldo parte un altro dei monti primitivi (cosi), ossia di strati di alberese e
tronco di strada rotabile che cavalca il ponte di legno macigno elle ivi si affacciano ecc.”
sull'Elsa presso Certaldo, e salendo i poggi passa vicino Infatti nella parte superiore della montagna e
alla pieve di Cellori per riunirsi al ramo di segnatamente sopra le sorgenti del torrente Casciani
Camporbiano di Gambassi, e di là avanzandosi sotto il trovai il calcare compatto ripieno di mituli litofagi.
convento de' Cappuccini entra per la porta S. Matteo in Che i tufi poi di colesta contrada siano soprapuosti alla
San Gimignano. marna conchigliare cerulea , ossia al mattajone, è un
Finalmente due altri tronchi di strade comunitative fatto quasi costante in tutte le Valli cretose del
rotabili partono pel lato opposto da San Gimignano Volterrano e del Senese, dove le marne più dei tufi
uscendo dalla porta S. Giovanni per dirigersi alla base sono ricche di conchiglie fossili marine. Anche il dott.
orientale del poggio di Pietrafìtta dove sboccano la Ottaviano figlio di Giovanni Targioni Tozzetli, in una
strada provinciale di Colle e l'altra comu nitativa che lettera sopra alcuni prodolti naturali del territorio di
conduce a Poggibonsi. – Non parlo de’ minori tronchi Colle in Val d'Elsa, di San Gimignano e di Volterra,
di strade che guidano fino a S. Lucia a Barbiano, o a S. (Bologna 1820) ricorda i testacei raccolti nel tufo a
Lorenzo a Montauto ecc. essendo questi di troppo breve Castel vecchio di San Gimignano, alla v i l l a di Chiusi
tragitto. Merita bensì di essere accennato il taglio di una de' signori Vecchi, e a S. Lucia a Barbiano fuori
nuova strada comunitativa rotabile che staccasi da della porta S. Giovanni, mentre fuori della porta S.
quella diretta a Poggibonsi per scendere lungo la ripa Matteo verso i Cappuccini trovò delle madrepore, de’
sinistra dell'Elsa passando per il mulino di Zambra sotto fungiti, de’ dentali, e molli frammenti di pin ne marine,
lo stradone della villa signorile di Cusona di casa ecc.
Guicciardini. – I due tronchi di strade provinciali che da Per convincersi poi della struttura geognostica di colesta
Colle e da Gambassi dirigonsi a Volterra lambiscono per porzione della Valdelsa, basta rimontare i due Casciani,
corto tragitto i confini meridionali e occidentali di ed il torrente delle Volte che scorre fra il poggio delle
questa Comunità. Sodole e quello de' Carpineti, situato a grecale di
Fra i maggiori corsi d'acqua che attraversano, o che Libbiano presso la villa del Buonriposo, 3 miglia a
rasentano cotesto territorio, vi si conta a maestrale. l' ponente di San Gimignano. Imperocché nei fianchi
Elsa, al suo levante i torrenti Fosci e Riguardi , e approfondati dalle acque delle Volte si scuopre il terreno
dalla parte di ponente quello de' Casciani. stratiforme appenninico altamente ricoperto da
Il capoluogo in generale scarseggia di acque deposizioni di tufo marino.
specialmente potabili, giacché le fonti pubbliche fuori Infatti nel poggio delle Sodole a ostro della strada
della postierla di tal nome scaturiscono di mezzo al tufo medesima si affacciano Tramezzo al mattajone le testate
terziario dello sprone su cui risiede il soppresso di un calcare compatto stratiforme attraversato da
convento de' Domenicani, ridotto ora ad ergastolo. Le frequenti vene di spato candido, mentre scendendo
acque che si fanno strada fra il mattajone (marna dalla strada verso il torrente delle Volte fra la fornace del
terziaria subappennina) riescono pesanti e tartarose; né gesso e la chiesa diruta di S. Bartolo nel podere della
essendo queste perenni furono costretti i Colombaia s'incontrano filoni potenti di solfato di calce
Sangimignanesi nei tempi antichi di allacciare con gran (gesso) internati fra la roccia calcare stratiforme, dove la
cura le acque perenni del poggio tufaceo sottostante al marna conchigliare cerulea ed il tufo calcare giallo
paese, e fabbricare nel medio evo sulla fiumana dell'Elsa rossastro servono di mantello alla gessaja; dirimpetto
alla quale nella ripa destra del torrente. delle Volte, diocesi cui appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno
salendo il poggio della Comunella e quello contiguo de' 1551 n° 122, abitanti anno 1745 n° 105, abitanti anno
Carpineti, si presenta una roccia calcare cavernosa in 1833 n° 153, abitanti anno 1840 n° 459
masse (Raukalk de' Tedeschi) in mezzo ad una terra - nome del luogo: Castello di S. Gimignano, titolo della
tossa ricca di ferro potentemente ossidalo. chiesa: S. Cristina (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Ritornalo in San Gimignano ed esaminate le bozze di Volterra, abitanti anno 1551 n° 87, abitanti anno 1745 n°
quelle altissime torri e delle mura esterne della sua 58, abitanti anno 1833 n° 291, abitanti anno 1840 n° 316
collegiata, non che di altre fabbriche pubbliche e private, - nome del luogo: Celloli e Collemuscoli, titolo della
trovai che quelle pietre lavorate spettano ad un calcare chiesa: S. Maria Assunta (Pieve arcipretura), diocesi cui
metamorfosato e semi cristallino analogo a quello dei appartiene: Volterra, abitanti anno 1551 n° 211, abitanti
poggi testé citati. anno 1745 n° 229, abitanti anno 1833 n° 232, abitanti
Io non parlerò delle rocce ofiolitiche che s'incontrano anno 1840 n° 241
nel vallone de'Casciani sulla destra di cotesti torrenti - nome del luogo: Canonica, titolo della chiesa: S.
dove si nascondono rognoni di rame solfurato e Eusebio (Prioria), diocesi cui appartiene: Colle (già
carbonaio nei poderi del sig. Stricchi di San Volterra), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -,
Gimignano compresi net popolo di S. Martino a abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 330
Larniano, Comunità e circa 5 miglia toscane a - nome del luogo: Cortennano e Pietrafitta, titolo della
libeccio di San Gimignano, perché quelle meritano di chiesa: SS. Jacopo e Maria Maddalena (Rettoria), diocesi
essere con meno fretta ch’io non feci esaminate. cui appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n°
Rispetto ai prodotti agrarj del territorio 156, abitanti anno 1745 n° 122, abitanti anno 1833 n°
sangimignanese, la campagna intorno alla Terra è 206, abitanti anno 1840 n° 230
assai bene vestita di viti, di olivi e di seminagioni, tale - nome del luogo: Cusona, titolo della chiesa: S. Biagio
da non restare inferiore a molti altri paesi di collina; (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle (già Volterra),
mentre i castagni ed i boschi di cerri, di quercioli e abitanti anno 1551 n° 134, abitanti anno 1745 n° 149,
di scope, ecc. alternanti con pascoli natu rali cuoprono abitanti anno 1833 n° 232, abitanti anno 1840 n° 257
una porzione della parte superiore di questa Comunità. - nome del luogo: Fulignano, Remignoli e Casaglia, titolo
Fra il torrente Fosci ed il poggio di San Gimignano si della chiesa: SS. Lorenzo e Michele (Rettoria), diocesi cui
alza il colle di Pietrafitta, luogo rinomato un dì per appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n°
la Vernaccia , che il Redi segnalò nel suo bel 101, abitanti anno 1745 n° 116, abitanti anno 1833 n°
Ditirambo. – Anche la base dei colli che si 267, abitanti anno 1840 n° 302
avvicinano all'Elsa sono ric chi di pascoli e di piante di - nome del luogo: Lariano e Giunzano, titolo della chiesa:
alto fusto. SS. Martino e Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Dal regolamento del 4 marzo 1776 sull' organizzazione Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° 156, abitanti
economica della Comunità di Sangimignano si anno 1745 n° 217, abitanti anno 1833 n° 315, abitanti
comprende che questa allora era formata di 38 popoli anno 1840 n° 298
ridotti attualmente a 22, oltre il comunello di Pichena, - nome del luogo: Libbiano, titolo della chiesa: S. Pietro
soppresso con decreto dell'8 marzo 1775. (Prioria), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno
La Comunità mantiene due medici ed un chirurgo. Nel 1551 n° 86, abitanti anno 1745 n° 98, abitanti anno 1833
capoluogo si pratica un piccolo mercato settimanale nel n° 128, abitanti anno 1840 n° 151
mercoledì, oltre due fiere nel lunedì dopo la prima - nome del luogo: Montato e Monte Cortese, titolo della
domenica di agosto e nel giorno 28 dello stesso mese. chiesa: S. Lorenzo con S. Bartolommeo (Prepositura),
Risiedono in San Gimignano un potestà dipendente pel diocesi cui appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno
criminale dal vicariato regio di Colle ed un cancelliere 1551 n° 96, abitanti anno 1745 n° 105, abitanti anno 1833
comunitativo. – L'uffizio di esazione del Registro è a n° 248, abitanti anno 1840 n° 235
Poggibonsi, l’ ingegnere di Circondario in Colle, la - nome del luogo: Pancole, S. Quirico e Paterno, titolo
conservazione delle Ipoteche in Volterra, e d il della chiesa: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene:
tribunale di prima Istanza in Siena. Volterra, abitanti anno 1551 n° 175, abitanti anno 1745 n°
101, abitanti anno 1833 n° 167, abitanti anno 1840 n° 183
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SAN - nome del luogo: Racciano e Sovestro, titolo della chiesa:
GIMIGNANO a quattro epoche diverse. SS. Ippolito e Silvestro (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° 80, abitanti
- nome del luogo: Barbiano, titolo della chiesa: SS. Lucia anno 1745 n° 48, abitanti anno 1833 n° 167, abitanti anno
e Giusto (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle (già 1840 n° 135
Volterra), abitanti anno 1551 n° 166, abitanti anno 1745 - nome del luogo: Ranza e Cucciano, titolo della chiesa:
n° 109, abitanti anno 1833 n° 159, abitanti anno 1840 n° SS. Michele e Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene:
163 Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° 74, abitanti
- nome del luogo: Barbiano, titolo della chiesa: S. Maria anno 1745 n° 70, abitanti anno 1833 n° 110, abitanti anno
Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle (già 1840 n° 97
Volterra), abitanti anno 1551 n° 55, abitanti anno 1745 n° - nome del luogo: S. Andrea e Monte Gompoli, titolo della
96, abitanti anno 1833 n° 203, abitanti anno 1840 n° 220 chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle
- nome del luogo: Casale (1), titolo della chiesa: S. (già Volterra), abitanti anno 1551 n° 32, abitanti anno
Michele in S. Agostino di S. Gimignano (Rettoria), 1745 n° 61, abitanti anno 1833 n° 73, abitanti anno 1840
n° 86 compresa nella Diocesi di Fiesole, Compartimento di
- nome del luogo: S. Benedetto e Macinatico, titolo della Arezzo.
chiesa: S. Lucia e S. Michele (Rettoria), diocesi cui Risiede in pianura attraversata dalla strada postale
appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° Aretina, fra la base delle colline estreme che scendono
109, abitanti anno 1745 n° 115, abitanti anno 1833 n° dai monti del Chianti e la ripa sinistra dell'Arno, a
165, abitanti anno 1840 n° 194 circa 260 braccia sopra il livello del mare
- nome del luogo: S. Donato extra muros e Piscille, titolo Trovasi in mezzo alle due più popolose Terre del Val
della chiesa: SS. Donato e Bartolommeo (Rettoria), d'Arno superiore, Montevarchi e Figline, nel grado 43°
diocesi cui appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 34' latitudine e 29° 12’ longitudine appena 5 miglia
1551 n° 90, abitanti anno 1745 n° 88, abitanti anno 1833 toscane a scirocco di Figline, 3 miglia toscane a
n° 151, abitanti anno 1840 n° 142 maestrale di Montevarchi, ed altrettante a maestrale
- nome del luogo: SAN GIMIGNANO, titolo della chiesa: ponente di Terranuova di oltrarno, a 3 miglia
S. Maria Assunta (Collegiata insigne), diocesi cui toscane a scirocco di Firenze passando per la strada
appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° regia di S. Donato in Collina, e 22 a maestrale di
2007, abitanti anno 1745 n° 1308, abitanti anno 1833 n° Arezzo.
2109, abitanti anno 1840 n° 1921 La forma della Terra di San Giovanni è di un
- nome del luogo: Strada, titolo della chiesa: SS. Michele parallelepipedo con tre strade pur esse parallele, che
e Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle (già l'attraversano nella sua lunghezza, delle quali quella di
Volterra), abitanti anno 1551 n° 161, abitanti anno 1745 mezzo, che è la più larga, componesi della strada regia
n° 221, abitanti anno 1833 n° 292, abitanti anno 1840 n° postale.
328 Ha 400 braccia di larghezza, circa 1600 braccia di
- nome del luogo: Ulignano, titolo della chiesa: S. lunghezza con una gran piazza quadrilunga in mezzo al
Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle (già paese e quattro porte, due delle quali sono state di
Volterra), abitanti anno 1551 n° 40, abitanti anno 1745 n° corto atterrate insieme con i torrioni che le
85, abitanti anno 1833 n° 174, abitanti anno 1840 n° 181 difendevano; le altre torri che in gran parte sussistono
- nome del luogo: Villa Castelli con Mucchio, titolo della difendevano le mura con fossi intorno. L'origine di
chiesa: S. Maria e S. Pietro (Rettoria), diocesi cui questa Terra è conosciutis sima, perché decretata dalla
appartiene: Colle (già Volterra), abitanti anno 1551 n° Repubblica Fiorentina insieme con quelle di Terranuova
162, abitanti anno 1745 n° 167, abitanti anno 1833 n° e di Castelfranco di sopra ad oggetto di scemare le
230, abitanti anno 1840 n° 238 forze e di tenere in freno i nobili di quel contado, cioè
degli Ubertini di Gaville, de’ Pazzi e degli Ubertini di
- Totale abitanti anno 1551: n° 4168 Soffena, i primi alla sinistra e gli altri alla destra
- Totale abitanti anno 1745: n° 3564 dell'Arno. – All’Articolo CASTELFRANCO DI SOPRA
- Totale abitanti anno 1833: n° 6072 fidando nel migliore storico contemporaneo, Giovanni
- Totale abitanti anno 1840: n° 6707 Villani (Cronica Lib. VIII. C. 17.) dissi, che le terre di
San Giovanni e di Castelfranco di sopra si edificarono
(1) La popolazione della parrocchia di Casale, ora nell' anno 1296; ma la fondazione loro comparisce solo
traslocata nella chiesa di S. Agostino dentro San quattr'anni dopo. Essendoché esis te una provvisione
Gimignano, nell’anno 1840 comprendeva, oltre 193 della Signoria di Firenze fatta nel gennajo del 1300
abitanti della Campagna, 266 dentro la Terra staccati (stile co mune) nella quale si leggono l'espressioni
dall’antica parrocchia della sua chiesa collegiata. seguenti: Tres Terrae fiant in partibus Vallis Arni
superiori , duae in planitie de Casa Obertini
(Castelfranco e Terra nuova), alia juxta burgum Plani
SAN GINESIO O SAN GENESIO. – Vedere BORGO SAN Alberti, pro honore, et jurisditione Comunis Fiorentini,
GENESIO Nel Val d’Arno inferiore e S. Miniato città. cum muris, et foveis, et aliis fortilitiis, etc. – (GAYE,
Carteggio inedito di Artisti. Vol. I. Append. II.)
All’ Articolo PIAN ALBERTI inviai il lettore a questo
S. GIORGIO A CASTELNUOVO nella Valle dell’Ombrone di SAN GIOVANNI nel Val d'Arno detto di sop ra. –
pistojese. – Vedere GIORGIO (S.) A CASTELNUOVO E Che poi il primo castel di San Giovanni, quantunque
CASTELNUOVO nella Valle dell’Ombrone. si creda essere il così detto Castelvecchio fabbricato in
collina, siccome lo furono quelli di Figline e di
Montevarchi esso fosse in origine in pianura dove
SAN GIOVANNI D’ASSO. – Vedere ASSO (S. costantemente risiede, lo dà incerto modo a conoscere
GIOVANNI D’) in Val d’Orcia la provvisione della Signoria testé accennata, dalla
quale anche meglio apparisce che la Terra in discorso fu
incominciata ad edificarsi nell'ultimo anno del secolo
SAN GIOVANNI, già S. GIOVANNI IN ALTURA e XIII, presso il borgo di Pian Alberti, cioè lungo
innanzi CASTEL DI PIAN ALBERTI nel Val d'Arno l'antica strada maestra del Val d'Arno e circa tre lustri
superiore. – Terra nobile e ben fabbricala con larghe innanzi dell'attuale sua chiesa prepositura.
vie, buone case e grandiosa piazza, capoluogo di Il predetto borgo di Pian Alberti fu poi designato talvolta
Comunità e di Vicariato regio, la di cui chiesa plebana con titolo di castello, tal altra con quello di villa. È
(S. Gio. Battista) recentemente eretta in prepositura, è rammentalo come castello in tre istrumenti rogali nel
novembre 1 1 3 1 , 31 gennajo 1191 e 31 marzo 1 2 3 8 , da qualche anno inanzi (1340) era stato risoluto che in
dall'ultimo de 'quali apparisce, che anche nel 1238 San Giovanni di sopra dovesse risedere anco un vicario
risedeva in Pian Alberti un giusdicente locale. – della Repubblica la cui giurisdizione civile criminale
(ARCH. DIPL. DIPL., Carte della Badia di continuò nell'età successiva ad abbracciare dieci
Passignano.) potesterie, cioè, di Greve, Cascia e Ancisa, Figline,
E indicato Pian Alberti come villa all’ anno 1302 Monte Farciti, San Giovanni, Bucine, Laterina,
dall'Ammirato nella sua istoria fiorentina, quando dice Terranuova, Castelfranco di sopra e Pontassieve.
che il podestà di Firenze Gherardino di Gambara nel Nel 1375 la Repubblica fiorentina nella guerra che
luglio del anno preindicato condannò gli Ubertini di aveva con il Pontefice Sisto IV stabilirono dei
Gaville per aver rubato e abbruciato la villa di Pian quartieri del suo esercito nel Castello di San Giovanni,
Alberti, invece di Alberto, come ivi fu stampato. e fu costà dove due anni dopo si accampò il loro
Che il castello con la corte, ossia distretto di Pian generale Giovanni Auguto, allora quando egli mise in
Alberti, fosse allora compreso nel piviere di Cavriglia lo fuga le masnade di ventura venute fino nel Val d' Arno
dichiarai all'Articolo CAVRIGLIA, dove sono designate superiore per derubare quelle ricche d industriose
due chiese sotto quel vocabolo, e solamente aggiungerò popolazioni.
che spettava alla corte medesima di Pian Alberti lo Anche più pericoloso sarebbe stato l’anno 1390 senza
spedaletto di Riofino, altrimenti detto di Ubalda, il l'accortezza e fedeltà degli
quale per lungo tempo appartenne al Monastero di abitanti di San Giovanni che non si lasciarono
Passignano. ingannare da un frate loro conterraneo, comecchè egli
Dell'isola poi di S. Maria di Pian Alberti, dove era avesse indotto il castellano Ciampolo de'Ricasoli che vi
situato cotesto spedaletto, trattano varj contratti dell'8 era dentro con alcuni soldati di presidio a consegnare
ottobre 1239, 8 novembre 1285, 12 gennajo e 10 la Terra medesima a Giovanni d' Azzo degli Ubaldini
marzo 1287 (stile comune) appartenuti tutti alla vicina ribelle della Repubblica. Ma i San Giovannesi appena
Badiola di S. Maria in Mamma. ebbero di ciò sentore, presero le armi e fecero diligente
Francesco Gherardi Dragomanni che nelle sue memorie guardia, non permettendo a Ciampolo né al frate di
della Terra di San Giovanni indicò nella prima nota godere il frutto del loro tradimento; talché il potestà di
quei contratti, ve ne aggiunse uno del 13 marzo 1300, Firenze condannò quei due ribelli ad essere attanagliati
nel quale si parla della curia del castello di San Giovanni e morti se mai pervenivano nelle forze della repubblica.
in Val d'Arno, dove fu rogato pure nel 16 settembre del – AMMIR. Stor. Fior. Lib . XV.)
1305 altro istrumento della provenienza medesima. – È fama bensì che il Castello d i San Giovanni nel 1432
(ARCH. DIPL. FIOR., Carte dell'Osp. di Bonifazio.) cadesse in potere dei nemici condotti da Bernardino
Fatto è che la prima memoria sincrona in cui fu della Carda ai danni del Comune di Firenze, finché quei
rammentato il castel di San Giovanni in altura è quella masnadieri restarono sconfitti in Val d'Elsa dove li
testé citata del 13 marzo 1300 (stile comune, vale a raggiunse il generale de' Fiorentini Michele Attendolo
dire del 13 marzo 1299 stile fiorentino ). da Culignola. – (Memorie Storiche di San Giovanni.)
Che però cotesto castello continuasse a fabbricarsi anche Dopo cotesto fatto militare la storia politica di San
nel 1300 avanzato non lascia dubbio il fatto raccontato Giovanni non indica vicende importanti, nemmeno alla
dall' anonimo autore di una vita del Petrarca, dove si caduta la Repubblica Fiorentina, sicché questa Terra per
legge, qualmente Petracco cittadino fiorentino, padre la sua posizione si mantenne sempre residenza di un
dell'insigne poeta, nel 1300 fu sostituito a Cione di vicario regio con quelle modificazioni che verranno
Roggero Minerbetti per invigilare insieme con Segno di indicate all'Articolo seguente della sua Comunità.
Bono alla fabbrica del castel di San Giovanni del Val Chiese e stabilimenti pubblici. – Senza dire degli edifìzi
d'Arno di sopra che s'edificava per conto del Comune di privati meritevoli di osservazione e dei quali va adorno
Firenze sotto la direzione del celebre Arnolfo. – cotesto paese, mi limiterò a indicare lo spazioso palazzo
(GHERARDI DRAGOMANNI, Oper. cit. Nota 3.) pretorio, riedificato con bella simetria e con vasta loggia
Fino dall'origine di questo castello la Badiola di S. nel centro della piazza maggiore. Esso apparteneva alla
Mamma col suo castelletto di S. Mariano era compresa Comunità, che lo cedé nel 1 3 7 2 al governo Mediceo
nel distretto di San Giovanni, per cui nel 12 febbrajo per farne la residenza de' suoi vica ri, molti de' quali
1345 (stile fior.), essendovi controversia fra i due luoghi, fecero murarvi lo stemma loro, con il nome e l’anno in
fu pronunziato lodo nel castel San Giovanni che cui esercitarono quell’ufizio. Ivi si leggono due
rivendicò una possessione a quella Badiola (loc. cit.), e iscrizioni in marmo relative alla generosa deliberazione
nell'anno dopo (9 genn. 1346) il consiglio di credenza del Granduca Leopoldo I per avere esonerato i
del Orni, di San Giovanni deliberò alcune penali contro possidenti delle terre lungo l'Arno del debito fatto
gli Ubertini ed i Pazzi del Val d'Arno, i quali insieme nelle spese che esigevano costà i lavori del fiume; le
con Pier Saccone Tarlati di Pietramala avevano tentato quali iscrizioni saranno riportate all’ articolo seguente
di sorprendere con le loro masnade e impadronirsi di della Comu nità.
questo castello. Chiesa prepositara. – Cotesta pieve quantunque
Fra le carte dell’Arch. Gener. Fior., ora in quello ottenesse fino dal secolo XV il battistero, e che il suo
diplomatico, avvene una del 1 ottobre 1 3 7 1 che appella parroco si eleggesse dai popolani, con tutto ciò fino
all'accesso alla potesteria di San Giovanni in altura, ossia all'anno 1672 la parrocchia di San Giovanni continuò
di sopra, di Gentile del fu Lippo Belfredelli di Firenze a far parte del piviere di Cavriglia, dalla cui chiesa
nuovo potestà di esso castello e del suo distretto. – Però matrice cotesta parrocchia riceveva gli olj santi. – Nel
1501 fu risoluto d'introdurre nella chiesa battesimale di prioria di S. Lorenzo e la parrocchia di S. Lucia, poste
San Giovanni i canonici come in quella di Cavriglia tutte tre dentro le mura castellane di San Giovanni,
destinando per pretenda l'entrate del mulino del libere da ogni dipendenza dall'antica chiesa matrice di
castello; ma una tale risoluzione rimase senza effetto, Cavriglia, premesso l'obbligo ai pievani di San Giovanni
avvegnaché poco dopo la Co munità di San Giovanni di dover inviare ogn'anno all'antica pieve di Cavriglia
offrì in dono quel mulino a Giuliano de’ Medici nel giorno di S. Gio. Battista sei ceri di libbre due
fratello che fu del cardinal Giovanni, poi Papa Leone cadauno.
X. Quindi avvenne che alla morte di Giuliano furono La chiesa principale di San Giovanni fu edificata nel
citati da messer Leonardo Bartolini a nome del Pontefice 1 5 1 2 , quindi in più tempi restaurata, ed anche
Leone X i rappresentanti di questa Comunità, talché ultimamente nel 1834 sotto il pievano Felice
questi nel 14 marzo 1520 (stile comune) umiliarono Cappelletti.
scrittura al pontefice predetto, affinché si degnasse Chieda prioria di S. Lorenzo. – Quest'antica cura di
troncare una simile lite « non volendo (diceva la Piano Alberti portava l'in dicazione di quella comunità
supplica) quei servi combattere con padroni come innanzi che fosse edificato il castello di San Giovanni.
Vostra Santità. » Fu in seguito ricostruita dentro le mura castellane,
Ognuno sa che tra i molti benefizi ecclesiastici goduti da ampliata e ridotta a tre navate, adornandola di buone
Leone X, mentre era cardinale, fuvvi anche la pieve di pitture. Una di esse (quella dell'altare di S. Biagio) è stata
San Giovanni di Val d'Arno, in memoria della qual attribuita al celebre Masaccio, mentre la tavola all'altare
commenda Agnolo di Giovanni Montechiari, che fu della SS. Annunziata fu dipinta da mano maestra nel
pievano della medesima nel 5 ottobre del 1662 porse 1472. E di qualche anno anteriore un altro quadro
supplica a Roberto Folchi vescovo di Fiesole, acciò rappresentante la B. Vergine in mezzo a S. Lorenzo e a S.
volesse permettergli di affiggere nella sua chiesa una Antonio abate che fu fatta fare da Maso di ser Paolo di ser
lapida che rammentasse ai posteri come la pieve di San Marco con la data del di 10 agosto 1453.
Giovanni fu data un tempo al Card. Giovanni de' Le pitture a fresco che ne' tempi scorsi cuoprivano le
Medici, poscia Leone X. Cosicché il vescovo pareti di questa chiesa si attribuirono, almeno in parte, a
fiesolano, dopo visto il breve del 1509 sulla rinunzia di Giovanni da San Giovanni, siccome fu congetturato dalla
detta pieve, e l’epoca nella quale essa fu conferita in testa di un putto ivi rimasto con l'iscrizione Giovanni
commenda, concedè facoltà di porre sopra la porta della dipinse.
canonica l'iscrizione qui appresso: In questa chiesa si seppellivano i giustiziati del vicariato
al quale proposito me rita di essere qui rammentato un
AETERNA UT CLARESCAT MEMORIA cadavere trovato murato nel pilastro della facciata
LEONIS X PONT. MAX. interna della chiesa a destra di chi entra, e di me
QUI ANTEQUAM PETRI A SCENDERET AD visitato nel mese di settembre del 1832; ma tornatovi
SEDEM nove anni dopo, trovai che l'aria lo aveva alterato assai
JOANNES V. S. MARIAE IN DOMINICA DIACONUS da quello che lo vidi nella prima epoca, cioè poco dopo
CARDINALS MEDICES VO CATUS essere stato scoperto; ed allora era intatto con la pelle tesa
PLEBAMAM UTI BONUS PASTOR nel corpo con denti bianchissimi, braccia incrociate,
GUBERNANS piedi ritti e bocca aperta, dell' età dai 25 ai 30 anni, con
HUMANI GREGIS REGIMINI FELICITER barba appena di un giorno spuntata da un viso piuttosto
ASSUEVIT. grasso e di collo corto.
ANGELUS MONTECLARUS PLEBANU IN Non vi sono, che io sappia, memorie della persona né
OBSEQUINDI della cagione che fece porre costà quel giovane
HOC POSCIT MONOMENTUM. delittuoso, seppure non vi fu murato vivo, talché alcuni
TERTIO NONAS OCTOBRIS ebbero a sospettare che fosse stata una delle tante vittime
ANNO SAL.MDCLXH. dell'intolleranza al tempo della persecuzione de'
Paterini.
Nella visita diocesana fatta alla pieve di San Giovanni Oratorio della Madonna. – Ma la chiesa più bella e più
nel 18 aprile 1867 il Vescovo Fr. Angelo da Diacceto, adorna di San Giovanni è quella dell'Oratorio,
avendo trovato la S. Eucaristia in un vaso fragile di fabbricata nell'anno 1484 in fondo alla piazza dalla parte
vetro ed in un ciborio al muro, assegnò al pievano il di ostro sopra le mura della Terra all'occasione di un
termine di 18 mesi per fare una pisside di rame dorata prodigio accaduto per la mediazione di una immagine
ed un ciborio di legno da mettere sull' altare. di Maria SS. dipinta sopra una delle porte del castello,
Nel 15 aprile del 1643 il pievano di Cavriglia Bernardo denominata Porta S. Lorenzo dalla vicina prioria.
Firidolfi, ad oggetto di provare che le chiese del piviere Vi si ascende per due ampie scale di pietr a , le quali
di San Giovanni erano comprese nella sua giurisdizione, fanno capo a due porte che fiancheggiano l' altare della
produsse in giudizio due istrumenti degli anni 1 5 1 4 e miracolosa immagine della Madonna delle Grazie
1570, ne terminò la lite finché nel 24 marzo del 1673 esistente nell'antico muro. – L'Oratorio, ha tre navate
Filippo Soldani vescovo di Fiesole come arbitro eletto da con cupola dipinta nel 1699 dal senese Cav. Giuseppe
Pandolino di Gio. Paolo Firidolfi pievano di Cavriglia Nasini; le volte si credono colorite dal suo
da una parte, e da Angiolo di Giovanni Montechiari contemporaneo Ferretti, che fu il primo frescante de'
pievano della chiesa battesimale di San Giovanni suoi tempi. – Nel ricco altare della Madonna nella parte
dall'altra parte, dichiarò la pieve d i S. Giovanni con la superiore fu colorita da Giorgio Vasari una gloria di
angioli; i due quadri laterali sono di mano del Pignone quadrati, dei quali 655 spettano a corsi d' acqua
pittore fiorentino. ed a pubbliche strade.
Nell'altare detto della Cappella, di fronte a quello della Vi si trovavano nel 1833 abitanti 3818, a
Madonna, si ammira la decollazione di S. Giovan proporzione di 587 persone incirca per ogni
Battista, opera pregiatissima di Giovanni da S. Giovanni, miglio quadrato di suolo imponibile.
stata però assai malmenata. Confina con cinque Comunità, due delle quali
Monasteri di S. Chiara, e della SS. Annunziata. – Il poste a l l a destra dell'Arno, ( Castel F r a n c o e
primo asceterio, la cui chiesa è dedicata a S. Maria T e r r a n u o v a ) e u n a (F i g l i n e ), poca alla destra, e la
degli Angeli, fu fondato nel 1429 da tre donne terziarie maggior parte a l l a sinistra del fiume. Sono poi tutte
dell'Ordine di S. Francesco, e ridotto in clausura nel alla sinistra le Comunità di C a v r i g l i a e di
1 5 1 5 , poi nel 1809 soppresso, ed attualmente riaperto; M o n t e v a r c h i . – Il territorio di quest' ultima
ed a quest'ultima epoca fu ridotto a conservatorio l'altro fronteggia dirimpetto a maestrale con quello
della SS. Annunziata dell' Ordine agostiniano della Comunità di San Gi ovanni, a partire dalla
mantenuto dalla Comunità, che lo fondò verso il 1530 c o n fluenza in Arno del fosso del Q u e r c i o c h e
nel luogo dove fu uno spedale per i poveri infermi. insieme rimontano fino alla strada pedonale c h e
Sono fuori della Terra il convento dei Frati dell' da Castiglioncello va a Montecarlo e lungo la
Osservanza a Montecarlo, e la soppressa Badiola di S. via di questo nome che passa sul b o r r o d e t t o d e l
Mamma, dei quali luoghi fu fatto parola agli Articoli B i s o g n i n o , d o v e s o t t e n t r a a confine la Comun ità
BADIOLA DI S. MAMMA E MONTE CARLO del Val di Cavriglia. Con que sta la nostra confina
d'Arno superiore. – Questa Terra conta anche un piccolo dirimpetto a ponente me diante il borro suddetto,
Teatro. col quale si ac c o m p a g n a n o f i n c h é e n t r a n o i n
Fra le arti principali quella de' calderai è la più estesa ed quello della C a p a n n u c c i a , col quale i due
anche la più antica, cui succede l'altra de' chiodai, mentre territorj si dirigono a ponente poscia a maestrale
molte femmine sono occupate nel lavorare scialli di a t t r a v e r s a n d o in quest’ ultima direzione il borro
modano ricamati alla dozzinale per le donne di pre d e t t o p e r i n c a m m i n a r s i v e r s o q u e l l o d e l
campagna. Mulino. C o n q u e s t o t o r r e n t e s c e n d o n o p e r c o r t o
La Terra di San Giovanni nel breve giro di un secolo, tragitto dal poggio, e quindi lo abbandonano p e r
dal 1460 al 1560, ha dato due grandi pittori, il primo, dirigersi a ponente poscia a maestrale e finalmente
che fu un genio, in Masaccio allievo di Masolino da a grecale finché passato il borro di S . C i p r i a n o
Panictile, luogo a San Giovanni vicino, ed il secondo in entrano per breve tratto nella strada rotabile che
Giovanni da San Giovanni, uno de’ più felici frescanti viene dal Porcellino. In que s t ' u l t i m a l i n e a t r o v a
della sua età, padre di Giovanni Grazia Mannozzi, di cui la Comunità di Figline, che accompagna la
esistono alcuni affreschi in Pistoia, senza dire di lauti nostra sulla via postale Aretina, lungo la quale
altri di mediocre fama. arrivano sul borro di S. Cipriano, e quindi entrano in
San Giovanni ebbe statuto proprio, uno de' quali, Arno, il cui corso secondano fino allo sbocco in esso
riformato nell'agosto del 1534, è stato pubblicato da della strada degli Urbini. Cotesta via divide le due
Franc. Gherardi Dragomanni nelle sue Memorie della Comunità dirimpetto a maestrale; ma giunte al borro di
Terra di San Giovanni ( 1 8 1 4 ) Cannuccetto sottentra a confine il territorio
comunitativo di Castelfranco di sopra, col quale l'altro
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SAN di San Giovanni fronteggia dirimpetto a settentrione
GIOVANNI nel Val d’Arno superiore, a quattro epoche mediante il corso inverso del borro predetto, fino a
diverse, divisa per famiglie. quello del Renacciolo, dove la nostra Comunità trova di
faccia a grecale la Comunità di Terranuova,
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti seguitando a fronteggiare con essa dirimpetto a levante
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; fino a che i due territorj entrano per corto tragitto nella
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 375; via provinciale di Riofi e poi nella strada rotabile della
totale della popolazione 2050. Badiola, la quale presto lasciano fuori per avviarsi da
ANNO 1745: Impuberi maschi 293; femmine 258; adulti scirocco a ostro nel borro delle Ville che tosto
maschi 425, femmine 465; coniugati dei due sessi 604; abbandonano per incamminarsi nella stessa direzione sul
ecclesiastici dei due sessi 150; numero delle famiglie 455; fiume Arno, il cui alveo rimontano fino di fronte allo
totale della popolazione 2195. sbocco del fosso del Quercio.
ANNO 1833: Imp uberi maschi 438; femmine 418; adulti Fra i maggiori corsi d'acqua che attraversano il
maschi 408, femmine 492; coniugati dei due sessi 1028; territorio comunitativo di San Giovanni non si conta
ecclesiastici dei due sessi 79; numero delle famiglie 596; che l'Arno per un tragitto di circa 4 miglia toscane. Fra
totale della popolazione 2863. i corsi minori che ne lambiscono i confini si noverano,
ANNO 1840: Impuberi maschi 421; femmine 434; adulti a levante il fosso del Quercio, ed a ponente quelli di
maschi 474, femmine 573; coniugati dei due sessi 1135; Vaccareccia e di S. Cipriano. I borri della Madonna e
ecclesiastici dei due sessi 72; numero delle famiglie 645; dei Frati lo percorrono nella parte centrale,
totale della popolazione 3109. avvicinando le mura di San Giovanni dal lato di
scirocco, mentre il borro del Mulino scende al suo
C o m u n i t à d i S a n G i o v a n n i . – Il territorio di maestrale.
q u e s t a C o m u n i t à o c c u p a u n a s u p e rficie di 4832 Havvi però nella pianura la gora del Berignolo, canale
artificiale che staccasi dall'Arno sotto Levane alla steccaja essendo troppo angusta, il fiume in tempo di
cateratta Serristori, e di là attraversa la campagna di piene, rompeva o traboccava dagli argini, scalzando le
Monte varchi e quella di San Giovanni per metter in sassaje; per cui non è da maravigliare, se dall'epoca del
moto varj mulini e sommistrar l'acqua a molti orti suddetto incanalamento (1705) sino al 1732 si era no
lungo la ripa sinistra dell'Arno. spesi in quei lavori sopra 100,000 scudi da lire sette l'
Fra le strade rotabili, oltre la regia postale Aretina che uno.
passa in mezzo al capoluogo, sono comunitative quella Limitandomi però alla sezione compresa nel distretto
della Vacchereccia che staccasi dalla postale per comunitativo di San Giovanni, non debbo omettere
condurre a Cavriglia, e l'altra che guida al convento di d'indicare fra i danni che suoi recare costà il fiume, a
Monte Carlo. fronte del canale scavato nel 1705 per addirizzare e
Non vi sono monti, ma umili colline, le quali fanno ristringere l'alveo dell'Arno, qualmente di tanto in
corona ai monti che dividono il Chianti dal Val d'Arno tanto il Poggio Lupi col suo urto contro le piene mette
superiore. in scompiglio le campagne presso la Terra di San
I fianchi di coteste colline sono in gran parte coperti di Giovanni, ai di cui possident i convenne nei lavori
ciottoli, sovrastanti al tufo arenario giallo nerastro in fattivi spendere in modo che a quel tratto di fiume
masse esternamente friabili, solide internamente e fu dato il nome di Sprone d'oro. E siccome per il
stratificate, mentre lungo il borro dei Frati il suolo è debito che v'era sopra a molti piccoli possidenti
vestito di un renischio bianco di natura silicea, nel mancavano i mezzi di soddisfarlo, essi perdevano il
quale s'incontrano banchi di conchiglie bivalvi e univalvi fondo, quando altri proprietarj a cagione di liti e di
di acqua dolce; all'incontro il terreno della subiacente frutti eccessivi si erano ridotti poveri; a tanto guasto
pianura resta profondamente coperto da quello recente di accorse nel 1783 la mano benefica del Gran Leopoldo,
trasporto misto a ciottoli e ghiaje di calcarea compatta e allorché emanò uno di quei motuproprj che eterneranno
di macigno. la sua me moria più assai del marmo posto a tale effetto
Rispetto alla sezione compresa nell’ Oltrarno consiste in nel palazzo pretorio di San Giovanni. Per la qual cosa
una terra sciolta, pur es sa di alluvione, come può quella popolazione in segno di gratitudine lo fece
riscontrarsi nelle profonde ripe corrose dai borri e dal scolpire, siccome per parte sua fu eseguita la stessa cosa
fiume stesso dell'Arno. Tale è l'altipiano del Poggio ai dal popolo di Figline. – Vedere FIGLINE Vol. II pag.
Lupi su cui risiede la chiesa della Badiola di S. 137. Eccone le parole:
Mamma, e il distrutto castel di San Mariano un terzo
di miglio dall’ Arno e due terzi da San Giovanni. PETRO LEOPOLDO A. A. M. ETR. DUCI
L'alveo però di questo fiume ai tempi della repubblica N O V A E F F L I C I T A T I S A UC T O R I
correva assai più vicino alla Terra di San Giovanni, QUOD AGRORUM VALLIS ARNI
siccome apparisce dalle varie provvis ioni prese dagli POSSESSORES
uffiziali di Torre nel 1444, 1448, 1451, 1 5 1 2 e 1523 EXHAUSTOS AETERNUMQUE OBAERATOS
rispetto ai lavori stati fatti nel suo alveo fra Montevarchi L X X X A N N O R U M I M P E N D II S
e Figline, a causa del male che il detto fiume per essere FLUMINE AB ALLUVIONI BUS CONTINENDO
escilo del suo letto apportava alla Terra di San Giovanni. A SUPREMA FORTUNARUM RUINA LIBERAVIT.
A riparo di simili danni tendevano le spese che gl’ RESCISSO INDEBITI FUENORIS COMPUTO
interessati continuamente erano costretti a fare per tenere MITIGATO SEVERIORI C REDITORUM IURE
dentro i limiti del suo alveo le acque dell'Arno; ma le PRAEDIIS ANTIQUO DOM INO RESTITUTIS
imposizioni per tal uopo si erano moltiplicate al segno DEMUM NUMERATA A CREDITORIBUS
che, sebbene la repubblica fiorentina nel 1 4 5 1 PECUNIA
condonasse il debito che la Comu nità di San Giovanni con SUPPETIAS FERENTE
la medesima aveva fatto, contuttociò le imposizioni PAUPERIBUS EFFUSE PA RCIUS DIVITIBUS
successive si moltiplicarono a segno che in alcuni luoghi REGIO AERARIO
giunsero ad assorbire il valore del fondo. Per atto di ATQUE AERE CONLATO
clemenza dai Granduchi di Toscana vi si fecero delle O P E R A J O A N N I S B A R G I GLI NOBILIS J. C.
regie spese, ritenendo in guiderdone quei rilasci del FLOR.
fiume, che si ottennero nel 1 7 0 5 , quando fu ristretto IN REM TOTAM SIBI CREDITAM
l'alveo mediante nuovi argini e sas saje, ed affondato EXTRICAVIT
anche il suo letto nella lunghezza di circa miglia 14, a E X I T U O M N I B U S P R O B A T IS S I M O
partire dalla Valle dell'Inferno infino all'Incisa, nel cui O P P I D A N I S . J P H A N N I S M. PP.
tragitto calcolossi che l'Arno avesse braccia 45 di A. R. S. MDCCLXXXIII.
caduta. Nella qual circostanza furono muniti di cateratte
i fossi maestri, acciocché l'acque dell'Arno e dei borri Rispetto alla coltura del suolo, quello della pianura e
nei tempi di escrescenze non solamente restassero della collina di questa Co munità può dirsi un giardino,
circoscritte nei loro alvei, ma che invece di sommergere, sia per i numerosi orti e ben coltivati poderi, sia per i
colmassero bonificando i terreni bassi, frigidi e sabbiosi. copiosi uliveti ed i meglio tenuti vigneti che Leandro
L' usurpazione pertanto fatta del terreno all' Arno cosi Alberti nella sua descrizione dell'Italia decantò per i
incanalato, fece crescere alle acque del fiume un pelo soavissimi vini di Tribiano, e prima di lui Poggio
assai più elevato nelle sue piene ed una velocità Bracciolini in una lettera a Niccolo Niccoli, della quale fa
maggiore in guisa che la gola dell' Incisa presso la dato il sunto all’Articolo MONTE CARLO nel Val
d'Arno superiore. anno 1833 n° 851, abitanti anno 1840 n° 863
Per la favorevole situazione del capoluogo posto in mezzo - nome del luogo: S. GIOVANNI Terra, titolo della
a due cospicue e popolosissime Terre della Toscana, per chiesa: S. Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene:
la fertilità e ricchezza del suo terreno il paese di San Fiesole, abitanti anno 1551 n° 3466 (con S. Giovanni
Giovanni è stato riguardato il più centrale del Val Battista e S. Lucia), abitanti anno 1745 n° 1582, abitanti
d'Arno superiore; sicché dal secolo XIV in poi esso fu anno 1833 n° 1984, abitanti anno 1840 n° 2216
costantemente la residenza di un giusdicente - nome del luogo: S. GIOVANNI Terra, titolo della
maggiore, ossia vicario, il quale dall'epoca della sua chiesa: S. Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Fiesole,
istituzione fino alla legge del 30 settembre 1 7 7 2 abitanti anno 1551 n° 3466 (con S. Giovanni Battista e S.
fa ceva ragione nel civile alla Comunità di San Lorenzo), abitanti anno 1745 n° 24, abitanti anno 1833 n°
Giovanni e nel criminale a questa medesima ed a l l e 28, abitanti anno 1840 n° 30
Comunità di Figline, del Pontassie ve, di Terranuova, - nome del luogo: Vacchereccia (*), titolo della chiesa: S.
di Cascina e Incisa (Regello), di Castelfranco di Salvatore (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole,
sopra, d i Rignano, di Montevarchi, del Bucine e di abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 195,
Laterina. – Tale si mantenne la sua giurisdizio ne abitanti anno 1833 n° 294, abitanti anno 1840 n° 318
fino al princip io del 1 7 7 3 , quando fu eretto il
vicariato del Pontassieve, e nel 1811 furono staccate - Totale abitanti anno 1551: n° 3466
da quello di San Giovanni le ultime cinque Comunità - Totale abitanti anno 1745: n° 2480
testé indicale e aggiuntegli in cambio quelle nuove - Totale abitanti anno 1833: n° 3818
del Pian di Scò e di Cavriglia; una delle quali fu - Totale abitanti anno 1840: n° 4346
scorporata dal territorio commutativo di San Giovanni.
– Vedere CAVRIGLIA . (1) La chiesa parrocchiale del Renaccio, sebbene nelle
In San Giovanni si tiene ogni sabato un mercato di due ultime epoche sia compresa nella Comunità di San
piccolo concorso. – Di maggior concorrenza è la fiera Giovanni, la sua maggior popolazione spetta alle
che i v i cade nel lu nedì dopo la festa di S. Maria d' Comunità limitrofe. – Vedere RENACCIO.
agosto, e una seconda fiera vi si pratica nel primo Le tre parrocchie contrassegnate con l’asterisco (*)
lunedì di ottobre. nell’ultima epoca mandavano nelle Comunità limitrofe
La Comunità mantiene due medici ed un chirurgo; tutte insieme Abitanti n° 377
provvede all' istruzione dei fanciulli mediante due
maestri, uno di calligra fia, abbaco e lettura, l' altro di Altronde entravano dalle parrocchie della Madonna del
principi di lingua latina e di rettorica. All' istruzione Giglio (di Montevarchi) e da quella di S. Cipriano in
delle fanciulle suppliscono le maestre del Avane (di Caviglia) Abitanti n° 162
conservatorio della SS. Annunziata.
In San Giovanni esiste una cancelleria Comunitativa - Totale abitanti anno 1840: n° 4131
che serve anche alle Comunità di Terranuova, di
Loro, Castelfranco di sopra e Pian di Scò. Vi risiede
pure un ingegnere di Circondario. L' ufizio di SAN GIOVANNI MAGGIORE in Val di Sieve. – Vedere
esazione del Registro è in Montevarchi, la GIOVANNI ( S . ) MAGGIORE e così degli altri
conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Pri ma luoghi.
istanza sono in Arezzo.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ DI SAN SAN GIOVENALE DI CASCIA. – Vere
GIOVANNI nel VAL D’ARNO SUPERIORE a quattro GIOVENALE (S.) DI CASCIA.
epoche diverse, meno la sezione data alla Comunità di
Cavriglia.
SAN GIROLAMO NEL PIAN DI ANGHIARI. –
- nome del luogo: Badiola a Mamma (*), titolo della Vedere G I R O LAMO (S.) NEL PIAN DI
chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, ANGHIARI in Val Tiberina.
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 90, abitanti
anno 1833 n° 382, abitanti anno 1840 n° 393
- nome del luogo: Montecarlo (*), titolo della chiesa: S. SAN GIULIANO (BAGNI DI). – Vedere BAGNI DI SAN
Francesco (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, GIULIANO
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti
anno 1833 n° 265, abitanti anno 1840 n° 399
- nome del luogo: (1) Renaccio, titolo della chiesa: S. SAN GIULIANO (MONTE DI). – Vedere MONTE
Silvestro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, PISANO.
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti
anno 1833 n° 14, abitanti anno 1840 n° 127
- nome del luogo: S. GIOVANNI Terra, titolo della SAN GIULIANO A SETTIMO. – Vedere SETTIMO
chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui (PIEVE DI S. GIULIANO A) nel Val d'Arno fiorentino.
appartiene: Fiesole, abitanti anno 1551 n° 3466 (con S.
Lorenzo e S. Lucia), abitanti anno 1745 n° 589, abitanti
SAN GIUSTINO A L BORRO. – Vedere GIUSTINO (S.) bolle pontifìcie di Pasquale II (anni 1103 e 1107) e
nel Val d'Arno superiore; e così degli altri omonimi. d'Innocenzio I I (nel 1134), da Celestino II (nel 1143) e
da Anastasio IV (nel 1153).
Rispetto alla storia politica il castello e distretto di San
SAN GIUSTO A BALLI. – Vedere GIUSTO (S.) A Godenzo pervenne in dominio de' conti Guidi di
BALLI. Modigliana, e specialmente al ramo de' conti di
Porciano, ai quali tutta la montagna di San Godenzo fu
confermata dall'Imperatore Arrigo VI con diploma del 25
SAN GIUSTO ALLE MONACHE. – Vedere GIUSTO (S.) maggio 1191, fino a che l’ Imperatore Federigo II ,
ALLE MONACHE, così di tutti gli altri al respettivo nell'aprile del 1247, assegnò ai fratelli Guido e Simone,
vocabolo. conti di Battifolle, la metà del monastero stesso di S.
Gaudenzio con le sue pertinenze, quando già lo stesso
SAN GODENZO (S. Gaudentius) in Val di Sieve. – imperante con altro privilegio del 29 novembre 1220
Villaggio, già Castello con chiesa prioria, già abbaziale (S. aveva concesso ai 5 figli del C. Guido Guerra la badia
Gaudenzio) nel piviere di Bavello, capoluogo di Comunità, con tutta la montagna di San Goden zo.
nella Giurisdizione e circa 6 miglia a grecale di Dicomano Alla metà del secolo medesimo il castello di San
Diocesi di Fiesole, Compart imento di Firenze. Godenzo insieme a quello di S. Bavello ed altre ville
Risiede in poggio nel fianco meridionale dell'Appennino della montagna omonima erano toccati di parte al ramo
che porta il vocabolo di Alpe di S. Godenzo sulla ripa de' CC. Guidi di Porciano, uno dei quali fu quel C.
destra del torrente omonimo, denominato più sotto Guido di Porciano figlio del C. Tegrimo o Teudegrimo
Dicomano, a cavaliere della nuova strada regia Forlivese che nel 1256, stando nel borgo di San Godenzo a pie
che sale quella montagna per entrare nella Valle del dell'Alpi stabilì la dote alla sua figlia Margherita che fu
Montone in Romagna, fra il grado 29° 17' longitudine e il sposa a Bomiazio di Pagano degli Ubaldini da Susinana.
grado 43° 55' 3" latitudine, 16 miglia a grecale del Al qual contratto di Sposalizio servirono da testimoni il
Pontassieve, 26 da Firenze nella stessa direzione, 15 conte Guido Novello da Battifolle, il conte Guido del fu
miglia toscane a levante del Borgo S. Lorenzo, e circa 11 C. Aghinolfo di Romena, il conte Ruggiero di
miglia. a ostro libeccio di S. Benedetto in Alpe varcando Marcovaldo de' conti di Dovadola, e varii altri. – (P.
l'Appennino. ILDEFONSO, Delizie degli eruditi toscani. T. VIII.)
Deve questo villaggio se non l'origine, di certo il nome ad Figlio del suddetto conte Guido fu quel conte Tancredi
una badia di Benedettini sotto l'invocazione di S. che nel 14 sett. del 1306 fece rogare nella chiesa della
Gaudenzio monaco, le cui reliquie furono collocate in badia di San Godenzo il contratto di compra di alcuni
cotesta chiesa da Jacopo Bavaro vescovo di Fiesole e beni, venduti dal conte Aghinolfo di Ro mena suo
fondatore della stessi badia nel mese di febbrajo dell'anno cugino. Ed era quello stesso conte che nel 1308 dal
1029. Comune di Firenze fu condannato come Ghibellino col
Non dico fondatore della chiesa, poiché nel breve di lui fratello C. Bandino; quello medesimo che insieme
spedito lì 25 febbrajo del 1028 Indiz. XI (1029 a stile con altri fratelli e consorti nel 1 3 1 2 condusse a San
comune) si legge: che questa chiesa fino allora era stata Godenzo ed in questo castello accolse gli ambasciatori
plebana: plebs fuit usque nunc. – Infatti cotesta abazia Niccola vescovo di Botronto e Pandolfo Savelli spediti
da tempo assai vetusto gode del privilegio del battistero. – da Arrigo VII in Toscana, e non ricevuti dai Fiorentini.
Essendo essa di pertinenza della mensa vescovile, Jacopo Finalmente era quello stesso C. Tancredi che nel 1313
Bavaro, previo il consenso del clero e del popolo faceva la sua corte all' Imperatore Arrigo VII di
fiesolano, con quell' atto donò la chiesa di S. Lussemburgo nel campo del Poggio Imperiale sopra
Gaudenzio compresi t u t t i i suoi beni, cui ne aggiunse Poggibonsi. – Vedere PORCIANO.
altri del suo vescovado, ai monaci Cassinensi. – Ma San Godenzo e la sua chiesa al principio del secolo
(UGHELLI, Italia sacr. in Episc. Fesul.) XIV aveva servito di punto di riunione ad alcuni capi
Però da una bolla del 25 luglio 1070 diretta da Ghibellini fuo rusciti di Firenze. l' Arch. Gener. Fior.
Trasmondo vescovo di Fiesole a Guido abate di S. conserva il contratto originale di ser Giovanni di Buto
Gaudenzio ed ai suoi monaci si rileva che a cotesta badia d'Ampinana rogato nel coro dell'Abazia di San Godenzo
fu aumentata la dote con la terra di S. Detole ed una a pie dell'Alpi, col quale mess. Torrigiano, Cerbone e
vigna posta nel monte di S. Gaudenzio. Dalla quale Vieri tutti di casa Cerchi, mess. Guglielmo de' Ricasoli,
apparisce che la stessa badia era stata restaurata a sua mess. Neri e Benino Grosso pure de 'Ricasoli, Bettino
esortazione ed abbellita, quindi dal vescovo medesimo e Nuccio di mess. Accerito, mess. Andrea de'
consacrata. Gherardini, Branca e Chele de' Scolari, Dante
Cotesta chiesa intatti conserva la struttura architettonica Alighieri , Mino di Radda, Bertino de Pazzi, Taddeo e
del secolo XI, è a tre navate ad archi di sesto intero con Angelino degli libertini i v i congregati promisero ai
la confessione, sicché presenta a forma di una basilica di signori di casa Ubaldini, e specialmente al nobil uomo
quel secolo sullo stile della cattedra le di Fissole e della Ugolino di Felicione per se e per i suoi figli sotto pena
chiesa di S. Miniato al Monte, comecché quest'ultima di mille marche di argento di rifar loro le spese ed
preceda le due altre. interessi, per riparare ai danni che il prenominato
Sennonché il giuspadronato della chiesa abbaziale di S. Ugolino, o i di lui consorti fossero per ricevere o
Gaudenzio ad onta del bre ve di Trasmondo del 1070 avessero ricevuto tanto in beni temporali come in
tornò alla mensa vescovile di Fiesole confermata da due benefìzj ecclesiastici all'occasione della guerra fatta o da
farsi per il castel di Monte Accianico per qualche altra rammentato nel regolamento fatto a tale uopo nel 18
fortezza, come pure ai fedeli degli Ubaldini. novembre del 1751 dalla reggenza del Granduca
Le date cronache di questo documento prezioso essendo Francesco II.
in quella carta consumo si opinò che quella congrega La parrocchia di San Godenzo abbraccia le ville in
accadesse nel 1302, innanzi la sentenza pronunziata Spaliena e di Affrico– Nacque nella villa di Spaliena
contro l' Alighieri ( 1 0 marzo 1 3 0 2 stile fiorentino ossia presso San Godenzo il Pad. Ruffino cappuccino,
1303 stile comune) subito dopo che nell'estate del cappellano e maestro di musica nella Basilica di S.
1302, alcuni della famiglia dei Cerchi con altri capi Lorenzo di Firenze innanzi che si ritirasse fra i
Ghibellini si diressero armati (forse da San Godenzo) cappuccini, pentito di aver egli dato occasione a suo
verso Prato Magno per scendere nel Val d'Arno di sopra padre già molto vecchio di gettarsi disperatamente in
contro Gangherato che assalirono e saccheggiarono. Per Arno per aver il figlio negato di riconoscerlo per
la qual cosa il potestà di Firenze con sentenza del 21 genitore e fatto cacciare dal suo cospetto.
luglio 1302 condannò a morte, ma in contumacia,
dodici di casa Cerchi, varj dei Guidalolti, gli Ubertini di MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA DI
Gaville, i Pazzi di Vald'Aro, e U"olino degli Ubaldini; SAN GODENZO a quattro epoche diverse, divisa per
mentre Andrea de' Gherardini e l'intiera famiglia de' famiglie.
Cerchi vennero poco dopo nel mese di marzo dell' anno
1303 banditi con Dante Alighieri (stile comune). – ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
Vedere l'Articolo GANGHERETO E GAVILLE. maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
Ma nel 1 3 4 2 sotto il duca d'Atene signor di Firenze ai ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 112;
27 dicembre fu conclusa pace col C. Guido Alberto totale della popolazione 486.
signor di Porciano, di S. Bavello e di San Godenzo, il ANNO 1745: Impuberi maschi 79; femmine 88; adulti
quale due anni dopo per contratto rogato lì 23 giugno maschi 96, femmine 154; coniugati dei due sessi 216;
1344 nella chiesa di San Godenzo, vendé alla ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 116;
Repubblica Fiorentina il Castello di San Godenzo con totale della popolazione 638.
quello di S. Bavello e loro distretti ivi designati. – ANNO 1833: Impuberi maschi 145; femmine 147; adulti
Vedere BABILA (S.), e la Descrizione del Mugello del maschi 105, femmine 98; coniugati dei due sessi 316;
BROGGHI, pag. 2 7 0 e segg. ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 136;
D'allora in poi cotesti due popoli furono riuniti al totale della popolazione 814.
contado fiorentino, dal cui governo nel 1352 vennero ANNO 1840: Impuberi maschi 148; femmine 146; adulti
essi ricompensati per avere bravamente difeso il passo di maschi 109, femmine 113; coniugati dei due sessi 324;
quell'Alpe dalle forze dell'arcivescovo di Milano unite a ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 138;
quelle de' suoi aderenti, gli Ubaldini del Mugello e del totale della popolazione 843.
Podere, coll'esentare per tre anni i popoli predetti da
ogni gravezza. – (AMMIR. Stor. fior. Lib. X.) Comunità di San Godenzo. – Il territorio di questa
Finalmente nel 1 3 5 9 i conti Piero e Tancredi figli del Comunità occupa una superficie di 29029 quadrati dei
prenominato C. Guido Alberto di Porciano furono quali 526 spettano a corsi d'acque ed a pubbliche strade.
ammessi allo stipendio militare dal Comune di Costà nel 1833 abitavano familiarmente 2704 persone,
Firenze, e ciò dopo che nel 31 agosto del 1356 la equivalenti a circa 77 individui per ogni miglio toscano
Signoria ebbe acquistato per fiorini 2650 dal C. Guido quadrato di suolo imponibile.
Domestico figlio del C. Tegrimo di Porciano i castelli e Confina con sette Comunità, tre delle quali
ville del Castagno, di Monte dell'Onda e di Sirignano transappennine, due del Val d'Arno casentinese, e le altre
situati nel piviere di S. Bavello, che riunì alla della Val di Sieve. – Il territorio spettante alla Comunità di
Comunità di San Godenzo. San Godenzo occupa non solo il fianco occidentale della
Rispetto poi alla badia di San Godenzo, dopo soppressa Falterona, ma ancora una porzione della schiena del
fu assegnata in commenda, quindi insieme con i suoi monte medesimo e di quello dell'Alpe di S. Benedetto,
beni ammensata ai PP. Serviti di Firenze, mediante acquapendente il primo nel Bidente e nel Rabbi, ed il
una bolla del Pontefice Sisto IV data lì 23 maggio secondo nel Montone in Romagna.
1 4 8 2 , coll'assegnare una pensione di 50 fiorini al prete Fronteggia dirimpetto a grecale con il territorio
commendatario; la qual chiesa abbaziale si mantenne transappennino della Comunità di Premilcore, a partire
sotto il padronato de' PP. Serviti fino all'anno 1808. dal dorso della Falterona sopra le sorgenti del fosso
Era manuale di questa badia l' altra di S. Bartolommeo omonimo sino alla sommità detta Sodo de' Conti, donde
al Buonsollazzo confermatagli insieme con la chiesa di S. si dirige a settentrione passando per il poggio Martino
Detole dal Pontefice Onorio III autore di due bolle a ciò lungo il crine del Pian de' Fontanelli, e di là sul
relative, in data del 12 settembre 1210 e del 9 maggio Monti Corsojo, nella cui faccia orientale nascono le
1225. – (ARCH. DIPL. FIOR, Carte del Conv. della SS. prime sorgenti del Bidente del Corniolo, mentre
Annunciata di Fir.) Nel castello stesso esisteva uno quelle dell' opposta pendice vanno a scaricarsi nella
spedaletto sotto il titolo di S. Michele sottoposto al Sieve. Di là i due territorii comunitativi attraversando il
magistrato del Bigallo di Firenze (ora compagnia poco Campo detto di Guerra giungono sopra le scaturigini
fuori del Villaggio) restato in attività anche nel secolo del fosso di Acquasalsa influente nel Rabbi per
XVIII, perché designato ai pellegrini che facevano la passare sulla schiena dell'Alpe di S. Benedetto e quindi
strada del Montone per venire da Castro Caro a Firenze e arrivare sul poggio di Forfagliato, dove sul torrente di
Troncalosso cessa la Comunità di Premilcore. Ivi Che si divalli giù nel basso tetto.
sottentra quella di Portico, con la quale la nostra
prosegue nella direzione di maestrale mediante il torrente Dalla parte poi cisappennina il maggiore corso d'acqua
di Troncalosso che poi attraversa per entrare nei fosso consiste nel torrente di S. Godenzo, il quale attraversa per
detto di S. Benedetto che costà prende il nome di lungo tragitto il territorio di questa Comunità scendendo
Montone e taglia la strada regia Forlivese sotto l' Osteria dalla schiena della Falterona volta a maestrale finché il
nuova. Quindi per il rio de' Faggi sale sul monte della torrente stesso giunto al confine della stessa Comunità
Penna, donde per le prata dell’ Adriasso sale alla cambia il suo nome con quello vicino del territorio
Caduta dell’ Acquacheta di Dante, il cui fosso rimonta comunitativo di Dicomano.
verso settentrione maestrale per correre contr'acqua di Fra le strade rotabili non si conta in questa comunità che la
là dal giogo dì S. Maria dell' Eremo fino a che al fosso de' regia Forlivese, la quale, a partire dall’albergo del
Romiti cessa il territorio della Comunità di Portico, e viene Carbonile, per dolce inclinazione nel 1836 fu tracciata sul
a confine dirimpetto a grecale settentrione quello della fianco meridionale dell’Alpe di San Godenzo. Rispetto alla
terza Comunità transappenninica di Marradi. – Con questa struttura geognostica, già dissi all’Articolo FALTERONA,
l'altra di San Godenzo continua a rimontare il fosso de' appartenere quel terreno nella massima parte alle rocce
Romiti sul poggio di Briganzone finché alla sommità del stratiformi secondarie di grès antico (macigno) di argilla
giogo di Belforte incontra sulle sorgenti del fosso dell' schistosa (bisciajo) e di calcarea appenninica (alberese e
Alberaccio il territorio della prima Comunità cisappennica pietra colombin) ed aggiunsi che dote abbonda l'argilla
di Dicomano. Con questa la nostra voltando faccia da schistosa, talvolta pregna di ferro e di manganese ossidati,
settentrione a ponente scende nella Val di Sieve da primo ivi accadono con più frequenza i casi di smotto di terreno,
mediante il fosso dell'Alberaccio, poi per termini siccome avvennero quelli del maggio 1335, del mese
artificiali trapassando i contrafforti di quell'Appennino medesimo negli anni 1441, e 1827 sul fianco occidentale
per entrare nel fosso della Mergolla, mercé del quale i della Falterona compreso nella Comunità di San Godenzo.
due territorj camminano di conserva per circa un miglio Fra i prodotti principali di suolo questa Comunità abbonda
toscano e mezzo; quindi voltando la fronte a di boschi di faggi, di selve di castagni e di praterie
settentrione si dirigono sul torrente Corella che poscia naturali. Dai primi ritrae molto carbone che recasi a
attraversano mezzo miglio sopra la sua confluenza nel Firenze, dalle seconde molte castagne che forniscono
torrente Dicomano, al di là del quale ripiegando la nella pulenta il pane giornaliero alla maggior parte di
fronte a ponente e quindi a libeccio tagliano la strada quegli abitanti, mentre le praterie naturali somministrano
regia Forlivese e trapassano il torrente Dicomano sotto alimento a mandre di pecore, le quali producono molti
la confluenza del Corella. Da cotesto punto le due agnelli, lana, cacio ec. Anche gli animali neri formano per
Comunità si avviano verso levante scirocco sopra i poggi coteste contrada un ramo d'industria agraria cui vanno
che fiancheggiano a ostro la vallecola del torrente innanzi i cereali. Alquanto più scarse, sebbene non
Godenzo, finché dopo tre miglia di cammino sui poggi manchino in alcune pendici, sono le vigne che
medesimi sottentra dirimpetto a ostro la Comunità di Londa. forniscono un liquore un poco acerbo alle famiglie più
Con quest'ultima l'altra di San Go denzo sale il fianco facoltose. Le piante fruttifere meno copiose sono quelle
occidentale del monte di Falterona fino alla sua sommità. degli olivi, sebbene anch'esse fruttino con parsimonia
Costassù viene a confine il territorio della Comunità ne' valloni difesi dai venti settentrionali e nelle colline
casentinese di Stia, e dopo due terzi di miglio toscano inferiori al capoluogo.
quello dell' altra di Pratovecchio, con le quali la nostra Non vi sono mercati settimanali, e sole due piccole fiere
dirimpetto a ostro arriva al Sodo de' Conti, dove dopo cadono dentro l'anno, nel 25 luglio e nel 28 novembre,
mezzo miglio toscano di cammino lungo la strada pedonale oltre una destinata al bestiame vaccino che si tiene ai
ritrova dal lato di levante sopra le sorgenti del fosso Prati nella sommità dell'Alpe di San Go denzo, la quale
Falterona la Comunità di Premilcore. ha luogo nell' ultimo lunedì di agosto. Cotesta fiera
Il monte più elevato di cotesto territorio mi sembra quello annuale ritornò in vigore dopo che il Granduca Leopoldo I
del Sodo de’ Conti che è poche braccia inferiore alla con motuproprio del 6 settembre 1769 permise che fosse
prossima cima della Falterona, la cui altezza calcolata dal rimessa in uso l'antica fiera dei bestiami nel solito posto
P. Inghirami fu trovata di braccia 2825,4 sopra il livello detto i Pianottoli, ossia nei Pratoni della Badia di S.
del mare Mediterraneo. Gaudenzio sul giogo dì quell' Alpe. Il qual motuproprio fu
L'altra montuosità è quella che serve di varco fra la contemporaneo a quello relativo alla conservazione e
montagna di S. Godenzo e l'Alpe di S. Benedetto riproduzione delle macchie di faggio nel crine e dentro il
denominata le Prata, per dove passa la nuova strada regia miglio dalla sommità del nostro Appennino.
Forlivese. – Essa è braccia 1674,5 sopra il mare. Fra i
maggiori corsi d'acqua che attrversano o che lambiscono i QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ DI SAN
confini del territorio comunitativo di San Godenzo, si GODENZO a quattro epoche diverse.
contano, dalla parte transappnnina le fiumane superiori del
Rabbi e del Montone; innanzi ancora che quest' ultima - nome del luogo: Casale, titolo della chiesa: S. Niccolò
acquisti col nome, cioè, un buon miglio toscano sopra (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti anno
alla confluenza del torrente il quale 1551 n° 117, abitanti anno 1745 n° 181, abitanti anno
1833 n° 156, abitanti anno 1840 n° 170
Rimbomba là sopra San Benedetto - nome del luogo: Castagno, titolo della chiesa: S.
Che si chiama Acquacheta suso, avante Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti
anno 1551 n° 409, abitanti anno 1745 n° 504, abitanti braccia 1090 sopra il mare Mediterraneo, fra il monte
anno 1833 n° 488, abitanti anno 1840 n° 551 del Cerreto che resta alle sue spalle settentrionali, e
- nome del luogo: Eremo, titolo della chiesa: S. Maria quello della Croce di Monte che si alza al suo ostro,
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti anno nascondendo entrambi la loro base nel torrente Limestre
1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 155, abitanti anno 1833 le cui acque scorrono a mezzodì della Terra di San
n° 319, abitanti anno 1840 n° 366 Marcello, che è circa miglia toscane ½ a levante della
- nome del luogo: Ficciana, titolo della chiesa: S. Maria Lima ed altrettante a ponente del castello di Cavinana,
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti anno celebre per l'ultima giornata campale perduta dalla
1551 n° 93, abitanti anno 1745 n° 105, abitanti anno 1833 Repubblica Fiorentina. Trovasi fra il grado 28° 27' 3''
n° 114, abitanti anno 1840 n° 117 longitudine ed il grado 4 4 ° 3' 8" latitudine, 17 miglia
- nome del luogo: Petrognano, titolo della chiesa: S. toscane a maestrale. di Pistoja, 1 5 a libeccio della
Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti Sambuca, 13 miglia toscane a scirocco dell' Abetone,
anno 1551 n° 347, abitanti anno 1745 n° 266, abitanti ossia del Bosco Lungo, circa 4 miglia a settentrione di
anno 1833 n° 342, abitanti anno 1840 n° 355 Piteglio, due miglia toscane a scirocco del Ponte della
- nome del luogo: San Bavello, titolo della chiesa: S. Lima e della gran Cartiera Cini, e appena un miglio a
Babila (Pieve), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti maestrale del nuovo edifizio de' Panni Feltri. I nomi di
anno 1551 n° 462, abitanti anno 1745 n° 400, abitanti Mammiano, Pupilio, Piteglio, cavinano ecc. rimasti a
anno 1833 n° 471, abitanti anno 1840 n° 502 molti paesi e contrade della Montagna e dell' agro
- nome del luogo: SAN GODENZO, titolo della chiesa: pistojese danno diritto a supporre che anche la Terra di
S. Gaudenzio (Prioria), diocesi cui appartiene: Fiesole, San Marcello tragga la sua origine dai possessi che
abitanti anno 1551 n° 486, abitanti anno 1745 n° 638, ebbero costà i coloni o liberti della casa patrizia romana
abitanti anno 1833 n° 814, abitanti anno 1840 n° 843 de' Marcelli, fino a che propagatosi il Cristianesimo, fu
preso per patrono dagli abitanti di cotesta contrada il
- Totale abitanti anno 1551: n° 1914 pontefice S. Marcello I, il quale ottenne la palma del
- Totale abitanti anno 1745: n° 2249 martirio nel gennajo dell'anno 3 1 0 dell'Era volgare.
- Totale abitanti anno 1833: n° 2704 S'ignora tuttora l'epoca in cui la chiesa parrocchiale di
- Totale abitanti anno 1840: n° 2904 San Marcello fu dedicata a cotesto santo e dichiarata
pieve, dondechè resta sempre a sapere quando i
Sanmarcellesi sostituirono al vocabolo romano di
SAN GODENZO torrente– Vedere DICOMANO Marcello quello del santo loro patrono, nel mo do che
fiumana. fecero altri paesi della Toscana, come Cassiano a
Decimo convertito in S. Casciano, Terenzio in
Lunigiana attualmente appellato San Terenzio ecc.
SAN MAMANTE. – Vedere MAMANTE (S.) ecc.
Che la contrada di San Marcello sino dai tempi del
paganesimo fosse abitata non vi ha chi lo metta in
SAN MAMILIANO. – Vedere MAMILIANO (S.) IN dubbio, tanto più che in coteste parti esistere doveva
VALLI. fino d'allora una strada per la quale si passava dalla
Toscana nella Gallia Togata. – Vedere l’ Articolo seg.
Comunità di San Marcello.
SAN MAMMA (BADIOLA DI)– Vedere BADIOLA DI Può servire di conferma a ciò la scoperta fatta nel 1740
S. MARIA IN MAMMA. da Giovanni Cini, avo dei Fratelli Giovanni e Cosimo
Cini viventi, di un sepolcreto in un loro predio
denominato Basilica, posto fra San Marcello e
SAN MAMMA A SAN MAMANTE. – Vedere Mammiano, dove si scopersero riuniti sei o sette sepolcri
MAMMA (S.) A SAN MAMANTE. romani con ceneri, carbone ed ossa abbruciate in piccole
urne oltre una quantità di monete di rame coi ritratti di
M. Agrippa, di G. Cesare, di Augusto, di Tiberio, di
SAN MAMMEO DI SIGNA. – Vedere MAMMEO (S.) Claudio e di Nerone, fra le quali una ben conservata del
PRESSO LA GOLFOLINA. tribuno Druso Cesare fratello di Tiberio. Cotesto
ritrovamento fornisce anche qualche appoggio ad un
diploma concesso nel 27 aprile 997 dall'Imperatore
SAN MAMMEO A S. MOMMÈ. – Vedere MOMM È Ottone III a Giovanni, e non Antonino, vescovo di
(S.) nella Valle dell'Ombrone pistojese, e non nella Pistoja, col quale privilegio fu confermata alla cattedrale
vallecola della Limentra come ivi fu stampato. di Pistoja fra le altre corti quella di Mucillo, che credo
debba leggersi Marcello. Imperocché nell' Arch.
Vescovo di Pistoja mancando la carta originale, quella
SAN MARCELLO, già MARCELLO nella Val di Lima. pubblicata dal Muratori, dal Padre Zaccaria e da altri, non
– Terra cospicua, capoluogo di Comunità e di Vicariato è che una copia autenticata da Rainuccio stato giudice e
regio con chiesa ptebana e prepositura (S. Marcello) notaro sotto il vescovo Ildebrando, vale a dire cento e più
nella Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze. anni dopo. Arroge a ciò qualmente i vescovi pistojesi
Risiede in valle lungo la strada regia Modanese circa non possederono, che si sappia, alcuna corte nel
Mugello, come ancora il riscontrarsi in quel diploma la famiglia fra i Bianchi ed i Neri, non cambiarono divisa,
corte di Mucillo nominata dopo quella di Lizzano, che è per modo che quando nel 1323 Castruccio Antelminelli,
un paese vicino a San Marcello; e finalmente per la capo ghibellino, si mosse con le sue genti da Lucca
ragione di sentirvi rammentate molte pievi della diocesi avanzandosi per Val di Lima nella Montagna pistojese, il
pistojese senza che si faccia menzione alcuna di quella di popolo di San Marcello fu dei primi ad accogliere le
San Maraello. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte del truppe del capitano lucchese, ed a prestare a lui
Vescovado di Pistoja.) giuramento di fedeltà e sudditanza che mantenne anche
Cotesto paese peraltro di Marcello nel 1134 aveva la in mezzo alle sollevazioni della Montagna contro i
sua pieve col titolo del santo omonimo, mentre essa è Ghibellini, allorché le armi dell'Antelminelli, tre anni
rammentata, forse per la prima volta, nella bolla del dì dopo, furono alle prese con le popolazioni di Cavinana e
21 dicembre di quell'anno spedita da Pisa dal Pontefice di Mammiano. – Vedere PISTOJA. Mancata però la vita a
Innocenzo II ad Atto santo vescovo di Pistoja, né in Castruccio (anno 1328); e tornata Pistoja con gran parte
quella né in altre bolle dei pontefici suoi successori si della Montagna a reggersi dai Guelfi Neri, gli abitanti di
nomina più la corte di Mucillo, o dir si voglia di San Marcello costanti nelle loro massime si dichiarano
Marcello. per i Panciatichi capi della fazione contraria, armandosi
Nel secolo medesimo XII il paese di San Marcello con la a sostegno di questi ultimi contro quei Cancellie ri
sua corte o distretto fu concesso in feudo dall' Imperatore ch'erano di parte guelfa.
Arrigo VI (25agosto 1191) al conte Guido Guerra Quindi non corsero molti anni, allorché i Panciatichi,
discendente di quel conte Teudegrimo nel 927 ottenne rimasti superiori nel fazioso conflitto, fecero eleggere
un benefìzio dal re Ugo. –Vedere (SAN SALVATORE uno di loro famiglia in capitano della Montagna
IN) E MODIGLIANA. residente nella Terra di San Marcello, sia per essere
Il qual feudo di San Marcello venne confermato al questo il paese più centrale, sia perché più decisamente
conte prenominato ed ai di lui figliuoli dall' Imperatore di parte ghibellina. Dallo stesso capitano allora
Federigo II mercé due diplomi degli anni 1220, e 1247. dipendevano i giusdic enti civili, o podestà di San
Il capitano Domenico Cini autore d e i tre volumi MSS. Marcello, Mammiano, Cavinana, Piteglio, Pupiglio,
intitolati; Osservazioni istoriche dello stato antico, del Lizzano e Spignano, Crespore e Lanciole, Calamecca,
medio evo, e moderno della Montagna pistojese, Sambuca e Brandeglio, ossia Cireglio.
ragionando de'conti Guidi è dell'origine di quella casa, In questo tempo, essendo capitano mess. Angiolo
fu probabilmente il primo a dire (P. II. Cap. 5 pag. 134) Panciatichi, la Montagna pistojese (anno 1330) ebbe a
che il ceppo dei conti Guidi anteriormente alla venuta soffrire molti danni d a i fuorusciti di Pistoja refugiatisi
di Ottone Magno in Italia esser doveva toscano di origine nel territorio limitrofo lucchese. Fu traquesti Filippo
e non di Germania; ed in prova di ciò egli citava una Tedici, il quale benché messo al bando della sua
donazione del 942 alla cattedrale di Pistoja fatta da patria, volle tentare l'anno dopo di sollevarla
Ranieri diacono e dal di lui fratello Guido, figliuoli del inoltrandosi dalla parte della Val di Lima verso il
conte Tegrimo e della contessa Ingetrada. Castello di Pupiglio nella mira d' impadronirsi di
Quindi egli con tutto il fondamento ne deduceva, che primo slancio della Montagna; sennonché assalito da
quei conti non solo dimoravano nel pistojese, ma che quei montagnoli venne ucciso, e reciso il capo dal
fino da quel tempo e forse molto prima possedevano nella busto del traditore, fu portato in trionfo a Pistoja.
Montagna di Pistoja varie signorie e feudi, come erano Venuto in seguito in Ita lia Carlo IV figlio di Giovanni re
quelli dei diplomi testé rammentati. – (MSS. Cini di Boemia e nipote di Arrigo VII (anno 1355), gli affari
presso i signori Vannucci di San Marcello.) politici della Montagna pistojese, stante l'aver
Che però questi dinasti non esercitassero sopra gli confinato i capi delle due fazioni, passarono con
abitanti di San Marcello un dominio assoluto, si qualche quiete fino a che nel principio del 1358 i
deduce dai fatti relativi alla storia pistojese del sec. seguaci più turbolenti de' Panciatichi e de' Cancellieri si
XIII e seguenti. Ma innanzi che entrasse il 1300 gli sollevarono di nuovo contro il governo di Pistoja.
uomini di San Marcello avevano abbracciato il partito Dondechè gli anziani di questa città deliberarono
ghibellino, di cui erasi fatto capo Arrigo Tedici di d'inviarvi un esercito con l'ordine d'impadro nirsi delle
Pistoja che nel 1293 si ritirò con i suoi seguaci in torri e di tutti i fortilizi sparsi per quei paesi. Ci richiama
questo paese. a cotesta epoca una provvisione del 21 marzo 1358, con la
È altresì vero che San Marcello aveva allora una piccola quale dal consiglio generale e dagli anziani di Pistoja
popolazione, tostochè il capitano Cini nel MS. citato furono ammesse alla cittadinanza pistojese alcune delle
riportando la statistica della Montagna dell'anno 1255, primarie famiglie di San Marcello, Lizzano, Cutigliano e
dice, che la popolazione della pieve di San Marcello con Pupiglio. Ma nel 1370 essendo risuscitate a danneggiarsi
la cappella di S. Biagio (ora pieve di S. Biagio a nei paesi della Montagna le infeste divisioni fra i
Mammiano) non contava più di 120 fuochi, 26 dei quali Bianchi ed i Neri, fu deliberato di fortificare meglio la
spettavano alla cura di Mammiano, mentre nell'età città di Pistoja innalzandovi nuove torri e restaurando la
antecedente non si noveravano dentro il castello di San rocca stata fatta da Castruccio presso la Porta
Marcello che 34 fuochi, i quali a ragione di 5 persone Lucchese. Finalmente per distornare i più faziosi dalla
per famiglia avrebbero formato una popolazione di 120 guerra, la Signoria fece venire a stabilirsi in Firenze
abitanti. Bernardo Panciatichi che allora era dei capi Bianchi in
I loro discendenti però nel principio del 11300, San Marcello. – Vedere l’Articolo PISTOJA.
dopoché nacquero in Pistoja le tre mende divisioni di Maggiori assai furono i danni recati agli abitanti della
Montagna nel principio del 1400, quando due potenti a San Marcello in capitano della Montagna mess. Lorenzo
pistojesi, fuorusciti con Riccardo e Lazzaro de' di Pier Francesco de'Tosinghi di Firenze che la governò
Cancellieri, le loro masnade mantenute segretamente dal a nome del Pontefice piuttostochè della Repubblica
duca di Milano s' impadronirono di San Marcello, della fiorentina.
Sambuca, di Piteglio, di Cavinana e di altri castelli della Accadde ciò nell'anno 1 5 1 6 , quando il Tosinghi a spese
Montagna, i quali non furono resi (novembre 1402) alle dei popoli al suo governo soggetti fece apporre nella
truppe, inviate colà se non a condizione di essere facciata del palazzo pretorio di San Marcello l'arme di
liberati da ogni bando con tutti i loro partigiani, e che Papa Leone X scolpita da perito scalpello ed esistente
stesse a carico del Comune di Pistoja il rifacimento d e i tuttora. Lo stemma è sorretto da due graziosi putti,
danni fatti dai Cancellieri al partito dei Panciatichi mentre l'arme Medicea coronata dal triregno pontificio
tanto a San Marcello come in altri paesi. posa sopra un ben lavorato giogo; contornando il tutto
Dopo simili turbolenze passarono i San marcellesi in un grazioso festone di frutti con l'iscrizione seguente a pie
quiete molti anni del secolo XV, ma nel 1455 nuove dell'arme: HAEC ARMA FACTA FUIT TEMPORE
insorgenze per ris se di famiglie faziose ridestarono in LAURENTII DE TOSINGHIS DICNISSIMI
t u t t o il territorio pistojese lo spirito di vendetta fra i CAPITANEI EXPENSIS TOTIUS MONTANEA A. M D.
Cancellieri ed i Panciatichi, ai quali ultimi aderirono XVI.
costantemente i Sanmarcellesi; e quasiché ciò non Lo stesso capitano Tosinghi, che risedeva sei mesi
bastasse a falcidiare la popolazione, sopraggiunse un dell'anno in San Marcello e altri sei mesi in Cutigliano,
lungo e terribile contagio, cui tenne dietro una desolante fece murare in quest' ultimo pretorio l'arme propria con
carestia. In mezzo a tante sciagure pubbliche è cosa da le seguenti parole: MARIOTTUS ANTONI ET PIPPUS
inorridire (esclamava uno storico pistojese) il sentire che DOMINICI CURATORES ISTIUS OPERIS; e nello
i creduti più santi esortassero gl’ insolenti a suscitare le stesso anno 1516 fu posto nel medesimo palazzo pretorio
sedizioni. di Cutigliano un altro stemma in pietra serena con
Arrivati all'anno 1488 occorsero nella Terra di San l’appresso iscrizione: JOHANNES BAPTISTA DE LIPPIS
Marcello gravi tumulti che produssero non poche MATTHEI FILIUS CUM DECRETO TOTIUS
uccisioni; quindi il castello di Cavinana fu fatto ricovero MONTANAE HOC OPUS FACIUNDUM CURAVIT A.
de' facinorosi. Allora i Fiorentini che presidiavano Pistoja M. D. X. V. I
insieme con altre milizie della città accorsero nella Ma nel 1527 avendo i Fiorentini cacciaTo di nuovo i
Montagna, e se la prima volta fu rono di là respinti, Medici dalla loro città, inviaro no a Pistoja e nella
tornarono ben pre sto con maggior rinforzo ad assalire Montagna i loro magistrati, fino a che l’ Imperatore
quella Terra che saccheggiarono, ed alle abitazioni dei Carlo V nel 1529, accordatosi con il Ponitefice
capi faziosi posero il fuoco. – (FIORAVANTI, Memor. Clemente VII di casa Medici, prese l'impegno di
Istor. di Pistoja, Cap. XXVI.) rimettere in Firenze l'espulsa famiglia. Al qual fine
Non dirò delle tregue, che sotto il più la rgo titolo dì ordinò che un grosso esercito di Tedeschi, Spagnoli ed
pace, spesse volte tra quelle turbolenti fazioni si Italiani si recasse all'assedio di quella città, poco
rinnovarono, giacché in mezzo alle alternative di risse, di innanzi che i Pistojesi inviassero i loro ambasciatori a
pestilenze, di uccisioni e di controversie passò tutto il Bologna per offrirsi di buona voglia ligj a Cle mente VII.
secolo XV; e sebbene nell’ ottobre del 1 5 0 1 fra i Il quale Pontefice sulla fine del 1529, mandò a Pistoja
Cancellieri ed i Panciatichi fosse stato firmato un trattato un suo luogotenente accompagnato da buon numero di
di pace, non tardarono molto a scuoprirsi segni della soldatesca per governare e presidiare la città, il suo
vecchia cancrena, in guisa che nel febbrajo dell'anno distretto ed i paesi della Montagna. – Era innoltrato
successivo le due fazioni essendo tornate in campo, si l'anno 1530 quando i reggitori di Firenze
batterono accanitamente in città, nella campagna e riconoscendo il valore militare e l'acutezza d'ingegno
nella Montagna di Pistoja, donde avvenne che nel luglio di Francesco Ferrucci loro concittadino, per pubblico
dell' anno stesso la fazione Cancelliera raccoltasi a decret o , mentre questi comandava in Volterra, venne
Cavinana, si mosse armata verso la pieve vecchia di eletto commissario generale di guerra con piena
Piteglio per dare l' assalto a quel castello di fazione autorità. Il Ferrucci infatti, per ardimento, per carità
contraria, ma temendo del soccorso che gli abitanti di verso la patria, pe r prontezza d'ingegno, per animo
San Marcello preparavano in aiuto dei loro vicini, le indomito e per bravura a niun capitano secondo, nella
forze dell'opposto partito ritirandosi dalla pieve vecchia bramosia di liberare al più presto possibile Firenze dall'
di Piteglio decamparono. assedio, si diresse da Volterra a Pisa e quivi avendo
All'articolo PISTOJA, Vol. IV. pag. 424, fu detto che raccolto e provvisto del bisognevole un esercito di 3000
dopo le misure prese d'ordine de' reggitori della fanti, e di 600 cavalli, mosse il cammino verso la
Repubblica Fiorentina, e dopoché ques t i nell'estate del Montagna pistojese per le ragioni delle all'Articolo
1 5 0 2 inviarono a Pistoja 13 commissarj con piena balia FIRENZE, Vol. II pag. 217. Ma condotto dalle guide,
sopra gli affari pubblici della città, del contado e della forse maliziosamente, da Calamecca a San Marcello,
Montagna, i Pistojesi tutti furono temili in freno dalla questa popolazione ben affetta ai Medici ed ai Panciatichi
forza piuttosto che dalla stanchezza delle passioni. ebbe a soffrire crudelissimi trattamenti. – (loc. cit.)–
Ma alla morte di Papa Giulio II essendo stato eletto Vedere. CAVINANA .
pontefice ( 1 1 marzo 1 5 1 3 ) il cardinale Giovanni de' Si legge tuttora sulla facciata di un'umile casetta nel
Medici col nome di Leone X, divenne arbitro nello stato borgo orientale, fra la costa del monte ed il paese di
pistojese mess. Goro Geri di Pistoja; dal quale fu inviato San Marcello, il luogo dove il Ferrucci nella mattina del
dì due agosto dell'anno 1 5 3 0 tenne consiglio di pubblico, togliendo alle Comunità l'amministrazione
guerra. Eccone le parole: delle loro entrate, e spogliando di ogni sorta d'arme le
case de' cittadini, contadini e terrazzani. Cotesto
BELLI CONSILIO DUX SIC FERRUCCIUS ACTO sistema infatti giovò a tenere ferme e fedeli al governo
PERCITUS IN ORANGEN OCIUS ARMA di Cosimo e a quello dei di lui successori e
NEC PROCUL HINC MORITUR CENTUM PER popolazioni di tutto il dominio pistojese.
VULNERA San Marcello ottenne il benefizio del mercato settimanale
QUARTO AUGUSTI NONAS VERSIBUS ANNIS dal Granduca Cosimo III nell' anno 1712 secondo il
INEST. Fioravanti, e forse tre anni innanzi secondo il capitan
Cini, mentre dalla dinastia attuale tutti i paesi della
Più moderna è la lapida posta dal Marchese Massimo Montagna superiore pistojese riportarono un immenso
D' Azelio sul muro esterno della pieve di Cavinana benefizio dalla strada regia Modanese ordinata nel 1766
alla memoria di Francesco Ferrucci ivi sepolto con dal Granduca Leopoldo I sotto la direzione del Pad.
l'ultima spe ranza della Repubblica fiorentina. Ximenes, la quale costò la vistosa somma di 2,672,895 di
La Terra di San Marcello, disse il capitano Domenico lire toscane. – Vedere l'Articolo FIRENZE, Vol. II pag.
Cini nel MS citato, era 347.
Cinta intorno di mura con 5 porte, ponti levatoj e due La pieve prepositura di San Marcello è a un solo corpo
munitissime fortezze, una delle quali (la torre con facciata di pietre conce tronca però dal lato sinistro a
campanaria) situata nel centro del primo cerchio, e cagione della sua torre campanaria che ivi si alza pur
l'altra nella sommità deil monte detto del Cerreto, della essa di pietre squadrate fino al piano delle campane. Essa
quale esistono tuttora poche sustruzioni. era di proprietà della casa Panciatichi patrona della
Ma sebbene si nomini ora in San Marcello la Porta pieve.
delle Fornace, la Porti Arsa e la Porta Viti, per vero La prepositiva di San Marcello fu ridotta alla grandezza
dire non restano nella Terra di San Marcello indizi di attuale mezzo secolo prima che si fabbricasse la parte
porte né di mura castellane, tanto più che gli statuti superiore del suo campanile.
commutativi, e le memorie storiche pistojesi non Aveva allora nove altari, i quali all'epoca del famoso
rammentano, ch' io sapp i a , rispetto a San Marcello sinodo di Pistoja furono ridotti ad uno solo, l'altar
altro fortilizio fuori di quello della torre campanaria maggiore; e fu questa di San Marcello la prima chiesa
fabbricata di grosse pietre conce, e aumentata sulla della diocesi pistojese che adottasse la riforma del
fine del secolo XVI nella parte supe riore di un piano vescovo Scipione Ricci, sotto il cui regime nel 1788
con cupolino di muro in tonacato di calcina. venne ridotta internamente nel modo indicato. La
Che se i Sanmarcellesi indicano al forestiero alcuni qual cosa è anco rammentata da una iscrizione in
muri di case antiche stati arsi dalle guerre avute, si marmo posta nel suo vestibulo che dice:
rammentino che gl’incendj innanzi la visita del
Ferrucci fu rono assai frequenti nella loro contrada, QUOD PETRI LEOPOLDI AUSTRIACI
tostochè per disserto, degl' istorici pis tojesi fra il 1 7 4 9 9 e M. E. DUCIS FAVORE
l'agosto dell'anno 1 5 0 2 nel solo contado intorno a SCIPIONUS DE RICCIS PONTIFICIUS PRIST. ET
Pistoja i faziosi arsero più di 1600 abitazioni. – PRATEN
Vedere l’Articolo PISTOJA. STUDIO VIGILANTIA TEMPUM VETUSTATE
La morte della repubblica fiorentina fu vita per i LABEFACTUM IN NOBILIOREM FORMAM
Pistojesi ghibellini, amici per conseguenza dei magnat i RESTITUERIT
e di coloro specialmente che consideravano la casa de' PETRUS CINI PRAEPOSITUS P. Q. MARCELLENSIS
Medici qual talismano della loro prosperita; sicché ad IPSA QUAM DEDICATUM EST DIE PRIDIE NONAS
onta che i fautori di Leone X avessero fatto scolpire a JULIAS ANN. 1788 PIETATIS AC RELIGIONIS
spese delle Comunità della Montagna l' arme grandiosa MONUMENTUM PP.
sopra un bellissimo giogo da bovi, eglino tennero di
buona fede quel giogo con tale gradimento da ripetere Vi è nel paese la tradizione, ma priva di prove sufficienti
col salmistat: iugum meum suave. a dimostrare che la pieve più antica di San Marcello
Tale fu riguardato pure da cotesti popoli il giogo di esistesse nel poggio superiore del Cerreto, alquanto più
Clemente VII e del duca Alessandro; alla morte di bassa delle rovine di una rocca, per cui si crede che
quest'ultimo nella città di Pistoja, trovandosi prendesse il vocabolo di Santi Chiesori.
bersagliata fra il partito liberale e quello Mediceo, la Il proposto di San Marcello è uno de'vicarii foranei del
fazione Panciatica si riaffacciò più potente e più diocesano, che abbraccia venti popoli della Montagna,
vendicativa che mai col perseguitare i seguaci del ma la sua pieve non aveva per succursale altro che la
partito contrario tanto in città come ne' cas telli di parrocchia di S. Biagio a Mammiano, innanzi che questa
Cavinana, di Cutigliano, ecc– Ma appena s alito sul trono fosse eretta in battesimale.
di Palazzo vecchio il duca Cosimo, appena disfatti i Il monastero di S. Caterina sotto la regola di S.
capi fuorusciti di Montemurlo, riescì a questo arguto Domenico esistente in San Marcello ebbe il suo
principe di trovare modo da piegare gli animi, e ridurre principio da alcune terziarie nel 1531 e fu risotto a
Pistoja ed il suo territorio a stato tranquillo, mediante clausura nel 1653.
un governo militare. Allora fu posto un forte freno ad Attualmente è convertito con rendita fissa in
ognj sorta di facinorosi privandoli d'ogni impiego conservatorio, dove si accettano fanciulle educande con
l’obbligo a quelle oblate di istruire nei lavori donneschi Borgo di Pistoja, di conserva alla quale piegando da
e nei doveri religiosi le fanciulle del paese che vi recano grecale verso levante scende la montagna per mezzo
a scuola. del fosso del Laghetto fino all'Orsigna che presto
Inoltre è stata aperta in San Marcello ne dì 11 marzo del lascia a levante onde incamminarsi sul contrafforte del
1841 una cassa di risparmio affiliata a quella di Firenze, monte Grosso che diramasi dall'Appennino
la quale proporzionatemente alla popolazione può dirsi dell'Uccelliera avanzandosi fra i valloni dell’Orsigna e
copiosa anzichè nò di depositi, comecché la maggior della Maresca : nel quale ultimo torrente s' introduce
parte di essi no spettino alla classe del popolo indigeno, uno de' suoi tributari superiori, il fosso del Ronco, che
sibbene a quella degli operanti forestieri impiegati nei il territorio comunitativo di San Marcello attraversa
due grandiosi stabilimenti, cartario e dei panni feltri, per salire sulle spalle del monte Crocicchio. Costassù
eretti dai signori Cini a levante e a maestrale di San piegando a ostro e poi a levante percorre quel vallone
Marcello. – Vedere l’Articolo seguente. per andare incontro al rio Sirob bio, col quale ritorna
Dal prospetto dei depositi e delle restituzioni fatte dalla sul ponte de lla Maresca nella strada regia Modanese
cassa di risparmi di San Marcello apparisce che nel poco lungi dalle ferriere di Malconsiglio.Di là per
corso di mesi nove e giorni venti (dall’ 11 marzo a tutto l'osteria del Ponte Petri i due territorii dirigendosi a
dicembre del 1841) vi furono depositati da 285 levante entrano col torrente Maresca nel fiume Reno
individui 1990 fiorini, pari a lire toscane 3316, soldi 13 dove la nostra Comunità formando un angolo acuto
e denari 4, non compresi i fiorini 121,60 di frutti; rimonta per breve tragitto verso ostro libeccio l’ alveo
mentre furono restituiti fiorini 629,95, pari a lire 1049 del Reno sempre di fronte a quella della Porta al
toscane. Borgo, con la quale passa alla destra della strada regia
Modanese per salire sul poggio del Pian d'Olmo che
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SAN trova al suo ponente libeccio e proseguend o p e r
MARCELLO a quattro epoche diverse, divisa per monte Ghelardi giunge su quelli della Capanna di
famiglie. Ferro e del Bagno, che restano a setttentrione del
monte Piastrajo.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti In cotesta sommità, sulle cui spalle ha origine il fiume
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; Reno, cessa la Comunità della Porta al Borgo e sottentra
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 203; a confine quella di Piteglio, con la quale la nostra
totale della popolazione 961. percorre nella direzione di scirocco a maestro la criniera
ANNO 1745: Impuberi maschi 119; femmine 82; adulti de' poggi che separano le acque transappennine fluenti
maschi 191, femmine 204; coniugati dei due sessi 128; nel Reno da quelle cisappennine che scolano nella Lima,
ecclesiastici dei due sessi 37; numero delle famiglie 151; finché i due territorii giunti sulla Croce al Monte, che
totale della popolazione 761. para il vento di libeccio a San Marcello, scendono pel
ANNO 1833: Impuberi maschi 209; femmine 198; adulti rio Pagano nel vallone del torrente Limestre, lungo la
maschi 153, femmine 189; coniugati dei due sessi 346; ripa sinistra del quale le due Comunità arrivano nella
ecclesiastici dei due sessi 34; numero delle famiglie 184; fiumana della Lima. Allora la nostra voltando direzione
totale della popolazione 1129. da ponente a grecale rimonta la Lima per il tragitto di
ANNO 1840: Impuberi maschi 206; femmine 201; adulti circa tre miglia toscane, nella qual traversa
maschi 180, femmine 159; coniugati dei due sessi 334; accogliedalla parte di levante i torrenti Limestre,
ecclesiastici dei due sessi 34; numero delle famiglie 195; Verdiana e Volata avendo sempre dal lato di ponente il
totale della popolazione 1114. territorio della Comuntà di Piteglio, da primo
mediante la Lima poscia rimontando il rio della
Comunità di San Marcello. – II territorio di questa Torbida, uno de' suoi confluenti a destra, entrambe le
Comunità occupa una superficie di 25034 quadrati dei Comunità salgono sul poggio ch' è dirimpetto a quello
quali quadrati 571 spettano a corsi d' acqua ed a di Lizzano, quindi per termini artificiali giungono alle
pubbliche strade. – Nel 1833 la stessa superficie era sorgenti del rio Botra jo, dove cessa la Comunità di
abitata da 4805 persone, a ragione di quasi 158 individui Piteglio e sottentra quella di Cutigliano. Con
per ogni miglio quadrato toscano di suolo imponibile. quest'ultima l’ altra di San Marcello riscende di fronte
Confina con tre Comunità del Granducato, e mediante la a maestrale nella Lima che attraversa sopra lo sbocco
giogana dell’Appennino si tocca con il territorio in essa del torrente Volata per poi salire di conserva
bolognese dello Stato pontificio e con quello del ducato con l' altra Comunità lo sprone che scende a destra di
di Modena. quel vallone dalla cima dell' Appennino dove
Dirimpetto a grecale fronteggia con il territorio della arrivano entrambe presso il Lago Scafajolo. In
Legazione bolognese, a partire dalla sponda australe del cotesta sommità il territorio di San Marcello trova
Lago Scafavolo presso il Corno alle Scale, luogo quello del ducato di Modena, col qua le fronteggia per
appellato il Passo della Calanca, donde si dirige corto cammino dirimpetto a settentrione grecale
sopra le prime fonti del torrente Verdiana, e passa sul lambendo la gronda occidentale del Lago Scafajolo,
giogo del monte dell'Uccelliera, nel cui fianco oltrepassata la quale al Passo della Calanca ritrovai il
meridionale nascono i torrenti Orsigna e Maresca . territorio bolognese.
Al fosso del Laghetto, uno dei più alti confluenti Fra i maggiori corsi d' acqua che passano o che
dell'Orsigna, il territorio comunitativo di San Marcello rasentano i confini del territorio di San Marcello si
trova la prima Comunità granducale della Porta al contano, a levante per breve corso il Reno, ed a ponente
per più lungo cammino la Lima, mentre hanno origine e ed Andia per l'Altopasso, finchè giungeva sul varco
percorrono costantemente dentro lo stesso territorio il dell'Appennino detto dell'Alpe alla Croce presso l’Acqua
torrente Maresca tributario del Reno, il Limestre a Marcia al confine della Comunità di Cutigliano.
levante del capoluogo, la precipitosa Verdiana e la L'anno 1743 l'ingegnere Lorenese Giadod d'ordine del
Volata al suo settentrione t u t t i e tre influenti come conte di Richecourt, allora capo della Reggenza lasciata
dissi nella fiumana della L'ima. in Toscana dal Granduca Francesco II e primo
Le più elevate montuosità di questo territorio sono; 1.° il Imperatore di questo nome, fece aprire quasi per l'
Corno alle Scale, la cui altezza fu trovata dal P. antica traccia una strada che da Pistoja conducesse nel
Inghirami di braccia 4322,5 superiore al livello del mare ducato modanese della larghezza di braccia 4/2
Mediterrano; 2.° il Cupolino presso il Lago Scaffajolo alquanto ripida ed in conseguenza non carreggiabile.
dell' altezza di braccia 3166,9; 3.° il monte dell’ Finalmente nel 1766 si trattò di aprirne una più docile
Uccelliera di braccia 3079; 4.° quello del Crocicchio con ampia carreggiata e renderla postale fino ai confini
di braccia 2330,3; 5° e la sommità della Croce al del ducato di Modena, mentre dal canto suo quel Duca
Monte di braccia 1821,1 sopra il livello del mare. deliberò di fare altrettanto. – Questa bella strada infatti
Innanzi il 1766 la Comunità di San Marcello non aveva fu corredata di solidi e magnifici ponti, di colonnini
strade rotabili, mentre oggidì oltre la strada regia migliali, di comode fabbriche per alberghi e per le poste
Modanese ordinata dal Granduca Leopoldo I, ne conta de' cavalli. Lo che fu eseguito sotto il regno di Pietro
per ora non meno di quattro, ordinate dal Granduca Leopoldo e la direzione dell'Ab. Leonardo Ximenes, nel
Leopoldo II, o da Fenlinando III. Una di queste staccasi tempo che ne sorvegliava i lavori l'ingegnere de'
dalla regia predetta sulla sommità del monte dell’Olmo, capitani di Parte Anastasio Anastagi. L'opera fu
che conduce quasi pianeggiando fra ombrosi castagneti continuata e compita nel giro di circa dieci anni, ed il
al castello di Cavinana. Di costà parte un secondo bel ponte sulla Lima fu aperto nell'anno 1772.
tronco di strada comunitativa rotabile per scendere nella Cotesta via inoltre io credo che passi in mezzo al campo
regia Modanese al ponte alla Ragnaja, mezzo miglio fatale dove Catilina ribellatosi ai consoli di Roma con
innanzi di arrivare a San Marcello. tutto il suo esercito lasciò la vita. – Molti furono gli
Sbocca poi sulla strada regia fra il Castello di scrittori che in più tempi ed in più luoghi con Sallustio
Mammiano e la Lima la nuova strada provinciale di alla mano ricercarono dove mai poteva essere quel
Pescia, che entra nel territorio di San Marcello di là dal campo di battaglia; ma, se io non m'inganno a partito,
bel ponte di pietra che cavalca il torrente Limestre altra loca lità più confacente alle parole dello storico
presso le Ferriere di Mammiano. La quarta strada romano mi si presenta fuori di quella che all' occhio
comunitativa rotabile parte dalla regia Modanese sulla del passeggero offre la strada regia modanese lungo il
destra della Lima per attraversarla sul nuovo ponte di vallone della Maresca, dov' è la ferriera di Mal
Lizzano avviandosi a quest' ultimo paese. Consiglio, fra Ponte Petri ed il poggio del Bardellone,
Le altre strade comunitative, o sono per breve cammino vallone circoscritto dal lato di settentrione dai monti
rotabili o totalmente pedonali e mulattiere. Tale è quella del Crocicchio e dell' Orsigna, e dalla parte di ostro da
più antica tracciata, o riaperta fino dal 1225 per la quelli della Capanna di Ferro e del Bagno. –
Montagna pistojese, varcando il torrente Verdiana sopra Termi na quel piano, scriveva Sallustio, da mano manca
il solido ponte che lo cavalca presso il suo sbocco nella nei monti, mentre dal lato destro è impedito da una
Lima, la qual via conduceva pel Frignano a Modena nel montagna discoscesa.
modo descritto in una convenzione stabilita in detto Lo chè avvenne a Catilina dopo essere penetrato col suo
anno nell'ospedaletto di Val di La mula fra i Modanesi esercito dal territorio fiesolano nel pistojese, in una età,
ed i Pistojesi e riportata dal Muratori (Ant. Med. Aevi, nella quale non era stabilita ancora dai Triumviri la
T. IV.) colonia fiorentina che le tolse ai Fiesolani gran parte del
Questa strada maestra fu in qualche modo restaurata nel loro territorio. Fu allora che Q. Metello Celere
1698 sotto il Granduca Cosimo III che fece rifare il ponte comandante di un esercito romano, essendo venuto in
sulla Verdiana esistente tuttora con un' iscrizione in chiaro della via che quei ribelle teneva, scese
marmo che leggesi in una sua spalletta, mentre dal canto prontamente con le sue tre legioni dall'Appennino
suo il governo di Modena rese carrozzabile il tronco da modenese verso quei monti, donde Catilina doveva
Modena a Paulle e di là finalmente sino allo spedaletto passare innanzi di sboccare nella Gallia Togata, mentre
di Fanano in Val di Lamula. dalla parte di Toscana, dal console C. Antonio per vie
Nel 1732 fu a tal uopo dal Granduca Gian Gastone meno discoscese nell'agro stesso pistojese con poderosa
spedito sulla Montagna pistojese l'ingegnere Gio. Maria oste veniva inseguito. In tal guisa Catilina trovandosi
Fantasia che tracciò la strada progettata, la quale fu resa rinchiuso fra i monti che aveva di fianco, e incalzato di
rotabile da Pistoja a Capo di Strada; per il restante fu fatta fronte e alle spalle da forze poderose in guisa che
mulattiera. Essa sull’ Ombrone passava dal Ponte a chiudevano a lui la strada della Gallia e quella della
Beriguardo per salire l’ Erta minuta sino al primo Toscana, gli fu gioco forza schierare il suo esercito in
ponte sul Reno, di là alle Panche, a Ponte Petri, a quel piano per tentare l’ ultima fortuna. Fu pertanto, io
Maresca, Cavinana e San Marcello; quindi girando faccio il conto, costà fra l' 11.° ed il 13.° miglio sopra
intorno al poggio del giudeo, ossia del Cerreto, scendeva Pistoja, lungo la strada regia Modanese, dove
al ponte nuovo della Verdiana, volgarmente appellato di disperatamente, nell'anno 691 di Ro ma e 62 innanzi
Fiorenzola, e con due voltate avviavasi pel Piano del l'Era cristiana, accadde la sanguinosa strage descritta
Fonte verso Lacinsa costeggiando il monte fra Lizzano da Sallustio, nella quale fu poi ritrovalo nel mezzo de'
nemici cadaveri il corpo di Catilina ancora palpitante, e sono i campi di cercali, di patate, di piante baccelline e
che spirava nel volto la pris ca ferocia. fila mentose; ma la risorsa territoriale maggiore sta nei
Rispetto poi alla fisica struttura del territorio castagni, nei prati e nei boschi, i quali ultimi sebbene
comunitativo di San Marcello posto nell'Appennino fra vadano diminuendo forniscono legname da fuoco e da
i due mari (Adriatico e Mediterraneo), quella de' lavoro oltre l'alimento che trovano nelle ghiande gli
contrafforti acquapendenti nel Reno bolognese, animali neri, mentre i castagni danno col loro frutto il
appartiene quasi esclusivamente a rocce di macigno, di pane quasi quotidiano a quei montgnuoli, e molto
pietra forte e di schisto marnoso, ossia bisciajo. Sono in carbone alla città.
strati più o meno potenti, alternanti fra loro, e che Una delle foreste più cospicue di questa montagna è la
variano assai d'inclinazione, giacché nella pendenza di bandita delle RR. Possessioni del Teso, una parte della
uno stesso poggio s'incontrano perfino quattro quale è destinata per la razza dei cavalli e l'altra per le
inclinazioni diverse delle rocce medesime. Anche il Pad. pecore meline spagnole, mentre i poggi superiori sono
Pini nel suo viaggio geologico di Modena e della Toscana ridotti a foresta per impedire il discoscendimento de'
(Lett. 2.a) e b b e occasione di osservare a non molta terreni e lasciare un vasto manto contro le burrasche ed i
distanza da San Marcello una singolare stratificazione venti alle pasture inferiori. Oltre di ciò nel così detto
con doppia inclinazione, che una quasi orizzontale e Monte Grosso è stata fatta di recente una piantagione di
l'altra quasi verticale, caso che incontrasi frequente fra Larici (circa 4000) tutti messi da 7 anni in qua per
Boscolungo e l’ Ombrone per la strada regia Modanese. esperimentare se per mezzo di questa specie di legname
Ma dal poggio del Bardellone salendo per la strada si poteva rivestire quella grande superficie di monte
medesima verso il varco del monte dell'Oppio, varco spogliato.
che divide le acque dei due mari, si perdono le rocce di La qual piantagione avendo ottenuto un felice resultato
macigno, quelle di pietra forte e di schisto marnoso e si ha fatto sì che nel presente anno 1843 si sono cominciate
affacciano invece strati potenti di calcarea compatta, o semente in grande di detti Larici.
alberese, di cui si trovano aperte grandi cave sulla Le bandite del Teso e del Melo sono riunite alla reale
destra di chi sale, non tanto per farne calcina, ma per foresta di Boscolungo, ossia dell’Abetone, entrambe nella
rifiorire con quella pietra la strada regia, a partire dal Comunità di Cutigliano.
piano del Reno sino al Ponte a Sestajone, di sopra al La bandita del Teso, posta nel popolo della Maresca,
quale s'impiega la calcarea compatta che cavasi dall' confina a levante con la foresta dell'Orsigna compresa
Appennino di Bosco Lungo, o dell'Abetone. Per tutto nella Comunità della Sambuca, ed a ponente con la
altrove scendendo dall'opposta pendice del monte dell' foresta Mandromini dei fratelli Vivarelli Colonna.
Oppio che acquapende nella Lima ricomparisce il Quest'ultima che trovasi fra il Corno alle Scale e la
macigno alternante con lo schisto marnoso e con strati bandita del Teso, la quale spetta al territorio
di pietra forte (arenaria calcare ) non solamente nel comunitativo di San Marcello, è vestita di boschi di
vallone del Limestre, ma in quello settentrionale della cerri, di faggi e di copiose pasture nel popolo essa pure
Verdiana fino alla sommità dell'Appennino, sul Corno della Maresca.
alle Scale. – La qualità poi del macigno varia in Non parlo della piante di meli, di noci, noccioli, e ciliegi
grossezza di elementi, poiché vi si trova l'arenaria di frequenti nella Montagna pistojese che forniscono frutti
grana fina e ricco di mica, rassomigliante per i lavori di serotini saporitissimi; né faccio parola delle fragranti
quadro alla pietra fiesolana, mentre non molto lungi da fravole, dei lamponi e delle copiose raccolte di ottimi
quella sino alla cima dell' Appennino la stessa qualità funghi. Passo in silenzio le delicatis sime trote, che si
di pietra contiene de' frammenti smussati di altre rocce, pescano nella Lima, e nel Sestaione per dire che nelle
e talvolta de' resti di vegetabili carbonizzati. La potenza praterie naturali di cotesta porzione di Appennino
de' suoi strati al pari dell'inclinazione e direzione loro trovano copioso alimento nell'estate e nei primi mesi di
varia da 4 soldi fino a 5 e 6 braccia. – Peraltro sul autunno le mandre reduci dalle Maremme toscane
fianco de' sproni dell'Appennino del Corno alle Scale, unitamente a molti abitanti che vi ritornano col lucrato
rimontando il torrente Verdiana, si riaffaccia la calcarea salario.
compatta di colore plumbeo, attraversata da filoni di Industrie manifatturiere. – Ma ciò che nega il terreno vien
spato candido, alternante talvolta con straterelli di procurato dall'industria manifatturiera, la quale riceve
schisto marnoso, o bisciajo, i quali ultimi aumentano e vita dalle acque perenni de' suoi torrenti e fiu mane. Che
quasi soli si affacciano quanto più uno, passando sopra al se i corsi d'acqua che attraversano i valloni della
paese di Lizzano, si avvicina al torrente Volata, la qual Comunità di San Marcello, stante l'impeto della loro
cosa assai chiaramente si manifesta nel luogo discesa, se l’indole dei terreni che attraversano in tempi
denominato le Lame di Lizzano, il cui paese per lo procellosi, sono capaci di trascinare seco alberi, campi,
scoscendimento di quel poggio in gran parte franò nel case e perfino spaziose selve, cotanto furore resta in
gennajo del 1814. –Vedere LIZZANO. qualche modo ricompensato dal servigio che quelle
Rispetto ai prodotti agrari di questa co munità, essi sono acque meno furibonde sogliono prestare nella loro
limitati piuttosto che variati di qualità; tostochè le viti, pendenza alle mulina, alle cartiere, alle ferriere, ed al
se vegetano, non vi maturano i loro grappoli, meno in grandioso edifizio inalzato di corto sul torrente Limestre
alcune poche e meglio difese esposizioni dei monti, dove per i panni feltri.
alligna altresì qualche pianta di olivo. Non vi Gio. e Cosimo Cini tengono in San Marcello tutto ciò
abbondano tampoco come potrebbero i gelsi per che riguarda l'amministra zione della fabbrica della
estendere costà l'educazione de' filugelli. Più frequenti carta, e di quella de' panni feltri, non meno che i
magazzini di generi necessari per tali manifatture. disponendone i peli, e incrociandoli, e feltrandoli in
Cotesti generi dovendo ivi subire alcune delle prime modo da costituire in breve tempo una pezza di panno.
operazioni necessarie a mettergli in opera, danno lavoro Questa viene poi sottoposta non solo alle altre operazioni
giornalmente a circa un'ottantina di persone, compresi di gualcatura e cimatura, ma ancora a quelle di tintura,
gl'impiegati g l i quello scrittojo. per la quale è stata eretta nella manifattura stessa una
La fabbrica della carta si trova alla distanza di due tintoria fornita di tutti gli ajuti che la moderna chimica
miglia presso il ponte alla Lima e sulla destra della ha portato in simile ramo d'industria. Reca
fiumana nella Co munità di Piteglio, dov'è stata compimento a tutto ciò la stamperia per i tappeti, dei
descritta. Dopo l'epoca i n c u i fu stampato l'articolo quali ogni giorno si preparano parecchie pezze,
che ad essa referisce, cotest'edifizio ha ricevuto notabili per la varietà e ricchezza dei disegni, e per la
importanti aggiunte, fra le quali è da notarsi vivacità e solidità dei colori che sono garantiti contro
principalmente quella di 8 cilindri da tritare gli stracci, qualunque lavatura. – Infine una gran caldaja a vapore,
e due da lavargli. Per modo che con 22 cilindri e due munita di un cammino alto 50 braccia, è costruita sopra
macchine da carta continua si è formata in questo un nuovo sistema, mediante il quale l'acqua costretta a
genere una delle manifatture maggiori di quante altre girarvi dentro continuamente presenta alla sorgente
se ne conoscono ora nell'Italia. calorifica una nuova superficie, somministrando nei varj
Abitano adesso in questa fabbrica 240 individui, oltre i punti della fabbrica la quantità di calore che in quasi
20 ai 30 che vi vengono a lavorare di fuori. tutte le operazioni testé accennate si richiede
L'edifizio de' panni feltri è situato presso il ponte del II prodotto di questa grandiosa manifattura, ogni 12 ore
Limestre, circa un miglio a scirocco di San Marcello. Ivi di lavoro, fornisce 16 pezze di 40 braccia di
esistevano delle cartiere incominciate ad erigere dai lunghezza e braccia e 2 ½ a 3 di larghezza fra panno e
Cini nel 1809 e quindi successivamente ampliate, tappeto.
sempre però secondo l' antico sistema della Le persone che vi lavorano ascendono a circa 150, ma
fabbricazione a mani. sembra che queste vedano di mano a mano aumentando.
Nel 1841 si sparse per l'Europa la fama di un nuovo Cosi l'industriosa famiglia Cini ha trovato la maniera di
ritrovato, mediante il quale si può formare il panno ravvivare nella sua patria con più efficacia che non
senza esservi duopo di filare e tessere la lana, e che faceva nei secoli della Repubblica il lanificio a favore
perciò appellasi panno feltro. I Cini mossi dal desiderio dei suoi concittadini, facili ad apprendere e ad esercitarsi
di giovare per quanto potevano al progresso senza le scuole industriali in simili lavori.
dell'industria toscana, entrarono in trat tato con gl' Un altro benefizio è prodotto all'industria dalle acque
inventori delle macchine che servono a tale oggetto, e del torrente Limestre, quello cioè di mettere in moto i
mercé una società, riuniti i forti capitali necessari, magli e di dar vento ai mantici di tre ferriere sotto
stabilirono l'acquisto di esse macchine e di quant’ altro Mammiano, mentre le acqua della Moresca ope rano lo
fosse stato opportuno per montare una gran fabbrica di stesso nella ferriera del Ma lConsiglio presso Ponte
panni secondo il nuovo sis tema. E poiché le cartiere Petri.
suddette del Limestre rimanevano di gran lunga La Comunità mantiene un medico chirurgo, e due
inferiori per qualità e quantità di prodotto a quella più maestri di scuo la.
moderna della Lima, stabilirono di togliere di là la Risiedono in San Marcello un Vicario R. ed un
fabbricazione della carta a mano per convertirne il Cancelliere comunitativo che abbraccia anche le
locale all'uso della nuova de’ panni feltri. Comunità di Piteglio, di Cutigliano e della Sambuca. –
A ciò fare sono abbisognate lunghe ed ardite Vi si trova pu re un ingegnere di Circondario ed un
costruzioni, fra le quali è da notarsi la seguente. uffizio per l’ esazione del Registro. La conservazione
L'acqua del Limestre essendo nell' estate in piccola delle Ipoteche, ed il tribunale di Prima istanza sono in
quantità fu pensato che per trarne il maggior profitto Pistoja.
possibile non dovevasi perdere nulla della straordinaria
caduta di braccia 45 che la situazione del luogo QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ DI SAN
concedeva. A tale oggetto fu costruito sopra l' ultimo MARCELLO a quattro epoche diverse.
piano della fabbrica il canale che porta l'acqua fino ad
un punto estremo, dove fra due muri che la rinchiudono - nome del luogo: Bardellone, titolo della chiesa: S.
e le sovrastano gira la più gran ruota idraulica che, per Paolino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pistoja, abitanti
quanto sappiamo, si trovi in Europa. Essa ha il anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno
diametro di braccia 44 1/6, ed è stata costruita tutta in 1833 n° 472, abitanti anno 1840 n° 525
ferro dal rinomato ingegnere inglese Bryan Donkin, il - nome del luogo: Cavinana, titolo della chiesa: S. Maria
quale ha saluto in cotesta enorme mole riunire alla Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Pistoja, abitanti
solidità una leggerezza singo lare. Alla circonferenza di anno 1551 n° 679, abitanti anno 1745 n° 1497, abitanti
questa ruota trovasi un ingranaggio che trasmette il anno 1833 n° 661, abitanti anno 1840 n° 674
movimento ad altra piccola ruota dentata, dalla quale - nome del luogo: Lizzano e annessi, titolo della chiesa:
per mezzo di assi e ruote e cigne si comunica la forza S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Pistoja,
motrice molto ingegnosamente fino ai più lontani punti abitanti anno 1551 n° 1405, abitanti anno 1745 n° 953,
della fabbrica. Cosi vengono messe in moto le nuove abitanti anno 1833 n° 797, abitanti anno 1840 n° 835
macchine, le quali, ricevuta la lana senz' altra - nome del luogo: Mammiano, titolo della chiesa: S.
preparazione che la lavatura, vanno da per loro sole Biagio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pistoja, abitanti
anno 1551 n° 345, abitanti anno 1745 n° 136, abitanti
anno 1833 n° 335, abitanti anno 1840 n° 353
- nome del luogo: SAN MARCELLO, titolo della chiesa: SAN MARTINO (FORTEZZA DI) in Val di Sieve. –
S. Marcello (Prepositura), diocesi cui appartiene: Pistoja, Vedere MARTINO (FORTEZZA DI S.) E SAN PIERO A
abitanti anno 1551 n° 961, abitanti anno 1745 n° 761, SIEVE.
abitanti anno 1833 n° 1129, abitanti anno 1840 n° 1114
- nome del luogo: Maresca, titolo della chiesa: S.
Gregorio Magno (Rettoria), diocesi cui appartiene: SAN MARTINO (PIEVE DI) nella Valle della Fiora. –
Pistoja, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, Villaggio che porta il vocabolo della sua antica chiesa
abitanti anno 1833 n° 749, abitanti anno 1840 n° 725 plebana, detta talvolta San Martino a Poggio Pelato,
- nome del luogo: Ponte Petri (*), titolo della chiesa: S. nella Comunità e circa miglia toscane 6 a ponente
Maria e S. Isidoro (Rettoria), diocesi cui appartiene: libeccio di Sorano, Giurisdizione di Pitigliano,
Pistoja, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, Diocesi di Sovana, Compartimento di Grosseto.
abitanti anno 1833 n° 383, abitanti anno 1840 n° 435 Risiede sopra un poggio che, sebbene porti il nome di
- nome del luogo: Spignana, titolo della chiesa: S. Poggio Pelato , vedisi rivestito di foreste di suveri. È
Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pistoja, situato fra la ripa destra del fiume Fiora e la sinistra del
abitanti anno 1551 n° 220, abitanti anno 1745 n° 192, torrente Filiggine suo tributario, avendo al suo levante
abitanti anno 1833 n° 279, abitanti anno 1840 n° 273 il popolo di Sovana mediante il fiume predetto, ed a
ponente quello delle Capanne di Saturnia mediante lo
- Totale abitanti anno 1551: n° 3610 sprone dei poggi che separano la valle superiore dell'
- Totale abitanti anno 1745: n° 3539 Albegna da quella della Fiora. – Attualmente prende il
- Totale abitanti anno 1833: n° 4805 vocabolo di S. Martino una vasta tenuta della mensa
- Totale abitanti anno 1840: n° 4934 vescovile di Sovana, la quale ne richiama probabilmente
alle possessioni di una chiesa di S. Martino situata in
N. B. Dalla parrocchia di Ponte Petri contrassegnata con Coronzano, che insieme alle sue pertinenze ed entrate
l’asterisco (*) nell’ultima epoca entravano nella dal Pontefice Niccolò II con bolla del 27 aprile 1061 fu
Comunità di Porta al Borgo Abitanti n° 271 concessa in dote al capitolo della cattedrale di Sovana. –
(MURAT. Ant. Med. Aevi, T IV.)
- Totale abitanti anno 1840: n° 4663 La parrocchia del villaggio di S. Martino nel 1833
contava 168 abitanti.
SAN MICHELE torrente nella GARFAGNANA ALTA. – SAN MICHELE A MONTE CARELLI. – Vedere
Vedere SERCHIO fiume e l'Articolo seguente MONTE CARELLI in Val di Sieve e così di tutti gli altri
luoghi.
- Totale abitanti anno 1840: n° 14356 Serie dei Vescovi di Sanminiato dall' epoca, dell'
istituzione di essa diocesi fino ad ora.
N. B. Le parrocchie contrassegnate col n° 1 nel 1840
spettavano ad altre Comunità. 1. Francesco de Noris, eletto nel 1624, morto nel 1631.
2. Alessandro Strozzi, eletto nel 1632, morto nel 1648.
DIOCESI DI SAN MINIATO. – La chiesa maggiore di 3. Angiolo Pichi, eletto nel 1649, morto nel 1653.
Sanminiato, era già prepositura plebana della Diocesi di 4. Pietro Frescobaldi, eletto nel 1654, morto nell'anno
Lucca traslocata dall'antica del sottostante borgo di S. medesimo.
Genesio, quando la Repubblica Fiorentina sino dal 5. Gio. Battista Barducci, eletto nel 1656, morto nel 1661.
1408, due anni dopo aver conquistato Pisa ed il suo 6. Mauro Corsi, eletto nel 1662, morto nel 1680.
territorio, concepì il disegno di erigerla in cattedrale e 7. Jacopo Antonio Morigia, creato nel 1687, e nel
fare di Sanminiato la sede di un nuovo vescovo con febbrajo del 1683 traslatato alla sede arcivescovile di
assegnargli una gran parte del paese dipendente allora nel Firenze.
politico dalla Signoria di Firenze e nell'ecclesiastico dal 8. Michele Carlo Cortigiani, creato nel 1682, traslatato nel
vescovo di Lucca. La stessa idea aveva allora quel 1702 alla sede di Pistoja.
governo per innalzare la collegiata di Prato in cattedrale, 9. Francesco Maria Poggi, creato nel 1704, morto nel
ma quel disegno rimase senza effetto. 1719.
Lo ebbe bensì nel 1622 mercé le pre mure della 10. Luigi Andrea Cattani, creato nel 1720 e morto nel
Granduchessa Maria Maddalena d'Austria restata vedova 1734.
di Cosimo II, e libera governatrice dei vicariati di Colle 11. Giuseppe Suarez della Conca, creato nel 1735, morto
e di Sanminiato, ad istanza della quale il Pontefice nel 1754.
Grcgorio XV, nel 17 dicembre 1622 pubblicò la bolla 12. Domenico Poltri, dal 1755 al 1778.
di erezione della chiesa di Sanminiato in cattedrale e 13. Brunone Fazzi, dal 1779 al 1805.
della terra omonima in nobile città con residenza di un 14. Pietro Fazzi, dal 1806 al 1833.
vescovo proprio. In calce alla quale bolla venne noverato 15. Torello Pierazzi vivente, il quale prese possesso nel
il numero sommario de' popoli, pievi, monasteri e spedali 1834.
che furono staccati tutti dalla diocesi lucchese. Delle 118
parrocchie ivi rammentate, 27 erano filiali dell'antica Nel seguente Quadro sinottico la chiesa di S. Maria a
prepositura di Sanminiato, 22 suffraganee della Poggio Tempesti nel Caposesto di S. Maria a Monte,
collegiata di S. Maria a Monte ed altre 69 tra chiese quelle di S. Rocco alle Vedute in Fucecchio, di S.
parrocchiali e conventi. Nelle 118 parrocchie si Pietro d'Oltrarno e di S. Bartolommeo alle Calle nel
noveravano le collegiale di Fucecchio, di Santa Croce, di Caposesto di Fucecchio, come anco la chiesa di S.
Castelfranco e di S. Maria a Monte, oltre 19 pievi, Andrea a Cenaja nel Caposesto di Lari, furono erette
parie delle quali comprese nel distretto fio rentino, in parrocchiali parte poco innanzi e parte dopo il
alcune nel territorio sanminiatese e parte nel contado 1840.
Martino al Pinocchio già a Faognana (Cura)
QUADRO SINOTTICO delle Collegiate, Pievi, valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
Priorie e Parrocchie della DIOCESI DI popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 41
SANMINIATO diviso in URBANE, SUBURBANE e popolazione anno 1745: abitanti n° 526
CAPOSESTI con la loro popolazione a quattro popolazione anno 1833: abitanti n° 811
epoche diverse. popolazione anno 1840: abitanti n° 740
8. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Annunciata
SANMINIATO città alla Crocetta già in Fibbiastri (Cura)
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
1. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 100
e S. Genesio (Cattedrale, Collegiata) popolazione anno 1745: abitanti n° 662
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1833: abitanti n° 851
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 1235 (con popolazione anno 1840: abitanti n° 915
S. Caterina, SS. Jacopo e Lucia e SS. Michele e Stefano) 9. titolo della chiesa parrocchiale: S. Angiolo a
popolazione anno 1745: abitanti n° 202 Montorzo (Cura)
popolazione anno 1833: abitanti n° 272 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
popolazione anno 1840: abitanti n° 275 popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 71
2. titolo della chiesa parrocchiale: S. Caterina popolazione anno 1745: abitanti n° 262
(Cura) popolazione anno 1833: abitanti n° 465
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1840: abitanti n° 411
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 1235 (con 10. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Ippolito e
S. Maria Assunta e S. Genesio, SS. Jacopo e Lucia e SS. cassiano a Marzana (Cura)
Michele e Stefano) valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
popolazione anno 1745: abitanti n° 221 popolazione anno 1551: abitanti n° 41
popolazione anno 1833: abitanti n° 570 popolazione anno 1745: abitanti n° abitanti n° 106
popolazione anno 1840: abitanti n° 607 popolazione anno 1833: abitanti n° 280
3. titolo della chiesa parrocchiale : SS. Jacopo e popolazione anno 1840: abitanti n° 204
Lucia (Cura) 11. titolo della chiesa parrocchiale: S. Quintino a S.
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Quintino (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 1235 (con valle in cui è situata: Val d’Evola
S. Maria Assunta e S. Genesio, S. Caterina, e SS. Michele popolazione anno 1551: abitanti n° 116
e Stefano) popolazione anno 1745: abitanti n° 89
popolazione anno 1745: abitanti n° 559 popolazione anno 1833: abitanti n° 112
popolazione anno 1833: abitanti n° 837 popolazione anno 1840: abitanti n° 134
popolazione anno 1840: abitanti n° 861 12. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
4. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Michele e a Campriano (Cura)
Stefano (Prioria) valle in cui è situata: Val d’Elsa
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1551: abitanti n° 135
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 1235 (con popolazione anno 1745: abitanti n° 81
S. Maria Assunta e S. Genesio e S. Caterina, SS. Jacopo e popolazione anno 1833: abitanti n° 118
Lucia) popolazione anno 1840: abitanti n° 134
popolazione anno 1745: abitanti n° 322 13. titolo della chiesa parrocchiale: S. Giorgio a
popolazione anno 1833: abitanti n° 616 Canneto (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 757 valle in cui è situata: Val d’Elsa
popolazione anno 1551: abitanti n° 107
SUBURBIO popolazione anno 1745: abitanti n° 176
popolazione anno 1833: abitanti n° 247
5. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Lorenzo e popolazione anno 1840: abitanti n° 255
Andrea a Nocicchio (Cura) 14. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lucia a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Calenzano (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 61 valle in cui è situata: Fra l’Elsa e l’Evola
popolazione anno 1745: abitanti n° 394 popolazione anno 1551: abitanti n° 262
popolazione anno 1833: abitanti n° 422 popolazione anno 1745: abitanti n° 117
popolazione anno 1840: abitanti n° 419 popolazione anno 1833: abitanti n° 213
6. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro alle popolazione anno 1840: abitanti n° 229
Fonti (Cura) 15. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Jacopo e
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Filippo a Selva e Pino (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° abitanti n° 118 valle in cui è situata: Val d’Elsa
popolazione anno 1745: abitanti n° 268 popolazione anno 1551: abitanti n° 88
popolazione anno 1833: abitanti n° 584 popolazione anno 1745: abitanti n° 242
popolazione anno 1840: abitanti n° 693 popolazione anno 1833: abitanti n° 476
7. titolo della chiesa parrocchial e : SS. Stefano e popolazione anno 1840: abitanti n° 466
16. titolo della chiesa parrocchiale: S. Stefano alla valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
Bastia (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° 934
valle in cui è situata: Val d’Elsa popolazione anno 1745: abitanti n° 1964
popolazione anno 1551: abitanti n° 159 popolazione anno 1833: abitanti n° 2328
popolazione anno 1745: abitanti n° 237 popolazione anno 1840: abitanti n° 2762
popolazione anno 1833: abitanti n° 422 25. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Giuseppe ed
popolazione anno 1840: abitanti n° 572 Anna a S. Donato (Cura)
17. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
a Bresciana (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Elsa popolazione anno 1745: abitanti n° -
popolazione anno 1551: abitanti n° 202 popolazione anno 1833: abitanti n° 503
popolazione anno 1745: abitanti n° 181 popolazione anno 1840: abitanti n° 515
popolazione anno 1833: abitanti n° 396 26. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria a
popolazione anno 1840: abitanti n° 393 Poggio Tempesti (Cura)
18. titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele a valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
Pianezzoli (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1745: abitanti n° -
popolazione anno 1551: abitanti n° 114 popolazione anno 1833: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 225 popolazione anno 1840: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° 320 27. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Jacopo e
popolazione anno 1840: abitanti n° 330 Giorgio a Montecalvoli (Pieve)
19. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro a valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
Marcignana (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° 212
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1745: abitanti n° 603
popolazione anno 1551: abitanti n° 105 popolazione anno 1833: abitanti n° 1140
popolazione anno 1745: abitanti n° 187 popolazione anno 1840: abitanti n° 1245
popolazione anno 1833: abitanti n° 307 28. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Quirico e
popolazione anno 1840: abitanti n° 303 Giulitta a Montefalconi (Prioria)
20. titolo della chiesa parrocchiale: S. Donato valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
all’Isola (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1745: abitanti n° 93
popolazione anno 1551: abitanti n° 156 popolazione anno 1833: abitanti n° 98
popolazione anno 1745: abitanti n° 283 popolazione anno 1840: abitanti n° 118
popolazione anno 1833: abitanti n° 522 29. titolo della chiesa parrocchiale: S. Cristina alle
popolazione anno 1840: abitanti n° 563 Pianora (Cura)
21. titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele a valle in cui è situata: Val di Nievole
Roffia (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1745: abitanti n° 130
popolazione anno 1551: abitanti n° 130 popolazione anno 1833: abitanti n° 286
popolazione anno 1745: abitanti n° 218 popolazione anno 1840: abitanti n° 289
popolazione anno 1833: abitanti n° 373 30. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a
popolazione anno 1840: abitanti n° 366 Orentano (Pieve)
22. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lucia a valle in cui è situata: Val di Nievole
Cusignano (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Evola popolazione anno 1745: abitanti n° 862
popolazione anno 1551: abitanti n° 158 popolazione anno 1833: abitanti n° 676
popolazione anno 1745: abitanti n° 176 popolazione anno 1840: abitanti n° 777
popolazione anno 1833: abitanti n° 310 31. titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele a
popolazione anno 1840: abitanti n° 357 Staffoli (Cura)
23. titolo della chiesa parrocchiale : S. Andrea a valle in cui è situata: Val di Nievole
Corliano di Gello (Cura) popolazione anno 1551: abitanti n° -
valle in cui è situata: Val d’Evola popolazione anno 1745: abitanti n° 254
popolazione anno 1551: abitanti n° 65 popolazione anno 1833: abitanti n° 571
popolazione anno 1745: abitanti n° 98 popolazione anno 1840: abitanti n° 674
popolazione anno 1833: abitanti n° 101 32. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro al
popolazione anno 1840: abitanti n° 88 Galleno (Cura)
valle in cui è situata: Val di Nievole
I CAPO SESTO DI S. MARIA A MONTE popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 461
24. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria popolazione anno 1833: abitanti n° 836
Assunta e S. Giovanni Evangelista in S. Maria a popolazione anno 1840: abitanti n° 996
Monte (Arcipretura, Collegiata) 33. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro in
Castelfranco di sotto (Prepositura Collegiata) popolazione anno 1745: abitanti n° 234
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1833: abitanti n° 556
popolazione anno 1551: abitanti n° 910 popolazione anno 1840: abitanti n° 639
popolazione anno 1745: abitanti n° 1124 42. titolo della chiesa parrocchiale: S. Stefano a
popolazione anno 1833: abitanti n° 3077 Corliano (Prepositura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 3216 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
34. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo in popolazione anno 1551: abitanti n° 93
Santa Croce (Prepositura Collegiata) popolazione anno 1745: abitanti n° 157
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1833: abitanti n° 176
popolazione anno 1551: abitanti n° 1214 popolazione anno 1840: abitanti n° 204
popolazione anno 1745: abitanti n° 2753 43. titolo della chiesa parrocchiale: S. Andrea a Zio
popolazione anno 1833: abitanti n° 4203 (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 4426 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
popolazione anno 1551: abitanti n° -
II CAPOSESTO DI FUCECCHIO popolazione anno 1745: abitanti n° 120
popolazione anno 1833: abitanti n° 177
35. titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni popolazione anno 1840: abitanti n° 163
Battista di Fucecchio (Arcipretura Collegiata) 44. titolo della chiesa parrocchiale: S. Leonardo a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Cerreto (Pieve)
popolazione anno 1551: abitanti n° 1958 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
popolazione anno 1745: abitanti n° 4048 popolazione anno 1551: abitanti n° 1319
popolazione anno 1833: abitanti n° 7305 popolazione anno 1745: abitanti n° 1452
popolazione anno 1840: abitanti n° 7355 popolazione anno 1833: abitanti n° 2396
36. titolo della chiesa parrocchiale: S. Rocco alle popolazione anno 1840: abitanti n° 2538
Vedute in Fucecchio (Cura) 45. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Pietro e
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Paolo a Stabbia (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1745: abitanti n° - popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° - popolazione anno 1745: abitanti n° -
popolazione anno 1840: abitanti n° 1018 popolazione anno 1833: abitanti n° 1140
37. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro popolazione anno 1840: abitanti n° 1259
Oltrarno o S. Pierino (Cura) 46. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore a Streda (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1745: abitanti n° - popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° - popolazione anno 1745: abitanti n° 126
popolazione anno 1840: abitanti n° 611 popolazione anno 1833: abitanti n° 167
38. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo popolazione anno 1840: abitanti n° 183
alla Calle o a Cappiano (Cura) 47. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pantaleone a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore S. Pantaleo (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1745: abitanti n° - popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° - popolazione anno 1745: abitanti n° 273
popolazione anno 1840: abitanti n° 828 popolazione anno 1833: abitanti n° 476
39. titolo della chiesa parrocchiale: S. Leonardo a popolazione anno 1840: abitanti n° 520
Ripoli (Pieve) 48. titolo della chiesa parrocchiale: S. Silvestro a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Larciano (Pieve)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1745: abitanti n° 201 popolazione anno 1551: abitanti n° 638
popolazione anno 1833: abitanti n° 239 popolazione anno 1745: abitanti n° 157
popolazione anno 1840: abitanti n° 236 popolazione anno 1833: abitanti n° 1692
40. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo popolazione anno 1840: abitanti n° 1848
a Gavena (Cura) 49. titolo della chiesa parrocchiale: S. Niccolò a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Cecina (Pieve)
popolazione anno 1551: abitanti n° 183 valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1745: abitanti n° 176 popolazione anno 1551: abitanti n° 259
popolazione anno 1833: abitanti n° 221 popolazione anno 1745: abitanti n° 533
popolazione anno 1840: abitanti n° 248 popolazione anno 1833: abitanti n° 550
41. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria popolazione anno 1840: abitanti n° 553
Assunta a Bassa (Prioria) 50. titolo della chiesa parrocchiale: S. Donnino a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Castelmartini (Pieve)
popolazione anno 1551: abitanti n° 158 valle in cui è situata: Val di Nievole
popolazione anno 1551: abitanti n° 52 popolazione anno 1840: abitanti n° 386
popolazione anno 1745: abitanti n° - 59. titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni
popolazione anno 1833: abitanti n° 695 Battista a Cigoli (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 752 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
51. titolo della chiesa parrocchiale: La Madonna popolazione anno 1551: abitanti n° 345
delle Querce (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 1135
valle in cui è situata: Val di Nievole popolazione anno 1833: abitanti n° 2040
popolazione anno 1551: abitanti n° - popolazione anno 1840: abitanti n° 2297
popolazione anno 1745: abitanti n° 321 60. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
popolazione anno 1833: abitanti n° 539 a Stibbio (Prepositura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 616 valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
52. titolo della chiesa parrocchiale: S. Gregorio alla popolazione anno 1551: abitanti n° 135
Torre (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 535
valle in cui è situata: Val di Nievole popolazione anno 1833: abitanti n° 1177
popolazione anno 1551: abitanti n° - popolazione anno 1840: abitanti n° 832
popolazione anno 1745: abitanti n° 423 61. titolo della chiesa parrocchiale: S. Germano a
popolazione anno 1833: abitanti n° 672 Moriolo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 694 valle in cui è situata: Val d’Evola
popolazione anno 1551: abitanti n° 116
III CAPOSESTO DI MONTOPOLI popolazione anno 1745: abitanti n° 141
popolazione anno 1833: abitanti n° 322
53. titolo della chiesa parrocchiale: S. Stefano a popolazione anno 1840: abitanti n° 363
Montopoli (Pieve) 62. titolo della chiesa parrocchiale: S. Jacopo a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Balconevisi (Prepos itura)
popolazione anno 1551: abitanti n° 885 valle in cui è situata: Val d’Evola
popolazione anno 1745: abitanti n° 1651 popolazione anno 1551: abitanti n° 134
popolazione anno 1833: abitanti n° 2886 popolazione anno 1745: abitanti n° 371
popolazione anno 1840: abitanti n° 2634 popolazione anno 1833: abitanti n° 452
54. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria a S. popolazione anno 1840: abitanti n° 521
Romano (Cura) 63. titolo della chiesa parrocchiale: S. Regolo a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Bucciano (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val d’Elsa
popolazione anno 1745: abitanti n° - popolazione anno 1551: abitanti n° 149
popolazione anno 1833: abitanti n° - popolazione anno 1745: abitanti n° 184
popolazione anno 1840: abitanti n° 1699 popolazione anno 1833: abitanti n° 310
55. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria popolazione anno 1840: abitanti n° 354
Novella a Marti (Pieve) 64. titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Cora zzano (Pieve)
popolazione anno 1551: abitanti n° 942 valle in cui è situata: Val d’Evola
popolazione anno 1745: abitanti n° 1249 popolazione anno 1551: abitanti n° 46
popolazione anno 1833: abitanti n° 1594 popolazione anno 1745: abitanti n° 59
popolazione anno 1840: abitanti n° 1699 popolazione anno 1833: abitanti n° 105
56. titolo della chiesa parrocchiale: S. Brunone a popolazione anno 1840: abitanti n° 121
Castel del Bosco (Cura) 65. titolo della chiesa parrocchiale: S. Martino a
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore Agliati (Cura)
popolazione anno 1551: abitanti n° - valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore
popolazione anno 1745: abitanti n° - popolazione anno 1551: abitanti n° 109
popolazione anno 1833: abitanti n° 713 popolazione anno 1745: abitanti n° 229
popolazione anno 1840: abitanti n° 770 popolazione anno 1833: abitanti n° 314
57. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Vito e popolazione anno 1840: abitanti n° 262
Modesto a Collegalli (Cura)
valle in cui è situata: Val d’Evola IV CAPOSESTO DI LARI
popolazione anno 1551: abitanti n° 192
popolazione anno 1745: abitanti n° - 66. titolo della chiesa parrocchiale: Natività di S.
popolazione anno 1833: abitanti n° 276 Maria e S. Leonardo a Lari (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 293 valle in cui è situata: Val di Cascina
57. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lucia a popolazione anno 1551: abitanti n° 619
Montebicchieri (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 923
valle in cui è situata: Val d’Evola popolazione anno 1833: abitanti n° 1570
popolazione anno 1551: abitanti n° 201 popolazione anno 1840: abitanti n° 1751
popolazione anno 1745: abitanti n° 281 67. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Pietro e
popolazione anno 1833: abitanti n° 345 Paolo a Cevoli (Pieve)
valle in cui è situata: Val di Cascina Crespina (Prepositura)
popolazione anno 1551: abitanti n° 358 valle in cui è situata: Val di Tora
popolazione anno 1745: abitanti n° 646 popolazione anno 1551: abitanti n° 358
popolazione anno 1833: abitanti n° 1172 popolazione anno 1745: abitanti n° 1200
popolazione anno 1840: abitanti n° 1242 popolazione anno 1833: abitanti n° 1849
68. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a S. popolazione anno 1840: abitanti n° 2080
Ruffino (Prioria) 77. titolo della chiesa parrocchiale: S. Andrea a
valle in cui è situata: Val di Cascina Cenaja (Prepositura)
popolazione anno 1551: abitanti n° 88 valle in cui è situata: Val di Tora
popolazione anno 1745: abitanti n° 173 popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° 301 popolazione anno 1745: abitanti n° -
popolazione anno 1840: abitanti n° 327 popolazione anno 1833: abitanti n° -
69. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria popolazione anno 1840: abitanti n° -
Assunta al Bagno a Acqua (Pieve) 77. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Filippo e
valle in cui è situata: Val di Cascina Jacopo a Tripalle (Prepositura)
popolazione anno 1551: abitanti n° 182 valle in cui è situata: Val di Tora
popolazione anno 1745: abitanti n° 514 popolazione anno 1551: abitanti n° -
popolazione anno 1833: abitanti n° 1012 popolazione anno 1745: abitanti n° 371
popolazione anno 1840: abitanti n° 1205 popolazione anno 1833: abitanti n° 175
70. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo al popolazione anno 1840: abitanti n° 665
Colle Montanino (Cura) 78. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Fabiano e
valle in cui è situata: Val di Cascina Sebastiano a Tremoleto (Prepositura)
popolazione anno 1551: abitanti n° 170 valle in cui è situata: Val di Tora
popolazione anno 1745: abitanti n° 170 popolazione anno 1551: abitanti n° 76
popolazione anno 1833: abitanti n° 294 popolazione anno 1745: abitanti n° 242
popolazione anno 1840: abitanti n° 327 popolazione anno 1833: abitanti n° 353
71. titolo della chiesa parrocchiale: S. Ermete a S. popolazione anno 1840: abitanti n° 377
Ermo (Pieve)
valle in cui è situata: Val di Tora V CAPOSESTO DI PALAJA
popolazione anno 1551: abitanti n° 84
popolazione anno 1745: abitanti n° 316 79. titolo della chiesa parrocchiale: S. Martino a
popolazione anno 1833: abitanti n° 540 Palaja (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 574 valle in cui è situata: Val d’Era
72. titolo della chiesa parrocchiale: S. Niccolao a popolazione anno 1551: abitanti n° 662
Casciana (Prioria) popolazione anno 1745: abitanti n° 730
valle in cui è situata: Val di Cascina popolazione anno 1833: abitanti n° 1124
popolazione anno 1551: abitanti n° 326 popolazione anno 1840: abitanti n° 1167
popolazione anno 1745: abitanti n° 723 80. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
popolazione anno 1833: abitanti n° 1027 a Treggiaja (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 1108 valle in cui è situata: Val d’Era
73. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Quirico e popolazione anno 1551: abitanti n° 350
Giulitta a Parlascio (Pieve) popolazione anno 1745: abitanti n° 602
valle in cui è situata: Val di Cascina popolazione anno 1833: abitanti n° 745
popolazione anno 1551: abitanti n° 228 popolazione anno 1840: abitanti n° 833
popolazione anno 1745: abitanti n° 247 81. titolo della chiesa parrocchiale: S. Frediano a
popolazione anno 1833: abitanti n° 435 Forcoli (Prioria)
popolazione anno 1840: abitanti n° 442 valle in cui è situata: Val d’Era
74. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a popolazione anno 1551: abitanti n° 279
Usigliano di Lari (Pieve) popolazione anno 1745: abitanti n° 446
valle in cui è situata: Val di Cascina popolazione anno 1833: abitanti n° 772
popolazione anno 1551: abitanti n° 152 popolazione anno 1840: abitanti n° 842
popolazione anno 1745: abitanti n° - 82. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lucia a
popolazione anno 1833: abitanti n° 455 Montecastello (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 438 valle in cui è situata: Val d’Era
75. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a popolazione anno 1551: abitanti n° 238
Fauglia (Prepositura) popolazione anno 1745: abitanti n° 238
valle in cui è situata: Val di Tora popolazione anno 1833: abitanti n° 506
popolazione anno 1551: abitanti n° 326 popolazione anno 1840: abitanti n° 533
popolazione anno 1745: abitanti n° 1280 83. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria
popolazione anno 1833: abitanti n° 1808 Assunta a Partino (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 2284 valle in cui è situata: Val d’Era
76. titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele a popolazione anno 1551: abitanti n° 283
popolazione anno 1745: abitanti n° 924 92. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
popolazione anno 1833: abitanti n° 617 a Capannoli (Pieve Abbaziale)
popolazione anno 1840: abitanti n° 596 valle in cui è situata: Val d’Era
84. titolo della chiesa parrocchiale: S. Matteo alla popolazione anno 1551: abitanti n° 402
Rotta (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 621
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1833: abitanti n° 1060
popolazione anno 1551: abitanti n° - popolazione anno 1840: abitanti n° 1181
popolazione anno 1745: abitanti n° - 93. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro a Santo
popolazione anno 1833: abitanti n° 1351 Pietro (Prepositura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 1520 valle in cui è situata: Val d’Era
85. titolo della chiesa parrocchiale: SS. Pietro e popolazione anno 1551: abitanti n° 375
Michele a Villa Saletta (Prioria) popolazione anno 1745: abitanti n° 646
valle in cui è situata: Val d’Era popolazione anno 1833: abitanti n° 1050
popolazione anno 1551: abitanti n° 255 popolazione anno 1840: abitanti n° 1122
popolazione anno 1745: abitanti n° 321 94. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo
popolazione anno 1833: abitanti n° 438 a Casanuova (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 438 valle in cui è situata: Val d’Era
86. titolo della chiesa parrocchiale: S. Bartolommeo popolazione anno 1551: abitanti n° 152
a Collegoli (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 249
valle in cui è situata: Val d’Arno inferiore popolazione anno 1833: abitanti n° 273
popolazione anno 1551: abitanti n° 117 popolazione anno 1840: abitanti n° 305
popolazione anno 1745: abitanti n° 96 95. titolo della chiesa parrocchiale: S. Frediano a
popolazione anno 1833: abitanti n° 713 Camugliano (Prioria)
popolazione anno 1840: abitanti n° 760 valle in cui è situata: Val d’Era
87. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a popolazione anno 1551: abitanti n° 148
Gello di Palaja (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 279
valle in cui è situata: Val d’Era popolazione anno 1833: abitanti n° 318
popolazione anno 1551: abitanti n° 43 popolazione anno 1840: abitanti n° 342
popolazione anno 1745: abitanti n° 94 96. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lorenzo a
popolazione anno 1833: abitanti n° 191 Gello di Lavajano (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 159 valle in cui è situata: Val d’Arno pisano
88. titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria popolazione anno 1551: abitanti n° 53
Assunta a Alias (Prepositura) popolazione anno 1745: abitanti n° 170
valle in cui è situata: Val d’Era popolazione anno 1833: abitanti n° 488
popolazione anno 1551: abitanti n° 147 popolazione anno 1840: abitanti n° 581
popolazione anno 1745: abitanti n° 202 97. titolo della chiesa parrocchiale: S. Lucia a
popolazione anno 1833: abitanti n° 323 Perignano (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 338 valle in cui è situata: Val d’Arno pisano
89. titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni popolazione anno 1551: abitanti n° 182
Battista a S. Gervasio (Pieve) popolazione anno 1745: abitanti n° 258
valle in cui è situata: Val d’Era popolazione anno 1833: abitanti n° 677
popolazione anno 1551: abitanti n° 121 popolazione anno 1840: abitanti n° 750
popolazione anno 1745: abitanti n° 221 98. titolo della chiesa parrocchiale: S. Andrea a
popolazione anno 1833: abitanti n° 244 Sojana (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 269 valle in cui è situata: Val di Cascina
90. titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro a popolazione anno 1551: abitanti n° 269
Usigliano di Palaja (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 346
valle in cui è situata: Val d’Era popolazione anno 1833: abitanti n° 850
popolazione anno 1551: abitanti n° 68 popolazione anno 1840: abitanti n° 911
popolazione anno 1745: abitanti n° 129
popolazione anno 1833: abitanti n° 166 TOTALE popolazione anno 1551: abitanti n° 22141
popolazione anno 1840: abitanti n° 176 TOTALE popolazione anno 1745: abitanti n° 41766
TOTALE popolazione anno 1833: abitanti n° 75797
VI CAPOSESTO DI PONSACCO TOTALE popolazione anno 1840: abitanti n° 85780
RESTANO
- anno 1833: abitanti n° 2713 SAN PIETRO DI SOTTO in Val di Pesa. – Contrada
- anno 1840: abitanti n° 2612 che porta il nome della sua chiesa parrocchiale nel
piviere, Comunità Giurisdizione e miglia toscane 1 ½ a Miniato ecc. – (MEMOR. LUCCH. Vol. V. P. III.)
scirocco di San Casciano, Diocesi e Compartimento di Gli abitanti del castelletto di San Quintino nel 1369
Firenze. fecero causa comune con quelli di Montajone,
Ho già detto che appellasi di sotto per distinguerla Castelnuovo di Val d' Elsa, Cojano, Barbialla, Cigoli e
dall'altra che dicesi S. Pietro di sopra essendo situata Tonda, segregandosi dalla giurisdizione di Sanminiato,
più in alto nella pendice stessa. – Essa era qualificata col finché alla pace del gennajo 1370 quei popoli furono
vocabolo di S. Pietro inferiore nel catalogo delle chiese dichiarati soggetti immediatamente alla Repubblica
della diocesi fiorentina del 1299, mentre è detta di S. Fiorentina.
Pietro di Sotto in un istrumento del 18 novembre La parrocchia di San Quintino a S. Quintino nel 1833
1 3 1 3 , relativo all’elezione fatta del prete Pagno rettore noverava 112 abitanti.
della chiesa prenominata e canonico della pieve di S.
Cecilia a Decimo in priore della chiesa parrocchiale di S.
Jacopo alla Sambuca compresa nel piviere di S. Pietro SAN QUIRICO ALL'AMBROGIANA nel Val d’Arno
in Bossolo. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S. inferiore. – Borghetto nel popolo de’SS. Quirico e Lucia
Apollonia di Fir.) all’Ambrogiana, Comunità e circa un miglio toscano a
Nella parrocchia di S. Pietro di sotto, di padronato del ponente del castello di Montelupo, Giurisdizione
sovrano, sono compresi i poderi de’Canali, di Terzona d'Empoli. Diocesi e Compartimento di Firenze.
della Colombaia, dell’Erta e delle Palaje della fattoria Trovasi questo borghetto lungo la strada regia postale
Corsini delle Corti. presso la XV pietra migliare da Firenze, un terzo di
Questa parrocchia nel 1833 contava 202 abitanti. miglio a ostro del villaggio della Torre Frescobaldi,
due terzi di miglio a ponente della R. Villa e della
chiesa parrocchiale di S. Lucia all'Ambrogiana, cui da
SAN PIETRO A VAGLIA . – Vedere VAGLIA. lunga mano fu riunito il popolo della distrutta chiesa di
S. Quirico.
Dove fosse precisamente quest’ultima io lo ignoro,
SAN PIETRO A VARLUNGO. – Vedere VARLUNGO . sebbene vi sia motivo da dubitare che essa non stasse
molto lungi dal borghetto di S. Quirico cui è restato il
nome. All'Articolo AMBROGIANA dissi, che la più
SAN PIETRO A VIESCA. – Vedere VIESCA. antica memoria di questa chiesa di S. Quirico reputo
essere quella indicata da una membrana dell'anno 1003,
quando il conte Lo tario de’Cadolingi assegnò alla badia
SAN PIET RO ALLA VILLA. – Vedere VILLA (S. di Fucecchio 17 poderi, parte de'quali situati nel popolo
PIETRO ALLA ) in Val Tiberina, e così di tutti gli altri di S. Quirico, piviere di S. Ippolito in Val di Pesa, ed
luoghi di questo nome. aggiunsi che probabilmente riferiva alla stessa chiesa e
borghetto di S. Quirico il luogo dove nel dì 3 giugno del
1204 furono firmati i preliminari di pace fra la
SAN QUINTINELLO A SAN QUINTINO. – Vedere Repubblica Fiorentina da una, e il Comune di Pistoja
l’Articolo seguente. con i conti di Capraja dall’altra parte. – Vedere
AMBROGIANA.
N.B. Nell’ultima epoca del 1840 entravano dalle SERIE DEI VESCOVI DI SANSEPOLCRO.
Parrocchie estere
- abitanti n° 49 1. Galeotto Graziani, già abbate di S. Giovanni
Evangelista, dal 28 settembre 1520 al 16 aprile 1522.
(1) (*) Le Parrocchie della Nota (1) nelle prime tre 2. Leonardo Tornabuoni, dal 31 agosto 1522, traslatato
epoche spettavano a Comunità limitrofe, e quelle con (*) nel marzo del 1539 al vescovato di Ajaccio in Corsica.
nel 1840 mandavano fuori di questa Comunità 3. Filippo Archinto, dall'anno 1539, traslatato nel marzo
- abitanti n° 370 del 1546 al vescovato di Saluzzo in Piemonte.
4. Alfonso Tornabuoni, dall’ottobre del 1546 fino al 1557.
- RESTANO abitanti anno 1840: n° 7156 5. Filippo Tornabuoni, dall'ottobre del 1557 al novembre
del 1559.
DIOCESI DI SANSEPOLCRO. – Questa diocesi fu eretta 6. Niccolò Tornabuoni, dal maggio dell'anno 1560
dal Pontefice Leone X con bolla del 22 settembre 1515, all’aprile del 1598.
dalla quale fu dichiarato cotesto Borgo città nobile ed il 7. Alessandro Borghi, dal giugno del 1598 all’anno 1605.
suo nuovo vescovo suffraganeo del metropolitano di 8. Girolamo Incontri, dal dicembre del 1605 all’anno
Firenze. Dalla stessa bolla fu nominato in primo vescovo 1615.
di Sansepolcro l’abbate di S. Giovanni Evangelista 9. Giovanni Gualtieri, dal dicembre del 1615 al maggio
del 1619. valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno
10. Filippo Salviati, dall'agosto 1619 all’anno 1634. 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 177, abitanti anno
11. Zanobi Medici, dal luglio 1634 all’ottobre del 1637. 1833: n° 250, abitanti anno 1840: n° 273
12. Dionisio Bussotti, dal 1638 al 1654. - titolo della chiesa: SS. Laurentino e Pergentino a
13. Fr. Cherubino Malaspina, dall’agosto 1655 all’anno Gragnano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana;
1667. abitanti anno 1551: n° 125, abitanti anno 1745: n° 167,
14. Gio. Carlo Baldovinetti, dal dicembre del 1667 al abitanti anno 1833: n° 269, abitanti anno 1840: n° 289
settembre del 1671. - titolo della chiesa: S. Pietro in Villa S. Pietro (A); valle
15. Lodovico Malaspina, dal febbrajo 1672 all'anno 1695. in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551:
16. Fr. Gregorio Compagni, dal gennajo del 1696 al n° 80, abitanti anno 1745: n° 107, abitanti anno 1833: n°
giugno del 1703. 220, abitanti anno 1840: n° 227
17. Gio. Lorenzo de’Tilli, dal luglio 1704. - titolo della chiesa: S. Maria al Melello con S. Marino
18. Bartolommeo Pucci, dal … al … (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti
19. Raimondo Pecchiolli, dal … al … anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 424, abitanti
20. Domenico Poltri, dal... al … anno 1833: n° 245, abitanti anno 1840: n° 259
21. Adeodato Andrea Conti, dal … al... - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a Misciano
22. Niccolò Marcacci, dal … al … (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti
23. Roberto Costaguti, dal... al... anno 1551: n° 34, abitanti anno 1745: n° 39, abitanti anno
24. Annibale Cav. Tommasi vivente. 1833: n° 103, abitanti anno 1840: n° 134
- titolo della chiesa: S. Angiolo alla Battuta detta
QUADRO SINOTTICO delle Chiese parrocchiali della comunemente alla Montagna (A); valle in cui è situata:
DIOCESI DI SANSEPOLCRO diviso per Pievanati con la Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 311, abitanti
loro popolazione a quattro epoche diverse. anno 1745: n° 161, abitanti anno 1833: n° 261, abitanti
anno 1840: n° 282
N.B. L’iniziale (A) indica che quelle parrocchie - titolo della chiesa: S. Martino in Val d’Afra (A); valle in
appartenevano innanzi alla Diocesi di Città di castello; cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n°
l’iniziale (B) indica che quelle parrocchie appartenevano 81, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 269,
già alla Diocesi di Arezzo; l’iniziale (C) mostra che abitanti anno 1840: n° 172
quelle parrocchie appartenevano alla Badia Nullius di - titolo della chiesa: S. Bartolo mmeo, Badia Succastelli
Bagno; l’iniziale (D) indica che quelle parrocchie (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti
appartenevano alla Badia Nullius di Galeata; l’iniziale anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno
(E) indica che quelle parrocchie appartenevano 1833: n° -, abitanti anno 1840: n° 287
all’Arcipresbiterato Nullius di Sestino; finalmente - titolo della chiesa: S. Maria d’Aboca (A); valle in cui è
l’iniziale (F) indica che quelle parrocchie appartenevano situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 254,
innanzi alla Diocesi di Monte Feltro. abitanti anno 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 335,
abitanti anno 1840: n° 380
1. Nome del Piviere: Pievanato maggiore con 13
succursali 2. Nome del Piviere: Pieve S. Stefano (Collegiata,
- titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista, Cattedrale Arcipretura con 6 suffraganee)
Arcipretura (A); valle in cui è situata: Val Tiberina
toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Agostino e - titolo della chiesa: Pieve S. Stefano, Arcipretura
S. Niccolò), abitanti anno 1745: n° 2010, abitanti anno Collegiata (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana;
1833: n° 2597, abitanti anno 1840: n° 2692 abitanti anno 1551: n° 1485, abitanti anno 1745: n° 1078,
- titolo della chiesa: S. Agostino in S. Maria de’Servi (A); abitanti anno 1833: n° 1470, abitanti anno 1840: n° 1597
valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a
1551: n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S. Montalone (A); valle in cui è situata: Val Tiberina
Niccolò), abitanti anno 1745: n° 84, abitanti anno 1833: toscana; abitanti anno 1551: n° 307, abitanti anno 1745:
n° 577, abitanti anno 1840: n° 619 n° 160, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa: S. Niccolò in S. Francesco (A); valle 146
in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: - titolo della chiesa: SS. Bartolommeo e Giorgio a
n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S. Agostino), Sintigliano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina
abitanti anno 1745: n° 529, abitanti anno 1833: n° 854, toscana; abitanti anno 1551: n° 339, abitanti anno 1745:
abitanti anno 1840: n° 986 n° 152, abitanti anno 1833: n° 100, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa: S. Giovanni Battista al Trebbio (A); 130
valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno - titolo della chiesa: S. Martino a Compito (A); valle in
1551: n° 180, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n°
n° 169, abitanti anno 1840: n° 289 -, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti anno 1833: n° 35,
- titolo della chiesa: S. Biagio a Gricignano (A); valle in abitanti anno 1840: n° 73
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° - titolo della chiesa: S. Antonio a Cerbajolo (A); valle in
147, abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n°
390, abitanti anno 1840: n° 420 -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 81,
- titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla a S. Fiora (B); abitanti anno 1840: n° 97
- titolo della chiesa: S. Andrea a Mignano (A); valle in cui abitanti anno 1745: n° 73, abitanti anno 1833: n° 102,
è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1840: n° 103
101, abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 62, - titolo della chiesa: S. Andrea a Martigliano (E); valle in
abitanti anno 1840: n° 74 cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n°
- titolo della chiesa: S. Quirico a Pietra nera (A); valle in 132, abitanti anno 1745: n° 34, abitanti anno 1833: n° 60,
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1840: n° 68
-, abitanti anno 1745: n° 40, abitanti anno 1833: n° 28, - titolo della chiesa: S. Paolo a Monte Romano,
abitanti anno 1840: n° 31 Arcipretura (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia;
abitanti anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 46,
3. Nome del Piviere: Pievanato di Monterchi (Arcipretura abitanti anno 1833: n° 47, abitanti anno 1840: n° 65
con 9 succursali) - titolo della chiesa: S. Leone alla Miraldella (E); valle in
cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n°
- titolo della chiesa: S. Simone a Monterchi, Arcipretura 188, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: n° 44,
(A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti abitanti anno 1840: n° 53
anno 1551: n° 565, abitanti anno 1745: n° 435, abitanti
anno 1833: n° 578, abitanti anno 1840: n° 591 5. Nome del Piviere: S. Ellero a Galeata
- titolo della chiesa: S. Biagio a Pocaja e annessi (A);
valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno - titolo della chiesa: S. Ellero a Galeata, già Badia Nullius
1551: n° 168, abitanti anno 1745: n° 293, abitanti anno Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente;
1833: n° 378, abitanti anno 1840: n° 394 abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 56,
- titolo della chiesa: S. Angiolo a Padonchia e annessi abitanti anno 1833: n° 92, abitanti anno 1840: n° 97
(A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti
anno 1551: n° 320, abitanti anno 1745: n° 325, abitanti 6. Nome del Piviere: Pievanato di S. Maria in Cosmedin
anno 1833: n° 282, abitanti anno 1840: n° 298
- titolo della chiesa: S. Apollinare alla Villa (B); valle in - titolo della chiesa: S. Maria a Cosmedin dell’Isola, già
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° Badia Nullius Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle
-, abitanti anno 1745: n° 163, abitanti anno 1833: n° 201, del Bidente; abitanti anno 1551: n° 243, abitanti anno
abitanti anno 1840: n° 239 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 307, abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Lorenzo a Gambazzo e annessi 1840: n° 333
(A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti
anno 1551: n° 121, abitanti anno 1745: n° 15, abitanti 7. Nome del Piviere: Pievanato di Sigliano, o Tolena (con
anno 1833: n° 210, abitanti anno 1840: n° 246 5 succursali)
- titolo della chiesa: S. Pietro a Ripoli (A); valle in cui è
situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 204, - titolo della chiesa: S. Maria di Tolena, Pieve (A); valle
abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 172, in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551:
abitanti anno 1840: n° 162 n° 217, abitanti anno 1745: n° 81, abitanti anno 1833: n°
- titolo della chiesa: S. Lorenzo a Ricciano (A); valle in 80, abitanti anno 1840: n° 83
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° - titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a
54, abitanti anno 1745: n° 117, abitanti anno 1833: n° Brancialino (A); valle in cui è situata: Val Tiberina
181, abitanti anno 1840: n° 177 toscana; abitanti anno 1551: n° 190, abitanti anno 1745:
- titolo della chiesa: S. Luca a Borgacciano (A); valle in n° 139, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n°
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 130
120, abitanti anno 1745: n° 99, abitanti anno 1833: n° - titolo della chiesa: S. Giovannino a Castelnuovo (A);
116, abitanti anno 1840: n° 127 valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Maria a Fonaco (A); valle in cui è 1551: n° 385, abitanti anno 1745: n° 208, abitanti anno
situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 64, 1833: n° 228, abitanti anno 1840: n° 240
abitanti anno 1745: n° 75, abitanti anno 1833: n° 82, - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Baldignano (A); valle in
abitanti anno 1840: n° 88 cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n°
- titolo della chiesa: SS. Sisto e Apollinare a Petretole 318, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n°
(A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti 172, abitanti anno 1840: n° 201
anno 1551: n° 284, abitanti anno 1745: n° 60, abitanti - titolo della chiesa: S. Giovanni a Valle Calda (A); valle
anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 102 in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551:
n° 174, abitanti anno 1745: n° 28, abitanti anno 1833: n°
4. Nome del Piviere: Pievanato di Montirone (con 4 78, abitanti anno 1840: n° 120
succursali) - titolo della chiesa: S. Stefano a Tizzano (A); valle in cui
è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 36,
- titolo della chiesa: S. Maria a Montirone, Arcipretura abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 82,
(E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno abitanti anno 1840: n° 76
1551: n° 273, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno
1833: n° 164, abitanti anno 1840: n° 219 8. Nome del Piviere: Pievanato di Corliano (con 6
- titolo della chiesa: S. Michele a Casale (E); valle in cui è succursali)
situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 149,
- titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Corliano, n° -, abitanti anno 1745: n° 169, abitanti anno 1833: n°
Pieve (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; 137, abitanti anno 1840: n° 149
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Caprese (B);
anno 1833: n° 107, abitanti anno 1840: n° 119 valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno
- titolo della chiesa: SS. Trinità a Bulcianello (A); valle in 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 157, abitanti anno 1833:
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° n° 144, abitanti anno 1840: n° 205
280, abitanti anno 1745: n° 171, abitanti anno 1833: n° - titolo della chiesa: S. Cristofano in Monna (B); valle in
178, abitanti anno 1840: n° 198 cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n°
- titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Ville di Roti (A); 607 (con S. Paolo in Monna), abitanti anno 1745: n° 173,
valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno abitanti anno 1833: n° 179, abitanti anno 1840: n° 191
1551: n° 497, abitanti anno 1745: n° 119, abitanti anno - titolo della chiesa: S. Paolo in Monna (B); valle in cui è
1833: n° 142, abitanti anno 1840: n° 153 situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 607
- titolo della chiesa: S. Niccolò a Cananeccia (A); valle in (con S. Cristofano in Monna), abitanti anno 1745: n° 183,
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1833: n° 158, abitanti anno 1840: n° 179
105, abitanti anno 1745: n° 72, abitanti anno 1833: n° - titolo della chiesa: S. Maria a Zenzano (B); valle in cui è
109, abitanti anno 1840: n° 115 situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -,
- titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Roti e S. Paolo abitanti anno 1745: n° 109, abitanti anno 1833: n° 112,
a Cerrretole (A); valle in cui è situata: Val Tiberina abitanti anno 1840: n° 110
toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 11. Nome del Piviere: Pievanato di Fresciano (con 4
178, abitanti anno 1833: n° 84, abitanti anno 1840: n° 103 succursali)
- titolo della chiesa: S. Pietro a Valsavignone (A); valle in
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° - titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo a Fresciano, Pieve
122, abitanti anno 1745: n° 61, abitanti anno 1833: n° 70, (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno
abitanti anno 1840: n° 73 1551: n° 365, abitanti anno 1745: n° 244, abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Cristofano e Fratelle (A); valle in 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 161
cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° - titolo della chiesa: S. Maria a Roffelle (A); valle in cui è
45, abitanti anno 1745: n° 23, abitanti anno 1833: n° 51, situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 479,
abitanti anno 1840: n° 49 abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 196,
abitanti anno 1840: n° 185
9. Nome del Piviere: Pievanato di Caprese (con 5 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Caprile (A); valle
succursali) in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n°
298, abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n°
- titolo della chiesa: SS. Ippolito e Cassiano a Startina, 134, abitanti anno 1840: n° 148
Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; - titolo della chiesa: S. Maria a Pratieghi (A); valle in cui
abitanti anno 1551: n° 245, abitanti anno 1745: n° 145, è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 30,
abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 136 abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n° 134,
- titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Torre e Sovaggio (B); abitanti anno 1840: n° 155
valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno - titolo della chiesa: S. Emilio a Viamaggio (A); valle in
1551: n° 781, abitanti anno 1745: n° 210, abitanti anno cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n°
1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 180 267, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 133,
- titolo della chiesa: S. Maria a Dicciano e Tifi (B); valle abitanti anno 1840: n° 108
in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551:
n° 522, abitanti anno 1745: n° 225, abitanti anno 1833: n° 12. Nome del Piviere: Pievanato ai Palazzi (con 5
179, abitanti anno 1840: n° 176 succursali)
- titolo della chiesa: S. Biagio a Centosoli (B); valle in cui
è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, - titolo della chiesa: S. Leone ai Palazzi, Pieve (E); valle
abitanti anno 1745: n° 148, abitanti anno 1833: n° 174, in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n°
abitanti anno 1840: n° 204 299 (con S. Tommaso a Monte Botolino), abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Giorgio a Salutio (B); valle in cui è 1745: n° 130, abitanti anno 1833: n° 173, abitanti anno
situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, 1840: n° 196
abitanti anno 1745: n° 47, abitanti anno 1833: n° 51, - titolo della chiesa: S. Tommaso a Monte Botolino (E);
abitanti anno 1840: n° 51 valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Maria a Gregnano (B); valle in cui 1551: n° 299 (con S. Leone ai Palazzi), abitanti anno
è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno
abitanti anno 1745: n° 63, abitanti anno 1833: n° 56, 1840: n° 160
abitanti anno 1840: n° 54 - titolo della chiesa: S. Angiolo alla Badia Tedalda (A);
valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno
10. Nome del Piviere: Pievanato alla Selva (con 4 1551: n° 785, abitanti anno 1745: n° 301, abitanti anno
succursali) 1833: n° 420, abitanti anno 1840: n° 473
- titolo della chiesa: S. Lorenzo alla Castellacciola (E);
- titolo della chiesa: S. Maria alla Selva, Pieve (B); valle valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno
in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: 1551: n° 259, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno
1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 164 - titolo della chiesa: S. Biagio a Montegranelli (C); valle
- titolo della chiesa: S. Martino a Montelabreve (E); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 494,
in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 299,
296, abitanti anno 1745: n° 116, abitanti anno 1833: n° abitanti anno 1840: n° 260
128, abitanti anno 1840: n° 143 - titolo della chiesa: S. Angiolo a Paganico (C); valle in
- titolo della chiesa: S. Cristofano a Stiavola (E); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -,
cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 107,
318, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 64, abitanti anno 1840: n° 119
abitanti anno 1840: n° 67 - titolo della chiesa: S. Martino a Larciano (C); valle in
cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 414,
13. Nome del Piviere: Pievanato di S. Giovanni in abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 110,
Vecchio (con 3 succursali) abitanti anno 1840: n° 141
- titolo della chiesa: S. Giovanni in Vecchio, Pieve (E); 16. No me del Piviere: Pievanato di S. Piero in Corzano
valle in cui è situata: Va l di Marecchia; abitanti anno (con 3 succursali)
1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno
1833: n° 284, abitanti anno 1840: n° 291 - titolo della chiesa: S. Piero in Corzano, Prepositura, (C);
- titolo della chiesa: S. Sofia in Marecchia (F); valle in cui valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n°
è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° -, 1229, abitanti anno 1745: n° 686, abitanti anno 1833: n°
abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 121, 1236, abitanti anno 1840: n° 241
abitanti anno 1840: n° 283 - titolo della chiesa: S. Salvadore a Crocesanta (C); valle
- titolo della chiesa: S. Arduino alla Cicognaja (F); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 789,
in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° abitanti anno 1745: n° 291, abitanti anno 1833: n° 1354,
167, abitanti anno 1745: n° 167, abitanti anno 1833: n° abitanti anno 1840: n° 427
110, abitanti anno 1840: n° 111 - titolo della chiesa: S. Silvestro a Fontechiusi (C); valle
- titolo della chiesa: S. Niccolò alla Petrella Massana (F); in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -,
valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno abitanti anno 1745: n° 231, abitanti anno 1833: n° 110,
1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: abitanti anno 1840: n° 422
n° 110, abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Vessa (C); valle in
cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 430,
14. Nome del Piviere: Pievanato di Alfero (Arcipretura abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 267,
con 4 succursali) abitanti anno 1840: n° 220
- titolo della chiesa: S. Andrea d’Alfero, Arcipretura (C); Nome del Piviere: Pievanato di Spinello (con 3
valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° succursali) (*)
318, abitanti anno 1745: n° 298, abitanti anno 1833: n°
243, abitanti anno 1840: n° 296 - titolo della chiesa: S. Maria in Equis, Arcipretura, (C);
- titolo della chiesa: S. Quirico a Selvapiana, Arcipretura valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno
(C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 311, abitanti anno 1833:
1551: n° 902 (con S. Martino a Donicilio), abitanti anno n° 41, abitanti anno 1840: n° 58
1745: n° 436, abitanti anno 1833: n° 602, abitanti anno - titolo della chiesa: S. Egidio a Crocedevoli (D); valle in
1840: n° 509 cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
- titolo della chiesa: S. Martino a Donicilio (C); valle in abitanti anno 1745: n° 90, abitanti anno 1833: n° 141,
cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 902 abitanti anno 1840: n° 134
(con S. Quirico a Selvapiana), abitanti anno 1745: n° 131, - titolo della chiesa: S. Biagio a Rio Petroso (D); valle in
abitanti anno 1833: n° 90, abitanti anno 1840: n° 99 cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n°
- titolo della chiesa: S. Niccolò a Mazzi (C); valle in cui è 310, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n°
situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti 100, abitanti anno 1840: n° 113
anno 1745: n° 55, abitanti anno 1833: n° 54, abitanti anno - titolo della chiesa: S. Salvadore a Riosalso (D); valle in
1840: n° 61 cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
- titolo della chiesa: S. Michele a Riffredo (C); valle in cui abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 108,
è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti abitanti anno 1840: n° 110
anno 1745: n° 141, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti
anno 1840: n° 148 17. Nome del Piviere: Pievanato di S. Pietro in Bosco
(con 4 succursali)
15. Nome del Piviere: Pievanato di Bagno (già abbazia
Nullius con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Pietro in Bosco, Arcipretura, (D);
valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno
- titolo della chiesa: S. Maria in Bagno, Prepositura, già 1551: n° 858, abitanti anno 1745: n° 638, abitanti anno
Nullius Diocesis (C); valle in cui è situata: Val del Savio; 1833: n° 994, abitanti anno 1840: n° 988
abitanti anno 1551: n° 1528, abitanti anno 1745: n° 705, - titolo della chiesa: S. Martino a Pianetto (D); valle in cui
abitanti anno 1833: n° 882, abitanti anno 1840: n° 974 è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 297,
abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 416, abitanti anno 1840: n° 158
abitanti anno 1840: n° 421
- titolo della chiesa: S. Zenone a Galeata (D); valle in cui 20. Nome del Piviere: Pievanato del Poggio alla Lastra
è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, (con 3 succursali)
abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129,
abitanti anno 1840: n° 323 - titolo della chiesa: SS. Pietro ed Apollinare, Arcipretura
- titolo della chiesa: S. Mamante alle Chiesole (D); valle (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno
in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 183, abitanti anno 1833:
, abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129, n° 216, abitanti anno 1840: n° 221
abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Donato a Strabatenza (D); valle in
- titolo della chiesa: S. Maria a Pantano (D); valle in cui è cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 208, abitanti anno 1745: n° 229, abitanti anno 1833: n° 205,
abitanti anno 1745: n° 15, abitanti anno 1833: n° 19, abitanti anno 1840: n° 227
abitanti anno 1840: n° 25 - titolo della chiesa: S. Eufemia a Pietrapazza (D); valle in
cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
18. Nome del Piviere: Pievanato del Corniolo (con 5 abitanti anno 1745: n° 125, abitanti anno 1833: n° 203,
succursali) abitanti anno 1840: n° 206
- titolo della chiesa: S. Maria del Carmine alla Croce
- titolo della chiesa: S. Pietro al Corniolo (D); valle in cui Nuova (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente;
è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 1243, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti
abitanti anno 1745: n° 592, abitanti anno 1833: n° 592, anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 185
abitanti anno 1840: n° 612
- titolo della chiesa: S. Martino a Ridracoli (D); valle in 21. Nome del Piviere: Pievanato di S. Sofia (Arcipretura
cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° con 4 succursali)
349, abitanti anno 1745: n° 213, abitanti anno 1833: n°
290, abitanti anno 1840: n° 345 - titolo della chiesa: S. Lucia e S. Sofia, Prepositura (D);
- titolo della chiesa: S. Maria alle Celle (D); valle in cui è valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno
situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, 1551: n° 585, abitanti anno 1745: n° 622, abitanti anno
abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 234, 1833: n° 983, abitanti anno 1840: n° 1126
abitanti anno 1840: n° 257 - titolo della chiesa: S. Maria a Monteguidi (D); valle in
- titolo della chiesa: S. Paolo in Alpe (D); valle in cui è cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 217,
abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno 1833: n° 304, abitanti anno 1840: n° 270
abitanti anno 1840: n° 239 - titolo della chiesa: S. Paterniano a Raggio (D); valle in
- titolo della chiesa: S. Andrea a Biserno (D); valle in cui cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -,
è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 343, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 50,
abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 795, abitanti anno 1840: n° 42
abitanti anno 1840: n° 199 - titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è
- titolo della chiesa: S. Benedetto alla Barletta (D); valle situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 290,
in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 155,
, abitanti anno 1745: n° 164, abitanti anno 1833: n° 149, abitanti anno 1840: n° 158
abitanti anno 1840: n° 164 - titolo della chiesa: S. Margherita della Rondinaja (D);
valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno
19. Nome del Piviere: Pievanato del Campo Sonaldo (con 1551: n° 176, abitanti anno 1745: n° 161, abitanti anno
3 succursali) 1833: n° 117, abitanti anno 1840: n° 135
- titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Campo 22. Nome del Piviere: Piviere di Sestino (Arcipretura con
Sonaldo, Pieve (D); valle in cui è situata: Valle del 5 succursali)
Bidente; abitanti anno 1551: n° 167, abitanti anno 1745:
n° 207, abitanti anno 1833: n° 195, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: S. Pancrazio a Sestino (E); valle in
195 cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti
- titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a Spescia anno 1551: n° 527, abitanti anno 1745: n° 283, abitanti
(D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno anno 1833: n° 496, abitanti anno 1840: n° 558
1551: n° 675, abitanti anno 1745: n° 176, abitanti anno - titolo della chiesa: S. Maria a Lucemburgo (E); valle in
1833: n° 227, abitanti anno 1840: n° 212 cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti
- titolo della chiesa: S. Croce a Cabelli (D); valle in cui è anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti
situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 164, anno 1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 167
abitanti anno 1745: n° 87, abitanti anno 1833: n° 117, - titolo della chiesa: S. Barbera a Presciano (E); valle in
abitanti anno 1840: n° 145 cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti
- titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è anno 1551: n° 250, abitanti anno 1745: n° 112, abitanti
situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, anno 1833: n° 106, abitanti anno 1840: n° 112
abitanti anno 1745: n° 102, abitanti anno 1833: n° 155, - titolo della chiesa: S. Donato a S. Donato (E); valle in
cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti abitanti anno 1840: n° 72
anno 1551: n° 278, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti
anno 1833: n° 104, abitanti anno 1840: n° 128 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1551: n° 36202
- titolo della chiesa: S. Andrea a Monte Fortino (E); valle - SOMMA TOTALE abitanti anno 1745: n° 22726
in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti - SOMMA TOTALE abitanti anno 1833: n° 30118
anno 1551: n° 342, abitanti anno 1745: n° 69, abitanti - SOMMA TOTALE abitanti anno 1840: n° 32751
anno 1833: n° 70, abitanti anno 1840: n° 98
- titolo della chiesa: S. Tommaso a Colcellalto (E); valle (*) N.B. La chiesa arcipretura di S. Maria in Equis è
in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti compresa nello Stato limitrofo, mandando solo nel
anno 1551: n° 596, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti Granducato una frazione dei suoi abitanti.
anno 1833: n° 150, abitanti anno 1840: n° 149
23. Nome del Piviere: Pievanato della Sovara (con 11 SAN SEVERO A LEGRI. – Vedere LEGRI nel Val
succursali) d’Arno sotto Firenze.
- nome del luogo: Pastina, titolo della chiesa: S. SANTA MARIA AL TREBBIO. – Vedere TREBBIO (S.
Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Pisa, abitanti MARIA AL) nel Val d’ Arno pisano.
anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 155, abitanti anno
1833 n° 450, abitanti anno 1840 n° 500
- nome del luogo: Pomata (*), titolo della chiesa: S. SANTA MARINA in Romagna. – Vedere PARTICETO (S.
MARINA A). Comunità della Badia Tedalda, nella quale tuttora è compreso
con tutte le gravezze pubbliche e comunitative della
Comunità medesima senza distinzione o privilegio. – Vedere
SANTA PETRONILLA nelle Masse di Città fuori di MONTE ROTONDO DI SANTA SOFIA in Marecchia.
Siena. – Vedere PETRONILLA (S.) La Parrocchia di Santa Sofìa di Marecchia nel 1833 contava
121 abitanti.
SANTERNO (S. PELLEGRINO A) nella Valle del SANTO (AL) nella Val di Merse. – Casale cui
Santerno della Toscana transappennina. – Contrada con probabilmente appella il castelletto perduto di Castiglione
cappellania curata sotto l'invocazione de' SS. Domenico e di Farma, che al dire del Malavolti era un piccolo castello
Giustino nel piviere di Camaggiore, Comunità feudale della sua casa. – Attualmente porta il vocabolo al
Giurisdizione e circa miglia toscane 3 e 1/2 a levante di Santo un Casale la cui chiesa parrocchiale è dedicata ai SS.
Firenzuola, Diocesi e Compartimento di Firenze. Jacopo e Filippo nella Comunità Giurisdizione e circa 10
Trovasi lungo il fiume Santerno presso un’antica strada miglia toscane a scirocco di Monticiano Diocesi e
che anco nei tempi romani doveva esistere fra Imola e Compartimento di Siena.
cotesta parte dell’ Appennino toscano, appellata ne' tempi Risiede sul fianco australe del monte della Serra di Petriolo
bassi l’Alpe degli Ubaldini, poi Fiorentina. Cotesta sopra la confluenza della Farma nella Merse, e circa due
contrada ebbe nome da una chiesa presso un ospedale di miglia toscane a ponente dallo sbocco della Merse
pellegrini, che fino dal secolo XII soleva pagare una tassa nell'Ombrone senese. – Vedere CASTIGLION DI
annua alla Camera Apostolica di Roma di dodici FARMA. La parrocchia de' SS. Filippo e Jacopo al Santo nel
marabottini. – (Vedere Registro Vaticano del Card. 1833 fu staccata dalla Comunità di Sovicille e data a
Cencio Camarlingo). quella di Monticiano.
