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Diocesi di Luni: 501.

La Diocesi di Luni, contava ben 35 Pievi o Chiese matrici.


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Diffusione della nuova religione: costruzione di “chiese battesimali”.
Le persone battezzate erano vincolate alla chiesa dove era avvenuta la consacrazione.
Pieve = Plebs, dal latino, popolo.
Pieve quindi come comunità di fedeli, persone che si riuniscono per pregare e ricevere i
sacramenti.
In un secondo momento, come edificio (876).
La pieve sorgeva spesso in luoghi dove le comunità avevano un punto d’incontro già da tempo:
centri geografici, politici, commerciali, feudi, castelli, lungo tracciati di vie di grande percorrenza,
dove c’erano in passato cappelle o centri di culto pagani.
La pieve aveva come titolare l’Arciprete, che doveva controllare i preti che curavano gli oratori e
che provvedevano alla “cura delle anime” cioè la somministrazione dei sacramenti (battesimo e
cresima).
 
Breve storia della Diocesi 
di Spezia-Sarzana-Brugnato
 
Le origini della diocesi sono legate alla città di Luni che, secondo alcuni storici, fu sede vescovile
fin dal periodo apostolico. Il primo Vescovo di cui però si hanno testimonianze sicure ed
accertate è Felice che nel 465 figura negli atti di un Concilio Romano.
Nel corso del XIII secolo, a causa della decadenza lunense, la sede viene trasferita nella città di
Sarzana. Il trasferimento, già deciso nel 1204, fu riconosciuto definitivo nel 1465 dal papa Paolo II.
Nel 1820 la antica diocesi di Brugnato risalente al 1133 viene unita "aeque principaliter" nella
figura di un unico vescovo a quella di Luni-Sarzana; si hanno così le diocesi di Luni-Sarzana e
Brugnato.
Importanti cambiamenti sono quindi avvenuti nel nostro secolo.
Papa Pio XI nel 1929 crea la diocesi della Spezia, città che a partire dagli ultimi decenni del XIX
secolo aveva conosciuto un grande sviluppo. Essa diviene anche la sede del Vescovo il cui titolo è
quello di Vescovo di Luni, ossia La Spezia, Sarzana e Brugnato.
Nel 1975, su decisione della Congregazione dei vescovi, Luni diventa sede titolare e rimangono
tre diocesi: La Spezia, Sarzana e Brugnato con un solo Vescovo.
Nel 1986 ancora un intervento, l’ultimo. Con decreto del 30 settembre, le tre diocesi si fondono in
un’unica che assume la denominazione di La Spezia-Sarzana-Brugnato.
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Importanti cambiamenti si sono avuti anche per quanto riguarda il territorio. 
In origine la diocesi comprendeva un’area vastissima che interessava le valli della Magra, del
Vara, del Frigido, l’alta Garfagnana, l’alta Versilia e alcune località della valle del Taro.
Successivamente il territorio viene ristretto. Nel 1161 il papa Alessandro III staccava Portovenere e
le sue chiese ponendole sotto l’Arcidiocesi di Genova (nel 1892, con la creazione della diocesi di
Chiavari tale zona passa alle dipendenze di essa).
La diocesi perde consistenti porzioni del suo territorio anche a seguito della creazione di nuove
diocesi: nel 1133 la diocesi di Brugnato, nel 1787 quella di Pontremoli, nel 1822 quella di
Apuania (Massa-Carrara).
Limitati accrescimenti territoriali vengono disposti da papa Pio XII nel 1949 quando la zona del
Termo di Arcola viene ridisegnata in modo che i confini della diocesi coincidano con quelli del
Comune e nel 1955 quando le parrocchie di Albiano e Caprigliola vengono staccate dalla diocesi di
Pontremoli e unite alla Spezia.
Sarà infine il papa Giovanni XXIII che con il decreto "Ad animarum saluti" del 25 luglio 1959
procederà ad una sistemazione definitiva dei confini diocesani in modo che la giurisdizione di Luni,
ossia La Spezia, Sarzana e Brugnato venga a coincidere con i limiti territoriali della provincia della
Spezia.
www.diocesilaspezia.it/storia.asp
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Istituita nel 1787 la Diocesi di Pontremoli si succedono numerosi Vescovi, degli ultimi ricordiamo
S.E. Mons. Giovanni Sismondo nominato nel 1930, che verrà sostituito nel 1955 da S. E. Mons.
Giuseppe Fenocchio d'Albenga, che si ritirerà in pensione nel 1983, anno in cui da Montignoso
verrà nominato S. E. Mons. Bruno Tommasi sino alla Sua nomina ad Arcivescovo di Lucca nel
1991. La diocesi di Pontremoli avrà un nuovo Vescovo nel parmigiano Mons. Eugenio Binini sino
all'unificazione con la diocesi di Apuania, oggi diocesi di Massa e Pontremoli, retta da S.E.
Mons. Eugenio Binini.
 

