Sei sulla pagina 1di 3

NOTIZIE STORICHE SULLA

PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA IN CASARANO


Basandoci sui pochi elementi storici in possesso, si presume che la Parrocchia Maria Ss. Annunziata
sia stata fondata all’inizio del XVII secolo, in concomitanza con l’erezione della Chiesa matrice
seicentesca. Il motivo per cui sia stata intitolata al Mistero dell’Annunciazione è ignoto, soprattutto
se consideriamo che il culto a San Giovanni Elemosiniere era già radicato a Casarano sin dal basso
Medioevo. Una ragione plausibile è data dal fatto che, all’inizio dell’edificazione della Matrice
seicentesca, esisteva già una piccola cappella intitolata all’Annunciazione, posta fuori l’abitato di
Casarano ma incapiente e, soprattutto, ridotta in pessimo stato di manutenzione. Con il
completamento del nuovo edificio, il titolo venne acquisito da quest’ultimo tempio (la “Nunciata
nuova”), mentre la cappella, destinata alla demolizione, fu inizialmente chiamata la “Nunciata
vecchia, grancia (succursale) della Parrocchiale” poi “Immacolata”. Si ha notizia certa, invece,
dei nominativi dei primi parroci: Don Marcello D’Elia (? – 1656); Don Pietrantonio De Pennis
(1656 – 1679); Don Daniele Calò (1679 – 1705). Durante il parrocato di Don Daniele Calò,
avvenne l’abbattimento della chiesa seicentesca e contestualmente l’erezione dell’attuale edificio,
iniziato nel 1699 e terminato ben 13 anni dopo, nel 1712. Don Paolo De Donatis (1705 – 1728) si
avvicendò a Don Daniele Calò e fu lui a vedere terminato il maestoso tempio che oggi ammiriamo.
I motivi che portarono alla demolizione del vecchio manufatto sono essenzialmente due: incapacità
ricettiva a causa della cresciuta popolazione e condizioni precarie e deplorevoli dell’edificio. Nel
1721, precisamente il 24 aprile, Mons. Antonio Sanfelice, Vescovo di Nardò, elevò la parrocchia a
“Collegiata ad instar”, cioè servita da un Capitolo di sacerdoti non canonici con la contemporanea
creazione di quattro Dignità capitolari, Arciprete con cura di anime (da cui la denominazione di
Arciprete curato), Arcidiacono, Primicerio e Cantore. Il primo “Arciprete curato” fu proprio il
parroco Don Paolo De Donatis. Ad esso susseguirono Don Donato Spano (1732 – 1768), Don
Lazzaro Spano (1768 – 1770), Don Domenico Angelo D’Elia (1770 – 1780) , Don Lazzaro
Metafuni (1780 – 1802). Il solenne rito di consacrazione della chiesa avvenne il 4 aprile 1723 e fu
officiato da Mons. Antonio Sanfelice che fissò al 20 ottobre la solennità della dedicazione. Lo
stesso giorno il presule dedicò l’altare maggiore ligneo e i due altari laterali, quello di San Giovanni
Elemosiniere e quello dell’Annunziata. Il 24 maggio del 1724 ancora una volta Mons. Sanfelice
consacrò il nuovo altare maggiore realizzato in pietra leccese. Intorno alla metà del Settecento,
l’ebanista Giorgio Auer, nativo della Baviera, ma dimorante in Gallipoli, realizzò quasi similmente
a quello della Cattedrale di Gallipoli, il coro ligneo per i sacerdoti partecipanti al Capitolo. Nel
1788, il vescovo di Oria, Alessandro Calefati, consacrò e dedico l’altare maggiore in marmi
policromi, sublima opera di bottega napoletana. Nel 1800, ricordiamo alla guida della Parrocchia gli
arcipreti Don Giorgio Romano (1841 – 1891), testimone oculare del miracolo di San Giovanni
Elemosiniere, operato nel maggio 1842 e Don Raffaele Manuli (1892 – 1903). Il nuovo secolo XX
ci fornisce informazioni più dettagliate rispetto alla vita della Parrocchia. Innanzitutto abbiamo un
elenco più completo dei Parroci arcipreti: Don Giuseppe Ottaviano (1903 – 1917), Don Luigi Bona
(1917 – 1918), Don Donato Frisullo (1918 – 1927), Mons. Gregorio Falconieri, divenuto Vescovo
di Conversano (1927 – 1931), Don Otello De Benedictis (1931 – 1951), Don Cosimo Conte (1951 –
1971), Mons. Decio Merico (1972 – 1999). I vicari parrocchiali, partire dagli anni ’60 del secolo
scorso, sono stati: Don Giovanni Cartanì (1960), Don Antonio Albano (1964 – 1991), Don Marco
Cisternino (1991 - 1992), Don Antonio Bottazzo (1992 – 2006). In questo secolo, gli annali della
parrocchia riportano numerosi avvenimenti e fatti degni di nota:

 Nel 1910, la nobil donna Olimpia Passero Sylos, Baronessa D’Elia, a sue spese, fece erigere
il maestoso cappellone per ospitare il SS. Sacramento che, fino a quell’anno, era custodito
nell’altar maggiore. Per completare l’opera, fu aperto un ampio varco sul muro est della
navata laterale sinistra, dove si ergeva l’originario altare di San Giovanni Elemosiniere che
venne demolito. Il titolo e il simulacro del Patrono furono trasferiti presso il maestoso altare
del Crocefisso dove tutt’ora si ammira.
 Nel 1926, la Chiesa di San Domenico, già vicaria curata, venne elevata a parrocchia ed
annesse, come territorio, tutta la parte sud ovest della città. La Matrice, dopo secoli, perdeva
il primato di unica parrocchia presente a Casarano e cedeva un’importante fetta di abitanti al
nuovo ente parrocchiale.
 L’Arciprete Don Gregorio Falconieri, nel novembre 1929, al termine della festività della
Medaglia miracolosa tenutasi in Chiesa Madre, proclamò Casarano “Civitas Mariana”,
facendo divenire la Vergine di Santa Caterina Labourè, tutelare della Città insieme alla
Madonna della Campana e a San Giovanni Elemosiniere.
 Al termine del disastroso secondo conflitto mondiale, la parrocchia ebbe ad ospitare, nel
maggio 1946, l’Arcivescovo e Ordinario castrense di Polonia, Mons. Jozef Gawlina che
giunse a Casarano per visitare il II Corpo Polacco di stanza nella città. Nella Matrice, egli
celebrò la solenne Celebrazione eucaristica.
 Nel 1950, la parrocchia accolse la “Peregrinatio” dell’Icona della Madonna della Coltura
che, in quell’anno, fu ospitata in vari luoghi della provincia.
 Il Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, con apposito D.P.R. del 1951, riconobbe ai
fini civilistici la Parrocchia.
 Con la benedizione di Mons. Corrado Ursi, vescovo diocesano, nel 1957, fu posta la prima
pietra per la costruzione del cinema parrocchiale, che ancora oggi rappresenta un importante
struttura a sostegno della comunità, luogo di incontri e attività catechetiche e culturali.
 Sempre nel 1957, Giovanni Petracca, al termine della Missione Passionista, donò alla
Parrocchia, l’artistico Crocefisso, lavorato ad Ortisei, che si staglia ancor oggi sull’altare
maggiore della chiesa.
 Nei primi anni ’60, Mons. Mennonna eresse a Casarano la nuova parrocchia del Sacro Cuore
di Gesù che assorbì fette abbastanza larghe della zona Nord Est della città, sottraendo a
quelle già esistenti (Matrice e San Domenico) un considerevole numero di fedeli.
 Nel 1967, le spoglie del Beato Egidio da Taranto, religioso salentino, furono ospitate nella
Chiesa parrocchiale che vide, nei tre giorni di permanenza, avvicendarsi alle Sacre Funzioni
i tre vescovi della zona, Mons. Mennonna, vescovo di Nardò, Mons. Ruotolo, vescovo di
Ugento e Mons. Quaremba, vescovo di Gallipoli.
 La parrocchia ospitò una nuova Missione, questa volta animata dai Padri Redentoristi, nel
1968.
 Nel 1974, la Parrocchia fu artefice della prima traslazione a Casarano delle reliquie del
Corpo di San Giovanni Elemosiniere, custodite nella Chiesa della Bragora, che furono
ospitate dal 19 gennaio al 2 giugno di quello stesso anno.
 Nel 1987, a cura della Diocesi, fu organizzato il 19° Congresso canonistico italiano che
vide, tra le varie location, la nostra Parrocchia con la Santa Messa celebrata dal Vescovo
Mons. Garzia e la presenza di molti avvocati e sacerdoti canonisti.
 Iniziano, nel febbraio 1995, gli imponenti lavori di restauro della Chiesa Madre, la quale
accusava problemi seri di staticità delle volte e dei muri perimetrali. Il lungo lavoro di
consolidamento dell’edificio e di recupero degli elementi architettonici che decorano il
tempio, è durato per ben 15 anni fino al 2010.

Dal 2000 in poi, ricordiamo come parroci, Don Agostino Bove (1999 – 2016) e Don Salvatore
Tundo (2016), come vice parroci, Don Luca Papa (2006 – 2009), Don Marco Manco (2009 – 2012),
Don Giuseppe Montenegro (2012 – 2014), Don Pierluigi Santo (2014 – 2016), Don Simon Pietro
De Lorenzis (2017), Don Gabriele Cortese (2020).

L’evento più importante che

Potrebbero piacerti anche