Attualmente la chiesa di S. Pellegrino è stata eretta in All’ anno 1833 la cura de' SS. Jacopo e Filippo al Santo
cura aggregata alla pieve di Camaggiore per decreto contava 99 abitanti.
arcivescovile del 27 aprile 1783, col quale furono
assegnati al pievano pro tempore scudi 45 fiorentini, oltre
un aumento di scudi 50 della cassa ecclesiastica del regio SANTO MATO. – Vedere MATO (S. MARIA A S.) nella
diritto. Valle dell'Ombrone pistojese, e AMATO (S.) A Vinci.
La cappellania curata de’ SS. Domenico e Giustino in S.
Pellegrino a Santerno nel 1833 contava 178 abitanti.
SAN TOMMÈ (S. Tommaso) nel Val d’ Arno superiore. –
Casale che prese il titolo dalla sua chiesa parrocchiale (S.
SANTERNO (S. PIETRO A) nella Valle del Santerno. – Tommaso) appellata per contrazione S. Tommè, nella
Casale con chiesa parrocchiale già nel piviere di Rio Comunità Giurisdizione e un miglio toscano appena a ostro
Cornacchiaja, attualmente in quello di Firenzuola, da cui libeccio di Montevarchi, Diocesi di Fiesole,
dista circa mezzo miglio toscano a levante nella Comunità Compartimento di Firenze. – Vedere MONTEVARCHI,
e Giurisdizione medesima, Diocesi e Compartimento di Comunità.
Firenze. La parrocchia di S. Tommaso a S. Tommè nel 1833
Risiede questa chiesa sopra l'estreme falde meridionali del contava 287 abitanti.
Monte Coloreto a cavaliere del fiume Santerno che scorre
Pisani; ma nel 1406 finalmente pervenne insieme con gli
SAN TOMMÈ, o S. AMATO NEL MONT'ALBANO. – altri paesi della Val d'Era in potere della Repubblica
Vedere AMATO (S.) E SANT' A MATO A VINCI. Fiorentina. Allora gli uomini di Santo Pietro con altri
popoli della Comunità di Palaja nel 13 ottobre di detto
anno ottennero alcune capitolazioni, in cui eravi l'obbligo
SAN TOMMÈ, o SANTO MATO in Val di Bure. – Vedere per il Comune di Santo Pietro di mandare ogni anno a
MATO (S. MARIA A S.) nella Valle dell' Ombrone Firenze per la festa di S. Gio. Battista un palio del valore
pistojese. di sei fiorini d' oro.
Sotto il dominio pisano questo villaggio e popolo rispetto al
politico dipendeva dal capitano della Val d' Era; ma nei statuti
SANTO MORO in Val di Bure. – Vedere MORO (S.) nella comunitativi dati dai Fiorentini ai paesi conquistati sopra i
Valle dell'Ombrone pistojese. Pisani Santo Pietro venne assegnato pel criminale al vicario
delle Colline inferiori, avente residenza in Peccioli, e in
quanto al civile al potestà di Ponsacco sino a che sotto il
SANTO NOVO (S. GERMANO AL) nella Valle dell' governo Mediceo cotesto paese fu compreso nel vicariato di
Ombrone pistojese. – Vedere GERMANO (S.) AL SANTO Lari, Com. e potesteria di Palaja.
NOVO. Attualmente nel civile come nel criminale il popolo di Santo
Pietro è sottoposto al vicario R. di Pontedera, e per
l’amministrativo alla Comunità di Capannoli staccata nel
SANTO PIETRO in Val d' Era. – Villaggio che porta il nome 1810 da quella di Palaja.
stesso della sua chiesa parrocchiale prepositura (S. Pietro a La casa dei signori del Torto in Pisa situata nel fianco
Santo Pietro) nella Comunità e circa un miglio toscano a settentrionale della collina di Santo Pietro, e nel popolo
ostro libeccio di Capannoli, Giurisdizione di Pontedera, stesso, appartenne alla famiglia Tronci; ed è fama che costà
Diocesi di Samminiato, già di Lucca, Compartimento di scrivesse gli Annali pisani ed altre sue opere il canonico
Pisa. Paolo Tronci che lasciò MSS. e alquanto imperfette.
E un villaggio sparso di deliziose case signorili, con giardini La chiesa parrocchiale, ora prepositura di Santo Pietro, situata
e poderi annessi, che risiede nel ripiano superiore di una nella parte superiore della collina, è fabbricata di pietre
collina tufacea alla sinistra del fiume Era posta al suo levante quadrate appartenute forse a qualche altro edifizio più antico. –
sulla destra della Cascina che resta al suo ponente lungo la Essa fu consacrata nella terza domenica dopo Pasqua
strada rotabile chiesa da Capannoli per Santo Pietro percorre dell'anno 1715, cioè, 30 anni dopo aver ricevuto il
il dorso di quelle colline; la qual via guida a Morrona ed a battistero, quando furono uniti a cotesta parrocchiale i titoli
Terricciola, mentre un altro tronco della medesima conduce della chiesa di S. Giorgio e S. Cristofano a Quarata, oltre
per la villa di S. Marco sulla Cascina, la cui fiumana altra- quello della disfatta pieve di S. Marco a Sovigliana,
versa per unirsi alla strada maestra che porta a Lari e ai Bagni comecché il locale dov'essa esisteva, attualmente ridotto ad
a Acqua, o di Casciana. uso di villa dei vescovi di Sanminiato, sia compreso nella
Sebbene il Villaggio di Santo Pietro non abbia indizio di parrocchia di Ceoli. – Vedere MARCO (VILLA DI S.) e
essere stato una volta circondato da mura castellane, SOVIGLIANA (PIEVE DI).
contuttociò nei tempi addietro fu appellato castello, forse Il popolo di Santo Pietro confina a settentrione con
da una rocca che si suppone esistita nella parte più alta del Capannoli e Camugliano, a levante con quello di Casa
paese in luogo appellato la castellina, ed il cui perimetro Nuova, a grecale con Peccioli mediante l'Era; a ponente con
credesi attualmente ridotto ad uso di giardino di una casa Ceoli, e a ostro con la parrocchia di Sojana.
di delizia. Dentro questo perimetro esistono varj casali e borghetti sotto
In quanto alla chiesa di Santo Pietro essa corrisponde alla i nomignoli di Pie di Villa, Belvedere, Corsica, Quarata,
parrocchia di S. Pietro a Sovilliana dell'antico piviere di Vignuoli e Capanoli.
questo nome, di cui comparisce la prima, ossia prioria, nel La prepositura di Santo Pietro è nel caposesto di Ponsacco,
catalogo del 1260 delle chiese appartenute alla diocesi ma conta sempre come sue suffraganee le cure di Casa
lucchese. Nuova, di Sojana e di San Roffino.
Uno poi dei documenti più vetusti che rammentino il castel La parrocchia di S. Pietro a Santo Pietro nel 1 8 3 3
di Santo Pietro può dirsi che sia un istrumento pubblico del noverava 1050 abitanti.
12 novembre 1192 (stile comune), rogato infra Castellum
Sancti Petri, in casa di due coniugi, i quali alienarono
alcune loro terre poste ne' confini di Camugliano. – SANTO REGOLO in Val di Tora. – Vedere REGOLO (S.)
(MARITI, Odeporico delle Colline Pisane Ms. nella
Riccardiana.)
Allora Santo Pietro nell' ecclesiastico dipendeva dal SANTO SANO, o SAN SANO A DOFANA. – Vedere
vescovo di Lucca, nel politico dal Comunità di Pisa; ma ANSANO (S.) E DOFANA.
per vicende di guerra cadde più volte in potere, ora dei
Lucchesi, ora de' Fiorentini. – La storia rammenta fra gli
altri un fatto del 1289, quando le armi delle Repubblica SANTO SANO NEL CHIANTI in Val d'Arbia. – Casale ora
Fiorentina e Lucch. occuparono Santo Pietro, sebbene nel villa signorile che porta il titolo di un' antica chiesa che fu
1290 fosse loro ritolto dai Pisani. Lo riconquistarono i parrocchiale insieme con quella sui vicina di Adine,
Fiorentini nel 1362 ed alternativamente lo riebbero i entrambe riunite al popolo della pieve di S. Polo in Rosso,
nella Coni, e circa miglia toscane 4 a libeccio di Gajole, e circa due miglia toscano a ponente maestro divezzano,
Giurisdizione di Raddi, Diocesi di Fiesole, Compartimento Diocesi di Luni Sarzana, Provincia di Levante, R. Sardo.
di Siena. Trovasi sul fianco meridionale del poggio di Vezzano a
Trovasi sull' ultimo sprone dei poggi che fiancheggiano a cavaliere della strada postale fra Sarzana e la Spezia sopra la
destra il torrente Mascellone, poco innanzi di vuotarsi nell' borgata di Migliarina e dirimpetto ai così detti Stagnoni, le
Arbia, che bagna dal lato di ponente il poggio di Santo cui esalazioni nei tempi estivi sogliono nuocere alla
Sano, mentre al suo ostro sorge il poggio di S. Martino a salute de' suoi abitanti.
Luco. Il Villaggio di S. Venerio doveva esistere fino dal
Era di padronato de' baroni Ricasoli, siccome tuttora è di secolo XII trovandosi rammentata la sua chiesa nelle
data loro la pieve di S. Polo in Rosso. – Vedere POLO (S.) bolle spedite nel 1 1 4 9 e 1202 dai Pontefice Eugenio
IN ROSSO. III e Innocenzo III a favore dei vescovi di Luni, ai
quali confermarono fra le molte chiese anche la pieve
di S. Venerio. – (UGHELLI, Ital. Sacr. in Episc.
SANTO SANO, o SANSANO GHERARDI. – Casale già Sarianens.)
castelletto ridotto attualmente ad una torre situata sopra il Fatto è che la vecchia chiesa plebana di S. Venerio
torrente Sorra tributario dell' Arbia nel popolo di S. Gio. esiste tuttora a pie’ del poggio del paese; ma per
Battista a Corsano, Comunità e circa miglia toscane 3 a comodo de' suoi abitanti è stata recentemente edificata
ponente di Monteroni, Giurisdizione di Buonconvento, una chiesa nuova, e nel tempo stesso dichiarato parroco
Diocesi e Compartimento di Siena. assoluto il cappellano curato di Migliarina
Risiede in una delle colline più settentrionali di Murlo del sottoponendolo alla pieve d'Isola.
Vescovato. Ora non vi è che una torre presso il torrente Il popolo di S. Venerio fu unito nel secolo attuale alla
Sorra addetta alla tenuta di Corsano dei Buonsiguori. Comunità di Vezzano insieme a quelli di Bastremoli,
Il Gigli nel suo Diario senese dice che San Sano Gheraldi Tivegna e della Piana.
fu feudo un tempo dei marchesi Patrizj, ma innanzi tutto in La parrocchia plebana di S. Venerio nel 1832 conlava
questo luogo il Comune di Siena teneva un giusdicente 7 1 0 abitanti.
minore come risulta in un libro del consiglio detto della
Campana dell'anno 1271 nell' Arch. Dipl. di Siena.
Nel 1640 Santo Sano Gherardi contava sette poderi con 54 SAN VENERIO ALL'ISOLA DI TIRO, o DEL TIRO
abitanti. davanti al Golfo Lunense. – Vedere ISOLA
PALMARIA, e PORTOVENERE.
ANNO 1745: Impuberi maschi 46; femmine 33; adulti Vedere MOLAZZANA nella Valle del Serchio.
maschi 47, femmine 60; coniugati dei due sessi 63;
ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 62;
totale della popolazione 253. SASSI (MONTE) nella Val di-Sieve. – Vedere
ANNO 1833: Impuberi maschi 80; femmine 93; adulti MONTESASSI, al quale Art. si può aggiungere, di essere
maschi 100, femmine 109; coniugati dei due sessi 304; stato questo uno de' castelletti confermato ai conti Guidi,
ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 143; nel 1196, dall'Imp, Arrigo Vl, e nel 1220, dail'Imp. suo
totale della popolazione 689. figlio Federigo II.
ANNO 1840: Impuberi maschi 136; femmine 120; adulti Inoltre per provvisione deliberata dalla Signoria di
maschi 96, femmine 89; coniugati dei due sessi 232; Firenze, nel dì 9 febb. dell'anno 1295 (stile Comune) fu
ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 121; costruito un ponte sul fiume Sieve davanti al poggetto di
totale della popolazione 678. Monte-Sassi – Vedere SIEVE fiume.
SASSETTA DI VARA nella Val di Magra. – Casale con SASSO (CASTEL DEL) nella Val di Cornia. – Villaggio
chiesa parrocchiale (Presentazione di Maria Vergine) con castellare e parrocchia (S. Bartolommeo), dove da
nella Comunità di Zignago, Mandamento di Godano; lungo tempo fu traslatato il fonte battesimale della
Diocesi di Lunii-Sarzana, Provincia di Levante, R. Sardo. distrutta chiesa plebana di Commessano, alla quale chiesa
È situato sul fianco meridionale dell'Appennino, chiamato del Castello del Sasso e stata pure annessa la cappella
Monte-Rotondo fra il torrente di Godano e quello di curata di Bruccino nella Comunità Giurisdizione e circa
Cavrignola, i quali scendono alla sinistra della Valle nella 12 miglia toscane a ostro della Pomarance, Diocesi di
fiumana di Vara. – Vedere ZIGNAGO. Volterra, Compartimento di Pisa.
La parrocchia della Presentazione di Maria Vergine alla Risiede in monte sull'estremo confine del contado
Sassetta di Vara nel 1832 aveva 126 abitanti. volterrano, sopra le sorgenti del fiume Cornia, presso la
cresta di quelli dai quali passa la strada provinciale
Massetana, detta del Cerro Bucato, e dalla cui sommità
SASSI DI GARFAGNANA nella Valle superiore del sviluppansi due valli, cioé, quella della Cornia e l'altra
Serchio. – Villaggio con chiesa parrocchiale (S. Frediano) opposta della Cecina.
nella Comunità e due buone miglia toscane a ponente Questo castelletto benchè piccolo, ebbe i suoi rettori e fu
maestrale di Molazzana, Giurisdizione di Trassilico, anche Comunità. Imperocchè gli abitanti del Castel del
Diocesi di Massa-Ducale, già di Lucca, governo di Sasso nel 1204 promisero dare ajuto per quanto potevano
Castelnuovo di Garfagnana, Ducato di Modena. nel caso di guerra ai Volterrani, dai quali la loro
Risiede in monte alla destra della Torrita secca, o di Comunità nel 1288 fu allirata per l’annua somma di lire
Castelnuovo fra questo corso d'acque e la villa di Eglio. 2900. In quanto spetta ai giusdicenti di questo Castello,
Coteste due ville di montagna, Eglio e Sassi, sono gli uomini che nel 1252 l'abitavano deliberarono di
rammentate in un istrumento lucchese del 28 giugno 952 rilisciarne la scelta al Comune di Volterra, al quale
citato all'Art. Pieve Fosciana, nel cui piviere la sua Comune poi i Sarezzanesi nel 1369 si ribellarono. – Ma la
popolazione nello spirituale un dì era compresa, notizia più importante la storia di questo castelletto si
In un altro documento dell'anno 844, 10 agosto, dello trova in un documento del 31 marzo 1296, riguardante la
stesso Arch Arciv. di Lucca, pubblicato nelle Memor. ricognizione de'confini meridionali del contado di
Lucch. (Tom. V. P. II.) si tratta di beni posti: a Saxi Volterra posti fra i distretti comunitativi. Dei castelletti di
finibus Castronovo. Cornia, di Costiglion Bernardi, di Monteverdi, di Leccia,
All’Art. Eglio di Garfagnana si disse, che cotesto vico di Serazzano e del castel del Sasso, paesi tutti già
compresi sotto la giurisdizione politica di Volterra. – Comunità e circa miglia toscane 4 a maestrale di
Vedere CORNIA (CASTELLO DI). Cinigiano, Giurisdizione di Arcidosso, Diocesi e
Dal sinodo diocesano tenuto in Volterra li 10 novembre Compartimento di Grosseto.
del 1356 apparisce, che, la chiesa del Sasso era la prima La rocca del Sasso di Maremma risiede sopra un ris alto di
filiale della distrutta pieve di Commessano, dal cui collina alla sinistra del.l'Ombrone che scorre sotto di essa
pievano allora dipendevano, oltre questa del Sasso, le due tiri di balestra al suo ponente-maestro.
chiese di Montorotondo, di Cugnano, della Rocchetta Trovasi perciò a cavaliere della strada provinciale detta la
Pannocchieschi e di Brucciano. Traversa de' Monti, la quale staccandosi dalla regia
Ignoro l'epoca della traslazione del sacro fonte dalla pieve Grossetana all' osteria de' Cannicci, passa costà in barca
di commessano in quella sua filiale del Sasso, all'ultima l’Ombrone per condurre a Montalcino.
delle quali fu pure unita la cappella di Brucciano.Ma che Il Sasso di Maremma nei primi secoli dopo il mille fu
ciò non accadesse se non verso la fine del secolo XV, lo dominato dai Conti dell'Ardenghesca derivati, io dubito,
dimostra un istrumento del 3 dicembre 1471 rogato da da un conte Ildebrando nato da quel C. Gherardo, che
Antonio Ivani di Sarzana, nel tempo che quel letterato era (ERRATA: nel 998) nel 988 confermò ad enfiteusi dei
cancelliere del Comune di Volterra, col quale si dichiara, beni posti a Pari ed al Sasso. – Vedere sopra l'Articolo
che la giurisdizione politica del contado di Volterra si SANTA FIORA.
estendeva per cotesta parte lungo la strada maestra che In seguito vi acquistò de'latifondi la Badia
fino d'allora passava per il poggio di Brucciano, e di là in dell'Ardenghesca per donazioni ricevute nel principio del
dirittura alla Pieve di Commessano, e da questa Pieve in secolo XIII dai suoi signori; e ciò innanzi che vi
linea retta sul fiume Corma, seguitando detto confine sin possedesse dei beni lo spedale della Scala di Siena.A
dove termina la Comunità di Volterra con quella di quest'ultimo ne richiama un istrumento di procura del
Monte-Rotondo ecc. primo febbraio 1237, col quale Cacciaconte rettore dello
Dalla quale esposizione ne conseguita che la Pieve di spedale della Scala di Siena, previo il consenso de'suoi
Commessano esisteva fra la Cornia e la strada frati~costituì un procuratore incaricato di agire nella
provinciale, oggi detta del Cerro Bucato, compresovi fra causa che detto spedale aveva con i conti del Sasso e con
gli altri il territorio di Castel del Sasso. gli oblati e conversi della Magione del Ponte del Sasso. –
In fine con lodo del 10 luglio del 1373 fu pronunziato dai (Arch. Dipl. Fior. Carte degli Olivetani di Pistoja).
Commissarj eletti dal Comune di Siena da una parte e da Arroge a ciò un altro istrumento del 2 luglio 1259, mercè
quello di Volterra dall'altra parte, col quale vennero coi i mo naci della Badia Ardenghesca diedero facoltà a
terminate le vertenze tra gli uomini di Monterotondo e don Benedetto abbate di quel Mon. di eleggere in arbitro
quelli del Sasso in materia di confini. – (loc. cit. Carte il pievano di S. Innocenza alla Piana, onde poter
della Comunità di Volterra). transigere con Ranieri rettore dello spedale della Scala di
Nel distretto di questo paesetto e degli altri vicini di Siena rispetto al giuspadronato di varie chiese, alcune
Serazzano e di Leccia emergono dei fumacchi ricchi di delle quali erano poste nel Castel del Sasso di Maremma.
acido borico, descritti agli Art. Lagoni del Volterrano, – (Loc. cit., Carte del Mon. degli Angeli di Siena).
Montecerboli; e MonteRotondo. Che coteste chiese del Castel del Sasso fossero semplici
La pieve di S. Bartolommeo nel Castel del Sasso all'anno oratorj me lo fa credere il fatto che la pieve posta presso il
1833 aveva 557 abitanti. castello del Sasso di Maremma esisteva sotto il titolo di S.
Maria a Marturi di giuspadronato delle monache di Monte
Cellese, dette poi di S. Prospero a Siena. Infatti con
SASSO (BADIA DEL) nel Val d' Arno casentinese. – istrumento del 28 marzo 1298, rogato in Siena nel Mon.
Porta tuttora cotesto vocabolo una soppressa badiola de’SS. Ambrogio e Prospero della Castellaccia, mess.
dedicata alla Decollazione di S, Giovan Battista, i ruderi Pagno pievano della pieve di Marturi, posta nella corte
della quale esistono sotto la cresta dell'Alpe di Catenaja del Castel del Sasso di Cinglessa Marittima (sic),
sopra Vognano, fra i borri che mettono in mezzo cotesto rinunziò la stessa pieve alla badessa e monache di S.
villaggio, nella Comunità di Subbiano, Giurisdizione Prospero di Siena come padrone della pieve medesima. –
Diocesi e Compartimento di Arezzo. (Loc. cit. Carte del Mon. delle Trafisse di Siana).
Fu questa badiola degli Eremiti Camaldolensi, nei di cui I conti del Sasso di Maremma, o dell'Ardenghesca, si
Annali essa è rammentata fino dal secolo XI, citandosi ivi unirono ai Senesi contro i Pisani, e alcuni di loro nel 1254
una carta del giugno 1089, nella quale è fatta mentione sottoposero il detto castello alla giurisdizione di Siena, in
della Badia di S. Giovanni decollato al Sasso edificata sul guisa che due anni dopo altri di quella consorteria si
monte nell’Alpe di Popano. In quel tempo vi era abate un annoverano fra i ribanditi ed assoluti dalle condanne fatte
tal Winizzone, cui succedé nel 1101 l'abate Placido. – contro essi dal governo di Siena. (Arch. Dipl. Sen.)
Anco fra le membrane della badia dei Benedettini di S. Nel 1294 era sottentrata, in parte almeno, nella signoria
Fiora di Arezzo eravi una carta del 1273, nella quale si fa del Sasso di Maremma la potente famiglia senese
menzione dell'abate del Sasso. de'Buonsignori, cui apparteneva un mess. Guglielmo del
fu Orlando; il quale avendo ottenuto il consenso da donna
Emilia vedova di Orlando Buonsignori di lui madre, e da
SASSO DI MAREMMA nella Valle inferiore donna Vanna del fu mess. Ciampolo de'Salimbeni di lui
dell'Ombrone senese – Piccolo Castello con rocca che ha moglie, così da Buonsignore di lui fratello, vendè al
dato il nome ad un ponte diruto sul fiume Ombrone, sindaco della badia di S. Galgano la sua quarta parte del
siccome lo dà ad una chiesa plebana (S. Michele) nella cassero e Castello del Sasso di Maremma con più case,
fedeli e vassalli, terre, vigne e molti tenimenti, nei confini SASSUOLO (VILLA DI) in Mugello.
ivi descritti. – (Arch. Dipl. Sen. Kaleffo vecchio n. 100 a
c. 102.)
Nel 1295 poi Bindo del fu Galgano conte del Sasso di SASSO DI SIMONE, e SASSO DI SIMONCINO nella
Maremma vendè per lire 22 di den. sen. allo spedale della Valle della Foglia. Due monti sporgenti le loro punte a
Scala di Siena, e per esso a Ristoro suo rettore una forma di pane di zucchero, uno vicino all'altro. – Sopra il
ventiquattresima parte per indiviso dei diritti e beni che Sasso di Simone, ch’è il più elevato, fu stabilito da
possedeva nel Castello e corte del Sasso. – (Loc. cit. Cosimo I nel 1566 un fortilizio con pretorio per la
Kaleffo dell' Assunta n. 716) residenza del capitano di Sestino, nella cui parrocchia
Una consimil vendita ebbe effetto nell'anno dopo per Comunità e Giurisdizione è compreso, e dalla qual Terra
istrumento rogato nel palazzo del Comune di Siena, sotto dista meno (ERRATA: di 2 miglia a maestrale) di 3 miglia
di 6 genn. 1297 (stile comune) e poscia confermata ai a settentrione, nella Diocesi di Sansepolcro, già di Monte
fratelli Nuccio e Guccio figli del fu Galgano conte del Feltro, Compartimento di Arezzo.
Sasso di Mare mma. (Loc cit.) Allorchè fu dato l'ordine dal duca Cosimo di edificare sul
Anche nel 1335 un tal Cecco de'Buonsignori del Castello Sasso di Simone la fortezza che vi si vede, fu inviato il
del Sasso diede ad imprestito al Comune di Massa 195 disegno per la costruzione di 47 case da farsi dentro il
fiorini d' oro, siccome apparisce da una confessione di recinto delle sue mura a spese delle Comunità seguenti: al
debito fatta dal mgistrato di quella città sotto di 11 aprile Com. di Sestino ed ai 13 comunelli sottoposti sei case;
del 1335. – (Arch. Dipl. Sen, Carte della città di Massa.) alla Pieve S. Stefano ed ai 17 comunelli di sua
Nel 1298 gli uffiziali della Rep. senese posero i termini giurisdizione undici case; alla Comunità della Badia-
fra la corte, o distretto del Sasso di Maremma e quello di Tedalda ed ai suoi 13 comunelli sette case; a quella di
Cinigiano. Verghereto con i sei comunelli della sua potesteria sei
Il ponte del Sasso dovè rovinare fra il 1230 ed il 1300 non case; alla città del Borgo S. Sepulcro e suo contado
trovandosene più memo ria da quel tempo in poi; nel cui diciassette case.
sito restano tuttora gli avanzi dei piloni poco lungi dalla Terminata l'edificazione di cotesto luogo vi fu trasferito il
barca del Sasso. tribunale che stava in Sestino, e nel 1567 fu dato il titolo
Nel secolo susseguente trovo che il Comune e uomini del di capitano al potestà del Sasso di Simone, con ampliargli
Sasso di Maremma per rogito del 14 dic. 1403 si la giurisdizione aumentandogli il salario con l’obbligo
sottomisero di libero arbitrio al Comune di Siena con però di mandare ogni settimana il suo cavaliere a Sestino
alcune favorevoli capitolazioni. (loc. cit.) per rendervi ragione. Dipendevano allora per gli affari
Cotesto castello e cinto di mura con una sola porta ed una criminali dal capitano del Sasso di Simone le potésterie
ventina di case dentro, mentre circa 60 sono sparse nella della Badia Tedalda e della pieve S. Stefano. Però
sua campagna. Gli abitanti del Sasso di Maremma, dopo ne'tempi posteriori la giurisdizione del capitano del Sasso
caduta Siena in potere delle truppe imperiali-medicee si dl Simone venne trasferita nel vicario R. di Sestino.
sottomisero al duca Cosimo I per atto pubblico del 24
agosto 1559.
La parrocchia plebana di S. Michele del Sasso di SASSO FORTE DI ROCCA STRADA nella Maremma
Maremma, che é di libera collazione, nel 1833 noverava grossetana. – Castello distrutto dove fra una chiesa
524 abitanti. parrocchiale (S. Margherita e S. Luca) nella Comunità
Giurisdizione e quasi miglia toscane 6 a ponente-
maestrale di Rocca-Strada, Diocesi e Compartimento di
SASSO (MONTE) nella Valle del Bidente. – Porta Grosseto.
cotesto nome una cella degli Eremiti Camaldolensi Pochi ruderi di cotesto castello sussistono sulla vetta di un
dell'Abazia di Galeata, se piuttosto non fu un altro luogo poggio coperto di massi di trachite, un miglio toscano a
(Sassetto) che era nel distretto del Castel di Pondo sulla grecale della Rocca Tederighi, e circa altrettanto a
destra del Bidente dirimpetto a Santa-Sofia, Alla qual maestrale di Sasso Fortino.
cella riferisce il testamento fatto nel 1059 da Ugo conte di La più antica memoria superstite a me nota di questo
Bertinoro che lasciò il Castello e distretto di Monte-Sasso luogo suppongo quella di un atto rogato li 9 settembre
alla mensa vescovile di Sarsina. – Vedere 1076, col quale il conte Ildebrando e la contessa Giulitta
SASSANTINA(CORTE) sua moglie donarono alla chiesa di S. Andrea e di S.
Genziano a Monte Massi il padronato della cappella di S.
Margherita e di S. Luca in Sasso Forte con i beni annessi.
SASSO (VILLA DEL) in Val di Sieve. – Due località – (Arch. Dipl. Sen. Kaleffo vecchio.)
nella stessa valle portano il nomignolo di Sasso, una delle Che il castello di Sasso Forte nei secoli intorno al mille
quali compresa nel popolo di S. Martino a Corella, appartenesse ai conti Aldobrandeschi non ne lasciano
Comunità di Dicomano, l'altra nella parrocchia e dubbio i fatti accennati agli Art. Roccastrada e Santa
Comunità di San Piero a Sieve. Fiora, cui aggiungerò qui la conferma data dall'Imp.
Quest'ultima e più segnalata dell'altra, perchè diede il Federigo II con diploma del maggio 1221 spedito da
vocabolo ad una villa nel Monte Rezzanico della famiglia Messina a favore d'Ildebrandino conte Palatino di
de'Medici, la quale prosapia possedeva nel Mugello fra le Toscana cui accordava non solo la città di Grosseto, ma
molte chiese, ville e fattorie anche quelle contrassegnate molti suoi feudatarj, tra i quali Ugoccione di Sasso Forte
coi vocaboli di Sasso e di Sassuolo. – Vedere ed i di lui fratelli. Anche meglio lo dichiara l'istrumento di
divise fatte nell'anno 1272 fra i conti di Sovana e quelli di giuspadronato di quel senato ossia Concistoro.
Santa- Fiora, ai quali ultimi toccò di parte anche il Nell'archivio delle Riformagioni senesi si consegnano due
Castello predetto col suo territorio. piccoli statuti comunitativi del castello di Sassofortino, il
Una delle ultime memorie storiche di quei dinasti si primo de'quali non e più antico del 1498, ed il secondo
conserva fra le carte della città di Massa, una nell’Arch. dell'anno 1525.
Dipl. San. È un atto rogato nel 29 aprile 1326, col quale i Gli uomini di Sasso Fortino si sottomisero al governo di
nobili fratelli Nello detto Scarpa, e Foggia figli di Cosimo I per atto pubblico del 3 nov. 1559, vale a dire
Mangiante de’Pannocchieschi venderono al Comune di due anni dopo essere stato egli riconosciuto duca di Siena.
massa 9 parti del Castello e corte di Gerfalco, alla qual La sua chiesa prepositura nel 1595 aveva una popolazione
vendita prestò il consenso la loro madre donna Mina del di 450 abit., mentre nel 1630 era ridotta a 251. Sotto il
fu mess. Pepone de'signori di Sasso-Forte. governo attuale però la parrocchia di Sasso-Fortino nel
Finalmente il Castello di Sasso-Forte venne in potere 1833 contava sino a 533 persone, ed in prova della
della Signoria di Siena compreso il suo distretto e ragioni salubrità del monte su cui risiede cotesto paese
per compra fattane nel 1330 dai conti Jacopo e Guido aggiungerò la popolazione fissa del 1840, quando ivi si
degli Aldobrandeschi di Santa-Fiora, e fu allora che i noveravano 711 individui. – Vedere Roccastrada, nel
Signori Nove della Rep. di Siena ordinarono si disfacesse Quadro della popolazione di quella Comunità. Vol. IV
quel castello. – (Malavolti, Ist. Senens. P II.) pag. 801.
Inoltre all'Art. Santa Fiora fu fatta menzione di un
Ghinozzo signor di Sasso-Forte ch'era in ostilità con il SASSUOLO nella Val di Sieve. Villa, che dà il nome ad
conte di Santa-Fiora. Anco l'Arch. dipl. Sen. sotto l'anno una tenuta nel popolo di S. Maria a Cardefole, Comunità
1339 conserva due documenti, che uno relativo alla Giurisdizione e quasi miglia toscane 3 a ponente del
nomina di un sindaco fatta dal Comune di Sasso-Forte Borgo S. Lorenzo, Diocesi e Compartimento di Firenze.
nella persona di Turino di Cione di detto luogo per È situata cotesta casa di campagna sopra un'umile collina
stipulare da contratto di affitto con i sindaci del Comune alla destra del fiume Sieve, quasi a mezza strada fra il
di Siena, siccome con l'altro dello stesso anno egli ottenne Borgo predetto e la Terra di San-Piero a Sieve.
per lire 600 il fitto di tutte le terre che il Comune di Siena Al’Art. San pietro a Sieve dissi, che la tenuta di Sassuolo
ivi per cagione di detta compra possedeva, eccettuandone innanzi che passasse ne' Serragli di Firenze, quindi
il cassero, o fortilizio. ne'preti Filippini, e finalmente nel conte Digny attuale
Le ultime notizie di questo castel diroccato giungono proprietario della medesima, apparteneva alla potente
all'anno 1357, quando due fratelli, Giovanni e Mino, figli famiglia de'Medici. Ai che ora aggiungerò, qualmente in
del fu Francesco Conti domandarono al consiglio del questa villa di Sassuolo invitato da Lorenzo il Magnifico
popolo di Siena la fortezza di Sasso-Forte. – (Arch. Dipl. si trattenne il famoso astrologo e teologo Lorenzo da
San, Gran Consigl.) Cornia di Dicomano, il quale morì nel 1496 priore della
Dalle spalle del monte di Sasso-Forte scendendo verso Basilica di S. Lorenzo a Firenze, autore di varie opere
settentrione nella valle dove prende origine per più fossi il astrologiche scritte, come egli di sua mano notò, nella
torrente Farma tributario dal fiume Merse, trovansi quelle Villa di sassuolo in Mugello, e che conservansi originali
Gessaie che costituivano l'antico confine della Maremma nella Biblioteca Laurenziana. – (Dell’ogna, note M.SS. in
grossetana, descritto in un atto del 7 genn. 1250 con aggiunta alla descrizione del Mugello del Brocchi nella
queste parole: Maritima vero intelligatur ad haec, a Bibl. del Semin. fior.)
Massa usque ad Portillionem(di Scarlino) et a gessis de
Sassoforte usque ad Fornoli, et a Civitella (di Pari) usqae SATRIANO in Val Tiberina. Piccolo Casale la di cui
ud Saxum (Sasso di Maremma) et per Montamiatam chiesa parrocchiale di S. Leone, esiste nella Comunità e
usque ad Pitilianum et sicut trahit flumen Arminii (il fi. circa tre miglia toscane a maestrale del Monte S Maria,
Fiora) usque ad mare. Vedere FORNOLI (ROCCA DI) e Giurisdizione di Monterchi, già di Lippiano, Diocesi di
ROCCASTRADA Comunità. Città di Castello, Compartimento di Arezzo.
Trovasi Satriano sulla cresta di un Poggio che percorre la
valle fra i torrenti Padonchia e Scariola, tributari
SASSO FORTINO Dl ROCCA STRADA nella entrambi della fiumana Sovara, la quale,poco lungi di là si
Maremma grossetana. – Castello esistente e sostituito al unisce al fiume Tevere.
precedente Sasso-Forte, la cui chiesa prepositura (S. Fu questa di Satriano una delle ville comprese nel
Michele) e nella Comunità e Giurisdizione di Rocca- marchesato del Monte S. Maria, il cui capoluogo trovasi
Strada, da cui dista circa 5 miglia toscane verso maestrale, al suo scirocco mentre a mezzo miglio toscano al di lei
Diocesi e compartimento di Grosseto. libeccio esiste il Castello di Lippiano.
La storia di Sasso Fortino può dirsi il Seguito di quella del La parrocchia di S. Leone a Satriano nel 1833 contava 67
distrutto Castello di Sasso Forte, mentre una incomincia abitanti.
dove l'altra finisce. Infatti il Malavolti al libro di
sopracitato racconta, che i Senesi dopo disfatto il Castello
di Sasso Forte con i materiali di quelle rovine (anno 1330) SATURNANA, o SATORNANA (PIEVE DI) nella Valle
edificarono il Castello di Sasso Fortino in una più umile dell’Ombrone pistojese. Villaggio e contrada con pieve
montuosità. antica (S. Giovan Battista) ed altra cura filiale (S. Maria a
Quindi è che la chiesa plebana di S. Michele a Sasso Saturnana) nella Comunità di Porta al Borgo,
Fortino si mantenne perfino alla caduta di Siena di Giurisdizione Diocesi e circa 4 miglia toscane a
settentrione di Pistoja, Compartimento di Firenze. eredi del primo feudatario Marchese Ximenes d'Aragona.
Risiede in poggio presso la ripa destra del fiume Ombrone – Havvi costà una chiesa arcipretura (S. Maria
quasi dirimpetto alle colline deliziose di S. Felice Maddalena) compresa nella Comunità Giurisdizione e
d'Ombrone. circa miglia toscane 6 a settentrione di Manciano, Diocesi
Dissi questa pieve antica, poichè la si trova con la sua di Sovana, Compartimento di Grosseto.
corte confermata ai vescovi di Pistoia dall'Imp. Ottone III Trovasi sulla ripa sinistra del fiume Albegna, avente alla
in un diploma spedito da Roma li 26 febbraio del 991 sua destra il borro Gattaja, e davanti a ostro il torrente
diretto a Giovanni vescovo della cattedrale pistojese di S. Stellata, fra il gr. 29 10' long. Ed il gr. 42 40' latitudine,
Zeno. 10 miglia toscane a ponente di Sovana, 26 a settentrione
La stessa contrada di Saturnana è rammentata in una di Cosa, e circa 30 miglia toscane per la via traversa dalle
membrana del maggio 985 relativa ad un livello fatto dal rovine di Roselle, tutte tre città etrusche della Maremma
vescovo di Pistoja di varj poderi, uno dei quali situato in grossetana.
loco Saturnana. Risiede Saturnia sulla sommità pianeggiante di un
Cotesto livello ci richiama ad una precedente donazione poggetto cui servono di giro rupi altissime di travertino, le
fatta nel 940 alla chiesa pistojese dal C. Tegrimo figlio quali presentandosi sotto figura di mura ciclopiche le
del fu conte Teudegrimo autore de conti Guidi, il quale danno da lungi l'aspetto di una grandiosa sebbene deserta
d'accordo con la sua consorte contessa Gervisa, dopo città.
essersi assegnato la sepoltura nella cattedrale di S. Zeno, Un brano di muro di grandi pietre di macigno riquadrate
donò alla stessa chiesa 12 poderi posti in varie parti del situato all'ingresso, ed un altro pezzo di muro, dentro l'
contado pistoiese, fra i quali una situata in loco ubi unica porta antica che vi da accesso per una strada a
Saturnana vocatur. – (Camici de' Duchi e Marchesi di lastroni infossati da vecchie carreggiate. A questo poco
Toscana Vol. 1.) riducesi l'avanzo antico, che può dirsi più romano che
Al luogo medesimo di Saturnana appella altro documento etrusco, di Saturnia, mentre affatto romani e dei tempi
della cattedrale di Pistoja del 1023, 24 aprile, col quale imperiali sono nella grande piazza rettangolare due basi
Guido vescovo di detta città allivellò varie case e poderi marmoree con lunghe iscrizioni latine, una scritta in tre
con un pezzo di terra posto nella contrada di Saturnana. – lati della base, e l'altra solamente di fronte, tuttora
(P. Zaccaria Anecdota Pistor.) esistente davanti la porta del palazzo che fu del marchese
L’Ammirato il giovane nell'opera sui Vescovi di Fiesole feudatario, attualmente ridotto ad uso di fattoria. A questo
del suo zio aggiunse, di aver letta una lettera scritta da solo si limita tutto ciò che in compagnia dell'illustre mio
Giovanni figlio di Cosimo I nel 1566 a Donato de'Medici amico Cav. Cesare Airoldi nel giorno 14 aprile dell'anno
vescovo di Pistoja, nella quale gli chiedeva il codice del 1834 vi potè osservare in Saturnia romana, giacché
testamento vecchio e nuovo, ch'era nella pieve di dell'etrusca non seppi riconoscere cosa alcuna che
Saturnana; cui quel prelato rispose che il codice del nuovo realmente gli appartenesse.
e vecchio testamento lo teneva presso di sé. Quindi egli Non dirò di un'iscrizione sepolcrale latina ivi restata di
aggiungeva a Giovanni: Sono opere belle e buone come epoca incerta, siccome di tempi incerti e una specie di
da Ser Francesco, e da maestro Guglielmo Becchi potrai Camposanto che ci fu indicato ne'campi sotto il poggio e
avere inteso, ecc. presso il Bagno di Saturnia, dove furono trovate delle ossa
La pieve di S. Gio. Battista a Saturnana abbracciava fino umane dentro fosse coperte da lastroni di travertino, senza
al declinare del secolo XVIII sei chiese parrocchiali, alcun oggetto di scultura, senza urne, senza vasi di
attualmente ridotte a cinque cioè; 1 S. Maria delle Grazie terraglie e cose simili facili a scuoprirsi nei sepolcreti di
a Saturnana con diverse cappelle curate, fra le quali S. etrusco nome.
Sebastiano a Fabbiana e S. Michele alla Villa; 2 S. Le mura castellane e le torri che circondano il giro attuale
Lorenzo a Uzzo con l’oratorio della Croce a Uzzo, 3 S. della deserta Saturnia sono fabbricate di ciottoli di sassi e
Felice sull'Ombrone; 4. S. Romano in Val di Brana con calcina al pari della sua rocca posta nell'angolo a maestro,
l'oratorio di S. Maria in in val-di Brana; 5. S. Maria a il tutto opera del sec. XV, come si dirà in appresso.
Piteccio con la cappella di S. Maria al Castagno Altronde non lasciano dubbio dell'antichità di Saturnia
Quest'ultima parrocchia, già prioria di Piteccio, dal scrittori greci e romani dei tempi di quella repubblica, o
vescovo Scipione Ricci verso l'anno 1780 fu eretta in dei primi secoli dell'impero.
chiesa plebana Per egual modo la chiesa di S. Maria delle Però di Saturnia etrusca nulla ci dicono, ne di essa città
Grazie a Saturnana sotto quel prelato divenne parrocchia sappiamo altro dei tempi posteriori sennonchè vi fu
succursale di detta pieve dedotta una colonia di cittadini romani nell'anno 571 U.
La parrocchia plebana di S. Giovan Battista a Saturnana C., ossia nel 183 avanti G. Cristo, assegnando alla
nel 1833 contava 599 abitanti. medesima il territorio Caletrano, che indicai
La parrocchia di S. Maria delle Grazie a Saturnana probabilmente corrispondere al vicino territorio di
nell'anno stesso aveva 599 abitanti. Montemerano. – Vedere MONTEMERANO, o piuttosto
ai poggetti del Colle di Lupo posti circa miglia toscane 3
a levante grecale di Magliano, dove nei tempi scorsi ed
SATURNIA nella Valle dell'Albegna in Maremma. – anche oggidì sono state scoperte urne cinerarie, vasi,
Castello che fu città di origine etrusca, attmrimente ridotta monete romane, lapidi e molte altre anticaglie.
a poche abitazioni circondata da nuove mura. – Essa più I triumviri che condussero la Colonia di Saturnia furono
tardi ha dato il titolo ad un marchesato del Granducato Quinto Fabio Labeone, Cajo Afranio Stellione, e Tito
con dentro una villa signorile de'marchesi Panciatichi, Sempronio Gracco, tutti uomini consolari, i quali
consegnarono a ciascuno de'coloni ivi dedotti dieci jugeri, pervenne mercè susseguenti conferme, con l'ultima delle
o 2500 metri quadr. di terreno. – (T. LIVII, Decad. IV. quali fu accordato nel 1738 dal Granduca Francesco II al
Lib. IX.) priore March. Tommaso Ximenes, nei di cui eredi, nati da
Anche Plinio (Histor. Natur. Lib. III. Cap. V.) rammenta donna di quella stirpe maritata ad un Panciatichi di
fra le colonie romana della Toscana questa di Saturnia, i Firenze, quel feudo si mantenne fino alla legge
di cui abitanti egli appellò Saturnini, qui ante Aurinini Leopoldina che insieme a tutti gli altri feudi granducali fu
vocabantur. Ma cotesti Saturnini cent'anni dopo si soppresso.
gettarono nel partito di Mario tostochè i generali di Silla All'Art. Murci dissi, che quel Villaggio innanzi il 1785
nell’anno 674 di Roma, 80 avanti G. Cristo, mentre con aveva un cappellano curato dipendente dal parroco di
un grosso esercito combattevano presso Chiusi contro Saturnia; al che giova qui aggiungere, che nel 1595 e di
l'armata del Cons. Carbone, un'altra divisione si recò a nuovo nel 1640 la popolazione di Saturnia, compresa
Saturnia dove vinse i soldati del loro avversario. (Appian. quella di Murci, ascendeva a 245 abit. mentre nel 1740
Alexandr in Bellis civil.) Saturnia contava sole 89 persone con 23 case, quando il
Nulla dirò del favoloso infortunio che si dice da taluni Villaggio di Murcii aveva 205 abitanti. Vedere MURCI.
accaduto a questa città all'occasione dal primo arrivo in Nel 1833 la parrocchia di S. Maria Maddalena a Saturnia
Toscana de'Longobardi, i quali supposero la città di faceva 173 abit.
Saturnia assediata e disfatta dal re Antari o Rotari, bensi
scendendo ai secoli di mezzo avvertirò essere stata essa
signoreggiata dai conti Aldobrandeschi in guisa che alle SATURNINO (PIEVE DI S.) ossia di Fabbrica a Cigoli
divise del 1272 Saturnia fu una delle città che insieme con Vedere FABBRICA nel Val d'Arno inferiore, cui si
Massa e Grosseto fu lasciata indivisa per dominarsi a possono aggiungere altre notizie offerte dalle pergamene
comune dalla linea de'conti Aldobrandeschi di Santa- dell’Arch. Arciv. Lucch.. pubblicate di corto nel Vol. V.
Fiora e da quella de’CC. di Soana. P. II e III delle memorie per servire alla storia di quel
È altresi vero che Saturnia dové in seguito rimanere per ducato.
intiero ai conti Aldobrandeschi di Soana se fia zero che Anteriore agli altri è un istrumento del 14 dic. 865
ivi nella fine del secolo XIII abitava la contessa riguardante il livello di due case massarizie, o poderi,
Margherita figlia del C. Ildebrandino detto il Rosso, come posti in luogo detto Nova presso la Pieve di S. Saturnino;
erede unica di quella contea; e seppure fia vero ciò che il qual luogo di Nova in altra carta del 27 ottobre 904 si
narrasi dal Malavolti, cioè, che nel 1299 i Senesi irritati dichiara posto nei confini di Fab brica, mentre con un
dall'azione iniqua fatta dalle genti della contessa terzo istrumentio del 974, 19 marzo Adalongo vescovo di
Margherita di Soana, la quale abitava nella Terra di Lucca diede ad enfiteusi dei beni spettanti alla chiesa
Saturnia, allorchè svaligiarono un loro commissario, quel battesimale di S Giovanni e S. Saturnino sita loco et
Comune nel luglio dell'anno stesso vi spedì un esercito finibus Fabrica, ecc.
che prese a forza Saturnia, mettendola a sacco che poi
abbruciarono: talché d'allora in seguito la stessa città, a
similitudine di Cosa o di Roselle, divenne una spelonca SATURNO nel Val d'Arno inferiore. Casale perduto nella
che servì di asilo ai ladroni di quella contrada fino a che la parrocchia Comunità e Giurisdizione di Castelfranco di
Signoria di Siena nel 1419 deliberò di mandarvi una sotto, Diocesi di Sanminiato già di Lucca,
nuova armata per disfare affatto quel paese a cacciarne Comparrtimento di Firenze.
per sempre gli assassini che l'abitavano. – (Malavolti Dello stesso Saturno nella parrocchia di S. Pietro a
Istor. Sen. P. II e III.) Vigesimo fanno menzione altre pergamene della
Nell'Arch. poi delle Riformagioni di Siena (Classe C. Vol. provenienza di sopra citata, sotto di 16 giugno 904, 26
119) esiste una provvisione della repubblica dell anno aprile 976, ecc.
1454, colla quale fu dato ordine di edificare il cassero di
Saturnia a maestro Alberto da Lugano che lo murò.
Devesi pure riportare alla stessa epoca la costruzione delle SAVIGNANO nella Valle del Bisenzio. Villaggio con
mura torrite di struttura moderna, delle quali ho fatto chiesa parrocchiale (SS. Andrea e Donato) nel piviere di
cenno poco sopra. Soffignano, Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia a
Nello stesso Arch. (Kaleffetto n. 82 e 112) sotto gli anni settentrione grecale di Prato, Diocesi e compartimento di
1461 e 1471 si trovano le capitolazioni state concesse Firenze.
dalla Rep. di Siena agli abitanti di Saturnia. Risiede a mezza costa sul fianco occidentale del monte
Caduto però con la capitale tutto lo stato senese in potere della Calvana a cavaliere del fiume Bisenzio che scorre
di Cosimo I secoodo duca di Firenze, gli abitanti di alle sue falde.
Saturnia se gli sottomisero per atto pubblico del di 8 È rammentato questo casale in un istrumento dell'aprile
settembre 1559. Quindi sotto il Granduca di Toscana 1147 scritto in Pratale, col quale Gerardo detto Ruffo
Ferdinando I Saturnia col suo distretto fu eretta in feudo figlio del fu Giovanni del Vico di Savignano vendè per
con titolo di marchesato sottoponendolo alla giurisdizione lire 12 di den. lucch. all'abate di Passignano per lo spedale
del capitanato di Soana, ed in primo ad esserne investito di Combiate (sul Monte alle Croci) un pezzo di terra posto
fu Bustiano di Tommaso Ximenes di Lisbona mediante in luogo detto Monte fiorentino. – (Arch. Dipl. Fior,
diploma del 3 ottobre 1593 con facoltà di succedergli i Carte della Badia di Passignano).
suoi figli e discendenti maschi per ordine di Era questa di Savignano muna delle 45 ville della
primogenitura, nei quali successori il feudo di Saturnia Comunità di Prato celebre se non altro per esser patria di
un chiarissimo pittore del secolo XVI (Fra Bartolommeo Faenza, Compartimento di Firenze.
della Porta) e di un insigne scultore vivente, (Lorenzo di Risiede sopra un poggio alla cui base scorre a levante la
Liborio Bartolini) nato in Savignano li 11 gennaio del fiumana Samoggia ed a pononte il torrente Albonello. – é
1777. uno dei molti Casali o castellucci de'CC. Guidi,
La parrocchia de'SS. Andrea e Donato a Savignano nel confermato per metà ai due fratelli CC Simone e Guido
1833 noverava 120 abitanti. Novello, figli del C. Gaido Guerra VI, da Federigo II con
diploma del 1247 nel quale si leggono le seguenti parole:
item medietatem gironis, castri, burgi et curtis Mutiliani
SAVIGNONE, o VAL SAVIGNONE in Val Tiberina. – et ejus districtus a pertinentiarum et villarum
Casale con chiesa parrocchiale (SS. Pietro e Paolo) sotto subscriptarum, videlicet Sancti Sabini, etc.
il piviere di Corliano, nella Comunità Giurisdizione e La contrada di S. Savino fino all'anno 1775 costituì una
circa 4 miglia toscane a settentrione di Pieve S. Stefano, delle 24 balie della Comunità di Modigliana, quando al
Diocesi di Sansepolcro, già di Città di Castello popolo di S. Savino fu unita la badia di Buta.
Compartimento di Arezzo. Nel campanile della sua chiesa si conserva una campana
Trovasi in una foce di monti sul fiume Tevere dove esiste fusa nel secolo XIII di una forma singolare.
il primo e più alto ponte che cavalca il detto fiume, il La parrocchia di S. Savino a S. Savino nell'anno 1833
quale accoglie costà le acque che scendono al suo maestro noverava 213 abitanti.
dal vallone di Cananeccia, o Calaniccia sulla strada
mulattiera che per Fratelle sale alle Balze, alle scaturigini
del Tevere. SAVIO fi. (Sapis) nella Valle transappennina di Bagno. –
Fu in origine questo casale uno dei tanti luoghi compresi Fiume dal quale prese il nome una delle romane tribù (la
nella Massa-Verona, donati nel 967 dall'Imp. Ottone I al Sapinia), e che nasce sul fianco occidentale del Monte-
nobile Goffredo figlio del fu Ildebrando. In seguito Cornaro, appena un miglio toscano a grecale dal ramo
acquistarono delle ragioni sopra Val-Savignone i conti di destro del Tevere, mentre questo sotto il vocabolo di
Montedoglio e gli abbati del Mon. del Trivio, fra i quali torrente Rupina, o Teverina, scaturisce dal pendio
ultimi uno di nome Gregorio, per atto pubblico del 20 orientale del monte medesimo, ed il ramo maggiore del
dicembre 1392, rogato in Savignone, protestò per cagione Tevere dal fianco australe del Monte Aquilone che si alza
di alcuni diritti pertinenti alla Badia del Trivio sopra le fra il Cornaro e quello detto nella Cella di S. Alberico.
corti di Bulciano, Bulcianello, Cirignone, Calaniccia, In guisa che esiste costassù una porzione della criniera
Fratelle e Val-Savignone. – Vedere BULCIANO e dell’Appennino centrale il cui contrafforte settentrionale
BULCIANELLO. dirigesi verso il Monte Cornaro dal Bastione posto fra
Agli Art. poi Massa-Verona e Pieve S. Stefano furono Camaldoli e l'Alvernia, sulla di cui duplice
indicati tre documenti scritti nell'ottobre e dicembre del acquapendenza trovano la loro origine due fiumi reali,
1342 coi quali gli uomini di Val Savignone e di altre ville voglio dire il Tevere, il quale dopo aver bagnato le mura
e casali di quel distretto inviarono i loro sindaci a Firenze dell'alma città si vuota nel mare Mediterraneo, ed il Savio
per sottomettersi al principe Gualtieri duca d'Atene. che passando per Sarsina (l’antica capitale degli Umbri
Questo Casale insieme con varie ville e Castelli del Sarsinatensi)attraversa il distretto di Cesena, rasentando le
contado aretino, per rogito del 28 ottobre 1383, tornò mura occidentali innanzi di entrare nel mare Adriatico.
sotto il dominio fiorentino; il quale atto quei popoli Le prime fonti pertanto del Savio s'incontrano poco lungi
dovettero ratificare dopo la ribellione di Arezzo del 1502. dalla chiesa parrocchiale e dalla dogana del Monte-
– Vedere MASSA VERONA e PIEVE S. STEFANO. Cornaro, mentre il torrente della Teverina, o della Rupina,
La parrocchia de'SS. Pietro e Paolo a Savignone, o a val influente nel ramo maggiore del Tevere, ha origine un
Savignone, nel 1833 noverava 70 abitanti. quarto di miglia a libeccio della dogana e della chiesa
predetta.
Piccolo ruscello in origine scende il Savio dal detio monte
SAVINO (S.) A SATURNO nel Val d'Arno aretino. – nella direziane di libeccio per voltarsi presto a maestrale
Chiesa e Casale distrutti, che furono nel piviere di S. passando sotto le balze del castello di Verghereto dove
Stefano in Chiassa, Comunità Giurisdizione Diocesi piegando alquanto a grecale bagna la base settentrionale
Compartimento e circa 3 miglia toscane a settentrione di dell'Appennino di Camaldoli e quella meridionale del
Arezzo. monte Comero che si alza alla sua destra. Giunto alla
Sotto l’Art. Chiassa (S. Maria), alla qual chiesa Terra di Bagno rivolge il suo cammino a settentrione
battesimale fu unito il pievanato di S. Stefano in Chiassa, lambendo le mura orientali di S. Maria in Bagno e poi
fu citato un documento del 17 maggio 1095, col quale quelle di S. Piero in Bagno. Un miglio toscano circa di là
Costantino vescovo di Arezzo aumentò al suo capitolo la da quest'ultima Terra il Savio torce da settentrione a
dote di varj beni, alcuni de'quali erano posti nel casale di levante-grecale finchè alla confluenza del torrente Para,
Saturno. Vedere CHIASSA (S. STEFANO IN). ch'è 8 mig lia toscane sotto S. Piero in Bagno, esce dal
territorio del Granducato ed entra nello Stato Pontificio,
dove dopo il corso di altre 4 miglia toscane bagna le mura
SAVINO (S.) A S. SAVINO nella Valle del Lamone. – meridionali della piccola città di Sarsina, quindi rientra
Villaggio che conserva il nome della sua chiesa nei confini estremi del territorio granducale per passare a
parrocchiale nella Comunità Giurisdizione e circa 2 1/2 levante del Castallo di Sorbano. Dirimpetto a questo
miglia toscane a levante di Modigliana, Diocesi di Castello il Savio arricchito delle acque che vi scendono a
destra mediante il torrente Tonante dai contrafforti differenza dei golfi, cale e porti, mentre i Scali non sono
dell'Appennino di S. Agata e della Cella rivolgesi verso capaci di ricevere bastimenti di grossa portata.
settentrione per passare da Mercato-Saracino, e di là Tali sono per esempio, oltre il nominato, lo Scalo di S.
scendendo nella pianura della Romagna cesenatica, dopo Jacopo alla marina di Livorno, lo Scalo di Follonica,
aver accolto alla sua sinistra il grosso torrente Borello, s' quello del Botro Venella alla marina di Massa marittima,
incammina lungo le mura occidentali di Ceseria, dose e lo Scalo di Avenza, e l'altro di S. Giuseppe alla marina di
cavalcato da un bel ponte, sulla strada postale romana per Carrara e Massa, lo Scalo di Fortiglione alla marina di
indirizzarsi, dopo circa 55 miglia toscane di cammino, nel Scarlino, quello di S. Rocco alla spiaggia di Grosseto,
mare Adriatico. ecc.
SCALARI o SCALARICO nella Valle dell' Ombrone SCAMPATA (S. BARTOLOMMEO A) nel Val d'Arno
pistojese. – Casale esistito fuori di Porta Lucchese, o che superiore. Contrada con chiesa prioria, altre volte detta
cambiò l'antico nomignolo in altra borgata sulla strada San Signore, nel piviere, Comunità Giurisdizionee 1/2
postale Lucchese, nella Comunità di Porta Lucchese miglio toscano a libeccio di Figline, Diocesi di Fiesole,
Giurisdizione e Diocesi di Pistoja, Compartimento di Compartimento di Firenze.
Firenze. Risiede su di un poggetto alla sinistra del torrente Cestio e
Si è reso noto questo Scalari, o Scalarico, perchè costì si della strada rotabile che da Gaville scende nella postale
fermò l'Imp. Lottario I, il quale nel 17 gennajo dell' anno aretina sopra un quarto di miglio toscano a Figline, ed al
XXVI del suo impero, corrispondente all'anno 854 dell'E. ponte nuovo di pietra eretto ivi presso sall'Arno.
V., firmò un diploma in favore di Roderigo suo La ricordanza più antica di questa chiesa la trovo fra le
cappellano, in cui si legge: actum Scalarico in territorio pergamene della badia dei Vallombrosani di Passignano
Pistoriensi, alla quale fino dall'anno 1075 da due fratelli, Pagano e
Il luogo medesimo con le parole del diploma suddetto è Morando figli di Ghisolfo, fu donata l’investitura della
ripetuto in altro privilegio di Lodorico II che conferma il chiesa di Scampata con le terre e poggio annesso, in mano
precedente del suo angusto genitore. – Vedere RONTA. dell'abbate Leto superiore della Badia predetta.
Ho dubitato che il vico di Scalarico corrispondere potesse Alla stessa chiesa di Scampata appella un altro istrumento
allo Scalari sul vincio, dove i CC. Guido eTegrimo figli di scritto li 25 marzo 1077 in Figline nel castel d'Azzo, col
un altro C. Guido, nell' aprile del 1044 stando presso quale donna Berta figlia di Pagano testé rammentato col
Pistoia donarono a quella cattedrale dei beni, alcuni consenso del marito Rolando donò al monastero predetto
de'quali situati in Scolari (leggo Scalari). – (Vedere di Passignano un pezzo di terra posto presso la chiesa di
CAMICI, de’March. di Toscana, Vol. I.) S. Bartolo a Figline, o Fighine.
Cotesta chiesa nel 1148 era già priorato, siccome lo
dichiara un atto rogato in Figline nel 30 dicembre di
SCALI (OPERA DEGLI) in Val di Sieve. – Vedere quell'anno, in cui si tratta della vendita fatta da Teuzzo del
BORGO S. LORENZO fu Teuderico di certe biade ad Alberto prete monaco e
priore di S. Bartolo a Figline, ossia a Scampata. – (loc.
cit.)
SCALO DELL'ARANCIO sotto i monti Livornesi. – Varj Non resta poi dubbio che la stessa chiesa di Bartolo a
sono gli Scali di mare che presenta il littorale toscano a Figline non corrispondesse a questa di S. Bartolomeo a
Scampata, o di San-Signore; perchè sotto quest'ultimo aprile 1176) convalidarono alla badia suddetta, fra le altre
titolo la trovo rammentata in un concordato del di 11 cose, la corte di Greve con la chiesa di S. Martino a
febb. 1167 fatto fra il priore della chiesa e canonico di Scandicci e tutte le possessioni che le furono dalla
San Signore e quello della cura di S. Angelo a Pavelli, la contessa Willa donate. – Vedere GREVE DI
cui chiesa è posta parimente alla destra del torrente SCANDICCI.
Cestio; nel qual concordato si tratta delle decime da Infatti i monaci della Badia fiorentina conservarono fino
pagarsi dai respettivi popoli, e del diritto di sepoltura. – ai tempi nostri il giuspadronato tanto della chiesa di S.
(ivi). Martino a Scandicci come dell'altra parrocchiale ad essa
Meglio ancora la stessa chiesa è qualificata da un atto di vicina di S. Maria a Greve.
obbedienza prestato nel 31 marzo 1196 nelle mani Nel 1435 per contratto del 18 luglio l'abbate col consenso
dell'abbate di Passignano da Gerardo diacono di detto dei monaci della Badia predetta diede ad enfiteusi a
monastero dopo essere stato eletto in priore della chiesa di maestro Ridolfo di Francesco da Cortona medico, per
S. Bartolo di Figline, che ivi si appella anche del Santo godersi fino alla sua terza generazione inclusive, due
Signore. – (ivi). poderi posti nel popolo di S. Martino a Scandicci con
Ma da quell' epoca in poi incominciarono a nascere liti fra obbligo di pagare l'annuo canone di venti fiorini d’oro, o
i priori di S. Bartolommeo a Scampata da una parte ed i lire il laudemio di fiorini 25, e di dovere spendervi in un
pievani della chiesa di Figline dall'altra parte. decennio fiorini cento per miglioramenti de-due poderi. –
Anco fra le pergamene della prepositura di Prato se ne (Arch. Dipl. Fior. Carte dell’Arch. generale.)
contano diverse sotto gli anni 1255 e 1256 relative a un La chiesa di S. Martino a Scandicci dopo il 1807 e di data
Cavalcanti canonico, ossia cappellano di S. Bartolommeo del Principe. – Essa nell'anno 1833 contava 186 abitanti.
a Scampata, il quale si era intruso nel numero de'canonici
della collegiata di Prato poco innanzi di essere eletto in
cappellano del vescovo Guglielmino Uberti di Arezzo, SCANDICCI, o SCANDICCIO (SS. MARTINO e
che poi lo dichiarò arciprete e pievano della chiesa di GIORGIO A) nella Val d’Era. – (ERRATA: Chiesa diruta
Cortona. – (L. Guazzesi, Dell'antico domin. del Vesc. di che fu sotto la pieve di Pava, altrimenti detta Pieve a Pitti
Arezzo). nella Comunità di Terricciola, Giurisdizione di Peccioli,
I monaci Vallombrosani conservarono il giuspadronato Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa) Due
della chiesa di S. Bartolommeo a Scampata fino Scandicci con due chiese sotto la stessa Diocesi di
all'invasione francese del 1807. Essa attualmente é di Volterra, la prima di S. Martino nel piviere di Pava,
collazione del Principe. Comunità di Terriciola, la seconda di S. Giorgio nel
La parrocchia di S. Bartolommeo a Scampata nel 1833 piviere di Tojano, Comunità di Palaja. – Vedere il
noverava 240 abitanti SUPPLEMENTO.
La chiesa di Scandicci della Diocesi volterrana fu distinta
sotto il titolo di S Giorgio a Scandiccio in un breve dtl
SCANDICCI DI GREVE nel Val d'Arno fiorentino. Pont. Pio II dato in Roma li 28 sett. 1458, col quale
Contrada deliziosa che dà il titolo ad una chiesa ingiunse ai suoi delegati di unire al Mon. delle Brigidiane
parrocchiale (S. Martino a Scandicci) nel piviere di al Paradiso in Pian di Ripoli fra gli altri benefizii la chiesa
Giogoli, Comunità e appena un miglio toscano a ostro di di S. Giorgio d Scandiccio della diocesi di Volterra. La
Legnaja, Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e quale unione non sembra che si effettuasse prima del 20
Compartimento di Firenze. dic. dello stesso anno, come in altra carta si legge,
Risiede sull'estreme falde dei colli che chiudono dal lato sebbene fu presto ritolta a quelle monache. Es sendo. che
di scirocco il Val d’Arno fiorentino, sulla destra della il Pont. Paolo II successore di Pio II, con breve del 9
fiumana Greve a poco lungi dal ponte di Scandicci che novembre 1464, comandò all'abbate di S. Salvadore di
l'attraversa nella strada rotabile che a Legnaja staccasi Spugna ed al priore di S. Pietro di Cedda, stati già a tale
dalla postale Livornese per salire il poggio di Mosciano e effetto delegati da Pio II, di riunire al monastero del
di là riscendere aTorri nella fiumana della Pesa. Paradiso la chiesa de'SS. Fabiano e Sebastiano della
Sembra che la contrada di Scandicci traesse il nome da diocesi di Siena, e cotesta di S. Giorgio a scandiccio della
una casa torrita posta sulla Greve di proprietà della Dioc. di Volterra. – (Arch. Dipl. Fior. Carte dello Spedale
contessa Willa madre del marchese Ugo, la quale, di Bonifazio).
nell'anno 978, per istrumento del 31 maggio, stando in E li è spiegata la ragione del non avere avuto effetto la
Pisa, donò alla Badia da essa fondata presso le mura del prima unione, a causa, dice il breve, della revoca fatta
primo cerchio di Firenze fra gli altri beni una sua corte dagli antecessori del Pont. Paolo II, e forse dal medesimo
posta in Greve col castello di Scandicci insieme alla Pio II. Avvegnachè fra le carte degli Olivetani di Pisa,
chiesa ivi esistente ed a 30 mansi (specie di poderi) (ora nell’Arch. Dipl. Fior.) havvene una del 20 agosto
spettanti alla corte medesima di Scandicci, i quali 1463 spettante all'unione ed incorporazione ordinata
occupavano 300 moggia di terre lavorate, e 500 di dall’arcidiacono del capitolo di Volterra, come
sodaglie. commissario apostolico, al diaconato della cattedrale di
Cotesta vistosa donazione fu poi confermata ai monaci Volterra della chiesa plebana di Gabbreto presso
della badia fiorentina dagl'Imp. Ottone III (8 genn. 1002) Montecatini in Val di Cecina e di quella di S. Martino di
da Arrigo I (14 maggio 1010), da Corrado I (aprile 1030), Scandiccio, entrambe della diocesi volterrana. – Vedere
e da Arrigo lV (anno 1074). – Anco i Pontefici Pasquale GABBRETO in Val di Cecina.
II mediante bolle (24 sett. 1108) e Alessandro III (30
Imperocchè fra le non poche scritture inedite, oltre quelle
SCANDICCIO nel Val d'Arno pisano. Casale distrutto che stampate, da me viste, non mi è riescito incontrare
fu nel piviere di Calcinaja verso Bientina, rammentato in rammentato Scansano innanzi le divise fatte nel 1272 tra i
due istrumenti dell'Arch. Arciv Pis del 975 e del 1120 due rami dei conti Aldobrandeschi di Soana e di Santa
pubblicati dal Muratori. Fiora, all’ultimo de'quali toccò fra le altre terre della
Eravi nello stesso Val d’Arno pisano un altro Scandiccio contea Aldobrandesca anche questa di Scansano col suo
presso Mezzana nel distretto di Caprona, cui appella una distretto.
membrana in data del 12 marzo 1085 fra quelle del Mon. Che se con placito del di 7 giugno 1072 pubblicato dal
di S. Michele in Borgo di Pisa, ora raccolte nell’Arch. Muratori nelle sue Antichità del Medio Evo fu
Dipl. Fior. aggiudicato alla Badia del Mont'Amiata la Rocca di
Scansano, dissi però all'Art. Rocchetta, o Rocchette di
SCANDOLAJA nella Valle Tiberina. Casale con torre Radicofani essere stato ivi per sbaglio stampato Scansano
che ebbe titolo di Castello dov’è pure una chiesa invece di Sensano, o Senzano, vocabolo di una di quelle
parrocchiale (S. Maria nel pievanato di Ranco, Comunità due Rocchette.
Giurisdizione e miglia toscane 3 a libeccio di Monterchi, Premesso ciò, rispetto alle vicende politiche relative a
Diocesi e Compertimento di Arezzo. cotesta Terra rammenterò come all’Articolo Santa Fiora
Tanto la chiesa, come la torre di Scandolaja trovansi sopra furono indicati i fatti accaduti nei primi 30 anni del sec.
l'ultimo sprone di un poggio alla cui base occidentale XIV fra i Conti Aldobrandeschi di Santa Fiora ed il
scorre il torr. Cerfone tributario del fi. Tevere poste a Comune di Siena, il quale tolse più volte e poi rese ai
cavaliere nella strada regia dell'Adriatico, o di Urbania primi il Castello di Scansano. Dissi ancora come fuori di
che passa lungo la ripa sinistra del Cerfone a ponente del Scansano fu edificato nel 1609 un convento pei frati
colle, della torre e della chiesa di Scandolaja. Francescani dell'Osservanza, il quale esiste tuttora in
Nel distretto di questa parrocchia é compreso il castellare luogo detto Petreto, dove continuano ad abitarlo i
di Montogutello, presso al quale fu una cella di eremiti religiosi della Riforma di S. Francesco, la cui chiesa porta
Camaldolensi, cui fu dato il titolo di Abazia. Gli abitanti per titolo S. Pietro a Petreto.
del castelletto di Montagutello insieme con quelli di Finalmente ivi fu pure segnalato il tempo ed il modo col
Monterchi si sottomisero ai Fiorentini 13 giorni dopo la quale la Terra di Scansano con il suo distretto dai conti
vittoria da essi riportata nel 29 giugno 1440 sotto Sforza di Santa-Fiora fa alienata alla corona di Toscana.
Anghiari. Ciò basta a far credere che il castellare al pari In aumento a ciò giova qui aggiungere a quale mente
della torre di Scandolaja fosse dominato dai Tarlati a quel cotesta Terra fu comprata dal Graanduca Cosimo II
tempo signori di Monterchi e precisamente da donna mediante istrumento del 12 gennajo 1615 per il prezzo di
Anfrosina da Montedoglio, la quale era restata vedova di scudi 15000 da paoli dieci l'uno, che scudi 15000, pagati
Bartolommeo Tarlati signore di quella contrada. – Vedere nell'atto di Alessandro Sforza C. di Santa Fiora che
MONTERCHI. l'alienava, e per gli altri sc. 200000 fo convenuto che
La chiesa di S. Maria a Scandolaja dal luglio del 1440 in dovessero essere rinvestiti in tanti beni stabili o luoghi di
poi è di padronato dello stato. – Essa fu eretta in prioria Monte da ipotecarsi per sicurezza ed evizione di detta
con decreto vescovile del 13 gennajo 1723. compra con la speciale promessa del venditore di ottenere
La parrocchia di Scandolaja a Montegutello, nel 1833 il consenso da chiunque della sua famiglia, o da chi altro
contava 80 abitanti. fosse stato di ragione. – (Arch. delle Riformagioni di
Firenze).
Esiste pure in quell'archivio una relazione in data del 20
SCANSANO nella Maremma Grossetana fra la Valle sett. 1625 fatta dai deputati incaricati di riferire il loro
dell'Albegna e quella inferiore dell'Ombrone senese. – parere sopra alcune domande avanzate al governo dalla
Terra capoluogo di Comunità e di giurisdizione con pieve Comunità di Scansano; cioè, 1.a per la grazia di edificare
collegiata (S. Gio. Battista) nella Diocesi di Soana, la canonica per il pievano della ch. di S. Giovan Battista
Compartimento di Grosseto. in Scansano; 2.a per poter introdurre in Scansano merci,
Risiede sulla schiena del poggio, la cui cima è denominata cuojami e panni dall'estero; 3.a affinché il potestà
degli Olmi di Scansano, poggio che dal lato di residente in Scansano dovesse rinnovarsi ogni anno e non
settentrione mediante la fiumana Trasubbio ed il ogni tre anni come per il passato; 4.a che fossero
Trasubbino acquapende nel fi. Ombrone, mentre le acque confermati al Comune di Scansano i suoi particolari
dalla parte volta a settentrione scolano nell’Albegna. statuti; 5.a di poter levare il sale da Grosseto, e venderlo
Trovasi Scansano circa 840 braccia sopra il livello del al prezzo solito; 6.a di aumentare il salario al sindaco
mare Mediterraneo, fra il gr. 28 59' 2" longitudine ed il gr. (gonfaloniere) ai priori e camarlingo, primi uffiziali della
42 41' di latitudine, 14 miglia toscane a scirocco di Comunità; 7 a di poter stabilire nella corte di Scansano
Grosseto passando per la strada provinciale che guida a per cinque anni i pascoli (fide) col pagamento del solito
Manciano, il qual ultimo paese è altrettanto, sebbene in dazio, ecc.
direzione opposta, distante da Scansano, quando Sottoposto quindi il parere alla ponderazione del Principe,
quest'ultimo lo è da Grosseto. in piè di ciascuna domanda si trova notata l'intenzione
Comecchè sia cosa molto credibile che cotesto paese sovrana.
esistesse nei secoli anteriori al mille sotto qualche altro Quindi con motu proprio del 14 sett. 1641 la Comunità e
nome, contuttociò la storia di Scansano non comincia a Terra di Scansano fu sottoposta per la parte economica al
comparire se non che sul declinare del sec. XIII. magistrato dei Nove conservatori dello Stato, fino a che il
Granduca Leepoldo I, volendo dare più utili e generose fronte a levante quella di Roccalbegna, con la quale l'altra
disposizioni a favore di tutta la Maremma grossetana, con di Scansano rimonta verso settentrione il torrente predetto
legge del dì 11 aprile 1778 staccò questa fino alle sue scaturigini salendo in cima ai poggi che
dall’amministrazione economica e politica del separano la Valle dell'Albegna da quella dell'Ombrone
Granducato, e ne costituì un governo a sè sotto il inferiore senese, e riscendendo iu quest'ultima per il
vocabolo di Provincia inferiore senese, corrispondente valloncello di Acquaviva, col quale arriva sulla fiumana
presso a poco all'attuale Compartimento di Grosseto, del Trasubbio, che oltrepassa per entrare nel torrente suo
meno i Presidj, il Principato di Piombino in terraferma, e tributario, il Trasubbino. Costì cambiando direzione da
le Comunità di Campiglia, di Monteverdi e della Sassetta. settentrione a ponente i due territorj mediante il corso del
Quindi con la legge medesima furono stabiliti in della Trasubbino dirigonsi nella fiumana del Trasubbio, la
Provincia otto potestà, i quali in virtù del motuproprio del quale dopo il tragitto di circa quattro miglia si vuota
10 dicembre 1776 erano stati qualificati vicarj regj con nell'Ombrone. Però due miglia toscane innanzi che vi
facoltà di giudicare dentro ai confini loro assegnati tanto entri la fiumana testè indicata alla confluenza del torrente
nelle cause civili come nelle criminali. – Per la parte Frosina cessa il territorio comunitativo di Roccalbegna e
politica e governativa sopraintendeva ai vicarj medesimi succede dirimpetto sempre a settentrione quello di
un Commissario della Provincia residente in Grosseto; il Campagnatico, col quale l’altro di Scansano continua a
qual sistema governativo è stato esteso e rettificato dirigersi verso ponente mediante il corso della fiumana
mediante i saggi provvedimenti del Granduca Leopoldo I medesima, finchè poco dopo esser discesi nel fiume
felicemente regnante Ombrone sottentra il territorio comunitativo di Grosseto.
Scansano nella stagione estiva e talvolta nei primi mesi di Con quesl'ultimo l'altro di Scansano, piegando quasi ad
autunno è destinato a stanza de'giudici del tribunale di angolo retto, si avvia lungo il fiume, prima verso
Prima istanza, del provveditore della Camera, del maestrale, poi per breve tratto a libeccio e quindi a
commissario R. e di molti altri uffiziali superiori soliti scirocco finchè riprende la direzione di libeccio finchè
nelle altre stagioni a risedere in Grosseto. dopo aver serpeggiato con l'Ombrone lo abbandona alla
confluenza del torrente Majano che sbocca in detto fiume
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI fra la strada provinciale di Scansano ed il Cast. d'Ischia.
SCANSANO a tre epoche diverse (1), divisa per famiglie, A questo confluente sottentra a confine il territorio
per età e per stato. comunitativo di Magliano, col quale il nostro rimonta di
conserva nella direzione di scirocco il torrente predetto
ANNO 1745: Impuberi maschi 193; femmine 195; adulti fino quasi alle sue sorgenti che trovansi presso la sommità
maschi 218, femmine 309; coniugati dei due sessi 289; del poggio di Montiano Vecchio, dove dal lato di libeccio
ecclesiastici dei due sessi 43; numero delle famiglie 297; si chiude la Valle dell'Ombrone, e si apre dirimpetto a
totale della popolazione 1247. scirocco quella inferiore dell'Albegna, nel cui fiume i due
ANNO 1833: Impuberi maschi 296; femmine 242; adulti territori si dirigono, prima accompagnandosi col torrente
maschi 201, femmine 277; coniugati dei due sessi 474; Sorra nel vallone dell'Osa, che poi abbandonano per
ecclesiastici dei due sessi 26; numero delle famiglie 312; proseguire il cammino verso ostro finchè entrano nel
totale della popolazione 1516. torrente Patrignone col quale per poco si accompagnano,
ANNO 1840: Impuberi maschi 214; femmine 251; adulti e quindi lasciano a ponente per attraversare la strada
maschi 334, femmine 352; coniugati dei due sessi 504; rotabile che guida da Magliano a Scansano. Costì dopo
ecclesiastici dei due sessi 28; numero delle famiglie 341; aver rasentato dal lato di ponente il poggio di Pereta
totale della popolazione 1683. scendono nel torrente Torbone e con esso dirigonsi a
scirocco in quello del Vivaio col quale dopo un miglio
(1) N.B. Non posso indicare la popolazione e le famiglie entrano nel fi. Albegna, dove la Comunità di Scansano
che nel 1640 abitavano in Scansano perché essa manca ritrova il territorio comunitativo di Manciano.
nella Statistica di quell’anno, abbenchè cotesta Terra fino Fra i maggiori corsi d'acqua che bagnano i confini del
dal 1615 avesse cessato, come si è detto, di essere territorio di Scansano contasi, a levante il fi. Albegna, a
feudale. settentrione la fiumana Trasubbio, a maestrale il fiume
Ombrone ed a libeccio il torrente Majano.
Comunità di Scansano. Il territorio di questa Comunità I poggi più elevati sono quelli di Scansano, di Poggio-
occupa una superficie di 77550 quadri 2621 dei quali Ferro e di Montiano-Vecchio. – Niuna di quelle altezze
spettano a corsi d'acqua ed a pubbliche strade. per altro arriva alle mille braccia, giacchè la sommità del
Nel 1833 vi abitavano familiarmente 3141 individui, a poggio di Scansano misurata in due punti dal Pad.
proporzione cioè di circa 33 persone per ogni miglio Inghirami, al così detto Prato degli Olmi, alla base della
quadr. di suolo imponibile. Croce, fu trovata br. 977, mentre al segnale di levante,
Confina con 5 Comunità del Granducato. – Dirimpetto a altra cima del poggio medesimo non é che br. 962,5 sopra
scirocco il territorio di Scansano ha di fronte quello il livello del mare Mediterraneo. Rispetto alla porzione di
comunitativo di Manciano, a partire dalla confluenza del Scansano situata sul fianco settentrionale dello stesso
torrente Vivajo nel fiume Albegna, e di là mediante il Poggio; essa è 120 br. più bassa della sua sommità.
corso retrogrado di questo fiume prendendo la direzione Poche strade rotabili, e queste senza ponti, attraversano i
verso grecale fino alla confluenza del torrente Fiascone, il fiumi, le fiumane ed i torrenti che passano per il vasto
quale sbocca dal lato destro nell'Albegna. A questo punto territorio di questa Comunità. È provinciale rotabile
cessa la Comunità di Manciano ed entra a confine di quella che da Grosseto guida a Manciano passando per
Scansano e Monte-Merano. Giovanni Battista (Prepositura Collegiata), diocesi cui
E in parte comunitativa la strada che staccasi dalla R. appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 1247, abitanti
davanti allo Stagno di Orbetello per dirigersi alla Barca anno 1833 n° 1516, abitanti anno 1840 n° 1683
del Grazzi sull’Alhegna, di là dal qual fiume sale a
Magliano e passando da Pereta arriva a Scansano. - Totale abitanti anno 1745: n° 1976
In quanto alla qualità del terreno in una superficie quadra - Totale abitanti anno 1833: n° 3141
di oltre 97 miglia toscane sarebbe per me impossibile - Totale abitanti anno 1840: n° 3612
segnalare le molte varietà di rocce che la ricuoprono.
Il poggio, per esempio, su cui risiede Scansano (1) N.B. Le parrocchie di Pancone e di Poggio Ferro
generalmente è formato di gres o macigno nella qual erano sempre cappellanie curate nell’anno 1745, la
pietra é stata ivi aperta costà una cava per opere di quadro prima delle quali fu sottoposta al parroco di Montorgiali,
impiegate nelle fabbriche di quei dintorni, mentre nel la seconda al preposto pievano dio Scansano.
fianco meridionale dello stesso poggio verso la Val
d’Albegna scuopresi la roccia calcarea compatta che di
tanto in tanto mette fuori il capo dal macigno o dallo SCARABATTOLE (POGGIO DI) nella valle del Lamone
schisto marnoso. in Romagna. È una delle montuosità segnalate dal P.
Cotesta calcarea è attraversata in varj sensi da filoncino di Inghirami sulla schiena dell'Appennino toscano situato a
spato, e bene spesso da quelli di quarzo. Dalla parte poi scirocco e poco lungi da Marradi, la cui sommità trovasi a
dei colli di Magliano sottentra la marna conchigliare 1373 br. sopra il livello del mare.
cerulea, e per tutto altrove si trovano brecce silicee, e
impasti frammentari di pietra cornea nerastra disposti in
banchi talvolta venati da rilegature di quarzo bianco SCARABONE SULLA CARZA in Val di Sieve.
opaco. Castellare con villa dove fu una chiesa sotto il titolo di S.
Rispetto ai prodotti agrari, nel poggio intorno a Scansano Giusto a Scarabone, da lunga mano annessa alla
esistono dei poderi con case coloniche stantechè l'aria in parrocchia di S. Andrea a Cerreto-Maggio, nel piviere,
Scansano, essendo fra le meno infide della Maremma, Comunità e circa un miglio toscano a libeccio di Vaglia,
come dissi, il paese è destinato alla statatura degli Giurisdizione di Scarperia, Diocesi e Compartimento di
impiegati superiori di Grosseto. Firenze.
Le boscaglie per altro ed i pascoli naturali costituiscono Risiede sul fianco orientale di uno sprone che dirigesi
anche in questa Comunità della Maremma la maggior verso settentrione dall'Uccellatojo e dal Monte-Morello,
produzione, sia per ridurre quegli alberi in carbone, o per fra il vallone della Carza e la Vallecola della Marinella.
farne ceneri da potassa, sia per legname da costruzione, In questo luogo doveva esistere fino dal secolo XI una
per doghe da botte, ec. Nei pascoli naturali poi vivono casa torrita, cui fu dato l'onorevole epiteto di castello dal
intiere razze di cavalli, molte vaccine, branchi di pecore e Pontefice Gregorio VII, allora quando nel 28 dicembre
di majali che vi si propagano e vi s'ingrassano. dell'anno 1076 passando da Firenze rilasciò un breve al
La chiesa parrocchiale di S. Gio. Battista a Scansano fu capitolo della chiesa fiorentina ed al suo vescovo Ranieri,
eretta in collegiata nell'anno 1628. Essa è preceduta dal cui volle confermare fra i molti beni di quella mensa
preposto pievano, che è l'unica dignità di quel capitolo. anche il castello, di Scarabone. – (Ughelli, Ital. Sacr. in
Archiep. Florent.) Vedere CERRETO MAGGIO e
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di FODIGNANO.
SCANSANO a tre epoche diverse (1).
- nome del luogo: Mont’Orgiali, titolo della chiesa: S.
Biagio (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti SCARLINO (Scharlinum) nella Maremma grossetana.
anno 1745 n° 386, abitanti anno 1833 n° 273, abitanti Castello con chiesa plebana (S. Martino) già capoluogo
anno 1840 n° 498 insieme con Buriano di una Comunità del Principato di
- nome del luogo: Murci, titolo della chiesa: S. Domenico Piombino, attualmente incorporata, una parte a quella di
(Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 Castiglione della Pescaja, e l’altra parte ai distretti
n° 206, abitanti anno 1833 n° 516, abitanti anno 1840 n° comunitativi di Massa Marittima e di Gavorrano, dal
547 quale ultimo paese Scarlino dista circa tre miglia toscane
- nome del luogo: Pancone (1), titolo della chiesa: Nome a libeccio.
di Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti Risiede sul fianco occidentale de'poggi che dirigonsi da
anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 233, abitanti anno Gavorrano verso libeccio fra il Pian d’Alma e il padule di
1840 n° 260 Scarlino, tre miglia toscane a grecale dello scalo di
- nome del luogo: Polveraja, già al Cotone, titolo della Portiglione e appena due miglia toscane a levante del suo
chiesa: S. Matteo (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, padule.
abitanti anno 1745 n° 137, abitanti anno 1833 n° 302, Le memorie del Castello di Scarlino risalgono per lo
abitanti anno 1840 n° 322 meno al secolo X trovandosi nominato in un istrumento
- nome del luogo: Poggio Ferro (1), titolo della chiesa: S. del 18 aprile 973, di cui si conserva copia originale fra le
Croce (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti pergamene dell’Arch. Dipl. Fior. ivi pervenute dalla badia
anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 301, abitanti anno di S. Salvatore nel Monte Amiata; col quale istrumento un
1840 n° 302 marchese Lamberto figlio del fu March. Ildebrando, e
- nome del luogo: Scansano, titolo della chiesa: S. marito di Ermengarda figlia del C. Ranieri oppignorò per
diecimila lire 45 corti ch'egli possedeva nella Toscana e carte della città di Massa, ora nell'Arch, delle Riformag.
nella Lombardia, fra le quali eravi una corte in Alma, una di Siena, quando vennero incaricati tre delegati apostolici
in Scarlino ed una in Buriano. per esaminare e decidere una lite fra i conti Gherardo e
Mi resta però a sapere chi fosse quel marchese Lamberto Guelfo della Gherardesca ed i cavalieri Gerosolimitani di
che si dichiarava figlio di altro March. Ildebrando, ed in Pisa da una parte, ed il C. Rainaldo che ivi s'intitola conte
qual modo il territorio e giurisdizione di Scarlino passasse di Scarlino dall'altra parte, a cagione delle doti e di altri
più tardi nei conti di Prato e di Mangona, mentre a uno di diritti di pertinenza di donna Subilia moglie che fu del C.
questi, il C. Alberto figlio di altro C. Alberto, é diretto un Ugolino nato dal conte Alberto e fratello del C. Rainaldo
diploma da Pavia dell' Imp. Federigo I sotto di 9 ag. del prenominato. Quindi nel 29 maggio dell'anno stesso 1227
1164, mercè cui, a tenore delle determinazioni prese in i giudici delegati pronunziarono sentenza in Siena, colla
Roncaglia quel sovrano restituì al conte Alberto di Prato e quale fu deciso, che i cavalieri Gerosolimitani di Pisa
di Mangona per sè e per i suoi legittimi eredi tutti i feudi entrassero al possesso della metà del castello di Scarlino.
posseduti dal conte Alberto di lui avo innanzi che fossero (loc. cit.)
stati da esso lui alienati. Fra i feudi restituiti al nipote Appartiene allo stesso archivio altra posteriore sentenza
leggesi in quel diploma anche il Cast. di Scarlino con la del 23 aprile 1231, mercé cui uno dei delegati apostolici,
sua giurisdizione, e ciò nel tempo medesimo in cui gli nella continuazione della lite stessa, condannò il conte
abitanti di cotesto paese dipendevano nel politico dal Rainaldo in lire 110 come debitore allo spedale
Comune di Pisa, siccome apparisce da altro privilegio de'cavalieri Gerosolimitani di Pisa per conto di doti, di
accordato ai Pisani tre anni prima (1161), dallo stesso morgincap, ossia di antefatto, e di altre ragioni spettanti a
Federigo I, confermato successivamente da Arrigo VI, donna Subilia vedova del fu C. Ugolino fratello del
Ottone IV, Federigo II e Carlo IV; e siccome meglio prelato C. Rainaldo. – Ved, Gavorrano e Monte-Rotondo
resulta dal Breve, o Statuto del Comune Pisano. in Val-di Cornia. – (Arch. Dipl. Sen. Carte della Com. di
Arroge qualmente per istrumento del 2 ottobre dell'anno Massa).
1108 tre fedeli donarono alla mensa vescovile di S. Come andasse a terminare cotesta lite e se per quelle due
Lorenzo a Roselle, alla quale presedeva il vescovo sentenze il C. Rainaldo restasse spogliato effettivamente
Ildebrando, la metà del castello di Scarlino con la metà di della metà del castello di Scarlino, la storia e le carte da
una sua corte, compresovi il Padule, nel modo che aveva me vedute non lo accennano. Bensì nell'Arch. Dipl. Sen.
disposto per atto di ultima volontà Ranieri dei fu conte (Kaleffo vecchio n. 355) esiste un’atto di rinunzia fatto
Guillccione loro signore. Il qual castello di Scarlino nella nel 1241 dal sindaco del Cast. di Scarlino in mano del
stessa carta dichiarasi essere pervenuto al Conte Ranieri potestà di Siena per ogni azione che il suo Comune aveva
del fu Guillicione per compra che il di lui padre fece dalla contro quello di Siena a motivo di un imprestito di 50
contessa Matilda, allora governatrice della Toscana. – fiorini d’oro.
(Ughelli, Ital. Sacr. in Episc, Grosset.) Contuttociò i figli ed eredi del C. Rainaldo di Monte
E qui cade il destro di rammentare due altri istrumenti, il Rotondo conservarono dei diritti e beni sopra Scarlino;
primo de'quali scritto in Pisa li 22 genn del 1171, già al qual fatto servirebbe di appoggio un atto pubblico
citato all' Art. Santa-Fiora (Vol. V pag. 146), poichè dal del 17 marzo 1257 rogato in Scarlino, allorché dorma
medesimo si ha la notizia che una figlia dei C. Alberto, Maria figlia del fu C. Rainaldo donava ad un di lei
sorella del conte privilegiato da Federigo I, erasi maritata fratello per nome Arcivescovo le sue ragioni ereditarie
ad un Ildebrandino di Soana conte Palatino di Toscana e che aveva ne' castelli e corti di Scarlino, di Monte
capo di tutta la famiglia Aldobrandesca. Rotondo e della Terra di Colle.
Il secondo è una bolla concistoriale del Pont. Clemente III Altro documento del 23 aprile 1291 raggirasi sull’
diretta dal Laterano li 12 aprile dell' anno 1188 a elezione di un sindaco fatta dal Comune di Scarlino,
Gualfredo Vesc. grossetano ed ai suoi successori, ai quali affine di persuadere i Massetani che fa tregua Stabilita
confermò, fra gli altri privilegj e diritti di baronia, anche fra cotesti due popoli sarebbe stata sanzionata dagli
la quarta parte del Cast. di Scarlino con le sue chiese di Anziani di Pisa, dalla quale repubblica gli Scarlinesi
Lodenne, di Carelle e respettivi distretti, più la quarta dipendevano.
parte dello Stagno e del Porto di Scarlino. Alla stessa città e governo di Pisa Scarlino col suo
Frattanto nella concessione fatta nel 1164 dall’Imp territorio si mantenne soggetto fino a che nel 1398 fu
Federigo I al C. Alberto di Prato e di Mangona, e distaccato dal do minio di quella per cederlo con titolo
conseguentemente cognato del conte Ildebrandino di di signoria a Gherardo d’ Appiano, ai suoi figliuoli ed
Soana, non trovasi menzione alcuna della donazione eredi insieme con Piombino, Bu riano, Suvereto,
precedente, cioé del 2 ott. 1108, al Vesc. Ildebrando per la l'Abbadia al Fango, l’ Isola dell'Elba, ecc, e ciò sino
sua mensa vescovile di Roselle. Comunque sia l'atto di alla nostra età, quando, cioè, il Principato di
divise, concluso nel di 24 febb. del 1209, fra il conte Piombino, per effetto del trattato di Vienna del 1814
Maghinardo ed il conte Rainaldo fratelli e figli del primo fu riunito al Granducato di Toscana.
letto del fu conte Alberto prenominato, non lascia dubbio In tutto cotesto intervallo però Scarlino non conta
che il dominio feudale di Scarlino si conservasse anche avvenimento alcuno di qualche clamore meno quello
nei figli del C. Alberto privilegiato da Federigo I, mercé accaduto costà nel 1554, quando lo Strozzi priore di
cui toccò di parte al C. Rainaldo; fra gli altri castelli della Capua, fratello di Piero comandante generale delle
Maremma, Monte-Rotondo, Gavorrano e Scarlino. Ved~ truppe Gallo Senesi alla difesa di Siena, dopo aver
Gavorrano e Monte-Rotondo, ai quali Art. fu citato un fortificato Port'Ercole e fatte imbarcare cinque
breve del Pont, Onorio III del febb. 1227 esistente fra le compagnie di fanti sopra tre galere, corse per la via di
mare ad assalire improvvisamente il Castello di Scarlino.
Scartino guardato appena da una compagnia di soldati. Comunque sia di ciò, io credo che lo stagno in
Ed avendo il priore anzidetto ordinato che si discorso non esistesse ai tempi dell’ Impero romano,
smontassero in terra dalle galere oltre i soldati tre sia perché non ne fu fatta menzione alcuna da G.
cannoni per espugnare Scarlino, nel tempo che egli Rutilio Numaziano nel suo Itinerario marittimo, sia
andava esaminando intorno il modo di batterlo, per trovarvisi dentro il lastrico di un' antica strada,
scoperto lo Strozzi dagli Scarlinesi che erano sulle appartenuta forse alla consolare Aurelia Nuova ,
mura, fu colpito da una archibusata nei fianco, per cui tracciata lungo tutto il littorale toscano. – Alle mie
riportato nella galera poche ore dipoi morì in istanze gentilmente ade riva nei giorni scorsi il Cav.
Castiglione della Pescaja. – (AMMIR. Stor. Fior. Lib. commendatore Alessandro Manetti direttore generate
XXXIV.) delle Acque e Strade e del Bonificamento delle
Sotto l’ attual governo la Comunità di Scarlino, meno Maremme, il quale fra le notizie che ne richiesi,
Buriano, fu per la maggior parte riunita alla Comunità diede la seguente: «che il piano dell'antica via dentro
di Gavorrano, senza il padule e la pianura verso il padule di Scarlino apparisce in tempo di alta marea
Follonica, che fu data alla Comunità di Massa inferiore al livello del mare Mediterraneo, ma che
Marittima. Rispetto poi alla giurisdizione spirituale, il cotesto livello tanto più è difficile a determinarsi in
popolo di Scarlino con il suo distretto fino al quanto che la delta via non solo non è in piano, ma
fiumicello Alma conservasi sotto il diocesano di presenta dei rialti e delle concavità, i primi dei quali
Grosseto, già di Roselle. Che anzi all'Articolo nell'estate appariscono fuori dell'acqua, mentre i
MORRANO (PIEVE DI), una delle antichissime secondi vi restano costantemente sommersi».
battesimali della diocesi di Roselle, sospettai che quella Alla quinta riunione degli scienziati ita liani tenuta in
pieve da gran tempo distrutta, sotto l’ invocazione di S. Lucca nella seconda metà del mese di settembre 1843
Donato, potesse riferire alla chiesa e canonica di S. fu discorso alla sezione di Mineralogia, Geologia e
Donato presso Scarlino, la quale trovasi rammentata Geografia dell’origine delle Terre paludose italiane
nella bolla concessa nel 1188 dal Pontefice Clemente lungo le spiagge dei due mari, e fu dubitato dal ch. A.
III al vescovo di Grosseto, stata di Sopra citata. di quella memoria che ciò accaduto fosse in tempi
A congettura si fatta mi spingevano le espressioni di geologici assai moderni, durante i quali egli
quella bolla, nella quale dopo essere rammentate le ammetteva diversi periodi di sollevamenti parziali e di
decime del Castel di Scarlino, il Pontefice soggiunge; et avvallamenti nelle terre situate lungo le coste dei due
quicquid juris habes in predica canonica (ejusdem mari.
Castri ), et Ecclesiam S. Donati cum possessionibus Che se qualcuno da simile teoria non mostrassi affatto
suis, quae Episcopatu tuo proprie spectant., ecc. alieno, citando ad esempio la fabbrica sottomarina il
La pieve attuale di Scarlino dedicata a S. Martino nel cui piano esiste tuttora presso la torre di Santa Liberata
1833 contava 528 abitanti. nel Capo Argentario, quello stesso opinava, che invece
di avvallamenti terrestri, da rilievi summarini
paralleli alle coste , fosse derivata la formazione delle
SCARLINO (PADULE DI), già STAGNO e PORTO paludi littoranee lungo i due mari, Tosco e Adriatico. Ai
DI PORTIGLIONE , nel littorale toscano fra Follonica quali rilievi sembra che porgessero appoggio le materie
ed il poggio di Scarlino nella Comunità Giurisdizione mobili trasportate dai fiumi e che diedero origine ai
e Diocesi di Massa Marit tima, Compartimento di tomboli interposti tra il mare e le paludi.
Grosseto. A cotest' ultima opinione aderivano altri di quei
Eccoci ad un articolo scabroso per la storia e per la scienziati citando consimili esempi lungo le coste della
geografia fisica della Maremma toscana, a volere Francia, dell'America settentrionale e del golfo del
almeno accennare, non dico già dimostrare, quando e Messico.
come si formasse il Padule di cui occorre qui far parola. Che se avessi potuto interloquire fra tanto senno avrei
Cotesto Stagno, compresa la sua estesa gronda, occupa azzardato dire, che l’opinione dei sollevamenti
una superficie di circa due miglia in lunghezza nella summarini, per quanto molto analoga alla verità, pure
direzione da libeccio a grecale e intorno a due terzi di rispetto alli rialzamenti di livello del littorale toscano
miglia toscane in larghezza, da scirocco a maestrale. – dovettero nel periodo di venti secoli riescire
Trovasi fra Follonica e lo scalo di Portigliene lungo imitatissimi e quasiché incalcolabili.
l’estremo tombolo di quel littorale. Agli Articolo GROSSETO (Volume Il pag. 547 e
Ma quando questo seno di Scarlino ces sasse di essere sgg.) e LITTORALE TOSCANO (pag. 704 e sgg.)
approdabile alle barche, ed in qual modo della presente opera io avevo detto, che se l’origine
incominciasse a divenire pa lustre, ciò è taciuto dalle delle paludi littoranee lungo il mare toscano si debba
memorie superstiti mentre i marrazzi del territorio attribuire più che ad altro alle dighe, ossiano tomboli
scarlinese noti si rammentano prima dell' anno 1108 interposti tra il mare e le paludi stesse; se coteste
come si accennò qui sopra. dighe ebbero origine dalle materie nobili, dalle alghe
Dubito ancora; se a cotesto padule che trovasi fuori ecc., trascinate alla piaggia dai fiumi e respintevi dalle
della diocesi grossetana o se piuttosto a quello di Pian correnti marine e dalle traversie, avevo ancora avvisato
d ’ Alma riferire volesse il Pontefice Clemente III, che, dove i monti mettono piede in mare, da sto secoli
allorché nel 1188 confermava ai vescovi di Grosseto la addietro fino ad oggidì, non apparivano variazioni di
quarta parte del Castello, dello Stagno e Porto di livello sensibile fra il continente ed il pelago che li
bagna, mentre nelle spiagge intermedie ai capi, o ai avremmo i cinque fatti da me conosciuti suscettibili a
semipromontorj, il mare tanto più si è allontanato confermare, che il livello del nostro mare da molti secoli
quanto più il littorale si trovò sottile, ossia più non sia sensibilmente variato, a partire, cioè, dal Capo
inclinato verso l'orizzonte, e quanto più la spiaggia si Argentaro alla bocca di Magra, davanti alla qual foce
avvicinava allo sbocco dei fiumi e fiumane. esiste tuttora a fior d' acqua la Rupe bianca descritta dal
In prova della qual cosa, ivi aggiungeva, qualmente con Petrarca nel suo Itinerario Siriaco, siccome esistono al
tutti gl’ interrimenti della Magra, del Serchio, dell' livello stesso la Torre del Marzocco e Livorno, il di cui
Arno e della Cecina, gli avanzi di Luni, quelli dove porto fu topicamente descritto nel 1442 da Giovanni di
fu il Porto Pisano, la cala di Vada ecc si mantenevano Antonio da Uzzano nel suo Compasso nautico.
costantemente ad un livello poco o punto inferiore a Per egual modo da 14 e più secoli non variò la baja che
quello che aveva 20 secoli addietro il mare serve di dubbio ingresso al porto di Vada, ingresso che
Mediterraneo. sino a oggi è tale come fu descritto dal prenominato
Già era stato detto da altri che i porti di Barcellona , di Numaziano. – Dirò la stessa cosa degli sbocchi in mare
Marsilia, Genova , Siracusa, Navarino e di tanti paesi del Lago Prelio oggi Padule di Castiglione, così dello
sul lido del Mediterraneo conservavansi nella stessa Stagno salso di Orbetello. – Ammettendo pertanto nella
posizione che ebbero al tempo della la loro fondazione. spiaggia toscana i 5 avvallamenti testé accennati,
– Le rovine di Ercolano, (aggiungeva Malte Brun) resterebbe, a parer mio, distrutta la sospettata anomalia
toccano il mare come lo toccava quella città al tempo di che ha fornito finora argomento di discussione ai
Strabone. geografi, agli archeologi, ai geologi, agli ingegneri
In quanto poi alla fabbrica sottomarina presso la torre di idrografici, ai fisici ed ai letterati.
S. Liberata al capo Argentaro, poco sopra rammentata, Che poi il selciato della via Aurelia Nuova sino dal secolo
all’Articolo. PORTO S. STEFANO esternai il mio XIII fosse già in gran parte affogato nel Padule di
parere e l' uso assai probabile cui dovè essere Scarlino lo dichiaravano ( ERRATA: le parole Statuto
destinata, cioè, a conserva dei pesci che ivi (ad pisano) le parole dello Statuto pisano del 1284 (stile
Cartaria Domitiana) fece costruire la potente famiglia comune) volgarmente appellato Breve del conte Ugolino,
romana de’Domitii Enobarbi, quando ai tempi di G. dove al cap. 12 del Lib. IV, trattandosi dell' obbligo
Cesare signo reggiava nel territorio Cosano. – Vedere imposto ai capitani e potestà del Comune di Pisa di
ORBETELLO. ricostruire, o di far riattare i ponti e strade del littorale
Altronde citar mi giovano 5 esempi di avvallamenti nella Maremma pisana, vi si impone l'onere, che la strada
parziali di suolo accaduti nella spiaggia toscana in tempi silcia (o lastricata) la quale era nello Stagno di
storici, capaci se non altro ad attestare della piccolissima Portiglione si dovesse contrassegnare per mezzo di buoni
variazione di livello, sin del continente littoraneo, sia del pali lunghi posti ivi intorno a spese degli uomini e comuni
contiguo mare. Il primo caso, ed il più antico di tutti, fu di Scarlino e di Castiglione della Pescaja. – Portilioni
raccontato da Giulio Obsequente, quando sotto il silicem (riporto le parole stesse) que est in Stagno
consolato di P. Cornelio Scipione Affricano e di C. Fulvio PoRtilionis, per homines et Comune Scherlini et homines
Fiacco, vale a dire 184 anni innanzi G.C., nel littorale di Castilionis Piscarie circum circa ipsa m silicem de bonis
Luni si sommerse una superficie di quattro jugeri di terra palis longis signari faciemus infra qualuor menses, si
(circa mille metri di estensione quadrati), dove poco dopo factum non est.
quella carità si convertì in un lago. – Anche all'Articolo La qual via silcia non è da confondersi con altra strada
SARZANA si è ceduto che nel secolo XII esisteva (chi sa pubblica che da Vignale attraversava i poggetti passando
da quanto tempo prima) un padule fra Luni e bocca di per la pianura, che poi divenne padule di Scarlino. A
Magra. quest'ultima strada riferisce il capitolo 18 dello stesso Lib.
Il secondo caso, di epoca meno antica, lo suppongo IV del Breve pisano, intitolato: De ampliando viam per
accaduto nella pianura fra Pisa e Livorno, il quale fatto quam itur a Vignali Scherlinum; videlicet a laboreriis de
dovè essere posteriore al secolo IV, poiché non ne fu fatta Vignali ad laboreria de Scherlino ampliari et actari
menzione da C. Rutilio Numaziano, il quale nell'anno faciemus, faciendo incidere arbores et omnia alia Ugna et
415, o 420 dell'E. V. passò di là per recarsi dal Porto boscum totum per amplitudinem unius medii miliarii per
Pisano a Pisa per un cammino totalmente asciutto: Ipse homines Plumbini, Vignalis, Compiile, Scherlini,
vehor Pisas, (scriveva egli) qua stolet ire pedes. Suvereti, Castiglionis Piscarie, et Abballile de Fango, ita
La cosa medesima probabilmente è accaduta al padule di Vada quod dieta via bene sit clara et aperta, ut viatores libere
presso la villa di Albino Cecina in un'epoca cioè et secure possint trans ire videndo satis a longe ante se, et
posteriore a quella di Numaziano, il quale, sbarcando retro se..... Et via quae est juxta mare prope S.
costà, vi pernottò, giacché quell'autore descriveva tutte le Vincentium.... per sapientes viros ( i n g e g n e r i ) provideri
più piccole cose da esso lui viste da lungi o da vicino faciemus qualiter, et in quem modum, et in qua
costeggiando la spiaggia toscana, siccome egli rammentò longitudine ampliari et diboscari debeat per homines
e descris se il Lago di Falesia, convertito più tardi nel comunium Capitanie Maremme et Campilie ad que fu
Padule di Piombino. derida requiratur consilium hominum terrarum, predi et
Altronde la storia ci avvisa che nei secoli VIII, IX e X nel arum. – Vedere VIA AURELIA NUOVA ed EMILIA DI
piano, ora palustre di Vada esistevano molte saline. SCAURO.
Ammettendo pertanto che un egual fenomeno possa E qui mi giovano le indicazioni favoritemi dal prelodato
essere accaduto (4.° e 5.°) al Lago di Porta ed al Padule Cav. commendatore A. Manetti, rapporto ad altro tronco
di Scarlino, dove subissarono delle selciale antiche strade, di strada, oltre l’ antica via che attraversa il Padule di
Scarlino, il qual tronco egli trovò rifiorito di loppe, o Risiede in un risalto di collina fra la strada provinciale che
schiume di ferro, tracciato per i poggetti sotto Scarlino. da Monte Riggioni guida a Colle e la strada rotabile che
«Inoltre mi fece sapere, che alcune opere laterizie si staccasi dalla suddetta per incamminarsi sull'Elsa. Fra le
trovano, sia escavando il canale emissario delle acque carte del Monastero di S. Eugenio presso Siena, unite a
chiare presso le fondamenta delle cateratte del Pelagone, quelle della Badia di S. Salvatore all’ Isola, havvene una
sia nella lingua di terra sporgente nel Padule di Scarlino, del 7 ottobre 1186 scritta nella chiesa di S. Andrea a
dove esiste tuttora una palizzata che sembra essere stata il Scarna, territorio volterrano. – (ARCH. DIPL. FIOR.
sostegno di una qualche opera muraria. Costà furono Carte cit.)– Vedere CASTELLO ( PIEVE A) e ONCI in
rinvenute delle anella di piombo somiglianti a quelle di Val d' Elsa.
grossa catena, forse per chiudere quel porto.» La parrocchia di S. Andrea a Scarna nel 1745 noverava
Appellasi adesso col vocabolo di Pontone di Scarlino un soli 39 abitanti.
passaggio di legname posto a traverso del canale di
comunicazione fra il detto Padule ed il mare dov'è una
palizzata messa per ritenere i pesci che vi entrano dal SCARPERIA del Mugello, già CASTEL SAN
mare, la cui pesca soleva riescire copiosa innanzi le opere BARNABA, nella Val di Sieve. – Terra regolare a forma
di bonificamento comandate dal munificentissimo di parallelogramma, posta quasi nel centro della provincia
Sovrano felicemente regnante, e innanzi che la del Augello con chiesa prepositura (SS. Jacopo e Filippo)
commissione idraulica a tali opere destinala vi ponesse capoluogo di Comunità, sede di un vicario regio e di un
mano, ora corre il duodecimo anno, per colmarlo. I cancelliere comunitativo, nella Diocesi e Compartimento
principali influenti che vi sboccano si riducono alla di Firenze.
fiumana Pecora , ed al torrente Rigiolato, la prima che Giace in ridente pianura, quasi tre miglia toscane a
viene da sett. dai monti di Massa, il secondo che scende a settentrione del fiume Sieve, e un miglio e mezzo a ostro
levante da Gavorrano, monti in gran parte coperti di rocce dalla base meridionale dell’Appennino, due miglia
pietrose e di poca terra sciolta onde sperare che il Padule toscane a scirocco del distrutto castello di
di Scarlino, benché di basso fondo, possa bonificarsi in Mont'Accianico, attraversata dall'antica strada postale di
troppo breve giro di anni. Bologna che varca il giogo omonimo per scendere a
Rispetto all' opera relativa al bonificamento del Padule di Firenzuola.
Scarlino il Cav. commendatore prenominato mi ha È situata cotesta Terra fra il grado 28° 59' longitudine ed il
trasmesso gentilmente i seguenti appunti. grado 44° lalitudine, 21 miglia toscane a settentrione di
1.° II terreno palustre nel piano di Scarlino nell'anno 1828 Firenze, 11 a ostro di Firenzuola, 3 miglia toscane a
occupava Quadati 2700 settentrione grecale di San Piero a Sieve, quasi 4 miglia
2.° Attualmente sono ridotti a Quadati 1352 toscane a maestrale del Borgo S. Lorenzo, e 8 miglia
E così diminuiti di Quadati 1348 toscane a levante di Barberino di Mugello.
3.° Lo Stagno, o Chiaro del Padule nel 1828 si estendeva L'origine di Scarperia è notissima, poiché, oltre quanto ne
per Quadati 182 scrisse G. Villani nella sua Cronica al Lib. VIII, cap. 86,
4.° Attualmente è ridotto a Quadati 156 esiste tra le membrane dell'Arch. Dipl. Fior., pervenutevi
E così diminuito di Quadati 26 dall’ archivio generale de' contratti, una deliberazione
In guisa che tutto il Padule di Scarlino, compresa la sua della Repubblica Fiorentina presa nel dì 29 aprile 1306,
vasta gronda palustre, oggi occupa (novembre 1843) con la quale il consiglio dei cento, quello delle capitudini
Quadrati 1508. delle XII arti maggiori, il consiglio del capitano del
I quali 1508 Quadrati equivalgono alla superficie quadra popolo e difensore del Comune di Firenze, allora mess.
di miglio quadrato uno e 7/8 di Toscana. Bernardo di Stellato Stellati di Fuligno, ed il consiglio del
Contuttociò l'opera sebbene lunga sarà di certa riescita, potestà, ch'era mess. Bino de'Gabbrielli da Gubbio,
talché i filantropi possono a ragione lusingarsi di vedere approvarono una provvisione de' Priori delle Arti e del
realizzare un' impresa, la quale mercé l'amore ed il buon Gonfaloniere di giustizia di Firenze, la quale stabiliva
volere di un Principe saggio e benefico renderà purgata l'edificazione di due Terre, che una di esse da farsi nel
l’aria infetta di cotesto bacino della Maremma toscana, Mugello, e l'altra di là dalle Alpi fiorentine con le
onde fia per succedere al già nominato malsano Padule esenzioni ivi descritte. Fra i privilegi che si concedevano
una fertile pianura, a pochi squallidi e febbricitanti fuvvi quello di liberare per dieci anni dalle imposizioni
abitatori una sana popolazione permanente, impresa che al ordinarie quegli uomini che vi si recassero ad abitarle con
pari di tante altre consimili coronerà in perpetuo di vera la privativa ai magnati e ad alcune famiglie mugellane di
gloria e di generale riconoscenza il magnanimo potervi fare degli acquisii: e ciò ad oggetto, dice il
LEOPOLDO II che con (anta saviezza e costanza le cure decreto, di reprimere e frenare la superbia degli
sue generose vi rivolse. Ubaldini, o di altri del Mugello e di oltr’ Alpe
ribellatisi dal Comune di Firenze.
Con altra riformagione del 18 luglio di quell'anno i Priori
SCARNA (CANONICA DI) in Val d'Elsa. – Parrocchia delle arti ed il Gonfa loniere di giustizia di Firenze
antica (S. Andrea) già sottoposta alla Pieve a Castello, ordinarono di fabbricare nelle parti del Mugello sotto
riunita sul declinare del secolo XVIII alla cura di S. l'ispezione di mess. Matteo uffìziale del capitano del popolo
Michele a Onci suburbana di Colle, nella Comunità, fiorentino nel luogo denominato la Scarperia una Terra
Giurisdizione, Diocesi e circa tre miglia toscane a di quella forma e grandezza che dello mess. Matteo
scirocco di questa ultima città, Compartimento di Siena. prescriverebbe, la quale doveva appellarsi Costei di S.
Barnaba. a lode e referenza sua, lasciando in acoltà del venire molestati, confortando quelli della Scarperia
nominato Matteo di far costruire i pozzi e le tonti affinché attendessero sempre più animosamente alla
necessarie, di aprire e drizzare le strade ne' luoghi dove gli difesa, che ad ogni bisogno avrebbono ajuto e soccorso
piacerebbe, e d'invitare ad abitare nella nuova Terra gli sollecito dal Comune ». – (M. VILLANI, Cronica Lib. II.
uomini dei paesi che egli stesso avrebbe indicato purché cap. 14 e 15.)
questi appartenessero al vicariato del Mugello. Il quale Poco appresso lo stesso autore aggiunge, «come l'oste
vicariato allora comprendeva i comuni e popoli milanese stando intorno al ca-stel della Scarperia e dando
seguenti: Pulicciano, S. Gio. Maggiore col popolo di S. opera a fare difizii da traboccare nella Terra per rompere
Maria di Cassi, S. Michele di Fibbiano, Comune di mura con gatti ed altri ingegni di legnami per vincerla in
Luco, S. Stefano di Grezano; Comune di Prata e battaglia, i Fiorentini non cessavano dall' altra parte di
Coviniano col popolo di Miralbello, S. Giovanni di assoldare e accogliere genti d'arme e di provvedere abili
Senni, S. Bartolo al Petrone, Comune di Tresanti col capitani per soccorrere il castello assediato. Ma quando i
popolo di Fagna, Comune di Castagnetolo, Comune e conduttori dell' oste seppono che l'arcivescovo Visconti
popolo di S. Croce degli Ubaldini, Comune di aveva tentato inutilmente i Pisani a rompere pace ai
Montaccianico, Comune di S. Agata, Comune di Fiorentini, con tutte le loro forze si rivolsono alla
Villanuova, Comune di Guinizingo, i popoli di S. Scarperia e quella presero a tormentare con percosse di
Clemente a Signano, S. Simone della Rocca, S. Michele grandissimi difizii; talché giorno e notte gettavano nel
al Ferrone, S. Donato a Montecchio, S. Martino a piccolo castello grossissime pietre, le quali rompeano le
Luco, S. Andrea a Cerliano, S. Gasino in Cornocchio, S. case di dentro nonché le mura gettavano a terra; sicché
Lorenzo a Montepoli, S. Benedetto a Mezzalla, S. Maria a agli assediati conveniva fare continua guerra e sollecita
Mercojano e S. Michele a Lornena. – Rogò il decreto ser guardia il dì e la notte, e perciò scrivevano a Firenze che
Filippo del fu ser Dino da S. Maria di Pineta. (Impruneta). sollecitasse il soccorso promesso. I Fiorentini infatti
Tale fu l'origine, tali i popoli che concorsero ad abitare il avevano già preso al loro soldo un 1800 cavalieri, e 3500
nuovo Castel di S. Barnaba, contornandolo di muraglie pedoni de' buoni masnadieri d'Italia, oltre 200 cavalieri
con varie strade parallele ed una piazza centrale con suo mandati dai Senesi, e 600 ch'erano in cammino da
pretorio difeso da fossi e steccati. – Ma la difesa maggiore Perugia . Con tale armata e con numero grande di fanti, i
la fecero i suoi abitanti ed una guarnigione coraggiosa Dieci di Balia nel settembre successivo avevano ordinato
allorché, nell'estate del 1351, le truppe al servizio di che quell'esercito marciasse in Mugello di fronte ai nemici
Giovanni Visconti arcivescovo di Milano col mandate dall' sopra il Borgo S. Lorenzo in luogo detto a San Donnino,
Oleggio penetrarono da Bologna nel Mugello, sicché dove l’ oste era forte per lo sito. Sennonchè i 600
nel giorno 20 di agosto presentaronsi baldanzose davanti cavalieri che si attendevano da Perugia furono assaliti per
alla Scarperia, castello a quell' ora picco lo, e appena via e sconfitti presso l'Olmo, all'egresso della Val di
murato da una parte, e solamente avvallato da un fosso Chiana, dalle genti comandate da Pier Saccone Tarlati
intorno e da uno steccato. – Ma sentiamo le parole di uno alleato del Visconti; dondechè, arrivata a Firenze la
storico allora vivente, quale si era il cronista Matteo notizia di tal perdita, la Signoria levò la speranza
Villani: d'inviare il raccolto esercito al soccorso della Scarperia
«I nemici, dic’egli, vi furono intorno con tanta come era stato ordinato. – Allora l'oste lombarda
moltitudine di cavalieri e di pedoni che copriano tutto il sull'entrata di ottobre, per non partirsi con vergogna
piano, e avendo da ogni parte circondato il piccolo dall'assedio di quel castello, essendo i difizii apparecchiati,
castello, fermi i campi loro, ne domandarono la resa a di buon mattino assalì da più parti la Scarperia portando
coloro che lo guardavano, dicendo, come i Fiorentini non le scale per darvi l’ assalto con gran tempesta di grida.
lo potevano soccorrere, né difendere, e che quando non lo Intanto, soggiunge il Villani, quelli di dentro coperti e
rendessono senza contrasto nel breve termine loro cheti lasciarono che i nemici valicassero il primo fosso ed
assegnato, gli vincerebbono per battaglia e la vita non entrassero nel secondo, nel quale non era acqua, e che
perdonerebbono ad alcuno. – Gli assediati per altro accostassero molte scale alle mura innanzi che gli assaliti
risposono, che volevano tempo a deliberare; e domandato si muovessero. Appena però dato il segno dai comandanti,
quanto termine volevano? gli assediati mandarono al quelli di dentro sollecitamente cominciarono dalle mura a
comandante l'oste del Biscione la risposta seguente: che percuotere sopra i nemici colle pietre, lance e pali,
con loro onore non vedeano che potesse essere meno traboccando legname addosso degli assalitori, e ad onta
tempo di tre anni, e che dopo detto termine intendeano che questi ultimi rinfrescassero spesso l'assalto con gente
prima di morire in sui merli piuttosto che darsi ai nemici. nuova, gli assaliti animosamente si difendevano, talchè i
Fatta così franca ed ardita risposta, i capitani del Visconti nemici per molte riprese dr battaglie non ebbono podere
maravigliati ordinarono sollecita guardia e buona difesa di accostarsi alle mura, né agli steccati ove le mura non
». erano ».
«I nemici cominciarono prima ad assalire il castello della Comandava quella valorosa guarnigione il capitan
Scarperia con grossi badalucchi per tentare i difensori, i generale Jacopo di Fiore connestabile tedesco, uomo leale
quali trovarono solleciti e maestrevolmente preparati alla e valoroso, cui si era unito un'altro valente capitano,
difesa ». Giovanni de'Visdomini di Firenze, il quale veggendo
«Frattanto i Fiorentini attendevano a munire di maggior mancato l'aiuto de' Perugini, e cresciuta baldanza nei
presidio le rocche di Spagnole, di Monte Giovi, il Borgo S. nemici; e sapendo che gli assediati addimandavano
Lorenzo, Pulicciano e altre fortezze del Mugello, onde i sollecito soccorso, egli con grande ardire, presi seco 30
nemici non potessero muovere passo senza pericolo di compagni più esperti d'armi e molto coraggiosi, una notte
con cotesti si mise nel campo de’ nemici, non pensando nazione, i quali nelle battaglie date alla Scarperia poco si
giammai che gente dei Fiorentini s'intromettesse tra loro, erano travagliali, e dissero loro: se a voi desse il cuore di
sicché destramente di là quei valorosi entrarono nella vincere con forza e con ingegno questa Terra, l'onore
Scarperia. sarebbe vostro, e oltre la paga doppia e mese compiuto,
A tal soccorso poco dopo si aggiunse quello d i cento fanti daremmo a cadauno gran doni. I connestabili e i loro
condotti da un altro connestabile, cittadino pur esso di baccellieri si strinsono insieme, e mossi da presuntuosa
Firenze della casa de' Medici, il quale per vie opposte di vanagloria e da avarizia risposono: che dove eglino fossero
notte tempo sano e salvo con 80 de' suoi compagni entrò sicuri di avere oltre le cose promesse il dono di fiorini
nella Scarperia. – (Cron. cit. Cap. 14 e 23). 10,000 d'oro, che nella veniente notte darebbero presa la
Lo storico fino qui rammentato, discorrendo al cap. 30 Scarperia. I capitani promisero tutto; e appena venuta la
del Lib. medesimo della Cronica fiorentina, come la mezza notte armata tutta l’oste chetamente, i Tedeschi che
Scarperia riparasse alla cava de' nemici, non specificò di chi avevano pensato di assalire, fatta elezione di 300 baccellieri
fosse stato il piano per rendere vani gli effetti di un cammino commisono ad essi l'impresa ed il fascio della loro
coperto che i capitani dell'oste con gran costo e con molto intenzione; i quali armati con le scale e con altri arnesi
studio conducevano sotterra ad oggetto d'impadronirsi del bellici senza alcun lume a quella parie più buja della Terra
castello, il citato autore peraltro non tralasciò d'indicare la s'addirizzarono. Allora tutti gli assediati tosto furono
strategica con la quale i capitani fiorentini in quella all'arme, e silenziosi ascondendo i loro lumi attesono
occasione si comportarono, dicendo: in qual modo eglino tanto che le schie re si avvicinassero alle mura e che
ordinarono di dentro intorno alle mura un fosso profondo cominciasse l'assalto, in guisa che coloro i quali si
della larghezza di braccia 4 1/2 in bocca e braccia 3 in appressavano, francamente con la balestre, con le pietre,
fondo, in guisa che scendeva un braccio e mezzo sotto i legnami e pali al pari degli altri che salivano sulle mura,
fondamenti delle mura castellane, acciocché, se queste percossi all' improvviso dagli assediati, traboccarono dalle
cadessono, si trovasse l'aiuto del detto fosso a difesa degli scale nel fosso uno sopra l' altro, per modo che feriti e
assediati, Nel tempo stesso i comandanti della Scarperia magagnati dovettero partire da quell'assalto. Allora l’oste del
provvidono di scavare di là dai fossi per rintracciare la cava Biscione, perduta ogni speranza di avere la Scarperia nel dì
de’ nemici innanzi che questa giungesse alle mura. – 16 ottobre si pose in marcia verso Bologna, e ogni soldato
Frattanto gli avversarj adoperando grandi forze per ritrarre gli ridussesi al di là dell' Alpe nel terreno degli Ubaldini loro
assediati da quel lavoro condussero in castello di legname in amici ». – (Oper. cit. Lib. II, cap. 32 e33.).
sul primo fosso così presso che con le pietre combattevano Questa lezione per altro invece di comprimere servì piuttosto
quelli che erano tra un fosso e l’ altro alla guardia de' loro ad irritare le furie dell’ arcivescovo di Milano, il quale
cavatori: in guisa che costà si riunì il maggior minerò degli nell’anno successivo (1352) ordinò sopra i Milanesi un'
assedianti. Ma i difensori del fosso aiutali da 200 balestrieri imposizione di 500,000 fiorini d'oro; in guisa che la
destinati a difenderli, combattendo contro l’ oste dalle Repubblica Fiorentina temendo nuova visita ostile, fece
mura, sostennero due giorni molto francamente l’ assalto non prontamente afforzare il castello di S, Barnaba. – Infatti
permettendo che fosse impedito il lavorio ai loro guastatori; i non erano scorsi ancora tre mesi, che l'oste lombarda unita
quali scavando con grande sollecitudine in poco tempo si alle genti degli Ubaldini e di altri suoi amici tentò di levarsi
erano avanzati presso alla cava de' nemici che era già alle l'onta cercando ad ogni modo di prendere la Scarperia, tanto
80 braccia e sole 20 braccia distante dalle mura, e quella più che pochi dì innanzi i soldati che la guardavano avevano
tosto affogarono e guastarono, cacciandone i cavatori». fatto mischia coi terrazzani, onde era nata tra loro sconfidenza
«Frattanto il capitano lombardo (ivi cap. 31) radunato un grandissima.
consiglio di guerra, vedendosi venire addosso il verno senza La notte che fu ordinata cotest' impresa scesono dall'Alpe nel
aver vinto il castello, mentre lo strame mancava, ed il piano di Mugello 2500 fanti e quattro bandiere di cavalleria
consiglio considerando che partili di là sarebbero con loro comandate dagli Ubaldini, delle quali forze, chetamente
vergogna, decise di tentare da capo la fortuna, e due giorni guidate dalla parte della pieve di S. Agata, 250 de’ più
appresso, ad un'ora medesima innanzi che si facesse giorno, arditi soldati a dì 17 gennaio del 1352 (stile comune)
si diede principio alla battaglia con gli arnesi proprj alla entrarono senza esser sentiti nella Scarperia. E in quella
scalata. – I difensori per altro che avevano preso maggiore notte, soggiunge il Villani, non vi erano dentro il castello tra
ardire per gli assalti di già respinti, al segno dato dai loro forestieri e terrazzani che 500 uomini d'arme. Intanto che
comandanti con tanto impeto cominciarono a caricare di quelli di dentro vennero in chiaro che la piazza di Scarperia
pietre, di pali aguti e di legname i loro assalitori, che per era piena di nemici, questi gridando alla morte, alla morte,
forzi li ributtarono addietro, sicché l’oste dopo lunga fatica e in tanta oscurità si ferirono fra di loro, sicché nel primo
non piccolo flagello di sue genti, senza aver fatto alcun asfalto, innanzi che fosse dato il segno convenuto ai soldati
acquisto, suono a ritirata, con la perdita delle torri e di altri di fuori, quelli entrati e ammassati in sulla piazza vennero
difizii da guerra». facilmente rotti. – (Oper. cit. Lib. II. cap. 55.)
Essendo ai capitani del Biscione mancata la speranza di La Scarperia per pochi anni continuò a chiamarsi Castel di
vincer con la forza la Scarperia, vollono tentare V ultimo S. Barnaba, poiché presto se gli aggiunse, e finalmente le
rimedio con danari e larghi premj, per dire coll'Ariosto:– restò il solo nome antico. Ciò è dimostrato da più alti
(Orlando furioso Canto XV, St. 1.) notariali, uno de' quali sotto lì 8 agosto dell'anno 1338 fu
Fu il vincer sempre mai laudabil cosa, rogato nel castel di S. Barnaba di Mugello, che si chiama
Vincasi o per fortuna o per ingegno. Scarperia. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Bigallo).
»Che però sul declinare del giorno stesso essi invitarono tutti All'anno 1 3 6 1 , 6 marzo (stile comune) accadde un fatto di
i connestabili tedeschi con i più pigri cavalieri di quella un padre e di un figlio nativi del borgo di S. Agata presso la
Scarperia, che noi, all’Articolo AGATA (S.) AL Compagnia di S. Maria di Piana alla Scarperia, nella
CORNOCCHIO, fedelmente trascrivemmo dal capitolo 32 del quale si rammenta cotest' oratorio sotto l’ aspetto di
Lib. X della Cronica di Matteo Villani a dimostrazione di ospedale, posto nella piatta del Mercato. Eccone il sunto: «
smisurato amore di padre e figliuolo Gerì del fu Jacopo della Collina abitante nel Castel di S.
All’ Articolo poi FIRENZUOLA (Vol. II pag. 288) fu Barnaba della Scarperia in Mugello promette pagare
rammentato, come, nell' anno stesso 1 3 6 1 , verme aperta la dentro tre anni futuri al prete Canterino pievano di Fagna, il
strada del Giogo di Scarperia, quella stessa che per quattro quale riceve a nome dello spedale della SS. Vergine,
secoli si chiamò postale Bolognese; la qual via fu ordinala fabbricato nel Mercatale del suddetto Castel di S.
dalla Repubblica Fiorentina ad oggetto di scansare quella Barnaba, lire 25 di fiorini piccoli per la spesa, per letti
più antica che passava dal monte dì Castel Guerrino e che di ed altre cose utili allo spedale medesimo. – Rogato nel
là discendeva nel Santerno al Borgo Cornocchiaja in mezzo Castel di S Barnaba ».
ai possessi degli Ubaldini. – (MATT. VILLANI, Cronic. Rammentano altresì cotesto Castel di S. Barnaba le
Lib. X. cap. 57.) membrane seguenti; una del 13 gennajo del 1308 (stile
Infatti tanto a Firenzuola come a Scarperia era la posta de' comune) relativa ad una sentenza pronunziata dal capitano
muli destinati a trasportare i passeggeri in lettiga, e costì in del Castel di S. Barnaba di Mugello contro un abitante
Scarperia nel 29 gennajo del 1452 venne incontrato ed della villa di Santa Croce nel piviere di Fagna contenente
onorato l’ Imperatore Federigo III d’ Austria da una gran la condanna di rilasciare un casolare con terre annesse posto
parte della nobiltà fiorentina, mentre nel dì seguente il santo nel Castello predetto, che fu al medesimo affittato a
arcivescovo Antonino con i suoi canonici e più di ottanta condizione di dovere fabbricare sopra, quel terreno un
nobili e cavalieri da Firenze gli uscirono incontro infino casamento, il qual casolare e sue adiacenze con decreto del dì
all’ Uccellatojo (il vertice del poggio sull'antica strada fra 30 dello stesso mese ed anno d'ordine del capitano
Montorsoli e Cercina). – (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XXIII.) medesimo fu consegnato in perpetuo ad un abitanti di
Fino allora e per altri 90 anni dopo Scarperia non fu soggetta Malfriano alle condizioni di sopra espresse, Fatto, dice il
a grandi disavventure umane, né divine; ma una grandissima decreto nel Castello di S. Barnaba.
di quest' ultimo genere le avvenne appunto nel solstizio di La seconda membrana contiene un atto del 21 aprile del
giugno dell' anno 1542 per un orribile terremoto che fece 1308, per mezzo del quale la Comunità del Castello di S.
danni notabilissimi per tutto il Mugello, ma special mente Barnaba di Mugello concede in fìtto a persona dello
nella Scarperia, dove sembra che fosse il centro di quel stesso luogo uno stioro di terra posto fuori della Porta
flagello, in guisa che, scuotendo fuor di maniera, mandò a Bolognese per l'annuo canone di lire tre di fiorini. La terza
terra gran parte del paese, dove rovinarono ad un tratto quasi membrana riferisce ad un istrumento del 31 dicembre
tutte le case con la chiesa parrocchiale di S. Simone, e più 1320 nel quale non si rammenta il Castel di S. Barnab, ma
di 150 persone restarono morte sotto le rovine, essendo assai sivvero la Scarperia, dove quell’ istrumento fu rogato.
maggiore il numero di feriti e di stroppiati, senza calcolare il Trattavasi della vendita ad un tale del Castel di Scarperia
copiosissimo bestiame domestico che vi perì, il tremore per il prezzo di lire 90 e soldi io di diversi pezzi di terra
della terra continuò sebbene meno spaventevole e rovinoso posti nel popolo di S. Michele da Ferroneo in luogo detto il
per lo spazio di 40 giorni. – Aggiunge Giorgio Agricola, Ferrane. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Comp. di S.
scrittore contemporaneo, qualmente presso Scarperia pei Maria a Scarperia ).
terre moti del 1542 emerse dalle viscere della terra un Frattanto le scritture del 13 e 30 gennajo del 1308 qui sopra
fiumicello che puzzava di zolfo e che pochi giorni appresso citate dimostrano che fino dalla prima fondazione fu stabilito
si seccò affatto. – Un simile fenomeno ai tempi nostri si sentì in Scarperia un capitano con giurisdizione equivalente a
accaduto nel regno di Murcia in Spagna per causa di forti quella de’ vicarii regii che sottentrarono in seguito alla
terremoti ivi accaduti negli anni 1828 e 29; ed un terremoto Scarpina. Il qual vicariato al tempo del governo Mediceo
mollo sensibile per il Mugello e per la valle superiore del abbracciava otto potesterie, cioè, 1.° di Campi; 2.° di Sesto
Bisenzio e dell’Ombrone pistojese si è per tre volte e Fiesole; 3.° di Carmignano; 4° di Barberino di
rinnovato nell' ottobre del cadente anno 1843. Mugello; 5.° di Scarperia; 6.° del Borgo S. Lorenzo; 7.°
Fra le chiese rovinate nel 1542 nel dis tretto della Scarperia si di Picchio; 8.° di Dicomano.
rammenta l’ antica parrocchiale di S. Simone nella cura della Se non ignorasi l'epoca della soppressione del convento di S.
quale vi era il convento dì Frati Agostiniani con la chiesa Barnaba degli Agostiniani Romitani in Scarperia, la quale
di S. Barnaba, nome che come dissi fu dato in origine al accadde nel 1808, ignorasi da me quella della sua prima
paese di Scarperia, per quanto il Brocchi credesse quel fondazione, la quale per altro, come ho già detto, non deve
convento quella chiesa esistessero prima del castello di precedere quella dell’ origine del Castel di S. Barnaba,
Scarperia. onde resta infirmata l' opinione che quella chiesa dasse il suo
La compagnia della Madonna di Piazza, soggiungeva il nome al paese. – Cotesto tempio peraltro essendo più grande
Brocchi, fu insituita nel 27 luglio del 1327 da uno dei frati dell'antica parrocchiale di Scarperia, il rettore che fu eletto nel
del convento di S. Barnaba allora esistente in Scarperia. 1812, Gio. Maria Pupilli, per compenso procurò ed ottenne
Lasciano però dubitare di coteste due fondazioni, primo, le la permuta della chiesa antica in questa di S. Barnaba dove
parole del decreto della Repubblica Fiorentina del 18 luglio furono trasportate coi titoli le attribuzioni della sua
1306, col quale si ordinò di fabbricare nel Mugello in luogo prepositura. Alla quale parrocchia di Scarperia fino dal
appellato la Scarperia un castello da doverlo chiamare secolo XVI fu riunita la chiesa rovinata di S. Simone alla
Castri di S. Barnaba ad sui laudem et reverentiam, Rocca (probabilmente la prima chiesa parrocchiale della
mentre l’ altra prova è fornita da una carta del 15 marzo Scarperia), sicché nel giorno festivo dell’ Apostolo S.
1320 (stile fior., o. 1321 stile comune) appartenuta alla Simone si è conservato l’ uso di fare costì una fiera.
Era compresa nel popolo del Ferrone, aggregato a questo di costì entrambi i territorj scendono nel torrente Bagnone
Scarperia, la grandiosa villa signorile del Palagio de’ mediante il medesimo camminano contr'acqua, da primo
marchesi Biffi Tolomei, già de' Castellani. – Vedere nella direzione di grecale poscia di settentrione finché dopo
PALAGIO DI SCARPERIA. – Per egual modo fu riunito al tre miglia toscane circa di via lo lasciano a levante per salire
popolo della pieve di S. Agata quello di S. Pietro del lungo de' termini artificiali sino alla cima dell' Appennino
distrutto castello di Monte Accianico, ora villa Amerighi; il denominata Monte Alfuzzo. Costassù cessa con la Val di
qual castello sorse nella fine del secolo XIII per opera dal Sieve la Comunità del Borgo S. Lorenzo, mentre sulla
Card. Ottaviano Ubaldini e poco dopo (1306) fu assediato, schiena dell'Appennino che acquapende nella Valle di
preso e atterralo dai Fiorentini che vollero acquistare Santerno il territorio settentrionale di Scarperia ha di fronte
pienis sima proprietà anche del suolo pagandone la vistosa quello meridionale della Comunità di Firenzuola, col quale
somma di 15600 fiorini d'oro a diversi proprietarj di casa entrambi voltando direzione da settentrione a ponente
Ubaldini, come da istrumento del 17 e 22 ottobre 1306 s'incamminano verso il collo del Giogo dove trapassano
apparisce. – (ARCH. DELLE RlFORMAG. DI FIR.) l'antica via postale di Bologna ora rotabile, già mulattiera e di
Allora la Signoria di Fi renze decretò che per conto là, innoltrandosi a maestrale per le sommità dei poggi di
alcuno non si erigesse fabbrica di sorta veruna sul Fonte Fredda e del Fondo, arrivano di conserva sulla cima
poggio dove fu il castello di Monte Accianico. – del monte di Castel Guerrino. Costà dirigendosi a ponente e
(ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR. – Vedere poscia di nuovo a maestrale passano per la strada pedonale che
ACCIANICO (MONTE). dalla pieve di S. Agata varca l'Appennino di Castel Guerrino
I fondamenti a doppio giro di mura ivi rimasti con le vestigia per scendere al Borgo Cornacchiaja sopra il Santerno, quin di
della chiesa di S. Pietro sono attualmente compresi nella scorrendo la sommità del poggio di Scherzatoja rasentano l'
tenuta della nobile casa Amerighi di Firenze. Osteria bruciata, dove restano le tracce dell'antica
Non dirò della celebre villa di S. Croce nel distretto di strada bolo gnese, passata la quale trovano i poggi di
Scarperia, piviere di Faglia, che fu con magnificenza essa Spazzavento e del Cigno, finché al Prato al Conte
pure fondala dal Card. Ottaviano Ubaldini, adesso villa e cessa il territorio della Comunità di Firenzuola e
oratorio della casa Guidacci; solo avviserò che la villa dì S. viene a confine dal lato di ponente maestrale quello
Croce nel piviere di Faglia, non è da confondersi con la della Comunità di Barberino di Mugello. Con quest'
pariocchia tuttora esistente di S. Lorenzo alle Croci, la ultima la mostra scen de nella Val di Sieve
quale spetta al piviere di S. Gavino Adunali presso Monte dirimpetto a maestrale per circa un miglio toscano
Girelli. finché trova il torrente S o rcella, col quale i due
territori continuano di conserva nella direzione di
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI ostro fino pres so la confluenza del borro delle
SCARPERIA a quattro epoche diverse, divisa per Prunaje. – Costì il territorio comunitativo di
famiglie. Scarperia voltando faccia da ponente a levante
poscia a scirocco si dirige insieme con l'altro per
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti termini artificiali verso il torrente Tavajano che
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; attraversa alla confluenza del botro delle Casucce
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 163; mercé cui fronteggiano le due Comu nità per breve
totale della popolazione 978. tragitto e poi trapassano per incamminarsi
ANNO 1745: Impuberi maschi 180; femmine 116; adulti mediante termini artificiali sul borro della Collina,
maschi 180, femmine 289; coniugati dei due sessi 284; là dove passano la si rada comunitativa pedonale
ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 189; che va a S. Agata, finché mediante il detto borro
totale della popolazione 1066. arrivano in quello dell’Anguidola, e p o co dop o
ANNO 1833: Impuberi maschi 223; femmine 228; adulti sulla s t r a d a d e l l a S e l v a .
maschi 251, femmine 255; coniugati dei due sessi 574; Ivi sottentra a confine il territorio comunitativo di
ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 311; San Pier a Sieve col quale il nostro cambiando
totale della popolazione 1518. direzione da scirocco a levante percorre per breve
ANNO 1840: Impuberi maschi 265; femmine 237; adulti tragitto la strada predetta; poscia voltando faccia
maschi 284, femmine 278; coniugati dei due sessi 505; entrambi rimontano nel cammino di settentrione la
ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 327; strada di Gabbiano che presto lasciano a ponente
totale della popolazione 1576. per dirigersi a levante sulla Piaccia e di là nel
borro Rimo loso, col quale ritornano più sotto nella
Comunità di Scarperia. – Il territorio di questa comunità via stessa di Gabbiano per entrare nel detto torrente
abbraccia 23353 quadrati dei quali 507 sono presi da corsi Levisano, e con isso scendere nella strada maestra
di acqua e da pubbliche strade. che da S. Pier a Sieve conduce a Scarperia. Di lì
Nel 1833 v i s i trovavano 5056 persone, a proporzione di lungo il torrente predetto camminando verso ostro
circa 156 abitanti per ogni milgio quadrati di suolo libeccio dopo circa mezzo miglio entrano in Sieve;
imponibile. quindi mediante cotesto fiume il nostro territorio
Il territorio comunitativo di Scarperia confina con quello di confina per q u a s i u n miglio toscano con quello di
altre 4 Comunità. – Dal lato di levante fronteggia con la S. Pier a Sie ve che ha dirimpetto a libeccio e
Comunità del Borgo S. Lorenzo, a partire dalla confluenza in poscia a ostro fino alla confluenza del botro delle
Sieve del botro detto le Morticine, quale rimontano fra la Morti cine dove sottentra il territorio della
strada rotabile che da Scarperia guida a S. Gio. Maggiore. Di Co munità del Borgo S. Lorenzo, da primo
dirimpetto a levante, poscia di fronte a ost r o alcuni cenni sulla conservazione de’boschi di querce d'
scirocco mediante la strada provinciale e quella alto fusto nel Mugello ed altrove e sul modo di trarre
detta de' Cappuccini. tutta la rendita di che sono capaci.
I maggiori corsi d'acqua che lambiscono i confini, Nella Terra di Scarperia da lungo tempo esiste l'arte de'
o che passano per il territorio di questa Comunità, coltellinai e di altri fabbricanti di arnesi campestri di
sono il torrente Bagnone a levante, il Tavajone a ferro, de' quali generi soglionsi fornire i mercati e le fiere
ponente, il Cornocchio nel centro e il fiume Sieve a in molti paesi del Granducato.
ostro, nell'ultimo dei quali tutti i torrenti suddetti Nel giorno di venerdì ha luogo in Scarperia un mercato
si vuotano. settimanale, la cui istituzione è antica quanto quella del
Fra le montuosità dell’ Appennino che chiudono paese. Inoltre vi si tengono due fiere annuali, una nel 24
dirimpetto a sett. il territorio comunitativo di giugno, l'altra nei giorni 28 e 29 ottobre, in
Scarperia, una sola fu misurata dal P. Inghirami, ed commemorazione forse della sua antica chiesa titolare.
è quella di C a st el Guerrino, trovata 191 a braccia Nel secolo passato venne alla luce in Scarperia (si
superiore al livello del mare Mediterraneo. aggiunga) il celebre poeta Clasio, al secolo Ab. Fiacchi, e
Molte strade rotabili passano per il terri torio in dopo di lui il giureconsulto e abile politico Antonio
discorso, oltre l'antica postale mu lattiera per Moggi di San Gimignano nel tempo che il di lui padre vi
Bologna, resa ora rotabile dal le Comunità di era stabilito con la famiglia medico condotto della
Firenzuola e di Scarperia t a n t o ne l l a s a l i t a c o m e Comunità. – Cotesta Com. mantiene costantemente un
n e l l a d i s c e s a d e l l ’ Appennino. E provinciale la medico, un chirurgo e due maestri di scuola. È fondato
strada detta del Mugello, che passa il fiume a San in Scarperia un ricco Monte pio, situato nel palazzo
Piero a Sieve per costeggiare la sua la ripa sinistra, pretorio, dove risiede il vicario regio che estende la
la quale dopo attraversata la parte meri dionale del giurisdizione criminale anche sulle potesterie di
territorio comunitativo di Scarpe ria si dirige sotto il Barberino di Mugello e del Borgo S. Lorenzo. – Vi si
Borgo S. Lorenzo per Vicchio a Dicomano. Staccasi trova pure una cancelleria comunitativa, la quale
da questa la Strada comunitativa rotabile, che per abbraccia, oltre questa di Scarperia, le Comunità di San
Fagna guida a Scarperia, dal cui capoluogo partono Pier a Sieve e di Vaglia. – L'ingegnere di Circondario e
alcuni altri tronchi di strade rotabili per S. Agata, l'uffizio di esazione del Registro si trovano al Borgo S.
per Senni, ecc. Lorenzo; la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale
Rispetto ai terreni che cuoprono il territorio di di Prima istanza sono in Firenze.
questa Comunità, la loro qualità si riduce per la
massima parte a un grès an tico in strati alternanti QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di
con lo schisto marnoso e più di rado con la calcarea SCARPERIA a quattro epoche diverse.
compatta. Alla base però volta a libeccio
dell'Appennino di Castel Guerrino, fra Monte Poli e - nome del luogo: Corliano, titolo della chiesa: S. Andrea
la villa di Erbaja, continuando per Monte Carelli, di (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
mezzo al macigno (gres antico ) trovatisi qua e là 1551 n° 132, abitanti anno 1745 n° 304, abitanti anno
rocce ofiolitiche di gabbro e di ser pentino state già 1833 n° 530, abitanti anno 1840 n° 560
indicate agli Articolo AGATA (S.) AL - nome del luogo: Cornocchio con Montaccianico e
CORNOCCHIO, APPENNINO TOSCANO ED Ascianello, titolo della chiesa: S. Agata (Pieve), diocesi
ERBAJA. cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 458,
All’ incontro il suolo della gibbosa valle intorno a abitanti anno 1745 n° 529, abitanti anno 1833 n° 827,
Scarperia è profondamente coperto da un terreno di abitanti anno 1840 n° 791
trasporto misto di ciottoli e di ghiaje trascinatevi - nome del luogo: Cornocchio, titolo della chiesa: S.
dal superiore Appennino. Gavino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti
In quanto alle produzioni agrarie il territorio di anno 1551 n° 249, abitanti anno 1745 n° 224, abitanti
questa Comu nità dai pie’ dell'Appennino sino al anno 1833 n° 224, abitanti anno 1840 n° 198
fiume Sieve può assomigliarsi ad un giardino - nome del luogo: Fagna, titolo della chiesa: S. Maria
piuttosto che a una campagna coltivata a poderi. (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
Avvegnaché se si considerano le annose querci che 1551 n° 387, abitanti anno 1745 n° 371, abitanti anno
fiancheggiano le pubbliche strade, la squisitezza e 1833 n° 457, abitanti anno 1840 n° 442
copia dei frutti e dell e piante di peschi, meli, - nome del luogo: Lamena, titolo della chiesa: S. Michele
gelsi, olivi, e susini che lo rivestono, le fre quenti (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
ville signorili che ad ogni tiro d'arco sono ivi 1551 n° 97, abitanti anno 1745 n° 132, abitanti anno 1833
sparse, non si può fare a meno di dire, che la Val di n° 187, abitanti anno 1840 n° 191
Sieve è il paradiso ter restre della Toscana. - nome del luogo: Marcojano e Mezzalla, titolo della
All'incontro coperti d i b o s ch i d i c e r r i e d i chiesa: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
q u e r c i o l i s o n o i fianchi meridionali dell'Appennino abitanti anno 1551 n° 197, abitanti anno 1745 n° 239,
dal Giog o di Scarperia sino al monte di Fò, e di abitanti anno 1833 n° 427, abitanti anno 1840 n° 358
là scendendo nella valle per le vaste tenu te del - nome del luogo: Montepoli, titolo della chiesa: S.
Palagio, Farina, Erbaja , e c c . Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti
Già un possidente agronomo lesse nella sezione di anno 1551 n° 188, abitanti anno 1745 n° 162, abitanti
Agronomia alla Terza Riunione degli Scienziati Italiani anno 1833 n° 197, abitanti anno 1840 n° 231
- nome del luogo: Petrone (*), titolo della chiesa: S. sopra le Moje nuove. Nella qual Casa Nuova prope Iscleto
Bartolommeo (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, possedeva un podere Pietro vescovo di Volterra, che per
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 144, istrumento del 23 ottobre (ERRATA: dell’anno 872)
abitanti anno 1833 n° 231, abitanti anno 1840 n° 240 dell’anno 974 assegnò in dote con altri suoi beni al
- nome del luogo: SCARPERIA con l’annesso del capitolo della cattedrale volterrana. – (MURAT. Ant.
Ferrone, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Filippo Med. Aevi T. I.)
(Prepositura), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti Era forse quella sorte in Scleto che l'Imperatore Arrigo I,
anno 1551 n° 978, abitanti anno 1745 n° 1066, abitanti con diploma del 1014, dato nella villa di Fasiano presso
anno 1833 n° 1518, abitanti anno 1840 n° 1576 Pisa, confermò con altre possessioni ai canonici di
- nome del luogo: Senni (*), titolo della chiesa: S. Volterra. – (GIACHI, Ricerche sullo Stato di Volterra.)
Giovanni Battista (Prioria), diocesi cui appartiene:
Firenze, abitanti anno 1551 n° 189, abitanti anno 1745 n°
259, abitanti anno 1833 n° 338, abitanti anno 1840 n° 360 SCHIANTACAPPA nella Valle Tiberina. – Castello
- nome del luogo: Signano, titolo della chiesa: S. perduto che fu nel distretto di Simigliano, fra la Comunità
Clemente (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, di Pieve S. Stefano e quella del Borgo Sansepolcro,
abitanti anno 1551 n° 65, abitanti anno 1745 n° 33, Giurisdizione e Diocesi medesima, Compartimento di
abitanti anno 1833 n° 120, abitanti anno 1840 n° 121 Arezzo.
Il Castello di Schiantacappa fu uno dei paesi dei conti di
- Totale abitanti anno 1551: n° 2940 Montedoglio, di Caprese, ecc. che unitamente ad altre
- Totale abitanti anno 1745: n° 3463 ville del distretto della Badia TedaIda, per atto del 31
- Totale abitanti anno 1833: n° 5056 agosto 1385, si sottomise al dominio fiorentino. Nell'anno
- Totale abitanti anno 1840: n° 5068 1522 cotesto castelluccio fu venduto dai conti di
Montedoglio alla Comu nità del Borgo San Sepolcro.
N.B. Nell’ultima epoca uscivano fuori di questa Vedere MONTEDOGLIO.
Comunità dalle due parrocchie segnate con l’asterisco
(*)
SCHIAPPA, o STIAPPA in Valle Ariana. – Vedere
- anno 1840: abitanti n° 47 STIAPPA DI VILLA BASILICA.
SCIANO, o ASCIANO in Val d'Elsa. – Vedere ASCIANO SCOJANO, o SCUJANO in Val Tiberina. – Casale con
in Val d'Elsa. chiesa parrocchiale (S. Donato) nel piviere della Sovara,
Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia toscane a ostro
scirocco di Anghiari, Diocesi di Sansepolcro, già di
SCIANO, o ASCIANO nella Valle dell’Ombrone senese. – Arezzo, Compartimento aretino.
Vedere ASCIANO in Val d'Ombrone. Risiede alla base delle colline che stendonsi fino alla ripa
destra della fiumana Sovara fra la strada regia d’Urbania
o dell'Adriatico e la Terra d'Anghiari.
SCIANO, o SEANO in Val d'Ombrone Pistojese. – La parrocchia di S. Donato a Scojano nel 1833
Vedere SEANO. comprendeva 124 popolani.
SCIO– Vedere SEJO nel Pistojese. SCOLA (ISOLOTTO DI) sull' ingresso del Golfo
Lunense, o della Spezia. – Vedere ISOLA, DI PALMARIA.
SCORCETOLI in Val di Magra. – Villaggio con chiesa SCORNELLO in Val di Cecina. – Villa de' nobili
parrocchiale (S. Andrea) nella Comunità e circa 3 miglia Inghirami di Volterra nella parrocchia di S. Leopoldo
toscane a settentrione maestrale di Caprio, alle Moje, Comunità Giurisdizione Diocesi e circa
Giurisdizione di Pontremoli, Diocesi medesima, già di miglia toscane 7 a scirocco di Volterra, Compartimento
Luni Sarzana, Compartimento di Pisa. di Firenze.
Risiede in monte lungo il fosso Orzanella che costà sotto il La villa di Scornello risiede sopra un poggio cretoso
fianco occidentale del Monte Orsajo serve di limite fra la spars o di filoni tortuosi di solfato di calcio (gesso) sotto ai
Comunità di Caprio e quella di Pontremoli. quali approfondando il terreno scaturisce l'acqua salata
La parrocchia di S. Andrea a Scorcetoli comprende anche delle Moje volterrane, come in simil modo da
le ville di Ponticello e di Monteluccio. lunghissima età la forniscono i sottostanti poggi delle
Essa nel 1833 contava 465 abitanti. Moje di S. Giovanni presso l'antica chiesa parrocchiale
di S. Lorenzo alle Moje vecchie. – Vedere MOJE DI
VOLTERRA.
SCORGIANO, o SCORCIANO in Val d' Elsa. – Villaggio Una delle carte del Comunità di Volterra del (ERRATA:
con chiesa plebana (SS. Flora e Lucilia) altre volte detta a 23 luglio 1228) 23 luglio 1298 tratta della vendita di
Scorciano di Val di Strove, un dì rettoria sotto la Pieve a tutte le terre che gli ospitalieri dell' Altopascio
Castello. È situata presso il confine di tre Comunità, di possedevano a Scornello come patrimonio dello Spedaletto
Colle, cioè, di Casole e di Monte Riggioni, nell’ ultima sotto Agnano in Val d'Era.
delle quali innanzi il 1835 la detta chiesa era compresa, ora Ma la villa di Scornello è anche più famigerata per i famosi
nella Comunità Giurisdizione e 6 miglia toscane a levante Scaritti etruschi ivi dissepolti dal giovane Curzio
di Casole, Diocesi di Colle, già di Volterra, Inghirami.
Compartimento di Siena.
Risiede alla base occidentale del Monte Maggio sulla ripa
destra del fosso Tana, presso la strada maestra che da SCORNIO (VILLONE e GORA DI) nella Valle
Siena per la Montagnuola guida a Colle. dell'Ombrone pistojese. – All’Articolo GORA DI
Nel Villaggio di Scorgiano ebbero signoria i nobili di SCORNIO, O DI BRANA fu discorso dell’andamento ed
Staggia e Strove; ed è rammentato in un istrumento del uso di cotesta Gora, ed all’ Articolo PORTA AL
13 settembre 1331 e s istente fra le carte degli Agostiniani BORGO DI PISTOJA si parlò del VILLONE DI SCORNIO
di Siena, v enute nell’Arch. Dipl. Fior. di Niccolo Puccini, cavaliere di molto spirito e di ottima
Più tardi il Villaggio di Scorgiano insieme con indole fornito, atto a invitare con sempre nuovi premj e
Montagutolo del Bosco, la Pieve a Castello ed altre lavori i suoi concittadini al progresso agricola e industriale.
possessioni, fu eretto in feudo con titolo di contea dal
Granduca Ferdinando II, dal quale, mediante diploma dell'
11 maggio 1667, fu concesso al cavalier Giovanni del fu SCORNO nel Val d'Arno pisano. – Contrada che ha fornito
Firmano Bichi di Siena da passare dopo la sua morte al il titolo a due chiese (S. Stefano a Scorno minore, e S.
Card. Antonio Bichi di lui fratello, e dipoi ad uno dei Martino a Scorno maggiore) nel pievanato di S. Lorenzo
figli, eredi e successori del Cav. Rutilio Bichi da alle Corti Comunità e circa 3 miglia a ponente di Cascina,
nominarsi dai primi due infeudati, Cav. Giovanni e Card. Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e Compartimento di
Antonio, previa l' approvazione sovrana, finché alla morte Pisa.
del conte Francesco di Firmano Bichi, accaduta lì 7 Che la contrada di Scorno si estendesse fra le Corti e
settembre del 1737, il feudo di Scorgiano ritornò alla Cascina, e che sino dal secolo X dasse il nome ad un casale
corona granducale. di quest'ultima piviere, lo dichiara un contratto enfiteutico
A Scorgiano però gli eredi Borghesi Bichi di Siena del 12 aprile, anno 970, pubblicato dal Muratori (Ant. Med.
conservano una tenuta con il palazzo incominciato dal Aevi. T. III), col quale istrumento Alberico vescovo di Pisa
Card. Antonio Bichi, ed una cappella con buone pitture affittò a due nobili fratelli la metà delle rendite e tributi che
del Cav. Nasini, oltre una B. V. colorita dal Pacchiarono. al pievano di Cascina dovevano gli abitanti delle ville di quel
Anche l'erezione di questa cappella fu fatta a spese, dello piviere, fra le quali è designata una villa di Scorno. –
Vedere CASCINA. di Colle Pintioli, e tale appellossi non solo nel decreto di
Rispetto all'antica famiglia pisana dei signori da Scorno la confinazione dal Capitanato nuovo di Livorno, ma dal
storia rammenta molti individui, diversi de’ quali si Colle Pintioli prese il nome un vico presso la pieve
firmarono nel 1288 al trattato di pace fra i Pisani ed i predetta. Ciò me lo fa credere un istrumento del 28 agosto
Genovesi. Gli storici fecero anche menzione di un 909, pubblicato dal Muratori fra quelli dell’ Arch. Arciv.
Bartolommeo da Scorno ricco cittadino che figurò nel Pis., nel quale si tratta di una permuta di beni della mensa di
principio del 1400, e di un Coda da Scorno di lui Pisa posti a Orciano nel Colle detto Casale Pintioli.
coetaneo. La pieve di Scotriano fu soppressa nel 1575, quando i
Scorno costituiva un comunello del contado pisano, e come suoi beni vennero assegnati al seminario della Primaziale
tale è segnalato in alcune carte del secolo XIII fra quelle di Pisa. – Fu d'allora in poi il popolo di Scotriano
delle monache di S. Silvestro di Pisa, mentre la villa di raccomandato al parroco di Orciano, la cui chiesa divenne,
Scorno e la sua cappella di S. Stefano sono ricordate nel come dissi, pieve battesimale. – Vedere ORCIANO, E
1254 in una membrana appartenuta al Monastero di S. Croce COLLE PINZUTO. Nel luogo dove fu la Pieve vecchia di
alla foce d'Arno, entramb e riunite nell’Arch. Dipl. Fior. – Scotriano Antonio Chiocchini di Livorno, possessore di una
Vedere CORTI (S. LORENZO ALLE). fattoria in quella collina, sul declinare del secolo XVIII
fabbricò una villa con oratorio annesso, sulla porta del quale
leggesi: Pieve di S. Giovanni a Scutriano riedificata da
SCOTRIANO, o SCUTRIANO (PIEVE VECCHIA DI) fra la Antonio Chiocchini Vanno 1767.
Val di Tora e la Val di Fine, già detta la Pievaccia di Colle
Pinzato, o Pincioli, nella Comunità e circa un miglia
toscane a maestrale, di Orciano, Giurisdizione di SCROFIANO nella Val di Chiana. – Terra murata con
Rosignano, Diocesi e Compartimento di Pisa. sovrastante rocca e chiesa plebana, prepositura collegiata (S.
Gli avanzi della Pieve vecchia di Scotriano, da lungo Biagio) nella Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia
tempo profanata, si trovano a pie del Colle Pinzuti sulla toscane a maestrale di Asinalunga, Diocesi di Pienza, una
destra della strada che da Gragnoli porta ad Orciano presso volta di Arezzo, Compartimento aretino.
la via Emilia, o Maremmana, che passa un tiro d'arco al suo Risiede in costa sul fianco settentrionale del monte di Colle-
ponente, fra le sorgenti del torrente Morra, tributario della Alto, alle di cui falde orientali giace la Terra di Asinalunga,
fiumana Tora, e quelle del Salvalano che dal lato opposto in mezzo però a ben coltivati vigneti e oliveti disposti a
s'incammina a vuotarsi nel fiumicello Fine. ripiani, donde si gode di una pittorica visuale sopra la Val di
La situazione della Pieve vecchia di Scotriano è designata Chiana.
sull’ estremo confine giurisdizionale di Livorno conosciuto In Scrofiano per decreto del consiglio generale del Comune di
un dì sotto il titolo di Capitanato nuovo. – Vedere Siena nel 1271 fu deliberato doversi tenere un potestà
LIVORNO, Comunità. minore o giusdicente civile, che nel principio del 1400 ebbe
Fra le memorie più vetuste relative al Casale e Pieve di il titolo di vicario di prima classe. Di un secolo più antico
Scotriano il Muratori nel T. III delle sue Antiq. M. Aevi era un convento di Frati Serviti, la di cui chiesa fu dedicata
pubblicò una membrana dell' Arch. Arciv. Pis. del 13 a S. Niccolo, soppresso nel secolo passato. Dallo statuto
novembre 1017, nella quale si tratta di un' enfiteusi di beni parziale di Scrofiano esistente nell'Arch. delle Riformagioni
appartenenti alla mensa arcivescovile pisana situati in varj di Siena, che fu riformato nel 1536, si rileva che allora
luoghi del Piano di Porto, ed anche nel piviere di S. Maria e esisteva costà uno spedale sotto l'invocazione di S. Salvatore.
S. Gio. Battista a Scotriano, compresavi la sesta parte dei – Inoltre vi sono prescritte le feste di S. Biagio, come
tributi soliti pagarsi dagli abitanti della Villa di Scotriano e patro no della Terra, quelle di S. Giovanni e di S. Quirico,
di altri vici e castelli dello stesso pievanato. T ultima delle quali fu instituita dagli Scrofianesi per essersi
Il paese di Scotriano faceva comunità ed è rammentato in valorosamente difesi nell'anno 1432 dall'esercito fiorentino
due carte pisane del 27 e 39. giugno 1340 relative alla capitanato da Piccola da Tolentino.
vendita di due pezzi di terra fatta da un lai Donnuccio del fu In Scrofiano è aperta una buona fornace di vetri, e quivi ha
Gherardo del Comune dì Scotriano delle Colline superiori. luogo una fiera annuale nel giorno 26 di luglio. – Vedere
– Actum (dice l’ ultimo istrumento) in Comuni Scotriani ASINALUNGA La pieve di S. Biagio a Scrofiano, della
sub porticu Puecioni quondam Nuoti de Comuni quale nel 1832 trovai preposto un sacerdote centenario, nel
Lorensane anno 1340, Indici. VII, tertio Kal. Julii. – 1833 contava 791 abitanti
(ARCH. ARCIV. PIS.)
Il territorio della pieve S. Gio. Battista e S. Maria a
Scotriano comprendeva, oltre quello della chiesa SCOVO fra la Val di Pesa e la Val di Greve. – Casale
sottomatrice, altre otto succursali, siccome apparisce dal perduto di cui conservasi qualche memoria fra le membrane
catalogo del 1371 pubblicato dal P. Mattei; cioè, 1. la chiesa del secolo XII appartenute alla Badia di Coltibuono.
parrocchiale di Orciano, cui fu aggregato il soppresso
popolo di Scotriano; 2. S. Lucia a Luciana; 3. S.
Cristofano a Lorenzana, 4. SS. Giusto e Biagio a Saletta SCUOLA DI MARRADI nella Valle del La mone in Romagna.
(soppressa) 5. S. Marino a Pagliana (idem), 6. S. – Vedere MARRADI, Comunita.
Pietro a Paglianella (cura che fu riunita con la precedente
alla parrocchia seguente), 7. S. Regolo a Santo Regolo, 8.
S. Lorenzo in Auli, o in Aula (ignota). SCUOLA (PIEVE A). – Vedere PIEVE A SCOLA in Val
La pieve di Scotriano designossi eziandio coll' indicazione d'Elsa.
nella qualità di priore della medesima unitamente a due
suoi canonici (cappellani), previa licenza di Ermanno
SCUTRIANO. – Vedere SGOTRIANO (PIEVE DI). vescovo di Pistoja, con atto del 13 febbrajo dell'anno
1 3 1 1 , nominò altri due canonici, o cappellani, per la
chiesa prioria di Seano nella persona di Zarino e in
SEANO DI CORTONA nella Val Tiberina. – Casale con quella di Francesco, entrambi figli di Vanni de'Luzzeri,
chiesa parrocchiale (S. Lucia) cui fu rono annessi i popoli di fratelli suoi.
S. Pietro a Seano e di S. Maria Maddalena al Bagnolo, nella Con altro istrumento, rogato in Pistoja nel 23 ottobre
Comunità Giurisdizione Diocesi e circa 8 miglia 1313, lo stesso Rustichello di Vanni de'Lazzeri priore
toscane a grecale di Cortona, Compartimento di Arezzo. della canonica e chiesa di S. Pietro di Seano, o Seano,
Risiede in monte nel vallone del torrente Seano, fra la eh. Diocesi Pist., volendo assentarsi dalla sua chiesa per
di S. Lucia, ch’è sulla ripa sinistra, e l'altra di S. Pietro a attendere allo studio delle lettere, costituì in suoi
Seano, ch' era alla destra del torr. predetto, il quale costà rappresentanti il di lui padre Vanni ed i due fratelli suoi
serve di confine fra il Granducato e lo Stato Pontificio. Zarino e Francesco, con piena facoltà di eleggere canonici,
In una chiesa di Seano, dedicata a S. Martino, nel 1117 fu conversi e familiari in servizio di detta parrocchia.
dettato un istrumento in favore degli Eremiti Camaldolensi Realmente Vanni padre del priore Rustichello a dì 12
di S. Savino in Val di Chio da un March. Ranieri figlio di febbrajo del 1319, stando nella torre della pieve di Seano,
altro March. Ranieri de’ signori e marchesi del Monte S. distretto di Carmignano dettò al notaio Giandolfino del fu
Maria, di Pierle, di Petrella, ecc. Tuscio il suo ultimo testamento.
Nella cura di S. Lucia a Seano è compresa la villa del In quell'anno stesso 1319 Zarino o Lazzerino, uno de'
Bagnolo dopo essere stata soppressa la sua chiesa fratelli, del priore Rustichello, erasi recato in Avignone,
parrocchiale di S. Maria Maddalena detta al Bagnolo. poiché di là per rogito del 4 settembre di detto anno
La parrocchia di S. Lucia a Seano nel 1833 noverava 266 costituì in suoi procuratori i due fratelli, il priore
abitanti. Rustichello e Francesco. – Porta la data d'Aix in
Provenza una lettera scritta lì 16 novembre 1320 dal re
Roberto di Sicilia al Pontefice Giovanni XXII, cui
SEANO DI SOVIGLIANA nel vallone della Cascina in Val esponeva, che avendo saputo come, atteso l’ ordine della
d’Era. – Vedere SOVIGLIANA (PIEVE DI). giustizia, il vescovo Ermanno di Pistoja era per meritarsi la
privazione di quel vescovado, perciò gli raccomandava
Rustichello priore di S. Pietro a Seano, acciò in caso di
SEANO DI TIZZANA, talvolta SEJANO nella Valle vacanza volesse promuoverlo a quella dignità. Mai se
dell'Ombrone pistojese. – Casale torrito con antichissima Rustichello non ebbe la sede vescovile della sua patria,
chiesa prioria (S. Pietro) (ERRATA : nella Comunità e egli insisteva per avere no canonicato in quella cattedrale;
appena un miglio toscano a levante scirocco di Tizzana, il quale poi dopo qualche anno fu a lui conferito in virtù
Giurisdizione di Carmignano) nella Comunità e di lettere del Pontefice Giovanni XXII senza peraltro che
Giurisdizione di Carmignano, da cui dista circa due miglia egli lasciasse la doviziosa prioria diS. Pietro a Seano. Il
toscane a settentrione, Diocesi di Pistoja, Compartimento qual vero risulta da un breve del Card. Giovanni del
di Firenze. titolo di S. Teodoro, dato in Toscanella lì 30 settembre
Cotesta chiesa è posta sopra un risalto di poggio alla base del 1329, dove si dichiara, che Rustichello di Vanni de'
settentrionale del monte di Carmignano in mezzo a colline Lazzeri di Pistoja priore di Seano e chierico di S.
deliziose coperte di vigneti e di oliveti, contornata da ville Martino in Campo, costituito solamente negli ordini
signorili, sulla ripa sinistra del torrente Turba, lungo la strada minori, aveva ottenuto un canonicato con prebenda nella
maestra che da Carmignano scende nella regia pistojese alla cattedrale di Pistoja, vacato per morte del canonico
Catena di Tizzana. Infrangipane suddiacono, ma che il detto Rustichello a
Della chiesa, corte e villa di Seano, o Sejano s’ incontrano forma delle costituzioni di quel capitolo non poteva
ricordi nel diploma del 16 giugno 996 concesso da Ottone entrarne al possesso se prima egli non si fosse costituito
III a Giovanni Vescovo di Pistoja, confermato ai suoi almeno nell'ordine in cui era il canonico antecessore. Per
successori dall'Imperatore Federigo I e dalle bolle pontificie la qual cosa il Card. Legato con quel breve commetteva
di Urbano e Pasquale II, di Onorio III ec. Ma ciò che fa le sue veci al vescovo di Firenze Francesco, per dare al
sorpresa è che la chiesa di Seano in quei diplomi e bolle priore Rustichello l'ordine del sud diaconato. – (Carte
è distinta con il titolo di pieve. Sotto cotesta ultima cit.)
qualità la chiesa parrocchiale S. Pietro a Seano fu Sennonché cotesto priore avendo omesso di pagare
parimente segnalata in un istrumento del 12 febbrajo l'imposizione dovuta alla S. Sede, fu in quell'anno
1 3 1 6 scritto nella torre della pieve di Seano, distretto di stesso dal Card. Legato scomunicato. Ciò è chiarito da un
Carmignano. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del istrumento stipulato in Carmignano lì 15 dicembre del
Vescovato e dell'Opera di S. Jacopo di Pistoja.) 1329, col quale Rustichello priore della chiesa di S.
Varie altre pergamene di quest' ultima provenienza, Pietro a Seano, Diocesi Pist., costituì in suoi procuratori
spettanti al secolo XIV riferiscono a questa ricca eh. di Duccio pievano di Montecuccoli e Francesco di Vanni de’
Seano, allora benefizio degl' individui della potente Lazzeri chierico di S. Maria di Buonistallo per ricevere da
fa miglia Lazzeri di Pistoja di lei patrona. Baronto vescovo di Pistoja l'assoluzione dalle censure
Infatti dal 1311fino al 1 3 4 7 un Rustichello de’ Lazzeri si fulminategli, siccome tre giorni dopo fu (assoluto. Allora il
godette i frutti della chiesa di S. Pietro a Seano, poiché egli cardinal di S. Teodoro con lettere del 28 marzo 1330,
date nel palazzo vescovile di Firenze, incaricò Mons. SECCIONE, o SACCIONE nel Val d'Arno Aretino. –
Francesco vescovo fiorentino di ordinare all'arciprete e Vedere AGATA (S.) A SACCIONE.
capitolo di Pistoja di dare il possesso a Rustichello
de'Lazzeri del canonicato ottenuto dal Pontefice Giovanni
XXII nella cattedrale pistojese e della sua prebenda SECI, o SIECI nel Val d' Arno sopra Firenze. – Vedere
respettiva. Con due istrumenti poi del 19 giugno e 23 SIECI.
ottobre del 1335, rogati in Pistoja, il priore canonico
Rustichello fece acquisto di varj effetti con casa posta in
Pistoja nella cappella di S. Giovanni in Corte, nel tempo SEGALARI DELLA GHERARDESCA (Segalariurn)
che i suoi fratelli Zanno e Francesco compravano terreni nella Maremma pisana. – Castellare dove ebbero signoria
situati nel piviere di Quarrata ed al Poggio a Cajano. i conti della Gherardesca nel popolo di S. Lorenzo a
Anche nel 22 maggio del 1338 lo stesso Rustichello Castagneto, Comunità della Gherardesca, Giurisdizione di
priore di S. Pietro a Seano pagò al camarlingo del Montescudajo, Diocesi di Massa Marittima,
Comune di Pistoja la gabella di due parti di una Compartimento di Pisa.
peschiera, mentre nel 5 gennajo 1341 e di nuovo nel 12 Il castellare di Segalari, ridotto agli avanzi di una rocca,
dicembre anno 1342 lo stesso priore, abitando in Seano, risiede sopra il risalto di una collina fra la vetta del
acquistò in compra un podere situato nel territorio di monte che propagasi verso levante dal Poggio al Pruno e
Tizzana. la Terra di Castagneto, situata quasi un miglio a
Finalmente il priore Rustichello de'Lazzeri comparisce in scirocco delle rovine di Segalari.
un atto del 21 settembre 1346, rogato in Seano, relativo Le notizie storiche del Castello di Segalari de' conti della
alla colla zione della chiesa di S. Biagio a Casale (di Prato), Gherardesca risalgono al principio del secolo XI, poiché,
della quale eh. essendo uno de’ patroni il prenominato sebbene il C. Gherardo nell'atto di fondazione della Badia
Rustichello di Vanni concorse per diritto alla nomina e di S. Maria posta nel suo castel di Serena presso
investitura del nuovo rettore di quella chiesa. Chiusdino (anno 1004) non facesse menzione di questo
Fu rogato pure in Seano un altro istrumento del 16 agosto luogo, è certo per altro che i suoi successori donarono
1347, col quale il priore Rustichello predetto diede in alla Badia medesima de' beni situati nella corte di
socio a Baldo di Buoso certi bestiami. Cotesto atto mi Segalari. Lo dimostra una scritta di permuta di latifondi
sembra l' ultima memoria del priore Rustichello, mentre fatta nel 22 gennaio del 1158 ira l'arcivescovo di Pisa e
nel 17 dicembre del 1348 fu data una sentenza in l'abbate del Monastero di Serena, in cui sono nominati
Pistoja a favore dei fratelli GianCarlo e Bartolommeo i beni che quella Badia possedeva nei confini del Rio
figli del fu Zarino di Vanni de' Lazzeri come eredi, Gualdo, che scorre (dice il documento) fra Castagneto e
diceva la sentenza, del fu priore Rustichello loro zio. – Segalari. Arroge che uno de' conti della Gherardesca, il
(ARCH. DIPL. FIOR., Carte dell’ Opera di S. Jacopo di conte Tedice di Segalari, nel 23 luglio del 1194 (stile
Pistoja.) pisano) fu testimone ad un giudicato dato in Pisa nella
In seguito la prioria di S. Pietro a Seano fu sottoposta alla chiesa di S. Sepolcro di Chitisica. – Vedere SETTIMO nel
pieve di Tizzana. – Essa nel 1833 contava 1222 abitanti. Val d'Arno pisano.
Resta a sapere chi fosse stato il padre del suddetto conte
Tedice, cioè, se egli nacque da un C. Ugo rammentato
SEBASTIANO (S.) A PIUVICA. – Vedere PIUVICA nella all'anno 1161, e se fu quel C. Tedice che negli anni
Valle dell’Ombrone pistojese. 1186, 1192 e 1199 era potestà di Pisa; o seppure era
Cotesto richiamo valga per tutti i luoghi che hanno per figlio di quel conte Tedice, la di cui moglie contessa
parrocchiale una chiesa dedicata a S. Sebastiano, o ai Preziosa nel 1174 essendo rimasta vedova di lui, stando in
SS. Fabiano e Sebastiano. Pisa, nell'ottobre di detto anno insieme con due figli, CC.
Tedice e Ugolino, e con altri due nipoti CC. Uguccione ed
Ugolino fratelli e figli del fu C. Tancredi di Donoratico,
SECCIANO IN VAL DI MARINA nel Val d'Arno sotto donarono allo spedale di Stagno due moggi di terreno. –
Firenze. – Casale con eh. parr. (S. Stefano) e l'annesso di (loc. cit., Carte del Mon. di S. Lorenzo alla Rivolta di
S. Michele a Cupi nel piviere di Carraja, Comunità e Pisa.)
circa miglia toscane 5 a settentrione di Cadenzano, Figlio bensì del C. Tedice di Segalari comparisce un conte
Giurisdizione di Campi, Diocesi e Compartimento di Alberto che incontriamo in Cascina nell'agosto del 1215,
Firenze. quello stesso che fu eletto dal magistrato civico di
Risiede in poggio sulla destra della fiumana Marina e Volterra in suo podestà, come apparisce da un atto del 2
della strada militare di Barberino di Mugello, lungo il aprile 1226 scritto nei confini territoriali del C a s t e l l o . d i
fosso denominato esso pure di Secciano. S e g a l a r i ; e forse era lo stesso C. Alberto di Segalari che nel
La parrocchia di S. Stefano a Secciano nel 1833 noverava 1 2 2 5 venne chiamato per la seconda volta a Volterra ad
234 abitanti. esercitarvi l' uffizio di potestà. – (ARCH. DIPL. FIOR , Carte
degli Olive tani di Pisa, e della Comunità di Volterra. –
CECINA, Notizie stor. di Volterra.)
SECCIANO, o SEGGIANO DI VAL CAVA nella Val di Dal suddetto conte Alberto na cque un C. Guelfo di Segalari
Sieve. – Vedere VAL CAVA (S. CRESCI IN). eletto nel 28 agosto 1305 in procuratore dai conti
Ildebrandino No vello ed Enrico degli Aldobrandeschi di
Santa Fiora ad oggetto di vendere al Comu ne di Volterra,
siccome avvenne nel 15 novembre dello stesso anno per il occidentale del Monte Amiata lungo il torrente Vivo, presso
prezzo di lire 2400 pisane, il dominio utile e diretto delle alla confluenza del fosso Vetra, quasi sull'orlo sin dove arriva
s aline di Montegemoli. – ( Carte della Com. di Volterra, la regione trachitica del Mont’ A miata, in mezzo a selve di
loc. cit.) grandiosi castagni.
Molto prima peraltro di quest' ultima epo ca una delle Una delle memorie più vetuste a me note di questo luogo la
membrane inedite dell’ Arch. A r c h , d i P i s a d e l 7 f e b b r a j o fornirebbe un atto del 21 agosto 858, esistente fra le
1 1 3 7 r i s g u a r da un atto scritto nella canonica della pergamene della B adia di S. Salvadore sul Montamiata,
Primaziale, col quale i fratelli Ugerio e Rolan do figli del fu attualmente nell’Arch. Dipl. Fior., nel quale si tratta di case
Lamberto di Segalari dona rono alla mensa arcivescovile di e terreni posti nel castel di Seggiano allivellati da
Pisa nelle mani dell'Arciv. Uberto la quinta parte del castello e quell'abbate.
distretto di Segalari. Il qual rogito fu firmato da otto consoli Anche un atto pubblico del marzo 1 0 1 7 , verte intorno la
della città di Pisa e da varj testimoni. Lo rogò Ugo causarum vendita fatta dal suo pos sessore alla Badia Amiatina di 24
patronus et Apostolice Sedis Notarius. pertiche di terra vignata, della misura di 12 piedi per pertica
Fa parte del prezioso Arch. della stessa Primaziale di Pisa del piede del re Liutprando, per i l p r e z z o d i 2 0 s o l d i .
(Arch. cit.) una carta del 29 novembre 1 3 1 6 , in cui si fa Della provenienza medesima è un lodo del 15 marzo 1202
menzione di donna Tedda figlia del fu conte Guelfo di promosso da una lite insorta tra il Comune di Seano presso
Segalari e moglie di Guelfo Buzzaccherino de’ Sismondi di Acquapendente, e quello di Potentino, nella qual lite
Pisa, all'occasione che essa alienò un predio situato nel avevano preso parte gli uomini di Seg giano. – V e d e r e
piviere di S. Lorenzo alle Corti, stato di già comprato dal C. P O T E N T I N O.
Bonifazio conte di Donoratico, e s ignore della sesta parte del Nel secolo XII cotesto paese si distingueva in vecchio e
regno di Cagliari. nuovo, siccome tale è quali ficato da un istrumento del 15
Contemporaneamente al C. Guelfo di Segalari viveva un gennajo 1160, nel quale si tratta della cessione che fecero gli
Bonaccorso conte pur' esso di Segalari e figlio del fu C. eredi dei fondatori della chiesa di S. Maria a Seggiano
Galgano di Tan credi, stato erede per la quarta parte di un C . vecchio in mano di Ru stico priore di detta chiesa ai
Ugolino suo fratello. – ( loc. cit., Carte del Mon. di S. Camaldolensi del Vivo dei loro diritti su quella chiesa. –
Lorenzo alla Rivolta.) (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Monastero di S. Mustiola
Infine i conti di Segalari tal volta si appel larono conti di all’Arch. in Siena ),
Donoratico, e tale altra conti di Castagneto. Ma la branca de' Già all’Articolo NOCETO, o NOCETA SUL MONTE A M I A T A
conti di Seg alari della Gherardesca si estinse Verso la metà del si disse, che la chiesa, di S. Flora esistita a Noceta nel distretto
secolo XV in una femm ina, don na Bartolommea figlia del C. di Seggiano apparteneva ai monaci di S. Benedetto del Vivo,
Gucc:o di Ca stagneto, la quale avendo portalo in dote al dai quali passò ai Camaldolensi di S. Mustiola a Siena, ed ivi
marito Guglielmo da Ceuli la contea di Segalari i suoi si citò un istru mento del 29 settembre 1 1 7 5 fatto nel
discendenti sottentrarono nel titolo ancora (sebbene dal Monastero del Vivo relativo all' assegnazione de' confini dei
governo fiorenti no fosse loro controverso) di conti di beni che appartenevano a l l a eh. di S. Fiora a Noceta, o a
S e g alari. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIRENZE). Noceto.
Attualmente il poggio di Sega lari è di proprietà particolare di La chiesa parrocchiale di Seggiano vec chio, c o m e c c h é fosse
un tale possidente di Castagneto che ha ridotto quei dintorni dedicata a S. Barto lommeo al pari dell’ attuale di Seggiano
ad una ridente collina piantata a vigne ed ulivi, piante che nuovo, non è più l’ antica.
fanno corona al le deserte mura del diroccato castellare. – Nel 1216 con bolla concistoriale del 20 dicembre Onorio III
Vedere C A STAGNETO DELLA GHERARDESCA. ad imitazione di altri Pon tefici antecessori, confermò alla
Badia di S. Antimo varie chiese, fra le qua li anche questa di S.
Bartolommeo a Seggano. – (Arch. privato di casa Borgliesi
SEGALARI nel Val d’Arno superiore, al t r i m e n t i a p p e l l a t o Bichi di Siena),
Castel Palareto. – Questo luogo perduto era nel piviere di Cotesta parrocchia comprende, come dis si dentro il suo
S. Vito a Scergnano, Comunità Giurisdizione e circa tre perimetro due cappellanie; la prima di esse, sotto il titolo di S.
miglia toscane a ponente di Figline, Diocesi di Resole, Bernardino al Colombajo, è posta più in basso un b u o n
Compartimento di Firenze. miglio toscano a maestrale di Seggiano, fra il Vivo e il
Esso è rammentato fino dal secolo X in una membrana della torrente Ente, nel luogo dove fu un antico convento di Frati
Badia di Coltibuono, ora nell’ Arch. Dipl. Fior. Conventuali, abbandonato nel 1782 per minacciente rovi n a ,
sicché provvisoriamente il curato di quella chiesa recossi ad
uffiziare in altro oratorio. L' altra cappellania curata sotto l’
SEGALARI DI SOVIGLIANA nel vallone della Cascina di invocazione e vocabolo di S. Giuseppe al la Pescina, è situata
Val d'Era. – Vedere SOVIGLIANA (PIEVE DI). più in alto nel la re gione trachitica della Montagna alquanto al
di sotto de' faggi che coronano la gran cupola del
Mont'Amiata.
SEGGIANO nella Val d'Orcia. – Villaggio composto di due Nel circondario della prepositura a breve distanza dalla Terra
borgate, Seggiano vecchio e nuovo , con una chiesa di Seggiano esiste una bella chiesa sotto l’ invocazione della
prepositura e pieve (S. Bartolommeo), cui sono annesse due M adonna della Carità fabbricata nel secolo XVI, e la villa
cappellanie curate nella Comunità Giurisdizione e circa migli a di Potentino con estesa fat toria del Marchese del Monte S.
tosvane 4 a settentrione di Castel del Piano, Diocesi di Maria. – Vedere POTENTINO.
Montalcino, già di Chiusi, Compartimento di Siena. Seggiano nell' ultimo assedio di Siena diede un capitano in
Trovasi sopra il risalto di un poggio che forma parte del fianco quel Bernardino da
Seggiano che dedicossi alla difesa di quella città. – ( A R C H .
S T O R . I T A L . V o l . I I .)
La parrocchia prepositura di Seggiano nel 1833 c o n t a v a 1 8 6 8 SELVA DOMINICA, o DOMINICALE A RIPOLI DEL
abitanti. VESCOVO. – Vedere RIPOLI in Val di Pesa.
S E G G I O D I B A R G A nella Valle del Serchio. – Cotesta SELVA MAGGIO (CONVENTO DI S. ANTONIO A)–
contrada che diede il vocabolo ad una chiesa forse Vedere ANTONIO (S.) IN BOSCO.
p a r r o c c h i a l e (S . A n d r e a d e S e g gio) spettava alla Pieve di
Loppia, la quale nello stesso piviere designata trovasi anche
nel catalogo del le chiese del la Diocesi di Lucca d e l l ' a n n o SELVA LUNGA nel Val d' Arno pisano. – Contrada ch'
1260. – Vedere LOPPIA. ebbe chiesa parrocchiale (S. Ilario) da lungo tempo
riunita alla cura di S. Lorenzo a Pagnatico nel piviere di
S. Casciano a Settimo, Comunità e circa due miglia
S E G R O M I G N O , O S U B G R O MINIO DELLE PIZZORNE toscane a ponente di Cascina, Giuridizione di Pontedera,
nella Valle orientale di Lucca. – Vedere SUBGROMINIO Diocesi e Compartimento di Pisa– Vedere (ILARIO (S.)