IL SIMBOLO DEL ROSONE


La ricchezza simbolica del rosone del Duomo di Carrara giustifica il suo inserimento nel
materiale didattico e iconografico del Sinodo Diocesano.
  
Concilio di Trento
Da una ricerca che ho fatto sulla nascita delle Parrocchie che, dopo il Concilio di Trento, hanno
sostituito nell'ordinamento religioso le antiche Pievi, mi sono soffermato su una chiara esposizione
fatta dall'Ing. Michele Cuzzoni, che mi ha soddisfatto, dalla quale prendo spunti..
 
Origine delle Parrocchie  
Esistenti già prima del Concilio di Trento, pur senza i diritti e gli oneri attuali - che erano in gran
parte propri delle Pievi – le Parrocchie sorsero gradatamente, sostituendosi per importanza alle
Pievi. 
Da alcuni documenti Diocesani del 1200, si ricava che aumentando gradatamente la popolazione,
era necessario edificare altre chiese (oltre a quelle esistenti), e parecchie vecchie Pievi venivano
ristrutturate ed ingrandite. Non era sufficiente inviare canonici solo in caso di bisogno, ma
occorreva che nelle nuove Parrocchie un sacerdote vi abitasse in permanenza. Perciò gli Arcipreti
nominarono i Sacerdoti che agissero in sua vece; questi ultimi erano però obbligati a recarsi alla
Pieve per l’Olio Santo e per il Battesimo. L’Arciprete si recava nelle ville per cantare messe e
seppellire gli uomini, raccoglieva le decime e pensava al sostentamento del Vice Parroco.
 
Modalità di costituzione di una Parrocchia
In alcuni documenti del 1600 e 1700 si legge che gli abitanti delle frazioni che volevano erigere la
loro chiesa a Parrocchia, pregavano il Vescovo di dichiarare Parrocchia il loro Oratorio, e si
obbligava, dietro atto notarile, a passare al Parroco una certa quantità di generi in natura detti
decime. Dopo, il Vescovo emetteva il decreto di erezione e di smembramento dalla matrice,
conservandole alcuni piccoli onori.    
Per le parrocchie antecedenti al 1600, poiché molte di esse non avevano decime, si può immaginare
che avessero una dote costituita dalle offerte dei parrocchiani o dai benefattori.
I Parroci  
I parroci erano chiamati "Preti della Chiesa N." oppure Rettori (spesso Rettore era anche un
sacerdote di una chiesa non parrocchiale). Alla fine del 1500 erano chiamati Curati, poi ancora
Rettori nel 1600 e Prevosti nel 1700. Anche il titolo di Priore fu mutato in Prevosto. L’Arciprete
era il Capo - Pieve.
L’Altare e gli arredi interni 
La forma degli altari nelle antiche chiese era assai diversa da quelle odierne. 
Il Primo Altare era nel centro dell’abside, staccato dal muro, così da poterglisi girare intorno, senza
gradini. Il Secondo Altare era laterale ed appoggiato al muro. 
La S. Eucarestia, se era conservata, si poneva in una nicchia fatta nel muro del presbiterio, poiché
non esistevano tabernacoli. Successivamente, dopo il Concilio di Trento, viene stabilito di ridurre
gli altari alla forma (prescritta dal Concilio): aggiunta di due gradini e abbassamento della
pietra sacra. Alcune volte si invitava a restringerlo o a modificare la bradella (= predella).
Originariamente non esistevano banchi, sedili né confessionali.
 
