Chiesa di Saint-Sulpice
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La chiesa di San Sulpizio (in francese église Saint-Sulpice) è un Chiesa di San Sulpizio
luogo di culto cattolico del centro di Parigi, situato nella piazza Église Saint-Sulpice
omonima, nel VI arrondissement.
Indice
Storia La facciata
La chiesa medievale Stato Francia
La chiesa attuale
Regione Île-de-France
L'edificazione
L'erezione della facciata Località Parigi
Vicende successive Religione cattolica di rito
romano
Descrizione
Architettura Titolare Vergine Maria,
Esterno Pietro apostolo,
Facciata occidentale Sulpizio il Pio[1]
Fiancate, transetto e abside Ordine Compagnia dei
Interno sacerdoti di San
Piedicroce Sulpizio
Navate Arcidiocesi Parigi
Cappelle laterali Consacrazione 30 giugno 1745
Capocroce
Architetto Giovanni Niccolò
Transetto
Servandoni
Presbiterio
Stile barocco,
Coro e abside
architettonico neoclassico
Sacrestie e cappelle
Inizio 1646
Organi a canne
costruzione
Organo maggiore
Organi minori Completamento 1782
Sotterranei Sito web pss75.fr (https://pss
Nelle arti 75.fr/saint-sulpice-p
aris/)
Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Storia
La chiesa medievale
La chiesa attuale
L'edificazione
Fu il parroco Jean-Baptiste Joseph Languet de Gergy, nominato nel 1714, a dare nuovo impulso per il
completamento della chiesa. La lavori ripresero nel 1719 dal braccio destro del transetto, diretti inizialmente
dal figlio di Daniel Gittard, Pierre, poi dal solo Gilles Marie Oppenordt (il quale rimase fedele ai disegni di
Gittard),[25] e nel 1721 fu indetta una lotteria finalizzata al finanziamento della costruzione (analogamente a
quanto era successo nel 1705 per la chiesa di Saint-Roch), iniziativa che proseguì fino al 1746. Nel 1724 fu
portato a termine il transetto e demolito quanto restava della chiesa medioevale, e l'anno successivo venne
completata la cella campanaria ottagonale posta in corrispondenza della crociera (in luogo della cupola prevista
da Gittard),[26] che però dovette essere demolita nel 1731 perché sovraccaricava la volta dando evidenti segni
di cedimento.[27] Nel 1733 la nuova chiesa era completata ad eccezione della facciata principale.[28]
La chiesa venne dedicata in onore della Vergine Maria, e dei santi Pietro apostolo e Sulpizio il Pio, mercoledì
30 giugno 1745 nell'ambito dell'assemblea del clero francese; la celebrazione non fu presieduta
dall'arcivescovo di Parigi Charles-Gaspard-Guillaume de Vintimille du Luc, il quale rinunciò per la sua età
avanzata, ma da quello di Tours, Louis Jacques de Chapte de Rastignac, secondo presidente dell'assemblea, e
ad essa seguì un ottavario.[29]
Il progetto di Servandoni, al quale si ispirerà Pablo Dambach per la facciata della cattedrale di Santiago a
Managua, nel Nicaragua (eretta tra il 1928 e il 1938),[41] prevedeva due campanili alle estremità di tre ordini
(dal basso: dorico, ionico e corinzio), con cuspide sommitale assimilabile ad analoghe strutture barocche
inglesi realizzate da Christopher Wren (quali, ad esempio, la cattedrale di St Paul's e la chiesa di St Mary-le-
Bow a Londra); la parte centrale del prospetto, corrispondente ai due ordini inferiori delle torri, presentava un
doppio loggiato e un timpano triangolare. L'impostazione generale era assimilabile al progetto di facciata
redatto da Giuliano da Sangallo nel 1515 per la basilica di San Lorenzo a Firenze.[42] I lavori iniziarono il 4
marzo 1733.[43]
Nel 1736 Servandoni presentò un nuovo progetto, fortemente influenzato dalla facciata interna della biblioteca
del Trinity College a Cambridge di Wren,[44] da quella occidentale della cattedrale di Londra dello stesso
autore, dal colonnato della facciata orientale del palazzo del Louvre attribuita a Le Vau o Charles Le Brun o
Claude Perrault,[45] e al vicentino palazzo Chiericati di Andrea Palladio,[46] riprendendo al tempo stesso
elementi dorici della facciata meridionale del transetto di Saint-
Sulpice, opera di Oppenordt. La grande novità era l'estensione del
doppio loggiato a tutto lo spazio fra i due campanili, passato così da
tre a cinque campate,[44] nonché la creazione di un ampio ambiente
aperto al primo piano, del tutto inedito nel panorama dell'architettura
religiosa parigina, derivato dalle logge delle benedizioni delle
basiliche papali romane e ulteriore richiamo al primato del papa in
chiave anti-giansenista; anche per questo motivo la facciata venne
aspramente criticata dai contemporanei.[47] Per consentire di demolire
il seminario antistante la chiesa al fine di edificare una piazza
monumentale su progetto dello stesso Servandoni, fu stabilito di
trasferire nella galleria superiore la biblioteca dell'istituto, con accesso
indipendente rispetto al luogo di culto; questo progetto, tuttavia, non
venne attuato. In quegli stessi anni, tra il 1740 e il 1744 l'architetto si
occupò anche della realizzazione della cantoria, a ridosso della parete
di controfacciata.[48] Disegnò inoltre il baldacchino ligneo dorato per
l'altare maggiore, eseguito da Sébastien-Antoine e Paul-Ambroise
Slodtz e rimosso nel 1758 perché considerato inadatto al contesto
architettonico.[49] Il campanile di destra, rimasto
incompiuto
I lavori di costruzione della facciata proseguirono a rilento per la