(PIEVE DI) IN SELVA LONGA, cui si può aggiungere, che nella
contrada di Selva Longa esiste tuttora la borgata di
Lojano rammentata fino dal secolo X. nelle carte dell’
S E J A N O DI TIZZANA. – Vedere. S E A N O. Arch. Arciv, Pis. pubblicate dal Muratori.
S E J O , o SCIO ( VICO DI ) nella Valle del l' Ombrone SELVA LECCETANA, O SELVA DEL LAGO. – Vedere
pistojese. – Vico perduto, noto bensì per alcune carte pistojesi LECCETO (EREMO E CONVENTO DI).
pubblicate dal P. Zaccaria nei suoi A n e c d o t a; delle q u a l i
u n a d e l 2 n o v e m b r e 9 4 4 , c o n t i e n e un atto col quale il C.
Teudicio figlio di altro C. Teudicio fece donazione di 12 SELVA PERUGINA in Val Tiberina. – Vedere SELVA
poderi alla cattedrale di Pistoja, qualificandosi in quell'atto (MADONNA DELLA)
s i g n o r e d e l V i c o S e j o r u m , o S c i o r u m , posto presso Pistoja.
Anche un diploma dell' Imperatore Ottone III d e l l ' a n n o 9 9 7
a favore de' vescovi di Pi stoja, confermato nel 1155 da SELVA PIANA, o SELVAPIANA di SATURNANA nella
Federigo I, rammenta una corte in Sejo, ch'era di pe rt i n e n z a Valle dell'Ombrone pistojese. – Vedere SATURNANA.
della mensa vescovile, diversa da altra corte che la stessa
mensa possedeva in S e j a n o , o S c i a n o , p r e s s o T i z z a n a .
SELVA PIANA DELLA ROMAGNA nella Valle del Savio.
– Castello con rocca abbandonata ed una chiesa
SELLENA (BAGNI DI ) O DI CHIANCIANO in Val di Chiana. parrocchiale (S. Quirico) nella Comunità Giurisdizione e
– Vedere CHIANCIANO, Comunità, e B A G N I D I S E L L E N A. circa 7 miglia toscane a grecale di Bagno, Diocesi di
Sansepolcro, già della Badia Nullius di Bagno,
Compartimento di Firenze.
SELCE (VIA DELLA) sotto Fojano in Val di Chiana. – V e d e r e Risiede nel fianco di un poggio presso la ripa destra del
V I A C A S S I A. fiume Savio dirimpetto al Casale di Sajaccio che trovasi
alla sua sinistra, là dove le acque del Savio passano per una
stretta gola, sull’ ingresso della quale pochi anni addietro,
SELCE, o SILCIA (VIA) nella Maremma Grossetana e sotto essendo dilaniato nel letto del fiume il sovrastante terreno,
Massa Lunense. – Vedere VIA AURELIA NUOVA, e EMILIA le sue acque ingorgando costituirono costà un lago.
DI SCAURO. In questo Castello di Selva Piana sembra che per qualche
tempo avessero qualche signoria gli abbati del Monastero
del Trivio, comecché la sua chiesa dipendesse da quelli
S E L V A , e S E L V E. – A molti luoghi, ville, e castelli della del Monastero di S. Maria di Bagno, alla cui giurisdizione
Toscana, quantunque non siano pi ù come una volta coperti spirituale cotesta parrocchia venne tolta sul declinare del
di boschi, è rimasto il nome generico di SELVA, o S E L V E, secolo XVIII.
siccome restò lo specifico ai Castella, Villaggi, vici o casali Infatti nel 1278 i figli di Ranieri da Corneto, imo dei
di C a s t a g n e t o , C a n neto, Frassineto, Ischeto, Suvereto, quali era il fa moso Uguccione della Faggiuola, avendo
Pineta, Lecceta, Querceto, Scopeto, ecc. fatto delle spese per interesse degli abbati e monaci del
T a l e s a r e b b e la Selva nel Monte Calvo presso la Terra di Trivio durante la guardia stata loro affidata del Castello
Santa Fiora, la Selva di Buonconvento, la Selva di di Selva Piana, per contralto del 31 dicembre di detto
Monticiano e di Prata, la villa della Selva sopra la Lastra anno rogato nella chiesa de Castello di Corneto, fu
a Signa, e quella anche più celebre de'Sal viati, poi Borghesi convenuto che gli abbati del Trivio pagassero ai detti
presso il castellare di M a l m a n t i l e , n e l p o p o l o d i S. Pietro signori della Faggiola lire 900 fra spese e salario. –
alla Selva; le Selve o la Selva del Casentino della Vedere CORNETO DELLA FAGGIUOLA.
parrocchia di S. Jacopo a Tartiglia, ec. ec. La parrocchia di S. Quirico a Selva Piana nel 1833
contava 662 abitanti. con cura amministrata dai PP. dell' Osservanza del
convento della SS. Trinità a Monte Calvo nella Comunità
e due 4 miglia toscane a scirocco di Santa Fiora,
SELVA (CASTEL DELLA). – Vedere CASTELLO Giurisdizione di Arcidosso, Diocesi di Soana,
DELLA SELVA fra la Valle dell’ Elsa e quella della Merse. Compartimento di Grosseto. – Vedere SANTA FIORA,
Comunità,
La parrocchia di S. Stefano alla Selva nel 1833 noverava
SELVA (CERRETO A). – Vedere CERRETO A 476 abitanti.
SELVA in Val di Merse.
SERRE (MONTE DELLE) fra il tallone della Farma e la SESTA DI ELCI in Val di Cecina. – Piccolo Casale ora
Valle inferiore della Merse, lungo la strada regia senese fattoria nella parrocchia di S. Lorenzo a Montalbano,
prima di scendere nel tonfane dei Bagni di Petriolo, e di la Comunità e circa mig lia toscane 4 a maestrale d'Elci,
risalire un' altra Serra, appellata il monte dei Lecci. – Giurisdizione di Casole, Diocesi di Volterra,
Vedere PETRIOLO. Compartimento di Siena.
Risiede in costa lungo un fosso tributario destro del
torrente Pavone.
SESSANO, o SENZANO nella Valle del Lamone. – Sesta con Montalbano ed altri luoghetti vicini nel 16
Vedere SENSANO, o SENZANO. ottobre del 1222 dal C. Ranieri di Travlae furono
smembrati dalla contea d'Elci e raccomandati al Comune
di Siena; la quale accomandigia fu rinnovata lì 2
SESSIANO, alias SESTANO (S. RESTITUTA IN) nella settembre 1316 dai conti Guglielmo e Gaddo della stessa
Val d'Orcia. – Vedere RESTITUTA (PIEVE DI S.) e prosapia de' Pannocchieschi. Più tardi Sosta e Montalbano
Villa Tolli. passarono in potere di Cione de' Malavolti finché cotesti
luoghi furono venduti, o furono ereditati, con titolo di
signoria dalla famiglia Marescotti di Siena.
SESTA (VILLA A) nel Chianti superiore presso le
sorgenti dell’Ombrone senese. – Villa con sovrastante
castellare denominato Sestaccia, una volta Ceta Mura, o SESTA nel Val d'Arno casentinese. – A cotesto luogo
Civita Mura , con chiesa parrocchiale (S. Maria a Sesta), appella fra gli altri un diploma dell' 11 gennajo 1001
nel piviere di S. Felice in Pincis, Comunità Giurisdizione concesso dall' Imperatore Ottone III negli ultimi giorni di
e circa 6 miglia toscane a settentrione di Castel Nuovo sua vita alla Badia di Prataglia, alla quale confermò anche
della Berardenga, Diocesi di Arezzo, Compartimento di il manso o podere di Sesta donatogli dal March. Ugo. –
Siena. (PUCCINELLI, Cron. della Badia Fior.) – Forse a questo
La Villa a Sesta trovasi sulla strada provinciale del Val d' stesso luogo di Sesta, o Sesto, ne richiama un placito
Arno superiore fra S. Gusmè e la pieve di S. Felice in tenuto in Arezzo nel 1079 davanti al vescovo Costantino e
Pincis, poco al di sotto delle sorgenti del fiume Ombrone, al C. Ugo, col quale fu aggiudicata alla Badia di S. Flora
mentre nelle spalle meridionali del poggio di Sesta nasce d'Arezzo la terza parte della corte di Sesta donatagli da
il torrente Malena tributario dell’ Arbia. certo Ranieri del fu Fuscerio. – (MURAT. Antiq. M. Aevi
Era questa Villa posseduta dai conti della Berardenga fino T. III.)
almeno dal secolo IX, mentre nell'anno 882 il suo reddito
fu assegnato alla badia di S. Salvatore di Campi, ossia
della Berardenga. – Nel principio del secolo XIV nella SESTACCIA nel Chianti alto. – Vedere SESTA (VILLA
Villa a Sesta risedeva un giudice minore, che un secolo A).
dopo fu riunito al nitore di S. Gusmè. – Intorno a quel
temp o la chiesa di S. Maria a Sesta abbracciava anche il
distretto di Sestaccia, o di Ceta Mura, della Repubblica SESTAJONE (PONTE A). – Vedere CUTIGLIANO,
senese teneva un castellano con due fanti. Comunità.
Ora la Villa a Sesta è aumentata di abitazioni con buone
coltivazioni intorno ed una chiesa nuova dedicata a S.
Caterina. – Sestaccia, o Ceta Mura, all'incontro è una SESTANO DELLA BERARDENGA nella Valle
dell’Ombrone senese. – Casale con chiesa parrocchiale
(S. Bartolommeo) filiale della pieve a Pacina, nella possiede, come sono le iscrizioni, statue, urne, vasi ed
Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane uno a altre reliquie, rose tutte che non lasciano dubbia di avere
scirocco di Castelnuovo della Berardenga, Diocesi di questo paese appartenuto al territorio Umbro; sia per
Arezzo, Compartimento di Siena. l'espressioni di Plinio il vecchio che appellò questo
Risiede in valle sulla ripa destra del fiume Ombrone popolo dell'Umbria Oppidani Sentinates. – (HIST.
lungo la strada rotabile detta dei Gallesi, un miglia NATUR. Lib. III. Cap. 14.)
toscane circa a libeccio dell'antico monastero della Infatti che Sestino facesse parte della regione di Sestino
Berardenga. spettante alla tribù Lemonia non ne lascia dubbio la
Anche questa villa fu signoria de' conti della Scialenga e famosi battaglia data nel 544 U. C. (avanti G. C. 208) ai
della Berardenga, cui apparteneva uno di quei nobili che Galli nel contado sentinate, per quanto aggiunga T. Livio,
nel 1023 assegnò al monastero predetto varie case che alterato ne già stato da molti il racconto. La qual
masserizie, fra le quali una situata nel casale di Sestano. vittoria meritò al console Q. Fabio Massimo gli onori del
Che costà fino dal secolo Vili vi fosse un' oratorio, ossia trionfo, e grandi premii ai soldati delle legioni che in
basilica, dedicato a S. Simpliciano, lo palesò uno de’preti quella ebbero parte. – (T. LIVII, Decad. Lib. X.)
esaminati nell'anno 715 rispetto alle pievi controverse dal Ma comecché dai monumenti dissepolti in Sestino vi sia
vescovo di Siena a quello di Arezzo dichiarandosi ivi, che luogo a credere che ai tempi romani fossero costà terme,
sebbene la basilica di S. Simpliciano a Sestano fosse stata templi, collegii ecc. ecc., comecché nell'altare maggiore
dedicata verso l’ anno 680 da Vitaliano vescovo di Siena, della sua eh. arcipretura fosse stata posta per mensa una
lo stesso prete però era stato consacrato dal diocesano di base marmorea, sulla quale al tempo dell’ Imperatore
Arezzo, dal quale dipendeva la pieve a Pacina con tutte le Graziano fu collocata una statua allusiva al genio di
chiese e oratorj compresi in quel piviere. quella curia, o municipio, contuttociò la storia di Sestino
Anche un istrumento del marzo 1165 fu rogalo da fino al secolo XIV si nasconde nel le tenebre.
Rolando notaro sulla strada pubblica vicino alla chiesa di Imperocché dubiterei di ammettere per genuino un
Sestano, il quale atto verte intorno ad una permuta di beni privilegio dato in Viterbo lì 15 agosto del 962
fatta con l'abbate e monaci di S. Salvatore a Fontebona dall'Imperatore Ottone I a favore del conte Alderico della
(Monastero della Berardenga). – (ARCH. BORGHESI- famiglia generosa dei signori di Carpegna (Carpincorum)
BICHI DI SIENA.) e in grazia, dice quello scritto, de’servigii prestati dal
La parrocchia di S. Bartolommeo a Sestano nel 1833 conte Alderico nel fugare i Greci e Saraceni dall'estreme
contava 133 abitanti. parti dell'Italia, per cui quell'Imperatore confermò ad esso
conte ed ai suoi successori il dominio del nobil castello di
Carpegna con tanti altri situati in regione Flaminea
SESTANO in Val d'Orcia. – Vedere COLLI (S. Senon; fra i quali l’oppido di Sestino; et intra flnvios
ANGIOLO A) e VILLA TOLLI. Concam et Marechiam Seravallem, Verucchium, San
Marinum et demum (o dimidium) Montis Feretrani, Mons
Madius, Macerata, Petracuta, Foranum, Scaulinum
SESTINGA (VILLA DI) nella Maremma grossetana. – Vetus, Suana (forse Suasa), Pinna Billiorum, Majolum
Vedere BADIA DI SESTINGA. cum omnibus districtibus et Vassallis, etc, etc.
Fra i testimoni vi è firmato per giunta un Cesar Fliscus
Lavanie Comes dapifer.
SESTINO (S entinum) della MASSA TRABARIA nella Molti archeologi però dubiteranno della sincerità di tal
Valle della Foglia. – Castello di origine antichissima con privilegio, sia per le espressioni inusitate di cotesta
chiesa arcipretura (S. Pancrazio) capoluogo di Comunità e scrittura, sia perla data, com'è quella di Viterbo del 15
di Giurisdizione sotto la Diocesi di Sansepolcro, una volta agosto dell'anno 962, quando l'Imperatore Ottone I da
di Monte Feltro, poi dell'arcipretura di Sestino Nullius molti mesi era tornato da Roma in Pavia e di là al Lago
Dioecesis, nel Compartimento di Armo. d'Orta, dove si trovava sulla fine di luglio e nell'agosto
Risiede sopra lo sprone di un poggio, fra due ponti, uno stesso dell’ anno 962. Lo che accadde un anno innanzi che
de' quali posto a ostro di Sestino cavalca il fiume Foglia, lo stesso imperante si portasse all' assedio della rocca di San
ossia l'antico Isauro, mentre dal lato opposto sotto un più Leo presso Carpegna e Sestino, nella qual rocca erasi
piccolo ponte passa il torrente Seminino, che poco dopo fortificato il suo rivale Berengario II con la di lui mo glie.
confluisce nel fiume Foglia Trovasi il Castello di Sestino Cosa dunque si dovrà dire di un diploma sì fatto? Per me lo
fra il grado 29° 57' 4" longitudine ed il grado 43° 42' 8" metterei in compagnia d'un'altra carta fabbricata forse dallo
latitudine, 6 miglia toscane a levante della Badia Tedalda, stesso autore con la data di Viterbo, alla presenza
8 a ostro dal Castello e monte di Carpegna nello Stato dell'Imperatore Ottone, lì 9 dicembre del 962, Indiz. V.
pontificio; 16 miglia toscane a grecale di Pieve S. ed anno XXVI del suo regno ed impero, col quale ultimo
Stefano; 18 miglia toscane a settentrione grecale del diploma Ottone I concedeva all’ ideale Guido Cybo
Borgo San Sepolcro passando per Monte Casale, e 22 genovese tre castella nel Val d'Arno superiore. – Vedere
miglia toscane per la strada di Urbania che attraversa la MONTEVARCHI.
Terra pontificia di Mercatello, situata circa 6 miglia Mancato il fondamento per attribuire il castello di Sestino
toscane a scirocco di Sestino. ai nobili della generosa famiglia da Carpegna, dirò solo
Grande è la fama, sebbene incerta l'origine, del Castello di che cotesto paese innanzi il 1516 faceva parte, tanto nello
Sestino, siti per i monumenti romani che in copia spirituale come nel temporale, della giurisdizione di Monte
Feltro; e aggiungerò, qualmente molti popoli del piviere di Presciano, S. Giovanni in Pecchia, Stiamola, Bocchetta,
Sestino, eccettuato però il capoluogo, furono signoreggiati e Valenzano,
anche dai nobili Faggiuolani, siccome può vedersi dalle Benedetto Varchi nel libro XI, e Bernardo Segni nel libro
condizioni della pace di Sarzana del 1353. VIII delle loro Storie fiorentine, all' anno 1536, ragionando
Dirò finalmente che Sestino con tutto il suo piviere nel dei tentativi fatti dai fuorusciti fiorentini per impadronirsi del
1516 venne distaccato per opera del Pontefice Leone X dal Borgo San Sepolcro, entrambi raccontano lo scaccomatto da
ducato di Urbino, allorché quel gerarca della chiesa mosse Piero Strozzi e da' suoi compagni riportato a Sestino «castello
guerra a Francesco Maria della Rovere duca di Monte piccolo, dice il Segni, e posto sui confini dell' Umbria, nel
Feltro e di Urbino. qual luogo, forte per sito, mentre che Piero si sforzava ire
Fu allora che un esercito comandato da Lorenzo de' Medici innanzi con i suoi 400 fanti scelti, sopraggiunto dai paesani
duca di Nemours penetrò e s’impadronì dell' Urbinate, e in quei passi stretti, fu quasi sbaragliato del tutto, e vi
della regione Feltrina. Dopo di ciò Papa Leone dichiarò il morirono più di 60 de' suoi, fra i quali il capitano Niccolò
duca Francesco Maria della Rovere decaduto da quello Strozzi».
stato, del quale mediante bolla concistoriale fu investito il Fra quei fuorusciti appunto trovavasi a militare il sacerdote
duca Lorenzo suo nipote. – Che sebbene riescisse a Benedetto Varchi, siccome egli stesso ne fece testimonianza
Francesco Maria della Rovere di ricuperare con le proprie nelle sue storie, dove disse la ragione per la quale i fuorusciti
forze nell'anno stesso il suo ducato, non ostante egli trovossi volendo andare al Borgo S. Sepolcro passarono da Sestino, ad
costretto di aderire alla concordia fatta da gli Spagnuoli con oggetto cioè di scorciar la strada. «È Sestino, diceva il Varchi,
Papa Leone X, per la quale Lorenzo de' Medici rimase un piccolo castelletto lungo un fìu micello chiamato la Foglia,
padrone di quel vasto ducato. Ma poco egli lo godè, perché ha dinanzi una piazza, dove si fa il mercato, con un borgo
nel di 5 maggio del 1519 passò ad altra vita, cui tenne dietro pieno di case e di botteghe. Nella terra s'entra per un ponte, il
pochi giorni dopo donna Maria Maddalena di Boulogne sua quale è dinanzi alla porta, alla quale giunto messer Piero
consorte, lasciando la neonaia figlia Caterina sotto la tutela di senz'altr'arme che la spada sola, e col colletto sfibbiato sulla
donna Alfonsina Orsini vedova di Piero de' Medici e di lei camicia, chiese di esser messo dentro; ma uno di quei due (di
ava, finché la fanciulla Caterina fatta adulta s'inanellò ad Sestino che gli erano venuti incontro per onorarlo in parole)
Enrico II re di Francia. rispose: il castello esser piccolo e tutto pieno, ma che
Il Pontefice Leone X accortosi di non poter ritenere il ducato darebbono vettovaglio e alloggiamenti nel borgo. Messer
di Urbino in nome della nipote pupilla, dopo aver fatto Piero montato in collera disse con malpiglio: Conoscetemi
smantellare le fortificazioni, fu consegnato lo stato medesimo voi? Signor si, rispose quell'altro, voi siete il signor
alla Reverenda Camera Apostolica. Piero figliuolo del signor Filippo Strozzi, e vi siamo
E perché nella guerra fatta per conquistarlo aveva speso servitori, ma l’ entrar dentro a vostra Signoria non fa
800,000 ducati d'oro, la maggior parte de' quali furono a lui nulla, e noi non vogliamo per amor delle donne nostre.
somministrati dalla Repubblica Fiorentina come appariva Allora si fece chiamare il podestà, il quale era messer
dai libri della Reverenda Camera, nei quali la Repubblica Orlando Gherardi, e tutto alterato il dimandò: per qual
stessa era stata impostata creditrice, pretese dare in compenso cagione noi volesse accettare nella terra; cui rispose:
al Comune di Firenze la fortezza di S. Leo con Monte Feltro vedete signore, egli non istà a me; quatti uomini, i quali
ed il territorio spettante al piviere di Sestino. Per quanto fanno il tutto, non vogliono. Ma messer Piero non ebbe
riuscisse grave alla Repubblica il partito, pure l'accordo fu tanta pazienza, perché egli gridò, dentro, dentro. Allora fu
sanzionato con atto del 28 novembre 1520, e nel giorno tratto un archibuso, il quale colse nel petto il capitan
medesimo vennero stipulate con gli abitanti di Monte Feltro e Niccolo Strozzi e lo fece cader morto accanto, e poco
di Sestino le opportune capitolazioni. meno che addosso a colui che scrive ora queste cose,
Un anno dopo accadde la morte del Pontefice Leone, in ecc.»
seguito alla quale il duca Francesco Maria riacquistò tutto il All'Articolo SASSO DI SIMONE fu avvisato qualmente nel
suo Stato, meno le fortezze di San Leo, di Majolo ed il 1586 Cosimo I eresse sulla sommità di cotesto monte,
villaggio di Sestino con tutto il suo piviere. quasi a picco, e che resta circa 4 miglia toscane a
Ma poco appresso anche le fortezze di San Leo e di Majolo settentrione di Sestino, una rocca con pretorio per farvi la
dovettero riconsegnarsi al duca di Urbino, sicché al Comune residenza del potestà di Sestino. Al suddetto potestà
di Firenze non restò che il solo e sterile territorio di Sestino essendo stata accresciuta giurisdizione anche nel
nella Massa Trabaria, contrada che il governo granducale criminale, fu dato il titolo di capitano, sottoponendo al
della Toscana conserva tuttora al caro prezzo di quasi medesimo i potestà della Badia Tedalda e della Pieve S.
800,000 fiorini d'oro. Stefano, finché sotto i Granduchi suoi successori il
A prendere il possesso di cotesti luoghi la Signoria di capitano del Sasso di Simone tornò a risedere in Sestino
Firenze allora inviò Francesco Vettori, cui tenne dietro poco con titolo di vicario regio.
dopo Antonio da Filicaja nominato in primo commissario, o Se fu nativo di questo luogo quel nobile nomo Ermanno
vicario di Sestino, con l'appannaggio annuo di 600 fiorini de' Guidoni da Sestino che venne potestà a Firenze nel
d'oro. – Vedere l’Articolo FIRENZE Volume II pag. 204. 1347, siccome dissero l'Ammirato ed il Lami, converebbe
Allora fu che anche il pievanato di Sestino fu staccato dalla credere che Sestino allora godesse riputazione di una Temi
diocesi di Monte-Feltro e dichiarato Nullius Dioecesis con i nobile, giacché fu patria di personaggio cotanto distinto.
17 popoli di quel distretto; cioè: Sestino, Casale,
Castellacciola, Colcellalto, S. Donato a Castelnuovo, MOVIMENTO della Popolazione di SESTINO a quattro
Lucimburgo, Martigliano, Miraldella Monte La Breve, epoche diverse, divisa per famiglie.
Monte Fortino, Monte Romano, Montirone, i Palazzi,
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti continuare poi nella direzione di levante e di nuovo di
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; settentrione fino al poggio di S. Donato a Castelnuovo.
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 98; Costi rivolgesi a ostro, quindi a settentrione, e finalmente
totale della popolazione 527. a scirocco passando sopra alle sorgenti del fiume Foglia,
ANNO 1745: Impuberi maschi 50; femmine 45; adulti la cui ripa sinistra rimonta nella direzione di libeccio
maschi 53, femmine 65; coniugati dei due sessi 44; verso l’ Alpe di Lucimburgo fino a che mediante il fosso
ecclesiastici dei due sessi 26; numero delle famiglie 72; Bornacchio riscende nell'opposta valle del Metauro dove
totale della popolazione 283. ritrova il territorio della Comunità di Mercatello dello
ANNO 1833: Impuberi maschi 93; femmine 92; adulti Stato pontificio.
maschi 67, femmine 65; coniugati dei due sessi 170; Le montuosità più elevate, comprese dentro il territorio di
ecclesiastici dei due sessi 9; numero delle famiglie 117; questa Comunità, si riducono al Sasso di Simone, la cui
totale della popolazione 496. sommità fu riscontrata dal P. Inghirami essere 2088
ANNO 1840: Impuberi maschi 108; femmine 106; adulti braccia superiore al livello del mare.
maschi 79, femmine 78; coniugati dei due sessi 180; In quanto alla struttura fisica del suolo in generale,
ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 121; rispetto al clima ed ai prodotti di cotesta contrada, io
totale della popolazione 558. richiamerò il lettori a quanto fu detto all’Articolo BADIA
TEDALDA, Comunità, aggiungendo qui solamente che
Comunità di Sestino. – Il territorio di questa Comunità dalla parte settentrionale del territorio di Sestino si trova
abbraccia una supeficie di 23714 quadrati, 652 dei quali la marna conchigliare cerulea consimile a quella che
sono presi da corsi d'acqua e da pubbliche strade. domina nelle valli subappennine del Volterrano; e che i
Nel 1833 vi abitavano 1987 persone a proporzione due pinnacoli del Sasso di Simone e di Simoncello sono
ragguagliatamente di circa 69 individui per ogni miglio coperti di un consimile terreno terziario medio stato già
quadrato di suolo imponibile. 70 anni addietro perlustrato dall'Abb. Gio. Battista
Il territorio comunitativo di Sestino, che fa parte della Passeri, il quale trovò nelle crete del Sasso di Simone ed
Massa Trabaria, è circondato da tre lati da quello dello in quello di Simoncello parecchi corpi marini. – (G. B.
Stato pontificio, mentre a scirocco fronteggia col territorio PASSERI, Discorso della Storia de' Fossili).
comunitativo di Mercatello; a levante grecale con quello Rispetto alle produzioni agrarie esse consistono per la
di S. Angelo in Vado, ed a settentrione con quelli di massima parte in pascoli naturali ed in legname di alto
Carpegna e di Penna Billi, tutti egualmente delle Stato fusto, cioè, in foggi, abeti, cerri e castagni riducibili in
pontificio. travi, per cui la contrada ebbe insieme con tutta la Valle
Con questo di Mercatello il territorio di Sestino fronteggia superiore del Metauro e della Foglia, e che tuttora
dirimpetto a Castel de’ Fabri lungo il fosso Bornacchio, e conserva l'antico nome di Massa Trabaria. – Vedere
di là per una lingua di terra la Comunità di Mercatello si MASSA TRABARIA, o TRABARA.
avanza verso settentrione al di sopra di Sestino che lascia La Comunità di Sestino mantiene un medico, un chirurgo
un tiro di balestra al suo ponente proseguendo a ed un maestro di scuola.
innoltrarsi fino sotto il poggio di Martigliano donde Contuttociò in Sestino si tiene settimanalmente di giovedì
riscende a ostro per girare intorno al colle di Mirardella e un piccolo mercato, la cui origine è assai remota e che
di là riavanzarsi a settentrione fino alla ripa destra del cangiasi in fiera nel primo lunedì di giugno e di ottobre e
fiume Foglia. Ivi sottentra dirimpetto a levante e poi di nel quarto lunedì di agosto, scarsa la prima e l' ultima,
fronte a grecale l'altra Comunità di S. Angelo in Vado, copiosa la seconda specialmente in bestiame vaccino.
con la quale la nostra di Sestino percorre verso maestrale Risiede in Sestino un potestà, il quale, rispetto al
lungo i fianchi a settentrione grecale del poggio di criminale dipende dal vicario regio di Sansepolcro dov'è
Martigliano fino presso la base orientale del Sasso di l'ufizio di esazione del Registro. Vi è una cancelleria
Simone, dove voltando faccia a settentrione viene a comunitativa, che abbraccia anche la Com. della Badia
confine il territorio della Comunità pontificia di Tedalda. L'ingegnere di Circondario è alla Pieve S.
Carpegna, con la quale l’ altra di Sestino passa sotto il Stefano; la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di
monte del Sasso di Simoncello per poi rasentare i confini Prima istanza sono in Arezzo.
meridionali della Comunità di Penna Billi fino a che
arriva sul fiume Marecchia. QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di
Solamente costà dirimpetto a ponente il territorio SESTINO a quattro epoche diverse.
comunitativo di Sestino ha di fronte quello della
Comunità granducale della Badia Tedalda, a partire dalla - nome del luogo: Casale, titolo della chiesa: S. Michele
ripa sinistra del fiume Marecchia, di là dalla Serra che (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già
trovali tra S. Giovanni in Vecchio e Colcellalto, lungo la Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n°
quale scende nel torrente Presale. Ivi il territorio di 149, abitanti anno 1745 n° 73, abitanti anno 1833 n° 102,
Sestino lascia fuori il fiume suddetto per dirigersi verso abitanti anno 1840 n° 103
scirocco mediante il torrente Presale fino al fosso - nome del luogo: Colcellalto, titolo della chiesa: S.
Fiumicello suo tributario destro, alla di cui confluenza Tommaso (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro
abbandona entrambi i detti corsi d'acqua per salire sul (già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n°
monte mercé dei termini artificiali, da primo nella stessa 596, abitanti anno 1745 n° 96, abitanti anno 1833 n° 150,
direzione di scirocco quindi forma un angolo quasi retto, abitanti anno 1840 n° 149
dopo aver ripiegato per poco verso settentrione per - nome del luogo: S. Donato, titolo della chiesa: S.
Donato (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro - Totale abitanti anno 1551: n° 3058
(già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° - Totale abitanti anno 1745: n° 1419
278, abitanti anno 1745 n° 114, abitanti anno 1833 n° - Totale abitanti anno 1833: n° 1987
104, abitanti anno 1840 n° 128 - Totale abitanti anno 1840: n° 2212
- nome del luogo: Lucemburgo, titolo della chiesa: S.
Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già N.B. Nelle ultime due epoche le parrocchie
Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° contrassegnate con l’asterisco (*) spettavano alla
114, abitanti anno 1745 n° 42, abitanti anno 1833 n° 145, Comunità della Badia Tedalda.
abitanti anno 1840 n° 167 Al contrario nell’ultima epoca entravano in questa di
- nome del luogo: Marecchia (*), titolo della chiesa: S. Sestino da quella di Marecchia
Maria e S. Sofia (Pieve), diocesi cui appartiene: Monte
Feltro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 96, - abitanti n° 62
abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° -
- nome del luogo: Martigliano, titolo della chiesa: S. - TOTALE abitanti anno 1840: n° 2274
Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro
(già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n°
132, abitanti anno 1745 n° 34, abitanti anno 1833 n° 60, SESTO (ad Sextum lapidati) nel Val d'Arno fiorentino. –
abitanti anno 1840 n° 68 Grosso borgo con antica chiesa plebana. (S. Martino)
- nome del luogo: Miraldella, titolo della chiesa: S. Leone capoluogo di Comunità, e residenza di uno de' podestà
(Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già suburbani di Firenze, nella Diocesi Compartimento e quasi
Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° sei miglia toscane a maestrale della capitale.
188, abitanti anno 1745 n° 41, abitanti anno 1833 n° 44, Cotesto borgo di Sesto è attraversalo dalla strada maestra di
abitanti anno 1840 n° 53 Prato presso la sesta pietra miliare, dalla quale già da gran
- nome del luogo: Monte Fortino (*), titolo della chiesa: tempo prese il vocabolo d i Sesto. – Risiede in mezzo ad una
S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro fruttifera e ricca pianura nota specialmente per la eccellente
(già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° qualità del suo grano gentile, o calvello.
342, abitanti anno 1745 n° 69, abitanti anno 1833 n° -, Trovasi fra il grado 18° 51' longitudine ed il grado 43°
abitanti anno 1840 n° - 50' latitudine, circa 6 miglia toscane a maestrale di Firenze,
- nome del luogo: Monte Romano, titolo della chiesa: S. 5 miglia toscane a scirocco di Prato, quasi 3 miglia
Paolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già toscane a grecale di Campi, altrettante a ostro scirocco di
Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 95, Calenzano, ed un miglio toscano appena a libeccio della
abitanti anno 1745 n° 46, abitanti anno 1833 n° 47, cospicua fabbrica delle porcellane Ginori di Doccia.
abitanti anno 1840 n° 65 Dopo quanto fu detto agli Articoli DECIMO, QUARTO e
- nome del luogo: Montirone, titolo della chiesa: S. Maria QUINTO non si starà qui ad aggiungere il perché questo al
(Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Monte Feltro, pari di molti altri luoghi omonimi situati lungo una strada
abitanti anno 1551 n° 273, abitanti anno 1745 n° 80, municipale alla distanza di circa sei miglia dalla città, si
abitanti anno 1833 n° 164, abitanti anno 1840 n° 219 appelli Sesto.
- nome del luogo: Palazzi, titolo della chiesa: S. Leone Per quanto la pieve di S. Martino a Sesto vicina a
(Pieve), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Colonnata sia rammentata con quest'ultimo nomignolo in
Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° -, un'istrurnento dell'anno 868, pure sotto il vocabolo
abitanti anno 1745 n° 130, abitanti anno 1833 n° 173, specifico di Sesto essa col suo borgo è nominata in una
abitanti anno 1840 n° 196 carta di poco posteriore al mille. È un rogito dell’Archivio
- nome del luogo: Putrella Massana, titolo della chiesa: S. della Metropolitana fiorentina scritto nel 1025 di
Niccolò (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro giugno, e di già citato all’Articolo PESCINA DI MONTE
(già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° MORELLO. – (LAMI, Monum. Eccl. Flor. pag. 1419). Alla
-, abitanti anno 1745 n° 41, abitanti anno 1833 n° 110, stessa pagina il Lami riporta l'estratto di altro istrumento
abitanti anno 1840 n° 113 dell'agosto 1 0 3 1 , n e l quale si fa menzione della pieve di
- nome del luogo: Presciano, titolo della chiesa: S. S. Martino a Sesto. Anche alla pagina 1431 lo stesso A.
Barbera (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro diede la sinopsi di un contratto scritto in Colonnata nel
(già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° piviere di Sesto lì 25 marzo del 1084. – Vedere
250, abitanti anno 1745 n° 112, abitanti anno 1833 n° COLONNATA DI SESTO. – All'Articolo poi CERCINA fu
106, abitanti anno 1840 n° 112 riportato il sunto di altra scrittura del 24 aprile 1042, dalla
- nome del luogo: SESTINO, titolo della chiesa: S. quale apparisce, che una ricca donna fiorentina cede al
Pancrazio (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: San proprio figlio molte sue possessioni e corti poste in varii
Sepolcro (già Arcipretura Nullius di Sestino), abitanti luoghi del territorio fiorentino, fra le quali una corte situata
anno 1551 n° 527, abitanti anno 1745 n° 283, abitanti in Firenze, una sulla Marina (fiumana), una corte in loco
anno 1833 n° 496, abitanti anno 1840 n° 558 Sesto, ed altra corte posta in Cercina. – Ma in quella
- nome del luogo: in Vecchio, titolo della chiesa: S. cessione si tratta di case e di possessioni di terreni e non di
Giovanni (Pieve), diocesi cui appartiene: Monte Feltro, giurisdizione civile sopra gli abitanti del borgo di Sesto.
abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 122, Acquistarono bensì in Sesto verso il secolo XIII una
abitanti anno 1833 n° 284, abitanti anno 1840 n° 291 qualche signoria i vescovi di Firenze, comecché rispetto
a rapporti civili e governativi i rettori o vicarj, che i
vescovi vi tenevano, dipendessero dal potestà e dal Lonciano; 9. S. Giusto in Gualdo; 10. S. Stefano in
governo politico della Repubblic a Fiorentina. Piscina; 11. S. Maria a Morello; 12. S. Bartolo a
In che maniera cotesto paese al pari di tanti altri del Carmignanello. – Quest' ultimo popolo sul declinare del
contado e diocesi fiorentina cadesse sotto la secolo XVIII è stato unito all'altro di S. Silvestro a
giurisdizione economica de' suoi vescovi la storia lo Raffignano; così il popolo di Lonciano fu unito a S.
tace, e solamente ne fa sapere, che cotesta mensa al pari Giusto in Gualdo. – In quanto alla chiesa di S.
del capitolo fiorentino fino dal secolo XIII vi possedeva Lorenzo a Sesto , non comparisce nei cataloghi di
dei predii e che i suoi vescovi per enfiteusi dei medesimi epoche posteriori; e nettampoco nel balzello imposto nel
esigevano tributi da diversi abitatori di Sesto e del suo 1444 dalla Repubblica Fiorentina per pivieri; nella
pievanato; cosicché quei livellarj di terreni e di case quale circostanza il piviere di S. Martino a Sesto fu
dovevano su di ciò render ragione ai rettori ed agenti tassato nella somma di 81 fiorini d'oro, repartita fra i
dei vescovi fiorentini, i quali risedevano in Sesto. Fu suoi popoli nel modo qui appresso:
perciò che il vescovo Giovanni Mangiadori verso il 1260
scomunicò gli uomini di Sesto e del suo piviere perché Po polo della pieve di Sesto, Fiorini 5
avevano molestato il suo rettore, ossia esattore, rispetto Popolo di S. Lucia a Settimello, Fiorini 8
ai diritti e tributi non pagati alla mensa vescovile Popolo di S. Maria a Querceto, Fiorini 13
fiorentina, siccome lo stesso Vescovo per la ragione Popolo di S. Romolo a Colonnata, Fiorini 2
medesima aveva scomunicato gli uffiziali del Co mune Popolo di S. Maria a Morello, Fiorini 20
del Borgo S. Lorenzo in Mugello. Popolo di S. Stefano in Piscina, Fiorini 12
A dimostrare poi che quei rettori de' vescovi di Firenze Popolo di S. Maria a Quinto, Fiorini 1 0
agissero da amministratori de' beni di quella mensa, Popolo di S. Maria in Padule, Fiorini 2
anziché da giusdicenti, citar potrei molti fatti dai quali Popolo di S. Donato a Lonciano, Fiorini 7
apparisce che i vescovi qualche volta ricorrevano alle Popolo di S. Giusto in Gualdo, Fiorini 2
armi spirituali, quando non erano assistiti dal braccio Somma Fiorini 81
secolare, ad oggetto di ottenere dai loro fittuarj i frutti
scaduti. Quindi è che sotto di 16 marzo 1264 (stile Fra i pievani più distinti di S. Martino a Sesto il
comune) trovasi una querela portala in giudizio dal dotto canonico Salvino Salvini nel suo catalogo de'
sindaco di Giovanni Mangiadori vescovo di Firenze Canonici della Metro politana fiorentina segna sul
contro tre abitanti del popolo di S. Maria a Querceto nel principio del secolo XIII un canonico di detta
piviere di Sesto, rispetto ad una casa con terre lavorative Cattedrale per nome Arrigo (coetaneo di Arrigo da
poste in detto popolo ottenute da essi ad enfiteusi dalla Settimello) il quale fu anche nel 1202 pievano di S.
mensa fiorentina. Su di che fu in quel giorno Martino a Sesto.
pronunziata sentenza in favore del vescovo. – (LAMI,
Monum. Eccl. Flor. pag. 763-764 e altrove). MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA
Quanto poi sia cambiata la faccia di questa deliziosa PLEBANA DI SESTO a quattro epoche diverse, divisa per
contrada, lo indica il nome restato di Querceto alla famiglie.
parrocchia più vicina della pieve di Sesto, oggi ridotta ad
una delle piagge più ridenti del piviere; lo da a conoscere ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
il vocabolo di Gualdo (bosco), titolo di un altro popolo di maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
questo piviere; lo dimostrano i fianchi denudati del ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie
Monte Morello sellanti al territorio di Sesto, i quali 187; totale della popolazione 1064.
furono un di rivestiti di giganteschi abeti. Inoltre lo da ANNO 1745: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
a divedere il luogo appellato Selva esistito nella maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
parrocchia stessa di S. Martino a Sesto. – Servirà per ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie
dimo strare cotest' ultimo vero un contratto rogalo in 341; totale della popolazione 2038.
Firenze lì 12 febbrajo del 1306, col qua le donna Bice ANNO 1833: Impuberi maschi 591; femmine 691; adulti
restata vedova di Ser Cresta figlio del famoso Ser maschi 452, femmine 460; coniugati dei due sessi 1202;
Brunetto Latini del popolo di S. Maria Maggiore di ecclesiastici secolari e regolari 3; numero delle famiglie
Firenze, come tutrice di Ticia e di Francesca figlie 588; totale della popolazione 3399.
sue e di detto Ser Cresta, autorizzata da Cione di ANNO 1840: Impuberi maschi 560; femmine 502; adulti
Baldo vino suo Mondualdo, offrì in dono alla badessa maschi 623, femmine 705; coniugati dei due sessi 1310;
e monache di S. Maria Maddalena delle Convertite di ecclesiastici secolari e regolari 5; numero delle famiglie
Firenze, in mano di Parisio pievano di S. Pietro a 656; totale della popolazione 3705.
Vaglia, un pezzo di terra posto in luogo detto la Selva
nel popolo della pieve di S. Martino a Sesto. – (ARCH. Comunità di Sesto. – Il territorio di questa Comunità
DIPL. FIOR. Carte di Cestello e della Badia a abbraccia una superficie di 14770 quadrati dai quali sono
Settimo ). da detrarre 441 quadrati percorsi da acque e strade.
Il piviere di Sesto fino dal 1299 comprendeva le chiese Vi abitavano nel 1833 numero 8796 individui, a ragione
e popoli seguenti: 1. Pieve di S. Martino a Sesto; 2. di circa 488 persone per ogni miglio quadrato di suolo
Prioria di S. Lucia a Settimello; 3. S. Jacopo a Querceto; imponibile.
4. S. Romolo a Colonnata; 5. S. Maria a Quinto; 6. S. Confina con cinque Comunità. – Dal lato di libeccio e di
Maria in Podale; 7. S. Lorenzo a Sesto; 8. S. Donato a ponente ha di fronte i territorj delle Comunità di Ca mpi e
di Calenzano, a partire dallo sbocco della strada comunale è quella della sommità meridionale del Monte Morello che
di Acqualonga nel fosso nuovo di Dogaja, quindi fu riscontrata dal P. Inghirami a 1569 braccia sopra il
mediante piccoli tronchi di altre strade comunitative livello del mare. Dalla stessa cima poco differisce in altezza
arriva sul fosso Gaville, dal quale passa nella via di l’ altra prominenza del Monte Morello che sporge verso
Pratignone e di là sulla strada maestra pratese. Ivi cessa maestrale; sennonché questa spetta alla Comunità di
il territorio della prima Comunità di Campi e sottentra Calenzano. Infatti il Monte-Morello può dirsi la
quello di Calenzano, coi quale fronteggia dirimpetto a montuosità più elevata ed il più colossale contrafforte
ponente l'altro di Sesto, e dirigendosi a settentrione va meridionale dell’Appennino che sporga sul Val d'Arno
incontro alla via delle Cappelle, mercé la quale voltando fiorentino inoltrandosi dal monte di Fò fra la fiumana
faccia da ponente a grecale attraversa la strada che da della Garza e quella della Marina.
Querceto porta a Settimello, finché piegando a levante L’ altra montuosità compresa nel territorio di Sesto,
grecale rimontando il fosso delle Cave, i due territorj misurata dallo stesso P. Inghirami, è quella sopra
percorrono il fianco occidentale del poggio delle Castiglioni di Cercina spettante ad uno sprone orientale
Cappelle, e di là sul Monte Morello rasentano a del Monte Morello, denominato Monte Girello. – La
settentrione la chiesa di Morello. Costassù passando sopra quale sommità calcolata dal campanile della chiesa di
le sorgenti del torrente Rimaggio arrivano sul luogo Castiglioni fu trovata braccia 746 superiore al livello del
detto l’Aja fra le due prominenze maggiori del monte, mare Mediterraneo.
dove cessa il territorio di Calenzano e viene a confine Spetta pure ad altra prominenza uno sprone orientale del
quello della Comunità di Vaglia. Costì il territorio Monte Morello quello fra Pratolino ed il Girello di
comunitativo di Sesto volgendosi da primo a libeccio Cercina, appellato dell' Uccellatojo, il quale sebbene non
poscia a ostro scirocco percorre la schiena del monte sia più di 700 braccia elevato sopra il mare, pure essa è
sulle tracce del torrente Carzuola, col quale arriva ad un stato reso celebre dal divino Alighieri quando di esso
suo confluente, denominato il fosso del Boscaccio. cantò:
Alla congiunzione di cotesti due corsi di acqua il
territorio comunitativo di Sesto abbandona il torrente Non era vinto ancora Montemalo.
Carzuola e rimonta a levante il fosso del Boscaccio fino Dal vostro Uccellatojo, che, com’è; vinto
alla strada traversa di S. Michele alle Macchie. Ivi Nel montar su, così sarà nel calo.
ripiegando da levante a libeccio, poscia a scirocco e (PARAD. Canto XV.)
finalmente a grecale il territorio della Comunità di Sesto
di conserva con quello di Va glia percorre intorno alla Fra i corsi d’ acqua che bagnano il territorio comunitativo
schiena del Monte Morello finché arriva sopra una delle di Sesto contatisi soli l'ossi e torrentelli, il maggiore de'
sue prominenze orientali, conosciutissime sotto nome di quali è il fosso nuovo della Dogaja che raccoglie le acque
Uccellatojo. Costì i due territorii entrano nella strada della pianura fra Sesto e Brozzi, oltre i rivi che scendono
vecchia bolognese posta a ponente del borghetto di dal fianco meridionale del Monte-Morello per via dei fossi
Montorsoli, lungo la quale s’ incamminano di conserva Zambra e Rimaggio.
verso scirocco per andare incontro alla strada postale di Molte sono le strade rotabili, le quali percorrono in varia
Bologna, mercé cui attraversano il borghetto di direzione il territorio di questa Comunità, senza indicare
Montorsoli fino a che scendono nel fosso della tante altre vie e viali tracciati in mezzo ai possessi privati.
Serracela. Ivi cessa il territorio di Vaglia e viene a Tale è la strada maestra pratese che attraversa da levante
confine dirimpetto a scirocco quello della Comunità del a ponente il territorio di Sesto, e che passa in mezzo al
Pellegrino, con il quale il nostro di Sesto si dirige, da borgo costituente il capoluogo; tali sono le molte strade
primo, a libeccio mediante il fosso della Serruccia, quindi rotabili comunitative di Quarto, di Quinto, di Doccia, ecc.
a ostro dopo essere entrati col fosso predetto nel torrente tracciate a pie del Monte Morello, e quelle sotto la strada
Terzolina, che presto oltrepassano per salire i poggi situati maestra pratese dirette a Peretola a Brozzi, ecc.
a ponente maestrale del vallone percorso dal torrente Non dirò poi delle grandiose ville signorili, dalle quali
Terzolle onde riscendere in un suo tributario destro, il trovasi sparsa e quasi coperta cotesta campagna,
fosso delle Masse, che trovano sotto la chiesa di S. massimamente a pie delle ultime pendici meridionali del
Silvestro a Rufignano. Allora i due territorj comunitativi Monte Morello, giacché costà risiede presso quella Corsini
scendono di conserva verso ostro col fosso delle Masse l' I. e R. Villa di Castello con delizioso annesso, la R. Villa
nel torr. Terzolle che percorrono per breve tragitto; della Petraja e suo parco, mentre a levante della Petraja fa
quindi lo lasciano a levante per incamminarsi in bella mostra di sé altra grandiosa villa signorile di Quarto
pianura, a ponente e poi a libeccio mediante corti tronchi già Pasquali, ora del Principe Demidoff, ed al suo ponente
di strade comunitative, e per quella maestra pratese, fino a si distinguono sopra molle le ville Torrigiani a Quinto, e
che alla via detta del Berti cessa il territorio comunitativo quella Ginori alla Doccia, alla quale ultima forma corona e
del Pellegrino e viene a confine dal lato di ostro il corredo un vasto parco, e la prima ed unica fabbrica di
territorio della Comunità di Brozzi, con il quale il nostro Porcellane ch'esista in Italia.
di Sesto fronteggia dirimpetto a scirocco dirigendosi a Rispetto alla struttura fisica del suolo di questa Comunità,
libeccio nel fosso nuovo di Dogaja, che serve di confine esso dalla parte del monte è coperto generalmente di
alle due Comu nità fino allo sbocco della strada d’ alberese, o calcarea compatta, la quale a luoghi alterna
Acqualonga, dove ritorna a confine il territorio della col grès antico e con lo schisto calcareo marnoso,
Comunità di Campi. specialmente alla sinistra del vallone del Terzolle; mentre
Fra le prominenze più elevate di questo territorio la prima la pianura è profondamente ripiena dal terreno di
trasporto misto a ciottoli e ghiaje di alberese. E nel fianco Romolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
meridionale del Monte Morello, donde scaturiscono dalle abitanti anno 1551 n° 262, abitanti anno 1745 n° 554,
rocce di alberese copiose sorgenti di acque limpide e abitanti anno 1833 n° 749, abitanti anno 1840 n° 757
perenni, le quali non solo alimentano molti edifìzj di - nome del luogo: Gualdo con l’annesso di Lonciano,
mulini e franto), ma che forniscono copiose fontane al titolo della chiesa: S. Giusto a Gualdo (Rettoria) e S.
parco regio di Castello, ai giardini di Quarto, delle Quiete, Donato a Lonciano (Rettoria), diocesi cui appartiene:
di Quinto e di Doccia; ed è da questo monte donde Firenze, abitanti anno 1551 n° 34 (S. Giusto) e n° 68 (S.
anticamente Firenze riceveva acqua salubre portatavi per Donato), abitanti anno 1745 n° 49 (S. Giusto) e n° 82 (S.
mezzo di acquedotti. Donato), abitanti anno 1833 n° 141, abitanti anno 1840 n°
All'Articolo CASTELLO DI QUARTO sospettai che 118
cotesto nome fosse derivato dalla ricchezza delle acque - nome del luogo: Morello, titolo della chiesa: S. Maria
perenni che discendono fino costà dal Monte Morello e (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
da quello contiguo di Cercina, costà dove ne' tempi 1551 n° 130, abitanti anno 1745 n° 157, abitanti anno
romani quelle acque (diceva io) probabilmente 1833 n° 181, abitanti anno 1840 n° 182
allacciaronsi per riceverle in una gran cisterna, ossia - nome del luogo: Padule, titolo della chiesa: S. Maria e S.
Castello de' fontanieri antichi, innanzi di avviarle per Bartolo(Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti
acquedotti a Firenze. Nulla dirò dei molti e squisiti anno 1551 n° 145, abitanti anno 1745 n° 261, abitanti
prodotti di questo territorio, poiché rispetto alla anno 1833 n° 364, abitanti anno 1840 n° 404
pianura è troppo celebre il grano gentile di Sesto, che a - nome del luogo: Quarto, titolo della chiesa: S. Maria
niuno è secondo fra tutti i grani dell’Italia; non (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
rammenterò gli oliveti, le vigne e la quantità dei 1551 n° 273, abitanti anno 1745 n° 299, abitanti anno
giardini che adornano ed arricchiscono i fianchi 1833 n° 546, abitanti anno 1840 n° 656
inferiori del monte e le colline che si estendono fino alla - nome del luogo: Querceto, titolo della chiesa: S. Jacopo
pianura alla destra della strada maestra pratese; (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
solamente aggiungerò che nei secoli della Repubblica 1551 n° 322, abitanti anno 1745 n° 571, abitanti anno
Fiorentina la parte superiore del Monte Morello era 1833 n° 729, abitanti anno 1840 n° 783
vestita al pari dell’Appennino di Camaldoli di annosi - nome del luogo: Quinto, titolo della chiesa: S. Maria
abeti, del cui legname si servì non solo Cosimo I per l e (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
travature degli Uffizj RR. di Firenze, ma ancora la 1551 n° 453, abitanti anno 1745 n° 451, abitanti anno
Signoria della Repubblica quando ordinò che si 1833 n° 552, abitanti anno 1840 n° 629
atterrassero gli abeti del Monte Morello per fare palchi - nome del luogo: Ruffignano con Carmignanello, titolo
ed altri lavori nel Palazzo de' Signori. – (GAYE, della chiesa: S. Silvestro a Ruffignano (Rettoria) S.
Carteggio di Artisti inedito, Volumre III. lett. 51.) Bartolo a Carmignanello (Rettoria), diocesi cui
Sotto il governo Mediceo il potestà di Sesto abbracciava appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 140 (S.
nella sua giurisdizione civile anche il distretto di Fiesole, Silvestro) e n° 66 (S. Bartolo), abitanti anno 1745 n° 197,
sicché quel giusdicente portava il doppio titolo di potestà abitanti anno 1833 n° 212, abitanti anno 1840 n° 200
di Sesto e Fiesole. - nome del luogo: SESTO, titolo della chiesa: S. Martino
La Comunità mantiene un medico, un chirurgo ed un (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
maestro di scuola. – Non vi sono mercati settimanali. Vi 1551 n° 1064, abitanti anno 1745 n° 2038, abitanti anno
si tiene bensì una fiera annuale che cade nel dì 29 agosto. 1833 n° 3399, abitanti anno 1840 n° 3705
L'ingegnere di Circondario è quello di Fiesole; la
cancelleria Comunitativa sta al Pellegrino, l’uffizio per - Totale abitanti anno 1551: n° 4137
l’esazione del Registro, la conservazione delle Ipoteche ed - Totale abitanti anno 1745: n° 6103
il tribunale di Prima istanza sono in Firenze. - Totale abitanti anno 1833: n° 8796
- Totale abitanti anno 1840: n° 9595
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di
SESTO a quattro epoche diverse.
SESTO nel val d’Arno pisano. – Vedere SETTIMO (S.
- nome del luogo: Castello, titolo della chiesa: S. Michele CASSIANO A).
(Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
1551 n° 702, abitanti anno 1745 n° 945, abitanti anno
1833 n° 1346, abitanti anno 1840 n° 1488 SESTO A MORIANO nella Valle del Serchio. – Vedere
- nome del luogo: Castiglioni di Cercina con i suoi MORIANO.
annessi, titolo della chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi
cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 132,
abitanti anno 1745 n° 140, abitanti anno 1833 n° 156, SESTO (PIEVE DI S. MARIA A) nella valle del Serchio.
abitanti anno 1840 n° 188 – Vedere MORIANO, e CASSIANO (S.) A MORIANO.
- nome del luogo: Cercina con gli annessi, titolo della
chiesa: S. Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze,
abitanti anno 1551 n° 342, abitanti anno 1745 n° 359, SESTO (BADIA A). – Vedere ABAZIA DI SESTO nel
abitanti anno 1833 n° 421, abitanti anno 1840 n° 485 Ducato di Lucca.
- nome del luogo: Colonnata, titolo della chiesa: S.
Ceceri e di Fiesole, ricco al pari di essi di cave di pietra
SESTO (LAGO DI). – Vedere LAGO DI BIENTINA, o arenaria, per cui dal villaggio di Settignano da lunga età
DI SESTO. escono eccellenti lavoranti di opere architettoniche ed
anche di scultura.
Non starò a perdere tempo sull’etimologia di cotesto
SETTINIANA o SETTIGNANO DI FILETTOLE villaggio, che per bonarietà da alcuni fu creduto fondato
(Septinianum) nella Valle del Serchio. Casale perduto nel dall’Imperatore Settimio Severo, e fu forse per tal motivo
popolo di S. Maurizio a Filettole dove fu una chiesa che i Settignanesi gl’innalzarono nella loro piazza una
dedicata a S. Frediano, nella Comunità e circa 3 miglia a statua di macigno.
settentrione di Vecchiano, Giurisdizione de’Bagni di S. Avvegnachè il paese di Settignano doveva esistere molto
Giuliano, Diocesi e Compartimento di Pisa. innanzi quell’Imperatore, siccome lo dà a conoscere la
La memoria più antica di questo vico di Settiniana, o lapida di un veterano addetto alla settima coorte della
Septiniano, trovasi io credo in una carta lucchese tribù Scaptia, appellato Publio Verio Settimio, la qual
dell’anno 768 pubblicata dal Muratori nelle sue Antichità memoria fu posta dal di lui figlio Caio Verio insieme alla
M. Aevi, Dissert. 32, nella quale si tratta di una dote alla sua sorella Veria Septiniana P. F. Fesulana. – (GORI,
chiesa di S. Frediano in pago Septiniano assegnata al suo Inscript. Antiq. Civit. Hetrur.)
fondatore che abitava nel medesimo casale. Ma la storia di Settignano è la storia dei valenti artisti che
Che cotesto vico nel popolo di S. Maurizio a Filettole lo ha fornito non dirò dall’epoca ignota di Settimio Severo,
dichiara una altro istrumento dell’anno 886 relativo a una sibbene dal risorgimento delle Belle Arti in Toscana.
permuta dei beni fatta in Lucca nel primo di luglio fra il Imperocchè basta dire che qui nacque nel principio del
chierico Albolfo e Gherardo vescovo di Lucca, cui il secolo XV Desiderio da Settignano, dei di cui lavori
primo cedè la quarta parte di due casamenti e di un podere parlarono con giusta lode il Vasari e il Cicognara.
situato in luogo detto Septiniano, di pertinenza della L’ultimo de’ quali qualificò Desideri da Settignano
chiesa di S. Maurizio a Filettole, la quale fu di patronato giovane di gentile ingegno, e che quante opere prodotte
della chiesa di S. Frediano di Lucca, per cui ricevè in nel breve corso di 28 anni ch’ebbe di vita, egli le
cambio tre pezzi di terra posti in luogo detto Castagnolo e condusse in marmo con una mollezza singolare e tanta
un altro pezzo situato in altra località appellata Colle di pastosità, che alle morbide carni le rendeva
Franco. – (MEMORIE LUCCHESI, T.IV. P. I E T. V. P. rassomiglianti. Desiderio inventò i suoi soggetti con una
II.) – Vedere CASTAGNOLO DI NOZZANO. grazia infinita, come fede ne fanno le sue sculture i
Che la chiesa di S. Murizio a Filettole anche nel secolo X Firenze all’altare del Sacramento in S. Lorenzo ed il
si mantenesse di padronato dei vescovi di Lucca come deposito elegantissimo del Marsuppini in S. Croce. In
patroni della chiesa di S. Frediano, lo dichiara un fine, il Cicognare conclude, può dirsi che l’arte tendesse
giudicato dell’Imperatore Lodovico, pronunziato in Roma alla perfezione per opera sua.
nel febbrajo del 900 a favore di Pietro vescovo lucchese, Né solamente Desiderio scolpì in marmo e in pietra,ma
il quale per tal mezzo potè rivendicare tra le altre cose la ancora lavorò egregiamente nel fondere in metallo,
chiesa di S. Maurizio edificata a Filettole. – siccome può vedersi nella base che regge l’antico Bacco
(FIORENTINI, Memorie della Contessa Matilda, di bronzo nella galleria di Firenze, la quale da molti fu
Appendice.) attribuita a Lorenzo Ghiberti.
Inoltre un vico di Settignano, o Septiniano, nel territorio Di un maestro Domenico di Alessandro Lorenzi da
pistojese, è rammentato in una membrana dell’Archivio Settignano scultore e amministratore de’marmi per conto
Arcivescovile Lucchese, dell’aprile 807, pubblicata nelle di Michelangelo Buonarroti parlano, oltre il Vasari, più
Memorie per servire alla storia di quel ducato (T. V. P. lettere e contratti relativi all’escavazione e sbozzature di
II.); e di un altro vico omonimo nel piviere del Bagno a statue da terminarsi da Michelangelo, mentre il Lorenzi,
Acqua è fatta menzione in un’altra carta dello stesso dal 1508 al 1518 abitò in Carrara, dove sembra che
Archivio Arcivescovile di Lucca, scritta nell’aprile 840, morisse, e dove fra le altre opere eseguì in marmo un
colla quale Willifrido uomo Alemanno, abitante in loco grandioso deposito per il principe Giovanni d’Avila in
Septiniana prese a livello da Gasparando pievano della Spagna.
chiesa battesimale di S. Maria ad Acquis alcune case con Della stessa professione e famiglia Lorenzi era quel
terre, vigne, uliveti e selve attinenti a cotesta chiesa Maestro Giovan Battista da Settignano (forse lo
plebana, situate nel suddetto luogo di Settiniana. – (Oper. Scherano) che nel 1568 recossi con lo scultore Vincenzio
cit.) Danti a Seravezza per assistere all’escavazione de’marmi
nelle nuove cave del Monte Altissimo.
Un messer Luca del Caprino ingegnere di Settignano fu
SETTIGNANO (Septinianum) nel Val d’Arno fiorentino. impiegato dai Dieci di Balia a Firenze, nel principio del
Grosso villaggio con chiesa prioria (S, Maria), nel piviere secolo XVI, ed è rammentato nelle Lettere di artisti state
di S. Pietro a Ripoli Comunità e quasi due miglia a di corto pubblicate dal Gaye (Vol. II.)
settentrione di Rovezzano, Giurisdizione del Bagno a Ma ciò che più onora il paese di Settignano è di sapere
Ripoli, Diocesi e Compartimento di Firenze, dalla qual che costà aveva poderi con due case coloniche ed una
città Settignano dista 3 miglia nella direzione di levante- villa dove talvolta si ritirò Michelangelo Buonarroti,
grecale. siccome apparisce dalla denunzia dei beni da esso stesso
Risiede sopra un poggio di macigno che serve di fatta nel 1534 all’Uffizio delle Decime di Firenze
continuazione dal lato di scirocco a quelli del Monte- (Quartiere S. Croce Gonfalone Leon Nero).
In detta villa, la quale è tuttora posseduta da uno dei PER . SUMMAM . INIURIAM . ORBATUS .
discendenti dello stesso Buonarroti che porta il nome di PAUPERRIMAE . VITAE . INCONMODA.
Michelagnolo, ed è pittore, conservasi non solamente il ELEGIACO. .VEEMENTISSIMO . CARMINE .
satiro da quel divino ingegno tratteggiato a carbone nella DFLENS . LATIUM . MELOS . SITU . OBSITUM . AD
cucina, mentre villeggiava in Settignano, ma ancora i . PRISCAE . VENUSTATIS . NORMAM . EREXIT .
Ricordi e le Lettere Autografe, da noi citate all’Art. ET . OBSCURUM . PATRIAE . NOMEN .
SERAVEZZA, parte delle quali conserva l’altro ILLUSTRAVIT
discendente consigliere Cosimo Buonarroti. Finalmente
Giorgio Vasari parla con lode di due scultori, Alessandro JOANNES . MARIA . PUPILLIUS . HUJUS .
da Settignano, detto lo Scherano, e Giovan Battista dello AEDIS
stesso casato nonché di Valerio Cioli pur esso scultore. SACERDOS . PRIOR ….. NE’ . PRAESTANTIS
Rammenta infine Antonio da Settigano architetto che INGENII . FAMA . APUD . MUNICIPES . ET
disegnò la chiesa e convento de’Frati Gesuati esistita fuori INQUILINOS . OBSOLESCERET . HOC . M. .
di Porta a Pinti fino al 1528. – Anche all’Art. P.
SERAVEZZA si trovano indicati i nomi di varj maestri da ANNO . MDCCCXXVIII
Settignano, coi quali Michelagnolo contrattò per i lavori
della facciata di S. Lorenzo di Firenze. Nacque pure in Settimello sul cadere del secolo XVIII e
Che poi Settignano anche ai tempi nostri fornisca tali fiorì fino all’anno 1840 in Firenze il padre Innocenzio
artisti, da rivaleggiare dire quasi col famoso Desiderio, Conti dell’Ordine francescano de’Zoccolanti, teologo e
basterà ch’io citi il diligente Luigi Giovannozzi, le di cui predicatore distinto.
opere di ornato, siano esse di macigno, siano di marmo, La chiesa di S. Lucia a Settimello fu riedificata nel 1700
destano maraviglia negli intendenti. insieme con la canonica dal priore Francesco Giorgi. Era
La chiesa di S. Maria a Settignano è a tre navate di compreso in cotesta cura il convento degli Agostiniani
padronato di quattro antiche famiglie fiorentine, Romitani, detto delle Cappelle. La chiesa parrocchiale di
Alessandri, Alamanni, Giugni e Falconieri a Roma. Settimello è di giuspadronato del Principe.
La sua cura nel 1833 aveva 1209 abitanti. Essa nel 1833 noverava 890 abitanti.
SETTIMELLO nel Val d’Arno fiorentino. – Borgata con SETTIMO (BADIA A) nel Val d’Arno fiorentino. –
chiesa prioria (S. Lucia) nel piviere di Sesto, Comunità e Vedere ABAZIA A SETTIMO.
circa un miglio a scirocco di Calenzano, Giurisdizione di
Campi Diocesi e Compartimento di Firenze.
Trovasi in pianura lungo la strada militare di Barberino SETTIMO (PIEVE DI S. GIULIANO A) nel Val d’Arno
del Mugello circa un miglio a maestrale del borgo di fiorentino. Pieve antica nella Comunità di Casellina e
Sesto, alla base occidentale del poggio delle Cappelle, che Torri, giurisdizione del Galluzzo, già della Lastra a Signa,
forma uno de’sproni meridionali del Monte-Morello, Diocesi e Compartimento di Firenze, dalla qual città
presso dove termina, o incomincia l’ubertosa pianura di cotesta chiesa plebana dista quasi 5 miglia a ponente.
Sesto. Risiede in mezzo ad una bella pianura presso la strada
Ma il merito maggiore di questa borgata è quello di esser postale Livornese posta al suo ostro, e la ripa sinistra
patria del più valente poeta latino del Risorgimento delle dell’Arno situata al suo settentrione, mentre trovasi al suo
lettere, intendo dire di Arrigo o Arrighetto da Settimello, ponente il villaggio di S. Colombano e a levante la chiesa
applaudito scrittore sulla fine del secolo XII, noto della soppressa Badia a Settimo.
specialmente per una elegia intitolata: De diversitate La memoria più antica della chiesa battesimale di S.
fortunae et philosophiae consolatione, operetta stata una Giuliano a Settimo fu indicata dall’Ughelli nella sua Italia
volta in tal pregio che serviva di esemplare per buona Sacra, in Archiep. Flor., dove fu riportato un istrumento
latinità nelle pubbliche scuole. del 724, mercè cui il vescovo Specioso assegnò varie
Infatti Filippo Villani nelle vite degli uomini illustri possessioni al capitolo della sua cattedrale, alcune delle
qualificò Arrighetto da Settimello come uomo di potente e quali erano comprese nel piviere di S. Giuliano a Settimo.
leggiadro ingegno, di facile e pronta invenzione, nato da Allo stesso luogo appella un’altra carta del luglio 774
parenti contadini nella villa di Settimello presso Firenze; pubblicata dal Lami nei suoi Monum. Eccl. Flor. pag.
il quale essendosi dato in gioventù allo studio della 1416. La suddetta pieve di Settimo è rammentata di nuovo
poesia, fattosi prete ottenne la pieve di Calenzano, ricco in una scrittura dell’agosto 866, già citata all’Art.
benefizio che dovè poi perdere dopo lunga lite, e BORGO S. DONNINO, dalla quale apparirebbe che nel
ritornarsene in Settimello dove morì. secolo IX la chiesa di S. Donnino a Brozzi fosse
Lode sia al parroco attuale di Settimello, il quale dopo il compresa non già nel piviere di S. Martino a Brozzi
corso di sei secoli ha voluto erigere nelle sua chiesa un siccome si trova nell’XI, ma in quello di Oltrarno di S.
cenotafio marmoreo a cotanto illustre poeta con la Giuliano a Settimo. Vedere BORGO S. DONNINO.
seguente iscrizione: Assai più frequenti sono le memorie dei secoli
susseguenti relative alla pieve di S. Giuliano a Settimo,
HENRICO SEPTIMELLENSI molte delle quali spettano alle membrane appartenute alla
QUI . SAECULO . CHRISTI . XII . CALENTIANENSIS vicina Badia a Settimo, fondata o piuttosto ridotta tale, nel
PLEBIS . SACERDOTIO . FUNCUTS . EODEMQUE . principio del secolo XI dal conte Lotario figlio del Conte
Cadolo, autore dei Cadolingi di Settimo e di Fucecchio, di quella Badia, affinchè in tempo di guerra vi si
la qual prosapia ebbe anche il giuspadronato di questa potessero ritirare con le loro cose gli uomini e famiglie di
pieve. Vedere ABAZIA DI SETTIMO. quel piviere. Cotesta misura di difesa può servire a
La chiesa a tre navate è stata ingrandita dopo la metà del rettificare l’epoca ivi scolpita in una pietra di macigno,
secolo XVIII e abbellita dal pievano di quel tempo attualmente in gran parte logora, sotto l’arme del Comune
Tommaso Gambassini mediante il concorso ed ajuti della di Firenze posta sull’ingresso del vecchio recinto di essa
nobile famiglia Mannelli sottentrata patrona della stessa Badia.
pieve, e alla quale spettano le armi gentilizie poste nella Nel balzello imposto nel 1414 da Comune di Firenze
sua facciata. sopra gli abitanti dello Stato vecchio, il piviere di S.
La pieve di S. Giuliano oltre agli annessi (il più antico dei Giuliano a Settimo venne tassato come appresso:
quali fu forse S. Michele a Monte Cascioli) contava due
altre parrocchie date alla pieve di Giogoli. Essa 1 Popolo della Pieve di S. Giuliano a Settimo Fiorini 40
attualmente abbraccia 9 chiese filiali; cioè, 1. S. Stefano a 2 Popolo della badia a Settimo Fiorini 32
Ugnano, prioria; 2. S. Colombano a Settimo, idem; 3. S. 3 Popolo di S. Stefano a Ugnano Fiorini 50
Martino alla Palma, già priorato de’monaci Cistercensi, 4 Popolo di S. Colombano a Settimo Fiorini 100
ora prioria inamovibile; 4. S. Romolo a Settimo, prioria; 5 Popolo di S. Ilario a Settimo Fiorini 2
5. S. Ilario a Settimo, detto alla Capannuccia, rettoria; 6. 6 Popolo di S. Maria a Castagnolo Fiorini 1
S. Maria a Castagnetolo, con l’annesso di S. Andrea a 7 Popolo di S. Romolo a Settimo Fiorini 14
Bagnolo, idem; 7. S. Pietro a Solicciano, idem; 8. S. 8 Popolo di S. Bartolo in Tuto (ora sotto la pieve di S.
Maria a Montignano, idem; 9. S. Lorenzo a Settimo, Alessandro a Giogoli) Fiorini 5
traslocata nella chiesa che fu abbazia di S. Salvatore a 9 Popolo del priorato di S. Andrea a Mosciano (ora sotto
Settimo, prioria. la pieve di S. Alessandro a Giogoli) Fiorini 16
Fra le maggiori ville signorili sparse nel popolo di cotesta 10 Popolo di S. Pietro a Solicciano Fiorini 6
pieve accennerò quella di Castel-Pulci ora de’marchesi 11 Popolo di S. Maria a Mantignano Fiorini 28
Riccardi, dove era una cappella sotto il titolo di S. Jacopo, 12 Popolo di S. Martino alla Palma Fiorini 96
la quale sulla fine del secolo XVI fu data in benefizio a un
familiare del Pontefice Alessandro VI. – (ARCH. DELLE TOTALE Fiorini 390
RIFORMAGIONI DI FIRENZE).
Anche la collina di Castel Pulci nei secoli più vicini al Attualmente nel popolo di cotesta pieve esiste una
mille apparteneva ai Conti Cadolingi di Settimo e di fabbrica di cera eretta nel 1842 dal negoziante Anton-
Fucecchio come quelli che signoreggiavano nei castelletti Maria Bertelli
di Mont’Orlando sopra Gangalandi e di Monte Cascioli La popolazione della parrocchia di S. Giuliano a Settimo
vicino a Castel Pulci, di dove quei conti nel principio del nell’anno 1833 ascende a 1850 abitanti.
secolo XII facevano guerra al popolo di Firenze. Vedere
CASCIOLI (MONTE) e GANGALANDI.
Ciò che non è da tacersi è la notizia desunta da un SETTIMO (S. BENEDETTO A) nel Val d’Arno pisano.
istrumento dell’anno 1352, esistente nell’Archivio Chiesa parrocchiale nel piviere di S. Casciano a Settimo,
Diplomatico Fiorentino fra le carte del monastero di S. Comunità e circa miglia 1 e 1/2 a ponente di Casciana,
Donato a Torri. Da quel documento pertanto si viene a Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e Compartimento di
scuoprire qualmente nel popolo di S. Giuliano a Settimo Pisa.
esiste un poggetto cui fu dato il nome di Monte Trovasi nel piano di Cascina, fra la strada postale
Aguglione, dal quale luogo facilmente derivò il Livornese e la ripa sinistra dell’Arno dirimpetto al monte
guelfissimo Baldo d’Aguglione che condannò Dante della Verruca che si alza sull’opposta ripa del fiume.
Alighieri nella pena capitale; talchè il sommo poeta Fu questa chiesa innanzi il mille di giuspadronato, almeno
collocò nell’Inferno i suoi giudici severi, Baldo e in parte dei vescovi di Lucca, dai quali fu acquistato il
Morubaldini, segnalandoli entrambi in un verso della giuspadronato fin dall’anno 861 contemporaneamente a
prima sua Cantica; cioè: quello che ebbero della chiesa di S. Michele sul monte
della Verruca, comecchè coteste due chiese quanto allo
Il villan d’Aguglion e quel da Signa spirituale dipendessero dai vescovi di Pisa. E’ una
scrittura del 30 giugno di detto anno 861 pubblicata nel T.
Quindi all’Art. AGUGLIONE citai cotesto istrumento V. P. II. delle Memorie Lucchesi nella quale si parla della
appartenuto al convento di S. Donato a Torri il quale permuta di beni fatta molto tempo innanzi da Berengario
consiste in un rogito scritto in Firenze il 28 novembre del vescovo di Lucca ed Eriprando del fu Ildebrando, il quale
1352, in cui si tratta di alienare la metà di una casa posta ultimo avendo ricevuto dal vescovo lucchese diverse
nel popolo della pieve di S. Giuliano a Settimo in luogo possessioni della sua mensa vescovile situate nel contado
appellato a piè del Monte Aguglione. di Roselle, in cambio de’quali effetti rinunciò al vescovo
La Comunità del piviere di Settimo con deliberazione di Lucca i beni e la che sa di S. Michele che egli
della Signoria di Firenze approvata dai collegj, nel 7 possedeva sul monte della Verruca.
gennaio 1370 (stile comune), fu imposta per lire duemila, E siccome il detto Eriprando non aveva potuto mantenere
la metà della qual somma a carico della Comunità illeso ai vescovi successori di Berengario il giuspadronato
predetta e l’altra metà da pagarsi dai monaci della Badia a della chiesa di S. Michele della Verruca, con cotesto
Settimo, per fortificare e circondare di mura il fabbricato istrumento del 30 giugno 861, rogato in Lucca, cedè alla
mensa vescovile lucchese nelle mani di Geremia vescovo prosapia dei conti della Gherardesca che ebbero signoria
di quella cattedrale la parte ad esso spettante della chiesa per molti secoli nella contrada di S, Casciano a Settimo.
di S. Benedetto a Settimo insieme con le porzioni di beni Io non saprei decidere se ad alcuna delle due prosapie qui
appartenenti alla medesima. Le quali possessioni della sopra indicate, o se ad altre appartennero quei nobili o
chiesa di S. Benedetto a Settimo furono più tardi Lambardi del castello di S. Casciano, contro i quali gli
(nell’anno 911) allivellate da Pietro vescovo di Lucca ai uomini del vicino casale di Casciavola nel secolo XI
due fratelli nativi di Feruniano in Val d’Era, come può avevano reclamato davanti la contessa Beatrice, marchesa
vedersi in altro istrumento rogato in Lucca li 6 maggio di della Toscana, e che dopo di essa ricorsero ai consoli e al
detto anno. – (MEMORIE LUCCHESI T. V. parte III). Vedere clero della Primaziale di Pisa per rammaricarsi de
L’Art. seguente. empietate et crudelitate quam Lambardi de S. Casciano
La parrocchia di S. Benedetto a Settimo nel 1833 contava faciunt nobis dichiarando di essere sempre stati uomini
658 abitanti. liberi, di aver tenuto abitazioni nel castello di S. Casciano,
donec integrum fuit, ma di non aver prestato mai alcun
atto di servitù a quei Lambardi, meno che il tributo
SETTIMO (S. CASCIANO A) nel Val d’Arno pisano. dovutogli rispetto alle case che essi vi tenevano di loro
Villaggio con pieve antica dedicata ai Santi Ippolito e proprietà. La quale servitù consisteva nell’obbligo di
Cassiano nella Comunità e quasi 3 miglia a ponente- pagare due carra di legna per ciascuna cella o abitazione,
maestro di Cascina, Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e a condizione per i padroni diretti di cautelare ai querelanti
Compartimento di Pisa. la selva che essi tenevano. Dipoi i feudatarj di S.
Risiede sulla ripa sinistra dell’Arno lungo la strada Casciano (ivi si aggiunge) permutarono il tributo delle
rotabile che staccasi dalla regia postale Livornese per due carra di legna in una pensione di 16 denari.
arrivare alla barca di Zembra ora al ponte nuovo Finalmente gli uomini di Casciavola davanti ai
sull’Arno. rappresentanti del Comune di Pisa dichiararono che
All’Art. CASCIANO (S.) A SETTIMO fu indicato fra le essendo stato distrutto il castello di S. Casciano sembrò
più antiche memorie di cotesta pieve un contratto cosa giusta rimanere liberi da ogni servitù.
enfiteutico scritto nell’anno 970, col quale Arberico Ma innanzi che il castello prenominato fosse disfatto
vescovo di Pis a allivellò ai due figli del Marchese Oberto (soggiunsero i querelanti) i signori di S. Casciano
conte del Palazzo la metà dei beni e decime spettanti alla cominciarono a farci rapire le nostre robe, onde adirati
pieve di S. Casciano a Settimo situata presso il fiume (sono essi che parlano) venimus in palatio ante Domnam
Arno. (MURATORI, Antiq. M. Aevi, In Excerpta Arch. Beatricem ut faceremus ei procalmationem. La Marchesa
Archiep. Pis.) infatti bandì tossto una pena di mille lire di oro contro
Ma il Muratori stesso aveva pubblicato due altri quei signori che avessero recato alcun male ai
documenti dello stesso Archivio Arcivescovile Pisano, reclamanti… post (continua il documento) cum omnis
dell’ottobre 878 e del maggio 883, il primo relativo a una potestas perdidit virtutem, et justitia mortua est, et periit
permuta di beni, scritto in una corte domnicata dei de terra nostra, tunc (i Lambardi di S. Casciano) ceperunt
vescovi pisani posta a S. Casciano, e il secondo facere omnia mala nobis, sicut Pagani, et Saraceni etc.. –
riguardante un’enfiteusi di terre concesse da Giovanni, (CAMICI , Dei marchesi di Toscana,Vol. II.)
vescovo pur esso di Pisa, nel tempo che stava nella sua Io non voglio credere che tanti mali attribuire si debbano
corte di S. Casciano. ad alcuna delle due famiglie, le quali ebbero palazzo e
Spetta allo stesso Archivio Arcivescovile Pisano un altro beni di suolo in S. Casciano a Settimo, bensì il documento
istrumento del maggio 819 che tratta di un’enfiteusi di di sopra citato ci può scuoprire l’epoca della distruzione
terre e casa di pertinenza della chiesa di S. Martino posta del castello omonimo, dove nei secoli successivi
nei confini di Settimo (probabilmente la distrutta chiesa di troviamo, non solo i Gherardeschi ed i Sancasciani, ma
S. Martino detta al Bagno o Bagnolo nel piviere di S. altri nobili pisani. Tale fu per esempio quel Lamberto di
Casciano), la qual chiesa è rammentata in una carta del S. Casciano che fu uno dei consoli maggiori della città di
marzo 1349 fra quelle de’soppressi Olivetani di Pisa. Pisa, allorchè nel febbraio 1188 per mediazione del
Dal piviere di Settimo nel 970 dipendevano le seguenti 21 Pontefice Celestino III, si sottoscrisse alla pace fra i
villate, alcune delle quali furono assegnate posteriormente Genovesi e i Pisani, giurata da mille cittadini dell’una e
a delle pievi limitrofe; cioè: Sesto, S. Casciano, Anghiale, dell’altra repubblica. tali furono i due fratelli Guido e
celajano, Paccianula, Tavola, Casciavola, Scorno, Ranieri da S. Casciano, un Cacciaguerra, un Cristiano con
Visignano, Pagnatico, Moscajola, Macerata, Marciana, due figli, un Simone con Lanfranco di lui fratello ed un
Ferrajano, Settimo, Barbajano, Oliveto, Paterno, Saletto, Manfredi, tutti da S. Casciano che leggonsi firmati fra i
Civigliano e Noce. mille cittadini pisani. - Arroge che nella nota predetta è
Al citato Articolo CASCIANO (S.) A SETTIMO furono registrato un Gherardo da Settimo, corrispondente a quel
indicate le chiese di quel piviere esistenti nel 1372 e le Conte Gherardo che fu figlio di altro Conte Gherardo e
sole parrocchiali a cui attualmente sono ridotte. fratello di un Conte Ranieri della Gherardesca la di cui
Fra le chiese iscritte nel catalogo del 1372, e anche in consorte, contessa Erminia, nel 16 agosto del 1160 (1159
quello del 1277, fu segnalata sotto il pievanato di Settimo stile comune) stando nella sua Villa di Settimo prestò il
la chiesa di S. Pietro in Castello senza precisare qual consenso ad una donazione di beni che nel mese
castello fosse cotesto, lo che fa dubitare che volesse antecedente fecero all’ospedale di Stagno il Conte Ranieri
riferire a un castel di Settimo anticamente posseduto o suo marito, il Conte Gherardo suo cognato e la moglie di
dalla nobil famiglia pisana de’Sancasciani, oppure dalla quest’ultimo, i quali avevano fino d’allora abitazione in
Pisa nel popolo di S. Andrea in Chinzica. – (ARCHIVIO Pisa.
DIPLOMATICO FIORENTINO, Carte del Monastero di È situata in pianura presso la strada postale Livornese fra
S. Lorenzo alla Rivolta di Pisa). Navacchio e la Madonna dell’Acqua.
Della stessa provenienza sono due altre membrane, una Cotesta chiesa parrocchiale fu eretta prepositura nell’anno
del 28 settembre e l’altra del 18 novembre dell’anno 1178 1455 per decreto dell’arcivescovo Giuliano de’Ricci
(stile comune) quando un conte Ugolino figlio del fu tenendo salvo per latro i diritti e preminenze del pievano
Conte Tedicio con donna Gottilda del fu Rosselmino di di S. Casciano a Settimo.
Pisa di lui moglie, stando in Settimo, alienò allo spedale La parrocchia di S. Frediano a Settimo nel 1833 aveva
di Stagno alcune sue terre poste in Anchiale presso la 1087 abitanti.
Fossa-Nuova.
Finalmente con istrumento del 1 aprile anno 1200 (stile
pisano) i deputati eletti dal Conte Tedicio della SETTIMO (S. ILARIO A), detto ancora alle Capannucce
Gherardesca, potestà di Pisa, recaronsi a Settimo per nel Val d’Arno fiorentino. E’ una delle porzioni comprese
riconoscere i confini de’terreni marazzosi posti in nella contrada e piviere di Settimo, suddivisa in più
Anchiale già stati acquistati dallo spedale di Stagno e per popoli. la quale porta il distintivo di una delle sue chiese
la vendita fatta dai fratelli Ugolinello e Ugolino figli del parrocchiali (S. Ilario) nel piviere stesso di S. Giuliano a
fu conte Tancredi di Settimo (ivi). Settimo, Comunità e circa miglia uno a levante-scirocco
Fra le carte poi degli Olivetani di Pisa avvene una del 22 della Lastra, già nella Comunità della Casellina e Torri,
agosto 1215 scritta in Cascina riguardante la compra fatta Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di
dal conte Ildebrandino figlio del Conte Ranieri della metà Firenze.
di un predio situato in Settimo alienato dal suo nipote Risiede tra la strada postale Livornese ed il poggio di S.
Conte Alberto del fu Conte Tedicio. - Al quale Conte Romolo a Settimo, a piè delle colline che stendendosi fra
Alberto ne richiama uno strumento di lega stabilita nel 5 Gangalandi e Caste-Pulci.
aprile del 1238, nella chiesa di S. Dalmazio sotto S. Maria E chiamato anche S. Ilario alle Capannucce da un
a Monte fra diverse comunità e dinasti del territorio e borghetto situato lungo la strada postale fra Castel Pulci e
contado pisano, della qual lega fecero parte oltre il conte il ponte sul Vigone, compreso nel popolo di S. Ilario
Alberto di Segalari anco i Conti Ranieri da Bolgari, Un’altra località appellata Castellina nel popolo
Guelfo e Bonifazio da Donoratico, ecc. che tutti ivi si medesimo è rammentata in un testamento del 5 novembre
qualificano della Gherardesca. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor. 1299, pubblicato dal Lami nei suoi Monum. Eccl. Flor. a
pag. 475). pag 1080, scritto in Firenze da un prete Geri del fu
Ma la celebrità maggiore della villa signorile ch’ebbero i Sinibaldo da Settimo, dove è anche rammentato il Monte
conti della Gherardesca a Settimo, le derivò dal Conte Cascioli o Cascioli col vicino podere di messer Ponzardo
Ugolino di Donoratico che nella sua villa di Settimo si era de’Pulci, dal quale messere ebbe probabilmente nome la
recato pochi giorni innanzi la rivoluzione mossa in Pisa villa contigua di Castel Pulci.
(nel giugno del 1288 stile pisano) contro il conte predetto, La popolazione della parrocchia di S. Ilario a Settimo nel
sicchè egli al suo ritorno da Settimo fu preso, carcerato e 1833 ascendeva a 177 abitanti.
poi fatto barbaramente morire di fame con due suoi figli e
due nipoti nella torre de’Gualandi, detta perciò la torre
della Fame. SETTIMO (S. ILARIO A) altrimenti detto A SELVA
Il Targioni nel Vol. II dei suoi Viaggi pubblicò varie LONGA nel val d’Arno pisano. – Vedere ILARIO (S.) IN
iscrizioni lapidarie esistite nella pieve di S. Casciano a SELVA LONGA.
Settimo.
Cotesta chiesa ha tre navate, fabbricata tutta di pietrame
cavato dall’opposto monte della Verruca meno SETTIMO (S . MARTINO A) AL BAGNOLO. – Vedere
l’architrave della porta maggiore ch’è di marmo. Dal SETTIMO (S. CASCIANO A).
secolo XV in poi fu e conservasi costantemente patrona di
cotesta chiesa plebana la nobil famiglia Lanfranchi di
Pisa. SETTIMO (S. PROSPERO A) alias IN VIA CAVA. –
La parrocchia di S. Casciano a Settimo nel 1833 noverava Vedere PROSPERO (S.) IN VIA CAVA .
841 abitanti.
QUADRO SINOTTICO delle Parrocchie della DIOCESI 8. S. Maurizio in S. Spirito con porzione del soppresso
DI SIENA repartite nei 12 Vicariati foranei con la loro popolo di S. Giorgio al Seminario
popolazione a cinque epoche diverse popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 1320
Nome del piviere: PIEVE MAGGIORE DELLA CITTA’ popolazione anno 1833: abitanti n° 1538
DI SIENA e sue chiese parrocchiali popolazione anno 1840: abitanti n° 1672
N.B. In cotesto piviere maggiore dalla seconda all’ultima popolazione anno 1843: abitanti n° 1619
epoca furono soppresse sei parrocchie, e quattro
traslatate in altre chiese superstiti 9. S. Pellegrino nella Sapienza
popolazione anno 1640: abitanti n° -
1. S. Giovanni Battista (Pieve) con l’annesso di S. popolazione anno 1745: abitanti n° 606
Desiderio, compreso lo Spedale della Scala popolazione anno 1833: abitanti n° 782
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1840: abitanti n° 837
popolazione anno 1745: abitanti n° 1887 popolazione anno 1843: abitanti n° 803
popolazione anno 1833: abitanti n° 1986
popolazione anno 1840: abitanti n° 1977 10. S. Pietro in Castelvecchio
popolazione anno 1843: abitanti n° 2537 popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 652
2. S. Andrea con porzione della cura de’SS. Vincenzio e popolazione anno 1833: abitanti n° 971
Anastasio popolazione anno 1840: abitanti n° 1072
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1843: abitanti n° 1107
popolazione anno 1745: abitanti n° 453
popolazione anno 1833: abitanti n° 620 11. S. Pietro Bujo in S. Giovannino in Pantaneto
popolazione anno 1840: abitanti n° 632 popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1843: abitanti n° 678 popolazione anno 1745: abitanti n° 295
popolazione anno 1833: abitanti n° 387
3. S. Antonio Abate popolazione anno 1840: abitanti n° 458
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1843: abitanti n° 458
popolazione anno 1745: abitanti n° 750
popolazione anno 1833: abitanti n° 858 12. S. Pietro alla Magione con porzione del popolo
popolazione anno 1840: abitanti n° 801 soppresso de’SS. Vincenzio e Anastasio
popolazione anno 1843: abitanti n° 892 popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 484
4. S. Clemente nella SS. Concezione dei Servi popolazione anno 1833: abitanti n° 518
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1840: abitanti n° 619
popolazione anno 1843: abitanti n° 648 popolazione anno 1843: abitanti n° 201
Nome del luogo: Castiglion del Bosco N.B. Nel Vicariato di Buonconvento dalla prima
all’ultima epoca furono soppresse tre cure.
42. S. Michele (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 35 IV. VICARIATO DI CORSANO
popolazione anno 1745: abitanti n° 124
popolazione anno 1833: abitanti n° 179 Nome del luogo: Corsano
popolazione anno 1840: abitanti n° 175
popolazione anno 1843: abitanti n° 174 49. S. Giovanni Battista (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 91
Nome del luogo: Montauto Giuseppi, e Casal de’Frati popolazione anno 1745: abitanti n° 361
popolazione anno 1833: abitanti n° 472
43. S. Andrea (Cura) popolazione anno 1840: abitanti n° 455
popolazione anno 1640: abitanti n° 223 popolazione anno 1843: abitanti n° 508
popolazione anno 1745: abitanti n° 206
popolazione anno 1833: abitanti n° 312 Nome del luogo: Bagnaja e Lestine
popolazione anno 1840: abitanti n° 274
popolazione anno 1843: abitanti n° 260 50. SS. Vincenzio e Anastasio (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 109
No me del luogo: Sprenna a Seravalle popolazione anno 1745: abitanti n° 161
popolazione anno 1833: abitanti n° 188
44. S. Lorenzo (Pieve) popolazione anno 1840: abitanti n° 222
popolazione anno 1640: abitanti n° 292 popolazione anno 1843: abitanti n° 209
popolazione anno 1745: abitanti n° 273
popolazione anno 1833: abitanti n° 381 Nome del luogo: Filetta e Faltignano
popolazione anno 1840: abitanti n° 416
popolazione anno 1843: abitanti n° 440 51. S. Andrea (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 376
No me del luogo: Abbadia Ardenga popolazione anno 1745: abitanti n° 186
popolazione anno 1833: abitanti n° 159
45. S. Andrea (Cura) popolazione anno 1840: abitanti n° 172
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1843: abitanti n° 248
popolazione anno 1745: abitanti n° 76
popolazione anno 1833: abitanti n° 106 Nome del luogo: Radi di Creta
popolazione anno 1840: abitanti n° 119
popolazione anno 1843: abitanti n° 110 52. S. Pietro (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 80
Nome del luogo: Piana e Saltennano popolazione anno 1745: abitanti n° 147
popolazione anno 1833: abitanti n° 176
46. S. Innocenziana (Pieve) popolazione anno 1840: abitanti n° 178
popolazione anno 1640: abitanti n° 264 popolazione anno 1843: abitanti n° 156
popolazione anno 1833: abitanti n° 449
Nome del luogo: Campriano e S. Lazzerello popolazione anno 1840: abitanti n° 391
popolazione anno 1843: abitanti n° 368
53. S. Giovanni Decollato e S. Lazzero (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 130 Nome del luogo: Querce Grossa e Petrojo
popolazione anno 1745: abitanti n° 118
popolazione anno 1833: abitanti n° 330 60. S. Giacomo e S. Angelo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 178 popolazione anno 1640: abitanti n° 121
popolazione anno 1843: abitanti n° 135 popolazione anno 1745: abitanti n° 184
popolazione anno 1833: abitanti n° 261
Nome del luogo: Pilli popolazione anno 1840: abitanti n° 253
popolazione anno 1843: abitanti n° 243
54. S. Salvatore (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 176 Nome del luogo: Reciano e Chiocciola
popolazione anno 1745: abitanti n° 302
popolazione anno 1833: abitanti n° 442 61. S. Bartolommeo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 454 popolazione anno 1640: abitanti n° 324
popolazione anno 1843: abitanti n° 442 popolazione anno 1745: abitanti n° 201
popolazione anno 1833: abitanti n° 277
Nome del luogo: Magnano popolazione anno 1840: abitanti n° 286
popolazione anno 1843: abitanti n° 287
55. S. Giacomo (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 71 Nome del luogo: Fungaia e al Colle
popolazione anno 1745: abitanti n° 55
popolazione anno 1833: abitanti n° 78 62. S. Michele e S. Lorenzo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 79 popolazione anno 1640: abitanti n° 111
popolazione anno 1843: abitanti n° 71 popolazione anno 1745: abitanti n° 152
popolazione anno 1833: abitanti n° 118
V. VICARIATO DI MONTERIGGIONI popolazione anno 1840: abitanti n° 131
popolazione anno 1843: abitanti n° 141
Nome del luogo: Monteriggioni
N.B. Nel vicariato di Monteriggioni dalla prima
56. S. Maria Assunta (Pieve) all’ultima epoca furono soppresse tre chiese parrocchiali.
popolazione anno 1640: abitanti n° 260
popolazione anno 1745: abitanti n° 271 VI. VICARIATO DELLA CANONICA A CERRETO
popolazione anno 1833: abitanti n° 348
popolazione anno 1840: abitanti n° 489 Nome del luogo: Canonica a Cerreto con Cerreto
popolazione anno 1843: abitanti n° 430 Ciampoli
Nome del luogo: Vagliagli e Coschine 73. SS. Jacopo e Cristofano (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 136
67. SS. Cristofano e Bartolommeo (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 172
popolazione anno 1640: abitanti n° 264 popolazione anno 1833: abitanti n° 356
popolazione anno 1745: abitanti n° 335 popolazione anno 1840: abitanti n° 327
popolazione anno 1833: abitanti n° 474 popolazione anno 1843: abitanti n° 320
popolazione anno 1843: abitanti n° 472
Nome del luogo: Quinciano
N.B. Nel Vicariato della Canonica a Cerreto fra la prima
e l’ultima epoca furono soppressi quattro popoli. 74. S. Albano (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 44
VII. VICARIATO DI S. LORENZO A MERSE popolazione anno 1745: abitanti n° 79
popolazione anno 1833: abitanti n° 134
Nome del luogo: in Val di Merse popolazione anno 1840: abitanti n° 136
popolazione anno 1843: abitanti n° 127
68. S. Lorenzo (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 235 Nome del luogo: Ponte a Tressa
popolazione anno 1745: abitanti n° 125
popolazione anno 1833: abitanti n° 264 75. S. Angelo (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 262 popolazione anno 1640: abitanti n° 95
popolazione anno 1843: abitanti n° 248 popolazione anno 1745: abitanti n° 125
popolazione anno 1833: abitanti n° 247
Nome del luogo: Recenza popolazione anno 1840: abitanti n° 165
popolazione anno 1843: abitanti n° 158
69. S. Giovanni Battista (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 66 Nome del luogo: Grania con Ponzano
popolazione anno 1745: abitanti n° 161
popolazione anno 1833: abitanti n° 244 76. S. Martino (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 237 popolazione anno 1640: abitanti n° 78
popolazione anno 1843: abitanti n° 218 popolazione anno 1745: abitanti n° 139
popolazione anno 1833: abitanti n° 159
Nome del luogo: Jesa popolazione anno 1840: abitanti n° 207
popolazione anno 1843: abitanti n° 205
70. S. Michele (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 240 Nome del luogo: Leonina con Ripa Medani
popolazione anno 1745: abitanti n° 252
popolazione anno 1833: abitanti n° 415 77. S. Bartolommeo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 421 popolazione anno 1640: abitanti n° 139
popolazione anno 1843: abitanti n° 435 popolazione anno 1745: abitanti n° 211
popolazione anno 1833: abitanti n° 249
Nome del luogo: al Santo popolazione anno 1840: abitanti n° 262
popolazione anno 1843: abitanti n° 277
71. SS. Jacopo e Filippo (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 51 Nome del luogo: Isola d’Arbia con Borgovecchio
popolazione anno 1745: abitanti n° 71
popolazione anno 1833: abitanti n° 99 78. S. Ilario (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 98 popolazione anno 1640: abitanti n° 150
popolazione anno 1843: abitanti n° 89 popolazione anno 1745: abitanti n° 91
popolazione anno 1833: abitanti n° 139
VIII. VICARIATO DI MONTERONI popolazione anno 1840: abitanti n° 129
popolazione anno 1843: abitanti n° 129
Nome del luogo: Colle Malamerenda 85. S. Tommaso (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 100
79. SS. Simone e Giuda (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 145
popolazione anno 1640: abitanti n° 22 popolazione anno 1833: abitanti n° 203
popolazione anno 1745: abitanti n° 111 popolazione anno 1840: abitanti n° 196
popolazione anno 1833: abitanti n° 125 popolazione anno 1843: abitanti n° 215
popolazione anno 1840: abitanti n° 145
popolazione anno 1843: abitanti n° 135 Nome del luogo: Pari
Nome del luogo: Collanza con Medane Spennazzi 86. S. Biagio (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 523
80. S. Giovanni Decollato (Cura) popolazione anno 1745: abitanti n° 463
popolazione anno 1640: abitanti n° 123 popolazione anno 1833: abitanti n° 605
popolazione anno 1745: abitanti n° 132 popolazione anno 1840: abitanti n° 733
popolazione anno 1833: abitanti n° 121 popolazione anno 1843: abitanti n° 733
popolazione anno 1840: abitanti n° 136
popolazione anno 1843: abitanti n° 131 N.B. Il popolo soppresso della Badia Ardenghesca era
compreso nella Diocesi di Grosseto.
Nome del luogo: Lucignano d’Arbia con S. Maria al Pino
X. VICARIATO DI MURLO
81. S. Giovanni Battista (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 256 Nome del luogo: Murlo di Vescovado
popolazione anno 1745: abitanti n° 549
popolazione anno 1833: abitanti n° 703 87. S. Fortunato (Pieve)
popolazione anno 1840: abitanti n° 712 popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1843: abitanti n° 709 popolazione anno 1745: abitanti n° 639
popolazione anno 1833: abitanti n° 734
N.B. Nel Vicariato di Monteroni dalla prima all’ultima popolazione anno 1840: abitanti n° 745
epoca furono soppresse sei cure. popolazione anno 1843: abitanti n° 717
Nome del luogo: Civitella di pari con l’Abbadia 88. S. Cecilia (Pieve)
Ardenghesca popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 104
82. S. Maria in Montibus (Pieve) popolazione anno 1833: abitanti n° 105
popolazione anno 1640: abitanti n° 530 popolazione anno 1840: abitanti n° 113
popolazione anno 1745: abitanti n° 171 popolazione anno 1843: abitanti n° 115
popolazione anno 1833: abitanti n° 692
popolazione anno 1840: abitanti n° 639 Nome del luogo: San Giusto
popolazione anno 1843: abitanti n° 598
89. S. Salvatore (Cura)
Nome del luogo: Casenovole popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 71
83. S. Giovanni Evangelista (Pieve) popolazione anno 1833: abitanti n° 107
popolazione anno 1640: abitanti n° 127 popolazione anno 1840: abitanti n° 104
popolazione anno 1745: abitanti n° 96 popolazione anno 1843: abitanti n° 90
popolazione anno 1833: abitanti n° 130
popolazione anno 1840: abitanti n° 149 Nome del luogo: Monte Pescini
popolazione anno 1843: abitanti n° 142
90. SS. Pietro e Paolo (Pieve)
Nome del luogo: Paganico popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 102
84. S. Michele (Prepositura) popolazione anno 1833: abitanti n° 108
popolazione anno 1640: abitanti n° 391 popolazione anno 1840: abitanti n° 132
popolazione anno 1745: abitanti n° 84 popolazione anno 1843: abitanti n° 106
popolazione anno 1833: abitanti n° 238
popolazione anno 1840: abitanti n° 240 Nome del luogo: Casciano di Vescovado
popolazione anno 1843: abitanti n° 241
91. SS. Giusto e Clemente (Pieve)
Nome del luogo: Montantico popolazione anno 1640: abitanti n° -
popolazione anno 1745: abitanti n° 454 popolazione anno 1840: abitanti n° 587
popolazione anno 1833: abitanti n° 634 popolazione anno 1843: abitanti n° 596
popolazione anno 1840: abitanti n° 641
popolazione anno 1843: abitanti n° 626 Nome del luogo: Sovicille, al Ponte allo Spino, o alla
Pieve Vecchia
Nome del luogo: Monte Pertuso
98. S. Giovanni Battista (Pieve)
92. S. Michele (Pieve) popolazione anno 1640: abitanti n° 271
popolazione anno 1640: abitanti n° - popolazione anno 1745: abitanti n° 492
popolazione anno 1745: abitanti n° 198 popolazione anno 1833: abitanti n° 569
popolazione anno 1833: abitanti n° 240 popolazione anno 1840: abitanti n° 553
popolazione anno 1840: abitanti n° 283 popolazione anno 1843: abitanti n° 522
popolazione anno 1843: abitanti n° 237
Nome del luogo: Ginestreto con Fonte Benedetta e
Nome del luogo: Vallerano Formicaja
Nome del luogo: Sovignano Nome del luogo: Montecchio con la Costa al Pino
N.B. Le parrocchie di Murlo di Vescovado nella prima Nome del luogo: Cerreto alla Selva
epoca mancano della loro popolazione, per essere stati
allora quei popoli feudatarj degli arcivescovi di Siena. 101. S. Stefano (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 66
XI. VICARIATO DI BARONTOLI popolazione anno 1745: abitanti n° 101
popolazione anno 1833: abitanti n° 83
Nome del luogo: Brontoli con Viteccio popolazione anno 1840: abitanti n° 88
popolazione anno 1843: abitanti n° 95
95. S. Pietro (Cura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 336 Nome del luogo: Monsindoli con Trojola
popolazione anno 1745: abitanti n° 443
popolazione anno 1833: abitanti n° 477 102. S. Pietro (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 457 popolazione anno 1640: abitanti n° 289
popolazione anno 1843: abitanti n° 484 popolazione anno 1745: abitanti n° 174
popolazione anno 1833: abitanti n° 231
Nome del luogo: Fogliano popolazione anno 1840: abitanti n° 238
popolazione anno 1843: abitanti n° 240
96. S. Giovanni Battista (Prepositura)
popolazione anno 1640: abitanti n° 94 Nome del luogo: alle Volte
popolazione anno 1745: abitanti n° 126
popolazione anno 1833: abitanti n° 151 103. S. Bartolommeo (Cura)
popolazione anno 1840: abitanti n° 150 popolazione anno 1640: abitanti n° 103
popolazione anno 1843: abitanti n° 151 popolazione anno 1745: abitanti n° 169
popolazione anno 1833: abitanti n° 174
Nome del luogo: Canonica a Pilli popolazione anno 1840: abitanti n° 149
popolazione anno 1843: abitanti n° 148
97. S. Bartolommeo (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 393 N.B. Nel Vicariato di Brontoli dalla prima all’ultima
popolazione anno 1745: abitanti n° 429 epoca compariscono quattro popoli di meno
popolazione anno 1833: abitanti n° 617
XII. VICARIATO DI ROSIA popolazione anno 1840: abitanti n° 416
popolazione anno 1843: abitanti n° 439
Nome del luogo: Rosia
N.B. Nel Vicariato di Rosia fra la prima e l’ultima epoca
104. S. Giovanni Battista (Pieve) non compariscono soppressioni di parrocchie
popolazione anno 1640: abitanti n° 25
popolazione anno 1745: abitanti n° 309 Totale popolazione anno 1640: abitanti n° 31391
popolazione anno 1833: abitanti n° 410 Totale popolazione anno 1745: abitanti n° 37285
popolazione anno 1840: abitanti n° 474 Totale popolazione anno 1833: abitanti n° 47920
popolazione anno 1843: abitanti n° 454 Totale popolazione anno 1840: abitanti n° 49569
Totale popolazione anno 1843: abitanti n° 49665
Nome del luogo: Sovicille (al Catello)
RICAPITOLAZIONE
105. S. Lorenzo (Pieve) Il numero totale delle Parrocchie della DIOCESI DI
popolazione anno 1640: abitanti n° - SIENA comparisce
popolazione anno 1745: abitanti n° 500
popolazione anno 1833: abitanti n° 644 Nell’anno 1640 di Popoli N° 151 (*) con Abitanti N°
popolazione anno 1840: abitanti n° 630 31391
popolazione anno 1843: abitanti n° 642 Nell’anno 1745 di Popoli N° 118 con Abitanti N° 37285
Nell’anno 1843 di Popoli N° 110 con Abitanti N° 49665
Nome del luogo: Castel d’Orgia
(*) Meno il feudo di Murlo di Vescovado.
106. S. Bartolommeo (Pieve)
popolazione anno 1640: abitanti n° 222 COMPARTIMENTO SANESE
popolazione anno 1745: abitanti n° 240
popolazione anno 1833: abitanti n° 269 Con la legge del 18 marzo 1766 Io Stato sanese fu
popolazione anno 1840: abitanti n° 333 diviso in due governi separati, che uno spettante alla
popolazione anno 1843: abitanti n° 305 Provincia inferiore, capoluogo Grosseto, e l'altro alla
Provincia superiore capo della quale fu la città di Siena.
Nome del luogo: Pentolina Con la legge del 27 giugno 1814 fu variata
denominazione a tutte due le Province sanesi, al pari
107. S. Bartolommeo (Pieve) della fiorentina e della pisana, sostituendovi il titolo di
popolazione anno 1640: abitanti n° 49 Compartimenti, ed affidandone la direzione ad un
popolazione anno 1745: abitanti n° 49 soprintendente per la parte economica delle rispettive
popolazione anno 1833: abitanti n° 87 Comunità dei luoghi pii comunitativi, oltre la
popolazione anno 1840: abitanti n° 100 sorveglianza alle deputazioni de' fiumi, all’esazione della
popolazione anno 1843: abitanti n° 103 tassa di famiglia, alla collezione de’ fondi necessarj al
mantenimento delle strade provinciali, e per la parte
Nome del luogo: Badia a Torri economica ai lavori delle strade medesime e di quelle
regie.
108. S. Mustiola (Prioria) Alle quattro Camere di soprintendenza comunitativa, ossia
popolazione anno 1640: abitanti n° 153 ai quattro Compartimenti economici del Granducato,
popolazione anno 1745: abitanti n° 193 con motuproprio del primo novembre 1825 venne
popolazione anno 1833: abitanti n° 281 aggiunto il quinto Compartimento di Arezzo formato
popolazione anno 1840: abitanti n° 298 in gran parte di quelli di Firen ze e di Siena. Nella
popolazione anno 1843: abitanti n° 290 quale occasione furono smembrate dal Compartimento
sanese le Comunità di Val di Chiana; cioè, di Chiusi,
Nome del luogo: Brenne Cetona, Sarteano, Chianciano, Torrita, Asinalunga e
Lucignano, mentre con altra legge dell'anno 1840 fu
109. S. Michele (Prioria) staccata dal Compartimento sanese la Comunità di
popolazione anno 1640: abitanti n° 128 Montieri per assegnarla a quello di Grosseto.
popolazione anno 1745: abitanti n° 195 Con altro motuproprio del 29 dicembre 1840 fu
popolazione anno 1833: abitanti n° 354 rinnovato il dipartimento della Soprintendenza generale
popolazione anno 1840: abitanti n° 304 alle Comunità del Granducato di Toscana, ad oggetto
popolazione anno 1843: abitanti n° 287 d'invigilare all'esatta osservanza della legislazione
commutativa, come pure rispetto alla direzione del
Nome del luogo: Stigliano nuovo catasto.
II Compartimento di Siena attualmente è formato di 33
110. SS. Fabiano e Sebastiano (Cura) Comunità comprese in undici Cancellerie comunitative.
popolazione anno 1640: abitanti n° 247
popolazione anno 1745: abitanti n° 359
popolazione anno 1833: abitanti n° 380 STRADE REGIE E PROVINCIALI CHE
ATTRAVERSANO IL COMPARTIMENTO Castelnuovo della Berardenga.
SANESE. 2. Strada da Levane alla Val di Biena. – Dopo
rimontata la Val d'Ambra entra nel Compartimento
STRADE REGIE sanese nel poggio di Montalto per dirigersi al ponte di
Grillo.
1. Strada Regia postale Romana. Dai confini della 3. Strada Lauretana. – Staccasi dalla Regia Aretina
Comunità di Poggibonsi con quella di Barberino di presso il ponte delle Taverne d'Arbia passando per il
Val d'Elsa fino all'osteria della Torricella in Comunità territorio di Asciano, di Rapolano e di Trequanda, sul di
di S. Casciano de' Bagni, attraversando le Comunità cui confine trova la Comunità di Asinalunga del
di Poggibonsi e di MonteReggioni e rasentando i Compartimento aretino.
confini delle Comunità suburbane del Terzo di Città e 4. Strada da Siena a Cortona , o de' Vallesi. – Staccasi
del Terzo di S. Martino prima di arrivare e dopo dalla Regia Aretina presso il ponte di Grillo
escita dalla città di Siena; quindi passando per le sull'Ombrone in Comunità di Castelnuovo Berardenga,
Comunità di Monteroni, di Buonconvento, di di là per Rapolano ed i Vallesi arriva sul confine della
Montalcino, di San Quirico, di Castiglion d'Orcia, Comunità di Lucignano spettante al Compartimento
dell'Abbazia di S. Salvadore, di Radicofani, e di S. aretino.
Cascian de'Bagni. – Nel 1843 sotto stati fatti dei lavori 5. Strada traversa del Sentino. – Diramasi dalla
per correggere l'ardua costa di Ricorsi, non che al strada qui sopra nominata in Comunità di Rapolano per
ponte del Formone. arrivare sulla strada Lauretana che trova presso S.
Gimignanello dentro la stessa Comunità.
2. Strada Regia da Siena ad Arezzo.– Dalla Porta 6. Strada traversa de' Monti. – Entra nel
Pispini della città di Siena attraversando la Comunità Compartimento sanese sul confine d'Asinalunga e per il
del Terzo di S. Mart i n o e per breve tragitto quella territorio comunitativo di Trequanda si dirige a
d'Asciano. Essa rasenta per lungo trattola vallecola del Montisi, scende a S. Giovanni d'Asso e a Torrenieri,
torrente Biene in Comunità, di Castelnuovo della sale a Montalcino, quindi per Poggio alle Mura giunge
Berardenga, quindi passando per quella di Rapolano sul confine della Comunità di Campagnatico, dove ai
sale sul monte di Palazzuolo dove sul confine Cannicci si unisce alla strada Regia Grossetana.
occidentale della Comunità del Monte S. Savino trova il 7. Strada del Monte Amiata. – Staccasi dalla Regia
Compartimento aretino. – In questa strada nel 1843 è postale Romana alla posta della Poderina, e salendo a
stato costruito un bel ponte nuovo che attraversa il Castiglion d'Orcia di là si dirige nel Compartimento
torrente Bozzone. grossetano passando per Castel del Piano, Arcidosso e
Santa-Fiora, di dove ritorna nel Compartimento sanese a
3. Strada Regia Suburbana occidentale di Siena. – Pian-Castagnajo, per scendere sulla strada Regia postale
Staccasi dalla Regia postale Romana presso la Porta di Romana al Ponte a Rigo in Comunità di S. Casciano
Camullia e per Pescaja scende nel torrente Tressa per de'Bagni.
congiungersi alla strada Regia Grossetana che trova al 8. Strada Traversa dalla Via regia Ro mana
Chiesino di S. Carlo. Nell'anno 1843 é stata corretta e all'Aurelia. – Parte dalla via suddetta sotto Pian-
resa questa strada più agevole nella salita di Pescaja. Castagnajo dirigendosi per la Sforzesca, dov'entra nel
Compartimento grossetano, nel quale prosegue per S.
4. Strada Regia Grossetana. – Esce dalla Porta S. Giovanni delle Contee, Sorano, Pitigliano ecc.
Marco scende per la Costa a Fabbri in Tressa, 9. Strada da Siena o Massa. – Stac casi sulla Costa al
quindi risale la Costa al Pino attraversando la Pino dalla Regia Grossetana fino alla strada seguente di
Comunità delle Masse del Terzo di Città, poscia i Follonica.
territo rj comunitativi di Sovicille e Murlo, dove passa 10. Strada da Poggibonsi a Folloni ca. – Strada
la Merse sul ponte a Macereto, di là inoltrandosi nella magnifica che staccasi dalla postale Romana presso al
Comunità di Monticiano, entra in quella di ponte sulla Staggia passando per le Comunità di
Campagnatico sino al ponte di Petriolo sulla Farma, Poggibonsi, di Colle, di Casole, di Radicondoli, di
ponte dove comincia il Compartimento di Grosseto. Elei,di là dalla quale entra nelle Comunità di Montieri
Nel 1843 ed anche nell'anno attuale si lavora fuori della e di Massa spettanti al Compartimento grossetano, e
Porta S. Marco in questi strada per rendere meno ripida dentro questo arriva al ponte imbarcatore a Follonica.
l'ardua salita della Costa a Fabbri, onde arrivare più 11. Strada da Siena a Volterra. – Staccasi dalla strada
agevolmente dal piano della Tressa alla Porta S. Regia Romana presso Monteriggioni fino a che a Monte
Marco. Miccioli entra nella strada provinciale volterrana
passando per le Comunità di Monteriggioni, di Colle e
STRADE PROVINCIALI di San Gimignano.
1. Strada Chiantigiana. – Entra nel Compartimento PROSPETTO delle Comunità del COMPARTIMENTO
sanese al confine della Comunità di Greve con quella SANESE distribuite per Cancellerie con la respettiva
di Radda, il di cui territorio attraversa dirigendosi superficie e popolazione
nella Comunità di Gajole sino alla strada Regia Aretina
che incontra nella Vallecola di Biena per arrivare al Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
ponte detto di Grillo sull'Ombrone in Comunità di Comunità dipendenti:
- 1. SIENA, Città, Cancelleria superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 30704
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Arbia popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 1966
(ERRATA: 41236) 412,36
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
18813 Comunità dipendenti:
- Masse del Terzo di Città - 4. COLLE, Città, Cancelleria
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Arbia valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Elsa
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 16488 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 26178
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
4443 5351
- Masse del Terzo di S. Martino - Monteriggioni
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Arbia valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Elsa
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 16808 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 28304
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
4434 3289
- Castelnuovo Berardenga - Poggibonsi
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Ombrone valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Elsa
senese superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 19815
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 50661 popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° 5176
6663
- Monteroni Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Arbia Comunità dipendenti:
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 32082 - 5. MONTALCINO, Città, Cancelleria
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Asso
3086 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 26178
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le 5351
Comunità dipendenti: - Buonconvento
- 2. ASCIANO, Cancelleria valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Ombrone
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Ombrone senese
senese superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 18165
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 61142 popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° 2696
6356 - Murlo
- Rapolano valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Ombrone
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Ombrone senese
senese superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 32347
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 23039 popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° 2369
6335
- Trequanda Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Asso Comunità dipendenti:
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 22997 - 6. SAN GIMIGNANO Cancelleria
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Elsa
2262 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 40066
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le 6072
Comunità dipendenti:
- 3. CHIUSDINO, Cancelleria Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Merse Comunità dipendenti:
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 38803 - 7. SAN QUIRICO Cancelleria
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Orcia
3513 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 12087
- Elci popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Cecina 1574
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 18669 - Pienza, Città
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Orcia
1263 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 34489
- Monticiano popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Merse 3193
- Castiglion d’Orcia - Sovicille
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Orcia valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Merse
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 30201 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 41007
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
1865 7410
- S. Giovanni d’Asso
valle in cui è compreso il capoluogo: Val d’Asso Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 14011 Comunità dipendenti:
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° - 11. ABBADIA S. SALVADORE Cancelleria
1304 valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Paglia e
d’Orcia
Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 26214
Comunità dipendenti: popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
- 8. RADICOFANI Cancelleria 4149
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Paglia e - Pian Castagnajo
d’Orcia valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Paglia
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 33215 superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 19647
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n°
2412 2623
- San Cascian de’Bagni
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Paglia - TOTALE superficie territoriale delle Comunità in
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 25659 Quadrati: (ERRATA: 987549) 946725, 36
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° - TOTALE popolazione delle Comunità all’anno 1833:
2747 abitanti n° 135640
Capoluogo della Cancelleria comunitativa con le SIEPI (MONTE) in Val di Merse. – Vedere ABAZIA
Comunità dipendenti: DI S. GALGANO, FROSINI e MONTI (PIEVE DI) A
- 10. RADICONDOLI Cancelleria MALCAVOLO.
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Merse
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 18636
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° SIETINA (PIEVE A) nel Val d'Arno aretino. – Pieve
1968 antica sotto l'invocazione di S. Maria Maddalena,
- Casole riunita nel 1770 alla chiesa di S. Michele al
valle in cui è compreso il capoluogo: Val di Merse Castelluccio, nella Comunità e circa due miglia toscane
superficie territoriale della Comunità in Quadrati: 42329 a levante di Capolona, Giurisdizione Diocesi e
popolazione della Comunità all’anno 1833: abitanti n° Compartimento di Arezzo.
1568 Trovasi alle radici orientali del monte di Capolona,
presso la ripa destra del fiume Arno, dirimpetto al castel alquanto il cammino a levante accoglie per via, alla
di Giovi, dove l'Arno torcendo cammino da ostro a sua destra, presso San Pier a Sieve il torrente Carta,
ponente devia dai contorni d'Arezzo. – Vedere quindi i fossi di Card etole, di Faltona, di Fistona, di
CAPOLONA . Valc a v a e di Corolla , i quali raccolgono le acque
La pieve di S. Maria Maddalena a Sietina in S. Michele di Pratolino, di Monte Senario e di Monte-Rotondo,
al Castelluccio nell'anno l833 noverava 549 abitanti quindi i borri del Bovino, e di Baldracca che scolano
dalle pendici settentrionali del Monte Giovi, a piè
d e l quale la fiumana stessa cambia direzione per volgere
SIETTA (S. NICCOLO’ A) nella Valle dell'Ombrone il suo cammino da levante a ostro, accogliendo dal
pistojese. – Chiesa e comunello da lunga mano perduti, fianco orientale del nominato Monte-Giovi i torrenti di
dei quali però trovasi fatta menzione in due pergamene Colognole, di Argomennai e di Farneta, finché la Sieve
del capitolo di Pistoja. Con la prima di esse, scritta nel passa davanti alla Terra del Pontassieve per vuotarsi
17 maggio 1281, il preposto della cattedrale di S. Zeno poco dopo nell'Arno, 34 miglia toscane lungi dalle sue
confermò l'elezione del nuovo rettore della chiesa di scaturigini.
S. Niccolò a Sietta, mentre con l'altro istru mento, Dal lato sinistro della fiumana entrano nella Sieve,
rogato in Pistoja li 28 gennaio, dell'anno 1300, il dopo il torrente Stura sopranominato, il Tavajano, il
sindaco del Comune di Sietta a nome della chiesa di Rimotoso ed il Levisone che scendono dall’Appennino
S. Niccolo, vacante per morte del suo rettore, fu di Castel Guerrino, quindi il Bagnone, l'Elsa, il
incaricato di eleggere in tale uffizio il prete Vanni di S. Gattaja, ed il Bottena, i quali raccolgono le acque
Romano in Val di Brana. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell'Appennino del Giogo, di Razzuolo e di Belforte. –
citate.) Tralascio i minori corsi d'acqua intermedj per far
menzione del Godenzo torrente più considera bile che
viene dalla montagna di quel nome e che perde il suo
SIEVE (PONT’A ).– Vedere PONTASSIEVE. vocabolo passata la Terra di Dicomano. Finalmente
rammenterò la Moscia e l a Rufina, due torrenti che
ingrossano la Sieve con le acque raccolte dal fianco
SIEVE (S. PIERO A ). – Vedere SAN PIER’A occidentale della montagna di Consuma.
SIEVE. Varj ponti attraversano lungo il suo corso la Sieve; il
più alto di tutti è quello detto della Cavallina sulla
strada militare di Barberino di Mugello; il secondo
SIEVE fiumana. – Cotesto corso d'acqua attraversa la trovasi sotto il poggio di Campiano nella strada postale
provincia del Mugello posta fra il giogo dell'Appennino Bolognese; il terzo è a San Pier a Sieve, dove passa la
fiorentino e la diramazione subalterna di Monte strada provinciale del Mugello ; il quarto resta
Morello, Monte Senario, Monte Rotondo e Monte Giovi, dirimpetto al Borgo S. Lorenzo, sul quale passa la
la di cui giogana di monti separa la Val di Sieve dal Val strada provin ciale Faentina; il quinto, che porta il
d'Arno sopra Firenze, nel modo stato accennato all’ nome di ponte a Sagginale, è uno de'più antichi per
Articolo APPENNINO TOSCANO. dove io dubito che passasse l'antica Via Cassia;
All’articolo poi MUGELLO fu avvertito, che la dirimpetto al sesto è Vicchio; il settimo resta davanti
fertile e amena provincia, volgarmente appellata il al borgo della Rufina, l'ottavo rotto è di fronte a
Mugello, nella quale ebbero origine due celebri e Monte Fiesole, il nono trovasi all'ingresso del
potenti prosapie, gli Ubaldini ed i Medici, non Pontassieve, e il decimo, il più moderno di tutti, resta
abbraccia l'intiera Val di Sieve, poiché la parte sua a un tiro d'arco sotto il pre cedente per servire di
orientale fino dai tempi della repubblica fiorentina tragitto alla strada Regia Forlivese e alla postale
designossi coi vocaboli di piviere di Acona e di Aretina.
montagna di S. Goderzo. Il Cavalier Giovanni de Baillou nel 1815 instituì in
II lato settentrionale alla sinistra della fiumana che molti punti della Val di Sieve varie osservazioni
irriga nella sua maggior lunghezza la Val di Sieve è barometriche per designare le loro altezze relative
fiancheggiato da una porzione centrale superiormente al livello del mare Mediterraneo, alcune
dell'Appennino toscano, a partire dalla Futa delle quali elevatezze possono servire di norma alle
passando dal monte di Castel Guerrino, dal Giogo pendenze della fiumana Sieve che dal primo ponte della
di Scarperia, Colle di Casaglia, Belforte e Alpe di S. Cavallina fino alla sua confluenza in Arno mostra una
Godenzo sino alla Falterona. – Dal lato orientale inclinazione di braccia 273.61, come dalla nota qui
staccasi dall’ Appennino della Falterona la montagna appresso apparisce:
della Consuma che chiude la Valle da quella parte, ALTEZZE DIVERSE sopra il livello del MARE
mentre la circoscrivono a occidente i monti di MEDITERRANEO in Braccia fiorentine prese
Mang o n a , di Monte Cuccoli e della Calvana. Da barometricamente nel 1815 dal Cav. Giovanni de
Monte -Cuccoli prende origine la fiumana che da il Baillou.
nome alla valle, scende alla v i l l a del Torracchione Appennino sopra Casaglia nella strada Faentina,
sotto Barberino di Mugello, dove tributa le sue acque Braccia 1679.00
il grosso torrente Stura che viene da settentrione – Al Giogo di Scarperia , Braccia 1526.71
dall' Appen nino della Futa dopo essersi unito all'altro A Razzuolo , Braccia 1109.58
della Lora. A questo punto la Sieve pie gando Sul Monte Morello, giogana secondaria , Braccia
734.25 compresa nella Valle)
A Pratolino, sulla strada postale Bolognese, Braccia superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 28000
816 . 11 popolazione dell’anno 1833: abitanti 2385
A Ronta , Braccia 664.54 9. nome della Comunità: Londa
A Scarperia, Braccia 529.42 superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 15600
A Barberino di Mugello , Braccia 425.77 popolazione dell’anno 1833: abitanti 2435
Nella Sieve, Acque medie sotto il primo ponte della 10. nome della Comunità: Pelago (per la porzione
Cavallina , Braccia 422.84 compresa in questa Valle)
Acque medie sotto il ponte di San Pier a Sieve , superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 10400
Braccia 337.00 popolazione dell’anno 1833: abitanti 4764
– Acque medie sotto il ponte del Borgo S. Lorenzo , 11. nome della Comunità: Pontassieve (per la sola
Braccia 310.77 porzione compresa nella Valle suddetta)
– Acque medie sotto il ponte a Vicchio , Braccia superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 18500
307.10 popolazione dell’anno 1833: abitanti 4106
– Alla confluenza del torrente Dicomano nella Sieve ,
Braccia 266.47 TOTALE della superficie: Quadrati 259997
– Alla confluenza della Sieve nel fiume Arno, Braccia TOTALE popolazione dell’anno 1833: abitanti 55711
150.23
A Vicchio, piazza del Castello , Braccia 359.75
A Dicoma no, Acqua media del Torrente Dicomano SIGILLINA (ROCCA) – Vedere ROCCA SIGILLINA.
sotto il ponte , Braccia 276.53
La Val di Sieve comprende undici Co munità con due
Vicariali regj (Scarperia e Pontassieve ) e due SIGISMOND0 (S.) A GAJOLE. – Vedere GAJOLE. –
Potesterie (Borgo S. Lorenzo e Dicomano). Alcune di Cotesto avviso serva per qualunque altro luogo che
coteste Comunità peraltro, oltrepassando i limiti della avesse per titolare S. Sigismondo.
Val di Sieve, sono stati calcolati approssimativamente i
Quadrati della loro superficie territoriale, e quelli
de'respettivi abitanti. SIGLIANO in Val Tiberina. – Casale con chiesa
plebana (S. Maria di Telena ) nella Comunità
PROSPETTO delle COMUNITA’ ch’entrano nella VAL Giurisdizione e quasi 4 miglia toscane a ostro di Pie ve
DI SIEVE con la loro superficie territoriale in Quadrati Santo-Stefano, Diocesi di San-Sepolcro, Giurisdizione
agrari e rispettiva Popolazione di Arezzo, Compartimento aretino. Risiede presso la
ripa destra del Tevere nell' antica diocesi di Arezzo, e
VICARIATO DI SCARPERIA non in quella di Città di Castello, come per equivoco fu
indicato con l'iniziale (A) nel Quadro sinottico delle
1. nome della Comunità: Barberino di Mugello (per la parrocchie della Diocesi di San-Sepolcro (Volume V.
parte compresa nella Val di Sieve) pag. 132) –
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 34500 Vedere TALEMA (PIEVE DI S. MARIA DI). – I popoli di
popolazione dell’anno 1833: abitanti 8430 Sigliano Simigliano e Schiantacappa della Val Tiberina
2. nome della Comunità: Vaglia (per la parte compresa si sottomisero al Co mune di Firenze unitamente ad altri
nella Val di Sieve) castelli e villate con atto del 31 agosto 1835, e nel 21
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 15650 dicembre successivo ratificarono le capitolazioni che
popolazione dell’anno 1833: abitanti 2450 vennero loro accordate Vedere MONTEDOGLIO.
3. nome della Comunità: San Pier a Sieve Il popolo di Sigliano, ossia di S. Maria di Telena, nel
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 10637 1833 contava 80 abitanti.
popolazione dell’anno 1833: abitanti 2746
4. nome della Comunità: Scarperia
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 23353 SIGNA (CASTEL DI) nel Val d' Arno sotto Firenze. –
popolazione dell’anno 1833: abitanti 5056 Castello con parrocchia (S. Maria a Castello) nella
5. nome della Comunità: Borgo S. Lorenzo sottostante pieve de'SS. Giovanni Battista e Lorenzo
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 42639 alla Beata a Signa, ch'è Capoluogo di Comunità, nella
popolazione dell’anno 1833: abitanti 10730 Giurisdizione di Campi, Diocesi e Compartimento di
6. nome della Comunità: Vicchio Firenze.
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 43244 Tanto il Castello di Signa come la pieve si trovano
popolazione dell’anno 1833: abitanti 8588 sulla destra ripa dell' Arno presso la confluenza del
Bisenzio, dirimpetto al primo ponte che da Firenze a
VICARIATO DEL PONTASSIEVE Pisa cavalcasse il fiume maggiore della Toscana, il
Castello sopra un ultimo poggio fra quelli che si
7. nome della Comu nità: Dicomano dirigono dal monte di Artimino verso levante, nel
superficie territoriale in quadrati agrari: Quadrati 17474 grado 28° 45’ (ERRATA : di latitudine) di longitudine e
popolazione dell’anno 1833: abitanti 4021 43° 46' 8" (ERRATA: di longitudine) di latitudine, circa
8. nome della Comunità: San Godenzo (per la parte miglia toscane 7 a ponente di Firenze, un quarto di
miglia toscane a maestrale della posta di Lastra a Signa venerabile Alluccio ospitaliere pesciatino dovè
e della strada Regia Livornese. ottenere la grazia che chiese di costruire un ponte
Comecché fino dall' anno 746 si rammenti un rettore sulla strada pubblica che metteva in Arno. «Vedendo
della chiesa di S. Maria in Castello, una delle sue egli (dice il Puccinelli) che ingrossandosi cotesto fiume
memorie più antiche reputo quella di un istrumento vi pericolavano molti pellegrini, Alluccio supplicò il
della contessa Willa, scritto in Pisa li 23 dicembre 977, vescovo di Firenze acciò ordinasse ai paesani del
quando, fra gli altri doni fatti alla Badia fiorentina dalla vicinato di edificare un ponte nel luogo dove già era un
stessa donna fondata, trovasi nominata una chiesa senza navalestro. Ed avendo quelle genti condisceso alle
titolo posta nel Castel di Signa con la sua corte e istanze del loro pastore, Alluccio ebbe la gloria dì
quaranta mansi ad essa annessi. veder costruire sull'Arno il primo ponte che si conosca
Rispetto poi alla pieve di Signa citerò un atto dell'anno fuori di Firenze, nel territorio però della sua diocesi. –
964, quando Raimbaldo vescovo di Firenze donò al Ora aggiungerò io, che, non conoscendosi altro ponte
capitolo della sua cattedrale la pieve di S. Lorenzo e S. sull'Arno dentro la diocesi fiorentina, meno questo di
Giovanni Battista a Signa con tutti i suoi beni, diritti Signa, ciò obbliga a cre dere, che al luogo medesimo
e giurisdizioni, ecc.; la quale donazione tre anni dopo dove sboccava una strada pubblica proveniente da
(967) dal vescovo Sichelmo suo successore fu Campi, da Prato e da Pistoja, referire dovesse il
confermata. ponte pochi anni dopo il 1100 dal prelato fiorentino
In quanto all’origine del Castel di Signa, ed al nome ordinato.– Vedere PONTE A SIGNA.
di Exinea, mi unirò al giudizio di un illustre letterato Forse al disegno di cotesto, o del secondo ponte, appella
toscano che dichiarava essergli ignoti. Con tuttociò il il modello riportalo in una vecchia campana della chiesa
paese di Signa è da credersi di origine piuttosto antica; parrocchiale di S. Maria al Castello di Signa, fusa nel
sia che uno voglia considerare la sua situazione sullo 1266, mentre a quello rifatto dopo il 1326 deve
sbocco di due valli, di quelle, cioè, del Bisenzio e del riferire il ponte del Sigillo del Comune di Signa, e
Val d'Arno fiorentino; sia che si rifletta trovarsi esso l'altro scolpito sopra l'architrave della porta maggiore
sulla testata dell' unico ponte che prima del secolo XII della pieve attuale di S. Giovanni Battista a Signa. –
attraversasse l'Arno fra Firenze e Pisa; oppure che si Comunque sia di ciò, un ponticello a Signa era
consideri che costì l'Arno cessa nella stagione estiva rovinato nel 1 2 7 8 , siccome lo diè a conoscere la
di essere navigabile, ovvero che si voglia credere causa per la quale in detto anno fu concesso il fonte
essere esistito nei tempi posteriori al mille davanti a battesimale alla chiesa parrocchiale di S. Martino a
Signa uno scalo per le merci che dal Porto Pisano a Gangalandi compresa nel piviere di Signa, ma situata
Firenze, e viceversa da Firenze al Porto Pisano si nell’opposta ripa dell' Arno, per essere stata interrotta la
recavano. Arroge a ciò qualmente Signa ottenn e il comunicazione con la sua pieve, stante la caduta e
primato rapporto al lavorio d'intrecciare i teneri e rovina del ponte sull’Arno. – Vedere GANGALANDI.
bianchi steli di paglia per farne cappelli per il bel Ma un nuovo ponte nel 1287 era già stato rifabbricato
sesso, in guisa che il Proposto Lastri nel suo Cappello costì, essendo esso rammentato in una caria del 4 ottobre
di Paglia chiamò L'industre Signa, onor del tosco di quell'anno e in altra del 18 febbraio 1289 (stile fior.)
regno; costì finalmente dove un suolo ubertoso citate all’Articolo PONTE A SIGNA. Doveva essere quel
fornisce agli abitanti oltre il necessario alla vita; tali ponte stesso che nel 28 febbraio del 1346 (stile comune )
ed altre considerazioni non potevano a meno di non per ordine di Castracelo fu taglialo, allorché le sue
far prosperare coteste popolazioni, rispetto alle quali genti diedero il guasto al Castel di Signa.
Signa in proporzione del suolo che occupa figura, Riferiscono pure alle vicende storiche di cotesta
come si dirà, la più popolata Comunità del Granducato contrada di Signa e della sezione dell' Arno che
di Toscana. l'avvicina le notizie seguenti.
Che il porto di Signa però non sia da confondersi Nell'anno 1252, a d ì 11 agosto, un tal Forza del fu
con il Porto di Mezzo, così detto dalla villa di Renuccino di Donato da Signa concedeva licenza
Mezzana ivi esistita, lo dava a conoscere un all’abbate e monaci della Badia a Settimo di poter
istrumento del dì 11 marzo 1326 (stile fiorentino) fabbricare una pescaja nell'Arno fino alla metà del
citato all’ Articolo PORTO DI MEZZO, dal quale fiume dalla parte del mercatale di Signa. Sino dal 4
apparisce, che il Porto, o Villa di Mezzana, fu marzo del 1235 (stile comune) il pievano de' SS.
edificato a quel tempo da Lotto di Paganello di Giovanni e Lorenzo a Signa, stando a Gangalandi,
Firenze. previo il consenso dei canonici della sua pieve avea
Peraltro che in Signa fosse un mercato di generi venduto al monastero di Settimo per lire 25 e denari 6
anche nel secolo XII lo dichiara un altro istrumento di moneta pisana una pescaja posta nel fiume Arno presso il
del 1 ottobre 1149, scritto presso 1' Arno nel ponticello di Fiamorto (forse Fiume morto. – Vedere
mercato di Signa. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di l’Articolo LASTRA A SIGNA.
Cestello). Nel 1268 con atto pubblico, rogato in Signa li 10
Comecché all’ Articolo PONTE A SIGNA io abbia gennaio, tre possidenti del luogo vendevano, ciascuno
citato uno dei documenti più antichi rispetto a quel per la sua parte, per il prezzo di lire 40, al Monastero di
ponte, quale era un istru mento dell' 11 agosto 1252, Settimo la porzione di un mulino e di una pescaja col
dall’ ab ate Puccinelli nelle Memorie di Pescia suo porto nell' Arno presso Signa in luogo detto
riportato, contuttociò ignorasi tuttora l’epoca della Giuncheto.
sua prima fondazione. – Certo è peraltro che il Dieci anni dopo con istrumento del 25 febbraio 1278
fu fatta denunzia all'assessore del capitano di Parte nel fiume Arno meno che fossero distanti oltre 2000
Guelfa in Firenze, qualmente Jacopo del fù Rinaldo braccia dal Ponte a Rubaconte verso oriente, e 4000
Pulci ed i suoi eredi erano obbligati a conservare la braccia al di sotto del Ponte alla Carraja dalla parte di
pescaja col porto situata nell' Arno, territorio di Signa, occidente. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Cestello ).
sotto i mulini di Fresco (Frescobaldi): per cui nel 10 Però la piena del 1333 non sembra che recasse molto
dicembre successivo fu pronunziala sentenza opportuna. danno al Ponte di Signa continuandosi a passare sopra
Vedere MAMMEO (S.) A SIGNA, la qual chiesa fu quello stato rifatto dal Comune di Firenze nel 1327
parrocchiale annessa non a S. Vito a Luciano, come dopo che il più antico fu taglialo da Castruccio il qual
ivi fu detto, ma a S. Miniato a Signa, nella Comunità capitano sino dal 29 settembre del 1 3 2 5 era venuto con
medesima. la sua oste a Lecore sul contado di Firenze, e il dì
All’Articolo LASTRA A SIGNA fu scritto, che nel 1 3 1 9 seguente pose il quartier generale nei colli di Siena.
per contratto del 13 giugno l'abbate e i monaci della Talché i cavalieri e pedoni de'Fiorentini che erano
Badia a Settimo affiliarono per due anni i mulini costà per fare afforzare il castelli, veduta l'oste,
maggiori del loro monastero posti nel fiume Arno abbandonarono il paese e furono si mal consigliati che
dirimpetto a Signa nel popolo di S. Martino a non tagliarono il ponte sopra l’Arno ecc. – (G. VILLANI
Gangalandi per l'annuo canone di 70 moggia di grano. Cronica Libro IX. Cap. 317).
A favore pertanto di quei mugnaj, dei contadini della E poi, soggiunge il Villani, a dì 28 febbraio il capitano
Badia a Settimo e delle persone che avevano bisogno di lucchese, raccolta sua gente fece ardere Signa e tagliare
recare il loro grano a macinare, Castruccio Antelminelli, il ponte sopra l'Arno, e abbandonò la Terra, dopo avere
mentre accampava col suo esercito davanti al Castello di per dispetto de'Fiorentini fatto battere costi moneta
Signa, con decreto del 26 febbraio 1326 concedeva piccola con l’impronta dell'Imperatore Ottone, e
salvocondotto. – (A RCH . DIPL. FIOR . Carte di Cestello). chiamaronsi quei denari Castruccini. – (Cronica cit.
A cotesti, ad altri mulini ed alle pescaje fra la Lastra ed Libro IX. cip. 338 e 339). Quindi l’autore medesimo
il Castello di Signa appellano varie deliberazioni dei aggiunge, (Libro X. cap. 5.) «che nello stesso anno
deputati eletti dalla Signoria di Firenze fra il 1 3 1 9 e d 1326, a di 14 settembre fu ordinalo hai Fiorentini di
i l 1 3 4 0 per la confinazione dei beni spettanti ai riporre e di afforzare tanto Signa come Gangalandi, e
frontisti dell'Arno. Con una delle quali provvisioni del così fu fatto; e Signa fu murata con alte e forti torri;
27 maggio del 1 3 3 1 i deputati Marco di Bosso Strozzi, accord ando immunità e grazia a quei terrazzani che vi
Naddo di Cen ni, priore di S. Bartolo in Firenze, e fabbricassero le case». – Rispetto a Gangalandi
Ranieri Peruzzi determinarono di far demo lire tutte (Lastra) fu ordinato di riporre il paese più d'appresso
le pescaje e mulini dell' Arno, a partire dal Ponte a la pieve di Signa, avvicinandosi, cioè, all'Arno
Signa fino alla Terra di Capraja, non ostante la presso il capo del ponte omonimo.
protesta fatta dall'abbate di Settimo; per cui la Signoria Fecionsi i fossi, ma non si compiè allora l'opera (l oc.
comandò, che la ricompensa da darsi al mo nastero cit.). – Che peraltro le fortificazioni intorno a Signa si
medesimo per le pescaje e mulini di sua proprietà non ordinassero appena accaduta la battaglia dell'
superasse li 3500 fio rini d'oro, e che dentro otto giorni Altopascio, lo dichiara una provvisione del 27 settembre
fossero atterrati e distrutti tutti quegli edifizj idraulici 1325, con la quale i Dieci della Balìa di Guerra
lungo il designato corso dell'Arno. Dopo di che fu data diedero facoltà al monaco don Donato ed a fra Taddeo
facoltà ai nominati d'imporre perla somma preindicata, converso della Badia di Settimo, deputati dal Comune di
oltre le spese occorrenti, i popoli e comunità che Firenze alle fortificazioni del Castello di Cappiano, di
avevano interesse a tale demolizione, per poi versare spendere lire 1100 di fiorini piccoli nelle fortificazioni
quella somma nelle mani dell'abbate e monaci di del Castello e ponte di Signa. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Settimo, cui intanto il governo fiorentino assegnava a Carte di Cestello).
titolo di cauzione il Poggio di Semifonte con le sue Dondechè essendo corsi soli tre giorni dalla provvisione
appartenenze ed otto tavole di cambisti poste in suddetta all'arrivo dell'oste lucchese in sui colli di
Mercatonuovo, di pertinenza del Comune di Firenze. – Signa, dovette mancare il tempo per mandare a effetto
Vedere PETROGNANO in Val d'Elsa, e SEMIFONTE . quella deliberazione, tostochè alla comparsa di Castruccio
Quest'ultima deliberazione peraltro pre cede di 29 mesi il presidio fiorentino abbandonò il castello di Signa senza
la strabocchevole piena dell'Arno, la cui forza atterrò neppure tagliare, come dissi, il ponte sull' Arno.
dentro Firenze gran parte di tre ponti, allagando di Bensì ebbe cura di fare ciò il capitano nemico, allorché
sotto alla c i t t à tutto il piano di Settimo, di Camp , di egli colle sue genti abbandonò il paese di Signa dopo
Brozzi e di Sanmoro infino a Signa. – (Giovanni averlo svaligiato e messo a fuoco.
Villani, Cronica Libro XI. Cap. I). Dondechè Di cotal distruzione, e della fortificazione e
l'anzidetta misura dei deputati alla demolizione de' riedificazione del castello e del ponte di Signa tratta il
mulini sull'Arno non fia da confondersi con quelle Manni nelle sue osservazioni sopra il sigillo XIV del
prese dal Comune di Firenze dopo i guasti prodotti Volume II de' Sigilli antichi, dove si da copia di
dalla piena straordinaria accaduta nel 1 novembre un'iscrizione in pietra esistente tuttora sopra la porta del
1 3 3 3 , allorquando la Signoria con provvisione del 13 castello medesimo verso ponente, dalla quale esce la
marzo 1335 (stile comune), mentre era podestà il strada che guida a S. Miniato a Signa. Vedesi al di
Cavalier Manuello da Massa della Marca, e capitano del sopra di essa lo stemma grande dei re Angioini di
popolo il Cavalier Napoleone da Cantagallo, proibiva Napoli, a destra quello del Giglio fiorentino, ed alla sua
l'edificazione di qualsiasi mulino, gualchiera o pescaja sinistra l'arme spettante alla Parte Guelfa. L'iscrizione
dice: ANNO DOMINI MCCCXXVI loro Badia ivi possedeva sull'Arno, e fu deciso di
DIE MARTIS TERRA DE SIGNA DESTRUCTA rilasciare loro la proprietà di questa e l'intero lucro del
FUIT PER CASTRUCCIUM ET GHIBELLINOS DE Mercato di Signa. – (LAMI , Mon. Eccl. Flor. pag.
SIGNA, ET SUBSEQUENTI ANNO RAEDIFICATA 141.)
FUIT MANDATO ILLUSTRIS PRINCIPIS DOMINI Merita inoltre di essere rammentata una provvisione
NOSTRI CAROLI HIERUSALEM ET SICILIAE REGIS degli 11 agosto 1 3 6 1 , con la quale la Signoria di
PRIMOGENITIS, DUCIS CALABRIAE, AC EJUS Firenze ordinò agli ufiziali di Torre di prescrivere i
VICARII GENERALIS, ET DOMINI FLORENTIAE, confini dell'Isola e delle terre state abbandonate dal
PER EGREGIUM MILITEM DOMINUM FEDERICUM fiume Arno presso Signa per aver preso le sue acque
DE TROESIO (o piuttosto TROGHESIO) EXPENSIS un'altra direzione. --(A RCH. DELLE RIFOR. DI FIR.)
FLORENTINORUM. Dalla qual provvisione si potrebbe dedurre, che fino del
Esistono tuttora due porte castellane e gran parte delle 1361 fosse stata confinata la porzione di pianura alla
mura e delle torri che nel poggio facevano corona al destra dell'Arno in Comunità di Signa, denominata
castello di Signa, messe a prova nel 1397, quando la tuttora Isola de'Renai. – Rispetto all'ultima epoca della
Signoria di Firenze, essendo per deliberare la guerra costruzione ed ampliazione della carreggiata del Ponte a
contro Giovanni Galeazzo Visconti, le genti d'armi che Signa vedasi il suo articolo.
il Signore di Milano teneva in Siena, guidate dal conte Ma per ritornare alla storia ecclesiastica della Pieve di
Alberigo, fecero una scorreria nel contado fiorentino Signa, chiave la meno fallace per conoscere quella della
fino a Signa, intorno al di cui castello, dopo aver dato il sua antica giurisdizione civile, dirò, che il pievanato in
guasto alla Lastra, quelle truppe si accamparono. Ma discorso nei secoli intorno al mille estendevasi dal lato di
quantunque per due giorni lo combattessero, non vi settentrione sino alla strada Regia pistojese e dalla parte
fecero altro frutto che di avervi lasciati molti morti ed di ostro-libeccio sino al poggio e Castello di
un gran numero di feriti. – (A MMIR. Stor. Fior. Libro Malmantile.– Io non dirò già col Lami che fossero costà
XVI). in Signa due pievi, dandolo a sospettare le due chiese ivi
All'epoca della riedificazione del castel di Signa deve tuttora esistenti, cioè, la Pieve vecchia, che conserva il
riportarsi la ricostruzione del ponte rotto da Castruccio; titolo di S. Lorenzo, e l'altra a quattro navate di epoca
e reputo che sia la figura di quel ponte con una torre posteriore sotto il titolo di S. Giovanni Battista,
sulla testata destra circondalo dai gigli Angioini che giacché il titolare di quest' ultima soleva anticamente
servì poi di arme al Comune di Signa, siccome può collegarsi a quello specifico di cadauna delle chiese
vedersi nel sigillo illustrato dal Manni ed anche nella battesimali, siccome in più luoghi di quest' Opera fu
facciata della pieve. avvertito; dirò bensì che nell'attuale chiesa plebana
In quanto alla chiesa (di S. Maria al Castel di Signa, essa venerandosi la Beata Giovanna da Signa, cotesta
doveva esistere innanzi il mille, poiché sino dall'anno pieve si conosce comunemente col titolo della Beata.
9 7 7 , come dissi, dalla contessa Willa, madre del Dall'antico catalogo poi delle chiese della diocesi
marchese Ugo, fu donata alla Badia fiorentina una chiesa fiorentina, compilato sulla fine del secolo XIII risulta,
in detto castello; la quale donazione venne confermata al che allora il piviere di Signa comprendeva, oltre il
Monastero medesimo da varj Imperatori e Pontefici. popolo della chiesa matrice di S. Lorenzo, 14
Arroge qualmente verso il 1070 Pietro abbate della parrocchie riunite attualmente in nove cure, cioè, 1. S.
Badia rammentata, nell'enumerazione dei beni a quella Maria al Castello di Signa; 2. S. Miria a Limole, o a
attinenti rammentava le decime che allora ritraeva da 24 Brucianese (sopra la strada Regia lungo la Golfolina);
case coloniche, parte delle quali situate nella corte di 3. S. Martino a Gangalandi, Prepositura, con gli
Signa, tre comprese in luogo detto Stagno, cinque annessi di S. Mariano a Celatico e di S. Michele a
poste a Pie di Monte, e sedici in Lecore, in Ugnano ed Mont’Oriandi; 4. S. Mauro a S. Moro a Sigia; 5. S.
in altri luoghi del Val d’Arno fiorentino. Miniato a Signa con l'annesso di S. Mommè , oggi di
Sembra però che il padronato della chiesa di S. Maria S. Rocco), staccato dal popolo di Luciano; 6. S. Pietro a
nel Castel di Signa nel secolo XII fosse contrastato a quei Lecore; 7. S. Angelo a Lecore con l'annesso di S.
monaci, stantechè una decretale del Pontefice Onorio III° Biagio; 8. S. Stefano a Calcinaja; 9. SS. Vito e
del 1211 obbligava gli uomini del castel di Signa a Modesto in Fior di Selva (Malmantile) con
ricevere il rettore della loro chiesa dall'abbate e monaci l'annesso di S. Michele a Luciano.
della Badia fiorentina. Molti fra i suddetti popoli, come quelli di Lamole e, di
Fra le molte notizie intorno a Signa raccolte dal Lami Gangalandi, d i Celatico, d i Mont'Orlandi, di
havvi anche quella dell'anno 1380, quando i deputati Calcinaja e di Luciano, essendo situati sulla parte dell'
del Comune di Firenze reclamarono dai monaci della Arno opposta a quella della chiesa plebana, provano
Badia a Settimo il possesso del Porto di Signa, che che in origine la giurisdizione di cotesta pieve
eglino ritenevano sino dall’epoca della famosa peste del abbracciava l'una e l'altra ripa del fiume, e che la
1348; essendoché a Signa trasportandosi per Arno le giurisdizione civile di Signa, potendosi modellare su
merci da Pisa a Firenze, e viceversa da Firenze a Pisa, quella ecclesiastica il paese in discorso, dove per molti
il reddito annuo del qual dazio superava i 300 fiorini. secoli considerarsi capoluogo di tutto il territorio
Furono perciò chiamati in Firenze i monaci, e davanti spettante ai 14 popoli di sopra menzionati. – Più tardi
ai magistrati si discusse la causa non solo per i 32 anni la contrada di Signa fu separata in tre Comuni, in
del dazio da essi percetto nel mercato o porto di Signa, quello cioè di Gangalandi, ossia della Lastra, che
ma ancora per la pescaja di Giuncheto (sepe) che la abbraccia, oltre gli abitati del piviere di Signa situati
alla sinistra dell'Arno, altre cure più lontane, mentre calce al presente articolo.
dei popoli di Signa e di Lecore fino dai tempi della Fu da Signa il teologo agostiniano fra Martino prio re di
Repubblica Fiorentina si fecero due Comunità separate S. Spirito di Firenze, ornamento del suo Ordine,
sotto la potesteria di Campi, talché a quell'epoca riferir confessore, legatario ed esecutore testamentario del
deve il sigillo del Comune di Signa illustrato dal Manni celebre Giovanni Boccaccio; e fu eziandio Priore di S.
(Volume II. Sigill. XIV.) In simil modo Signa si Maria al Castel di Signa l'autore di un commento
mantenne finché la sua Comunità unitamente all'altra contemporaneo al Boccaccio.
di Lecore per motuproprio del 23 maggio 1774 venne Da Signa inoltre ebbe origine la nobil famiglia
riunita a quella di Campi, dalla quale sotto il governo Morubaldini di Firenze, che diede alla Repubblica
francese venne staccata allorché nel 1808 Signa per Fiorentina ed anche al Granducato varj soggetti
decreto Napoleonico fu eretta in Comunità con sei distintissimi in giurisprudenza ed altro.
popoli. – Vedere il QUADRO della sua popolazione in
MOVIMENTO della Popolazione della COMUNITA’ DI Ponte di S. Moro, passata la confluenza in esso del
SIGNA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie. Fosso macinante. Ivi lascia a ponente-libeccio il
Bisenzio «L’ Isola de'Renaj per dirig ersi lungo la
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti Viaccia nell'Arno dirimpetto alla Comunità della
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; Lastra.
ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 384; totale Molte strade rotabili fanno capo al Castello e Pieve di
della popolazione 2004. Signa, la maggior parte delle quali vengono dal Ponte
ANNO 1745: Impuberi maschi -; femmine -; adulti all’Asse sulla Regia pistojese e dalla strada militare
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; di Barberino di Mugello, quelle della ripa sinistra
ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 556; totale dell'Arno passano tutte sul Ponte di Signa, senza dire
della popolazione 3355. della strada Regia pistojese che per quasi tre miglia
ANNO 1833: Impuberi maschi 1009; femmine 894; adulti dirimpetto a settentrione -grecale rasenta il territorio di
maschi 839, femmine 840; coniugati dei due sessi 2056; questa Comunità.
ecclesiastici secolari 16; numero delle famiglie 998; totale A tre si riducono i principali corsi d'acqua che
della popolazione 5654. lambiscono i confini comunitativi di Signa; a ostro
ANNO 1840: Impuberi maschi 1031; femmine 899; adulti l’Arno, a ponente l’Ombrone, e a levante il Bisenzio, il
maschi 986, femmine 953; coniugati dei due sessi 2058; quale entra nel territorio di Signa nell' ultima sua
ecclesiastici secolari 14; numero delle famiglie 1072; sezione e poco innanzi di vuotarsi nell'Arno presso il
totale della popolazione 5941. Ponte di Signa.
ANNO 1843: Impuberi maschi 1002; femmine 832; adulti Il terreno di Signa spetta a due epoche diverse, quello
maschi 936, femmine 1001; coniugati dei due sessi 2164; dei colli di S. Miniato e del castel di Signa fa parte dei
ecclesiastici secolari 23; numero delle famiglie 1078; poggi formati di schisto marnoso e di calcare-compatto
totale della popolazione 5958. di tinta plumbea, volgarmente appellato colombino, le
Comunità di Signa. – II territorio di questa Comunità quali due rocce propagansi fino costà del mo nte
faceva parte di quella di Campi, quando con decreto d'Artimino; mentre la sottostante pianura verso levante è
Napoleonico del 1808 fu eretta la Comunità di Signa stata profondamente colmata dalle torbe dell'Arno, non
separata mente da quella di Campi, pel cui distretto fu che dal Fosso Reale e dal Fosso Maci nante che
eseguita nel 1813 la mappa catastale. sboccano entrambi nel Bisenzio presso il confine
Il territorio pertanto della Comunità di Signa nel orientale della Comunità.
1813 occupava una superficie di 4902 quadrati, 349 La sezione fra il Bisenzio e l' Arno chia mata tuttora Isola
dei quali spettavano a corsi d'acqua e a pubbliche de'Renaj devesi probabilmente all'effetto delle colmate
strade, mentre negli altri 4553 quadrati in detto anno prodotte dopo la piena del 1333 e confinata per
viveva una popolazione di 5654 persone, a provvisione della Signoria di Firenze degli 11 agosto
proporzione di mille individui per ogni miglio 1 3 6 1 ( V e d i s o p r a a p a g . 402).
quadrato di suolo imponibile; talché questa di Signa La stessa cosa è accaduta nella pianura acquitrinosa
comparisce la più popolosa Comunità di campagna del rasente la strada Regia pistojese che conserva l'antica
Granducato di Toscana. sua denominazione di Padule.
Confina con i territorj di altre quattro Comunità; dal Tutti i prodotti agrarj necessarj alla vita abbondano nel
lato di scirocco e ostro ha di fronte la Comunità della territorio di Signa: le v i t i e gli ulivi cuoprono i colli
Lastra a Signa mediante il corso dell’Arno, a partire intorno, e danno olio e vino squisiti, mentre la pianura
dirimpetto alla Viaccia che sbocca in Arno e di là é fertilissima in cereali, in mais, in legumi, in alberi di
lungo il dello fiume fino allo sbocco in esso loppi ecc. ed in pasture, per cui il bestiame
dell'Ombrone pistojese. Le altre tre Comunità limitrofe specialmente bovino costituisce uno dei rami più
sono, quella di Carmignano a ponente, la Comunità di importanti di lu cro e di commercio attivo per i
Campi a settentrione e la Comunità di Brozzi da levante possidenti terrieri.
a scirocco. Anche le acque del Fosso Macinante e quelle
Fronteggia con la Comunità di Carmignano rimontando dell’Arno sono di un profitto giornaliero, le prime ai
dal suo sbocco in Arno il tortuoso giro dell'Ombrane mugnai di S. Moro, le seconde ai navicellai di Signa.
pistojese, col quale rasenta le ultime falde de'colli di Ma l'agiatezza e la prosperità, conseguenza
Comeana, di Pilli e di Montalbiolo fino al Ponte dell' dell'aumentata popolazione di Signa, devesi alla
Asse sulla strada Regia pistojese. Costà cessano i celebrità dei suoi cappelli di paglia che lavoravansi
confini della Comunità di Carmignano con questa di innanzi che altrove con grande maestria e solerzia dagli
Signa, il di cui territorio voltando direzione da abitanti di questa e delle limitrofe Comunità.
settentrione a levante percorre la strada Regia pistojese Fu il bolognese Domenico Michelacci il primo che
di conserva con la Comunità di Campi passando in mezzo introdusse e che incominciò a commerciare con l'estero
al di S. Pier a Ponti fino al Fosso Reale, dove trova i cappelli di paglia di Signa, ossia di Firenze, di che la
il Ponte de' Mulini che cavalca la strada Regia palese una lapida posta sopra il di lui avello nella chiesa
pistojese.Ivi alla Comunità di Campi sottentra l'altra di parrocchiale di S. Miniato a Signa, dove egli fu
Brozzi, con la quale la nostra voltando faccia da sepolto. Essa sola può servire di lume alla storia di una
settentrione a levante-scirocco li dirige da primo a manifattura che formò la principale ricchezza di cotesta
libeccio per l’Fosso Reale, col quale entra nella contrada. Eccone le parole
fiumana del Bisenzio, il di cui alveo seconda fino al
HIC JACET - Totale abitanti anno 1833: n° 5722
DOMINICUS SEBASTIANUS MICHELACCI DE - Totale abitanti anno 1840: n° 6115
BONONIA - Totale abitanti anno 1843: n° 6074
QUI OMNIUM PRIMUS CAUSIA ANGLI VENDIDIT
NOVUQUE ISTITUTO COMMERCIO PALEIS N.B. Dalle parrocchie contrassegnate con l’asterisco (*)
SE SIGNAM FINITIMOS DITATIV nelle ultime tre epoche escivano fuori di questa Comunità
Anno D. MDCCXXXIX. TERTIO HORAS AUGUSTI
PRO VIRO BENE DE HAC TERRA MERITO DEUM - anno 1833: abitanti n° 553
PRECATE - anno 1840: abitanti n° 679
- anno 1833: abitanti n° 522
Se è vero che gli Olandesi innalzassero una statua a
colui che trovò il modo di conservare le aringhe per - RESTANO abitanti anno 1833: n° 5169
farne commercio alL’estero, con più ragione i Signesi - RESTANO abitanti anno 1840: n° 5436
avrebbero dovuto scolpire un mausoleo alla me moria di - RESTANO abitanti anno 1843: n° 5552
Domenico Michelacci.
La Comunità di Signa mantiene una levatrice ed un All’opposto nelle ultime tre epoche entravano nelle cure
maestro di scuola. Il giusdicente, il cancelliere di S. Cresci a Campi e di S. Piero a Ponti nella Comunità
Comunitativo e l'ingegnere del Circondario della di Signa
Comunità di Signa risiedono in Campi; la conservazione
dell'Ipoteche ed il tribunale di prima Istanza sono in - anno 1833: abitanti n° 485
Firenze. - anno 1840: abitanti n° 505
- anno 1833: abitanti n° 496
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di
SIGNA a cinque epoche diverse. - TOTALE abitanti anno 1833: n° 5654
- TOTALE abitanti anno 1840: n° 5941
- nome del luogo: Lecore (*), titolo della chiesa: S. - TOTALE abitanti anno 1843: n° 6048
Angelo in S. Biagio (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Firenze, abitanti anno 1551 n° 417 (con S. Pietro),
abitanti anno 1745 n° 520 (con S. Pietro), abitanti anno SIGNANA e FRASSINETA nel Val d'Arno casentinese.
1833 n° 787, abitanti anno 1840 n° 918, abitanti anno – Due Casali nel popolo di S. Egidio a Frassineta,
1843 n° 870 Comunità e circa sei miglia toscane a settentrione-
- nome del luogo: Lecore, titolo della chiesa: S. Pietro maestrale di Chiusi del Casentino, Giurisdizione di
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
1551 n° 417 (con S. Angelo), abitanti anno 1745 n° 520 Cotesti due casali del contado aretino si sottomisero al
(con S. Angelo), abitanti anno 1833 n° 395, abitanti anno Comune di Firenze per atto dei 16 gennajo 1385 (stile
1840 n° 400, abitanti anno 1843 n° 407 comune )
- nome del luogo: Pieve di SIGNA, titolo della chiesa: SS. Anche nel 1342 con atto del 17 dicembre gli uomini di
Giovanni Battista e Lorenzo (Pieve), diocesi cui Frassineto e di Signana del contado d'Arezzo, vicariato
appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 1087 (con S. di Campi (sotto Bibbiena) elessero il loro sindaco per
Maria e S. Miniato), abitanti anno 1745 n° 1032, abitanti inviarlo a Firenze a giurare fedeltà al principe Gualtieri
anno 1833 n° 1776, abitanti anno 1840 n° 1813, abitanti Duca d'Atene nuovo signore delle città di Firenze, di
anno 1843 n° 1861 Arezzo e loro giurisdizioni. – (ARCH. DELLE
- nome del luogo: Castello di SIGNA, titolo della chiesa: RIFORMAGIONI DI FIR.) – Vedere FRASSINETA nel Val
S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti d'Arno casentinese.
anno 1551 n° 1087 (con SS. Giovanni Battista e Lorenzo
e S. Miniato), abitanti anno 1745 n° 706, abitanti anno
1833 n° 827, abitanti anno 1840 n° 881, abitanti anno SIGNANO DI GREVE nel Val d'Arno sotto Firenze. –
1843 n° 930 Casale con chiesa parrocchia (S. Giusto) filiale della
- nome del luogo: S. Miniato a SIGNA, titolo della metropolitana fiorentina, nella Corte, di Legnaja,
chiesa: S. Miniato (Rettoria), diocesi cui appartiene: Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di
Firenze, abitanti anno 1551 n° 1087 (con SS. Giovanni Firenze.
Battista e Lorenzo e S. Maria), abitanti anno 1745 n° 418, Risiede in pianura fra la ripa sinistra dell'Arno e la strada
abitanti anno 1833 n° 453, abitanti anno 1840 n° 552, Regia Livornese. Se non vuolsi tener conto di un diploma
abitanti anno 1843 n° 423 dell'Imperatore Corrado dei 23 luglio 1 0 3 8 a favore
- nome del luogo: S. Moro a SIGNA (*), titolo della della Badia fiorentina, in cui è rammentato un luogo di
chiesa: S. Mauro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Signano, la prima memoria della chiesa di S. Giusto
Firenze, abitanti anno 1551 n° 500, abitanti anno 1745 n° a Signano sarebbe quella riportata dal Lami nei suoi
679, abitanti anno 1833 n° 1484, abitanti anno 1840 n° Monumenta Eccl. Flor. (pag. 96) sotto l'anno 1270,
1551, abitanti anno 1843 n° 1583 quando era rettore di S. Giusto a Signano il prete
Iacopo. – Anche alla pag. 1135 dell'Opera citata trovasi lo
- Totale abitanti anno 1551: n° 2004 stesso prete Iacopo rettore della chiesa di Signano nel
- Totale abitanti anno 1745: n° 3355 numero de’ parrochi, che nel 3 aprile del 1386
assisterono nella chiesa maggiore ad una riunione del Lucchese, finché nel 1446 si diedero volontariamente ai
clero fiorentino e dei parrochi della stessa diocesi. marchesi d'Este di Ferrara.
Finalmente la cura di S. Giusto a Signano fu registrata fra Esistono ancora nella parte superiore del monte di Sillano i
le suburbane della pieve maggiore nel catalogo delle chiese fondamenti della sua antica rocca, detta il castellaccio. –
della diocesi fiorentina compilato nel giugno del 1299, Ivi presso sopra il ramo orientale del Serchio dì
al pari che nei cataloghi posteriori. Soraggio eravi un ponte di materiale che una piena nel
La parrocchia di S. Giusto a Signano nel 1833 noverava 1578 portò via, rifatto di legname nel 1585.
238 abitanti. Dal parroco di Sillano dipende il cappellano delle
Capanne di Sillano poste circa due miglia più in alto
verso le gessaje di Soraggio sotto il giogo di
SIGNANO DI FAGNA in Val di Sieve. – Casale con quell’Appennino chiamato dell'Ospedaletto.
chiesa parrocchiale (S. Clemente) nel piviere di Fagna, Nel distretto delle Capanne di Sillano scaturiscono le più
Comunità Giurisdizione e quasi tre miglia toscane a alte sorgenti del Serchio che dicesi di Soraggio, così
settentrione di Scarperia, Diocesi e Compartimento di appellato dal popolo di questo nome. – Al dire del
Firenze. Va lisnieri il Villaggio di Sillano produsse alcuni uomini
Risiede alle falde meridionali dell' Appennino fra il giogo chiari in medicina, fra i quali egli contava un Giovanni
di Scarperia e il monte di Castel Guerrino, sopra uno Laurenzi ed un Giovanni Lemmi.
sprone che stendesi lungo la ripa destra del torrente La Comunità di Sillano nel 1832 contava 1901 abitanti
Levisone, a ponente della strada detta del Giogo di repartiti come appresso:
Scarperia che conduce a Firenzuola.
Cotesta chiesa parrocchiale fino dal secolo XII almeno era 1. Popolo di Sillano, Abitanti n. 496
filiale della pieve di Fagna, siccome lo dichiara il 2. Popolo di Capanne di Sillano, Abitanti n. 171
catalogo del 1399 di sopra citato. 3. Popolo di Dalli sotto, Abitanti n. 169
Essendo essa per vecchiezza rovinata, fu riedificata di pianta 4. Popolo di Dalli sopra, Abitanti n. 235
nel principio del secolo XVIII a spese del Granduca Cosimo 5. Popolo di Soraggio, Abitanti n. 830
III, per cui fino d'allora il sovrano della Toscana ne TOTALE, Abitanti n. 1901
divenne il legittimo patrono.
La parrocchia di S. Clemente a Signano nel 1833 contava
120 abitanti. SILANO (CAPANNE DI). – Vedere articolo precedente.
SIGNANO DI FIVIZZANO in Val di Magra. – Vedere SILANO (PIEVE DI) fra la Val di Pesa e là Val di Greve.
SOLIERA. –Pieve antichissima sotto il (titolo di S. Pietro, nella
Comunità Giurisdizione e circa due miglia toscane a
ponente di Greve, Diocesi dì Fiesole, Compartimento
SIGNANO DI VAGLIA in Val di Sieve. – Vedere PIETRA di Firenze.
MENSOLA e VAGLIA. Risiede sulla cresta de'poggi che separano l'acque della
Greve da quelle della Pesa, lungo la strada rotabile che da
San Casciano per Mercatale, Macerata e Silano si unisce a
SILANA (ROCCA), o SILLANO in Val di Cecina. – Panzano alla Regia Chiantigiana.
Vedere ROCCA SILLANA. Molte pergamene appartenute alla vicina Badia di
Passignano fanno commemorazione di questa pieve; la più
antica delle quali scritta in Passignano, piviere di S.
SILANO, o SILLANO DELLA GARFAGNANA nella Valle Pietro a Silano, nel marzo dell'anno 884. A quella
superiore del Serchio. – Villaggio con soprastanti ruderi di succedono altre carte del marzo 903, del maggio 941,
un castellare e chiesa prepositura (S. Bartolommeo) settembre 957, febbrajo 985, maggio 986, nov. 987,
capoluogo di Comunità nella Giurisdizione e circa 5 miglia luglio 988, gennajo 989, agosto 990, marzo 992, giugno
toscane a settentrione-maestrale di Camporgiano, Diocesi di 993, ottobre e novembre 990, per tralasciarne molte più
Massa Ducale, già di Luni-Sarzana, Ducato. di Modena. scritte dopo il mille, nelle quali è fatta menzione della stessa
È posto sul fianco occidentale dell'Appennino omonimo fra chiesa sottomatrice di S. Pietro a Silano.
due torrenti, il primo de' quali appellato Serchio di La pieve di S. Pietro a Silano fu confermata ai vescovi di
Soraggio scende al suo levante, mentre passa al suo Fiesole dai Pontefici Pasquale II e Innocenzo II con bolle
ponente il torrente dei due casali di Dalli. del marzo 1003 e del novembre 1034.
Una delle più antiche rimembranze di questo luogo di Essa era dì antico padronato dell' illustre famiglia
Sillano incontrasi in una carta dell' Arch. Arciv. lucchese Gherardini di Firenze, cui è ritornata per renunzia fatta
del gennajo 793, citata all’Articolo GARFAGNANA . dal patrono ultimo Mazzetti. – Fra i pievani di Silano
Silano, o Sillano, fu una delle villate della vicaria di è noto quel Matteo di Franco della Badessa,
Camporgiano che. nel 1340 il Comune di Firenze acquistò spedalingo del Bigallo e poeta faceto, che nel 1495 fu
dal Marchese Spinetta Malaspina, ed al medesimo nello canonico fiorentino assai commendato dal Poliziano, e
stesso tempo rilasciò con titolo d'investitura feudale.– ben visto dalla sua Repubblica, dalla quale ottenne
Vedere CAMPORGIANO, dove fu indicato, che tutti i paesi di per 15 anni l'u sufrutto de' bagni di S. Giuliano presso
questa Vicaria ritornarono poco dopo sotto il dominio Pisa.
La pieve di Sitano ha sotto la sua giurisdizione quattro La chiesa di S. Lorenzo a Silice al pari di quella di S.
popoli, cioè; 1. S. Maria a Vicchio Maggio; 2. S. Maria Jacopo a Capraja trovasi nominata nella bolla di
a Rignana; 3. S. Martino in Valle; 4. S. Biagio a Alessandro III del 1168 al pievano della Pieve-Fosciana,
Passignano con l'annesso di S. Andrea al Poggio a 106 anni innanzi che fossero riunite (anno 1374)
Vento, soppresso nel 1780. Attualmente la cappellania del Castello. di Capraja è
La cura di S. Pietro a Silano nel 1833 contava soli 42 dedicata a S. Lucia. – Vedere CAPRAJA nella Valle del
abitanti. Serchio.
La cura di S. Lorenzo a Silico con l’annesso di Capraja
nel 1833 contava 500 abitanti.
SILICAGNANA, SERACANIANA, o SIRICAGNANA
DELLA GARFAGNANA nella Valle superiore del
Serchio. – Villaggio, con chiesa parrocchiale (S. SILPICCIANO, o SOLPICCIANO Vedere SUBBIANO
Martino) nella Comunità, e circa un miglio toscano a nel Val d’Arno casentinese
grecale di S. Romano, Giurisdizione di Castelnuovo di
Garfagnana, Diocesi di Massa-Ducale, già di Lucca,
Ducato. di Modena. SILVESTRI (MONTE). – Vedere MONTE SILVESTRI.
Trovasi in poggio fra le radici dell'Appennino di
Corfino, che ha al suo grecale, il fiume Serchio che
scorre al suo ponente-libeccio Fino dal 754 possedeva SILVESTRO (S.) ALLE CONVERTOJE. – Vedere
una corte in Seracaniana il pisano Walfredo, o il di lui CONVERTOJE, e così degli altri luoghi che hanno, o
cognato lucchese Gundualdo, assegnata da essi in dote che ebbero, per chiesa titolare S. Silvestro.
con altri beni al Monastero di S. Pietro a Palazzuolo in
quell'anno stesso fondato presso Monteverdi in Val di
Cornia nella Maremma Massetana. SIMIGNANO, nella Valle superiore dell'Elsa. – Casale
La chiesa di S. Martino a Silicagnana (Seracaniana ) è che fu castelletto, del quale conserva il nomignolo una
rammentata in una bolla diretta nel 1168 dal chiesa parrocchiale (S. Magno) con l'annesso di S. Maria
Pontefice Alessandro III al pievano della Pieve a Badi di Montagna nel piviere di Molli, Comunità,
Fosciana. – Vedere PIEVE FOSCIANA. Giurisdizione e quasi 5 miglia toscane a ponente di
La parrocchia di Silicagnana nel 1833 contava 305 Sovicille, Diocesi di Colle, e innanzi di quella di
abitanti. Volterra, Compartimento di Siena.
Risiede sul rovescio della Montagnola di Siena lungo la
strada rotabile che guida per Pieve a Scuola a Colle
SILICANO, o SILLICANO DI GARFAGNANA nella basso.
Valle superiore del Serchio. – Villaggio con chiesa Fu Simignano uno de castelletti de’nobili di Staggia, da
parrocchiale (S. Niccolo) presso il casale di Filicaja alcuni de quali nel 1163 veniva sottomesso alla
nella Comunità, Giurisdizione e circa 4 miglia repubblica di Siena. (Arch. Dipl. Fior. Carte di S.
toscane a ostro-scirocco di Camporgiano, Diocesi di Eugenio).
Massa Ducale, una volta di Lucca, Ducato di Modena. Un parroco di questa chiesa scrisse una lettera a S.
Tanto il Villaggio, di Silicano come il Casale di Caterina pubblicata tra quelle del padre Burlamacchi. Il
Filicaja sopra un poggio a pie della Pania Secca castello di Simignano, demolito nel 1316, apparteneva
nell'Alpe Apuana. allora, al pari dell’altro di Radi di Montagna, alla
Fu questa di Silicano una delle chiese filiali della famiglia magnatizia del Porrina di Casole. – Vedere
Pieve Fosciana rammentata nella bolla pontificia del RADI DI MONTAGNA e MAGNO (S.) A SIMIGNANO.
1168 testé indicata. La parrocchia di S. Magno a Simignano con l'annesso di
Nel 1833 la parrocchia di S. Niccolo a Silicano Radi di Montagna nel 1833 contava 244 abitanti.
contava 427 abitanti.
SOGLIO (MONTE, o GIOGO DEL) Tra la Falterona e SOJANELLA. – Vedere l'Articolo precedente.
Camaldoli. – Vedere CAMALDOLI, e PRATOVECCHIO,
Comunità.
SOLAJA di SOVIGLIANA nella vallecola di Cascina. –
Vedere SOVIFLIANA (PIEVE DI)).
SOGNA in Val d'Ambra. – Casale ch’ebbe titolo di
Castello, con chiesa parrocchiale (S. Tommaso) filiale
della pieve di Altaserra in Monte Benichi, Comunit à e SOLAJO SUL VINCIO nella Valle d e ll'Ombrone
circa 6 miglia toscane a ostro del Bucine, nella pistojese. – Vedere SCALARI, o SCALARICO.
Giurisdizione di Montevarchi, Diocesi e
Compartimento di Arezzo.
Risiede in poggio lungo il torrente Lucignanello che SOLANO torrente nel Val d'Arno casentinese. – Cotesto
scende dal monte di Palazzuolo in Ambra alla sinistra corso d'acqua nasce nel fianco orientale del monte di
della strada maestra che passa di costà. Vallombrosa sopra il Castello di Monte Mignajo, e và
Fu questo di Sogna uno de'castellucci dei Conti ingrossandosi per via, finché dopo esser passato sotto
Ubertini di Arezzo citalo all'Articolo RAPALE con Cetica e Castel S. Niccolo, bagna il borgo di Strada, che
altri appartenuti a quei dinasti. trova un miglio innanzi di scaricarsi nel fiume Arno
Con istrumento del 4 settembre 1275 messer Baldo sotto il ponte nuovo, sopra del quale passa la strada
figlio di Tebaldo degli Ubertini, stando nel suo castello di provinciale Casentinese, quasi dirimpetto al piano di
Sogna, fece un atto di dichiarazione, che il di lui padre Campaldino.
Tebaldo aveva venduto alle monache Cistercensi di S.
Trovandosi nel popolo di Solicciano una villa col vocabolo
SOLARIA (AD) – Mansione sulla Via Clodia. – Vedere di Agnano,che fu de'Medici di Firenze, ed un oratorio
SOMMAJA . annesso sotto l'invocazione di S. Maria, sembra probabile
che allo stesso oratorio di S. Maria di Agnano volesse
riferire un istrumento del 1003, col quale il conte Lottario
SOLATA nel Val d'Arno superiore. – Casale con chiesa figlio del fu Conte Cadolo donò alla badia di S. Salvatore
parrocchiale (SS. Jacopo e Cristofano) nel piviere di a Settimo, tra gli altri beni, quelli attinenti alla chiesa di S.
Galatrona, Comunità e circa 4 miglia toscane a Maria di Agnano ed il giuspadronato dell'oratorio
libeccio del Bucine, Giurisdizione di Monte-Va rchi, medesimo, cui allora davasi il nome generico di monastero.
Diocesi e Compartimento di Arezzo. – Vedere AGNANO in Val di Sieve.
Trovasi sulla cresta de'poggi interposti fra la fiumana La parrocchia di S Pietro a Solicciano nel 1833
dell' Ambra ed il torrente Trigesimo, ossia di Caposelvi, noverava 615 abitanti.
alle sorgenti del quale risiede la chiesa di Solata, la cui
popolazione nel 1833 ascendeva a 106 abit anti.
SOLIERA in Val di Magra. – Villaggio, già Castello,
con pieve antica (S. Maria Assunta) nella Comunità
SOLI (S. MARIA A) nella Val di Sieve – Castellare, la di Giurisdizione e quasi 4 miglia toscane a libeccio di
cui parrocchia fu riunita nel 1787 alla cura di S. Fivizzano, Diocesi dì Pontremoli, stata di Luni Sarzana,
Michele a Lucignano, entrambe nel pievanato di S. Compartimento di Pisa.
Giovanni a Petrojo, Comunità e circa 3 miglia toscane Risiede presso la confluenza del Rosaro nell'Aulella, a
a settentrione di San Piero a Sieve, Giurisdizione di settentrione del ponte sul quale cavalca la strada militare
Scarperia, Diocesi e Compartimento di Firenze. Modanese che passa per Fivizzano.
Si distinse dal castelletto di Soli un ramo degli Ubaldini Si hanno memorie di questa pieve fino dal 998, quando
del Mugello che lo perderono per ribellione i discendenti il Marchese Oberto, con atto pubblico del 26 luglio
di quella stirpe, per quanto la chiesa parrocchiale fino rogato nel Brolio di Carrara, rinunziò a favore dei
dal secolo XIII fosse di giuspadronato della mensa vescovi di Luni il giuspadronato che aveva sopra quattro
vescovile fiorentina. pievi di Lunigiana, fra le quali notasi questa di Soliera,
Gli Ubaldini peraltro continuarono a possedere costà dei pieve che fu confermata ai vescovi Lunesi dai Pontefice
beni allodiali con una villetta compresa nel distretto di Eugenio III (anno 1149) e Innocenzo III (1202).
Soli. Fu in conseguenza di tale giuspadronato che
Che in Lucigliano poi sino dal sec. XIV esistesse un l’Imperatore Federigo I con diploma del 29 luglio 1185
buon fortilizio, lo dichiarò Matteo Villani nella sua concedè a Pietro suo benaffetto vescovo di Luni anche il
Cronica, all'occasione che i Fiorentini nel 1352 castello di Soliera con le sue ville e giurisdizioni;
v'introdussero molte vettovaglie per provvisionare il comecché il Castello medesimo col suo territorio
loro esercito contro quello del Visconti di Milano. Cotesti dipendesse immediatamente dai marchesi Malaspina del
due popoli riuniti nel 1833 contavano 344 abitanti. ramo del Marchese Guglielmo, cugino di Corrado
l'Antico, autore dei Malaspina, detti poi dello Spino
fiorito, fra i quali erano questi di Soliera, Verrucola Bosi,
SOLICCIANO nel Val d'Arno fiorentino.– Villaggio, e Fiviziano, lutti discesi dal Marchese Oberto, che nel
con chiesa parrocchiale (S. Pietro) nel piviere di S. 998 rinunziò, come si disse, le quattro pievi al vescovo d i
Giuliano a Settimo, Comunità e un miglio toscano Luni.
circa a grecale della Casellina e Torri, Giurisdizione Il Castello di Saliera con quelli di Moncigoli, Agnino e
della Lastra a Signa, Diocesi e Compartimento di Ceserano, rispetto al civile e politico, continuarono a
Firenze. È situato in mezzo a una pianura bagnata a dipendere dai Marchesi di Fivizzano fino a che quelle
levante dalla fiumana Greve, a settentrione dall'Arno, popolazioni per atto pubblico del 6 marzo 1477 (stile
mentre al suo ostro passa la strada postale Pisana, lungo una fiorentino) si sottomisero al Comune di Firenze, dal
via rotabile che staccasi dalla Regia alla testata sinistra del quale ottennero le stesse favorevoli capitolazioni che si
Ponte a Greve per condurre a Ugnano, ecc. concedevano contemporaneamente al popolo di
Una delle reminiscenze di questo Villaggio, conservasi tra le Fivizzano.
carte del Monastero di S. Appollonia di Firenze riunite a E siccome un tale acquisto non sembra va alla
quelle dello Spedale di Bonifazio, ora nell’Arch. Dipl. Repubblica Fiorentina bastantemente stabilito senza
Fior. – È un contratto del marzo 1082, mercé cui fu riportarne la cessione delle ragioni da quelli che vi
acquistato un podere nei contorni di Sollicciano dalle potevano avere interessi, cosi, mediante deliberazione del
vicine monache di S. Maria a Montignano, patrone della 7 settembre 1482 diretta a Nerozzo Del Nero capitano
chiesa di S. Pietro a Sollicciano, finche cotesto diritto della Repubblica Fiorentina in Fivizzano, fu dalla
pervenne nelle monache di S. Apollonia, cui le prime Signoria risoluto che, fino a nuov' ordine fossero immessi
furono riunite. – Vedere MONTIGNANO nel Val d'Arno nel governo de'castelli di Soliera, di Agnino e di
sotto Firenze. Ceserano il Marchese Gabbriello Malaspina di
Rispetto all’ubicazione del villaggio di Solicciano veggasi Fosdinovo, e che al di lui nipote Marchese Leonardo si
un istrumento del dì 8 maggio 1334 appartenuto al concedessero in feudo i castelli di Regnano,
Monastero di S. Felicita di Firenze, e riportato dal Lami Castiglioncello, Lucignano e Monte de' Bianchi, tutti
alla pag. 1 1 6 5 de'suoi Monum. Eccl. Flor. nella Lunigiana.
Per effetto di ciò i due marchesi predetti per sé, e per i attualmente nell' Arch. Dipl. Fior.
loro eredi e successori donarono e rinunziarono al La più antica di tulle consiste in un atto del 15 giugno
Comune di Firenze tutte le ragioni che ai medesimi in 1192, col quale i primi signori della Sommaja
qualunque modo si potevano appartenere sopra i castelli, emanciparono un tale Bojardo con i suoi discendenti,
distretti e uomini di Fivizzano, Comano, Groppo S. autore il più remoto di quei nobili, da ogni obbligo di
Piero, Monte Chiaro, Sassalbo, Verrucola -Bosi, ecc. servitù nell'atto in cui furono a lui vend uti degli effetti
ecc. posti nella corte di Sommaja.
Fa parte della storia politica di Soliera una relazione di Giunta, uno de' figliuoli di detto Bojardo, mediante
messer Francesco Vinta sopra le convenzioni state nel istrumento del 14 maggio 1263 fece acquisto da
1468 stipu late fra la Repubblica Fiorentina ed il persona del popolo di S. Ruffiniano a Sommaja di un
Marchese Gabbriello di Fosdinovo relativamente al pezzo di terra per soldi 50; ed il medesimo Giunta di
passo di Tendola e del Bardine per gli uomini di Bojardo nel 31 gennaio del 1271 comprò da altra
Soliera e sue ville, quando fu convenuto far pagare persona del popolo di Settimello altri beni per il prezzo
quei popoli, per ogni soma di mercanzie che di lire 69. Qualche tempo dopo (21 ottobre 1272) due
transitavano per i detti territorj, denari nove imperiali, fratelli che furono figli di Giunta di Bojardo
corrispondenti a un soldo fiorentino, e per il passo di compra rono altri effetti in Sommaja; mentre un terzo
Pallerone denari sei imperiali, ecc. – (ARCH. DELLE figliuolo di Giunta di Bojardo è rammentalo in altra
RIFORMAG. DI FlRENZE). scrittura del 18 ottobre 1290, nella quale si tratta
La pieve arcipretura di S. Maria Assunta a Soliera nel della promessa da lui fatta ad Alamanno del fu
1833 contava 447 abitanti. Alamanno de'Brunelleschi del popolo di S. Leone a
Firenze di pagargli per la festa di Tutti i Santi lire 62 e
mezzo per l'acquisto da lui fatto di diversi effetti posti
SOMBRA (PENNA, o ALPE DI). – Vedere ALPE nel popolo di S. Lucia a Settimello.– Rogò l'atto il
APUANA, e CASTELNUOVO DI GARFAGNANA. notaro Latino Latini fratello di Bonaccorso e del
notissimo Ser Brunetto Latini.
Di due fratelli nati da Dolce, uno dei tre figli di
SOMMAJA (S ommaria ) nel Val d'Arno fiorentino. – Giunta, trovo fatta menzione in un istrumento del 18
Villaggio, già Caste llo che ha dato il nome a tre chiese ottobre 1 3 1 4 quando Fran cesco e Bartolo del fu
parrocchiali, S. Andrea, S. Ruffiniano e S. Michele a Dolce di Giunta di Bojardo della Sommaja comprarono
Sommaja, l'ultima delle quali fu riunita a S. Stefano a un pezzo di terra posto a Valmiano nel popolo di S.
Sommaja nell'antico piviere, Comunità e due in tre Maria fra le due Marine (a Travalle?).
miglia toscane a levante di Calenzano, Giurisdizione Uno di essi, Bartolo di Dolce di Giunta di Bojardo,
di Campi, Diocesi e Compartimento di Firenze. abitava nel popolo di S. Lucia d'Ognissanti quando nel
Trovasi la contrada di Sommaja sull'estrema pendice dì 8 aprile del 1331 acquistò un credito di otto fiorini
occidentale del Monte Morello, a levante della strada da pa garsi da un tal Dino del fu Bene del popolo di S.
militare di Barberino di Mugello, dove alcuni Ruffiniano a Sommaja; e nel 1335 il medesimo
dubitarono che fosse situata la mansione ad Salaria Bartolo comprò da un altro Dino del popolo di S.
della via Clodia, che veniva da Lucca e Pontremolì, Maria a Morello per il prezzo di lire 50 un
rammentala negl'intinerarj antichi. – Vedere appezzamento di terra posto in luogo denominato
CALENZANO. Boscatello nel distretto di S. Maria a Morello.