Doc.3 - 1203, marzo 7, ind. 6 - Il Papa Innocenzo lllº prende sotto la sua
protezione la chiesa di Luni e conferma le pievi a lui concesse dai suoi
predecessori. 
 
(L. G. a. 1202). Il vescovo Innocenzo III, servo dei servi di Dio al nostro ven. fratello Gualtiero [II],
vescovo di Luni, e ai suoi successori che canonicamente lo seguiranno in futuro. Costituiti, per
volere di Dio, nell'eccelsa altezza della sede apostolica, per il congiunto dovere dell'apostolato
dobbiamo onorare i nostri fratelli vescovi e conservare i diritti delle chiese a loro affidate da Dio.
Perciò, vescovo Gualterio, ven. fratello in Cristo, comunicandoti con la dovuta benignità il gradito
assenso alle tue giuste richieste, prendiamo sotto la nostra protezione [e quella] del Beato Pietro la
chiesa di Luni della Beata Genitrice di Dio e sempre vergine Maria, alla quale sei riconosciuto
presiedere per volere di Dio, sull'esempio del nostro predecessore il Papa Eugenio, di felice
memoria, e ti rafforziamo col privilegio del presente scritto ^(come nei documenti precedenti)* ... la
pieve di S. Stefano di Versilia con la cappella di Vallecchia e le altre sue cappelle, la pieve di S. Vito
del castello di Aghinolfo, la pieve di Massa, la pieve di S. Vitale, la pieve di S. Lorenzo di Monte
Libero, la pieve di Carrara, la pieve di S. Maria di Sarzana 2) ||2) Serzana, nel testo, come la
seguente.||, la pieve di S. Andrea di Sarzana ..., la cappella di S. Maria di Pognana, la chiesa di S.
Margherita del castello della Verrucola, la chiesa di S. Michele di Sassalbo, la pieve di Crespiano, la
pieve di Venelia, la pieve di Bagnone, la pieve di Vico, la pieve di Sorano, la pieve di S. Cassiano di
Urceola, la chiesa di S. Alessandro di Pontremoli, la pieve di Vignola con tutte le cappelle che
possedete con diritto canonico, il borgo di Avenza con le cappelle e le altre sue pertinenze.
Confermiamo con l'autorità apostolica la convenzione e la permuta intrapresa tra te e i diletti figli i
canonici Lunensi, fatta saggiamente senza irregolarità e accettata liberamente da ambe le parti e
fino ad oggi pacificamente osservata, come è contenuto nel documento autentico. Stimiamo
pertanto ...^(come nei documenti precedenti)*
850.NOTA. Studi sulle pievi della Lunigiana sono stati fatti da molti studiosi, tra cui il Formentini,
il Mazzini, il Cimaschi, lo Sforza e altri. Pregevole è il volume del prof. Geo Pistarino: 
 
"LE 35 PIEVI DELLA DIOCESI DI LUNI"
 
Istituto Internazionale di Studi Liguri, 1961, dal quale si ricava il seguente prospetto:
 