Che fino dal secolo XII in Sommaja vi fosse stata una Nel 1346, li 27 marzo, donna Lapa vedova del suddetto
torre, cui fu dato il nome di castello, si può dedurre da Bartolo di Dolce di Giunta della Sommaja istituiva fra i
un alto pubblico del 6 marzo 1131 scritto nel castello di suoi procuratori Jacopo figlio suo e del già Bartolo;
Sommaria. In realtà sotto nome di castello una torre mentre in altro atto del 18 ottobre 1380 è fatta
esisteva presso la chiesa di S. Stefano a Sommaja, menzione dì un Andrea figliuolo del fu Bartolo della
siccome lo dichiara una bolla data in Viterbo, che il Sommaja abitante allora nel popolo di S. Pancrazio a
Pontefice Gregorio IX nel 6 ottobre del 1237 diresse Firen ze.
all'abate e monaci della Badia a Settimo, cui fra le altre Fra le lettere della Signoria di Firenze, il Gaye nel suo
cose confermò il padronato della chiesa di S. Stefano carteggio inedito di artisti (Volume. I. Appendice II.)
presso il castello di Sommaja con le sue pertinenze.– ne rammenta una del 3 febbrajo 1353 (stile comune)
(LAMI, Monum. Eccl. Flor.) con la quale la Signoria deputò i cittadini Ame rigo della
Cotesto padronato poi della chiesa di S. Stefano a Sommaja, Castello di Lippo del Beccuto, e Benedetto di
Sommaja dové provenire dai conti Cadolingi fondatori Giovanni Strozzi a fortificare il castello di Calenzano
della Badia a Settimo, siccome lo da a conoscere quel per difenderlo dall'incursione dell'armata del Visconti
Conte Uguccione del fu Conte Guglielmo Bulgaro che che in quel tempo era penetrata dalla Lombardia nel
nel 7 Marzo del 1090 confermò la donazione fatta dai contado fiorentino.
genitori suoi di alcuni beni situati in Sommaja, in Monte Dal 1380 al 1608 mancano le carte spettanti alla
Morello ed altrove. – Vedere MONTE MORELLO. famiglia della Sommaja per continuarne tutta la
La cosa meno dubbia è che dalla contrada di Sommaja discendenza. Sappiamo solamente dall'illustrazione del
prese il casato un'estinta prosapia magnatizia di Firenze, Manni al sigillo XIII del Volume IX de' suoi Sigilli
la quale si disse dei nobili della Sommaja, siccome antichi, che Francesco figlio del celebre giureconsulto
apparisce da alcune memorie che si conservano Lelio Torelli ebbe per moglie Maria figliuola di
Raffaello della Sommaja, nella cui famiglia pervenne il
padronato della chiesa di S. Pier Buonconsiglio in
Mercato-Vecchio, per donazione fatta dai popolani al SOMMO COLOGNA, o SUMMA COLONIA nella Valle
suddetto Lelio Torelli. Da questa Maria della Sommaja del Serchio. – Castello con chiesa parrocchiale (S.
e da Francesco Torelli, soggiunge il Manni, nacquero Frediano) nell'antico piviere di Loppia, ora di Barga,
Antonio cavaliere Gerosolimitano, Raffaello cavaliere di Comunità e Giurisdizione medesima, dalla qual Terra
S. Stefano, e un altro Lelio che fu paggio nero di Sommo -Cologna dista circa due miglia toscane a
Cosimo I. settentrione nella Diocesi di Pisa, già di Lucca,
In questo tempo la storia ricorda pure un Pier Compartimento pisano.
Francesco della Sommaja cavaliere di Malta, che nel Risiede in monte alla destra del torrente Corsona, fra i
difendere un assalto dato dai Turchi li 3 giugno del casali di Albiano e di Catugnano.
1565 al castello di S. Ermo in quell' isola, egli vi Ebbero signoria in Sommo -Cologna fino dal secolo X i
restò ucciso. signori Rolandinghi di Lucca, quando il vescovo
Il giuspadronato della chiesa di Sommaja nel 30 maggio Teudegrimo per atto del 20 luglio 983 allivellò a
del 1608 fu rinunzialo dal Cavalier Antonio del fu Giovanni del fu Rodilando, e che poi nel 18 giugno del
Francesco Torelli al senatore Giovanni di Girolamo 994 il vescovo Gherardo di lui successore confermò a
della Sommaja ed ai suoi discendenti. Rolandino figlio del suddetto Giovanni di Rodilando,
Finalmente con bolla del 20 ottobre 1614 il Pontefice l'enfiteusi di dieci poderi attinenti alla chiesa plebana di
Paolo V concedé facoltà a Monsignor Girolamo della Loppia con le decime solite pagarsi a quel pievano dagli
Sommaja referendario dell’una e l'altra segnatura di abitanti delle ville di detto piviere; cioè, Loppia, Riana,
potersi ordinare sacerdote in tre domeniche da scegliersi Trepignana, Cascio, Balbo, Albiano, Catugnano, Summa
a suo piacere. (Carte cit.) Colunia, Barga, Pignatta, Granio, Pedoni, Seggio, Vetio,
Questi fu quel Monsignor Girolamo della Sommaja che Manciano, Tilio, Coreglia Amsecchio (sic), Grimignana,
lasciò molti spogli di notizie patrie riuniti attualmente Leczia, Licignana, Glavezano, Coctiano, Vitiano ,
nella biblioteca Magliabechiana a Firenze. Burria, Cistrignana e Plepolo, (Percoli) col solo
La contrada di Sommaja oltre all'aver fornito il obbligo ai Rolandinghi di retribuire alla mensa di Lucca
vocabolo a tre popoli, (S. Stefano, S. Ruffiniano e S. l’annuo canone di 20 soldi d'argento. – (MEMOR.
Michele a Sommaja) lo diede anche ad un resedio o villa LUCCH. Volume. V. Capitolo III.) – Vedere LOPPIA, e
circondata da molti poderi componenti una fattoria che COREGLIA.
fu dalla nobile famiglia Dini di Firenze da pochi anni Dopo vari eventi di guerra dall' anno 1331 al 1342 fra i
indietro alienata. Fiorentini ed i Pisani avvenuti nello stato di Lucca,
Inoltre ebbero signoria in Sommaja i sig nori di casa seguì nell' ottobre del i342 un trattato di pace con i
Guidalotti di Firenze, alcuni de' quali furono popoli prenominati, in forza del quale nel dì 11
condannati come ribelli e ghibellini con sentenza del 21 novembre successivo gli uomini di Sommo -Cologna si
luglio 1302 dal potestà Cante di Gabrielli di Gubbio. – sottoposero liberamente al Comune di Firenze insieme
Vedere GANGHERETO. con quelli di Barga, Albiano, Coreglia, Castelvecchio, e
Anche lo sfortunato Arrighetto da Settimello sembra che Loppia, Riana, Seggio, Trepignana, Tiglio ed altri
nelle sue poesie talvolta si appellasse Sommariensis, villaggi.
sebbene in alcune stampe si legga Sammariensis, dalla A custodia frattanto di coteste popolazioni la Signoria di
vicinanza di Settimello a Sommaja. Firenze inviò a Barga con una compagnia di fanti il
I tre popoli della contrada di Sommaja sotto il piviere di capitano Neri da Montegarulli.
S. Donato a Calenzano furono riuniti in due parrocchie Ma nella guerra del 1362 i Pisani es sendo tornati in
dopo che quella di S. Michele venne annessa alla cura di Garfagnana, assediarono Barga e Sommo -Cologna; le
S. Ruffiniano a Sommaja. – Attualmente tanto quali due Terre furono poco dopo liberate dalla virtù di
quest'ultima parrocchia come 1’altra di S. Stefano a Pietro Farnese generale di un esercito fiorentino. – Ma
Sommaja, altrimenti detta a Brancoli, la prima di cotesto non fu il solo fatto d'armi singolare che
padronato della nobil famiglia dei conti Bardi Serselli, la onorasse i Barghigiani, i quali vi presero parte, mentre
seconda del Marchese Ginori, già de’Monaci Cistercensi con egual valore cotesto popolo si comportò nell' anno
di Settimo, sono state assegnate alla nuova pieve di S. 1437 quando comparve sotto Barga con molta gente d'
Niccolo a Calenzano. armi il capitano del Visconti, Niccolo Piccinino. –
Nel 1833 la parrocchia di S. Stefano a Sommaja, o a Vedere BARGA .
Brancoli contava 139 abitanti Il territorio di Sommo-Cologna sotto il governo Mediceo
Nell'anno stesso quella de'SS. Ruffinian o e Michele a continuò a fare una Comu nità separata da quella di Barga;
Sommaja noverava 2 1 2 abitanti. sul quale rapporto sarebbe da esaminarsi una
controversia insorta nel 1755 fra le due popolazioni per
una questione economica che fu portata in Firenze al
SOMMANO (MONTE) in Val di Nievole. – Vedere tribunale degli Otto di Pratica, finché con motuproprio
MONSUMMANO. del Granduca Leopoldo I relativo all’organizzazione delle
Comunità del territorio pisano, questa di Sommo
Cologna venne unita alla Comunità di Barga.
SOMMANO DI SORBANO in Romagna. – Vedere Nel 1551 il popolo di Sommo -Cologna ascendeva a 384
MONTALTO DI SORBANO. abitanti – Nel 1745 ammontava a 582 persone, mentre
nell'anno 1833 vi si noveravano 536 individui. Pietro.
Finalmente lo stesso casale di Supano, o Sopano è
rammentato nella bolla pontificia spedita da Niccolò II
SOMMO COMANO nella Val di Magra. – Castello nell'aprile del 1061 al preposto e canonici della cattedrale
situato superiormente alla chiesa di S. Giorgio a di Soana, al cui capitolo confermò fra le altre le terre che
Comano, nella Comunità Giuris dizione circa 7 miglia esso possedeva nel casale Supano, o Sopano.
toscane a settentrione di Fivizzano, Diocesi di
Pontremoli, già di Luni-Sarzana, Compartimento di
Pisa. SORAGGIO DI GARFAGNANA nella Valle superiore del
Risiede in monte sopra un contrafforte dell’Appennino, Serchio. – Contrada con chiesa parrocchia (S. Martino) nel
appellato Alpe di Campo raghena, che scende da grecale piviere di Piazza, Comunità di Sillano, Giurisdizione e
a libeccio fra i torrenti Canalone e Tana influenti circa 6 miglia toscane a settentrione di Camporgiano,
entrambi nel Tavarone, in mezzo a folte selve di grandiosi Diocesi di Massa-Ducale, già di Luni-Sarzana, Ducato di
castagni e al di sotto di una faggeta con praterie naturali. Modena.
All’Articolo COMANO furono indicate le poche La contrada di Soraggio non ha Castello ne casale
memorie storiche relative al Castello di Comano. A proprio, comecché da essa prenda il distintivo non solo la
questo di Sommo Comano si aggiungerà una lettera chiesa parrocchiale di S. Martino a Soraggio, ma ancora il
degli Otto di Pratica in data di Firenze del 26 giugno ramo maggiore del Serchio, che costassù sino alla sua
1554 diretta a Giulio de' Medici commissario pel unione col Serchio Minuccianese conserva il nome del
Duca Cosimo in Fivizzano, dalla quale quel magistrato Serchio di Soraggio.
viene incaricato di risolvere alcune vertenze che Sono bensì comprese nella cura di Soraggio le villate di
pendevano fra gli uomini del Comune di Comano e Rocca, di Brica, Villa, di Camparana,, di Melelto e di
quelli di Sommo Comano. – (ARCH. DELLE Vicaglia.
RIFORMAG. DI FIR.) il territorio della parrocchia di Soraggio confina dal lato di
levante e scirocco con l'Appennino di Corfino e di
Borsigliana; dirimpetto a ostro giunge sul fiume Serchio;
SOPANO, o SUPANO nella Valle di Paglia. – Casale verso ponente ha la parrocchia di Stilano; e dal lato di
con castellare nel popolo di S. Maria a Montorio, settentrione e maestrale mediante il dorso dell' Appennino
Comunità e circa 6 miglia toscane, a grecale di arriva sui confini di Gozzano e di altre bicocche spettanti al
Sorano, Giurisdizione di Pitigliano, Diocesi di Soana, Ducato di Reggio in Lombardia.
Compartimento di Grosseto. Gli uomini di Soraggio dopo il trattato di pace concluso
Trovasi Sopano sulla ripa destra del torrente Fiume nel 1441 fra il Comune di Lucca e quello di Firenze,
tributario della Paglia, presso la confluenza del cui quella popolazione si era assoggettata, vennero re-
primo nel fosso di Valciona, sull'estremo confine stituiti ai Lucchesi col loro distretto.
orientale del territorio Granducale, appena miglia Nell'anno 1446 gli abitanti di Soraggio si sottomisero
toscane 2 a ponente della città di Acquapendente, poco spontaneamente con altre dieci Terre della Garfagnana
più di un miglio a libeccio del Castello di Proceno, due superiore al Duca Sorso di Ferrara, fino a che per atto
paesi spettanti al territorio Pontificio. pubblico del 24 luglio 1451 la camera ducale accordò ad
Cotesto casale faceva parte della contea di Montorio che enfiteusi al popolo di Soraggio i pascoli e boschi della
fu de’signori Baschi, poi degli Ottieri, dalla qual cosi detta Alpe Fazzuola posti sul rovescio dell'Appennino,
famiglia il feudo di Montorio, Sopano e nei confini territoriali di Gozzano, col patto di condurre in
Castell'Ottieri fu alienato al Granduca di Toscana ciascun anno un orso vivo a Modena. – Vedere ALPE
Cosimo II – Vedere CASTELL’OTTIERI e MONTORIO. FAZUOLA .
Una delle più vecchie membrane in cui trovai fatta Esistono in questo territorio abbondanti cave di gesso. –
menzione del casale di Sopano porta la data del maggio Vedere GARFAGNANA.
856, ed esiste fra le pergamene della Badia Amiatina, La parrocchia di S. Martino a Soraggio nel 1832 contava
ora nell’A rch. Dipl. Fior. 830 abitanti.
Della provenienza medesima sono due altri istrumenti,
uno dei quali scritto nel giugno dell' 886 nei confini
giurisdizionali di Soana, allorché due fratelli liberi, SORANA nella Val di Nievole. – Castello, con chiesa
figli di un Ricone del vico Supano, ricevettero a parrocchiale (SS. Pietro e Paolo) già filiale della pieve
livello da Mauro del fu Paolo del vico Lautiniano una d'Aramo, nella Comunità e circa miglia toscane 1 a
casa massarizia, o podere, con terre vignate, orto, selve maestrale di Vellano, Giurisdizione di Pescia, Diocesi
e pascoli, situato il tutto nel vico, o casale dì Supano, medesima, una volta di Lucca, Compartimento di Firenze.
per l’annua pensione di nove denari. Con l'altro Risiede in monte sulla ripa destra della Pescia Maggiore,
istrumento del gennajo 922, rogato in Supano stesso, il ossia Pescia di Pescia, fra Vellano, Castelvecchio ed
monaco Eribrando preposto della Cella di S. Severo di Aramo.
pertinenza della Badia Amiatina, attesa la domanda Fra le più vetuste reminiscenze superstiti di questo
fattagli da Anso prete abitante nel Vico Capo Marta luogo, nel Volume V. P. III delle Memo rie lucchesi sono
allivellò a questo i beni della Cella posti nel Vico Marta venuti alla luce varii istrumenti del secolo X, in cui è fatta
e nel Casale Cuziano consistenti in orti, vigne, prati, menzione del Castello di Sorana situato sul poggio, detto
selve ecc. per l'annuo canone di denari 12 moneta di S. allora di monte Petritulo.
Ma la rocca di Sorana occupa nella storia militare dl secolo vita, non lasciarono mai in pace i popoli a loro
XIV un posto distinto, tostochè essa fu presa di mira dai sottoposti, e con i proprj odj e sfrenata voglia di
Fiorentini che l'occuparono e perderono nella guerra di vendetta e sposero miserabilmente quei vassalli a
Lucca del 1330 e che poi riebbero dai Pisani alla pace dividersi in partiti, ecc. ecc.
conclusa in San-Miniato li 11 novembre del 1343. Fu
perduta di nuovo nel 1352, quando il presidio fiorentino MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI
venne cacciato da Sorana dalle genti di Castruccio SORANO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
Antelminelli Conte di Coreglia. (N.B. Manca la popolazione dell’anno 1640 quando
Riacquistata poco dopo, i Fiorentini dovettero riperderla Sorano continuava ad essere feudo granducale).
nella guerra che nel 1362 si riaccese con i Pisani, dai
quali la riebbero alla pace di Pescia pubblicata in Firenze il ANNO 1745 (*): Impuberi maschi 126; femmine 104;
primo di settembre dell'anno 1364. adulti maschi 93, femmine 139; coniugati dei due sessi
Finalmente nel 1371 gli uomini di Sorana, di Castelvecchio 308; ecclesiastici dei due sessi 28; numero delle famiglie
e di tutto il distretto comunicativo d i Vellano si sottomisero 238; totale della popolazione 798.
stabilmente alla Repubblica Fiorentina, dalla quale ottennero ANNO 1833: Impuberi maschi 189; femmine 196; adulti
favorevoli capitolazioni. – Vedere VELLANO. maschi 129, femmine 166; coniugati dei due sessi 420;
Nel 1385 insorse una passeggera differenza per causa di ecclesiastici dei due sessi 15; numero delle famiglie 258;
confini e di pasture fra il Comune di Sorana e quello di totale della popolazione 1115.
Pontito di Villa -Basilica nella giurisdizione lucchese. ANNO 1840: Impuberi maschi 204; femmine 186; adulti
La parrocchia de'SS. Pietro e Paolo a Sorana nel 1833 maschi 158, femmine 189; coniugati dei due sessi 460;
noverava 406 abitanti. ecclesiastici dei due sessi 11; numero delle famiglie 258;
totale della popolazione 1208.
ANNO 1843: Impuberi maschi 162; femmine 145; adulti
SORANO nella Val di Fiora. – Terra murata e stivata di maschi 163, femmine 185; coniugati dei due sessi 414;
abitazioni con chiesa collegiata (S. Niccolò) capoluogo di ecclesiastici dei due sessi 14; numero delle famiglie 273;
Comunità nella Giurisdizione di Pitigliano, Diocesi di totale della popolazione 1083.
Soana, Compartimento di Grosseto.
Risiede sopra una rupe di tufa vulcanica, alla cui sommità (*) Nel 1745 vi erano in Sorano 46 Lorenesi non valutati
esiste la rocca ed alla sua base occidentale scorrono le prime nel presente Quadro.
fonti del Lente, il quale dirigesi verso Pitigliano, mentre
nelle scogliere intorno a Sorano sono state scavate dentro Comunità di Sorano. – II territorio di questa Comunità
quel terreno tufaceo1e grandiose e belle cantine. occupa 65355 quadrati, dei quali 2135 spettano a corsi
La Terra di Sorano è posta fra il grado 42° 41' latitudine ed d'acqua ed a pubbliche strade. – Nel 1833 vi abitavano
il grado 29° 33' e 5" longitudine, circa miglia toscane 4 a familiarmente 3831 individui, a proporzione di circa 48
grecale di Pitigliano, 3 ½ a grecale -levante di Soana, persone per ogni miglia toscane quadrate di suolo
miglia 4 1/2 a ostro di S. Giovanni delle Contee, e imponibile.
intorno a miglia 11 a ostro-libeccio dal Ponte Centino Confina con quattro Comunità del Granducato e per la
sulla strada postale di Roma. parte di levante con lo Stato Pontificio. – Essa ha di
Fu la terra e distretto di Sorano antica signoria dei conti fronte dirimpetto a settentrione-maestrale il territorio
Aldobrandeschi, pervenuta coll'atto di divisione del 1274 comunitativo di Santa Fiora fino al fosso Rigo, che è uno
al ramo de'conti di Soana e Pitigliano, dai quali passò con degli influenti a destra del fiume Fiora; di fronte a
piena giurisdizione nella casa prin cipesca degli Orsini di ponente-maestrale il territorio comunitativo di Sorano si
Roma, che dominarono assolutamente in Sorano e nei tocca con quello della Comunità di Roccalbegna; di faccia
paesi della contea Aldobrandesca dì Soana fino all'anno a ponente ed libeccio ha la Comunità di Marciano;
1608, epoca dell’alienazione, e riunione sua al Granducato dirimpetto a ostro e scirocco trova il territorio della
di Toscana; dopo di che i conti Orsini ed altri signori Comunità di Pitigliano, con la quale la nostra di
ottennero molti paesi della stessa contea come feudatarj Sorano si accompagna finché arriva sul confine dello
Granducali. Tale fu per un Bourbon del Monte il feudo di Stato Pontificio.
S. Martino al Poggio Pelato, concesso nel i650 al Poche strade rotabili attraversano quest'angolo estremo
Marchese Pier Francesco del Monte S. Maria, ai di cui del Granducato, una delle quali sarebbe il tronco fra
erede, il Marchese Cosimo Bourbon del Monte, venne Pitigliano e Sorano da far parte della strada provinciale
rinnovata la concessione medesima nell'anno 1738. Traversa che deve staccarsi dall'altra via provinciale del
Tale è l'altro feudo del Monte Vitozzo concesso Monte Amiata presso la confluenza del torrente Senna
nell’anno 1654 al conte Fabrizio de'Barbolani di nella Paglia, e passare per la Sforzesca, S. Quirichino,
Montacuto con titolo di marchesato. Sorano, Pitigliano, Manciano e la Marsiliana per
Le vicende storiche della Terra di Sora no essendo condurre sulla via Aurelia davanti all’istmo di Orbetello.
comuni a quelle di Pitigliano, rinvio i lettori a Fra i maggiori corsi d'acqua che bagnano il territorio di
quest'ultimo Articolo ed a quanto ne disse l'autore del Sorano si contano, oltre il fiume Fiora, varj torrenti
Viaggio Pittorico, dove parlando di Sorano aggiunge: suoi tributari, come il Lente, il Calesino ed il
che, per una costante fatalità, gli Orsini suoi Piccio lana, il primo de’ quali scende dai poggi a
feudatarj, essendo stati sempre intenti in strana guisa a maestrale di Sorano, e gli altri due circondano e
spogliarsi scambievolmente e ad insidiarsi persino la scalzano il piano di tufa vulcanica, sul quale risiede la
deserta città di Soana. Una delle prominenze più poco si andò formando. Tali sono, per esempio, le
elevate del territorio in discorso è quella del Monte sorgenti de'Bagnoli, e di S. Maria dell'Aquila, attorniate ed
Vitozzo che si alza circa 1500 braccia sopra il livello emergenti da grandi scogliere di travertino.
del mare Mediterraneo, i di cui contrafforti dal lato di Sul Monte Citerno, ch'è distante un miglio e mezzo da
levante e di settentrione stendonsi nella Val di Paglia, Sorano, dal lato d' ostro, il Santi indicò alcune scogliere
mentre quelli che si diramano verso ponente e di calcarea fissile-rossigna, mentre lungo la strada maestra
libeccio inviano le loro acque silvestri negli influenti presso il pubblico fontanile trovasi una breccia calcare atta
del fiume Fiora. a rifornire quella strada.
Rispetto alla struttura fisica della contrada compresa Anche in un risalto dello stesso monte sul fianco
nella Comunità di Sorano io dubito che poche altre del opposto a settentrione, dirimpetto alla Terra di Sorano,
Granducato offrano al naturalista un'anomalia più denominalo Poggio Bindi, esistono cave di calcarea rossa
singolare di questa, rispetto specialmente alla statistica venata di bianco quasi pellacida e semigranosa, mentre
medica della Maremma. alla base dello stesso poggio si riaffaccia la tufa vulcanica
Imperocché, se la situazione astronomica o fisica, consimile alle scogliere sulle quali risiede la Terra di
terrestre o marittima, sono da riguardarsi come elementi Sorano.
per servire di norma alla filosofia della statistica, Al contrario proseguendo il viaggio da settentrione verso
cesserebbero essi di essere tali nella Comunità di Sorano. maestro sparisce a pie del monte dell' Elmo ogni traccia
Dacché la storia degli uomini è conosciuta, sappiamo di terreno vulcanico e sottentrano rocce stratiformi e
che le condizioni fisiche del suolo tra Sorano ed il fiume sedimentarie bene spesso alterate dal gabbro rosso che le
Fiora sono state sempre un profondo letto di ceneri avvicina, e dalle rocce ofiolitiche, le quali sono quasi per
abbandonate da vulcani sotto-marini comparsi in epoche tutto subalterne alle nettuniane di sopra indicate.
anteriori alla storia; ed è egualmente noto, che in molti Tale è la roccia calcarea di tinta rossastra penetrata da
luoghi della Comunità di Sorano alle ceneri vulcaniche particelle asbestine, la quale trovasi nel Poggio della
servono di base rocce stratiformi e massicce, alternanti Croce presso la Villa dell'Elmo, poggio che può
con depositi di acque più o meno ricche di acido riguardarsi una diramazione meridionale del Monte
carbonico. Vitozzo, mentre gli sproni a levante di cotesta montuosità
E’ altresì vero che l'una e l'altra contrada fu sempre restano coperti di tufa vulcanica disposta in banchi più o
dominala da'prìncipi medesimi, sebbene le condizioni le meno potenti, dentro cui scorrono incassate a grandi
condizioni sue atmosferiche non apparivano dieci secoli profondità strade mulattiere e corsi d' acqua.
fa cotanto malefiche come lo divennero in seguito, sicché La qual tufa simula qualità che la fanno parere analoga a
il paese, allora fu generalmente più popolato. quella di Soana, di Sorano e
Senza bisogno di esagerare sull'importanza della fisica di Pitigliano, e continuando per lo Stato Pontificio, a
struttura e della varietà singolare delle rocce nettuniane, Farnese, a Onano, Valentano, Proceno, ecc. fino al di là del
plutoniche e vulcaniche che cuoprono il territorio di Lago di Bolsena.
cotesta Comunità, mi limiterò a osservare, che la Cotesta qualità di roccia quanto è facile a scavarsi,
parte montuosa posta a settentrione, di So rano, a altrettanto è suscettibile di acquistare consistenza dopo
partire dalla ripa destra del torrente Fiume fino alle essere stata esposta all'aria, sicché nel poggio di Sorano più
sorgenti del Lente, trovasi rivestita quasi generalmente che in Pitigliano vi sono state tagliate grandiose cantine,
da rocce stratificate e sedimentarie, state però qua e là alla cui bellezza suol corrispondere la bontà dei vini
sconvolte e semimetamorfosate da filoni metallici, oda bianchi asciutti e spiritosi,che le ben coltivate vigne dei
rocce ofiolitiche.– All'incontro dalle scaturigini del suoi contorni producono, e che sogliono costituire una
torrente Lente e del fosso Calesino fino al fiume Fiora delle maggiori risorse agrarie del paese per l’esito che
il suolo comparisce quasi per tutto rivestito da profondi suol farsene nella Grossetana Maremma.
banchi di tufa e di altre rocce decisamente vulcaniche Che se poi uno rivolge i passi da ostro libeccio della
senza il benché minimo indizio di crateri sottomarini. Terra di Sorano, vedrà in mezzo ai fossi Calesino e
Non solo in tutto il paese circonvicino al capoluogo di Picciolana la malsana deserta città etrusca di Soana,
questa Comunità, andando verso il suo confine orientale, situata in una pianura di tufa vulcanica profondamente
ma ancora inoltrandosi nello Stato Pontificio, trovasi un solcata da quei due botri, ed in una giacitura affatto
terreno vulcanico consimile a quello di Sorano e di consimile alla Terra di Pitigliano. Sennonché
Pitigliano. – Vedere PITIGLIANO Comunità. quest'ultima va aumentando annualmente di popolazione
Ed è poi singolare che nei contorni di Sorano come nel che non fugge l'estate, mentre Soana, oltre ad essere oggi
Pitiglianese s'incontrano banchi di tufa vulcanica nei scarsissima di abitanti, quei pochi che vi restano nella
quali si racchiudono ciottoli e ghiaje di rocce calda stagione rischiano di lasciarvi la vita. – Eppure
sedimentarie; prova a parer mio non dubbia, che le niuna delle cause generali che sogliono minacciare la
ceneri vulcaniche furono posteriori alla formazione delle vita dell'uomo; né alcuna, ch'io sappia, delle cause
rocce nettuniane cui spettano i ciottoli predetti, stati già sanitarie derivanti da inondazioni, da comparsa di
dalle acque correnti rotolati innanzi che comparissero ristagni palustri, da nudità sopravvenuta nel suolo, da
costà le ceneri dei vulcani sottomarini. Anche nei imboschimento di terreni ecc. ecc. nulla di tuttociò ha
contorni di Sorano come alla Corte del Re, presso alla sconvolto che si sappia la sua configurazione
strada rotabile fra Pitigliano e Sorano, esistono dei banchi corografica, né cambiato l'indole fisica, o la giacitura
di calcare concrezionato (travertino) ed acque termali geognostica di alcuno dei due paesi di sopra nominati.
acidule, dal deposito delle quali quel travertino a poco a Per conseguenza non sembra tampoco che debba
attribuirsi cotale infortunio alla cangiata loro Soana, abitanti anno 1745 n° 220, abitanti anno 1833 n°
situazione topografica, sia per la distanza di Soana dal 198, abitanti anno 1840 n° 213, abitanti anno 1843 n° 234
lido del mare, la quale è maggiore, sebbene di poco, a - nome del luogo: Catabbio, titolo della chiesa: S. Lucia
quella di Pitigliano, né alla sua elevatezza, tostochè (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745
Soana trovasi ad un livello di sole 60 braccia n° 109, abitanti anno 1833 n° 214, abitanti anno 1840 n°
inferiore a quello di Pitigliano, né alla comparsa di 236, abitanti anno 1843 n° 207
paludi che non esistono, né alla natura del suolo - nome del luogo: Elmo, titolo della chiesa: S. Giovanni
identico fra l’una e l'altra contrada. Quindi è che Battista Decollato (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana,
cotest'anomalia ne obbliga a dover contemplare come abitanti anno 1745 n° 110, abitanti anno 1833 n° 245,
effetto piuttosto che causa di malaria la rottura degli abitanti anno 1840 n° 269, abitanti anno 1843 n° 295
antichi acquedotti e la dispersione dell' acqua potabile - nome del luogo: Monte Buono, titolo della chiesa: S.
che quelli conducevano nella città di Soana; siccome Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti
sono egualmente da riguardarsi come effetto piuttosto anno 1745 n° 199, abitanti anno 1833 n° 299, abitanti
che causa di malaria le selve e foreste, non saprei se anno 1840 n° 322, abitanti anno 1843 n° 309
diminuite o aumentate intorno a Soana, il non libero - nome del luogo: Monte Vitozzo, titolo della chiesa: S.
scolo dei due fossi Calesino e Picciolana, i quali Giacomo maggiore (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana,
ritenendo in estate acqua stagnante e putrescente, abitanti anno 1745 n° 272, abitanti anno 1833 n° 304,
sogliono ammorbare l'aria di quelle vicinanze. abitanti anno 1840 n° 352, abitanti anno 1843 n° 372
All’Articolo BADIA DI CALVELLO citai una bolla del - nome del luogo: Montorio, titolo della chiesa: S. Maria
Pontefice Alessandro VI, inviata nel 14 maggio del (Cura), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745
1496, ai Soanesi, con cui accordava facoltà che dalla n° -, abitanti anno 1833 n° 169, abitanti anno 1840 n°
Badia di Calvello, situata in un luogo del suo contado 208, abitanti anno 1843 n° 170
reso malsano, quella famiglia di Vallombrosani si - nome del luogo: Poggio Pelato o S. Martino, titolo della
potesse trasferire nella loro città, al quale effetto i chiesa: S. Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Soana,
Soanesi si esibivano di fabbricare un nuovo claustro, e di abitanti anno 1745 n° 62, abitanti anno 1833 n° 168,
assegnare a quei cenobiti una confacente dote. abitanti anno 1840 n° 196, abitanti anno 1843 n° 187
Ma la storia municipale di Soana, e quella della - nome del luogo: S. Giovanni delle Contee, titolo della
Congregazione Vallombrosana tace sull' esecuzione della chiesa: S. Giovanni e S. Caterina delle Rote (Pieve),
bolla pontificia predetta, né più si parla della traslazione diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 160,
della Badia di S. Benedetto di Calvello, le cui memorie abitanti anno 1833 n° 299, abitanti anno 1840 n° 357,
cessano dopo un decreto della Ca mera apostolica in data abitanti anno 1843 n° 386
del 25 ottobre 1612 spedito in favore di don Marco - nome del luogo: *S. Quirico o S. Quirichino, titolo della
Brocchi abate del Monastero di S. Benedetto di Calvello chiesa: SS. Giovanni Battista e Quirico (Pieve), diocesi
contro Ottavio Saracini vescovo di Soana.– Vedere cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 264, abitanti
BADIA DI CALVELLO. anno 1833 n° 379, abitanti anno 1840 n° 449, abitanti
Anche il Castello di Montebuono, già nella Comunità, di anno 1843 n° 432
Soana, ora in quella di Sorano, nel 1430 era in rovina - nome del luogo: San Valentino o Stribugliano, titolo
al pari di tanti altri castellari restati in cotesta contrada. della chiesa: S. Valentino (Cura), diocesi cui appartiene:
Con recente notificazione del 20 giugno 1844 è stata Soana, abitanti anno 1745 n° 115, abitanti anno 1833 n°
istituita una nuova dogana di terza classe nella Comunità di 217, abitanti anno 1840 n° 254, abitanti anno 1843 n° 263
Sorano, in luogo detto S. Quirichino, dipendente dal - nome del luogo: Soana con i Lorenesi esistenti nel 1745,
doganiere di seconda classe di titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Cattedrale), diocesi
Pitigliano, con 1' indicazione delle strade permesse cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 183, abitanti
praticarsi per giungere alla nuova dogana. anno 1833 n° 28, abitanti anno 1840 n° 55, abitanti anno
La Comunità mantiene tre chirurghi residenti in tre paesi 1843 n° 68
diversi, oltre un maestro ed una maestra di scuola. - nome del luogo: Soana con i Lorenesi esistenti nel 1745,
Risiedé in Sorano fino al 1840 un giusdicente civile, titolo della chiesa: S. Maria e S. Mamiliano (Cura),
riunito attualmente al vicario Regio di Pitigliano dov'è diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 69,
l'uffizio di esazione del Registro e la sua cancelleria abitanti anno 1833 n° 36, abitanti anno 1840 n° 75,
Comunitativa. L'ingegnere di Circondario abita in Arcidosso, la abitanti anno 1843 n° 42
conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di prima Istanza - nome del luogo: SORANO con 63 Lorenesi nel 1745,
sono in Grosseto. titolo della chiesa: S. Niccolò (Collegiata ed Arcipretura),
diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno 1745 n° 844,
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di abitanti anno 1833 n° 1115, abitanti anno 1840 n° 1208,
SORANO a quattro epoche diverse. abitanti anno 1843 n° 1088
- nome del luogo: dell’Aquila, titolo della chiesa: S. - Totale abitanti anno 1745: n° 2861
Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Soana, abitanti anno - Totale abitanti anno 1833: n° 2831
1745 n° 244, abitanti anno 1833 n° 160, abitanti anno - Totale abitanti anno 1840: n° 4346
1840 n° 152, abitanti anno 1843 n° 200 - Totale abitanti anno 1843: n° 4253
- nome del luogo: Castellottieri, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Arcipretura), diocesi cui appartiene: *La parrocchia di S. Quirico a S. Quirichino nelle ultime
due epoche mandava nella Comunità di Pitigliano Giurisdizione Diocesi e due quasi 3 miglia toscane a
scirocco di Lucca.
- anno 1840: abitanti n° 87 Trovasi presso Sorbanello fra la ripa sinistra dell'Ozzeretto
- anno 1843: abitanti n° 76 alla destra dell'Ozzori.
Molti istrumenti dell' Arch. Arciv. di Lucca rammentano
- RESTANO abitanti anno 1840: n° 4259 1' uno e l’’altro Sorbanello, sebbene pochi tra quelli finora
- RESTANO abitanti anno 1843: n° 4177 pubblicati, qualora se ne eccettui uno dell'anno mille,
distinguono il Sorbano del Vescovo dal Sorbano del
Giudice, ossia dal Sorbanello.
SORBAJANO in Val di Cecina. – Villata, dalla quale Dubito per altro che il Sorbano detto di Leone Giudice
prendeva il nome un ospedaletto (S. Giovanni a non esistesse, o almeno che si confondesse con la contrada
Sorbajano) nel piviere di Gabbreto, ora nella parrocchia del Sorbano (Suburbanum) del Vescovo in grazia delle
Comunità e circa un miglio toscano a libeccio di Monte possessioni che ivi teneva la mensa di Lucca.
Catini nella Val di Cecina, Giurisdizione e Diocesi di Accresce peso a questa congettura il sapere che la
Volterra, Compartimento di Firenze. memoria di Leone Giudice, oltre non essere anteriore ai
Risiede in poggio dirimpetto al monte di Capocciano tempi dì Ottone I, il Suburbano è rammentato in una
presso l'ingresso delle riattivate miniere di rame di Monte carta del 31 dicembre 854, quando un prete ottenne a
Catini. – Attualmente conserva il vocabolo antico di livello dal vescovo di Lucca beni di pertinenza della
Sorbajano una villa della nobil casata Inghirami di Volterra. – chiesa di S. Maria Forisporta posti in Suburbano
Vedere GABBRETO, e MONTE CATINI di Val di Cecina. (Sorbano) in luogo appellato Isola; i quali beni
confinavano da un lato con la via pubblica, dall'altro lato
coll'Ozzeri. – (MEMOR LUCCH. Volume V. Parte II.)
SORBANELLO presso Lucca. – Vedere l’Articolo Un istrumento dell' archivio capitolare dato nell'anno
seguente SORBANO DEL GIUDICE. 1177 (MEMOR LUCCH. Volume IV. Parte II.)
rammenta un canonico della cattedrale di Lucca, per
nome Leone, il quale dopo avere acquistato dei beni in
SORBANO DEL GIUDICE (già Suburianun Lei Judicis), Sorbano del Vescovo, due anni dopo, divenuto vescovo
attualmente SORBANELLO presso Lucca. – Borgata, la di Chiusi, li donò al capitolo di S. Martino. A questo
cui chiesa parrocchiale di S. Giorgio era una delle suburbane stesso Sorbano del Vescovo devesi riferire una bolla del
della chiesa maggiore lucchese innanzi che venisse Pontefice Alessandro II (Anselmo vescovo di Lucca)
incorporata nel piviere di S. Paolo in Gurgite, Comunità, diretta nel 1068 al clero e popolo lucchese, colla quale
Giurisdizione Diocesi e circa miglia toscane 2 e 1/2 a proibiva ai vescovi lucchesi di vendere o infeudare i beni
scirocco di Lucca. del vescovado, compresi quelli posti nella Villa
Risiede in pianura alla base settentrionale del monte di S. Suburbana. – (loc. cit.).
Giuliano, fra il canale La parrocchia di S Lorenzo a Sorbano del Vescovo nel
dell' Ozzori e quello dell' Ozzereto poco lungi da altra 1831 contava 343 popolani.
borgata omonima, il Sorbano del Vescovo.
Portò Sorbanello il distintivo di Sorbano del Giudice
stante i molti beni che possedeva costi nei secoli X e XI la SORBANO DI ROMAGNA nella Valle del Savio. –
nobil famiglia lucchese discesa da Leone, stato Giudice in Castello con chiesa plebana (S. Egidio) capoluogo di
tempo dei primi tre Ottoni, che diede il suo nome alla Comunità, siccome lo fu di Giurisdizione sotto il
Postierla di Leone Giudice, alla chiesa denominata tuttora vicariato regio di Bagno nella Diocesi di Sarsina,
di S. Maria del Giudice sotto il Monte Pisano ecc. – Compartimento di Firenze.
Vedere GIUDICE (S. MARIA DEL) e MEMOR Risiede sopra un poggio sulla ripa sinistra del fiume
LUCCH. (Volume V Parte III- nei documenti del 981, Savio nel grado 29° 49' 0" longitudine e 43° 36' 0"
983, 986, ecc.) latitudine, dirimpetto alla confluenza del torrente
Cotesta borgata venne distinta col vocabolo di Sorbanello Tonante, a cavaliere della piccola e spopolata città di
anche da un istrumento dell'anno mille, rogato in Lucca li 11 Sarsina che gli resta un quarto di miglio toscano discosta
novembre, allorquando il vescovo Gherardo affittò a due Ebrei dal Iato di libeccio, mentre un miglio toscano e mezzo al
diversi pezzi di terra situati in Sorbanello, stati di suo grecale esiste il paese di Monte-Castello, e nel lato
dominio diretto della chiesa di S. Maria Bianca, già detta di opposto del fiume ad egual distanza verso ostro il
S. Maria Forisporta. – (MEMOR. cit.) – Vedere Castello di Appeggio, luoghi tutti compresi nella
l’Articolo LUCCA. legazione di Urbino, Stato Pontificio.
La chiesa parrocchiale di S. Giorgio a Sorbano del Giudice, L'esempio del Sorbano di Lucca, derivato dalla voce
altrimenti detta in Sorbanello nel 1833 contava 247 Suburbano si scuopre facilmente l'etimologia di cotesto
abitanti. Sorbano,contemplato qual subborgo (Suburbano) della
vicina città di Sarsina. – Vedere gli Articoli precedenti di
SORBANO DEL GIUDICE, e SORBANO DEL
SORBANO DEL VESCOVO (Suburbanum) Presso Lucca. – VESCOVO.
Altra villata con chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) già Le vicende politiche di Sorbano furono per lunga età
suburbana della cattedrale di S. Martino, ora filiale della comuni a quelle della vicina città di Sarsina, che era
pieve di S. Paolo in Gurgite, nella Comunità situata sull'estre mo confine degli Umbri Sarsinatensi,
fatta più tardi sede di un vescovato, dello anche della popolazione 89.
Bobiense, per cui i suoi presidi presero il titolo di Conti ANNO 1745: Impuberi maschi 13; femmine 10; adulti
di Bobio. maschi 26, femmine 16; coniugati dei due sessi 40;
Che Sorbano sino dai tempi più remoti fosse sotto la ecclesiastici secolari 1; numero delle famiglie 25; totale
giurisdizione dei vescovi di Sarsina, ossia Bobiensi, lo della popolazione 106.
dichiara fra gli altri un diploma da Federigo II ANNO 1833: Impuberi maschi 41; femmine 36; adulti
nell'ottobre del 1220 concesso a quei prelati, dove si maschi 22, femmine 26; coniugati dei due sessi 78;
rammenta fra i luoghi spettanti a quella mensa il ecclesiastici secolari 1; numero delle famiglie 38; totale
castello di Sorbano con la sua corte stato poi tolto ai della popolazione 204.
vescovi medesimi dai nobili Faggiolani e quindi ANNO 1840: Impuberi maschi 37; femmine 34; adulti
riconsegnato per sentenza del i332. maschi 28, femmine 36; coniugati dei due sessi 74;
Ai nobili della Faggiuola che si erano impadroniti di ecclesiastici secolari 1; numero delle famiglie 37; totale
Sorbano e di Sarsina, si succederono gli Ordelaffi di della popolazione 210.
Forlì; quindi caddero in potere dei Malatesti di Cesena e ANNO 1843: Impuberi maschi 32; femmine 28; adulti
di Rimini, poi di Cesare Bargia, ossia del Duca maschi 28, femmine 29; coniugati dei due sessi 88;
Valentino, e finalmente vennero occupati militarmente ecclesiastici secolari 1; numero delle famiglie 39; totale
dai Veneziani, sino a che acquistarono dominio in della popolazione 206.
Sorbano e nei luoghi di sua giurisdizione gli Ubaldini
della Carda e di Appeggio con alcuni signori Ubertini Comunità di Sorbano. – II territorio di questa
di Romagna raccomandati di Giovanni Galeazzo Comunità, compresa una frazione isolata dal Granducato,
Visconti di Milano.–Appena morto cotesto potentato occupa una superficie di 11079 quadrati, dei quali 330
(anno 1402) la Repubblica Fiorentina inviò in Val di spettano a corsi di acqua e a poche strade mu lattiere
Bagno un corpo di truppe sotto gli ordini di Jacopo di comunali.
Alamanno Salviati, uno dei Dieci di Balia di guerra, il Vi si trovava nel 1833 una popolazione fissa di 1116
quale non solamente cacciò da Bagno e dalla rocca di individui, a ragione di 83 abitanti per ogni miglio
Corzano i conti Guidi ribelli della sua Repubblica, toscano quadrato di suolo imponibile. – Confina con
ma ancora spogliò di molti castelli che possedeva in tre Comunità del Granducato di Toscana e per il restante
Romagna un altro ribelle, Andreino di Biordo degli fronteggia con lo Stato Pontificio, il cui territorio in più
Ubertini. – Se Sorbano fosse tolto a quest'ultimo o ad altri luoghi entra dentro a questo di Sorbano al punto che una
nemici di Firenze, la storia non dichiara; bensì un atto piccola frazione del medesimo (la Tomba) posta sulla
pubblico del 8 maggio 1428, registrato nell'Archivio ripa sinistra del torrente Tonante, quasi 3 miglia a
delle Riformagioni di Firenze ne fa sapere, che gli ostro di Sorbano, è circondata in tutti i lati dallo Stato
uomini di Sorbano, di Montalto, di Rullato, di Castel Pontificio. La sezione di Rullato dirimpetto a scirocco,
Nuovo, di Tezzo, di Tomba e dì Montoriolo si ha dirimpetto il territorio di Bagno spettante al
sottomisero tutti insieme al dominio fiorentino nella quale Granducato.
occasione furono concesse loro diverse esenzioni per un La sezione poi di Montoriolo posta a ostro-libeccio di
tempo determinato, prorogate poi fino al 1546, tempo in Sorbano è contornata dal lato di levante a grecale, e
cui restarono sospesi generalmente simili privilegi a tutti dirimpetto a ponente e maestrale dallo Stato Pontificio
i popoli del distretto fiorentino. sino a che il distretto di questa Comunità termina in
Con lettera della signoria della Repubblica Fiorentina del una lingua di terra acutissima che arriva sulla sponda
18 febbrajo 1453 fu incaricato in qualità di destra del Savio. – Solamente di fronte ad ostro il
Commissario della Repubblica Gherardo Gambacorti torrente Para ed il Rio Maggio servono di confine al
signore di Bagno per le fortificazioni di Viesca, di Bobbio e territorio comunitativo di Sorbano con quello della
di Sorbano. – (GAYE, Carteggio di Artisti ined. Volume Comunità granducale di Verghereto, e segnatamente con
I appendice II.) Nel 1508 davanti alla Signoria di le due sezioni di Corneto della Faggiuola e di Monte
Firenze fu portata una lite per controversie insorte fra gli Giusto.
uomini di Sorbano ed il capitolo della cattedrale di Fra i maggiori corsi d'acqua che passano, o che bagnano
Sarsina, di cui non conosco l'esito. – (PAGNIMI , Lessico i confini di questa Comunità contansi il fiume Savio, il
storico diplomatico, Tomo VI. MS. nell’Arch. delle torrente Tonante e quelli della Para e del Rio Maggio, o
Riformag. di Fir.) In seguito Sorbano col suo territorio Maggiore. Col regolamento del 19 agosto 1775 fu
essendo passato dalla Repubblica Fiorentina nel organizzata la Comunità di Sorbano, composta di sei
Granducato venne designalo per capoluogo di vicariato comunelli, quanti sono i suoi popoli attuali.
tanto pel civile come pel criminale, cangiato poscia in una È inutile discorrere di strade rotabili in un paese
potesteria minore, la quale finalmente venne anch'essa frastagliato, montuoso e situato quasi in mezzo ad uno
soppressa nell'anno 1814. Stato estero ed a confine con altre Comunità non meno
aspre e malagevoli a passeggiarsi.
MOVIMENTO della Popolazione del CASTELLO DI Rispetto alle qualità fisiche del suolo essendo esse
SORBANO a cinque epoche diverse, divisa per famiglie. analoghe a quelle discorse all’Articolo BAGNO Comunità,
rinvierò il lettore a quello e all’altro articolo di
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti VERGHERETO, Comunità. – In quanto ai prodotti del
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; suolo, la maggior risorsa territoriale si riduce a castagne
ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 21; totale ed alla pastorizia.
Quindi é che il latte di cotesta contrada fu decantato - TOTALE abitanti anno 1843: n° 1014
perfino dai poeti di Roma (Silio Italico ).
In quanto alle cause della popolazione decrescente
anzichenò nella parte transappennina del Granducato, SORBELLO e PERETO della Val di Pierle in Val
gioverà qui ripetere ciò che fu avvisato all'Articolo Tiberina. – Due villate sul confine a grecale del
BADIA TEDALDA . Granducato con lo Stato Pontificio, nel popolo di S.
Il giusdicente di Sorbano è il vicario Regio di Bagno Andrea a Pereto, Comunità Giurisdizione e circa 10
dove trovasi la sua cancelleria Co munitativa con miglia toscane a grecale -levante di Cortona, Diocesi di
1'uffizio di esazione del Registro. L'ingegnere di Città di Castello, Compartimento di Arezzo.
Circondario e la conservazione delle Ipoteche sono in Per le notizie storiche di Sorbello, dal quale prese il
Modigliana; il tribunale di prima Istanza risiede alla titolo uno dei rami de'marchesi del Monte S. Maria,
Rocca S. Casciano. invierò il lettore agli Articoli MONTE S. MARIA, e
PIERLE (VAL DI).– Imperocché il territorio di Sorbello
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di insieme con Petrella, Pereto e Val di Pierle formava
SORBANO a cinque epoche diverse. parte del feudo imperiale del Monte S. Maria, innanzi
che Giovan Matteo Marchese di Sorbello per atto del
- nome del luogo: Montalto o Sommano, titolo della 24 agosto 1478 fosse ricevuto in accomandigia dalla
chiesa: S. Salvatore (Cura), diocesi cui appartiene: Repubblica Fiorentina, la quale fu rinnovata nel 26
Sarsina, abitanti anno 1551 n° 237, abitanti anno 1745 n° agosto 1558 dal Marchese Lodovico con il Duca di
134, abitanti anno 1833 n° 105, abitanti anno 1840 n° Firenze Cosimo I. La parrocchia di Sorbello e Pereto
104, abitanti anno 1843 n° 84 nel 1833 contava 264 abitanti.
- nome del luogo: Montoriolo, titolo della chiesa: S.
Casciano (Cura), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti
anno 1551 n° 399, abitanti anno 1745 n° 186, abitanti SORBOLATICO in Val di Cecina, altrimenti detto
anno 1833 n° 251, abitanti anno 1840 n° 211, abitanti Sorbolatico ai Cavallari. – Casale perduto dove fu una
anno 1843 n° 222 chiesa sotto l'invocazione di S. Giovanni a Sorbolatico
- nome del luogo: Rullato, titolo della chiesa: S. Biagio nel popolo di S. Leopoldo alle Saline, Comunità
(Cura), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti anno 1551 Giurisdizione Dioces i e circa 6 miglia toscane a
n° 369, abitanti anno 1745 n° 118, abitanti anno 1833 n° scirocco di Volterra, Compartimento di Firenze.
199, abitanti anno 1840 n° 130, abitanti anno 1843 n° 133 La chiesa di S. Giovanni a Sorbolatico, o ai Cavallari ,
- nome del luogo: SORBANO, titolo della chiesa: S. sebbene diruta ha lasciato il suo nome a uno de'
Egidio (Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti migliori pozzi delle Moje Volterrane; e fu nel distretto
anno 1551 n° 89, abitanti anno 1745 n° 106, abitanti anno di S. Giovanni a Sorbolatico, o ai Cavallari, dove nel
1833 n° 204, abitanti anno 1840 n° 210, abitanti anno sec. XIII possedeva beni la mansione dell' Altopascio,
1843 n° 206 stati alla medesima confermali dal Imperatore Federigo II
- nome del luogo: Tezzo, titolo della chiesa: S. con privilegio dell'aprile 1244. – Vedere AGNANO
Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Sarsina, (OSPEDALETTO DI) in Val d'Era, e MOJE
abitanti anno 1551 n° 112, abitanti anno 1745 n° 115, VOLTERRANE.
abitanti anno 1833 n° 130, abitanti anno 1840 n° 130, La chiesa di S. Giovanni ai Cavallari esisteva all'epoca
abitanti anno 1843 n° 120 del sinodo diocesano del 10 novembre 1 3 5 6 , ed
- nome del luogo: Valbiano a Castelnovo, titolo della attualmente si appella de’Cavallari un podere posto
chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Sarsina, dove fu la detta chiesa delle Saline vecchie.
abitanti anno 1551 n° 131, abitanti anno 1745 n° 49,
abitanti anno 1833 n° 61, abitanti anno 1840 n° 73,
abitanti anno 1843 n° 71 SORBOLO DI VARA in Val di Magra. – Casale con
chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) nella Comunità di
- Totale abitanti anno 1551: n° 1337 Follo, Mandamento di Vezzano, Provincia di Levante,
- Totale abitanti anno 1745: n° 708 Diocesi di Luni-Sarzana, Regno Sardo.
- Totale abitanti anno 1833: n° 950 Risiede alla sinistra della fiumana Vara sulle pendici
- Totale abitanti anno 1840: n° 858 settentrionali dei monti che fanno spalliera al Golfo
- Totale abitanti anno 1843: n° 836 della Spezia.
La parrocchia di S. Lorenzo al Sorbolo nel 1831
Annessi di questa Comunità nelle ultime tre epoche contava 168 abitanti.
provenienti dallo Stato Pontificio mediante tre parrocchie
estere
SORCI in Val Tiberina. – Casale che fu castello con
- anno 1833: abitanti n° 166 chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) nel piviere di S. Maria
- anno 1840: abitanti n° 195 alla Sovara, Comunità Giurisdizione e quasi due miglia
- anno 1843: abitanti n° 178 toscane a ostro -scirocco di Anghiari, Diocesi di San
Sepolcro, già di Arno, Compartimento aretino.
- TOTALE abitanti anno 1833: n° 1116 Esiste sopra una collina alla sinistra della fiumana Sovara,
- TOTALE abitanti anno 1840: n° 1053 fra la strada Regia di Urbania e la Terra di Anghiari.
Fu il castelletto di Sorci dominato un tempo dalla nobil quali esistevano anche nel 1356, come risulta dal loro
famiglia Pichi di San Sepolcro, a molti individui della novero nel sinodo della diocesi di Volterra più volte
quale il Castello di Sorci prestò ricovero in occasione di citato.
brighe di partito, siccome il Castello di Bascio servì di
rifugio ai Goracci ed ai Gra ziani, due altre nobili
famiglie di detta città. – Vedere SANSEPOLCRO. SORCIANO (PIEVE DI S. GERVASIO A). –Vedere
Gli abitanti di Sorci si sottomisero al dominio fiorentino, PELAGO.
come parte del distretto aretino, per atto dei 19 giugno
1385.
La parrocchia i S. Lorenzo a Sorci nel 1833 contava 225 SORGNANO nel valloncello di Lavenza sopra Carrara. –
abitanti. Villaggio, con chiesa parrocchiale (Natività di Maria)
filiale della chiesa collegiata di Carrara, da cui trovasi
circa un miglio toscano a maestrale nella Comunità e
SORCIANO (PIEVE DI), o Surciano nella Val di Merse. – Giurisdizione medesima, Diocesi di Massa-Ducale, già di
Pieve da lunga mano diruta che fu sotto l'invocazione di Luni-Sarzana, Ducato di Modena.
S. Giovanni, nella Comunità e Giurisdizione di Risiede in monte presso il confine comunitativo di
Radicondoli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Carrara con quello di Ortonovo del Regno Sardo. – La
Siena. chiesa di Sorgnano fu eretta in parrocchiale nel 2
Esisteva fra Belforte e Montalcinello, due popolazioni già dicembre del 1590. Essa nel 1832 contava 208
filiali della chiesa plebana di Sorciano, nella cui abitanti. – Vedere CARRARA.
canonica ebbe luogo un placito della contessa Matilde in
data del 10 aprile 1100 a favore di Raginierio vescovo di
Lucca. Al qual placito assisterono i nobili Rolando di SORICO e RIPA sulla Pescia Maggiore nella Val di
Pagano di Corsena, Ranieri di Bulgarello, Opizio di Nievole . – Vill a , u n d ì C a s t e l l o c h e diede il titolo
Gonzaga, Fraolmo di Pichena, Pietro di Walfredo di ai signori di Sorico, e ad una chiesa parrocchiale (S.
Pichena, Sasso di Bibbianello, e molti altri. L'oggetto fu Prospero) da lungo tempo riunita alla sottostante
per definirsi una lite da Ardingo giudice e da Ubaldo da curia di S. Lorenzo a Cerreto, nel piviere, Comunità
Carpineta a favore di Raginiero vescovo di Lucca e suoi Giurisdizione e c i r c a m i g l i a t o s c a n e 1 e 1 / 2 a
successori contro Bernardo e Ranieri figli di Ardingo s e t t e n t r i o n e d i P e s c i a , D i o c e s i m e d e s i m a , già di
(conte) e loro consorti, i di cui genitori fino dal tempo Lucca, Compartimento di Firenze.
dei vescovo Ànselmo (Papa Alessandro II) si erano obbligati La villa già castelletto di Sorico trovasi sulla sommità di
di alloggiare e di accompagnare a Roma con 30 uomini a un colle ulivato che si alza alla sinistra della Pescia
cavallo una volta l'anno, se occorreva, i vescovi di Lucca. – Maggiore o Pescia di Pescia, a cavaliere della stessa
(MEMOR. LUCCH. Volu me IV, Parte II). città.
Anche il Pontefice Alessandro II, con sua bolla del 23 Tanto Sorico come Ripa sono ricordali sino dal secolo
aprile 1179 diretta a Ugone vescovo di Volterra, X nelle carte dell' Arch. Arciv. Lucch., una delle
confermò alla chiesa volterrana la pieve di Sorciano, quali, scritta li 10 novembre dell'anno mille, tratta del
ed il Giachi aggiunse, che la pieve suddetta doveva fitto di quattro case masserizie (poderi) poste a Sorico,
essere collegiata, desumendolo egli da un atto del 1360 state allivellate da Gherardo vescovo di Lucca a
a favore del Comune di Belforte, per locazione di beni, Sigifredo del fu Teudegrimo de’nobili di Maona. –
stato fatto da due canonici di essa pieve a nome di (MEMOR. LUCCH. Volume V. P. II). Vedere CERRETO
Giovanni di Milano loro superiore e pievano di Sorciano. DI PESCIA e MAONA.
Rispetto alla quale collegiata rinvierò i miei lettori ad
altri articoli di pievi antiche che davano ai loro cappellani
il titolo di canonici, stante la vita comune che allora SORRIPOLE, o SURRIPOLE in Val d'Elsa. – Casale
facevano insieme col pievano. perduto che diede il vocabolo ad una chiesa della pieve
All’Articolo PAPENA, o PAPIENA del piviere di e Comunità di Montajone, Diocesi di Volterra,
Sorciano fu dato il sunto di un atto pubblico del 1253, col Compartimento di Firenze.
quale Rinaldo pievano di Sorciano con licenza di Ranieri Possedeva beni in Sorripole il capitolo della cattedrale
vescovo di Volterra rinunziò all'abbate e monaci di S. di Volterra fino da quando Pietro vescovo di quella
Galgano in Val di Merse le seguenti 4 chiese filiali; cioè, chiesa nel 972 , o 974, assegnò in dote ai suoi canonici
di Papiena, di Scarpegiano, di Grepine, e di Vespero. – molti predj, fra i quali un'intiera sorte posta in luogo
Vedere MONTI A MALCAVOLO, e PAPENA. denominato Surripule. – Vedere MONTAJONE.
L'antico piviere di S. Giovanni a Sorciano doveva
abbracciare una grande estenzione territoriale, tostochè
comprendeva sotto la sua giurisdizione ecclesiastica i SORRIPOLI nella Valle dell'Ombrone pistojese. –
popoli di Montalcinello, di Belforte con tre spedaletti, le Vedere SARRIPOLI.
chiese del Cornocchio a Radicondoli, di Mozzetto, di
Patena, di Tremoli, di Elci, di Travale, di Monteverticato,
di Brezzano presso Travale, di Tramonti, di Casaglia, di SOTTANO (VEZZANO) e SOPRANO. – Vedere
Papena, o Papiena, di Sanpeggiano, di Valloria, di VEZZANO in Val di Magra.
Crepina, e la canonica di Gabbro, in tutte le 20 chiese, le
chiesa di Savorniano piega direzione da scirocco a
SOVA nel Val d' Arno Casentinese. – Torrente che levante finché raccolti altri corsi d'acqua, fra i quali
scende dalle pendic i meridionali del monte di il torrente Cerfone suo tributario al di sopra della pieve
Camaldoli, il quale si scarica nell'Arno dirimpetto al del Ponte alla Piera, la Sovara girando da
poggio di Poppi, dopo aver bagnato alla sua destra il settentrione a levante verso le falde di Montauto,
piano di Campaldino. riprende la sua prima direzione di scirocco per
rasentare alla sua destra il colle di Galbino, alla
sinistra quello di Anghiari.
SOVAGGIO e TORRE nella Val Tiberina. – Due Casali Quindi dopo aver bagnato il prato della pieve di
con chiese riunite (SS. Lorenzo e Andrea) nel piviere e Sovara, raccogliendo per via tutti i fossi che vi scolano
Comunità di Ciprese, Giurisdizione di Pieve S. Stefano, dai poggi sovrastanti, s'incammina sotto un ponte nuovo
Diocesi di S. Sepolcro, già di Arezzo, Compartimento che attraversa la strada Regia d'Urbania, poco innanzi
aretino. di entrare nel territorio dello Stato Pontificio. Costi
Possedevano in Sovaggio e nei luoghi finitimi i nobili di rasenta le pendici settentrionali del poggio di Citerna
Galbino e di Caprese fino almeno dal secolo XI, per poi ricevere a sinistra il grosso tributo della Gora
tostochè uno della loro stirpe, Alberto di Ranieri col d’Anghiari e a destra le acque dei torrente Cerfone d i
suo figlio Ranieri, nel 1088, donò alla vicina badia da Ranco, di Scarsola ed Erchi,alla confluenza
esso fondata in Deciano, dov'era abate Camaldolense dell'ultimo de’quali la Sovara si vuota nel Tevere, due
Pietro di lui fratello, tutti i beni che possedeva in miglia toscane circa a maestrale di Città di Castello.
Deciano, in Sovaggio ed altrove lungo la fiumana della
Singerna. – Vedere CAPRESE.
La parrocchia de'SS. Lorenzo e Andrea a Sovaggio e SOVICILLE, o SUICILLE (S u f f i c u l u m) in Val di
alla Torre nel 1833 noverava 157 abitanti. Merse. – Villaggio con sottostante antica pieve (San
Giovanni Batt i s t a ) s u l t o r r e n t e S p i n o v o l g a r m e n t e
a p p e llata la pieve del P o n t e a S p i n o , matrice
SOVANA, o SOANA, città. – Vedere SOANA. della battesimale più moderna di S Lorenzo, situata
dentro il villaggio di Sovicille, ch’è capoluogo di
Comunità e di Giurisdizione nella Diocesi e
SOVARA (PIEVE DELLA ) nella Val Tiberina. – Pieve Compartimento di Siena.
antica sotto l'invocazione della SS. Annunziata nella Sovicille risiede alle falde orientali della Montagnola
Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a di Siena, a cavaliere della strada maestra di Rosia, nel
libeccio di Anghiari, Diocesi di Sansepolcro, già di grado 28° 53' 6" longitudine e 43° 19' 0" latitudine,
Arezzo, Compartimento pure di Arezzo. circa 7 miglia toscane a libeccio di Siena; 13 a
Cotesta chiesa battesimale ricevè il nomignolo dalla levante di Radicondoli, altrettante a maestrale di
fiumana che la rasenta da lato occidentale. Monteroni, e 15
Il pievano della Sovara fino dal secolo XII portava il miglia toscane a settentrione. di Monticiano.
titolo di arciprete, e con esso lui canonicamente Dell'origine e vicende di questo luogo è inutile di far
vivevano i suoi cappellani canonici, siccome lo dimostra ricerca, trovandosi appena rammentato sotto nome di
un istrumento del 1223, quando egli col suo capitolo Suffìcillum in una bolla del Pontefice Alessandro III del
accordò ai monaci Camaldolensi facoltà di fare nella 23 aprile 1179, diretta a Ugone vescovo di Volterra, in cui
Sovara una gora, che passasse per i beni della pieve. – si descrivono i confini della sua diocesi; cioè, ab Elsa
Nell' ere zione della diocesi di San-Sepolcro (anno 1518) usque ad mare, et a fermino qui est juxtra Siticliium, et
cotesta pieve fu staccata dalla diocesi di Arezzo con ab alio qui est prope Sufficillum, et ab alio qui est
tutte le cure sue filiali. prope Tocchi, ec. – Vedere VOLTERRA (DIOCESI DI).
Sono attualmente suffraganee della pieve suddetta le Dopo questa si affaccia l'altra bolla del 20 aprile 1189
seguenti undici parrocchie, 1. Casale, S. Maria; 2. del Pontefice Clemente III a Bono vescovo di Siena, in
Pianettole, SS. Pietro e Paolo; 3. Toppiole, S. cui si confermano fra le altre cose la pieve ed il castello
Clemente; 4. Sorci, S. Lorenzo; 5. Verrazzano, S. di Sovicille; donde è credibile che i suoi abitanti in quel
Fiora; 6. Galbino, S. Andrea; 7. Scojano, S. Donato; 8. tempo dipendessero dai vescovi di Siena anco nel
Catigliano, S. Andrea; 9. Torsigliano, S. temporale. – Forse fu uno de' subfeudatarj di Sovicille
Bartolommeo; 10. Vajalla, S. Biagio; 11. Corticelle, quell'Arnolfo di Daniello che nel 1251 ottenne licenza dal
S. Salvatore. senato sanese di riacquistare la signoria di Sovicille. –
Fra i pievani della Sovara verso la fine del secolo XV (ARCH. DIPL. SEN. Consigl. della Campana anno detto
contasi un Lorenzo di Averardo Serristori che fu dottore C. 84.).
in decreti, canonico della metropoli tana fiorentina, Anche nel 1259 la Signoria col consiglio del popolo
ragguardevole per pietà e virtù. sanese ordinò di non fare accordo con Aldobrandino da
La chiesa plebana della SS. Annunziata alla Sovara nel Sovicille, forse il rivale di detto Arnolfo. – (loc. cit.)
1833 contava 205 abitanti. Nel 1260 il castello di Sovicille fu preso dai Fiorentini. –
Dopo quel tempo trovo che gli abitanti di Sovicille si
diedero i proprj statuti, contandosene uno del 1293
SOVARA. Fiumana che nasce nelle pendici australi riformato 10 anni dopo. Ma nel 1333 Sovicille col vicino
dell'Alpe di Catenaja. Ingrossata da varj borri, alla castelletto di Tojano fu preso e abbruciato dall'esercito
pisano capitanato da Ciupo degli Scola ri. ANNO 1843: Impuberi maschi 106; femmine 84; adulti
Non meno sfortunata per cotesto paese riescì la visita ostile maschi 137, femmine 104; coniugati dei due sessi 210;
fatta nel 1391 da Luigi da Capua condottiere de'Fiorentini; ecclesiastici dei due sessi 1; numero delle 106; totale della
avvegnaché, se egli non prese il castello, recò peraltro popolazione 642.
mollo danno all’abitazioni e predj del suo territorio. –
(MALAVOLTI, Istoria San. Parte II. Libro IX.) Comunità di Sovicille. – Il territorio co munitativo di
Le fortificazioni maggiori di Sovicille si riducono a due Sovicille occupa una superficie di 41007 quadrati
torri di pietra, che, sebbene mozze, esistono ancora sulla 1143 dei quali sono presi da corsi d'acqua e da strade. –
piazza del villaggio attuale. Vi si trovavano nel 1831 abitanti 7410, in ragio ne cioè
Cotesto paese rimase deserto dalla peste dell'anno 1630 , di circa 149 individui per ogni miglio quadrato di suolo
per la quale, dice il Gigli, vi morirono quasi tutti gli imponibile.
abitanti. Quindi è che nella statistica del 1640 la Confina con sette Comunità; dal lato di mezzodì ha la
popolazione di Sovicille comparisce scarsissima. – Comunità di Monticiano, a partire a scirocco dallo sbocco
(Vedere a pie dell’Articolo.) nel fiume Merse del fosso appellato il Rio Castellano; il
Nel principio del secolo XV risiedeva in Sovicille un quale rimonta salendo il poggio, donde poi ridiscende
vicario o giusdicente di nomina del consiglio della verso settentrione mediante il fosso di Cincera, col
Campana. quale i due territorj comunitativi tornano nel fiume
Durante l'assedio delle truppe imperiali medicee intorno a Merse. Ivi sottentra dirimpetto a ponente la Comunità
Siena il capitano Cornelio Bentivoglio spedito a Sovicille di Chiusdino, da primo mediante il corso del fiume
da Piero Strozzi battè e disfece un grosso corpo di truppe Merse, di poi per mezzo di un suo influente, il torrente
nemiche, benché queste poco dopo si ricattassero con Reusa, e dei fossi di Filicaja e di Rigo Magno,
usura devastando tutta la contrada. coll'ultimo de'quali i territorj delle due Comunità
Rispetto alle due chiese plebane che conta Sovicille, rimontano prima nella dire zione di libeccio verso il
quella più moderna di S. Lo renzo, situata nel paese, è poggio di Montarrenti, poscia piegando a maestrale
rammentata fino dalla prima metà del secolo XV. – II s’incamminano per il podere di Campriano. A questo
quadro del S, Lorenzo ivi esistente è opera del Casolani, pod e re viene a confine di fronte a maestrale il territorio
la S. Caterina fu colorita dal Volpi. della Comunità di Casole, che rasenta con quello di
Assai più antica è la sottostante pieve di S. Giovanni Sovicille per termini artificiali sino alla Montagnola
Battista al Ponte dello Spino . avente canonica fornita di Siena dove passata la v i l l a di Celsa sottentra d
di claustro. rimpetto a settentrione la Comunità di Monteriggioni.
Cotesta chiesa è a tre navate con pilastri e capitelli Con quest'ult ima l'altra di Sovicille fronteggia
rozzamente scolpiti sul macigno. – Esiste nell’abside mediante il torrente Arnano fino al ponte che lo
dietro l'altar maggiore una tavola di Santi stata dipinta cavalca sulla strada comunitativa che guida a Celsa. Al
nel seco lo XVI dal Negroni, detto il Riccio. ponte d'Arnano viene a confine la Comunità del
I bassorilievi esistiti sullo stesso altare furono Terzo di Città, 1a quale tocca il territorio di Sovicille
trasportati nel Duomo di Siena e collocati accanto dirimpetto a grecale fino alla strada Regia Grossetana,
all'altare di S. Ansano. sulla quale i due territorj piegando a levante, si
Nel pretorio di Sovicille vedesi un buon affresco dirigono verso la costa di S. Rocco. Giunti sul fosso
ordinato dall'erudito sanese Celso Cittadini nel tempo della Fogna davanti alla chiesa di S. Salvadore a P i l l i
che vi fu potestà. ( ROMAGNOLI , Cenni stor. la Comunità di Sovicille trova quella di Montero ni,
Articolo di Siena e suoi contorni). con la quale la prima continua a fronteggiare
dirimpetto a levante lungo il fosso della Fogna, e per
MOVIMENTO della Popolazione della PIEVE DI S. breve tragitto mediante termini artificiali, finché sul
LORENZO IN SOVICILLE divisa per famiglie, a cinque fosso Maceretano trova la Comunità di Murlo. Serve a
epoche diverse. queste due Comunità, di confine dal lato di scirocco
il detto fosso e poscia la via Regia Grossetana fino
ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti all'osteria di Filetta , passata la quale il territorio di
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; Sovicille piega a ostro mediante il fosso Querciolano per
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 31; entrare nel fiume Merse, che trova dirimpetto alla
totale della popolazione 271. confluenza del fosso di Rio Castellano dove ritornano i
ANNO 1745: Impuberi maschi 93; femmine 68; adulti confini territoriali della Comunità di Monticano.
maschi 114, femmine 76; coniugati dei due sessi 148; Fra i maggiori corsi d'acqua che passano o che
ecclesiastici dei due sessi 1; numero delle famiglie 82; rasentano questa Comunità, dopo la Merse che ne
totale della popolazione 500. lambisce i suoi confini a ostro-scirocco si contano i
ANNO 1833: Impuberi maschi 119; femmine 107; adulti torrenti Rosia e Serpenna, entrambi tributari della
maschi 99, femmine 79; coniugati dei due sessi 238; Merse stessa, mentre sulle spalle della Montagnola e
ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 98; dei poggi di Sovicille ad essa annessi, nascono le prime
totale della popolazione 644. fonti del fiume Elsa.
ANNO 1840: Impuberi maschi 101; femmine 90; adulti Non vi sono in questa Comunità grandi prominenze
maschi 124, femmine 98; coniugati dei due sessi 216; montuose per quanto il territorio nella maggior parte
ecclesiastici dei due sessi 1; numero delle famiglie 103; resti coperto da poggi, e che la Montagnola di Siena ne
totale della popolazione 630. occupi la porzione maggiore. – Due delle prime
elevatezze di questa piccola giogana furono misurale 1843 n° 272
dal Padre Giovanni Inghirami nella sommità delle torri - nome del luogo: Barontoli, titolo della chiesa: S. Pietro
della villa di Celsa trovata 891 braccia superiore al (Pieve), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti anno 1640
livello del mare Mediterraneo, e l'altra sul campanile n° 133, abitanti anno 1745 n° 443, abitanti anno 1833 n°
di Pernina, la cui cima fu riscontrata 888 braccia sopra 477, abitanti anno 1840 n° 457, abitanti anno 1843 n° 484
lo stesso livello. - nome del luogo: Brenna, titolo della chiesa: S. Michele
Molte strade rotabili attraversano cotesto territorio, tanto (Cura), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti anno 1640
dalla parte della Val di Merse, come da quella della Val n° 128, abitanti anno 1745 n° 195, abitanti anno 1833 n°
d'Elsa; ed è appunto nella schiena ed alla base 354, abitanti anno 1840 n° 304, abitanti anno 1843 n° 287
occidentale della Montagnola dov'è stata aperta la nuova - nome del luogo: Cerreto alla Selva, titolo della chiesa: S.
strada provinciale attualmente in costru zione, la quale Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti
dalla Valle dell'Elsa entra la in quella della Merse anno 1640 n° 66, abitanti anno 1745 n° 101, abitanti anno
percorrendo quasi in linea retta la vallecola superiore di 1833 n° 83, abitanti anno 1840 n° 88, abitanti anno 1843
Rosia. – Tagliano il territorio di questa Co munità, dal n° 95
lato della Val di Merse, la strada Regia Grossetana e le - nome del luogo: Fogliano (*), titolo della chiesa: S.
comunitative rotabili dirette a Rosia, a Mont’Arrenti, a Giovanni Battista (Prepositura), diocesi cui appartiene:
Sovicille, a Tonni ed alle molte ville s ignorili della Siena, abitanti anno 1640 n° 94, abitanti anno 1745 n° 92,
Montagnola. abitanti anno 1833 n° 151, abitanti anno 1840 n° -,
In quanto alla struttura fisica del suo territorio, qualora abitanti anno 1843 n° -
si eccettino i piani di Rosia e di Sovicille spettanti a - nome del luogo: Frontignano e Filetta (*), titolo della
terre di alluvione, tutta la parte montuosa costituente la chiesa: S. Andrea (Cura), diocesi cui appartiene: Siena,
nota Montagnola di Siena consiste in rocce di calcarea abitanti anno 1640 n° 90, abitanti anno 1745 n° 186,
e di schisto-argilloso plutonizzate e rese, le prime in abitanti anno 1833 n° 159, abitanti anno 1840 n° -,
gran parte cristalline, le seconde lucenti e ardesiache, abitanti anno 1843 n° -
siccome fu indicalo all'Articolo MONTAGNOLA DI - nome del luogo: Jesa (*), titolo della chiesa: S. Michele
SIENA, cui per brevità rinvio il lettore. Solamente (Pieve), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti anno 1640
aggiungerò qui, che oltre i luoghi della n° 240, abitanti anno 1745 n° 252, abitanti anno 1833 n°
MONTAGNOLA in quell'Articolo rammentati 415, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 n° -
relativamente alle cave de'suoi marmi, possono - nome del luogo: Merse (*), titolo della chiesa: S.
aggiungersi altre località di quella piccola giogana atte Lorenzo (Pieve), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti
a fornire il marmo giallo ed il così detto Broccatello di anno 1640 n° 235, abitanti anno 1745 n° 125, abitanti
Siena; come potrà riscontrarsi agli articoli anno 1833 n° 264, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno
CELSA,CETINALE, GALLENA, SPANNOCCHIA, 1843 n° -
SUGHERA, ecc. - nome del luogo: Molli, titolo della chiesa: S. Giovanni
Rispetto ai prodotti di suolo essi sono di vario genere, Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti
selve di lecci nella parte più montuosa, vigne ed ulivi anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° 184, abitanti anno
nelle pendici inferiori de'poggi, campi di granaglie ed orti 1833 n° 178, abitanti anno 1840 n° 159, abitanti anno
nelle piagge e nella pianura. 1843 n° 181
Risiede in Sovicille un potestà sotto la giurisdizione - nome del luogo: Montepescini (*), titolo della chiesa:
criminale del governo di Siena; l'ingegnere di SS. Pietro e Paolo (Cura), diocesi cui appartiene: Siena,
Circondario e la cancelleria Comunitativa sono in abitanti anno 1640 n° 88, abitanti anno 1745 n° 102,
Radicondoli, l'uffizio di esazione del Registro, la abitanti anno 1833 n° 108, abitanti anno 1840 n° -,
conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di prima abitanti anno 1843 n° -
Istanza si t rovano in Siena. - nome del luogo: Orgia, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Siena,
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di abitanti anno 1640 n° 222, abitanti anno 1745 n° 240,
SOVICILLE a cinque epoche diverse. abitanti anno 1833 n° 269, abitanti anno 1840 n° 333,
abitanti anno 1843 n° 305
- nome del luogo: Ancajano, titolo della chiesa: S. - nome del luogo: Pernina (1), titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle,
abitanti anno 1640 n° 259, abitanti anno 1745 n° 328, abitanti anno 1640 n° 174, abitanti anno 1745 n° 120,
abitanti anno 1833 n° 406, abitanti anno 1840 n° 426, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 248,
abitanti anno 1843 n° 434 abitanti anno 1843 n° 282
- nome del luogo: Bagnaja (*), titolo della chiesa: SS. - nome del luogo: Pilli, titolo della chiesa: S.
Vincenzio e Anastasio (Cura), diocesi cui appartiene: Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle,
Siena, abitanti anno 1640 n° 99, abitanti anno 1745 n° abitanti anno 1640 n° 393, abitanti anno 1745 n° 429,
161, abitanti anno 1833 n° 188, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1833 n° 617, abitanti anno 1840 n° 587,
abitanti anno 1843 n° - abitanti anno 1843 n° 596
- nome del luogo: Balli, titolo della chiesa: SS. Giusto e - nome del luogo: Pilli, titolo della chiesa: S. Salvatore
Clemente (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640
anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° 267, abitanti anno n° 176, abitanti anno 1745 n° 332, abitanti anno 1833 n°
1833 n° 277, abitanti anno 1840 n° 266, abitanti anno 442, abitanti anno 1840 n° 454, abitanti anno 1843 n° 442
- nome del luogo: Recenza, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle,
abitanti anno 1640 n° 66, abitanti anno 1745 n° 161, SOVIGLIANA (PIEVE DI) sulla Cascina in val d’Era.
abitanti anno 1833 n° 244, abitanti anno 1840 n° 237, – Pieve distrutta, che fu sotto l’invocazione di S. Maria,
abitanti anno 1843 n° 218 poi di s. Marco, attualmente ridotta con la sua canonica
- nome del luogo: Rosia, titolo della chiesa: S. Giovanni ad uso di Villa, detta di S. Marco dall’ultimo titolare
Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti della pieve medesima, nel popolo di Cervoli, Comunità,
anno 1640 n° 25, abitanti anno 1745 n° 309, abitanti anno Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a levante di Lari,
1833 n° 410, abitanti anno 1840 n° 474, abitanti anno diocesi di San Miniato, già di Lucca, compartimento di
1843 n° 454 Pisa.
- nome del luogo: al Santo (*), titolo della chiesa: SS. All’Articolo MARCO (VILLA DI SAN) in Val d'Era
Jacopo e Filippo (Pieve), diocesi cui appartiene: Siena, furono indicate el principali vicende storiche di cotesta
abitanti anno 1640 n° 61, abitanti anno 1745 n° 71, chiesa plebana, cui vi sarebbero da aggiungere alcuni
abitanti anno 1833 n° 99, abitanti anno 1840 n° -, abitanti istrumenti dei secoli IX e X dell'Arch. Arciv. Lucch.
anno 1843 n° - pubblicali nel Volume. V. Parte II e III delle Memorie per
- nome del luogo: Simignano e Radi di Montagna (2), servire alla storia di quel Ducato. Tale sarebbe per
titolo della chiesa: S. Magno (Cura), diocesi cui esempio un atto del 21 dicembre 887 rogato in Lucca; tale
appartiene: Colle, abitanti anno 1640 n° 236, abitanti un altro del 17 novembre 980 rogato in Vignale di
anno 1745 n° 175, abitanti anno 1833 n° 90, abitanti anno Maremma, entrambi relativi ad enfiteusi di beni spettanti
1840 n° 237, abitanti anno 1843 n° 264 alla pieve di Sovigliana.
- nome del luogo: Sovicille al Ponte dello Spino, titolo
della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui
appartiene: Siena, abitanti anno 1640 n° 271 (con S. SOVIGLIANA nel Val d'Arno inferiore. – Villaggio con
Lorenzo), abitanti anno 1745 n° 40, abitanti anno 1833 n° chiesa parrocchiale (S. Bartolommeo) filiale della pieve
569, abitanti anno 1840 n° 533, abitanti anno 1843 n° 522 d'EmpoIi, nella Comunità e circa 6 miglia toscane a ostro
- nome del luogo: Sovicille Castello, titolo della chiesa: S. di Vinci, Giurisdizione di Cerreto Guidi, Diocesi e
Lorenzo (Pieve), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti Compartimento di Firenze.
anno 1640 n° 271 (con S. Giovanni Battista), abitanti Risiede stilla ripa destra dell'Arno, quasi dirimpetto alla
anno 1745 n° 500, abitanti anno 1833 n° 644, abitanti Terra di Empoli sulla confluenza in Arno del rio
anno 1840 n° 630, abitanti anno 1843 n° 642 de’Morticini.
- nome del luogo: Stigliano, titolo della chiesa: SS. Esiste in Sovigliana un priorato di Cavalieri di Malta, ora
Fabiano e Sebastiano (Pieve), diocesi cui appartiene: commenda Rondinelli con fattoria omonima ed annesso
Siena, abitanti anno 1640 n° 200, abitanti anno 1745 n° ospizio che ha l'obbligo di alloggiare per una notte i
359, abitanti anno 1833 n° 380, abitanti anno 1840 n° passeggeri, questo e quella indipendenti dalla chiesa
416, abitanti anno 1843 n° 439 parrocchiale di Sovigliana.
- nome del luogo: Tocchi (*), titolo della chiesa: S. Maria II parroco di S. Bartolommeo a Sovigliana nel 1286
(Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno assistè al sinodo diocesano fiorentino.
1640 n° 102, abitanti anno 1745 n° 101, abitanti anno Spicchio, Sovigliana e Collegonzi hanno un medico
1833 n° 157, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 condotto mantenuto dalla Co munità di Vinci.– Vedere
n° - Vinci, Comunità.
- nome del luogo: Tonni, titolo della chiesa: SS. La parrocchia di S. Bartolommeo a Sovigliana nel 1833
Bartolommeo e Quirico, diocesi cui appartiene: Colle, contava 403 popolani.
abitanti anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° 85, abitanti
anno 1833 n° 148, abitanti anno 1840 n° 152, abitanti
anno 1843 n° 136 SOVIGNANO, o SUVIGNANO in Val d'Arbia. – Casale
- nome del luogo: Torri, titolo della chiesa: S. Mustiola con chiesa parrocchiale (S. Stefano) una volta S. Lucia, già
(Prioria), diocesi cui appartiene: Siena, abitanti anno 1640 compresa nella Comunità di Monteroni, da cui è 3 miglia
n° 153, abitanti anno 1745 n° 193, abitanti anno 1833 n° toscane a ostro, attualmente in quella di
281, abitanti anno 1840 n° 298, abitanti anno 1843 n° 290 Buonconvento,che è miglia toscane 4 circa al suo scirocco,
Giurisdizione medesima, Diocesi e Compartimento di
- Totale abitanti anno 1640: n° 3511 Siena.
- Totale abitanti anno 1745: n° 5551 Risiede sulla cresta di una collina marnosa che fa parte di
- Totale abitanti anno 1833: n° 7410 quelle interposte fra i torrenti Stile e Sorra, entrambi i
- Totale abitanti anno 1840: n° 6319 quali sono tributarj dell'Arbia.
- Totale abitanti anno 1843: n° 6343 La chiesa di Sovignano cambiò titolare dopoché nel 1 5 1 3
fu riedificata dalla famiglia Piccolomini sua patrona, dalla
Annessi che nella ultima epoca entravano in questa quale ebbe in dono la tavola del santo titolare.
Comunità Si ha memoria del Casale di Sovignano, o Suvignano in un
istrumento del 1 1 7 1 esistente fra le membrane dell’'Arch.
- anno 1843: abitanti n° 163 dell'Opera del Duomo di Siena.
La parrocchia di S. Stefano a Sovignano nel 1 8 3 3
- TOTALE abitanti anno 1843: n° 6506 contava 97 abitanti.
passato fu accolto ad ospizio il naturalista Giorgio
Santi, quando perlustrava lo Stato sanese; e nel 1834 fu
SPALANNI (S. MARIA A) nel Val d'Arno casentinese. – offerta e data generosa ospitalità al Cavalier Cesare Airoldi
Due casali sinonimi, (Spalanni di sopra e Spalanni di in compagnia dello scrivente reduci da una escursione di
sotto) nella stessa cura sotto il piviere di S. Martino a Vado, studio per le Maremme di Grosseto, di Orbetello e Soana.
Comunità e circa miglia toscane 1 ½ a libeccio del Castel All'Articolo PENTOLINA (PIEVE DI) fu citato un
S. Niccolo, Giurisdizione di Poppi, Diocesi di Fiesole, istrumento del 21 febbrajo 1 3 2 1 confacente a provare che
Compartimento di Arezzo. fino d'allora, se non prima, la famiglia de’Conti.
Sono posti in costa alla destra del torrente Solano. Le sue Pannocchieschi dominava in cotesta parte della Montagnola.
vicende istoriche essendo comuni a quelle del Castel S.
Niccolò, rinvierò il lettore a quell'articolo.
La parrocchia di S. Maria a Spalanni nel 1 8 3 3 noverava SPADARCO presso Lucca. Nel Val D’Arno casentinese -
148 abitanti. Casale perduto e frequenti volte rammentato innanzi il mille
dalle carte dell'Archi. Arciv. Lucch. relative al piviere
di Montuolo (Flesso ) due delle quali, dell'8 luglio 981 e
SPALTENNA (PIEVE DI) presso Gajole nella Valle del 19 luglio 983 furono pubblicate nel Vol. V, P. III
superiore dell'Arbia. – Pieve antica che fu sotto delle Memor. Lucch.
l'invocazione di S. Maria a Spaltenna, innanzi tutto di S.
Pietro in Avenano, finalmente d o p o i l 1 7 0 8 di S.
Sigismondo a Gajole, dove fu traslocato il suo fonte SPARINGO nel Val d'Arno casentinese. – Casale distrutto
battesimale con gli onori plebani, nella Comunità di Gajole, nel piviere di Pallina, Comunità e Giurisdizione di Bibbiena,
Giurisdizione di Radda, Diocesi di Fiesole, Diocesi e Compartimento di Arezzo. Del Casale di Sparingo
Compartimento di Siena. trovansi memorie intorno al mille fra le carte della Badia di
La pieve di S. Maria a Spaltenna è rammentata nella bolla del Strumi, ossia di Poppi, una delle quali del febbrajo 10221 fu
Pontefice Anastasio IV diretta li 23 dicembre del 1153 al pubblicata dall' Abate Camici nella sua continuazione de'
vescovo di Fiesole, mentre in quelle di Pasquale II (1003) e Marchesi e Duchi di Toscana.
Innocenzo II (1033) la stessa pieve era sotto il titolo di S.
Pietro in Avenano. – Cotesta parrocchia, di antico
giuspadronato delle nobili famiglie Ricasoli e Firidolfi, è SPAZZAVENTO nella Valle dell'Ombrone pistojese. –
rammentala fino dal mille specialmente nelle membrane Borgo attraversato dalla strada postale Lucchese con chiesa
della Badia di Coltibuono. Vedere AVENANO (S. parrocchiale (SS. Lazzaro e Maria Maddalena) una delle
PIETRO IN). suburbane della cattedrale di Pistoja, nella Comunità di
Porta Lucchese, Giurisdizione Diocesi e circa due miglia
toscane a ponente-libeccio di Pistoja, Compartimento di
SPANNERECCHIO (TORRE, e PIEVE DI) nella Valle Firenze.
dell'Ombrone pistojese. – Vedere MONTE CUCCOLI (PIEVE Nel luogo della chiesa di S. Lazzaro a Spazzavento era un
DI) e VAL DI BURA (PIEVE DI). antico spedaletto per i Lebbrosi posto alla base australe del
colle di Giaccherino poco lungi dalla borgata delle Fornaci
e del ponte che ivi presso attraversa la strada regia Lucchese
SPANNOCCHIA in Val di Merse. – Villa signorile, già sul torrente Stella. L'edificazione della chiesa attuale di S.
Castello o casa torrita, con fattoria omonima della nobile Maria Maddalena, riunita al titolare di S. Lazzaro a
famigli senese de'conti Spannocchi nella parrocchia di S. Spazzavento o alle fornaci, devesi alla pietà de' signori
Maria ai Monti di Malcavolo, ora a Frosini, Comunità Forteguerri di Pistoja che gli assegnarono una dote, per cui
Giurisdizione e circa 9 miglia toscane a libeccio di ne divennero i patroni.
Chiusdino, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena. Dell’ospedale di S. Lazzaro a Spazzavento si trovano
La tenuta di Spannocchia fa parte della Montagnola posta alla ricordi tra le carte dell’opera di S. Jacopo di Pistoja
destra del torrente Rosia e della strada che viene da dei secoli XIII e XlV.
Chiusdino, poco al di sotto di Castiglion Balzetti, ch’è al Faceva parte del distretto di Spazzavento la porzione della
suo libeccio nel popolo di Brenna, mentre esiste al suo contrada di Groppori denominata Paterno rammentata con
grecale dentro la tenuta medesima la chiesa profanata degli lo spedale predetto in un istrumento del 1285, comunque più
Eremiti Agostiniani di S. Lucia a Rosia con annesso di un casale di Paterno nel territorio pistojese esistesse fino
claustro attualmente ridotto ad uso di casa colonica. – dal secolo VIII, trovando un tale da Paterno testimone
Vedere EREMO DI ROSIA. all'atto di fondazione del Monastero. di S. Bartolommeo di
Il poggio pertanto di Spannocchia, se si faccia astrazione Pistoja (anno 767).
alla gola attraversata dal torrente Rosia, può dirsi una La chiesa de'SS. Lazzaro e Maria Maddalena a
continuazione di quello di Montarrenti, tanto più che Spazzavento nel1833 noverava 847 abitanti.
uniforme apparisce la fisica struttura di cotesta
porzione di Montagnola rispetto alle rocce calcaree
state metamorfosate da filoni metallici di ferro SPAZZAVENTO (S. ANDREA A) in Val di Pesa. –
ossidulato, idrato, ecc. dai quali furono esse convertite Vedere PASSIGNANO.
in marmo più o meno cristallino e macchiato.
Nella villa di Spannocchia sul declinare del secolo
SPEDALACCIO, SPEDALETTO, SPE DALE, noverava 89 abitanti
SPEDALINO, SPEDALUZZO, STALE, ecc. Vedere
OSPEDALE, cui si potranno aggiungere i nomi seguenti:
SPEDALINO DEL PONTE ALLA PERGOLA nella Valle
dell'Ombrone pistojese. – Vedere PERGOLA (PONTE
SPEDALACCIO ALLA LASTRA sulla strada postale ALLA).
Bolognese. – Vedere LASTRA sopra Firenze.
SPEDALE DI BRICCOLE in Val d’Orcia. – Vedere SPEDALUZZO A SAN PELLEGRINO sul fiume
OSPEDALE DI BRICCOLA . Santerno. – Vedere SANTERNO (S. PELLEGRINO A ).
SPEDALE DEL DOCCIO. – Vedere OSNELLO . SPELONCA (EREMO DI) sul Monte Pisano nella Valle
inferiore del Serchio. – Vedere EREMO DI S.
ANTONIO SUL MONTE PISANO.
SPEDALE DI PERCUSSINA. – Vedere
PERCUSSINA (S. ANDREA IN ).
SPENNAZZI e MEDANE in Val d'Arbia. – Vedere
COLLANZA e MEDANE SPENNAZZI.
SPEDALE DEL PRATO DEL VESCOVO. – Vedere
ALPI (S. BARTOLOMMEO IN).
SPERTOLI (MONTE). – Vedere MONTESPERTOLI.
SPIANATE nella Val di Nievole. – Contrada con chiesa SPICCHIO, o PAGNANAMINA DI VINCI nei Val d’Arno
parrocchiale (S. Michele alle Spianate) nella Comunità, inferiore. – Villaggio, che fu Castello con chiesa
Giurisdizione e circa miglia toscane 3 e 1/2 a scirocco di parrocchiale (S. Bartolommeo) nel piviere d'Empoli,
Monte Carlo, Diocesi di Pescia, Compartimento di Comunità e circa 5 miglia toscane a ostro di Vinci,
Firenze. Giurisdizione di Cerreto Guidi, Diocesi e
Trovasi in mezzo alla pianura delle Cerbaje fra la strada Compartimento di Firenze.
Regia Traversa della Val di Nievole, e quella provinciae Trovasi fra la ripa destra dell'Arno e la sinistra del rio
Lucchese-romana, ossia Francesca dell'Altopascio, de'Morticini, alle falde della collina di Collegonzi, appena
circa due miglia toscane a levante dell'Altopascio, mezzo mezzo miglio toscaneoa grecale di Sovigliana.
miglio toscane a ponente della base dei colli più Questa contrada fu dominata dai conti Guidi fino dopo la
settentrionali delle Cerbaje. metà del secolo XIII, poiché fra il 1258 ed il 1265 essi
L’ origine della parrocchia delle Spianate non è più alienarono la loro giurisdizione sull'una e l’altra
antica del 1 4 9 4 , nel quale anno fu eretta la sua chiesa Pagnana al Comune di Firenze. – Vedere gli Articoli
parrocchiale sotto l’invocazione di S. Michele EMPOLI, PAGNANA e VINCI.
Arcangelo, siccome apparisce da una rela zione Da Spicchio si crede che traesse origine la nobil famiglia
ministeriale diretta nel 5 febbrajo del 1623 (stile Guiducci di Firenze. – (LAMI Mon. Eccl. Fior. Pagina
comune) alla reggenza del Granduca Ferdinando I I , 39.)
quando in cotest'ultimo anno gli uomini delle Spianate La parrocchia di S. Maria a Spìcchio, o a Pagnanamina
vennero esonerati dall’obbligo di recarsi nel 1833 contava 846 abitanti.
processionalmente a Monte -Carlo nei giorni di S.
Andrea, di S. Sebastiano e di S. Maria Maddalena, ed in
non so quali altre solennità dell'anno. – (ARCH. DELLE SPICCIANO in Val di Magra. – Casale con chiesa
RIFORMAG. DI FIRENZE). parrocchiale (S. Michele) nella Comunità Giurisdizione e
Per edificare cotesta chiesa delle Spianate fu impiegata circa due miglia a scirocco di Fivizzano, Diocesi di
una parte dei materiali dell'antico ospizio e chiesa di S. Prontremoli, già di Luni Sarzana, Compartimento di Pisa.
Nazario alle Cerbaje l'uno e l'altra poco lungi dalla Risiede sul fianco occidentale dello sprone
chiesa nuova della Madonna della Quercia. – Vedere dell'Appennino che scende da Monte Pò. – Fu uno dei
quest'ultimo articolo. feudi de' Marchesi Malaspina della Verrucola Bosi, o di
La parrocchia di S. Michele alle Spianate au menta Fivizzano, di cui Spicciano seguitò la sorte. – Vedere
vistosamente in popolazione, giacché nel 1745 essa non Fivizzano.
contava più che 782 parrocchiani; nel 1833 questi La parrocchia di S. Michele a Spicciano nel 1833 noverava
ascendevano fino a 1339; e nell'anno 1830, vi si 1 1 7 abitanti.
noveravano 1468 individui.
- Totale abitanti anno 1551: n° 2477 STEFANO (SANTO) in S. GIUSTO nei subborghi di
- Totale abitanti anno 1745: n° 3940 Volterra. – Vedere VOLTERRA.
- Totale abitanti anno 1833: n° 5240
STELLA (CAPO DELLA) nell’Isola dell’Elba. – Vedere
STEFANO (S.) IN BOSCO DI MONTEVECCHIO. – CAPO, O PUNTA DELLA STELLA.
Vedere MONTEVECCHIO di Romagna.
STRETTOJA DELLA VERSILIA nel littorale di STRIDO nella vallecola della Sterza di Val d’Era. –
Pietrasanta. – Casale e poggio omonimo nella parrocchia Castellare che diede il titolo di conti ai signori di Strido
di S. Maria Lauretana, Comunità Giurisdizione e circa 4 dell’estinta famiglia pisana de’Venerosi, di cui furono
miglia toscane a ponente maestro di Pietrasanta, Diocesi eredi i nobili Pesciolini, siccome lo aveva dato ad una
di Pisa, una volta in quella di Luni-Sarzana, chiesa plebana, attualmente cappellania del capitolo di
Compartimento pisano. Volterra, nel popolo di Miemo, Comunità di Montecatini
Il Castello di Strettoja trovasi in un seno dei poggi che si di Val di Cecina, Giurisdizione e Diocesi di Volterra,
avanzano dal Carchio verso il Lago di Porta fra il monte Compartimento di Firenze.
della Palatina ed il poggio di Ripa, dirimpetto al mare ed Il castel di Strido alquanto famigerato nella storia civile
a cavaliere del Lago prenominato, intorno a boschi di per i suoi dinasti e nella naturale per il suo lignite, è
olivi colossali, mentre nei fianchi del poggio di Strettoja ridotto attualmente ad una fattoria del seminario di Pisa,
sono piantati sui massi di calcarea cavernosa molti filari per la parte del suo antico distretto situata in Comunità di
di viti basse. Ripalbella, Diocesi e Compartimento di Pisa, mentre
Cotesta contrada è posta sul confine delle due Comunità un’altra porzione è compresa nella Comunità di
di Seravezza e di Pietrasanta, mentre il distretto di Montecatini di Val di Cecina, Giurisdizione e Diocesi di
Volterra. La pieve di Strido, della quale è restato il nome generico
Esistono tuttora nella sommità di una collina fra la Sterza ad una chiesa, da lunga mano stata ammensata con i suoi
e il borro di S. Cerbone poche vestigia delle mura beni al capitolo della cattedrale di Volterra, esisteva come
castellane della torre di Strido. battesimale anche nell’anno 1356; avvegnachè la si trova
Sebbene sopra cotesto Castello avesse giurisdizione il registrata come plebana nel catalogo delle chiese, ospizj e
vescovo di Volterra, fu esso per lunga età oggetto di abbazie di detta diocesi, compilato nel 10 novembre del
questione con i metropolitani della chiesa pisana, siccome 1356.
fu detto agli Articoli RIPALBELLA, MONTEVASO, ecc. Allora nel piviere di Strido esisteva la cappella di S.
Nonostante in Strido fino dal secolo XII ebbero dominio Michele a Carpagnano.
alcuni conti di origine pisana. Tale, per esempio era quel
Cardinale Gualfredo figlio del conte Arrigo, che alienò a
Villano arcivescovo di Pisa diversi beni posti in Val di STROVE in Val d’Elsa. – Villaggio già Castello e
Sterza nei distretti di Montevaso e di Strido. contrada, dalla quale presero titolo la contrada di Val di
Ciò nonostante il Castello con la sua corte dal re Arrigo Strove con due chiese parrocchie ora riunite (S. Martino e
VI fu concesso in feudo per metà al Vescovo di Volterra Pietro a Strove) nella Comunità e quasi miglia toscane 3 a
Ildebrando Pannocchieschi, mediante diploma del 28 ponente libeccio di Monteriggioni, Giurisdizione di
agosto 1186. Sovicille, Diocesi di Colle, già di Volterra,
Quindi nel 1198, essendo insorta lite fra il Comune di Compartimento di Siena.
Volterra e Ubaldo arcivescovo di Pis a a cagione del Siede alle falde settentrionali del Monte Maggio fra la
dominio di Strido, di Ripalbella e di alcuni castellucci pieve a Castello e l’Abbadia di S. Salvadore dell’Isola.
della diocesi Volterrana, fu rimesso il giudizio a due Vi ebbero dominio sino dal secolo decimo i nobili detti di
arbitri nominati dalle parti, i quali nel 27 agosto stando in Staggia e Strove, siccome fu indicato agl’articoli
Lajatico decisero la causa a favore degli arcivescovi di ABBAZIA DELL’ISOLA, STAGGIA e STERZI, ai quali
Pisa. – Vedere RIPALBELLA. per amor di brevità rinvio i lettori. – Solamente qui
Contucciò 86 anni dopo (1284) il Castello di Strido fu aggiungerò che, mentre Staggia era compresa nel
uno di quelli dati in pegno ai Fiorentini da Ranieri territorio fiorentino, Strove dipendeva dal governo di
vescovo di Volterra, nella lusinga di essere difeso contro i Siena, quindi in quell’Arch. Dipl. al Kaleffo vecchio sotto
Pisani. l’anno 1221, a carte 109 n.° 172, si notano i confini fra
Quindi è che i conti di Strido, sebbene feudatarj degli Staggia e Strove.
arcivescovi pisani, dovettero giurare fedeltà alla In Strove poi sino dal secolo XII la mensa vescovile
Repubblica di Firenze. Accadde un’eguale sottomissione sanese aveva possessioni, confermate alla medesima da
sotto dì 11 gennajo 1285 (stile comune) anche rispetto una bolla del Pontefice Clemente III diretta nel 1189 a
agli abitanti del castello predetto. Buono vescovo di Siena. La qual cosa ci richiama alla
Di qual famiglia fossero allora i conti di Strido, se dei donazione del 14 maggio 1137 che diversi signori di
Venerosi di Pisa, o di altra casata, non è cosa facile oggi Staggia e Strove fecero a Ranieri vescovo di Siena della
rintracciare. quarta parte di Monte Castelli, di una piazza dentro il
Bensì l’atto di giuramento nel dì 11 gennajo 1285 prestato castel di Strove e due nel borgo annesso, ecc.
dagli abitanti e dai feudatarj del Castello di Strido darebbe Finalmente citerò due atti, del 15 aprile 1246 e 15 luglio
motivo a sospettare, che i conti di detto luogo potessero 1263, coi quali alcuni di Strove venderono a Ghinibaldo
essere gli autori de’conti Venerosi, alla qual consorteria del fu Saracino marito di donna Sapia dell’Alighieri
appartenevano un Giovan Battista del fu Guido, un Trinca diversi pezzi di terra posti nella corte di Strove, in luogo
ed un Ghino fratelli, un Cino del fu Tancredi, un Nerino detto Cerbaja.
del fu Guidingo, un Guido del fu Perondolo del fu Rispetto alla chiesa di S. Pietro a Strove, essa non solo fu
Guidone, tutti conti di detto castello firmati in detto atto rammentata nel catalogo del sinodo volterrano, del 1356,
del gennajo 1285. ma nella chiesa fu rogato nel 23 marzo 1204 un
Più tardi il conte Cino del conte Cristofano Venerosi con istrumento relativo alla vendita fatta da Rustico del fu
suo testamento lasciò erede del castello e corte, oggi Soarzo e da Altarocca sua moglie alla Badia dell’Isola di
tenuta di Strido, i frati Domenicani di S. Caterina di Pisa, quanto quei coniugi possedevano nella corte di
dai quali i beni medesimi sono passati al seminario pisano Montagutolo in luogo detto Agli. – (loc. cit.)
eretto in S. Caterina. Quantunque in seguito le nobil La parrocchia di S. Martino a Strove nel 1833 contava
famiglie Pesciolini di Pisa, e di San Gimignano tentassero 313 abitanti.
di riassumere i diritti col titolo di Strido, come asserti
discendenti della famiglia Venerosi, non lo poterono
ottenere, e nettampoco i frati, ai quali molto meno si STROZZAVOLPE in Val d’Elsa. – Villa signorile che fu
conveniva. – (PAGNINI, Lessico istorico Diplomat. T. de’nobili Salimbeni di Siena ora della famiglia Cepperello
VII MS. nell’Arch. Delle Riformag. di Firenze.) di Firenze, fabbricata sul modello di una rocca con fossi
All’Articolo GHIZZANO in Val d’Era, dove la casa intorno, ponte levatojo, mura a scarpa, torrioni contornati
Pesciolini di Pisa possiede una villa con tenuta annessa, e da merli e da beccatelli, il tutto in ottimo stato. È
nel giornale Agrario toscano N.° 23, all’anno 1832, fu compresa nel popolo di Talcione, Comunità Giurisdizione
riportata un’ampollosa iscrizione de’conti Venerosi di e circa miglia toscane 1 e 1/2 a levante di Poggibonsi,
Strido, in cui si parla della decadenza immaginaria del Diocesi di Colle, già di Siena, Compartimento senese.
Castello di Ghizzano. Risiede in collina all’elevatezza di 420 braccia sopra il
mare sulla ripa sinistra del fosso di Talcione che scende badia di S. Fedele a Strumi; molto innanzi che fosse
dal lato di grecale per vuotarsi nel torrente Corfini poco traslocata dentro Poppi. – Vedere gli Articoli BADIA DI
innanzi di entrare con questo nella Staggia. POPPI E POPPI.
Dubito che Strozzavolpe nel secolo XII si appellasse Anche la parrocchia della Badia di S. Fedele a Strumi, per
Scorticavolpe, siccome me lo fa sospettare un atto di decreto vescovile del 24 aprile 1781 venne unita alla cura
donazione del novembre 1154 fatto da Pietro di abbaziale di S. Fedele di Poppi.
Rolandino alla Badia dell’Isola presso Staggia di tutta la La parrocchia di S. Fedele di Strumi nel 1745 aveva 89
terra che possedeva in Scorticavolpe, a Poneta ecc. abitanti.
Come poi la villa, o fortilizio privato di Strozzavolpe
passasse ne’Salimbeni di Siena è facile ad arguirlo,
tostochè un Benuccio Salimbeni, imparentatosi con la SUBBIANO nel Val d’Arno aretino. – Borgo con pieve
contessa Margherita ultima erede de’conti Alberti di arcipretura (S. Maria) capoluogo di Comunità, siccome lo
Vernio e Mangona, acquistò dei diritti anche in vari fu ancora di Giurisdizione, attualmente sotto il vicariato
luoghi della Val d’Elsa, dove quei conti ebbero signorie e Regio di Arezzo, Diocesi e Compartimento medesimo.
castelli. Trovasi fra il grado 29° 28’0’’longitudine ed il 43°
Infatti la fortezza di Strozzavolpe per istrumento del 3 35’0’’latitudine lungo la strada provinciale casentinese,
luglio 1381 fu venduta a Bernardo di Duccio di Corso alla sinistra del fiume Arno, sotto lo stretto di S.
degli Adimari di Firenze con tutti i beni attinenti allora a Mamante, dove l’Arno dal bacino casentinese s’introduce
donna Baldesca figlia di Benuccio Salimbeni, dopo essere per la gola di S. Mamante nel Val d’Arno di Arezzo, circa
restata vedova di Donusdeo Malevolti di Siena, mediante 8 miglia a settentrione di questa città, quasi 12 miglia a
il prezzo di fiorini 200 d’oro che ricevé dal compratore. Il ostro scirocco di Bibbiena e 5 miglia toscane a grecale di
quale acquisto consisteva in un podere con 5 pezzi di terra Capolona. – Vedere ARNO fiume.
posti nel popolo di S. Maria a Lecchi, ed in altri Fra le membrane dell’Archivio della cattedrale aretina
appezzamenti situati nelle parrocchie di S. Maria a esistono memorie di questo Subbiano fino dal 1015,
Talcione e di S. Martino a Luco; compresavi la metà per mentre il vescovo di Arezzo Elemberto in detto anno
indiviso del giuspadronato di quest’ultima chiesa; oltre la lasciò a quel capitolo molte rendite, fra le quali la non
fortezza di Strozzavolpe. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di parte dell’usufrutto di tutte le corti della sua mensa
Cestello.) vescovile eccetto quella di Subbiano, le corti di
«Nei contorni della villa di Strozzavolpe e di Poggibonsi, Silpicciano, di Pratomaggio ecc. La stessa donazione fu
(dice un MS. pubblicato dal P. Ildefonso nel T. XI delle poi confermata al capitolo di Arezzo dall’Imperatore
Delizie degli Eruditi ecc.) gli Adimari una volta ci Arrigo detto il Santo mediante diploma del 1020.
avevano da cento poderi ed il suddetto fortilizio di All’Articolo SOCI fu citato un istrumento scritto nel
Strozzavolpe uscì di casa Adimari per una figliuola di castello di Subbiano li 3 ottobre del 1080, relativo ad una
Giovanni Battista Adimari, la quale erasi maritata in casa vendita fatta al capitolo predetto di beni situati nei
Rinuccini.» distretti di Soci, di Leona, di Caliano, di Sesto ecc., beni
Le quali parole ci fanno strada per indagare l’epoca ed il tutti confermati ai canonici di Arezzo da un privilegio
nome della donna Adimari entrata nella famiglia dell’Imperatore Arrigo VI dato in Siena li 8 di ottobre
Renuccini, e sapere da quale degli Adimari essa nascesse. dell’anno 1191, e innanzi ancora (anno 1163) dal vicario
Nell’albero genealogico dell’illustre prosapia Rinuccini dell’Imperatore Federico I in Toscana, col quale fu dato
compilato dall’erudito suo bibliotecario Giuseppe Ajazzi ordine di mettere in possesso il preposto della cattedrale
si trova che appunto sul declinare del secolo XIV donna aretina della torre di Subbiano tolta violentemente da Ugo
Elisabetta di Filippo d’Alamanno Adimari erasi di Guittone, della torre e castello di Vicione in Val di
impalmata a messer Cino di Francesco di Cino, o Chiana stati presi dai figli di Alberto di Capannole e della
Renuccino, ed è quel Cino medesimo dalla cui villa di Dorna nel piviere del Toppo stata occupata
figliuolanza si propagò la linea dei marchesi Rinuccini arbitrariamente da Gualfreduccio di Sassuolo, ecc. –
attuali. (ARCH. DELLA CATTEDR. DI AREZZO.)
È vero altresì che nello stesso albero genealogico trovasi Rispetto al dominio temporale di Subbiano, esso pervenne
un secolo dopo un’altra donna, Caterina Adimari, maritata per una metà nei conti Guidi, i quali ne ottennero la
a Niccolò di Giovanni Rinuccini del ramo estinto nel conferma dagl’Imperatori Arrigo VI nel 1191 e da
1675. – (RICORDI STORICI DI FILIPPO RINUCCINI Federigo II nel 1220.
ecc. pag. 126 e segg.) In seguito Subbiano fu dominato dai Tarlati di Pietramala,
uno dei quali, Pier Saccone, nel 1338 lo sottomise con
tutto il contado aretino alla Repubblica Fiorentina, dal
STRUMI nel Val d’Arno casentinese. – Casale ch’ebbe governo della quale gli abitanti di Subbiano si
chiesa parrocchiale (S. Fedele) di padronato de’conti distaccarono dopo la cacciata del Duca di Atene, finché
Guidi di Battifolle, stata riunita alla cura di S. Fedele di con atto pubblico del 13 dicembre 1384 si sottoposero di
Poppi, nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa un nuovo al Comune di Firenze, e nel marzo susseguente
miglio toscano a maestro di detta Terra, Diocesi e ricevettero le loro capitolazioni.
Compartimento di Arezzo. Una delle antiche riformagioni degli statuti municipali di
Trovasi sopra un poggio bagnato dal borro di Strumi, Subbiano porta la data dell’anno 1475, a tenore de’quali
detto anche borro Roville. – Luogo celebre perché costà in gli uomini di Subbiano non dovevano essere gravati di
Strumi i conti Guidi sino dal secolo X fondarono la prima tasse o imposte altro che col mezzo dei loro governanti, il
quale privilegio fu loro confermato dalla Signoria di Comunità di Caprese. Con quest’ultima la nostra
Firenze per provvisione del 1506. piegando cammino da scirocco a ostro percorre il crinale
Alla chiesa plebana di Subbiano fu annesso il soppresso dell’Alpe di Catenaja sino al termine della Stroscia, dove
popolo de’SS. Jacopo e Cristofano a Baciano. Essa a sottentra a confine di fronte a levante, poscia a
vicenda con le pievi di S. Maria a Catenaja e di S. settentrione e finalmente di nuovo a levante il territorio
Martino sopr’Arno contano per suffraganee le cure di S. della Comunità di Anghiari. Con questo il nostro percorre
Maria a Bibbiano, di S. Apollinare a Belfiore, e di S. lo sprone meridionale dell’Alpe stessa di Catenaja, il cui
Lucia a Cenina. versante orientale acquapende in Val Tiberina mediante la
La pieve di Subbiano che è di antico giuspadronato del fiumana della Sovara, la quale attraversa per salire
capitolo aretino, venne eretta in arcipretura con decreto contr’acqua pel fosso di Valbulino sui poggi che separano
vescovile del 16 maggio 1756. la vallecola della Sovara tributaria del Tevere dall’altra
dalla Chiassa tributaria dell’Arno. In quest’ultimo corso
MOVIMENTO della Popolazione del CASTELLO e d’acqua voltando faccia a scirocco il territorio
BORGO DI SUBBIANO a cinque epoche diverse, divisa comunitativo di Subbiano oltrepassa il fosso detto della
per famiglie. Maremma poco innanzi di arrivare all’osteria del
Chiavaretto; dove ritrova la fiumana della Chiassa che
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti percorre per poche braccia fino alla confluenza della
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; Chiassaccia. Ivi incomincia a fronteggiare con la
ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 60; totale Comunità di Arezzo, da primo dirimpetto a scirocco
della popolazione 268. mediante il corso della Chiassa, poscia piegando
ANNO 1745: Impuberi maschi 61; femmine 47; adulti direzione da libeccio a ponente maestro quindi a ponente
maschi 90, femmine 153; coniugati dei due sessi 71; e finalmente di nuovo a libeccio per arrivare sull’Arno
ecclesiastici secolari 6; numero delle famiglie 83; totale che trova presso Monte Giovi di fronte alla pieve di
della popolazione 428. Sietina, dove ritorna a confine con la Comunità di
ANNO 1833: Impuberi maschi 112; femmine 99; adulti Capolona.
maschi 94, femmine 122; coniugati dei due sessi 226; Una delle montuosità più elevate di questo territorio è
ecclesiastici secolari 2; numero delle famiglie 121; totale quella dell’Alpe di Catenaja, trovata dal Pad. Inghirami
della popolazione 655. 2399 braccia superiore al livello del mare Mediterraneo.
ANNO 1840: Impuberi maschi 95; femmine 90; adulti Fra i principali corsi d’acqua che bagnano il territorio di
maschi 93, femmine 87; coniugati dei due sessi 300; questa Comunità contasi l’Arno che ne lambisce il
ecclesiastici secolari 2; numero delle famiglie 142; totale confine per varie miglia dalla parte di ponente, mentre dal
della popolazione 667. lato di scirocco e di ostro entra e presto esce dal territorio
ANNO 1843: Impuberi maschi 58; femmine 115; adulti comunitativo di Subbiano il grosso torrente, o fiumana
maschi 92, femmine 139; coniugati dei due sessi 280; Chiassa.
ecclesiastici secolari 8; numero delle famiglie 168; totale Rispetto alle strade rotabili, dopo quella provinciale
della popolazione 692. casentinese che passa per il borgo di Subbiano, quasi tutte
le altre sono mulattiere, e pedonali.
Comunità di Subbiano. – Il territorio di questa Comunità Il suolo che cuopre i fianchi de’monti e de’poggi di
occupa una superfice di 22356 quadrati, 677 dei quali cotesta Comunità, a partire dalla cresta dell’Alpe di
spettano a corsi d’acqua e pubbliche strade. – Nel 1833 Catenaja sino alla gola di S. Mamante, consiste in potenti
esisteva costì una popolazione fissa di 2966 persone, a strati di macigno alternanti con piccoli straterelli di schisti
proporzione di 110 abitanti per ogni miglio quadrato di marnoso, mentre in pochi punti si affaccia la terza roccia
suolo imponibile. appenninica della calcarea compatta (alberese o
Confina con sette Comunità. Dal lato di ponente si tocca colombino).
con la Comunità di Capolona mediante il corso dell’Arno, In quanto ai prodotti agrarj di questa Comunità, nella
che rimonta, a partire dalla Lama sotto Montegiovi quasi parte più elevata esistono foreste di faggi e pasture, a
dirimpetto alla pieve di Sietina passando per il ponte a mezza costa selve di castagni, e nei poggi vicini a
Caliano, e dopo avere rasentato il borgo di Subbiano, Subbiano vigneti a ripiani che forniscono un vino squisito
trova lungo la ripa sinistra del fiume l’osteria del ed il moscadello più famigerato della valle casentinese.
Travigante presso lo stretto di S. Mamante. costì dove L’angusta pianura poi lungo la ripa sinistra dell’Arno è
l’Arno piegando direzione da settentrione a ponente coperta da un terreno di trasporto, assai fertile e coltivato
riceve la confluenza del torrentuccio Brilia cessa la a sementa.
Comunità di Capolona e sottentra quella di Fu in Subbiano una potesteria minore soppressa nel 1840,
Castelfocognano, da primo rimontando con l’altra per il cui giusdicente era sottoposto pel criminale e pel
breve tragitto l’Arno stesso, che abbandona per volgersi politico al vicario Regio di Arezzo.
da settentrione a grecale per termini artificiali, dove dopo La Comunità di Subbiano mantiene un medico, un
un mezzo miglio incontra sulla strada provinciale il chirurgo ed un maestro di scuola.
territorio della Comunità di Chiusi casentinese e poco Si praticano nel suo capoluogo due fiere annuali, la prima
dopo quella di Chitignano, con la quale arriva nel torrente delle quali cade nei giorni di lunedì e martedì della
Rassina. Ivi piegando direzione da scirocco sale per Pentecoste, la seconda nel giorno 29 di settembre.
termini artificiali sul fianco settentrionale dell’Alpe di La sua cancelleria Comunitativa, l’ingegnere di
Catenaja, nella cui sommità trova dirimpetto a levante la Circondario, l’uffizio di esazione del Registro, la
conservazione delle Ipoteche, il giurisdicente civile e contrassegnate con l’asterisco (*) mandavano fuori di
criminale ed il tribunale di prima Istanza sono in Arezzo. questa Comunità un numero di abitanti; quello però della
cura di Sabbiano fu defalcato dal Movimento della sua
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di Popolazione dato di sopra
SUBBIANO a cinque epoche diverse.
- anno 1840: abitanti n° 146
- nome del luogo: Falciano o Catenaja, titolo della chiesa: - anno 1843: abitanti n° 145
S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti
anno 1551 n° 303, abitanti anno 1745 n° 387, abitanti - RESTANO abitanti anno 1840: n° 2972
anno 1833 n° 486, abitanti anno 1840 n° 507, abitanti - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3020
anno 1843 n° 529
- nome del luogo: Monte Giovi con Ponte a Caliano,
titolo della chiesa: S. Giustino (Rettoria), diocesi cui SUBBORGO ORIENTALE DI AREZZO. – Vedere
appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 244, abitanti AREZZO.
anno 1745 n° 125, abitanti anno 1833 n° 207, abitanti
anno 1840 n° 268, abitanti anno 1843 n° 201
- nome del luogo: Poggio d’Acona, titolo della chiesa: S. SUBBORGO DI SANT’ALESSANDRO A VOLTERRA.
Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti – Vedere VOLTERRA, e così di tutti gli altri subborghi,
anno 1551 n° 211, abitanti anno 1745 n° 119, abitanti delle città di Toscana.
anno 1833 n° 138, abitanti anno 1840 n° 123, abitanti
anno 1843 n° 124
- nome del luogo: S. Mamante (*), titolo della chiesa: S. SUBGROMINIO, o SEGROMIGNO. – Vedere
Mama (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti SUGROMIGNO.
anno 1551 n° 65, abitanti anno 1745 n° 182, abitanti anno
1833 n° 174, abitanti anno 1840 n° 222, abitanti anno
1843 n° 187 SUBURBANO. – Vedere SORBANO.
- nome del luogo: Savorniano con l’annesso di Fighille,
titolo della chiesa: SS. Biagio e Cristofano (Rettoria),
diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 56, SUCCASTELLI (BADIA A). – Vedere BADIA A
abitanti anno 1745 n° 160, abitanti anno 1833 n° 264, SUCCASTELLI in Val Tiberina.
abitanti anno 1840 n° 261, abitanti anno 1843 n° 279
- nome del luogo: SUBBIANO con l’annesso di Baciano
(*), titolo della chiesa: S. Maria (Pieve Arcipretura), SUCCIDA (PIEVE DI S. GIOVANNI DI) nella Valle Del
diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 268, Reno bolognese. – Vedere SAMBUCA nella Montagna
abitanti anno 1745 n° 428, abitanti anno 1833 n° 765, pistojese.
abitanti anno 1840 n° 770, abitanti anno 1843 n° 788
- nome del luogo: Valenzano, titolo della chiesa: S. Maria
(Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno SUCCISA. – Vedere SOCCISA nella Val di Magra.
1551 n° 336, abitanti anno 1745 n° 144, abitanti anno
1833 n° 149, abitanti anno 1840 n° 168, abitanti anno
1843 n° 176 SUGANA (PIEVE DI) in Val di Pesa. – Pieve antica sotto
- nome del luogo: Vogognano e Calbenzano, titolo della l’invocazione di S. Giovanni che ha dato il nome ad una
chiesa: S. Maria della Neve (Pieve), diocesi cui estesa contrada, ad un torrente e ad un casale; parte della
appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 143, abitanti quale contrada è compresa nella Comunità della
anno 1745 n° 243, abitanti anno 1833 n° 352, abitanti Castellina e Torri, mentre la porzione maggiore spetta alla
anno 1840 n° 355, abitanti anno 1843 n° 392 Comunità di San Casciano in Val di Pesa, quella sotto la
potesteria della Lastra a Signa, questa sotto il giusdicente
- Totale abitanti anno 1551: n° 1629 di San Casciano, nella Diocesi e Compartimento di
- Totale abitanti anno 1745: n° 1788 Firenze.
La pieve di Sugana è posta alle falde di una collina fra la
N.B. Nelle ultime tre epoche entravano in questa da tre strada rotabile che da San Casciano scende nella fiumana
parrocchie situate in altre Comunità limitrofe della Pesa al ponte di Cerbaja, un mezzo miglio a scirocco
della confluenza del torrente Sugana in Pesa.
- anno 1833: abitanti n° 431 Una delle rimembranze più antiche del casale di Sugana
- anno 1840: abitanti n° 444 conservasi in una membrana del dì 28 marzo 1104, scritta
- anno 1843: abitanti n° 489 in Sugana territorio fiorentino, in cui si rammenta dei
beni della Badia di Passignano posti in Foltignano e a
- TOTALE abitanti anno 1833: n° 2966 Siepi nel piviere di S. Agnese a Mortennano in Val
- TOTALE abitanti anno 1840: n° 3118 d’Elsa. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia di
- TOTALE abitanti anno 1843: n° 3165 Passignano.)
In quanto alla pieve di S. Giovanni in Sugana il Lami
All’incontro nell’ultime due epoche le parrocchie ne’suoi Monum. Eccles. Flor. Riporta una bolla
concistoriale del 1194 firmata in Verona dal Pontefice chiese pertinenti oltre 5 poderi, due de’quali posti in
Lucio III a favore del monastero di S. Miniato al Monte, Petrojo, il terzo in Valgiano, il quarto a Caminata, ed il
al quale confermò fra gli altri beni tutti quelli che il quinto con casa e mulino presso la stessa pieve; più una
Monastero predetto possedeva nel piviere di S. Giovanni vigna situata in Paterno, due pezzi di terra vignata in
in Sugana. Vercilliano, altro pezzo in Uzena presso Petrojo, un terzo
Nel secolo XIII cotesta pieve era matrice di sette popoli, vigneto in luogo appellato Ceruliano, un pezzo di terra
oltre la chiesa plebana S. Giovanni in Sugana; ed erano: con querceto e selva in luogo detto al Sundrio, uno in
1. S. Stefano a Gabbiola; 2. S. Niccolò a Cipollatico luogo appellato Campo Momilio, ed un pezzo di terra
(entrambi annessi alla pieve); 3. S. Maria alla Romola, arabile tra le due Tiane. Inoltre quel vescovo concedè allo
esistente con il seguente annesso; 4. S. Leonardo alla stesso fittuario tutti i tributi soliti darsi dagli abitanti delle
Querciola; 5. S. Michele a Torri, esistente; 6. S. Pietro a ville e luoghi compresi nel piviere di Sugromigno, cioè,
Montepaldi, idem; 7. S. Niccolò a Pisignano, idem. Puliciano, Camigliano, Plajole, Vercilliano, Latiano,
Il popolo della pieve di S. Giovanni in Sugana nel 1833 Viacava, Luco, Manciano, Mucciano, Vignale,
contava 997 abitanti. Collecchio, Marcianula, Alfiano, Casale, Petrojo,
Castiglione, Caprile, Casa-Mezzana, Cunule, Colle, Sala,
Paterno, Saldatico, Pinulo, Sanprugnano, Pillano, Colle-
SUGHERA. – Vedere SUVERA. Paratico, Ceruliano, Rimontere, Casalino, Marcigliano,
Cavina, e Vepre.
Nel catalogo delle chiese della diocesi di Lucca compilato
SUGHERELLA. – Vedere SUVERELLA. nel 1260 il piviere di Sugromigno comprendeva otto
chiese parrocchiali e due spedaletti, cioè; 1. S. Maria a
Gragnano; 2. S. Quirico a Petrojo; 3. S. Michele a
SUGHERETO. – Vedere SUVERETO. Camigliano; 7. S. Colombano (a Sugromigno); 8. S.
Antonio (a Sugromigno); 9. Spedale di S. Concordio a
Rimontere; 10. Spedale di S. Bartolommeo a
SUGROMIGNO, SEGROMIGNO (Subgrominio) nella Grumignano.
Valle del Serchio. – Contrada che serve di nomignolo ad Attualmente il piviere di Sugromigno conta sei chiese
un’antica pieve (S. Lorenzo) e ad un rio, il quale scende al parrocchiali; 1. S. Lorenzo a Sugromigno, Pieve; 2. S.
suo levante dal poggio sovrastante, nella Comunità Frediano a Valgiano con l’annesso di Petrojo; 3. S.
Giurisdizione e circa miglia toscane 4 e 1/2 a settentrione Michele a Camigliano; 4. S. Andrea in Caprile con
di Capannori, Diocesi e Ducato di Lucca. l’annesso di Murcigliano; 5. S. Nicolao, già S. Maria a
Risiede in mezzo a bellissime ville signorili del Ducato di Gragnano; 6. S. Colombano (a Sugromigno).
Lucca verso le falde meridionali del monte detto le Quest’ultima chiesa porta il distintivo del Vescovo,
Pizzorne, sotto un poggetto, sul cui dorso sembra che stantechè la mensa di Lucca possiede beni di suolo ed una
esistesse un castellare, fra la Regia Villa di Marlia e villa signorile nel popolo stesso di S. Colombano. –
quelle signorili di Camigliano dei Marchesi Mansi e di Vedere SAN COLOMBANO A SEGROMIGNO.
Petrojo non più di sette miglia a grecale di Lucca. La pieve di S. Lorenzo a Sugromigno, o Segromigno nel
La pieve è a tre navate con colonne di granito servite ad 1832 noverava 2148 abitanti.
edifizi romani con capitelli di marmo diseguali e di rozza
scultura.
All’Articolo PETROJO DI SUGROMIGNO dissi, che SUICILLE. – Vedere SOVICILLE.
questi due luoghi si trovano rammentati in varie carte
dell’Arch. Dipl. Lucch. Del secolo X recentemente
pubblicate nel Tomo V P. III delle Memorie per servire SULPICIANO (PIEVE DI S. GIOVANNI IN ). – Vedere
alla storia di quel Ducato CAPOLONA.
Rispetto al castellare da me supposto esistito sopra il
poggetto che resta a cavaliere della pieve di Sugromigno
citerò un’istrumento del 9 giugno 929 rogato in Lucca, col SUMMOFONTE. – Vedere SEMIFONTE.
quale Pietro vescovo di detta città allivellò un podere
della sua mensa vescovile posto nei confini di
Sugromigno, in luogo detto Castiglione, mentre la chiesa SURRIPA in Val di Pesa. – Contrada che fu a Ripoli del
plebana di S. Giovanni Battista e S. Lorenzo a Vescovo presso la fiumana Pesa e l’ospedaletto di
Sugromigno dichiarasi nella carta medesima situata in Calzajolo, nella parrocchia di Monte Campolese, piviere
luogo denominato Campo Carasca. – (MEM OR. di Campoli, Comunità e Giurisdizione di San Casciano,
LUCCH. T. V. P. III. Vedere anche due carte del 18 Diocesi e Compartimento di Firenze.
maggio 948). Questo luogo di Surripa è rammentato in due istrumenti
Quali e quante fossero le ville, i di cui abitanti solevano della mensa Arcivescovile di Firenze, il primo de’quali
pagare le decime al pievano di Sugromigno, o a chi per del 13 febbrajo 1140, l’altro del 9 giugno 1174, citati dal
esso, lo dichiara un istrumento del 1 novembre 988 scritto Lami ne’suoi Monum. Eccl. Flor. a pag. 734.
in Lucca, col quale il vescovo Isalfredo allivellò le chiese
di S. Maria di Gragnano e di S. Quirico sottopose alla
pieve di Sugromigno compresa la metà dei beni ad esse SURRIPA nel Monte di Cetona. – Contrada esistita nella
montagna di Cetona, della quale trovasi fatta menzione in PALAZZUOLO ecc.
una membrana dell’Abbadia Amiatina, scritto nel primo Maghinaldo Novello figliuolo di Giovanni degli Ubaldini,
aprile del 1030 nel castello di Sarteano giurisdizione di stimato il primo guerriero di sua famiglia, diede che fare
Chiusi. È un atto di donazione, col quale il conte Winildo assai alle genti della Repubblica Fiorentina state più volte
figlio del C. Farolfo de’nobili di Sarteano offrì alla Badia inviate tra il 1250 ed il 1381 nell’Alpe e nel Podere degli
del Monte Amiata per rimedio dell’anima sua, di quella di Ubaldini, sia quando nel 1350 furono presi i Castelli di
Teodora sua consorte e dei suoi genitori conte Farolfo e Montegemmoli, di Montecoloreto e di Bordignana
contessa Teodora, terre e case che possedeva nel piviere nell’Alpi; sia quelli di Bozzolo e di Vignano nel podere
di S. Maria in luogo appellato Surripa nel contado di dove ad onta delle larghe promesse fatte dai comandanti
Chiusi. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte cit.) fiorentini ai loro soldati, non poterono espugnare le
rocche di Susiniana e di Val d’Agnello per la fortezza del
sito.
SURRIPOLE DI MONTAJONE in Val d’Elsa. – Vedere Al Maghinaldo Novello II degli Ubaldini spetta il fatto
SORRIPOLE. della resa del castel del Frassino nel Podere caduto in
mano de’Fiorentini nel 1373 dopo essere stato decapitato
come ribelle il prenominato Maghinardo degli Ubaldini.
SUSINANA nella Valle del Senio in Romagna. – Castello La trista fine di costui rese più attento alla difesa del suo
che diede il titolo ad un ramo dagli Ubaldini detti Pagani castello di Susinana Giovanni figliuolo di Azzo degli
da Susinana, poscia ad una Badia di Vallombrosani, Ubaldini, il quale assediato dalle truppe inviatevi da
convertita attualmente in parrocchia secolare sotto firenze si sarebbe per lungo tempo difeso, se egli non
l’invocazione di S. Maria a Susinana, appellata anche Rio fosse stato tradito da un suo domestico; e così ebbesi non
Cesare, nel piviere di S. Giovanni a Misileo, Comunità e solo la rocca di Susinana, ma ancora l’altra di Val
circa tre miglia toscane a settentrione grecale di d’Agnello, e poco dopo venne in potere della Rep. il
Palazzuolo, Giurisdizione di Marradi, Diocesi e castello di Tirli nell’Alpe; il quale, al dire dell’Ammirato,
Compartimento di Firenze. fu l’ultimo castello degli Ubaldini che cadde sotto il
La rocca di Susinana trovasi in un risalto di poggio dominio della Rep. Fior. – (Stor. Fior. Lib. VIII.)
bagnato dal lato occidentale dal fiume Senio, mentre la Ma non per questo gli Ubaldini cessarono di accendere
chiesa abbaziale di Rio Cesare, è posta in vicinanza del fuoco e inanimire i popoli del Podere contro la Rep. Fior.
fiume. Uno di essi era lo stesso Giovanni figlio d’Azzo che nel
All’Articolo PALAZZUOLO DI ROMAGNA fu detto 1373 dovè cedere la rocca di Susinana.
qualmente Susinana faceva parte dei possessi compresi Sennonché i Dieci della Guerra per sollevazione insorta
nel Podere degli Ubaldini o de’Pagani, così detti da uno appresso nei popoli di Susinana e del Frassino col
per nome Pagano che diede, o che prese vocabolo dal consiglio della Signoria deliberarono di spianare entrambe
Castel Pagano nella stessa valle. Da uno di essi derivò quelle rocche. Imperocchè gli Ubaldini pretendevano
quel mess. Pagano di Susinana, il di cui figlio Bonifazio niente meno di riavere cotesti due castelli come spettanti
nel 1256 si maritò alla contessa Margherita figlia del alla casa loro. (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XV.) Allora fu
Conte Guido di Modigliana e sorella del ghibellino mandato ordine, sotto il dì 1 giugno del 1387, al vicario
capitano Conte Guido Novello. del Podere fiorentino, già degli Ubaldini, di levare la
Dal detto matrimonio nacque donna Albiera, la quale per campana del Comune di Susinana ed inviarla a Figline in
atto pubblico rogato nel 1280 in Porciano all’occasione di pena della ribellione di quel popolo. – Vedere FIGLINE.
maritarsi a Giovanni figliuolo di Ugolino degli Ubaldini Vol. II pag. 133.
da Senni, alla presenza del suo avo materno Conte Guido Al di sotto della rocca di Susinana fu eretta nel secolo XII
di Modigliana rinunziò ai fratelli di lei Simone e la Badia di S. Maria a Rio Cesare, o dir si voglia di
Bonifazio e a Paganino del fu Pietro di Pagano, come Susinana. Uno de’più antichi documenti pervenuti da
pure a favore dei figli del Conte Guido di Modigliana suoi quella chiesa abbaziale, ora fra le carte della Badia di
cugini, tutti i suoi diritti ereditarj. – (P. ILDELFONSO, Ripoli nell’Arch. Dipl. Fior., consiste in un istrumento del
Delizie degli Eruditi T. VII.) 1 maggio 1223 scritto nella chiesa di S. Lorenzo sul
Di Maghinaldo figlio di Pietro di Pagano II parla più a Marzeno (ora a Miano), col quale Pagano del fu Pietro di
lungo l’istoria, e segnatamente il Lami, il quale Pagano del Podere vendé all’abate di S. Reparata di
supponeva che i primi possessi di Susinana fossero Marradi per lire 16 e soldi 4 due pezzi di terra posti in
pervenuti in Maghinardo suddetto dai vescovi fiorentini, Marzeno.
stantechè cotesta mensa fino dal secolo XI riceveva Ma la Badia di Susinana nel secolo XVI era già ridotta a
tributo di vassallaggio dagli uomini del castel di Susinana. commenda, mentre il Pontefice Clemente VII con bolla
– Il qual Maghinardo, non lasciando altri figli, eccetto dell’11 febbrajo 1529 conferì il priorato abbaziale di S.
una femmina per nome Andrea, destinò la sua eredità alla Maria di Rio Cesare della Congregazione di Vallombrosa
figlia medesima, la quale poi essendosi maritata a un al monaco vallombrosano don Bernardo di Cosimo
Ubaldini portò in questa casa il podere de’Pagani. Valgimigli con assegnarli su quella l’annua rendita di 40
Frattanto il nome di Maghinardo tornò a rinnovarsi nel ducati d’oro.
nuovo ramo degli Ubaldini del Podere. Tale fu un Anche il Pontefice Pio V con bolla del 14 ottobre 1568
Maghinardo Novello figlio di Giovanni e padre di diede l’investitura del priorato abbaziale di S. Maria in
Giovacchino e di Ottaviano rammentati più volte agli Rio Cesare ad altro monaco vallombrosano D. Gio.
Articoli FRASSINO, LOZZOLE, PAGANO (CASTEL), Gualberto Valgimigli, cui succedé don Arcangelo
Valgimigli, monaco della Congregazione stessa mediante delle colline cretose che separano le acque del torrente
breve spedito da Roma dal Pontefice Sisto V nel 5 aprile Carfalo tributario dell’Era da quelle che fluiscono in
dell’anno 1588. Evola.
Nel 1669 era suo abbate commendatario il monaco Cotesto casale di Suvera col suo distretto fu dato in feudo
Giuliano Rilli nobile fiorentino, che in detto anno nel 1186 da Arrigo VI a Ildebrando Pannocchieschi
abitando in cotesto priorato abbaziale commentò i Vescovo di Volterra, e più tardi la sua chiesa nel 1528
privilegj pontificj concessi alla Congregazione di assegnata in benefizio da Clemente VII a Benedetto
Vallombrosa, ed in special modo quello ottenuto dal Baldovinetti di Firenze vescovo di Ancona. – (ARCH.
Pontefice Gregorio XI. DIPL. FIOR. Carte della Casa accolti).
Finalmente sotto il governo di Leopoldo I la Badia di La parrocchia de’SS. Pietro e Cerbone alla Suvera nel
Susinana, o di Rio Cesare fu totalmente soppressa, ed il 1833 noverava 244 abitanti.
suo parroco di data regia venne dichiarato inamovibile.
La prioria abbaziale di S. Maria a Susinana, o in Rio
Cesare, nell’anno 1833 contava 303 abitanti. SUVERA DI ROSIGNANO in Val di Fine. – Vedere
ROSIGNANO.
T
TABBIANO, o TABIANO nella Valle inferiore del uliveti, selve, orto ecc. Inoltre è quel Tabiano nel cui
Serchio. – Casale dove fu una chiesa parrocchiale (S. piano esistevano ancora nel secolo XV quelle paludi delle
Ponziano) nel piviere di Rigoli, Comunità e Giurisdizione quali varj imperatori fecero dono alla chiesa maggiore di
de’Bagni di S. Giuliano, Diocesi e Compartimento di Pisa, paludi che furono rammentate in una carta degli
Pisa. Olivetani di Pisa scritta nel principio del secolo XV. –
Fino dal 23 febbrajo del 1048 con atto scritto in Pisa (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Primaziale e degli
donna Ingalrada figlia del fu Gherardo e vedova Olivetani di Pisa.) – Vedere RIGOLI (PIEVE DI).
d’Ildebrando, col consenso di Guido detto Signoretto suo
nipote e mondualdo, donò alla chiesa maggiore di Pisa
alcuni beni posti nei confini di Tabiano, consistenti in TABIANO nella Maremma grossetana. – Vico perduto
dove fu una chiesa plebana fra Mont’Orsajo e la distrutta Paterno; 20. S. Maria a Paterno; 21. S. Piero a Sieve; 22.
rocca di Fornoli, nella Comunità e Giurisdizione di S. Lorenzo a Gabbiano; 23. S. Jacopo a Caldaja; 24. S.
Roccastrada, Diocesi e Compartimento di Grosseto. Giusto a Fortuna; 25. S. Michele a Licignano; 26. S.
Uno de’più antichi atti, scritto in Tabiano territorio di Stefano a Cornetole; 27. S. Michele a Lenziano. – I primi
Roselle, è del novembre 952, esistente fra le carte degli venti popoli spettavano alla Comunità di Vaglia, gli ultimi
Agostiniani di Siena, ora nell’Arch. Dipl. Fior. sette a quella di S. Pier a Sieve.
In una bolla poi del 1188 spedita dal Pontefice Clemente Tanto la contrada di Tagliaferro, come pure i distretti di
III al vescovo di Grosseto si trova confermata a quei Vaglia e di S. Piero a Sieve erano sottoposti alla
diocesani la pieve di Tabiano con le sue cappelle, diritti e medesima lega e potestà, quando nel 1417 furono riuniti
giurisdizioni. – Vedere SASSOFORTE. alla potesteria di Fiesole, finché per deliberazione del
Una carta inedita dell’Arch. Borghesi Bichi di Siena in 1424 vennero dati alla potesteria del Borgo S. Lorenzo. –
data del 6 marzo 1224 ci scuopre che la pieve di Tabiano Finalmente nella statistica dell’anno 1551 la lega e
della Diocesi di Grosseto allora era di giuspadronato delle contrada di Tagliaferro trovasi compresa, come
monache di Monte Cellese. È un istrumento scritto nel attualmente, sotto la potesteria e vicariato di Scarperia.
monastero suddetto, col quale la badessa donna Duchessa Lo spedale di S. Lorenzo a Tagliaferro e rammentato
in nome delle sue monache costituisce in procuratore un quale stazione di pellegrini nel regolamento fatto dalla
prete con facoltà di nominare persona idonea a cuoprire il reggenza del Granduca Francesco II, e Imperatore I di
posto di pievano nella pieve di Tabiano, e di presentarlo quel nome, pubblicato in Firenze lì 18 novembre del
alla detta badessa per riceverne l’investitura. 1751.
Infatti la pieve di Tabiano fu confermato al Monastero di
Monte Cellese da una bolla concestoriale del 1175 spedita
da Alessandro III da Ferentino. – (Arch. Borghesi cit.) TAGLIAFUNI (BADIA DI) nel Val d’Arno superiore. –
Cotesta badia, una delle antiche della Congregazione
vallombrosana, una volta sotto il titolo di S. Maria di
TAENA nel Val d’Arno casentinese. – Casale con chiesa Nerana, venne traslocata nel secolo decorso in S. Maria
parrocchiale (S. Jacopo), cui fu annesso il popolo di S. al Ponte Rosso che resta sulla strada regia appena mezzo
Margherita a Rosina nel piviere, Comunità e circa un miglio a maestrale di Figline, nella Comunità e
miglio toscano a maestrale di Chitignano, Giurisdizione di Giurisdizione medesima, Diocesi di Fiesole,
Bibbiena, Diocesi e Compartimento di Arezzo. Compartimento di Firenze.
Tanto il Casale di Taena come quello di Rosina sono All’Articolo BADIA DI TAGLIAFUNI fu detto che
situati in poggio sulla ripa destra del torrente Rassina questo monastero sotto il titolo di S. Maria di Nerana fino
quasi dirimpetto al Castello di Chitignano e poco lungi dal secolo XI fu fondato pei Vallombrosani, mentre esso
dalle scaturigini dell’acqua acidula di Chitignano, della di trovasi rammentato nella bolla del 6 agosto 1090 del
cui contea i due Casali facevano parte. – Vedere Pontefice Urbano II a favore di quella Riforma monastica
CHITIGNANO. di S. Benedetto.
Le parrocchie riunite di Taenae di Rosina nel 1833 Uno dei più antichi abitati del Monastero di Tagliafuni
contavano 255 abitanti. trovasi indicato in una membrana dell’11 maggio
dell’anno 1196, appartenuta alla Badia di Monte Scalari,
ora nell’Arch. Dipl. Fior. fra le carte del monastero di S.
TAGLIAFERRO nella Val di Sieve. – Contrada con Vigilio di Siena.
borgata, nella Comunità e circa miglia toscane 1 e 1/2 a Nel 1569 la chiesa abaziale di Tagliafuni fu restaurata e
settentrione di Vaglia, Giurisdizione di Scarperia, Diocesi quindi sotto di 22 ottobre dello stesso anno dal vescovo di
e Compartimento di Firenze. Fiesole Angiolo da Diacceto consagrata.
Incontrasi cotesta borgata sulla ripa sinistra del torrente Finalmente con lodo dell’8 aprile 1710 tra il preposto e
Carza lungo la strada postale Bolognese dove già fu un capitolo della collegiata di Figline ed i Vallombrosani
antico ospedaletto con chiesa (S. Andrea) destinato ad restò convenuta la permuta dell’oratorio di S. Maria al
accogliere i pellegrini. – Dalla borgata di Tagliaferro ebbe Ponte Rosso, spettante al detto capitolo, con la chiesa
titolo una delle 72 leghe della Repubblica Fiorentina in parrocchiale di S. Bartolommeo a Scampata di
cui furono compresi quasi tutti i popoli delle Comunità di giuspadronato della Congregazione, nel dì otto maggio
Vaglia e di S. Pier a Sieve, siccome può vedersi negli del 1711, in memoria di cotesta permuta, furono scolpite
statuti fiorentini stati riformati nel 1415. tre iscrizioni, una relativa al vescovo di Diacceto che
Sotto il regime di Cosimo I la lega di Tagliaferro si allora presedeva la diocesi di Fiesole, l’altra con l’arme
componeva dei 27 popoli seguenti; 1. S. Andrea a Cerreto del pontefice Urbano VIII, sotto del quale fu eseguita la
Maggio, 2. S. Stefano a Piscina; 3. S. Pietro in Calicarza; permuta, e una terza iscrizione con l’arme abaziale sopra
4. S. Miniato al Colle; 5. S. Michele a Fontebona, o alle la porta maggiore che narra la storia della traslazione ed i
Macchie; 6. S. Jacopo a Festigliano, o a Pratolino; 7. S. personaggi che vi ebbero parte.
Cresci a Macciuoli; 8. S. Maria a Carmignanello; 9. S. Questa Badia restò soppressa nel 1816, ed il suo parroco
Niccolò a Ferraglia; 10. S. Maria a Spugnole; 11. S. d’allora in poi reso inamovibile.
Niccolò a Spugnole; 12. S. Romolo a Bivigliano; 13. S. La chiesa di S. Maria al Ponte Rosso, già a Tagliafuni, nel
Lorenzo a Pezzetole; 14. S. biagio a Carlone; 15. S. 1833 noverava 639 abitanti.
Alessandro a Signano; 16. S. Andrea a Pietramensola; 17.
S. Martino a Briano; 18. S. Piero a Vaglia; 19. S. Giusto a
TAGLIATA (TORRE DELLA) alla Marina “Dunque (soggiunge egli) Telamo, così il Porto come il
dell’Ansedonia. – Vedere LITTORALE TOSCANO, e Promontorio, era il nido ed il forte de’corsari.”
ORBETELLO Comunità. Ma il chierico abate Lanzi, lungi dall’adottare simili
favolose derivazioni opinava, che il nome fosse etrusco, e
dato a questo luogo dall’incurvatura del suo porto. –
TAGLIATA DI MURLO in Val di Merse. – Vallata nel (Saggio di Lingua Etrusca Vol. II.)
popolo de’SS. Giusto e Clemente di Casciano in Infatti Carchidio si occupa nella prima parte ad illustrare
Vescovado, Comunità e circa tre miglia toscane a ponente alcune monete etrusche, in una delle quali riconobbe la
di Murlo, Giurisdizione di Montalcino, Diocesi e testa dell’eroe, creduto fondatore di Talamone; città dove
Compartimento di Siena. ebbe special culto il dio Giove.
Anche nel cronico monetario del passeri si riportano
monete della zecca di Talamone coniate nell’anno 490 di
TALAMONACCIO (TORRE DI). – Vederel’Articolo Roma.
seguente. Ma lasciate da parte tante congetture ed etimologie, la
meno dubbia sembra quella che Talamone sia di
fondazione etrusca; su di che furono concordi Polibio,
TALAMONE, e TELAMONE sul lido del mare toscano. Strabone, Diodoro Siculo, Tolomeo e Plutarco fra i Greci;
– Castello con porto dirimpetto al promontorio Plinio e Pomponio Mela fra i Latini.
Argentario, ossia Promontorio di Talamone, la cui chiesa Concorre poi a corroborare cotesto fatto la situazione del
arcipretura (S. Maria Assunta) è compresa nella Comunità porto circoscritto fra l’attual Talamone e la torre di
Giurisdizione e circa 12 miglia toscane a maestrale di Talamonaccio, punto centrale dell’Etruria marittima,
Orbetello, Diocesi di Soana, Compartimento di Grosseto. luogo adattissimo al commercio innanzi che cotesto seno
Risiede il castello di Talamone sopra una rupe che sporge di mare si rendesse malsano ed incapace al riparo delle
in mare, e che dal lato di ponente serve di sprone al suo navi che valeggiavano nel Tirreno.
antico porto a circa 70 braccia sopra il livello marino. Nel Di Talamone frattanto e del suo porto si fa menzione
corno orientale del porto nel medio evo fu innalzata una eziandio in Fabio Pittore verso gli anni di roma 528 o
torre di difesa, situata fra Talamone e la foce della 529, allorchè avvenne non molto lungi di costà la
fiumana Osa, appellata oggidì la torre di Talamonaccio. battaglia fra un orda immensa di galli e gli eserciti riuniti
Il castello è circondato di mura, con rocca sovrastante. Il dei due consoli romani C. Attilio Regolo e L. Emilio
porto sebbene sia formato da una grande ansa capace di Papo. – Vedere gli Articoli COLONNA DI BURIANO e
ricoverarvi un dì i navigli dalle fortune di mare, trovasi ORBETELLO.
attualmente in tal guisa colmato da tanta rena ed Ma la spedizione marittima più segnalata per Talamone
ingombro da alghe in guisa che le feluche stesse, quando accadde 87 anni innanzi l’era volgare quando vi approdò
sono cariche, difficilmente possono approdarvi. una flotta di C. Mario reduce dall’Affrica in Italia per
Inoltre presso ed intorno al porto o cala di talamone suol abbattere con il suo partito quello dell’implacabile di lui
ristagnare una quantità di acque terrestri stantechè le competitore L. Silla. Appena smontato a terra con la
arene e le piante marine spinte dalle traversie vi rialzano cavalleria Mauritana e molti italiani a lui fedeli, Mario
continuamente le gronde, in modo tale che nella calda pubblicò in Tala mone un editto che prometteva libertà ai
stagione que’ristagni tramandano un fetore insopportabile, servi purché fossero venuti ad arruolarsi sotto le sue
corrompendo l’aria intorno che i venti trasportano ad una bandiere. Dondechè il celebre capitano in pochi giorni
lontananza incalcolabile a danno delle popolazioni, e raccolse una quantità de’più giovani ed animosi che
specialmente di quella di Magliano. caricò in 40 navi. Allora esibì la sua opera a Cinna, il
Sarebbe un mancare alla storia se io passassi sotto quale dopo cacciato dal consolato con poderoso esercito
silenzio un autore moderno che col finto nome di raccolto in varie parti dell’Italia aveva mosso guerra ai
Ferdinando Cerchidio raccolse in mezzo all’oscurità ed consoli di Silla. Frattanto Mario con quaell’armamento
alla scarsezza delle memorie spettanti a Talamone materia non solo incrociava per mare onde impedire il passo ai
tanta da formarne due volumi in 8.°, il primo dei quali viveri, e impadronirsi di quelli, ma inoltrandosi verso la
solamente è stato pubblicato in Firenze nel 1824 sotto il spiaggia di Roma, sbarcò le sue truppe in Ostia, e di là
titolo di MEMORIE STORICHE DELL’ANTICO E s’incamminò con esse a Roma; e di prima giunta avendo
MODERNO TALAMONE, ecc. preso il monte Gianicolo, quindi impadronitosi dell’eterna
Volendo egli discorrere dell’orogine di Talamone, cui ha città, Mario fece orribile macello di quelli che reputava
dato l’epiteto di città antica, distingue il vecchio dal suoi nemici, o poco amici.
nuovo paese. All’avvenimento di C. Manio fu di qualche anno
L’A. per altro riprova non tanto il detto di Diodoro Siculo posteriore quello di L. Domizio Enobarbo senatore di
là dove asserisce, che questo porto ebbe il nome da un Roma, la cui famiglia signoreggiava nel territorio Cosano.
Telamone compagno degli Argonauti, ma ancora le parole Imperocchè fu ai tempi di G. Cesare, quando quest’ultimo
del Volterrano che lo faceva derivare da un Talamone assediava Marsiglia che Domizio Enobarbo spedì dai
trojano approdatovi dopo la guerra di Troja. Il nostro porti di Subcosa e di Talamone navigli armati a soccorso
Carchidio è di sentimento che il nome di Telamone, o de’Marsigliesi.
Talamone, possa essere derivato dal verbo caldeo siro, Alla stessa famiglia patrizia si debbono non solo le
Telam, cioè, opprimere, diripere, nome che si confà Cetarie Domiziane esistite nei contorni di porto S.
(secondo lui) sopra ogni altra cosa ai corsari. Stefano, ma ancora varie lapidi relative a L. Domizio
Enobarbo, ai suoi servi e liberti, nonché ad una officina di Inoltre nello stesso Arch. Dipl. San. esiste una
terraglie (figuline Domitiane) per non dire di una vasta provvisione del 7 settembre 1321 scritta in Siena da sei
conserva d’acqua, della quale esistono tuttora grandiosi deputati eletti dai Signori Nove ad oggetto di provvedere
avanzi presso la Torre dell’Uomo, dove posteriormente si in modo che il castel di Talamone fosse abitato da quelli
vuole che fosse posta una bugiarda iscrizione, nella quale che avevano ottenuto dal Comune di Siena il terreno
si leggeva Thermae Diocletiani. – (CARCHIDIO, Oper. dentro il paese col ricevere terre, casalini ed altri
cit.) incoraggiamenti allo scopo di stabilirvi il loro domicilio.
Ora quel fabbricato è residuato ad una stalla, che ha una Che nel progredire del secolo XIV Talamone divenisse lo
facciata lunga braccia 28, tripartita e corrispondente ad scalo principale marittimo della Repubblica di Siena lo
altrettante stanze della lunghezza di 47 braccia e larghe 8; dichiara il trattato da essi concluso nel 1357 coi
divise da muri reticolati, nei quali vi è una porta di Fiorentini, i quali ultimi si risolvettero di abbandonare il
comunicazione che termina nell’ultimo recinto con Porto Pisano e voltarsi invece a Talamone. In vigore di
emissario, donde escivano le acque per entrare in una quelle convenzioni i Sanesi promisero acconciare il porto
conserva tuttora esistente circa 200 braccia distante. In col mettervi le guardie, restaurare le strade che da Siena
cotesto edifizio raccoglievasi l’acqua potabile per uso vi conducevano e fabbricarvi gli alberghi. Arroge a
pubblico, la quale vi scendeva dai monti che le sovrastano tuttociò la nota delle gabelle per i generi d’introduzione e
dalla parte di maestrale, oggi appellati i poggi della Bella di estrazione che in quel tempo si conducevano a
Marsilia. Talamone; nota che fu pubblicata dal Pagnini nel Vol. IV
Dopo tuttociò una laguna di molti secoli interrompe la della sua Opera sulle Decime.
storia di Talamone, talchè fino al 1300 questo paese non Già fino dal giugno 1410 incontrossi nei paraggi del
torna a rammentarsi, se non quando il Castello col porto e monte Argentario una flotta di Ladislao re di Napoli dove
distretti di Talamone erano pervenuti in dominio dei incontrò quella della Repubblica Fiorentina; ma
monaci della Badia di S. Salvadore sul monte Amiata. quest’ultima essendo stata rotta e dispersa, Talamone
In prova del qual vero citerò due istrumenti, col primo cadde in potere del vincitore, sebbene fosse ben presto
de’quali, del 15 aprile 1303, l’abate del Monastero recuperato per opera del conte Francesco Sforza capitano
predetto, consentendovi il suo capitolo, costituì in sindaco de’Fiorentini.
il monaco don Pietro da Corneto con facoltà di vendere al Che poi le concessioni del governo di Siena a benefizio
Comune di Siena il porto, la corte e beni di Talamone, ad degli abitanti di Talamone si estendessero anco in favore
eccezione di una chiesa di S. Pietro, che dicevasi fondata di coloro che si recavano a stabilirsi familiarmente in
in luogo Capao. In conseguenza di ciò, nel 12 settembre Orbetello, dopo che quest’ultimo paese era caduto in
dell’anno stesso 1303, i reggitori della repubblica sanese, potere della loro Repubblica, lo dichiara una
stando nel palazzo abitato dalla Signoria, ricevettero il deliberazione presa nel concistoro sanese lì 27 marzo del
Mon. Amiatino con i suoi beni sotto la protezione del 1433, con la quale fu provveduto, che a bonificamento e
Comune di Siena, promettendo difendere il loro abate, e conservazione di Orbetello chiunque si fosse recato
monaci con i suoi beni e castelli dalle violenze stabilmente ad abitarlo avrebbe goduto delle franchigie
specialmente dei conti di S. Fiora. In conseguenza di ciò medesime di quelli che abitavano nel porto e Castello di
fu ordinato di segnalare mediante confini la giurisdizione Talamone, eccettuata la pensione che il Comune di Siena
di Talamone da qualunque altra corte o castello che accordava alle persone che abitavano dentro il paese di
appartenesse ai conti prenominati. – (ARCH. DIPL. Talamone. – (ARCH. DIPL. SAN. T. XXVII delle
FIOR. Carte Amiatine e ARCH. DIPL. SANESE.) Pergamene n.° 2097.)
Col secondo istrumento del 20 luglio 1310 l’abate stesso Nel 1526 per difetto di opere di difesa il Castello di
in nome dei suoi monaci, attesa l’accettazione fatta dal Talamone fu preso da una flotta Pontificia sotto gli ordini
Comune di siena del monaco Amiatino don Benedetto in dell’ammiraglio Andrea Doria. – (MALAVOLTI, Stor.
pievano di S. Maria di Talamone, rimuove il suo San. P. III. Lib. I.)
antecessore don Ildebrandino e conferma in detta pieve il E qui cade il destro ricordare una relazione fatta nel 1531
nuovo parroco, investendolo ancora dell’amministrazione alla Signoria di Siena dall’ingegnere Baldassarre Peruzzi
de’beni spettanti alla parrocchia plebana di S. Maria di incaricato di esaminare e riferire il suo parere intorno ai
Talamone. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte Amiat.) ripari da farsi in diversi luoghi della Maremma sanese.
Era già da qualche anno il porto di Talamone tornato in Nella quale relazione, rispetto alle mura del Castello di
potere de’Sanesi, quando nel giugno del 1326 vi giunsero Talamone il Peruzzi dichiarava, che dalla parte d’Affrico
da Provenza sopra 10 galere 400 soldati di cavalleria, i esse non superavano l’altezza di un braccio circa sopra
quali passarono a Firenze col duca di Calabria. – Una terra, per cui il relatore faceva sentire il bisogno di
nuova visita ebbe Talamone nel 1328 da Piero d’Aragona terminarle per essere di facile scalo verso il mare ai
allorché d’accordo con Lodovico il Bavaro investì e prese Turchi ed ai Mori “né vi andranno a finirle, diceva il
cotesto porto e castello. Peruzzi, più che canne 150 di muro”. – (GAYE,
Innanzi quel tempo però il Castello di Talamone era stato Carteggio ined. di Artisti. Vol. II.)
conquistato da alcuni nobili ribelli di Siena seguaci del Non corse però gran tempo, dacchè il paese di Talamone
partito di Arrigo VII, per cui il potestà della repubblica nel 1543 fu scalato e saccheggiato dai Turchi della flotta
sanese nel 4 novembre del 1312 ebbe a pronunziare comandata dal Barbarossa. – Vedere ORBETELLO.
sentenza di morte contro coloro che si erano impadroniti Finalmente nel 1554 il Castello col porto e distretto di
della rocca di Talamone. – (ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo Talamone, e la maggior parte de’paesi che per due secoli
dell’Assunta n.° 957.) e mezzo hanno formato lo Stato de’RR. Presidj, fu preso
da una flotta spagnuola, in nome della qual potenza, La chiesa di S. Maria a Talcione nel 1508 fu ammensata
poscia di quella di Napoli, Talamone fu presidiato fino a con i suoi beni all’arcispedale di S. Maria Nuova, il quale
che alla restaurazione del governo granducale (1814) ne conserva il giuspadronato.
Talamone con tutte le altre terre e castelli de’RR. Presidj La parrocchia di S. Maria a Talcione nel 1833 noverava
venne consegnato alla Corona granducale di Toscana. – 152 abitanti.
Vedere ORBETELLO.
La pieve arcipretura di Talamone sino dal 1310 era, come
si è indicato, sotto l’invocazione di S. Maria, ed alla TALLA nel Val d’Arno casentinese. – Villaggio già
medesima ne appella una causa insorta nel 1348, Castello con chiesa plebana (S. Niccolò) capoluogo di
all’occasione che i monaci Amiatini pretendevano il Comunità, nella Giurisdizione di Bibbiena, Diocesi e
giuspadronato della medesima: per cui con atto del 20 Compartimento di Arezzo.
maggio di detto anno essi nominarono un procuratore per Risiede sopra un poggio omonimo nel monte che
difendere le ragioni di quel monastero davanti al propagasi dalla così detta Alpe della SS. Trinità, fra il
Cardinale Pietro Bertrand vescovo di Ostia, a ciò delegato grado 29° 26’4” di longitudine ed il 43° 30’6” di
dalla S. Sede. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia latitudine, 6 miglia toscane a maestrale di Subbiano, circa
Amiat.) 13 miglia toscane nella stessa direzione da Arezzo, e
Rispetto allo stato fisico, ed alle cause più plausibili della intorno a 8 miglia toscane a ostro libeccio di Bibbiena.
malaria di Talamone e dei paesi che dal lato di terra lo Fu il Castello di Talla per qualche tempo signoria de’conti
avvicinano vedansi gli Art. MAGLIANO e Ubertini di Chitignano ai quali da alcuni genealogisti
ORBETELLO, Comunità. venne innestata per via di donne la famiglia Concini per
La parrocchia arcipretura di S. Maria Assunta a Talamone far credere che dal castel di Penna degli Ubertini di Talla
nel 1833 noverava 157 abitanti. derivasse Bartolommeo Concini, sebbene nato da un
agricoltore nel villaggio di Penna presso Terranuova. –
Vedere PENNA nel Val d’Arno superiore.
TALAMONE e PENETO nel Val d’Arno aretino. – Due Meno dubbia è la patria della nobil famiglia degli Accolti
popolazioni da lunga età riunite (S. Pietro a Talamone in di Arezzo che escì da Pontenano castelletto sopra Talla
S. Maria a Peneto) entrambe sotto la pieve maggiore di dominato in qualche modo anch’esso dai conti Ubertini, i
Arezzo, Comunità Giurisdizione Diocesi e quali sino dal secolo XII cederono una parte di diritti
Compartimento medesimo. – Vedere PENETO (S. sopra alcune chiese del piviere di Pontenano alla Badia
MARIA A). della SS. Trinità nell’Alpe superiore dentro il perimetro
territoriale di questa stessa Comunità.
Infatti un atto del 2 novembre 1319 riguarda l’immissione
TALAVERNA (VILLA DI) nella Val di Magra. – Vedere in possesso della chiesa di S. Lorenzo a Bicciano data dal
GROPPOLI in Val di Magra. prete Simone pievano di S. Paolo e Pontenano, come
esecutore a ciò costituito dall’abate del Monastero della
SS. Trinità nell’Alpe. L’atto fu rogato nella villa di
TALCIONE in Val d’Elsa. – Villaggio che ha dato il Bicciano di sopra con quelli della cura tuttora esistente di
vocabolo ad una chiesa (S. Maria a Talcione) cui fu S. Maria a Bicciano di sotto.
annesso il popolo di S. Stefano a Talcione, nella I nobili di Talla della consorteria degli Ubaldini come
Comunità Giurisdizione e due miglia toscane a levante di seguaci dell’arcivescovo Visconti all’occasione della
Poggibonsi, Diocesi di Colle, già di Siena, guerra del 1351 furono inclusi nella pace di Sarzana del
Compartimento sanese. 1353, finché nel marzo del 1383 Talla, come castello del
Risiede sopra un colle presso la villa di Strozzavolpe, contado aretino si rese alla Signoria di quella Repubblica
costà dove possedeva beni il gran conte Ugo, il quale nel dopo che Azzo di Franceschino degli Ubertini ebbe
998 assegnò alla sua Badia di S. Michele in Marturi sopra consegnato ai Dieci di Balia di guerra i suoi castelli situati
Poggibonsi due poderi posti in Talcione. – Più tardi vi nel contado di Arezzo, e che fu accettato
acquistarono giurisdizione i conti Guidi, uno de’quali nel nell’accomandigia della Repubblica.
1156 fece una permuta dei beni medesimi posti presso la
canonica di Talcione con altri di pertinenza della Badia MOVIMENTO della Popolazione del CASTELLO di
predetta. – In quanto poi alle controversie insorte fra i TALLA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie.
vescovi di Firenze e di Siena rispetto alla giurisdizione di
questa contrada vedasi l’Articolo POGGIBONSI. ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
Due istrumenti, che uno verso la fine del secolo XI (1089) maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
e l’altro sul principio del XII (1004), rogati nel castel di ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 34; totale
Talcione, danno a conoscere qualmente in quel frattempo della popolazione 201.
il distretto civile di Talcione era passato dal territorio ANNO 1745: Impuberi maschi 47; femmine 38; adulti
sanese in quello fiorentino, mentre l’istrumento del 1089 maschi 50, femmine 61; coniugati dei due sessi 98;
fu rogato nel Castello di Talcione, contado sanese, ed il ecclesiastici secolari 3; numero delle famiglie 67; totale
secondo nel territorio fiorentino. – (ARCH. DIPL. FIOR. della popolazione 297.
Carte della badia di Passign. e di S. Eugenio presso ANNO 1833: Impuberi maschi 80; femmine 72; adulti
Siena). – Vedere AGNESE (S.) in Chianti. maschi 82, femmine 78; coniugati dei due sessi 136;
ecclesiastici secolari 4; numero delle famiglie 105; totale
della popolazione 452. pedonali.
ANNO 1840: Impuberi maschi 74; femmine 71; adulti La struttura fisica dei monti del territorio in discorso
maschi 85, femmine 102; coniugati dei due sessi 158; consiste generalmente in strati di macigno alternati con lo
ecclesiastici secolari 4; numero delle famiglie 107; totale schisto marnoso (bisciajo) e più di rado col calcare
della popolazione 494. compatto (alberese). – Vedere CASTEL FOCOGNANO,
ANNO 1843: Impuberi maschi 68; femmine 54; adulti Comunità.
maschi 70, femmine 99; coniugati dei due sessi 188; I prodotti del suolo si riducono a foreste di querci, a
ecclesiastici secolari 4; numero delle famiglie 102; totale praterie naturali, ed a selve di castagni, per quanto nelle
della popolazione 478. colline inferiori e più meridionali si coltivi con qualche
industria la vite, e vi prosperino in copia le piante dei
Comunità di Talla. – Il territorio comunitativo di talla gelsi. La Comunità di Talla è stata eretta con decreto
occupa 17,620 quadrati 422 dei quali spettano a corsi Napoleonico nell’anno 1809 smembrandone il suo
d’acqua e a strade. Nel 1833 vi si trovavano 2020 territorio dall’antica Comunità di Castel Focognano.
individui a proporzione di circa 95 persone per ogni La popolazione di questa Comunità sussiste per la
miglio toscano quadrato di suolo imponibile. maggior parte dei prodotti delle selve di castagni, e delle
Dirò con i compilatori del Calendario casentinese per praterie naturali esistenti nei popoli di Capraja, di Faltona
l’anno 1839, che questa Comunità si distende per l’Alpe e di Pontenano di sopra.
di S. Trinita, per ripidi seni e per gioghi formati da monti Il paese di Talla manca di mercati settimanali e fiere
che da quella in varie direzioni si diramano. annuali. – La sua antica chiesa parrocchiale di S. Niccolò
Confina con quattro Comunità. Da primo mediante la risedeva sopra una rupe che precipita sulla destra del
giogana dell’Alpe di S. Trinita essa fronteggia dirimpetto fosso Lavanzone alla sua confluenza nel borro di Capraja.
a ponente libeccio con il territorio della Comunità di Al luogo di quella chiesa ridotta ad uso di sepolcreto
Loro, a partire dal giogo del Poggio Cappone sino al conservasi tuttavia il vocabolo di Castello. – In Talla
termine delle Capannine, dove dal lato di libeccio risiede il solo magistrato civico, mentre il suo giusdicente
sottentra il territorio de’Due Comuni distrettuali di civile è in Bibbiena, la cancelleria Comunitativa in
Laterina, col quale il territorio di Talla arriva al termine Rassina, l’uffizio di esazione del Registro in Poppi,
della Volta. Costì infatti voltando faccia da libeccio a l’ingegnere di Circondario, la Conservazione delle
scirocco il territorio di Talla trova di fronte quello delle ipoteche ed il tribunale di prima Istanza si trovano nella
Comunità di Capolona, col quale si accompagna da primo città di Arezzo.
per termini artificiali, a partire dal fosso Doccia, di poi
mediante quello della Fonte al Topo entrambi si QUADRO della Popolazione della COMUNITA’di
accompagnano nel borro di Zenna. Ivi cessa la comunità TALLA a cinque epoche diverse.
di Capolona e viene a confine l’altra di Castel Focognano,
da primo dirimpetto a levante poscia di contro a grecale - nome del luogo: Bagnena, titolo della chiesa: S. Michele
dove mediante i fossi del Martinelli e del Formenone (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno
arrivano sul torrente Salutìo, il quale rimontano per 1551 n° 338, abitanti anno 1745 n° 164, abitanti anno
mezzo miglio toscano nella direzione di levante a ponente 1833 n° 173, abitanti anno 1840 n° 178, abitanti anno
finché lo attraversano alla confluenza del fosso Bonano, 1843 n° 179
che percorrono, nella direzione di settentrione maestrale - nome del luogo: Bagno (*), titolo della chiesa: S. Maria
passato il quale entrano dal lato di levante nel borro del e S. Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo,
Corniolo, verso cui si dirigono piegando a grecale, poi a abitanti anno 1551 n° 222, abitanti anno 1745 n° 242,
maestrale, finché dopo un buon miglio toscano di salita abitanti anno 1833 n° 95, abitanti anno 1840 n° -, abitanti
trovano nell’opposto fianco il torrente Carda. Mediante anno 1843 n° -
quest’ultimo le Comunità di Talla e Castel Focognano - nome del luogo: Bicciano, titolo della chiesa: S. Maria
fronteggiano per un miglio e mezzo; quindi al nostra (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno
lascia fuori il torrente Carda per avviarsi di fronte a 1551 n° 211, abitanti anno 1745 n° 209, abitanti anno
maestro sul poggio di Pratolino, e di là voltando faccia da 1833 n° 189, abitanti anno 1840 n° 206, abitanti anno
maestrale a grecale arriva sull’Alpe di S. Trinita passando 1843 n° 190
davanti ai ruderi di questa Badia per giungere sul giogo - nome del luogo: Capraja, titolo della chiesa: S. Maria
del Poggio Cappone dove ritorna a confine il terrirorio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno
della Comunità di Loro. 1551 n° 87, abitanti anno 1745 n° 96, abitanti anno 1833
Fra le maggiori montuosità contasi quella dell’Alpe di S. n° 186, abitanti anno 1840 n° 237, abitanti anno 1843 n°
Trinita, che si alza quasi braccia 2650 sopra il livello del 222
mare Mediterraneo. - nome del luogo: Faltona, titolo della chiesa: SS.
Il Salutìo ed il Talla sono i due maggiori corsi d’acqua Lorentino e Pergentino (Pieve), diocesi cui appartiene:
che attraversano il terirorio di cotesta Comunità, Arezzo, abitanti anno 1551 n° 394, abitanti anno 1745 n°
comecchè la contrada si trovi solcata da numerosi piccoli 516, abitanti anno 1833 n° 397, abitanti anno 1840 n°
fossi, fra i quali il Capraja ed il Corda. 414, abitanti anno 1843 n° 440
Ad eccezione di un tronco di strada rotabile che per circa - nome del luogo: Pontenano di sotto, titolo della chiesa:
un miglio staccasi dalla provinciale a Rassina per entrare S. Paolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti
nel territorio comunitativo di Talla percorrendo la ripa anno 1551 n° 447 (con S. Margherita), abitanti anno 1745
destra dell’Arno, tutte le altre vie sono mulattiere e n° 189, abitanti anno 1833 n° 256, abitanti anno 1840 n°
256, abitanti anno 1843 n° 261
- nome del luogo: Pontenano di sopra, titolo della chiesa:
S. Margherita (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, TARTAGLIA nella Val di Tora. – Casale che ebbe chiesa
abitanti anno 1551 n° 447 (con S. Paolo), abitanti anno parrocchiale (S. Crisitina) dove fu traslocata la pieve di
1745 n° 257, abitanti anno 1833 n° 272, abitanti anno Gello Mattaccino, (S. Martino in Colline) innanzi che essa
1840 n° 319, abitanti anno 1843 n° 331 fosse unita alla cura di S. Ermo a S. Eremete, nella
- nome del luogo: TALLA a annessi, titolo della chiesa: S. Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a ostro di
Niccolò (Prepositura), diocesi cui appartiene: Arezzo, Lari, Diocesi di San Miniato, già di Lucca,
abitanti anno 1551 n° 201, abitanti anno 1745 n° 297, Compartimento di Pisa. – Vedere GELLO
abitanti anno 1833 n° 452, abitanti anno 1840 n° 494, MATTACCINO.
abitanti anno 1843 n° 478
- Totale abitanti anno 1551: n° 1900 TARTIGLIA nel Val d’Arno casentinese. Casale con
- Totale abitanti anno 1745: n° 1970 chiesa parrocchiale (S. Jacopo), cui fu annessa la cura di
- Totale abitanti anno 1833: n° 2020 S. Bartolommeo a Stratepegnoli, nel pievanato di
Romena, Comunità Giurisdizione e circa due miglia
Annessi provenienti da Parrocchie delle Comunità toscane a libeccio di Prato Vecchio, Diocesi di Fiesole,
limitrofe Compartimento di Arezzo.
Risiede sul fianco orientale del monte della Consuma fra
- anno 1840: abitanti n° 116 le sorgenti del fosso Rio e la strada provinciale
- anno 1843: abitanti n° 2216 Casentinese.
Quando nel 1779 fu unito al parroco di Tartiglia il
- TOTALE abitanti anno 1840: n° 2220 soppresso popolo di Strapetegnoli, una porzione del
- TOTALE abitanti anno 1843: n° 2216 medesimo toccò ai parrochi di Sala e di Poppiena.
La parrocchia di S. Jacopo a Tartiglia nel 1833 contava
N.B. La parrocchia di Bagno segnata con l’asterisco (*) 215 abitanti.
nelle ultime due epoche apparteneva ad altra Comunità
TEREGLIO nella Valle del Serchio. – Villaggio con TERENZANO, o TERRENZANO NELLE AMSSE DI
chiesa parrocchiale (S. Maria Assunta) già filiale della CITTA’. – Vedere TERRENZANO.
pieve de’Monti, di Villa nella Comunità Giurisdizione e
quasi tre miglia toscane a scirocco di coreglia, Diocesie
Ducato di Lucca. TERENZANO in Val di Cecina. – Casale distrutto che
Risiede in poggio sul fianco occidentale del monte diede il titolo ad una chiesa nel piviere di Gabbreto, ora di
Fegatesi alla destra del torrente Fegona lungo la strada Monte Catini in Val di Cecina, Comunità medesima,
ducale aperta sullo sprone meridionale dell’Appennino di Giurisdizione e Diocesi di Volterra, Compartimento di
Rondinaja. – Il Reverendissimo Padre Michele Bestini Firenze.
nelle osservazioni trigonometriche fatte nel Ducato di A Terenzano nei secoli Medicei fu eretto un edifizio dai
Lucca trovò la sommità del campanile di Tereglio a primi Granduchi di Toscana per lavorare la miniera di
1025.3 braccia lucchesi sopra il livello del mare. rame che cercatasi nelle viscere de’poggi di Monte Catini.
In questa occasione rettificherò un equivoco di parole
occorso a pagina 874 del Vol. II di quest’Opera dove
dissi, che le braccia lucchesi stanno alle braccia fiorentine TERENZO (S.) AL MARE. – Vedere SAN TERENZO
come 10.000 a 10.117 invece di dire, che le bracchia AL MARE.
fiorentine stanno alle lucchesi come 10.000 a 10.117.
Il popolo di Tereglio nel secolo XII continuava a far parte
della pieve de’Monti di Villa, commecché innanzi il mille TERENZO (S.) DE’MONTI. – Vedere SAN TERENZO
fosse soggetto alla pieve distrutta di S. Stefano a Bargi. – DE’MONTI in Val di Magra.
Vedere MONTI DI VILLA E VILLA TERENZANA.
Il popolo di S. Maria a Tereglio nel 1832 ascendeva a 653
individui. TERENZO (POGGIO SAN). –Vedere POGGIO SAN
TERENZO nella Garfagnana.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’DI Altronde dalla parrocchia di Cerreto contrassegnata con
TERRA DEL SOLE a cinque epoche diverse. l’asterisco (*) nelle ultime tre epoche escivano
- nome del luogo: Bagnolo, titolo della chiesa: S. - anno 1833: abitanti n° 84
Tommaso (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti - anno 1840: abitanti n° 80
anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 135, abitanti anno - anno 1843: abitanti n° 88
1833 n° 217, abitanti anno 1840 n° 172, abitanti anno
1843 n° 174 - RESTANO abitanti anno 1833: n° 3309
- nome del luogo: Castro Caro, titolo della chiesa: SS. - RESTANO abitanti anno 1840: n° 3507
Niccolò e Francesco (Pieve), diocesi cui appartiene: Forlì, - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3543
abitanti anno 1551 n° 1073, abitanti anno 1745 n° 808,
abitanti anno 1833 n° 1499, abitanti anno 1840 n° 1640,
abitanti anno 1843 n° 1621 TERRAFINO nel Val d’Arno inferiore. – Vedere AD
- nome del luogo: Cerreto in Salutare (*), titolo della FINES, ed EMPOLI Comunità.
chiesa: S. Pietro in Vinculis (Cura), diocesi cui appartiene:
Forlì, abitanti anno 1551 n° 178, abitanti anno 1745 n°
234, abitanti anno 1833 n° 248, abitanti anno 1840 n° TERRAJO nel Val d’Arno superiore. – Casale, già
275, abitanti anno 1843 n° 297 castello, la cui chiesa parrocchiale (S. Niccolò) dell’antico
- nome del luogo: Converselle, titolo della chiesa: SS. piviere di Gropina era nella Comunità Giurisdizione e
Jacopo e Cristofano (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, circa due miglia toscane a scirocco di Terranuova,
abitanti anno 1551 n° 347, abitanti anno 1745 n° 129, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
abitanti anno 1833 n° 166, abitanti anno 1840 n° 151, Trovavasi presso la riva destra dell’Arno sopra una
abitanti anno 1843 n° 144 piaggia di sabbione, dove fu un piccolo fortilizio de’CC.
- nome del luogo: Gualdo, titolo della chiesa: S. Antonio Guidi, ai quali lo tolsero nel 1293 i Fiorentini con altre
Abate (Cura), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti possessioni che que’signori tenevano nel Val d’Arno
anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 79, abitanti anno superiore. – Vedere LORO, e VIESCA.
1833 n° 96, abitanti anno 1840 n° 114, abitanti anno 1843 Esistono memorie delo castelletto di Terrajo in un
n° 112 istrumento scritto a Loro nel luglio dell’anno 1065
- nome del luogo: TERRA DEL SOLE, titolo della chiesa: appartenuto alla badia di S. Trinità dell’Alpe.
S. Reparata (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: La parrocchia di S. Niccolò al Terrajo che nel 1833
Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 170, contava 91 abitanti fu soppressa.
abitanti anno 1833 n° 654, abitanti anno 1840 n° 730,
abitanti anno 1843 n° 726
- nome del luogo: (ERRATA: Visano) Virano, titolo della TERRANUOVA, o TERRA NUOVA, già CASTEL S.
chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, MARIA nel Val d’Arno superiore. – Cotesta Terra non più
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 76, abitanti antica del 1337 fu in origine designata sotto il vocabolo di
anno 1833 n° 109, abitanti anno 1840 n° 138, abitanti Castel Santa Maria, titolo della sua antica chiesa
anno 1843 n° 144 parrocchiale cui più tardi venne annessa la cura di S.
- nome del luogo: Volpinara, titolo della chiesa: S. Niccolò a Ganghereto. – È Terra Nuova capoluogo di
Giovanni Battista (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, Comunità e Giurisdizione nella Diocesi e Compartimento
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 57, abitanti di Arezzo.
anno 1833 n° 46, abitanti anno 1840 n° 77, abitanti anno Risiede essa alle falde meridionali dei colli che servono di
1843 n° 61 base al monte di Pratomagno circa braccia 220 sopra il
- nome del luogo: Zola, titolo della chiesa: S. Maria livello del mare, lungo la ripa destra del torrente
(Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 Cioffenna nel gr. 43° 33’5’’latitudine e nel 29°
n° 512, abitanti anno 1745 n° 264, abitanti anno 1833 n° 14’6’’longitudine, quasi quattro miglia toscane a levante
269, abitanti anno 1840 n° 203, abitanti anno 1843 n° 270 di San Giovanni, due a settentrione di Montevarchi, 4
miglia toscane a ostro libeccio di Loro, 6 a scirocco di
- Totale abitanti anno 1551: n° 2110 Castel Freanco di sopra, e intorno a 18 miglia toscane a
- Totale abitanti anno 1745: n° 1952 maestrale d i Arezzo.
Che Terra Nuova nel secolo in cui fu edificata si
Annessi provenienti nelle ultime tre epoche da tre appellasse Castel di S. Maria di Ganghereto, non ne lascia
parrocchie poste nello Stato Pontificio alcun dubbio una scrittura del dì 9 febbrajo 1366, con la
quale l’abate di S. Trinità dell’Alpe, alla presenza di varj
- anno 1833: abitanti n° 89 rettori dipendenti da quella Badia, accordò facoltà al
- anno 1840: abitanti n° 87 priore di S. Giorgio (ora S. Francesco) a Ganghereto di
- anno 1843: abitanti n° 82 alienare due pezzi di terra posti nel distretto di Castel S.
Maria di Ganghereto, situati uno nel piano di Cioffenna,
l’altro nella contrada del Pozzo. – Vedere generazioni ereditario nella famiglia del Poggio. –
GANGHERETO. (Vedere G.SHEPHERD, Vita di Poggio Bracciolini
Dalla distruzione del Castello di Ganghereto dominato tradotta dall’avvocato Tommaso Tonelli.)
dagli Ubertini e demolito nel 1271 per ordine della Il famoso Coluccio Salutati in una lettera a Pietro Turco
Repubblica Fiorentina, sorse mezzo miglio al suo libeccio esistente nella bibloteca Riccardiana, e riportata in
in forma assai regolare il Castello di S. Maria di appendice dal ch. traduttore della vita di poggio
Ganghereto, appellato in seguito Terra Nuova. Il primo Bracciolini testè rammentato, ci scuopre uno zio del
decreto della Signoria di Firenze per la sua costruzione Poggio in un altro nataro, quale fu ser Michele Ronghi di
porta la data del gennajo 1299, allorquando fu deliberato Terra Nuova. Inoltre il Bracciolini stesso dichiarò terra
quanto appresso: Tres Terrae fiant in partibus vallis Arni, Nuova sua patria in una epistola scritta da Roma, e
duo in planitie de Casa Ubertini (cioè, Castel Franco e riportata nel Vol. I delle Memorie dell’Accademia
Terra Nuova) alia juxta burgum Plani Alberti (San Valdarnese, che si appella di Poggio per onorare la
Giovanni) pro honore et jurisditione Com. Florentiae memoria del Bracciolini, il quale in una sua villa di Terra
amplianda, etc. Nuova, ebbe in animo di stabilire alcune conversazioni
Ma il Castello nel piano di casa Ubertini non ebbe il suo letterarie, e di terminare costà i suoi dì. – Arroge che a
principio innanzi il 1337, ed allora la Repubblica, per confessione di Poggio stesso, era sua volontà nella prima
chiamarvi tutti gli uomini delle villate e castella vicine, metà del secolo XV di adornare di statue e di altri
accordò loro alcune franchigie onde levare quei vassalli monumenti marmorei, medaglie e camei il resedio che
per l’affatto di sotto alla prepotenza e giurisdizione dei teneva presso Terra Nuova, dove nei tempi estivi non di
conti Guidi, e degli Ubertini, che sino dal 1310 rado soleva egli recarsi da Roma invitandovi qualche
supplicarono la Signoria di Firenze a volerli liberare dalle chiaro ingegno della sua età.
vessazioni dei loro tirannetti, starebbe a confermare Nel mentre il Poggio a tale scopo di utile riposo destinava
qualmente quei signorotti non avevano abbandonato il la sua villa dei contorni di Terra Nuova, o piuttosto di San
brutto mestiere, rimproverato loro dall’Alighieri, di fare Giovanni presso Monte Carlo, quando i frati
cioè alle genti ed alle strade orribil guerra. dell’Osservanza innalzavano costà un loro convento, in
Alla pianta della Terra Nuova sembra che servissero di quel mentre egli riceveva dai Fiorentini, una
modello altri paesi costruiti in quel tempo per ordine della testimonianza di favore e di stima, tostochè con pubblico
Repubblica Fiorentina, nello stesso Valdarno, come San decreto la Signoria ordinò di esentare il Poggio ed i suoi
Giovanni e Castel Franco di Sopra, poscia nelle Valli di figli da ogni pubblica gravezza.
Sieve e del Santerno, come, la Scarperia e Firenzuola, le Ciò starebbe a dimostrare che quella riformagione fosse
quali tutte presentano un giro di mura torrite rettangolare posteriore al nobile matrimonio che il Bracciolini
con quattro porte poste alla metà de’quattro lati con strade contrasse sul finire dell’anno 1435, quando egli
interne rettilinee e parallele aventi in mezzo una piazza. s’impalmò ad una figlia di Ghino di Manente
I varj provvedimenti dati dalla Repubblica per de’Buondelmonti di Firenze.
edificazione di Terra Nuova, si estesero dal 1337 fino al La chiesa parrocchiale di S. Maria a Terra Nuova fu eretta
1348; fra i quali fuvvi questo, che la terra di S. Maria in arcipretura con decreto vescovile del 7 maggio 1737, e
fosse lunga braccia 470, e che avesse di larghezza braccia con altro decreto del 30 gennajo 1790 venne aggregata
246 con altre particolarità ivi indicate. alla cura medesima la prioria di S. Niccolò a Ganghereto.
La chiesa arcipretura esiste nella piazza di mezzo, benché L’altra prioria di S. Biagio ai Mori in Terra Nuova fu
dentro la Terra sieno altre quattro chiese parrocchiali, eretta in prepositura all’occasione medesima dell’erezione
comecchè il loro popolo abiti alla campagna. – Vi si trova in arcipretura della cura di Terra Nuova. – Le altre tre
pure un monastero di Benedettine (SS. Annunziata) con chiese parrocchiali, situate dentro le mura di Terra Nuova,
educande in convitto, aventi l’obbligo quelle centrali di ma che hanno la popolazione nella campagna, sono, io
istruire gratuitamente le fanciulle del paese, mentre credo, quelle di Penna, Pernina e Tasso.
rispetto ai maschi vi provvede la Comunità stessa
mediante un buon maestro di letteratura italiana e latina. MOVIMENTO della Popolazione di TERRA NUOVA a
Ma il maggior lustro che a Terra Nuova derivò, è quello cinque epoche diverse, divisa per famiglie, compreso il
di esser patria di Poggio Bracciolini, dove pare che popolo di S. Biagio.
venisse a stabilirsi Guccio di lui padre disceso nel Castel
S. Maria dall’alpestre rocca di Lanciolina sopra Loro; e fu ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
probabilmente in Terra Nuova dove nel febbrajo del maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
1380 nacque quel segretario della Repubblica Fiorentina. ecclesiastici secolari -; numero delle famiglie 764; totale
– Dissi probabilmente, tostochè altri attribuirono cotanto della popolazione 1308.
onore al villaggio stesso di Lanciolina. ANNO 1745: Impuberi maschi 134; femmine 95; adulti
Agli Articolo CASTIGLION UBERTINI, e CINCELLI fu maschi 143, femmine 179; coniugati dei due sessi 230;
accennata una scrittura matrimoniale rogata nel 1338 ecclesiastici secolari 10; numero delle famiglie 173; totale
nella villa di Cincelli da ser Nuccio (forse Guccio) di ser della popolazione 791.
Poggio nativo di Castiglion Ubertini. ANNO 1833: Impuberi maschi 148; femmine 173; adulti
Se questo ser Nuccio, o ser Guccio, nato da un altro ser maschi 176, femmine 177; coniugati dei due sessi 402;
Poggio fu l’avo del nostro Bracciolini, il quale nacque da ecclesiastici secolari 8; numero delle famiglie 206; totale
ser Guccio di Poggio di Guccio, bisognerebbe dire col della popolazione 1084.
Recanati, che l’uffizio del notaro fosse stato per alcune ANNO 1840: Impuberi maschi 199; femmine 187; adulti
maschi 222, femmine 184; coniugati dei due sessi 464; scendono da Pratomagno, il secondo per sboccare in
ecclesiastici secolari 9; numero delle famiglie 231; totale Arno poco sotto il Ponte al Romito, l’altro per entrarvi
della popolazione 1265. passato di un miglio il capoluogo di Terra Nuova. –
ANNO 1843: Impuberi maschi 206; femmine 198; adulti Vedere AGNA nel Val d’arno superiore, e CIOFFENNA.
maschi 226, femmine 193; coniugati dei due sessi 426; Molte strade rotabili passano per questo territorio, la
ecclesiastici secolari 10; numero delle famiglie 231; totale prima delle quali è la Valdarnese, ossia la provinciale
della popolazione 1259. de’Sette Ponti; la seconda è quella che, passato l’Arno
davanti al Giglio, staccasi dalla postale aretina per
Comunità di Terra Nuova. – Il territorio di questa attraversare alla barca sull’Arno e nella opposta ripa
Comunità occupa una superficie di quadrati 21002, dei rimontare la destra del Cioffenna, o Gioffenna, prima di
quali 614 curca spettano a corsi d’acqua ed a pubbliche entrare dopo uno scarso miglio circa in Terra Nuova, e
strade. costà diramarsi per Loro e Gangherereto.
Nel 1833 vi abitavano 6250 individui, in proporzione Non vi sono monti dentro la Comunità, ma piagge e
circa 238 persone per ogni miglio toscano quadrato di colline; sulle quali percorre la strada provinciale
suolo imponibile. Valdarnese, tracciata lungo gli altipiani che portano il
Confina con sette Comunità. Di contro a ostro mediante il vocabolo di Pian tra Vigne, Pian di Mezzo, Pian di
corso dell’Arno ha di fronte, da primo la Comunità di Radice, o delle Ville, Pian di Scò, ecc.
Montevarchi, a partire dallo sbocco in Arno della via È in mezzo a coteste piagge coperte di sabbione,
pedonale delle Corniole finché trova quella riva opposta denominate nel paese sansino, è costà dove sogliono
del fiume lo sbocco del fosso del Quercio. Costì sottentra trovarsi sepolti grandi quadrupedi del genere elefanti,
a confine la Comunità di San Giovanni, con la quale la mastodonti, ippopotami con altri mammiferi di specie
nostra fronteggia dirimpetto a libeccio mediante il corso perdute, talchè non vi è naturalista che non visiti nel Val
dell’Arno fino al di sotto della foce in esso del torrente d’Arno superiore il territorio di Faella nella Comunità di
Cioffenna; di là dal quale entrambi i territorj lasciano Castel Franco e quelli di Ganghereto e del Tasso nel
fuori l’Arno e voltando direzione da libeccio a maestrale distretto di Terra Nuova, e pochi di loro ritornano di là
entrano e tosto attraversano il borro delle Ville, senza aver scoperto e acquistato qualche frammento di
percorrendo per breve tratto la strada rotabile della quei carcami. – Vedere gli Articolo FAELLA e
Badiola, lungo la quale arrivano nel borro di Riofi presso GANGHERETO.
la confluenza in esso del fosso di Castelfranco, il quale Da Terra Nuova, o piuttosto dal vicino villaggio di Penna
ultimo rimontano fino allo sbocco in esso del borro trasse origine Bartolomeo Concini, che dall’oscurità della
Renacciolo. Costì viene a confine la Comunità di Castel capanna passò a figurare fra gli splendori della reggia di
Franco di Sopra, con la quale l’altra di Terra Nuova Cosimo I, del qual sovrano seppe cattivarsi il favore, in
fronteggia innanzi tutto dirimpetto a ponente, poi a guisa che egli ebbe la vanagloria di fondare la nobiltà
maestrale mediante il borro di Certignano che insieme nella sua famiglia, e di fare promuovere il di lui fratello
rimontano nella direzione di levante fino al ponte di Matteo, parroco delle Ville (Pian tra Vigne) alla sede
Certignano sulla strada provinciale de’Sette Ponti. A vescovile di Cortona.
cotesto punto sottentra il territorio comunitativo di Loro, Morì in Terra Nuova nel 1761, sebbene nativo di Livorno,
col quale il nostro di Terra Nuova voltando faccia a Domenico Sforazzini, maestro di belle lettere, ed in
grecale percorre lungo la strada provinciale predetta, dalla archeologia storica riguardante il Val d’Arno superiore
quale si ritira presso la ripa destra del Cioffenna per poi non poco versato. Una parte di lui MSS. conservansi nella
attraversare cotest’ultimo corso d’acqua, circa mezzo biblioteca del Seminario fiorentino fra quelli raccolti del
miglio, toscano al di sotto di Loro, quindi ritornare sulla pievano Dell’Ogna rettore dello stesso Seminario.
strada provinciale medesima che continua a percorrere di Ma il letterato che offusca tutti i precedenti fu Poggio di
conserva con la Comunità di Loro fino al borro di Guccio Bracciolini, del quale si è già discorso in questo
Lorenaccio. ed in qualche altro articolo della presente opera.
Costì cambiando direzione da scirocco a ostro il territorio La Comunità mantiene un maestro di belle lettere, un
della Comunità di Terra Nuova trova dirimpetto a levante medico e un medico chirurgo.
quello de’due Comuni distrettuali di Laterina, ossia di Vi sono due fiere annuali, nel primo lunedì dopo la
Castiglion Fibocchi, col quale il nostro costeggia seconda domenica di giugno, e in quello dopo la quarta
mediante il borro predetto e quello di Loreno, che presto domenica di settembre.
attraversa per dirigersi verso ponente sulle piagge di Risiede in Terra Nuova un potestà di terza classe, che nel
Vitereta, dove trapassa il torrente Agna, finché giunto al civile estende la sua giurisdizione anche sopra i popoli
cosiddetto Poggiolo trova il territorio della Comunità di della comunità di Loro e della soppressa potesteria di
Castiglion Ubertini. Con quest’ultima l’altra di Terra Castel Franco di Sopra, sottoposto per la parte politica e
Nuova dirigendosi verso maestrale passa per varj pel criminale al Vicario Regio di San Giovanni, dove
borriciattoli fino sotto al così detta Faggeta, di là dalla sono l’ingegnere di Circondario ed il cancelliere
quale volta faccia da scirocco a libeccio e arriva sulla Comunitativo. – L’uffizio di esazione del Registro è in
strada pedonale delle Corniole, mercé cui riscende Montevarchi; la conservazione delle Ipoteche e il
nell’Arno di fronte alla Comunità di Montevarchi. tribunale di prima Istanza sono in Arezzo.
Fra i corsi maggiori d’acqua che lambiscono o che
attraversano il territorio di questa Comunità, dopo l’Arno, QUADRO della Popolazione della COMUNITA’DI
contansi i torrenti Cioffegna e l’Agna, entrambi i quali TERRA NUOVA a cinque epoche diverse.
Filippo (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti
- nome del luogo: Campogialli, titolo della chiesa: S. anno 1551 n° 175, abitanti anno 1745 n° 296, abitanti
Agata (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1833 n° 421, abitanti anno 1840 n° 392, abitanti
anno 1551 n° 220, abitanti anno 1745 n° 304, abitanti anno 1843 n° 503
anno 1833 n° 418, abitanti anno 1840 n° 446, abitanti - nome del luogo: Terrajo (*), titolo della chiesa: S.
anno 1843 n° 504 Niccolò (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
- nome del luogo: Cicogna (*), titolo della chiesa: S. abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 77, abitanti
Lucia (Prepositura), diocesi cui appartiene: Arezzo, anno 1833 n° 91, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno
abitanti anno 1551 n° 149, abitanti anno 1745 n° 266, 1843 n° -
abitanti anno 1833 n° 323, abitanti anno 1840 n° 365, - nome del luogo: TERRA NUOVA, titolo della chiesa: S.
abitanti anno 1843 n° 390 Maria (Arcipretura) con l’annesso di S. Niccolò di
- nome del luogo: Ganghereto, titolo della chiesa: SS. Ganghereto, diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno
Giorgio e Francesco (Rettoria), diocesi cui appartiene: 1551 n° 1041, abitanti anno 1745 n° 505, abitanti anno
Arezzo, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 1833 n° 562, abitanti anno 1840 n° 701, abitanti anno
114, abitanti anno 1833 n° 149, abitanti anno 1840 n° 1843 n° 735
159, abitanti anno 1843 n° 162 - nome del luogo: TERRA NUOVA, titolo della chiesa: S.
- nome del luogo: Montalto (*), titolo della chiesa: S. Biagio ai Mori (Prepositura), diocesi cui appartiene:
Margherita (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, Arezzo, abitanti anno 1551 n° 723, abitanti anno 1745 n°
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 134, 286, abitanti anno 1833 n° 522, abitanti anno 1840 n°
abitanti anno 1833 n° 161, abitanti anno 1840 n° 174, 564, abitanti anno 1843 n° 524
abitanti anno 1843 n° 192 - nome del luogo: Trajana (*), titolo della chiesa: SS.
- nome del luogo: Monte Lungo (*), titolo della chiesa: S. Fabiano e Sebastiano (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti Arezzo, abitanti anno 1551 n° 163, abitanti anno 1745 n°
anno 1551 n° 386, abitanti anno 1745 n° 218, abitanti 160, abitanti anno 1833 n° 236, abitanti anno 1840 n°
anno 1833 n° 328, abitanti anno 1840 n° 309, abitanti 276, abitanti anno 1843 n° 325
anno 1843 n° 341 - nome del luogo: Treggiaja, titolo della chiesa: S. Pietro
- nome del luogo: Monte Marciano, titolo della chiesa: in S. Benedetto (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
SS. Lucia e Apollinare (Pieve), diocesi cui appartiene: abitanti anno 1551 n° 105, abitanti anno 1745 n° 124,
Arezzo, abitanti anno 1551 n° 205, abitanti anno 1745 n° abitanti anno 1833 n° 153, abitanti anno 1840 n° 152,
335, abitanti anno 1833 n° 463, abitanti anno 1840 n° abitanti anno 1843 n° 148
460, abitanti anno 1843 n° 439
- nome del luogo: Penna (Villaggio), titolo della chiesa: S. - Totale abitanti anno 1551: n° 4103
Croce (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti - Totale abitanti anno 1745: n° 4268
anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 236, abitanti anno - Totale abitanti anno 1833: n° 6250
1833 n° 377, abitanti anno 1840 n° 395, abitanti anno
1843 n° 402 (1) La parrocchia di S. Niccolò al Terrajo cinque anni
- nome del luogo: Pernina, titolo della chiesa: S. Maria addietro fu soppressa. Nelle ultime due epoche entravano
(Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno in questa Comunità
1551 n° 215, abitanti anno 1745 n° 202, abitanti anno
1833 n° 340, abitanti anno 1840 n° 338, abitanti anno - anno 1840: abitanti n° 219
1843 n° 355 - anno 1843: abitanti n° 286
- nome del luogo: Persignano (*), titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, - totale abitanti anno 1840: n° 6476
abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 214, - totale abitanti anno 1843: n° 6781
abitanti anno 1833 n° 365, abitanti anno 1840 n° 423,
abitanti anno 1843 n° 442 Altronde nelle stesse due epoche escivano da questa
- nome del luogo: Pian di Radice o alle Ville, titolo della Comunità alcune frazioni delle parrocchie contrassegnate
chiesa: S. Michele (Prioria), diocesi cui appartiene: con l’asterisco (*)
Arezzo, abitanti anno 1551 n° 135, abitanti anno 1745 n°
265, abitanti anno 1833 n° 363, abitanti anno 1840 n° - anno 1840: abitanti n° 218
362, abitanti anno 1843 n° 349 - anno 1843: abitanti n° 458
- nome del luogo: Pian tra Vigne (*), titolo della chiesa:
S. Lorenzo (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, - RESTANO abitanti anno 1840: n° 6258
abitanti anno 1551 n° 197, abitanti anno 1745 n° 229, - RESTANO abitanti anno 1843: n° 6323
abitanti anno 1833 n° 292, abitanti anno 1840 n° 340,
abitanti anno 1843 n° 312
- nome del luogo: Pozzo, titolo della chiesa: S. TERRAROSSA, TERRA ROSSA in val di Magra. –
Bartolommeo (Prioria), diocesi cui appartiene: Arezzo, Castello con borgo e chiesa parrocchiale (S. Giovanni
abitanti anno 1551 n° 285, abitanti anno 1745 n° 303, Battista) capoluogo di Comunità nella Giurisdizione di
abitanti anno 1833 n° 310, abitanti anno 1840 n° 401, Bagnone, Diocesi di Pontremoli, già Luni Sarzana,
abitanti anno 1843 n° 372 Compartimento di Pisa.
- nome del luogo: Tasso, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Il borgo di Terra Rossa, attraversato dalla strada
provinciale Pontremolese, trovasi sopra un'alta ripa che ha maschi 128, femmine 129; coniugati dei due sessi 31;
alla sua destra sull’ingresso orientale una rocca a guisa di ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 55;
torrione, ed il torrente Civiglia, a ostro il Tavarone, e dal totale della popolazione 388.
lato di ponente il fiume Magra, nel quale entrambi ANNO 1833: Impuberi maschi 30; femmine 38; adulti
confluiscono. maschi 80, femmine 96; coniugati dei due sessi 160;
Risiede Terra Rossa sotto il grado 44° 14’3” latitudine e ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 74;
27° 37’4” longitudine, quasi 6 miglia toscane a libeccio di totale della popolazione 407.
Bagnone, miglia toscane 1 e 1/2 a settentrione di Aulla e ANNO 1840: Impuberi maschi 60; femmine 64; adulti
circa 11 da Sarzana nella stessa direzione; 4 a ostrale di maschi 73, femmine 87; coniugati dei due sessi 168;
Villafranca e 13 miglia toscane a scirocco di Pontremoli. ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 76;
Fu Terra Rossa feudo de’marchesi Malaspina di totale della popolazione 455.
Villafranca pervenuto nel 1460 mediante un atto di divise ANNO 1843: Impuberi maschi 150; femmine 43; adulti
nella linea de’marchesi di Bastia, di Lucciana, di Suvero, maschi 96, femmine 101; coniugati dei due sessi 160;
di Terra Rossa ecc. derivata dal marchese Giovanni ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 78;
Spinetta II nel March. Fioramonte, uno de’figli suoi, il totale della popolazione 449.
quale continuò la branca de’marchesi di Bastia e Terra
Rossa. Da questo Fioramonte nacque il marchese Comunità di Terrarossa. – Il territorio di questa Comunità
Fabbrizio, il quale per atto pubblico del 24 settembre dopo l’attivazione dell’attuale catasto (1833) occupa una
1599 fu ricevuto in accomandaglia perpetua dal Granduca superficie di quadrati 5798, dei quali 555 spettano a corsi
Ferdinando I, pei feudi di Bastie e di Terra Rossa con i d’acqua ed a strade.
respettivi distretti. Più tardi per contratto del 24 gennajo Vi si trovava nell’anno medesimo una popolazione di
1617 (stile fiorentino) stipulato a nome del Granduca 1731 abitanti a proporzione di circa 265 individui per
Cosimo II, lo stesso marchese vendé alla Corona di ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Toscana rappresentata da Niccolò dell’Antella per scudi Il suo territorio è attraversato da settentrione a ostro dal
24000 il feudo di Terra Rossa unitamente ai beni allodiali fiume Magra. La porzione situata alla sinistra del fiume,
in esso incorporati, cioè scudi 12000 per le ragioni e beni dov’è il capoluogo, fronteggia a scirocco mediante il
feudali, e altrettanta somma per i beni allodiali. In seguito torrente Tavarone, poscia per termini artificiali dirimpetto
a tale acquisto gli abitanti di Terra Rossa prestarono a ostro e levante, con l’exfeudo di Aulla del Ducato di
giuramento di fedeltà al nuovo loro sovrano, il quale con Modena, e dal lato di grecale oltrepassato il torrente
rescritto del 6 giugno 1618 confermò ai medesimi lo predetto si tocca con l’exfeudo di Licciana parimente del
statuto parziale di cotesta Comunità. Ducato di Modena, con il quale territorio l’altro di
In seguito il Granduca Ferdinando II con diploma del 21 Terrarossa dirigesi nel torrente Civiglia che entrambi
dicembre 1628 eresse in feudo granducale Terrarossa col rimontano di conserva per circa un miglio toscano di
Borgonuovo concedendolo con le ragioni ad esso spettanti tragitto nella direzione di libeccio a grecale.
a Manfredi de’marchesi Malaspina di Filattiera ed ai suoi Mediante il già rammentato torrente Civiglia dopo
figli e discendenti maschi, finché per morte dell’ultimo lasciata fuori la Comunità di Licciana il territorio della
Marchese Manfredi Malaspina (anno 1786) il feudo di Comunità di Terra Rossa trova dirimpetto a grecale quello
Terra Nuova tornò alla Corona granducale, e ne fu preso comunitativo di Bagnone del Granducato, finché
possesso in nome di S. A. R. con istrumento del 18 attraversato il torrente stesso, salendo per termini
gennajo successivo. – (ARCH. DELLE RIFORMAGI ONI artificiali i poggi verso maestrale entra nel canale
DI FIR.) – Vedere l ’Articolo FILATTIERA. Serlasco dove incontra a maestrale l’exfeudo di
Dieci anni innanzi mediante un regolamento parziale del Villafranca del Ducato di Modena.
24 febbrajo 1777 il Granduca Leopoldo I prescrisse i Con questo riscende sul fiume Magra, alla destra del
confini territoriali della Comunità di Terrarossa nei limiti quale ritrova per un breve tragitto presso la ripa del fiume
della giurisdizione feudale ristretti alla parrocchia di S. il distretto parrocchiale, di Lusuolo spettante alla
Giovanni Battista di detto luogo, circoscritti nell’ultimo Comunità di Bagnone, poscia continuando il corso della
tronco del torrente Tavarone, e per il corso di circa un Magra si tocca dal lato medesimo con il territorio
miglio toscano dal fiume Magra. Finalmente dell’exfeudo Estense di Tresana fronteggia per circa un
all’attivazione del nuovo catasto (anno 1833) fu aggiunta miglio fino alla confluenza del torrente Peneto. Passato il
alla Comunità medesima la sezione dalla parrocchia di qual punto volta faccia da ponente a ostro per dirigersi
Riccò situata Oltre Magra con le loro villate, mentre dal dirimpetto all’exfeudo di Giovagallo sul torrente
lato sinistro dello stesso fiume furono aggregate alla Cisalogna che serve di confine nella direzione di libeccio
Comunità di Terrarossa le parrocchie di Fornoli e di a levante grecale alla Comunità di Terra Rossa e a quella
Merizzo appartenute fino ad allora a quella di Bagnone. – dell’exfeudo di Pomezana fino al suo sbocco in Magra, il
Vedere gli Articoli FORNOLI, MERIZZO E RICCO’DI cui corso rasenta dal lato sinistro per arrivare alla
TERRAROSSA. confluenza del Tavarone dove ritrova il territorio
comunitativo di Aulla del Ducato di Modena.
MOVIMENTO della Popolazionedella PARROCCHIA DI Rispetto all’indole del suolo, ai prodotto agrarj, ed alle pie
TERRAROSSA a quattro epoche diverse, divisa per istituzioni di questa Comunità veggasi quello che fu detto
famiglie. all’Articolo BAGNONE, Comunità, ed il Calendario
Lunese per l’anno 1833, dove meritamente furono
ANNO 1745: Impuberi maschi 45; femmine 52; adulti rammentati con lode i benefizi resi alla sua patria
dall’ottimo avvocato Tocchi. circa miglio toscano uno e mezzo a ostro di Uzzano,
Brevi, ma rovinosi corsi d’acqua bagnano il suo territorio, Giurisdizione e Diocesi di Pescia, Compartimento di
tali sono la Magra e il Tavarone per tralasciare di Firenze.
rammentate i torrenti minori, tutti privi di ponti. È una parrocchia di non vecchia data eretta sul bivio della
Non vi sono in questa Comunità monti, ma solo colline e strada regia Lucchese con quella antica di
pendici di poggi, con una sola strada rotabile, la Squarciabocconi, dalla quale si stacca la comunitativa
Pontremolese, attraversante il suo capoluogo. rotabile di Monte Carlo. – Vedere UZZANO, Comunità.
Attualmente la Comunità di Terra Rossa componevasi di La parrocchia di S. Lucia a Terra Rossa nel 1833
quattro popoli, tre dei quali contrassegnati nel sottoposto noverava 549 abitanti.
Quadro con un asterisco (*) furono staccati nel 1833 dalla
Comunità di Bagnone.
Vi si pratica una fiera annuale nel giorno 26 giugno TERRA WALDA, o GUALDA nel Val d’Arno pisano. –
consistente specialmente in bestiame vaccino. All’Articolo GUALDA (PIEVE DI S. MARIA DI TERRA)
Il giurisdicente di Terra Rossa è il vicario R. di Bagnone, dubitai che cotesta pieve fosse stata sul Monte Pisano; ma
dove trovasi la sua cancelleria comunitativa; l’uffizio di indagini posteriori mi assicurarono che essa esisteva sul
esazione del Registro, l’ingegnere del Circondario, la confine orientale della Diocesi pisana dentro peraltro
conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di prima l’antico perimetro di quella Lucca fra Pontedera e
Istanza sono in Pontremoli. Ponsacco; per modo che la pieve di Terra Walda è
sinonima dell’altra che si disse di Appiano, traslocata ora
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’DI in Ponsacco. – Vedere PEDISCIANO, e PONSACCO.
TERRAROSSA a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Fornoli*, titolo della chiesa: S. Michele TERRENO (S. PIETRO AL) nel Val d’Arno superiore. –
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli, abitanti Contrada che serve di vocabolo ad un’antica parrocchia
anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 581, abitanti anno prioria nel piviere dell’Incisa, Comunità Giurisdizione e
1840 n° 608, abitanti anno 1843 n° 536 circa 4 miglia toscane a maestrale di Figline, Diocesi di
- nome del luogo: Merizzo*, titolo della chiesa: S. Fiesole, Compartimento di Firenze.
Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli, Risiede sopra uno sprone orientale del Monte Scalari
abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 244, detto il poggio della croce, presso le scaturigini del
abitanti anno 1840 n° 276, abitanti anno 1843 n° 239 torrente di Rimaggio che passa rasente al convento del
- nome del luogo: Riccò*, titolo della chiesa: S. Maria Vivajo.
(Pieve), diocesi cui appartiene: Pontremoli, abitanti anno Nel 1438 era priore di S. Pietro al Terreno il sacerdote
1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 499, abitanti anno 1840 Bernardo di Giovanni Benvenuti, fondatore di un
n° 510, abitanti anno 1843 n° 538 canonicato nella Metropolitana fiorentina, rettore e
- nome del luogo: TERRAROSSA, titolo della chiesa: S. fondatore del Monastero di S. Pier Maggiore in Firenze;
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: allorquando con testamento del 22 giugno dell’anno
Pontremoli, abitanti anno 1745 n° 388, abitanti anno 1833 preindicato fra gli altri legati pii fondava una cappellania
n° 407, abitanti anno 1840 n° 455, abitanti anno 1843 n° in S. Pier Maggiore condizione che il cappellano pro
449 tempore abitasse una sua casa situata nella via di S.
Procolo, nel popolo di S. Pier Maggiore, e che insegnasse
- Totale abitanti anno 1745: n° 388 la grammatica a 15 alunni. Per la qual fatica avrebbe
- Totale abitanti anno 1833: n° 1731 ricevuto dai consoli dell’Arte della Lana l’annuo
- Totale abitanti anno 1840: n° 1849 stipendio di 30 fiorini d’oro, ecc. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Carte del Monastero di Rosano).
Annessi che nell’ultima epoca del 1843 provengono dalla Non solo in detta epoca, ma fino al secolo XIII la chiesa
parrocchia estera di Olivola parrocchiale di S. Pietro al Terreno qualificatasi canonica.
– Essa nel 1833 contava 310 abitanti.
- abitanti n° 6
- totale abitanti anno 1843: n° 1768 TERRE NUOVE DELLA GARFAGNANA nella Valle
superiore del Serchio. – Le Terre e i villaggi di Sassi,
Rontano, Casatico, Vitojo, di Ceserana, Vagli di sotto,
TERRAROSSA NELL’ISOLA DELL’ELBA. – Vedere Vagli di sopra, e San Donnino, che nel 24 luglio 1451 si
PORTO LUNGONE, Comunità. diedero volontariamente a Borso d’Este marchese di
Ferrara, si distinsero col nome di Terre Nuove, per essere
state l’ultime ad eleggersi la soggezione ai marchesi
TERRAROSSA DEL MONT’ARGENTARO. – Vedere Estensi, che ne formarono una vicaria sottoposta al
ARGENTARO (MONTE, o PROMONTORIO). giusdicente di Castel Nuovo della Garfagnana. – Vedere
GARFAGNANA.
TORRI (S. VINCENZIO A) in Val di Pesa. – Pieve antica TORRICELLA DI LUICCIANA nella Valle del Bisenzio.
che ha dato il nome alla contrada e ad una Comunità, – Vedere LUICCIANA, cui si può aggiungere la notizia di
unita a quella della Casellina, alla quale furono annessi i un istrumento scritto il 23 giugno del 1353 alla Torricella
popoli soppressi di S. Martino a Torri e di S. Quirico al vicino alla chiesa di S. Michele a Luicciana del contado
Vecchio. pidtojese. – Nello stesso villaggio di Torricella nel 26
In un libro di ricordi appartenuto alla pieve di S. ottobre del 1333 fu rogato un istrumento di vendita di due
Vincenzio a Torri leggesi il seguente appunto: «Cotesto pezzi di terra alienati da due fratelli del popolo di S.
libro fu incominciato nel 7 agosto del 1425. Per grazia Michele della Torricella. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte
d’Iddio, della SS. Vergine e di S. Vincenzio protettore e della Badia di Ripoli e di S. Bartolommeo di Pistoja).
capo della Comunità di Torri e della sua chiesa plebana,
della quale era patrono messere Palmerio del fu Andrea
Pandolfi con l’annessa compagnia, canonica, cortile e TORRICELLA DI VICCHIO in Val di Sieve. – Casale
pozzo in mezzo.»– Fu allora che ad istanza del prete ch’ebbe chiesa parrocchiale (S. Niccolò) da lunga età
Stefano di Piero Bonsignori pievano di detta chiesa, e di riunita al popolo di S. Martino al Rossojo nel piviere di
altri parrochi ivi presenti come testimoni, furono posti i Corella, Comunità e circa miglia toscane 2 e 1/2 a grecale
termini ai possessi della pieve di Torri e alla gora del di Vicchio, Giurisdizione, del Borgo S. Lorenzo, Diocesi
mulino di detta pieve situato lungo la Pesa. e Compartimento di Firenze. – Vedere RASOJO, o
Più sotto peraltro si leggono le parole seguenti: Iste liber ROSSOJO (S. MARTINO AL).
est Plebis S. Vincentii. – Anno Domini MCCCLXXXIIII,
die mensis martii Dominus Pinus Rossus de Florentia
factus fuit plebanus et electus per providos viros TORRICCHI, o TURRICCHI in Val di Sieve. – Vedere
canonicos istius plebis: videlicet, ser Franciscum TURRICCHI.
rectorem de Pisignano, ser Angelum rectorem de
Baroncellis prope Florentiam, ser Stephanus rectorem S.
Proculi de Florentia, dominum Nicholaum quondam TORRICCHIO o TURRICCHIO nel pianoro orientale di
Pucci priorem de Leporaja, tempore Rev. In Christo Lucca. – Casale la cui chiesa di S. Maria fu ammensata a
Patris et domini sui Domini Angeli de Acciajolis tunc quella di S. Martino in Colle nella Comunità
Praesulis cleri florentini, etc. Giurisdizione e circa tre miglia toscane a levante di
Finalmente vi si dichiara che il detto messere Pino Rossi Capannori, Diocesi d Ducato di Lucca.
quando fu eletto pievano di Torri era rettore della chiesa Risiede alla base occidentale del poggio di Monte Carlo
di S. Michele a Tegolaja e canonico de’SS. Apostoli di fra quello di Porcari e l’altro di S. Martino in Colle.
Firenze (non priore de’Santi Apostoli, titolo attribuitogli È reso noto specialmente cotesto luogo di Torricchio da
da una supposta lettera di Giovanni Boccaccio) e un diploma dell’Imperatore Arrigo V spedito da Verona lì
cappellano della chiesa maggiore di S. Reparata di 21 maggio dell’anno 1111, col quale fra le altre cose
Firenze. – (MS. nella biblioteca del seminario fiorentino). confermò alla Badia di S. Benedetto di Polirone sul Po’il
La pieve di S. Vincenzio a Torri nel secolo XIII giuspadronato della chiesa di S. Maria in Torricchio,
comprendeva sette cure, ridotte attualmente a tre; cioè, 1. concesso già da qualche anno innanzi dal Pontefice
Quella di S. Martino a Torri (soppressa); 2. di S. Lorenzo Pasquale II, (anno 1100) confermato da Innocenzo II
a Torri (idem); 3. di S. Maria a Marciola (esistente); 4. di (anno 1131) e nel 1220 da Federigo II.
S. Niccolò a Torri (idem); 5. di S. Quirico al Vecchio Cotesta chiesa di S. Maria a Torricchio trovasi distinta da
(soppressa); 6. di S. Andrea al Colle (idem); 7. e di S. quella di S. Martino in Colle nel catalogo delle chiese
Michele a Castiglioni (esistente). della diocesi di Lucca compilato nel 1260, quando
La parrocchia plebana di S. Vincenzio a Torri nel 1833 entrambe le dette chiese erano contemplate fra le
contava 367 abitanti. suburbane di quella città. – Vedere COLLE (S.
MARTINO DI).
TORRICCHIO in Val di Nievole. – Vedere TORRITA sotto MONTE FOLLONICO in Val di Chiana.
TORRICCHIO – Terra nobile sotto, Capoluogo di Comunità nella
Giurisdizione di Asinalunga, Diocesi di Pienza, già di
Arezzo, Compartimento aretino.
TORRIONE. – Vedere TORREONE A Questa Terra di forma ovale, contornata di mura torrite,
GUGLIELMESCA in Val di Chiana. risiede intorno alla cresta di una collina tufacea, in mezzo
a vigorose coltivazioni di olivi e di vigne, alla cui base
scorre a levante il fosso Cornio, mentre dal lato di
TORRITA in Val di Chiana. – Due luoghi sotto il nome maesrtal enasce ai piedi della stessa collina i torrente
di Torrita nella stessa valle hanno indotto molti ad Fuga.
applicare ad una piuttosto che ad altra di quelle contrade i Trovasi tra il grado 43° 10’4’’latitudine ed il 29°
documenti che vi riferiscono; il casale cioè di Torrita del 25’4’’longitudine davanti all’ubertosa Val di Chiana che
contado e distretto di Arezzo posto sull’ingresso della Val gli si apre a levante nella direzione di Cortona, circa 6
di Chiana, luogo celebre per esservi stato il primo miglia toscane a settentrione di Montepulciano, 4 miglia
monastero di Benedettini sotto l’invocazione delle Sante toscane a scirocco di Asinalunga, 10 a grecale di Pienza,
Flora e Lucilla, e la Terra di Torrita sotto Monte intorno a 20 miglia toscane a maestrale di Chiusi 13
Follonica compresa nel contado senese. Noi designeremo miglia toscane a scirocco di Siena e miglia 22 da Arezzo
il primo sotto il vocabolo di Torrita della Chiusa che trovasi al suo settentrione-grecale.
de’Monaci, e la seconda sotto il titolo di Terra di Torrita L’origine di cotesto paese si nasconde, al pari di quella di
sotto Monte Follonico capoluogo di Comunità. moltissimi altri, nella caligine de’secoli, comecchè possa
essere stato fabbricato e difeso da alcune torri, donde
trasse il nome, ma in un terreno abitato dagli antichi
TORRITA, o TURRITA DELLA CHIUSA Etruschi e Romani. – Checchè ne sia esso peraltro sino
DE’MONACI in Val di Chiana. – Contrada celebre sopre dal secolo XI era decorato della sua chiesa plebana di S.
una vaga collina dove fu eretta la prima chiesa abbaziale Costanzo. Avvegnachè senza bisogno di confondere con
de’Benedettini di Arezzo, conservata parrocchia sotto questa Terra i documenti spettanti alla Torrita
l’antica invocazione delle Sante Flora e Lucilla, nel de’Benedettini di S. Flora di Arezzo, l’Archivio
piviere maggiore di Arezzo, Comunità Giurisdizione Diplomatico Fiorentino conserva fra le carte della Badia
Diocesi e Compartimento medesimo, dalla qual città la Amiatina un placito del 7 novembre 1037 tenuto nel
chiesa delle Sante Flora e Lucilla a Torrita trovasi circa 3 contado senese di S. Costanzo a Torrita, nel casale di
miglia toscane al suo libeccio. Ascianello, passato in seguito nella Comunità di
Esiste la collina di Torrita fra la foce dell’Olmo dove Montepulciano, davanti al conte Adalberto messo
passa la strada postale di Perugia e il Canal Maestro della dell’Imperatore Corrado. Alla cui presenza comparve
Chiana sull’ingresso settentrionale di cotesta valle. l’avvocato del Monastero Amiatino per reclamare i beni e
Agli Articoli BADIA DI TORRITA E CHIUSURA la chiesa di S. Apollinare in Feroniano, l’una e gli altri
OBERTENGA di Val di Chiana, appellata anche stati donati al monastero di S. Salvadore sul Monte
CHIUSURA DI TORRITA, e CERRETA, o CERRETO Amiata dalla contessa Willa vedova del Conte Ranieri col
OBERTENGO, furono accennati varii istrumenti del consenso dei Conti Bernardino e Ardingo di lei figliuoli.
secolo XI relativi non solo ai possessi dei monaci Che la chiesa poi di S. Apollinare in Feroniano fosse
Benedettini di Arezzo posti nei contorni del monastero situata dentro i confini della Comunità di Torrita lo
delle Sante Flora e Lucilla a Torrita, ma ancora all’antica dichiara un’altra membrana della stessa provenienza del 2
Badia fondata costì in una collinetta, detta tuttora di S. maggio 1324 scritta in camera dell’abbate del Monastero
Flora presso Capo di Monte e la Chiusa de’Monaci. Amiatino, nel mentre che questi investiva un monaco in
Sebbene manchino documenti relativi all’epoca precisa rettore e cappellano della chiesa di S. Apollinare in
della fondazione del Monastero di Torrita, si sa che Feroniano, la qual cosa ivi si dichiara posta in Monte
cotesta Badia esisteva fino dal secolo X. Fanno fede di ciò Follonico. – Vedere MONTE FOLLONICA, o
due privilegj degli anni 933 e 939 concessi dai re Ugo e FOLLONICO.
Lottario ai monaci di S. Flora e S. Lucilla presso Arezzo. Inoltre la pieve di S. Costanzo a Torrita trovasi
– Vedere gli Artcoli testè indicati. rammentata fra quelle del contado sanese comprese però
L’abate Camici nella sua Continuazione dei marchesi di nella diocesi aretina, delle quali Immone vescovo di
Toscana della Rena pubblicò un istrumento del 10 ottobre Arezzo nell’anno 1045 cedè l’amministrazione alle
1030 relativo ad una pergamena fatta alla presenza del dignità del capitolo della sua cattedrale.
vescovo Tedaldo da Rodolfo abate di S. Flora a Torrita, L’abate De Angelis nel libro delle Notizie istoriche
nella quale permuta si rammenta ancora il Casale di critiche di frate Giacomo da Torrita citò un istrumento di
Torrita, del contado aretino. pace del 2 ottobre 1208 fra i Fiorentini e i Sanesi, nel
Dopo la traslazione del Monastero predetto nella Badia quale fra le condizioni a carico de’Sanesi eravi quella di
dentro la città di Arezzo (anno 1196) la chiesa di S. Flora far pace con gli uomini di Monte Follonico, di Torrita e di
a Torrita continuò e continua tuttora ad essere una delle altri paesi del Sanese stati aderenti de’Fiorentini.
parrocchiali suburbane di Arezzo. A quell’epoca, opinava il De Angelis, poterono
Essa nel 1833 contava 286 abitanti. fabbricarsi le attuali mura castellane di Torrita ed aprirsi
le tre porte, cioè, a levante Porta Carina, a ponente Porta
a Pago, a mezzodì Porta a Sole. – Ma, oltre che una di paese, allorchè Tacco de’Pecorai, o de’Monaceschi della
quelle porte non fu edificata dalla Repubblica sanese Fratta tentava d’insignorirsi di Torrita, siccome poco
prima del 1251, è certo altresì che le sue mura sono opera dopo, sebbene per breve tempo, cotesta Terra coll’ajuto
molto posteriore, siccome lo dà a conoscere un de’Fiorentini cadde in potere di Deo di Guccio di Guelfo
Rendimento di Conti sotto l’anno 1428, in cui si legge: e di altri di lui fratelli della nobil famiglia Tolomei di
che rivedeva la ragione Tommaso di Vannino orafo a Siena.
Giovanni di Biagio operajo delle mura che si facevano in Dondechè i Signori Nove per decreto del dicembre 1322
Torrita. inviarono gente d’armi capitanate dal conte Ruggieri di
Lo stesso Archivio Diplomatico San. Nel Tomo II delle Dovadola allora potestà di Siena per assediare Torrita, che
Pergamene (n.° 89) contiene copia di un privilegio dopo qualche mese di resistenza cadde in mano degli
dell’Imperatore Ottone IV, dato lì 27 agosto 1210 nella assedianti, i quali devastarono tutta la contrada,
Badia di S. Salvadore sul Mont’Amiata, col quale disfacendo le sue mura castellane. – (DEI, Cronic.
concedeva in feudo al nobil uomo Spadacorta, ai di lui Sanese).
fratelli e nipoti i castelli di Torrita, della Ripa, di Bettolle, Che però le mura attuali debbano riportarsi, come si disse,
della Fratta, di Ciliano e di altri luoghi di quei contorni, i ad un’epoca posteriore, e forse a quella del 1428, lo fa
quali erano stati per l’innanzi conceduti in feudo al fu credere il fatto già indicato, cioè di essere state in detto
Conte Walfredo della Valle. – (ARCH. DIPL. SAN. anno rivedute in Siena le ragioni a Giovanni di Biagio
Carta citata). operajo rispetto alla costruzione delle mura di Torrita. –
All’Articolo BETTOLLE rammentai cotesto diploma (ARCH. DELLE RIFORMAGIONI DI SIENA Vol. VI
sotto l’anno 1209, invece che fu scritto nell’agosto del de’Rendimenti di Conti, Classe B).
1210, epoca nella quale Ottone IV emanò altri privilegj a Né quel lavoro poteva dirsi terminato nel 1428, poiché
favore di quella Badia. – Vedere l’Articolo SIENA. anche nel 1464 si continuavano a fabbricare in Torrita le
Che però da cotesti privilegj dati da un Imperatore mura castellane da maestro Saracino da Como. – (loc. cit.
scomunicato ottenessero quei signori assai poco, lo Classe C. Vol. CXIX.)
dimostrano i fatti seguenti: avvegnachè fino dal 1202 il Che più? Nel 1528 dal magistrato di Balia di Siena fu
villaggio di Ciliano era stato bruciato dai Sanesi decretato che col disegno del celebre architetto
all’occasione della guerra contro i Montepulcianesi. Baldassarre Peruzzi si restaurassero le mura di Torrita. –
(ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo dell’Assunta n.° 67); e che (DE ANGELIS Opere cit.)
nel 1214 i signori di quel castelletto concederono al Coteste mura sono di mattoni, state contornate da torri
governo di Siena facoltà di erigere sopra il poggio di quadrate, 7 delle quali tuttora esistenti, e due demolite,
Ciliano una torre a difesa delle sue genti contro i oltre che le tre porte antiche, stantechè nell’anno 1836 ne
Montepulcianesi (località citata)– Vedere CILIANO. fu aperta una quarta sotto la già Fraternita nella direzione
Simili fatti darebbero quasi a credere che allora i Sanesi della strada principale della Terra, la quale viene ora
dubitassero della fede de’Toritesi, massimamente corredata all’estremità superiore del paese di un vasto
dopochè Carlo d’Angiò re di Sicilia, con privilegio piazzale per le fiere; ed a poca distanza di là stà forandosi
spedito da Teano li 8 dicembre del 1268, aveva concesso presentemente un pozzo artesiano, la di cui trivella ha
a Donusdeo di Lotteringo de’Tolomei di Siena a titolo di scandagliato finora un terreno cretaceo conchigliare sino
feudeo nobile i castelli di Monte Follonico e di alla profondità di cento braccia.
Monticchiello. – (ARCH. DIPL. SAN. T. IX delle All’epoca pertanto del 1428 il popolo di Torrita doveva
Pergamene n.° 878). aver acquistato la buona grazia dei governanti di Siena.
Comunque andasse la bisogna, fatto e, che dalla metà Avvegnachè, oltre quanto si dirà tra poco, ciò apparisce
almeno del secolo XIII e nel susseguente la Terra di da una deliberazione presa dai Signori Nove nel 10
Torrita divenne il baluardo de’Sanesi in tutte le guerre che dicembre del 1425, che decretarono per Torrita un potestà
bene spesso si riaccesero fra essi ed i Montepulcianesi, di prima classe; al cui arrivo annuale i Torritesi a forma
come può rilevarsi dall’Opera dell’Abate De Angelis di de’loro statuti solevano presentare il regalo di due paja di
già citata e dagli Articoli MONTE FOLLONICO, e polli, due staja di biada, due quarti di vino, sedici pani,
MONTE PULCIANO in questo Dizionario. una soma di paglia e libbre sei di candele.
Nel 1251, il consiglio generale della Campana di Siena Nel secolo decimoquarto era accaduto sotto il paese di
per deliberazione del 31 ottobre 1251 ordinò, che si Torrita (10 aprile 1358) un sanguinoso fatto d’armi fra le
fortificasse Torrita e vi si fabbricasse una porta, dove masnade perugine e quelle senesi, dove quest’ultime
poco dopo (6 novembre) furono inviate a tale effetto restarono sconfitte con guasto del paese e del contado.
quattro maestranze con l’ordine di dar la paga ai Ma più ancora i Torritesi risentirono i danni della guerra,
balestrieri che erano alla guardia di cotesta Terra. negli anni 1363 e 1383 quando nei suoi contorni ebbero
Anco nel 1270 dallo stesso consiglio della Campana fu luogo due fiere battaglie date dalle truppe sanesi, la prima
deciso di rinviare a Torrita il potestà per invigilare che ad una compagnia di avventurieri, detta del Cappelletto,
questa Terra ed i suoi abitanti si mantenessero fedeli alla nella quale fu fatto prigioniero il loro comandante duca di
Repubblica sanese. Feltro e di Urbino, l’altra quando i Torritesi, sebbene
Per simili ed altri casi risulterebbe, che i Torritesi fossero coraggiosamente resistessero alle prime aggressione del
stati Guelfi piuttosto che Ghibellini, giacchè, dopo la capitano di ventura Baldino di Panicale, dovettero
battaglia di Benevento che pose il regno in potere di Carlo finalmente cedere a quelle masnade che saccheggiarono
d’Angiò, venne restituita a Torrita il su potestà. – Nè tutto il paese a guisa di avidi ladroni.
minore fu il timore ch’ebbero i Sanesi di perdere questo In vista di tanta fedeltà, e dei danni dai Torritesi ricevuti,
il Comune di Siena nel 28 maggio del 1419 deliberò di emblema quello che tuttora conserva di Oscuri.
condonare loro tutti i debiti per gravezze e dazj non Ma la cosa che fa molto onore a questa Terra è quella di
pagati, accordando ai medesimi varj privilegj ed essere stata la patria di Fra Giacomo da Torrita, primo
esenzioni. – (DE ANGELIS, Opera cit.) ristoratore dell’arte musivaria in Italia, e autore dei
Lo stesso De Angelis fu di parere che la chiesa di S. Flora mosaici fatti nel 1225 nella tribuna di S. Giovanni in
ed il pretorio con la sua torre esistenti in Torrita potessero Firenze, e più tardi in Roma.
essere opera della restaurazione di questa Terra, Non meno noto nella storia militare è quel Ghino di Tacco
comecchè sulla facciata della chiesa medesima si legga da Torrita creduta della famiglia Pecorai, o come altri
l’anno 1430 della sua edificazione. vogliono della casa Monaceschi, il quale Ghino fornì
All’Articolo GUARDAVALLE DI TORRITA fu detto, argomento al Boccaccio per una delle sue cento Novelle.
che cotesto luogo, di cui attualmente è restato il vocabolo Finalmente Torrita ha dato molte famiglie nobili, fra le
a pochi poderi, aveva una chiesa parrocchiale sotto quali le già citate dei Pecorai e de’Guardavalli.
l’invocazione di S. Stefano, stata riunita fino dal 1473 alla
chiesa plebana de’Santi Costanzo e Martino a Torrita. MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI
Dissi ancora che da questo stesso vico di Guardavalle TORRITA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie.
prese il casato una nobile famiglia di Torrita, alla quale
appella un istrumento del settembre 1327 ed una ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti
riformagione della Repubblica di Siena dell’agosto 1444. maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -;
Il più volte citato De Angelis aggiunse, che i Torritesi nel ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 174;
principio del secolo XVI intrapresero a rendere più totale della popolazione 1735.
decente la loro patria, sia con l’ingrandimento di ANNO 1745: Impuberi maschi 311; femmine 281; adulti
fabbriche particolari, sia con la fondazione di ospizj, di maschi 338, femmine 355; coniugati dei due sessi 670;
fraternite e di chiese, finchè nel 1553 conquistata dalle ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 348;
armi austro-ispano-medicee Torrita con il suo territorio fu totale della popolazione 1978.
riunito nel 1557 alla corona di Cosimo I, ed in seguito ai ANNO 1833: Impuberi maschi 418; femmine 364; adulti
Granduchi di Toscana suoi successori, cui i Torritesi maschi 447, femmine 414; coniugati dei due sessi 928;
restarono costantemente fedeli. ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 461;
Chiese e stabilimenti pubblici di Torrita. – Torrita totale della popolazione 2594.
attualmente ha una sola chiesa parrocchiale, cioè, la pieve ANNO 1840 (*): Impuberi maschi 510; femmine 462;
de’Santi Costanzo e Martino, riedificata sulla fine del adulti maschi 473, femmine 412; coniugati dei due sessi
secolo passato. L’antica esisteva fuori del paese in luogo 950; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie
denominato la pieve vecchia, comecchè più tardi quella 515; totale della popolazione 2824.
pieve venisse dedicata alla Madonna dell’Ulivo. Essa era ANNO 1843 (*): Impuberi maschi 458; femmine 418;
arcipretura quando nel 1648 fu innalzata a collegiata in adulti maschi 485, femmine 442; coniugati dei due sessi
concorrenza con l’altra delle Sante Flora e Lucilla; ad 948; ecclesiastici dei due sessi 19; numero delle famiglie
entrambe le quali è comune il capitolo, composto di nove 512; totale della popolazione 2770.
canonici con 5 dignità, Arciprete, Preposto, Primicero,
Arcidiacono e Tesoriere. – La pieve dentro al paese fu più N.B. (*) Le frazioni degli abitanti della parrocchia di
volte restaurata e ingrandita, siccome può congetturarsi Torrita che negli anni 1840 e 1843 escivano fuori di
dalle iscrizioni ivi esistenti. Comunità non si sono contemplate.
In quella dell Sante Flora e Lucilla, fondata in più piccola
dimensione nel secolo XIV, furono innestati dei restauri Comunità di Torrita. – Il territorio di questa Comunità
nel secolo XVII. occupa una superficie di 16540 quadr. 462 dei quali
Havvì costì un altare di S. Antonio, dove si ammira una spettano a corsi d’acqua ed a pubbliche strade.
tavola dipinta nel secolo XIV, e vi sì conserva in marmo Nel 1833 vi si trovava una popolazione di 3731 abitanti a
scolpita nell’anno 1444 l’arme della famiglia pecorai, proporzione di 186 persone per ogni miglio quadrato di
dalla quale discendeva al parere di alcuni il famoso Ghino territorio soggetto all’imposta fondiaria.
di Tacco. Confina con cinque Comunità del Granducato, 4 delle
Esistono dentro Torrita altre due chiese, S. Croce e la quali alla sinistra del Canal Maestro, e una alla sua destra.
Santissima Annunziata, nell’ultima delle quali è da – È quest’ultima la Comunità di Cortona, con la quale
vedersi un quadro del Vanni rappresentante l’altra di Torrita fronteggia dirimpetto a grecale per
l’Annunziazione. mezzo miglio mediante il Canal Maestra della Chiana, a
Lo spedale di Torrita istituito per i pellegrini, aveva nel partire dalla confluenza del torrente Fuga dirimpetto al rio
secolo XIV un’amministrazione separata da quella di una delle Chianacce fino allo sbocco del fosso Tonante. Costà
pia congrega secolare denominata la Fraternita, cui esso lascia il Canal Maestro per rivolgersi a settentrione
con i suoi beni nel 1611 fu riunito. Annessa a questa difronte al territorio comunitativo di Asinalunga, con il
fabbrica vi è la scuola comunitativa, che nei tempi andati quale questo di Torrita cammina di conserva, da prima
estendeva i suoi insegnamenti anche alle belle lettere. mediante il corso retrogrado del fosso Tornante, quindi
Tuttociò diede motivo, dice il De Angelis, ad innalzare in per la via comunale detta del Restone, e di là andando
Torrita dopo la metà del secolo XVIII un teatro, stato incontro alla corrente del fosso Fratta, sul quale
restaurato nell’anno 1824. Anche costì fu eretta una delle attraversano la via provinciale Lauretana dirimpetto ai
solite accademie letterarie che prese per nome ed poderi di Guardavalle. Infine lasciano a levante il fosso
predetto per entrare nella strada Lauretana e dirigersi a havvi quella di Monte Follonico che presa al convento
ponente-maestrale nel fosso della Doccia di Amorosa che de’minori Osservanti può essere un cento di braccia circa
rimontano verso la sommità de’poggi, la cui faccia inferiore al livello di Montepulciano. La qual città fu
meridionale acquapende nel Val d’Asso. Strada facendo il riscontrata dal Professor Padre Giovanni Inghirami dalla
territorio di Torrita trova di fronte a maestrale la sommità della torre del palazzo pubblico ascendere a
Comunità di Trequanda, con la quale continua a 1076 braccia sopra il livello del mare.
percorrere verso le sorgenti della Doccia prenominata per Il Professor Giulj poi nella sua Statistica agraria della
arrivare presso quelle del torrente Trove sulla strada Val di Chiana indicò per approssimazione la Terra di
comunale che da Trequanda conduce a Monte Follonico. Torrita a 500 braccia sopra il mare.
Di costì per termini artificiali dirimpettoa ponente Rispetto all’indole del suolo che cuopre il territorio di
percorrone insieme il crinale de’poggi che dividonole due questa Comunità, oltre quanto fu indicato per la parte
valli finchè alla Casanuova sottentra a confine il territorio montuosa all’Articolo MONTE FOLLONICO, Volume
della Comunità di Pienza, con la quale l’altra di Torrita III pagina 394, aggiungerò le osservazioni fatte del
fronteggia nella direzione da libeccio a grecale mediante Professor Giulj nell’Opera testè rammentata, dove disse,
termini artificiali per arrivare sulla via rotabile di che 300 braccia al di sopra di Torrita comparicono da
Montepulciano. Lungo il corso di quest’ultima via primo gli strati di calce carbonata compatta (alberese) in
continuano i territorj delle prenominate Comunità fino al quella parte del Monte Follonico ch’è situata fra mezzo
fosso della Buca, dove viene a confine quello della giorno e ponente, cui ssovrappongono strati di marmo
Comunità di Montepulciano, con cui l’altro di Torrita ordinario grigio, sui quali è fabbricato il paese di Monte
confina per lungo tragitto, da primo mediante il fosso Follonico. – La parte montuosa e coltivabile di questa
de’Grilloni, tributario il più alto del torrente Salarco, Comunità (seguita a osservare lo stesso A.) sarebbe
poscia mediante il Salarco stesso che lasciano fuori per formata nelle sue maggiori elevatezze di calce carbonata
entrare alla sua sinistra nel botro del Pian dell’Olmo, pietrosa, ma decomposta dalle meteore.
donde scendono nel fosso delle Balze. Quindi passando Molte colline sono di struttura simile a quella delle
fra piagge cretose nella direzione settentrionale, tagliano pendici di Montepulciano, ma i colli che circondano il
la strada provinciale Laurentana che viene da capoluogo, ed in ispecie quelli che stendono la loro base
Guardavalle e da Torrita, fino a che voltando alquanto verso il Canal Maestro sono assai fertili, siccome
direzione a grecale passano verso il podere del Confine fertilissima è la maggior parte della pianura di Torrita,
attraversando la pianura lungo i torrenti Foenna e Fuga. coperta da un terreno recentissimo di trasporto.
Finalmente i due territorj rasentando la ripa destra del Rispetto al lignite da noi accennato nei contorni di Monte
torrente Fuga arrivano sul Canal Maestro della Chiana Follonico, aggiunge il Professor Giulj, che che quello del
dirimpetto alla Comunità di Cortona. Due strade fossatello d’Orbigliano presso alla sua confluenza nel
provinciali attraversano il territorio di Torrita, cioè quella torrente Trove si trova in strati alti anco quattro braccia.
Longitudinale, o Cassia, che guida da Chiusi ad Arezzo Col regolamento governativo del 2 giugno 1777 la
passando a piè del poggio di Torrita, e l’altra detta Comunità di Torrita fu formata dai popoli di Torrita, di
Laurentana che da Siena per Asciano e Asinalunga Monte Follonico e di Ciliano, l’ultimo de’quali costituiva
sbocca nello Stato Pontificio presso Valiano dopo essere una piccola Comunità unita al comunello di Guardavalle.
passata dalla Terra di Torrita. – Sono poi comunitative e In quanto all’arti e manifatture, oltre la fabbrica di vetri a
rotabili le strade che da Montepulciano e da Pienza per Monte Follonico, si contano in Torrita due buone
Monte Follonico conducono a Torrita. fabbriche di cappelli di feltro e tre tintorie, una filanda di
Fra i corsi maggiori di acqua che percorrono o che seta e vari frantoj da olio.
rasentano il territorio di questa Comunità, oltre il Canal In Torrita si tiene un piccolomercato settimanale nel
Maestro ed il torrente Salarco, i quali ne lambiscono i giorno di sabato in un piazzale ridotto attualmente a
confini, uno a grecale l’altro a scirocco, si contano il locale per il giuoco del pallone.
Foena e la Fuga che il conte Fossombroni paragonò a Vi hanno luogo pure quattro fiere annue, le quali cadono
quelli dell’Affrica che portano arene d’oro, per avere nel 17 gennajo, nel secondo martedì di maggio, nel 6
ridotto quei luoghi palustri a terre coltivabili. Rispetto al agosto nel primo mercoledì di settembre.
palude che nei secoli trapassati esisteva nella pianura di Con la legge del 2 agosto 1838 fu soppresso il potestà di
Torrita fra il Canal Maestro ed il corso della Foena, esso Torrita, e riunita la sua giurisdizione al vicario di
da qualche tempo fu convertito in fertili poderi, gran parte Asinalunga, dove è la cancelleria Comunitativa.
de’quali spettano alla fattoria della Corona detta L’ingegnere di circondario risiede in Fojano, l’uffizio di
dell’Abbadia. – Vedere Carte Idrauliche sullo stato antico esazione del Registro, la conservazione dell’Ipoteche ed il
e moderno della Val di Chiana del Cavalier Alessandro tribunale di Parma istanza sono in Montepulciano.
Manetti. (Firenze 1823.)
Fra i molti fossi che raccolgono le acque del piano QUADRO della Popolazione della COMUNITA’di
inferiore di Torrita, il più singolare di tutti è quello della TORRITA a cinque epoche diverse.
Fuga, che riceve le acque della Doccia dell’Amorosa, del
Soraggiolo che v’influisce all’Abbadia, e del Corniolo, il - nome del luogo: Ciliano, titolo della chiesa: S. Lorenzo
quale scende da Torrita e che nel 1800 cessò di versare (Cura), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo),
nella Foenna perché destinato a colmare, come ha fatto, la abitanti anno 1640 n° 94, abitanti anno 1745 n° 173,
pianura Torritese. abitanti anno 1833 n° 215, abitanti anno 1840 n° 208,
Fra le maggiori montuosità comprese in cotesto territorio abitanti anno 1843 n° 202
- nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. La seconda fiumana appellata Torrita di Gallicano, ossia
Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già della Petrosciana, si vuota nel Serchio fra Gallicano e
Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Valentino e S. Barga, e la terza è la Torrita Cava che si unisce al Serchio
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 300, abitanti anno dirimpetto allo sbocco dell’Ania sul confine meridionale
1833 n° 476, abitanti anno 1840 n° 831, abitanti anno della Garfagnana.
1843 n° 798 La prima di coteste tre limpide e precipitose fiumane trae
- nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. la sua origine alquanto sopra l’Isola Santa dentro i confini
Valentino (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già comunitativi di Seravezza territorio del Granducato. Di là
Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S. scende pel fianco australe dell’Alpe denominata Penna di
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 103, abitanti anno Sobra e passando per Careggine accoglie per via fra rupi
1833 n° 134, abitanti anno 1840 n° 163, abitanti anno marmoree i torrenti Rontano e Sassi per bagnare in
1843 n° 159 seguito le mura del villaggio di Rontano che trova circa
- nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. due miglia sopra Castelnuovo di Garfagnana, dove si
Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già accoppia al fiume Serchio.
Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S. La Torrita di Gallicano deriva da una grossa sorgente,
Valentino), abitanti anno 1745 n° 302, abitanti anno 1833 detta la Petrosciana, presso la cima dell’Alpe omonima
n° 312, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 n° - sotto il varco di una malagevole strada mulattiera che
- nome del luogo: TORRITA(*), titolo della chiesa: SS. attraversa la parte orientale dell’Alpe Apuana. Nasce tra
Martino e Costanza (Arcipretura e Collegiata), diocesi cui Forno Volasco del Modanese ed il territorio comunitativo
appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° di Stazzema del Granducato. Di costassù precipitando la
1735, abitanti anno 1745 n° 1978, abitanti anno 1833 n° scia alla sua destrala Pania della Croce passando fra
2594, abitanti anno 1840 n° 3048, abitanti anno 1843 n° Vergemoli e Trassilico, accresciuta per via da vari fossi e
3011 canali che lateralmente riceve, finchè di sotto alla rupe
marmorea dell’Eremo di Calomini entra nel territorio
- Totale abitanti anno 1551: n° 2677 lucchese di Gallicano, nella qual contrada trova il Serchio,
- Totale abitanti anno 1745: n° 2856 in cui la Torrita di Gallicano perde il suo nome.
- Totale abitanti anno 1833: n° 3731 La Torrita Cava finalmente ha il suo principio da varj
- Totale abitanti anno 1840: n° 4250 rami nell’Alpe di Stazzema, i quali insieme riuniti
- Totale abitanti anno 1843: n° 4170 s’inoltrano a scirocco bagnando i confini settentrionali
della comunità lucchese di Pescaglia; quindi la fiumana
N.B. Nelle ultime due epoche dalla parrocchia di Torrita scorrendo nella direzione di levante sbocca nel Serchio in
contrassegnata con l’asterisco (*) entravano nella vicina un luogo appellato Torrita Cava dal letto che quelle acque
Comunità si scavarono fra quelle ripide pietrose balze.
Vi è qualcuno che ha dato il nome di Torrita anche al
- anno 1840: abitanti n° 224 torrente Poggio che scende dal fianco orientale dell’Alpe
- anno 1843: abitanti n° 231 detta la Tambura per entrare poi nel Serchio alle
pittoresche guglie di gabbro che trova dirimpetto al
- RESTANO abitanti anno 1840: n° 4026 paesetto della Sambuca. – Vedere POGGIO S. TERENZO
- RESTANO abitanti anno 1843: n° 3939 in Garfagnana.
TORRITE della Garfagnana. – Un villaggio con tre TORRITE (VILLAGGIO DI) presso CASTELNUOVO
diversi corsi d’acqua che scendono dall’Alpe Apuana DI GARFAGNANA nella Valle del Serchio. – Piccolo
portano il nome di Torrita e Torrite; vale a dire la Torrita villaggio con cappella curata (Santissima Trinità) nel
Cavana, la Torrita di Gallicano, o di Petrosciana, e la popolo, Comunità e Giurisdizione di Castelnuovo, che
Torrita secca; l’ultima delle quali si congiunge al Serchio resta quasi un miglio al suo levante-grecale nella Diocesi
presso Castelnuovo di Grfagnana, di Massa Ducale, già di Lucca, Ducato di Modena.
Risiede sulla ripa destra della fiumana di Torrita Secca,
Qui dove argenteo il corso ed ha per confine a levante grecale il popolo di
La Torrita discioglie e seco viene Castelnuovo, a ostro sciroccoed a maestrale quello di
A maritarsi innamorato il Serchio. Rontano mediante l’alveo della Torrita Secca.
Rispetto al paesetto di Torrite all’Articolo PIEVE
È quella stessa fiumana della Torrita, della quale l’Ariosto FOSCIANA citai un istrumento lucchese del 28 giugno
cantò (satira IV). 952, nel quale fu notata anche la villa di Torrite, la quale
probabilmente ebbe origine dalle distrutte sue terme,
Qui scesi, dove da diverse fonti descritte da Antonio Vallisneri nel suo Viaggio per i
Con eterno rumor confondon l’acque monti di Modena ed in una lettera diretta verso il 1726 al
La Torrita col Serchio fra due ponti. dottor Fgiuseppe Avanzini. Vi erano presso Torrite
(scriveva Vallisnieri) antichissime terme, dove egli
Infatti il Serchio passa costà sotto il ponte detto di S. commendava la diligenza degli antichi, mentre si stupiva
Lucia, e la Torrita Secca sotto il ponte appellato della della negligenza dei moderni. – Uno di quei bagni termali
Madonna. di bella struttura fu trovato pieno di sassi con degli avanzi
di un acasa caduta; e le acque termali trapelando per altra occidentale nella Comunità di Zeri, mentre il luogo più
via si univano a quelle del vicino fiume. L’altro bagno meridionale lo faccio nell’isolotto di Giannutri e la
caldo ai tempi del Vallisneri era con qualche diligenza porzione più settentrionale di là da Piancaldoli in
conservato con i suoi sedili intorno di marmo e con stanza Comunità di Firenzuola.
a volta di mattoni. In contiguità del bagno eranvi due Cotesta bella porzione d’Italia giacendo quasi nel centro
acquedotti, uno d’acqua caldissima, l’altro di acqua della zona temperata del nostro Emisfero e ad una
limpida e freschissima, le quali acque si prendevano a elevatezza media delle sue valli di circa 350 braccia sopra
piacere mediante due robinet. il livello del mare Mediterraneo, essa che per una lunga
Circa vent’anni dopo però un gran terremoto accaduto nel linea di quasi cento miglia geografiche confina col mare,
1747 portò lo sfacelo totale a quelle già cadenti terme, le mentre i fianchi dell’Appennino Toscano voltati fra
cu irovin efurono segnalate dall’abate Domenico Pacchi occidente e ostro la difendono dai venti settentrionali,
nelle sue Memorie Istoriche della Garfagnana (Lucca coteste ed altre favorevoli prerogative giustamente
1785) poste circa 200 passi distante dal villaggio di meritarono alla Toscana il titolo di giardino dell’Europa
Torrite sulla ripa destra della fiumana omonima.
Il paese di Torrite nel 1832 formava una sezione della DIVISIONE GOVERNATIVA E GIUDICIARIA.
Comunità di Castelnuovo, la cui cappellania contava 240
abitanti. La Divisione amministrativa della Toscana Granducale è
poco diversa da quella che esisteva nel 1836, indicata
all’Articolo GRANDUCATO DI TOSCANA; dove però,
TORSOLI, o TORSOLE in Val di Greve. – Casale con rispetto alla Divisione ecclesiastica fu detto erroneamente,
chiesa parrocchiale (S. Gaudenzio) nel piviere di Gaville, che l’Arcivescovo di Bologna ed il vescovo d’Imola
Comunità, Giurisdizione e circa tre miglia toscane a avevano giurisdizione sopra una parte della Toscana
scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di transappennina, mentre essi l’ebbero fino all’anno 1786.
Firenze. Molto diversa però dall’anno 1836, epoca in cui fu
Risiede presso il giogo de’monti che separano le acque compilato quell’Articolo, è la Divisione governativa e
del val d’Arno fiorentino da quelle della fiumana di giudiciaria della Toscana Granducale, mentre a tenore del
Greve, sopra le sorgenti del torrente Cestio di Gaville. motuproprio del 2 agosto 1838 il Granducato rispetto agli
Due istrumenti del secolo XI appartenuti alla Badia di effetti governativi e giudiciarj fu distribuito in 5 Governi,
Passignano rammentano questo luogo nel piviere di S. cioè; I. di Firenze; 2. di Livorno; 3. di Pisa; 4. di Siena; 5.
Romolo a Gaville, o in Cortule; il primo de’quali fu e dell’Isola d’Elba; ed in 7 Commissariati regii, vale a
scritto in Pietrafitta li 27 luglio 1050, e l’altro li 15 giugno dire; I.° di Pistoja; 2.° di Arezzo, 3.° di Grosseto; 4.° di
1080 nel distretto di Grve presso il Castel di Torsoli nel Montepulciano; 5.° della Rocca S. Casciano; 6.° di
piviere di S. Romolo in Cortule. – (ARCH. DIPL. FIOR. Volterra, e 7.° in quello di Pontremoli.
Carte citate)– Vedere GAVILLE. I.° Furono compresi sotto il Governo di Firenze i tre
La parrocchia di S. Gaudenzio a Torsoli nel 1833 contava commissari della capitale sottoposti al commissario regio
129 abitanti. creato con motuproprio del I dicembre 1840; ed inoltre
facevano parte del Go verno medesimo i vicariati regii di
Prato, di San Giovanni, di San Miniato, di Empoli, di
TORTA (S. LUCIA ALLA) ossia in PINZANO. – Vedere Fucecchio, del Pontassieve e di Scarperia.
PINZANO e TOSINA. Nel vicariato di San Giovanni fu soppressa la potesteria
del Bucine, che si riunì a quella di Montevarchi: così
l’altra di Castel Franco di Sopra venne riunita alla
TORTIGLIANO in Val Tiberina. – Casale con chiesa potesteria di Terranuova. Al vicariato di San Miniato fu
parrocchiale (S. Bartolommeo) nel pievanato della riunito dalla stessa legge la soppressa di Montajone, e
Sovara, Comunità Giurisdizione e circa tre miglia toscane quella di Palaja raccomandataalla potesteria di Peccioli.
a ostro di Anghiari, Diocesi di San Sepolcro, già di Al vicariato d’Empoli fu assegnata la potes teria di
Arezzo, Compartimento aretino. Montelupo con i territorj di Petrojo, Sovigliana e
Siede questo Casale sul fianco meridionale del poggio Spicchio. – Nel vicariato del Pontassieve fu staccato dalla
detto di S. Veriano, dove i monaci Camaldolensi di quella potesteria di Dicomano il popolo di S. Maria all’Eremo e
badia fino dal secolo XII ottennero beni in dono. riuniito al vicariato della Rocca S. Casciano. Nel vicariato
La parrocchia di S. Bartolommeo a Tortigliano nel 1833 di Scarperia furono soppresse le potesterie di Barberino di
contava 83 abitanti. Mugello di Vicchio, e ridotto a potesteria il vicariato di
Firenzuola, tutti sottoposti al vicario di Scarperia.
II.° Dipendono dal governo di Livorno oltre i due
TOSCANA GRANDUCALE. – (Si aggiunga) Vedere il commissarj di quella città il vicario di Rosignano, dalla
SUPPLEMENTO a quest’Articolo e a quello del cui giurisdizione criminale dipende il nuovo potestà di
GRANDUCATO. Bibbona che supplisce a quelli di Guardistallo e di
La Toscana Granducale, compreso il territorio castagneto stati soppressi.
transappennino e quello di oltremagra, si estende dal III.° Dipendono dal Governo di Pisa i vicariati di
grado 27°21’al 30°2’di longitudine orientale, e dal grado Pietrasanta, di Pontedera, di Vicopisano, di Braga e di
42°16’al 44°10’di latitudine settentrionale, calcolando il Lari, al quale ultimo fu riunita la giurisdizione civile del
punto più orientale della Comunità di Sestino e quello più potestà di Chianni che fu soppresso.
IV.° Dipendono dal Governo di Siena i vicariati di alcune modificazioni aggiuante nella notificazione del 22
Asciano, di Casole, di Colle, di Montalcino e di Radda. aprile 1843. Furono pure soppresse le potesterie di
Con la stessa legge fu appellata di Rosia la potesteria di Chianciano e di San Cascian de’Bagni, la prima delle
Sovicille, e riunita alla giurisdizione civile di Poggibonsi quali fu riunita per la sua giurisdizione civile al vicario di
quella che si soppresse di Barberino di Val d’Elsa. Anche Montepulciano, e l’altra a quello di Radicofani.
il nuovo vicariato di Asciano comprende i territorj della Rispetto al Commissariato regio della Rocca S. Casciano
potesteria dello stesso nome e dell’altra di Rapolano che fu già avvisato alla pag. 568 del Vol. II di quest’Opera,
si soppressero. Alla potesteria poi di radicondoli fu riunita che esso fu eretto con motuproprio del 7 settembre 1837,
quella soppressa di Chiusdino, mentre l’altra di Murlo fu e che estendeva la sua giurisdizione governativa e politica
aggregata alla giurisdizione civile del vicariato di sopra i quattro vicariati della Romagna Granducale; cioè,
Montalcino. di Bagno, di Marradi, di Modigliana e della Rocca S.
V.° Dipende dal Governo dell’Isola dell’Elba il solo Casciano; nella quale ultima Terra con lo stesso
vicariato di Portoferrajo, alla cui giurisdizione civile motuproprio fu instituito un tribunale collegiale di Prima
venne riunita la soppressa potesteria di Porto Longone. istanza, mentre vennero soppresse la potesteria di
VI.° Il Commissariato poi di Pistoja abbraccia i vicariatidi Palazzuolo e di Premilcore, la prima riunita alla
Pescia, di Pistoja e di San Marcello con le potesterie giurisdizione civile e criminale del vicario di Marradi, e
dell’Altopascio, già di Montecarlo, di Monsummano, del l’altra incorporata al vicariato della Rocca.
Montale, della Sambuca e di Borgo a Buggiano, l’ultima Il Commissario regio di Pontremoli abbraccia i due
delle quali venne soppressa e quindi ripristinata in vigore vicariati di Bagnone e di Fivizzano, mentre quello di
della notificazione del 22 aprile 1843. La stessa legge del Volterra si limita alla giurisdizione della città e comunità
2 agosto 1838 riunì alla giurisdizione civile del vicariato dello stesso nome ed al perimetro giuridico della
di Pistoja i territorj delle potesterie di Serravalle e di potesteria di Pomarance.
Tizzana che si soppressero. Con lo stesso motuproprio del 2 agosto 1838 fu data una
VII.° Il Commissariato di Arezzo comprende i vicariati di nuova organizzazione per l’amministrazione della
Arezzo, di San Sepolcro, di Castiglion Fiorentino, di giustizia in tutto il Granducato, sia rispetto alle
Cortona, del Monte San Savino e di Poppi. attribuzioni de’podestà, de’vicarj regj, de’tribunali
Nella stessa occasione furono soppressi i vicariati di collegiali di Prima istanza stabiliti in Firenze, Livorno,
Anghiari, di Pieve S. Stefano e di Sestino che si ridussero Pisa, Siena, Pistoja, Arezzo, Grosseto, Montepulciano,
a potesterie dello stesso nome; e fu riunito alla potesteria San Miniato e Rocca S. Casciano; come ancora agli
di Lippiano il territorio di quella del Monterchi, finchè attributi dell’unica Corte Regia nella capitale e della Real
con la notificazione del 22 aprile 1843 restò soppressa la Consulta da formarsi in Corte Suprema di Cassazione nei
prima e ripristinata in sua vece la seconda. Furono casi di ultima istanza.
eziandio soppresse le potesterie di Civitella, di Strada e In seguito con motuproprio del 22 agosto 1840 vennero
di Rassina riunendo la prima alla giurisdizione civile del accordati i tribunali collegiali di Prima istanza anche
vicario di Monte S. Savino, la seconda a quella di Poppi e alle città di Pontremoli e Portoferrajo.
l’ultima alla potesteria di Bibbiena. Per simil modo la Finalmente con la legge del 2 settembre 1842 nel
giurisdizione civile del potestà di Subbiano fu riunita a Compartimento Grossetano venne eretta la nuova
quella del vicario di Arezzo. Comunità di Montargentaro, capoluogo della quale fu
VIII.° Il Commissariato di Grosseto abbraccia i vicariati dichiarata la Terra di Porto S. Stefano distaccando il suo
di Arcidosso, di Pitigliano, dell’Isola del Giglio, territorio dalla Comunità di Orbetello, cui fu dato in
Orbetello, Massa Marittima, Campiglia, Piombino, compenso il distretto territoriale del popolo di Capalbio
Grosseto, Rocca Strada, e Scansano. Dalla stessa legge appartenuto fino allora alla Comunità di Manciano.
venne soppressa nel vicariato di Arcidosso la potesteria di
Cinigiano, ripristinata poi con notificazione del 9 NUMERO DELLE CANCELLERIE COMUNITATIVE
settembre 1844, la potesteria di Montieri, riattivata con NEI CINQUE COMPARTIMENTI DELLA TOSCANA
notificazione dal 22 aprile 1843, che abolì quella di Prata, GRANDUCALE
sottoponendo la sua giurisdizione civile al vicario di
massa Marittima. Inoltre furono ridotti a potesterie i COMPARTIMENTO FIORENTINO
vicariati di Manciano e Castiglion della pescaja, restando
soppressa la potesteria di campagnatico, e affidata la sua - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
giurisdizione civile a quella del vicario di Rocca Strada. Comunitativa:
Con la notificazione del 22 aprile 1843 fu distaccato dalla 1. Bagno
giurisdizione della potesteria di Porto S. Stefano il popolo Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
di Port’Ercole ed aggregato alla giurisdizione civile e Comunitativa:
criminale del vicario di Orbetello. Bagno in Romagna
IX.° Nel Commissariato di Montepulciano, la cui Sorbano
giurisdizione abbraccia i vicariati dell’Abbadia S. Verghereto
Salvatore, Asinalunga, Chiusi, Montepulciano, Pienza e - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Radicofani, restarono soppresse la potesteria di pian Comunitativa:
Castagnajo incorporandola alla giurisdizione del vicario 2. Barberino di Mugello
dell’Abbadia S. Salvadore, quella di Torrita, la cui Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
giurisdizione fu affidata al vicario di Asinalunga con Comunitativa:
Barberino di Mugello - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Vernio Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria 11. Empoli
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
3. Borgo S. Lorenzo Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Capraja
Comunitativa: Empoli
Borgo S. Lorenzo Montelupo
Vicchio - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 12. FIESOLE
4. Borgo Buggiano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Brozzi
Baggiano Fiesole
Massa e Cozzile Pellegrino
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Rovezzano
Comunitativa: Sesto
5. Campi - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 13. Figline
Calenzano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Campi Comunitativa:
Signa Figline
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Reggello
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
6. San Casciano Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 14. FIRENZE
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Barberino di Val d’Elsa Comunitativa:
San Casciano FIRENZE
Montespertoli Montelupo
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
7. Castel Fiorentino 15. Firenzuola
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Castel Fiorentino Firenzuola
Certaldo - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Montejone Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria 16. Fucecchio
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
8. Castelfranco di Sotto Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Santa Croce
Comunitativa: Fucecchio
Castelfranco di Sotto - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
S. Maria a Monte Comunitativa:
Montecalvoli 17. Galeata
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
9. Cerreto Galeata
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Santa Sofia
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Cerreto Comunitativa:
Vinci 18. Galluzzo
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
10. Dicomano Bagno a Ripoli
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Casellina e Torri
Comunitativa: Galluzzo
Dicomano Lastra a Signa
San Godendo Legnaja
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
19. Greve 27. Potesterie di Pistoja
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Greve Cantagallo
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Lamporecchio
Comunitativa: Marliana
20. San Marcello Montale
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Sambuca
Comunitativa: Seravalle
Cutigliano Tizzana
San Marcello - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Piteglio Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria 28. Ponntassieve
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
21. Marradi Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Londa
Comunitativa: Pelago
Marrani Pontassieve
Palazzuolo Rignano
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
22. SAN MINIATO 29. PRATO
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
San Miniato Carmignano
Monopoli Montemurlo
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Prato
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
23. MODIGLIANA Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 30. Rocca S. Casciano
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Modigliana Comunitativa:
Tredozio Dovadola
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Portico
Comunitativa: Premilcore
24. Monsummano Rocca S. Casciano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Terra del Sole
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Montecatini di Val di Fievole Comunitativa:
Monsummano 31. Scarperia
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
25. PESCIA S. Piero a Sieve
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Scarperia
Comunitativa: Vaglia
Firenzuola - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Monte Carlo Comunitativa:
Pescia 32. VOLTERRA
Uzzano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Vellano Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Monte Catini di Val di Cecina
Comunitativa: Volterra
26. PISTOJA
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Totale del Compartimento Fiorentino
Comunitativa: Cancellerie: 32
Pistoja (Città) Comunità: 91
Porta al Borgo
Porta Carratica II. COMPARTIMENTO PISANO
Porta Lucchese
Porta S. Marco - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Stazzema
33. Bagnone - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 41. PISA
Albiano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Bagnone Comunitativa:
Groppoli Bagni di S. Giuliano
Terrarossa Cascina
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Pisa
Comunitativa: Vecchiano
34. Barga - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 42. Pomarance
Barga Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Castelnuovo di Val di Cecina
35. Fivizzano Pomarance
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Casola 43. Pontedera
Fivizzano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Capannoni
36. Guardistallo Palaja
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Ponsacco
Comunitativa: Pontedera
Bibbona - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Casale Comunitativa:
Gherardesca 44. PONTREMOLI
Guardistallo Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Montescudajo Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Calice
Comunitativa: Caprio
37. Lari Filattiera
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Pontremoli
Comunitativa: Zeri
Chianni - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Colle Solvetti Comunitativa:
Faglia 45. PORTOFERRAJO
Lari Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Lorenzana Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Longone
Comunitativa: Marciana
38. LIVORNO Portoferrajo
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Rio
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Livorno Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria 46. Rosignano
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
39. Peccioli Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Castellina Marittima
Comunitativa: Santa Luce
Lajatico Orciano
Piccioli Riparbella
Terricciola Rosignano
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
40. PIETRASANTA 47. Vicopisano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Pietrasanta Bientina
Seravezza Calcinaja
Vicopisano Comunitativa:
55. Radda
- Totale del Compartimento Pisano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Cancellerie: 15 Comunitativa:
Comunità: 51 Castellina in Chianti
Caviglia
III. COMPARTIMENTO SANESE Gajole
Radda
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
48. Abbadia S. Salvadore 56. Radicofani
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Abbadia S. Salvadore S. Cascian de’Bagni
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Radicofani
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
49. Asciano Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 57. Radicondoli
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Asciano Comunitativa:
Rapolano Casole
Trequanda Radicandoli
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Sovicille
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
50. Chiusdino Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 58. SIENA
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Chiusdino Comunitativa:
Elci Castelnuovo Berardenga
Monticano Masse del Terzo di Città
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Masse del Terzo di S. Martino
Comunitativa: Monteroni
51. COLLE Siena
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: - Totale del Compartimento Sanese
Colle Cancellerie: 11
Monteriggioni Comunità: 33
Poggibonsi
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria IV. COMPARTIMENTO ARETINO
Comunitativa:
52. San Gimignano - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 59. Anghiari
San Gimignano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Anghiari
53. MONTALCINO Monte S. Maria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Buonconvento 60. AREZZO
Montalcino Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Murlo Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Arezzo
Comunitativa: Capolona
54. San Quirico Subbiano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Castiglion d’Orcia 61. Asinalunga
S. Giovanni d’Asso Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Pienza Comunitativa:
San Quirico Asinalunga
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Torrita
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Mucignano
Comunitativa: Monte S. Savino
62. Anghiari - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 71. Montevarchi
Bibbiena Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Chiusi in Casentino Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Bucine
Comunitativa: Castiglion Ubertini
63. Castel S. Niccolò Due Comuni distrettuali di Latrina
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Latrina
Comunitativa: Montevarchi
Castel S. Niccolò Pergine in Val d’Ambra
Montemignajo - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 72. Pieve S. Stefano
64. Castiglion Fiorentino Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Caprese
Castiglion Fiorentino Pieve S. Stefano
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
65. Chianciano 73. Poppi
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Chianciano Ortignano
Chiusi Poppi
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Raggialo
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
66. CORTONA Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 74. Pratovecchio
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Cortona Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Pratovecchio
Comunitativa: Stia
67. Fojano - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: 75. Rassina
Fojano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Marciano Comunitativa:
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Castel Focognano
Comunitativa: Chitignano
68. San Giovanni Talla
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Castelfranco di Sopra 76. Sarteano
San Giovanni Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Loro Comunitativa:
Pian di Scò Cetona
Terranova Sarteano
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
69. MONTEPULCIANO 77. SAN SEPOLCRO
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Montepulciano Monterchi
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria San Sepolcro
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
70. Monte S. Savino Comunitativa:
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria 78. Sestino
Comunitativa: Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Civitella Comunitativa:
Badia Tedalda Comunitativa:
Sestino 86. PIOMBINO
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Totale del Compartimento Aretino Comunitativa:
Cancellerie: 20 Piombino
Comunità: 48 - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa:
V. COMPARTIMENTO GROSSETANO 87. Pitigliano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Manciano
79. Arcidosso Pitigliano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Sorano
Comunitativa: - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Arcidosso Comunitativa:
Castel del Piano 88. Roccastrada
Cinigiano Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunitativa:
Comunitativa: Campagnatico
80. Campiglia Roccastrada
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria - Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: Comunitativa:
Campiglia 89. Scansano
Monteverdi Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Sassetta Comunitativa:
Suvereto Magliano
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Scansano
Comunitativa:
81. Santa Fiora - Totale del Compartimento Grossetano
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Cancellerie: 11
Comunitativa: Comunità: 25
Santa Fiora
Roccalbegna RIEPILOGO
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria
Comunitativa: - Nel Compartimento Fiorentino:
82. Isola del Giglio Cancellerie N° 32
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunità N° 91
Comunitativa: - Nel Compartimento Pisano:
Giglio Cancellerie N° 15
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Comunità N° 51
Comunitativa: - Nel Compartimento Senese:
83. GROSSETO Cancellerie N° 11
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria Comunità N° 33
Comunitativa: - Nel Compartimento Aretino:
Castiglion della Pescaja Cancellerie N° 20
Grosseto Comunità N° 48
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria - Nel Compartimento Grossetano:
Comunitativa: Cancellerie N° 11
84. MASSA MARITTIMA Comunità N° 25
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria
Comunitativa: TOTALE
Zavorrano - Cancellerie N° 89
Massa Marittima - Comunità N° 248
Pontieri
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria All’Articolo GRANDUCATO sotto il paragrafo
Comunitativa: DIVISIONE ECONOMICA E SUPERFICIE
85. ORBETELLO TERRITORIALE resta da aggiungere la nuova istituzione
Nome delle Comunità comprese nella Cancelleria della Soprintendenza generale alle Comunità del
Comunitativa: Granducato ordinata col motuproprio del 29 dicembre
Montargentaro 1840, mercè cui i cinque Provveditori della Camere di
Orbetello Soprintendenza comunitativa debbono comunicare alla
- Luogo di residenza del Cancelliere e della Cancelleria Soprintendenza generale tutti gli affari delle Comunità e
luoghi pii dipendenti che non sono autorizzati a risolvere comparisce come dovrebbe il paese più popolato d’Italia e
con le facoltà state a lui conferite. forse anche di tutta Europa.
Inoltre il Soprintendente medesimo ha la direzione In quanto poi spetta al DIPARTIMENTO DELLE
superiore del Catasto, al quale fu riunito l’archivio delle ACQUE E STRADE si può aggiungere a quel paragrafo
antiche Decime Granducali; ed in ordine al motuproprio (Vol.II pag.497 e segg.) che, oltre le attribuzioni
del 5 gennajo 1844 gli fu affidata la direzione conferitegli dal motuproprio del 31 dicembre 1834, ritiene
dell’arruolamento militare del Granducato. quelle ancora che gli furono assegnate dagli altri due
Alle città del Compartimento di Firenze è da aggiungersi mutopropri del 3 dicembre 1838 e del 29 dicembre 1840.
Modigliana, e al Compartimento di Pisa la città di Finalmente con motuproprio del 3 luglio 1840 furono
Pietrasanta. riformati i Circondarj degl’ingegneri e soppressi i posti di
Con la situazione poi di una nuova Comunità, intitolata ajuto suddividendoli in tre classi, cioè, 12 nella prima,21
del Monte Argentaro, quelle di Terraferma nel nella seconda, e 35 nella terza classe, in tutti numero 68
Granducato sono salite al numero di 243, dondechè con le Circondarj,24 dei quali nel Compartimento Fiorentino; 16
4 Comunità dell’Isola d’Elba e una dell’Isola del Giglio nel pisano; 8 nel Senese; 11 nell’Aretino;e 9 nel
sommano 248 Comunità nella Toscana Granducale. – Compartimento Grossetano.
Delle quali isole attualmente si conosce la loro superficie Gl’ingegneri de’24 Circondarj del Compartimento
quadrata; mentre quella dell’Elba compresa l’Isola di Fiorentino risiedono in Bagno, Borgo S. Lorenzo, Campi,
Pianosa nel totale ascende a quadrati 68125,98 San Casciano, Castel Fiorentino, Empoli, Fiesole,
corrispondenti a miglia toscane quadrate 84,82 e l’Isola Figline, Firenze (per la divisione settentrionale) Firenze
del Giglio a quadrati 6431,15 pari a miglia toscane (per la divisione meridionale), Fucecchio, Galluzzo, San
quadrate 8,01. Marcello, San Miniato, Modigliana,Monsummano,
Nello stato attuale rettificata la superficie territoriale di Montale, Palazzuolo, Pescia, Pistoja, Pontassieve, Prato,
ciascuna Comunità, risulta, che il Compartimento Rocca S. Casciano e Volterra.
Fiorentino abbraccia una superficie totale di quadrtati Gl’ingegneri de’16 Circondarj del Compatimento Pisano
1909746,76, pari a miglia toscane 2378,54. – Che il risiedono in Bagnone, ai Bagni di S. Giuliano, Barga,
Compartimento Pisano, compresevi le Isole dell’Elba e Fivizzano, Guardistallo,Lari, Livorno, Peccioli,
della Pianosa, abbraccia una superficie totale di quadrati Pietrasanta,Pisa, Pomarance, Pontedera, Pontremoli,
1010658,96 pari a miglia toscane 1258,79; che il Portoferrajo, Rosignano e Vicopisano.
Compartimento Senese occupa una superficie totale di Gl’ingegneri degli 8 Circondarj del Compartimento
quadrati 975165,98, paria miglia 1214,63; che il Sanese hanno la loro residenza in Asciano, Castelnuovo
Compartimento Aretino abbraccia una superficie totale di Berardenga, Colle, Montalcino, Radda, Radicofani,
quadrati 1106910,53 equivalenti a miglia toscane Radicondoli, e Siena.
quadrate 1378,69; che il Compartimento Grossetano, Gl’ingegneri degli 11 Circondarj del Compartimento
compresa l’Isola del Giglio, abbraccia quadrati Aretino risiedono in Arezzo, Bibbiena, Cortona, Fojano,
1446431,13 equivalenti a miglia toscane quadrate San Giovanni, Montepulciano, Monte S. Savino,
1801,67. – Sicchè tutta la superficie della Toscana Montevarchi, Pieve S. Stefano, poppi e San Sepolcro.
Granducale comprese le Isole preindicate ascende a Gl’ingegneri infine dei 9 Circondarj del Compartimento
quadrati agrarj 6448913,36, corrispondenti a miglia Grossetano risiedono in Arcidosso, Campiglia,
toscane quadrate 8032,32. Gavorrano, grosseto, Massa Marittima, Orbetello,
Dalla quale superficie totale sono da detrarre quadrati Piombino, Pitigliano, e Roccastarda.
29643 e 1/2, come beni che la legge Alla stessa pag. 597 si può aggiungere la notizia che la
esentòdall’imposizione fondiaria, ed inquadrati 191949,76 lunghezza delle strade regie nell’ottobre del 1844 era di
consistenti in corsi d’acqua ed in pubbliche strade, con 761 miglia toscane e che le strade provinciali nel 1844
una popolazione che nell’aprile del 1844 ascendeva a percorrevano miglia 1016,16.
1,531,740 abitanti. All’Articolo GRANDUCATO DI TOSCANA doveva
I prospetti posti in calce al presente articolo con la aggiungersi pure il paragrafo relativo alle DIREZIONI
recapitolazione della Popolazione, delle Famiglie e della POSTALI del Granducato, ai luoghi di amministrazione e
Superficie territoriale di ciascuna Comunità dei 5 distribuzione delle Regie poste; ai giorni di arrivo dei
Compartimenti della Toscana Granducale darà meglio a corrieri, o staffette a Firenze e a quelli delle loro partenze
conoscere la popolazione reciproca dei 5 Compartimenti, della capitale, riserbano all’Articolo VIE REGIE
presa la media proporzionale, concedendo rispetto al POSTALI l’indicazione delle stazioni postali per il
Compartimento Fiorentino ciò che si detrae dalla Val di cambio de’cavalli.
Sieve e dal popolatissimo Val d’Arno. Così il Trovasi nella capitale l’Ispettorato e direzione
Compartimento Pisano supplisce con la sua popolosa principale:oltre 5 direzioni subalterne; 1. LIVORNO; 2.
valle e con la popolatissima città di Livorno ai deserti PISA; 3. SIENA, direzioni di prima classe; 4. AREZZO;
della sua pianura tra Pisa Livorno e bocca di Serchio. e 5. PIETRASANTA, direzioni di seconda classe.
Parimente il Compartimento Aretino deve cedere porzione Otto sono i luoghi di amministrazione; 1.GROSSETO; 2
dei suoi abitanti delle Valli della Chiana e dell’Arno alle PESCIA; 3.PISTOJA; 4. PONTEDERA;5.
più deserte contrade della Badia Tedalda, di Sestino ecc. – PONTREMOLI; 6. PORTOFERRAJO; 7.RADICOFANI;
Finalmente il Compartimento Grossetano, il liù spopolato 8VOLTERRA.
di tutti influisce talmente sulla Statistica della I paesi per la distribuzione delle lettere attualmente
popolazione della Toscana Granducale che essa non ammontano a 38, repartiti in 4 classi; tre delle quali nella
prima, Empoli, Montepulciano e Piombino; 6 nella Maremma pisana.
seconda classe, Cortona, Orbetello, Pontassieve, S. Staffetta. Da Perugia,Marche,Foligno ecc.come nel
Quirico, S. Miniato, e Massa Marittima; 15 nella terza martedì.
classe, Borgo S. Lorenzo, Campiglia, Cascina, Castiglion Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato.
Fiorentino, Figline, Fivizzano, Lati, Lastra a Signa, Procaccia. Da Greve.
Lucignano, Montevarchi,Poggibonsi, Prato, Rocca San
Casciano, Rosignano, e San Giovanni; finalmente Nella mattina di Venerdì alle ore 9.
spettano alla quarta classe le 14 seguenti; Asciano,
bagnone, Bibbiena, Bibbona, Colle, Dicomano, Staffetta. Dall’Inghilterra, francia, Spagna, ecc. come nel
Firenzuola, marradi, Modigliana, Peccioli, Pomarance, lunedì, meno Pontremoli, Bagnone e Fivizzano.
Poppi, Porto S. Stefano e San Sepolcro. Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato.
Procaccia. Da Greve.
ARRIVO DELLE LETTERE IN FIRENZE
Nella mattina di Sabato alle ore 9.
Nella mattina di lunedì alle ore 9.
Corriere. Dalla Germania, Russia, Prussia, come nel
Staffetta. Dall’Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo, martedì.
Gibilterra, Colonie, parte della Svizzera, Piemonte, Corriere. Da Roma, Napoli, Radicofani ecc. come nel
Genova, Sarzana, Massa, Pietrasanta, Lucca, Pontremoli, lunedì, più Massa Marittima.
Bagnone, Fivizzano, Livorno, Pisa e stradale, Lari e San Corriere. Dall’Inghilterra. Francia, Spagna ecc. come nel
Miniato. martedì.
Corriere. Da Roma, Napoli, Radicofani, Grosseto, Stato Staffetta. Da Perugia,Marche,Foligno ecc. come nel
degli Ex Presidj, Siena, stradale e Volterra. lunedì, meno Pontremoli, Bagnone e Fivizzano.
Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato. Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato.
Procaccia. Da Greve.
Nella mattina di Martedì alle ore 9.
Nella mattina di Domenica alle ore 9.
Corriere. Dalla Germania, Russia, Prussia, Paesi bassi,
Belgio, altra parte della Svizzera, Dalmazia, Levante, Staffetta. Dall’Inghilterra. Francia, Spagna ecc. come nel
Trieste, Venezia, Parma, Piacenza, tutta l’Italia superiore, martedì, meno la Romagna Toscana.
Bologna, Firenzuola, Borgo S. Lorenzo e parte della Staffetta. Dalla Germania, Russia ecc. come nel
Romagna Toscana. mercoledì.
Corriere. Dalla Francia, Spagna ecc., come nel Lunedì, Staffetta. Da Roma, Napoli, Radicofani, Massa Marittima,
più le lettere dell’Isola dell’Elba, della Maremma pisana e Siena e stradale.
di Piombino, meno quelle di Pontremoli, Bagone, Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato.
Fivizzano.
Corriere. Da Perugia, Marche, Fuligno, Cortona, PARTENZE DELLE LETTERE DA FIRENZE
Castiglion Fiorentino, Montepulciano, Arezzo e stradale,
Valle Tiberina, altra parte della Romagna Toscana e Nel giorno di Lunedì a ore 4 pomeridiane.
Dicomano.
Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato. Staffetta. Per l’Inghilterra, Francia, olonie, parte della
Procaccia. Da Greve. Svizzara, Piemonte, Genova, Sarzana, Massa, Pietrasanta,
Lucca, Livorno, Pisa, e stradale, San Miniato, Lari e
Nella mattina di Mercoledì alle ore 9. Volterra.
Staffetta. Per la Germania, Russia, Prussia, Olanda,
Staffetta. Dall’Inghilterra, Francia, Spagna, ecc. come nel Belgio, altra parte della Svizzera, Dalmazia, Trieste,
Lunedì, meno Pontremoli, Bagnone e Fivizzano; più Levante, Venezia, tutta l’Italia superiore, Parma,
Volterra, Pomarance e Peccioli. Piacenza, Bologna, Firenzuola e Borgo S. Lorenzo.
Staffetta. Dalla Ge rmania, Russia, Prussia, ecc. come il Staffetta. Per Prato, Pistoja e Pescia.
martedì, meno Parma e Piacenza e la Romagna Toscana.
Staffetta. Da Roma, Napoli, Radicofani, Siena, ecc. come Nel giorno di Martedì a ore 4 pomeridiane.
nel lunedì, meno Volterra, più Massa Marittima.
Staffetta. Da Pescia, Pistoja e Prato. Corriere. Per la Germania, Russia, Prussia, ecc. come nel
lunedì, meno Parma e Piacenza, più per una parte della
Nella mattina di Giovedì alle ore 9. Romagna Toscana.
Corriere. Per Roma, Napoli e per tutti gli altri luoghi
Corriere. Dalla Germania, Russia, Prussia, come nel indicati negli arrivi del lunedì, più per Massa Marittima.
martedì. Corriere.Per l’Inghilterra, Francia, Spagna e per tutti gli
Corriere. Da Roma, Napoli ecc. come nel lunedì, meno altri luoghi indicati negli arrivi del lunedì, più per la
Grosseto e Stato degli Ex Presidj. Maremma pisana, Piombino ed Isola dell’Elba.
Corriere. Dall’Inghilterra. Francia, Spagna ecc. come nel Staffetta. Per Perugia, Marche, Foligno, e per tutti gli altri
lunedì, più lettere dell’Isola dell’Elba, di piombino e della luoghi indicati negli arrivi del martedì.
Staffetta. Per Prato, Pistoja e Pescia. Mas allorchè il Movimento della popolazione della
Procaccia. Per Greve. Toscana Granducale sia preso in epoche diverse
determinate e fra loro da una serie di anni disgiunte,
Nel giorno di Mercoledì a ore 4 pomeridiane. potrebbe forse giovare a far conoscere in quali luoghi
della Toscana il Movimento comparisce più progressivo
Staffetta. Per l’Inghilterra, Francia, Spagna e per gli altri dove si mostra quasi stazionario, ed anche retrogrado. –
luoghi indicati negli arrivi del mercoledì. Dai quali Prospetti, allorchè siano fondati sopra dati
Staffetta. Per la Germania, Russia, Prussia e per tutti gli meno incerti possibili, lo statista ed il politico possono
altri luoghi come negli arrivi del mercoledì, più Parma e esaminare, se tuttociò sia dipeso da circostanze fisiche o
Piacenza. politiche, da malattie epidemiche, da un lungo periodo di
Staffetta. Per Roma, Napoli e per tutti gli altri luoghi pace, oppure dalla loro posizione più o meno favorita
indicati negli arrivi di domenica, meno Massa Marittima. dalla natura del suolo, dalla vicinanza a lunghe strade
Staffetta. Per Prato, Pistoja e Pescia. rotabili, a fiumi, a canali, a laghi, a porti, e
conseguentemente più o meno a portata di passaggi o
Nel giorno di Giovedì a ore 4 pomeridiane. arrivi di merci, di persone ecc.
(ERRATA: Nel 1844 esistevano nel Granducato 1085
Corriere. Per la Germania, Russia, Prussia ecc. come nel ecclesiastici secolari, 2684 regolari, e 3511 monache,
martedì, più per Parma e Piacenza. talchè comprendendo le oblate, ascendevano a 7230
Corriere. Per Roma, Napoli, Radicofani, Siena ecc. come ecclesiastici de’due sessi.) Nel 1844 esistevano nel
nel martedì. Granducato 10035 ecclesiastici secolari, 2634 regolari, e
Corriere. Per l’Inghilterra, Francia, Spagna, ecc. come nel 3511 monache, talchè comprese fra queste le oblate,
martedì. ascendevano fra i due sessi a 16180 ecclesiastici.
Staffetta. Per Perugia, Marche, Foligno, ecc. come nel
martedì. MOVIMENTO della Popolazione del GRANDUCATO DI
Staffetta. Per Prato, Pistoja e Pescia. TOSCANA dal 1837 al 1843 inclusive. – Vedere ‘Articolo
Procaccia. Per Greve. GRANDUCATO Vol. II pag. 494.
TRAVALLE DI CALENZANO nel Val d’Arno sotto TRAVIGNE (PIAN) nel Val d’Arno superiore. –
Firenze. – Casale già Castello con chiesa parrocchiale (S. Contrada aperta sopra l’ultimo ripiano del monte di
Maria) nel piviere, Compartimento e circa due miglia Pratomagno, dalla quale prende il nomignolo la chiesa
toscane a maestrale di Calenzano, Giurisdizione di parrocchiale di S. Lorenzo in Pian Tra Vigne nel piviere
Campi, Diocesi e Compartimento di Firenze. di Gropina, Comunità Giurisdizione e circa due miglia a
Risiede sopra una costa del monte della Calvana tra il ponente maestrale di Terranuova, Diocesi e
Compartimento di Arezzo. –Vedere PIAN TRA VIGNE. Finalmente i colli di Trebiano danno un vino spiritoso
talché, io penso, che dai vitigni di questa contrada
prendesse il vocabolo la vite detta comunemente
TREBANA di Romagna nel vallone del Tramazzo. – Trebiano.
Casale che da il vocabolo ad un popplo (S. Michele a La comunità di Trebiano é composta di due popoli, cioé:
Trebana) nella Comunità di Tredozio, già in quella di Cerri (S. Anna, pieve) che nel 1832 aveva Abitanti N°
Portico, Giurisdizione della Rocca S. Casciano, Diocesi di 232
Faenza, Compartimento di Firenze. Trebiano (S. Michele, pieve) che l’anno stesso contava
Siede Trebana sulle spalle dell’Appennino di S. Benedetto Abitanti N° 600
presso dove si stacca il contrafforte che inoltrasi fra le TOTALE Abitanti N° 832
fiumane del Tramazzo e di Valle Acereta.
La chiesa di Trebana era di padronato dei vescovi di
Faenza sino da quando uno di essi per nome Pietro TREBBIO (Trivium) – Non meno di otto ville, poggi e
nell’anno 1063 (6 maggio) donò al santo monaco casali sotto il titolo di Trebbio esistono tuttora nel
cardinale Pier Damiano per i suoi eremiti di Gamugno la Granducato; cioé il Trebbi fra Modigliana e Dovadola, il
metà dei beni, chiese e decime comprese nel pievano di S. Trebbio di San Sepolcro, il Trebbio sulla Sovara, il
Valentino presso Tredozio, a riserva peraltro delle chiese Trebbio di San Pier a Sieve, e quello di Pontassieve, senza
di Trebana, Madrignano e Vidigliano. dire della Terra del Treppio di Cantagallo, né della
Nel secolo XIII la chiesa di Trebana era stata ceduta in distrutta rocca e chiesa di S. Maria al Trebbio di Cascina
padronato ai monaci Camaldolensi di S. Ippolito di nel Val d’Arno pisano.
Faenza. – (ANNAL. CAMALD. Vol.I.)
Gli abitanti di Trebana si diedero al Comune di Firenze
nel 1 agosto del 1383. – Vedere PIEVE DI S. TREBBIO DEL CHIANTI nella Val d’Arbia. – Casale
VALENTINO, E TREDOZIO. già Castello dove fu una chiesa parrocchiale (S. Niccolò
La parrocchia di S. Michele a Trebana nel 1833 contava al Trebbio) da lunga mano soppressa, nel piviere di S.
99 abitanti. Giusto in Silcio, Comunità Giurisdizione e circa miglia
due a libeccio di Radda, Diocesi di Fiesole,
Compartimento di Siena.
TREBBIANO, o TREBIANO in Val di Magra. – Castello Oltre quanto fu accennato all’Articolo Castellina del
con chiesa parrocchiale plebana (S. Michele) capoluogo Chianti, vi é da aggiungere, qualmente di cotesto Castello
di Comunità, nel Mandamento di Lerici, Diocesi di Luni del Trebbio e dei suoi signori s’incontrano notizie nel
Sarzana, Provincia di Levante, R. Sardo. secolo XII, tostoché nel 1193 i suoi dinasti concedettero
È posto in poggio fra Arcola e il monte già detto facoltà alla Repubblica Fiorentina di metter presidio e di
Caprione, ora di S. Marcello, alla destra del fiume Magra poter munire a sua volontà il castello del Trebbio ed il
e della strada che guida da Sarzana a Lerici, da cui Castiglione, o Castellina de Trebbiesi, a condizione che la
Trebbiano dista circa due miglia a grecale. repubblica difendesse come causa propria quei signori e i
Il castel di Trebbiano con la sua pieve fino al secolo X era loro possessi. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del
di giuspadronato dei vescovi di Luni, avvegnachè il Monastero delle Trafisse di Siena).
Castello fu confermato a cuei conti prelati con diploma Anco nell’Arch. Privato dei nobili senesi Borghesi Bichi
del 9 maggio 963 dall’Imperatore Ottone I e più tardi esiste una membrana del 17 febbrajo 1187 (stile comune),
(1184) dall’Imperatore Federigo I. Rispetto alla sua pieve la quale verte sopra un lodo proferito nella chiesa di S.
lo accennano le bolle pontificie di Eugenio III (1149) e Giovanni Evangelista a Quercia Grossa a causa di una
Innocendo III (1202) dirette ai vescovi di Luni. vertenza fra la badessa di Monte Cellese e la badessa di S.
Nel secolo XIII gli abitanti del Castello di Trebiano Maria in Colle nel Chianti, del quale ultimo Monasteri
dovettero aprire le porte a diversi padroni, fra i quali i furono patroni i signori del Trebbio, finché questi ultimi
Pisani che lo tenevano nel 1256, quando nella pace con atto pubblico del 13 giugno 1194 rinunziarono alla
conclusa fra essi ed i Fiorentini (23 settenbre 1256) badessa e monache di Monte Cellese ogni padronato che
dovettero consegnare a questi ultimi Trebiano con altri avevano nella chiesa e Monastero di S. Maria in Colle.
paesi della Val di Magra, fino a che Trebiano, caduto in Riferisce pure a questo Trebbio una provvisione della
potere dei nobili Mascardi di Sarzana, fu da questi Signoria di Siena del 1251, che ordinò di marciare con il
venduto nel 13 giugno del 1285 alla repubblica di suo esercito sopra il Castello di Trebbio. –
Genova, con altre ville vicine al detto castello, compreso (ARCH.DIPL.SAN. Consigli della Campana).
il loro distretto e giurisdizione.
Per altro Trebiano insieme con Lerici nel secolo XIV fu
riconquistato dai Pisani, per cura dei quali nel 1321 fu TREBBIO, o TREPPIO DI CANTAGALLO. –Vedere
innalzata la rocca quadrata esistente tuttora sopra il paese TREPPIO.
con gli stessi strambotti scolpiti come a Lerici contro i
Genovesi. –Vedere LERICI.
Quindi Trebiano dopo 173 anni vide per breve tempo un TREBBIO (S. MARIA AL) nel Val d’Arno pisano. –
altro padrone, allorché una parte dell’esercito di Carlo Castello distrutto sulla ripa sinistra dell’Arno ch’ebbe
VIII appena arrivata a Sarzana (1494) occupò ai Genovesi nome della sua chiesa parrocchiale nel piviere di S.
anche Trebiano. Casciano a Settimo, Comunità e circa 3 miglia toscane a
ponente di Cascina, Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e Giovanni Battista) nel pievano maggiore, Comunità
Compartimento di Pisa. Giurisdizione e Diocesi di San Sepolcro da cui dista circa
Fu uno de’castelli del contado pisano preso nel febbrajo un miglio a scirocco nel Compartimento di Arezzo.
del 1431 da Niccolò Piccinino, riacquistato nel giugno Trovasi in pianura presso la ripa destra del torrente Afra,
successivo dopìo 15 giorni di assedio dai Fiorentini, per appena mezzo miglio toscano discosto dal fiume Tevere
ordine del cui governo poco dopo il castello di S. Maria al che scorre al suo libeccio.
Trebbio venne demolito. La parrocchia di S. Giovanni Battista al Trebbio nel 1833
contava 169 abitanti.
TRESANTI in Val d’Elsa. – Casale con chiesa prioria (S. TRESPIANO (Trans planum) nel Val d’Arno fiorentino.
Bartolommeo) nel piviere di S. Pietro in Mercato, – Borgata e contrada con chiesa parrocchiale (S. Lucia)
Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a ostro di già S. Maria a Trespiano, una delle antiche suburbane
Montespertoli, Diocesi e Compartimento di Firenze. della cattedrale di Fiesole, alla cui Diocesi apparteneva, di
Risiede in Valle presso la ripa sinistra del torrente Presale corte permutata con altra parrocchia della Diocesi di
fra Montespertoli, Certaldo, Castel fiorentino e Lucardo. Firenze, nella Comunità del Pellegrino, Giurisdizione di
Il parroco della cura di S. Bartolommeo a Tresanti è di Fiesole, Compartimento di Firenze. Risiede sul pianoro
padronato de’Marchesi Riccardi. del poggio situato alle spalle di quello della Lastra sopra
Essa nel 1833 noverava 143 popolani. Firenze, fra le scaturigini de’torrenti Mugnone e Terzolle,
assai d’appresso alla strada postale Bolognese che resta al
suo levante, e tre miglia innanzi di scendere a Firenze.
TRESCHIETTO in Val di Magra. – Piccolo Castello con Sino dal secolo X possedevano beni in Trespiano i nobili
chiesa parrocchiale (S. Gio. Battista) nel vicariato foraneo di Cercina e quindi i Cattani di Firenze stati patroni della
di Filetto, Comunità e circa 6 miglia toscane a grecale di chiesa di Trespiano, poco lungi dalla quale esisteva un
Villafranca e Filetto, Giurisdizione di Aulla, Diocesi di caritatevole ospizio, o spedaletto, cui fino dal 1276 lasciò
Massa Ducale, già di Luni Sarzana, Duca di Modena. per testamento un’elemosina la contessa Beatrice di
Risiede sull’Appennino del Mont’Orsajo a confine col Capraja. Fu questo uno degli spedali soppressi dal capo
territorio superiore di Bagnone e con la cresta del della reggenza conte di Riche court con notificazione del
Mont’Orsajo, la di cui schiena acquapende nel Ducato di 1751.
Parma. Questa contrada da 60 anni è spopolata di viventi,
Treschietto diede il titolo ad un feudo de’marchesi popolatissima però di morti, per esserci stato destinato il
Malaspina di Filattiera, toccato mediante la divisione del Camposanto della capitale del Granducato.
1351 a Giovanni appellato Berretta figlio di Niccolò La chiesa parrocchiale di S. Lucia a Trespiano fu permuta
Marchesotto; il qual feudo componevasi del capoluogo di nel 1795 dal diocesano di Fiesole con quella fiorentina di
Treschietto con le ville di Agnola, Corlaga, Finale, Jera, S. Martino a Mensola, siccome fu indicato all’Articolo
Leorgio, Palestra, Stazzone e Vico. – Ma cotesto feudo fu MENSOLA (S. MARTINO A).
assai presto suddiviso fra Giovanni giuniore e Dazio, due La parrocchia di S. Lucia a Trespiano nel 1833 contava
fratelli nati da Federigo detto il Tedesco figliuolo che fu 299 abitanti.
di Giovanni Berretta. Al primo frattanto di quei nipoti
toccò di parte Treschetto, al secondo Corlaga, Jera, Vico,
ecc. TRESSA, TREISA o TRESA torrente nella Val d’Orcia.
Il Marchese Giovanni giuniore nel 1429 approvò lo – È un breve corso d’acqua che scende in Orcia dal fianco
statuto di Treschietto. – L’ultimo feudatario di quella occidentale del monte di Totona in Comunità di
linea fu un Marchese Ferdinando, il quale nel 1698 vendé Montepuliciano, passando per Montichiello in Comunità
il suo feudo al Granduca Cosimo III. Cotesto fatto motivò di Pienza, da non confondersi però con altro torrente
una lunga controversia fra il Granduca che lo aveva Tressa sotto Siena ch’è tributario dell’Arbia.
acquistato, i Marchesi Malaspina di Filattiera autori del
ramo di Treschietto, che lo pretendevano, ed il Fisco
imperiale che dopo la morte del marchese Ferdinando TRESSA torrente sull’Arbia. – Vedere l’Articolo
venditore (1743), entrò al possesso per caducità del feudo seguente.
predetto.
Che sebbene l’Imperatore Carlo VI, alle preci di Bernabò
Marchese di Filattiera, facesse restituirgli il feudo di TRESSA (S. MARIA IN) nella Val d’Arbia. – Parrocchia
Treschietto, appena al Marchese Bernabò mancò la vita, il antica suburbana della pieve maggiore di Siena, posta alla
fisco imperiale tornò a riprenderne il possesso che ritenne sinistra del piccolo torrente omonimo, sotto i colli cretosi
senza far conto delle fervorose istanze del Marchese di Siena e quelli dell’antica Certosa di Bel Riguardo, dove
Manfredi figlio ed erede di Bernabò prenominato, e il torrente Tressa ha origine, alla destra della strada regia
nettampoco della dotta scrittura presentata al Consiglio Grossetana, nella Comunità delle Masse del Terzo di
Aulico dal professore pisano Avv. Megliorotto Maccioni. Città, Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Siena,
– Finalmente Treschietto col suo territorio fu dato in dalla qual città la chiesa di S. Maria in Tressa trovasi
feudo, da primo al principe Coloredo di Viena, in seguito intorno ad un mezzo miglio toscano al suo libeccio.
al principe Corsini di Firenze, finché sul principio del Tanto questa cura, come l’altra di S. Angelo in Tressa, o
secolo attuale fu occupato dai Francesi, e nel 1814 riunito al Ponte a Tressa, presero il vocabolo dal torrentello
alli Stati Estensi di Lunigiana, fra i quali attualmente si Tressa che le avvicina.
conserva. – Vedere VILLAFRANCA E FILETTO. La contrada, o la Massa di Tressa, è rammentata in una
La parrocchia di S. Giovanni Battista a Treschietto nel membrana archetipa del giugno 1082 scritta in Siena,
nella quale trattasi della donazione fatta a due fratelli di scirocco fra le Valli della Fiora e dell’Albegna, la dove ha
alcuni beni situati nel borgo di Porta Camullia, all’Olivo, origine il fosso delle Zolforate, uno de’tributarj del fiume
al Castagno, in tressa, a Quarto ed in altri luoghi dei Albegna.
contorni di Siena. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della All’Articolo ATRIANA DI SOVANA inviai il lettore a
Badia di Passignano). questo di TRIANA DI S. FIORA; giacché fra le carte
Alla chiesa di S. Maria in Tressa sul declinare del secolo antiche i vocaboli di Triana si leggono scritti unitamente
XVIII furono riuniti gli abitanti vicini alle mura di Siena, al segnacaso (A Triana). Tale era quel vico di Atriana del
i quali solevano far parte delle parrocchie limitrofe situate contado di Soana rammentato in una membrana rogata di
però dentro la città. agosto dell’anno 822 nella città di Soana; tale fu
Anche l’altra Massa di fonte Benedetta nel Terzo di città l’Atriana, patria di un Pietro di Atriana che nel luglio
era compresa nella cura di S. Maria in Tressa; la quale dell’886 in qualità di avvocato assistè ad un placito tenuto
parrocchia nel 1833 aveva 338 abitanti. dentro le mura di Soana dai gastaldi, dal vescovo di detta
città, da diversi scabini e da altri giudici, in favore del
Monastero del Montamiata. – (ARCH. DIPL. FIOR.
TRESSA (S. ANGELO IN) – Vedere PONTE A TRESSA Carte della Badia Amiat.)
in Val d’Arbia, cui si può aggiungere la notizia di un In seguito il castello di Triana fu dominato dai conti
testamento olografo scritto in Siena in lingua volgare lì 28 Aldobrandeschi di S. Fiora, i quali nel 1388 venderono il
febbrajo 1288 (vale a dire 10 anni dopo il testamento feudo di Triana per fiorini 898 alla famiglia Piccolomini
volgare della contessa Beatrice di Capraja) col quale il di Siena; un ramo della quale, dopo aver preso il
testatore Memmo del fu Viviano del popolo di S. distintivo de’Signori della Triana, possiede tuttora la
Desiderio di Siena fra i varj legati lasciò alla cassa di S. parte maggiore del suo distretto.
Maria della Misericordia di Siena una vigna posta nel Esiste nell’Archivio delle Riformagioni di Firenze una
popolo di S. Angelo in Tressa. – (ARCH. DIPL. FIOR. procedura sul diritto e giurisdizione territoriale della
Carte di S. Agostino di Siena.) signoria della Triana in una scrittura presentata nel 1683
al tribunale della pratica segreta in Firenze, fra i
Piccolomini di Siena ed i Mancini di Cortona.
TRE VALLI. – Vedere TRAVALLE. Altro esame sullo stesso feudo della Triana fu instituito ad
istanza del conte Spinello Piccolomini, nel tempo che egli
tentava, sebbene invano, di liberarsi dal vigore della legge
TRE VILLE nella valle del Montone in Romagna. – del 21 aprile 1749 relativa all’abolizione delle
Contrada composta di tre villate che costituirono un giurisdizioni feudali.
comunello fra i popoli di S. Benedetto in Alpe e di S. La parrocchia di S. Bernardino alla Triana nel 1833
Maria in Carpine, il qual comunello nel 1776 fu riunito contava 262 abitanti.
alla Comunità di Portico, che trovasi circa 6 miglia
toscane a libeccio delle Tre Ville, nella Giurisdizione
della Rocca S. Casciano, Diocesi di Faenza, TRIANA (PIEVE DI) già di ATRIANA, poi di VAL
Compartimento di Firenze. TRIANA in Val di Tora. – Era questa una pieve da lunga
Trovasi sul crinale dell’Appennino che da S. Benedetto in mano distrutta, che ha lasciato il suo vocabolo ad una
Alpe s’inoltra verso settentrione fra la Valle del Montone villa signorile, denominata ora Valtriano, nel popolo di
ed il vallone del Tramazzo. – Vedere PORTICO, Crespina, Comunità e circa 3 miglia toscane a grecale di
Comunità. Fauglia, Giurisdizione di Livorno, Diocesi di San
Miniato, già di Lucca, Compartimento di Pisa.
La villa di Valtriano trovasi in pianura sul fosso Crespina
TREVINA nella Valle Tiberina toscana. – Casale con alla sinistra della strada rotabile che da Vicarello guida a
chiesa parrocchiale (S. Cristofano) nella Comunità e circa Lari.
miglia toscane 3 a ostro libeccio del Monte S. Maria, Molte carte dell’Archivio Arcivescovile di Lucca avanti il
Giurisdizione di Monterchi, Diocesi di Città di Castello, mille rammentano cotesta pieve dedicata a S. Maria,
Compartimento di Arezzo. siccome lo provano fra le altre due membrane del 941 e
Risiede sul punto estremo del Granducato alla destra del 983, con l’ultima delle quali, del 16 agosto, Teudegrimo
torrente, Aggia fra il posto doganale di Giojello ed il vico vescovo di Lucca, stando nel Castello di S. Maria a
di Paterno. Monte, allivellò per l’annuo censo di soldi 7 e 1/2 di
La parrocchia di S. Cristofano a Trevina nel 1833 argento i beni della pieve di S. Maria d’Atriana con le
noverava 185 popolani. decime dovute dagli abitanti delle ville di Triana,
Crespina, Lari, Perignano, Lilliano, Lavajano, Preciano,
Castagnecchio, Valleonculi (sic), Luciana e Carpineto.
TRIANA DI SANTA FIORA, alias ATRIANA, nella Infatti nel catalogo delle chiese della Diocesi lucchese del
Valle dell’Albegna. – Castello con chiesa parrocchiale (S. 1260 furono designate sotto il piviere di Triana le 12
Bernardino) nella comunità e circa 3 miglia toscane a chiese seguenti; 1. S. Lorenzo a Castagnecchio (perduta);
levante di Roccalbegna, Giurisdizione di Arcidosso, 2. S. Andrea a Perignano (ignota); 3. S. Niccolò di Val
Diocesi di Soana, Compartimento di Grosseto. È posto d’Agnano (sic, idem); 4. S. Martino a Sterpaja (idem); 5.
sopra un risalto di poggio di rocce ofiolitiche a occidente S. Cristofano a Liliano (idem); 7. S. Lorenzo a
del contrafforte che dal Monte Labbro s’inoltra verso Montalbano (idem); 7. S. Lucia a Perignano (esistente);
8. S. Maria e S. Leonardo di Lari (esìstente); 9. S. Orbetello, Diocesi di Soana, Compartimento di Grosseto.
Michele a Lavajano vecchio (riunita alla seguente); 10. S. Io pongo cotesta distanza fra il Tricosto ed Orbetello
Martino a Lavajano nuovo (esistente); 11. SS. Stefano e supponendo che il poggio di Monteti col sovrastante
Michele a Crespina (riunita alla seguente); 12. S. Lucia a castellare detto la Castellaccia, e da taluni Capalbiaccio,
Crespina (esistente). fosse il poggio sul quale esisteva la rocca di Tricosto.
All’Articolo CRESPINA poi fu detto, che nel 1213 le due Cotesto Castellaccio pertanto è situato sulla sommità di
chiese parrocchiali di Crespina furono riunite in una, un monticello circa due miglia a libeccio di Capalbio, ed
siccome all’Articolo LARI fu indicato, e che il vescovo di altrettante a grecale dal Laghetto di S. Floriano e dalla via
Lucca con decreto del 10 dicembre 1372 diede licenza al Aurelia, il quale Castellaccio sotto nome di Monteti fu
parroco di S. Leonardo a Lari di tenere il battistero per la descritto dal Santi nel T. II del suo viaggio per la Toscana
ragione che era stata distrutta la pieve di Triana. meridionale, dove si legge quanto appresso:
«Consiste Monteti in un’area piana circolare di circa 200
piedi di diametro, circondata da un muro di pietre senza
TRICASI, TRECASI, o TRICCASI nella Valle della cemento con terrapieno al di fuori come un bastione fatto
Cornia. – Castello distrutto nel luogo della bandita a scarpa e contornato da un fosso ora ripieno. Cotesto
vescovile della Marsigliana, nella Comunità bastione, largo alla base circa 29 piedi, è circondato da un
Giurisdizione Diocesi e circa 5 miglia toscane a ponente altro bastioncello di terra lavorato esso pure a scarpa e che
grecale di Massa Marittima, Co mpartimento di Grosseto. gira parimente intorno ad un secondo ripiano. A questo
Della ubicazione del Castello di Tricasi non solo esistono secondo bastioncello serve di base un terzo bastione di
indizj in un istrumento del 5 gennajo 1224 rammentato terra simile al secondo, per modo che dal terzo al primo
all’Articolo MASSA MARITTIMA, ma ancora in altri del bastione avvi la distanza di circa 76 piedi.
secolo VIII. Nel primo più interno e superiore perimetro esistono le
Avvegnachè all’Articolo BAGNI VETULONIENSI citai tracce di un ingresso, nei fianchi esterni del quale trovansi
una pergamena dell’archivio arcivescovile di Lucca i fondamenti di due torrioni rotondi fabbricati anch’essi di
scritta nell’aprile 754, dove è fatta menzione del territorio pietra senza cemento. L’area interna di cotesto
e Castello di Tricasi a confine con il Gualdo del Re e la castellaccio è coperta di farnie, di aceri, di cornioli, di
chiesa di S. Regolo, ora Madonna del Frassine. lambruschi e di altre piante selvatiche senza indizio
Anche nell’Archivio Diplomatico Sanese fra le carte della alcuno di case.»
Comunità di Massa se ne conserva una del maggio 793, in Lo stesso santi nel salire sulla cima di Monteti scuoprì
cui si nomina un abitante del Castello di Tricasi. verso la parte superiore del monte dal lato di mezzodì e di
In seguito il castello predetto col suo territorio pervenne tramontana copiose sorgenti di acqua potabile limpida e
in potere della contessa Giulitta e del suo figlio Rodolfo, leggera, le quali disperdevansi per il poggio.
la qual donna, già rammentata agli Articoli LECCIA e Lascerò la congettura che ne dedusse quel viaggiatore, e
SUVERETO, dopo restata vedova del conte Ugo, nel solamente avvertirò; che un castello appellato Al Tricosto
1099 donò alla mensa vescovile di Massa la metà del fu compreso nella famosa donazione fatta alla Badia delle
Castello e distretto di Tricasi, mentre pochi anni dopo Tre Fontane, o ad Aquas Salvias, dell’Ansedonia e suo
l’altra metà del castello e pertinenze di Tricasi fu donata territorio, nel quale si trova specificato castrum
dalla gran contessa Matilde ai vescovi di Massa e Tricostricum, ecclesiam S. Fridiani (forse S. Floriani)cum
Populonia; in guisa che questi prelati, divenuti liberi lacu piccolo juxta cam posito ecc.
signori di cotesto luogo, lo assegnarono in feudo a diversi Le quali ultime parole sembra che debbano corrispondere
nobili di Massa e di Suvereto. al Laghetto di S. Floriano poco distante dal monte della
Concorrono a conferma di tuttociò alcuni istrumenti del castellaccia di Monteti e che io sospetto essere stato il
secolo XIII esistenti nell’Archivio predetto fra le carte di Castello del Tricosto.
Massa, fra le quali ne rammento per tutte due del 12 Dai monaci delle Tre fontane il Castello del Tricosto con
agosto e 21 novembre del 1282, sufficenti a dimostrare Capalbio, l’Ansedonia, Orbetello e sue pertinenze, nel
che il territorio di Tricasi era posseduto da più persone, 1269, fu rilasciato in feudo al conte Ildebrandino, il
dalle quali ne fa alienata porzione al Comune di Massa. Rosso, degli Aldobrandeschi di Soana, quindi nel 1286, e
Cotesta promiscuità di dominio utile e diretto eccitò varie di nuovo nel 1303, fu rinnovato il feudo a favore della
volte delle controversie fra i vescovi di Massa ed i loro contessa Margherita unica figlia del suddetto conte
feudatarj, le quali terminarono col dovere questi restituire Ildebrandino, la quale portò tutti i suoi feudi e
alla mensa di Massa un territorio nudo di case e giurisdizioni nella casa Orsini di Roma dove si maritò. –
inselvatichito, annesso alla parte superiore della bandita di Vedere ORBETELLO e CAPALBIO.
Marsiliana, denominato tuttora il campo alla Lite. –
Vedere MARSILIANA DI MASSA MARITTIMA, cui si
possono aggiungere i vistosi bonificamenti agrarj fatti di TRINITA (S.) DI ALFIANO. –Vedere BADIA DI
corto dal vescovo attuale a quella episcopale bandita. ALFIANO, E PUGNA (VAL DI).
TRICOSTO, o AL TRICOSTO nella Valle inferiore della TRINITA (S.) IN ALPE o IN ALPI. – Vedere ABAZIA
Fiora. – Piccolo Castello da lungo tempo distrutto nel DI S. TRINITA’DELL’ALPI.
distretto parrocchiale di Capalbio, Comunità
Giurisdizione e tra le 9 e le 10 miglia toscane a levante di
TRINITA’ (SS.) DI MONTE CALVO nella Valle della Pagnano (demolita e riunita alla seguente); 5. S. Lorenzo
Fiora. – Vedere gli Articoli MONTE CELLESE, e di Fauglia (pieve prepositura); 6. S. Michele al Pozzo
SANTA FIORA. (demolita); 7. S. Maria di Montalto (idem e riunita a
Tripallo); 8. S. Michele di Meletro (ignota); 9. SS. Jacopo
e Cristofano a Tripalle (attualmente cura sotto la pieve di
TRINITA’ (S.) DI SPINETA. – Vedere BADIA A Fauglia); 10. S. Lorenzo di Colle Alberti (ora interdetta e
SPINETA, e così di tutte le altre chiese parrocchiali che annessa alla cura di Tremoleto).
hanno per titolare la SS. Trinità. Nel 1627 il popolo della pieve de’ SS. Gio. Battista e
Marino di Tripallo, o di Val d’Isola fu riunito a quello de’
SS. Jacopo e Cristofano a Tripalle, la qual chiesa è di
TRINORO (CASTIGLIONCELLO DEL). – Vedere giuspadronato a vicenda della nobile famiglia Lanfranchi
CASTIGLIONCELLO DEL TRINORO. di Pisa e dei vescovi di San Miniato. Uno di questi prelati,
Alessandro Strozzi, con decreti degli 11 ottobre 1635
sottopose la detta cura di Tripalle alla pieve di Fauglia.
TRIPALLE, o TRIPALLO delle Colline pisane nella Val In quanto alla storia del paesetto di Tripalle, oltre quanto
di Tora. – Casale con indizj di un fortilizio diruto e di fu annunziato, aggiungerò una bolla del Ponteficie
un’antica chiesa plebana (SS. Gio. Battista e Martino), Anastasio IV degli 8 settembre 1153, con la quale furono
altrimenti detta di Val d’Isola, da lunga età riunita alla confermati al capitolo della Primaziale di Pisa i beni che
cura de’SS. Jacopo e Cristofano a Tripalle, nella esso possedeva nel Castello e corte di Tripalle, e che
Comunità e circa 3 miglia toscane a levante grecale di furono concessi a quel clero dalla contessa Beatrice
Fauglia, Giuris dizione di Livorno, Diocesi di San marchesa e governatrice della Toscana. – (TRONCI, Ann.
Miniato, una volta di Lucca, Compartimento di Pisa. Pis.)
Il paesetto con la chiesa di Tripalle risiede su di una Ebbero in seguito signoria in Tripalle i signori
collina tufacea alla destra del torrente Isola lungo la Upezzinghi, i Lanfranchi ed i conti della Gherardesca,
strada rotabile che da Crespina guida a Fauglia. uno de’ quali, il conte Ildebrandino, nel 1276 rinunziò i
Le memorie di questo luogo cominciano a farsi conoscere suoi diritti e dominio utile sopra Tripalle alla Repubblica
nel secolo VIII fra le carte degli Archivi Arcivescovili di Pisa.
pisano e lucchese, una delle quali è del 780, quando i tre I popoli di Tripalle, di Montalto, Fauglia, Tremoleto e di
nobili fratelli pisani fondarono presso Calci la Badia di S. altri castelletti di questi contorni nel 1385 si ribellarono
Savino, traslatata poi a Montione più d’appresso a Pisa, alla Repubblica pisana per istigazione dei figli di
alla quale lasciarono fra i molti beni una loro corte posta Bacarozzo della Gherardesca conti di monte Scudajo; ma
nel distretto di Tripallo. essi dovettero ben presto ritornare all’obbedienza di quel
Anche una membrana del 29 aprile 907, pubblicata nel T, Comune, cui restarono fino all’ottobre del 1406, quando
V. P. III delle Memorie per servire alla storia del Ducato per atto pubblico del 20 di quel mese si sottomisero al
lucchese, tratta dell’investitura data da Pietro vescovo di Comune di Firenze, dal quale si concedettero alle
Lucca della pieve di S. Giovanni Battista e S. Martino sita popolazioni designate alcuni privilegj, e che l’anno dopo
in loco et finibus Tripallo al prete Azzo, o Azzone, stato approvò gli statuti parziali di Crespina e di Tripalle.
eletto in pievano della medesima. Dagli statuti del 1510 si rileva, che ai due Comuni
La pieve vecchia di Tripallo, che portò anche il distintivo predetti di Crespina e Tripalle erano stati riuniti i due
di S. Giovanni in Val d’Isola, esisteva a piè della collina comunelli di Miliano e di Leccia.
presso la ripa destra del fiumicello Isola, circa mezzo Lo statuto poi fiorentino del 1415 ne avvisa, che i popoli
miglio distante dalla cura attuale dedicata ai SS. Jacopo e di Tripalle, di Fauglia, Montalto e Crespina erano
Cristofano. sottoposti alla giurisdizione civile del potestà di
Essa era fabbricata tutta di pietre squadrate, ed il capitano Rosignano; dalla quale passarono sotto la civile e
Giovanni Mariti ne ha lasciato una minuta descrizione col criminale di Lari, di dove al principio del secolo XVII
disegno nel Testo IV del suo Odeporico MS. delle Colline ritornarono e tuttora si mantengono sotto quella di
pisane esistente in Firenze nella Biblioteca Riccardiana. Livorno, quando, cioè, fu formato quel nuovo capitanato.
Cotesta antica chiesa finalmente fu profanata nel 1783, e Il popolo di Tripalle confina a levante con la cura di
quindi venduta al Marchese Manfredi Malaspina di Crespina, a scirocco con il popolo di S. Ermo, a ostro con
Filattiera, il quale convertì quel tempio in una tinaja, le cure di Tremoleto e Lorenzana, a libeccio con Fauglia,
comecchè fino dal secolo XVI servisse più che altro ad a ponente con Colle Salvetti, ed a settentrione con il
uso di magazzino di grano; e allora la canonica fu ridotta popolo di Cenaja.
dal suddetto acquirente a casa colonica. Quarant’anni LA parrocchia de’ SS. Jacopo e Cristofano a Tripalle, o
innanzi che la detta pieve fosse profanata, credeva il Tripallo, nel 1833 aveva 751 abitanti.
Mariti che fosse stata restaurata, arguendo egli dall’anno
1745 segnato nei cavalletti della sua tettoja.
Secondo il catalogo dell’estimo fatto nel 1260 delle chiese TRITURRITA. – Vedere LIVORNO.
della diocesi di Lucca la pieve di Tripallo aveva di rendita
annua lire 300. – Erano allora sue filiali le chiese
seguenti; 1. SS. Fabiano e Sebastiano a Tremoleto (ora TRIVALLI, e talvolta TRAVALLE e TREVALLI. –
pieve); 2. S. Stefano a Vicchio (demolita); 3. S. Lucia a Vedere TRAVALLE.
Gerlo, o Gello (annessa a Tremoleto); 4. S. Giusto di
TUBBIANO in Val Tiberina. – Casale con chiesa parrocchiale (S. Donat
TRIVIO (ABBADIA DEL). – Vedere ABAZIA DEL Risiede sul fianco occidentale delle colline che da
TRIVIO, E MONTE CORONARO O CORNARO. Anghiari s’inoltrano verso la strada regia d’Urbania a S.
Leo, lungo la via comunitativa rotabile che staccasi da
Anghiari per sboccare nella regia predetta.
TROGHI. – Borgata che prende il titolo da un piccolo La parrocchia di S. Donato a Tubbiano nel 1833 contava
torrente nel Val d’Arno superiore, attraversata dalla strada 202 individui.
regia Aretina, fra il borgo di Antica e quello di Palazzuolo
dell’Incisa. – Il torrente di Troghi sbocca in Arno
all’ingresso superiore del Pian d’Isola nel popolo di S. TUFI (S. MATTEO A) NELLE MASSE DI CITTA’ in
Cristofano a Perticaja, Comunità di Rignano, Val d’Arbia. – Contrada che ha dato il nome ad una delle
Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, porte della città di Siena ed alle chiese riunite de’ SS.
Compartimento di Firenze. Matteo e Margherita a Tufi, cui è annessa ancora la
La borgata di Troghi è anche nota a cagione di una fiera cappella de’SS. Apollinare e Teodoro nella Comunità del
annuale che vi si pratica nel primo lunedì di agosto. terzo di Città, Giurisdizione Diocesi e Compartimento di
Siena, dalla qual città la chiesa di S. Matteo, o Masseo, e
appena un terzo di miglio toscano a ostro.
TROJA (CAPO DELLA). – Promontorio a levante del La chiesa di S. margherita situata in valle fuori Porta a
seno di Piombino con torre ed un posto doganale di terza Tufi fu in origine un monastero di suore, alle quali il
classe dipendente dal doganiere di Follonica nella Comune di Siena nel 1284 mandava un’elemosina che
Comunità e Giurisdizione di Gavorrano, Diocesi e continuò a somministrarle annualmente fino al 1509,
Compartimento di Grosseto. – Vedere CAPO DELLA epoca della soppressione di quell’asceterio. – Allora alla
TROJA, e LITTORALE TOSCANO. chiesa di S. Margherita fu dato un parroco inamovibile,
che stabilì la sua canonica in una parte del contiguo
claustro, ed ebbe per annessi i popoli de’comunelli di S.
TROJANA, o TRAJANA nel Val d’Arno superiore. – Matteo e de’SS. Apollinare e Teodoro a Tufi.
Casale che fu Castello, la cui parrocchia de’ SS. Fabiano e Nel 1288 Rinaldo Malavolti, e nel 1308 Bernardino
Sebastiano è compresa nel pievanato di S. Giustino, Piccolomini lasciarono per testamento de’ considerabili
Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a grecale assegni e dotazioni al monastero di S. Margherita.
di Terranuova, Diocesi e Compartimento di Arezzo. Ma nella guerra ultima di Siena cotesta contrada già
Risiede sull’altipiano de’ poggi attraversati dalla strada popolosa ebbe a soffrire gravi danni dagli assediati e dagli
de’Sette Ponti fra le sorgenti dell’Ascione e dell’Agna. assedianti, mentre i primi, nell’aprile del 1553, e poscia
Vi ebbero signoria gli Ubertini e quindi il Comune di nel maggio del 1554, rasarono costà un borgo di circa 14
Arezzo, finché gli abitanti della Trajana sotto dì 28 case, ed i secondi nel giugno successivo assalirono con
maggio 1344 si sottomisero alla Repubblica Fiorentina. loro vantaggio fuori di Porta Tufi le truppe francesi e
Una membrana della Badia di Vallombrosa del gennajo sanesi.
1106, scritta nel Castello della Trojana, tratta della È compreso nel popolo di S. Matteo a Tufi il soppresso
donazione di una porzione di terre situate nel Castello e Monastero di Monte Oliveto ed il casino Piccolomini con
corte delle Trojana fatta da due figliuoli del fu messer l’annessa cappella di S. Apollinare.
Ugone degli Ubertini alla Badia di S. Trinita a Fonte La parrocchia de’ SS. Matteo e Margherita a Tufi nel
Benedetta, ossia in Alpe. 1833 contava 319 popolani.
La parrocchia de’ SS. Fabiano e Sebastiano alla Trajana,
o Trojana, nel 1833 contava 256 abitanti.
TUORI in Val di Chiana. – Casale con chiesa
parrocchiale (S. Giorgio) nel piviere di Battifolle, già di
TROJOLA DELLE MASSE DI CITTA’ in Val d’Arbia. – Vicione piccolo, Comunità e circa tre miglia toscane a
Casale ch’ebbe parrocchia (S. Lucia) unita nel 1476 alla levante grecale di Civitella, Diocesi Giu risdizione e
cura di Monsindoli, nella Comunità del Terzo di Città, Compartimento di Arezzo.
Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Siena, la qual Risiede in costa lungo il fosso Vignone a cavaliere del
città trovasi circa 3 miglia toscane al suo settentrione. Casale di Magliano, o Mugliano e della strada regia
Era questo uno de’comunelli delle Masse di Città posto appellata Longitudinale della Val di Chiana.
nella collina di Monsindoli fra la Tressa e la Sorra, il Fra le carte della confraternita della Nunziata di Arezzo
quale nel principio del secolo XIV contava il suo sindaco, una del 1354 rammenta un Giovanni di Tuori (se non fu
stato soppresso nei tempi Medicei, e forse prima. – figlio di un Tura) pittore aretino. – (Lett. Critico Storiche
Vedere MONSINDOLI E SIENA, Comunità DEL d’un Aretino pag. 47) – Vedere VICIONE PICCOLO (S.
TERZO DI CITTA’. QUIRICO A).
La parrocchia di S. Giorgio a Tuori non esisteva nel 1551.
Essa nell’anno 1833 noverava 196 popolani.
TROVE torrente in Val d’Asso. – Vedere TREQUANDA,
Comunità.
TURA (DOGANA DELLA) presso le cateratte del padule
di Bientina lungo il canale imperiale della Seressa. –
Vedere BIENTINA, Comunità. appartenervi anco l’alto dominio della contea di Turicchi.
Fu creduto infatti, che cotesto alto dominio fosse
tacitamente dei vescovi di Fiesole riconosciuto, tostoché
TURANO, talvolta TORANO in Val di Magra. – Casale la Comunità di Turicchi per atto pubblico del 25 giugno
con chiesa parrocchiale (S. Francesco) nel piviere di S. 1398, previo il consenso del suo vescovo, si diede in
Paolo a Vendaso, Comunità Giurisdizione e circa miglia accomandigia per anni dieci alla Repubblica Fiorentina.
due a grecale di Fivizzano, Diocesi di Pontremoli, già di Infatti che il Comune di Firenze mantenesse
Luni Sarzana, Compartimento di Pisa. costantemente illese le ragioni di alto dominio su Turicchi
Risiede presso la base orientale del monte detto Montalini lo dichiara l’annuo tributo che i suoi abitanti al pari dei
sulla destra del fosso che scende dal poggio di Vendaso feudatarj Camaldolensi di Moggiona e del popolo di S.
fra i grossi torrenti Mommio e Rosaro. Michele a Trebana nell’Appennino di Tredozio dovevano
La parrocchia di S. Francesco a Turano nel 1833 contava recare ogni anno a Firenze in un cero di libbre sei nel
70 popolani. giorno della festa di S. Giovanni Battista.
Inoltre nell’Arch. delle Riformagioni si conserva una
relazione presentata da Francesco Vinta nel 18 agosto
TURICCHI o TORRICCHI in Val di Sieve. – Villaggio 1563 ad istanza degli uomini di Turicchi per alcune
con chiesa prioria (S. Pietro) nel piviere della Rata, gravezze che voleva imporre loro il vescovo di Fiesole,
Comunità e circa 8 miglia toscane a settentrione di nella quale scrittura si prendono ad esame le prerogative
pelago, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, di questo luogo stabilite con sentenza del 13 marzo 1564
Compartimento di Firenze. (stile comune) dal consiglio della Pratica segreta. In altra
Trovasi al piè del poggio della Rata presso la strada regia relazione di Paolo Vinta del 12 agosto 1574, ad oggetto di
Forlivese lungo la riva sinistra della fiumana Sieve, circa ovviare ai contrabandi che si facevano dagli uomini di
mezzo miglio toscano sotto la confluenza del torrente Turicchi, il Granduca rescrisse: Il Vinta dica al Vescovo
Moscia. (di Fiesole), che se non consente all’opinione della
Fu cotesto villaggio antico feudo de’ vescovi di Fiesole, Pratica. S. A. gli annullerà l’esenzione, perché non la
per cui essi portarono il titolo di conti di Turicchi. vuole in suo pregiudizio. – (ARCH. DELLE
In tutte l’occasione che il Comune di Firenze tentò di RIFORMAGIONI DI FIRENZE Lessico Stor. Diplom.).
esercitare atti di giurisdizione sopra la contea di Turicchi Sul delineare del secolo XVIII, la contea di Turicchi fu
insorsero fiere controversie che, sebbene temporariamente annullata dalle leggi vigenti nel Granducato.
decise, non hanno mai portato ad un resultato decisivo ad La parrocchia di S. Pietro a Turicchi nel 1833 noverava
oggetto di stabilire la natura di cotesto territorio feudale. 347 abitanti.
E quantunque sotto il governo della dinastia felicemente
regnante se ne offrissero varie occasioni, ciò non ostante
fino al governo del Granduca Leopoldo I non si è curata TURRICCHIO o TORRICCHIO in Val di Nievole. –
la cosa, ch’esser potrebbe soggetto di una dissertazione Casale dove fu una piccola torre, da cui prese il
non inutile a dimostrare, che in tutti i tempi i sovrani dei nomignolo la chiesa parrocchiale della SS. Concezione
territori nei quali è compreso quel tal feudo, hanno il nella Comunità e circa due miglia toscane a ostro di
diritto di disporre del medesimo, salvi i patti espressi nei Uzzano, Giurisdizione e Diocesi di Pescia,
diplomi speciali. Compartimento di Firenze.
Fra i privilegi che su questo proposito possono allegarsi Risiede in pianura fra la fiumana della Pescia nuova, la
reputo il più antico quello dell’Imperatore Corrado I dato strada postale, la villa di Bellavista e il borghetto degli
in Roma nel 1027, col quale confermò a Jacopo Bavaro Alberghi.
Vescovo di Fiesole tutto ciò che il Vescovo Regimbaldo Non è da confondersi questo luogo di Torricchio con altra
suo antecessore aveva acquistato nei contadi fiorentino e chiesa di Torricchio esistita presso S. Martino in Colle
fiesolano, e poco dopo convalidati da un altro privilegio all’oriente di Lucca, alle quali ultime chiese riferiva un
dell’Imperatore Arrigo II. In quei diplomi peraltro non è breve del Pontefice Pasquale II spedito sulla fine del
fatta menzione speciale del territorio di Turicchi. Né secolo XI all’abate del Monastero di S. Benedetto di
tampoco, diceva il Pagnini, si comprende donde l’Ughelli Polirone sul Pò, stato poi confermato nel 1134 dal
nella sua Italia sacra abbia dedotto il titolo di conti di Pontefice Innocenzo III, col quale donavansi alla Badia di
Turicchi che presero i vescovi di Fiesole. Polirone patrona di quella di S. Salvatore a Sesto nel
Il primo luogo dove s’incontra rammentata la corte di territorio lucchese, le chiese di Torricchio e di S. Martino
Turicchi concessa ai vescovi fiesolani dai re d’Italia in Colle.
comparisce in una bolla del Pontefice Pasquale II diretta Infatti nel catalogo delle chiese della diocesi di Lucca del
nel 1103 a Giovanni Vescovo di Fiesole, al quale 1260 si trova, come fu detto all’Articolo TORRICCHIO,
confermò, fra gli altri luoghi: Castrum Agnae, Curtem la chiesa di questo luogo e di quella di S. Martino in Colle
Turicchi et Castilionis, sicut ex regis concessione fra le suburbane di detta città.
ecclesiae tuae collata; e come regia concessione li stessi Sembra piuttosto appellare al Turricchio della Val di
luoghi della mensa fiesolana nelle bolle successive Nievole quel Torricchio degli Adimari di Firenze, la cui
d’Innocenzo III (anno 1143) e di Anastasio IV (anno torre dai Ghibellini vincitori a Montaperto dopo il 1260 fu
1153) si trovano indicati. atterrata con le case ed un palazzo annesso– (P.
È però cosa indubitata che tutti i diritti dell’impero ILDEFONSO, Delizie degli Eruditi toscani Vol. VII.
essendo passati nella corona di Toscana, doveva La parrocchia della SS. Concezione al Turricchio o al
Torricchio nel 1833 contava 1126 abitanti, 360 de’ quali del Borgo S. Lorenzo, Diocesi e Compartimento di
entravano nel territorio limitrofo della Comunità di Firenze. – Vedere CAMOGGIANO e ADIMARI (S.
Pescia. GAVINO).
TURRICCHIO DEL CHIANTI in Val di Pesa. – Casale TURLAGO e TERENZANO in Val di Magra. – Vedere
perduto che fu nel piviere di S. Maria a Spaltenna, già di TERENZANO, cui si può aggiungere, che quel popolo
S. Pietro a Venano, nella Comunità di Gajole, spettava al pievanato di Codiponte.
Giurisdizione di Radda, Diocesi di Fiesole,
Compartimento di Siena.
Di cotesto vico è fatta menzione in un istrumento TUSSINO o TOSSINO DI MODIGLIANA. – Vedere
dell’Arch. Dipl. Fior. esistente fra le carte della Badia di l’Articolo TOSSINO.
Coltibuono. E’ un contratto del 21 maggio 1123 scritto
nella Villa di Castello del territorio fiorentino, col quale
Ridolfo del fu Rolando e Sofia del fu Sichelmo sua TUTO (S. BARTOLOMMEO IN), ossia a GREVE nel
moglie venderono alla Badia di Coltibuono per il prezzo Val d’Arno fiorentino. – Contrada con chiesa parrocchiale
di lire 5 la sesta parte delle terre che quei coniugi nel piviere di S. Alessandro a Giogoli, Comunità e circa
possedevano nella villa di Turricchio del piviere di S. un miglio toscano a levante della Casellina e Torri,
Maria a Spaltenna. Giurisdizione della Lastra a Signa, Diocesi e
Compartimento di Firenze.
La parrocchia di S. Bartolommeo in Tuto nel 1833
TURLACCIO nella Val di Sieve. – Casale che diede il noverava 326 abitanti.
vocabolo ad una chiesa parrocchiale (S. Miniato)
attualmente riunita al popolo di S. Andrea a Camoggiano,
già nel pievanato di S. Gavino Adimari, ora in quella di TUTONA (MONTE DI). – Vedere MONTEPULCIANO
Barberino di Mugello, Comunità medesima Giurisdizione Comunità, e VILLANUOVA (PIEVE DI).
U
UBACA, OBACA. – Vedere OBACA. Pistoja. – È una delle maggiori prominenze lungo la
catena dell’Appennino pistojese, la cui sommità fu
segnalata dal Prof. Padre G. Inghirami a 3079 braccia
UBACO, O LOBACO. – Vedere LOBACO. superiore al livello del mare Mediterraneo. – Vedere SAN
MARCELLO, Comunità.
V
VACCHERECCIA nel Val d'Arno superiore. – Contrada diede occasione nel secolo VI ad un solenne miracolo
che ha dato il vocabolo ad un borgo influente nell'Arno operato da Dio per intercessione del vescovo S. Frediano.
fra S. Giovanni e Figline e ad una chiesa parrocchiale (S. In seguito si trovano ricordi della contrada di Vaccoli in
Salvatore) nel piviere di S. Pancrazio a Cavriglia, una membrana dell'anno 719 esistente nell'Arch. Arciv.
Comunità Giurisdizione e circa due miglia toscane a Lucch. relativamente ad un lodo pronunziato in favore del
ponente di San Giovanni, Diocesi di Fiesole, vescovo di Lucca, il quale reclamava alcuni beni della sua
Compartimento di Arezzo. mensa vescovile situati in Vaccoli.
Risiede in piaggia lungo la strada rotabile che staccasi Non poche altre pergamene dello stesso Arch. Arciv.
dalla postale Aretina al podere detto del Porcellino per anteriori al mille, furono pubblicate nelle Memorie
guidare a Vacchereccia. A S. Donato di Castelnuovo, ecc. lucchesi più volte citate, nelle quali si rammenta cotesta
Vacchereccia anticamente formava un comunello da per villata di Vaccoli. Tali sono quelle del 24 agosto 806, dell'
sé, come lo dichiara fra gli altri un documento dell' 8 837, 871, del 4 ottobre 935, e del 24 dicembre 943, ecc.
gennaio 1282 fra le carte della Badia di Passignano, ora Più tardi dal Villaggio o Castello di Vuccoli prese il
nell'Arch. Dipl. Fior. – Vedere PANCRAZIO (S.) a distintivo una famiglia lucchese che si appellò dei nobili
CAVRIGLIA. di Vaccoli.
La parrocchia di S. Salvatore a Vacchereccia nel 1833 Il Padre Cianelli, nel Volume III delle Memorie sopra
contava 294 abitanti. indicate, all'occasione di discorrere in quelle de'conti
rurali, o valvassori, del territorio lucchese, destinò un
Articolo ai Lambardi di Vaccoli e del vicino ora distrutto
VACCOLE o VACCOLI nella Valle del Serchio. – castelletto di Coterozzo, citando fra gli altri un istrumento
Villata popolosa e spicciolata con chiesa parrocchiale (S. del 1040 relativo alla fondazione del Monastero di S.
Lorenzo) cui fu annesso il popolo si S. Salvatore a Pantaleone sul Monte Pisano, la cui chiesa era stata
Vaccoli, nel pievanato antico di Massa Pisana, ora di S. edificata due anni prima dai signori di Vaccoli che
Maria del Giudice, Comunità Giurisdizione Diocesi e nell'anno 1040 la donarono agli Eremiti di Camaldoli. Da
Ducato di Lucca, dalla qual città Vaccoli si trovasi circa 4 quello e da altri istrumenti ivi pubblicati apparisce la
miglia toscane Al suo ostro. discendenza dei nobili di Vaccole o Vaccoli.
Risiede alle falde orientali del Monte Pisano, poco lungi Anche la chiesa di S. Lorenzo a Vaccoli era anticamente
dalle antiche cave di macigno, un di cui smisurato masso di padronato di quei nobili, perciò il Cianelli nel dare la
serie di quei signori citò all'anno 1010 un Cunerado
appellato Cunizio, figlio di Sisemondo che fu padre di Agli Articoli LITTORALE TOSCANO, GROSSETO, e
altro Sis emondo, il quale Cunerado allivellò in detto anno SUVERETO (PADULE di) fu detto: che la cala di Vada
la sua porzione della chiesa di S. Lorenzo a Vaccoli, o con davanti il sua banco di arena si manteneva tuttora
Vaccole. quasi a un dipresso com'era al tempo di Rutilio
Il castello di Vaccoli, a seconda dell'Annalista Tolommeo Namaziano, dal quale fu descritto il difficile ingresso
da Lucca, o piuttosto il vicino castelletto di Coterozzo nel indicato fino d'allora da due antenne che si praticavano
1088 fu distrutto dal popolo lucchese: comecchè in detto costà alla sua imboccatura:
anno il Castello di Vaccole ossia il Coterozzo non
esistesse più, tostochè un documento scritto nel 1079, Incertar gemina discriminat arbore fauces
trattando del Castello di Vaccole situato in collina sotto Defixasque offert limes uterque sudes.
Coterozzo, dichiara, essere stato in monte et podio, ubi
jam fuit castello, qui esse videtur in loco Vaccule, ubi Se devessi prestar fede alla Tavola di Peutinger, ed
dicitur Coteroctio. – (loc. cit.) all'Itinerario di Antonino, è da credere che passasse da
La parrocchia di S. Lorenzo a Vaccole, o Vaccoli nel Vada fino dai tempi della Repubblica romana la strada
1832 contava 1121 abitanti. consolare Aurelia nuova, detta poi Emilia di Scauro,
giacche la Tavola Peutingeriana segna costì una mansione
di quella via. – Vedere VIA EMILIA di SCAURO.
VADA (Vada Volterrana). – (Si aggiunga:) Vedi il Non si sa, dirò col Targioni, quando per la prima volta
SUPPLEMENTO. Porto antico, e ora cala frequentata e Vada fosse compresa nel territorio pisano, comecchè non
capace a ricevere i legni di mezzo bordo in una insenatura lascia alcun dubbio, che le sue saline esistessero nel
del mare toscano difesa da una torre armata per guardia littorale di Vada l'asserto di Rutilio Namaziano che le
del porto, fra la foce del fiume Fine e quella del fiume rammentò. Che esse poi continuassero anche nei secoli
Cecina, il cui paese ebbe una parrocchia plebana (SS. longobardici, ne fanno prova varie membrane degli Arch.
Giovanni e Paolo) da lunga mano riunita a quella de' SS. Arciv. di Pisa e di Lucca, e l'atto di fondazione della
Giovanni e Ilario a Rosignano che resta circa tre miglia Badia di Palazzuolo presso Monteverdi (anno 753), nel
toscane al suo settentrione nella Comunità e Giurisdizione quale si rammentano le Saline di Vada possedute almeno
medesima, Diocesi e Compartimento di Pisa. in parte dal nobile suo fondatore Walfredo figlio del fu
Questo porto celebrato da cicerone, da Plinio e da Rutilio Ralgauso di Pisa.
Namaziano appellavasi fino d'allora Vada, forse a cagione Tre altri nobili fratelli pisani, che nel 780 fondarono la
della sua posizione palustre, e Vada Volaterrana, per la Badia di S. Savino presso Calci, donarono allo stesso
ragione che nei tempi della repubblica romana doveva luogo pio la loro parte delle saline col padronato della
essere compreso nel contado volterrano, il quale chiesa de SS. Giovanni e Paolo di Vada. La qual chiesa
probabilmente estendevasi da questo alto sino al trovasi qualificata plebana in un atto pubblico dell'Arch.
fiumicello che porta tuttora il nome di Fine. – Vedere a Arciv. di Pisa del 26 aprile 1043 relativo all'offerta di
FINE. alcuni beni fatti alla chiesa di S. Maria e S. Quirico a
All'Articolo poi ALBINO CECINA (VILLA di) Moxi, atto che fu rogato in loco et finibus Vada prope
rammentandomi della descrizione fatta verso il 415 o 420 ecclesia et plebe S. Johannis. – (MURAT. Antiq. Med.
dal consolare C. Rutilio Namaziano nel suo itinerario Aevi T. III.)
marittimo dopo essere sbarcato a vada per passare una Sino da quella remota età sembra pertanto che i Pisani
notte nella villa suddetta, dicendola situata sopra le salse estendessero la loro giurisdizione politica ed ecclesiastica
paludi di Vada, propendevo a credere che fosse quella anche a Vada, per cui il Castello col suo porto d'allora in
villa nel luogo detto oggi la Villana, posta a piè del poi lo troviamo in potere di quella Repubblica, la quale
poggio di Rosignano nei possessi del Sig. Salvetti, da cui nel 1125 fece fortificarlo, e cingerlo di mura. Il placito e
ebbi un dono il sigillo di un figulinajo in cui erano fodro dello stesso porto fu donato dall'Imperatore Corrado
scolpite le parole, Regule Vivas, simile a quello indicato II a Balduino primo arcivescovo di Pisa con diploma del
dal Professor Antonio Targioni Tozzetti e scoperto di 19 luglio 1139.
corto a Montaceto col marchio, Batis Vivas. – (analisi Ma nei secoli posteriori al mille molte carte relative alla
delle acque di Montalceto del Prof. Predetto pag. 13 in Badia di S. Felice a Vada da lunga età disfatta esistono
nota). nell'Arch. Dipl. Fior. fra quelle delle monache di S. Paolo
Il di lui avo Giovanni Targioni Tozzetti nei suoi Viaggi all'Orto di Pisa, cui quel mo nastero con i suoi beni fu
diede una giusta idea del porto di Vada, dicendo: che la ammensato.
sua sicurezza dipende da due secche, una delle quali Comecchè di trovino delle elezioni di abati del 1030, pure
denominata Val di Veiro, è quella che propriamente le carte di quella provenienza non sono più antiche del 30
costituisce il molo e la sua imboccatura situata a scirocco maggio 1040.
del porto, aggiungendo: che il suo ingresso non è così È un istrumento rogato nei confini di Camajano
facile a prendersi dai piloti non pratici. – La stessa dubbia (Castelnuovo della Misericordia) col quale due fratelli
imboccatura fu assai bene descritta da Rutilio Namaziano venderono al prete andrea un pezzo di terra con villa e
nel suo Itinerario, allorché canto: case annesse poste nel loro Castel di Vada.
In quanto alla storia politica le cronache pisane riportano
In Volterranum vero, Vada nomine, traetum all'anno 1079, o 1078, una visita ostile fatta, sebbene
Ingressum dubii tramitis alta lego. senza successo, da una flotta genovese al Porto di Vada;
ma ciò che non riescì loro nel 1079 accadde in una Ma il monastero di S. Felice a Vada continuò per più poco
seconda comparsa fatta nel 1126 da altra flottiglia ad essere retto ed abitato dai monaci, mentre nel 1255 vi
genovese, quando s'impadronì di Vada, che sembra erano entrate le donne. A queste infatti è diretta una bolla
ritenesse fino al 1165, epoca in cui essendo stato ripreso del pontefice Alessandro IV, con la quale ordina che
dai Pisani il porto di Vada, quel Comune deliberò di farlo quelle recluse stassero sotto la regola de'f rati predicatori;
riattare e fortificare. e lo dichiara una seconda bolla dello stesso pontefice del
Già all'Articolo ROSIGNANO fu detto, che la mensa 29 settembre 1257 diretta all'abate cistercense di S.
arcivescovile di Pisa acquistò vasti possessi tra Rosignano Pantaleone della diocesi di Lucca ed al guardiano dei
e Vada per donazione fattagli sino dal secolo XI dal Frati Minori di Pisa, affinché assegnassero il monastero di
Marchese Gottifredo di Toscana e dalla contessa Beatrice S. Felice a Vada con tutti i suoi beni alle monache di S.
sua consorte, alla qual donazione sembra che volesse Agostino di via Romea vicino a Pisa, le quali suore
riferire il diploma imperiale dell'Imperatore Corrado II avevano abitato il monastero de' SS. Filippo e Jacopo di
che nel 1139 concedeva alla mensa medesima anco il Cassandra, a condizione di pagare esse monache una
placito e il fodro di Vada e di Rosignano, mentre all'epoca pensione vitalizia all'abate di Vada e ad un altro monaco
stessa convalidava tuttociò il pontefice Innocenzo II di quella Badia.
quando accordò agli arcivescovi di Pisa il giuspadronato Rispetto alla pieve di Vada ed all'unione del suo popolo a
della pieve de' SS. Giovanni e Paolo di Vada. quello di Rosignano, vedasi quest'ultimo Articolo.
Arroge a tutto ciò qualmente poco innanzi (16 settembre Ritornando frattanto alla sua storia civile aggiungerò,
1136) don Rolando Abate del monastero di S. Felice a qualmente nel 1284 fu incominciato a fondarsi dal
Vada aveva venduto ad Uberto arcivescovo di Pisa per la Comune di Pisa un faro davanti al porto di Vada nella
sua mensa la terza parte di terreni che il suo monastero secca appellata Val di Vetro, e che nello statuto pisano del
possedeva in Pisa. 1285 furono assegnati per tal lavoro 300 denari pisani il
Nel 1177 i due fratelli conte Gherardo e conte Ranieri del mese, oltre le varie esenzioni e privilegj che il governo
fu altro conte Gherardo, stando in Vada nel capitolo di concedeva a coloro che fossero andati ad abitare in Vada;
detto monastero, fecero dono al medesimo di 25 pezzi di segno non dubbio che codesta spiaggia sino d'allora era
terre posti nel distretto e piviere di Rosignano, e malsana, a cagione probabilmente delle acque miste alle
segnatamente nel borgo denominato Cuccaro. dolci e stagnanti in quel padule.
Dipoi donna Erminia contessa moglie del predetto conte Finalmente dopo varie vicende il porto col paese di Vada
Ranieri, dal suo castello di Montescudajo, e donna nel 1405 cadde in mano de' Fiorentini, ai quali si
Adelasia moglie del conte Gherardo sopranominato, sottomise per atto del 10 febbrajo dell'anno seguente; e
stando nel castello di Guardistallo, confermarono la con tutto che nel 1431 Vada fosse stato occupato dalle
stessa donazione. armi milanesi comandate da Niccolò Piccinino, alla pace
Con istrumento poi del 25 giugno 1190 don Benedetto del 1433 cotesto paese tornò a sottomettersi alla
abate del monastero stesso di Vada alienò un pezzo di Repubblica Fiorentina, la quale quattro anni dopo con
terra della sua badia situato nei confini di Vada e provvisione del 13 febbrajo 1437 ordinò , che si
Rosignano. preparassero de' magazzini a Vada ed alla Torre S.
Anche nel primo luglio del 1206 don Barone abate del Vincenzio.
monastero predettosi obbligava pagare alla mensa Uno degli ultimi fatti istorici relativi al paese di Vada
arcivescovile di Pisa l'annuo censo di 24 denari nuovi di sembra quello dell'assedio portatovi nell'inverno del 1452
moneta pisana per l'uso delle acque del fiume Fine, a da un armata del re di Napoli, quando il castellano
partire dalla sommità del bosco di Rosignano sino al fiorentino senza far resistenza per denaro diede in mano il
mare. – Vedere ROSIGNANO. castello di Vada ai napoletani, i quali l'anno dopo costretti
Ma non era ancora avanzato il secolo XIII che il dai Fiorentini a partire vi posero il fuoco. Dopo di che la
monastero di S. Felice a Vada era ridotto al solo abate e Signoria fece demolire affatto gli avanzi di quel castello,
ad un monaco, siccome lo manifesta un rogito del 1221, che può dirsi l'effetto dell'ultimo esterminio di Vada.
col quale don Rustico abate di S. Felice a Vada col Dissi effetto piuttosto che causa, in vista che la contrada
consenso di Romerio unico monaco, che esisteva in quel era divenuta inabitabile per malsania senza dubbio
monastero e dei consoli di Vada, affittò la metà di un provenuta dal vasto padule di acque terrestri e marine e
mulino posto presso il ponte di Fine. dall'imboschito terreno. – Vedere ROSIGNANO.
Nel 1244 vertendo controversia fra l'abate del monastero
di S. Felice a Vada ed il pievano di detto luogo sopra il
diritto de' defunti, fu compromessa la lite in Vitale VADA (PADULE DI) nel littorale Toscano. – La più
arcivescovo di Pisa, il quale con lodo del 21 gennaio 1245 antica memoria e descrizione del padule salso di Vada
dichiarò, che tutti coloro che venissero di nuovo ad suddiviso in laghetti comunicanti in mare per piccola
abitare in detto Castello, o che fabbricassero abitazioni fossa con angusta foce difesa da cateratte, la dobbiamo sin
nei confini della pieve di Vada, si seppellissero appresso dal principio del secolo V a Rutilio Namaziano, allorché,
quest'ultima. – (loc. cit.) dopo avere egli approdato al porto di Vada, si recò a
Da qual lodo sembra non solo apparire, che la chiesa del dormire nella sovrastante villa del senatore C. Albino
monastero di Vada fosse parrocchiale, ma che il suo Cecina, cantando:
popolo abitasse dentro il paese, mentre la pieve di Vada
secondo il solito esser doveva situata nell'aperta Subiectas villae vacat adspecstare salinas
campagna. Namque hoccensetur nomine salsa palus.
Qua mare terrenis declive canalibus intrat, Vagli Sotto) già filiali della Pieve di Piazza, nella Diocesi
Multifidosque lacus parvula fossarigat. di Luni Sarzana, ora sotto quella di Massa Ducale,
Ast ubi flagrantes admovit Syrias ignes, Giurisdizione di Camporgiano, Ducato di Modena.
Quum pallent herbae, quum sitit omnis ager.
Tam cataractarum claustris excluditur aequor.
Ut fixos latices torrida duret humus. VAGLI SOPRA. – La parrocchia di Vagli Sopra risiede
Concipiunt aerem nativa coagula Phoebum, sulla balze marmoree della Tambura, ed è uno dei paesi
Et gravis aestivo crusta calore coit. più elevati della Garfagnana posto alla destra del Serchio,
circa 10 miglia toscane a maestro di Castelnuovo, e 6
A questo stagno marino ed alle sue saline appellano vari miglia toscane a libeccio di Camporgiano. Il suo popolo
istrumenti dei secoli longobardi e carolingi, i di cui vari confina a settentrione e grecale con quello di Roggio, a
archetipi si conservano negli archivi arcivescovili di Pisa scirocco con Vagli sotto, a ponente con la cresta della
e di Lucca; i più antico de'quali è quello del 754 quando Tambura del Ducato di Massa ed a maestrale con il
possedeva parte di coteste saline il nobile Walfredo distretto lucchese di Minucciano.
fondatore del Monastero di S. Pietro a Palazzuolo. Esiste fra coteste balze nella calcarea cavernosa una grotta
Anco l'altre membrane di quel secolo dell'Arch. Arciv. di a più aperture, molto profonda, nella quale si annidano ed
Lucca rammentano le saline di Vada, alcune delle quali escono a storme i gracchi, specie di piccoli corvi.
furono pubblicate dal Muratori nelle sue Ant. M. Aevi. In Vagli sopra si addita tuttora la casa dove nacque il
All'Articolo ROSIGNANO, Comunità, dissi pure, che medico filosofo Simone Simoni che nel secolo XVI
rispetto alla migliorata condizione atmosferica della abbracciò la Riforma prima di Calvino, poi di Lutero, per
pianura di Vada e delle sovrastanti colline di Rosignano, cui fu scomunicato.
ciò è dovuto alle aumentate coltivazioni di quel suolo, alle La parrocchia di S. Lorenzo a Vagli sopra nel 1832
folte boscaglie tagliate (ERRATA: ed alle ristrette contava 615 abitanti
paduline salse di Vada) ed alli oggimai scomparsi
stagnuoli di Vada.
VAGLI SOTTO. – Distante quasi due miglia ed in luogo
più basso trovasi il villaggio di Vagli sotto, capoluogo di
VADO e GELLO nella vallecola del Camajore. – Vedere Comunità , la cui parrocchia di S. Regolo confina a
GALLO di CAMAJORE. grecale con quella di Careggine, a levante e scirocco con
l'altra di Capricchia, a ostro con la cura d'Isola Santa e la
cresta dell'alpe di Penna di Sombra nei confini del
VADO (S. MARTINO A) nel Val d'Arno Casentinese. – territorio di Seravezza compreso nel Granducato di
Pieve antica già detta di S. Martino in Tertinula, cui fu Toscana, a ponente con Vagli sopra , ed a settentrione con
annesso il popolo di S. Niccolò a Vado. il popolo di Roggio.
Trovasi sulla ripa sinistra del torrente Solano, dirimpetto Nel territorio di Vagli sotto nel 1832 ascendeva a 809
al castello di S. Niccolò ed alla sottostante Terra di individui.
Strada, nel cui popolo l'uno e l'altra sono compresi, nella Fanno parte della stessa Comunità oltre i due popoli testè
Comunità di Castel S. Niccolò, Giurisdizione di Poppi, indicati quelli di Arni verso il Montaltissimo e l'altro di
Diocesi di Fiesole. Compartimento Aretino. – Vedere Roggio situato più in basso.
CASTEL SAN NICCOLO' e STRADA nel Val d'Arno Cotesti quattro popoli nel 1832 contavano tutti insieme
casentinese, cui si può aggiungere, che anche costì ebbero 1968 individui, cioè:
padronanza fino al secolo XI almeno i conti Guidi del fu
Conte Tegrimo stando in Strumi, nel marzo del 1029, 1. Arni (S. Margherita) Abitanti N°219
donò alla Badia di S. Fedele a Strumi le decime dei beni 2. Roggio (S. Bartolommeo) Abitanti N°325
dominicali che possedeva nel Casentino, fra i quali è 3. Vagli sopra (S. Lorenzo) Abitanti N°615
rammentata una corte in Vado. – (CAMICI, 4. Vagli sotto (S. Regolo) Abitanti N°809
Continuazione de' Marchesi di Toscana del Cap. della TOTALE Abitanti N 1968
Rena)
La parrocchia della pieve di S. Martino a Vado nel 1833
contava 907 abitanti. VAGLIA (Vallea) in Val di Sieve. – Borgo con chiesa
plebana (S. Pietro), cui furono annessi più popoli. È il
capoluogo di Comunità, nella Giurisdizione di Scarperia,
VAGLI DI GARFAGNANA nella valle superiore del Diocesi e Compartimento di Firenze.
Serchio. – Due villaggi omonimi (Vagli sopra e Vagli Attraversa il borgo di Vaglia la strada postale bolognese
Sotto) danno il titolo a una Comunità , di cui è capoluogo fra il torrente Carza che gli scorre a levante e lo sprone
il villaggio di Vagli sotto. settentrionale del Monte Morello che gli si para a
Esistono entrambi i paesetti nel fianco orientale dell'alpe ponente; nel grado 43° 45' di longitudine e 28° 56' di
Apuana, detta la Tambura, lungo la strada tracciata su latitudine, 12 miglia a settentrione di Firenze, 6 a ostro
quell'alpe fra Castenuovo e Massa-Ducale nel secolo libeccio di S. Piero a Sieve, 7 a ostro della Regia villa di
passato per ordine di Ercole III Duca di Modena. – Tanto Cafaggio, circa 11 miglia toscane a scirocco di Barberino
l'uno come l'altro villaggio conta la sua chiesa di Mugello, e 9 a libeccio di Scarperia.
parrocchiale (S. Lorenzo a Vagli sopra e S. Regolo a Uno dei ricordi più vetusti relativi a Vaglia ed al suo
piviere è nella carta di fondazione del Monastero di S. maschi 107, femmine 103; coniugati dei due sessi 152;
Miniato al Monte scritta nell'aprile del 1024 da ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 57;
Ildebrando vescovo di Firenze. Inoltre un diploma totale della popolazione 543.
dell'Imperatore Corrado I diretto gli 11 luglio 1037 al ANNO 1833: Impuberi maschi 140; femmine 132; adulti
capitolo fiorentino confermò la medesimo alcuni beni maschi 107, femmine 65; coniugati dei due sessi 261;
posti nel piviere di S. Pietro a Vaglia. – Vedere ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 91;
CARMIGNANELLO. totale della popolazione 707.
Anche nell'atto di fondazione del monastero di S. Pier ANNO 1840: Impuberi maschi 137; femmine 119; adulti
Maggiore di Firenze rogato li 27 febbrajo del 1066 (Stil. maschi 166, femmine 107; coniugati dei due sessi 254;
Fior.) la sua fondatrice donna Gisla del fu Ridolfo, ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 101;
vedova di Azzo di Pagano, fra i molti beni che assegnò totale della popolazione 785.
alle nuove recluse fuvvi una quarta parte della sua corte, ANNO 1843: Impuberi maschi 144; femmine 111; adulti
castello e chiesa di S. Andrea a Pietra Mensula compresa maschi 160, femmine 118; coniugati dei due sessi 226;
nel piviere di S. Pietro a Vaglia. – Vedere PIETRA ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 103;
MENSOLA. totale della popolazione 761.
Che però la pieve di Vaglia fosse molto più antica lo
dichiarano varj privilegj del capitolo fiorentino, nei quali Comunità di Vaglia. – Il territorio di questa comunità
è citata la corte detta del Lago posta nel piviere di San occupa una superficie di quadrati 16657, dei quali 333
Pietro a Vaglia, che fu ad esso donatacon le sue spettano a corsi d'acqua e strade. – Dentro cotesto
pertinenze dal vescovo Sichelmo; avvegnachè cotesto perimetro nel 1833 abitava una popolazione di 2689
vescovo sedé nella cattedrale fiorentina dal 966 al 989. individui, a ragione di 132 persone per ogni miglia
Il Castello poi di Vaglia (Vallia o Vallea) nella giudicaria toscane quadrato di suolo imponibile.
fior. è specificato in una carta del 1115 fra quelle della Confina con 5 Comunità. – Dirimpetto a grecale levante
Badia a Settimo riunite nell'Arch. Dipl. Fior. per corto tragitto si tocca il territorio della Comunità di
Vaglia nel secolo XIII era ridotto a castellare, dove Borgo S. Lorenzo, a partire dal giogo delle Croci sulla
avevano giurisdizione i vescovi di Firenze, siccome strada sulla strada provinciale antica delle Stalajole,
apparisce dalli spogli del LAMI nei suoi Monum. Eccl. donde scende col torrente fino alla chiesa della Madonna
Fior. alla pag. 151 e dal Brocchi nella sua descrizione del del Polanto, ivi voltando faccia da grecale levante a ostro
Mugello. lascia quel torrente per entrare in un borro suo tributario,
Alla cura della pieve di Vaglia furono uniti i popoli delle col quale dirigendosi sul poggio sino al convento di
5 chiese seguenti; 1. Di S. Biagio al Carlone, già monte Senario gli gira intorno per quindi ridiscendere
parrocchia; 2. Della chiesa di S. Maria a Carmignano o nella direzione di maestrale sulla strada comunitativa
Carmignanello posta fra la chiesa del Carlone e la pieve della Sodera verso la soppressa Badia del Buonsollazzo.
di Vaglia, cui fu ammensata; 3. Della parrocchia di S. Di costà innanzi di arrivare a Briano sottentra da primo
Alessandro a Signano, riunita parimente alla pieve dirimpetto a maestro poi a ponente la Comunità di San
predetta e situata alla destra della Carza a mezza costa Piero a Sieve, con la quale l'altra di Vaglia arriva sul
verso Bivigliano; 4. Del popolo della distrutta chiesa di S. torrente Carza alla confluenza del fosso del Carlone, che
Andrea a Pietra Mensola, la quale era situata pur essa alla entrambi i due territorj rimontano verso maestrale sul
destra della Carza nella strada che da Vaglia conduce a poggio del Trebbio fino alla confluenza del fosso Bocino
Buonsollazzo; 5. Finalmente la chiesa di S. Martino a nel Carlone. Costì dirimpetto a ponente viene a confine la
Pinati, da lungo tempo distrutta sulla sinistra del torrente Comunità di Calenzano, con al quale la nostra formando
Carza circa un miglio a libeccio di Vaglia, anch'essa un angolo rientrante sale sulla schiena del poggio di
ammensata alla pieve medesima. Vaglia donde poscia ridiscende per andare incontro ad
Le chiese parrocchie attualmente esistenti sotto il alcuni borriciattoli che attraversa sul fianco settentrionale
pievanato di Vaglia sono tre; 1. S.Andrea a Cerreto del poggio di Scarabone e che poi rimonta dirimpetto a
Maggio con l'annesso di S. Giusto a Scarabone; 2. S. ponente finché trova sotto Monte Morello il borro de'
Maria a Paterno; 3. S. Niccolò a Ferraglia. Massoni, col quale arriva alla sua sorgente per salire sulla
Anticamente faceva parte del piviere stesso di Vaglia la cima del Monte Morello. Sopra questa sommità, passate e
cura di S. Lorenzo a Pezzatoie, donde discende la famiglia sorgenti del borro di Rimaggio, fra le due prominenze del
del celebre pievano Arlotto stata riunita alla parrocchia di monte predetto, cessa la Comunità di Calenzano e
S. Lucia in collina. – Vedere PEZZATOLE. sottentro di fronte a libeccio l'altra di Sesto, con la quale
Nel borgo di Vaglia esiste la villa e fattoria de' principi la nostra di Vaglia riscende dal monte morello nella
Corsini che ivi possiedono un'estesa tenuta con cascina. direzione di scirocco e poi di grecale mediante il corso del
torrente Carzuola, che lascia fuori dopo un miglia toscane
MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA DI di discesa per entrare nel borro del Boscaccio fino
VAGLIA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie. dirimpetto alla chiesa di San Michele alle Macchie;
davanti alla quale voltando direzione a scirocco poi da
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti scirocco a grecale di nuovo a scirocco arriva sull'antica
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; strada Bolognese dell'Uccellastojo. Mediante quest'ultima
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 36; i due territorj comunitativi corrono nella direzione di
totale della popolazione 211. settentrione a ostro lungo la strada antica lasciando a
ANNO 1745: Impuberi maschi 89; femmine 90; adulti levante il Regio parco di Pratolino fino a Montorsoli,
dove trovano la strada regia postale Bolognese, sulla cui appartiene: Fiesole, abitanti anno 1551 n° 343,
quale poco dopo cessano i due territorj comunitativi di abitanti anno 1745 n° 409, abitanti anno 1833 n° 437,
Vaglia e di Sesto, e viene a confine il territorio abitanti anno 1840 n° 471, abitanti anno 1843 n° 466
comunitativo di Fiesole. Con questo altro di Vaglia - nome del luogo: Cerreto Maggio con Scarabone, titolo
fronteggia, da primo per la strada regia predetta, poscia della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene:
mediante alcuni rivi che scendono nel torrente Mugnone, Firenze, abitanti anno 1551 n° 164, abitanti anno 1745 n°
che i due territorj attraversano ad oggetto di montare 156, abitanti anno 1833 n° 180, abitanti anno 1840 n°
nell'opposta pendice dei poggi delle Salajole fino verso 166, abitanti anno 1843 n° 176
l'osteria dell'Olmo e quindi arrivare mercé del torrente - nome del luogo: Ferraglia, titolo della chiesa: S. Niccolò
Carpine sul giogo delle Croci, dove la Comunità di (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
Vaglia ritrova dirimpetto a levante quella del Borgo S. 1551 n° 108, abitanti anno 1745 n° 109, abitanti anno
Lorenzo. 1833 n° 219, abitanti anno 1840 n° 185, abitanti anno
Il più copioso corso d'acqua che attraversi il territorio di 1843 n° 191
questa Comunità è il torrente Carza, lungo la cui sponda - nome del luogo: alle Macchie, titolo della chiesa: S.
sinistra fu tracciata la strada regia postale Bolognese. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Fiesole,
Fra le maggiori eminenze montuose che fanno corona al abitanti anno 1551 n° 45, abitanti anno 1745 n° 64,
suo territorio, comecchè la cima di alcune di esse spetti ad abitanti anno 1833 n° 155, abitanti anno 1840 n° 154,
altre Comunità, contasi a ostro l'Uccellatojo, a libeccio il abitanti anno 1843 n° 186
Monte Morello, a settentrione il Trebbio, ed a scirocco il - nome del luogo: Macioli, titolo della chiesa: S. Cresci
Monte Senario, l'ultimo de' quali, misurato dal campanile (Pieve), diocesi cui appartiene: Fiesole, abitanti anno
della chiesa fu trovato 1436 braccia superiore al livello 1551 n° 85, abitanti anno 1745 n° 111, abitanti anno 1833
del mare Mediterraneo. n° 271, abitanti anno 1840 n° 292, abitanti anno 1843 n°
Relativamente alla fisica struttura e indole delle rocce che 302
cuoprono il territorio di questa Comunità, per quello che - nome del luogo: Paterno e S. Maria a Carmignanello,
mi riescì di osservare lungo la vallecola della Carza, mi titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui
sembrò vedere, che i poggi dai quali è fiancheggiata appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 254, abitanti
cotesta vallecola, quelli del lato destro scendendo dal anno 1745 n° 124, abitanti anno 1833 n° 139, abitanti
Monte Senario, sono coperti in gran parte dall'arenaria anno 1840 n° 125, abitanti anno 1843 n° 128
calcare (macigno) e dallo schisto marnoso (bisciajo) sotto - nome del luogo: in Pescina, titolo della chiesa: S.
cui in molti luoghi si affaccia la calcarea compatta Stefano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
(alberese); la qual ultima roccia mostrasi allo scoperto nel abitanti anno 1551 n° 98, abitanti anno 1745 n° 81,
fianco sinistro della stessa vallecola scendendo dai abitanti anno 1833 n° 98, abitanti anno 1840 n° 88,
contrafforti dell'Uccellatojo e di Monte Morello sino alla abitanti anno 1843 n° 100
strada regia Bolognese disposta in strati assai potenti ed - nome del luogo: Pratolino o Festigliano, titolo della
inclinatissimi di calcarea ottima non solo per far calcina, chiesa: S. Jacopo (Rettoria), diocesi cui appartiene:
ma ancora a fornire copiose scaturigini di acque potabili, Fiesole, abitanti anno 1551 n° 90, abitanti anno 1745 n°
donde facilmente derivò il vocabolo al vicino borghetto di 355, abitanti anno 1833 n° 380, abitanti anno 1840 n°
Fontebona, situato sulla strada regia Bolognese alla prima 352, abitanti anno 1843 n° 361
posta da Firenze. - nome del luogo: Spugnole (*), titolo della chiesa: S.
Il fianco medesimo da lunga età essendo ricoperto da Maria e S. Niccolò, diocesi cui appartiene: Firenze,
macchie di alto fusto e cedue, portò da quelle abitanti anno 1551 n° 272, abitanti anno 1745 n° -,
probabilmente il vocabolo alla parrocchia di S. Michele abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° -, abitanti
alle Macchie, già detta a Fontebona; comecchè molte anno 1843 n° -
selve non manchino dal lato opposto fino a Monte - nome del luogo: VAGLIA con diversi popoli annessi,
Senario, la cui sommità è coronata di abeti, mentre i suoi titolo della chiesa: S. Pietro (Pieve), diocesi cui
fianchi sono vestiti di boschi di paline di castagno e di appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 598, abitanti
estese selve di quest'ultima pianta alternanti con campi anno 1745 n° 409, abitanti anno 1833 n° 707, abitanti
sativi, con vigne e oliveti. anno 1840 n° 785, abitanti anno 1843 n° 761
Cotesta fu una delle Comunità eretta nel 1810 dal governo
francese. Essa sotto il governo mediceo faceva parte della La parrocchia di Spugnole segnata di asterisco (*) dopo
Lega di Tagliaferro composta di 21 popoli, stati indicati la prima epoca spetta ad altra Comunità.
all'Articolo TAGLIAFERRO.
Il suo giusdicente, la cancelleria Comunitativa e l'ufizio di Annessi provenienti da cure limitrofe
esazione del Registro sono in Scarperia; l'ingegnere di
Circondario trovasi nel Borgo San Lorenzo ed il tribunale - anno 1551: abitanti n° 76
di Prima istanza in Firenze. - anno 1745: abitanti n° -
- anno 1833: abitanti n° 103
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di - anno 1840: abitanti n° 120
VAGLIA a cinque epoche diverse. - anno 1843: abitanti n° 115
- nome del luogo: Bivigliano con il monastero di Monte - Totale abitanti anno 1551: n° 1844
Senario, titolo della chiesa: S. Romolo (Rettoria), diocesi - Totale abitanti anno 1745: n° 2007
- Totale abitanti anno 1833: n° 2689 Vedere VALIALLA.