- S. Stefano di Versilia,(1), detta poi di Corvara o di Vallecchia: è ricordata dall'881, ma la località
già dall'843. Nel 1121 alla prima intitolazione viene aggiunta quella a S. Giovanni. Fu restaurata più
volte.
- S. Vito, Modesto e Crescenzio di Castello Aghinolfi, (2),detta poi di Montignoso: se ne ha
notizia dal 753. E' del tutto scomparsa.
- Massa, dedicata a S. Pietro,(3), forse ricordata dall'896; la località nell'882. L'edificio primitivo,
crollato nel 1682, fu ricostruito, ma demolito nel 1807 per ordine di Elisa Baciocchi.
- S. Vitale - Mirteto di Massa,(4), ricordata dal 986. Costruita in stile romanico, subì nel tempo
molti restauri. Si trova presso il cimitero di Massa.
- S. Lorenzo di Monte Libero, (5), (oggi Olivero), presso Massa. Il toponimo appare nel 1094:
pare ricordi il culto di Bacco, forse per l'intensa coltivazione della vite che si faceva nella zona.
Sorgeva tra i torrenti Frigido e Carrione, nella località che ancora mantiene il nome del santo. Fu
fatta restaurare dal vescovo Enrico da Fucecchio, ma in seguito decadde e oggi è del tutto
scomparsa.
- Carrara, dedicata a S. Andrea, (6), ricordata, ma restano dei dubbi, in un documento del 1128 e
con certezza nel 1137. L'edificio è stato rinnovato più volte.
- S. Maria di Sarzana (7),(il documento è corretto su abrasione, forse era "S. Basilio". La Chiesa
cattedrale di S. Maria fu iniziata nel 1204 o poco dopo e mantenne le due denominazioni fin verso il
1300.
- S. Andrea di Sarzana (8), - nel primo documento è solamente nel testo del Pistarino, forse per
omissione del copista, citata forse nel 1128 e con certezza nel 1137. Subì modifiche intorno al 1331
e restauri nel 1584. I recenti restauri hanno messo in luce la base della pieve antica.
- S. Stefano del Cerreto (9), Santo Stefano di Magra, esistente nel 981. Il toponimo "Cerreto"
rimane ad una località presso l'abitato. La chiesa fu ricostruita nel 1324 e quindi nel secolo XVIII.
- Ameglia - è dedicata a S .Vincenzo (10). Il "castrum" è citato nel 963. L'edificio attuale è un
rifacimento eseguito in età moderna.
- Trebiano - Il "castrum Sancte Marie de Tribiano"(11), è ricordato nel 963 e nel 1085. Era
dedicata a S. Michele. La costruzione attuale è un rifacimento del XVI secolo; si trova fuori del
cerchio murario.
- Arcola - dedicata a S. Stefano (12),  della "curtis" di Arcola si ha notizia nel 1050. Sorge in
località Baccano. Fu riscostruita nel 1132. Il primitivo stile romanico gotico è stato modificato dai
successivi restauri.
- S. Venerio in Antoniano (13), fu ricostruita nel 1084. Nel documento di quell'anno fu definita
"basilica". Si trova, con annesso cimitero, nella località omonima, poco lontano dalla Spezia. Ha la
struttura a due navate.
- Vezzano, poi di Corongiola (14), dedicata a S. Prospero - presso Bottagna - rimangono i ruderi
inglobati in altri fabbricati.
- Marinasco (15), dedicata a S. Stefano, esistente nel 950. 
La costruzione subì rifacimenti compiuti nel 1580-84 e nel 1784
- Ceula, poi Montale di Levanto - dedicata a S. Siro (16). Il toponimo "Ceula" si trova nella
"Cosmographia" dell'Anonimo Ravennate. In un documento del 1268 è ricordata col toponimo di
Montale. Si trova entro l'abitato: i rifacimenti lasciano intravvedere antiche parti architettoniche.
- Roggiano o Robiano,(17), presso Sesta Godano. Del toponimo si ha notizia nel 1105. La chiesa,
dedicata a S. Maria Assunta, sorge in località isolata, su un rilievo a sinistra del torrente Gottero. Fu
ridotta a costruzione moderna nel 1718.
- Cornia, poi Pieve di Zignago (18). Il toponimo "Cornia" è scomparso. La chiesa, dedicata a S.