- Totale abitanti anno 1840: n° 2738
- Totale abitanti anno 1843: n° 2786
VAJANA nel Val d'Arno superiore. – Castello distrutto
dove fu una chiesa sotto il titolo di S. Martino nel piviere
VAGLIAGLI nella valle dell'Arbia. – Villaggio già di Gropina, Comunità e Giurisdizione di Terranuova,
Castello con chiesa parrocchiale (S. Cristofano), cui da Diocesi e Compartimento di Arezzo. – Vedere
gran tempo era stato annesso il popolo di S. Bartolommeo GROPINA.
a Coschine, nel vicariato foraneo della così detta
Canonica a Cerreto, Comunità Giurisdizione e circa 12
miglia toscane a maestro di Castenuovo Berardenga, VAJANA DI SORANO nella Val di Paglia. – Piccolo
Diocesi e Compartimento di Siena, dalla qual città torrente che scende dal fianco australe del Monte Vitozzo,
Vagliagli dista circa miglia toscane 8 a settentrione. a settentrione di quello dell'elmo per vuotarsi nel torrente
Siede sulla cresta di un poggio proveniente da quello di Fiume e di là nella Paglia. – Vedere SORANO, Comunità.
Fonterutoli, le cui pendici orientali acquapendono nel
fiume Arbia, mentre dal fianco opposto le acque scendono
nel torrente Staggia tributario dell'Elsa. VAJANO, ora LAVAJANO
Trovasi Vagliagli lungo la strada rotabile della Castellina Nel Val d'Arno inferiore. – Vedere LAVAJANO e
avendo al suo grecale la via comunitativa rotabile di VALIANO.
Radda, presso gli antichi confini della diocesi fiesolana e
del contado fiorentino, con quelli della diocesi e contado
senese. VAJANO nella Valle del Bisenzio. – Borgo con chiesa
La parrocchia di S. Cristofano a Vagliagli nel 1833 prioria contigua all'antica Badia de'Vallombrosani, sotto il
contava 430 abitanti. titolo di S. Salvatore a Vajano, cui fu annesso il popolo di
Casi, nel piviere di Usella, Comunità Giurisdizione e
circa 7 miglia toscane a settentrione di Prato, Diocesi di
VAGLIANO DELLA CHIASSA. – Casale distrutto che ha Pistoja, Compartimento Firenze.
dato il suo nome al torrentello Vagliano, le cui acque Cotesto borgo è attraversato dalla strada provinciale che
scolano da Monte giovi nell'Arno, servando esso in gran rimonta la sponda destra del Bisenzio sino a Mercatale di
parte di confine dal lato di settentrione alla Comunità di Vernio.
Arezzo e a quella di Subbiano la cui ultima lambisce a Oltre quanto fu detto all'Articolo BADIA di VAJANO
ostro del suo capoluogo. – Vedere AREZZO, Comunità. aggiungerò qui essere cotesto borgo popolato da gente
industriosa, sia nel lavorare le terre come in altri mestieri.
È compresa in gran parte nel popolo di Vajano la tenuta
VAGLIANO DI GALLICANO nella Valle del Serchio. – della casa di Vaj di Prato denominata il Mulinaccio.
Casale che fu nel popolo di Treppignano, Comunità e La parrocchia di S Salvatore a Vajano nel 1833 noverava
Giurisdizione di Gallicano, Diocesi e Ducato di Lucca. 343 abitanti.
VAGLIANO o VALIANO in Val di Cecina. –Vedere VAJANO (PIEVE DI S. LORENZO A) detta anche
ROCCA SILANA e MONTE CASTELLO di Val di Cerbaja nella Val di Nievole. – Chiesa diruta, il cui
Cecina. battistero con gli onori plebani fu traslato nella chiesa di
S. Michele a Monte Vettolini, già sua filiale, Comunità e
Giurisdizione delle Due Terre di Val di Nievole, ossia di
VAGLIE o VAGLI di Cortona in Val tiberina. – Villata Monsumano e monte Vettolini, Giurisdizione di Pescia,
con chiesa parrocchiale (S. Cristofano) nel distretto di una volta di Lucca, Compartimento di Firenze.
Montagna, Comunità Giurisdizione e Diocesi e circa 9 All'Articolo MONTE VETTOLINI fu indicata
miglia toscane a grecale di Cortona, Compartimento di l'ubicazione degli avanzi di cotesta chiesa, appellati
Arezzo. tuttora della pieve a Vajano.
Risiede in piaggia sotto il Castello di Poggioni alla Il primo documento a me noto, nel quale si cita la cura
sinistra del torrente Minimella, influente nel Nestore poco che fu plebana di Vajano, risale all'anno 773, dove si
innanzi che cotest'ultima fiumana si mariti al Tevere. tratta dell'offerta di alcune sostanze fatta alla pieve di S.
Fu questa villata di Vaglie uno de' feudi de' marchesi del Lorenzo a Vajano. – (MEMOR. LUCCH. T. IV P. I.)
Monte S. Maria, di Petrella ecc. da non confondersi col Nel T. V P. III dell'opera testè citata furono poi dati alla
Castello di Valiano in Val di Chiana, dove quei toparchi luce tre istrumenti scritti nel luglio del 936, relativi alla
nei primi secoli dopo il mille ebbero signoria. – Vedere pieve di Vajano; col primo de' quali rogato lì 11 luglio di
VALIANO in Val di Chiana. detto anno, Corrado vescovo di Lucca investì Pietro figlio
La parrocchia di S. Cristofano a Vaglie nel 1833 contava del fu Leone della chiesa battesimale di S. Giovanni
142 abitanti. Battista e S. Lorenzo sita loco Cerbaria, ubi dicitur
Vajano, con tutte le sue giurisdizioni, possessi decime
ecc.
VAJALLA di ANGHIARI Il secondo atto scritto lì 14 di detto mese riferisce al
livello fatto dallo stesso pievano di S. Lorenzo a Cerbaja VALBONA o VALBUONA. – A varie contrade in
in loco Vajano a favore di Gottifredo, di tutte le Toscana fu dato il vocabolo di Valbona e l'eremo di
possessioni, chiese, edifizj ecc. spettanti a quella pieve, Valbona in Val di Castello nel Pietrsantino, la Valbona
sia di beni dominicali, quanto di beni massarizj, nel piviere di S. Pietro in Bossolo in Val di Pesa, la
aldionatici, o tributarj; accordando tutto ciò per l'annuo Valbona Val d'Ambra; una nel piviere di Partina nel
censo di otto soldi l'anno, con l'obbligo peraltro al Casentino; altra Valbuona nel Mugello, e due nella
fittuario di fare uffiziare la detta pieve. Romagna granducale, la prima nel popolo di Albano,
Finalmente con altro istrumento dello stesso giorno, mese Comunità e Giurisdizione di Modigliano, e la seconda
ed anno, rogato come i due precedenti in Lucca, il nella Valle del Bidente detto di Valbuona popolo di
pievano medesimo allivellò all'affittuario stessi Gottifredo Radricoli, com e Giurisdizione di Bagno, Diocesi già
le decime che dovevano alla sua pieve gli uomini delle Nullius di S. Maria in Cosmedin all'isola, ora di S.
ville ad essa soggette; cioè di Vajano, Cerbaja e Sepolcro, Compartimento di Firenze.
Merugnano (Monsummano) Ronco e Larciano, con Rispetto a quest'ultima Valbuona agli articoli
l'onere di pagare in Lucca per mezzo del rappresentante, o CORNIOLO, POGGIO alla LASTRA, RIDRACOLI,
ministro del fittuario predetto, l'annuo tributo di sette STRABATENZA fu detto, che i signori di quest'ultima
soldi d'argento. contrada di Valbuona ebbero signoria nell'appennino del
Dubito che debba riferire a cotesta pieve di Vajano un Bidente innanzi che vi sottentrassero i conti Guidi, poi la
altro istrumento lucchese del 31 luglio 983, quando Repubblica fiorentina ed Camaldolensi.
Teudegrimo vescovo di Lucca allivellò a Gherardo del fu È quel territorio di Valbuona a dei di cui nobili fu fatta
Cunerado i beni e decime della pieve di S. Giovanni menzione da S. Pier Damiani al Cap. 62 de' suoi
Battista e S. Paolo (invece di S. Lorenzo) sita in loco ubi Opuscoli, e più tardi li rammentò Boccaccio nella quarta
dicitur Vajano prope Cerbaja Moetia ecc. – (oper. cit.) novella della quinta giornata del Decamerone, e prima di
Dal catalogo poi delle chiesa della diocesi lucchese lui Dante Alighieri nel canto XIV del suo Purgatorio.
compilato nell'anno 1260 si apprende, che la pieve di S. Finalmente i signori di Valbuona furono compresi con
Lorenzo a Vajano anco a quel tempo conservavasi matrice quelli della Faggiuola e di Castel Alfero nella pace fatta
delle cinque chiese seguenti; 1. S. Michele a Monte nel 21 marzo 1401 fra i Fiorentini e il duca di Milano, del
Vettolini, (dove fu trasportato io titolo e battistero della quale quei signori seguitarono le parti.
pieve di Vajano); 2. S. Silvestro a Larciano; 3. S. Vito a Finalmente il Manni illustrò due sigilli de'signori di
Monsummano; 4. S. Donnino nel territorio pistojese ora Valbuona, che uno di Liuzzo e l'altro di Rigone (Vol.
detto a Caste Martini; 5. S. Niccolò a Cecina. XVIII Sigilli IX e X) dove cita una scrittura del 1333 in
Ma il documento del 936 di sopra citato ci fa conoscere, cui si rammenta un Leuzino del fu Manfredi di Valbuona.
qualmente fino d'allora la pieve di Vajano con i suoi beni – Anche il Pagnini nel suo Lessico storico diplomatico,
e chiese si concedeva in commenda anche ai secolari, MSS nelle Riformagioni di Firenze, ricorda un atto di
siccome a questi continuò a conferirsi dai vescovi di accomandigia perpetua alla Repubblica Fiorentina fatto lì
Lucca al tempo del governo di Castruccio, tostochè ne fu 7 gennaio 1404 (stil. fior.) da Gualtieri figlio di Salvatore
investito un messer Tedici di Pistoja. – Vedere CASTEL di Valbuona a, il quale asserì essere signore del Castello
MARTINI, CERBAJA in Val di Nievole, e MAONA. di Valbuona, di Castelnuovo, e del Poggiolo.
Posso di poi Valbuona sotto il dominio del conte
Francesco di Battifolle, il quale con atto del 21 agosto
VAJANO (DOGANA DI) in Val di Nievole. – Porta 1430 sottopose sé ed i suoi feudi all’accomandigia della
cotesto vocabolo un posto doganale di terza classe situato Repubblica Fiorentina, finché nel luglio del 1440 per
sullo scalo meridionale del padule di bientina poco lungi tradimento di lui tutti i suoi castelli furono incorporati al
dalla dogana di seconda classe, detta delle Panora, dalla dominio fiorentino. – Vedere RIDRACOLI E POGGIO
quale questa di Vajano dipende, comprese entrambe nel ALLA LASTRA.
dipartimento doganale di Pisa. Comunità di Bientina,
Giurisdizione di Vico Pisano, Diocesi e Compartimento
di Pisa. VALBUJA, o VALLE BUJA nella Valle del Serchio. –
Vedere MONTE S. QUIRICO.
1. nome del Capoluogo della Comunità: Bibbiena VALLE DELL’ARNO ARETINO, o VAL D’ARNO
superficie territoriale in quadrati agrari: 25311,64 ARETINO. – E’ il secondo bacino dell’Arno circoscritto
abitanti nel 1833: n° 4462 dalla parte del Casentino dallo stretto di S. Mamante, e
abitanti nel 1844: n° 5033 dal lato inferiore dalla Valle dell’Inferno. Esso è
2. nome del Capoluogo della Comunità: Castel fiancheggiato alla sia destra dall’Alpe di S. Trinità, ed alla
Focognano sinistra dall’Alpe di Catenaja e dai poggi che passano alla
superficie territoriale in quadrati agrari: 10919,75 spalle di Arezzo scendono fino alla Valle dell’Inferno i
abitanti nel 1833: n° 2734 colli orientali della Val d’Ambra.
abitanti nel 1844: n° 2705 Fra le maggiori fiumane tributarie dell’Arno in cotesta
3. nome del Capoluogo della Comunità: Castel S. Niccolò sezione contasi la Chiana, a partire dal Pian della Biffa,
superficie territoriale in quadrati agrari: 19117,82 posto a ostro di Chiusi, fino alla Chiusa de’ Monaci, di
abitanti nel 1833: n° 3741 dove la Chiana scende nel Val D’Arno aretino.
abitanti nel 1844: n° 4241 Cotesto bacino pertanto confina a levante con la Val
4. nome del Capoluogo della Comunità: Chitignano Tiberina Toscana mediante il crine de’ poggi che
superficie territoriale in quadrati agrari: 43191,55 dall’Alpe di Catenaja si dirigono per l’Alta di S. Egidio
abitanti nel 1833: n° 949 verso il Trasimeno; a scirocco con la Val di Chiana
abitanti nel 1844: n° 1007 Pontificia; a ostro con i valloni dell’Orcia, e dell’Asso
mediante la montagna di Cetona, ed i poggi che superficie territoriale in quadrati agrari: 80144,48
s’inoltrano per Montepulciano e Trequanda; a libeccio abitanti nel 1833: n° 17578
con la Valle dell’Ombrone sanese mediante i poggi di abitanti nel 1844: n° 18551
Rigomagno e di Palazzuolo; ed a ponente-maestro con la 10. nome del Capoluogo della Comunità: Fojano
Valle dell’Arno superiore. superficie territoriale in quadrati agrari: 11746,84
In conseguenza di ciò tutte le Comunità, i di cui territorj abitanti nel 1833: n° 6425
acquapendono in Val di Chiana, o nell’Arno dentro i abitanti nel 1844: n° 6808
limiti designati, spettano al Bacino aretino, con 11. nome del Capoluogo della Comunità:
l’avvertenza, che alcuni di essi, come Civitella, MONTEPULCIANO, città
Trequanda, Cortona, e quelli ancora delle Comunità di superficie territoriale in quadrati agrari: 48420,98
Chiusi, di Chianciano, di Sarteano, di Arezzo, di Talla e abitanti nel 1833: n° 10197
di Subbiano estendonsi in altre Valli contigue, mandano abitanti nel 1844: n° 11108
in quelle una porzione di abitanti. Inoltre è da avvertire, 12. nome del Capoluogo della Comunità: Monte S.
che nella stessa Val di Chiana Toscana tributaria del Savino
Bacino aretino entrano varie popolazioni comprese nello superficie territoriale in quadrati agrari: 25961,70
Stato Pontificio, delle quali non faccio parola per ignorare abitanti nel 1833: n° 6695
la loro superficie ed il numero degli abitanti. abitanti nel 1844: n° 7005
13. nome del Capoluogo della Comunità: Rapolano (per
PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della 1/5 circa)
POPOLAZIONE del VAL D’ARNO ARETINO e dei superficie territoriale in quadrati agrari: 4811,40
VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844. – abitanti nel 1833: n° 650
Vedi il SUPPLEMENTO. abitanti nel 1844: n° 704
14. nome del Capoluogo della Comunità: Sarteano (per
1. nome del Capoluogo della Comunità: AREZZO (per 2/3 circa)
9/10 circa) superficie territoriale in quadrati agrari: 16603,34
superficie territoriale in quadrati agrari: 101545,73 abitanti nel 1833: n° 2602
abitanti nel 1833: n° 27076 abitanti nel 1844: n° 6012
abitanti nel 1844: n° 29875 15. nome del Capoluogo della Comunità: Subbiano (per
2. nome del Capoluogo della Comunità: Asinalunga 1/3 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 22874,64 superficie territoriale in quadrati agrari: 7677,48
abitanti nel 1833: n° 7187 abitanti nel 1833: n° 935
abitanti nel 1844: n° 7674 abitanti nel 1844: n° 995
3. nome del Capoluogo della Comunità: Capolona 16. nome del Capoluogo della Comunità: Talla (per 1/3
superficie territoriale in quadrati agrari: 13874,29 circa)
abitanti nel 1833: n° 1940 superficie territoriale in quadrati agrari: 2710,78
abitanti nel 1844: n° 2224 abitanti nel 1833: n° 682
4. nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion abitanti nel 1844: n° 738
Fibocchi 17. nome del Capoluogo della Comunità: Torrita
superficie territoriale in quadrati agrari: 7500,61 superficie territoriale in quadrati agrari: 17001,88
abitanti nel 1833: n° 708 abitanti nel 1833: n° 3731
abitanti nel 1844: n° 920 abitanti nel 1844: n° 4003
5. nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion 18. nome del Capoluogo della Comunità: Trequanda (per
Fiorentino 2/3 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 32291,61 superficie territoriale in quadrati agrari: 15830,10
abitanti nel 1833: n° 10046 abitanti nel 1833: n° 1577
abitanti nel 1844: n° 10985 abitanti nel 1844: n° 1942
6. nome del Capoluogo della Comunità: Chianciano (per - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
1/2 circa) 450419,58
superficie territoriale in quadrati agrari: 5370,74 - TOTALE abitanti nel 1833: n° 105436
abitanti nel 1833: n° 1079 - TOTALE abitanti nel 1844: n° 117333
abitanti nel 1844: n° 1078
7. nome del Capoluogo della Comunità: CHIUSI, città
(per 2/3 circa) VALLE DELL’ARNO SUPERIORE o VAL D’ARNO
superficie territoriale in quadrati agrari: 11340,50 DI SOPRA. – Porta cotesto vocabolo non già il primo, ma
abitanti nel 1833: n° 2279 il terzo bacino dell’Arno, detto superiore, o di sopra, per
abitanti nel 1844: n° 2429 essere situato superiormente a quello della capitale della
8. nome del Capoluogo della Comunità: Civitella Toscana, nella guisa medesima che viene qualificato per
superficie territoriale in quadrati agrari: 24712,48 Val d’Arno inferiore, o di sotto, il quinto bacino al di
abitanti nel 1833: n° 4049 sotto della tortuosa Gola della Golfolina.
abitanti nel 1844: n° 4282 Comincia il Val d’Arno superiore dalla così detta Valle
9. nome del Capoluogo della Comunità: CORTONA, città dell’Inferno, la quale trovasi fra la Gola dell’Imbuto e il
(per 4/5 circa) Ponte a Valle, o al Romito.
All’Articolo ARNO si disse, che dopo passata la Valle abitanti nel 1833: n° 418
dell’Inferno, e precisamente al Ponte al Romito poco abitanti nel 1844: n° 500
innanzi che sbocchi nel fiume il torrente Agna, l’Arno 4. nome del Capoluogo della Comunità: Cavriglia
cammina per 18 miglia in un più vasto ed ubertoso bacino superficie territoriale in quadrati agrari: 17687,97
nella direzione non più da levante a ponente, ma da abitanti nel 1833: n° 3677
scirocco a maestrale dopo aver torto agli Aretini abitanti nel 1844: n° 3905
disdegnoso il muso, sino a che il bacino si restringe e 5. nome del Capoluogo della Comunità: Civitella (per 1/6
quasi si chiude davanti all’incisa dove l’Arno incontra nel circa)
suo cammino un nuovo ostacolo pietroso, le cui rupi di superficie territoriale in quadrati agrari: 4921,72
macihno costà come alla Gola dell’Imbuto andò abitanti nel 1833: n° 810
scalzando per dilatarsi nel Pian d’Isola innanzi di abitanti nel 1844: n° 857
restringersi nuovamente davanti al Ponte a Rignano. 6. nome del Capoluogo della Comunità: Figline e Incisa
Cotesto canale situato fra il terzo ed il quarto bacino non è superficie territoriale in quadrati agrari: 29043,99
meno lungo del precedente, fra la Gola dell’Inferno e il abitanti nel 1833: n° 10758
Ponte al Romito, correndo circa 6 miglia toscane fra le abitanti nel 1844: n° 12139
balze meridionali del monte di Reggello e le propagini 7. nome del Capoluogo della Comunità: San Giovanni
che vi scendono dal poggio di Torre a Quona. superficie territoriale in quadrati agrari: 6487,34
Avvegnaché l’Arno si fece strada fra due opposti abitanti nel 1833: n° 3827
contrafforti, dove esiste un’angusta vallicella della abitanti nel 1844: n° 4264
lunghezza di sopra indicata piena di scabrose scogliere di 8. nome del Capoluogo della Comunità: Laterina
macigno e di calcare ruiniforme, in mezzo alla quale si superficie territoriale in quadrati agrari: 7002,67
racchiude il così detto Pian d’Isola, fino a che l’Arno abitanti nel 1833: n° 1839
arrivato davanti a Rignano fra la base meridionale del abitanti nel 1844: n° 1990
poggio di S. Ellero e quella settentrionale di Torre a 9. nome del Capoluogo della Comunità: Loro
Quona cessa il bacino del Val d’Arno superiore e si apre superficie territoriale in quadrati agrari: 25587,87
quello fiorentino. – Vedere ARNO abitanti nel 1833: n° 4126
Fra i maggiori influenti di questo terzo bacino contansi, a abitanti nel 1844: n° 4683
sinistra la fiumana dell’Ambra, che dà il suo nome alla 10. nome del Capoluogo della Comunità: Montevarchi
così detta Val d’Ambra, mentre entrano nella classe dei superficie territoriale in quadrati agrari: 16521,66
torrenti principali, che scendono dal lato stesso, il Cerboli abitanti nel 1833: n° 8030
di Cavriglia, il Cestio di Guville ed il Mulinaccio di Pian abitanti nel 1844: n° 8570
Franzese. – All’incontro del lato destro del Val d’Arno di 11. nome del Capoluogo della Comunità: Pergine, o Val
sopra entrano nella sezione medesima del terzo bacino del d’Ambra
torrente Agna di Lanciolina, il Cioffenna di Loro, il superficie territoriale in quadrati agrari: 13800,30
Faella, i due Reschi, cioè quello Simontano ed il Resco abitanti nel 1833: n° 1694
Cascese, infine il Chiesimone di Reggello. abitanti nel 1844: n° 1938
Sono comprese in questo stesso bacino circa 15 Comunità 12. nome del Capoluogo della Comunità: Pian di Scò
del Granducato, alcune delle quali, come quelle di superficie territoriale in quadrati agrari: 5757,61
Civitella, di Reggello e di Rignano mandano una parte dei abitanti nel 1833: n° 2434
loro territorj ed abitanti nei bacini limitrofi, le quali abitanti nel 1844: n° 2588
frazioni sono state staccate approssimativamente da 13. nome del Capoluogo della Comunità: Reggello (per
questo terzo per assegnarle, in quanto alla Comunità di 3/4 circa)
Civitella, al Val d’Arno Aretino, e rispetto alle ultime due, superficie territoriale in quadrati agrari: 26533,65
al Val d’Arno fiorentino. abitanti nel 1833: n° 7298
abitanti nel 1844: n° 7441
PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della 14. nome del Capoluogo della Comunità: Rignano (per
POPOLAZIONE della VALLE DELL’ARNO 2/3 circa)
SUPERIORE e dei VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli superficie territoriale in quadrati agrari: 10526,87
anni 1833 e 1844. – Vedi il SUPPLEMENTO. abitanti nel 1833: n° 3026
abitanti nel 1844: n° 3083
1. nome del Capoluogo della Comunità: Bucine 15. nome del Capoluogo della Comunità: Terranuova
superficie territoriale in quadrati agrari: 38335,83 superficie territoriale in quadrati agrari: 21614,98
abitanti nel 1833: n° 5776 abitanti nel 1833: n° 5982
abitanti nel 1844: n° 6242 abitanti nel 1844: n° 6512
2. nome del Capoluogo della Comunità: Castel Franco di - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
sopra 237801,46
superficie territoriale in quadrati agrari: 10723,76 - TOTALE abitanti nel 1833: n° 62260
abitanti nel 1833: n° 2565 - TOTALE abitanti nel 1844: n° 67504
abitanti nel 1844: n° 2792
3. nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion
Ubertini VALLE DELL’ARNO FIORENTINO o VAL D’ARNO
superficie territoriale in quadrati agrari: 3255,24 DI FIRENZE. – E’ il più centrale bacino della Toscana,
avendo in mezzo la sua metropoli. Esso apresi sotto la Ciò diede impulso al dotto e zelante Giovani Targioni
Gola di Rignano e si schiude allo Stretto, ossia al Masso Tozzetti di presentare nel 1767 al Granduca Leopoldo I
della Golfolina passata la confluenza dell’Ombrone una disamina di alcuni progetti fatti nel secolo XVI per
pistojese. – Per conseguenza sboccando nel quarto suo salvare Firenze dalle inondazioni dell’Arno,
bacino le lunghe e copiose fiumane della Sieve, della aggiungendovene uno di suo.
Greve, del Bisenzio e dell’Ombrone pistojese, secondo il Nelle notizie topografiche pubblicate nel 1841 nella
sistema da me preferito, debbono appartenere al Val Guida di Firenze, all’occasione del terzo Congresso degli
d’Arno fiorentino tutti i valloni percorsi dalle preindicate Scienziati italiani, discorrendosi del corso dell’Arno nella
fiumane sue tributarie. Valle di sopra e sotto la città di Firenze fu detto, che
Giunto l’Arno allo stretto di Rignano, ed apertasi una cotesto fiume aveva percorso tre bacini innanzi di arrivare
nuova foce fra le estreme propagini dei poggi di Torre a in questo di Firenze; la quale città fu calcolata miglia 69
Quona e di Reggello, incomincia il Val d’Arno di Firenze, ½ italiane distante dal Capo d’Arno rimontando verso le
il quale, dopo aver accolto per via, alla destra i precipitosi sorgenti del fiume, e miglia 55 ½ scendendo da Firenze
torrenti del Vicano di S. Ellero e del Vicano di Pelago, alla sua foce in mare.
scende a ricevere dal lato medesimo a poca distanza dalla Ivi ancora fu avvisato; che alla confluenza della Sieve
Terra del Pontassieve la grossa fiumana della Sieve. l’Arno era già disceso dalle sue sorgenti 2200 braccia
Il lungo corso, la pendenza, e la quantità dei precipitosi fiorentine, pari a metri 1293,98, e che quando esso
corsi d’acqua che vuotansi a cotesta fiumana nel entrava in Firenze lungi circa 10 miglia dalla confluenza
percorrere il Mugello, fanno palese a chicchessia nono predetta, era disceso altre 45 braccia, ossiano metri 26,26.
solo quali e quanti massi essa debba strascinare inoltre fu indicato, che in cotesta Valle centrale dell’Arno
dall’Appennino della Futa fino all’Alpe di S. Godenzo, confluivano 4 fiumane e varj torrenti; cioè, dal lato destro
ma ancora riempire rialzare il suo alveo nei luoghi di sopra Firenze la Sieve, e sotto la capitale ilBisenzio e
minor declive, danneggiare i ponti e recare in tempo di l’Ombrone pistojese; mentre dal lato sinistro sotto Firenze
continue dirotte pioggie gravissimi guasti al Val d’Arno vi entrava la Greve; e che i torrenti più noti suoi tributarj
fiorentino. erano alle destra, il Sieci, la Mensola, l’Affrico e il
Se uno voglia percorrere la storia dei danni recati a Mugnone ed alla sinistra il Rimaggio del Pian di Ripoli
Firenze dalle alluvioni provenute specialmente dalle ed il Vingone del Pian di Settimo.
copiose piene della Sieve, non si dovrà meravigliare di Parlando poi delle inondazioni più terribili, cui in varj
tante inondazioni, cui trovasi soggetta la capitale della tempi è stata soggetta la città di Firenze, accennavasi fra
Toscane, essendo bastatamente noto l’adagio che dice: le più antiche quella accaduta nel novembre del 1177,
Arno non cresce se Sieve non mesce. quando rovinò una pila dell’unico ponte, ora denominato
Già all’Articolo SIEVE fu indicata la pendenza Ponte vecchio. Dopo quella del 1177 le più disastrose
barometrica di cotesta fiumana; e là furono rammentati i furono in seguito le piene che accaddero nel 5 dicembre
torrenti principale di lei tributarj, non chè la superfici del 1288; nel 1 maggio 1304; e l’altrafatalissima del 1
suo vallone, noto più comunemente sotto il vocabolo di novembre 1333. Alle suddette tennero dietro una del 20
Mugello, ed il numero de’ suoi abitanti all’anno 1833. Qui ottobre 1380, altra nel 13 settembre 1547; senza dire delle
pertanto aggiungerò la popolazione intiera del Mugello piene più note e più vicine alla nostra età, come furono
compresa nel Val d’Arno fiorentino all’anno 1833, come quelle del 1679, del 1740, del 1758 e 1800. Ma la più
ancora l’ultima del 1844. recente, la più estesa, la più lunga, e forse per Firenze la
E’ indubitato, che considerando l’angustia della Valle più disastrosa è stata l’alluvione accaduta nel 3 novembre
passata la confluenza della Sieve, l’Arno non poteva dell’anno 1844.
variare di alveo fino almeno alle balze di Girone, tostochè Finalmente nella stessa Guida fu dato un cenno dello stato
esso è costretto a scorrere sempre a piè dei poggi o colline fisico del Val d’Arno fiorentino specialmente nella sua
che scendono fino alla ripa sinistra da Volognano, da pianura, dicendo: qualmente la figura corografica, e la
Miransù, da Villamagna e da Candeli, ed alla sua destra fisica struttura de’ monti che fanno spalliera dal lato di
dai colli di Remole, delle Sieci, delle Falle sino alle balze ostro all’Appennino toscano, non chè lo stato del suolo
di Girone, ecc. percorso dall’Arno, a partire dalla sua sorgente fino a
Infatti molte volte dalle piene dell’Arno du rovinata la Pisa, darebbero a supporre, che nei varj bacini, o vallate
strada maestra fra le Sieci e ele Falle, la quale fu decretato sopra e sotto Firenze, fossero stati in tempi remotissimi
si rifacesse nel 1479 e di nuovo nel 1516, finché la piena tanti laghi innanzi che l’impeto progressivo delle acque
del 1740 avendone disfatto costà una porzione, costrinse correnti corrodesse, scalzasse e rovinasse mediante
il magistrato de’ Capitani di Parte ad aprire una nuova l’impeto del fiume gli strati inferiori di macigno che
strada più in alto, rinnovandosi più volte costesto lavoro facevano barriera all’Arno nella Gola di S. Mamante sul
fino ai tempi nostri. Un simile providimento era stato primo bacino, in quelle di Monte Giovi a Capolona e
preso pel tronco di strada medesima alle balze di Girone nella Gola dell’Imbuto all’ingresso, al centro e all’egresso
fra Quinto e Rovezzano, quando la strada regia del del secondo bacino; nelli Stretti dell’Incisa e di Rignano
Pontassieve fu portata più verso il monte. fra il terzo e quarto bacino; nella Gola della Golfolina
I massimi danni però del tratto dell’Arno dalla confluenza prima di entrare nella quinta vallata, e nelle Chiuse fra la
della Sieva fino alla capitale sembrano accaduti nella Rotta e Monte Calvoli, fra Calcinaja e Vico Pisano allo
pianura fra Rovezzano e Firenze, stante il ringorgo delle sbocco dell’ultimo bacino dello stesso fiume.
sue acque per le frequenti pescaje, argini, grandi pignoni, I depositi dell’alluvione e di trasporto, gli avanzi di
palizzate, ecc. ecc. foreste abbattute e ridotte in lignite, le ossa di grandi
quadrupedi di razze perdute e sepolte nelle piaggie del PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
Bacino aretino, nel superiore ed inferiore a Firenze, POPOLAZIONE del VAL D’ARNO FIORENTINO e
gl’immensi e profondi banchi di ghiaje e di ciottoli dei VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e
riscontrati a considerabili altezze ne’ primi 5 Bacini, 1844. – Vedi il SUPPLEMENTO.
tuttociò aggiungerebbe peso all’ipotesi, che il corso
dell’Arno nei tempi anteriori alla Storia fosse impedito 1. nome del Capoluogo della Comunità: Bagno a Ripoli
dalle varie angustie di sopra indicate. superficie territoriale in quadrati agrari: 22949,03
Ad un’epoca posteriore pertanto debbono riferirsi quegli abitanti nel 1833: n° 11617
isolotti e quei bisarni che al pari di molti palustri marazzi abitanti nel 1844: n° 13011
si formarono nei diversi Bacini dell’Arno sopra e sotto 2. nome del Capoluogo della Comunità: Barberino di
Firenze. Mugello
Quindi è che la storia dai primi secoli dell’E. V. fino al superficie territoriale in quadrati agrari: 46134,16
XV rammenta nel Val d’Arno di sopra a Firenze l’Isola abitanti nel 1833: n° 8522
del Mezzule, e nel Val d’Arno fiorentino il Bisarno sotto abitanti nel 1844: n° 9366
Varlungo fra il Pian di Ripoli ed il Guarlone; l’Isolotto 3. nome del Capoluogo della Comunità: Borgo S.
sull’ingresso di Firenze antica, l’Isola ed altro Bisarno nel Lorenzo
Pian di Settimo, nel Valdarno inferiore ecc. ecc. – Vedere superficie territoriale in quadrati agrari: 43130,40
ARNO, BISARNO, ARNO BIANCO, ecc. abitanti nel 1833: n° 10551
Che poi il piano delle città attraversate dall’Arno, ognor abitanti nel 1844: n° 11103
più sia andato rialzandosi, lo dichiarano soprattutto quelle 4. nome del Capoluogo della Comunità: Brozzi
di Firenze e di Pisa, i di cui primi lastrici di mattoni in superficie territoriale in quadrati agrari: 4748,74
costa, sebbene non più antichi del secolo XIII, si abitanti nel 1833: n° 7815
trovarono sepolti dalle due alla quattro braccia sotto il abitanti nel 1844: n° 8617
lastrico attuale. – Vedere gli Articoli FIRENZE E PISA. 5. nome del Capoluogo della Comunità: Calenzano
Rispetto poi al perimetro della Valle dell’Arno fiorentino, superficie territoriale in quadrati agrari: 21709,03
dovendovisi includere le valli minori, o valloni suoi abitanti nel 1833: n° 5307
tributarj, come sono quelli della Sieve, della Greve, del abitanti nel 1844: n° 5724
Bisenzio e dell’Ombrone pistojese, ne consegue, che essa 6. nome del Capoluogo della Comunità: Campi
estendendosi dal lato di settentrione grecale dall’Alpe di superficie territoriale in quadrati agrari: 8216,54
S. Godenzo fino al monte delle Piastre sopra Pistoja; e abitanti nel 1833: n° 8957
dalla parte di scirocco a libeccio dai poggi di Cintoja e abitanti nel 1844: n° 9766
delle Stinche fino a quelli della Romola e del Malmantile, 7. nome del Capoluogo della Comunità: Cantagallo (per
vengono a comprendervisi tutte quelle Comunità il cui 1/2 circa)
territorio acquapende nel detto Bacino; avvertendo però superficie territoriale in quadrati agrari: 12293,06
che alcune di esse estendendosi nei Bacini ad esso abitanti nel 1833: n° 2351
limitrofi, trovansi qui calcolate per approssimazione, tanto abitanti nel 1844: n° 1691
rispetto alla superficie territoriale, come rapporto al 8. nome del Capoluogo della Comunità: Carmignano (per
numero degli abitanti. Tali sono per esempio la Comunità 9/10 circa)
di S. Casciano posta fra la Val di Greve, la Val di Pesa, al superficie territoriale in quadrati agrari: 11596,60
pari di quella della Casellina e Torri e della Lastra a abitanti nel 1833: n° 7209
Signa. Dirò la cosa medesima della Comunità di abitanti nel 1844: n° 7803
Carmignano, posta fra il Val d’Arno fiorentino e quello 9. nome del Capoluogo della Comunità: S. Casciano (per
inferiore; delle Comunità di Rignano e di Reggello che 2/3 circa)
mandano gran parte del loro territorio e degli abitanti nel superficie territoriale in quadrati agrari: 20946,06
Val d’Arno superiore, mentre la Comunità di Serravalle abitanti nel 1833: n° 6749
spetta al Val d’Arno fiorentino ed inferiore. Dicasi lo abitanti nel 1844: n° 7456
stesso delle Comunità di Cantagallo, della Porta al Borgo 10. nome del Capoluogo della Comunità: Casellina e
sopra Pistoja e.. porzione dei di cui territorj spettano alla Torri (per 2/3 circa)
Valle transappennina del Reno bolognese, dove saranno superficie territoriale in quadrati agrari: 10290,38
riportate le frazioni che mancano al Bacino del Val abitanti nel 1833: n° 6262
d’Arno fiorentino. abitanti nel 1844: n° 6153
Inoltre spettano al Bacino Fiorentino due santuari insigni 11. nome del Capoluogo della Comunità: Dicomano
stati abitati dai fondatori di due Ordini religiosi, cioè, la superficie territoriale in quadrati agrari: 17474,40
Badia della Vallombrosa fondata S. Giovanni Gualberto, abitanti nel 1833: n° 3619
e l’Eremo del Monte Senario abitato dai 7 Fondatori abitanti nel 1844: n° 3849
dell’Ordine de’Servi di Maria. 12. nome del Capoluogo della Comunità: FIESOLE, città
Detratte le Comunità testé accennate, quelle totalmente superficie territoriale in quadrati agrari: 16034,42
tributarie del Val d’Arno fiorentino si riducono a 33, alle abitanti nel 1833: n° 8129
quali unite le 9 precedenti costituirebbero 42 Comunità, abitanti nel 1844: n° 9697
comprendendo fra queste le due di già conteggiate nel Val 13. nome del Capoluogo della Comunità: FIRENZE,
d’Arno superiore. capitale
superficie territoriale in quadrati agrari: 1556,17
abitanti nel 1833: n° 95927 abitanti nel 1833: n° 6578
abitanti nel 1844: n° 106531 abitanti nel 1844: n° 6800
14. nome del Capoluogo della Comunità: Galluzzo 29. nome del Capoluogo della Comunità: Porta Lucchese
superficie territoriale in quadrati agrari: 20757,81 superficie territoriale in quadrati agrari: 7669,18
abitanti nel 1833: n° 11724 abitanti nel 1833: n° 5553
abitanti nel 1844: n° 12765 abitanti nel 1844: n° 5672
15. nome del Capoluogo della Comunità: S. Godenzo 30. nome del Capoluogo della Comunità: Porta S. Marco
superficie territoriale in quadrati agrari: 29128,93 superficie territoriale in quadrati agrari: 18996,48
abitanti nel 1833: n° 2704 abitanti nel 1833: n° 7533
abitanti nel 1844: n° 3204 abitanti nel 1844: n° 8420
16. nome del Capoluogo della Comunità: Greve 31. nome del Capoluogo della Comunità: PRATO, città
superficie territoriale in quadrati agrari: 49053,05 superficie territoriale in quadrati agrari: 38820,77
abitanti nel 1833: n° 8951 abitanti nel 1833: n° 30288
abitanti nel 1844: n° 9998 abitanti nel 1844: n° 32653
17. nome del Capoluogo della Comunità: Lastra a Signa 32. nome del Capoluogo della Comunità: Reggello (per
(per 2/3 circa) 1/5 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 8391,14 superficie territoriale in quadrati agrari: 7078,22
abitanti nel 1833: n° 5189 abitanti nel 1833: n° 1960
abitanti nel 1844: n° 6026 abitanti nel 1844: n° 1984
18. nome del Capoluogo della Comunità: Legnaja 33. nome del Capoluogo della Comunità: Rignano (per
superficie territoriale in quadrati agrari: 7158,18 1/3 circa)
abitanti nel 1833: n° 8162 superficie territoriale in quadrati agrari: 5295,00
abitanti nel 1844: n° 9276 abitanti nel 1833: n° 1514
19. nome del Capoluogo della Comunità: Londa abitanti nel 1844: n° 1546
superficie territoriale in quadrati agrari: 15643,61 34. nome del Capoluogo della Comunità: Rovezzano
abitanti nel 1833: n° 2214 superficie territoriale in quadrati agrari: 2765,07
abitanti nel 1844: n° 2328 abitanti nel 1833: n° 4170
20. nome del Capoluogo della Comunità: Montale abitanti nel 1844: n° 4794
superficie territoriale in quadrati agrari: 12883,24 35. nome del Capoluogo della Comunità: Scarperia
abitanti nel 1833: n° 6702 superficie territoriale in quadrati agrari: 23352,66
abitanti nel 1844: n° 7209 abitanti nel 1833: n° 5243
21. nome del Capoluogo della Comunità: Monte Murlo abitanti nel 1844: n° 5332
superficie territoriale in quadrati agrari: 8883,66 36. nome del Capoluogo della Comunità: Seravalle (per
abitanti nel 1833: n° 2350 5/6 circa)
abitanti nel 1844: n° 2494 superficie territoriale in quadrati agrari: 11056,43
22. nome del Capoluogo della Comunità: Pelago abitanti nel 1833: n° 3792
superficie territoriale in quadrati agrari: 29487,05 abitanti nel 1844: n° 4170
abitanti nel 1833: n° 7956 37. nome del Capoluogo della Comunità: Sesto
abitanti nel 1844: n° 9332 superficie territoriale in quadrati agrari: 14770,05
23. nome del Capoluogo della Comunità: Pellegrino abitanti nel 1833: n° 8796
superficie territoriale in quadrati agrari: 6294,95 abitanti nel 1844: n° 1073
abitanti nel 1833: n° 6585 38. nome del Capoluogo della Comunità: Signa
abitanti nel 1844: n° 7166 superficie territoriale in quadrati agrari: 5251,37
24. nome del Capoluogo della Comunità: S. Piero a Sieve abitanti nel 1833: n° 5634
superficie territoriale in quadrati agrari: 10636,90 abitanti nel 1844: n° 6034
abitanti nel 1833: n° 2861 39. nome del Capoluogo della Comunità: Tizzana
abitanti nel 1844: n° 2916 superficie territoriale in quadrati agrari: 13344,87
25. nome del Capoluogo della Comunità: PISTOJA , città abitanti nel 1833: n° 7319
superficie territoriale in quadrati agrari: 366,64 abitanti nel 1844: n° 7764
abitanti nel 1833: n° 11101 40. nome del Capoluogo della Comunità: Vaglia
abitanti nel 1844: n° 12332 superficie territoriale in quadrati agrari: 16657,07
26. nome del Capoluogo della Comunità: Pontassieve abitanti nel 1833: n° 2689
superficie territoriale in quadrati agrari: 33568,76 abitanti nel 1844: n° 2829
abitanti nel 1833: n° 8771 41. nome del Capoluogo della Comunità: Vernio
abitanti nel 1844: n° 9380 superficie territoriale in quadrati agrari: 16118,53
27. nome del Capoluogo della Comunità: Porta al Borgo abitanti nel 1833: n° 3616
(per 3/4 circa) abitanti nel 1844: n° 4010
superficie territoriale in quadrati agrari: 27572,38 42. nome del Capoluogo della Comunità: Vicchio
abitanti nel 1833: n° 8502 superficie territoriale in quadrati agrari: 43244,12
abitanti nel 1844: n° 9840 abitanti nel 1833: n° 9001
28. nome del Capoluogo della Comunità: Porta Carratica abitanti nel 1844: n° 9645
superficie territoriale in quadrati agrari: 6173,46 - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
727468,57 Capannori e di Villa Basilica del Ducato di Lucca, mentre
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 380473 vi spettano per una porzione altre 17 Comunità del
- TOTALE abitanti nel 1844: n° 407739 Granducato, siccome risulta dal Prospetto seguente del
Val d’Arno di sotto con i suoi valloni subalterni, ripetendo
qui l’avviso, che delle due Comunità del Ducato di Lucca
VALLE DELL’ARNO INFERIORE O VAL D’ARNO non conoscendosi l’estensione della loro superficie
DI SOTTO. – Il quinto bacino di cotesta Valle è anche più territoriale, né il movimento della popolazione delle
vasto del precedente, stante che a destra riceve le acque medesime, mi limito ad indicare la sua popolazione
tutte della Val di Nievole e della Valle orientale Lucchese dell’anno 1832.
mediante gli emissari dell’Usciana e delle due Seresse, All’Articolo ARNO, fu detto, che il corso di cotesto fiume
che nella quinta sezione dell’Arno dal lato destro per 40 e più miglia, da Signa a Pis a, innanzi il 1835 non
fluiscono, mentre vi entrano dal lato sinistro le fiumane contava alcun ponte di materiale che lo attaversasse,
della Pesa, dell’Elsa, dell’Evola, della Chiecina, della mentre dopo quell’epoca per opera dello stesso ingegnere
Chiecinella e dell’Era, con tutti gl’influenti minori che vi Rodolfo Castinelli, furono edificati nel corso di 8 anni a
portano le loro acque. – In conseguenza di che il Bacino spese di società anonime tre solidissimi ponti attraverso
in discorso si estende, dirimpetto a maestrale e dell’Arno; il primo sopra Bocca d’Elsa, quasi nel centro
settentrione dalla sommità del monte delle Pizzorne e di della Valle inferiore dell’Arno; il secondo presso la bocca
Battifolle sino alla Montagnuola di Siena posta al suo d’Usciana, ed il terzo recentissimo di una costruzione
scirocco e ostro, e sino alla faccia occidentale dei monti mirabile presso la Bocca della Zambra di Calci nel Val
del Chianti; come pure dal Monte Miccioli e dal d’Arno pisano.
Cornocchio sino al Monte Pisano. Nel Prospetto seguente al numero degli abitanti compresi
Nella qual traversa si conta da settentrione a ostro nel Bacino del Valdarno inferiore si è aggiunto quello
un’estensione di circa 60 miglia, mentre nella direzione delle due Comunità del Ducato di Lucca, segnate con
opposta dal Masso della Golfolina sino a Vico Pisano la l’asterisco (*), il cui territorio è quasi tutto tributario di
traversa non arriva alle 25 miglia toscane. cotesto Bacino.
All’Articolo CALCINAJA che posi sull’ingresso del Val
d’Arno pisano fu detto, che nei tempi della Repubblica PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
l’Arno correva a settentrione di Calcinaja, in guisa che POPOLAZIONE del VAL D’ARNO INFERIORE e dei
questo castello rimaneva nella ripa sinistra e non sulla VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844. –
destra, come lo è oggidì, del fiume Arno. Vedi il SUPPLEMENTO.
Citai a tal proposito una lettera del 1326 dell’Arcivescovo
di pisa, con la quale concedé al parroco di Bientina 1. nome del Capoluogo della Comunità: Capannori nel
facoltà di alzare nella sua chiesa il fonte battesimale per Lucchese (*)
ragione che fra Bientina e Calcinaja correndo il fiume superficie territoriale in quadrati agrari: ignota
Arno si rendeva pericoloso molte volte il passaggio di abitanti nel 1832: n° 31431
quel fiume per portare i fanciulli a battezzare alla pieve di 2. nome del Capoluogo della Comunità: Villa Basilica nel
Calcinaja, dalla quale allora Bientina dipendeva. Lucchese (*)
Arroge a ciò una pergamena inedita, dell’Arch. Dipl. Fior. superficie territoriale in quadrati agrari: ignota
proveniente dalla Badia a Settimo e da Castello. – E’ un abitanti nel 1832: n° 6851
contratto di affitto fatto nel 15 luglio del 1476, col quale 3. nome del Capoluogo della Comunità: Barberino di Val
gli Uffiziali di Torre di Firenze locarono ai Frati d’Elsa
Agostiniani del convento di Nicosia nella Valle di Calci il superficie territoriale in quadrati agrari: 36082,31
passo della nave sul fiume Arno tra Bientina e Vico abitanti nel 1833: n° 7879
Pisano, in luogo detto Maltraverso, per l’annuo canone di abitanti nel 1844: n° 9832
3 fiorini d’oro larghi ed a condizione di dover rinnovare il 4. nome del Capoluogo della Comunità: Bientina
fitto medesimo ogni 29 anni. superficie territoriale in quadrati agrari: 8526,55
Infatti esistono tuttora fra Montecchio e Bientina le abitanti nel 1833: n° 2175
antiche tracce del corso dell’Arno fra Bientina e Calcinaja abitanti nel 1844: n° 2427
lungo una viaq rotabile che guida al Lago o Padule 5. nome del Capoluogo della Comunità: Borgo a
omonimo, via che l’Arno ha voluto riconquistare Buggiano
all’occasione della terribile piena del 3 novembre 1844. superficie territoriale in quadrati agrari: 13306,86
All’Articolo BIENTINA fu aggiunto, che il rialzamento abitanti nel 1833: n° 9083
progressivo del fondo di quel Lago sembra accaduto in abitanti nel 1844: n° 10078
conseguenza del rialzato alveo dell’Arno, a danno delle 6. nome del Capoluogo della Comunità: Calcinaja
soggiacenti campagne. Che poi così fosse accaduto, lo superficie territoriale in quadrati agrari: 4136,58
dimostravano tanti provvedimenti idraulici presi a tale abitanti nel 1833: n° 2745
scopo, fra i quali quello di avere dovuto rialzare più volte abitanti nel 1844: n° 3169
le soglie delle cateratte agli emissarj del Lago predetto, 7. nome del Capoluogo della Comunità: Capannoli
affinché in tempo di piene questi non divenghino superficie territoriale in quadrati agrari: 6636,54
immissarj dell’Arno. abitanti nel 1833: n° 2395
Sono compresi per l’intiero dentro il perimetro di cotesto abitanti nel 1844: n° 2620
bacino i territorj di 55 Comunità, oltre le due di 8. nome del Capoluogo della Comunità: Capraja
superficie territoriale in quadrati agrari: 7532,37 abitanti nel 1844: n° 14730
abitanti nel 1833: n° 2203 22. nome del Capoluogo della Comunità: Fucecchio
abitanti nel 1844: n° 2707 superficie territoriale in quadrati agrari: 17794,34
9. nome del Capoluogo della Comunità: Carmignano (per abitanti nel 1833: n° 9783
1/10 circa) abitanti nel 1844: n° 10587
superficie territoriale in quadrati agrari: 1288,52 23. nome del Capoluogo della Comunità: Gajole (per 1/4
abitanti nel 1833: n° 809 circa)
abitanti nel 1844: n° 866 superficie territoriale in quadrati agrari: 9399,07
10. nome del Capoluogo della Comunità: S. Casciano (per abitanti nel 1833: n° 1697
1/3 circa) abitanti nel 1844: n° 1144
superficie territoriale in quadrati agrari: 10473,03 24. nome del Capoluogo della Comunità: S. Gimignano
abitanti nel 1833: n° 3424 superficie territoriale in quadrati agrari: 40726,46
abitanti nel 1844: n° 3778 abitanti nel 1833: n° 6067
11. nome del Capoluogo della Comunità: Casellina e abitanti nel 1844: n° 6486
Torri (per 1/3 circa) 25. nome del Capoluogo della Comunità: Lajatico
superficie territoriale in quadrati agrari: 5145,19 superficie territoriale in quadrati agrari: 17425,27
abitanti nel 1833: n° 3130 abitanti nel 1833: n° 1334
abitanti nel 1844: n° 3076 abitanti nel 1844: n° 1694
12. nome del Capoluogo della Comunità: Casole (per 1/2 26. nome del Capoluogo della Comunità: Lamporecchio
circa) superficie territoriale in quadrati agrari: 13726,24
superficie territoriale in quadrati agrari: 21639,87 abitanti nel 1833: n° 5943
abitanti nel 1833: n° 1974 abitanti nel 1844: n° 6865
abitanti nel 1844: n° 2008 27. nome del Capoluogo della Comunità: Lari (per 3/4
13. nome del Capoluogo della Comunità: Castel circa)
Fiorentino superficie territoriale in quadrati agrari: 17745,10
superficie territoriale in quadrati agrari: 14611,03 abitanti nel 1833: n° 5856
abitanti nel 1833: n° 5776 abitanti nel 1844: n° 6676
abitanti nel 1844: n° 6450 28. nome del Capoluogo della Comunità: Lastra a Signa
14. nome del Capoluogo della Comunità: Castelfranco di superficie territoriale in quadrati agrari: 12585,70
sotto abitanti nel 1833: n° 7784
superficie territoriale in quadrati agrari: 10872,09 abitanti nel 1844: n° 9039
abitanti nel 1833: n° 4112 29. nome del Capoluogo della Comunità: S. Maria
abitanti nel 1844: n° 4590 inMonte
15. nome del Capoluogo della Comunità: Castellina in superficie territoriale in quadrati agrari: 9555,82
Chianti (per 2/3 circa) abitanti nel 1833: n° 3129
superficie territoriale in quadrati agrari: 19284,20 abitanti nel 1844: n° 3621
abitanti nel 1833: n° 1997 30. nome del Capoluogo della Comunità: Marliana
abitanti nel 1844: n° 2240 superfic ie territoriale in quadrati agrari: 12331,62
16. nome del Capoluogo della Comunità: Cerreto abitanti nel 1833: n° 3345
superficie territoriale in quadrati agrari: 14890,86 abitanti nel 1844: n° 3706
abitanti nel 1833: n° 4724 31. nome del Capoluogo della Comunità: Massa e Cozzile
abitanti nel 1844: n° 5386 superficie territoriale in quadrati agrari: 4711,27
17. nome del Capoluogo della Comunità: Certaldo abitanti nel 1833: n° 2360
superficie territoriale in quadrati agra ri: 21714,14 abitanti nel 1844: n° 2616
abitanti nel 1833: n° 5374 32. nome del Capoluogo della Comunità: S. Miniato
abitanti nel 1844: n° 5983 superficie territoriale in quadrati agrari: 32957,06
18. nome del Capoluogo della Comunità: Chianni (per abitanti nel 1833: n° 13595
metà circa) abitanti nel 1844: n° 15059
superficie territoriale in quadrati agrari: 9043,51 33. nome del Capoluogo della Comunità: Monsummano
abitanti nel 1833: n° 998 superficie territoriale in quadrati agrari: 9528,30
abitanti nel 1844: n° 1266 abitanti nel 1833: n° 5209
19. nome del Capoluogo della Comunità: COLLE, città abitanti nel 1844: n° 5794
superficie territoriale in quadrati agrari: 26741,47 34. nome del Capoluogo della Comunità: Montajone
abitanti nel 1833: n° 5417 superficie territoriale in quadrati agrari: 59518,36
abitanti nel 1844: n° 6163 abitanti nel 1833: n° 8103
20. nome del Capoluogo della Comunità: S. Croce abitanti nel 1844: n° 9166
superficie territoriale in quadrati agrari: 8052,91 35. nome del Capoluogo della Comunità: Monte Calvoli
abitanti nel 1833: n° 5502 superficie territoriale in quadrati agrari: 1703,83
abitanti nel 1844: n° 5609 abitanti nel 1833: n° 1140
21. nome del Capoluogo della Comunità: Empoli abitanti nel 1844: n° 1305
superficie territoriale in quadrati agrari: 18163,48 36. nome del Capoluogo della Comunità: Monte Carlo
abitanti nel 1833: n° 12489 superficie territoriale in quadrati agrari: 10490,88
abitanti nel 1833: n° 6490 abitanti nel 1833: n° 758
abitanti nel 1844: n° 7268 abitanti nel 1844: n° 833
37. nome del Capoluogo della Comunità: Montecatini di 52. nome del Capoluogo della Comunità: Terricciola
Val di Cecina (per 1/2 circa) superficie territoriale in quadrati agrari: 12648,82
superficie territoriale in quadrati agrari: 21046,20 abitanti nel 1833: n° 2815
abitanti nel 1833: n° 1309 abitanti nel 1844: n° 3285
abitanti nel 1844: n° 1528 53. nome del Capoluogo della Comunità: Uzzano
38. nome del Capoluogo della Comunità: Montecatini di superficie territoriale in quadrati agrari: 3701,13
Val di Nievole abitanti nel 1833: n° 3412
superficie territoriale in quadrati agrari: 8823,86 abitanti nel 1844: n° 4010
abitanti nel 1833: n° 5322 54. nome del Capoluogo della Comunità: Vico Pisano
abitanti nel 1844: n° 5966 (per 1/4 circa)
39. nome del Capoluogo della Comunità: Monte Lupo superficie territoriale in quadrati agrari: 4076,87
superficie territoriale in quadrati agrari: 7174,32 abitanti nel 1833: n° 2370
abitanti nel 1833: n° 4329 abitanti nel 1844: n° 2703
abitanti nel 1844: n° 4755 55. nome del Capoluogo della Comunità: Vinci
40. nome del Capoluogo della Comunità: Monteriggioni superficie territoriale in quadrati agrari: 15303,29
(per 3/4 circa) abitanti nel 1833: n° 5526
superficie territoriale in quadrati agrari: 21236,52 abitanti nel 1844: n° 5827
abitanti nel 1833: n° 2022 56. nome del Capoluogo della Comunità: VOLTERRA,
abitanti nel 1844: n° 2238 città (per 2/3 circa)
41. nome del Capoluogo della Comunità: Montespertoli superficie territoriale in quadrati agra ri: 55186,64
superficie territoriale in quadrati agrari: 36260,19 abitanti nel 1833: n° 6706
abitanti nel 1833: n° 7046 abitanti nel 1844: n° 8553
abitanti nel 1844: n° 7563
42. nome del Capoluogo della Comunità: Montopoli - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
superficie territoriale in quadrati agrari: 4286,67 836874,52
abitanti nel 1833: n° 2971 - TOTALE abitanti nel 1833: n° 248928
abitanti nel 1844: n° 3289 - TOTALE abitanti nel 1844: n° 279258
43. nome del Capoluogo della Comunità: Palaja
superficie territoriale in quadrati agrari: 26463,84
abitanti nel 1833: n° 8345 VALLE DELL’ARNO PISANO o VAL D’ARNO DI
abitanti nel 1844: n° 9196 PISA. – Cotesto delta della Toscana costituisce l’ultimo
44. nome del Capoluogo della Comunità: Peccioli ed il più popoloso bacino anco senza comprendervi la
superficie territoriale in quadrati agrari: 27008,01 Valle del Serchio, comecché essa una volta vi
abitanti nel 1833: n° 5015 appartenesse innanzi che il Serchio per un cammino suo
abitanti nel 1844: n° 5654 proprio entrasse nel mare.
45. nome del Capoluogo della Comunità: PESCIA, città Dondechè la Valle attuale dell’Arno pisano non
superficie territoriale in quadrati agrari: 7643,78 oltrepassando a ponente i confini territoriali della
abitanti nel 1833: n° 11070 Comunità di Pisa, ed in parte quelli della Comunità
abitanti nel 1844: n° 11845 de’Bagni di S. Giuliano, termina alla foce del Fiume
46. nome del Capoluogo della Comunità: Poggibonsi Morto, che entra in mare fra le bocche del Serchio e
superficie territoriale in quadrati agrari: 20525,67 dell’Arno.
abitanti nel 1833: n° 5427 Già fu avvisato il lettore all’Articolo ARNO (BOCCA D’)
abitanti nel 1844: n° 6271 che il rialzamento ed il progressivo allontanamento del
47. nome del Capoluogo della Comunità: Ponsacco (per littorale da Pisa era dimostrato non solo dalle torbe e
2/3 circa) tomboli che in una spiaggia sottilissima depositavano
superficie territoriale in quadrati agrari: 4359,49 continuamente i due fiumi Arno e Serchio, ma ancora
abitanti nel 1833: n° 1953 dalla testimonianza di Strabone, che nella sua opera
abitanti nel 1844: n° 2290 storico geografica dichiarò qualmente intorno all’epoca
48. nome del Capoluogo della Comunità: Pontedera (per della nascita di G. C. la bocca dell’Arno era lontana da
3/4 circa) Pisa soli 20 stadj olimpici, corrispondenti a due miglia
superficie territoriale in quadrati agrari: 8133,30 toscane geografiche.
abitanti nel 1833: n° 5883 E’ stata opinione di alcuni, che, tanto il Serchio da
abitanti nel 1844: n° 6424 Ripafratta alla marina, quanto l’Arno sull’ingresso della
50. nome del Capoluogo della Comunità: Radda Valle pisana, biforcando suddividessero le loro acque fra
superficie territoriale in quadrati agrari: 23372,89 il letto maggiore diretto per Pisa ed il letto minore diretto,
abitanti nel 1833: n° 2608 uno per l’Osari, l’altro per l’Arnaccio nel canale palustre
abitanti nel 1844: n° 3021 di Calambrone a ponente maestrale di Livrono. – Vedere
51. nome del Capoluogo della Comunità: Serravalle (per OSARI, E ARNACCIO.
1/6 circa) Comunque sia di ciò, contemplando noi il Bacino pisano,
superficie territoriale in quadrati agrari: 1283,00 fa d’uopo abbracciare in esso non solo tutti gl’influenti
della sua destra, a partire da Vico Pisano in giù, ma abitanti nel 1833: n° 37227
ancora della sua sinistra, dalle Fornacette sino ai Monti abitanti nel 1844: n° 43121
Livornesi, cosicchè da questo lato vengono ad esser 12. nome del Capoluogo della Comunità: Ponsacco (per
compresi nel delta pisano i valloni del Zannone, del Fosso 1/3 circa)
Reale, della Tora e del rio del Pozzale fino al di là di superficie territoriale in quadrati agrari: 1937,23
monte Negro, mentre alla sua destra l’Arno accoglie la abitanti nel 1833: n° 868
Zambra di Calci, ed è fiancheggiato dalle fosse di abitanti nel 1844: n° 1013
Vivinaja, di Malinventre ecc. le quali entrano in mare col 13. nome del Capoluogo della Comunità: Pontedera (per
Fiume Morto. 1/4 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 2711,00
PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della abitanti nel 1833: n° 1962
POPOLAZIONE del VAL D’ARNO PISANO e dei abitanti nel 1844: n° 2147
VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844. – 14. nome del Capoluogo della Comunità: Vico Pisano
Vedi il SUPPLEMENTO. (per 3/4 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 12240,59
1. nome del Capoluogo della Comunità: Bagni di S. abitanti nel 1833: n° 7110
Giuliano (per 2/3 circa) abitanti nel 1844: n° 8108
superficie territoriale in quadrati agrari: 18075,64
abitanti nel 1833: n° 9088 - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
abitanti nel 1844: n° 10355 231501,68
2. nome del Capoluogo della Comunità: Chianti (per 1/4 - TOTALE abitanti nel 1833: n° 163085
circa) - TOTALE abitanti nel 1844: n° 180486
superficie territoriale in quadrati agrari: 9044,50
abitanti nel 1833: n° 998 Dalla seguente Recapitolazione risulta, che nel 1833
abitanti nel 1844: n° 1266 esisteva nei sei Bacini dell’Arno in una superficie
3. nome del Capoluogo della Comunità: Cascina territoriale di Quadrati 2935665,21, pari a miglia toscane
superficie territoriale in quadrati agrari: 23150,50 3655 7/8 circa, una popolazione di 991,771 abitanti
abitanti nel 1833: n° 14405 corrispondenti a circa 271 1/3 per ogni miglio quadrato;
abitanti nel 1844: n° 16367 mentre la popolazione del 1844 ascendendo a 1,084,090
4. nome del Capoluogo della Comunità: Colle Salvetti individui veniva a corrispondere a un dipresso a poco più
superficie territoriale in quadrati agrari: 36717,04 di 296 abitanti per ogni miglio quadrato.
abitanti nel 1833: n° 5517 Se poi si prende a esaminare la superficie del Val d’Arno
abitanti nel 1844: n° 6306 Fiorentino di 727468,57 quadrati, corrispondente a circa
5. nome del Capoluogo della Comunità: Fauglia 906 miglia quadre toscane, si troverà che nel 1833 vi
superficie territoriale in quadrati agrari: 20126,75 erano costà circa 420 individui per ogni miglio quadrato,
abitanti nel 1833: n° 4936 aumentati nel 1844 fino a 450 persone per ogni miglio
abitanti nel 1844: n° 5740 come sopra.
6. nome del Capoluogo della Comunità: Lari (per 1/4 Ma il Bacino del Val d’Arno Pisano comparisce il più
circa) popolato di tutta la Toscana; avvegnachè in una superficie
superficie territoriale in quadrati agrari: 5915,17 di circa 288 miglia quadrate (231501,68 Quadrati agrarj)
abitanti nel 1833: n° 1952 esso contava nel 1833 per ogni miglio 566 individui, e nel
abitanti nel 1844: n° 2241 1844 è arrivato a 626 persone per ogni miglio quadrato.
7. nome del Capoluogo della Comunità: LIVORNO, città
superficie territoriale in quadrati agrari: 27078,55 RECAPITOLAZIONE della SUPERFICIE
abitanti nel 1833: n° 75273 TERRITORIALE e della POPOLAZIONE delle
abitanti nel 1844: n° 79800 Comunità comprese nei sei BACINI DELL’ARNO negli
8. nome del Capoluogo della Comunità: Lorenzana anni 1833 e 1844
superficie territoriale in quadrati agrari: 5761,86
abitanti nel 1833: n° 1377 1. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO
abitanti nel 1844: n° 1445 CASENTINESE
9. nome del Capoluogo della Comunità: Santa Luce (per superficie territoriale in quadrati agrarj: 451599,40
1/3 circa) abitanti nel 1833: n° 31589
superficie territoriale in quadrati agrari: 6589,24 abitanti nel 1844: n° 34802
abitanti nel 1833: n° 1894 2. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO ARETINO
abitanti nel 1844: n° 2058 superficie territoriale in quadrati agrarj: 450419,58
10. nome del Capoluogo della Comunità: Orciano (per 2/3 abitanti nel 1833: n° 105436
circa) abitanti nel 1844: n° 114301
superficie territoriale in quadrati agrari: 2380,66 3. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO
abitanti nel 1833: n° 478 SUPERIORE
abitanti nel 1844: n° 519 superficie territoriale in quadrati agrarj: 237801,46
11. nome del Capoluogo della Comunità: PISA, città abitanti nel 1833: n° 62260
superficie territoriale in quadrati agrari: 58972,95 abitanti nel 1844: n° 67504
4. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO per la qualità delle rocce; sia per le quantità dell’acido
FIORENTINO borico e dei sali marini che ivi si raccolgono; sia per le
superficie territoriale in quadrati agrarj: 727468,57 molte acquesalse, come ancora per i metalli, per i zolfi e
abitanti nel 1833: n° 380473 le mofete che scaturiscono nei valloni della medesima.
abitanti nel 1844: n° 407739 Resta qui a dare un cenno della superficie quadrata e della
5. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO popolazione delle Comunità limitrofe poste sulla pendice
INFERIORE (detratta la superficie territoriale e il numero occidentale del Poggio al Pruno, comecchè esse tra la
degli abitanti di due Comunità del Ducato di Lucca bocca di Cecina e la Torre S. Vincenzio versino i loro
compresi nel Bacino suddetto) torrenti direttamente nel mare toscano.
superficie territoriale in quadrati agrarj: 836874,52 Dal Prospetto seguente apparisce, che la Val di Cecina
abitanti nel 1833: n° 248928 con i valloni e vallecole annesse in una superficie
abitanti nel 1844: n° 279258 territoriale di quadrati 318667,85 pari a miglia toscane
6. nome del bacino dell’Arno: VAL D’ARNO PISANO 396 ¾ vi erano nel 1833 24319, equivalenti a circa 61 4/3
superficie territoriale in quadrati agrarj: 231501,68 per miglia, e nel 1844 abitanti 72 per ogni miglio.
abitanti nel 1833: n° 163085
abitanti nel 1844: n° 180486 PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
POPOLAZIONE della VAL DI CECINA e dei
- TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844. –
2935665,21 Vedi il SUPPLEMENTO.
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 991771
- TOTALE abitanti nel 1844: n° 1084090 1. nome del Capoluogo della Comunità: Bibbona
superficie territoriale in quadrati agrari: 25807,92
VALLE DELL’ASSO. – Vedere ASSO (VAL D’) E abitanti nel 1833: n° 814
VALLE DELL’OMBRONE SANESE NEL BACINO DI abitanti nel 1844: n° 1527
MONTALCINO. 2. nome del Capoluogo della Comunità: Casale
superficie territoriale in quadrati agrari: 4219,92
abitanti nel 1833: n° 817
VALLE DELL’ASTRONE. – Vedere CETONA, abitanti nel 1844: n° 938
Comunità, E VALLE SUPERIORE DELLA PAGLIA. 3. nome del Capoluogo della Comunità: Casole (per 1/2
circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 21639,87
VALLE DI BAGNO IN ROMAGNA. – Vedere BAGNO, abitanti nel 1833: n° 1974
Comunità, e VALLE DEL SAVIO abitanti nel 1844: n° 2008
4. nome del Capoluogo della Comunità: Castelnuovo di
Val di Cecina
VALLE DEL BIDENTE. – Vedere VALLE DE’ TRE superficie territoriale in quadrati agrari: 18724,31
BIDENTI abitanti nel 1833: n° 2281
abitanti nel 1844: n° 2549
5. nome del Capoluogo della Comunità: Elci
VALLE DEL BISENZIO. – Vedere BISENZIO E superficie territoriale in quadrati agrari: 19655,39
VALLE DELL’ARNO FIORENTINO abitanti nel 1833: n° 1221
abitanti nel 1844: n° 1199
6. nome del Capoluogo della Comunità: Gherardesca
VALLE DI CALCI. – Vedere CALCI, ZAMBRA DI superficie territoriale in quadrati agrari: 41330,82
CALCI, E VALLE DELL’ARNO PISANO. abitanti nel 1833: n° 2476
abitanti nel 1844: n° 3030
7. nome del Capoluogo della Comunità: Guardistallo
VALLE DELLA CASCINA. – Vedere CASCINA, ERA superficie territoriale in quadrati agrari: 6909,31
E VALLE DELL’ARNO INFERIORE. abitanti nel 1833: n° 1140
abitanti nel 1844: n° 1406
8. nome del Capoluogo della Comunità: Montecatini di
VALLE DI CASTELLO nel Pietrasantino. – Vedere VAL Val di Cecina (per 2/3 circa)
DI CASTELLO. superficie territoriale in quadrati agrari: 28061,98
abitanti nel 1833: n° 1746
abitanti nel 1844: n° 2037
VALLE DELLA CECINA o VAL DI CECINA. – Di 9. nome del Capoluogo della Comunità: Montescudajo
cotesta Valle percorsa da una fiumana impetuosa, che superficie territoriale in quadrati agrari: 5752,73
dopo il giro di 40 miglia scarica le sue acque direttamente abitanti nel 1833: n° 930
nel mare toscano, è stata fatta menzione all’Articolo abitanti nel 1844: n° 1059
CECINA, dove furono indicati i principali influenti suoi, 10. nome del Capoluogo della Comunità: Monteverdi (per
il corso che teneva; e fu anche detto che essa era per il 1/3 circa)
geologo una delle Valli più importanti del Granducato, sia superficie territoriale in quadrati agrari: 9473,82
abitanti nel 1833: n° 256 2. nome del Capoluogo della Comunità: Massa Marittima
abitanti nel 1844: n° 333 (per 1/3 circa)
11. nome del Capoluogo della Comunità: Pomarance superficie territoriale in quadrati agrari: 43087,92
superficie territoriale in quadrati agrari: 73535,94 abitanti nel 1833: n° 2253
abitanti nel 1833: n° 4884 abitanti nel 1844: n° 2387
abitanti nel 1844: n° 5670 3. nome del Capoluogo della Comunità: Piombino
12. nome del Capoluogo della Comunità: Radicondoli superficie territoriale in quadrati agrari: 40680,01
(per 2/3 circa) abitanti nel 1833: n° 1583
superficie territoriale in quadrati agrari: 12964,09 abitanti nel 1844: n° 2071
abitanti nel 1833: n° 1316 4. nome del Capoluogo della Comunità: Sassetta
abitanti nel 1844: n° 1442 superficie territoriale in quadrati agrari: 7672,24
13. nome del Capoluogo della Comunità: Riparbella abitanti nel 1833: n° 689
superficie territoriale in quadrati agrari: 22997,76 abitanti nel 1844: n° 768
abitanti nel 1833: n° 1112 5. nome del Capoluogo della Comunità: Suvereto
abitanti nel 1844: n° 1809 superficie territoriale in quadrati agrari: 27080,29
14. nome del Capoluogo della Comunità: VOLT ERRA, abitanti nel 1833: n° 755
città (per 1/3 circa) abitanti nel 1844: n° 1030
superficie territoriale in quadrati agrari: 27593,99
abitanti nel 1833: n° 3352 - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
abitanti nel 1844: n° 3776 152102,58
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 7421
- TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: - TOTALE abitanti nel 1844: n° 9106
318667,85
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 24319 VALLE DELL’ELSA. – Vedere ELSA, E VALLE
- TOTALE abitanti nel 1844: n° 28783 DELL’ARNO INFERIORE.
Che si chiamava ACQUACHETA suso, avante - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
Che si divalli giù nel basso letto 80520,55
Ed a Forlì di quel nome è vacante. - TOTALE abitanti nel 1833: n° 10735
Rimbomba là sovra San Benedetto - TOTALE abitanti nel 1844: n° 12096
Dall’Alpe per cadere in una scesa
Dove dovria per mille esser ricetto. Dal sopra esposto Prospetto può rilevarsi quale e quanta
sia per approssimazione la superficie territoriale, e la
Agli Articoli ALPE DI S. BENEDETTO E MONTONE, popolazione delle Comunità del Granducato comprese in
facendo menzione del vario nome portato dalle diverse cotesta Valle Transappennina, cioè in quadrati 80520,55,
sezioni di questa Valle, dissi, che né Polibio, né Tito equivalenti a circa miglia 100 e 1/4, dove nel 1833
Livio, né altri storici o geografi antichi rammentarono, abitavano 10735 persone, a ragione di circa 107 abitanti
che io sappia, sotto qualsiasi nome cotesto fiume; per ogni miglio quadrato, mentre nel 1844 essendo
comecché le membrane Ravennati, nelle quali trovasi cresciuti di 1360 persone, tale aumento portava tutta la
ricordo di cotesto lungo corso d’acqua che bagna le mura popolazione ripartitamente divisa ad abitanti 120 e 5/6
occidentali della città di Forlì, lo designassero col nome per ogni miglio quadrato toscano.
generico del fiume di Forlì (fluvius Liviensis), vale a dire,
di quel fiume che anche nel tempo dell’Alighieri a Forlì
di quel nome era vacante. VALLE NERA. – Vedere VALNERA DI MARRADI
Ma il sommo poeta tosco chiamò Acquacheta la Valle più nella Romagna Granducale.
alta del montone suso, avante che si divalli giù nel basso
letto, tacendo anch’egli, come dopo la caduta di
Acquacheta sotto la badia di S. Benedetto cotesto fiume VALLE DELLA NIEVOLE. – Vedere NIEVOLE, E
prendesse il nome di Montone, sotto il quale ultimo VALLE DELL’ARNO INFERIORE.
vocabolo scorre fino al di là della terra del Sole, dove
accoglie il tributo della fiumana del Rabbi.
Il vallone pertanto del Rabbi, nel cui centro la fiumana di VALLE DELL’OMBRONE SANESE. – E’ questo dopo
Premilcore, capoluogo di una Comunità, deve far parte l’Arno il secondo fiume reale che attraversa il Granducato
della Valle del Montone, col di cui corso d’acqua la in una direzione quasi opposta a quella degli ultimi 5
fiumana del Rabbi si accomuna, quantunque cotesta bacini sotto Arezzo percorsi dall’Arno. Io dissi in
unione del Rabbi col fiume Montone accada fuori della direzione quasi opposta considerando, che il corso
Romagna Granducale. dell’Ombrone nella Provincia superiore sanese è diretto
da settentrione a ostro, mentre quello della Provincia
PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della inferiore, variando alquanto direzione, piega verso
POPOLAZIONE della VALLE DEL MONTONE e del libeccio.
VALLONE DEL RABBI negli anni 1833 e 1844. – Vedi Dividendo pertanto la Valle dell’Ombrone sanese in
il SUPPLEMENTO. quattro bacini, nel primo di essi comprenderò la città ed i
pressi di Siena con il vallone d’Arbia, a partire dai monti
1. nome del Capoluogo della Comunità: Dovadola del Chianti e dal Monte Maggio fino alla gola fra la Badia
superficie territoriale in quadrati agrari: 11362,74 detta dell’Ardenghesca a sinistra ed il poggio di Bibbiano
abitanti nel 1833: n° 1865 Giulieschi alla sua destra, e chiamo questo primo il
abitanti nel 1844: n° 2217 Bacino di Siena dalla città principale che gli dà il nome.
2. nome del Capoluogo della Comunità: Portico (per 5/6 Includerò nel secondo Bacino il corso tortuoso
circa) dell’Ombrone sanese dalla gola della Badia Ardenga fin
sopra la confluenza dell’Orcia quasi di fronte a Monte abitanti nel 1844: n° 7253
Antico; nel quale tragitto il fiume predetto accoglie i 5. nome del Capoluogo della Comunità: Gajole (per 3/4
copiosi tributi che gli recano dal lato destro le acque del circa)
vallone della Merse; e chiamo questo secondo Bacino superficie territoriale in quadrati agrari: 28197,00
della Valle dell’Ombrone sanese col titolo di Montalcino abitanti nel 1833: n° 3292
dalla città che lo avvicina. abitanti nel 1844: n° 3433
Segnalerò il terzo Bacino sopra la confluenza dell’Orcia 6. nome del Capoluogo della Comunità: Masse del Terzo
fino alla gola d’Ischia d’Ombrone, nel quale tragitto oltre di Città
che gli portano il tributo, a sinistra la fiumana dell’Orcia superficie territoriale in quadrati agrari: 16828,15
ed i torrenti Melacce e Trasubbie, riceve dal lato destro abitanti nel 1833: n° 4234
quelli dei torrenti Lanzo e Gretano; distinguendo questo abitanti nel 1844: n° 4069
terzo Bucino col nome della Terra di Paganico dalla sua 7. nome del Capoluogo della Comunità: Masse del Terzo
centralità quasi in mezzo a cotesta sezione. di S. Martino
Finalmente appello quarto Bacino della Valle superficie territoriale in quadrati agrari: 17364,68
dell’Ombrone sanese quello che porta il nome della abitanti nel 1833: n° 4359
capitale della Maremma sanese, Grosseto, di dove abitanti nel 1844: n° 4457
l’Ombrone dalla Gola d’Ischia scende fino al mare. 8. nome del Capoluogo della Comunità: Monteriggioni
Comprendo in quest’ultimo Bacino tutti i valloni tributarj (per 1/4 circa)
diretti o indiretti che fluiscono nel quarto Bacino superficie territoriale in quadrati agrari: 7234,92
dell’Ombrone sanese, sia che entrino direttamente in abitanti nel 1833: n° 758
mare, sia che vi si rechino per mezzo delle due foci dello abitanti nel 1844: n° 809
stesso fiume; la prima delle quali vi sbocca mediante il 9. nome del Capoluogo della Comunità: Monteroni
suo antico alveo sotto la torre della Trappola, e l’altra vi superficie territoriale in quadrati agrari: 30981,62
fluisce per i canali diversivi che tendono a bonificare il abitanti nel 1833: n° 2364
Padule di Castiglion della Pescaja. abitanti nel 1844: n° 3332
Dondechè considero come altrettanti valloni compresi nel 10. nome del Capoluogo della Comunità: Murlo (per 1/3
Bacino Grossetano quelli della Bruna, della Sovata, della circa)
Fossa e di tutti gli altri corsi d’acqua che si perdono nel superficie territoriale in quadrati agrari: 11126,74
Padule testé nominato. abitanti nel 1833: n° 601
Riprendo pertanto a segnalare la superficie teritoriale e abitanti nel 1844: n° 767
gl’individui che abitavano nel 1833, e nel 1844, nel primo 11. nome del Capoluogo della Comunità: Rapolano (per
Bacino di Siena, dopo avere indicato a volo d’uccello gli 4/5 circa)
Articoli ASCIANO, BUONCONVENTO, superficie territoriale in quadrati agrari: 19245,62
BERARDENGA (CASTELNUOVO DELLA), SIENA abitanti nel 1833: n° 2602
(TERZI DI) ecc. ecc. la natura dei terreni di cotesta Valle abitanti nel 1844: n° 2816
superiore dell’Ombrone, mi limiterò qui a riepilogare i 12. nome del Capoluogo della Comunità: SIENA, città
territorii comunitativi e la popolazione di ciascun bacino superficie territoriale in quadrati agrari: 484,23
di cotesta Valle alle due epoche già indicate. abitanti nel 1833: n° 18860
abitanti nel 1844: n° 20588
PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e 13. nome del Capoluogo della Comunità: Sovicille (per
della POPOLAZIONE della VALLE SUPERIORE 1/4 circa)
DELL’OMBRONE SANESE ossia del BACINO DI superficie territoriale in quadrati agrari: 10537,00
SIENA COMPRESI I VALLONI SUOI TRIBUTA RJ abitanti nel 1833: n° 1843
negli anni 1833 e 1844 abitanti nel 1844: n° 1651
1. nome del Capoluogo della Comunità: Asciano - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
superficie territoriale in quadrati agrari: 63285,36 285649,70
abitanti nel 1833: n° 6356 - TOTALE abitanti nel 1833: n° 56170
abitanti nel 1844: n° 6575 - TOTALE abitanti nel 1844: n° 59488
2. nome del Capoluogo della Comunità: Buonconvento
superficie territoriale in quadrati agrari: 18765,25 Dal Prospetto antecedente apparisce, che il primo Bacino
abitanti nel 1833: n° 2579 della Valle dell’Ombrone sanese occupa quadrati
abitanti nel 1844: n° 2586 285649,70, pari a miglia toscane 355 ¾ circa; nella quale
3. nome del Capoluogo della Comunità: Castellina in superficie nel 1833 abitavano 56170 persone, a ragione di
Chianti (per 1/3 circa) quas i 158 abitanti per ogni miglio quadrato portati nel
superficie territoriale in quadrati agrari: 9642,10 1844 fino a circa 167 individui per ogni miglio quadrato.
abitanti nel 1833: n° 998
abitanti nel 1844: n° 1142
4. nome del Capoluogo della Comunità: Castelnuovo VALLE DELL’OMBRONE SANESE ossia DEL
Berardenga BACINO DI MONTALCINO. – Questo secondo bacino
superficie territoriale in quadrati agrari: 51957,03 della Valle dell’Ombrone da levante a ponente abbraccia
abitanti nel 1833: n° 7124 circa 30 miglia toscane, a partire dalla sommità del
poggio di Monticiano sino a quelli di Montieri e di - TOTALE abitanti nel 1833: n° 18726
Radicondoli, e da ostro a settentrione da Montalcino - TOTALE abitanti nel 1844: n° 19812
stesso fino alla Montagnola di Siena, occupa per
approssimazione una superficie di 219660,63 quadrati
pari a miglia 273 ½ toscane ripartiti nelle seguenti VALLE CENTRALE DELL’OMBRONE SANESE o
Comunità del Granducato. BACINO DI PAGANICO. – E’ il terzo ed il più esteso
Nella qual superficie di miglia 273 ½ quadrate nel 1833 Bacino di cotesta Valle, il quale, a rifarsi da levante si
esistevano 18276 abitanti, pari a 68 persone per ogni estende sul fianco occidentale delle montagne di Cetona,
miglio quadrato e nel 1844 trovandovisi 19812 individui, di Radicofani e del Mont’Amiata, ed arriva a ponente sino
corrispondono a 72 persone per ogni miglio quadrato sui monti di Torniella e di Belagajo per una traversa non
toscano. minore di 50 miglia toscane, mentre dal lato di grecale
confina con i poggi di Trequanda sopra le sorgenti della
PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e fiumana Asso, e dirimpetto a ostro libeccio giunge sino a
della POPOLAZIONE della VALLE DELL’OMBRONE Ischia sullo sbocco della Valle Grossetana per una linea di
SANESE ossia del BACINO DI MONTALCINO E DEI oltre 40 miglia toscane.
SUOI VALLONI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844 Le fiumane tributarie di questo Bacino sono, a levante
l’Orcia dopo aver essa accolto i copiosi tributi del
1. nome del Capoluogo della Comu nità: Campagnatico Zancone, del Formone e dell’Asso; quindi vi scendono dal
(per 1/6 circa) fianco occidentale del Monte Amiata i grossi torrenti delle
superficie territoriale in quadrati agrari: 17265,00 Melacce e delle Trasubbie, mentre dal lato destro
abitanti nel 1833: n° 523 dell’Ombrone spettante al Bacino di Paganico vi portano
abitanti nel 1844: n° 548 le loro acque, dai monti di Roccastrada e di Civitella i
2. nome del Capoluogo della Comunità: Chiusdino torrenti del Lanzo, del Gretano, senza dire di altri, minori
superficie territoriale in quadrati agrari: 40516,66 corsi di acque. – Dalla superficie approssimativa di
abitanti nel 1833: n° 3643 cotesto Bacino si può rilevare quanto sia più scarsa la
abitanti nel 1844: n° 3048 popolazione relativa delle rispettive Comunità, in
3. nome del Capoluogo della Comunità: S. Giovanni proporzione dei Bacini del Val d’Arno.
d’Asso (per 1/4 circa) Avvegnachè in una superficie territoriale di quadrati
superficie territoriale in quadrati agrari: 3602,00 409462,16 pari a circa miglia 510, nel 1833 vi si
abitanti nel 1833: n° 331 trovavano 30661 individui, equivalenti a circa 6 persone
abitanti nel 1844: n° 351 per ogni miglio quadrato; mentre nel 1844 si contavano
4. nome del Capoluogo della Comunità: Montalcino (per 31882 abitanti che appena arrivavano a 62 1/2 per miglio
1/2 circa) quadrato. – Vedere in fine l’Articolo la Recapitolazione
superficie territoriale in quadrati agrari: 34882,24 dei 4 bacini della Valle dell’Ombrone sanese.
abitanti nel 1833: n° 3245
abitanti nel 1844: n° 3285 PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e
5. nome del Capoluogo della Comunità: Monticiano della POPOLAZIONE della VALLE CENTRALE
superficie territoriale in quadrati agrari: 31850,80 DELL’OMBRONE SANESE ossia del BACINO DI
abitanti nel 1833: n° 1031 PAGANICO COMPRESI I VALLONI TRIBUTARJ
abitanti nel 1844: n° 2077 negli anni 1833 e 1844
6. nome del Capoluogo della Comunità: Montieri
superficie territoriale in quadrati agrari: 31195,45 1. nome del Capoluogo della Comunità: Abbadia S.
abitanti nel 1833: n° 2564 Salvadore (per 1/4 circa)
abitanti nel 1844: n° 3294 superficie territoriale in quadrati agrari: 6756,01
7. nome del Capoluogo della Comunità: Murlo (per 2/3 abitanti nel 1833: n° 1037
circa) abitanti nel 1844: n° 1056
superficie territoriale in quadrati agrari: 22253,48 2. nome del Capoluogo della Comunità: Arcidosso
abitanti nel 1833: n° 1201 superficie territoriale in quadrati agrari: 27168,77
abitanti nel 1844: n° 1534 abitanti nel 1833: n° 4365
8. nome del Capoluogo della Comunità: Radicondoli (per abitanti nel 1844: n° 4848
1/3 circa) 3. nome del Capoluogo della Comunità: Campagnatico
superficie territoriale in quadrati agrari: 6482,00 (per 5/6 circa)
abitanti nel 1833: n° 658 superficie territoriale in quadrati agrari: 86324,22
abitanti nel 1844: n° 721 abitanti nel 1833: n° 2613
9. nome del Capoluogo della Comunità: Sovicille (per 3/4 abitanti nel 1844: n° 2740
circa) 4. nome del Capoluogo della Comunità: Castel del Piano
superficie territoriale in quadrati agrari: 31613,00 superficie territoriale in quadrati agrari: 22071,71
abitanti nel 1833: n° 5530 abitanti nel 1833: n° 4587
abitanti nel 1844: n° 4954 abitanti nel 1844: n° 4575
5. nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion
- TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: d’Orcia
219660,63 superficie territoriale in quadrati agrari: 31727,41
abitanti nel 1833: n° 1710 Massa Marittima dirigendosi dall’Accesa, e di là per
abitanti nel 1844: n° 1879 Gavorrano, Giuncarivo e Tirli fino al mare.
6. nome del Capoluogo della Comunità: Cinigiano Entrano in questo bacino per intiero o in parte i territorj
superficie territoriale in quadrati agrari: 59433,84 più estesi e meno popolati delle Comunità del Granducato
abitanti nel 1833: n° 3058 come si può vedere dal secondo Prospetto e dalla
abitanti nel 1844: n° 3033 Recapitolazione generale delle Valli.
7. nome del Capoluogo della Comunità: S. Giovanni Da seguente Prospetto resulta che il quarto Bacino della
d’Asso (per 3/4 circa) Valle dell’Ombrone Sanese occupa una superficie di
superficie territoriale in quadrati agrari: 10808,00 quadrati agrarj 360309,97 pari a 448 1/2 miglia quadrate,
abitanti nel 1833: n° 994 dove nel 1833 esistevano abitanti 11397 a proporzione di
abitanti nel 1844: n° 1053 25 circa per ogni miglio, cresciuti nel 1844 fino a 12805
8. nome del Capoluogo della Comunità: Montalcino (per abitanti corrispindenti a 28 individui per ogni miglio
1/2 circa) quadrato circa.
superficie territoriale in quadrati agrari: 34882,24
abitanti nel 1833: n° 3245 PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e
abitanti nel 1844: n° 3285 della POPOLAZIONE della VALLE CENTRALE
9. nome del Capoluogo della Comunità: Pienza DELL’OMBRONE SANESE ossia del BACINO DI
superficie territoriale in quadrati agrari: 35809,18 GROSSETO COMPRESI I VALLONI SUOI
abitanti nel 1833: n° 2969 TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844
abitanti nel 1844: n° 2873
10. nome del Capoluogo della Comunità: S. Quirico 1. nome del Capoluogo della Comunità: Castiglion della
superficie territoriale in quadrati agrari: 12412,95 Pescaja (nuova)
abitanti nel 1833: n° 1587 superficie territoriale in quadrati agrari: 60138,01
abitanti nel 1844: n° 1647 abitanti nel 1833: n° -
11. nome del Capoluogo della Comunità: Radicofani (per abitanti nel 1844: n° 1744
2/3 circa) 2. nome del Capoluogo della Comunità: Gavorrano (per
superficie territoriale in quadrati agrari: 23098,60 1/2 circa)
abitanti nel 1833: n° 1610 superficie territoriale in quadrati agrari: 35416,41
abitanti nel 1844: n° 1690 abitanti nel 1833: n° 1718
12. nome del Capoluogo della Comunità: Rocca Strada abitanti nel 1844: n° 1301
(per 1/4 circa) 3. nome del Capoluogo della Comunità: Grosseto
superficie territoriale in quadrati agrari: 25329,41 superficie territoriale in quadrati agrari: 118956,68
abitanti nel 1833: n° 1051 abitanti nel 1833: n° 3227
abitanti nel 1844: n° 1144 abitanti nel 1844: n° 2852
13. nome del Capoluogo della Comunità: Sacansano (per 4. nome del Capoluogo della Comunità: Massa Marittima
1/3 circa) (per 1/3 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: 26724,82 superficie territoriale in quadrati agrari: 43087,92
abitanti nel 1833: n° 1047 abitanti nel 1833: n° 2253
abitanti nel 1844: n° 1090 abitanti nel 1844: n° 2387
14. nome del Capoluogo della Comunità: Trequanda (per 5. nome del Capoluogo della Comunità: Roccastrada (per
1/3 circa) 3/4 circa)
superfic ie territoriale in quadrati agrari: 7915,00 superficie territoriale in quadrati agrari: 75988,25
abitanti nel 1833: n° 788 abitanti nel 1833: n° 3152
abitanti nel 1844: n° 970 abitanti nel 1844: n° 3431
6. nome del Capoluogo della Comunità: Scansano (per
- TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: 1/3 circa)
409462,16 superficie territoriale in quadrati agrari: 36722,70
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 30661 abitanti nel 1833: n° 1047
- TOTALE abitanti nel 1844: n° 31882 abitanti nel 1844: n° 1089
VALLE SUPERIORE DEL RENO BOLOGNESE. – - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
Cotesto fiume nasce sul rovescio dell’Appennino più 53088,44
meridionale e più interno della Toscana, cioè sul giogo - TOTALE abitanti nel 1833: n° 9836
delle Piastre, appena 7 miglia toscane a maestrale della - TOTALE abitanti nel 1844: n° 12023
città di pistoja. – Il piccolo Reno da quella sommità
percorre un alveo leggermente inclinato da libeccio a
grecale lungo un angusto vallone sino a Ponte Petri. Ivi VALLE DELLA SAMOGGIA. – Vedere TERRA DEL
gli recano tributo, dal lato sinistro i due torrenti Maresca SOLE, Comunità.
e Bardellone, quindi più sotto, a Pracchia, riceve dalla
stessa parte le acque dell’Orsigna, mentre sul confine
estremo della Comunità della Sambuca se gli unisce dal VALLE SUPERIORE DEL SANTERNO nell’Appennino
lato destro la Limentra più occidentale dello Spedaletto; di Firenzuola. – Lascio agli Articoli SANTERNO E
essendochè le altre due Limentre, la centrale e l’orientale, FIRENZUOLA, Comunità, la descrizione dell’andamento
si vuotano nel Reno dentro lo Stato pontificio. di questo fiume e del terreno sul quale scorre, per dire,
La lunghezza maggiore della Valle superiore del Reno nel che attualmente io comprendo nella valle superiore del
territorio del Granducato può valutarsi da libeccio a Santerno tutta la Comunità di Firenzuola, abbenchè
grecale di circa 14 miglia toscane, a partire alcune frazioni di essa entrino nella Valli contigue
dell’Appennino del Piastrajo fino al confine della Transappennine e Cisappennine, sicome conto fra le
Comunità della Sambuca; mentre la maggior larghezza prime quelle del popolo di bruscoli, la cui acque scendono
grografica trovasi nella direzione di ponente maestrale a nel fiume Reno, quelle del popolo di Piancandoli posto
levante scirocco, a partire dal lato di maestrale, dal monte alle sorgenti del Sillaro, ed il popolo di Caprenno presso
dell’Uccelliera fino all’Appennino che dirigesi verso le la dogana, delle Filigare sul fiume Idice, tutti corsi
sorgenti delle tre Limentre, sul gioco de’monti, i quali d’acqua che fluiscono nell’Adriatico. – Lo stesso dirò
separano i Valloni delle tre Limentre dalla così detta Val dello Stale compreso in parte nella Comunità di
di Bure. firenzuola, unica frazione di quel territorio di qua
Spettano a cotesta porzione transappennina, per intiero il dall’Appennino acquapendente nella fiumana della Sieve.
territorio della comunità della sambuca, e per una
porzione quella di porta al borgo, di cantagallo e di San PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
Marcello oltre una frazione del popolo di Pruneta POPOLAZIONE della VALLE SUPERIORE DEL
spettante alla Comunità di Piteglio, come dal Prospetto SANTERNO negli anni 1833 e 1844
VALLE SUPERIORE DEL SENIO in Romagna. – E’
nome del Capoluogo della Comunità: Firenzuola uno dei fiumi che scende dal fianco settentrionale
superficie territoriale in quadrati agrari: 80174,15 dell’Appennino toscano, il quale, a partire dal monte
abitanti nel 1833: n° 8311 Carzolano, dirigesi da libeccio a grecale per la Valle di
abitanti nel 1844: n° 9007 Palazzuolo, bagnando le mura occidentali di questo
capoluogo di comunità, finchè dopo circa dieci miglia di
cammino, al di sotto della chiesa plebana di Misileo entra
VALLE SUPERIORE DEL SAVIO in Romagna. – nel territorio e diocesi d’Imola dello Stato pontificio;
Cotesta sezione del Savio compresa nel vicariato di talche la Valle superiore del Senio può dirsi circoscritta
Bagno fu distinta dagl’istorici fiorentini, non che dai ad un dipresso dal perimetro della Comunità testé citata,
politici col vocabolo di Val di Bagno, comecchè nella della quale si trova qui appresso il solito Prospetto.
Valle superiore del Savio entri anche la Comunità di
Sorbano quando questa non faceva parte della Val di PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
Bagno. POPOLAZIONE della VALLE SUPERIORE DEL
All’Articolo SAVIO fu discorso in succinto della sua SENIO negli anni 1833 e 1844
origine e del suo andamento innanzi di sboccare nel mare
Adriatico davanti a Cesena, sicchè non mi resta che nome del Capoluogo della Comunità: Palazzuolo
accennare l’estensione approssimativa e la popolazione superficie territoriale in quadrati agrari: 31922,99
della sua Valle superiore spettante al Granducato. – La abitanti nel 1833: n° 3165
quale porzione della Valle presa da levante a ponente, abitanti nel 1844: n° 3333
cioè dalla sommità del monte di Pastorale, presso il giogo
dell’Appennino fra Prataglia ed il Bastione, si estende
linearmente circa 14 miglia toscane, mentre dalle spalle VALLE DI SERRAVEZZA. – Vedere SERAVEZZA,
del monte Aquilone, posto a settentrione delle scaturigini PIETRASANTA, Comunità, e VERSILIA.
del Tevere, e da quelli della Cella S. Albergo e delle
Balze, andando da scirocco a settentrione fino al poggio di
Rullato, essa Valle corre per una traversa di circa 15 VALLE DEL SERCHIO. – Dopo che cotesto fiume si
miglia toscane. aprì un alveo ed una foce sua propria nel mare, e che il
Fanno parte della Valle superiore del Savio, per intiero la corso delle sue acque debba dirsi esteso anziché breve, è
Comunità di Sorbano, per metà la Comunità di Bagno e d’uopo fare della Valle del Serchio un articolo a parte,
per 3/4 quella di Verghereto, siccome dal Prospetto suddividendo in tre bacini quelli delle sue acque,
seguente apparisce. dall’origine fino al mare, cioè, nella Valle del Serchio
Della Comunità di Sarsina e di quella di S. Agta di monte superiore, compresa nella Garfagnana; nella Valle del
Feltro, sebbene in totalità, o in parte, comprese nella Valle Serchio centrale, nella quale risiede la città di Lucca, e
superiore del Savio non faccio parola, spettando ambedue nella Valle del Serchio inferiore, ossia di Marina, in cui si
allo Stato Pontificio. trova la nuova città di Viareggio.
1. nome del Capoluogo della Comunità: Bagno di Lucca TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi 28376,34
abitanti nel 1832: n° 8056 abitanti nel 1833: n° 9532
2. nome del Capoluogo della Comunità: Borgo a abitanti nel 1844: n° 10581
Mozzano
superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi DUCATO DI LUCCA
abitanti nel 1832: n° 9631
3. nome del Capoluogo della Comunità: Camajore (per 1. nome del Capoluogo della Comunità: Camajore (per
1/3 circa) 2/3 circa)
superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi
abitanti nel 1832: n° 4574 abitanti nel 1832: n° 914
4. nome del Capoluogo della Comunità: Coreglia 2. nome del Capoluogo della Comunità: VIAREGGIO,
superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi città
abitanti nel 1832: n° 3733 superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi
5. nome del Capoluogo della Comunità: LUCCA, città abitanti nel 1832: n° 11066
capitale - TOTALE abitanti nel 1832: n° 11980
superficie territoriale in quadrati agrari: ignorasi
abitanti nel 1832: n° 58758 RECAPITOLAZIONE
- TOTALE abitanti nel 1832: n° 84752
GRANDUCATO DI TOSCANA (popolazione del 1833):
abitanti n° 9532
RECAPITOLAZIONE DUCATO DI LUCCA (popolazione del 1832): abitanti n°
11980
GRANDUCATO DI TOSCANA (popolazione del 1833): - TOTALE abitanti: n° 21512
abitanti n° 8877
abitanti nel 1833: n° 6360
VALLE TIBERINA TOSCANA, ossia VALLE abitanti nel 1844: n° 7223
SUPERIORE DEL TEVERE. – Anche questo celebre 9. nome del Capoluogo della Comunità: Verghereto (per
fiume ha la sua origine nella Toscana Granducale, nella 1/8 circa)
quale scorre per il cammino di circa 19 miglia toscane, a superficie territoriale in quadrati agrari: 4354,27
partire dai fianchi meridionali delle Balze, e del Monte abitanti nel 1833: n° 245
Coronaro, o Monte Cornaro , fino sotto la confluenza del abitanti nel 1844: n° 271
torrente Afra, fra San Sepolcro e Città di Castello.
Oltre all’Articolo TEVERE, dove feci menzione del corso - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
tenuto da questo fiume e degl’influenti principali che 195117,24
accoglie nel trascorrere per la Toscana Granducale, agli - TOTALE abitanti nel 1833: n° 30826
Articoli ANGHIARI, CAPRESE, MASSA VERONA, - TOTALE abitanti nel 1844: n° 32949
PIEVE SANTO STEFANO, SAN SEPOLCRO, ecc., fu
discroso della natura del suolo che il Tevere bagna in
Toscana, restando ad aggiungere qualche parola VALLE DEL TRAMAZZO. – Vedere TREDOZIO E
all’Articolo VERGHERETO, Comunità. VALLE SUPERIORE DEL LAMONE.
Qui solamente aggiungerò, che la Valle Tiberina Toscana
non eccede nella sua lunghezza da settentrione a scirocco
le 16 miglia geografiche, e che la maggior lunghezza della VALLE DELLA VARA. – Vedere VARA, e VALLE
stessa Valle superiore del Tevere da levante a ponente, DELLA MAGRA.
calcolata dalla sommità dell’Alpe della Luna sino a quella
di Catenaja, si estende per una corda di circa 12 miglia
geografiche. VALLE DELLE TRE ACQUE NELL’ISOLA
DELL’ELBA. – Vedere ISOLA DELL’ELBA.
PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
POPOLAZIONE della VALLE SUPERIORE DEL
TEVERE negli anni 1833 e 1844 VALLE DEI TRE BIDENTI in Romagna. – Comecchè
coteste tre fiumane riunite in un solo fiume percorrino per
1. nome del Capoluogo della Comunità: Anghiari molte miglia nella Romagna pontificia per un alveo loro
superficie territoriale in quadrati agrari: 38093,66 proprio che, prima sotto nome di Bidente, poi di Ronco, si
abitanti nel 1833: n° 6543 dirige verso il mare, con tutto ciò mi resta qualche dubbio
abitanti nel 1844: n° 6392 per qualificare il Bidente, siccome al suo articolo lo
2. nome del Capoluogo della Comunità: AREZZO, città chiamai, fiume reale, stantechè davanti alle porte di
(per 1/10 circa) Ravenna il Bidente si unisce al Montone in un alveo
superficie territoriale in quadrati agrari: 11171,72 comune ad entrambi, il quale acquista il titolo di Fiumi
abitanti nel 1833: n° 3008 uniti, titolo che conserva per poche miglia innanzi di
abitanti nel 1844: n° 3319 vuotarsi nel mare Adriatico.
3. nome del Capoluogo della Comunità: Caprese Non starò a ripetere qui tutto ciò che fu indicato
superficie territoriale in quadrati agrari: 19523,84 all’Articolo BIDENTE sull’andamento e nome speciale
abitanti nel 1833: n° 1558 delle tre fiumane, le quali tutte nascono sulle spalle
abitanti nel 1844: n° 1701 dell’Appennino di Camaldoli nelle foreste dell’Opera
4. nome del Capoluogo della Comunità: CORTONA, città sotto i vocaboli di Bidente di Strabatenza, di Bidente di
(per 1/5 circa) Ridracoli, ossia di Valbona, e di Bidente del Corniolo; i
superficie territoriale in quadrati agrari: 20036,12 quali tre Bidenti si riunischino in uno solo davanti alla
abitanti nel 1833: n° 4419 soppressa Badia di Santa Maria in Cosmedin all’Isola
abitanti nel 1844: n° 4638 dentro la Romagna Granducale.
5. nome del Capoluogo della Comunità: Monte S. Maria Indicherò bensì nel seguente Prospetto la superficie
(per 1/50 circa) territoriale ed il numero degli abitanti delle Comunità del
superficie territoriale in quadrati agrari: 21300,30 Granducato, che per intiero, oppure in parte, sono
abitanti nel 1833: n° 2591 comprese nella Valle superiore dei Tre Bidenti.
abitanti nel 1844: n° 2689
6. nome del Capoluogo della Comunità: Monterchi PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della
superficie territoriale in quadrati agrari: 8429,65 POPOLAZIONE della VALLE DEI TRE BIDENTI negli
abitanti nel 1833: n° 2456 anni 1833 e 1844
abitanti nel 1844: n° 2640
7. nome del Capoluogo della Comunità: Pieve S. Stefano 1. nome del Capoluogo della Comunità: Bagno in
superficie territoriale in quadrati agrari: 45504,85 Romagna (per 1/2 circa)
abitanti nel 1833: n° 3646 superficie territoriale in quadrati agrari: 34193,31
abitanti nel 1844: n° 4076 abitanti nel 1833: n° 3076
8. nome del Capoluogo della Comunità: abitanti nel 1844: n° 3486
SANSEPOLCRO, città 2. nome del Capoluogo della Comunità: S. Sofia
superficie territoriale in quadrati agrari: 26702,83 superficie territoriale in quadrati agrari: 19292,73
abitanti nel 1833: n° 2504 BOLOGNESE
abitanti nel 1844: n° 2921 superficie territoriale in quadrati agrari: 53088,44
3. nome del Capoluogo della Comunità: Galeata popolazione del 1833: n° 9836
superficie territoriale in quadrati agrari: 22265,25 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 140
abitanti nel 1833: n° 2809 popolazione del 1844: n° 12023
abitanti nel 1844: n° 3026 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 181
4. nome del Capoluogo della Comunità: Premilcore (per VII. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL
1/4 circa) SANTERNO
superficie territoriale in quadrati agrari: 9763,18 superficie territoriale in quadrati agrari: 80174,15
abitanti nel 1833: n° 668 popolazione del 1833: n° 8311
abitanti nel 1844: n° 674 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 83
popolazione del 1844: n° 9007
- TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: repartizione degli abitanti per ogni miglio: 90
85514,47 VIII. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL
- TOTALE abitanti nel 1833: n° 9057 SAVIO
- TOTALE abitanti nel 1844: n° 10107 superficie territoriale in quadrati agrari: 71398,25
popolazione del 1833: n° 5697
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 64
RECAPITOLAZIONE GENERALE della SUPERFICIE popolazione del 1844: n° 6145
QUADRATA e POPOLAZIONE delle due epoche del repartizione degli abitanti per ogni miglio: 69
1833 e del 1844 delle COMUNITA’ comprese nelle IX. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL SENIO
VALLI TRANSAPPENNINE e CISAPPENNINE superficie territoriale in quadrati agrari: 31922,99
spettanti alla TOSCANA popolazione del 1833: n° 3165
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 80
VALLI TRANSAPPENNINE (comprese nel Granducato) popolazione del 1844: n° 3333
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 84
I. nome della valle: VALLE SUPERIORE DELLA X. nome della valle: VALLE DE’TRE BIDENTI
FOGLIA superficie territoriale in quadrati agrari: 85514,47
superficie territoriale in quadrati agrari: 17382,16 popolazione del 1833: n° 9057
popolazione del 1833: n° 1422 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 85
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 67 popolazione del 1844: n° 10107
popolazione del 1844: n° 1599 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 96
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 76
II. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
LAMONE 559553,45
superficie territoriale in quadrati agrari: 98117,85 TOTALE popolazione del 1833: n° 65087
popolazione del 1833: n° 14338 TOTALE repartizione degli abitanti per ogni miglio: 93
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 117 e 1/2 TOTALE popolazione del 1844: n° 73057
popolazione del 1844: n° 15997 TOTALE repartizione degli abitanti per ogni miglio: 104
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 131 e 1/5
III. nome della valle: VALLE SUPERIORE DELLA
MARECCHIA VALLI CISAPPENNINE DELLA TOSCANA
superficie territoriale in quadrati agrari: 39163,30
popolazione del 1833: n° 2317 I. nome della valle: VALLE DELL’ALBEGNA
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 48 e 3/4 superficie territoriale in quadrati agrari: 340409,22
popolazione del 1844: n° 2480 popolazione del 1833: n° 11380
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 51 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 27
IV. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL popolazione del 1844: n° 13608
METAURO repartizione degli abitanti per ogni miglio: 32
superficie territoriale in quadrati agrari: 2271,29 II. nome della valle: VALLE DELL’ARNO repartita nei
popolazione del 1833: n° 209 sei Bacini:
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 75 1. Bacino casentinese
popolazione del 1844: n° 270 superficie territoriale in quadrati agrari: 451599,40
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 96 popolazione del 1833: n° 31589
V. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL repartizione degli abitanti per ogni miglio: 54 e 1/3
MONTONE popolazione del 1844: n° 34802
superficie territoriale in quadrati agrari: 80520,55 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 61 e 3/4
popolazione del 1833: n° 10735 2. Bacino aretino
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 106 superficie territoriale in quadrati agrari: 450419,58
popolazione del 1844: n° 12096 popolazione del 1833: n° 105436
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 120 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 188
VI. nome della valle: VALLE SUPERIORE DEL RENO popolazione del 1844: n° 117333
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 210 popolazione del 1844: n° 59488
3. Bacino superiore repartizione degli abitanti per ogni miglio: 167
superficie territoriale in quadrati agrari: 237801,46 2. Bacino di Montalcino
popolazione del 1833: n° 62260 superficie territoriale in quadrati agrari: 219660,63
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 210 popolazione del 1833: n° 18726
popolazione del 1844: n° 67504 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 68
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 228 popolazione del 1844: n° 19812
4. Bacino fiorentino repartizione degli abitanti per ogni miglio: 72
superficie territoriale in quadrati agrari: 727468,57 3. Bacino di Paganico
popolazione del 1833: n° 380473 superficie territoriale in quadrati agrari: 409462,16
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 420 popolazione del 1833: n° 30661
popolazione del 1844: n° 407739 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 60
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 450 popolazione del 1844: n° 31882
5. Bacino inferiore repartizione degli abitanti per ogni miglio: 62 e 1/2
superficie territoriale in quadrati agrari: 836874,52 4. Bacino di Grosseto
popolazione del 1833: n° 248928 superficie territoriale in quadrati agrari: 360309,97
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 239 popolazione del 1833: n° 11397
popolazione del 1844: n° 279258 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 25
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 268 popolazione del 1844: n° 12804
6. Bacino pisano repartizione degli abitanti per ogni miglio: 28
superficie territoriale in quadrati agrari: 231501,68 IX. VALLE SUPERIORE DELLA PAGLIA (per la
popolazione del 1833: n° 163085 porzione del Granducato)
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 566 superficie territoriale in quadrati agrari: 146963,80
popolazione del 1844: n° 180486 popolazione del 1833: n° 17317
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 626 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 94 e 2/3
III. VALLE DELLA CECINA popolazione del 1844: n° 18167
superficie territoriale in quadrati agrari: 318667,85 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 99 e 1/4
popolazione del 1833: n° 24319 X. VALLE DELLA PECORA
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 61 e 1/3 superficie territoriale in quadrati agrari: 125727,33
popolazione del 1844: n° 28783 popolazione del 1833: n° 6262
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 72 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 39 e 2/3
IV. VALLE DELLA CORNIA popolazione del 1844: n° 5423
superficie territoriale in quadrati agrari: 152102,58 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 34 e 1/3
popolazione del 1833: n° 7421 XI. VALLE DEL SERCHIO repartita nei tre Bacini (per
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 39 la porzione del Granducato)
popolazione del 1844: n° 9106 1. Bacino Superiore
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 48 superficie territoriale in quadrati agrari: 22441,03
V. VALLE DELLA FINE popolazione del 1833: n° 6790
superficie territoriale in quadrati agrari: 63653,75 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 242
popolazione del 1833: n° 7213 popolazione del 1844: n° 7152
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 90 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 245 e 1/4
popolazione del 1844: n° 8454 2. Bacino Centrale
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 107 superficie territoriale in quadrati agrari: 52025,28
VI. VALLE DELLA FIORA popolazione del 1833: n° 8877
superficie territoriale in quadrati agrari: 151608,78 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 136
popolazione del 1833: n° 10521 popolazione del 1844: n° 8952
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 55 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 138
popolazione del 1844: n° 11395 3. Bacino Inferiore
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 60 superficie territoriale in quadrati agrari: 28376,34
VII. VALLE DELLA MAGRA (per la porzione spettante popolazione del 1833: n° 9532
al Granducato) repartizione degli abitanti per ogni miglio: 275
superficie territoriale in quadrati agrari: 266145,35 popolazione del 1844: n° 10585
popolazione del 1833: n° 60277 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 302
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 182 XII. VALLE SUPERIORE DEL TEVERE (per la
popolazione del 1844: n° 66366 porzione del Granducato)
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 200 superficie territoriale in quadrati agrari: 195117,24
VIII. VALLE DELL’OMBRONE SANESE repartita nei popolazione del 1833: n° 30826
quattro Bacini: repartizione degli abitanti per ogni miglio: 126 e 5/6
1. Bacino di Siena popolazione del 1844: n° 32949
superficie territoriale in quadrati agrari: 285649,70 repartizione degli abitanti per ogni miglio: 135 e 1/2
popolazione del 1833: n° 56170
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 158 TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari:
6073986,22 castelletto un lodo del 9 marzo 1149 proferito in Siena da
popolazione del 1833: n° 1309460 Ranieri vescovo di della città, stato a ciò delegalo dal
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 174 e 1/2 Pontefice Eugenio III rispetto ad una lite che esisteva
popolazione del 1844: n° 1432048 fra il capitolo di Massa contro i monaci della Badia di
repartizione degli abitanti per ogni miglio: 190 e 9/10 Sestinga, relativamente ai giuspadronato della chiesa di
S. Andrea di Valle; con il qual lodo fu conservalo all'
Dalla precedente Recapitolazione generale pertanto abate di Sestinga la collazione di della chiesa, mentre
resulta, che nelle 21 o 22 Valli, qualora voglia ammettersi rispetto alle decime fu deciso, che i coloni dovessero
la piccola trazione spettante a quella superiore del pagarle a quel parroco, da cui erano soliti ricevere i
Metauro, il Granducato in Terra ferma possiede (salvo sacramenti, e precisamente il battesimo.
errore) Quadrati 6633539,67 equivalenti a circa 8261 Con altro istrumento del febbrajo 1161 Giovannello,
miglia quadrate toscane, dov’era nel 1833 una figlio di Fralmo o Fraolmo, nativo della Marsiliana con
popolazione 1,374,547 individui, saliti nel 1844 ad Gagliana sua sorella venderono a Ildebrandino di
1,505,105 abitanti, coll’avvertenza che mancano quelle Arrigolo da Fornoli tutti i loro beni ed ogni ragione
dell’Isole dell’Elba e del Giglio, oltre gli abitanti del che avevano nelle corti di Montioni e di Valle, a partire
Granducato compresi sotto parrocchie estere. dalla Marsiliana fino al Castello di Scarlino. – (ARCH.
Ciò che per altro può costituire differenza di calcoli DIPL. SAN. Carte della città di Massa ).
dirimpetto alle tavole date sotto l’Articolo TOSCANA Il Cesaretti nelle sue Memorie sulla Diocesi di Populonia
GRANDUCALE dipende da sviste di numeri che saranno rammenta un lodo del 19 febbrajo 1217 pronunziato in
in appresso corrette. una vertenza fra Alberto vescovo di Massa da una parte
Dal confronto pertanto delle popolazioni nelle varie Valli ed i canonici della sua cattedrale dall'altra parie, in cui è
spettanti alla Toscana Granducale, si può concludere, che fatta minzione di una permuta tra quel capitolo che
tra quelle cisappennine la Valle dell’Arno e segnatamente aveva ceduto al vescovo Ildebrandino antecessore di
il Bacino Pisano mostrasi una delle contrade più popolate Alberto alcuni terreni in cambio del castello di Valle,
, mentre le più scarse di popolazione appariscono la Valle sue pertinenze e giurisdizione.
dell’Albegna, ed il quarto Bacino dell’Ombrone sanese. – All'Articolo MASSA MARITTIMA (Volume III pag. 142)
Rispetto poi alle valli transappennine per ciò che spetta citai un atto pubblico del 21 gennajo 1220 (stile
alla ToscanaGranducale mostrasi la più popolata di tutte fiorentino) relativo al giuramento prestato da varj
la Valle superiore del Reno Bolognese. distinti Massetani di rispettare il vescovo Alberto, il suo
capitolo, i vicedomini ed i loro beni, con la promessa di
pagare il debito fatto coi Sanesi per riscattare il
VALLE, o VALLI sopra FOLLONICA nella Maremma Castello di Valle, ch' era stato oppignorato al conte
Massetana. – Scheletro di castello con chiesa plebana (SS. Rinaldo de' CC. Alberti di Monte rotondo. – Vedere per
Concezione) già S. Andrea, attualmente riunita alla il restante l’ Articolo FOLLONICA E VIGNALE DI
nuova chiesa plebana di S. Leopoldo a Follonica, MAREMMA.
nella Comunità Giurisdizione Diocesi e circa 10 miglia
toscane a ostro libeccio di Massa Marittima,
Compartimento di Grosseto. VALLE (PONTE A). – All’ Articolo ARNO (Vol. I pag.
Risiedono i ruderi del Castello di Valle, o Valli, sopra un 138) discorrendo della diga interposta fra il Val d'Arno
risalto di poggio circa un miglio toscano a maestrale dei aretino ed il Val d'Arno superiore, ossia fra il secondo ed
Forni di Follonica, un miglio toscano e mezzo a il terzo suo bacino, dissi, che incomincia la Gola dell ’
settentrione della spiaggia ed altrettante a ostro della Imbuto, al di sodo della quale tre miglia circa le acque
strada regia Maremmana e della tenuta di Vignale. dell'Arno incontrano un nuovo ostacolo pietroso la
Pochi casolari, dove nell’ infida stagione sogliono Valle dell' Inferno, là dove il monte di Prato Magno
ricovrirsi alcuni pastori o lavoranti delle sottoposte spinge la sua base sopra la Terra di Laterina, mentre dal
fucine di ferro a Follonica, costituiscono oggidì la lato opposto scendono fino all'Arno i poggi di
popolazione del Castello di Valle, ossia Valli. – Però Vald'Ambra.
esso è rammentato fino dal secolo IX in una membrana Da cotesto lato trovasi il Ponte a Valle, di cui si hanno
dell’ Arch. Arciv. Lucch. del 24 ottobre 884, nella notizie fino dall'anno 1198 in una bolla del Pontefice
quale si rammentano dei beni che la mensa d i Lucca Clemente III, nella quale si rammenta l'ospedale del
possedeva a Valle, nel territorio della Val di Cornia, Ponte a Valle nel piviere di Interina. Inoltre nella storia
finibus Cornino. – (MEMOR. LUCCH. T. V P. II.) fiorentina di Ricordano (Cap 1 9 1 ) e nella Cronica di
Anche un istrumento dell'11 dicembre 1046, ro gato nel Giovanni Villani all'anno 1268 (Lib. V Cap. 24) si
castello di Pastorale, tratta dell'offerta fatta alla Badia rammenta coteste Ponte a Valle a proposito di un fatto
di Sestinga di diversi beni posti in luogo appellalo d' armi ivi accaduto a vantaggio del re Corradino e dei
Valle nella Val di Cornia. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte suoi Ghibellini contro un corpo di truppe al servizio di
di S. Agostino di Siena). Carlo d'Angiò. – Vedere LATERINA , Comunità.
Io non azzarderei indovinare, se questo luogo di Valle
fu il castello di Valle Aspra della Diocesi di Populonia
rammentato in un istrumento del 24 novembre 1108 VALLE (S. MARTINO IN) nella Val di Greve. –
esis tente nell'ARCH. DIPL. FIOR. fra le carte della Contrada con chiesa parrocchiale cui è annesso il popolo
Badia di Passignano; sembra bensì appellare a cotesto di S. Bartolommeo in Valle, nel piviere di Silano,
Comunità Giurisdizione e circa tre miglia toscane a delle Trasubbie e conseguentemente spettano al terzo
maestrale di Greve, Diocesi di Fiesole, Compartimento bacino dell'Ombrone sanese.
di Firenze. La cappellania curata di Vallerona dedicata a S. Pio fu
Risiede sul fianco orientale dei poggi che separano il eretta in parrocchia nel 1805. – Vedere SOANA
vallone della Greve da quello della Pesa fra i popoli di (DIOCESI DI)
Macerata, di Luciano, di Vicchio Maggio e di Silano. La cura di S. Pio PP. e Martire a Valle rona nel 1833
Ebbero in questo Casale di Valle signoria e podere i contava 722 abitanti.
Cavalcanti ed i Gherardini, ai quali probabilmente
appartennero i due fratelli Ubaldo e Guido figli di
Walfredo, che nel 2 d i giugno del 992, stando in VALLESE nel Val d'Arno casentinese. – Casale perduto
Vicchio Staggio de' Lombardi, venderono la metà di nel piviere, Comunità e Giurisdizione di Bibbiena
due sorti poste nel Casale di Valle piviere di Silano, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
provenienti da Litifredo figlio di Adalardo; al qual È rammentato cotesto casale in un istru mento del maggio
Litifredo appella un'altra membrana del settembre 957 1017, col quale la contessa Gemma figlia del fu conte
scritta in Vicchio. – Era poi figlio di Litifredo un'altro Cadolo, autore de'Cadolingi di Fucecchio, stando in
Litifredo che nel nov. del 999 alienò a 4 fratelli Arezzo, concedè a livello a Leone del fu Orsone la metà
figliuoli di Walfredo suddetto riversi effetti posti nel di un suo possesso situato nel piviere di S. Ippolito a
Poggio di Valle presso la chiesa di S. Martino nel Bibbiena, nel casale di Vallese per l'annuo canone di
piviere di S. Pietro a Silano giudicarla fiorentina. – due staja di grano e uno di pine secche. – (ARCH.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Passignano – Vedere DELLA CATTEDR. DI AREZZO.)
VICCHIO MAGGIO DI GREVE.
La parrocchia de’ SS. Martino e Bartolommeo in Valle
nel 1833 noverava 142 abitanti. VALLESI DI RIGOMAGNO in Val di Chiana. – Casale
dove fu un Monastero di Agostiniani Romitani nei
popolo di S. Marcellino a Rigomagno, Comunità
VALLE, o VALLI (S. SALVATORE IN) nel Val d'Arno Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a maestrale di
fiorentino. – Casale la cui chiesa parrocchiale è filiale Asinalunga Diocesi e Compartimento di Arezzo.
della pieve di Monteloro, nella Comunità Giurisdizione e Risiede sul varco dei monti per dove passa il torrente
circa 5 miglia toscane a maestrale del Pontassieve, Foenna tango la sua ripa sinistra, rasente la strada
Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze. provinciale delle Folci o delle Vallesi, un miglio circa
La parrocchia di S. Salvatore in Valle, o Valli, nel 1833 a ostro libeccio di Rigomagno.
noverava 215 abitanti 69 dei quali entravano nella Il convento degli Agostiniani, ora disfatto con la chiesa di
Comunità di Fiesole. S. Maria alle Vallesi, fu riedificalo nel 1257. – Ciò
apparisce da un breve del 22 aprile 1257 dato in
Laterano dal Pontefice Alessandro IV, coi quale si
VALLERANO DI MURLO in Val di Merse. – Piccolo accordavano 40 giorni d' indulgenza a coloro che
castelletto con chiesa parrocchiale (S. Donato) nel facessero elemosina per la riedificazione della chiesa de'
vicariato foraneo, Comunità e circa miglia toscane 5 a Frati Romitani di S. Maria alle Vallesi dell'ordine di S.
ponente libeccio di Murlo, Giurisdizione di Montalcino, Agostino nella Diocesi di Arezzo. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Diocesi e Compartimento di Siena. Carte del Convento di S. Agostino di Siena).
Risiede sopra un poggio coperto di masse onolitiche, Anche la Repubblica di Siena nel 1260 assegnò ai
dalle quali si estrae il marmo nero, o serpentina di Romitani delle Vallesi un'elemosina, che continuò
Vallerano, masse designate dal Brocchi nella sua negli anni successivi, siccome rilevasi dai vecchi statuti
classificazione delle rocce. – Vedere MURLO, di quel Comune.
Comunità. Si pratica oggidì alle Vallesi una fiera di bestiami nel
La parrocchia d i S. Donato a Vallerano nel 1833 giorno 23 di maggio. – Vedere ASINALUNGA ,
contava 94 popolani. Comunità.
VALLERONA nella Valle inferiore dell'Ombrone VALLESI (MONTE) nella Val di Magra. – È una villa
sanese. – Villaggio con chiesa parrocchiale (S. Pio) situata sulla cresta di un poggio bagnato a ponente dal
già cappella curata sotto l'arcipretura di Roccalbegna, torrente Arcinasso presso la sua confluenza nel Rosaro,
dalla quale è distante circa due miglia toscane a parrocchia di S. Lucia a Collecchia, Comunità,
ponente nella Comunità medesima, Giurisdizione di Giurisdizione e circa 4 miglia toscano a libeccio di
Arcidosso, Diocesi di Soana, Compartimento di Fivizzano, Diocesi di Pontremoli, già di Luni Sarzana,
Grosseto. Compartimento di Pisa.
Trovasi sul fianco occidentale di uno sprone del Monte A cotesta villa di Vallesi (Vallesius) dubito che volesse
Labbro che divide la Valle dell'Ombrone da quella riferire il Marchese Adalberto di Toscana nell'alto della
dell'Albegna, mentre nel fianco orientale risiede il fondazione della Badia di Aulla (anno 884), col quale
capoluogo della sua Comunità, sopra al quale sorgono le fra g l i a l t r i beni assegnò a detto monastero delle rase e
fonti dell'Albegna, essendoché i fossi situati davanti al dei terreni posti nella villa di Val lesi.
Villaggio di Vallerona entrano nel torrente meridionale
Michele a Chiusdino, nella Comunità medesima,
VALLETTA, quasi Vallecola Vallicella. – Diverse località Giurisdizione di Radicondoli, Diocesi di Volterra,
della Toscana conservano il vocabolo di Valletto, per Compartimento di Siena.
designare una piccola convalle. Tale sarebbe la Valletta La chiesa. di S. Pietro a Vallicelloli fu notala la prima
di Salviano nella Comunità di Livorno, la Valletta in del piviere di Chiassino all'epoca del Sinodo volterrano
Comunità di Collesalvetti, la Valletta di Modigliana del 10 novembre 1 3 5 6 .
nella parrocchia di S. Savino, ecc.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di - Totale abitanti anno 1551: n° 3379
VERGHERETO a cinque epoche diverse. - Totale abitanti anno 1745: n° 1931
- Totale abitanti anno 1833: n° 2025
- nome del luogo: Alfero, titolo della chiesa: S. Andrea - Totale abitanti anno 1840: n° 2212
(Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti anno - Totale abitanti anno 1843: n° 2246
1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 298, abitanti anno 1833
n° 243, abitanti anno 1840 n° 266, abitanti anno 1843 n° N.B. Le parrocchie contrassegnate con l’asterisco (*)
266 nelle ultime due epoche mandavano fuori di questa
- nome del luogo: Balze e Collorio, titolo della chiesa: S. Comunità di Verghereto una frazione di popolazione
Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti detratta al Quadro qui sopra riportato.
anno 1551 n° 417, abitanti anno 1745 n° 305, abitanti
anno 1833 n° 309, abitanti anno 1840 n° 333, abitanti
anno 1843 n° 338 VERGINE nella Valle dell'Ombrone pistojese. –
- nome del luogo: Cella S. Alberigo, titolo della chiesa: S. Contrada popolatissima fuori di Porta Carratica sul trivio
Giovanni battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, di tre borghi che hanno una chiesa parrocchiale (S.
abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 85, abitanti Maria Vergine) detta a Bonelle, nel territorio
anno 1833 n° 129, abitanti anno 1840 n° 130, abitanti commutativo di Porta Lucchese, ed il cui parroco è
anno 1843 n° 135 vicario foraneo delle chiese suburbane di Pistoja.
- nome del luogo: Corneto (*), titolo della chiesa: S. Trovasi sul confine della Comunità di Porta Lucchese
Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti con l'altra della Porta Carratica nella Giurisdizione e
anno 1551 n° 318, abitanti anno 1745 n° 75, abitanti anno Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
1833 n° 112, abitanti anno 1840 n° 99, abitanti anno 1843 La parrocchia di S. Maria alla Vergine nel 1833
n° 113 contav a 1 5 1 3 abitanti dei quali 1202 erano della
- nome del luogo: Donicilio (*), titolo della chiesa: S. Comunità di Porta Carratica; 272 di Porta Lucchese e
Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Sarsina, abitanti 19 di Porta S. Marco.
anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 131, abitanti anno
1833 n° 34, abitanti anno 1840 n° 42, abitanti anno 1843
n° 41 VERGIOLE nella Valle dell'Ombrone pistojese. – Casale
- nome del luogo: Mazzi, titolo della chiesa: S. Niccolò perduto, se pure non corrisponde alla così detta Villa nel
piviere di Saturnana, Comunità di Porta al Borgo, ostro dall'Appennino di Monte piano fra le sorgenti più
Giurisdizione e Diocesi di Pistoja, Compartimento di settentrionali del Bisenzio, mentre la chiesa parrocchiale
Firenze. di S. Quirico a Vernio è situata sotto il Castello presso
Varie carte dell' Opera di S. Jacopo di Pistoja la confluenza dei due Bisenzi mezzo miglio toscano a
rammentano cotesta Villa di Vergiole, una delle quali settentrione del borgo di Mercalale di Vernio, e un miglio
del 6 novembre 1255, altra del 21 dicembre 1283, ed a settentrione-greco della pieve di S. Ippolito, dal volgo
una terza del 21 dicembre 1348, quando in Vergiole appellato S . Poto di Vernio.
risiedeva un giusdicente minore. Trovasi il Castello fra il grado 44° 3' 5" lalitudine ed il
E siccome nel piviere di Piteccio esiste un casale nel grado 28° 19' longitudine, intorno a 14 miglia toscane
luogo appellato Villa con oratorio dedicato a S. a settentrione di Prato, 24 a maestrale di Firenze, 18 a
Michele, farebbe dubitare, che piuttosto a cotesta Villa grecale di Pistoja, e 8 a ponente maestrale di Barberino
riferisse il Vergiole, sapendo che ebbe signoria in di Mugello.
Piteccio la potente famiglia dei Vergiolesi. – Vedere Della dinastia de' conti Alberti estinta nel secolo XVI, e
PITECCIO E VILLA DI PITECCIO. perciò da non confondersi con quella de' conti Alberti
È altresì vero che un terzo luogo col nome generico di Firenze, fu detto abbastanza agli Articoli CAPRAJA,
di Villa sino dal secolo XI esisteva nel piviere di MANGONA e PRATO, dove vennero indicale fino dal
Cireglio, alla quale località ne richiama una membrana secolo XI memorie relative a quei dinasti. Qui incombe
del 2 giugno 1078 dell' ARCH DIPL. FIOR. (fra quelle rammentare prima di tutto un testamento rogato nel
del Capit. di Pistoja.) palazzo baronale di Vernio sotto di 4 gennajo del 1250
(stile co mune) dal conte Alberto figlio di un altro conte
Alberto signore di Vernio e della contessa Tabernaria;
VERNI DI GALLICANO nella Valle superiore del col quale testamento dopo varj legati e dopo avere
Serchio. – Casale con chiesa parrocchiale (S. Martino) assegnato la dote alle sue figlie, quel conte dichiarò la
nell'antico piviere, Comunità Giurisdizione e circa due propria consorte donna Gualdrada usufruttuaria del
miglia toscane a ostro libeccio di Gallicano, Diocesi e castello e corte di Vernio, ed istituì suoi eredi universali
Ducato di Lucca. due dei Ire fig li suoi, cioè, Guglielmo ed Alessandro con
Risiede in monte sulla ripa destra della Torrita di i loro discendenti legittimi, lasciando al terzo figlio
Gallicano, fra questo paese, Trassilico, e Bolognana. – Napoleone la sola decima parte della patrimo niale
Vedere GALLICANO. eredità.
La parrocchia di S. Martino a Verni nel 1832 contava Era cotesto conte Alberto nato dal secondo matrimonio
201 abitanti. contralto dal di lui padre C. Alberto il vecchio con la
contessa Tabernaria, del quale all’ Articolo MANGONA
citai il testamento scritto nel 1212 nel suo palazzo di
VERNIA. – Vedere ALVERNIA. Mangona, il quale vecchio C. Alberto raccomandò il figlio
alla tutela dei consoli di Firenze, nell'alto che lo
dichiarava erede di tutti i feudi e beni che possedeva fra
VERNIANA DI GARGONZA, o VERINIANO l'Arno e l'Appennino, mentre ai figliuoli del primo letto,
(Verinianum) in Val di Chiana. – Piccolo Casale nel CC. Maghinardo e Rainaldo, nati dalla contessa Emilia,
popolo de' SS. Tiburzio e Susanna a Gargonza, aveva destinato i feudi e beni posti sul lato sinistro
Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 4 a dell'Arno fino in Maremma. – Vedere MANGONA, E
settentrione del Monte S. Savino, Diocesi e MONTE ROTONDO in Val di Cornia.
Compartimento di Arezzo. Quindi a me sembra, che il conte Alberto autore del
Trovasi sulla faccia orientale del poggio di Cornia lungo testamento del 1212 dovesse es sere quello stesso conte
la strada che da Monte S. Savino guida a Civitella, Alberti nato da un altro C. Alberto seniore e nipote di
presso la ripa sinistra del torrente Esse dopo aver questo un terzo L. Alberto, che era ancora fanciullo quando
accolto le acque del Trove di Civitella. l'Imperatore Federigo I, nel 1164 lo prese sotto la sua
Ebbero podere in Verniana i conti della Scialenga, uno protezione, rinnovando a favor suo l' investitura dei feudi
de' quali, Ranieri del fu conte Walfredo, nel 1040 donò dei quali erano stati privati il di l u i padre ed avo.
al capitolo della cattedrale di Arezzo fra le altre cose le La storia non da a conoscere il motivo di tali privazioni
terre e case che egli possedeva in Veriniano, o Verniana, feudali, se pure non fu quello di essersi quei vecchi conti
situata sulla strada maestra. – Vedere MONTE S. riconosciuti feudatarj della Chiesa, dopo che la gran
SAVINO, Comunità. contessa Matilde ebbe donato alcuni paesi della montagna
pistojese e bolognese alla S. Sede, dalla quale poco dopo
vennero conceduti in feudo al conte Alberto seniore i
VERNIO nella Valle del Bisenzio. – Castello che diede castelli, uomini e distretti di Mandorla, Treppio, Torri,
il titolo ad una contea imperiale della dinastia de' conti Fossato, e Monticelli, con l'onere dell' annuo censo di
Alberti di Prato, poscia dei conti Bardi di Firenze, ora un astorre e di due bracchi. – (SAVIOLI, Annal.
capoluogo di una Comunità e di Giurisdizione con chiesa Bologn.) – Vedere FOSSATO E TREPPIO DI
pleban a (S. Ippolito, detto S. Poto di Vernio)oltre la CANTAGALLO ecc.
parrocchia di S. Quirico a Vernio, nella Diocesi di All’Articolo CERBAJA in Val di Bisenzio fu aggiunto;
Pistoja, Compartimento di Firenze. che se Dante pose nel suo Inferno (Canto XXXII) i due
Risiede il Castello nel risalto di un poggio che scende a fratelli CC. Napoleone e Alessandro figli del C. Alberto
nato da altro C. Alberto, dové conoscere la causa del contadi compresi nel piviere di S. Gavino Adimari, e di
fratricidio, derivata da discordie domestichi per cagione ricevere dagli abitanti il giura mento di ubbidienza con
di eredità, siccome la conobbe il suo commentatore la dichiarazione ch' essi t u t t i erano stati vassalli dei
Benvenuto da Imola. Alla qual notizia può servire di conti Alberti di Mangona.
corredo l'altra dataci da uno storico fiorentino a l lora All’Articolo MANGONA fu poi aggiunto, qualmente in
vivente. Io parlo di Ricordano Malespini, il quale vigore di altra provvisione del 26 febbrajo 1 1 2 8 (stile
scriveva, che l'oste fiorentina nell'anno 1259 si recò comune) fu consegnato al dello Benuccio Salimbeni ed
sotto il castel di Vern io de' conti Alberti e quello per alla sua consorte donna Margherita figlia del fu conte
assedio ebbe: quindi dall' oste medesima fu preso il castel Nerone di gli Alberti anco il castello col contado di
di Mangona. E poco sotto lo stesso A. aggiungeva, Mangona; la qual consegna venne eseguita nel 28 aprile
qualmente la cagione di ciò fu, perché il conte Alessandro dell'anno medesimo. Ivi inoltre fu aggiunto, qualmente
dei conti Alberti (che di ragione n’ era signore) essendo pochi anni dopo il 1328, il Castello di Mangona come
ancora piccolo garzone, sotto la tutela del Comune di quello di Vernio con i respettivi contadi furono venduti a
Firenze, il collie Napoleone suo consorto (anzi fratello e mess. Andrea di Gualle-rollo dei Bardi di Firenze.
ghibellino gli tolse le dei le castella,e guerreggiava contro i Imperocché nel 1332 la contessa Margherita essendo
Fiorentini, dai quali per lo modo dello furono quelle restata vedova di Benuccio Salimbeni, stando nel
castella riconquistate, e quindi il C. Alessandro ne venia Castello di Santa Fiora insieme con due suoi figli
rinvestito. Al che si aggiunga un documento del 22 (Nerone e Niccoluccio) vendé a Palla d' Jacopo Strozzi ed
aprile 1273, col quale il conte medesimo ordinò, che se a Chiavello di Boninsegna Machiavelli la signoria di
i suoi due figli, Nerone ed Alberto, (ossero mancati senza Vernio per 12000 fiorini d'oro; i quali due cittadini
figli e successori maschi, egli chiamava all’eredità de' fiorentini dissero di comprare per terza persona da
castelli di Verino, Mangona e Montaguto di Val di nominarsi, e questa fu mess. Andrea di Guallerotto de'
Bisenzio il Comune di Firenze. – (ARCH. DIPL. SAN. – Bardi, cui venne consegnato cotesto feudo nel 1335.
RICORDANO MALESPINI, Stor. Fior. Cap. 160.) Sennonché Andrea de' Bardi per causa di ribellione nel
Che però la successione del conte Alessandro non si 1 3 4 0 fu assediato in Vernio e quindi spogliato della
estinguesse nei due figliuoli leste nominati lo dichiara contea dal Comune di Firenze, mentre l'anno appresso la
fra gli altri una membrana archetipo del 17 dicembre riebbe nel 15 genajo del 1341 sborsando il prezzo di 7750
1296 scritta in Bologna da Odilo del fu Benincasa fiorini d'oro, per il Castello e contea di Mangona e 4960
notaro fiorentino riguardante diversi capitoli fra il fiorini per il Castello e contea di Vernio. Il qual
Comune di Bologna ed il conte Alberto del fu conte distretto di Vernio dalla parie di settentrione confinava
Alessandro di Mangona rispetto al castello e fortezza dì con le comunità bolognesi di Barigazza, di Castiglion
Bari gazza. – (ARCH. DIPLOM. SAN. T. XIV. delle de' Gatti, e di Bargi, state feudi dei conti Alberti, dal
Pergamene N.° 1204). l a t o di levante con la co ntea di Mangona, allora
Citerò inoltre un allo di quietanza del dì 11 novembre del Comune di Firenze; dirimpetto a ostro con la
1346 esistente nell'Arch . Dipl. Fior. fra le carte degli Comunità di Prato, e di faccia a libeccio e ponente
spedali di Prato scritto nel villaggio di Migliano in Val con la Comunità di Cantagallo.
di Bi senzio da donna Margherita moglie di Contino del In conseguenza di questi e di molti altri fatti il dotto
fu conte Nerone dei conti Alberti di Mangona a favore economista Pagnini ebbe a formalizzarsi nel sentire
di Cino del fu Todesco, il quale aveva pagato alla donna sostenere come indipendente dalla Corona granducale di
medesima il fitto di un podere. Toscana il feudo di Vernio, quando sullo stesso
Avvertasi però che quel Contino figlio del conte argomento nel 1788 scriveva il Prof. avv. Migliorotto
Nerone, e conseguentemente fratello di donna Maccioni.
Margherita erede della contea di Vernio, era stato Non bisogna ommettere peraltro, che il conte Piero Bardi
condannato dalla Signoria di Firenze con sentenza del 14 fratello di Andrea e figlio pur esso di Gualterotto non
ottobre 1321 e di nuovo nel 24 settembre del 1328 molto dopo di avere il fratello di lui riacquistato la
come ribelle e fuoruscito. contea, fu dal Comune di Firenze, messo in possesso di
A quell’ epoca medesima pertanto dominava in Vernio quella per deliberazione della Repubblica fiorentina del
donna Margherita sorella di Contino e figlia del conte 1343. – Giova eziando alla storia di questo luogo un
Nerone maritata al nobile messer Benuccio Salimbeni decreto del 10 dicembre 1342 emanato in Firenze sotto
di Siena, quando cioè il Castello di Mangona col suo il Duca d'Atene, nel quale si narra: che vertendo molte
distretto fu venduto a l l a Repubblica Fiorentina da controversie fra un conte Fazio di Alberto de' conti di
Spinello bastardo e nipote del conte Alberto nato dal C. Mangona fedele della Repubblica Fiorentina da una
Alessandro degli Alberti, dopo avere egli ucciso a parte, ed il conte Piero di Guallerotto de' Bardi dall' altra
tradimento (si crede col consenso della contessa parte, rispetto alla giurisdizione sul Castello e distretto di
Margherita di lui parente) nella sua camera in Mangona Vernio, il Duca d'Atene commise l'esame e la decisione
(lì 19 agosto 1325) il conte Alberto suo zio, quello di quella causa ad alcuni giudici, a condizione di
stesso del 1296 di sopra citato. – GIO. VILLANI, doverne proferire la sentenza davanti lo stesso principe.
Cronic. Lib. IX Cap. 313. In conferma del qual vero la Arroge a ciò, qualmente dopo la cacciata del Duca
Signoria di Firenze coti provvisione del 14 settembre d'Atene (26 luglio 1343 essendo ricorso alla Signoria di
1325 destino gli ufficiali per recarsi a prendere possesso Firenze il conte Fazio figlio che fu di un conte Alberto di
del castello di Stangona e di quelli di Migliarii, di Monte Carelli, perché il Comune di Vernio riteneva
Casaglia e di Monte Vivagni con le loro corti, distretti e nelle carceri di quel castello nove persone de' suoi fedeli,
la Signoria predetta, con lettere del 7 e del 29 settembre 1811 al dipartimento dell'Arno. Dopo di che i suoi
dello stesso anno, esortava gli uomini del Comune di antichi feudatarj non poterono continuare ad esigere
Vernio a voler rilasciare liberamente quei carcerali, e l'impugnato diritto che avevano sulle rendite, fìtti,
nello stesso tempo scriveva al conte Piero de' Bardi per livelli, responsioni, ossia mercedi state per più secoli
avvertirlo di rimettere nel grado in cui era la fortezza di percette da quei vassalli.
Monte Lucianese (Luciano.) che possedeva in comune Ritornato però alla sua sede il Granduca Ferdinando III,
con i conti di Monte Carelli riconosciuti signori del si promosse, fra. i conti Bardi da una parte e la
poggio di Montagnana nel popolo di Cavorzano. Comunità e compagnia di S. Niccolo da Bari eretta in
L’ anno medesimo 1 3 4 3 , a mediazione di Bartoldo Vernio dall'altra parte una causa celebre nel foro
de' Guazzalotti di Prato la Signoria di Firenze concedè toscano per la materia alla quale apparteneva, clamorosa
licenza al conte Piero Bardi di poter andare a dimorare per l'impegno de' litiganti e per lo zelo di dottissimi
con la sua famiglia nelle parti di Vernio, a condizione di difensori, e finalmente grave per l’ importanza del
starvi ad ogni buon piacere della repubblica. Inoltre nell' soggetto in disputa portato in terzo giudizio davanti a
anno susseguente la stessa Signoria invitò il conte Piero tre sapientissimi giurisperiti dal Granduca con dispaccio
Bardi a mettere in ordine la campana della fortezza di del 12 maggio 1821 a ciò delegati; i quali giudici nella
Vernio, perché non essendo essa compresa nella sentenza che proferirono lì 12 giugno 1822 conservarono
cessione che il Comune di Firenze aveva fallo di quella a favore de' conti Bardi e dei Guicciardini ogni diritto
rocca, intendeva di farla condurre a Firenze. Aggiungasi liv ellano dipendente dal dominio diretto, fundario,
un decreto del 17 agosto 1 3 5 1 diretto dalla Signoria ai allodiale e onninamente privato.
figli del conte Piero Bardi, cui ordinava di risarcire e Dopo il trattato del 1814, mercé del quale il territorio di
mettere in grado di difesa la rocca di Vernio per motivo cotesta ex-contea fu riunito al Granducato di Toscana,
della guerra sopravvenuta con Giovanni Visconti costituendola in corpo di Comunità con residenza di un
arcivescovo di Milano, sul dubbio che i nemici non podestà, il quale ha il pretorio nel sottostante borgo di
scendessero da quella parte ad attaccare la città di Mercatale, dipendente nel politico e nel criminale dal
Pistoja. Vicario R. di Prato.
E perché il Comune di Firenze fu avvertito, che i
figliuoli del conte Piero Bardi avevano guastata la strada MOVIMENTO della Popolazione della Cura di S. Quirico
per la quale dal territorio fiorentino si entrava nella loro al CASTEL DI VERNIO a tre epoche diverse, divisa per
contea, i reggitori della Repubblica con lettera del 30 famiglie (1).
gennajo 1312 (stile comune) ordinarono loro di
rimetterla nel primiero stato. ANNO 1833: Impuberi maschi 200; femmine 179; adulti
Non dirò come poi per istrumento del 22 maggio 1361 maschi 149, femmine 135; coniugati dei due sessi 380;
la repubblica fiorentina ricevesse in accomandigia il ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 193;
conte Pazzino fratello del C. Niccolo, nati da totale della popolazione 1046.
Aghinolfo di Orso di Napoleone de' CC. Alberti, poiché ANNO 1840: Impuberi maschi 209; femmine 203; adulti
ne fu parlalo all’ Articolo MONTAGUTO in Val di maschi 190, femmine 194; coniugati dei due sessi 398;
Bisenzio. ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 200;
Frallanto i conti Bardi si andavano assicurando il totale della popolazione 1200.
dominio feudale di Vernio tostochè tentarono di ANNO 1843: Impuberi maschi 180; femmine 184; adulti
collegare il diploma di Federigo I, concesso nel 1164 al maschi 215, femmine 150; coniugati dei due sessi 412;
conte Alberto, con quelli degl'Imperatori Carlo IV e di ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 196;
Leopoldo I, l'ultimo de' quali fu rinnovato ai conti totale della popolazione 1146.
Bardi nel 1697. Di tutti quei diplomi i Bardi si
giovarono quando reclamarono nel 1778 presso la corte (1) Mancano le prime due epoche solite quando Vernio
Cesarea i loro diritti feudali sul territorio di Vernio, era feudo imperiale.
diritti che sostennero indipendenti dal Granducato;
mentre a difesa della Corona granducale, il chiar. Comunità di Vernio. – Il territorio di questa Comunità
giureconsulto Prof. Migliorotto Maccioni scriveva perché occupa una superficie di 1 6 7 1 9 quadrato 745 dei quali
fosse abolita una sentenza del consiglio Aulico del 16 sono presi da corsi d' acqua e da pubbliche strade.
ottobre 1787, siccome leggesi in un'opera pubblicata in Nel 1833 vi abitavano 3617 persone, a proporzione di
Firenze nel 1788. circa 190 individui per ogni miglio quadrato di suolo
Motivò quella difesa contro la sentenza che dichiarava i imponibile.
conti Bardi non solo vicarj imperiali nel feudo di Vernio, Confina dirimpetto a settentrione con le Comunità di
ma ancora rispetto ai beni lasciati dal testamento del Bargi, di Castiglion de' Gatti e di Barigazza dello Stato
conte Ridolfo de' Bardi, scritto lì 17 febbrajo 1693, in Pontificio, e per il lato di levante sino a ostro con la
favore di una compagnia secolare di S. Niccolo da Bari Comunità di Barberino di Mugello, mentre da libeccio
eretta in Vernio, beni che restituiva ai loro successori ed fino a maestrale ha di fronte la Comunità di Cantagallo,
eredi. entrambe del Granducato.
Con tutto ciò i reclami del Grauduca di Toscana non Si tocca con il territorio di Barberino di Mugello a
ebbero effetto, ed i conti Bardi si ritennero il feudo di partire dal giogo dell'Appennino presso le sorgenti del
Vernio, finché esso nell'anno 1797 venne soppresso dai rio delle Coltete che si vuota nel torrente Biscia, e
Francesi che.lo riunirono alla repubblica Cisalpina, e nel precisamente dal segnale di Tavianella, di dove scende
nella direzione di libeccio passando per il termine di - nome del luogo: S. Poto a Vernio, titolo della chiesa: S.
Colle Basso, fino a che per via di fossetti entra nel fosso Ippolito (Pieve), diocesi cui appartiene: Pistoja, abitanti
del Fondatojo. anno 1833 n° 268, abitanti anno 1840 n° 516, abitanti
Costì trova la strada di Montepiano, colla quale continua anno 1843 n° 503
a scendere dall' Appennino cambiando direzione da - nome del luogo: Mercatale di Vernio, titolo della chiesa:
libeccio a ostro scirocco, finché, passata l'incrociatura S. Antonio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pistoja,
della strada pedonale della Torricella e di Celle, abitanti anno 1833 n° 291, abitanti anno 1840 n° 318,
percorre il crine di Montetiglioli, sulla cui pendice abitanti anno 1843 n° 345
meridionale trova il fosso di Macciano che lo - nome del luogo: Montepiano, titolo della chiesa: S.
accompagna nel torrente Torbola. A cotesta confluenza Maria (già Badia), diocesi cui appartiene: Pistoja, abitanti
il territorio di Vernio si dirige con il Torbola a ponente anno 1833 n° 605, abitanti anno 1840 n° 734, abitanti
nella fiumana del Bisenzio, il cui corso seconda nella anno 1843 n° 762
direzione di libeccio lungo le falde del poggio di S. - nome del luogo: Poggiole con Luiciana, titolo della
Ippolito, e della strada provinciale che viene da Prato. chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Alla confluenza del fosso di Confine, che sbocca alla Pistoja, abitanti anno 1833 n° 486, abitanti anno 1840 n°
destra nel Bisenzio, sottentra il territorio di Cantagallo, 496, abitanti anno 1843 n° 508
col quale l'altro rimonta nella direzione di ponente il - nome del luogo: VERNIO castello, titolo della chiesa:
poggio di S. Ippolito, a settentrione di Gricigliana per SS. Leonardo e Quirico (Rettoria), diocesi cui appartiene:
attraversare la strada comunitativa pedonale di Pistoja, abitanti anno 1833 n° 1046, abitanti anno 1840 n°
Mercatale ed avviarsi col rio di S. Quirichello nel 1200, abitanti anno 1843 n° 1146
Bisenzio di Cantagillo. Mediante cotesta fiumana
riscende nella dire zione di grecale fino alla confluenza - Totale abitanti anno 1833: n° 3617
del Carigiola; il quale ultimo torrente rimonta per - Totale abitanti anno 1840: n° 4019
circa 4 miglia toscane nella direzione di settentrione fino - Totale abitanti anno 1843: n° 3998
sopra te sue sorgenti salendo nella s o mmità
dell'Appennino, dove sottentra di faccia a settentrione la (1) Mancano le prime due epoche quando Vernio era
Comunità bolognese di Bargi. feudo imperiale.
Fra i maggiori corsi d'acqua, oltre i due Bisensi, cioè
quello che scende dal Castello di Vernio e l'altro da
Cantagallo, può annoverarsi il torrente Carigiola. VERONA (MASSA) e VISCONTADO DI VERONA. –
Niuna delle montuosità di questo territorio è stata Vedere BADIA TEDALDA, di MASSA VERONA, e
trigonometricamente misurala onde dedurre con qualche PIEVE S. STEFANO.
sicurezza l'altezza di quella giogana. Però uni delle
prominenze maggiori di questa sezione dell' Appennino
è quella del Monte Casciajo che si alza a maestro delle VERRIANA (PIEVE DI S. GERVASIO IN ) in Val d’Era .
praterie di Monte Piano, doviziosa di piante officinali – Vedere il SUPPLEMENTO.
alpine, che ivi vegetano fra le faggete, mentre nei
contorni della Badia di Montepiano incominciano a
trovarsi gigantesche piante di castagni. VERRUCA, e VERRUCOLA. – Non meno di quattro
Fra le strade maestre vi è quella provinciale di Vernio, cime di poggi conservano nella Toscana il nome di
carrettabile fino a Mercatale, mulattiera per il resto Verruca o Verrucola, termine topico per dichiarare una
della montagna, la quale sale a Monte-Piano, piccolo prominenza montuosa di figura conica. Le quali
borgo con dogana di confine di terza classe instituitata verruche furono qualificate con simile parola da Catone,
con legge del 25 ottobre 1814 insieme all'altra sua da Aulo Gellio e dacassiodoro. – Consimili montuosità
subalterna di Cavarsano, e ciò all'occasione che fu le più note fra noi sono, la Verruca di Massa e
soppressa la dogana feudale di Usella, ecc. – Vedere Cozzile, la Verruca del monte Pisano, la Verrucola
l’Articolo DOGANE DI FRONTIERA. Bosi d i Fivizzano, e la Verrucola, ossia le Verninole
Con la legge del 1 agosto i838 furono riuniti alla della Garfagnana.
potesleria di Vernio i popoli di Fossato, Migliami e
Usella.
La cancelleria Comunitativa, l'ingegne re di Circondario VERRUCA DI MASSA e COZZILE in Val di Nievole. –
e l'ufizio di esazione del Registro sono in Prato. La All'Articolo MASSA e COZZILE (Vol. III. pag. 112)
conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima rammentai una lite insorta nel 1365 fra il Comune di
istanza si trovano in Firenze. Vellano e quello di Massa e Cozzile g cagione del colle
della Verruca, e dieci anni dopo fra le Comunità di
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di Massa e Cozzile ed il Comune di Pistoja. – Dissi allora che
VERNIO a tre epoche diverse (1). la Verruca di Massa e Cozzile fino al secolo XII costituiva
una Comunità ed aveva un giusdicente minore suo
- nome del luogo: (ERRATA: Cavorzano) Cavarzano, proprio. Non dissi però che cotesta Verruca al pari della
titolo della chiesa: S. Pietro (Cura), diocesi cui appartiene: Verrucola o Verrucole di Garfagnana, fu concessa in
Pistoja, abitanti anno 1833 n° 720, abitanti anno 1840 n° feudo dagl' imperatori Arrigo VI (anno 1194) da Ottone
807, abitanti anno 1843 n° 762 IV (1209) e da Carlo IV ( 1 3 5 5 ) ai vescovi di Lucca; e
innanzi di essi dal Pontefice Celestino III con bolla del 996 vi esisteva una rocca, la quale più volle fu
21 aprile 1192, che ad esempio dei PP. Alessandro, accresciuta e quindi dai Fiorentini nel 1431 disfatta.
Pasquale, Calisto e Urbano II, di Lucio, e Urbano III, Nettampoco potrei azzardare che quei ruderi spellassero
confermò ai vescovi di Lucca fra gli altri beni Castrum et alla rocca più moderna nel 1503 riedificata per ordine dei
decimam de Verrucla que est in Alpibus (della Dieci di Ba lìa di Firenze , quando con lettera del 10
Garfagnana) decimationem quoque de Verrucla que est ottobre di detto anno fu scritto a Giuliano Lapi
iuxta Bojanum (Buggiano alto). – Vedere. MASSA E commissario per la Repubblica Fiorentina in Vico Pisano
COZZILE. in questi termini: Esibitore della presente sarà Lorenzo
da Montaguto (inegnere della Parte) il quale noi
abbiamo eletto in luogo di maestro Luca del Caprina,
VERRUCA DEL MONTE PISANO nel Val d'Arno di per dare perfezione all’ opera della Verruca, ecc. –
Pisa. – Monte a pan di zucchero nel fianco meridionale (GAYE, Gatteggio inedito di Artisti Vol. I . ) – Vedere
del Monte Pisano sulla cui sommità esistono gli avanzi di BADIA DELLA VERRUCA .
una rocca ad una elevatezza di 922 braccia sopra il Anche la chiesa di S. Michele alla Verruca non
livello del mare, dove fu una chiesa con badia sotto il comparisce più parrocchia in niuna delle 5 epoche
titolo di S. Michele della Verruca, nella Comunità segnate nel quadro della popolazione della Comunità di
Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a ponente di Vico Vico Pisano.
Pisano, Diocesi e Compartimento di Pisa.
Oltre quanto fu dello all'Articolo BADIA DELLA
VERRUCA restano da aggiungere qui alcune notizie VERRUCOLA BOSI, o DI FIVIZZANO nella Val di
relative all'origine del giuspadro-nato della sua chiesa di Magra. – Piccolo castello situato sulla destra del
S. Michele il quale fino dal secolo IX fu ceduto alla mensa torrente Mommio dove fu un monastero di recluse con
vescovile di Lucca. E quantunque la chiesa, poi Badia chiesa parrocchiale (S. Margherita) nel piviere di S.
della Verruca, fino d'allora fosse compresa nella diocesi di Paolo a Vendaso, Comunità Giurisdizione e appena un
Pisa, ciò non ostante l'autore delle Memorie ecclesiastiche miglio toscano a grecale di Fivizzano, Diocesi di
lucchesi inserite nel Voi. IV di quella serie, giovandosi di Pontremoli, già di Luni Sarzana, Compartimento di
un istrumento del 6 agosto 913 sembra che opinasse in PISA .
contrario. All' Articolo FIVIZZANO dissi, che dalla Verrucola Bosi
Sennonché altro documento del 30 giugno 861, presero il titolo i marchesi Malaspina di Fivizzano, di
pubblicato posteriormente nel Volume V. P. II delle cui quest'ultima Terra non fu in origine che il luogo di
stesse Memorie, scioglie la questione. – All' Articolo mercato, ossia il Foro della Verrucola. Dondechè
SETTIMO (S. BENEDETTO A) dove quell'alto fu rinvierò il lettore a quell'articolo limitandomi a dire in
indicato, si disse, che il padronato della chiesa di S. questo, che la chiesa parrocchiale di S. Margherita alla
Michele della Verruca era pervenuto nella mensa lucchese Ferrucci è rammentata nelle bolle pontificie di Eugenio
all'occasione di una permuta l'alta da Eriprando del fu III (ERRATA : anno 1140) anno 1149 e di Innocenzio III
Ildebraudo con Berengario vescovo di Lucca, il quale (anno 1202) e che più tardi essa diede il titolo ad un
cede ad Eriprando alcuni beni della mensa vescovile di monastero di Clarisse esistito costà fino al declinare del
Lucca posti nel distretto di Roselle, e ne ricevè in secolo XVIII, dove nell' anno 1 7 4 5 vi si trovavano
cambio la chiesa e beni di S. Michele posta in loco circa 28 claustrali.
Verruca. La parrocchia di S. Margherita alla Verni cola Bosi
In quanto alla rocca della Verruca essa esisteva fino dal nel 1833 contava 187 abitanti.
996, stantechè nel detto anno l'Imperatore Ottone III
confermò all'abate Majone per la sua Badia di Sesto
anche la rocca della Verruca, roccam etiam de Verruca VERRUCOLA, o VERRUCOLE DI GARFAGNANA
cum omnibus rebus pertinentibus, quam Marchio Ugo nella Valle superiore del Serchio. – Rocca con sottostante
eidem monasterio concessit. Il qual diploma fu con Villaggio e chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) cui fu
maggiore elargita riconfermato alla Badia medesima annessa quella di Vibbiana, nel piviere di Piazza,
dall'Imperatore Arrigo I nel 25 aprile del 1020, nel Comunità di San Ro mano, Giurisdizione e quasi due
qual ultimo privilegio si rammenta oltre la rocca della miglia toscane a settentrione di Camporgiano, Diocesi di
Verruca, il giuspadronato della chiesa di S. Benedetto Massa Ducale, testé di Luni Sarzana, Ducato di
a Settimo. – Vedere SETTIMO (S. BENEDETTO A). Modena.
Rispetto alla struttura di questo monte ed alle rocce Risiede sopra uno scoglio di figura conica che si alza alla
speciali che lo rivestono, è rosa noia fra gli scienziati base occidentale dell'Appennino di Soraggio a cavaliere
quella pietra da macine che da lunga età fornisce il Monte della strada maestra tracciata lungo la ripa sinistra del
della Verruca, designala dal Prof. Cav. Paolo Savi col Serchio, per la quale si rimonta la valle verso Gragnano
nome di Verrucano. – Vedere l'Articolo MONTE ed il Monte Tea passando a pie della rocca di
PISANO. Verruc ola.
In quanto ai ruderi della rocca della Verruca, non Fu questa Verrucola appellata de' Gherardinghi da una
potrebbero con sicurezza dichiararsi essere gli avanzi di nobile famiglia lucchese, autrice della quale si crede un
quella eretta nel secolo XIII costassù dai Pisani per servire Gherardo di Gottifredo, che fino dal 4 marzo del 991
di antemurale alla loro città contro le aggressioni dei ottenne dal vescovo di Lucca ad enfiteusi molte sostanze
Lucchesi e dei Fiorentini, tostochè è noto che lino dal e chiese di pertinenza la maggior parte della Pieve
Fosciana, state di giuspadronato dei vescovi di Lucca. Geografia di Tolomeo, e nei documenti longobardi. Uno
Dissi di giuspadronato, mentre la chiesa di S. Lorenzo a conosciutissimo è quello del 754 relativo alla
Verrucola al pari dell'altra di Vibbiana dipendevano per fondazione della Badia di S. Pietro a Palazzuolo presso
lo spirituale dai vescovi di Luni e per essi dai pievani Monteverdi in cui si rammenta l'antico monastero
della chiesa di Piazza. – Vedere PIAZZA DI soppresso di donne sotto il titolo di S Salvatore presso il
GARFAGNANA. fiume Versilia, e la di cui chiesa corrisponde alla
Il Pacchi autore delle Memorie storiche sulla Garfagnana parrocchiale di S. Salvatore fuori delle mura occidentali
riporta in quell'Appendice due istrumenti spellanti alla di Pietra santa, già detta al Monastero. – Vedere
famiglia dei Gherardinghi di Garfagnana, che uno di essi PIETRASANTA (CITTA').
rogato nel 3 novembre del 1261 in Verrucole in Inoltre in una membrana lucchese del maggio 764 si fa
luogo detto Colle Augustino, e l ' a l t r o del 3 settembre menzione di una casa con podere posta in Versilia
1285 scritto nella canonica della Pieve Fosciana, relativo presso la chiesa di Vallecchia. – Anche la pieve antica di
alla consorteria dei signori Gherardinghi ed ai loro feudi, S. Felicita in Val di Castello fu distinta col nome di S.
fra i quali è rammentata la rocca con i vassalli delle Felicita a Massa di Versilia, siccome più tardi il
Verrucole. Castilione di Val di Castello qualificossi sotto il
Infatt i nella Bolla d' Oro di Carlo IV questo castello vocabolo di Castiglione di Versilia ecc.
venne appellalo Castrum Verruculae Glierariinghae. Rispetto a l l a storia di questa contrada, vedansi
Nel 1346 la Verrucola con i paesi della vicaria di gli Articoli CORVAJA, PIETRASANTA ,
Camporgiano, che per cagione di guerra dai Lucchesi SERAVEZZA, VALLECCHIA, VAL DI CASTELLO
passarono in potere dei Fiorentini con altri villaggi ecc.
compresi nella Garfagnana superiore, appartenevano al
Marchese Spinetta Malaspina di Fivizzano, dal quale il
Comune di Firenze li comprò nell'atto medesimo che li VERSURIS (S. VITO IN ). – Vedere CRETA (S. VITO
rilasciò in feudo al compratore. – Vedere IN) nella Valle dell' Ombrone sanese.
CAMPORGIANO.
Nell'anno 1565 secondo alcune memorie MSS., o nel
1580 secondo altre, si disfece l' antica rocca per VERTIGHE in Val di Chiana. – Casale che ha dato il
rifabbricare quella che tuttora sussiste sulle Verrucole. vocabolo ad un convento dell'Osservanza, già santuario
Il Villaggio di Vibbiana, sebbene formava un comunello della B. Vergine delle Vertighe, nel popolo, Comunità
da per se, trovasi soggetto alla parrocchiale delle Giurisdizione e circa un miglio toscano a levante del
Verrucole. La quale nel 1832 contava tutti insieme 318 Monte S. Savino, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
abitanti, che 195 spettavano all'annesso di Vibbiana, e Risiede sopra una collinetta tufacea bagnata a levante
1 2 3 alla sezione delle Verrucole. dal torrente Esse, e a libeccio dal fosso Leprone,
presso la strada rotabile che da Marciano guida a
Lucignano.
VERSICIANO, già VERCIANO, nella Valle centrale del Non parlo dell'origine di cotesto nome che alcuni
Serchio. – Contrada dove furono più chiese, se non fu supposero essere stata qui la tomba del duce de' Galli
una sola sotto il titolo dei SS. Stefano, Vincenzio e Senoni, appellato Vertighe, dirò bensì che il santuario
Michele a Versiciano, già suburbana della Cattedrale, delle Vertighe sorse in fama dopo di esser pas sato in
attualmente cura nel pievanato di Vorno, Comunità tradizione, che costà si posasse prodigiosamente l’
Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a libeccio di immagine della B. Vergine Maria, la quale prima del
Capannori, Diocesi e Ducato di Lucca. 1073 si venerava in Montalceto.
Trovasi la contrada di Verciano in pianura sul canale Dissi prima del 1 0 7 3 poiché in detto anno di ottobre
dell'Ozzori fra Pontetetto a Sorbano, dove l'Ozzori un dì fu rogalo costì in Vertighe nel contado aretino un placito
biforcando formava un'isola, siccome lo danno a presso la chiesa di S. Maria e non lungi dalla casa dove
conoscere varie carte di quell'Arch. Arciv. citate risiedevano la contessa Beatrice con la sua figlia
all’Articolo OZZORI, tre delle quali del 929 ( 1 1 contessa Matilde. – (CAMICI, Continuazione de Marcii,
aprile) del 937 ( 2 9 agosto) e del 4 luglio (973) di Toscana Volume II.)
pubblicate nel Volume V. P. III. delle Memorie In cotesta collina esisteva anticamente una chiesa di S.
lucchesi, in una delle quali vi si rammenta la Via lata, la Cristofano alle Vertighe sulla quale ebbero padronanza
quale passava per Verciano. gli Eremiti Camaldolensi della Badia d'Agnano, cui la
La parrocchia attuale di S. Stefano a Verciano nel stessa cappella venne confermata dal Pontefice
1882 noverava 624 individui. Celestino I I I con bolla del 1194.
Finalmente nel principio del secolo XV alle Vertighe fu
innalzato un convento dai frati dell'Osservanza, vivente
VERSILIA DEL PIETRASANTINO. – Contrada che il loro riformatore S. Bernardino, sotto il titolo che
abbraccia oltre l'attuale Vicariato di Pietrasanta, per dove tuttora conserva di S. Maria alle Vertighe. Esso poi fu
passa il fiumicello Seravezza, pia denominato Versilia, governato negli ultimi anni di sua vita (tra il 1438 ed il
anche il paese percorso dai torrenti Sacra tolo e 1450) da Fr. Alberto da Sarteano discepolo ed austero
Camajore. Sembra però che il nome della provincia di seguace di S. Bernardino.
Versilia fosse dato in origine al fiumicello predetto,
mentre sotto questo stesso vocabolo fu designato nella
VERTINE (Vertinulae) del Chianti nella Val d'Arbia.
– Castellare con chiesa parrocchiale (S. Bartolommeo)
nel piviere, Comunità e quasi un miglio toscano a VERTINE (PIEVE DI S. PANCRAZIO A). – Vedere
ponente di Gajole, Giurisdizione di Radda, Diocesi di PANCRAZIO (S.) A CAVRIGLIA nel Val d'Arno
Fiesole, Compartimento di Siena. superiore.
Risiede sopra il risalto di un poggio che stendesi alla
destra del torrente Massellone fra Radda e Gajole.
Ebbero signoria in questo luogo di Tertine innanzi l u t t i VERZAJA DI FIRENZE. – Contrada la cui antica
i marchesi di Toscana di origine Ripuaria, ai quali chiesa parrocchiale di S. Maria, ora distrutta, esisteva
apparteneva quel marchese Bonifazio, la di cui figlia dentro Firenze presso la porta S. Frediano, mentre il suo
contessa Willa madre del March. Ugo di origine Salica, popolo si estendeva fuori la stessa porta fino al Pignone,
sino dall'anno 9 7 7 aveva, assegnato alla Badia dove sul declinare del secolo passato tu traslocato il
fiorentina da essa fondata una parte de' beni situati in titolo di S. Maria con la parrocchia di Verzaja. –
Vertinule. Vedere PIGNONE nel subborgo occidentale di Firenze.
È vero altresì che in quella età prendeva il titolo di
Vertine anche la pieve di S. Pancrazio presso Cavriglia nel
Val d'Arno superiore, siccome fu avvisato all' Articolo VERZETO in Val d'Elsa. – Casale la cui chiesa
PANCRAZIO (S.) A CAVRIGLIA. parrocchiale di S. Donato fu unita alla cura di S.
Più tardi questo luogo con a l t r i che furono de' March. di Niccolo a Sterzi, nella Comunità e intorno a miglia
Toscana pervenne in dominio de' signori Ricasoli, o per toscane 2 1/2 a maestrale della Castellina del Chianti,
acquisto fattone verso il 1190 da Ranieri loro antenato, Giurisdizione di Radda, Diocesi di Colle, già di Siena,
ossia per derivazioni più antiche. Avvegnaché sino dal Compartimento sanese. – Vedere STERZI.
novembre 1035 trovo nel luogo di Verune, giudicaria
fiorentina, uno dei primi agnati della casa Ricasoli,
quale era quell'Azzo del fu Geremia, il quale vendé varii VESCONA nella Valle superiore dell'Ombrone sanese. –
beni ai suoi nipoti figli di Ridolfo. A questa stessa Nome antico restalo alla chiesa battesimale di S.
famiglia molto tempo dopo appartenevano i figliuoli di Giovanni di Vescona, detta la Pievina , e ad altra cura
Arrigo da Ricasoli, i quali per aver occupato nel 1352 la stata sua filiale, (S. Florenzio in Vescona) egualmente
pieve di S. Polo, vivente un loro zio pievano, furono che alla villa, già Castello di Ve scona, tutti tre luoghi
messi in bando dalla Repubblica Fiorentina Ma sapendo compresi nella Comunità e Giurisdizione di Asciano;
essi che gran quantità di vettovaglie de' loro consorti la Pievina quasi 3 miglia toscane al suo ponente; e S.
erano riunite nel Castello di Vertine, entrarono Florenzio con la villa di Vescona 5 miglia toscane a
furtivamente in questo, e avendolo molto bene maestrale della Terra predella, nella Diocesi di Arezzo,
fortificato, di là si possono a scorrere quasi tutto il Compartimento di Siena.
Chianti, ardendo le ville de' parenti nemici. In A poca distanza dalla villa di Vescona risiede in luogo
conseguenza la Signoria di Firenze ordinò che una più basso la chiesa parrocchiale di S. Florenzio, situata
mano di annali sotto la condona del podestà si re casse lungo la strada provinciale Lauretana, mentre la villa
nel Chianti per ridurre a obbedienza ì ribelli Ricasoli. riposa nella sommità di un colle marnoso, e la Pievina
Ma quei giovani, avendo ancor essi qualche partito in dalla parte opposta della stessa strada circa 2 miglia
Siena per lo favore che prestava loro Giovanni toscane più vicina ad Asciano.
de'Salimbeni, fecero poco caso della venuta delle truppe Già all’Articolo PIEVINA DI VESCONA fu detto, essere
fiorentine, e cominciarono con le pietre e con le s'ala questa in origine filiale della pieve di S. Vito in
balestre a tenerle lontane dalle mura del castello. Versuris, o dir si voglia in Creta, e una volta in
Finalmente gli assediati vedendosi senza speranza di Vescona, per quanto nelle carte relative alla controversia
soccorso, trattarono della resa a patti onorevoli, e la promossa sino dal 712 dai vescovi di Siena contro quelli
Signoria di Firenze comandò si facesse smantellare il di Arezzo, sieno rammentati ambedue i battisteri, cioè
Castello di Vertine nel tempo che a quei Ricasoli fu quello di S. Vito in Vescona, alias in Versuris e
confermato il bando, dal quale in seguito vennero liberati l ' a l t r o di S. Giovanni in Vescona. Quest'ultima però
in grazia della pace di Sarzana dell'anno 1353. – (ARCH. fu più chiaramente qualificata in Vescona da una
DIPL. FIOR. Carte della Badia di Coltibuono. – sentenza del maggio 1029 pronunziata nella canonica di
MATTEO VILLANI, Cronica Lib. II. c. 64 e 70). S. Martellino in Chianti, come ancora da un atto di
Altronde un Ugolino della stessa prosapia de'Ricasoli cessione fatta nel 1045 al suo clero da Immone vescovo
signore di Vertine era stato compreso fra i partitanti di Arezzo, cui rinunziò molle pievi poste nel contado
guelfi fiorentini condannati da Arrigo VII con sentenza senese. Così nella bolla dell' 8 giugno 1070 spedita dal
pronunziata nel febbrajo del 1313 nel Pog gio Pontefice Alessandro li a favore di Costantino vescovo di
Imperiale sopra Poggibonsi. Arezzo, leggonsi fra le altre chiese battesimali della
All' Articolo GAJOLE dissi, che nella statistica diocesi aretina situate nel contado sanese, la pieve di S.
dell'anno 1 5 5 1 il popolo di S. Sigismondo a Gajole era Vito in Versu ris e questa di S. Giovanni in Vescona.
compreso in quello di Vertine. Lo stesso dicasi di altra bolla del Pontefice Onorio III del
La parrocchia di S. Bartolommeo a Vertine nel 1 833 27 maggio 1220 spedita al vescovo fiorentino, pubblicata
noverava 386 abitanti mentre quella del 1551 ascendeva dal LAMI ne' suoi Monuni. Eccl. Flor.
a 622 popolani. Rispetto al Castello di Vescona, ora villa Saracini, fu
cotesta nel secolo XI una delle signorie de' conti Guinigi VESCOVO (CA SA AL). – Vedere CASA AL
della Scialenga e della Berardenga, siccome lo qualifica VESCOVO, cui si può aggiungere, che fu il vescovo di
un atto pubblico del 1025, col quale uno di quei dinasti, Pistoja Tommaso Andrei da Casole quello che tra il 1290
il conte Ranieri, assegnò in benefizio al Monastero di S. ed il 1294 fece costruire costà una casa di campagna.
Salvatore della Berardenga una casa con orto, vigna ed Infatti molli brevi ed istrumenti archetipi fra il 1290 ed
un pezzo di terra situato presso il suo castello di Vescona. il 1294 dell'Averi, vescovile di Pistoja portano la data da
– (ANNAL. CAMALD.) questa casa o Villa del Vescovo – Vedere
Anche il Monastero di S. Eugenio presso Siena fino dal LAMPORECCHIO.
secolo XI possedeva una corte in Vescona ,
confermatagli da due Imperatore, cioè, da Arrigo IV
nel 4 giugno del 1081 e da Federigo 1 nell'8 agosto VESCOVO (SORBANO DEL). – Vedere SORBANO
1185. – Vedere PIEVINA DI VESCONA, E MELANINO DEL VESCOVO.
sotto la Pievina di Vescona.
La parrocchia dì S. Florenzio alla villa di Vescona nel
1833 contava 1 5 6 abitanti quando la sua chiesa VESPIGNANO in Val di Sieve. – Villaggio già Castello
battesimale di S. Giovanni in Vescona noverava 134 con chiesa parrocchiale (S. Martino) nel piviere del
popolani. Borgo S. Lorenzo, Comunità e circa due miglia toscane
a maestrale di Vicchio, Giurisdizione del Borgo
predetto, Diocesi e Compartimento di Firenze.
VESCOVADO DI MURLO. – Vedere MURLO nella Val Risiede sopra una collinetta bagnata a ponente dal
di Merse. torrente Elsa ed a levante dalla Pesciola.
Fu già un forte castelletto, del quale sussistono pochi
avanzi ed una torre di figura rotonda presso la sua antica
VESCOVATI DELLA TOSCANA. – Nella Toscana chiesa priora le, alla quale riferiscono due iscrizioni del
cisappennina della presente Opera coniatisi attualmente 1265 e del 1277 riportale dal Brocchi nella sua
22 Vescovati e quattro Arcivescovati; dieci dei quali Descrizione del Mugello. – Anche nel Bullettone della
Vescovati esistevano sino dalla prima età di Giovanni mensa arcivescovile di Firenze patrona di questa chiesa
Villani. Tali sono le diocesi di Arezzo, di Chiusi, di si trovano ricordi di essa fino dall'anno 1248.
Fiesole, di Roselle (Grosseto), di Luni (Sarzana) di È celebre Vespignano per essere stata la pallia di due
Pistoja, di Populonia(Massa Marittima) di Soana, di uomini illustri,cioè, del famoso Gioito figlio di Bondone, e
Volterra e di Brugnato. – Spettano ai 12 Vescovati più del beato Giovanni Angelico da Vespignano, detto da
moderni quelli di Cortona, di Montepulciano, di Pienza, Fiesole, del quale scrisse la vita lo stesso Brocchi.
di Montalcino, di Colle, di Prato, di Sansepolcro, di La parrocchia di S. Martino a Vespignano nel 1833
Sanminiato, di Pescia, di Pontremoli, di Livorno e di contava 558 abitanti.
Massa Ducale. – Delle 22 d iocesi tre sono rette dai
vescovi delle diocesi vicine più antiche, come sarebbe
il vescovo di Chiusi che regge la chiesa di Pienza; VESIGNA nella Val di Magra. – Vedere VEZZANO
quello di Pistoja che è parimente vescovo di Prato, e DELLA SPEZIA.
l ' a l t r o di Luni Sarz ana che ora è diocesane di
Brugnato.
Sono suffraganei dell'arcivescovo di Firenze i vescovi di VESSA nella Valle del Savio. – Casale già Castello con
Fiesole, di Pistoja e Prato, di Colle, di Sanminiato e di chiesa parrocchiale (S. Bartolommeo) nella Comunità
Sansepolcro. – L' arcivescovo e primate di Pisa è anche Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a grecale di
metropolitano delle diocesi di Livorno e di Pontremoli. – Bagno, Diocesi di Sansepolcro, già Nullius di Bagno,
Sono suffraganei dell' arcivescovo di Siena quelli di Compartimento di Firenze.
Chiusi e Pienza, di Grosseto, di Massa Marittima e di Risiede questo paesello sulla ripa sinistra del fiume Savio,
Soana; e di corto fu dato per suffraganeo all' il qual luogo però non deve confondersi con a u n a villa
Arcivescovo di Lucca il vescovo di Massa Ducale; di Viessa, che fu de' signori di Valbona, la quale
mentre quello di Brugnato, innanzi l'unione della sua trovasi fra l'Appennino di S. Agata e la Cella S. Alberico,
diocesi all'antica di Luni Sarzana, era suffraganeo e che oltre ad essere compresa nella Diocesi di Sarsina,
dell'arcivescovo di Genova. Comunità di Vergherete, appartenne un dì alla Badia
Dipendono immediatamente dalla S. Sede i Vescovi di del Trivio.
Arezzo, di Volterra, di Luni Sarzana, di Cortona, di Il Casale già Castello di Vessa sul Savio fu comprato nel
Montalcino, di Montepulciano, e di Pescia. – Vedere 1 2 7 4 dal C. Guido Selvatico di Dovadola e da altri suoi
l'Articolo ARCIVESCOVATI della Toscana Granducale. consorti di Bagno, mentre lo stesso conte, nel 1286
Entrano poi nella Romagna Granducale quattro diocesi acquistò dal vescovo di Sarsina anche il padronato
dello Stato Pontificio, cioè, quelle di Bertinoro, ili della chiesa ili S. Andrea a Viesta in Comunità di
Faenza, di Forlì e di Sarsina, l’ ultima delle quali per Verghereto, dove allora a-vevano dominio g l i Eremiti
l'amministrazione ecclesiastica è stata affidata di corto al Camaldolensi della Cella S. Alberico,
vescovo di Bertinoro. Nel 1408 era nella rocca di Vessa di Bagno donna
Angiolina vedova del C. Bambo figlio del conte Marco
de’ Guidi di Modigliana, quando essa in qualità di tutrice
de' suoi figli con istrumento del 1 giugno di detto anno CASTIGLION BERNARDI, cui si può aggiungere che
nominò i sindaci per presentare il palio consueto al molte carie lucchesi del secolo X rammentano questo
Comune di Firenze in segno di sua fedeltà e sudditanza. luogo di Castiglione, senza per altro ricordare il poggio di
La parrocchia di S. Bartolommeo a Vessa nel 1833 Vetulonio, mentre spetta al febbrajo del 906 un
contava 206 abitanti. istrumento pubblicato nel Volume V. P. III. delle
Memor. Lucch. col quale il Vescovo Pietro di Lucca,
stando nella sua corte di S. Vito in Val di Cornia,
VESSA, o VIESSA DI VERGHERETO. – Vedere l’ allivellò varj beni del suo oratorio di S. Regolo in
Articolo precedente, e VERGHERETO, Comunità. Gualdo, posti in Val di Cornia e segnatamente a
confine col torr. Risecco. – Vedere CORNIA Castello e
TRICASI.
VETRIANO, e FABBRICHE DI VETRIANO nella Valle
centrale del Serchio. – Due casali con una sola parrocchia
(SS. Simone e Giuda) nel piviere di Diecimo, Comunità VEZZA nel Val d'Arno aretino. – Casale ch'ebbe chiesa
Giurisdizione e 3 miglia toscane a scirocco di Pescaglia, parrocchiale (S. Salvatore) r i u n i t a a S. Maria a
Diocesi e Ducato di Lucca. Risiede sulla cresta de' poggi Cincelli, nel piviere, Comunità e circa due miglia
che stendonsi da Montemagno fino alla ripa destra del toscane a libeccio di Capolona, Giurisdizione Diocesi e
fiume Serchio, dai quali poggi si chiude a settentrione il Compartimento di Arezzo. – Vedere CAPOLONA.
vallone d e l l a Freddana, e a ostro la vallecola del
torrente Padogna. – Vedere PESCAGLIA La parrocchia
de' SS. Simone e Giuda a Vetriano nel 1 8 3 2 contava VEZZANO (Vectianum). Il vocabolo di Vezzano, che ci
357 popolani. rammenta una illustre famiglia romana (la Velia) è
comune a molti luoghi della Toscana. Tali sono il
Vezzano di Tredozio in Romagna, il Vezzano di Chiusi
VETULA (S. MARTINO A) nel Val d'Arno pisano. – nel Val d'Arno casentinese, il Vezzano della Spezia in
Borgata che fu fuori di Porta a Mare nella parrocchia di Val di Magra, ed il Vezzano di Vicchio in Val di
S. Giovanni dei Gaetani, Comunità Giurisdizione Sieve.
Diocesi e Compartimento di Pisa. La chiesa priorale di
S. Martino a Vetula del pievanato maggiore di Pisa
trovasi registrata nel catalogo delle chiese della VEZZANO DI CHIUSI nel Val d'Arno casentinese. –
diocesi pisana compilato nel giugno del 1871 (stile Rocca nel popolo, Coni, e circa mezzo miglio toscano
comune) e nell'imposizione fatta dal clero pisano nel 5 sopra il paese di Chiusi, Giurisdizione di Bibbiena,
febbrajo del 1292 alle chiese della stessa diocesi. Diocesi e Compartimento di Arezzo.
Anche il Breve Pisano detto del Conte Ugolino al cap. È posta a cavaliere di Chiusi in difesa del paese, talché
30, del Lib. IV. rammenta gli uomini di S. Pietro in dubito che sia la stessa rocca antica del Chiusi
Grado e di S. Martino a Vetula. casentinese, stata ceduta infeudo nel 1104 da un
marchese del Monte S. Maria ai signori di Caprese, di
Chiusi, di Montauto ecc. seppure quel Vezzano non
VETULONIA, nella Valle della Cornia. – Scheletro di un voglia riferirsi a qualche altro castello omo nimo. –
castellare cui nel medio evo fu dato il nome di (ANNAL. CAMALD.)
Castiglion Bernardi nella cura e circa 3 miglia toscane a Certo, è che col regolamento speciale del 26 agosto
libeccio di Monte Rotondo, Comunità Giurisdizione e 1776 relativo all'organizzazione della Comunità di
circa 10 miglia toscane a maestrale di Massa Marittima, Chiusi fra i 14 comunella che la costituiscono vi si
Diocesi di Volterra, Comunità di Grosseto. comprende quello della Rocca dì Chiusi e Vezzano.
Della situazione del poggio di Vetulonia, o Vitulonio fu
dato un cenno agli Articoli MONTE DI MARE E
CASTIGI.ION BERNARDI, dove fu aggiunto, che il VEZZANO DELLA SPEZIA. – Due grossi paesi,
poggio Vitulonio fa dubitare essere appartenuto Vezzano soprano e Vezzano sottano, esistono sui poggi
all'antichissima città etrusca di Vetulonia, sulla di cui situati a levante della città di Spezia fra il suo Golfo e la
ubicazione gli archeologi moderni menano non piccolo ripa destra del fiume Magra; Vezzano soprano con chiesa
rumore. arcipretura sotto l'invocazione de' SS. Sisto e Prospero;
All' Articoli poi BAGNI VETULONIENSI, fu detto, e Vezzano sottano con bella e devota chiesa plebana
qualmente cotesti Bagni, più noti oggidì sotto il vocabolo dedicata a S. Maria Assunta. È questo il capoluogo di
di Bagno del Re, trovansi circa due miglia toscane a ostro una Com. e di un Mandamento, sotto la Diocesi di Luni
del poggio di Vetulonio, alias di CastiglionBernardi e Sarzana, e la Provincia di Levante nel Regno Sardo.
che in conseguenza di alcune indagini locali il Cav. Risiede Vezzano soprano nel grado 44° 8' latitudine e
Francesco Inghirami nel 1832 mostrossi propenso a nel 27° 32' 6" longitudine a cavaliere della nuova strada
decidere la questione intorno al sito dell'antica postale di Genova che gli passa sotto a ostro, mentre
Vetulonia, per quanto, a confessione di lui, la mancanza circa mezzo miglio più abbasso havvi la Terra di
delle sue rovine e l'angustia del poggio che ne porta il Vezzano sottano divisa dall'altra di Vezzano soprano
nome, stieno mal d' accordo con la magnificenza di mediante una borgata.
Vetulonia, città capo d'origine dell' Etruria. – Vedere È la Terra di Vezzano, disse Targioni Tozzetti nei suoi
Viaggi, molto deliziosa ed amena si nate l'essere situata Con tutto ciò i nobili da Vezzano ottennero (non so dire
in un colle, che domina non solamente il Golfo della con qual esito) da- varj Imperatori la conferma di quei
Spezia, ma t u t t a quanta la pianura di Sarzana e Luni e feudi che più non possedevano.
gran tratto di paese estero e limitrofo. Per godere della Tale fu il diploma concesso loro dall'Imperatore Arrigo
qual veduta, Francesco Travasioda Vezzano, non VII dato in Pisa nel 1311; e tale anco quello ottenuto nel
dispregevole poeta, nella sua Topografìa Lunense giugno del 1355 da Carlo IV mentre passava di
invitava il Card. Benedetto Lomellino, vescovo di Luni e Pietrasanta.
Sarzana, a soggiornare nell' estiva stagione in Vezzano. Certo è che Rotando de' nobili Bianchi da Vezzano nel
Ebbero signoria in questa Terra i nobili detti da Vezzano 1228 era feudatario delle castella prenominate, quando
stati feudatarj dei vescovi di Luni, dopo che il vescovo ottenne per se e per i suoi eredi dall'Imperatore Federigo
Gualtiero, nei 1202 l'ebbe acquistala dai March. II un amplissimo privilegio dato nel settembre del 1228
Malaspina e quindi confermata in feudo ai nobili detti da nel campo imperiale davanti a Brescia; al qual diploma
Vezzano. Il Muratori nelle sue Antichità Estensi dubitò si firmò come testimone Guglielmo allora vescovo di
che quei signori appartenessero alla famiglia Bianchi, Luni. – Una copia di cotesto privilegio trovasi nel
feudataria de' Marchesi d'Este. Fatto è che le castella di registro vecchio del Comune di Sarzana, dove esiste pure
Vezzano, di Carpena, di Vesigna, di Folo, di Valerano, altra copia d'istrumento relativo alla vendita fatta nel 30
di Beverino, di Polverata, di Ripalta, Madrignano e maggio del 1222 da Guglielmo de’ Bianchi da Vezzano a
Panzano, con le loro pertinenze furono confermate in favore del Comune di Sarzana per lire 60 imperiali di una
feudo ai nobili di Vezzano siccome apparisce dal lodo sesta parte del pedaggio dei 12 denari che solevano
pronunziato in Sarzana nella canonici della chiesa di S. pagarsi a quei nobili per ogni soma di mercanzie che
Andrea lì 12 maggio 1 2 0 2 , conformato nella Badia transitava per la strada maestra dentro il podere,
dell’ Aulla lì 31 dello stesso mese, mentre con ossia distretto di Vezzano.
istrumento del 4 giugno di detto anno, rogato in Pisa Fu opinione di molti, che alla famiglia dei nobili da
nell'ospedale di S. Paolo a Ripa d'Arno, il March. Vezzano appartenessero in seguito tre illustri prosapie di
Alberto MALASPINA per se, ed in nome dei March. Sarzana, una delle quali conservò il cognome di Bianchi,
Guglielmo e Corrado suoi nipoti, fece rinun zia della l'altra prese quello di Nobili, e la terza de'Bernucci,
metà di quanto quei marchesi avevano acquistato dagli l'ultime due fiorenti in patria.
Estensi in tutto il podere che tenevano i nobili da Fra i Nobili d a Cazzano figurò nel secolo XIII un
Vezzano, o altri per essi nei luoghi di sopra nominati; e Gualtiero cappellano del Pontefice Innocenzo IV, un
nell'atto stesso il March. Alberto confessò di aver Armanno Nobili giureconsulto distinto nel secolo XV,
ricevuto per se e per i detti suoi nipoti da Gualtiero ed un Marcello Nobili letterato familiare del Pontefice
vescovo di Luni lire 150 imperiali che gli pagava per Clemente VIII ecc. mentre apparteneva alla prosapia
quell'enfiteusi, obbligandosi reciprocamente alla penale Bernucci quell'Agostino rammentato All’Articolo
di cento marche d'argento, ed a cauzione di ciò SARZANA.
oppignorando (o fiduciariamente ipotecando) i beni che i Fanno parte del distretto di Vezzano i villaggi di
marchesi Malaspina tenevano nel castello e distretto di Valerano e di S. Venerio, quello posto in pianura presso
Arcola. la ripa sinistra della Vara, e questo in poggio distante
Nell'opera stessa si riporti un secondo lodo del 13 appena un miglio dal capoluogo della sua Comunità di
maggio 1203 pronunziato la Terra Rossa presso il Vezzano, la quale comprende i seguenti popoli, la cui
fiume Magra per termi nare una controversia tra il popolazione nel 1832 ascendeva a 2543 abitanti.
predetto Vescovo Gualtierodi Luni ed i marchesi
Malaspina da una parte contro i signori da Vezzano Popolazione del 1832
dall'altra parte, a cagione dei castelli prenominat i non Vezzano soprano, SS. Siro e Prospero, Arcipretura,
che del diritto che quest'ultimi avevano di difendere Abitanti N.° 680
con le loro genti il castello di Porto Venere ad Vezzano sottano, S. Maria Assunta, Pieve, Abitanti N.°
esclusione del vescovo di Luni e dei marchesi 783
Malaspina; il qual d i r i t t o fu accordalo ai signori da Valerano,S. Apollinare, Rettoria, Abitanti N.° 370
Vezzano a condizione che dovessero pagare al vescovo San Venerio, S. Venerio, Pieve, Abitanti N.° 710
ed ai marchesi di sopra nomi nati i soliti t r i b u t i , TOTALE Abitanti N.° 2543
albergane, ecc. e che le femmine della famiglia de'
nobili da Vezzano potessero succedere come i maschi
nei detti feudi e podere, conservando ai vescovi di Luni VEZZANO DI TREDOZIO in Romagna. – Casale che
ed ai March. Malaspina le loro ragioni. ebbe cappella (S. Martino) riunita innanzi il 1 7 4 5 alla
Trovasi infatti menzione di quei medesimi feudi, beni, cura di Ro sata, nella Comunità di Tredozio,
e diritti posseduti per tal modo dalla chiesa di Luni in Giurisdizione di Modigliana, Diocesi di Faenza,
una dichiarazione falla nel novembre del 1 2 7 8 da Compartimento di Firenze.
Arrigo di Fucecchio vescovo Lunense, nel tempo cioè La eappella di S. Martino a Vezzano nel 1551 aveva 88
che quei castelli, terre, ecc. erano sotto il dominio del abitanti.
Comune di Genova per compra fatta due anni innanzi dai
conti Fiaschi di Lavagna, ai quali nel 1 2 5 2 erano
stati alienati dal vescovo Guglielmo Malaspina suo VEZZANO DI VICCHIO nella Valle della Sieve. –
antecessore. Contrada che ha dato il titolo a tre chiese
parrocchiali (da lunga età riunite in una (S. Maria, parrocchiali di S. Pietro e di S. Andrea, quella di S.
S. Andrea e S. Pietro a Vezzano), tulle sotto il Maria alla Villa di Vezzano con decreto arcivescovile
pievanato di S. Casciano in Padule, nella Comunità e del 13 febbrrajo 1565 (stile fiorentino ) fu eretta in
circa 4 in 5 miglia toscane a settentrione di Vicchio, prioria, e due anni dopo con altro decreto del 4
Giuris dizione del Borgo S. Lo renzo, Diocesi e febbrajo 1567 ne fu ceduto il padronato al rettore della
Compartimento di Firenze. medesima Matteo del fa Benedetto Boni di Vicchio. –
La Villa di Vezzano risiede sulla faccia meridionale dell' (BROCCHI, Descrizione del Mugello).
Appennino di Casaglia lungo il torrente Pesciola, In questo popolo ebbero vita e poderi gli antenati del
presso la strada, che da Vicchio sale alla Madonna dei celebre Antonio Cocchi, cui dalla provincia fu dato il
Tre Fiumi. titolo di filosofo Mugellano. – Vedere VICCHIO DI
Le memorie più antiche di questo Vezzano reputo fra le MUGELLO.
superstiti quelle che conservansi nelle membrane La parrocchia di S. Maria a Vezzano nel 1833 noverava
dell'Abazia di S. Reparata in Borgo a Marradi, riunite alle 443 abitanti.
pergamene della Badia di Ripoli, ora nell' Arch. Dipl.
Fior. – Una di esse scritta nel 23 gennajo del 1084 in
Vezzano, giudicaria fiorentina, tratta dell'acquisto di un VIA, o STRADA. – All'Articolo STRADA ho
pezzo di terra posto sulla Pesciola che fece don Alberto richiamato il lettore a questo di VIA per indicare i nomi,
abate del Monastero di S. Reparata per interesse della l'epoca, lunghezza e andamento delle molte VIE REGIE,
sua Badia. POSTALI E NON POSTALI, come anche delle VIE
Sono della provenienza medesima molte altre pergamene PROVINCIALI rotabili che in varie direzioni furono e
dei secoli XI XII e XIII scritte in Vezzano, una delle sono aperte nella Toscana, non tralasciando di far parola
quali del 4 marzo 1084 rogala in Vezzano, giudicaria di moltissime VIE COMUNITATIVE ROTABILI che a
f i o r e n t i n a ; a l t r a s c r i t t a l ì 3 l u g l i o 1 1 4 0 in Vezzano nel guisa delle vene nel corpo umano mettono in
Mugello, contado fiorentino, ed un istrumento del 27 comunicazione, accrescono vita, interesse e prosperità
gennajo 1212 rogato nella canonica di S. Andrea di alle varie parti della Toscana Granducale nei suoi cinque
Vezzano. – Finalmente fu stipulalo lì 19 luglio 1220 Compartimenti amministrativi. – Per ultimo s'indicherà
nella chiesa di S. Maria di Vernino un quarto rogito l'andamento delle STRADE FERRATE aperte, o che
relativo alla permuta di due pezzi di terra tra Ramberto sono state finora dai governi nella Toscana approvate.
di Giovanni di Poggio ed il sindaco della chiesa di S.
Andrea di Vezzano per cont o ed in nome d ella Badia di 1. VIA AURELIA NUOVA, VIA EMILIA DI SCAURO,
S. Separata in Salto. poi VIA ROMEA E FRANCESCA, ora VIA REGIA e
Quest' ultimo documento, quando mancassero le bolle PROVINCIALE EMILIA . – Fra le oscurità delta
dei Pontefici Urbano II, anno 1090, e di Alessandro III, storia antica di Roma, una mi sembra quella di non
anno 1168, a favore della Badia di S. Reparata in Borgo, potere conoscere con chiarezza l'andamento preciso delle
basta per se solo a dichiarare che la chiesa di S. Andrea a Vie Militari, ossia Consolari, le quali sotto il governo
Vezzano era di patronato del Monastero predetto, mentre della Repubblica e dell'Impero attraversavano la
la chiesa parrocchiale di S. Maria a Vezzano spettava Toscana. Fra le medesime mi limiterò alla Via Aurelia
direttamente alla mensa fiorentina. Quindi si può nuova, tracciata per le nostre Maremme ed alla Via
conciliare la pro miscuità di più padroni sopra colesta Cassia che guidava a Chiusi, e quindi dirigevasi a
contrada, dopoché Arrigo VI, nel 1191, e Federigo II, Firenze.
nel 1220, conferirono ai conti Guidi il giuspadronato Che se dell'epoca e dell'andamento della Via Aurelio
della Badia di Marradi, quasi nel tempo medesimo che la vecchia, che da Roma terminava al Foro Aurelio
Repubblica Fiorentina confermava al Vescovo di Firenze presso Montalo, abbiamo notizie sufficientemente
il fortilizio di Molezzano ed il padronato sulle parrocchia concordi, non è per altro da dirsi la cosa medesima
di S. Maria a Vezzano e di, S. Pietro in Padule, diversa dell'autore e dell'andamento preciso dell’ Aurelia
dalla chiesa di S. Pietro a Vezzano. – Vedere nuova, la quale appunta doveva percorrere il littorale
MOLEZZANO in Val di Sieve. della Toscana attuale, a partire dal Foro Aurelio fino il
Rispetto all'epoca della soppressione della cura di S. comune occidentale dell'Italia romana, confine che nel
Pietro in Padule, il cui popolo fu annesso alla secolo VI di Roma terminava verso settentrione con l’
parrocchia di S. Maria a Vezzano non trovo ricordi, Arno a Pisa.
comecché la sua soppressione al pari di quella di S. Per altro, che cotesta Via Aurelia a i tempi dell' Impero
Andrea a Vezzano credasi posteriore al 1 5 5 5 , mentre romano si distinguesse in Vecchia e nuova, non ne lascia
nella statistica di quell'anno trovansi sotto la podesteria dubbio un' iscrizione posta alla base marmorea di una
di Vicchio i popoli di S. Pietro a Padule, di S. Pietro a statua innalzata dal senato e popolo di Tivoli sotto l’
Vezzano, e di S. Andrea a Vezzano separatamente da impero di Adriano oppure di Antonino Pio a C. Pupillo
quelli di S. Maria nella Villa di Vezzano, tostochè in Caro figlio del console C. Pedone, nella quale si
quell'anno S. Pietro a Padule noverava 54 fuochi con leggeva fra le molte magistrature da esso coperte anche
319 abitanti, S. Andrea a Vezzano 28 famiglie con 136 quella di essere Curatore delle Vie Aurelia vecchia e
individui S. Pietro a Vezzano 31 fuochi con 2 2 1 nuova.
abitanti, e la Villa di S. Maria a Vez zano 48 famiglie Ma chi fosse stato il primo continuatore della Via
con 250 popolani. Aurelia? fino dove arrivasse la nuova e per quali
In seguito forse della soppressione delle chiese luoghi delle toscane Maremme precisamente passasse,
ciò è nascosto in gran parte nelle tenebre dell' istoria; nella raccolta di Grutero alla pag. CXCIX I, a tenore
giacché le tracce lasciateci dal così dello Itinerario di della quale un magistrato quadriumvirale formato di
Antonino, o dalla Tavola Peutingeriana, oltre di essere uo mini consolari, d'ordine dell'Imperatore Traiano,
quei documenti inesatti nei nomi dei luoghi e nelle che ivi è qualificato Curatore delle Vie, fece porre nel
distanze, spettano entrambi ad epoche troppo lontane 5.° suo consolato (anno 103di G.C.) i cippi terminali
dalla loro costruzione, ed anche dai primi restauri delle non solo lungo la Via Troiana ma nell’ Appia, dove
stesse Vie Consolari. contribuirono per comunità (Oppidatim) i Bruzzi ed i
Il chierico Giovanni Targioni Tozzelti discorrendo nel T. Salentini (le Calabrie e la provincia d'Otranto) fino
IX de' suoi Viaggi per la Toscana delle Vie Romane all'estremo confine dell' Italia, includendovi i paesi di
che vi passavano, ridusse quelle a due classi, cioè, alle Reggio, di Squillaci ecc.
Vie Militari e alle Vie Municipali; inoltre fra i libri Che poi spettasse fino dal tempo del primo imperatore al
più antichi che ne trattano, citò anche la Geografia senato di Roma l'ordinare la costruzione dei ponti e
dell'Anonimo Ravennate, dove descrivendosi il Periplo delle pubbliche vie, lo dichiara per tutti un' iscrizione
del mare Mediterraneo, (Libro IV.) non solo vi si esistente tuttora in Roma al ponte Quattro Capi, già
trovano convertite in città le mansioni, o poste delle detto Fabricio, che dice: (ex GRUTERO pag. CLX. 3.)
antiche strade militari, ma ancora vi si leggono stroppiati
i nomi peggio che non fecero gli autori o copisti della L. FABRICIUS C. F. CUR. VIAR.
Tavola Peutingeriana e dell'Itinerario di Antonino, FACIUNDUM CURAVIT
opere entrambe contemporanee all' Impero di Teodosio, Q. LEPIDUS M. F. M. LOLLIUS M. F.
o a quello di Arcadio e di Onorio. COS. (avanti G. C. anni 21)
Importantissima poi, ed al caso nostro ci sembra la notizia EX S. C. PROBAVERUNT.
che Targioni ne forniva allorché, discorrendo egli della
soprintendenza alla costruzione e mantenimento delle In conseguenza Svetonio intese a dimostrare la
Vie militari (Curatores Viarum) soggiunge, che quell' generosità di Cesare Augusto, allorché questi ebbe cura
impiego era conferito a personaggi di merito distinto. di far selciare la via Flaminia da Roma a Rimini, nel
Tale infatti fu quel C. Popilio Caro figlio del console C. tempo che affidava l' incarico delle strade consolati a
Pedone stato Curatore non solo delle Vie Aurelia quei cittadini più illustri, i quali durante il loro
vecchia e nuova, ma ancora della Via Cornelia e di consolato ottenevano gli onori del trionfo, obbligandoli a
quella Trionfale. E molto innanzi del Curatore C. restaurare le vie militari coi denari levati dalle spoglie dei
Popilio aveva coperto la stessa magistratura G. Cesare nemici.
che fu, per testimonianza di Plutarco, Curatore della Via Quindi apparisce la magnanimità di G. Cesare, il quale,
Appio. Cosi l'Imperatore Augusto, come asserisce al dire di Plutarco, mentre fu curatore dell' Appia, la
Svetonio, era stato Curatore della Via Flaminia, ed è regina delle Vie militari, molto denaro vi spese.
noto che ottennero in seguito cotesta magistratura gl’ Governava la Toscana a nome dell'Imperatore Adriano T.
Imperatori Trajano, Adriano e Antonino Pio, il primo Elio Antonino, nel cui trono quest' Minio poi succede
de' quali, per asserto di Dione, riparò con sotto nome di T. Elio Adriano Antonino Pio, allora
magnificenza anche la Via Appia. quando fu restaurata la Via Cassia vecchia,
Correva il quarto consolato dell' Imperatore Tiberio prolungandola dai confini di Chiusi, e precisamente
(anno ai di G. C.) quando Domizio Corbulone ex dalla mansione ad Statuas (sotto Montepulciano) sino
pretore di Roma, si querelava in Senato, che molte a Firenze, cioè, per il tragitto di 81 miglia romane,
strade d'Italia, per frode degli appaltatori e per equivalenti a miglia 64 4/5 toscane, mentre lo stesso T.
incuria de' magistrati, essendosi rese impraticabili Antonino dopo salito sul trono di Roma fece restaurare
egli si assumerebbe volontero so l' incarico di ed ampliare la Via Aurelia nuova, che volle chiamare
restaurarle ; lo che essendo stato a lui accordato, (forse per la prima volta) Via Emilia amebe nella
riesci di giovamento al pubblico, ma di danno a molti, Maremma pisana.
contro l'avere, e l'onor de' quali Corbulone molestava Infatti é nota a tutti coloro che visitano il celebre
per via di condanne, o mediante l'asta pubblica. – Camposanto di Pisa l’ iscrizione esistente nel cippo
Clamitando (diceva Tacito) executionem ejus negotii miliare trovato sulla Via Emilia in Val di Fine col
libens suscepit; quod haud perinde publice usui numero delle miglia 188 alla distanza da Roma, nel qual
habitum, quam exitiosum multis, quorum in pecuniam cippo non solo si legge il nome dell' Imperatore
atque famam damnationibus, et hasta saeviabat. – (C. Antonino Pio e l'epoca in cui essa via fu restaurata, ma
TACITI, Annal. Lib. III. cap. 3 1 . ) ancora il titolo datole di Via Emilia, titolo ripetuto nel
Coteste ultime espressioni dell' annalista romano per cippo contiguo, cioè al miglio 187° da Roma, trovalo
avventura ci scuoprono il modo che allora dal senato di in luogo detto al Crocino, dove al tempo di Gio.
Roma si teneva nell'accordare la costruzione, o Targioni esso era tuttora in posto con la seguente
riparazione delle grandi strade d'Italia, le quali si indicazione:
davano in appalto dai respettivi curatori; né il senatore
Corbulone fu più generoso degli altri quando esibì di VIA AEMILIA A ROMA.
restaurarle, tostochè ciò eseguiva non già a spese proprie, M. P. CLXXXVII.
sivvero multando e condannando i possidenti frontisti
che dovevano contribuire all'opera. Arroge a ciò una lapida pubblicata dal Grutero
Quindi anche meglio si spiega una iscrizione inserita (pag.CCLIII. 7.) spettante ad un curatore di Vie, nella
quale si tratta della dedica da esso fatta all' Imperatore T. Cisalpina o Togata, ne consegue, che la costruzione
Antonino Pio nel suo secondo Cons. (vale a dire del primo tronco di essa Via dentro il territorio pisano,
nell'anno 1 3 9 di G. C.) fra il fiume Fine e la Lunigiana, avrebbe dovuto
Ho detto che probabilmente l'Imperatore medesimo fu il accadere circa 5 anni dopo il prosciugamento delle
primo a qualificare per Via Emilia il tronco dell' Aurelia paludi del Parmigiano, eseguito, come dissi, dal cons.
nuova mentre non solo Cicerone, ma Balbo, Flavio Emilio Scaltro nel 640 di Roma. Alla qual epoca
Vopisco, Rutilio Numaziano ed altri scrittori dei primi pertanto, secondo l'avviso datoci da Strabone, fu
secoli del R. impero chiamarono Aurelia non solo la continuata la Via Aurelia nuova, o dirsi voglia Emilia
vecchia, ma la sua continuazione, ossia la nuova, al pari di Scauro che passare doveva non già per la Riviera di
di quella che aprì il Cons. Emilio Scauro da Pisa per Genova, come molli opinarono, ma varcare l' Appennino
Luni fino a Tortona. pontremolese, come in una lettera pubblicata
Balbo inoltre nell'opera de Coloniis, ecc. ci fornì la nell'Antologia di Firenze, fascicolo del giugno 1823, fu
notizia, che Augusto essendo ancora triumviro reparti ai tentato da me dimostrare. – Vedere VIA FRANCESCA.
soldati delle ro mane legioni vincitori alla battaglia di Contuttociò ninna memo ria ci avvisa, se Scauro fu il
Avo una parte dei campi e delle selve nella Campania, e continuatore della Via Aurelia nuovi, a partire dai
lungo tutta la Via Aurelia (cioè, vecchia e nuova). – contorni della Val di Fine, ossivero dal Foro Aurelio
Vedere LUNI, PISA E VOLTERRA. presso Montalto dove terminava l’ Aurelia vecchia. Certo
Rispetto alla qual Via, io dissi altrove, che restava sempre è che per antica tradizione nelle toscane Maremme si
a sapere da qual punto, ed in qual modo Emilio Scauro chiama Via Aurelia la regia Maremmana da Montalto a
nel tempo del suo proconsolato nella Gallia Togata, o Grosseto, e dicesi Via Emilia la stessa via da Grosseto
Cisalpina, poteva intraprendere la continuazione della fino a Pisa, ecc.
Via Aurelia nuova, tostochè quella sua magistratura Quando che si conservassero i cippi mil i a r i , stati
accadeva nell’anno 639 o 640 di Roma (114 avanti G. collocali nell'anno 1 4 0 di G. C. lungo la Via Emilia
C.) vale a dire 55 anni dopo essere stata dedotta in Pisa dall'Imperatore T. Antonino Pio, e più ancora, se i
una colonia di diritto latino; ed in un tempo in cui il medesimi restassero in posto lungo il littorale toscano,
munic ipio pisano estendere dovevasi a ostro fino al si potrebbe riconoscere non solamente il vero
fiume Fine, mentre verso maestrale abbracciava tutto il andamento, ma lino dove quell’ imperatore fece
seno della Spezia, già porto di Luni. – Vedere gli restaurare ed ampliare la Via Aureliaa nuova. Inoltre da
Articoli LUCCA E LUNI. quei colonnini si scoprirebbe, se la stessa via fosse stata
Ai quali riflessi qui aggiungerò: che se a quel tempo il appellata Emilia sino al Foro Aurelio, oppure fino
territorio di Pisa era riunito all'Italia romana insieme a all'Ombrone.
quello di Luni, M. Emilio Scauro non poteva durante il Frattanto dall'iscrizione del cippo di sopra citato siamo
suo proconsolato usurparsi uno dei diritti più solenni avvisati, che l' Emilia sino dai tempi dell' Imperatore
riservati (almeno allora) ai censori di Roma. Alla Antonino era per vecchiezza guasta e disfatta; e che tale
quale magistratura è noto che spettava la costruzione, fosse ritornata quasi tre secoli dopo, all'epoca cioè
custodia e restaurazione delle Vie urbane e consolari dell'ingresso de' Goti in Italia, lo asseriva Rutilio
comprese dentro i limiti dell' Italia d'allora, limiti che Numaziano nel viaggio che fra l' a n n o 4 1 5 o 4 2 0
terminavano dalla parte del mare Tosco con quelli del dell' Era cristiana, intraprese da Roma in Francia perla
contado di Pisa, esclusa la città di Lucca ed il suo via di mare;
territorio.
Altronde Strabene dopo avere accennato nella sua …quoniain (diceva egli) terrena viarum,
geografia (Lib. V) i lavori idraulici da M. Emilio Plana madent fluviis, cautibus alta ri gent;
Scauro intrapresi mentre egli era proconsole nella Postquam Tuscus ager, postquam AURELIUS
provincia a lui assegnata, cioè quando asciugò la pianura AGGER
palustre fra Parma e Piacenza, soggiunge: essere quello Perpessus Geticasense, vel igne manus,
stesso Scauro che lastricò la Via Emilia da Pisa ai Non silvas domibus, non flumina ponte coercet,
Sabati e di là a Tortona. Con le quali espressioni Incerto satius credere vela mari, etc.
sembra che il greco geografo volesse riunire in un
solo due fatti dello stesso Scauro, sebbene accaduti in Quindi è che dopo la metà del secolo IV i municipj di
due tempi diversi, voglio dire la costruzione della Via Luni e di Pisa dovettero far restaurare a loro spese de'
Emilia fuori dell' Italia durante il suo proconsolato tronchi di strade antiche, siccome lo provano due marmi
(anno di Roma 640) e la continuazione della Via pubblicati dal Muratori e dal Chimentelli.
Aurelia dentro i limiti dell’Italia suddeta, cioè tino al Premesso lutto ciò, fia inutile ripetere ciò che altri
confine di Pisa, eseguita da M. Emilio Scauro cinque prima e meglio di me scrissero sulle mansioni diverse
anni dopo, quando egli era censore di Roma. lungo la Via Aurelia vecchia e nuova, cioè, da Roma
Infatti Aurelio Vittore, o chi per esso, ci avvisò, che M. fino ai monti della Liguria orientale, che Vopisco chiamò
Emilio Scauro nell'anno 615 U. C. ottenne la carica di (non so per quale equivoco) Alpi marittime, tostochè
censore. dove cessa la Toscana terminano del tutto i grandi campi
In tal caso dovendo noi attribuire a Scauro medesimo la fertili e selvosi lungo la detta Via, siccome tali furono
continuazione della Via Aurelia nuova, non solo chiamati dal biografo dell'Imperatore Aureliano:
dentro i confini dell' Italia romana, ma ancora fuori Etruriae per Aureliam usque ad Alpes maritimas
della medesima sino a Tortona posta nella Gallia ingenles agri sunt, hique firtiles, et silvosi; tostochè
fra Lerici e Turbia, là dove cominciano le Alpi Non starò a intrattenere più oltre il lettore sulla
Marittime, non s'incontrano lungo la Riviera le minime diversità de' nomi, né rispetto al sito e alle distanze
tracce di Vie antiche e consolari. Furono indicati da delle varie stazioni segnate in cotesta Via nella Tavola
noi alcuni remoti avanzi della Via Aurelia nuova sotto Peutingeriana e negl’ Itinerarj antichi sapendo ognuno
il poggio dell'Ansedonia, o della città di Cosa, all' quanto poco vi sia da contare su quegli stracci informi
Alberese, nel tombolo di Castiglione della Pescaja , nel di antichità.
padule di Scarlino, al ponte di Fine, a l l a Torretta, al Contuttociò agli Articolo FINE (Ad Fines), Piscine in
Lago di Porta, al Frigido ecc. sotto gli Articoli COSA, Val di Fine e TORRETTA in Val di Tora, furono
GROSSETO, PADULE DI CASTIGLIONE DELIA indicati quei luoghi come altrettante stazioni esistite
PESCAJA, SCARLINO (PADULE DI) fra Vada e Pisa lungo la Via Emilia, o dir si voglia
MARMIGLIAJO, TORRETTA, LAGO DI PORTA , Aurelia nuova.
FRIGIDO, LUNI, ecc. Alle quali cose stimo opportuno di aggiungere; che
Alle quali notizie posso ora aggiungere ciò che fu rispetto alla mansione (PISCINE, AD PISCILIAS )
osservalo recentemente dal mio illustre amico dott. sembra assai probabile che essa derivasse il nome dal
Antonio Salvagnoli. torrente Pescera tributario del fiume Fine sotto il ponte
I saggi falli ad inchiesta di lui nella tenuta dell'Alberese omonimo, il quale serve di passaggio alla Via Emilia, o
di S. A. I. e R. furono tra Collecchio ed il fiume Aurelio nuova presso la base a grecale del poggio di
Ombrone, e precisamente nel luogo chiamalo le Rosignano.
Pianacce, i quali diedero i seguenti resultati. Cotesta strada finalmente nel tronco più occidentale
« La Via Aurelia è costruita sopra un argine alto due variò i nomi di Via Aurelia e di Emilia Scaura in
braccia (Via aggerata, come da Rutilio fu dichiarata, quello di Via Clo dia, cui più tardi furono sostituiti gli
Aurelius Agger). Era di larghezza circa braccia 7, alt ri di Via Romea, o Francesca, per essere la stessa Via
fiancheggiata da una guida di grosse pietre, ed il cui praticata dai pellegrini che d'oltremonti varcando
piano stradale fu coperto di pietre per ritto e confitte con l'Appennino di Pontre moli si recavano talvolta per Lucca,
terra; t u t t a l'altezza fra la massicciata ed il piano della l'Altopascio, la Val d'EIsa e Siena, tale altra per Pisa e la
strada trovossi di soldi 11 circa a braccio toscano. – Maremma, alla visita della santa città di Roma. –
Passato il poggio dell'Alberese venendo verso Vedere VIA FRANCESCA.
l'Ombrone, la Via Aurelia si dirigeva sulla riva sinistra Già dissi all’Articolo ORBETELLO Comunità, che fra
del fiume presso l’antica torre della Trappola, dove le strade rotabili, le quali attraversano il territorio
esistono tuttora gli avanzi delle testate di un ponte di Orbetellano, la prima era la Via Aurelio nuova stata
materiale che il volgo chiama il Ponte del Diavolo, nel 1820 rettificata, ampliata e riparata per le cure del
appellando anche quel tronco Via del Diavolo ». Granduca Ferdinando III, a partire dall' Ombrone
Di qua dall' Ombrone la stessa Via attraversava il tombolo sotto Grosseto fino all'ingresso dell'istmo di Orbetello;
per incamminarsi a Castiglion della Pescaja (il e che la ricostruzione della stessa Via Aurelio, ora
Salabrone del medio evo, e forse il porto, o scalo di regia ed in parte provinciale Maremmana, da Grosseto
Labrone di Cicerone). Le sue tracce lungo dello tombolo a Pisa, e dall'istmo di Orbetello sino al confine del
sono ancora più manifeste nella tenuta Ferri, denominala Granducato con lo Stato Pontificio è stata una delle tante
l’ Unguentina; il che serve di conferma a quanto fu detto opere magnanime dovute all'Augusto LEOPOLDO II
all' Articolo PADULE DI CASTIGLIONE DELLA felicemente regnante. – Vedere VIA REGIA E
PESCAJA. PROVINCIALE MAREMMANA, E VIA REGIA DA
» A ponente di Castiglione della Pescaja (soggiunge P LIVORNO A VADA.
amico) si conservano grandi pietre del lastrico antico
della Via Aurelia, la quale passava lungo il littorale fino
al Pian d'Alma, dove poi s'internava per attraversare 2. VIA CASSIA VECCHIA E NUOVA . – È questa dopo
quella vallecola e quindi ritornare verso il lido, poscia l'Aurelia la seconda via militare stata aperta dai Romani
padule di Scarlino». in mezzo alla Toscana attuale, mediante la quale sino dal
Se per altro da tali notizie non si può apprendere tutto tempo di Cicerone si poteva andare a Modena,
l'andamento preciso della Via Aurelia nuova lungo le egualmente che per l’Aurelia lungo le nostre Maremme,
Maremme toscane, né quali e dove fossero le sue senza dire della Via Flaminia costruita verso il mare
stazioni, si ha motivo per altro di supporre ch'es sa Adriatico.
costeggiasse gran parte del littorale fra l'Alberese, il Anche cotesta Via Cassia nel suo prin cipio, era assai
Tombolo di Castiglione della Pescaja ed il Pian d'Alma, e corta, se è vero che essa terminava al Foro Cassio
che vi tornasse fra la Torre S. Vincenzio e Vada, presso Sutri, e ciò innanzi che la strada medesima
giacché in quelle contrade furono trovali avanzi di venisse prolungata fino al confine settentrionale di
un'antica strada militare. Lo stesso dicasi delle tracce Chiusi, e finalmente che dall'Imperatore Adriano fosse
più note restate insieme ad alcuni cippi miliarj lungo la condotta a Firenze per il cammino di 81 miglia
contrada percorsa da lla Via Emilia fra il Ponte della romane.
Fine e Colle Salvetti, come pure nella Via Silcia del Chiamo Cassia vecchia tutto il tronco della stessa Via
Frigido ed in quella diretta a Luni, non che nella strada da Roma ai confini di Chiusi, e distinguo per Cassia
selciata, ed attualmente sommersa nel Lago di Porta nuova la continuazione della strada medesima sino a
Beltrame, i quali ultimi tronchi correvano tutti vicini al Firenze. – Vi era per altro un tronco importantissimo di
lido del mare. strada che da Chiusi doveva dirigersi verso Arezzo anche
innanzi che la Via Cassia dall'Imperatore Adriano fosse
stala restaurata e portata dai confini di Chiusi sino a IMP. CAESAR
Firenze; e quella diversa da lla Via Cassia rammentata DIVI TRAJANI
da Cicerone in una sua Filippica quando disse: Tres PARTHICI FIL. DIVI NERVAE NEPOS
Viae ducunt Mutinam, ab infero Aurelia, a supero TRAJANUS HADRIANUS
Flaminia, media Cassia. AUG. PONT. MAX
Non starò a ripetere ciò che è noto a molti, col dire, che TRIB POTEST VII COS III
una più antica via militare era stata costruita da Arezzo a VIAM CASSIAM
Bologna dal console C. Flaminio Nepote l' anno 566, o VETUSTATE COLLPSAM
567 di Roma, cioè 33 anni innanzi che C. Cassio A CLUSINORUM FINIBUS
Longino esercitasse la censura con M. Valerio Messala, FLORENTIAM PERDUXIT
nel qual tempo si vuole che fosse aperta la Via Cassia da MILLA PASSUM
Roma fino al Foro Cassio, ch' era di là da Bolsena. .... XXCI
Forse qualcuno mi obietterà, che se già dissi all'Articolo
VIA AURELIA, che l'aprire ed il mantenere le strade Lascia frattanto una qualche dubbiezza la frase
consolari al tempo della la repubblica romana dentro Vetustate Collapsam non sapendo se essa voglia riferire
l'Italia d'allora era uffizio riservato ai censori, come al tronco della Via Cassia antica o a quello della più
poteva un console, o proconsole arrogarsi il diritto di moderna. Con tutto ciò io propenderei ad applicare
fare una strada militare dentro, i confini dell' Italia quell'espressione alla Via Cassia vecchia piuttosto che
stessa, siccome dentro la medesima, anzi nella Toscana, alla nuova, tanto più che pochi anni innanzi la città di
era compresa la città di Arezzo? Firenze, dove fu innoltrata la Via suddetta, ossia la nuova,
Ma cotale opposizione perderebbe molla forza quando si dall’ Imperatore Adriano, essere non poteva una gran
pensasse, che all' età di G. Flaminio Nepote la città di città per condurvi una via consolare.
Arezzo era posta sul confine settentrionale dell'Etruria, Infatti all'Articolo relativo alla capitale della Toscana,
essendo la medesima situata presso la ripa sinistra inserito nella presente Opera, discorrendo dello stato di
dell'Arno, limite allora dell'Italia romana, mentre sino Firenze dal se condo al decimo secolo dì G. C.
alla ripa destra dello stesso fiume estendere si poteva la rammentai le premurose cure di Adriano, il quale dopo
giurisdizione del console C. Flaminio, cui erano state aver governata la Toscana a nome dell' Imperatore
assegnate le provincie della Liguria e de' Galli Boi. Trajano, divenuto egli stesso imperatore nell' anno
In una dotta ed erudita memoria del fu Prof. bolognese secondo del suo regno (119, o 120 di G. C.) restaurò la
Gaetano Lorenzo Monti, pubblicata sulla fine dei 1827 e Via Cassia guasta dal tempo e la prolungò sino a
sul principio del 1828 nei Giornale Ligustico di Scienze, Firenze dai confini di Chiusi.
Lettere ed Arti, trattando-visi delle Vie pubbliche e Quantunque il ch. abate Lami e innanzi Mons.
militari che al tempo de' Romani passavano pel Vincenzio Borghini opinassero, che la Via Cassia
territorio di Bologna, vi si rammenta anche quella così molto tempo prima dell'età di Adriano oltrepassasse da
detta Cassia, la quale fu aperta fra Arezzo e Bologna da Firenze per continuare verso l'Appennino del Mugello
C. Flaminio Nepote 33 anni innanzi della vera Via per Bologna; con tuttociò mi sembra preferibile il parere
Cassia tracciata da Roma fino al Foro Cassio. Lo che del più volte lodato Gio. Targioni Tozzetti, il quale recò
accadeva nel tempo medesimo in cui l'altro console M. in campo tali ragioni da far dubitare che la Via Cassia
Emilio Lepido, pro lungava da Rimini fino a Piacenza la non solo non oltrepassasse Firenze, ma che mollo
Via Flaminia, per cui M. Emilio lasciò il suo nome non innanzi quella età, non esistendo la stessa città, non vi
solo a quella Via consolate, ma ancora all' intiera fosse stato aperto nella sua direzione alcun gran
provincia denominata tuttora l'Emilia. cammino, o vogliasi dire, alcuna Via militare.
Donde conseguiterebbe, che la Cassia fra Roma e Ho detto che, molto innanzi quella età, non esistendo
Chiusi non avrebbe che fare con la Via aperta da C. ancora la città, non dovesse passarvi nella direzione di
Flaminio fra Bologna ed Arezzo, sebbene anche a questa Firenze alcuna via militare, senza escludere però altre
fosse dato il titolo di Via Cassia . – E quantunque io strade municipali che fino d'allora esistere dovevano
ammetta come cosa assai probabile, che l'antica Via lungo il corso dell' Arno. – Infatti di una strada militare
Cassia prolungata dal Foro Cassio a Chiusi si tracciata sulla ripa sinistra dell'Arno ce lo fa supporre
estendesse fino ad Arezzo, dubito peraltro che il suo T. Livio in più d'un luogo delle sue Decadi, e fra g l i
andamento successivo non sia da confondersi con altri quando il Cons. Q. Minucio Thermo a l l ' anno 569
quello della Via Cassia di Chiusi restaurata dell' di Roma, condusse le sue legioni da Arezzo a Pisa in
Imperatore Adriano e fatta da esso prolungare sino a ordine di battaglia. – Vedere APPENNINO TOSCANO
Firenze. Ma quale fosse l'andamento respettivo di quelle due Vie a
A conferma di un tal vero conservossi fino ai tempi partire da Chiusi e da Arezzo, e per quali stazioni tanto
nostri una testimonianza solenne in una colonna di la via Cassia nuova, come la via detta pur essa Cassia
travertino trovata nel 1584 nelle vicinanze di S. Albino fra Arezzo e Bologna, passassero, io l'ignoro tuttora.
in Val di Chiana, (ad Statuas?) fra il con fine del Di qual peso poi sieno le autorità dell'Itinerario di
territorio Chiusino e quello di Montepulciano, la qual Antonino, e della Tavola Teodosiana o di Peutinger l' ho
colonna più tardi (1758) fu trasportata in Firenze nel già detto all’ Articolo VIA AURELIA. Qui solamente
cortile dell'Opera del Duomo, nella quale furono aggiungerò, che le loro mansioni lungo la strada militare
scolpite e possano leggersi le parole seguenti: fra Chiusi, Arezzo e Firenze sono promiscue e confuse di
maniera da non lasciar conoscere quale di esse fosse generico di Via Francesco. La più nota e forse anche la
aperta alla destra, e quale alla sinistra dell'Arno. più antica di esse è quella che in origine fu aperta da M.
All' Articolo CERTIGNANO rammentai una di quelle Emilio Scauro nel territorio di Parma e Piacenza, la
mansioni citate dall'Itinerario di Antonino, quale marcava l’ Appennino del Monte Bordone, o della
supponendola alla destra del Vald'Arno superiore fra Cisa, per scendere a Pontremoli in Lunigiana, donde
Terranuova e Castelfranco, mansione designala sotto dirigevasi in Toscana per Villafranca, Sarzana, Lutti,
nome Ad Fines, o Ad Casas Caesarianas; e dissi, che il Frigido, Salto della Cervia, Lacca, Altopascio ed il
in Certignano esisteva tuttora una località col Galleno. Di là sotto Fucecchio passava l'Arno per
nomignolo di Casa Cesare posta appunto presso il entrare nella Via traversa di Castel Fiorentino, prima
confine (Ad Fines) dell' antico territorio, poscia diocesi di arrivare a Certaldo e di là per Poggibonsi, Staggia,
fiesolana con il contado, ora diocesi aretina. Siena, Buonconvento, S. Quirico, allo Spedaletto di
In quanto alle mansioni designate dalla Tavola Briscole, Radicofani, Acquapendente, Bolsena, Monte
Peutingeriana nello stesso Vald'Arno superiore, fiascone, Viterbo, e Sutri, finché entrava in Roma da
rammenterò quella ad Aquiliam, considerandola una Porta Castello. – Tale fu la istrada praticata alla fine
stroppiata di Apuana, il qual vocabolo anco nei secoli dell'anno 1191 da Filippo Augusto re di Francia, mentre
bassi fa conservato alla località di S. Ellero (S. Ilario tornava dall' impresa delle Crociate passando per Roma
in Aquario ). Ciò è chiarito da un istrumento inedito e la Toscana, di dove per l'Italia superiore recossi in
del 27 febbrajo 1077 esis tente nell' Arch. Dipl. Fior. Francia – (Vedere ANTOLOGIA , Giugno 1823 pag. 16
fra le carte del Monastero di S. Pier Maggiore di in nota.)
Firenze, nel quale trovasi nominata la corte col Cast, e Cotesto itinerario, il più breve di tutti per passare da
chiesa di S. Ilario in Aquaria compresa (allora) nel Roma in Lombardia, e vice versa, corrispondere doveva
piviere di Rignano. per il tratto da Pontremoli sin presso a Massaciuccoli con
Anche il nome di Cassia restato alla contrada, dove l’ andamento della VIA EMILIA DI SCAURO, alla quale
trovasi l'antica pieve detta a Cascia, potrebbe servire sulla decadenza dell'Impero fa dato il nome di VIA
di appoggio a coloro che hanno opinalo chiamarsi Via CLODIA, e dopo di VIA ROMEA , ossia FRANCIGENA,
Cassia non solo la strada da Chiusi a Firenze, aperta sul quando già per l' Appennino di Pontremoli, o per Borgo
Iato sinistro del Vald'Arno superiore, ma ancora quella Taro, vi era un varco assai antico pratic ato dai Franchi;
che fece tracciare il Cons. C. Flaminio alla destra dell' siccome apparisce non solamente dall' itinerario di
Arno. Passalo il qual bacino la Via suddetta entrare Filippo Augusto ma da quello di un Islandese scritto nel
doveva in Val di Sieve, per valicar l'Appennino del 1154 e da noi riportato nell' Antologia predetta del
Mugello, e arrivare a Bo logna senza toccare il Vald'Arno Giugno alta pag. 15 in nota.
fiorentino, e senza passare da Firenze. – Altronde che la Non starò a ripetere che l'andamento della VIA
Via Cassia aperta dall' Imperatore Adriano dai confini FRANCESCA nella parte estrema della Toscana a confine
di Chiusi a Firenze fosse tracciata alla sinistra dell'Arno, con la Lombardia, esser doveva comune a quello della
non ne lascia dubbio la notizia, che essa entrava in VIA EMILIA, la quale chiamasi tuttora in varj punti Via
Firenze per il borgo S. Niccolo e Via de' Bardi, dove fu Selcia, Francesco, Romèa ecc. mentre un altro tronco
una delle porte del secondo cerchio denominata Porta della VIA FRANCESCA si staccava da questa alla base
Romana, e di là attraversando l'Arno sull' unico ponte, meridionale del monte di Quiesa, la quale dopo varcato
che prese il titolo di Vecchio, entrava nel primo il Serchio alla torretta attraversava la città di Pisa per
recinto della città, passando per Por S. Maria, Calimala e avviarsi sotto il vocabolo di Via Romea per il Portone
Porta del Duomo. nel subborgo meridionale di detta città dove rientrava
In conclusione, che una Via Cassia fino dall'età di nella VIA EMILIA DI S CAURO.
Cicerone passasse in mezzo alia Toscana antica, Del metodo praticato dalla Repubblica di Pisa per
circoscritta fra il Tevere, l'Appennino, l'Arno ed il restaurare e mantenere cotesta via nella Maremma
Mare, non ne lascia dubbio lo stesso oratore romano, ma presso Scarlino è fatta menzione nel Breve pisano del
tengo opinione altresì che quella Via fosse diversa affatto 1285, noto sotto nome di Breve del conte Ugolino e
dall'altra portata da Chiusi a Firenze dall'Imperatore segnatamente alla rubrica 18 del Lib. IV, intitolala: De
Adriano dopo il suo terzo consolato, corrispondente ampliando viam, qua itur de Vignali Scherlinum. –
all'anno 120 di G.C. (di Roma 873) come lo dichiara la Vedere SCARLINO (PADULE DI).
colonna di travertino esistente in Firenze nel cortile Riferiscono alla prima e più frequentata VIA
dell'Opera del Duomo, ma che all'età del Borghini si FRANCESCO, O ROMEA , la quale esciva di Toscana sotto
trovava in Monte pulciano. – (MANNI, Dissert. Radicofani varie pergamene della Badia del
sull'antichità del Ponte vecchio.) Mont'Amiata, ora nell'Arch. Dipl. Fior, due delle quali
del secolo IX. dell'E. V. – Vedere CALLEMALA.
Col progredire de' secoli ad altre strade maestre della
3. VIA CLODIA. – Vedere l’Articolo seg. Toscana attuale fu dato il vocabolo stesso di Via
Francesco , o Francigena, e perfino ad una strada
mulattiera che sopra Pistoja varcava l'Appennino
4. VIA FRANCESCA, FRANCIGENA, ROMEA E venendo da Bologna e della Lombardia. – Vedere l’
PONTREMOLESE. – A moltestrade raaeslre, che all’ Articolo PISTOJA, (Vol. IV pag. 428.)
epoca della discesa de' Franchi in Italia attraversavano
la Toscana conducendo a Roma, fu dato il no me V I E R E G I E , P R O V I N C I A LI
e COMUNITATIVE ROTABILI Qui notati inscriptus millia crebra lapis.
Distinguo in quest' Opera le VIE REGIE POSTALI da – Vedere l'Articolo PISA Volume III pag. 306.
quelle REGIE NON POSTALI e dalle PROVINCIA LI. Ma passiamo a indicare con i rispettivi nomi che
Sono le prime in numero di nove nel Granducato, senza attualmente portano le Vie regie postali, le non postali,
contare quelle degli Stati limitrofi, le quali strade e quelle provinciali rotabili che finora furono aperte nel
POSTALI corrono nella Toscana Granducale non meno Granducato, essendoché delle strade aperte per la
di miglia 345 e 1/2 fiorentine. Toscana nel Ducato di Lucca, nel Ducato di Modena e
Importantissimi miglioramenti sono stati introdotti di nel Regno Santo mi limiterò a segnalare le sole Vie
corto nelle strade REGIE E PROVINCIALI, fra i quali regie.
sono da valutarsi, 1.° le colonne situate sui trivj più Il dott. Antonio Salvagnoli in una sua me moria letta nel
strade regie o provinciali per indicare al viandante la 5 gennajo 1845 all'I. e R. Accademia de' Georgofili sul
scelta direzione che vuoi prendere nel suo cammino; 2.° commercio delle Maremme toscane, dopo aver
quello di aver segnato con misure uniformi i cippi rammentato tutte le strade regie e provinciali aperte di
miliari in lutto il Granducato, e questi in pietre pochi anni, o decretate dalla sapienza dell'Augusto che
triangolari con due delle tre facce volte sopra e sotto la regola i destini della Toscana granducale,
VIA REGIA, ad oggetto d'indicare, tanto a chi va opportunamente diceva: che quando una provincia è
come a chi torna, il numero delle miglia distanti dalla retta dal principio della libera concorrenza poco resta
città principale di dove si staccano. Lo stesso dicasi a fare al potere supremo per vantaggio del commercio,
rispetto alle colonne sui trivj, come rapporto ai cippi oltre quello di agevolare i mezzi di communicazione
miliari posti sulle VIE PROVINCIALI, se non che le reciproca; ed a ciò appunto, soggiungeva egli, sono
pietre miliari e triangolari lungo queste ultime sono di diretti i pensamenti e le provvide misure del nostro
mole inferiore alle precedenti, talché si può da ognuno Principe disposto a soddisfare i voti de' suoi sudditi.
distinguere se quella tal via spetti alla PROVINCIALE, o Pochi paesi proporzionatamente alla loro superficie
alla REGIA. possono contare tante Vie regie; tante Vie provinciali e
Ho già detto all’ Articolo DECIMO (S. CECILIA) presso S. comunitative rotabili quante ne conta attualmente la
Casciano, e tornerò a ripeterlo a Vigesimo, che nomi Toscana, e poche province forse un giorno saranno per
consimili, come quelli di Quarto, Quinto, Sesto, avere tante Strade ferrate quante se ne progettano per la
Settimo, Settimello, Ottavo, ecc. ci richiamano alla gibbosissima superficie della Toscana.
costruzione di vecchie vie municipali piuttosto che a
lunghe strade consolari, come quelle della Via Aurelia
vecchia e nuova, Emilia di Scauro, Cassia, ecc. le CLASSE I
quali tutte dovevano contare il numero delle miglia a VIE REGIE POSTALI DELLA TOSCANA
partire d a Roma, e non già dal capo luogo del municipio,
per dove passavano, fino al confine del R. Impero,
mentre nella decadenza di quel gran colosso politico la 1. VIA REGIA ROMANA POSTALE PER AREZZO.
costruzione o restauro delle Vie militari era al pari delle – Fu questa in gran parte tracciata sull'andamento
municipali a spese respettive delle città o municipj. dell'antica Via Cassia, la quale ai tempi dell' Imperatore
A cotesto fatto ne richiama una colonna fatta porre lungo Adriano, se non prima, conduceva a Firenze passando per
non so quale strada dalla città di Luni sotto gl’ il poggio di S. Donato in Collina ed entrava in città per
imperatori Valente, Graziano e Valentiniano , la Porta S. Niccolo, fino a che fa dichiarata REGIA
pubblicata dal Muratori (Thes. veter. inscript, pag. POSTALE ARETINA, il primo tronco della medesima
249) ad oggetto d'indicare la distanza di quella via da aperto sulla destra ripa dell'Arno. La qual Via esce da
Luni. Lo stesso dicasi di altra iscrizione contemporanea Firenze per Porta la Croce, arriva alla prima posta del
che fece porre la Repubblica di Pisa in una strada Ponte a Sieve che trova alle 10 miglia da Firenze; passata
maestra sul quarto miglio, trovata a S. Pietro in Grado, la fiumana della Sieve si separa dalla strada regia di Forlì,
pubblicata ed illustrata dal Chimentelli (De honore cui fino allora era comune il cammino per avviarsi nella
Bitellii pig. 229). Al che aggiungansi altre riunite nelle tortuosa ripa destra dell'Arno, fino a che passa alla sua
loro raccolte dal Grutero e dal Maffei ed esistite in sinistra sul Ponte dell' Incisa, dove trova la seconda posta
altrettanti cippi miliari sulle pubbliche strade aperte o de' cavalli. Di costì dall'Incisa tino al Lago Trasimeno sul
restaurate in Provenga dalle città di Nimes e di Arles confine Perugino dello Stato Pontificio il cammino della
col numero di due, di tre e di quattro miglia da dette VIA REGIA POSTALE ARETINA è comune a quella
città. dell'antica, passando per Figline e San Giovanni dov'è la
Che poi nel quarto secolo dell'E. V. esistessero terza stazione o posta di cavalli; di là per la Terra di
de'colonnini anco sulle strade vicinali, lo dichiarava Montevarchi arriva a Levane alla quarta posta de'
Claudio Rutilio Nu maziano, il quale intorno all'anno cavalli, trovando la quinta al così detto Ponticino, la
420 recandosi dal Porto Pisano alla città di Pisa indicava sesta dentro la città di Arezzo, la settima al borghetto di
nel suo Itinerario i molti cippi miliari esistenti allora in Rigatino in Val di Chia na, e l'ottava a Camuscia, di là
quella strada, che non fu mai una delle grandi Vie dalla quale incontrala nona posta alle Case del Piano ,
militari. ch'è la prima stazione dentro lo Stato Pontificio circa
miglia toscane 73 1/2 fiorentine.
Intervalla viae fessis praestare videtur. In tutto cotesto tragitto non vi è diritto né bisogno di
prendere il terzo cavallo, bensì la gita da Firenze all' parte a Via provinciale, iter ripiegare da grecale a maestrale
Incisa considerata per tre poste, come appresso: arrivare alla seconda posta de' cavalli che trova alla R. Villa
di Cafaggiuolo. Di là dalla quale, dopo attraversata sopra un
1. Da Firenze «I Pontassieve Poste 1 e 1/2 ponte la fiumana della Sieve, sale sul poggio delle
2. Dal Pontassieve all’ Incisa Poste 1 e 1/2 Maschere, e quindi per le Croci giunge alla terza posta de'
3 . D a t l ' I n c i s a a S . G i o v a n n i Poste 1 cavalli a Monte Carelli dovesi trova un discreto albergo. Da
4 . D a S . G i o v a n n i a L e v a n e Poste 1 quel punto la strada regia si avvia sull’Appennino della
5. Dal P o n t i c i n o a A r e z z o Poste 1 Futa, sul di cui crinale diretto da ostro a settentrione essa
6. Da Arezzo a Rigutino Poste 1 attraversa la sommità di due valli, quella transappennina
7 . D a R i g u t i n o a C a m u s c i a Poste 1 del Sanremo e l'altra cisappennina della Sieve. La qual
8. Da Camuscia alle Case del Piano nel territorio traversa per un buon miglio essendo dominata quasi
Perugino lungo il Lago Trasimeno 1 e 1/2½ costantemente dai Venti, è stata attualmente in parte riparata
TOTALE da Firenze alle Case del Piano lungo il Lago e difesa da due opposti muraglioni a scarpa per il tragitto
Trasimeno Poste 9 e 1/2 di circa 600 braccia fior. Varcato cotesto impetuoso e
molesto passaggio si arriva a pie del monte detto del Sasso
Non ci sono in questa via poggi né grandi colline da di Castro dove trovasi la quarta posta de' cavalli ed un
attraversare, mentre l'antica ria postale aretina era buon albergo denominato del Covigliajo. Da questo punto
tracciata sul poggio dell' Apparita, ossia di S. Donato in dopo aver costeggiato, quasi pianeggiando, la base
Collina, il cui varco trovasi Ha 650 braccia circa più alto orientale del Sasso di Castro e quella del Monte Beni, si
del livello del mare Mediterraneo. arriva a Pietramala, e di là sull'Appennino della Radicosa
alla quinta posta da Firenze che s'incontra poco innazi di
arrivare alla magnifica fabbrica della dogana delle Filigare,
2. VIA, o STRADA REGIA POSTALE BOLOGNESE. – È posta sul confine settentrionale del Granducato per quindi
la più antica strada postale che sia stata tracciata attraverso entrare nel territorio Bolognese dello Stato Pontificio. Da
l'Appennino della Toscana. cotesto punto la via postale prosegue il cammino sul rovescio
Senza stare a ripetere la storia degli andamenti varj dati a dell'Appennino passando per le poste di Lojano, del
cotesta strada, sia nel suo passaggio da Firenze in Pianoro e di Bologna, alla qual città si arriva dopo il
Mugello, sia nel varcare la catena dell’ Appennino, mi cammino di circa 63 miglia da Firenze.
limiterò a dire che questa può riguardarsi dopo la Via da Cotesta fifa postale è praticabile in tutte le stagioni
Arezzo a Bologna, dopo la Corsia da Chiusi a Firenze e dell'anno, avvegnaché il varco dell'Appennino della Futa
dopo l’ Aurelia nuova, come una delle Vie più antiche e non è più elevato di braccia 1560,3 sopra il livello del
forse la più frequentata fra la Lombardia e la Toscana. – Già mare, vale a dire braccia 4 1/2 più basso della sommità di
all’Articolo FUTA ho detto che sino dal 1361 praticavasi Monte Morello presso Firenze, comecché il punto più alto di
per quel varco dell’ Appennino una strada maestra che dal celesta via si trovi sulla montagna della Radicosa fra
Mugello varcava il giogo dello Stale presso la Futa e che di Pietramala e le Filigare alle sorgenti dell’ Idige, che può
là proseguiva per Barigazza nel territorio di Bologna. All’ calcolarsi un cento quaranta braccia più elevato del varco
Ariticolo poi FIRENZUOLA fu rammentato, che nel 1367 della Futa.
per ordine del la Repubblica Fiorentina venne aperta la strada Passando di notte dal Covigliajo a Pietrama la si veggono
maestra appellata del Giogo di Scarperia, quella stessa verso levante, a poca distanza da quest'ultimo paese le
via che per quattro secoli si è appellata postale Bolognese, la fiamme che si alzano da terra da uni alle due braccia sotto il
quale da Pietramala e Firenzuola varcava il giogo di noto vocabolo di Fuochi di Pietramala.
Scarperia, passava la Sieve a San Piero a Sieve per rimontare La stazione delle poste per la Strada regia bolognese da
la ripa sinistra del valloncello della Carza, e quindi salire Firenze alle Filigare è stata determinata come appresso.
monte dell'Uccellatojo dal quale vendeva in Firenze.
Finalmente la via attuale regia postate Bolognese tu 1. Da Firenze a Fontebuona (terzo cavallo) Poste 1
aperta nel 1763 sotto l'Imperatore Francesco I, e II di quel 2. Da Fontebuona a Cafaggiuolo Poste 1
nome come Granduca di Toscana, migliorata ed assai ben 3. Da Cafaggiuolo a Monte Carelli Poste 1
tenuta nei tempi attuali. 4. Da Monte Carelli al Covigliajo (terzo cavallo) Poste 1
Essa esce da Firenze per Porta S. Gallo, sale il poggio del 5. Dal Covigliajo alle Filigare Poste 1
Pellegrino ed i colli della Pietra e della Lastra per poi TOTALE 5
pianeggiare su quello di Trespiano e quindi innoltrarsi per
Montersoli sul giogo dei monte di Pratolino lasciando a Coteste cinque poste equivalgono a circa 36 miglia
levante il R. parco omonimo, ed a ponente il podere del fiorentine nel Granducato, mentre la sesta posta, dalle
l'Uccellatojo. Di cosi à en tra nel valloncello della Corsa Filigare a Lojano, corre quasi per intiero nello Stato
passando da Fontenuova, dove si trova un albergo da Pontificio.
vetturali ed il servizio della posta de' cavalli. Di là
proseguendo il cammino lungo la ripa sinistra del torrente
Carta attraversa il piccolo borgo di Vaglia, ch'è capoluogo 3. VIA ROMANA POSTALE DA FIREN ZE A PONTE
di una Comunità, poscia trova l'altra maggior borgata di CENTINO. – Cotesta via postale da Poggibonsi al confine
Tagliaferro fino a che alla villa di Novoli, circa un miglio Pontificio spetta in gran parte all'antica Strada Francesco,
innanzi di arrivare a San Piero a Sieve, abbandona l'antiche la quale passava per Siena. – Dissi in gran parte tostochè
tracce della Pia postale di Scarperia, attualmente ridotta in il primo tronco della medesima quando passava di Va l di
Pesa saliva sulla costa de' monti di S. Donato in Poggio, e 1. Da Firenze a San Casciano (terzo cavallo) Poste 1
per la Castellina del Chianti arrivava in Siena. –Anche al di 2. Da San Casciano a Tavwrnelle Poste 1
là di S. Quirico la vecchia strada era tracciata lungo la ripa 3. DaTavarnelle a Poggibonsi Poste 1
destra e non come ora sulla sinistra dell' Orcia di dove per 4. Da Poggibonsi a Casliglioncello, ora a Petraglia
entrare in Val di Paglia, in vece di salire sul monte di Poste 1
Radicofani, costeggiava il suo fianco verso ponente 5. Da Petraglia a Siena (terzo cavallo nei soli 4 mesi di
libeccio. dicembre, gennajo, febbrajo e marzo ) Poste 1
L’attuale Via regia postale esce da Firenze per Porta S. 6. Da Siena a Monteroni Poste 1
Pier Gattonlini, si dirige fra la collina di Certosa ed il 7. Da Monteroni a Buonconvento Poste 1
borgo del Galluzzo, finché dopo aver costeggiato li 8. Da Buonconvento a Torrenieri Poste 1
base occidentale di Monte Buoni, varca sopra un ponte la 9. Da Torrenieri alla Poderina (terzo cavallo con
fiumana Greve per salire il poggio de'Scopeti e di là reciprocità ) Poste 1
innoltrarsi fino all'in gresso della Terra di San Casciano, 10. Dalla Poderina a Ricorsi Poste 1
dove si cambiano i cavalli di posta. Di San Casciano la Via 11. Da Ricorsi a Radicofani (terzo cavallo) Poste 1
postale scende in Pesa presso la ripa destra della fiumana e 12. Da Radicofani a Pontecentino Poste 1 e 1/2
di costà dopo aver corso contr'acquo una pianura di circa TOTALE Poste 12 e 1/2
4 miglia toscane passa il nuovo ponte sulla Pesa, non più Equivalenti a circa miglia 91 fiorentine.
nel borgo della Sambuca, ma un buon miglio innanzi
per salirei poggi che dal lato di levante fiancheggiano la
Val di Pesa sino a che arriva sull'altipiano di S. Piero in 4. VIA REGIA POSTALE LI VORNESE PER PISA. – È
Bossolo e di là al borgo di Tavarnelle, trovando ivi la la strada più frequentala di tulle le altre postali, sia per le
seconda posta de' cavalli. Da Tavarnelle passa a pie del merci, sia perle vetture che vi passano, sia per il comodo,
castello di Barberi no di Val d'Elsa, di là dal quale largo e ben tenuto stradale, come ancora per la
scende per 5 miglia nella Valle dell'Elsa, dove entra frequenza de' villaggi, de' borghi e delle Terre che essa
nella Terra di Poggibonsi per cambiare i cavalli alla terza attraversa, per i ridenti e ben coltivati bacini dell'Arno, in
posta. Costì la Via postale si accoppia a quella della mezzo ai quali essa per 49 miglia toscane di cammino da
Traversa Romana, già Via Francesco del Medio Evo, la Firenze a Pisa percorre, ed è in tulle le stagioni dell'
quale, viene dall’ Osteria Bianca. Da Poggibonsi anno di non troppo rigida né troppo calda temperatura, in
andando contro il corso del torrente Staggia passa in un clima saluberrimo, talché può dirsi senza tema di
mezzo al castello omonimo, al di là del quale trova la esagerare, che nel tragitto di queste 49 miglia consista il
quarta stazione, o posta de’ cavalli a Castiglioncello, vero giardino della Toscana.
trasportata nel novembre del 1836 alla nuova fabbrica di Esce cotesta via dalla Porta S. Frediano di Firenze, e
Petraglia, dalla quale ha preso il nome. Finalmente da passando in mezzo ad un popoloso borgo suburbano
questa stazione si sale a Siena dove trovasi la quindi costeggia la deliziosa base settentrionale del monte
posta. Oliveto, e del boschetto Strozzi, sul di cui confine
Da Siena scendendo nell’ Arbia si arriva alla sesta posta di estremo trova il borgo di Monticelli, al quale attestano le
Monteroni, e di là pianeggiando a Bonconvento, dove passa due lunghe borgate di Legnaja innanzi di arrivare
il fiume Ombrone. Costì si cambiano i cavalli, finché all'altra del Pont' a Greve, per poi passare per quel ponte
sull’ Asso alla base settentrionale del colle di San Quirico ed alle due miglia e trequarti a ponente di Firenze. Di là dal
a levante di quello dii Montalcino, trova l’ ottava posta in Ponte a Greve la via s'inoltra per il piano della Casellina
Torrenieri. Da Torrenieri si sale il poggio per attraversare e di Settimo lasciando alla sua destra la Badia e la Pieve
la Terra di San Quirico e di là scendere nel vallone omonima, mentre mostrasi alla sua sinistra la grandiosa
dell'Orda, dove pas sato il ponte sull'Orda alla Poderina Villa Signorile de' Biccardi, già Castel Pulci, fino a che
incontra la nona posta de' cavalli. Di costà si avvia lungo la passato sul nuovo ponte il torrente Fingane arriva al
ripa sinistra della fiumana, costeggia l’ Osteria della Scala, pomerio del Castello della Lastra, le cui mura costeggia
donde per i colli di Contignano arriva alla decima posta di dal lato orientale fino alla prima stazione postale da
Ricorsi. Da quel punto si avvia sul monte di Radicofani Firenze che trova sotto Gangalandi fra il sesto e il settimo
dove trovasi l’undecima stazione postale, e finalmente da miglio dalla capitale. Di costà la Strada regia postale, si
Radicofani scendendo in Val di Paglia passa dalla dirige sulla ripa sinistra dell'Arno cui si riunisce la
Torrioella, ultimo confine del Granducato, per arrivare vecchia passato il borgo del Pont'a Signa, dopo aver
poco dopo nella duodecima posta sul Ponte Centino lasciato da un lato e dall'altro deliziose ville e vaghi
nello Stato Pontificio. casini.
I punti più elevati di questa STRADA REGIA POSTALE Giunta la Via suddetta a congiungersi con l'antica, che
sono a Barberino di Val d'Elsa, a Siena ed a attraversava il castello della Lastra e la contigua
Radicofani, ma quest'ultimo è il doppio più elevato borgata del Ponte a Signa, prosegue il cammino verso il
degli altri due, i quali possono valutarsi all'altezza di borgo del Porto di Mezzo, finché passata l Osteria della
circa 600 braccia mentre il varco di Radicofani alla Lisca trova uno sprone settentrionale del poggio di
posta de' cavalli oltrepassa le braccia 1160 sopra il Malmantile che rasenta per entrare nell'angusta e tortuosa
livello del mare Mediterraneo. foce della Golfolina. La quale percorre per ben tre miglia
Il numero delle poste ed il diritto del terzo cavallo è passando in quel tragitto dal borghetto di Carnale, ossia
nell'ordine qui appresso: di Bruciante, e per i possessi di Lusciano di dove si
avvicina al Val d'Arno inferiore dopo attraversato i paesi
di San Mimatello e di Monte Lupo. All'escita da quest' 4. Dalla Scala a Castel del Bosco Poste 1
ultimo essa passa sopra un ponte di pietra la fiumana 5. Da Castel del Bosco alle Fornacette Poste 1
della Pesa per quindi innoltrarsi all'Ambrogiana, dove 6. Dalle Fornacette a Pisa Poste 1
uova presso la R Villa omonima sulle 13 miglia a TOTALE da Firenze a Pisa Poste 6
ponente di Firenze la seconda posto de’cavalli. Qui si
apre la spaziosa Valle infe riore dell'Arno, e qui l'occhio 1. Da Pisa a Livorno miglia 12. 33, pagando posta
si bea nel percorrere vaghe coltivazioni di campi doppia Poste 2
circondate da colline vestile di vigneti e oliveti siccome 2. Da Pisa a Lucca (Idem) miglia 14, e sino al confine
sono quelle che il viandante scorge, tanto alla destra del Granducato miglia 10.46 fiorentine Poste 2
dell'Arno nei poggi deliziosi di Bibbiani, come alfa
sinistra del fiume e della Strada postale nelle colline di
Samontana e del Cotone, finche poco dopo attraversato il 5. VIA REGIA POSTALE TRAVERSA ROMANA. – È
borgo di Pontormo entra nella grossa Terra di EmpoM, quel tronco di antica Via Francesca che passava l'Arno
p.iese assai favorevole al commercio per la sua centralità sotto Fucecchio. Essa attraversando all'Offerta Bianca la
relativamente alle principali città del la Toscana. Da Via regia postale Livornese, rimonta la Valle dell' Elsa
Empoli continuando il pianeggiante cammino dopo Ire per arrivare a Poggibonsi, dove trova e si unisce alla Via
miglia trova un quadrivio all' Osteria Bianca, dove fa regia postale che da Firenze dirigendosi per Siena e
Strada regia postale Pisana, ossia Livornese, è Ponte Centino guida a Roma.
tagliata da quella che innestasi alla postale Traversa, Con notificazione del 18 novembre 1833 fu soppressa
appellata anticamente Via Francesca, la quale rimonta lungo cotesta Via regia postate Traversa la stazione di
verso scirocco la Valle dell'Elsa per recarsi a Cambiano, che si trasferì a Castel Fiorentino, fissando la
Poggibonsi e di là a Siena; mentre la postale Pisana, o valutazione delle respettive distanze da questo luogo alle
Livornese, continuando il cammino a ponente arriva sul stazioni postali: più vicine come segue:
ponte a Elsa e di là alla terza posta della Scala, che trova
alla base settentrionale del poggio su cui risiede la lunga DA POGGIBONSI A FIRENZE PER LA TRAVERSA
città di San Miniato.
Proseguendo il cammino presso la ripa sinistra dell' 1.Da Poggibonsi a Castel Fiorent i n o P o s t e 1 e 3/4
Arno lascia alla destra del fiume la popolosa Terra col 2.Da Castel Fiorentino all'Ambro giana Poste 2
sottostante borgo di Fucecchio, e poco appresso quelle di 3. Dall'Ambrogiana alla Lastra Poste 1
SantaCroce e di Castel Franco di sotto, dirimpetto ai 4. Dalla Lastra a Firenze Poste 1
quali ultimi paesi la Via postale percorre sul lato sinistro TOTALE Poste 5 e 3/4
dell' Arno le vaghe collinette di San Romano e delle Pari a circa miglia 45 fiorentine.
Capanne restando al suo ponente e libeccio il castello
di Marta e la Terra di Montopoli per scendere sulla DA POGGIBONSI A PISA PER LA VIA TRAVERSA
Chiecinella e di la avvicinarsi alla grandiosa villa di
Varramista, passata la quale trova la quarta posta de' 1. Da Poggibonsi a Castel Fiorentino Poste 1 e 3/4
cavalli a Castel del Bosco. 2. Da Castel Fiorentino alla Scala Poste 1 e 1/4
Da Castel dei Bosco alle Fornacette, dov’ è la quinta 3. Dalla Scala a Castel del Bosco Poste 1
posta de' cavalli, la Strada postale attraversa il borgo 4. Da Castel del Bosco alle Fornacette Poste 1
della Rotta e dopo miglia toscane 2 l'animatissima Terra 5. Dalle Fornacette a Pisa Poste 1
di Pontedera. TOTALE Poste 6
Dalla Rotta fino a Pisa la strada postale è molto larga, Pari a circa miglia 48 fiorentine.
pianissima e ridentissima per l'amenità delle adiacenti
campagne, per i frequenti borghi, villaggi e castelli che 6. VIA REGIA TRAVERSA LIVORNESE PER
attraversa o che avvicina, per le deliziose pendici del VICARELLO. – Dalla casa Carmignani fra Settimo e
Monte Pisano che per molte miglia, sebbene nella ripa Cascina si lascia la Via postale di Pisa per incamminarsi
opposta dell'Arno, da Vico Pisano (ERRATA: al ponte di a ostro sulla Via che guida per Macerata e per l'argine
Zambria) al ponte di Zambra lambisce, fino a che dopo del Fosso Reale sol ponte di Collina e di là a Vicarello
attraversato il popolato borgo del Portone essa entra in dov'è una nuova stazione postale. Di costì ai Ponti di
Pisa, ed alle 49 miglia da Firenze trova la sesta posta. Stagno entra nella Via postale Livornese che viene da
Costì si cambiano i cavalli, sia per continuare per Porta Pisa. La corsa di questa Via Traversa di Vicarello è
a Mare lo stradone che guida a Livorno, sia per escire da conteggiala tripla dalle Fornacette a Livorno,
Porta Lucchese dov'entra nella ridente e spaziosa via che corrispondente a miglia toscane 12.45 dalla Gasa
per i Bagni di S. Giuliano e Ripafratta incamminasi a Carmignani ai Ponti di Stagno, e tre poste dalle
Lacca. Forancette a Livorno.
La stazione delle poste per coleste tre vie regie postali è
stata calcolata come appresso, senza aver bisogno mai di 7. VIA REGIA POSTALE DA PISA A LUCCA. – È
un terzo cavallo. dichiarata STRADA REGIA POSTALE quella che esce
da Pisa per Porta Lucchese e passa peri Bagni di S.
1. Da Firenze alla Lastra Poste 1 Giuliano, di là per Rigoli e Riprafatta esce dal
2. Dalla Lastra alil Ambrogiana Poste 1 Granducato ed entra nello Stato Lucchese presso
3. Dall'Ambrogiana alla Scala Poste 1 Cerasomma quasi 4 miglia innanzi di arrivare a Lucca.
Una strada non postale, ma bene spesso preferita dalle Pietrasanta spettano al Ducato di Lucca; quelle di Massa
vetture per essere alquanto più breve della prima, è Ducale e di Avenza al Ducato di Modena, e le ultime
quella che staccasi dal ili regio, postale appena escita da tre di Sarzana, Spezia e Borghetto di Vara al Regno
Pisa nel subborgo di Porta Lucchese, la quale via Sardo.
prendendo il cammino a ponente lungo le mura della I punti più elevati dì questa Via da Pisa al Borghetto di
città volgesi a settentrione per entrare nella Via delle Vara sono due, il varco del monte di Quiesa, e quello
Prato, pia padule dell'Oseri, finché ritorna sulla Via del monte fra Massa e Carrara.
regia postale suddetta sopra Rigoli. Le poste da Pisa al Borghetto di Vara tono le seguenti:
Si paga doppia posta da Pisa a Lacca e viceversa, per un
cammino sempre pianeggiante di circa miglia toscane 1. Da Pisa a Lucca ( Posta doppia) Poste 2
14 e 1/2. 2. Da Lucca a Montramito (Posta doppia) Poste 2
3. Da Montramito a Pietrasanta Poste 1
8. VIA REGIA POSTALE DI GENOVA, o 4. Da Pietrasanta a Massa Ducale Poste 1
SARZANESE, fino al confine della Toscana in Val di 5. Da Massa-Ducale all'Avenza (terzo cavallo con
Vara. – Mi sembra già di sentire chi legge cotesta reciprocità) Poste 1
intitolazione, fino al confine della Toscana in Val di 6. Dall'Avenza a Sarzana Poste 1
Vara, come mai io attribuisca alla Toscana una parte 7. Da Da Sarzana alla Spezia Poste 1 e 1/2
della Liguria orientale. Alla qual domanda risponderei 8. Dalla Spezia al Borghetto Poste 1 e 1/2
col pregare costoro a leggere l'Avvertimento premesso
all' Opera. TOTALE Poste 1 1
Può dirsi cotestavia regia postale in parte almeno, la
continuazione dell'antica Via Emilia di Scauro, poi Questa Via postale corre circa 80 miglia
detta Via Francesco, comecché sia stata rettificata in più fiorentine.
tempi e variata. – Avvegnaché l'antica Via postale
Sarzanese passava lungo l'arenoso littorale da Pisa a 9. VIA POSTALE E PROVINCIALE DA SARZANA A
Viareggio e Pietrasanta, il qual cammino ai tempi nostri BERCETO. – Cotesta Via è stata aperta per quella di Val
fu abbandonato per avvicinare la strada ai monti di Magra, la quale, sebbene sia dichiarata una delle
passando il Serchio circa tre miglia a ponente di Lucca; Strade Provinciali, è stata qualificata postale nell’anno
mentre oggidì la Strada postale Sanane re, partendo da 1837, siccome apparisce dal Regolamento e Tariffa
Pisa si dirige a Lucca, dove si cambiano i cavalli per generale per tutte le Poste della Toscana pubblicato in
avviarsi di là verso il Serchio sul Ponte S. Pietro, e poi Firenze in detto anno, conteggiando tutta la gita per 5
valicare il monte di Quiesa, donde riscende alla pianura poste come appresso:
di Massarosa a ritrovare le antiche tracce della Via Da Sarzana a Terrarossa Poste 2
Francesco, finché a Montn»roito, circa due miglia lungi Da Terrarossa a Pontremoli Poste 2
dai lido di Viareggio, si cambiano i cavalli di posta per Da Pontremoli a Berceto di là dalla Cisa nel Ducato di
continuare, rasente la base meridionale dei poggi che Parma Poste 1
propagami dall'Alpe Apuana di Camajore e di Stazzema, TOTALE Poste 5
verso Pietrasanta. Costì si trova la terza posta dei Equivalenti a miglia 38 fiorentine circa.
cavalli, i quali si ricambiano alla quarta posta nella città
di Massa Ducale dopo esser passati a pie de' monti che 10. VIA REGIA POSTALE LUCCHESE. – Cotesta
propagandosi dall'Alpe delle Panie di Seravezza, e dopo strada sostituita ad un tronco della VIA FRANCESCA, e
essersi avvicinata al mare a pie del Salto della Cervia sotto secondo alcuni itinerarj antichi alla continuazione della
Montignoso. Da Massa Ducale, deviando dall'antica VIA CLODIA diretta fra Lucca e Firenze.Esce da questa
Strada postale che fu aperta lungo la marina presso la ultima città, passa pel borgo di Peretola dal pian di S.
Via Selcia (Emilia di Scauro ) la via attuale attraversa Mammoro a Campi, e dopo undici miglia toscane di
il monte interposto fra Massa e Carrara per passare da cammino trova la prima posta de’ cavalli nella città di
questa piccola città de'marmi, e di costà scendere la ripa Prato. Di costa proseguendo per Agliana lungo le estreme
sinistra del torrente Carrione rasentando i nuovi studj falde dei poggi del Montale, dopo dieci miglia arriva nella
ed officine di scultura, quindi vaghe colline sparse di città di Pistoja dove è la seconda posta de’ cavalli, mentre
ville, vestite di olivi e di vigneti disposti a ripiani, finché la terza dopo 14 miglia toscane di cammino la trova in
al castello di Avenza, rientrata nell'antica Via postale di Pescia, e finalmente la quarta in Lucca distante circa
Sarzana, trova la quinta stazione de' cavalli. miglia 11 ½ dall’ultima città.
Dall'Avenza a Sarzana corre una posta pianeggiante Sebbene il numero delle poste fra Firenze e Lucca sia di
costantemente fra la spiaggia di Luni e l'estreme pendici sole quattro pure la tariffa bonifica poste 6 e 1/2, senza
dei colli di Ortonovo, di Castelnovo di Magra e di dovere mai ricorrere al terzo cavallo, cioè:
Fosdinovo, lisciando alia sua sinistra i miseri avanzi della
città di Limi, quattro miglia innanzi di entrare in 1. Da Firenze a Prato Poste 1 e 1/2
Sarzana. Qui trovasi la sesta posta dei cavalli, esistendo 2. Da Prato a Pistoja Poste 1 e 1/2
attualmente la settima posta sulla strada nuova alla 3. Da Pistoja a Pescia Poste 1 e 1/2
Spezia, l'ottava al Borghetto di Vara e di nona di là dai 4. Da Pescia a Lucca Poste 2
confini prescritti al presente Dizionario. TOTALE Poste 6 e 1/2
Le poste da Lucca a Montramito, e da Montramifoa Equivalenti a miglia 46 e 1/2 fiorentine.
PROSPETTO SINOTTICO delle VIE REGIE POSTALI,
VIA POSTALE DA LUCCA AI BAGNI. – Esce dalla attualmente aperte nel GRANDUCATO con la linea
Porta al Borgo di Lucca per rimontare la sponda sinistra militare che esse percorrono nel territorio delle
del Serchio fino alla confluenza della Lima, dove cotesta COMUNITA’ che attraversano e loro popolazione nel
Via Postale voltando direzione da settentrione a levante 1844.
dopo un miglio toscano attraversa la Lima sul Ponte al
Serraglio per passare alla destra della fiumana lungo le I. Nome della via postale: VIA ROMANA PER AREZZO
quali colline esistono i Bagni Lucchesi. (Miglia toscane 73.48 fino al confine del Granducato)
Compartimenti ai quali appartiene:
COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia fiorentine
VIA REGIA DELL’APPENNINO DI RONDINAJA. – E’ 26.00
la via rotabile la più alta fra tutte quelle che varcano COMPARTIMENTO ARETINO: Miglia fiorentine 47.48
l’Appennino toscano, e perciò impraticabile per molti TOTALE Miglia fiorentine 73.48
mesi dell’anno. – Fu aperta dalla Duchessa di Lucca COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
Maria Luisa Infanta di Spagna per andare a Modena senza del 1844:
toccare il territorio del Granducato, e vi riescì facendo - Rovezzano (Compartimento fiorentino), abitanti n°
proseguire lungo la sponda sinistra del Serchio la Via 4794
postale de’ Bagni di Lucca col passare la Lima sul ponte - FIESOLE* (Compartimento fiorentino), abitanti n°
di Chifenti fino alla confluenza del torrente Fegana. A 9697
questo punto la Via del Monte Rondinaja abbandona la - Pontassieve (Compartimento fiorentino), abitanti n°
ripa sinistra del Serchio per rimontare a grecale il torrente 9380
predominato, e per una lunga e malagevole salita passare - Pelago (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9332
da Tereglio molto innanzi di arrivare sul giogo - Reggello (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9991
dell’Appennino di Rondinaja, che è circa 3300 braccia - Filgine e Incisa (Compartimento fiorentino), abitanti n°
superiore al livello del mare. Costassù trovansi gli estremi 12139
confini del Ducato di Lucca con quello di Modena, dove - S. Giovanni (Compartimento aretino), abitanti n° 4264
la strada fu lasciata in tronco, in guisa che essa è - Montevarchi(Compartimento aretino), abitanti n° 8570
malamente praticabile dalle vetture fino alla Pieve a - Bucine (Compartimento aretino), abitanti n° 6242
Pelago, dove passa la Via regia Toscana, detta Modanese. - Val d’Ambra (Compartimento aretino), abitanti n° 1938
– Vedere MONTE DI RONDINAJA. - Laterina (Compartimento aretino), abitanti n° 1990
- Civitella (Compartimento aretino), abitanti n° 5138
- AREZZO (Compartimento aretino), abitanti n° 33194
RECAPITOLAZIONE DELLE X VIE, o STRADE - Castiglion Fio rentino (Compartimento aretino), abitanti
POSTALI APERTE ATTUALMENTE NEL n° 10985
GRANDUCATO. - CORTONA (Compartimento aretino), abitanti n° 23189
TOTALE abitanti n° 150843
1.VIA REGIA ROMANA PER AREZZO.
Da Firenze al confine con il territorio Perugino, Miglia
fiorentine 73.48 II. Nome della via postale: VIA BOLOGNESE (Miglia
2. VIA REGIA BOLOGNESE. toscane 35.81 fino al confine del Granducato)
Da Firenze, al confine col territorio Bolognese, Miglia Compartimenti ai quali appartiene:
fiorentine 35.81 COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 35.81
3. VIA ROMANA DA FIRENZE PER SIENA SUL COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
PONTE CENTINO, Miglia fiorentine 90.50 del 1844:
4. VIA REGIA LIVORNESE PER PISA E LIVORNO, - Pellegrino* (Compartimento fiorentino), abitanti n°
Miglia fiorentine 61.33 7166
5. VIA REGIA TRAVERSA ROMANA, Miglia - FIESOLE* (Compartimento fiorentino), abitanti n°
fiorentine 20.77 9697
6. VIA REGIA TRAVERSA LIVORNESE, Miglia - Vaglia (Compartimento fiorentino), abitanti n° 2758
fiorentine 12.45 - S. Piero a Sieve (Compartimento fiorentino), abitanti n°
7. VIA REGIA DA PISA A LUCCA sino al confine con 2919
quel Ducato, Miglia fiorentine 10.46 - Barberino di Mugello (Compartimento fiorentino),
8. VIA REGIA POSTALE DI GENOVA, O abitanti n° 9366
SARZANESE per ciò che spetta al territorio disunito del - Firenzuola (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9007
Granducato, Miglia fiorentine 5.75 TOTALE abitanti n° 40913
9. VIA POSTALE PROVINCIALE DA SARZANA A
BERCETO, per la sola parte compresa nel territorio III. Nome della via postale: VIA ROMANA PER SIENA
disunito del Granducato, Miglia fiorentine 20. – e PONTE CENTINO (Miglia toscane 73.48 fino al
10. VIA REGIA POSTALE LUCCHESE, Miglia confine del Granducato)
fiorentine 37.20 Compartimenti ai quali appartiene:
TOTALE Miglia fiorentine 367.75 COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 23.00
COMPARTIMENTO SENESE: Miglia 67.50 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
TOTALE Miglia 90.50 del 1844:
COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione - Empoli* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 14730
del 1844: - Castel Fiorentino (Compartimento fiorentino), abitanti
- Galluzzo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 12765 n° 6450
- San Casciano (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Certaldo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 5983
11184 - Barberino di Val d’Elsa* (Compartimento fiorentino),
- Barberino di Val d’Elsa* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9332
abitanti n° 9332 TOTALE abitanti n° 36495
- Poggibonsi (Compartimento senese), abitanti n° 6271
- Monte Riggioni (Compartimento senese), abitanti n° VI. Nome della via postale: VIA TRAVERSA
3236 LIVORNESE (Miglia toscane 12.45)
- Masse del Terzo S. Martino (Compartimento senese), Compartimenti ai quali appartiene:
abitanti n° 4457 COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 12.45
- SIENA (Compartimento senese), abitanti n° 20588 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
- Monteroni (Compartimento senese), abitanti n° 3332 del 1844:
- Buonconvento (Compartimento senese), abitanti n° - Cascina* (Compartimento pisano), abitanti n° 16367
2586 - Colle Salvetti (Compartimento pisano), abitanti n° 6306
- MONTALCINO (Compartimento senese), abitanti n° TOTALE abitanti n° 22673
6570
- San Quirico (Compartimento senese), abitanti n° 1647 VII. Nome della via postale: VIA DA PISA A LUCCA
- Castiglion d’Orcia (Compartimento senese), abitanti n° (Miglia toscane 10.46 fino al confine del Granducato)
1879 Compartimenti ai quali appartiene:
- Abbadia S. Salvatore (Compartimento senese), abitanti COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 10.46
n° 4224 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
- Radicofani (Compartimento senese), abitanti n° 2535 del 1844:
- San Cascian de’Bagni (Compartimento senese), abitanti - PISA* (Compartimento pisano), abitanti n° 43121
n° 3365 - Bagni di S. Giuliano (Compartimento pisano), abitanti
TOTALE abitanti n° 103971 n° 15533
TOTALE abitanti n° 58654
IV. Nome della via postale: VIA LIVORNESE PER PISA
(Miglia toscane 61.33) VIII. Nome della via postale: VIA SARZANESE o DI
Compartimenti ai quali appartiene: GENOVA (Miglia toscane 5.75 nel territorio disunito del
COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 31.00 Granducato)
COMPARTIMENTO Pisano: Miglia 30.33 Compartimenti ai quali appartiene:
TOTALE Miglia 61.33 COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 5.75
COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
del 1844: del 1844:
- Legnaja (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9276 - Pietrasanta (Compartimento pisano), abitanti n° 8895
- Casellina e Torri (Compartimento fiorentino), abitanti - Seravezza (Compartimento pisano), abitanti n° 6718
n° 9229 TOTALE abitanti n° 15613
- Lastra a Signa (Compartimento fiorentino), abitanti n°
9039 IX. Nome della via postale: VIA DA SARZANA A
- Montelupo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 4755 BERCETO (Miglia toscane 20 dentro il territorio disunito
- Empoli* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 14730 del Granducato)
- SANMINIATO (Compartimento fiorentino), abitanti n° Compartimenti ai quali appartiene:
15059 COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 20
- Montopoli (Compartimento fiorentino), abitanti n° 3289 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
- Palaja (Compartimento pisano), abitanti n° 9196 del 1844:
- Pontedera (Compartimento pisano), abitanti n° 8565 - Terra Rossa (Compartimento pisano), abitanti n° 1750
- Calcinaja (Compartimento pisano), abitanti n° 3169 - Bagnone (Compartimento pisano), abitanti n° 4805
- Cascina* (Compartimento pisano), abitanti n° 16367 - Filattiera (Compartimento pisano), abitanti n° 842
- PISA* (Compartimento pisano), abitanti n° 43121 - Caprio (Compartimento pisano), abitanti n° 1281
- Colle Salvetti* (Compartimento pisano), abitanti n° - Pontremoli (Compartimento pisano), abitanti n° 10165
6306 TOTALE abitanti n° 18843
- LIVORNO (Compartimento pisano), abitanti n° 79890
TOTALE abitanti n° 231991 X. Nome della via postale: VIA LUCCHESE (Miglia
toscane 35.00 fino al confine)
V. Nome della via postale: VIA TRAVERSA ROMANA Compartimenti ai quali appartiene:
(Miglia toscane 20.77) COMPARTIMENTO FIORENTINO: (ERRATA: Miglia
Compartimenti ai quali appartiene: 35.00) Miglia 37, 20
COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 20.77 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione
del 1844:
- Pellegrino* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 3. – VIA REGIA GROSSETANA. – Esce dalla Porta S.
7166 Marco di Siena, scende nella vallecola della Tressa per
- Brozzi (Compartimento fiorentino), abitanti n° 8617 risalire i poggi opposti della Costa al Pino ed entrare nel
- Campi (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9766 vallone della Merse, la qual fiumana attraversa sul Ponte a
- PRATO (Compartimento fiorentino), abitanti n° 32653 Macereto per salire sul monte delle Serre di Petriolo, nel
- Monte Murlo (Compartimento fiorentino), abitanti n° cui tonfane essa discende per varcare il torrente Farma ai
2494 Bagni di Petriolo e di poi salire il monte del Leccio fra
- Montale (Compartimento fiorentino), abitanti n° 7209 Pari e Fercole, dove trovasi un sufficiente albergo di
- Porta S. Marco (Compartimento fiorentino), abitanti n° riposo. Di là continuandola stessa Via passa dai Cannicci,
8420 dove sbocca la Via provinciale Traversa de’Monti, e dopo
- Porta Carratica (Compartimento fiorentino), abitanti n° passati i torrenti Lanzo e Gretano arriva nel paese di
6800 Paganico. Passata questa Terra percorre l’ultima catena
- PISTOJA (Compartimento fiorentino), abitanti n° 12332 de’ monti della Maremma Grossetana, come sono quelli
- Porta Lucchese (Compartimento fiorentino), abitanti n° di Campagnatico e di Mont’Orsajo, per arrivare al
5672 Castello di Batignano e di lì scendere nella pianura di
- Serravalle (Compartimento fiorentino), abitanti n° 5003 Grosseto per il fianco settentrionale dei poggi di Roselle e
- Montecatini di Val di Nievole (Compartimento di Moscona, a piè dell’ultimo de’ quali trova i Bagni
fiorentino), abitanti n° 5966 minerali Rosellensi, due miglia innanzi di varcare sopra il
- Massa e Cozzile (Compartimento fiorentino), abitanti n° primo Canale diversivo dell’Ombrone, e quindi entrare
2616 nella città di Grosseto, che trova a 46.87 miglia toscane
- Buggiano (Compartimento fiorentino), abitanti n° 10078 distante da Siena.
- Uzzano (Compartimento fiorentino), abitanti n° 4010 Fra le maggiori elevatezze percorse da questa Via
- PESCIA (Compartimento fiorentino), abitanti n° 11845 contansi quelle delle Serre di Petriolo, e del monte del
TOTALE abitanti n° 140647 Leccio sopra Pari, entrambe le quali sommità possono
calcolarsi approssimativamente 700 braccia superiori al
N.B. Le Comunità attraversate da più Vie postali sono livello del mare.
indicate con l’asterisco*
4. – VIA REGIA DA AREZZO A SIENA, detta anche di
CLASSE II BIENA. – Staccasi dalla postale Romana per Arezzo
VIE REGIE NON POSTALI quasi sull’ingresso della Val di Chiana, passa sui ponti di
Arezzo il Canal Maestro per rasentare la pieve al Toppo, e
1. – VIA REGIA ARETINA DA FIRENZE PER S. poscia avviarsi nella Terra del Monte S. Savino, di dove
DONATO. – E’ l’ultimo tronco dell’antica strada dirigendosi verso Gargonza sale sul varco di Palazzuolo
aretina(nuova Cassia)che dall’Incisa salendo per Torre a per entrare nella Valle dell’Ombrone senese che
Quona entrava in Firenze per Porta S. Niccolò, un di per attraversa fra la Torre a Castello e Castelnuovo
Porta Romana, e dopo costeggiato a sinistra i colli Berardenga. Quindi dopo aver rasentato per circa tre
dell’Antella, a destra quelli di Vicchio e del Bagno a miglia la ripa del torrente Biena tributario dell’Arbia,
Ripoli, sale all’Apparita fino al varco di S. Donato in trova il ponte delle Taverne d’Arbia di dove s’indirizza a
Collina, di dove passa dalla Torre a Quona, o a Poni Siena entrandovi per Porta Pispini dopo quasi 36 miglia
percorrendo la vallecola del Troghi per scendere di cammino.
all’Incisa, dove trova la nuova strada regia postale Il punto più elevato di questa via trovasi sulla sommità del
Romana per Arezzo, dopo quasi 15 miglia toscane di monte di Palazzuolo, il cui varco resta circa mille braccia
cammino. più elevato del livello del mare Mediterraneo.
2. – VIA REGIA FORLIVESE. – Cotesta Via, aperta fra 5. – VIA REGIA MODANESE. – Questa Via stata per
il 1832 ed il 1834, staccasi dalla Regia postale Aretina breve tempo postale fu costruita sul declinare del secolo
passato il Ponte a Sieve, la cui fiumana rimonta sino a passato fra Pistoja e l’Appennino di Bosco Lungo, ossia
Dicomano, di dove s’incammina verso la montagna di S. dell’Abetone. – Essa esce dalla Porta al Borgo, percorre il
Godenzo per quindi varcare quell’Appennino noto sotto il lungo borgo di Capo di Strada per quindi varcare
vocabolo di Alpe di S. Benedetto, e di là scendere nella l’Ombrone pistojese tre miglia toscane a settentrione della
Valle del Montone per innoltrarsi lungo il fiume omonimo città e di lì salire sul monte delle Piastre, a ponente della
per Portico, Rocca S. Casciano, Dovadola, Castro Caro e cui sommità scaturiscono le prime fonti del Reno
Terra del Sole di là dalla quale trova lo Stato Pontificio. bolognese. Di costì la stessa Via percorre per circa 4
Questa strada fu resa di agevole salita e ben carrozzabile miglia toscane la ripa sinistra del Reno che abbandona al
ad onta che fosse da superare costà uno de’ varchi più alti Ponte Petri per voltarsi verso maestrale onde attraversare
dell’Appennino toscano, quale si è quello dell’Alpe di S. il vallone del Bardellone sino alla vetta del monte
Benedetto, varco che il Padr. Gen. Inghirami segnalò a dell’Oppio di là dal quale entra nella Val di Lima e
braccia 1675 sopra il livello del mare, comecchè sia dirigesi a San Marcello, di dove s’inoltra per Mammiano
braccia 108 più depresso di quello della Cisa sulla Via nella Lima che attraversa sul ponte omonimo dirimpetto
provinciale di Val di Magra, il qual giogo è 1783 braccia alla gran cartiera Cini. Di costà rimontando la ripa destra
superiore al mare Mediterraneo. della stessa fiumana lascia al suo levante il Villaggio di
Lizzano, e più in alto a grecale la Terra di Cutigliano, portava e porta sempre il vocabolo di Via Aurelia,
innanzi di passare sopra il magnifico ponte del Sestajone, comecchè cotesta non passasse per Grosseto, ma sivvero
finché continuando a salire l’Appennino arriva sul confine attraversasse l’Ombrone senese presso l’Alberese
del Granducato con il Ducato di Modena che trova alle seguitando verso Pisa il cammino littoraneo per il
Piramidi passata la dogana di Boscolungo, quasi 51 tombolo sino alla fiumana di Castiglione della Pescaja.
miglia toscane di là da Pistoja. Comunque sia, la Via regia attuale Maremmana sotto
nome di Via Aurelia dirigesi da Grosseto alla barca
6. – VIA REGIA EMILIA E AURELIA. – Questa strada dell’Ombrone, dove lascia alla sua sinistra le tracce
stata ampliata, ed in molti luoghi tracciata di nuovo con antiche dell’Aurelia nuova, inoltrandosi per Collecchio
ponti magnifici sotto il governo del Granduca verso il porto di Talamone per poscia attraversare la
LEOPOLDO II felicemente regnante, a tenore dei fiumana Osa che passa ora in barca, un dì sopra un ponte
regolamenti più recenti fu dichiarata in parte provinciale al pari del vicino fiume Albegna, che trova dirimpetto alla
ed in parte regia. Spetta alla parte provinciale il primo Torre delle Saline. Quindi dopo avere rasentato il lembo
tronco da Pisa sino presso il Fitto di Cecina per il tragitto settentrionale dello Stagno di Orbetello, varca il fianco
di miglia 28 fiorentine, mentre dal Fitto a Grosseto, e di là settentrionale della collina che stendesi a settentrione
sotto il nome di Via Aurelia sino al confine, è sempre dall’Ansedonia, per entrare nella Valle della Fiora, cui
strada regia. La prima staccasi dalla postale Livornese al spetta l’ultimo tronco della Via regia Aurelia tracciato fra
Portone nel subborgo orientale di Pisa per incamminarsi la Macchia Tonda ed il Lago di Burano, che rasenta lungo
lungo una vasta pianura a Colle Salvetti e poscia valicare il mare, a partire dalla Torre della Tagliata sino allo
la fiumana Tora sul ponte Santoro, dove passa alla sua sbocco in esso del torrente Chiarone, e dopo averlo
sinistra per ripassare presto alla destra davanti alla costeggiato per circa otto miglia toscane entra e percorre
mansione della Torretta, quindi attraversare sul ponte il nello Stato Pontificio passando dal luogo dove fu il Foro
fiume Fine dopo aver percorso fra la base orientale dei Aurelio sotto il Castello di Montalto.
Monti Livornesi, e quella occidentale delle Colline
superiori pisane. In tutto il tragitto la Via regia Emilia percorre in Toscana
E’ in questo tragitto, fra la Torretta ed il Ponte di Fine (ERRATA: miglia toscane 32) miglia toscane 60.
dove la Via Provinciale conserva il suo antico nome di E la Via regia Aurelia miglia toscane 36.33
Emilia, mentre seguita ad essere regia la continuazione TOTALE (ERRATA: miglia toscane 68.33) miglia
della stessa via nelle Maremme Volterrana e Massetana, a toscane 96, 33.
partire di quà dal fiume Cecina, che passa sul ponte di
legno al Fitto onde incamminarsi fra il littorale di I punti più mediterranei di questa via, e forse anco i più
Bibbona ed il poggio al Pruno, e di là attraversando la elevati, sono quelli del varco tra Gavorrano e Giuncarico
pianura della Gherardesca arrivare alla Torre S. Vincenzio e l’altro di Montepescali, i quali però non arrivano
che trova alla base occidentale dei monti che scendono all’altezza di 300 braccia sopra il livello del vicino mare.
alla spiaggia dal territorio Campigliese, punto della Via – Vedere VIA AURELIA.
regia Emilia il più vicino al mare.
Dalla Torre S. Vincenzio internandosi alquanto dentro 7. VIA REGIA DEL LITTORALE. – Questa strada stata
terra cotesta Via si dirige a Caldana sotto il poggio finora Provinciale fu non ha guari dichiarata Regia in
meridionale di Campiglia e di là per la Val di Cornia luogo del primo tronco della Via Emilia che partiva da
attraversa cotesto fiume sopra un nuovo ponte di marmo, Pisa fino presso al fiume Cecina. La Via Regia del
quindi prosegue per Vignale nella direzione di Follonica, Littorale, aperta di corto fra Monte Nero e
dove la strada regia si riavvicina al mare. Da Follonica Castiglioncello, ha il suo principio alla Barriera
percorre la Val di Pecora, e per scansare il sottostante Maremmana di Livorno, e di lì rasentando il lembo del
padule di Scarlino, passa fra i poggi di Gavorrano e di mare, taglia la base occidentale de’ Monti Livornesi per
Giuncarico nella Valle di Bruna, lasciando fuori il passare sotto Montenero, Calafuria, il Romito e
littorale di Pian d’Alma, in guisa che il tratto di cotesta Castiglioncello donde arrivare presso al Ponte del Fitto
via dalle vicinanze del padule di Scarlino fino a Grosseto dove trova dopo buone 18 miglia toscane la Via
è affatto diverso da quello dell’antica Via littoranea provinciale Emilia.
Aurelia nuova, o Emilia di Scauro.
Infatti se è vero, come semb ra, che l’antica Via fosse stata 8. VIA REGIA TRAVERSA DI VAL DI NIEVOLE. –
aperta rasente il Padule predetto e che di là per Pian Chiamasi con questo nome la strada rotabile che staccasi
d’Alma passando lungo il littorale di Castiglione della dalla Regia postale Lucchese fuori del Borgo a Buggiano
Pescaja entrasse, nel tombolo fra il mare ed il padule, già per avviarsi alla Chiesina Uzzanese e di là per le Spianate
Lugo Prelio, come fu detto all’Articolo Via Aurelia, arrivare al Galleno, dove s’incontra con la Provinciale
l’attuale invece percorre i poggi che separano la Val di Romana Lucchese che attraversa; quindi percorre la parte
Pecora dalla Val di Bruna, la quale fiumana essa estrema dei colli delle Cerbaje dirimpetto al lembo
attraversa innanzi di avvicinarsi a Monte Pescali per poi australe del Lago di Bientina. Di costì si dirige sulla
correre a Grosseto. collina di S. Colomba, donde scende sull’Arno al nuovo
Fino a questa città la strada regia Maremmana conserva il ponte di Bocca d’Usciana che attraversa per arrivare nella
titolo di Via Emilia datogli dalla consuetudine più che Via regia postale Livornese, ove sbocca un miglio prima
dalla storia, mentre la stessa Via regia da Grosseto al di entrare in Pontedera.
confine dello Stato Pontificio presso il torrente Chiarone Innanzi però di salire al Galleno, fra i paesi delle Spianate
e della Chiesina Uzzanese si stacca una diramazione che toscane 00, 74.
porta pure il nome di Via regia Traversa della Val di
Nievole a partire dal ponte della Sibolla sino 15. VIA REGIA SUBURBANA DI SIENA. Entra solo
all’Altopascio, dove sbocca nell’antica Via Francesca, nella classe delle strade regie quella denominata di
ora Provinciale detta Lucchese Romana. Pescaja, la quale staccasi dalla Via postale Romana fuori
di Porta Camullia e di costà dirigendosi a libeccio scende
9. VIA REGIA PISTOJESE. – E’ la strada non postale in Tressa per riunirsi alla Via regia Grossetana al luogo
preferita dalle vetture che per un cammino di un miglio detto S. Carlo dopo la traversa di miglia toscane 1, 69.
circa più breve si recano da Firenze a Pistoja, ecc. senza
bisogno di toccare Prato. Dalla Via postale Lucchese la 16. VIA REGIA SUBURBANA DI LIVORNO. E’ quel
Regia Pistojese si stacca nella piazza di Peretola per tronco di strada che rasenta le nuove mura dalla Barriera
attraversare il borgo di Petriolo, passare sul ponte il Fosso Fiorentina fino alla Barriera Maremmana per la lunghezza
Macinante, quindi avviarsi per i lunghi borghi di S. di miglia toscane 1, 75.
Donnino, della Sala e di S. Martino a Brozzi innanzi di
arrivare a quello di S. Piero a Ponti dove la detta Via 17. VIA REGIA SUBURBANA DI PISTOJA. Dicesi
Regia Pistojese passa sul ponte la fiumana Bisenzio, regia quella porzione di strada che dalla Porta Carratica
finché più avanti trova lo sbocco della strada militare di arriva alla Porta Lucchese dove trova la Regia postale
Barberino di Mugello per Signa che oltrepassa. omonima dopo circa un miglio di cammino.
Presso al suo decimo miglio varca l’Ombrone sul così
detto Ponte dell’Asse, sebbene di pietra, onde salire sul 18. VIA REGIA MILITARE DI FIVIZZANO. – Staccasi
Poggio a Cajano, lasciando alla sua destra la R. Villa dalla regia postale Sarzanese al Portone di Caniparola,
omonima per quindi inoltrarsi fra belle praterie e vasti sale il monte di Fosdinovo e di là riscende sul Bardine
campi a sementa fino al borgo di Porta Carratica, alla di dove trova il territorio di Fivizzano del Granducato, verso
cui testa dopo quasi miglia toscane 20 entra nella città di la qual Terra si dirige dopo passato il torrente Bardine
Pistoja. sopra un ponte di pietra a Ceserano, e di costì rimontando
la ripa sinistra del Rosaro passa in mezzo alla Terra di
10. VIA REGIA DI URBINO. – E’ una nuova strada Fivizzano per avviarsi nell’Alpe detta di Sassalbo e
aperta da Arezzo per il confine Pontificio, in cui entra arrivare sul varco di Camporaghena che trova dopo quasi
passata la città di San Sepolcro.Essa fu costruita ad miglia toscane 20 ½ di gita nel territorio disunito del
oggetto di aprire una comunicazione più comoda, se non Granducato sull’ingresso dello Stato Modanese, circa
più breve fra la Toscana e le città lungo l’Adriatico. – 3200 braccia sopra il mare.
Staccasi dalla città di Arezzo escendo per Porta
Colcitrona e avviandosi sul monte di S. Donnino a RECAPITOLAZIONE DELLE VIE O STRADE REGIE
Majano trova sul suo rovescio la fiumana del Cerfone, il NON POSTALI APERTE ATTUALMENTE NEL
cui frigido vallone tributario del Tevere essa percorre GRANDUCATO.
innanzi di attraversare la fiumana Sovara per avviarsi sul
fiume Tevere che passa sul ponte di materiale un buon 1. VIA REGIA ARETINA DA FIRENZE per S. Donato
miglio a libeccio di San Sepolcro, mentre uno scarso in Collina sino all’Incisa, Miglia toscane 14.93
miglio al suo levante scirocco dopo 25 miglia fiorentine 2. VIA FORLIVESE, Miglia toscane 51.67
di cammino trova a Cospaja il territorio Pontificio. 3. VIA GROSSETANA, Miglia toscane 46.87
4. VIA DA AREZZO A SIENA, Miglia toscane 35.80
11. VIA REGIA PIOMBINESE. – Si distacca dalla Via 5. VIA MODANESE, Miglia toscane 51.34
regia Emilia alla Torre S. Vincenzio per rasentare il 6. VIA REGIA EMILIA E AURELIA (ERRATA: miglia
littorale fino alla Torre Nuova posta sul corno toscane 68.33) miglia toscane 96, 33
settentrionale del Porto Baratti, o di Populonia, e di là 7. VIA DEL LITTORA LE, Miglia toscane 18.33
inoltrarsi fra la base a maestrale del promontorio di 8. VIA TRAVERSA DELLA VAL DI NIEVOLE,
Populonia ed il padule di Piombino che lascia al suo Miglia toscane 17.31
grecale, per entrare in quest’ultima città dopo una traversa 9. VIA PISTOJESE, Miglia toscane 19.93
di circa 12 miglia fiorentine. 10. VIA D’URBINO, Miglia toscane 25.20
11. VIA PIOMBINESE, Miglia toscane 12.32
12. VIA REGIA DI S. ROCCO. – E’ un breve tratto di 12. VIA DI S. ROCCO, Miglia toscane 7.25
strada aperto da Grosseto al forte di S. Rocco sul mare fra 13. VIA INTORNO ALLE MURA ESTERNE DELLA
la foce dell’Ombrone e la Torre S. Leopoldo. CITTA’ DI FIRENZE, Miglia toscane 6. –
14. VIA (nell’Oltrarno) , Miglia toscane –.74
13. VIA REGIA INTORNO ALLE MURA ESTERNE 15. VIA SUBURBANA DI SIENA (in parte) O DI
DELLA CITTA’ DI FIRENZE. – Essa percorre l’intiero PESCAJA, Miglia toscane 1.69
giro delle mura di Firenze per circa miglia 6 fiorentine. 16. VIA SUBURBANA DI LIVORNO (in parte), Miglia
toscane 1.75
14. VIA REGIA INTORNO ALLE MURA 17. VIA SUBURBANA DI PISTOJA (in parte), Miglia
MERIDIONALI DI PISA. – Parte dalla Porta Fiorentina, toscane 1. –
o di S. Marco, fino alla Via regia postale Livornese che 18 VIA MILITARE DI FIVIZZANO, Miglia toscane
ritrova fuori della Porta a Mare dopo aver corso miglia 20.45
TOTALE Miglia fiorentine (ERRATA: 400.91)
428, 91 5. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL PONTE DI
BOCCA D’ELSA. – E’ un nuovo tronco di strada rotabile
che staccasi dalla regia postale Livornese al subborgo
CLASSE III occidentale di Empoli per condurre con ampio e diretto
VIE PROVINCIALI DEL GRANDUCATO DI cammino fino al solido ponte innalzato di colto sull’Arno
TOSCANA presso bocca d’Elsa, alla cui testata sinistra arriva dopo
miglia 3 1/2 di pianeggiante cammino.
Non meno di 42 Vie Provinciali sono attualmente
accampionate nel Granducato, delle quali brevemente 6. VIA, o STRADA FRANCESCA, altrimenti detta di
indicherò qui appresso la denominazione e l’andamento. VAL D’ARNO. – Staccasi dalla regia postale Lucchese
presso la Pieve a Nievole, donde si dirige per
1. VIA, o STRADA DA PONTEDERA A MASSA Monsummano basso e Fucecchio, e quindi rasentando la
MARITTIMA. – Questa strada a forma delle ultime sponda destra del fiume Arno s’inoltra ed attraversa le
determinazioni sovrane riunisce l’antica STRADA DI Terre di Santa Croce e di Castel Franco di sotto, passa
VAL D’ERA a quella MASSETANA DEL CERRO sotto i colli di S. Maria a Monte e di Monte Calvoli,
BUCATO. Essa staccasi presso Pontedera dalla regia finchè entra nella tagliata scogliera del Bufalo per arrivare
postale Livornese fino all’incontro della STRADA dopo circa 22 miglia sul bellissimo ponte che cavalca
PROVINCIALE DA POGGIBONSI A FOLLONICA che l’Arno presso la Bocca d’Usciana.
trova nel piano di Mucine. – Nel suo tragitto passa per
Ponsacco, sotto Capannoli lungo la ripa sinistra dell’Era 7. VIA, o STRADA VICARESE, detta di PIEMONTE. –
che rimonta fino al piano della Bachettona per entrare in E’ fra le strade provinciali forse la più deliziosa di tutte,
Val di Cecina, rasentare le Moje di S. Leopoldo, varcare il avvegnachè essa a partire dalla collina di S. Colomba
fiume Cecina al ponte sospeso e di là salire alla Terra forma la continuazione dalla Via Regia Traversa di Val di
delle Pomarance per scendere ai Lagoni di Monte Cerboli, Nievole, là dove sboccano altre tre vie rotabili, una delle
passare dai Bagni a Morba, varcare il poggio che divide il quali verso levante scirocco guida a S. Maria a Monte,
vallone della Possera da quello del Pavone, nel quale l’opposta per ponente maestrale a Bientina, la terza diretta
trova la Terra del Castelnuovo di Val di Cecina. Di costì a ostro al nuovo ponte presso Bocca d’Usciana, mentre la
salire sul deserto monte che separa la Valle settentrionale Vicarese s’incammina a libeccio verso Calcinaja.
della Cecina da quella australe della Cornia, ed ivi girare Questa Via nei tempi della Repubblica pisana
da ostro a levante e poi a scirocco per scendere nel denominavasi di Piemonte per essere stata aperta fra
vallone della Milia dove imbocca nel piano di Mucine l’estrema base del Monte Pisano e la sponda destra
nella strada provinciale da Poggibonsi a Follonica dopo il dell’Arno. In seguito fu appellata Vicarese dal territorio di
giro di 55 miglia fiorentine. Vico Pisano che attraversa, a partire da Calcinaja per
S.Giovanni alla Vena, Cucigliana, Uliveto e Caprona,
2. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL MONTE dove rasenta il nuovissimo ponte piantato sull’Arno
VOLTERRANO. – Esce da Volterra per Porta S. presso la Bocca di Zambra. Da cotesto ponte fino a Pisa la
Francesco, e dopo aver rasentato le mura esterne di detta Via continua a chiamarsi Vicarese sebbene fuori di detta
città fino sotto la Porta all’Arco scende il monte per Comunità. Costà si scosta alquanto dal tortuoso giro
andare incontro alla Via provinciale da Pontedera a dell’Arno innanzi di entrare dopo miglia 14 1/2 per Porta
Massa che trova nel piano della Bacchettona, passando alle Piagge dentro la città di Pisa.
per Rioddi, la Montornete e la Casa al Vento, dopo il
tragitto di circa miglia 5 1/4, non compresavi una 8. VIA, o STRADA DI VAL DI CECINA. – Staccasi
diramazione che dalla chiesa suburbana di S. Alessandro dalla STRADA TRAVERSA DEL MONTE
conduce a levante della città al luogo detto i Monumenti. VOLTERRANO al luogo di Rioddi fino all’incontro della
Via provinciale da Pontedera a Massa Marittima, e da
3. VIA, o STRADA TRAVERSA LIVORNESE. – Porta questa Via fino allo stradone delle Moje S. Leopoldo di
questo nome la via che da Ponsacco volgendosi a libeccio dove lungo la Cecina si dirige sulla Via regia Emilia che
rasenta le colline superiori pisane passando per Cenaja e trova nelle vicinanze, del Ponte del Fitto che attraversa
Valtriana ad oggetto di entrare dopo quasi 10 miglia fra quel fiume dopo miglia 21 3/4 di cammino.
Colle Salvetti e Vicarello nella provinciale Emilia di
Scauro. 9. VIA, o STRADA TRAVERSA DELLA
CAMMINATA. – Staccasi dalla precedente al ponte
4. VIA, o STRADA LUCCHESE ROMANA, già VIA Ginori, ossia di Tegolaja per entrare nel vallone della
FRANCESCA. – E’ un tronco della Via Francesca che Sterza di Cecina varcare il poggio al Pruno e dirigersi per
viene da Lucca per l’Altopascio, di dove s’inoltra nei Bibbona nella Via regia Emilia, che trova dopo quasi 14
poggi delle Cerbaje passando per il Galleno sino a miglia di traversa.
Fucecchio, dove l’antica via passava l’Arno in barca,
mentre ora lo passa sul nuovo ponte a Bocca d’Elsa per 10. VIA, o STRADA VOLTERRANA. – Staccasi dalla
entrare nella nuova strada Francesca, o Traversa Romana Regia postale Romana a piè del borgo del Galluzzo alle 2
che trova sulla regia postale Livornese all’Osteria Bianca miglia sopra Firenze, per dirigersi verso Giogoli sul
dopo buone 18 miglia di gita. monte della Romola che attraversa ad oggetto di scendere
nella fiumana Pesa e cavalcarla sul ponte di Cerbaja, Villa di Novoli per continuare sulle tracce dell’antica,
donde poi salire i poggi opposti passando da Monte passare la Sieve a S. Pier a Sieve e quindi percorrere la
Gufoni e quindi da Monte Spertoli, scendere sull’Elsa a ripa sinistra della fiumana rasentando la Terra del Borgo
Castel Fiorentino. Costì sopra il ponte varca l’Elsa per S.Lorenzo e la collina di quella di Vicchio sino a
salire sul monte del Castagno passando per Gambassi e di Dicomano dove dopo 13 miglia entra nella via regia
là per Camporbiano correre sulla schiena de’monti del Forlivese.
Cornocchio e Montemiccioli, finché al luogo detto il
Rastrello sbocca nella seguente Via dopo miglia 36 16. VIA, o STRADA TRAVERSA DI MODIGLIANA. –
fiorentine. E’ una continuazione della via provinciale Faentina, cui
essa attesta al Casale di S. Adriano, di dove percorrendo
11. VIA, o STRADA DA SIENA A VOLTERRA. – intorno al monte di Budrialto s’incammina verso
Staccasi dalla Via postale Romana sotto Monte Reggioni, Modigliana, la qual città oltrepassa per salire il poggio del
di dove si dirige a Colle, e di là per il piano di Campiglia Trebbio attraversare il vallone del Tramazzo e scendere
dirigesi verso Montemiccioli, che oltrepassa finché dopo nella Valle del Montone sulla Strada regia Forlivese che
aver percorso le frastagliate e circonvallanti colline trova a Castel Ruggero fra Rocca San Casciano e
cretose di Spicchiaiola e di Roncolla sale in Volterra, alla Dovadola dopo 17 miglia di cammino.
piazza detta de’Ponti dopo il cammino di circa miglia 21
e 1/4 fiorentine. 17. VIA, o STRADA DELLA BUSCA. – E’ un tronco di
strada provinciale che staccasi dalla regia Forlivese
12. VIA, o STRADA DA POGGIBONSI A presso Portico per varcare dalla Valle del Montone nel
FOLLONICA. – Questa nuova Via staccasi dalla Regia vallone del Tramazzo passando per Tredozio e di là
postale Romana al ponte sulla Staggia circa due miglia a innoltrarsi per Modigliana sino a che lungo la fiumana del
ostro di Poggibonsi, di dove varca un colle assai depresso Marzeno entra nel territorio di Faenza dello Stato
che dal vallone dell’Elsa s’introduce in quello della Pontificio dopo quasi 17 miglia di cammino.
Merse, presso le prime sorgenti del torrente Rosia, e di là
per la vallecola della Feccia, rasenta i monti interposti 18. VIA, o STRADA TRAVERSA DI ROMAGNA. –
innanzi di arrivare a Prata scendere nel piano di Mucine Porta questo nome il tronco di strada rotabile che staccasi
per poi salire nella città di Massa Marittima e di costà dalla regia Forlivese alla Rocca S. Casciano per varcare i
avviarsi lungo lo stradone di Valpiana a Follonica sul lido monti che separano la Valle del Montone dal vallone del
del mare, dove arriva dopo 52 miglia fiorentine di Rabbi e di là innoltrarsi nella valle de’ Tre Bidenti che
cammino. trova sotto Galeata, i quali rimonta sino a Santa Sofia, di
dove si dirige per la dogana di Fonte Paolina nella Valle
13. VIA, o STRADA DA SIENA A MASSA superiore del Savio a S. Piero e S. Maria in bagno dopo
MARITTIMA. – Staccasi dalla regia Grossetana sulla aver corso quasi 27 miglia.
Costa al Pino, passa nel piano di Rosia innanzi di entrare
nella gola della Montagnuola percorsa dal torrente Rosia 19. VIA, o STRADA CASENTINESE. – E’ la Strada
per indirizzarsi poscia nella via antecedente di Poggibonsi della Consuma, la quale staccasi dalla regia postale
a Follonica dopo quasi miglia 8 1/2 fiorentine di d’Arezzo passato il Pontassieve per dirigersi sul varco
cammino. della Consuma donde scende nel Val d’Arno casentinese
passando dal Borgo alla Collina, di sotto al cui poggio
14. VIA, o STRADA FAENTINA. – Staccasi dalla regia attraversa l’Arno per correre lungo la sua ripa sinistra
postale di Bologna nel suburbio di Firenze fuori di Porta lasciando a ponente la Terra di Poppi, a levante quella di
S. Gallo passato il Ponte Rosso per rimontare a levante, Bibbiena, e varcando sopra nuovi ponti l’Archiano ed il
da primo la sponda destra del torrente Mugnone, passando Corsalone passare da Rassina e poi da Subbiano, di dove
in mezzo al borgo di S. Marco Vecchio, finché al Ponte s’incammina ad Arezzo, la qual città trova al suo 44.mo
alla Badia varca il torrente per seguitare il cammino alla miglio
sua sinistra lungo la base occidentale dei poggi di Fiesole
e di Monte Reggi, la cui vallecola oltrepassa sul varco 20. VIA, o STRADA DELLA VALLE TIBERINA. –
dell’Olmo per entrare nel vallone della Sieve, passare Sebbene sia questa una delle strade provinciali, essa non è
questa fiumana sul ponte davanti il Borgo S. Lorenzo, però tutta carrozzabile. Staccasi dalla precedente sotto
attraversare questa Terra e salire l’Appennino per Ronta e Bibbiena, attraversa questa Terra per poi scendere nel
Raggiolo fino alla Colla di Casaglia, di dove scende nella Corsalone, di là dalla qual fiumana cessa di essere
Valle transappennina del Lamone, passando in mezzo alla rotabile fino all’Alvernia donde scende nella Valle
Terra di Marradi. Costì attraversa sul ponte il Lamone superiore del Tevere fra le Comunità di Caprese e di
varcandolo dalla destra alla sinistra per tornare sotto Pieve S. Stefano. Costì rifatta carrozzabile percorre la ripa
Popolano sulla destra del fiume e di là avviarsi per S. sinistra del Tevere sino a San Sepolcro dove si unisce alla
Adriano al Ponte a Marignano, presso il 41. mo cippo strada regia di Urbino, che trova dopo circa 24 miglia di
militare che trova dentro il territorio Pontificio. cammino.
15. VIA, o STRADA DEL MUGELLO. – Questa strada 21. VIA, o STRADA VALDARNESE, altrimenti detta
che nel primo tronco corrisponde alla Via postale di de’SETTE PONTI. – E’ questa a parer mio una delle
Bologna staccasi dall’andamento della postale attuale alla prime strade che scorrevano da Arezzo sulla destra costa e
lungo le pianeggianti colline del Val d’Arno superiore miglia.
sulle tracce più o meno rettificate e variate della Via
militare stata aperta nell’anno 567 di Roma(187 innanzi 26. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL CASTAGNO. –
G.C.)fra Arezzo e Bologna; alla qual Via più tardi fu dato E’ una delle poche Vie provinciali difficilmente
anche il nome di Via Cassia. Alla Porta S. Spirito di carreggiabile. – Diramasi da quella postale Aretina a
Arezzo staccasi dalla Strada postale Romana e di costà Levane per entrare nel vallone dell’Ambra, la cui fiumana
piegando a maestrale dirigesi per Quarata sull’Arno che rasenta dal lato destro innanzi di passarla per dirigersi
passa sul Ponte a Buriano, di là dal qual fiume sale il verso il monte di Palazzuolo lasciando dallo stesso lato
poggio di Castiglion Fibocchi per incamminarsi a Loro l’Abbadia di Ruoti, i villaggi di Sogna e di Rapale, ed alla
sulla fiumana Ciofenna che trova innanzi di arrivare a sinistra Monte Altuzzo e le sorgenti dell’Esse finché
Certignano, o all’antica mansione di Casa Cesare. Di lì arriva sulla vetta di Palazzuolo dove dopo quasi miglia 6
rasentando il corso del torrente Riofi, scende lungo la ripa 1/2 si unisce alla strada regia di Arezzo a Siena.
destra dell’Arno, per avvicinarsi alla testata settentrionale
del nuovo ponte davanti a Figline. Di costì continua a 27. VIA DELLE VALLESI, ossia STRADA DA SIENA
percorrere la ripa destra del fiume fino a piè del ponte A CORTONA. – Staccasi dalla Via Regia di Arezzo a
dell’Incisa dove trova la strada regia postale Romana per Siena presso al Ponte di Grillo, dirigesi per Armajolo e
Arezzo, alla quale si riunisce dopo circa miglia 31 e Rapolano verso il poggio di Rigomagno, passando nella
mezzo fiorentine di cammino. gola detta delle Vallesi insieme alla fiumana Foenna, la
cui ripa destra percorre finché l’attraversa fra le Terre di
22. VIA, o STRADA DI LORO E REGGELLO. – E’ una Asinalunga e di Fojano per trapassare il Canal Maestro
diramazione della precedente, dalla quale si stacca sul della Chiana sui Ponti di Cortona onde avviarsi per
torrente Riofi per dirigersi verso Pian di Scò e Pian di Farneta e per Montecchio Loti a Camuscia, dove trova
Cascia a Reggello, di dove riscende quelle colline per dopo quasi 29 miglia la Via Regia postale Romana che
entrare dopo miglia 13 1/2 circa nella regia postale di viene da Arezzo.
Arezzo che ritrova dirimpetto al Pian d’Isola fra il Ponte a
Rignano e l’Incisa. 28. VIA, o STRADA LAURETANA. – Parte dalla Via
Regia fra Arezzo e Siena passato il ponte delle Taverne
23. VIA, o STRADA CHIANTIGIANA. – Staccasi d’Arbia, per avviarsi sulle piagge cretose di Vescona ad
dall’antica regia Romana per Arezzo, al luogo detto il Asciano, e di là salire il poggio di Montalceto, donde poi
Bandino circa un miglio fuori della Porta S.Niccolò scendere in Val di Chiana passando da Asinalunga e da
voltando a destra al così detto Bandino, passa il ponte a Torrita per incamminarsi sul Canal Maestro che varca sul
Jozzi sull’Ema per rimontare la sponda sinistra di cotesta Ponte di Valiano, finché s’inoltra per Cintoja verso la
fiumana percorrendo la cresta di quelle colline fino al strada regia postale Romana che viene da Arezzo, nella
Casale di Strada, dove trova il vallone della Greve, passa quale sbocca a Camuscia sotto Cortona dopo aver corso
dal capoluogo di questa Comunità, e di là per il colle di buone 40 miglia fiorentine.
Panzano entra nel contiguo vallone della Pesa e
dirigendosi nel centro del Chianti (ERRATA: e 29. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL SENTINO. – E’
attraversando i paesi) avvicinandosi ai paesi di Radda e un breve tratto di strada che staccasi presso Rapolano da
Gajole. Di costà mediante il corso del torrente (ERRATA: quella delle Vallesi per dirigersi nella strada precedente,
Marsellone) Massellone va a trovare dopo quasi 44 miglia nella quale entra sopra la Terra di Asciano dopo circa
la strada regia fra Arezzo e Siena sul Ponte appellatodi miglia 1 e 1/2 di traversa.
Grillo.
30. VIA LONGITUDINALE o CASSIA PER LA VAL
24. VIA, o STRADA DA LEVANE alla VAL DI BIENA. DI CHIANA. – Questa strada, appellata anche Via
– Staccasi dalla regia postale Romana per Arezzo alla Cassia, corre lungo la ripa sinistra del Canal Maestro, a
posta di Levane per rimontare la fiumana dell’Ambra, ed partire dalla Biffa di là da Chiusi fino ai Ponti di Arezzo,
il suo vallone, che rimonta lungo la destra fino al passando lungo le falde estreme de’ poggi di
villaggio omonimo dove passa dal lato sinistro Montepulciano, Torrita, Asinalunga, Fojano, Lucignano,
dell’Ambra dirigendosi presso le sue sorgenti che lascia Monte S. Savino, Cesa e Marciano, sulle tracce per le
alla sua sinistra sul poggio di Montalto finché giunta sul quali a un di presso passava l’antica Via Cassia lungo la
lato opposto del poggio entra nella Valle dell’Ombrone Val di Chiana toscana. Essa poi si riunisce alla via postale
sanese mediante la vallecola del Coggia suo tributario per Romana di Arezzo al luogo denominato il Cerro presso
arrivare dopo miglia 14 circa sulla via regia da Arezzo a Prato Antico dopo aver attraversato i colli che chiudono a
Siena presso il Ponte di Grillo. maestro il Val d’Arno aretino dalla Val di Chiana ed il cui
cammino è valutato circa miglia 40 1/2 fiorentine.
25. VIA PROVINCIALE EMILIA. –Questa strada che
fino a tutto il 1844 è stata compresa fra le regie al pari 31. VIA, o STRADA TRAVERSA DI
della sua continuazione al di là della Cecina, fu dichiarata MONTEPULCIANO. – Staccasi dalla postale romana per
da Pisa fino presso al Ponte del Fitto provinciale, dopochè Siena, alla Terra di S. Quirico passando per Pienza e
è entrata nella classe delle Vie regie quella già provinciale Montepulciano, donde scende nella Via Longitudinale, o
del Littorale da Livorno fin presso alla Cecina.La suddetta Cassia della Val di Chiana che trova al Casale di Nottola
Via provinciale Emilia frattanto corre per il tragitto di 28 dopo quasi 17 miglia di cammino.
di Magliano e miglia 1 1/2 a settentrione della Barca del
32. VIA, o STRADA TRAVERSA DALLA POSTALE Grazzi sull’Albegna.
ROMANA per SIENA SINO ALLA VIA Gli avanzi di dette mura su quell’eminente recinto
LONGITUDINALE O CASSIA DELLA VAL DI presentanti una figura ovale, han fatto supporre che
CHIANA. – Parte dalla suddetta postale all’Osteria della appartenessero a qualche città etrusca (f. a Caletra) perita
Novella fra Radicofani e Pontecentino dirigendosi a innanzi che vi penetrassero gli eserciti romani, i quali
levante grecale per le Terre di Celle e San Casciano de’ costà presso più tardi fondarono in Saturnia una colonia
Bagni, voltando poi faccia a settentrione incamminasi di cittadini coll’accordare alla medesima l’agro da T.
lungo la pendice orientale della Montagna di Cetona verso Livio appellato Caletrano. – Vedere SATURNIA e
quest’ultima Terra; quindi entra in Sarteano, e di là MAGLIANO nel SUPPLEMENTO promesso a
scende nella VIA LONGITUDINALE, o CASSIA che quest’Opera.
trova sotto Chiusi alla Querce al Piano dopo il tragitto di
quasi 18 miglia fiorentine. 37. VIA, o STRADA TRAVERSA DE’MONTI. – Porta
questo nome una strada provinciale che staccasi alle
33. VIA, o STRADA DEL MONT’AMIATA. – Staccasi Muricce dalla Lauretana in Val di Chiana in Comunità di
dalla postale Romana alla quarta posta da Siena, alla così Asinalunga per dirigersi sui monti di Trequanda passando
detta Poderina, passata la fiumana dell’Orcia di dove sale dalla Badia di Sicille, donde scende in Val d’Asso per
a ostro il poggio di Castiglion d’Orcia e di là passando sui Montisi e S. Giovanni d’Asso. – A Torrenieri attraversa la
colli occidentali del Mont’Amiata varca il torrente Vivo strada regia postale di Roma per salire a Montalcino e
davanti a Seggiano per innoltrarsi a Castel del Piano e ad poscia innoltrarsi per Poggio alle Mura nella Via regia
Arcidosso. Costì voltando direzione da ostro a scirocco Grossetana, alla quale si unisce all’Osteria de’ Cannicci,
passa fuori della Terra di Santa Fiora; ed ivi ripiegando da quasi due miglia sopra Paganico, dopo il tragitto di 36
scirocco a grecale percorre la Montagna al suo scirocco miglia fiorentine.
fino al Pian Castagnajo, di dove scende nella direzione di
levante nel torrente Senna, e di là nel fiume Paglia che 38. VIA, o STRADA DEL TIGLIO. – Staccasi dalla Via
alla confluenza col Senna attraversa per entrare nella Via regia Traversa della Val di Nievole a non molta distanza
postale Romana, la quale trova sul Ponte a Rigo due dalla testata destra del nuovo Ponte sull’Arno presso la
miglia innanzi di arrivare al Ponte Centino dopo aver Bocca d’Usciana, e di là fino al confine Lucchese che
corso circa miglia 26 e mezzo fiorentine. trova dopo quasi sei miglia fiorentine poco lungi dalla
dogana del Tiglio passando prima in mezzo alla Terra di
34. VIA, o STRADA TRAVERSA DALLA REGIA Bientina.
POSTALE ROMANA ALLA VIA AURELIA. – E’ una
nuova strada provinciale decretata ma non compita, la 39. VIA, o STRADA TRAVERSA DI MAMMIANO. –
quale deve staccarsi dalla provinciale del Montamiata alla E’ una nuova strada rotabile aperta al commercio della
confluenza della Senna in Paglia, per poi arrivare Val di Nievole con la Lombardia, la quale staccasi dal
sull’Aurelia alla Torre delle Saline passando per la porto dell’Altopascio per dirigersi a Pescia, di dove
Sforzesca, S.Giovanni delle Contee, Sorano, Pitignano, incomincia la nuova Via Traversa passando per il
Manciano, la Marsiliana, la Barca del Grazzisino a che montuoso paese di Vellano, e di là per un cammino
dopo il cammino di buone 53 miglia fiorentine entra nella freddo nell’inverno toccare i monti di Marliana e quelli di
Via Aurelia alla Torre delle Saline. Piteglio innanzi di arrivare sul bel ponte nuovo che
attraversa il torrente Limestre e quindi avvicinarsi ai forni
35. VIA, o STRADA DA GROSSETO A MANCIANO. – di ferro sotto Mammiano, di là dai quali dopo 29 miglia di
Questa Via parte da Grosseto, passa l’Ombrone sotto traversa si unisce alla strada regia Modanese.
Ischia per salire a Scansano, proseguendo per
Montemerano e di là per Manciano onde riunirsi dopo 33 40. VIA, o STRADA DI VAL DI BISENZIO. – Parte
miglia alla precedente. dalla città di Prato e rimontando la sponda diritta del
Bisenzio, conservasi rotabile fino al Mercatale di Vernio,
36. VIA TRAVERSA DAL MONT’AMIATA passando per il borgo di vajano e per Usella; ma da
ALL’AURELIA. – E’ una nuova strada provinciale non Vernio a Montepiano e di là sino al confine dello Stato
ancora terminata che staccasi nella Terra di Arcidosso da Pontificio, che resta a 19 miglia a settentrione di Prato, la
quella del Mont’Amiata, passa per il fianco occidentale stessa via provinciale non è più carrettabile.
del Monte Labbro onde entrare nella Valle dell’Albegna e
quindi in Roccalbegna, Scansano e Magliano sino alla 41. VIA, o STRADA MILITARE DI BARBERINO DI
Barca del Grazzi, dove varcato il fiume Albegna trova a MUGELLO. – Staccasi dalla regia postale Bolognese
miglia 33 1/3 fiorentine la Via Traversa che dalla regia presso Montecarelli, passa per Barberino e di là s’innoltra
postale Romana guida alla Via Aurelia presso la Torre sul monte delle Croci, dal cui fianco meridionale riscende
delle Saline. in Val di Marina finché di là dal poggio di Calenzano
La costruzione recente di questa strada provinciale portò attraversa la strada pratese di Sesto per arrivare a Capalle,
casualmente la scoperta di non poche mura e avanzi di ed ivi passa il Bisenzio per entrare nella Via regia postale
edifizi fra la Terra di Magliano e la Barca del Grazzi in di Prato, che presto abbandona, donde avviarsi a Signa
luogo denominato i Poggetti e la Doganella, lungo il attraversando ancora la strada regia Pistojese, nella quale
torrente Patrignone alla distanza di circa miglia 3 a ostro incontrasi di là da San Piero a Ponti, finchè arrivata sul
Ponte a Signa passa l’Arno, sulla ripa sinistra del quale 11. Via, o Strada da Siena a Volterra
trova la strada postale Livornese sotto la Lastra dopo il lunghezza della via in miglia fiorentine: 21.25
cammino di buone 23 miglia fiorentine. classe: 1
12. Via, o Strada da Poggibonsi a Follonica
42. VIA, o STRADA DI VAL DI MAGRA. – Staccasi lunghezza della via in miglia fiorentine: 52.00
questa attualmente a Ceserano dalla Via militare di classe: 1
Fivizzano, passa dall’Aulla, e di costì rimontando la ripa 13. Via, o Strada da Siena a Massa Marittima
sinistra del fiume Magra attraversa i paesi di Terra Rossa lunghezza della via in miglia fiorentine: 8.50
e di Villa Franca, rasenta il poggetto di Filattiera innanzi classe: 2
di entrare nella lunga città di Pontremoli per poi salire sul 14. Via, o Strada Faentina
varco della Cisa sino dove arriva la bella strada lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.53
carrozzabile che viene da Parma, Borgo S. Donnino e classe: 1
Fornovo, dopo aver corso nel territorio disunito del 15. Via, o Strada del Mugello
Granducato circa miglia 20 fiorentine. lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.00
Quest’ultima Via di Val di Magra, sebbene provinciale, è classe: 2
stata resa postale a partire da Sarzana e di là per Borgo 16. Via, o Strada Traversa di Modigliana
S.Stefano e Aulla, entrare nel territorio disunito del lunghezza della via in miglia fiorentine: 17.00
Granducato, percorrendo da Terra Rossa fino classe: 2
sull’Appennino della Cisa, quasi 20 miglia fiorentine nel 17. Via, o Strada della Busca
territorio Granducale. lunghezza della via in miglia fiorentine: 16.84
NB. Non parlo della VIA LEOPOLDA PISTOJESE che classe: 2
sta costruendosi attualmente da una società anonima per 18. Via, o Strada Traversa di Romagna
salire da Pistoja sull’Appennino detto della Collina e di là lunghezza della via in miglia fiorentine: 26.75
entrare nella Valle del Reno bolognese fino al confine classe: 2
dello Stato Pontificio, perché non è opera del Governo 19. Via, o Strada Casentinese
Toscano, sebbene da esso sia stata approvata e lunghezza della via in miglia fiorentine: 43.34
generosamente sovvenuta. classe: 1
20. Via, o Strada della Val Tiberina
RECAPITOLAZIONE delle 42 VIE PROVINCIALI lunghezza della via in miglia fiorentine: 24.08
aperte nel GRANDUCATO e loro lunghezze in Miglia classe: 2
fiorentine. 21. Via, o Strada Valdarnese
lunghezza della via in miglia fiorentine: 31.38
1. Via, o Strada da Pontedera a Massa Marittima classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 55.00 22. Via, o Strada di Loro e Reggello
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.56
2. Via, o Strada Traversa del Monte Volterrano classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 5.25 23. Via, o Strada Chiantigiana
classe: 2 lunghezza della via in miglia fiorentine: 43.77
3. Traversa Livornese classe: 1
lunghezza della via in miglia fiorentine: 9.85 24. Via, o Strada da Levane alla Val di Biena
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 14.19
4. Via, o Strada Lucchese Romana classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 18.31 25. Via, o Strada Provinciale Emilia
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 28.00
5. Via, o Strada Traversa del Ponte di Bocca d’Elsa classe: 1
lunghezza della via in miglia fiorentine: 3.50 26. Via, o Strada Traversa del Castagno
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 6.41
6. Via, o Strada Francesca, o del Val d’Arno classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 22.08 27. Via, o Strada delle Vallesi, o da Siena a Cortona
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 28.87
7. Via, o Strada Vicarese classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 14.55 28. Via, o Strada Lauretana
classe: 1 lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.40
8. Via, o Strada di Val di Cecina classe: 1
lunghezza della via in miglia fiorentine: 21.75 29. Via, o Strada Traversa del Sentino
classe: 2 lunghezza della via in miglia fiorentine: 1.60
9. Via, o Strada Traversa della Camminata classe: 2
lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.99 30. Via, o Strada Longitudinale, o Via Cassia per la Val di
classe: 2 Chiana
10. Via, o Strada Volterrana lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.48
lunghezza della via in miglia fiorentine: 36.00 classe: 1
classe: 1 31. Via, o Strada Traversa di Monte Pulciano
lunghezza della via in miglia fiorentine: 16.62 nel 1844 nel COMPARTIMENTO PISANO ascendeva a
classe: 2 miglia 621.25.
32. Via, o Strada Traversa dalla postale Romana alla N.B. Mancavano in detto Compartimento di Vie
Longitudinale, o Cassia della Val di Chiana comunitative rotabili le Comunità di Calice, Casola,
lunghezza della via in miglia fiorentine: 17.78 Castel Nuovo di Val di Cecina, Groppoli, Rio nell’Isola
classe: 2 dell’Elba, e Zeri; in tutte 6 Comunità.
33. Via, o Strada del Montamiata III. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti
lunghezza della via in miglia fiorentine: 26.43 nel 1844 nel COMPARTIMENTO SENESE era di miglia
classe: 2 486.59.
34. Via, o Strada Traversa dalla postale Romana alla Via N.B. Se non mancavano di Strade comunitative rotabili
Aurelia molte delle quattro Comunità di campagna comprese nella
lunghezza della via in miglia fiorentine: 53.14 Cancelleria comunitativa di Siena, non poche di esse per
classe: 2 altro erano difficilmente praticabili dalle ruote in tutta la
35. Via, o Strada da Grosseto a Manciano loro estensione.
lunghezza della via in miglia fiorentine: 33.04 IV. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti
classe: 2 nel 1844 nel COMPARTIMENTO ARETINO ascendeva
36. Via, o Strada dal Montamiata alla Via Aurelia a miglia 614.71.
lunghezza della via in miglia fiorentine: 33.29 N.B. Mancavano in questo Compartimento di Strade
classe: 2 comunitative rotabili le Comunità della Badia Tedalda e
37. Via, o Strada Traversa de’Monti di Sestino. – Quelle aperte fino al 1844 nelle Comunità di
lunghezza della via in miglia fiorentine: 36.11 Bibbiena e di Chiusi del Casentino sono in gran parte
classe: 2 impraticabili dalle ruote.
38. Via, o Strada del Tiglio V. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti
lunghezza della via in miglia fiorentine: 5.76 nel 1844 nel COMPARTIMENTO GROSSETANO
classe: 1 arrivava a miglia 293.22.
39. Via, o Strada Traversa da Pescia a Mammiano N.B.Mancavano in questo Compartimento di Strade
lunghezza della via in miglia fiorentine: 29.00 comunitative rotabili le Comunità dell’Isola del Giglio, di
classe: 1 Manciano, di Pitigliano, di Rocca Strada e di Sorano; in
40. Via, o Strada della Val di Bisenzio tutte 5 Comunità.
lunghezza della via in miglia fiorentine: 18.88
classe: 2 RECAPITOLAZIONE delle miglia percorse nel
41. Via, o Strada Militare di Barberino di Mugello GRANDUCATO DI TOSCANA dalle questto Classi
lunghezza della via in miglia fiorentine: 23.14 delle Vie preaccennate.
classe: 1
42. Via, o Strada di val di Magra - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE
lunghezza della via in miglia fiorentine: 20.73 IX VIE REGIE POSTALI
classe: 1 miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA: 345.55)
347.75
CLASSE IV - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE
VIE COMUNITATIVE ROTABILI DEL GRANDUCATO XVIII VIE REGIE NON POSTALI
DI TOSCANA miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA: 400.91)
428.91
Le Vie Comunitative rotabili aperte a tutto l’anno 1844 - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE
nella Toscana Granducale rispetto alla loro lunghezza XLII VIE PROVINCIALI
ascendevano a miglia 3668.84. Coteste Vie sarebbero miglia fiorentine che percorrono: 1026.15
troppe se dovessi enumerarle distintamente per ogni - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE
Comunità, dondechè mi limiterò a indicare la somma VIE COMUNITATIVE ROTABILI
delle miglia che le medesime percorrono nei cinque miglia fiorentine che percorrono: 3668.84
Compartimenti amministrativi del Granducato, e nel
tempo stesso avviserò semplicemente quelle Comunità TOTALE miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA:
che mancano di strade comunitative totalmente praticabili 5441.45) 5471.65
dalle ruote.
Se oltre la RECAPITOLAZIONE suddetta della
I. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti lunghezza percorsa dalle 4 Classi di vie rotabili aperte nel
nel 1844 nel COMPARTIMENTO FIORENTINO 1844 nel Granducato, il dipartimento del Catasto avesse
ascendeva a miglia 1653, 07. potuto farci conoscere la larghezza respettiva delle Vie
N.B.In questo Compartimento mancavano allora di Vie medesime, noi saremmo posti nel grado d’indicare più
Comunitative rotabili le Comunità di Bagno, Dovadola, d’appresso ai nostri lettori la superficie totale che le 4
Galeata, Londa, Marradi, Modigliana, Portico, Sambuca, Classi di strade rotabili attualmente possono cuoprire nel
San Godenzo, Santa Sofia, Sorbano, Terra del Sole, territorio del Granducato.
Tredozio, Verghereto e Volterra; in tutte 15 Comunità. Essendochè cotesta superficie resta tuttora promiscuata
II. La lunghezza delle Vie Comunitative rotabili esistenti non solo con quella delle strade mulattiere, ma dei fiumi,
torrenti ed altri minori corsi d’acqua, calcolandosi in procurare all’industria ed al commercio la risorsa
complesso la loro estensione in 191950 quadrati agrarj, modernissima di avvicinare dirò così fra di loro per
pari a circa miglia 239 quadrate di 67, 3 a grado, cioè di mezzo delle Strade Ferrate le varie città di cotesta bella
braccia 2833 1/2 per ogni miglio lineare fiorentino. porzione d’Italia.
Premesso ciò, non ardisco meno che per approssimazione Non starò a ripetere la lunga lista notificata dai fogli
d’indicare qui appresso la superficie respettiva occupata pubblici de’varj Battelli a Vapore che trasportano merci e
nel 1844 nel Granducato dalle 4 Classi di strade sopra passeggeri a Livorno, o che da Livorno conducono in
indicate, accordando per modo di esempio: brevi ore quelle e questi a Genova, a Marsilia, a
Civitavecchia, a Napoli, a Palermo ecc. Né parlerò in
Alla Classe I DELLE STRADE REGIE POSTALI, la anticipazione delle piccole barche a vapore che pure è da
larghezza media Braccia 12 prevedersi un giorno saranno per correre nei canali e nei
Alla Classe II DELLE STRADE REGIE NON POSTALI fiumi della Toscana in luoghi ed in stagioni più propizie a
parimente Braccia 12 renderli navigabili. Né tampoco mi fermerò a enumerare
Alla Classe IIIDELLE STRADE PROVINCIALI la quanti progetti si stanno facendo per aprire delle Strade a
larghezza media di Braccia 8 rotaje di ferro più o meno piane per l’Appennino
Alla Classe IV DELLE STRADE COMUNITATIVE toscano;e se poi tutti cotesti progetti siano suscettibili di
ROTABILI similmente Braccia 8 essere dalla saviezza del Governo per il bene pubblico
approvati, dondechè mi limiterò per ora a indicare, che
Dondechè ne conseguiterebbe, che la prima Classe delle previa l’approvazione sovrana si accorderà facoltà a varie
STRADE REGIE POSTALI estendendosi per il Società Anonime di aprire nella Toscana le seguenti sette
Granducato in una lunghezza lineare di miglia (ERRATA: Strade Ferrate. – Vedere il SUPPLEMENTO alla
345, 55) 347, 75 ed in una larghezza media di braccia 12 presente Opera.
occupare dovrebbe un terreno equivalente a miglia
toscane quadre fiorentine 1 e mezzo, pari a quadrati 1294 I. VIA, o STRADA FERRATA LEOPOLDA. – Questa
86 di 10000 braccia l’uno. Strada destinata a ravvicinare in certo modo Livorno con
Così le STRADE REGIE NON POSTALI nella loro tutti i paesi interposti alla capitale della Toscana fu
lunghezza di miglia (ERRATA: 400.91) 428, 91 in una approvata fino dal 1839, e sebbene dopo quasi 5 anni sia
larghezza di braccia 12 verrebbero ad occupare nel stato compito il primo tronco da Livorno a Pisa, vi è
Granducato miglia toscane quadre fiorentine 1 5/8. luogo a sperare che l’impresa essendo affidata ad una
Rispetto poi alle Classi III e IV e delle STRADE società anonima di proposito, vada essa con minore
PROVINCIALI ascendenti alla lunghezza di miglia lentezza occupandosi della sua desideratissima
toscane 1026.15, e delle COMUNITATIVE di miglia continuazione. Il grande concorso giornaliero delle
toscane 3668, calcolate nella loro lunghezza in miglia persone, se non ancora delle merci, che per cotesto nuovo
toscane 4694.99 e nelle larghezza di braccia 8, mezzo si recano da Pisa a Livorno, e viceversa, senza il
occuperebbero il terreno coperto da miglia quadre minimo sinistro, fu talmente numeroso, e per gli azionisti
fiorentine 13 1/4 pari a quadrati 10641.96. soddisfacente, che a molti è venuta la smania di associarsi
Cosicchè il Granducato nel 1844 avrebbe ceduto per per via di azioni ai progetti di altre Strade ferrate della
conto di strade rotabili una superficie catastale di suolo Toscana, senza calcolare se il tragitto sia troppo corto, o
non imponibile di 13499.90 quadrati equivalenti a miglia vicino ad altre Vie a rotaje di ferro. Una simile frenesia di
quadre 16 3/8 fiorentine; la qual superficie, detratta dalla speculare sul gioco che si fa attulmente in Inghilterra
maggiore di 191950 quadrati per i diversi corsi d’acqua, e colle azioni per le Strade Ferrate da aprirsi in quel regno,
per le piccole vie, lascerebbe a questa quadrati 178450.10. fece dire a Lord Brougham nel Parlamento del 7 aprile
E tuttociò in una popolazione di un milione e mezzo circa 1845 parole poco favorevoli a cotesto nuovo mercimonio.
di abitanti sparsi in una superficie di 8032 1/3 miglia
quadrate fiorentine, ossia di quadrati 6448, 913. – Vedere 2. VIA, o STRADA FERRATA DA LUCCA A PISA. –
a pagina 571 di questo Volume il QUADRO DELLA E’ la seconda Via a rotaja di ferro che per ragione di
RECAPITOLAZIONE STATISTICA NUMERICA anzianità stà attualmente costruendosi da Lucca a Pisa,
DELLA TOSCANA GRANDUCALE. dove attesterà con la Strada Ferrata Leopolda già in
attività per Livorno.
CLASSE V
VIE, O STRADE FERRATE APERTE O PER APRIRSI 3. VIA, o STRADA FERRATA DA LUCCA AL
NELLA TOSCANA CONFINE DEL DUCATO CON PESCIA. – Questa
strada concessa nel 18 dicembre dell’anno 1844 sarà un
Ora che quasi tutto finisce in vapore, non solamente le nuovo tronco della precedente con gli stessi oneri e
Vie di mare, ma quelle ancora di terraferma si vogliono privilegj imposti e conceduti dal Duca di Lucca alla sua
far correre da legni a vapore come mezzo più sollecito e Società Anonima, onde agevolare i transiti della provincia
più economico di quello che offrono le vetture per le Vie di Val di Nievole e togliere ogni ostacolo all’effettuazione
regie, per le provinciali e comunitative praticabili dalle del grandioso progetto di porre in comunicazione,
ruote, persuasi i più che nel risparmio del tempo l’uomo mediante un cammino ferrato, i dominj toscani e lucchesi
trova il vero guadagno. colla Lombardia e la Romagna, il mare Tosco con
La Toscana sebbene siasi mossa con qualche lentezza, l’Adriatico.
non ha voluto per altro essere delle ultime in Italia a
4. VIA, o STRADA FERRATA dal confine di PESCIA A dì 21 novembre 1844 e pubblicata col manifesto inserito
PISTOJA. – Dopo che l’I. e Regio Governo ne avrà nella Gazzetta di Firenze del 7 gennajo 1845, cioè, che il
approvati gli studj che una Società Anonima si propone di consiglio dirigente amministrativo dopo l’approvazione
eseguire, questa Via sarà la continuazione della Strada Sovrana debba senza ritardo attivare il lavoro della Strada
precedente e potrà dirsi la più vicina alla catena centrale ferrata senese, cominciando dai pressi di Siena, e che
dell’Appennino onde mettere in comunicazione la parte debba proseguirli senza interruzione nel più breve tempo
transappennina della Lombardia e della Romagna con la possibile fino alla Strada Ferrata Leopolda, alla quale
cisappennina della Toscana. essa dovrebbe accoppiarsi presso al centro del Val d’Arno
inferiore nelle vicinanze di Empoli.
5. VIA, o STRADA FERRATA DA PISTOJA SUL
RENO BOLOGNESE. – La notificazione del 15 aprile 7. VIA, o STRADA FERRATA LITTORANEA. – Ecco
1845 che concede ad una Società Anonima facoltà di il progetto più grandioso, ecco la Strada a rotaje di ferro
eseguire gli studj propri ad effettuare il progetto di una la più lunga, più aperta e più pianeggiante, qualora si
Strada ferrata dal confine di Pescia sino a Pistoja, eccettuino le due prime, di quante progettate furono finora
concede la stessa facoltà ad altra Società rappresentata dai in tutta la gibbosissima superficie della Toscana. La
tre coraggiosi fratelli Cini di S. Marcello, di potere notificazione stessa che accorda gli studi per la Strada
studiare e quindi sottoporre all’esame dell’I. e Regio ferrata da Pescia a Pistoja, e per l’altra da Pistoja al
Governo l’ardito progetto di attraversare con una strada a Reno bolognese, ha conceduto facoltà ad una
rotaje di ferro mediante una galleria(non saprei quanto commissione sociale di effettuare frattanto gli studi
lunga né quanto pendente)l’Appennino fra l’Ombrone preparatorj alla buona riescita della loro impresa onde
pistojese ed il Reno Bolognese. poter costruire una Strada Ferrata che lambendo sempre
Quando cotesto progetto grandioso fosse per essere il littorale della Maremma riesca per tal mezzo ad
approvato e felicemente eseguito la città di Pistoja avvicinare Livorno, Pisa, Lucca, ecc. a Civitavecchia, a
diventerebbe il Livorno mediterraneo, il deposito Roma, ed alla popolatissima città di Napoli.
commerciale, industriale e personale delle molte merci e
dei moltissimi passeggeri che in poche ore potrebbero
tragittare dall’Adriatico al Mediterraneo, dall’Alta Italia a VIAJO, nella Val Tiberina toscana. – Casale con chiesa
Firenze, e viceversa, senza più salire e scendere i gioghi parrocchiale (S. Paterniano) nel pievanato di Micciano,
che Appennin parte l’una dall’altra contrada Comunità Giurisdizione e circa due miglia toscane a
Del bel paese là dove il sì suona. settentrione di Anghiari, Diocesi e Compartimento di
Arezzo.
6. VIA, o STRADA FERRATA DA SIENA ALLA Risiede in pianura presso la sponda destra del Tevere,
LEOPOLDA. – Sarà questa il frutto di un maturato sull’opposta ripa del quale sorge il colle di Montedoglio.
progetto per gli studj che un comitato di promotori sanesi Sino dal 1008 possedeva beni in cotesto luogo di Viajo la
ottenne da S.A.I. e R. il Granduca di toscana di poter fare. Badia di Prataglia, tostochè Elemberto vescovo di Arezzo
Progetto oggidì condotto a tal punto che la materiale nel detto anno assegnò fra le sostanze da esso donate alla
costruzione della Via ferrata da Siena per Poggibonsi stessa Badia quelle che la sua mensa, o piuttosto egli in
alla Leopolda si spera di esecuzione non dubbia al proprio, possedeva nel distretto di Viajo.
confronto di altri esempj di strade a rotaje di ferro Era Viajo signoria de’ nobili di Montedoglio e di Galbino
tracciate in una pendenza ed in terreni di configurazione fino da quando uno di essi, Bernardino detto Sidonia,
consimile a quelli che salgono a Siena. figlio di Ranieri da Galbino, nel 13 novembre del 1083,
Il tronco più difficile di questa Via sarà naturalmente fra acquistò da un di lui fratello la porzione che gli
Poggibonsi e Siena, trovandosi Poggibonsi ad un livello apparteneva della corte di Viajo, la qual porzione nel 1104
di circa braccia 220 sopra il mare, mentre la Porta Ovile e egli assegnò ai Camaldolensi della Badia d’Anghiari. –
la Porta di Fonte Branda di Siena, che sono le due porte Vedere ANGHIARI E MICCIANO in Val Tiberina.
più basse di quella città, possono calcolarsi a 530 braccia La parrocchia di S. Paterniano a Viajo nel 1833 noverava
sopra il mare, che verrebbe a dire in 15 miglia di 128 abitanti.
cammino circa 310 braccia di salita, vale a dire braccia 20
2/3 circa per ogni miglia fiorentine di braccia 2833 1/3
l’uno. VIAMAGGIO, o VIA MAGGIO (quasi Via Maggiore)
Ma l’esperienza ne rinfranca con una prova ormai non più nella Valle della Marecchia. – Borgata con chiesa
dubbia, che le Locomotrici non indietreggiano nella loro parrocchiale (S. Emilio) ed un posto doganale di 3.a
celerità per le Strade ferrate in declive di otto e anche di classe nella Comunità e circa 5 miglia toscane a ponente
nove millesimi, quando la salita sia preceduta da un buon libeccio della Badia Tebalda, Giurisdizione di Sestino,
tratto di strada orizzontale. Diocesi già di Città di Castello, ora di San Sepolcro,
Allorchè cotesta Strada ferrata sarà come è sperabile con Compartimento di Arezzo.
felice successo effettuata, quante difficoltà che Risiede nella schiena dell’Alpe della Luna fra le sorgenti
attualmente arrestano in qualche modo imprese di tal fatta del fiume Marecchia e sull’antica via mulattiera che varca
per terreni montuosi non verranno ripianate per eseguirne quella montagna, la quale separa la Valle superiore del
delle consimili! Tevere da quella della Marecchia.
Una delle condizioni, che dovranno servire di base agli Era pur questo uno de’ paesetti o comunelli appartenuto ai
statuti di quella società anonima, sarà quella deliberata nel dinasti di Montedoglio insieme con altri ora compresi
nella Comunità della Badia Tebalda. che quella vastissima tenuta selvosa un dì faceva parte ed
La parrocchia di S. Emilio a Viamaggio nel 1833 era compresa nella Selva Regia, nota in parte sotto il
noverava 133 abitanti. vocabolo speciale di Selva Parantina, la quale estendevasi
dalla ripa destra della Valle inferiore del Serchio, a partire
dall’origine della Fossa Nuova emissaria nel Lago di
VIANO (PIEVE DI) nella Val di Magra. – Villaggio con Massaciuccoli sino verso Montramito, e di là
antica pieve (S. Martino Vescovo) nella Co munità costeggiando il monte di Quiesa, prolungavasi sino al
Giuridica e circa 5 miglia toscane a grecale di Fosdinovo, Termine della Scieparsa, lungo il littorale dove sboccava
Diocesi di Massa Ducale, già di Luni Sarzana, Ducato di la Fossa di Motrone.
Modena. Che cotesta Selva Regia appartenesse, al pari di tutte le
Risiede sopra un poggio, alla cui base orientale scorre il altre macchie che incontravansi lungo il littorale toscano
torrente Lucido di Vinca, nell’antico exfeudo di Gragnola alla Corte regia, ossia alla Corona d’Italia, dalla quale
de’ Marchesi Malaspina, del quale s’indicarono le vicende prese il titolo di Regia, non ne lasciano dubbio i
e la riunione di quello al marchesato di Fosdinovo, documenti superstiti, ed il nome che dopo il mille fu dato
attualmente al Ducato di Modena, sotto gli Articoli al piccolo villaggio, ora città di Viareggio. Il qual nome
FOSDINOVO e GRAGNOLA. fornivalo la località per trovarsi sul passo di una Via
La pieve di Viano è rammentata fra quelle della Diocesi carraja o sterrata, che fin d’allora era tracciata lungo la
di Luni nelle bolle de’ Pontefici Eugenio III ed marina della Selva regia.Cotesta Via, che divenne per
Innocenzio III, concesse nel 1149 e 1202 ai Vescovi di lungo tempo postale da Pisa a Sarzana, non deve
Luni. confondersi con l’antica Via Francesca, o Romea stata
La popolazione della Pieve di S. Martino a Viano nel aperta molto tempo innanzi a piè del Monte di Quiesa
1832 contava 687 abitanti. sulle tracce a un dipresso della Via militare di Emilio
Scauro; la quale passava poco discosta dagli emissarj del
padule e Lago di Massaciuccoli, emissarj che forse dal
VIAREGGIO (Via Regia) nella Valle inferiore del suo autore Papirio ebbero nome di Fosse Papiriane,
Serchio. – Città moderna e ognora crescente presso la riva siccome più tardi la Fossa maggiore acquistò quello di un
del mare con Porto Canale, attualmente con due chiese proprietario lucchese chiamandola Fossa Burlamacca, la
parrocchiali (S. Antonio e S. Andrea), capoluogo di quale imbocca nel Porto Canale di Viareggio. – Vedere
Comune e di Giurisdizione nella Diocesi e Ducato di FOSSA BURLAMACCA, e FOSSE PAPIRIANE.
Lucca. A dimostrare l’origine non antica di Viareggio si presenta
Risiede fra Pietrasanta e la foce del Serchio allo sbocco non solo la storia politica e l’ecclesiastica, ma la fisica di
della Fossa Burlamacca nel Porto Canale sotto il grado cotesta pianura littoranea, dove sboccano, al suo ostro i
43°52’ di latitudine ed il grado 27°55’ di longitudine, 6 fiumi Serchio ed Arno, ed a settentrione maestrale la
miglia toscane a ostro di Pietrasanta, circa due miglia Magra, oltre molti torrenti e fiumane intermedie, le quali
toscane a ponente libeccio dalla posta di Montramito, lasciano lungo quella spiaggia tanti arenosi depositi
intorno a 10 miglia toscane a maestrale di Pisa, e 13 a capaci di allontanare progressivamente la riva del mare
ponente di Lucca. dalla terraferma. – Vedere appresso l’Articolo
Vedesi Viareggio sul lido del mare quasi nel centro COMUNITA’ DI VIAREGGIO.
dell’insenatura che forma il bacino più occidentale della Già si disse agli Articoli PISA e VALLE DELL’ARNO
Toscana littoranea, la cui corda dal promontorio del PISANO, che la spiaggia a Bocca d’Arno in 1800 anni si
Corvo sino a Montenero fu calcolata di 52 miglia è aumentata di circa 11300 braccia toscane, equivalenti a
geografiche quasi miglia 58 fiorentine. metri 6595, e fu anche calcolato che l’aumento del
Questa nuova città tagliata a guisa di parallelogramma ha littorale di Viareggio si valuta ad un dipresso fra le 4 e le
strade larghe e diritte le quali, quantunque non siano 5 braccia per anno.
ancora tutte fiancheggiate da pubblici e privati edifizj, Epperò non farà meraviglia(soggiunge il Marchese
pure vanno costì giornalmente aumentando le case, le Mazzarosa nella sua Guida del Forestiere per la città e
chiese e le palazzine con regolarità, ordine e pulizia. contado di Lucca)il pensare che al tempo dei Romani il
Fu misurata trigonometricamente la situazione di mare bagnasse le falde del poggio di Massaciuccoli, cui
Viareggio dal Padre Generale Prof. Michele Bertini di aggiungerei, e che allora i Pisani occupavano quello
Lucca, presa dalla sommità della Torre de’ Forzati, e stretto littorale con le pendici meridionali de’ monti di
trovò questa circa 42 braccia lucchesi superiori al livello Balbano, Massaciuccoli, Quiesa, ecc.
del mare Mediterraneo; mentre dalle triangolazioni fatte Infatti una delle memorie più antiche superstiti di
dal Padre Generale Cavaliere Giovanni Inghirami risulta, Viareggio è posteriore alla prima metà del secolo XII,
che il piede della Torre medesima era braccia 2 fiorentine allorchè un esercito lucchese nel 1170 essendosi
superiore al livello del vicino mare;lo che dimostrerebbe accampato costì presso, fu investito e vinto dai Pisani, i
che la sommità della Torre de’ Forzati in Viareggio fosse quali s’impadronirono del luogo di Viareggio.
circa braccia 40 fiorentine superiore al suolo, sul quale Cotesto castelletto era allora cotanto piccola cosa che per
s’innalza. lungo tempo esso mancò di una chiesa parrocchiale, non
Rispetto all’origine del nome di Viareggio sembra trovandola indicata né tra quelle del piviere di
manifestarsi naturalmente nella Via Regia che nel medio Massaciuccoli che fu della Diocesi pisana, e neppure nel
evo fu tracciata lungo il littorale passando da Viareggio. catalogo delle chiese della Diocesi di Lucca del 1260, il
All’Articolo MIGLIARINO in Val di Serchio fu detto, cui vescovo molto dopo la sottopose con l’altra di
Montramito alla pieve d’Ilice. nel catalogo delle chiese parrocchiali, mi sembra quella
Aggiungeva inoltre l’annalista lucchese Tolomeo, di aver indicata dal sinodo lucchese celebrato nel maggio
letto nell’antico registro del Comune di Lucca, qualmente dell’anno 1736.
nell’anno 1171 il governo della sua patria acquistò in Ma il vaso del tempio nella vistosa moltiplicazione del
compra da Truffa Mezzolombardi dei signori di popolo di Viareggio era troppo angusto e richiedeva una
Montramito la Selva con tutto il terreno lungo quel chiesa suscettibile di ricevere non più di 300 ma 5 in 6000
littorale, a partire cioè dalle foci del Serchio, dove persone lo che è stato eseguito in questi ultimi anni.
esisteva una torre a guardia della marina, fino a Avvegnachè nel 1839 il Duca di Lucca atteso l’aumento
Montramito; e che nel 1172 alle calende di gennajo i sempre crescente della popolazione decretò, che si
Lucchesi distrussero il Castello di Viareggio, occupato erigesse in Viareggio una seconda chiesa parrocchiale, e,
sino dal 1170 dalle armi dei Pisani, dopo essere stati appena ottenuto sotto dì 21 luglio 1840 il breve pontificio,
questi ultimi messi in fuga dai primi. fu fabbricato più d’appresso alla spiaggia un tempio a tre
Non starò poi ad esaminare, se sia autentico o no un navate ed un convento contiguo per una famiglia religiosa
diploma di Federigo II del 1221, dal quale alcuni di Servi di Maria, i quali ne presero possesso nel 3 giugno
arguiscono, che in quell’anno il castello col distretto di del 1841.
Viareggio fu dato in feudo ad un messere Pagano di La separazione della popolazione di Viareggio in due cure
Baldovino di Lucca, aggregandolo alla cittadinanza di fu eseguita nel marzo del 1843 quando vennero assegnati
Messina, e che restasse di quella famiglia fino a che nel alla nuova cura de’ serviti circa 2300 popolani.
1283 il Comune di Lucca col favore del conte Ugolino La chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo capace di
della Gherardesca, allora signor di Pisa, poté riacquistarlo. contenere da 5000 persone è a croce latina adorna di
– (PTOLOM. LUCENS. Annal.). statue nella facciata e di un impiantito di marmi di
Dirò solo che in Viareggio, verso il secolo XIV, fu Carrara. Essa è fiancheggiata da un convento con comoda
edificata quella forte torre che serve di Bagno ai abitazione per 12 religiosi.
condannati di Lucca, da non confondersi con l’altra torre Varie manifatture sono state di corto introdotte fra cotesta
fabbricata sino dal 1171 presso la foce del Serchio. popolazione, la quale si moltiplica prodigiosamente, sia
In Viareggio vi si gode ampia veduta del mare dal per esservi i matrimoni frequenti e fecondissimi, sia per
promontorio del Corvo e dall’Isola Palmaria sino al avere il vaccino estirpato il flagello del vajolo arabo che
Monte Nero di là da Livorno. La spiaggia essendo soleva fare strage nel littorale di Viareggio.
inclinatissima e aperta per tutto intorno, non affonda in COMUNITA’ DI VIAREGGIO. – Della superficie
vicinanza del lido che 9 piedi dal lato di mezzo dì, cioè territoriale di questa Comunità non si potrà indicare una
sopravento, e piedi 27 dal lato di maestrale, cioè misura esatta finché non sieno terminate le operazioni
sottovento, siccome apparisce dalli scandagli fatti dal catastali del Ducato di Lucca; posso dire solamente che la
capitano Smith, in conferma di quanto fu avvisato dal Comunità in questione comparisce la più popolata e la più
chiarissimo Bernardino Zendrini nella sua Relazione edita estesa di tutte quelle del Ducato di Lucca, qualora voglia
in Lucca nel 1736. – Vedere l’Articolo COMUNITA’ DI eccettuarsi quella della sua capitale.
VIAREGGIO. Confina con due Comunità del Ducato (Lucca e
In conseguenza non solo ai vascelli di alto bordo è Camajore) con una del Granducato (Vecchiano) e con il
impedito l’ingresso nel suo Porto Canale, ma essi littorale.Davanti a ponente maestrale finisce nel mare che
neanche ponno dar fondo in quei paraggi. Solamente i lambisce per la lunghezza di circa 4 miglia toscane, cioè,
legni a vela latina trovano costà un buon suolo per dalla Torre di Migliarino sino alla foce del fiumicello
gettarvi l’ancora, ed anco internarsi nella città per mezzo Camajore, dove sottentra dirimpetto a settentrione la
del suo Canale corrispondente con la Fossa Burlamacca Co munità di Camajore, con la quale la nostra di Viareggio
ed altre fosse emissarie del Lago di Massaciuccoli, o che s’incammina da ponente a levante verso i colli di Pedona
raccolgono gli scoli di quella pianura. Lo chè peraltro per girare sulla cima di quelli verso scirocco e passare
basta pel vantaggio della pesca, che suol essere ricca sopra i poggi di Stiavola, della pieve d’Illice, di
assai, e per il comodo del commercio onde Massarosa e quindi arrivare sulla vetta del monte di
particolarmente cambiare gli olj ed i prodotti indigeni con Quiesa. A quel varco il territorio di Viareggio trova l’altro
quelli esteri e con le merci coloniali. della Comunità di Lucca, col quale piegando da scirocco a
L’aria attualmente è cotanto sana in tutte le stagioni ostro percorre dal monte di Quiesa il fianco occidentale di
dell’anno e così temperata nell’inverno, che molte delle quello di Balbano, di dove s’incammina verso la gronda
principali famiglie lucchesi vi possiedono palazzine e orientale del padule di Massaciuccoli. Costì arrivano i
casini, dove costumano recarsi ad oggetto di godere del confini della Comunità di Vecchiano del Granducato, con
benefizio di quel clima nei rigori dell’inverno, mentre l’ultima delle quali dirigesi per la Fossa Nuova nel padule
nell’estate vi accorrono anche dall’estero illustri prenominato che entrambe attraversano da scirocco a
personaggi per far uso de’ suoi bagni di mare. maestrale, nella parte più occidentale del Lago, finché
Quando cotesto paese non contava che misere capanne, voltando faccia a libeccio giungono per termini artificiali
abitate da due in trecento malsani coloni e da poveri sul confine del littorale, che trovano alla Torre di
pescatori, vi fu eretto un convento della Riforma Migliarino presso lo sbocco in mare della Fossa detta
Francescana di S. Bernardino con chiesa annessa sotto dell’Abbate.
l’invocazione di S. Antonio. Non vi sono fiumi che attraversino cotesta Comunità,
In seguito quest’ultima fu dichiarata cura suffraganea qualora si eccettui la fiumana del Camafore, la quale
della pieve d’Ilice, e la prima volta che essa comparisce costeggia il territorio comunitativo dal lato di maestrale a
settentrione. Vi è compreso bensì per la maggior parte importantissime riflessioni di altri due chiari idraulici di
uno de’ Laghi più estesi della Toscana, con diverse fosse quel secolo, l’Abate Ruggiero Giuseppe Boscovich ed il
navigabili, come la Fossa detta del Malfante, quella di matematico Eustachio Zanotti.
Stiavola e l’altra delle Quindici, oltre la Fossa maggiore, Non starò qui a ripetere ciò che fu detto agli Articoli
ossia la Burlamacca, le quali tutte o del Lago di FOSSE PAPIRIANE, MASSAROSA,
Massaciuccoli, o del Laghetto di Montramito, o in linea MASSACIUCCOLI e suo LAGO, se non per
parallela al lido dirigonsi nel Porto Canale di Viareggio. rammentare, che la pianura fra Massaciuccoli e il mare
In una parola le acque terrestri che ristagnano fra il Monte era palustre fino dai tempi romani, e che il terreno
di Quiesa e la marina di Viareggio e che si raccolgono, o attualmente scoperto attorno al Lago e alle fosse
nel Lago di Massaciuccoli, oppure in altri minori medesime è di una natura calcarea argillosa, affatto
Lagaccioli, si riducono in fosse che con lento declive per diversa da quella di arena silicea e marina che cuopre il
la pianura fluiscono nel Porto Canale predetto. fondo del Lago stesso di Massaciuccoli, e che suole
Niuno fra i territorj comunitativi della Toscana offre per raccogliersi per inviare quella qualità di arena per uso
avventura tanta messe allo studioso delle scienze fisiche e delle seghe de’ marmi a Serravezza ed a Carrara.
idrostatiche, quanta ne fornisce la Comunità di Viareggio Non debbo per altro tacere, qualmente fu in questa
nella sua pianura di recente acquisto poco distante dalla Comunità, dove pochi anni addietro l’aria tornò a
foce di due fiumi reali, coperta da vasti paduli, di due danneggiare gli abitanti fra Massarosa e Montramito
laghi e di frequenti fosse che lentamente s’incamminano stante la coltivazione introdottavi delle Risaje:
verso una spiaggia inclinatissima all’orizzonte. coltivazione che eccitò molti reclami e rammarichi di
Due libri importanti per la scienza idraulica, onde anco quegli abitanti che l’avvicinavano, oltre non pochi
conoscere lo stato fisico di cotesta contrada, nella prima discorsi scientifici, fra i quali citerò per tutti un libro del
metà del sec. XVIII, furono pubblicati in Lucca sotto gli Prof. Francesco Puccinotti, una memoria del marchese
anni 1736 e 1739. Spetta il primo al chiarissimo Mazzarosa ed altra memoria col titolo di Note di Michele
Bernardino Zendrini che scrisse sulla riforma di quel Giannini medico di Viareggio.
porto con un’Appendice intorno ai tristi effetti della La pianura di Montramito, di Massarosa e la marina di
macchia di Viareggio, mentre il secondo spettante al Viareggio sono mantenute palustri non solo dai frequenti
celebre matematico Giovanni Poleni giova a confermare capezzali che arrestano lo scolo delle acque terrestri al
l’opinione del primo. mare in un piano poco superiore al suo livello, ma vi
Le quali riforme eseguite pochi anni dopo dalla concorrono altresì a conservarla in tal guisa molte
Repubblica di Lucca a seconda dei pareri esternati da quei scaturigini perenni di fonti che pullulano dai monti
due sommi matematici, recarono alla contrada un cotal superiori di Quiesa fino a quelli di Montramito, e che
successo, che in grazia del taglio della macchia, e più attualmente servono solamente a mettere in moto le
ancora delle cataratte a bilico poste sull’ingresso della macine di un mulino a granaglie e quelle di un frantojo.
Fossa Burlamacca nel Porto Canale di Viareggio onde Si suppone da taluni che le acque delle fonti del monte
impedire la promiscuità dell’acqua salsa con la dolce, non pullulanti alla destra della strada postale fra Massarosa e
solamente cessarono costà di vedersi Montramito, allacciante che fossero, sarebbero suscettibili
di esser portate a sufficiente altezza da servire almeno
Quei volti lividi e confusi all’irrigazioni della pianura circostante al piccolo
Perché l’aere gli era nimica, Laghetto di Montramito.
“Una sola trave, diceva il dottore Michele Giannini nelle
ma d’allora in poi crebbe vistosamente sana e longeva la sue Note sulle Risaje della marina lucchese, una sola trave
sua popolazione. posta sulla bocca della Fossa Selice basta ad elevare in
Cotesto fenomeno pertanto della migliorata qualità breve tempo circa un mezzo braccio l’acqua del Laghetto
dell’aria avvenne dopo che nel 1740 per opera del di Montramito, nel cui fondo scorgendosi dei muri, fu
prelodato idraulico Berardino Zendrini furono poste in creduto dal popolo che costà esistesse un convento
opera le cataratte a porte mobili fra le fosse emissarie sprofondato, non si sa come, né quando. Dal fondo di quel
dell’acqua dolce ed il Porto di Viareggio; la quale Laghetto sorge un’altra polla, in guisa che con le sole
operazione recò tal benefizio reale da non lasciare più acque del Laghetto medesimo si mantenevano le Risaje
dubbio che ciò derivasse dalla miscela dei due liquidi, state seminate innanzi che il quinto Congresso degli
stante che appena quelle cataratte mobili si guastarono, Scienziati italiani tenuto in Lucca, nella seduta del 25
tornò la malaria a portare la morte a quegli abitanti, finché settembre 1843, per organo di una commissione incaricata
riparate e rimessele nel pristino stato, sparvero le febbri di studiare e riferire sull’influenza igienica delle Risaje,
maremmane, e la popolazione di Viareggio riprese a fece tale rapporto, dal quale resultava, che generalmente
prosperare e ad accrescersi successivamente, in guisa che la cultura del riso era nociva all’economia pubblica e
questa florida Terra nel 1832 fu eretto in seconda città del causa accrescente di malaria, resa mofetica e di pessimo
Ducato di Lucca. odore dall’esalazione delle parti organiche macerate e
Nel 1782 comparve alla luce un terzo libro dell’Abate fermentate nelle ripetute vicende di stagnazione e di lento
Leonardo Ximenes sul progetto di un nuovo Ozzeri che corso delle acque che irrigano le umide Risaje.
meditava introdursi nel Lago di Massaciuccoli e di là pel Volete voi vedere, esclamava il Professor Puccinotti nella
Canale di Viareggio in mare, dove si trattava anche di sua opera, rispetto all’introduzione delle Risaje in
qualche riforma atta a giovare a quel Porto. Allo stesso Toscana, volete voi vedere rovinato il più regolare
progetto del Ximenes frattanto facevano corredo sistema idraulico di un paese? Introducetevi le Risaje.
Non senza maraviglia, egli prosegue, io vidi queste Risaje stato lucchese.
di Montramito (li 7 giugno del 1843) avere verso la strada Per buona sorte dell’umanità e per poca sorte di avidi
regia (postale) i loro argini quasi ai piedi delle viti, degli speculatori, dal 1843 in poi tali Risaje sono scomparse in
olmi e dei pioppi da un lato; dall’altro lato, ed allo stesso tutta la Toscana, ed a Montramito sono ritornate a
livello, piantagioni verdeggianti di granturco (mais) e di crescere naturalmente la Sala, la Spazzola di padule, e più
fagiuoli; in qualche parte con un passo che attraversasse comunemente il Giunco da stoje, le quali piante servono
un piccolo fosso trovarsi subito in mezzo a fertilissimo non solo di foraggio, ma accoppiate ad altri falaschi dei
campo di un grano che arrivava alle spalle; in qualche paduli costituiscono il letto delle stalle coloniche, sicché,
altro punto poche braccia traverse di strade maestre macerate forniscono una specie d’ingrasso a quell’umida
dividere un bellissimo oliveto dalle meste e fetenti Risaje. pianura, mentre nei luoghi resi meno palustri mediante le
Allora fu che alle piante acquatiche costituenti quei fosse di scolo si seminano e vi fertilizzano piante
pantani, come sarebbe l’Arundo phragmitis (Spazzola di leguminacee e granoturco.
padule) al Typha Latifolia (Sala di padule) allo Peraltro la risorsa agraria principale di questo territorio
Sparganium erectum (Sparganio) al Syrpus lacustris consiste nei frequenti e ben tenuti oliveti, i quali rivestono
(Giunco da stoje) alla Chara vulgaris, (Erba calcinaja) i fianchi meridionali dei colli fra Massaciuccoli,
venne surrogato il riso, pianta che doveva crescere e Montramito, Campo Romano e Stiavola, alternanti con
fruttificare sotto le condizioni medesime di cultura: viti a filari e con frequenti campi di granaglie, mentre a
cosichè il principio di fecondazione di tutte le piante questi fanno corona nei seni e nella parte più elevata dei
palustri ed acquatiche può dirsi comune ed invariabile poggi estese selve di castagni.
anche al riso; né vi sarà mai, è l’A. che parla) alcuno al Anche la pianura di Viareggio va di anno in anno
mondo che possa conciliare insieme una Risaja con la guadagnando in consistenza ed in estensione. Infatti
salubrità”. rispetto alla consistenza non sono ancora 40 anni che la
In realtà che la cultura delle Risaje di Montramito strada rotabile fra Viareggio e Montramito era fangosa, in
influisse anche a danno degli abitanti di Viareggio, guisa che bene spesso bisognava rialzarla onde
sebbene due miglia da esse distanti, lo asseriva il medico mantenerla per quanto era possibile asciutta.
condotto Dottor Michele Giannini, dicendo “che innanzi Inoltre presso Montramito esisteva una sottile crosta di
l’introduzione di quelle Risaje si poteva stare in cuora che s’innalzava ed abbassava secondo che l’acqua
qualunque ora della notte per le vie di Viareggio e per le cresceva o diminuiva, ed oggi invece si veggono sulla
vicine campagne senza vestito e con la testa scoperta strada terre alte, consistenti e intorno a quella stazione orti
senza pericolo della propria salute. copiosi e fertilissimi.
Il nostro banco, soggiungeva il Dottor Giannini, ed il >”L’aria è salubre, asserisce il medico di Viareggio, le
monte, fertili d’ogni frutto non conservano assai umidità nebbie non più viste da molti anni di giorno sono
nelle state per fornire legumi e granturco, il cui prodotto rarissime in qualche notte di autunno, le quali, se innanzi
suole costituire il vitto ordinario della maggior parte del la coltura delle Risaje da Montramito potevano giungere
popolo. da Viareggio, non vi era più memoria di averle vedute
Il nostro banco, soggiungeva il Dottor Giannini, ed il costì dopo il levare del sole.
monte, fertili d’ogni frutto non conservano assai umidità La peste non ha mai penetrato, aggiunge il Giannini, in
nelle state per fornire legumi e granturco, il cui prodotto cotesta contrada; in guisa che in un clima così temperato e
suole costituire il vitto ordinario della maggior parte del sano il popolo ben nutrito vive lungamente robusto e si
popolo. moltiplica prodigiosamente”.
L’industria perciò diresse la coltivazione di questi generi Fra i prodotti di suolo utilissimi a questa contrada
sopra i costi detti marzuoli in quella parte di padule sarebbero i bestiami da frutto e da lavoro, dei primi de’
migliorata sì, ma che ancora non restava asciutta se non quali si faceva dai Viareggini nei tempi andati un
verso la fine di maggio sino a settembre”. commercio utilissimo al colono ed al proprietario.
Dondechè i contadini nell’aspettativa della futura La pesca del Lago di Massaciuccoli mantiene altresì
raccolta, ed i marinari stante la cessazione della pesca, molte famiglie, ed il governo ne ritrae un vistoso
sogliono ricavare con poco lavoro tanto frutto per provento; ma assai maggiore è il numero dei marinai ed il
corrispondere ai fitti e campare dall’inverno le loro lucro che ne ritrae il Principe da quella più copiosa che
famiglie. ottengono i pescatori dal mare di Viareggio.
Nella deliziosa vallecola di Stiava, soggiungeva il Dottor “In quanto alla crescente estensione del territorio, tanto
Giannini (nota 21), gli attaccati da febbre intermittenti dal lungo i margini del lido, come a piedi dei colli, sono
mese di marzo al mese di luglio del 1843 sino stati circa prodigiosi gli acquisti; e la coltivazione specialmente
130, fra i quali molti sono ricaduti sei sette volte. intorno alle gronde del padule di Massaciuccoli si è estesa
E prima delle Risaje non si ammalavano che sei, o otto in molti luoghi che nei secoli decorsi erano coperti in
individui in tutto l’anno fra i molti che frequentavano il inverno dalle acque. Lo che starebbe a provare il naturale
padule”. rialzamento del suolo che si effettua più sollecitamente ed
Arroge a ciò una sugosa memoria del Marchese Antonio in maggiore quantità di quello che non faccia il
Mazzarosa letta al quarto Congresso scientifico di Padova ritiramento del mare”.
sulle antiche Risaje del Lucchese e loro tristi effetti, A coteste osservazioni fisiche del medico condotto di
sicché il governo di quella repubblica pubblicò nel dì 4 Viareggio mi vi sottoscrivo di buon animo; così potessi
maggio del 1612 un editto, col quale si proibiva sotto farlo dall’altra osservazione, quale si è quella di credere
pena severissima la coltivazione di riso per tutto quanto lo egli, che non solo l’accostamento d’arena lungo il littorale
di Viareggio aumenti di circa cinque braccia per anno, ma 1832 n° 176, abitanti anno 1844 n° 245
che in proporzione si abbassi il livello del mare; - nome del luogo: Montigiano, titolo della chiesa: S.
comecchè egli aggiunga in nota (10) intendere di voler Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti
riferire all’abbassamento del livello del mare non in anno 1832 n° 269, abitanti anno 1844 n° 330
quanto a se stesso, ma relativamente al nostro banco (di - nome del luogo: Pieve a Ilice, titolo della chiesa: S.
Viareggio) e alla nostra palude. Pantaleone (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti
La quale opinione del medico Viareggino sarebbe opposta anno 1832 n° 432, abitanti anno 1844 n° 489
affatto alle osservazioni instituite costà circa cent’anni - nome del luogo: Quiesa, titolo della chiesa: SS. Stefano
innanzi dal matematico Bernardino Zendrini, il quale e Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca (già
invece nell’opera di sopra citata opinava, che il livello del Pis a), abitanti anno 1832 n° 176, abitanti anno 1844 n°
mare fosse in qualche aumento, deducendolo dai terreni di 245
alcune case situate poco lungi dalla Torre dei Forzati, che - nome del luogo: Stiava, titolo della chiesa: S. Maria
all’età del Zendrini erano quasi sempre sommerse dalle Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti
acque del mare, mentre allora la livellazione del Lago di anno 1832 n° 725, abitanti anno 1844 n° 968
Massaciuccoli si trovava ad un braccio, once 2 e 3/4 - nome del luogo: Torre al Lago, titolo della chiesa: S.
superiore al suo livello. Giuseppe (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca (già
Ricompensati largamente dalla propria industria i Pisa), abitanti anno 1832 n° 694, abitanti anno 1844 n°
Viareggini innalzano nella loro patria case e palazzetti 700
quasi ad un tratto capaci di dare comoda stanza agli - nome del luogo: VIAREGGIO (città), titolo della chiesa:
stranieri, i quali attirati della purità dalle acque salse, dalla S. Antonio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca,
salubrità del paese e dalla gradevole sua posizione, si abitanti anno 1832 n° 4883, abitanti anno 1844 n° 4350
recano annualmente in copia a bagnarsi a quella spiaggia, - nome del luogo: VIAREGGIO (città), titolo della chiesa:
somministrando così un nuovo mezzo di civilizzazione ed S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca,
un moderno ramo di ricchezza, mentre altro ramo è abitanti anno 1832 n° -, abitanti anno 1844 n° 2196
fornito dalla marina ai Viareggini, che tentano di già
solcare l’Oceano per portare fino a Buenos Aires il - Totale abitanti anno 1832: n° 11166
commercio della sua giovane patria. - Totale abitanti anno 1844: n° 14145
In Viareggio risiedeva un Governatore, un Comandante
militare, un Giusdicente civile e criminale, ed una Dogana N.B. La Comunità di Viareggio nel 1744, cioè 4 anni
principale per lo Scalo del Porto e la Via Littorale. La dopo l’applicazione delle cateratte a bilico contava
conservazione delle Ipoteche, la Direzione delle acque e solamente Abitanti 2279.
strade, ed il Tribunale di seconda istanza sono in Lucca,
sede di quel Governo Ducale.