Pietro, fu ricostruita nel 1677.
- Pignone - dedicata a S. Maria Assunta,(19), fu ricostruita nel 1319 e restaurata nel 1950. E'
situata sopra il paese, accanto al cimitero.
- S. Andrea di Castello (Montedivalli),(20), forse citata nel 950 e con sicurezza nel 963. Si trova,
con l'annesso cimitero, sulla sinistra della Vara, ai piedi dell'odierno abitato di Montedivalli:
nell'impronta romanica rivela un'origine altomedievale, con elementi databili della tarda romanità.
- Bolano (21). Della "curtis" di Bolano si ha notizia nel 963. La chiesa, dedicata a S. Maria
Assunta, fu ricostruita nel 1782-93 e si trova entro l'abitato.
- S. Pietro di Castello (22),(Piazza al Serchio) - esistono i ruderi.
- S. Lorenzo di Vinacciara,(23), presso Minucciano. In alcuni documenti appare col nome di
"Gragnanensi". E' un edificio di stile romanico con elementi gotici, databile al XII- XIII secolo. Si
trova presso l'odierna località di Vinacciara.
- Offiano (24), del toponimo Offlano si ha notizia nel 1066. La pieve era intitolata a S. Pietro.
Sorge in un luogo isolato e le modifiche posteriori lasciano intravvedere primitivi elementi
architettonici.
- S. Cipriano di Codiponte (25), si hanno notizie dal 793. Si trova preso il ponte sull'Aulella:
l'edificio può essere assegnato al periodo paleoromanico.
- Pieve di Viano (26), intitolata a S. Martino. Sorge in località isolata, a nord del centro abitato. Ha
subito alcuni restauri.
- Soliera (27), dedicata a S. Maria Assunta - si hanno notizie dal 998. L'edificio attuale è il risultato
di molti rifacimenti: dell'antico resta molto poco.
- S. Paolo di Vendaso (28). La chiesa sorge in località isolata su uno sperone dell'appennino di
Mommio. Rivela caratteristiche di architettura lombarda.
- S. Crespiano (29), intitolata a S. Maria Assunta, si riscontra nel privilegio di Eugenio III. Fu
restaurata nel 1079. I rifacimenti del secolo scorso hanno alterato la primitiva struttura.
- Venelia a Monti di Licciana (30),  dedicata a S. Maria Assunta - si hanno notizie dal 998.
L'insegnante Remo Lombardi ha recentemente pubblicato una assai documentata ricerca: "I Mille
Anni della Pieve di Venelia, Fivizzano, 1966.
- Pieve di Bagnone (31), dedicata a S. Cassiano - si hanno notizie dal 981. In altro documento
risulta dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano. Si trova su un costone del monte Barca a circa un
chilometro dall'abitato. Fu completamente ricostruita in età moderna e non mantiene tracce del
passato.
- Vico a S. Martino di Castevoli,(32),  citata nel 998: si trova in un luogo isolato, su un pianoro,
sulla sinistra del torrente Canossilla. In conseguenza dei molti restauri, rimane poco dell'antica
struttura.
- Surano, Sorano o Surrano (33), poi di Filattiera. La pieve è citata anche nella colletta del 1276.
Era dedicata a S. Stefano. . E' di stile prevalentemente lombardo.
A Filattiera , un'antica Pieve é dedicata a San Giorgio, si trova presso l'abitato alto di Filattiera,
custodisce la lapide di Leodegar.
- S. Cassiano di Urceola (34), esistente dal 998, compare poi sotto il toponimo di Saliceto, presso
Pontremoli, in atti del 1179 e del 1202.
- Vignola (35), la pieve era dedicata a S. Pancrazio. Si trova nella valle del torrente Verde. I ripetuti
rifacimenti lasciano intravvedere la primitiva struttura di stile romanico. E' opinione comune che la
prima pieve di Sarzana sia stata dedicata a S. Basilio (anteriore a quella di S. Andrea), abbattuta in
seguito per usufruire dello spazio per costruire la cattedrale.

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