VICARELLO nella Val di Tora. Borgo con chiesa
PROSPETTO della Popolazione della COMUNITA’ di parrocchiale (S. Iacopo già pieve) e con una nuova
VIAREGGIO all’anno 1832 e 1844. stazione postale nella Comunità e quasi due miglia
toscane a maestrale di Colle Salvetti, Giurisdizione a circa
- nome del luogo: Bargecchia, titolo della chiesa: S. miglia toscane 8 a grecale di Livorno, Diocesi e
Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti Compartimento di Pisa.
anno 1832 n° 500, abitanti anno 1844 n° 591 Risiede in mezzo ad una ubertosa pianura irrigata a
- nome del luogo: Bozzano, titolo della chiesa: SS. levante-grecale dal torrente Isola, a settentrione maestrale
Prospero e Caterina (Cappella curata), diocesi cui dal Fosso Reale, ed a ponente e ostro dal fiumicello Tora.
appartiene: Lucca (già Pisa), abitanti anno 1832 n° 880, Trovasi sul quadrivio della Via provinciale Emilia con
abitanti anno 1844 n° 1113 quella regia postale Traversa che dalla Casa Carmignani
- nome del luogo: Campignano o Compignano, titolo si stacca ed ai Ponti di Stagno ritorna nella regia postale
della chiesa: - (Cappella curata), diocesi cui appartiene: Livornese.
Lucca (già Pisa), abitanti anno 1832 n° 112, abitanti anno Il nome di Vicarello indica per se stesso ciò che fu, come
1844 n° 127 lo è tuttora, una borgata, o piccolo Vico, non mai un
- nome del luogo: Corsanico, titolo della chiesa: S. castello. Comecchè la sua chiesa sino almeno dal secolo
Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti XIII fosse plebana e che avesse per suffraganea la cura di
anno 1832 n° 628, abitanti anno 1844 n° 719 Colle Salvetti; comecchè Vicarello formasse col suo
- nome del luogo: Gualdo, titolo della chiesa: S. Niccolao territorio una Comunità separata da quella di Colle
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca (già Pisa), Salvetti, siccome apparisce dal Breve Pisano del 1285, ciò
abitanti anno 1832 n° 189, abitanti anno 1844 n° 209 non ostante la sua contrada migliorò dopo che la cura di
- nome del luogo: Massaciuccoli, titolo della chiesa: S. Colle Salvetti fu eretta in chiesa plebana (1571). Allora
Lorenzo (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca (già Pisa), questo Vicarello trovavasi in pessimo stato, in mezzo a
abitanti anno 1832 n° 173, abitanti anno 1844 n° 218 paduli, e sottoposta alla malaria, finché non fu dato scolo
- nome del luogo: Massarosa, titolo della chiesa: SS. ai suoi acquitrini mediante un più libero passaggio nel
Jacopo e Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, Fosso Reale. Ciò avvenne nel 1788, quando si calcolava
abitanti anno 1832 n° 802, abitanti anno 1844 n° 1033 che 9582 stiora di terreno palustre fossero state in gran
- nome del luogo: Mommio, titolo della chiesa: S. Andrea parte convertite in campi atti alla coltivazione. Realmente
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno la popolazione di Vicarello non comparisce nella statistica
del 1551 e neppure in quella del 1745. Quindi avvenne
che la sua cura fino dal 1571 perdè il suo fonte
battesimale, sebbene venisse dichiarata esente da VICCHIO (Viculum). – Se indicare dovessi i luoghi
qualunque pievano, e immediatamente soggetta al ch’ebbero il vocabolo di Vicchio (Viclum e Viculum)
diocesano, l’Arcivescovo di Pisa. dovrei far qui una lista nojosa, e senza dubbio non
Nel luogo dove fu l’antica cura di Vicarello per ordine del completa; mi limiterò pertanto ai soli nomi di Vicchio
Granduca Leopoldo I eresse la chiesa attuale alta e restati a qualche popolazione nella Toscana attuale,
sfogata, stata accresciuta di entrate con quelle della riserbando al suo luogo i casali, castelli, o terre che
soppressa cura di S. Marco in Calcesana, alla quale conservavano attualmente il nome generico di Vico.
spettava la sua campana maggiore, in cui leggevasi: A. D.
MCCLXXIV. MAGR.IOHE FEC. HOC OPUS, che il
Morrona nella sua Pisa illustrata (Vol. I.) opinò che VICCHIO DI LORENZANA. – Casale fra Tremoleto e
potesse essere opera quella dello scultore Giovanni Tripalle dove fu una chiesa (S. Stefano) filiale della pieve
Pisano. di Tripalle, ed il cui comunello più tardi venne riunito alla
Era la pieve di Vicarello di antico giuspadronato della contea, ora Comunità di Lorenzana, nella Giurisdizione e
nobile prosapia Gherardesca, la quale possedeva in circa 4 miglia e mezzo a libeccio di lari, diocesi e
cotesta contrada estese tenute, siccome apparisce dal Compartimento di Pisa.
testamento di Bonifazio Novello conte di Donoratico, Risiede sopra una collina, per la quale si và da Tremoleto
scritto in Pisa li 19 luglio 1338 (stile pisano) e dal suo a Lari presso al confine della Comunità di Lorenzana con
codicillo rogato li 23 dicembre 1341 (stile pisano, o 1340 quelle di Lari e di Fauglia sopra la ripa destra del torrente
stile comune). Col testamento predetto il conte Bonifazio Isola e poco lungi da alcune case coloniche della tenuta di
Novello legò ai poveri vergognosi di Pisa ed ai corpi Belvedere di Crespina.
religiosi di detta città i prodotti della sua tenuta di La chiesa di S. Stefano a Vicchio è rammentata fra le altre
Vicarello, eccettuando la colombaja, ossia la torre e in una carta dell’Archivio Diplomatico di Firenze del 21
palazzo di Vicarello, oltre i diritti ed onori sulla pieve settembre 1211 rogata nel cimitero della pieve di Tripalle.
omonima, cose tutte che destinava ai suoi eredi. – (MARITI, Odeporico MS.delle colline pisane nella
Da Vicarello a Pisa si contano miglia toscane 9 e mezzo; Bibl. Riccardiana).
e intorno a miglia toscane 8 da Vicarello a Livorno, Anche un istrumento del 31 marzo 1225, rogato nella
passando per la strada nuova postale Traversa che mette curia di Tremoleto, tratta della vendita di un pezzo di terra
nella regia Livornese al primo Ponte di Stagno. posto nei confini di Vicchio e Tremoleto. (ARCH. DIPL.
La parrocchia di S. Jacopo a Vicarello nel 1833 contava FIOR. Carte del Monastero delle Rivolte di Pisa).
760 abitanti. La chiesa di Vicchio sussisteva ancora nel principio del
secolo XVI, nel qual tempo cotesto castelluccio era
sottoposto alla potesteria di Crespina innanzi che fosse
VICA RELLO DI CINIGIANO nella Valle dell’Ombrone assegnato alla contea di Lorenzana. – Vedere
sanese. – Villaggio con chiesa parrocchiale (S. LORENZANA. – Infatti nella statistica del 1551 il
Margherita) nella Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia comunello di Vicchio di Lorenzana contava 5 famiglie
toscane a ponente di Cinigiano, Diocesi e Compartimento con 21 abitanti.
di Grosseto.
Risiede alla sinistra del fiume Ombrone sanese sopra un
poggio fra Colle Massari e il fiume suddetto, quasi VICCHIO DEL MUGELLO nella Val di Sieve. – Terra
dirimpetto al poggio di Campagnatico. murata, capoluogo di comune ed ora di piviere (S. Stefano
La parrocchia di S. Maria a Vicarello di Cinigiano nel di Botena in S. Gio. Battista a Vicchio) siccome fu per
1833 contava soli 62 abitanti. molto tempo capoluogo di Giurisdizione attualmente sotto
la potesteria del borgo S. Lorenzo, nella Diocesi e
Compartimento di Firenze.
VICASCIO DI CALCI (quasi Vicus Cassii). – Casale che E’ posta sopra un’estrema collina che si avanza
diede il nome ad una chiesa parrocchiale (SS. Stefano e dall’Appennino di Belforte verso la ripa sinistra della
Pietro) riunita alla cura di S. Salvatore di Colle nel Sieve, a cavaliere della via provinciale del Mugello, fra la
pievanato di Calci, Comunità Giurisdizione Diocesi confluenza de’ torrenti Muccione, e quella dell’Arsella nel
Compartimento e circa 7 miglia a grecale di Pisa. grado 43°36’ latitudine e 29°12’52’’ longitudine, circa 4
Risiede alle falde meridionali del Monte Pisano sulla ripa miglia toscane a levante del Borgo S. Lorenzo, 5 a
destra della Zambra di Calci ed a cavaliere della gran maestrale di Dicomano, e 18 miglia toscane a grecale di
Certosa. Firenze.
E’dubbio se nel luogo detto tuttora S. Pietro del distretto Comecchè nella contrada possedesse latifondi la famiglia
di Calci fosse la chiesa di S. Pietro di Cerbaria, o quella Finighelli e la mensa vescovile di Firenze, con tuttociò
di S. Pietro di Vicascio prese il nomignolo un ponte che l’origine di questo paese convertito in castello non è più
attraversava il torrente Zambra, siccome può rilevarsi dal antica del 1324 quando la Repubblica Fiorentina lo fece
Breve Pisano del 1285 noto sotto il titolo di Breve del circondare di mura e munire di quattro torri per tenere in
Conte Ugolino, dove al Libro IV, Rubrica nona, trattasi freno specialmente i conti Guidi del ramo di quelli di
del mantenimento della Via Calcesana, e del Ponte di Battifolle e di Grattaja. – Ha due sole porte, una a levante,
Vicascio. l’a ltra a ponente difese entrambe da due torri, ora mozze.
– Vedere AMPINANA (GIO. VILLANI, Cronica Lib. IX maschi 95, femmine 81; coniugati dei due sessi 40;
cap. 174, e MELCHIORRE di COPPO STEFANI, Stor. ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 58;
Fior. Cap. 259). totale della popolazione 288.
E’ di figura parallelepipeda a similitudine delle Terre che ANNO 1833: Impuberi maschi 177; femmine 184; adulti
intorno a quell’età la Repubblica faceva edificare nel maschi 136, femmine 127; coniugati dei due sessi 448;
Mugello, nel Val d’Arno di sopra, e nell’Alpe Fiorentina. ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 218;
Del resto ha nel centro una piazza regolare, ed è al di totale della popolazione 1076.
sotto del suo colle il ponte omonimo che cavalca la ANNO 1840: Impuberi maschi 174; femmine 178; adulti
fiumana della Sieve. – Il territorio di Viccho è maschi 185, femmine 191; coniugati dei due sessi 407;
fiancheggiato a levante e ponente dai contrafforti che ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 233;
scendono dall’Appennino di Belforte, il quale emerge al totale della popolazione 1145.
suo settentrione-grecale, mentre di fronte a ostro si alza ANNO 1843: Impuberi maschi 183; femmine 191; adulti
sulla destra della Sieve il Monte Giovi. maschi 178, femmine 194; coniugati dei due sessi 441;
Cotesto paese piccolo nel secolo XIV, era allora da poca ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 245;
gente abitato, al segno che non faceva cura, mentre adesso totale della popolazione 1197.
non solo è pieno di terrazzani, e di buone abitazioni
fornito, ma ancora la sua chiesa fatta cura ed ampliata, nel Comunità di Vicchio. – Il territorio di questa Comunità
1830 da Monsignor Minucci Arcivescovo di Firenze fu occupa una superficie di 43244 quadrati agrarj, dei quali
consacrata e dichiarata plebana, staccandola dal piviere di 1191 quadrati sono presi da corsi d’acqua e da pubbliche
S. Cassiano in Padule, trasportando in essa gli onori della strade.
soppressa pieve di S.Stefano in Botena, che era Nel 1833 vi abitavano 9004 individui, a proporzione di
giuspadronato della mensa arcivescovile. circa 172 persone per ogni miglia quadrata di suolo
Infatti molto tempo dopo l’edificazione di Vicchio la sua imponibile.
chiesa di S. Gio. Battista uffiziavasi da un semplice Confina con i territori di 4 Comunità. Dirimpetto a ostro
cappellano che poi divenne curato amovibile, e la cui si tocca con quella del Pontassieve, a partire dal Ponte
giurisdizione fu limitata al solo castello fimo dopo la metà alla Moscia presso la confluenza di questo torrente in
del secolo XVI. – Il MANNI nell’opera sua dei Sigilli Sieve, e di là per il poggio di Capraja si dirige per
antichi ne illustrò uno appartenuto alla Comunità di Crocerossa sul crine di Monte Giovi. Ivi cessa la
Vicchio e Rostolena, stata riunita fino da quando la Comunità del Pontassieve e sottentra quella del Borgo S.
Repubblica Fiorentina fece innalzare le mura di Vicchio Lorenzo, con la quale l’altra di Vicchio fronteggia per una
dopo aver atterrata la sovrastante rocca di Rostolena dei lunga linea, da primo dirimpetto a ponente libeccio
conti Guidi. Il qual vero trovasi confermato dallo Statuto scendendo il Monte Giovi per la strada che dal Podere del
fiorentino del 1415, e da quelli parziali del Comune di Cerro va a Monzanello, al di là della quale trova altre vie
Vicchio registrata se non che con Rostolena tampoco pedonali lasciando al suo ponente la chiesa di Uliveta
nella statistica nella statistica del 1551. finché mediante il torrente Corella scende nella fiumana
Sino al secolo XVI fuori del castello di Vicchio sulla Sieve che attraversa per entrare nella strada di sagginale, e
strada maestra esistè uno spedaletto con oratorio dedicato di lì salire la costa destra dell’Appennino del Mugello
a S. Ivone. passando fra i torrenti Elsa e Pesciola, finché a mezza via
Anche la potesteria di Vicchio soppressa nel 1833 piega alquanto verso maestrale per entrare nella strada di
esisteva da varj secoli, ed estendeva la sua giurisdizione Vezzano. Di costì rimontando il borgo della Corsolla
sopra 23 popoli, quanti a un di presso ne conta ora la arriva presso la cresta dell’Appennino, che percorre da
Comunità di Vicchio, i quali tutti insieme nel 1551 primo nella direzione di grecale, poscia di scirocco fino
ascendevano a 1002 famiglie con 5320 abitanti. – Vedere alla sommità del poggio degli Alocchi.
il QUADRO in fine dell’Articolo. Ma ciò che onora Così sottentra la Comunità transappennina di Marradi,
principalmente la Terra di Vicchio è di essere patria di con la quale la nostra cisappennina di Vicchio passa sulla
diverse famiglie illustri, e di uomini celebri, specialmente schiena dell’Alpi dette di Vitigliano, fino al poggio delle
nelle Belle Arti, il primo dei quali fu il Beato Giovanni Fosse. Ivi voltando cammino da levante a scirocco entra
Angelico da Fiesole, al secolo Santi Rosini, frate col borro del Monte nel fosso di Campigno, col quale
Domenicano e pittore insigne che figurò nella prima metà risale contr’acqua per arrivare alla confluenza in esso del
del secolo XV, vero Guido per quella età, diceva il Lanzi, borro detto di Ca-Martino. Ivi viene a confine la
non solo per le bellezze onde adornava i volti dei Santi o Comunità di Dicomano, con la quale rimonta verso ostro
degli Angeli, ma anche per la soavità dei colori. il borro predetto fino a che ritrova il giogo
dell’Appennino al così detto Prato di Marzo. A partire da
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA, già cotesta sommità le Comunità di Vicchio e di Dicomano
CASTEL DI VICCHIO a cinque epoche diverse, divisa fronteggiano per(lungo tragitto nella direzione di libeccio
per famiglie. fino alla Colla della Croce, e di là piegando a ponente
entrano nel borro di Vitereto, e da questo nell’altro di
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti Rigone per avviarsi con esso nella prima direzione di
maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; libeccio nella fiumana della Sieve; la quale serve di limite
ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 66; dirimpetto a grecale alle due Cominità fino al Ponte alla
totale della popolazione 103. Moscia dove la nostra di Vicchio ritrova il territorio
ANNO 1745: Impuberi maschi 36; femmine 31; adulti comunitativo di Pontassieve.
Fra i corsi maggiori di acqua che passano, o che rasentano tribunale di Prima istanza si trovano in Firenze.
i confin i di questa Comunità contasi la Sieve, la quale
bagna il suo territorio nella direzione da primo di ponente QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di
a levante, poscia da maestrale a scirocco, fino sotto VICCHIO a cinque epoche diverse.
Dicomano, dove la Sieve accoglie alla sua sinistra il
torrente Moscia. - nome del luogo: Ampinana, titolo della chiesa: S.
Spettano ai più copiosi influenti di cotesta Comunità i Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
torrenti Pesciola, Muccione, Arsella e Botena, i quali abitanti anno 1551 n° 61, abitanti anno 1745 n° 95,
raccolgono le acque del superiore Appennino di Belforte, abitanti anno 1833 n° 122, abitanti anno 1840 n° 132,
che può dirsi la sommità più alta di questo territorio, cui abitanti anno 1843 n° 140
succede dal lato opposto, cioè a ostro di Vicchio, quella di - nome del luogo: Barbiana, titolo della chiesa: S. Andrea
Monte Giovi calcolata braccia 1677 1/2 superiore al (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
livello del mare Mediterraneo. 1551 n° 38, abitanti anno 1745 n° 50, abitanti anno 1833
Non meno di tre ponti attraversano la Sieve dentro i n° 156, abitanti anno 1840 n° 164, abitanti anno 1843 n°
confini territoriali di Vicchio, il più basso de’ quali è 160
presso Dicomano, ed il più alto dirimpetto a Vicchio - nome del luogo: Bovino, titolo della chiesa: S. Maria
davanti a Monte Sassi, il qual’ultimo fu edificato per (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
deliberazione fatta dalla Signoria di Firenze li 9 febbrajo 1551 n° 108, abitanti anno 1745 n° 127, abitanti anno
del 1295, dalla quale si apprende, che a costruire quel 1833 n° 137, abitanti anno 1840 n° 149, abitanti anno
ponte sulla Sieve si erano obbligati diversi maestri 1843 n° 155
scarpellini, ma che mentre vi si lavorava, cadde un arco, - nome del luogo: Campestri, titolo della chiesa: S.
donde quei cottimanti presero il pretesto di non voler Romolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
continuare a fabbricarlo, ma il governo trovò presto il abitanti anno 1551 n° 319, abitanti anno 1745 n° 262,
mezzo di costringerveli. – (GAYE, Carteggio inedito di abitanti anno 1833 n° 304, abitanti anno 1840 n° 309,
artisti. Vol. I Appendice II.) abitanti anno 1843 n° 303
Fra le strade rotabili che passano per questa Comunità - nome del luogo: Casole, titolo della chiesa: S.
dopo quella provinciale del Mugello tracciata lungo la Cristofano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
ripa sinistra della Sieve, vi sono le vie comunitative che abitanti anno 1551 n° 104, abitanti anno 1745 n° 100,
entrano in Vicchio, oltre le due dirette contro la sponda abitanti anno 1833 n° 206, abitanti anno 1840 n° 214,
destra dei torrenti Muccione e Pesciola per salire alla abitanti anno 1843 n° 219
pieve di S. Cassiano in Padule ed al villaggio di - nome del luogo: Celle con Fostia, titolo della chiesa: SS.
Molazzano. Donnino e Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene:
La chiesa di S. Giovanni Battista a Vicchio nel secolo Firenze, abitanti anno 1551 n° 148 (S. Donnino) e n° 55
XVI non era ancora parrocchia. (S. Pietro) , abitanti anno 1745 n° 178, abitanti anno 1833
Alla medesima dopo la metà del secolo XVIII(1773) fu n° 273, abitanti anno 1840 n° 285, abitanti anno 1843 n°
riunita la cura di S. Giusto a Monte Sassi, finché la chiesa 284
di Vicchio edificata più grande nel 1830 fu consagrata da - nome del luogo: Cistio e Fabbrica, titolo della chiesa:
Monsignor Minucci attuale Arcivescovo di Firenze SS. Donato e Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene:
nell’atto che la dichiarò plebana in luogo della pieve Firenze, abitanti anno 1551 n° 159, abitanti anno 1745 n°
soppressa di S.Stefano in Botena. Innanzi cotesta epoca la 170, abitanti anno 1833 n° 361, abitanti anno 1840 n°
cura di Vicchio era soggetta alla pieve di S. Cassiano in 389, abitanti anno 1843 n° 378
Padule, mentre l’altra di Monte Sassi dipendeva dalla - nome del luogo: Farneto, titolo della chiesa: S.
pieve di S. Martino a Scopeto. – Vedere MONTE SASSI. Bartolommeo (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
Attualmente le parrocchie suffraganee della chiesa abitanti anno 1551 n° 303, abitanti anno 1745 n° 160,
plebana di Vicchio sono sei, cioè; I. di S. Lorenzo a abitanti anno 1833 n° 181, abitanti anno 1840 n° 188,
Villore; 2. S. Bartolommeo a Farneto; 3. S. Cristofano a abitanti anno 1843 n° 199
Casole; 4. S. Maria a Rostolena; 5. S. Alessandro a - nome del luogo: Fiume di Gattaja con Pagliereccio,
Vitigliano; 6. e S. Michele a Ripecanina con l’annessa di titolo della chiesa: SS. Felicita e Martino (Rettoria),
S. Maria a Farneto. diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 204
Il podestà di Vicchio fu soppresso dalla legge del 2 agosto (S. Felicita) e n° 172 (S. Martino) , abitanti anno 1745 n°
1838, e la sua giurisdizione civile riunita alla potesteria 308, abitanti anno 1833 n° 544, abitanti anno 1840 n°
del Borgo S. Lorenzo. 626, abitanti anno 1843 n° 687
In Vicchio si tiene un mercato settimanale concesso dalla - nome del luogo: Incastro, titolo della chiesa: S.
Repubblica Fiorentina fino dal 1477. Esso ha luogo nel Gaudenzio (Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze,
giorno di giovedì, e convertesi in una grossa fiera di abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 117,
bestiami nell’ultimo mercoledì del mese di agosto. abitanti anno 1833 n° 118, abitanti anno 1840 n° 140,
La Comunità mantiene un medico, un chirurgo ed un abitanti anno 1843 n° 115
maestro di scuola. - nome del luogo: Molazzano, titolo della chiesa: S.
Il giusdicente attuale di Vicchio risiede al Borgo S. Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
Lorenzo dove sono pure la Cancelleria comunitativa, abitanti anno 1551 n° 135, abitanti anno 1745 n° 152,
l’ingegnere di Circondario, e l’uffizio per l’esazione del abitanti anno 1833 n° 229, abitanti anno 1840 n° 246,
Registro. – La Conservazione delle Ipoteche ed il suo abitanti anno 1843 n° 264
- nome del luogo: in Padule, titolo della chiesa: S. - nome del luogo: Villa, titolo della chiesa: S. Donato
Cassiano (Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
anno 1551 n° 448, abitanti anno 1745 n° 603, abitanti 1551 n° 84, abitanti anno 1745 n° 108, abitanti anno 1833
anno 1833 n° 839, abitanti anno 1840 n° 867, abitanti n° 178, abitanti anno 1840 n° 192, abitanti anno 1843 n°
anno 1843 n° 872 176
- nome del luogo: Paterno, titolo della chiesa: S. Donato - nome del luogo: Villore, titolo della chiesa: S. Lorenzo
(Prioria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
1551 n° 105, abitanti anno 1745 n° 79, abitanti anno 1833 1551 n° 419, abitanti anno 1745 n° 355, abitanti anno
n° 103, abitanti anno 1840 n° 109, abitanti anno 1843 n° 1833 n° 712, abitanti anno 1840 n° 731, abitanti anno
99 1843 n° 731
- nome del luogo: Pimaggiore con Montauto, titolo della - nome del luogo: Vitigliano, titolo della chiesa: S.
chiesa: SS. Pietro e Jacopo (Rettoria), diocesi cui Alessandro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze,
appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 126 (S. Pietro) abitanti anno 1551 n° 136, abitanti anno 1745 n° 167,
a n° 138 (S. Jacopo), abitanti anno 1745 n° 140 (S. Pietro) abitanti anno 1833 n° 161, abitanti anno 1840 n° 141
e n° 169 (S. Jacopo) , abitanti anno 1833 n° 309, abitanti
anno 1840 n° 280, abitanti anno 1843 n° 262 - Totale abitanti anno 1551: n° 5320
- nome del luogo: Rossojo con Torricella, titolo della - Totale abitanti anno 1745: n° 5539
chiesa: SS. Martino e Niccolò (Rettoria), diocesi cui
appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 66 (S. Martino) Annessi provenienti nelle ultime tre epoche da parrocchie
e n° 73 (S. Niccolò) , abitanti anno 1745 n° 144, abitanti comprese nelle Comunità limitrofe
anno 1833 n° 240, abitanti anno 1840 n° 219, abitanti
anno 1843 n° 250 - anno 1833: abitanti n° 414
- nome del luogo: Rostolena, titolo della chiesa: S. Maria - anno 1840: abitanti n° 484
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno - anno 1843: abitanti n° 480
1551 n° 303, abitanti anno 1745 n° 258, abitanti anno
1833 n° 406, abitanti anno 1840 n° 401, abitanti anno - Totale abitanti anno 1833: n° 9004
1843 n° 401 - Totale abitanti anno 1840: n° 9373
- nome del luogo: Ripecanina e Farneto, titolo della - Totale abitanti anno 1843: n° 9561
chiesa: S. Michele e S. Maria, diocesi cui appartiene:
Firenze, abitanti anno 1551 n° 167, abitanti anno 1745 n°
200, abitanti anno 1833 n° 375, abitanti anno 1840 n° VICCHIO DELL’ABATE. – Vedere VICO L’ABATE in
373, abitanti anno 1843 n° 380 Val di Greve.
- nome del luogo: Scopeto, titolo della chiesa: S. Martino
(Pieve), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno
1551 n° 137, abitanti anno 1745 n° 189, abitanti anno VICCHIO DEL BAGNO A RIPOLI. – VedereVICCHIO
1833 n° 340, abitanti anno 1840 n° 377, abitanti anno DI RIMAGGIO.
1843 n° 387
- nome del luogo: Uliveta, titolo della chiesa: S. Quirico
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno VICCHIO DI MONTEFIESOLE. – Vedere VICO DI
1551 n° 149, abitanti anno 1745 n° 148, abitanti anno MONTEFIESOLE.
1833 n° 219, abitanti anno 1840 n° 232, abitanti anno
1843 n° 267
- nome del luogo: Vespignano, titolo della chiesa: S. VICCHIO MAGGIO in Val di Greve, già VICO
Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, DE’LAMBARDI. – Casale già Castello con chiesa
abitanti anno 1551 n° 156, abitanti anno 1745 n° 471, parrocchiale (S. Maria) nel piviere di Silano, Comunità
abitanti anno 1833 n° 558, abitanti anno 1840 n° 552, Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a maestrale di
abitanti anno 1843 n° 554 Greve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
- nome del luogo: Vezzano e suoi annessi, titolo della Risiede sopra un poggetto contornato da tre lati dalla
chiesa: S. Maria, SS. Pietro e Andrea (Prioria), diocesi cui fiumana della Greve, mentre dalla parte di grecale passa
appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 221 (S. Maria), la strada provinciale Chiantigiana, presso al bivio di
n° 250 (S. Pietro) e n° 136 (S. Andrea) , abitanti anno quella che viene da S. Martino a Strada.
1745 n° 278, abitanti anno 1833 n° 443, abitanti anno Si disse questo Vicchio, o Vico de’Lambardi, per essere
1840 n° 427, abitanti anno 1843 n° 456 appartenuto a de’ magnati di contado, onde distinguerlo
- nome del luogo: VICCHIO con Monte Sassi e Botena, dall’altro vicino Vico l’Abate del piviere di Campoli,
titolo della chiesa: S. Stefano in Botena in S. Giovanni appartenuto agli Abati di Passignano, per cui ebbe il
Battista di Vicchio e S. Giusto (Pieve), diocesi cui nomignolo che tuttora conserva di Vico l’Abate. – Vedere
appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 138 (S. VICO L’ABATE.
Steafano in Botena), n° 60 (S. Giovanni Battista) e n° 88 Al Vicchio Maggio, ossia de’Lambardi sembra che
(S. Giusto) , abitanti anno 1745 n° 288 (S. Stefano e S. debbano riferire diverse pergamene della Badia di
Giovanni) e n° 223 (S. Giusto) , abitanti anno 1833 n° Passignano nell’ARCH. DIPL. FIOR. scritte intorno al
1076, abitanti anno 1840 n° 1145, abitanti anno 1843 n° mille in Vicchio, una delle quali in settembre 957. E’un
1197 contratto di affitto di beni posti nel piviere di Silano che il
nobile Littifredo figlio del fu Adolardo concedeva a terza varcare i poggi della Romola, e scendere di là in Pesa.
persona per l’annua responsione di denari 20 di argento Se fosse provato che in questo Viciano piuttosto che in
da recarsi nel suo castello di Vicchio. – Anche due altre Vitiano di Val d’Elsa avesse posseduto beni il gran Conte
membrane dell’anno 993, due giugno, e 994, 30 del mese Ugo, si potrebbe attribuire a questa località il piccolo
di agosto, furono rogate nel castello medesimo di Vicchio. podere situato in Viciano, o Vitiano, che egli fra i molti
– (loc.cit.) altri nel 998 donò alla sua Badia di Marturi sopra
Con la prima di esse i due fratelli Ubaldo e Guido Poggibonsi.
figliuoli di Walfredo vendettero per il prezzo di soldi 80 Meno dubbio è l’altro documento del 4 novembre 1040,
di argento a Teuzzo del fu Bernardo la loro porzione di pubblicato dal Camici nella sua Opera de’ Marchesi e
beni pervenutigli da due altri fratelli, Eriberto e Winildo, Duchi di Toscana, in cui si tratta della ricca dotazione
le quali sostanze, state acquistate dal nobile Littifredo loro fatta all’altare di S. Giovanni Evangelista nella pieve
zio, consistevano in due sorti con case poste in luogo maggiore di S. Reparata di Firenze dal canonico Rolando
Valle (S. Martino a) nel piviere di Silano. figlio del fu Gottifredo e proposto del capitolo fiorentino;
L’altro istrumento del 30 agosto 994 rammenta un al quale altare oltre le altre stanze assegnò il padronato
Littifredo figlio di altro Littifredo seniore di sopra della chiesa di S. Cristofano a Viciano con tutti i beni di
nominato. suolo, case e corti dominicali che per eredità gli
Arroge che un terzo contratto del novembre 999 si appartenevano nei pivieri di S. Reparata a Firenze, di S.
scuopre qualmente Littifredo del fu Littifredo aveva per Maria all’Antella, di S. Maria all’Impruneta e di S.
moglie donna Imilda, di consenso alla quale egli con Alessandro a Giogoli, nell’ultimo de’ quali si rammentano
quell’atto vendé per soldi 30 a diversi fratelli figli di i predj situati a Marignolle, a Viciano ed in altri luoghi,
Wilfredo alcuni beni posti nel poggio di Valle presso la eccettuando da quella donazione un possesso che
chiesa di S. Martino. (loc.cit.) – Vedere VALLE (S. Rodilando suo zio aveva oppignorato al di lui padre
MARTINO A) e VERRAZZANO in Val di Greve, dove Gottifredo, a condizione di dovere mantenere col frutto di
citai un altro is trumento del 12 marzo 1150 scritto in quei beni i poveri passeggeri che fossero venuti
Vicchio de’Lambardi. nell’ospedale fondato in Firenze dal detto Gottifredo
La parrocchia di S. Maria a Vicchio Maggio nel 1833 presso il Duomo di S. Giovanni.
noverava 153 individui. La parrocchia di S. Cristofano a Viciano nel 1833 contava
220 abitanti.
VICO WALLARI. – Vedere BORGO S. GENESIO nel Val VIESSA DI VERGHERETO. – Vedere VESSA nella
d’Arno inferiore. Valle del Savio e VERGHERETO, Comunità.
VIERLE nella Val di Sieve. – Casale con chiesa VIGESIMO (BADIA DI) in Val di Sieve. – Vedere
parrocchiale (S. Lorenzo) nel piviere di S. Leolino in BADIA DI VIGESIMO.
Monti, Comunità e circa tre miglia toscane a scirocco di
Londa, Giurisdizione di Dicomano, Diocesi di Fiesole,
Compartimento di Firenze. VIGESIMO (S. PIETRO A) ora CASTELFRANCO DI
Trovasi la chiesa sulla cima pianeggiante di una collina SOTTO nel Val d’Arno inferiore. – Vedere CASTEL
bagnata alle sue falde, sul lato orientale del torrente FRANCO DI SOTTO, dove fu detto che all’Articolo
Bucigna, e nella parte occidentale della fiumana della CAPPIANO io ero in dubbio, se alla chiesa di S. Pietro a
Mosciapresso una piccola borgata omonima, intorno a Cappiano, o piuttosto all’altra di s. Pietro a Castelfranco
di Sotto, distante appunto circa 20 miglia toscane da
Lucca, potesse mai riferire quella di S. Pietro a Vigesimo,
della quale è fatta menzione in molte carte dell’Arch. VIGNALE, VIGNE, VIGNALI, E VIGNOLA. – Sono
Arciv. di Lucca anteriori al mille. Ora aggiungerò, nomignoli che al pari di Cerreto, Querceto, Meleto,
qualmente della chiesa di S. Pietro a Vigesimo fanno Farneto, ecc. restarono a varie contrade dove quelle
parola diverse altre carte dello stesso Archivio una delle piante di buon ora allignarono, e per del tempo
quali del 9 giugno 890 e altra del 27 gennaio 945, in cui si continuarono a investirne il suolo.
rammenta la chiesa di S. Pietro a Vigesimo con i suoi beni Noi segnaleremo qui i luoghi di Vignale più singolari
e pertinenze. nella Toscana, cioè, il Vignale di Agazzi presso Arezzo; il
Ma in una terza membrana del 26 aprile 976, colla quale Vignale di Montajone; quello di Maremma; il Vignale ed
fu rinnovato il fitto dei beni di essa parrocchiale a favore il Vignola nella Valle del Serchio; quelli di Bibbiena nel
del visconte Fraolmo che li teneva nel 945, si dichiara Casentino e di santa Croce nel Val d’Arno inferiore ecc.
meglio la situazione topografica della chiesa di S. Pietro a
Vigesimo, corrispondente più a Castel-Franco che non a
Cappiano, mentre quella chiesa si dice situata in locus et VIGNALE DI AGAZZI nel Val d’Arno aretino. –
finibus Vigesimo, que est propre Arme (la Gusciana) et All’Articolo AGAZZI e VIGNALE DI AGAZZI fu
fluvio Arno. indicata non solo la situazione di coteste due borgate, cioè
Lo stesso livello posteriormente fu confermato, nel 6 di Agazzi, un quarto di miglio toscano a ponente di
settembre 983, e 30 luglio 991, dai vescovi di Lucca ai Vignale, ed entrambe situate sul fianco settentrionale della
figli ed eredi del visconte Fraolmo dei signori di San collina di S. Flora a Torrita, cui resta dirimpetto la
Miniato e della Versilia. – Vedere SATURNO nel Val soppressa cura di S. Angiolo a Capo di Monte, riunita,
d’Arno inferiore. come si disse in quei due articoli alla parrocchia
suburbana di S. Cristofano al Vignale di Agazzi sotto la
pieve maggiore, Comunità Giurisdizione Diocesi
VIGIANO, o VISANO nella Valle del Senio in Romagna. Compartimento e circa miglia toscane due e mezzo a
– Vedere VISANO. libeccio di Arezzo.
Questo Vugnale pertanto è diverso da altro Vignale sul
torrente Cerfone compreso nella cura e distretto di S.
VIGLIANO, o VILLIANO. – Non meno di tre Casali col Maria a Bivigliano.
nome di Vigliano, oltre l’antico Viliano che ha servito di La parrocchia di S. Cristofano al Vignale di Agazzi, di
nomignolo alla pieve del Montale, mi si presentano nella padronato di molte famiglie di Arezzo, nel 1833 contava
Toscana Granducale; cioè il Vigliano o Viliano di 399 abitanti.
Rignano; il Vigliano della Casellina e Torri, ed il
Vigliano di Barberino in Val d’Elsa.
Il primo Casale è nella Comunità e popolo di Rignano, VIGNALE DI MONTAJONE nella Val d’Era. –
Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, Villaggio già Castello con chiesa parrocchiale (S.
Compartimento di Firenze. – Di esso faceva ricordo un Bartolommeo) nel piviere di Castel Falfi, Comunità e
istrumento dell’aprile 1085 appartenuto alla Badia di circa 4 miglia toscane a libeccio di Montajone,
Monte Scalari, ora nell’Arch. Dipl. Fior. – Il secondo Giurisdizione di S. Miniato, Diocesi di Volterra,
Vigliano consiste in una borgata della cura di S. martino Compartimento di Firenze.
alla Palma, Comunità della Casellina e Torri, Risiede nel monte di San Vivaldo in mezzo a selve
Giurisdizione della Lastra a Signa, Diocesi e bagnate dalle sorgenti del Roglio degli Olmi tributario
Compartimento di Firenze; e di cui fanno menzione dell’Era.
alcune membrane della Badia a Settimo e del Monastero Questo Vignale è designato sull’antico confine del
di Cestello, pur esse dell’Arch. Dipl. Fior. territorio pisano, a forma dei diplomi imperiali concessi a
Più noto di tutti è il terzo Vigliano, che da il titolo ad un quella repubblica da Federigo I nel 1161, da Arrigo VI nel
antica chiesa parrocchiale (S. Lorenzo a Vigliano, o 1193, da Ottone IV nel 1209 e da Carlo IV nel 1355;
Viliano) nel piviere di S. Pietro in Bossolo, Comunità e sebbene il castel di Vignale fino dal 1186 fosse stato
circa due miglia toscane a maestrale di Barberino di Val accordato in feudo di Arrigo VI come re d’Italia per metà
d’Elsa, Giurisdizione di Poggibonsi, Diocesi e ad Ildebrando Pannocchieschi vescovo di Volterra
Compartimento di Firenze. insieme con la metà dei paesi di Castel Falfi, di
La più antica menzione di questo Vigliano si trova Montignoso, di Legoli, di Barbialla e di molti altri luoghi
nell’istrumento di donazione del 998 fatta dal Marchese della Diocesi di Volterra, sembra però che l’altra metà
Ugo a favore della Badia di S. Michele a Marturi. – fosse uno de’ feudi della nobile prosapia pisana della
Posteriormente ne parlano tre carte appartenute al Gherardesca.
Monastero di S. Apollonia riunite a quelle dell’ospedale Infatti all’Articolo SCOPETO di Val d’Evola fu citato un
di Bonifazio, ora nell’Arch. Dipl. Fior., una delle quali atto del 18 settembre 1109, col quale un conte Ugo del fu
del 6 febbrajo dell’anno 1208, l’a ltra del 1301, e la terza Conte Tedice della Gherardesca rinunziò a Rangerio
del 1338, rogate tutte nel popolo di S. Lorenzo a Vigliano, vescovo di Lucca la metà di due castelli suoi, Barbialla e
piviere di S. Pietro in Bossolo. Scopeto, a riserva di ciò che possedeva il Conte Ugo suo
La parrocchia di S. Lorenzo a Vigliano nel 1833 contava avo in detti luoghi e nelle corti di Maremma, cioè di
156 individui. Cecina, di Bibbona, d’Acquaviva, di Casa Lappi, di
Vignale, della Rocca, e tutto ciòche i vescovi di Lucca Medio Evo. Esso fu rogato in Pisa li 19 giugno del 1439,
avevano dato in enfiteusi allo stesso Conte Ugo ed al (a stile comune) all’occasione che il conte Ildebrando
conte Tedice di lui padre. – (MEMOR. LUCCH. Vol. IV. figlio di altro Conte Ildebrando alienò la metà de’ beni
P. II.) che egli per eredità paterna e materna possedeva in
Nel 1338 sotto di 9 giugno il notaro Gherardo del fu Vignale. – Anche nel privilegio concesso nel maggio del
Arrigo da Vico Fiorentino rogò l’atto di concordia sui 1221 dall’Imperatore Federigo II al Conte Ildebrando di
confini controversi tra il Comune di Firenze e quello di Soana, sono nominati fra i feudatarii di quel conte un
Volterra rispetto al distretto di Montignoso e Vignale. Gherardo di Vignale, ed un Gualfredo suo fratello.
Il qual fatto ci richiama agli atti verso l’anno 1256 istituiti Cotesti nomi ci richiamano all’istrumento dell’1109 citato
in una causa d’appello al Pontefice Alessandro IV tra agli Articoli SCOPETO in Val d’Evola e VIGNALE DI
Ranieri degli Ubertini eletto di Volterra ed il Comune di MONTAJONE, atto a scuoprirci in quel Gherardo di
San Miniato per le pretensioni promosse da quel vescovo Vignale ed in quel Gualfredo due individui della illustre
eletto sopra i castelli di Camporena, Vignale e Castel famiglia della Gherardesca.
Falfi. Arroge a ciò un istrumento inedito dell’Arch. Dipl. Fior.
Inoltre fu scritto nel castel di Vignale, li 29 aprile del proveniente dal convento di Nicosia in Calci. E’ un rogito
1426, un atto di concordia fra i figli del fu angelo di scritto in Pisa, nel 18 maggio del 1369, col quale donna
Francesco Accoppi di Firenze e diversi comunisti d’Jano Bernarda del fu Tedice conte di Donoratico e vedova di
e Camporena. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Arch. Tinaccio della Rocca aveva preso a mutuo fino al 16
gen.) – Vedere gli Articoli MONTAJONE, e SAN giugno 1366 (a stile comune) fiorini cento da Gherardo
MINIATO. del fu ser Baldo da S. Cassiano a Settimo col patto che,
La parrocchia di S. Bartolommeo a Vignale nel 1833 non restituendo il capitale, dopo un anno il creditore
contava 169 popolani. potesse oppignorare alla debitrice, per ritenere in caso
d’insolvibilità le due terze parti di un possesso valutato
fiorini 200, situato nel Comune del Castel S. Lorenzo, in
VIGNALE LUCCHESE sulla FREDDANA nella Valle luogo appellato Casa Lappi. La qual tenuta di Casa Lappi
del Serchio. – Casale con chiesa parrocchiale (S. Martino) allora confinava a 1°. con il territorio comunitativo di
filiale della pieve di S. Stefano, nella Comunità Suvereto; a 2°. con il Comune di Campiglia (nel quale
Giurisdizione Diocesi e circa 4 miglia toscane a maestrale attualmente Casa Lappi è compreso); a 3°.con il Comune
di Lucca. di Vignale (cui spetta il popolo di Valli e Follonica); e dal
Risiede sulla pendice settentrionale dei poggi che 4°. lato con il territorio del Comune di Montone.
scendono alla destra della fiumana Freddana. – Cotesto Anche all’Articolo SCARLINO (PADULE DI) fu citato il
Vignale, diverso da quello delle Pizzorne, e dal Vignola Breve o Statuto pisano del 1285, appellato del conte
del piviere di Arliano, entrambi nel Lucchese, è Ugolino, nel quale si rammenta il Comune di Vignale di
rammentato in varie pergamene dell’Arch. Arciv. di Maremma, per il cui territorio passava un’antica Via
Lucca pubblicate nei volumi IV e V delle Memorie per (forse l’Emilia o Aurelia Nuova.)
servire alla storia di quel Ducato, mentre al secondo, Con sentenza poi del 18 maggio 1369 (a stile pisano) il
compreso nel piviere di Segromigno, appella un possesso di Casa Lappi, stato oppignorato, o ipotecato, da
istrumento del gennaio del 739. Né è da confondersi col donna Bernarda de’conti di Donoratico, fu aggiudicato al
Vignola Lucchese, di cui si fece mensione all’Articolo conte Gherardo creditore per rimborso del non restituito
MACARIO (S.) e del quale ci diede l’ubicazione una capitale di fiorini cento, e dei frutti scaduti. – Vedere
carta del dicembre 779 pubblicata nel Volume V P. II CASA LAPPI, LORENZO (CASTEL SAN) e ROCCA A
delle Memorie teste citate. – Vedere MACARIO (S.) PALMENTO.
La parrocchia di S. Martino in Vignale nel 1832 contava Questo documento archetipo basterà per se solo a
151 abitanti. distruggere tutto il fatto riportato da Tronci nei suoi
Annali pisani sotto l’anno 1359 (stile comune) e
accresciuto di un favoloso racconto dal P. Cesaretti nella
VIGNALE DI MAREMMA fra la Val di Cornia e la Val sua Istoria di Piombino (T. I pag. 85 e segg.) tosto che
di Pecora. – Tenuta con castellare, denominato Vignale Vignale Vecchio esisteva anche nel 1368, quando
Vecchio, dove fu una chiesa plebana (S. Vito) da lunga mantenevasi capoluogo di una Comunità, della quale
mano diruta e riunita alla pieve di S. Andrea a Valli, ora faceva parte non solo la sua pieve di S. Giovanni e S.
di S. Leopoldo a Follonica, nella Comunità Giurisdizione Vito, ma ancora la cura di S. Andrea a Valli e la contrada
Diocesi e circa 9 miglia a ostro-libeccio di Massa di Follonica.
Marittima, Compartimento di Grosseto. All’Articolo MASSA MARITTIMA (DIOCESI DI)
Fra le memorie superstiti di questo Vignale fu pubblicato rammentai un istrumento del 25 marzo 1125, nel quale fu
di corto nelle MEMOR. LUCCH. (Vol. V P. III) un fatta menzione di una pieve e Castello di Valle Aspra
istrumento del 17 novembre 980, allorquando Guido situato nel territorio Populoniese, dalla qual pieve
vescovo di Lucca trovandosi costà nei beni della sua probabilmente prese il nome una delle porte attuali della
mensa, in loco et finibus Cornino ubi dicitur Viniale, città di Massa Marittima.
allivellò molti effetti della pieve Sovigliana al conte Presentemente di cotesto Vignale porta il titolo una vasta
Ildebrando figlio del fu conte Gherardo. tenuta della nobil famiglia Franceschini di Pisa che ha la
Uno degli atti relativi parimente a cotesto Vignale fu casa di fattoria circa tre miglia a libeccio del castello
pubblicato dal Muratori nel Vol. III delle sue Ant. del distrutto di Vignale Vecchio, ben diverso dal luogo di
Franciano esistente 8 miglia toscane a ponente della casentinese. – Casale che diede il titolo ad una delle
Pievaccia di Vignale, dalla quale la fattoria di Vignale antiche cappelle (S. Niccolò) del piviere, Comunità e
Nuovo trovasi quasi 5 miglia toscane lontana. Giurisdizione di Bibbiena, Diocesi e Compartimento di
Lungo la strada Regia Emilia, la quale passa in mezzo alla Arezzo.
tenuta di Vignale, ed a breve distanza dalla casa di Non saprei dire se questo Vignale, o Vignole, prendesse il
fattoria, nel rifare più grandiosa quella via, verso il 1832, titolo da una vigna nuova che nell’estensione di 12 stiora
furono scoperti molti avanzi di fabbricato distribuito in fece piantare nel principio del secolo XI Elemberto
diverse piccole camere, tutte impiantite a mosaico di vescovo di Arezzo presso altra vigna posta in Campo
marmi bianchi, rossi e di altri colori variamente disegnati, Maggio, nel distretto di Bibbiena, e che poi lo stesso
talchè alcuno dubitò che quell’edifizio avesse servito ad prelato nel 1008 rinunziò a favore della Badia di Pratagna.
uso di bagni, derivati forse da una qualche polla smarrita So bene che da questo Vignale, o Vignole, prese il
di acqua termale che scaturiva ivi presso. – Vedere vocabolo una cappella sotto l’invocazione di S. Niccolò,
FOLLONICA e VALLI DI FOLLONICA. dis egnata fra le succursali della pieve di Bibbiena in una
bolla del Pontefice Adriano IV del 1155 riportata dagli
Annalisti Camaldolensi, e confermata a quei pievani nel
VIGNALE in Val di Elsa. – Casale che fu nel piviere di S. 1207 dal Pontefice Innocenzo III.
Pietro in Bossolo, Comunità di Barberino di Val d’Elsa, Finalmente è quel Vignale vicino a Bibbiena che con
Giurisdizione di Poggibonsi, Diocesi e Compartimento di privilegio del 1356 l’Imperatore Carlo IV concesse al
Firenze. Comune di Arezzo.
Molte carte della Badia di Passignano, ora nell’Arch.
Dipl. Fior. rammentano questo Vignale di Val d’Elsa, una
delle quali del 29 aprile 1056 scritta in Firenze, altra del VIGNALE DI CAVRIGLIA nel Val d’Arno Superiore. –
18 ottobre 1073 rogata in Vignale, una terza del 27 Casale che fu nel piviere e Comunità di Cavriglia,
dicembre 1093 scritta in Monte Corboli, ed una quarta Giurisdizione di san Giovanni, Diocesi di Fiesole,
con la data del 26 luglio 1129, nella Badia di Passignano. Compartimento di Siena.
Risiedeva cotesto luogo sul torrente Riofino, siccome lo
dichiara una carta del 16 marzo 1056 (stile comune)
VIGNALE DI SANTA CROCE nel Val d’Arno inferiore. scritta in Firenze e pubblicata dall’abate Camini nella sua
– Subborgo occidentale di Santa Croce dove fu una delle Opera sulla continuazione dei Marchesi di Toscana.
sue chiese parrocchiali (S. Tommaso al Vignale)
nell’antico piviere di S. Maria a Monte, Comunità di
Santa Croce, Giurisdizione di Castel Franco di Sotto, VIGNALE DI LEGNAJA nel Val d’Arno fiorentino. –
Diocesi di San Miniato, un dì Lucchese, Compartimento Casale estinto nel popolo di Legnaja, Comunità predetta,
di Firenze. Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di
La rimembranza di cotesto Vignale è forse la più antica di Firenze.
coteste fin ora rammentate; poiché conservata in una Un istrumento del 28 novembre 1166, riportato dal Lami
membrana archetipa dell’Arch. Arciv. Lucch. del 12 nelle Memor. Eccl. Flor. Alla pagina 1065, fu scritto in
novembre anno 794, pubblicata di corto nella P. II del Lignaria, ubi et Vignale vocatur.
Vol. V delle Memorie per servire alla storia del detto Probabilmente appella allo stesso Vignale un atto scritto
Ducato. nel 5 febbrajo del 990 a favore della mensa fiorentina, col
Trattasi di un testamento rogato in Lucca e dettato da un quale fu fatta una donazione al santo vescovo Podio,
infermo ragazzo per nome Adaldo figlio di Walperto che riportato dallo stesso Lami. – (ivi p. 1417).
giusta la costituzione del re Liutprando istituì erede suo Un’altro Vignale presso la Badia a Settimo nella
universale la cattedrale di Lucca, alla quale lasciò fra i Comunità della Casellina e Torri è rammentato in diverse
beni proprj la sua casa d’abitazione posta in Loco Arme membrane appartenute a quel monastero, ora nell’Arch.
(Gusciana) unitamente ad un podere con casa colonica Dipl. Fior. fra quelle di Cestello.
posto in loco Viniale, ed altra casa massarizia situata nello
stesso luogo d’Arme, con altri beni nel distretto di Barga
e altrove. VIGNALE (MONTE). – VedereVIRGOLETTA in Val di
Nella bolla poi concessa nel 1250 dal Pontefice Eugenio Magra.
III al pievano di S; Maria in Monte si cita per prima
cappella, o prioria di quel piviere, la chiesa di Vignale,
che fu eziandio una delle quattro cure di Santa Croce. Di VIGNANO DELLE MASSE S. MARTINO in Val
essa fece più volte parola Giovanni Lami nel suo d’Arbia. – Casale con chiesa parrocchiale (S. Agnese) cui
Hodoeporicon dove riporta le parole di una sentenza dei furono annessi i popoli d S. Giorgio a Papajano, e di S.
giudici delegati del Pontefice Innocenzo III, pronunziata Stefano a Pecorile, nel vicariato foraneo del Bozzone,
nel 12 di novembre 1199, in cui si rammenta la parrocchia Comunità delle Masse S. Martino, Giurisdizione Diocesi
di S. Tommaso al Vignale. – Vedere SANTA CROCE nel compartimento e circa due miglia toscane a grecale di
Val d’Arno inferiore. Siena.
Trovasi cotesta chiesa sulla cima di una vaga collina
tufacea dove fu un palazzo a guisa di fortilizio detto oggi
VIGNALE, o VIGNOLE DI BIBBIENA nel Val d’Arno Vignanone, preso e abbandonato nello stesso anno 1554
dagl’Imperiali mentre assediavano Siena. – Vedere OFFIANO (PIEVE DI).
Attualmente Vignanone è villa de’ signori Cinughi di
siena fiancheggiata a grecale dal torrente Bolgione, e a
libeccio dal Riluogo. VIGNOLA (PIEVE DI) nella Val di Magra. – Pieve
Nel secolo XIV Vignano era un comunello delle Masse S. antica, tralasciata all’Articolo DIOCESI DI
Martino provvisto del suo sindaco. La chiesa di S. Agnese PONTREMOLI, sotto l’invocazione di S. Pancrazio, nella
a Vignano è rammentata in una bolla del Pontefice Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 1 e 1\2 a
Alessandro III spedita nel 1165 a favore delle monache maestrale di Pontremoli, Diocesi medesima, già di Luni
suburbane di S. Abundio. Sarzana, Compartimento di Pisa.
Il quadro di S. Agnese, portato in questa chiesa dal Giace presso la base meridionale del monte Molinatico
Monastero di di Monte Oliveto Maggiore, è lavoro sulla ripa destra della fiumana Verde poco innanzi che a
delicatissimo del Cavaliere Francesco Va nni. questa si mariti il torrente Betigna.
Sui fianchi di cotesta ridente collina si trovano la villa di Se pure non era cotesta la pieve de Vineola di
Vignano che fu del dotto Guido Savini, ora dei signori giuspadronato del Marchese Oberto, che nel 998 la
Pippi, architettata dal Cavalier Fontana, ed il contiguo rinunziò con altre tre chiese battesimali della diocesi di
Poggio a Pini adorno di lago artificiale, di un vago Luni a quel vescovo; e se il suo casale non corrisponde al
giardino inglese con villa e cappella annessa, ridente Venegla del contado Lunense che l’Imperatore Arrigo III
possesso del conte Vecchi di Siena. nell’anno 1077 confermò ai marchesi Ugo e Folco figli
Oltre il Poggio a Pini si uniscono alla collina di Vignano del marchese Azzo d’Este, non lascia dubbio però che la
mediante i torrenti Bolgione e Riluogo, a ostro i colli di S. pieve di Vignola sia la medesima dai Pontefici Eugenio
Regina e di val di Pugna, a settentrione quelli III ed Innocenzo III, nel 1149 e 1202, confermata alla
dell’Osvanza e di Vico Alto, sopra Vico Bello, ed a cattedrale di Luni con tutte le cappelle, beni e
ponente i bastioni orientali della città di Siena che girano giurisdizioni sue. – (UGHELLI, Ital. Sacra in Episc.
intorno al ripido sprone del convento di S. Francesco. Lunens.)
Il popolo di S. Agnese a Vignano nel 1833 noverava 385 La pieve di S. Pancrazio a Vignola nel 1833 contava 570
abitanti. abitanti.
VIGNE DI BARGA nella Valle del Serchio. – Contrada VIGNOLA (Vineola) DELLE BALZE nella Valle
nota sotto il vocabolo di Vigne per i vigneti che si superiore del Tevere. – Casale dove fu l’antica pieve di S.
coltivano sulle pendici meridionali dei poggi inferiori di Maria alle Balze, già detta in Vignola, in luogo appellato
Barga alla destra del torrente Corsonna nei popoli di tuttora la Pieve Vecchia, nella Comunità e circa 6 miglia a
Albiano e Castel Vecchio, Comunità Giurisdizione e circa scirocco di Verghereto, Giurisdizione di Bagno, Diocesi
un miglio toscano a maestrale di Barga, sotto la Diocesi di di Sarsina, compartimento di Firenze, già di Arezzo. –
Pisa, già di Lucca, Compartimento pisano. Vedere BALZE (S. MARIA ALLE).
Le vigne infatti del Barghigiano danno un vino spiritoso e
squisito fra quanti contar ne possa tutta la Garfagnana.
VIGNOLA LUCCHESE nella Valle del Serchio. – Otre
quanto fu detto agli Articoli MACARIO (S.) e VIGNALE
VIGNE (PIAN TRA) nel Val d’Arno superiore. – Vedere LUCCHESE aggiungerò, che al Vignola di S. Macario
PIAN TRA VIGNE. riferisce una carta del dicembre 779 pubblicata nel Vol.
V. P. II delle MEMOR. LUCCH., con la quale il chierico
Lucifero abitante nel Casale di Castagnolo permutò col
VIGNETA in Val di Magra. – Villaggio con cappella cherico Filippo rettore della cappella di S. Regolo a
sotto la chiesa plebana di S. Pietro a Offiano, la quale Filetta alcuni suoi beni posti di la dal torrente Contesola
esiste in Castiglioncello circa un quarto di miglio toscano presso il rio Cerchia, ricevendo in cambio altri effetti
a maestrale di Vigneta, nella Comunità e mezzo miglio situati in Castagnolo, ecc.
toscano a settentrione di casola, Giurisdizione di La cappella di Filetta nel catalogo delle chiese di quella
Fivizzano, Diocesi di Pontremoli, già di Luni Sarzana, diocesi, scritto nel 1260, trovasi sotto l’invocazione di S.
Compartimento di Pisa. Pietro, sebbene non comparisca altrimenti nel sinodo
Risiede Vigneta sul fianco meridionale dell’Appennino lucchese dell’anno 1736.
detto d’Alpe di Mommio, presso la discoscesa ripa destra
della fiumana Aulella, mezzo miglio toscano innanzi che
la medesima si accresca del tributo che gli reca dalle VIGNOLA, o VIGNOLO A SETTIMO nel Val d’Arno
pendici occidentali del Monte Tea il torrente Tassonara. pisano. – Casale perduto dove fu una chiesa dedicata a S.
Nel visitare la cappella di Vigneta vi ritrovai una Martino nel piviere di S. Cassano a Settimo, Comunità e
vaschetta di macino murata, della misura antica di olio, circa due miglia toscane a ponente di Cascina,
consimile a quella esistente nella pieve di Palaja, talchè Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e Compartimento di
dubitai che costà in Vigneta esistesse una volta la sua Pisa.
Pieve, comecchè la medesima sia stata indicata col Fra le memorie superstiti della chiesa di S. Martino a
vocabolo di Offiano dalle bolle pontificie di Eugenio III Vignola, alias a Settimo, citò una carta del 10 maggio 819
(1149) e d’Innocenzo III (1202) dirette ai vescovi di Luni. (stile comune) pubblicata dal Muratori nel T. III delle sue
Ant. Medii Aevi relativa ad una enfiteusi di beni spettanti
a detta chiesa. VIGNONE e suoi BAGNI nella Val d’Orcia. – Vedere
BAGNI DI VIGNONE.
- nome del luogo: Aramo, titolo della chiesa: S. Frediano VILLA DI CANTALENA. – Vedere CANTALENA nella
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno Valle del Tevere toscana.
1832 n° 215
- nome del luogo: Boveglio, titolo della chiesa: S. Jacopo
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno VILLA DEL CASTAGNO. – Nella Val di Sieve. –
1832 n° 578 Vedere CASTAGNO DI S. GODENZO.
- nome del luogo: Collodi, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca,
abitanti anno 1832 n° 1049 VILLA CASTELLI. Nella Val d’Elsa. –Vedere
- nome del luogo: Collodi di Valleriana, titolo della CASTELLO o CASTELLI (VILLA).
chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene:
Lucca, abitanti anno 1832 n° 352
- nome del luogo: Fibbialla, titolo della chiesa: S. Michele VILLA (CASTELLO IN) nella Valle dell’Ombrone
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno senese. – Era uno de’ 38 comunelli di Castelnuovo
1832 n° 184 Berardenga posto fra il popolo di S. Andrea a Bossi e
- nome del luogo: Medicina, titolo della chiesa: S. quello di S. Pietro in Barca, nella Comunità e circa miglia
Martino (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti toscane due a settentrione di Castelnuovo Berardenga,
anno 1832 n° 292 Giurisdizione medesima, Diocesi di Arezzo,
- nome del luogo: Pariana, titolo della chiesa: S. Lorenzo Compartimento di Siena. – Vedere CASTELLO IN
(Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno VILLA.
1832 n° 630
- nome del luogo: Pontito, titolo della chiesa: SS. Andrea
e Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti VILLA DI CASTIGLIONI DI CERCINA. – Vedere
anno 1832 n° 416 CASTIGLIONI DI CERCINA.
- nome del luogo: S. Quirico (d’Ariano), titolo della
chiesa: S. Quirico (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca,
abitanti anno 1832 n° 492 VILLA DI CENTOJA. – Vedere CENTOJA nella Val di
- nome del luogo: Stiappa, titolo della chiesa: S. Maria Chiana.
Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti
anno 1832 n° 289
- nome del luogo: Veneri, titolo della chiesa: S. Quirico VILLA COLLEMANDINA, o COLLEMANDRINA
(Cura), diocesi cui appartiene: Lucca, abitanti anno 1832 della GARFAGNANA nella valle superiore del Serchio. –
n° 882 Villata con chiesa parrocchiale (S. Sisto) filiale un dì della
- nome del luogo: VILLA BASILICA, titolo della chiesa: Pieve Fosciana, capoluogo di una Comunità sotto la
S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Lucca, Giurisdizione di Castelnuovo di Garfagnana, da cui dista
abitanti anno 1832 n° 1472 circa miglia 4 a settentrione, nella Diocesi di massa
Ducale, già di Lucca, Ducato di Modena.
- TOTALE abitanti anno 1832 n° 6851 Risiede in poggio sul fianco occidentale dell’Appennino
di Corfino presso il distretto di Castiglion Lucchese, col
quale fronteggia dal lato di levante avendo a maestrale la
VILLA DI BIBBIANA A PALAZZUOLO in Romagna. – Comunità di Sillano, a ostro quella di San romano ed a
Vedere BIBBIANA, e PALAZZUOLO DI ROMAGNA settentrione la cresta dell’Appennino sul confine con la
(VILLA DI) nella Valle del Senio. Lombardia Modanese.
Presso questa Villa esiste una collina denominata il Sasso
Cintorino, ch’è una roccia ofiolitica, di tanta verde,
VILLA DI BUCCIANO nella valle dell’Arno inferiore. – diversa da quella del Sasso Rosso compresa nella stessa
Villata con chiesa parrocchiale (S. Regolo) nella Comunità.
Si dubita essere stata cotesta la Villa di Colle rammentata Marchese Obicino quelli di Fivizzano, Fosdinovo ecc.
nel registro vaticano di Cencio Camerario, corrispondente ecc.
forse alla Villa della Bolla d’oro di Carlo IV. Quindi il Marchese Federigo I, uno dei figli di Corrado
Fatto stà che la sua chiesa parrocchiale di S. Sisto L’antico, divenne autore del ramo dei Malaspina di Villa
compresa nel piviere della Fosciana, fu appellata S. Sisto Franca, ed è quel Federigo I, il quale nel settembre 1260
de Villa in un privilegio del 1168 concesso dal Pontefice pugnando insieme con i Lucchesi Guelfi nei campi di
Alessandro III a quel pievano. Montaperto fu fatto prigioniero dai Ghibellini Sanesi.
La Comunità di Villa Collemandina nel 1832 contava in 4 Fra i tre figli lasciati da Federigo I fuvvi Corrado
parrocchie 1930 abitanti, repartite in sette sezioni, cioè: Malaspina II, figurato nel Purgatorio dall’Alighieri. Egli
era padre di unica figlia per nome Spina, la quale rimasta
Villa Collemandina (S. Sisto), Abitanti N° 478 vedova di Niccolò da Gregnano, si rimaritò a Goffredo
Canigiano (S. Lorenzo), Abitanti N° 156 Capece di Napoli, resa nota dal Boccaccio in una sua
Corfino, (S. Lorenzo), Abitanti N° 556 Novella. Però da Obicino il fratello di Corrado e dalla sua
Massa di Sasso Rosso (S. Michele), Abitanti N° 287 donna Tobia Spinala nacquero varii figli, al di cui
Sasso Rosso, (S. Michele), Abitanti N° 193 primogenito Federigo II toccò il feudo di Villa Franca. A
Magnano (S. Maria Assunta), Abitanti N° 200 Federigo II verso il 1360 succede il figlio Spinetta che fu
Pianacci, (S. Maria Assunta), Abitanti N° 60 nel 1393 potestà di Pisa, il quale lasciò morendo tra i varii
TOTALE Abitanti N° 1930 figli Gabbriello, che continuò la discendenza de’ marchesi
di Villa Franca. Mancato egli nel 1437, succedé il di lui
primogenito Fioramonte, quindi l’altro fratello Giovanni
VILLA DEL CORNIOLO nella Valle del Bidente. – Spinelia che destinò il marchesato di Villa Franca al
Vedere CORNIOLO. figlio suo Fioramonte III, ma dopo la morte di lui divenne
marchese di Villa Franca il suo figliuolo Tommaso,
mentre ad un terzo fratello di Fioramonte, fu assegnato il
VILLA DI FALTONA nel Val d’Arno casentinese. – marchesato di Suvero, di Liciana e di altri villaggi. Che
Vedere FALTONA DI CHITIGNANO. però al Marchese Tommaso restarono i paesi di Villa
Franca, Virgoleta, Casteoli, Rocchetta Cavanelle e Monte
Vignale, ereditati alla sua morte (anno 15217 da tre figli
VILLA DELLA FRATTA in Val di Chiana. – Due villate suoi, due dei quali, Giovanni Battista e Bartolommeo,
di questo nome esistono in Val di Chiana, cioè, la Villa costituirono le due ultime diramazioni de’ Marchese
della Fratta nella Comunità di Cortona con chiesa Malaspina di Villa Franca.
parrocchiale. – Vedere FRATTA (VILLA DELLA) e Il primo di essi, Giovanni Battista, lasciò verso il 1560
FRATTA DI CORTONA. due figliuoli, Tommaso e Alfonso, nella discendenza
dell’ultimo dei quali si riunì parte ancora degli estinti
nipoti. Dall’altra linea poi di Bartolommeo figlio del
VILLA FRANCA (Villa Leale degli antichi itinerarj Marchese Tommaso di Villa Franca derivò un Marchese
oltramontani). – Castello e Terra, già residenza di una Federigo III, cui succede un altro Bartolommeo nato dal
banca di Marchesi Malaspina che comprende due chiese detto Federigo. – Dai discendenti di esso nacque un
parrocchiali (S. Giovanni Battista arcipretura, e S. marchese Federigo Estense Malaspina; mentre al ramo del
Niccolò rettoria) ora capoluogo di Comunità in marchese Giovan Battista spetta un Tommaso marito di
concorrenza con Filetto nella Giurisdizione di Aulla, Luisa Malaspina dei marchesi di Ponte che fu l’ultimo del
Diocesi di Massa Ducale, testè di Luni Sarzana, Ducato di suo feudo. – (EM. GERINI, Mamor. della Lunigiana).
Modena. Esiste in Villa Franca un convento di Frati Zoccolanti con
Risiede in pianura sotto la ripa sinistra della Magra dove chiesa dedicata a S. Francesco, fondato nel 1525 dal
confluisce il torrente Bagnone. – E’ attraversata Marchese Bartolommeo di sopra nominato.
dall’antica Via Romèa, o Pontremolese, ora provinciale Le comunità di Villa Franca e Filetto si compongono di
della Val di Magra. undici popoli, sotto il vicariato foraneo di Filetto, nella
Trovasi nel grado 44° 15’ 2” latitudine e 27à 16’ 3’’ giurisdizione di Aulla, i quali popoli tutti insieme
longitudine, 3 miglia a ostro di Filattiera, altrettante a nbell’anno 1832 contavano 3212 abitanti come appresso:
scirocco di Mulazzo, e 9 miglia toscane a ostro scirocco FILETTO, SS. Iacopo e Filippo, Prepositura, Abitanti
di Pontremoli, miglia toscane due e mezzo a libeccio di N.°460
Bagnone, e quasi 5 a settentrione di Terra Rossa. VILLAFRANCA, S.Giovanni Battista, Arcipretura,
La rocca di Villa Franca è posta sopra la Terra omonima, Abitanti N.°220
a piè della quale è tracciata la strada provinciale della Val VILLAFRANCA, S. Niccolò, Rettoria, Abitanti N.°409
di Magra. Virgoletta e Monte Vignale, SS.Gervasio e protasio,
Fu questo paese insieme con Mulazzo residenza per molti Rettoria, Abitanti N.° 353
secoli della branca dei marchesi Malaspina detti dello Iera, S. Biagio in San Matteo, Rettoria, Abitanti N.° 251
Spino secco dopo che ai due nipoti del Marchese Oberto Treschietto, S. Giovanni Battista, Rettoria, Abitanti N.°
Obizzo il Grande, cioè, Obicino e Corrado nelle divise 213
del 1221, separandosi di ragioni, di stati e di stemmi, Vico, Assunzione di Maria Vergine, Rettoria, Abitanti N.°
toccarono in feudo al Marchese Corrado detto L’antico, i 263
paesi di Villafranca, di Mulazzo, di Aulla ecc. ed al Orturano, (Assunzione di Maria Vergine), Prepositura,
Abitanti N.° 213
Malgrante, S. Lorenzo, Arcipretura, Abitanti N.° 406 VILLA DI OSSAJA. – Vedere OSSAJA.
Mocrone, S. Maurizio, ora SS. Concezione, Rettoria,
Abitanti N.° 214
Isola, S. Gemignano, Rettoria, Abitanti N.° 210 VILLA DI PETROGNANO nella Val di Sieve. – Vedere
TOTALE Abitanti N.° 3212 PETROGNANO DI SAN GODENZO.
VILLA DELLA GARFAGNANA nella valle superiore VILLA DI PIETRANERA nella Val Tiberina toscana. –.
del Serchio. – Casale nella parrocchia plebana de’ SS. Vedere PIETRANERA.
Michele e Andrea la quale comprende quattro Ville,
Migliano, Cesirana, Villa e Fonsciandora, ed in ciascuna
di esse evvi la propììria chiesa, dove alternativamente VILLA DI PITECCIO E DI SATURNANA. – Vedere
uffizia il parroco, sebbene la sua canonica sia in Migliano, VERGIOLE, e VILLA (S. MICHELE ALLA).
Comunità di Fosciandora, Giurisdizione e circa due
miglia toscane a grecale di Castelnuovo di Garfagnana,
Diocesi di Massa Ducale già di Lucca, Ducato di Modena. VILLA ossia POGGIO TRA CERCHI in Val d’Orcia. –
– Vedere FOSCIANDORA E MIGLIANO. Vedere CASTIGLION D’ORCIA, Comunità.
La popolazione di Villa nel 1832 ascendeva a 151
abitanti.
VILLA DI POGGIONI. – Vedere POGGIONI DI
CORTONA nella Valle Tiberina toscana.
VILLA DI GETA. – Vedere GETA (PALAZZO DI) nella
Val d’Orcia.
VILLA REGIA DELL’AMBROGIANA. – Vedere
AMBROGIANA.
VILLA DI GRACCIANO. –Vedere GRACCIANO in Val
di Chiana.
VILLA REGIA DI CAFAGGIOLO in Val di Sieve. –
Vedere CAFAGGIOLO.
VILLA GROSSA della Vara nella Val di Magra. –
Vedere CALICE, Comunità.
VILLA REGIA DI CASTELLO. – Vedere CASTELLO
DI QUARTO.
VILLA DI LACUNA nella Valle del Montone in
Romagna. – Vedere LAGUNA.
VILLA REGIA DI MARLIA – Vedere MARLIA.
VILLA (S. DONATO ALLA) nella Val di Sieve. – VILLA (S. MARTINO IN) nella valle dei Tre Bidenti in
Casale con torre che porta il titolo della sua chiesa Romagna. – Casale con chiesa parrocchiale (S.
parrocchiale (San Donuto alla Villa) con l’antico annesso Cristofano7 nel pievanato di Campo –Sonaldo, Comunità
di S. Margherita al Campo nel piviere di Dicomano, e circa un miglio a libeccio di Santa Sofia, Giurisdizione
comunità a circa miglia 5 a scirocco di Vicchio, di Galatea, Diocesi di San Sepolcro, già della Badia
Giurisdizione del Borgo S Lorenzo, diocesi e Nullius di S. Maria in Cosmedin, Compartimento di
compartimento di Firenze. Firenze. – Vedere MARTINO (VILLA DI S.) nella Valle
Risiede sopra una collina che fa corona dal lato di grecale del Bidente in Romagna, dove fu indicata la sua
alle pendici del Monte Giovi posta fra la ripa sinistra della popolazione all’anno 1833 che ammontava a 155 abitanti.
fiumana Sieve e la destra del torrente di Villa.
Dubito che riferisca a quella Villa della Sieve un
documento del 7 ottobre 1105 pubblicato dall’Abate VILLA (S. MICHELE ALLA) nella Valle dell’Ombrone
Camici nella sua continuazione de’ Marchesi di Toscana, pistojese. – Villa che lasciò il suo distintivo (forse di
col quale aiuto la gran contessa Matilde, stando nella Villa Vergiole) con oratorio dedicato a S. Michele, nel popolo
della Sieve, emanò un placito a favore delle recluse di S. di Piteccio, Comunità di Porta al Bordo, Giurisdizione e
Pietro a Luco. Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze. – Vedere
La torre di codesta Villa , fabbricata a guisa di rocca con PITECCIO e VERGIOLE.
doppie mura e feritoje, fu nel secolo XIV di proprietà
della famiglia Aldimari di Firenze, poscia degli Asini,
dalla quale ultima prosapia fu venduta al governo, ed VILLA (S. PIETRO ALLA) nella Val Tiberina toscana. –
attualmente é posseduta dai signori delle Pozze di Vico con chiesa parrocchiale (S. Pietro) nel pievanato
Dicomano. maggiore, Comunità Giurisdizione Diocesi e circa due
La parrocchia di S. Donato alla Villa, già di padronato miglia toscane e mezzo a maestro di San Sepolcro,
degli Adimari, attualmente del Principe, nell’anno 1833 Compartimento di Arezzo.
Risiede verso la base occidentale dell’Alpe della Luna sanese. – Vedere SESTA (VILLA A) nel Chianti
sulla sinistra del torrente Tignana, lungo la strada rotabile, superiore.
la quale é tracciata sulla ripa sinistra del fiume Tevere per
scendere da Pieve Sna Stefano a San Sepolcro poco lungi
dal castello di Montedoglio, i di cui signori un dì cotesto VILLA A SESTA DI ELCI. – Vedere SESTA DI ELCI
luogo possedevano. nella Val di Cecina.
La parrocchia di San Pietro alla Villa nel 1833 noverava
220 abitanti.
VILLA DI SESTANO nella Valle dell’ Ombrone sanese.
– Vedere SESTANO DI CASTELNUOVO DELLA
VILLA S.RESTITUTA nella Valle dell’Ombrone senese. BERARDENGA.
– Vedere RESTITUTA (PIEVE DI S.)
VILLAMAGNA DI ROSELLE nella Valle inferiore VILLANUOVA DI PORTA AL BORGO nella valle
dell’Ombrone sanese. – Era una villa compresa nel dell’Ombrone pistojese, altrimenti detto VILLONE
vallone della Fossa rammentata nel principio del secolo PUCCINI.- Vedere GORA DI SCORNIO E PISTOJA
XII dal registro vaticano di Cencio Camerario. (PORTA AL BORGO DI).
VILLANUOVA nel Val d’Arno casentinese. – Vedere VILLANUOVA DI GARFAGNANA. – Vedere VILLA AL
MANDRIOLI. POGGIO S. TERENZIO in Garfagnana nella Valle
superiore del Serchio.
VITIANO DELLA PIEVE AL TOPPO nella Val di VITO (S.) DI SANTA CROCE. – Vedere SANTA
Chiana. – Casale che ebbe chiesa parrocchiale (S. CROCE nel Val d’ Arno inferiore.
Martino) sulla strada postale di Perugia, nella Comunità
Giurisdizione Diocesi Compartimento e circa 6 miglia
toscane a scirocco di Arezzo. VITO (S.) A LOPPIANO. – Vedere LOPPIANO nel Val
Fu signoria de’ Marchesi del Monte S. Maria, uno de’ d’Arno superiore.
quali per testamento del 1098 lasciò alla Badia di S. Flora
di Arezzo la porzione di beni che teneva in Vitiano.
Per istrumento del 26 gennaio 1153 i figli di certo VITO (S.) A TEMPAGNANO, o A LUNATA nella
Bernardino ecc. donarono questo luogo al Comune di pianura orientale di Lucca. – Contrada con chiesa
Arezzo. parrocchiale (S. Vito) nel piviere di Lunata, Comunità
Fu pure in questi contorni dove gli Aretini nel 1288 Giurisdizione Diocesi e Ducato di lucca, dalla qual città la
presero alle spalle le truppe sanesi che disfecero al passo chiesa di S. Vito é appena due miglia a levante.
della pieve al Toppo. Trovasi cotesta chiesa sulla grande strada postale
Pesciatina fra Lunata e Lucca. – Vedere LUNATA E
TEMPAGNANO.
VITIGLIANO DEL MUGELLO nella Valle della Sieve. La parrocchia di S. Vito di Lunata nel 1832 contava 513
abitanti. per l’annuo tributo di 12 denari d’argento. – (MEMOR.
LUCCH. Vol. IV P.I e V P. III.)
Facilmente quell’oratorio, o basilica di S. Maria, divenne
VITO (S.) DELLA BERARDENGA nella Valle la prima cura di Vitojo, cui in seguito fu annesso il popolo
dell’Ombrone sanese. – Vedere CRETA (S VITO IN). di S. Pietro a Casatico. Dal registro Vaticano, scritto alla
fine del secolo XII da Cencio camarlingo della S. Sede,
resulterebbe che la chiesa romana a quella età ritraeva non
VITO (S.) DI MAREMMA nella Val di Cornia. – Era una saprei quali tributi dalla Massa di Casatico.
chiesa che diede il nome ad una tenuta della mensa La parrocchia di S. Maria a Vitojo nel 1832 contava 216
lucchese, ed alla quale riferiscono vari istrumenti dei popolani, 129 de’ quali abitanti in Casatico, e 87 in
secoli VIII, IX e X pubblicati nei Vol. IV e V delle Vitojo.
Memor. Lucch. Tali sono due rogiti del 24 maggio 770
scritti ad Ecclesiam S. Viti in Cornino; tale è uno del 9
marzo 970 rogato nella Villa detta di S. Vito in Cornino. VITOLINI, o VITOLINO nel Val d'Arno inferiore. –
Tale è un atto del 31 maggio 974, col quale Adalongo Villaggio con chiesa parrocchiale (S. Pietro) nel piviere
vescovo di Lucca affittò due poderi con altri beni posti in di Creti Comunità e circa due miglia toscane a scirocco
Cornino ubi dicitur a S. Vito, comitatu et territorio di Vinci, Giurisdizione di Cerreto Guidi, Diocesi di
Populoniensi, i quali istrumenti spettanti alla mensa di S. Pistoja, Compartimento di Firenze.
Martino di Lucca, imponevano l’onere al fittuario di Risiede sul fianco meridionale del Monte Albano presso
recare nel mese di giugno alla tenuta vescovile di S. Vito le sorgenti del borro di S. Ansano lungo la strada che
in Cornino il censo di 48 denari di argento. sale a S. Giusto, dove varca il monte per scendere a
Lo stesso fitto fu rinnovato al personaggio medesimo ed Carmignano. – Vedere VINCI.
alle condizioni di sopra espresse per istrumento del 15 La parrocchia di S. Pietro a Vitolini nel 1833
aprile 979 rogato nella suddetta tenuta e luogo di S. Vito noverava 597 abitanti.
da Guido vescovo di Populonia, dopo essere egli stato
eletto in vescovo di Lucca. Oltredichè da cotesti
istrumenti sembra apparire, che i beni della tenuta di S. VITOZZ0 (MONTE) – Vedere MONTE VITOZZO.
Vito fossero posti lungo la fossa detta Botrangolo, presso
il fiume Cornia, sulla ripa del quale era tracciata una via
pubblica. Finalmente la stessa tenuta di S. Vito in Val di VITTORINO (S.) D’ ACQUAVIVA. – Vedere
Cornia è rammentata in un istrumento del 30 settembre ACQUAVIVA in Val diChiana.
980 per tacere di molti altri in quelle Memorie pubblicati.
- titolo della chiesa e del luogo: S. Floriano (Pieve con - titolo della chiesa e del luogo: Macciano con Roveta, S.
due annessi), abitanti anno 1551: n° 315, abitanti anno Michele (Pieve), abitanti anno 1551: n° 143, abitanti anno
1745: n° 237, abitanti anno 1833: n° 468, abitanti anno 1745: n° 204, abitanti anno 1833: n° 245, abitanti anno
1840: n° 469, abitanti anno 1843: n° 453 1840: n° 271, abitanti anno 1843: n° 263
- titolo della chiesa e del luogo: S. Bartolommeo a S. - titolo della chiesa e del luogo: Libbiano, SS. Simone e
Stefano, abitanti anno 1551: n° 105, abitanti anno 1745: Giuda, abitanti anno 1551: n° 202, abitanti anno 1745: n°
n° 124, abitanti anno 1833: n° 198, abitanti anno 1840: n° 166, abitanti anno 1833: n° 240, abitanti anno 1840: n°
225, abitanti anno 1843: n° 238 253, abitanti anno 1843: n° 262
- titolo della chiesa e del luogo: Sughera, S. Pietro,
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 128, Nome della Pieve: Pieve di Monte Catini in Val di Cecina
abitanti anno 1833: n° 244, abitanti anno 1840: n° 257, (già di Gabbreto)
abitanti anno 1843: n° 253
- titolo della chiesa e del luogo: Jano e Camporena, SS. - titolo della chiesa e del luogo: S. Biagio (Pieve con varj
Pietro e Filippo, abitanti anno 1551: n° 371, abitanti anno annessi), abitanti anno 1551: n° 737, abitanti anno 1745:
1745: n° 231, abitanti anno 1833: n° 244, abitanti anno n° 576, abitanti anno 1833: n° 1396, abitanti anno 1840:
1840: n° 534, abitanti anno 1843: n° 583 n° 1606, abitanti anno 1843: n° 1641
- titolo della chiesa e del luogo: Vignale, S. Bartolommeo, - titolo della chiesa e del luogo: Miemo, S. Andrea,
abitanti anno 1551: n° 375, abitanti anno 1745: n° 140, abitanti anno 1551: n° 131, abitanti anno 1745: n° 49,
abitanti anno 1833: n° 169, abitanti anno 1840: n° 205, abitanti anno 1833: n° 98, abitanti anno 1840: n° 144,
abitanti anno 1843: n° 207 abitanti anno 1843: n° 182
- titolo della chiesa e del luogo: Tonda, S. Niccolò,
abitanti anno 1551: n° 290, abitanti anno 1745: n° 128, Nome della Pieve: Pieve di Parentino (ora in Querceto)
abitanti anno 1833: n° 281, abitanti anno 1840: n° 333,
abitanti anno 1843: n° 274 - titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
- titolo della chiesa e del luogo: Mura, S. Stefano, abitanti (Pieve), abitanti anno 1551: n° 439, abitanti anno 1745: n°
anno 1551: n° 105, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 179, abitanti anno 1833: n° 401, abitanti anno 1840: n°
1833: n° 189, abitanti anno 1840: n° 211, abitanti anno 438, abitanti anno 1843: n° 465
1843: n° 210
- titolo della chiesa e del luogo: Barbialla, S. Giovanni Nome della Pieve: Pieve di Gello o di Casaglia
Evangelista (con l’annesso di Melicciano), abitanti anno
1551: n° 264 (Barbialla) e n° 41 (Melicciano), abitanti - titolo della chiesa e del luogo: S. Lorenzo (Pieve),
anno 1745: n° 328 (Barbialla) e n° 34 (Melicciano), abitanti anno 1551: n° 154, abitanti anno 1745: n° 175,
abitanti anno 1833: n° 360, abitanti anno 1840: n° 363, abitanti anno 1833: n° 181, abitanti anno 1840: n° 251,
abitanti anno 1843: n° 347 abitanti anno 1843: n° 248
- titolo della chiesa e del luogo: Buriano, S. Niccolò,
Nome della Pieve: Pieve di Montignoso abitanti anno 1551: n° 133, abitanti anno 1745: n° 129,
abitanti anno 1833: n° 152, abitanti anno 1840: n° 140,
- titolo della chiesa e del luogo: S. Frediano (Pieve), abitanti anno 1843: n° 179
abitanti anno 1551: n° 369, abitanti anno 1745: n° 326,
abitanti anno 1833: n° 344, abitanti anno 1840: n° 354, Nome della Pieve: Pieve di Sassa già di Caselle
abitanti anno 1843: n° 384
- titolo della chiesa e del luogo: S. Martino (Pieve),
SESTO III. DI VAL DI CECINA E DI MARINA abitanti anno 1551: n° 110, abitanti anno 1745: n° 212,
abitanti anno 1833: n° 428, abitanti anno 1840: n° 431,
Nome della Pieve: Pieve di Pomarance abitanti anno 1843: n° 482
- titolo della chiesa e del luogo: Pomarance, S. Giovanni Nome della Pieve: Pieve di Casale
Battista (Arcipretura con varj annessi), abitanti anno
1551: n° 1230, abitanti anno 1745: n° 870, abitanti anno - titolo della chiesa e del luogo: S. Andrea (Pieve con due
1833: n° 1811, abitanti anno 1840: n° 2066, abitanti anno annessi), abitanti anno 1551: n° 245, abitanti anno 1745:
1843: n° 2088 n° 315, abitanti anno 1833: n° 817, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Dalmazio a S. 884, abitanti anno 1843: n° 893
Dalmazio, abitanti anno 1551: n° 358, abitanti anno 1745:
n° 310, abitanti anno 1833: n° 430, abitanti anno 1840: n° Nome della Pieve: Pieve di Casal Giustri in Monte
448, abitanti anno 1843: n° 440 Scudajo
- titolo della chiesa e del luogo: Monte Gemoli, S.
Bartolommeo; abitanti anno 1551: n° 248, abitanti anno - titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve),
1745: n° 205, abitanti anno 1833: n° 265, abitanti anno abitanti anno 1551: n° 616, abitanti anno 1745: n° 404,
1840: n° 347, abitanti anno 1843: n° 337 abitanti anno 1833: n° 930, abitanti anno 1840: n° 1017,
abitanti anno 1843: n° 1016
- titolo della chiesa e del luogo: Guardistallo, SS. Agata e - titolo della chiesa e del luogo: S. Maria e S. Giovanni
Lorenzo (Prepositura), abitanti anno 1551: n° 428, Battista (Pieve con annessi), abitanti anno 1551: n° 490,
abitanti anno 1745: n° 415, abitanti anno 1833: n° 1140, abitanti anno 1745: n° 427, abitanti anno 1833: n° 768,
abitanti anno 1840: n° 1367, abitanti anno 1843: n° 1380 abitanti anno 1840: n° 884, abitanti anno 1843: n° 904
- titolo della chiesa e del luogo: Montecchio, S. Lucia;
Nome della Pieve: Pieve di Bibbona abitanti anno 1551: n° 143, abitanti anno 1745: n° 162,
abitanti anno 1833: n° 207, abitanti anno 1840: n° 245,
- titolo della chiesa e del luogo: S. Ilario (Pieve), abitanti abitanti anno 1843: n° 253
anno 1551: n° 506, abitanti anno 1745: n° 312, abitanti - titolo della chiesa e del luogo: Legoli, S. Giusto; abitanti
anno 1833: n° 658, abitanti anno 1840: n° 850, abitanti anno 1551: n° 476, abitanti anno 1745: n° 423, abitanti
anno 1843: n° 926 anno 1833: n° 658, abitanti anno 1840: n° 769, abitanti
anno 1843: n° 735
Fitto di Cecina (Rettoria moderna)
Nome della Pieve: Pieve di Pava in Terricciuola
- titolo della chiesa e del luogo: S. Giuseppe (Rettoria),
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti - titolo della chiesa e del luogo: Terricciuola (Pieve
anno 1833: n° 156, abitanti anno 1840: n° 582, abitanti arcipretura con due annessi), abitanti anno 1551: n° 493,
anno 1843: n° 815 abitanti anno 1745: n° 703, abitanti anno 1833: n° 1232,
abitanti anno 1840: n° 1527, abitanti anno 1843: n° 1320
Nome della Pieve: Casaglia (già Pieve, ora Rettoria) - titolo della chiesa e del luogo: Morrona, S.
Bartolommeo; abitanti anno 1551: n° 152, abitanti anno
- titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista 1745: n° 249, abitanti anno 1833: n° 273, abitanti anno
(Rettoria), abitanti anno 1551: n° 76, abitanti anno 1745: 1840: n° 524, abitanti anno 1843: n° 528
n° 73, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno 1840: n°
206, abitanti anno 1843: n° 243 Nome della Pieve: Pieve di Lajatico
SESTO IV. DI VAL D’ERA - titolo della chiesa e del luogo: S. Leonardo (Pieve),
abitanti anno 1551: n° 449, abitanti anno 1745: n° 473,
Nome della Pieve: Pieve del Pino (ora in Gizzano) abitanti anno 1833: n° 839, abitanti anno 1840: n° 1005,
abitanti anno 1843: n° 1054
- titolo della chiesa e del luogo: S. Germano (Pieve con un
annesso), abitanti anno 1551: n° 404, abitanti anno 1745: Nome della Pieve: Pieve di Orciatico
n° 353, abitanti anno 1833: n° 444, abitanti anno 1840: n°
513, abitanti anno 1843: n° 534 - titolo della chiesa e del luogo: S. Michele (Pieve
- titolo della chiesa e del luogo: Libbiano, S. Pietro; Arcipretura con annessi), abitanti anno 1551: n° 228,
abitanti anno 1551: n° 202, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1745: n° 465, abitanti anno 1833: n° 687,
abitanti anno 1833: n° 275, abitanti anno 1840: n° 261, abitanti anno 1840: n° 626, abitanti anno 1843: n° 636
abitanti anno 1843: n° 269 - titolo della chiesa e del luogo: Cedri, S. Giorgio, abitanti
anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 108, abitanti anno
Nome della Pieve: Pieve di Montefoscoli 1833: n° 156, abitanti anno 1840: n° 357, abitanti anno
1843: n° 338
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve
con due annessi), abitanti anno 1551: n° 534, abitanti Nome della Pieve: Pieve di Chianni
anno 1745: n° 494, abitanti anno 1833: n° 1224, abitanti
anno 1840: n° 1274, abitanti anno 1843: n° 1279 - titolo della chiesa e del luogo: S. Donato (Pieve),
abitanti anno 1551: n° 644, abitanti anno 1745: n° 651,
Nome della Pieve: Pieve di Tojano abitanti anno 1833: n° 1552, abitanti anno 1840: n° 1700,
abitanti anno 1843: n° 1852
- titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
(Pieve), abitanti anno 1551: n° 199, abitanti anno 1745: n° Nome della Pieve: Pieve di Rivalto
358, abitanti anno 1833: n° 506, abitanti anno 1840: n°
533, abitanti anno 1843: n° 530 - titolo della chiesa e del luogo: SS. Fabiano e Sebastiano
(Pieve), abitanti anno 1551: n° 400, abitanti anno 1745: n°
Nome della Pieve: Pieve di Peccioli 348, abitanti anno 1833: n° 444, abitanti anno 1840: n°
514, abitanti anno 1843: n° 550
- titolo della chiesa e del luogo: S. Verano (Prepositura
con due annessi), abitanti anno 1551: n° 935, abitanti Nome della Pieve: Pieve di Strido (soppressa)
anno 1745: n° 1271, abitanti anno 1833: n° 2301, abitanti
anno 1840: n° 2480, abitanti anno 1843: n° 2482 - titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista (ora
semplice cappella), abitanti anno 1551: n° 141, abitanti
Nome della Pieve: Pieve di Fabbrica anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° -, abitanti anno
1840: n° -, abitanti anno 1843: n° -
Nome della Pieve: Pieve già di Comessano ora in Castel
SESTO V. DETTO DI MONTAGNA E DI VAL DI del Sasso
CORNIA
- titolo della chiesa e del luogo: S. Bartolommeo in Castel
Nome della Pieve: Pieve di Rocca a Sillano del Sasso (Pieve con un annesso), abitanti anno 1551: n°
282, abitanti anno 1745: n° 178, abitanti anno 1833: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Bartolommeo (Pieve), 557, abitanti anno 1840: n° 674, abitanti anno 1843: n°
abitanti anno 1551: n° 200, abitanti anno 1745: n° 121, 716
abitanti anno 1833: n° 169, abitanti anno 1840: n° 177,
abitanti anno 1843: n° 183 Nome della Pieve: Pieve di Monterotondo
Nome della Pieve: Pieve di Monte Castelli - titolo della chiesa e del luogo: S. Lorenzo (Pieve
Prepositura con un annesso), abitanti anno 1551: n° 547,
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Jacopo e Filippo abitanti anno 1745: n° 412, abitanti anno 1833: n° 1335,
(Pieve con annessi), abitanti anno 1551: n° 583, abitanti abitanti anno 1840: n° 1455, abitanti anno 1843: n° 1655
anno 1745: n° 388, abitanti anno 1833: n° 699, abitanti - titolo della chiesa e del luogo: Leccia, S. Bartolommeo
anno 1840: n° 722, abitanti anno 1843: n° 700 (Rettoria); abitanti anno 1551: n° 137, abitanti anno 1745:
n° 53, abitanti anno 1833: n° 172, abitanti anno 1840: n°
Nome della Pieve: Pieve di Castelnuovo di Val di Cecina 209, abitanti anno 1843: n° 203
- titolo della chiesa e del luogo: S. Salvadore (Pieve Nome della Pieve: Pieve di Serazzano
Arcipretura), abitanti anno 1551: n° 928, abitanti anno
1745: n° 698, abitanti anno 1833: n° 1439, abitanti anno - titolo della chiesa e del luogo: S. Donato (Pieve),
1840: n° 1561, abitanti anno 1843: n° 1593 abitanti anno 1551: n° 209, abitanti anno 1745: n° 250,
abitanti anno 1833: n° 460, abitanti anno 1840: n° 463,
Nome della Pieve: Pieve d’Elci abitanti anno 1843: n° 441
- titolo della chiesa e del luogo: S. Niccolò (Pieve), Nome della Pieve: Pieve di Lustignano
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 179,
abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 166, - titolo della chiesa e del luogo: S. Martino (Pieve),
abitanti anno 1843: n° 178 abitanti anno 1551: n° 178, abitanti anno 1745: n° 69,
abitanti anno 1833: n° 217, abitanti anno 1840: n° 269,
Nome della Pieve: Pieve d’Anqua abitanti anno 1843: n° 262
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Rufo e Bartolommeo Nome della Pieve: Pieve di Prata
(Pieve), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
344, abitanti anno 1833: n° 362, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve),
330, abitanti anno 1843: n° 312 abitanti anno 1551: n° 581, abitanti anno 1745: n° 537,
- titolo della chiesa e del luogo: Montalbano, S. Lorenzo abitanti anno 1833: n° 1532, abitanti anno 1840: n° 1344,
(Cura); abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° abitanti anno 1843: n° 1311
227, abitanti anno 1833: n° 251, abitanti anno 1840: n°
246, abitanti anno 1843: n° 265 Nome della Pieve: Pieve di Sorciano in Montingegnoli
Nome della Pieve: Pieve di Fosini - titolo della chiesa e del luogo: S. Sisto (Pieve), abitanti
anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 112, abitanti anno
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Niccolò e Donato 1833: n° 204, abitanti anno 1840: n° 220, abitanti anno
(Pieve), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 1843: n° 202
283, abitanti anno 1833: n° 258, abitanti anno 1840: n°
257, abitanti anno 1843: n° 237 Nome della Pieve: Pieve di Montalcinello
Nome della Pieve: Pieve a Morba in Montecerboli - titolo della chiesa e del luogo: S. magno (Pieve), abitanti
anno 1551: n° 300, abitanti anno 1745: n° 221, abitanti
- titolo della chiesa e del luogo: S. Cerbone a anno 1833: n° 496, abitanti anno 1840: n° 548, abitanti
Montecerboli (Pieve con un annesso), abitanti anno 1551: anno 1843: n° 489
n° 264, abitanti anno 1745: n° 146, abitanti anno 1833: n°
277, abitanti anno 1840: n° 397, abitanti anno 1843: n° Nome della Pieve: Pieve di Gerfalco
327
- titolo della chiesa e del luogo: S. Michele a S. Ippolito, - titolo della chiesa e del luogo: S. Biagio (Pieve), abitanti
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1551: n° 800, abitanti anno 1745: n° 413, abitanti
anno 1833: n° 129, abitanti anno 1840: n° 135, abitanti anno 1833: n° 748, abitanti anno 1840: n° 773, abitanti
anno 1843: n° 159 anno 1843: n° 810
Nome della Pieve: Pieve di Montieri Nome della Pieve: Pieve di Pernina
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Michele e Paolo - titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
(Pieve Arcipretura con varj annessi), abitanti anno 1551: (Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
n° 710, abitanti anno 1745: n° 580, abitanti anno 1833: n° 274, abitanti anno 1833: n° 277, abitanti anno 1840: n°
983, abitanti anno 1840: n° 1072, abitanti anno 1843: n° 248, abitanti anno 1843: n° 282
1015 - titolo della chiesa e del luogo: Pietralata e Vergene, S.
Giovanni Evangelista (Cura)*, abitanti anno 1551: n° -,
Nome della Pieve: Pieve di Radicondoli abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 131,
abitanti anno 1840: n° 143, abitanti anno 1843: n° 154
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Simone e Giuda
(Collegiata con varj annessi), abitanti anno 1551: n° 710, Nome della Pieve: Pieve di Mensano
abitanti anno 1745: n° 815, abitanti anno 1833: n° 1215,
abitanti anno 1840: n° 1313, abitanti anno 1843: n° 1337 - titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
(Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
Nome della Pieve: Pieve di Belforte 463, abitanti anno 1833: n° 489, abitanti anno 1840: n°
445, abitanti anno 1843: n° 416
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria (Pieve con un
annesso), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° Nome della Pieve: Pieve a Scuola
542, abitanti anno 1833: n° 635, abitanti anno 1840: n°
687, abitanti anno 1843: n° 705 - titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
- titolo della chiesa e del luogo: Travale, SS. Michele e (Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
Silvestro (Rettoria con varj annessi); abitanti anno 1551: 146, abitanti anno 1833: n° 201, abitanti anno 1840: n°
n° -, abitanti anno 1745: n° 323, abitanti anno 1833: n° 237, abitanti anno 1843: n° 220
451, abitanti anno 1840: n° 487, abitanti anno 1843: n° - titolo della chiesa e del luogo: Querceto d’Elsa, S.
552 Donato (Rettoria ); abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno
- titolo della chiesa e del luogo: Monte Guidi, SS. Andrea 1745: n° 179, abitanti anno 1833: n° 231, abitanti anno
e Lorenzo (Cura con due annessi); abitanti anno 1551: n° 1840: n° 353, abitanti anno 1843: n° 246
400, abitanti anno 1745: n° 254, abitanti anno 1833: n°
371, abitanti anno 1840: n° 405, abitanti anno 1843: n° Nome della Pieve: Pieve a Molli
385
- titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista
Nome della Pieve: Pieve di Casole (Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
184, abitanti anno 1833: n° 178, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve 159, abitanti anno 1843: n° 181
Collegiata), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: - titolo della chiesa e del luogo: Simignano e Radi di
n° 760, abitanti anno 1833: n° 1113, abitanti anno 1840: Montagna, S. Magno (Cura)*, abitanti anno 1551: n° -,
n° 1290, abitanti anno 1843: n° 1295 abitanti anno 1745: n° 175, abitanti anno 1833: n° 124,
- titolo della chiesa e del luogo: Lucciana, SS. Giusto e abitanti anno 1840: n° 237, abitanti anno 1843: n° 264
Lucia (Cura), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745:
n° 56, abitanti anno 1833: n° 61, abitanti anno 1840: n° Nome della Pieve: Pieve a Balli
77, abitanti anno 1843: n° 73
- titolo della chiesa e del luogo: Selva e Cotorniano, SS. - titolo della chiesa e del luogo: SS. Giusto e Clemente
Pietro e Paolo (Cura); abitanti anno 1551: n° -, abitanti (Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
anno 1745: n° 159, abitanti anno 1833: n° 189, abitanti 267, abitanti anno 1833: n° 277, abitanti anno 1840: n°
anno 1840: n° 242, abitanti anno 1843: n° 242 266, abitanti anno 1843: n° 272
- titolo della chiesa e del luogo: Pesciano e Berignone, S. - titolo della chiesa e del luogo: Ancajano, S.
Michele (Rettoria); abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno Bartolommeo (Cura)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti
1745: n° 177, abitanti anno 1833: n° 244, abitanti anno anno 1745: n° 328, abitanti anno 1833: n° 406, abitanti
1840: n° 279, abitanti anno 1843: n° 284 anno 1840: n° 426, abitanti anno 1843: n° 434
Nome della Pieve: Pieve di Marmoraja Nome della Pieve: Pieve di Chiusdino
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria (Pieve con varj - titolo della chiesa e del luogo: S. Michele (Pieve
annessi)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° Prepositura), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745:
275, abitanti anno 1833: n° 266, abitanti anno 1840: n° n° 587, abitanti anno 1833: n° 889, abitanti anno 1840: n°
367, abitanti anno 1843: n° 360 903, abitanti anno 1843: n° 961
- titolo della chiesa e del luogo: Gallena, S. Pietro - titolo della chiesa e del luogo: Castelletto Mascagni, S.
(Cura)*; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° Lorenzo (Cura), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno
92, abitanti anno 1833: n° 113, abitanti anno 1840: n° 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 375, abitanti anno
123, abitanti anno 1843: n° 133 1840: n° 383, abitanti anno 1843: n° 358
Nome della Pieve: Pieve di Monti e Malcavolo in Frosini (Pieve)*, abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n°
322, abitanti anno 1833: n° 314, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria (Pieve), abitanti 338, abitanti anno 1843: n° 313
anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 403, abitanti anno - titolo della chiesa e del luogo: Strofe, S. Martino*,
1833: n° 637, abitanti anno 1840: n° 417, abitanti anno abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 206,
1843: n° 386 abitanti anno 1833: n° 323, abitanti anno 1840: n° 309,
- titolo della chiesa e del luogo: Monte Siepi, S. Galgano abitanti anno 1843: n° 320
a S. Galgano (Rettoria); abitanti anno 1551: n° -, abitanti
anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 236, abitanti anno Nome della Pieve: Pieve di Val di Strofe o a Scorgiano
1840: n° 274, abitanti anno 1843: n° 256
- titolo della chiesa e del luogo: Tonni, S. Bartolommeo, - titolo della chiesa e del luogo: S. Flora (Pieve)*, abitanti
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 85, anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 339, abitanti anno
abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n° 152, 1833: n° 403, abitanti anno 1840: n° 330, abitanti anno
abitanti anno 1843: n° 136 1843: n° 331
- titolo della chiesa e del luogo: Scarna, S. Andrea (ora in
Nome della Pieve: Pieve di Ciciano Onci)*; abitanti anno 1551: n° 146, abitanti anno 1745: n°
378, abitanti anno 1833: n° 315, abitanti anno 1840: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve), 298, abitanti anno 1843: n° 309
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 160, - titolo della chiesa e del luogo: Lano e Corti, SS. Martino
abitanti anno 1833: n° 378, abitanti anno 1840: n° 350, e Lorenzo*; abitanti anno 1551: n° 157, abitanti anno
abitanti anno 1843: n° 334 1745: n° 95, abitanti anno 1833: n° 119, abitanti anno
1840: n° 131, abitanti anno 1843: n° 106
Nome della Pieve: Pieve di Luriano - titolo della chiesa e del luogo: Mensanello, S. Maria*;
abitanti anno 1551: n° 125, abitanti anno 1745: n° 87,
- titolo della chiesa e del luogo: Luriano (Pieve con varj abitanti anno 1833: n° 181, abitanti anno 1840: n° 186,
annessi), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° abitanti anno 1843: n° 163
168, abitanti anno 1833: n° 245, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa e del luogo: S. Antonio del Bosco*,
315, abitanti anno 1843: n° 280 abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti
anno 1833: n° 455, abitanti anno 1840: n° 478, abitanti
Nome della Pieve: Pieve di Monticiano anno 1843: n° 473
- titolo della chiesa e del luogo: SS. Giusto e Clemente Nome della Pieve: Pievi Nullius di Colle e di S. Faustino
(Arcipretura), abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno a Elsa
1745: n° 495, abitanti anno 1833: n° 1031, abitanti anno
1840: n° 1057, abitanti anno 1843: n° 996 - titolo della chiesa e del luogo: SS. Giovanni e Faustino a
Elsa in S. Maria a Conèo (già Badia ed ora Pieve)*,
Nome della Pieve: Pieve di Tocchi abitanti anno 1551: n° 83, abitanti anno 1745: n° 214,
abitanti anno 1833: n° 143, abitanti anno 1840: n° 139,
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria Assunta (Pieve), abitanti anno 1843: n° 135
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 101, - titolo della chiesa e del luogo: Campiglia, S.
abitanti anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 165, Bartolommeo*; abitanti anno 1551: n° 154, abitanti anno
abitanti anno 1843: n° 148 1745: n° 183, abitanti anno 1833: n° 243, abitanti anno
1840: n° 261, abitanti anno 1843: n° 265
SESTO VI. DI VAL DI STROVE - titolo della chiesa e del luogo: Borgatello, S. Michele
(con due annessi)*; abitanti anno 1551: n° 270, abitanti
Nome della Pieve: Pieve di Castello con Galognano anno 1745: n° 229, abitanti anno 1833: n° 306, abitanti
anno 1840: n° 308, abitanti anno 1843: n° 319
- titolo della chiesa e del luogo: S. Giovanni Battista - titolo della chiesa e del luogo: Colle Basso, S. Jacopo
(Pieve)*, abitanti anno 1551: n° 39, abitanti anno 1745: n° (con varj annessi)*; abitanti anno 1551: n° 624, abitanti
202, abitanti anno 1833: n° 186, abitanti anno 1840: n° anno 1745: n° 541, abitanti anno 1833: n° 672, abitanti
181, abitanti anno 1843: n° 190 anno 1840: n° 650, abitanti anno 1843: n° 666
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria alla Canonica
Nome della Pieve: Pieve di Staggia (già in Castel dell’Abate a Colle)*; abitanti anno 1551: n°
104, abitanti anno 1745: n° 197, abitanti anno 1833: n°
- titolo della chiesa e del luogo: S. Maria (Pieve)*, 288, abitanti anno 1840: n° 321, abitanti anno 1843: n°
abitanti anno 1551: n° 465, abitanti anno 1745: n° 375, 277
abitanti anno 1833: n° 633, abitanti anno 1840: n° 672,
abitanti anno 1843: n° 689 Nome della Pieve: Pieve della Badia a Spugna
Nome della Pieve: Pieve dell’Abbadia a Isola - titolo della chiesa e del luogo: S. Maria (Pieve)*,
abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti
- titolo della chiesa e del luogo: S. Salvatore e S. Cirillo anno 1833: n° 312, abitanti anno 1840: n° 363, abitanti
anno 1843: n° 388 Allignatola (ora Bignola) ed i beni che possedeva in
- titolo della chiesa e del luogo: Quartaja e Partena, SS. Fabbrica ecc. – Vedere PASSIGNANO.
Jacopo e Filippo*, abitanti anno 1551: n° 147, abitanti Fu scritta pure presso il Castello di Voltigiano una
anno 1745: n° 164, abitanti anno 1833: n° 291, abitanti caria del 22 dicembre 1059, mercé cui Bernardo del
anno 1840: n° 275, abitanti anno 1843: n° 228 fu Rodolfo promise difendere per il corso di dieci anni
nel possesso dei castelli di Voltejano e di Callebuona
CATTEDRALE DI COLLE Ildebrando del fu Tegrimo, eccetto che contro il
padrone diretto del paese, cioè contra Seniorem.
- titolo della chiesa e del luogo: S. Marziale a Elsa Arroge a ciò altro istrumento del 20 novembre 1064
(Cattedrale con due cure succursali)*, abitanti anno 1551: scritto presso il Castello, di Gabiaula (f. Gabiola),
n° 2607, abitanti anno 1745: n° 1402, abitanti anno 1833: quando Ramberto del fu Rodolfo, per una cica d’ oro
n° 1589, abitanti anno 1840: n° 2102, abitanti anno 1843: ricevuta dai fratelli Ildebrando e Teuderico, promise di
n° 2120 non agirecontrodi essi, nèconlro altri loro fratelli nati o
- titolo della chiesa e del luogo: Streda, S. Andrea di Colle nascituri in quanto alla cessione della sua porzione de'
o alle Grazie*; abitanti anno 1551: n° 51, abitanti anno due Castello Voltejano e di Callebuona pervenutigli per
1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 208, abitanti anno ragione di ered i t à paterna e materna.
1840: n° 302, abitanti anno 1843: n° 315 Furono scritte pure in Gabiaula giudicaria fiorentina
- titolo della chiesa e del luogo: Collalto e Paurano, SS. due altre membrane del 27 ottobre 1073, con una delle
Anna e Biagio*; abitanti anno 1551: n° 200, abitanti anno quali Pietro del fu Azzo da Gabiaula vendé per soliti
1745: n° 162, abitanti anno 1833: n° 237, abitanti anno 20 a Ildebrando del fu Tegrimo da Voltejano la quarta
1840: n° 251, abitanti anno 1843: n° 244 parte del poggio di Castelvecchio nella corte di
Muteraja, piviere di S. Pietro a Sillano; mentre con il
- TOTALE popolazione anno 1551: abitanti n° 49643 secondo istrumento Talberga del fu Federigo da
- TOTALE popolazione anno 1745: abitanti n° 45792 Monterappoli autorizzata dal suo mondualdo alienò al
- TOTALE popolazione anno 1833: abitanti n° 74553 suddetto Ildebrando del fu Tegrimo pe r soldi 20 altra
- TOTALE popolazione anno 1840: abitanti n° 82013 porzione del poggio di Voltejano. – Vedere GABIOLA E
- TOTALE popolazione anno 1843: abitanti n° 82626 MONTERAPPOLI.
Contuttociò in quei documenti sarebbero desiderabili
(A) N.B. Tutte le chiese parrocchiali contrassegnate da indicazioni meno equivoche, onde collocare al suo posto
un asterisco * appartengono attualmente alla Diocesi di il Cast, di Voltejano o Valtigiano e la distrutta sua eh.
Colle. A quelle parrocchie comprese nello Stato nuovo di di S. Cristofano. Conseguentemente resta per me assai
Siena, per le ragioni dette altrove, manca la popolazione dubbio, se allo stesso luogo sia da applicare il casale di
del 1551. Voltigiano del piviere di S. Pietro in Mercato, dove però
fino al secolo XV esistette una cappella dedicata a S.
Romano, della quale fanno menzione due carte, una del
VOLTERRAJO (MONTE) nell' Isola dell'Elba. – 1451 e l'altra del 1491, della Biblioteca Riccardiana,
Vedere ISOLA DELL'ELBA. rammentate dal Lami. – (Mon. Eccl. Flor. p. 279 in
nota).
Fa parte attualmente del popolo di S. Iacopo a
VOLTIGIANO già (Voltejanum) in Val d'Elsa. – Voltigiano la grandiosa villa di Uliveto già de' Pucci,
Casale ch'ebbe esso pure il titolo di Castello e che lo ora Serristori.
diede a tre chiese, la prima dedicata a S. Cristofano, la La parrocchia di S. Iacopo a Voltigiano con l'annesso
seconda a S. Romano, l ' a t t u a l e a S. Jacopo , cui fu di S. Maria a Loto nel 1843 contava 267 abitanti.
annessa nel 1781 la cura di S. Maria a Loto nel
piviere di S. Pietro in Mercato, Comunità Giurisdizione
e circa 5 miglia toscane a libeccio da Montespertoli, VOLTRIAJO (MONTE E ROCCA DI) in Val d' Era. –
Diocesi e Compartimento di Firenze. Vedere MONTE VOLTRAIO.
Risiede sul fianco di una collina marnosa a poti, delle
strada rotabile tracciata lungo il torrente Pesciola,
che ha al suo levante la villa signorile di Uliveto e a VORNO nella Valle centrale del Serchio. – Villaggio
ponente quella di Montorsoli. con chiesa plebana (S. Pietro) nella Comunità
Varie carte del secolo XI della Badia di Passignano Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a libeccio di
appellano forse a cotesto luogo, la più antica delle quali Capannori, Diocesi e Ducato di Lucca, la qual città
del 1022, due giugno, fu scritta in loco Voltejano trovasi quasi 4 miglia toscane a settentrione di Vorno.
territorio fiorentino. Fu pure rogato in Voltejano, o Risiede sopra uno sprone settentrionale del Monte
Voltigiano, nel 20 marzo 10555, un istrumento di Pisano lungo la strada comunit a t i v a che da Pontetetto
vendita di beni, mentre altrove fu riportalo il sunto di sull' Ozeri sale per Vorno sul Monte Pisano per varcare la
un terzo contratto del due dicembre 1056, col quale foce del, Monte Serra, di dove si discende nella
Guglielmo del fu Teudaldo vendé a Ranieri suo vallecola di Calci.
fratello tutti i beni che aveva in Valligiano con la parte Dall'antico castellaccio di Vorno ci diede la situazione
a l u i spettante del Castello e cappella di S. l'annalista Padre Beverini e più recentemente il Padre
Cristofano, ivi esistente, oltre quella di S. Pietro in Cianelli nel Vol. III delle Memor. Lucch. – Quest’
ultimo scrittore inoltre aggiungeva, che il castello di S. Lucia a Caselli, Vicariato Perpetuo, Abitanti N.° 247
Vorno fu posseduto un tempo da alcuni nobili lucchesi. S. Bartolommeo. alla Badia di Cantignano, Rettoria,
Varie membrane di quell' Arch. Arciv. anteriori al mille Abitanti N.° 270
rammentano la pieve di S. Piet ro a Vorno, una delle S. Michele a Guamo, con l'annesso d i S . P i e r i n o a
quali carte scritta nel 6 febbrajo 944 fu pubblicala G u a m o , Abitanti N.° 649
nella P. III del Vol. V. delle MEMOR. testé citate. S. Stefano a Verciano, Rettoria, Abitanti N.° 6 24
Posteriori al mille sono quelle relative ai suoi S. Giorgio a Sorbano del Giudice, Rettoria, Abitanti
n o b i l i , de' quali il P. Cianelli ne indicò diverse del N.° 447
1038, 1091, 1123, 1145 e 1148, nella quale ultima S. Lorenzo a Sorbano del Vescovo, Rettoria con
epoca i Lucchesi s'impadronirono del castello di Vicariato perpetuo, Abitanti N.° 341
Vorno. S. Michele a Mugnano, Cappellania, Abitanti N.° 166
A questo villaggio e suo castellaccio, situato sul monte TOTALE Abitanti N.° 3691
di Croce Vornense, opinai che si dovesse restituire il
primo e forse il migliore poeta epico latino che fiorì nel
principio del secolo XII. Io parlo di Lorenzo Vornense, VULPIGLIANO, o VOLPIGLIANO di MASSA
che molti scrissero Varnense, autore del poema sulla DUCALE. – Villa, la cui chiesa curata di Massa vecchia è
conquista delle Isole Baleari, cui egli prese parte. – succursale della cattedrale di Massa Ducale, nella
Vedere VARNA . Comunità Giurisdizione Diocesi medes ima, Ducato di
La pieve di S. Pietro a Vorno attualmente è matrice di Modena.
se» chiese parrocchiali, le quali nel 1832 conta vana tutte La contrada di Volpigliano risiede dietro la Rocca di
insieme 3691 abitanti cioè: Massa Vecchia, e nel 553 faceva parte della Vicinanza
di sopra la Rocca rammentala all'Articolo MASSA
Pieve di S. Pietro a Vorno, Abitanti N.° 1145 DUCALE.
Z
ZAMBRA (Sambra ). Questo nome comune a varj La parrocchia riunita di S. Maria e S. Jacopo a Zambra
torrentelli si trova applicato nel fiorentino a l l a Zambra e Zambretta nel 1833 contava 619 abitanti.
di Ontignano che scende in Arno sopra Firenze
dirimpetto a Compiobbi; al fosso di Zambra che nasce
sul Monte Morello e si perde nel fosso della Dogaja ZAMBRA DI CALCI torrente Portano costì il nome di
fra Sesto e Brozzi sotto Firenze; nel Volterrano alla Zambra due corsi d'acqua che attraversano il
Zambra che scola in Cecina dalla montagna di Volterra, valloncello di Calci, la Zambra che scende da Monte
oltre le due Zambra di Calci nel Val d'Arno pisano. Magno e l' altra che ha origine nel MonteSerra sopra il
Castel Maggiore di Calci, e che riceve la prima di Monte
Magno presso il ponte di Zambia innanzi di altra
ZAMBRA e ZAMBRETTA. – Contrada sulla ripa versare la strada provinciale Vicarese per sboccare
sinistra dell' Arno pisano, dalla quale presero il nome quindi nell'Arno dopo circa 4 miglia toscane di
due borgate e due popoli (Zambra e Zambretla) con due tragitto.
chiese (S. Jacopo e S. Maria), la prima nel piviere di S. Rammentano cotesto torrente di Zambra varie carte
Lorenzo alle Corti, l'altra in quello di S. Cassiano a dell' Arch . Arciv. di Pisa, in una delle quali del 12
Settimo, state riunite in una sola parrocchia, nella novembre 964 pubblicata dal Muratori nel Vol. III
Comunità e circa 4 miglia toscane a ponente maestrale delle sue Ant. M. Aevi è citato il rio di Sambra (di
di Cascina, Giurisdizione di Pontedera, Diocesi e Monte Magno) nei contorni di Renano (Nicosia).
Compartimento di Pisa.
Trovansi entrambe in pianura fra la ripa sinistra
dell'Arno e la pieve di S. Lorenzo alle Corti dirimpetto ZANGOLA, o ZANCONE in Val d'Orc ia. –
alla foce del torrente Zambra di Calci, e poco lungi dal Fiumana, la quale raccoglie tutte le acque, che
nuovo ponte che ivi presso l'Arno cavalca. scendono dalle pendici occidentali del Monte Amiata, e
Nel Lib. IV. Rubr. 56 del Breve pisano detto del conte da quelle settentrionali del Monte Labbro, dove il
Ugolino trattasi di una via vicinale da aprirsi ne' confini Zanconci sino dalla sua origine porta lo stesso nome.
di S. Lorenzo alle Corti, chiamata la Via delle Prata, Di là dirigendosi a settentrione passa fra il poggio di
la quale doveva far capo nella strada pubblica (o Roveta che lascia al suo ponente e la Terra di
Livornese) da eseguirsi a spese de' comunisti di S. Arcidosso che resta al suo levante quindi piegando a
Lorenzo alle Corti, de' SS. Filippo e Jacopo alle Corti, maestro, lambisce la base occidentale del Monte
(Navacchio?) di Grumulo (S. Frediano) di Ciriliano, Laterone, lasciando alla sinistra il castello di
di Zambra e Zambretta, di Pettori, di Gello e di Monticello. Costì riprende la direzione di settentrione
Visignano. – Vedere CORTI (S. LORENZO ALLE) per innoltrarsi sotto Monte Giovi, dove se gli
accoppia il torrente del Vivo, già ingrossato dal borro
Vetra di Seggiano e dal fiumicello Ente di ZENO (S.) in Val di Chiana. – Casale con chiesa
Arcidosso, e finalmente termina col maritarsi al fiume parrocchiale (S. Leonardo) nel piviere di S. Mustiola a
Orcia dirimpetto alla villa di Velona dopo circa 14 Quarto, Comunità Giurisdizione Diocesi Compartimento
miglia to scane di cammino sotto nome talvolta del e quasi 4 miglia toscane a ostro libeccio d i Arezzo.
fiumicello Ente, ch’ è uno de' suoi tributarj. – Risiede sull'ingresso settentrionale della Val di Chiana
Vedere ENTE, O LENTE in Val d'Orcia. alla base meridionale del poggio di S. Flora a Torrita,
fra il borghetto dell'Olmo ed i così detti Ponti d i Arezzo.
Che l’ antica chiesa parrocchiale di questo Casale fosse
ZANNONE (FOSSO DEL) nel Val d'Arno pisano. – dedicata a S. Zeno lo manifestano più istrumenti dell’
Vedere FOSSO REALE DI CALAMBRONE. Arch. del capitolo d'Arezzo, uno de' quali del 23
giugno 1284 indica che gli abati del monastero di S.
Flora a Torrita erano patroni di cotesta chiesa
ZECCHE DIVERSE della Toscana. – Le Zecche più parrocchiale al pari dell' altra di S. Angelo a Capo di
antiche della Toscana sono quelle di Lucca, di Pisa e di Monte, cui questa più tardi fu ammensata .
Firenze. Le prime due incominciarono a coniare lire, La stessa chiesa di S. Zeno è rammentatata in altra
soldi e denari di argento e di oro fino dai tempi pergamena della chiesa aretina del 1022 pubblicata dal
Longobardi, quella però di Firenze fu posteriore allo Camici, quando un conte Walfredo del fu conte Ranieri
stabilimento della sua repubblica. Ignazio Orsini, per di Asciano donò ai canonici della cattedrale aretina la
lasciare di tanti altri scrittori, ha occupato un intiero sua quarta parte della Chiusura posseduta dal March.
libro per riportare i vari conj col nome de' zecchieri Oberto nel contado aretino piviere di S. Mustiola a
sotto la repubblica fiorentina, a partire dal 1252, epoca Quarto e di altri pievanati, descritta ne' suoi confini,
in cui Firenze cominciò a battere la buona moneta del cioè, fra la Chiana e le vie pubbliche, una delle quali
fiorino d’ oro. Infatti debbesi ai Fiorentini la gloria di conduceva dal ponte sulla Chiana fino alla via di S.
essere stati i primi a ristabilire in Italia il conio delle Zeno. – Vedere CHIUSURA OBERTENGA.
monete pure di oro abbandonato per lungo tempo dalle La parrocchia di S. Leonardo a S. Zeno nel 1833
altre città. Di epoca quasi contemporanea, ma sul contava 457 abitanti.
declinare del secolo XII sono le Zecche delle città di
Siena, di Volterra e di Arezzo, cui succederono le lire
Cortones.i Tratto con criterio delle prime il Sig. ZENO (S.) A VOLPINARA, o VOLPINARA A S.
Giuseppe Porri in un bel Saggio sulla Zecca sanese ZENO nella Valle del Montone. – Vedere VOLPINARA
pubblicato nel 1844; disertò sulle seconde il ch. Pagnini A S. ZENO
nella sua Opera della Decima, e discorsero della terza
il Cav. Guazzesi e di recente il Dott. Antonio Fabroni,
mentre versò sulle monete di Cortona il cortonese ZENO (S.) A SAN ZENONE nel vallone del Rabbi. –
Alticozzi in un capitolo della sua Lettera apologetica al Casale con chiesa parrocchiale (S. Zeno arcipretura) nella
libro dell’ antico Dominio del Vescovo di Areno in Comunità Giurisdizione e circa tre miglia toscane a
C o rtona. maestrale di Galeata, Diocesi di S. Sepolcro, già
Di breve durata fu la Zecca di Massa Marittima, e Nullius della Badia di Galeata, Compartimento di
dubbie mi sembrano le monete attribuite alle città di Firenze.
Pistoja e di Chiusi. Risiede in valle sul confine estremo della Romagna
Le Zecche più recenti della Toscana sono quelle de' Granducale lungo la ripa destra della fiumana Rabbi,
marchesi Malaspina di Fosdinovo e de' marchesi Cybo grosso tributario del fiume Montone.
Malaspina di Massa di Carrara, la prima instituita o La parrocchia di S. Zeno a San Zenone nel 1833
piuttosto ripristinata nel 1666, ed ora soppressa; la contava 295 abitanti.
seconda aperta in Massa nel 1550, e tuttora esistente al
pari di quelle di Lucca, di Firenze e di Pisa, l' ultima
delle quali tro vasi riunita alla Zecca di Firenze. Tutte le ZENZANO nella Valle Tiberina superiore. – Casale con
altre sono state da lunga mano inibite, oppure soppresse. chiesa parrocchiale (S. Maria) nel piviere della
Madonna della Selva, Comunità e circa un miglio toscano
a ostro di Caprese, Giurisdizione di Pieve S. Stefano,
ZENNA (S. EGIDIO A) nel Val d'Arno casentinese. – Diocesi di San Sepolcro, già di Arezzo, Compartimento
Contrada, la cui chiesa di S. Egidio porta il nomignolo aretino.
del torrente che avvicina, stata riunita alla parrocchia Risiede sopra un poggio che si dirama a levante
di S. Vitale a Lorenzano, nel piviere di Socana, dall'Alpe di Catenaja alla destra della fiumana
Comunità e circa 4 miglia toscane a scirocco di Castel Singerna, fra Caprese e S. Paolo in Monna. – Vedere
Focognano, sotto la Giurisdizione di Bibbiena, Diocesi e CAPRESE.
Compartimento di Arezzo. La parrocchia di S. Maria a Zenzano nel 1833 noverava
Trovasi alle falde orientali del monte percorso dal 112 abitanti.
torrente Zenna presso la sua foce in Arno. – Vedere
LORENZANO nel Val d'Arno casentinese.
ZERI (Cerri?) nella Val di Magra. – Castello
composto di più borgate spicciolati con chiesa plebana (S. poi accomunandosi con l'altra di Pontremoli, non
Lorenzo prepositura) nella Giurisdizione e circa 7 miglia starò a ripetere ciò che è stato detto in quell'Articolo
toscane a ponente libeccio di Pontremoli, Diocesi stessa, dove anche fu avvisato, qualmente nel principio del
già di Brugnato, Compartimento di Pisa. secolo XV i Fieschi, dopo aver cacciata da
Il castel vecchio di Zeri, del quale noti restano che pochi Pontremoli i Parmigiani si resero signori quasi
avanzi, è situato fra il grado 27 ° 14' 30" longitudine ed assolutidi tutto il distretto pontre molese, compresovi
il grado 44° 2 1 ’ l a t i t u d i n e ad una elevatezza di questo di Zeri, fino al territorio transapennino della
circa 1180 braccia sopra il livello del mare Val di Taro; i quali dinasti però alla pace del 1433
Mediterraneo. dovettero lasciare l'anzidetta contrada al dominio di
Trovasi sulla prominenza di un poggio, le di cui falde Filippo Maria Visconti Duca di Milano. Dissi ancora
sono bagnate dalle sorgenti superiori del torrente come fra le turpissime azioni di quest'ultimo signore
Gordana, mentre alle sue spalle sorge a ponente fuvvi pure quella di fare uccidere segretamente (aprile
mastrale l'Appennino del Monte Gottaro, avendo al suo del 1436) nell'Appennino di Zeri lungo la via di Borgo
libeccio quello di Monte Rotondo. Taro il valoroso capitano Niccolo da Tolentino, che
L'antica chiesa plebana profondò per l’instabilità del allora serviva la Repubblica fiorentina. La popolazione
suolo mentre quella recentemente costruita minaccia la della pieve di Zeri è sparsa in 15 o 16 piccole villate,
stessa sorte per difetto del terreno argilloso di una gran ognuna delle quali ha un nome particolare, e tutte
parie di quella convalle. insie me nelle quattro epoche qui sotto indicate
La più antica memoria, e forse l'origine del nome Presentavano l’appressa popolazione.
vernacolo di Zeri (Cerri ) si da a conoscere in un
istrumento dell'anno 774, 5 giugno, consistente in una MOVIMENTO della Popolazione della COMUNITA’ DI
donazione fatta dall’Imperatore Carlo Magno, mentre ZERI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie (1).
era in Pavia, al Monastero di S. Colombano di una selva
regia situata nell'Appennino di Monte Lungo, oltre il ANNO 1745: Impuberi maschi 275; femmine 217; adulti
dono dell'Alpe chiamata il Monte di Croce, perché maschi 234, femmine 300; coniugati dei due sessi 227;
sulla di cui sommità esisteva una croce a (forse l' ecclesiastici secolari 48; numero delle famiglie 224; totale
Appennino dello la Croce di Ferro, (– MURAT. Ant. M. della popolazione 1301.
Aevi. T. I. ) ANNO 1833: Impuberi maschi 272; femmine 273; adulti
All'Articolo poi LAGO PELOSO situato sull'erta groppa maschi 275, femmine 282; coniugati dei due sessi 500;
del la Pelata di Zeri fra la eresia del Monte Molinatico ecclesiastici secolari 25; numero delle famiglie 258; totale
e quella del Monte Gottaro fiancheggiato da una selva della popolazione 1627.
di Cerri, dissi, che da molesto taglietto probabilmente ANNO 1840: Impuberi maschi 321; femmine 300; adulti
ebbe origine la Piscina Pelosa, siccome dalla maschi 280, femmine 299; coniugati dei due sessi 526;
circostante selva di Cerri solé derivare il nome al ecclesiastici secolari 30; numero delle famiglie 261; totale
paese di Zeri. Anche in un placito tenuto nel 10 agosto della popolazione 1756.
972 dal March. Oberto conte del sacro Palazzo ANNO 1843: Impuberi maschi 270; femmine 256; adulti
dell'Imperatore Ottone I a favore del Monastero di maschi 307, femmine 341; coniugati dei due sessi 494;
Bobbio si rammenti presso la Piscina Pelosa una ecclesiastici secolari 32; nume ro delle famiglie 273; totale
selva di Cerri, nei quali erano stati confitti de' chiodi della popolazione 1700.
di ferro. Infatti in un diploma dell' Imperatore
Federigo I del 1164 si confermarono al March. Obizzo (1) Non si conosce la popolazione del 1551 quando Zeri
Malaspina molli feudi della Lunigiana, fra i quali apparteneva al governo spagnolo di Milano.
quello di Cerri (Zeri). – Vedere LAGO PELOSO.
Tra i signori di Zeri, oltre i March. Malaspina, vi Comunità di Zeri. – Il territorio comunitativo di Zeri
ebbero parte gli Estensi, ed i March. Pallavicini discesi abbraccia una superfìcie di 33447 quadrati dei quali
dal prenominato conte del sacro Palazzo sodo Ottone I. quadrati 964 spettano a corsi di acqua ed a pubbliche
Si crede che sia stata signora, o sotto feudataria di Zeri, strade. Vi si trovava nel 1833 una popolazione indigena
una famiglia Pellizzeria del a quale manco di notizie di 4068 abitanti a proporzione di quasi 100 individui
autentichi che appoggino cotesto fitto. – (Calendario per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Lunese per V anno 1836). Confina con due Comunità del territorio disunito del
Ciò che sembra meno dubbio si è, che i marchesi Granducato. Da levante a settentrione per lungo
Malaspina, ad onta della conferma fatta dall' cammino fronteggia con la Comunità di Pontremoli; a
imperatore Federigo II (andò 1220) del diploma del libeccio per breve tragitto con quella di Calice, e
1164, a favore del March. Obizzo della stessa famiglia, dallo stesso lato con l'ex feudo di Sughero, d a l l a
perderono assai per tempo il feudo di Zeri, stantechè parte poi di scirocco si tocca con l'altro ex feudo di
esso tino dal secolo XII almeno trovasi incorporato al Mulazzo, mentre verso maestrale mediante la Comunità
territorio e giurisdizione di Pontremoli, al d i cui transappennina di Borgo Taro fronteggia con il Ducato
Comune anche l'Imperatore Federigo I con diploma del di Piacenza, e dirimpetto a ponente libeccio mediante
1167, mentre confermavagli i privilegi concessi dai suoi il Mandamento di Godano con il Regno Sardo.
predecessóri, rammentò la giurisdizione de' Pontremolesi All' Articolo PONTREMOLI, COMUNITÀ', furono indicali
su quelle Alpi. – Vedere l’Articolo PONTREMOLI. i luoghi per i quali costeggiavano insieme i territorj di
Quindi è che la storia civile di Zeri da quell’ epoca in Pontremoli e di Zeri, cioè, dirimpetto a levante dalla
confluenza del rio Rovinale nel torrente Teglia sino al media sul livello del mare si calcola di circa metri 600, è
monte Burella, dove il territorio di Zeri volgesi verso fertile di cereali e di castagni, abbondantissima di prati e
settentrione finché giunge sulla cima dell'Appennino del di pascoli naturali.
Monte Molinaiico pas sando per la così delta Foce I castagni occupano adesso il posto degli abeti e delle
Crociata e di costì sino al canale del Prato del Prete, altre selve selvaggie che nei passati secoli ingombravano
lungo il qual canale scende nella fiumana Verde, che le parti superiori de' suoi monti non mai spogliati dì
lascia presso il Castello di Grondola, per poi ritornare vegetazione; per cui i castagni e la pecuaria forniscono
verso la cima del Monte Molinatico, la cui criniera il cibo al campamento, e lana sufficiente per tessere i
territorio comunitativo di Zeri percorre prima modesti abiti da donna e da uomini a quella onesta,
dirimpetto a maestrale quindi di faccia a settentrione frugale ed ospitaliera popolazione.
sino sopra alla Cisa dove trova, di qua, il territorio Dal novero del bestiame domestico che al presente suoi
comunitativo di Pontremoli, e di là, quello vivere nella Comunità di Zeri, secondo la tavola di detto
transappennino di Berceto spettante al Ducato di Calendario resulta, che nel 1836 vi erano capi bovini N.°
Parma. 1567, capre N° 807, pecore N.0° 6241, cavalli N.° 26;
Le prominenze dell' Appennino che accerchiano la con asini e muli N.° 143, bestie porcine N.° 443. Totale N.°
valle di Zeri possono limitarsi, a maestrale, al Monte 9227 capi di bestie grosse.
Molinatico alto circa braccia 2651 sopra il livello del La Comunità di Zeri non ha pubbliche scuole, ha bensì un
mare, a ponente, al Monte Gottaro , la di cui cima fu medico chirurgo senza obbligo di residenza, talché le
calcolata braccia 2805; a l i b e c c i o , al Monte Rotondo popolazioni di cotesta Comunità risentono gravissimo il
alto braccia 1985; e a ostro al Monte Corneviglio che difetto di una regolare e più estesa vaccinazione, ed è l’
si alza braccia 1992; mentre al suo levante sporge il unico paese che manca di legali.
Monte Arzelato 1502 braccia , sopra il livello del mare Tutti gli uffizj e le autorità pubbliche di questa Comunità
Mediterraneo. si trovano in Pontremoli.
Le fiumane maggiori che attraversano il territorio di
Zeri sono quelle del Verde, della Gordana e della QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di ZERI
Teglia, o Capria destra. La prima nasce dal Lago a quattro epoche diverse.
Peloso sull'Appennino della Foce Crociata tra Zeri e
Monte Molinatico, circa 9 miglia innanzi di vuotarsi - nome del luogo: Arzelato, titolo della chiesa: S. Michele
nella Magra dentro Pontremoli. La seconda fiumana (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
scende dai poggi intorno a Zeri sotto il vocabolo di Luni), abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n°
Canale di Gottaro quindi passa per li stretti di 210, abitanti anno 1840 n° 246, abitanti anno 1843 n° 262
Giaredo col nome di fiumicello Gordana, un miglio - nome del luogo: Cervara, titolo della chiesa: S. Giorgio
innanzi di accoppiarsi alla Magra che trova, dopo 12 (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
miglia toscane di tortuoso cammino, e circa mezzo Luni), abitanti anno 1745 n° 385, abitanti anno 1833 n°
migllio toscano a ostro di Pontremoli. La terza fiumana, 430, abitanti anno 1840 n° 475, abitanti anno 1843 n° 468
la Teglia, nasce sul fianco orientale del Monte Rotondo. - nome del luogo: Codolo, titolo della chiesa: S. Felicita
Essa dopo aver raccolto le acque del torrente Moretto (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
serve di confine dirimpetto a ostro per circa 5 miglia al Luni), abitanti anno 1745 n° 199, abitanti anno 1833 n°
territorio Granducale della Comunità di Zeri con quello 220, abitanti anno 1840 n° 282, abitanti anno 1843 n° 300
del ex feudo Estense di Mulazzo. - nome del luogo: Guinadi, titolo della chiesa: S. Pietro
Niuna strada rotabile ha mai percorso territorio di questa (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
Comunità. Luni), abitanti anno 1745 n° 636, abitanti anno 1833 n°
In generale poi il terreno che cuopre i fianchi di cotesti 503, abitanti anno 1840 n° 659, abitanti anno 1843 n° 700
monti spella al macigno schistoso o schisto marnoso - nome del luogo: Navola, titolo della chiesa: S. Lorenzo
disposto a strati più o meno inclinati. Fanno eccezione per (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
altro gli Stretti di Giaredo, dove incontrasi il fenomeno da Luni), abitanti anno 1745 n° 92, abitanti anno 1833 n°
me indicato agli Articolo Barga e Gordana, di trovarvisi 163, abitanti anno 1840 n° 162, abitanti anno 1843 n° 169
cioè la calcarea argillo silicea convertita in un diaspro più - nome del luogo: Rossano, titolo della chiesa: S.
o meno macchiato in rosso, ora pallido, ed a luoghi tinto Medardo (Arcipretura), diocesi cui appartiene: Pontremoli
in sanguigno. (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 894, abitanti anno
Il suolo superiore mostrandosi poco fermo in quasi tulle le 1833 n° 915, abitanti anno 1840 n° 1068, abitanti anno
parti delle convalli percorse delle fiumane di sopra 1843 n° 999
indicate, mostra che quel terreno di schisto marnoso - nome del luogo: ZERI, titolo della chiesa: S. Lorenzo
sovrabbonda di argilla. (Prepositura), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di
Il territorio, che è quasi interamente posseduto dagli Brugnato), abitanti anno 1745 n° 1301, abitanti anno 1833
abitanti, provvede pressochè ad ogni loro necessità, talché n° 1627, abitanti anno 1840 n° 1756, abitanti anno 1843
per indicare ch'essi non hanno gran fatto bisogno di ciò n° 1700
che non produce il loro paese, sono soliti dire con
orgoglio che Zeri mangia il proprio pane e veste del suo - Totale abitanti anno 1745: n° 3677
pelo. – (Calendario Lunense per l anno 1816.) - Totale abitanti anno 1833: n° 4068
Rispetto ai prodotti di quel suolo dirò con l’ A. dell' - Totale abitanti anno 1840: n° 4648
operetta ora citati, che la valle di Zeri, la cui altezza - Totale abitanti anno 1843: n° 4598
La parrocchia di S. Andrea a S. Zio nel 1833 noverava
177 abitanti.
ZERI (CHIOSO DI). – Vedere CHIOSO DI ZERI.
CATALOGHI
DELLE OPERE EDITE E DEI MANOSCRITTI
USATI
DALL'AUTORE DI QUESTO DIZIONARIO
CATALOGO PRIMO
De’Manoscritti dall’Autore del Dizionario stati spogliati dagli Archivj o da Biblioteche pubbliche e private.
1. Dall’Archivio Diplomatico Fiorentino, Spogli in Vol. II. in fol. presso l’autore.
2. Dall’Archivio Diplomatico di Siena. Spogli sciolti presso l’autore.
3. Dalla Biblioteca pubblica di Siena. Spogli diversi del Benevoglienti e di altri sciolti. (idem)
4. Dall’Archivio dell’Opera del Duomo di Siena, e da quello dello Spedale di S. Maria della Scala. Spogli sciolti.
(idem).
5. Dall’Archivio Arcivescovile di Pisa. Spogli sciolti presso l’autore.
6. Dal Breve Pisano detto del Conte Ugolino. Il Libro IV. intitolato de Operibus. Dalla Biblioteca della Sapienza di Pis a.
Spoglio sciolto presso l’autore.
7. Dalla Biblioteca Riccardiana. Diversi Odeporici MSS. del Cap. Gio. Mariti, Spogli nel Vol. 2.° del N.° 1. di sopra
citato.
8. Dall'Archivio delle Riformagioni di Firenze. Spogli nel Vol. 2° del N.° 1.(ivi).
9. Dalla Biblioteca privata del March. Gino Capponi. - Entrate e Uscite delle Comunità sottoposte nel 1558 alla Rep. di
Montalcino: MS. donato da Gius.
Molini al suddetto. Spoglio copiato presso l'autore stesso.
10. Dall'Archivio del Collegio Ducale di S. Frediano di Lucca. Spogli inseriti nel Vol. 2.° del N° 1. di sopra citato
presso il suddetto.
11. Sulla Storia di Lucca, del Canonico Moricone. MS. sciolto (idem)
12. Dalla Biblioteca pubblica Magliabechiana. Spogli del Borghini, della Sommaja e di altri (idem).
13. – Forti Tommaso. Il Foro fiorentino, o gli Uffizi e magistrati della città di Firenze (idem).
14. Dalla Biblioteca del Seminario fiorentino. Spogli del pievano Antonio Dell'Ogna relativi specialmente al Mugello.
MS. aggiunto alla Descrizione del Mugello del Brocchi della 1. e R. Biblioteca de’Georgofili.
15. Romagnoli Ettore e Don Giovacchino Falaschi. Documenti tratti in copia dagli Archivj pubblici di Siena relativi ai
paesi dello Stato Sanese disposti per ordine alfabetico. MS. in due Vol. in fol. da restituirsi agli eredi Romagnoli.
16. Altri spogli diversi sciolti, o uniti al Vol. 2. del N.° 1. Di sopra citato.
17. Spogli di MSS. del Can. Angelo Maria Bandini per servire all'illustrazione del casentino nella Biblioteca
Marucelliana, presso l'autore.
18. Statistica sul numero delle famiglie e delle anime dello Stato vecchio Fiorentino e Pisano, del 1551. Spogliata
dell'Archivio del Monte Comune di Firenze presso l’autore.
19. Statistica numerica delle famiglie e abitanti del Granducato, del 1745, repart iti per diocesi, per comunità e
parrocchie, col numero degli abitanti suddivisi in impuberi, adulti, maritati, ecclesiastici de'due sessi, separando i
cattolici dagli ebrei e dagli eterodossi. Libro autentico MS. presso l’autore.
20. Notizie statistiche delle due Provincie di Siena raccolte nel 1639 da Gio. Vincenzio Coresi del Borro e rinnite al suo
Blasone Sanese. MS. in Vol. 4 in fol. nella Bibl. Magliabechiana. Spogli sciolti presso l’autore.
21. Gherardi Roberto. La Villeggiatura di Majano. MS. presso la nobile famiglia Gherardi di Firenze.
22. Gherardini Senat. Bartolommeo, Visita generale delle città, terre e castelli dello Stato Senese fatta nel 1675. MS.
consultato ed in parte spogliato, esistente presso i Signori Toscanelli di Montopoli.
23. Gherardini Can. Niccolò di Francesco. Della famiglia Gherardini. MS. presso il Sig. segretario Avv. Antonio
Gherardini.
24. Giornali diversi di viaggi geologici intrapresi per la Toscana onde servire alla compilazione del Dizionario attuale.
MSS. presso l’autore.
25. Testamento di Francesco di Marco Datini. MS. membr. presso il Bigazzi.
26. Statuti di Chiarantana. M.S. membr. presso il suddetto.
CATALOGO SECONDO
N. B. Le Opere di Geografia e di Storia più generali saranno contrassegnate con l'asterisco. (*) onde distinguerle dalle
parziali alla Toscana, le quali allorché riferiscono a più Cataloghi saranno distinte col numero (1).
(*) Strabonis, Geographia, interpr. Xilandro cum notis Casauboni. Vol. II in fol.
(*) Tolomeo Claudio, Geografia, tradotta in volgare dal Ruscelli, Vol. I in 4°.
(*) Melae Pomponii, De situ orbis cum notis. Vol. I in 8.°
(*) Antonini, Itinerarium cum notis variorum, Vol. I in 4.°
(*) Peutingeriana Tabula itineraria, cum notis Velserii, Vol. I in fol.
(*) Cl. Rutilii Numatiani, Itinerarium, Vol. I in 12.°
(*) Graevii et Granovii, Thesaur. Antiquit. Gr. et Rom. Vol. 39 in fol.
(*) Cluverii, Geographia antiqua, etc. Vol. III in fol.
(*) Cellarii, Notitia Orbis antiqui. Vol. II in 4.°
(*) Ortelii, Theatrum Orbis terrarum, Vol. IV in fol.
(*) Holstenii Lucae, Notae in Ortelium, etc.. Vol. I in 8.°
(*) Gruteri, Inscriptiones antiquae, Vol. IV in fol.
(*) Cornelii Nepotis, Vitae excell. Imperat. Vol. I in 8.°
(*) T. Livii. Historia Romana, Vol. III in 18.°
(*) Polybe, Histoire, trad. du grec. par Thuillier avee les commentaires du Chev. Folard. Vol. VI in 4.°
(*) Dionysii Halicarnasii, Antiq. romanae, Vol. II in fol.
(*) Jul. Caesaris, Commentaria, Vol. III in 8.°
Crispi Salustii, Bellum Catilinar. Vol. I in 8.°
(*) Velleii Paterculi, Historiarum, libri duo. Vol. I in 12.°
(*) Dionis Cassii, Historia romana. Vol. I in fol.
(*) Ammiani Marcellini, Histor. cum notis, Vol. I in 4.°
(*) C. Taciti, Le Opere tradotte da Lod. Valeriani, col testo a fronte. Vol. V in 4.°
(*) Aurelii Victoris, De Viris illustribus. Vol. I in 8°
(*) C. Plinii Junioris, Epistolae cum notis. Vol. I in 4.°
(*) Sexti Frontini, Stratagema libri IV in Vol. I in 12.°
(*) Ejusdem, De Coloniis, Vol. I in 8.°
(*) Ejusdem cum aliis scriptoribus, De Finium regundorum. Vol. I in 4.°
(*) Tullii Ciceronis, Orationes, Vol. III in 8.°
(*) Ejusdem, Epistolae ad Atticum, Vol. I in 8.°
(*) Ejusdem, Epistolae familiares, Vol. I in 8.°
(*) Plutarco, Vite degli Uomini illustri greci e romani tradotte in Volgare dal Pompei, Vol. VII. in 8.°
(*) Labbei et Mansi, Sacrorum Conciliorum collectio, Vol. XXXI in fol.
(*) Bollandi etc. Acta Sanctorum omnium. Vol. LI in fol.
(*) Ughelli Ferd. Italia Sacra, Vol. X in fol.
Dello stesso, Della Famiglia de'Conti di Marsciano, Vol. I in fol.
(*) M. Aur. Cassiodori, Opera omnia, Vol. I in fol.
(*) S. Gregarii Magni, Opera omnia. Vol. V in fol.
(*) Ferrarii Filippi, Lexicon Geographicum emend. Baudrand. Vol. II in fol.
(*) Raphaelis Volaterrani, Commentaria Urbana, Vol. I in fol.
(*) Alberti Leandro, Descrizione dell'Italia, Vol. I in 4°
(*) Sigonii Caroli, Opera omnia. Vol. VI in fol.
(*) Flavii Blondi, Italia illustrata. Vol. I in 4°
(*) S. Antonini, Chronicon, Vol. III in fol.
(*) Petrarchae Francisci, Opera omnia, Vol. II in fol.
(*) Balutii, Miscellanea, Vol. IV in fol.
(*) Ejusdem, Epistolae Innocentii III, Vol. II in fol.
(*) Ejusdem, Vitae Pontif. Aveniones, Vol. II in 4.°
(*) Muratori Lud. Antonii, Antiquitates Medii Aevi, Vol. VI in fol.
(*) Ejusdem, Rerum italicarum scriptores cum supplem. Vol. XXX in fol.
(*) Del medesimo. Antichità Estensi. Vol. II in fol.
(*) Del medesimo. Annali d'Italia con la continuazione. Vol. XXXIII in 8.°
(*) Zaccoria Patr. Francisci Antonii, Bibliotheca Pistoriensis, Vol. I in fol.
Ejusdem, Anecdotor. Pistor. Med. Aevi, Vol. I in fol.
Lami Giovanni, Memorabilia Eccl. Florent. Vol. IV in fol.
Gori Proposto Ant. Francesco, Inscriptionum antiquarum, quae extant in Etruriae urbibus, Vol. III in fol.
Ejusdem, Museum Etruscum, Vol. III in 4.°
(*) Mittarelli et Costadoni Abb., Annales Camaldulenses. Vol. IX in fol.
(*) Nardi Ab. Fulgentii, Bullar. Vallisumbrosanum, Vol. I in 8.°
Matthaei P. Ant. Felicis, Historia Eccl. Pisan. Vol. II in 4.°
Soldani Ab. Fidelis, Historia Passinianensis, Vol. I in fol.
(*) Nanni Domenico Maria, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi. Vol. XXX in 4.°
Manni Domenico Maria, Varie Dissertazioni d'argomento patrio in 4.°
(*) Calogerà, Prima Raccolta di opuscoli storici e scentifici dal 1738 al 1754 Vol. LI in 12.°
(*) Lami, Novelle Letterarie di Firenze dal 1740 al 1770 e continuazione dal 1771 al 1792. Vol. LIV in 4.°
Gio. Follini Vinc. e Rastrelli Modesto, Firenze antica e moderna, Vol. VIII in 8.°
Migliore (del) Ferdinando, Firenze illustrata, Vol. I in 4.°
Richa Pad. Giuseppe, Notizie istoriche delle chiese fiorentine. Vol. X in 4.°
Cerracchini Luca Giuseppe, Cronologia de'Vescovi ed Arcivescovi di Firenze, Vol. I in 4.°
Dempsteri Thomae Colte, De Etruria regali, Vol. II in fol.
Borghini Mons. Vincenzio, Discorsi istorici sopra Firenze ed i suoi Vescovi, ecc. Vol IV in 8.°
(*) Alighieri Dante, La Divina Commedia con note, Vol. III in 8.°
(*) Uberti (Fazio degli). Il Dittamondo, Vol. I in 8.°
Malespini Ricordano, Istorie fiorentine. Vol. I in 4.°
Compagni Dino, Cronica fiorentina. Vol. I in 8°
(*) Villani Giovanni, Cronica fiorentina. Vol. VIII in 8.°
Villani Matteo e Filippo, seguito della Cronica suddetta e vite di alcuni uomini illustri fiorentini, Vol. VI in 8.°
(*) Boccaccio Giovanni, De Montium, Sylvarum, Lacuum etc. Vol. I in fol.
Del medesimo. Vita di Dante, Vol. I in 8.°
(*) Del medesimo, Decamerone, Vol. III in 8.°
Del medesimo, Ninfale, Vol. I in 4.°
Pizzetti Ab. Pietro Paolo, Antichità Toscane, Vol. II in 8°
Rena Cosimo (della), De' Marchesi e Duchi di Toscana, Vol. I in fol.
Camici Ab. Ippolito, Continuazione de'Marchesi e Duchi di Toscana. Vol. IV in 4.°
(*) Sacchetti Franco, Novelle piacevoli, Vol. II in 8°
(*) Mabillonii Joannis, Museum Italicum, Vol. II in 4.°
(*) Ejusdem, Annales Ordini S. Benedicti, Vol. VI in fol.
(*) Montefaucon Bernardi, Diarim Italicum, Vol. I in 4.°
(*) Tiraboschi Girolamo, Istoria della Letteratura italiana, Vol. XX in 8.°
(*) Dello stesso, Biblioteca Modanese, Vol. I in 4.°
(*) Ejusdem, Historia Nonantulana, Vol. III in fol.
(*) Ejusdem, Humiliatorum Vetera Monumenta. Vol. IV in 4.°
(*) Denina Carlo, Delle Rivolnzioni d'Italia, Vol. V in 8.°
Ptolomaei Lucensis Annales. Vol. I in 8.°
Beverini P. Bartholomei, Annales Lucenses. Vol. IV in 8.°
Memorie Lucchesi per servire alla storia del Ducato di Lucca, Vol. X in 4.° (in corso di stampa)
(*) Brunetti Filippo, Codice Diplomatico, Vol. I in 4.° diviso in tre Parti.
(*) Savioli Ludovico, Annali Bolognesi, Vol. IV in 4.°
(*) Gherardacci Pad., Storia di Bologna, Vol. II in 4.°
(*) Fantuzzi, Monumenti Ravennati, Vol. VI in 4.°
(*) Rubei Hieronimi, Histor. Ravenn. Vol. I in fol.
(*) Marchesi Sigismondo, Storia di Forlì, Vol. II in 4.°
Pad. Idelfonso di S. Luigi, Delizie degli Eruditi Toscani, Vol. XXV in 8.°
Machiavelli Niccolò, Storie fiorentine, Vol. II in 8.°
Dello stesso, Lettere diverse, Vol. I in 4.°
(*) Ariosto Lodovico, L'Orlando furioso e le Satire, Vol. V in 8.°
(*) Guicciardini Francesco, Storia d'Italia, Vol. I in 4.°
Boninsegni Domenico, Storie fiorentine, Vol. I in 4.°
Segni Bernardo, Storie fiorentine, Vol. I in fol.
Varchi Benedetto, Storia fiorentina, Vol. IV in 8.°
Nardi Jacopo, Le Istorie della città di Firenze, Vol. I in 4.°
Ammirato Scipione Vecchio e Giovane, Istorie fiorentine, Vol. III in fol.
I medesimi. De'Vescovi di Arezzo, Fiesole e Volterra. Vol. I in 4.°
I medesimi. Genealogia de'conti Guidi. Vol. I in fol.
Adriani Gio. Battista, Storia de'suoi tempi, Vol. II in 4.°
(*) Pii II Pont. Max., Commentaria, Vol. I in fol.
(*) Botta Carlo, Storia d'Italia, Vol. I in 4.°
(*) – Storia de'popoli italiani. Vol. IV in 8.°
(*) Giovio Paolo, Istoria del suo tempo tradotta in volgare, Vol. II in 4.°
(*) Fiorentini Fr. Maria, Memorie storiche della gran contessa Matilda con documenti. Vol. I in 4.°
Mecatti Giuseppe Maria, Storia cronologica di Firenze, Vol. II in 4.°
Moreni Can. Domenico, I contorni di Firenze illustrati, Vol. VI in 8.°
Del medesimo e Can. Cianfogni, Memorie storiche della Basilica Ambrosiana di S. Lorenzo, Vol. III in 4.°
(*) S. Petri Damiani, Opera omnia, Vol. IV in fol.
Brocchi Giuseppe, Descrizione del Mugello con aggiunte MSS., Vol. I in 4.°
Lastri Proposto Marco, Osservatore fiorentino. Vol. VIII in 8.°
Del medesimo, Lettera Odeporica d'una parte di Val-d'Elsa e Val-di-Pesa nel Magazzino toscano. Vol. V.° P. II in 8.°
Becchi Ab. Fruttuoso, l'Illustratore fiorentino, Calendario per gli anni 1836, 1837, e 1838, Vol. III in 12.°
Salvini Salvino, Serie cronologica de’Canonici della Metropolitana fior. Con aggiunte MSS., Vol. I in 4.°
(*) S. Gregorii Magni, Opera omnia. Vol. II in fol.
Roscoe, Vita di Lorenzo il Magnifico tradotta in italiano. Vol. IV in 8.°
(*) Del medesimo. Vita di Leone X. tradotta come sopra, Vol. XII in 8.°
(*) Leo Enrico, Vicende della costituzione delle città Lombarde, traduzione italiana, Vol. I in 8.°
(*) Del medesimo. Storia degli Stati Italiani dalla caduta dell'impero romano sino al 1840 tradotta in italiano. Vo l. II in
4.°
(*) Gibbon, Storia della Decadenza del R. Impero tradotta, Vol. X in 8.°
(*) Sismondi C. Simonde, Storia delle Repubbliche italiane del Medio evo in volgare, Vol. XVI in 8.°
Del medesimo. Tableau de l'Agricolture toscane. Vol. I in 8.°
(*) Del medesimo. Della caduta del R. Impero tradotta, Vol. III in 8.°
Contrucci Ab. Pietro, Opere varie. Vol. III in 8.°
Statistica di Pistoja e del suo distretto. Vol. I in 12.°
Fioravanti Jacopo Maria, Memorie storiche della città di Pistoja, Vol. I in fol.
Rosati Antonio Maria, Memorie per servire alla storia de'Vescovi di Pistoja Vol. 11 in 4.°
Tolomei Cav. Fraimico, Guida di Pistoja, Vol. I in 8.°
Anonimo, Storie Pistolesi, Vol. I in 8.°
Salvi P. Michele, Delle Storie di Pistoja, Vol. III in 4.°
Ciampi Prof. Sebastiano, Della Sagrestia pistoiese e del Campo Santo di Pisa, Voi. 1 in 4°
Del medesimo, Vita e Versi di Cino da Pistoja, Vol. II in 8.°
(*) Anonimi, Archivio Storico Italiano, Dispense XV in 8.° (in corso di stampa.)
Landucci P. Ambrosii, Sacra Iliccetana Sylva, Vol. I in 4.°
Galluzzi Riguccio, Istoria del Granducato sotto i Medici, Vol. V in 4.°
Pignotti Lorenzo, Storia della Toscana innanzi il Granducato, Vol. IX in 8.°
Pagnini Gio. Francesco, Della Decima e di varie altre gravezze imposte dal Comune di Firenze; della Moneta e delle
Mercanzie de'Fiorentini fino al secolo XVI, Vol. IV in 4.°
Adami Ant. Filippo, Prospetto di una nuova compilazione dell’istoria fiorentina, Vol. I in 4.°
(*) Litta Conte Pompeo, Delle Famiglie celebri d'Italia a dispense in gran fol. (continua)
(*) Troya Carlo, Del Vetro allegorico, Vol. I in 8°.
(*) Dello stesso, Storia d'Italia del Medio Evo. Vol. II in 6 libri (in corso di stampa).
(*) Provana Conte L. G., Studj critici sopra la storia d'Italia ai tempi del ra Ardoino Vol. I in 8.°
(*) Lenglet Dufresnoy, Tavolette Cronologiche tradotte. Vol. II in 8.°
(*) Anonimi PP. Maurini, Art de verifier les dates. Vol. VIII in 4.°
Mehus Ab. Laurentii, Vita Ambrosii Traversarii cum multis adnotationibus, Vol. II in fol.
Del medesimo. Vita e lettera ai Lapo da Castiglionchio, Vol. I in 4.°
Puccinelli Ab. D. Placido, Cronica dell'Abbadia fiorentina con l’istoria del gran Conte Ugo, e le Memorie di Pescia,
Vol. I in 4.°
Galletti D. Pier Luigi, Dell'origine della Badia Fiorentina, Vol. I in 4.°
Lami Ab. Giovanni, Lezioni Toscane, Vol. II in 4.°
Ejusdem, Delitiae Eruditorum, Vol. XVIII in 8.°
(*) Lazzarini P., Anecdota Romani Collegii, Vol. II in 8.°
(*) Affò P. Ireneo, Istoria di Parma, Vol. IV in 4.°
(*) Poggiali Can., Memorie storiche di Piacenza, Vol. XII in 4.°
(*) Carli-Rubbi Conte Gio. Rinaldo, Delle monete e delle istituzioni delle Zecche d'Italia, Vol. III in 4.°
Noris Henrici, Cenotaphia pisana. Vol. I in fol.
Baccetti Ab. D. Niccolai, Septinianae Abbatiae historiae. Vol. I in 4.°
(1) Targioni-Tozzetti Giovanni, Relazione di alcuni Viaggi per la Toscana. Vol. VI della prima e Vol. XII della seconda
edizione in 8.°
Del medesimo, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana nel secolo XVII, Vol. 4 in 4.°
Del medesimo, Prodomo della Corografia e Topografia fisica della Toscana, Vol. I m 8.°
(*) Gioja, Filosofia della Statistica, Vol. II in 8.°
(*) Balbi Cav. Adriano, Compendio di Geografia, Vol. I in 8.°
(*) Del medesimo. Bilancia politica del Globo, Vol. I in 8.°
(*) Maltebrun, Geographie Universele, Vol. VIII in 8.°
(*) Marmocchi, Corso di Geografia generale in cento lezioni. Vol. VI in 4.°
Seristori Conte Luigi, Statistica della Toscana, Vol. I in 4.°
(*) Manno Cav., Storia della Sardegna, Vol. IV in 8.°
(*) Oaerigo Padre Gaspero Luigi, Lettere ligustiche, Vol. I in 8.°
(*) Spotorno Ab., Storia letteraria della Liguria, Vol. IV in 8.°
(*) Del medesimo, Nuovo Giornale de'Letterati prima e seconda serie dal 1826 al 1837, in 8.°
(*) Bertoloni Prof. Antonio, Amoenitates Italicae, Vol. I in 4.°
Promis Carlo, Memorie sopra gli scavi di Luni negli Atti della R. Accademia di Torino del 1837, in 4.°
(*) Del medesimo, Storia di Sarzanello, Vol. I in 8.°
(*) Bertolotti, Viaggio per la Liguria ma rittima. Vol. III in 8.°
Chabrol (de) Baron, Memoire sur le Gonfre de la Spezie dans la Statistique du Departement de Montenotte, in calce al
Vol. II in 4.°
Anonimo, Calendario Lunese per gli anni 1835, 36, 37 e 38. Vol. IV in 16.°
Gerini Ab. Emanuelle, Memorie storiche di Lunigiana, Vol. II in 4.°
Anonimo, Compendio storico della Provincia di Lunigiana, Vol. I in 8.°
Viani Giorgio, Della Famiglia Cybo e delle Monete di Massa di Lunigiana con l’aggiunta di alcuni documenti non per
anco pubblicati. Vol. I in 4.°
Pacchi Ab. Domenico, Ricerche storiche della Garfagnana, Vol. I in 4.°
(*) Ricci Lodovico, Corografia de'territorj di casa d'Esle, Vol. I in 8.°
Garampi Mons., Illustrazione di un sigillo della Garfagnana, Vo1. 1 in 4.°
Cordero di S. Quintino, Delle Monete de'March. di Toscana coniate in Lucca, Vol. I in 8.°
(*) Del medesimo. Degli Edifizj de'tempi Longobardi e stile da questi usato, Vol. I in 8.°
Manuzio Aldo, Le azioni di Castruccio Castracani, Vol. I in 4.°
Mazzarosa March. Antonio, Storia di Lucca, Vol. II in 8.°
Del medesimo. Guida di Lucca, Vol. I in 12.°
Trenta Tommaso, Guida di Lucca, Vol. I in 8.°
Mansi e Barsocchini, Diario sacro delle chiese di Lucca, Vol. I in 8.°
Tronci Paolo, Annali pisani. Vol. I in 4.°
Fanuzzi Gio. Battista, Delle tré Repubbliche marittime. Vol. III in 8.°
Dal Borgo Cav. Flaminio, Dissertazioni sopra la Storia pisana con Documenti, Vol. III in 4.°
Anonimi, Degli Uomini illustri pisani, Vol. IV in 4.°
Cantini D. Lorenzo, Storia del Commercio e navigazione de'Pisani Vol. II in 8.°
Del medesimo, Raccolta delle Leggi Toscane, Vol. XXXI in fol.
Nistri, Guida di Pisa, Vol. I in 12.°
Fabbroni Mons. Angeli. Historia Accademiae Pisanae, Vol. III in 4.°
Fabbroni Cav. Giovanni, Su i Provvedimenti Annonarj, Vol. I in 8.°
Magri Pad. e P. Santelli, Dell'Origine di Livorno ecc. Vol. III in 4.°
Vivoli Dott. Giuseppe, Annali di Livorno (continua a dispense) in 4.°
(1) Grassi Ranieri, Descrizione istorica e artistica di Pisa, Vol. III in 8.°
Baldasseroni Prospero Omero, Istoria di Pescia ecc. Vol. I in 8.°
Gherardi Dragomanni Franc. Memorie della Terra di S. Giovanni. Vol. I in 8.°
Morali Damiano, Cenno sulle Memorie di Sanminiato, Vol. I in 4.°
Anonimo, Storia della fitta di S. Miniato, Vol. I in 4.°
Cecina e Dal Borgo, Notizie storiche di Volterra, Vol. I in 4.°
Giachi Ab. Anton Filippo, Saggio di Ricerche sopra lo stato antico e moderno di Volterra, Vol. II in 4.° con Appendice
Anonimo, Guida di Volterra, Vol. I in 12.°
Baldovini, Lamento di Cecco da Varlungo, Vol. I in 8.°
Clasio Abate, Idilli sulla Sandra di Cecco da Varlungo Vol. I in 8.°
Valsecchi Don Viranti, Epistola de Veteribus Pisanae civitatis constitutis, Vol. I in 4.°
Grandi Abatis Guidi, Vindiciae pro sua epistola de Pandectis, Vol. I in 4.°
Inghirami Cav. Francesco, Illustrazione sui Vasi etruschi o di etrusco nome, Vol. VIII in 4.°
Inghirami Prof. Cav. Giovanni, Gran Carta geometrica della Toscana, in 4 gran fogli
Segato Girolamo, Carta geometrica della Toscana ridotta ad un 4.° della precedente, corretta ed ombreggiata in tutti i
punti della Toscana per uso del Dizionario Repetti, in gran foglio.
Cesaretti Pad. Agostino, Storia del principato di Piombino, Vol. II in 4.°
Del medesimo, Memorie della Diocesi di Massa, Vol. I in 8.°
Baldami Andrea, Memorie della città di Prato, Vol. I in 4.°
Casotti Gio. Battista, Ragionamento storico sulla città di Prato nel Vol. I degli Opuscoli scentifici del Calogerà, in 8.°
Del medesimo. Memorie istoriche della miracolosa Immagine dell'Impruneta, Vol. I in 4.°
Angelucci Canonico. Memorie storiche per servire di Guida in Arezzo, Vol. I in 8.°
Guazzesi Cav. Lorenzo, Dell'antico dominio de'Vescovi di Arezzo, Vol. I in 4.°
Del medesimo, Cinque Dissertazioni storico-critiche, Vol. I in 4.°
Rondinelli Giovanni, Relazione sullo stato antico e moderno della città di Arezzo con due racconti del l502 e 1520 con
annotazioni del Cav. Gio. Francesco del Giudice e Giacinto Fossombroni, Vol. I in 8.°
Anonimo, Lettere critico-storiche di un Aretino, Vol. I in 4.°
Anonimo, Notizie storiehe sulla chiesa vescovile di Arezzo, Vol. I in 4.°
Alticozzi Filippo, Risposta apologetica al libro dell'antico dominio de'Vescovi di Arezzo, Parte 1 in 4.°
Uccelli Paolo, Storia di Cortona, Vol. I in 8.°
Benci Mons. Spinello, Storia di Montepulciano, Vol. I in 4.°
Parigi Ab. Andrea, Notizie del Card. Roberto Nobili e di altri Polizianesi illustri, Vol. I in 8.°
(1) De Angelis Ab. Luigi, Di Mino da Torrita e della sua patria, Vol. I in 8.°
Dini Francisci, De situ Clanarum, Vol. I in 8.°
Giuli Prof. Giuseppe, Statistica agraria della Val-di-Chiana, Vol. II in 8.°
Zuccagni Orlandini, Dott. Attilio, Atlante della Toscana in 20 gran Tavole, in fol.
Tavanti Giuseppe (Prof. De Vecchi) Trattato sull'Ulivo Vol. II in 8.°
Ajazzi Giuseppe, Ricordi storici della Famiglia Rinuccini, Vol. I in gran 4.°
Thouar Pietro, Guida di Firenze con mappa della città, Vol. I in 8.°
Morozzo Ferdinando, Istoria della Badia di Spugna. Vol. I in 12.°
Tonelli Avv. Tommaso, Vita di Poggio Bracciolini tradotta dall'Ingese. Vol. II in 8.°
(*) Pagnioncelli Antonio, Dell'antichità de’Municipj italiani, Vol. II in 8.°
(*) Redaelli Carlo, Della mistione de'due popoli, romano e longobardo, Vol. I in 8.°
(*) Battini Pad. Costantino, Apologia de'secoli barbari. Vol. I in 8.°
Anguillesi Prof. Giovanni, Descrizione delle RR. Ville della Corona Granducale, Vol. I in 8.°
Bandini Can. Angelo Maria, Lettere fiesolane, Vol. I in 8.°
Il medesimo, lettera odeporica sul monastero già Certosa di Pontignano nel senese, Vol. I in 8.°
Il medesimo, Vita del Card. Niccolò da Prato, Vol. I in 4.°
Fineschi Pad. Vincenzo, Supplemento alla vita suddetta. Vol. I in 4.°
(*) Mariti Cap. Giovanni, Odeporico per le Colline pisane. Vol. II in 8.°
Vettori Commend. Francesco, II fiorino d'oro illustrato. Vol. I in 4.°
Spanneghel Baron Goffredo Filippo, Notizie della vera libertà di Firenze. Vol. II in fol.
Bandini Arciprete Salustio, Discorso economico relativo specialmente alle Maremme, Vol. I in 8.°
Ugurgieri Pad. Isidoro, Pompe senesi. Vol. II in 4.°
Malevolti Orlando, Istorie senesi in tre parti. Vol. I in 4.°
Tommasi Giugurta, Delle storie senesi. Vol. I in 4.°
Gigli Girolamo. Diario senese. Vol. II in 4.°
Masatti Francesco, Notizie storiche della città di Siena Vol. I in 4.°
(*) Romagnoli Ettore, Cenni storici-artistici di Siena e suoi contorni. Vol. I in 8.°
Porri Giuseppe, Delle monete e zecca di Siena con altre miscellanee di storia patria; Vol. I in 8.°
Berlinghieri Commend. Daniello, Notizie degli Aldobrandeschi, Opera postuma, Vol. I in 8.°
Anonimo, Indicatore della città di Siena. Almanacco storico per gli anni 1834 e 1835, Vol. I in 18.°
Oderigo Canonico, Rituale antico del Clero senese estratto dall’originale esistente nella Biblioteca pubblica di Siena,
Vol. I in 4.°
Pecci Cav. Gio. Antonio, Guida di Siena, Vol. I in 12.°
Del medesimo, De'Vescovi ed Arcivescovi di Siena, Vol. I in 4.°
Del medesimo, Memorie storiche critiche della città di Siena, Vol. IV in 4.°
(*) Antologia di Firenze, ossia Giornale di scienze, lettere e arti dal 1820 a tutto l'anno 1831, Vol. XLVIII in 8.°
(*) Nuovo Giornale de'Letterati di Pisa dal 1826 al 1840, in 8.°
(*) Giornale Arcadico di scienze, lettere e arti dal 1826 in poi, in 8.° (continua)
(*) Biblioteca italiana. Giornale di scienze lettere e arti del 1820, in poi, Milano, in 8.° (continua)
Giornale del Progresso di Napoli prima e seconda serie dal 1836 in poi in 8.° (continua)
(*) Giornale Agrario Toscano dal 1826 in poi, in 8.° (continua)
(*) Atti della Società italiana de'Quaranta di Modena, in 4.° (continuano)
(*) Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino prima e seconda serie, in 4.° (continuano)
(*) Atti dell' I. e R. Accademia de'Georgofili prima serie e sua continuazione, in 8.° (continuano)
(*) Atti della R. Accademia delle scienze lettere ed arti di Lucca, in 8.° (continuano)
(*) Atti dell'Accademia de'Fisiocritici di Siena, Vol. 10 in 4.° (continuano)
(*) Atti della Società Colombaria di Firenze, Vol. III in 4.°
(*) Dissertazioni dell'Accademia di Antichità etrusche di Cortona, Vol. X in 4.°
(*) Atti della Prima Riunione de'Scienziati italiani in Pisa nel 1839, Vol. I in 4.°
(*) Idem, della Seconda Riunione de'Scienziati in Torino nel 1840, Vol. I in 4.°
(*) Idem, della Terza Riunione de'Scienziati in Firenze nel 1841, Vol. I in 4.°
(*) Idem, della Quarta Riunione de'Scienziati in Padova nel 1842, Vol. I in 4.°
(*) Idem, della Quinta Riunione de'Scienziati in Lucca nel 1843, Vol. I in 4.°
(*) Annali Universali di Statistica dal 1824 in poi, in 8.° (continuano)
(*) Coltellini Lodovico, Memoria per i marchesi di Colle, Petriolo e Petrella, Vol. I in 4.°
(*) Imoff Giacomo, Genealogia viginti illustrium in Italia familiarum, Vol. I in fol.
(*) Graziani Anton Maria, De scriptis invita Minerva, Vol. II in 4.°
Guarnacci Mons. Mario, Museum antiquorum monumentorum, Vol. I in fol.
(*) Atti dell'Accademia Valdarnese di Poggio, Vol. III in 8.°
(*) Atti dell'I. e R. Accademia Aretina del Petrarca, Vol. II in 4.°
Statuta Populi et Comunis Florentiae collecta anno 1415, Vol. III in 4.°
Platina Battista, Delle Vite de'Pontefici con aggiunte. Vol. I in 4.°
Rumohr (Baron de) Origini al proscioglimento de'coloni, in Tedesco, Vol. I in 8.°
CATALOGO TERZO
Degli Autori d'Idrologia, di Geologia e di Bagni termali della Toscana consultati dall'A. del Dizionario predetto.
1. Stenonis Nicolai, De solido intra solidum naturaliter contento Dissertationis Prodromiis. Vol. I in 4.° con tavole.
2. Bacci Andreae. De Thermis Vol. I in fol.
3. Baldassarri Annibale, Relazione delle Acque minerali di Chianciano. Vol. I in 4.°
4. Del medesimo. Osservazioni intorno al Bagno di Montalceto. Vol. I in 8.°
5. Soldani Ab. D. Ambrogio. Saggio Orittografico sopra le Terre Nautilitiche ed Ammonitiche della Toscana. Vol. I in
4.° con tavole.
6. Del medesimo. Dissertazione sopra una pioggetta di sassi accaduta nel giugno del 1794 in Lucignano d'Asso nel
Senese Vol. I in 8.°
7. Ejusdem, Testaceographia. Vol. III in fol. cum tabulis.
8. Bicchierai Dott. Alessandro. Trattato de'Bagni di Montecatini. Vol. I in 4.° con tavole.
9. Cocchi Dott. Antonio. Trattato de'Bagni di Pisa. Vol. I in 4.° con tavole.
10. Franceschi Dott. Giacomo. Igea de'Bagni di Lucca. Vol. I in 8.°
11. Barzellotti Prof. Giacomo. Analisi e Descrizione de' Bagni di Montecitini. Vol. I in 4.°
12. Giulj Prof. Giuseppe. Storia ed Analisi di tutte le acque minerali della Toscana. Vol. VI in 8.°
13. Del medesimo, Saggio Statistico di Mineralogia utile della Toscana Vol. I in 8.°
14. Targioni Tozzetti Giovanni. Relazione di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana. Prima Edizione in Vol. VI
del 1751. Seconda Edizione in Vol. XII del 1768.
15. Targioni-Tozzetti Prof. Antonio. Storia ed Analisi delle Acque di Bagno in Romagna, di Chianciano, di Rapolano, di
Montalceto, dell'Acqua salsojodica di Castrocaro. Opuscoli V in 8.°
16. Anonimi, Collectio Auctorum veterum de Balneis. Vol. I in fol.
17. Fabroni Dott. Antonio. Storia ed analisi dell'acqua acidula-minerale di Montione presso Arezzo, di Chitignano e di
varie altre acidule del territorio Aretino. Vol. I in 8.°
18. Gazzeri, Pandolfini-Barberi, Cozzi, Calamaj ed altri chimici. Analisi di diverse acque minerali sparse in Toscana,
memorie diverse in 8.°
19. Spallanzani Lazzaro. Due Lettere a Carlo Bonnet sul Golfo della Spezia e sull'Alpe Apuana di Massa e Carrara,
inserite negli Opuscoli scelti di Milano, e nelle Memorie della Società de’Quaranta di Modena.
20. Del medesimo, Viaggio da Modena in Sicilia. Vol. VI in 8.°
21. Pini Ermenegildo. Viaggio geologico intrapreso dalla Lombardia nel regno di Napoli, in forma di Lettere nelle
Memorie della Società de'Quaranta.
22. Del medesimo. Osservazioni mineralogiche sulla miniera di Ferro di Rio ed altre parti dell'Isola d'Elba Vol. I in 8.°
23. Tramontani D. Luigi. Istoria naturale del Casentino. Vol. II in 8.°
24. Thietaud Arsenne. Voyage a l'Isle d'Elbe. Vol. I in 8.° con mappa.
25. Savi Prof. Paolo. Cenni sulla costituzione geologica dell’Isola dell'Elba, nel Nuovo giornale de'Letterati di Pisa
(1833).
26. – Studi geologici per la Toscana e sulle Maremme, Memorie inserite nel detto giornale.
27. – Altra Opera per servire allo studio della Costituzione fisica della Toscana. Vol. I in 8.°
26. – Carta Geologica de'Monti Pisani levata dal vero nel 1832.
27. – Osservazioni geologiche fatte sul Monte-Calvo e suoi contorni nel Campigliese. Memoria inserita nel Nuovo
Giornale pisano de'Letterati, anno 1828.
28. – Varie memorie geologiche nel suddetto Giornale.
29. Hosmann Freder. De Appeninorum geognostica constitutione. Negli Atti dell'Accadem. di Gottinga.
30. Santi Giorgio. Viaggi per lo Stato senese. Vol. III in 8.°
31. Mattani Antonio. Relazione delle produzioni naturali del territorio pistojese. Vol. I in 4.°
32. Spotorno. Nuovo Giornale Ligustico. Prima e Seconda serie in 8.°
33. Paoli C. Domenico. Del Sollevamento e dell'Avvallamento di alcuni terreni. Vol. I in 8.°
34. De Buch Baron. Du Gabbro dans les Annales des Mines. Première serie. Vol. I in 8.°
35. Spadoni Viaggio Mineralogico per la Liguria orientale. Vol. I in 8.°
36. Viviani Prof. Domenico. Memoria sopra una nuova specie di minerale scoperta in Liguria, in 4.°
37. Rossi Antonio. Memoria idrografica intorno al Golfo della Spezia nel Vol. IV de la Correspondence astronomique du
Baron de Zach.
38. Guidoni Girolamo. Sulla struttura fisica dei monti del Golfo della Spezia e sui marmi di Porto Venere. Nel Giornale
Ligustico.
39. Sismonda Prof. Angelo. Osservazioni geologiehe sulle Alpi Marittime e sugli Appennini Liguri, nel Tom. IV Serie II
delle Memorie della R. Accademia dalle Scienze di Torino.
40. La Beche. Manuel geologique traduit de l’angl. par de Collegno Vol. I in 4.°
41. Barelli Vincenzo. Cenni di Statistica mineralogica degli Stati Sardi. Vol. I in 8.°
42. Grandi Ab. D. Guido. Relazione intorno il Padule di Fucecchio. Vol. I in fol.
43. Raccolta di Autori che trattano del moto delle acque. Vol. X in 4.°, e nuova Raccolta, Vol. VI in 4.°
44. Valisnieri. Dell'origine delle Fontane ec. Vol. I in 4.°
45. Zendrini Bernardino. Relazione sul miglioramento dell'aria e del Porto di Viareggio. Vol. I in 4.°
46. Poleni Giovanni. Parere intorno al taglio della Macchia di Viareggio. Vol. I in 4.°
47. Boscovich Ab. Ruggiero Giuseppe. Riflessioni sulla Relazione Zendrini sul taglio della Macchia ecc. di Viareggio.
Vol. I in 4.°
48. Zanotti Prof. Eustachio. Esame e parere sul detto Progetto. Vol. I in 4.°
49. Ximenes Padre Leonardo. Della fisica riduzione delle Maremme. Vol. I in 4.°
50. Anonimo (Bertolini Stefano di Pontremoli) Esame di detto libro del Padre Leonardo Ximenes. Vol. I in 8.°
51. Ximenes P. Leonardo. Esame dell'Esame di quest'ultimo libro. Vol. I in 4.°
52. Del medesimo. Relazione sul progetto per ottenere la massima depressione del Lago di Bientina. Vol. I in 4.°
53. Giorgini Prof. Cav. Gaetano. Sopra il regolamento idraulico della pianura fra il Serchio e l'Arno. Vol. I in 8.°
54. Anonimo. Note marginali alla suddetta Opera. Vol. I in 8.°
55. Donati Sebastiano. Notizie storiche del Serchio. Vol. I in 4.°
56. Trenta Tommaso. Memorie intorno la vita di G. A. Arnolfini con l'aggiunta di un Compendio istorico sulle Acque
Lucchesi. Vol. I in 8.°
57. Cozzi Prof. Andrea. Ricerche analitiche sopra le Pozzolane di Toscana e di Roma. Memoria in 8.°
58. Hoefer Uberto. Sopra il Sale sedativo naturale di Toscana (acido Borico, o Boracico) scoperto nel 1777. Vol. I in
8.°
59. Morozzo Ferdinando. Dello Stato antico e moderno del fiume Arno, Ragionamento, P. I e II Vol. I in 4.°
60. Corsini Padre Odoardo. Ragionamento sopra la Val di Chiana. Vol. I in 4.°
61. Fossombroni Conte Vittorio. Memorie Idrauliche sulla Val di Chiana. Vol. III in 8.°
62. Manetti Comm. Alessandro. Tavole idrauliche e Memoria sulla Val di Chiana. Vol. I in fol.
63. Ajazzi Giuseppe. Raccolta di narrazioni storiche delle più considerevoli piene dell'Arno. Vol. I in 8.°
64. Targioni-Tozzetti Ottaviano. Lettera Odeporica sul territorio Colligiano e S. Gimignanese, in 4.°
65. Mercati Michele. Metalliotheca Vaticana. Vol. I in fol.
66. Matthioli Andrea. Commentari dei 6 libri di Dioscoride. Vol. I in fol.
67. Biringucci Vannoccio. Pyrrothecnia. Vol. I in 4.°
68. Pilla Prof. Leopoldo. Ricerche intorno alla posizione geologica del Macigno nell'Appennino Toscano. Memor. in 4.°
69. Parlatore Prof. Filippo. Lezioni di Botanica comparata. Vol. I in 8.°
70. Puccinotti Prof. Francesco. Delle Risaje in Italia. Vol. I in 4.°
71. Giannini Dott. Michele. Sulle Risaje della Marina di Viareggio. Vol. I in 8.
72. Martelli Carlo. Descrizione dell'agricoltura, industrie e saline volterrane. Vol. I in 8.°
73. Boccaccio Giovanni. Il Folocopo. Vol. II in 8.°
74. Cometti Don Ottaviano. Sopra la selva contigua alla città di Pisa, detta la Fagionaja, e sugli effetti che ne
provengono rapporto allo salubrità dell’aria.
Vol. I in 4.°
75. Em. Repetti. Sull'Alpe Apuana ed i Marmi di Carrara. Vol. I in 8.°
CATALOGO QUARTO
1. Vasari Giorgio. Vite de'Pittori con note del Padre della Valle. Vol. XI in 8.°
2. Baldinucci Filippo. Notizie de'Professori del Disegno. Vol. XXI in 8.°
3. Della Valle Pad. Guglielmo. Lettere Senesi. Vol. III in 4.°
4. Lanzi Ab. Luigi. Storia pittorica dell'Italia. Vol. VI in 12.°
5. Idem. La R. Galleria di Firenze riordinata. Vol. I in 8.°
6. Borghini Raffaello. Il Riposo. Vol. I in 4.°
7. Cellini Benvenuto. Vita scritta da lui medesimo. Vol. I in 12.°
8. Fontani Ab. Francesco. Viaggio Pittorico per la Toscana. Vol. VI in 12.°
9. Ticozzi Stefano. Lettere pittoriche. Vol. VIII in 12.°
10. Gaye Dott. Giuseppe. Carteggio inedito di artisti dei secoli XIV al XVII con Appendici e Note. Vol. III in 8.°
11. Winchelman Giovanni. Storia dell'Arte del disegno degli Antichi tradotta dal tedesco con note. Vol. III in 4.°
12. D'Agincourt G. B. L. G. Storia dell'arte dimostrata coi monumenti del Secolo IV al Secolo XVI. Vol. VI con tavole.
13. Cicognara Leopoldo. Storia della Scultura in Italia. Vol. VII con tavole.
14. Anonimo. Museo Etrusco Chiusino. Vol. II in gran 4.°
15. De Angelis Ab. Luigi. Notizie di Fr. Giacomo da Torrita. Vol. I in 8.°
16. Litta Conte Pompeo. Storia delle più celebri famiglie italiane, e loro più insigni monumenti di arte in dispense in
gran fol. (continuano).
17. Morrona Cav. Alessandro. Pisa illustrata nelle Belle Arti. Vol. III in 8.°
18. Grassi Ranieri. Descrizione Storica e Artistica di Pisa. Vol. III in 8.°
19. Rosini Prof. Giovanni. Descrizione delle Pitture ecc. del Camposanto di Pisa Vol. I in 12.°
20. Ciampi Prof. Sebastiano. Della Sagrestia pistojese e del Camposanto di Pisa. Vol. I in 4.°
21. Promis Carlo. Sopra la fortezza di Sarzanello. Vo l. I in 8.°
22. – Commento al Trattato di Architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini. Vol. II in gran 4.° (opera
non vendibile).
23. Ranaldi. Storia della Pittura e Descrizione della Galleria di Firenze con rami in fol. (continua).
24. Anonimo. Pitture del Palazzo Pitti con gli elogj dei loro Autori in fol.
25. Mengs Antonio. Delle Opere del Disegno. Vol. II in gran 4.°
26. M. Vitruvio. Dell'Architettura, opera tradotta dal Prof. Baldassarre Orsini Vol. II in 4.° piccolo.
27. Vinci (da) Leonardo. Trattato della Pittura. Vol. I in 4.°
28. Lastri Proposto Marco. L'Etruria pittrice. Vol. II in fol.
29. Anonimo. Galleria fiorentina delle Statue, Pitture, ec. Vol. XIII in 8.°
30. Gori Proposto. Museum etruscum. Vol. III in fol.