partenza da Parigi di Servandoni nel 1745, e la guerra di successione
austriaca, quando era stato completato solo il livello inferiore. Il nuovo parroco, François Dulau d'Allemand,
per dare nuovo impulso al completamento del prospetto chiese all'architetto di inviargli da Londra ove si
trovava, un nuovo progetto che consisteva, rispetto a quello precedente, in una conformazione differente dei
campanili e nell'eliminazione delle arcate dalle cinque campate centrali dei due loggiati (legata anche
probabilmente al venir meno della necessità di adibire quello superiore a biblioteca), soluzione quest'ultima che
avrebbe aumentato i problemi di staticità del corpo di fabbrica (soprattutto dovuti al gigantesco timpano
triangolare di coronamento. Fu tale problematica a spingere l'Académie royale d'architecture, interpellata da
Dulau d'Allemand per avere un parere sul disegno, a chiedere nel 1752 che esso fosse modificato, in
particolare riducendo il frontone e arretrandolo in corrispondenza della controfacciata. Servandoni ideò un
vero e proprio terzo ordine, spostato indietro come richiesto, privo di aperture e sormontato da tre statue
raffiguranti rispettivamente San Sulpizio, la Pace e la Religione; la sovrastruttura venne ampiamente criticata,
tanto che quando nel 1770 venne colpita e danneggiata da un fulmine, fu deciso di demolirla. Il secondo
ordine venne realizzato come previsto nel secondo progetto, ovvero con le arcate, e tra il 1752 e il 1578 lo
scultore Michel-Ange Slodtz realizzò l'apparato decorativo.[50]
Nel 1758 la mancanza di fondi causò nuovamente la sospensione dei lavori quando erano stati portati a
compimento i due loggiati ma non erano ancora stati iniziati i campanili. Quattro anni dopo, la competenza sul
cantiere fu trasferita dalla parrocchia all'amministrazione comunale di Parigi che lo pose sotto l'egida
dell'Académie royale d'architecture; venne creata un'apposita commissione della quale facevano parte anche
Servandoni, Pierre Contant d'Ivry (con ruolo di supervisore) e Jacques-Germain Soufflot (con ruolo di
interlocutore con il parroco), che tuttavia non riuscì a dare nuovo impulso al completamento della facciata. Nel
1765 Oudot de Maclaurin fu nominato architetto della fabbrica al posto di Servandoni, che sostituì
definitivamente il timpano del progetto del 1736 (oggetto di grande dibattito) con una balaustra (realizzata
soltanto nel 1868), e realizzò i due campanili conformemente al progetto originario; alla sua morte (1777) fu
deciso di sostituire le due torri, prive soltanto delle finiture, con altrettante più adeguate al gusto dell'epoca.[51]
L'incarico venne affidato a Jean Chalgrin, allievo prima di Servandoni e poi di Étienne-Louis Boullée,[52] ma
soltanto la torre di sinistra venne demolita per essere sostituita con una nuova, realizzata tra il 1780 e il 1782; al
suo interno venne posizionato un concerto di otto campane appositamente fuso nel 1781.[53] Il cantiere venne
dichiarato chiuso nel 1792.[54]
Vicende successive
Nel 1838 venne sollevata nel Conseil des Bâtiments civils (in italiano:
consiglio per gli edifici civili) la questione della torre di destra della facciata; furono avanzate dunque due
proposte: la prima prevedeva un suo completamento conformemente al progetto di Giovanni Niccolò
Servandoni rivisto da Oudot de Maclaurin; la seconda, invece, contemplava una ricostruzione ex novo della
stessa riproducendo l'altra torre, disegnata da Jean Chalgrin.[70] Venne approvata la rifinitura di quanto già
costruito, ritenendolo ormai parte integrante dello skyline parigino; i lavori, tuttavia, non furono mai intrapresi
e la torre rimase incompiuta.[71] L'altra, colpita dalle granate nemiche durante la guerra franco-prussiana nel
1871, fu ripristinata soltanto nel 1911.[72] Tra il 1845 e il 1875, su commissione del comune di Parigi il
transetto e alcune cappelle laterali furono affrescate da diciassette celebri pittori, tra i quali anche Eugène
Delacroix.[73] Tra il 1857 e il 1862 l'organo maggiore venne ricostruito da Aristide Cavaillé-Coll.[74]
Durante la comune di Parigi del 1871, come altre chiese della città anche Saint-Sulpice fu chiusa al culto e
adibita a sede di club. A causa del gran numero di parrocchiani presenti per le celebrazioni mariane del mese di
maggio e di un'imponente manifestazione organizzata in place Saint-Sulpice contro il provvedimento del
governo, la sera del 12 maggio la Guardia nazionale dovette intervenire con un centinaio di unità per far
sgomberare l'edificio dai fedeli e consentire al club del VI arrondissement di stabilirsi al suo interno.[75]
Il 17 marzo 2019 il portale del transetto sinistro è stato danneggiato da un incendio doloso.[85]
Nel corso dei secoli, nella chiesa sono state celebrate le nozze di alcune personalità di spicco, quali i
rivoluzionari Camille Desmoulins e Lucile Duplessis (29 dicembre 1790, che ebbero fra i testimoni Jacques
Pierre Brissot - che Desmoulins farà ghigliottinare nel 1793 - e Maximilien de Robespierre - che farà
ghigliottinare i due coniugi nel 1794)[86] e quelle tra lo scrittore Victor Hugo e Adèle Foucher (18 ottobre
1822).[87] Saint-Sulpice è stata anche luogo di importanti funerali, tra i quali quelli di Alexis Simon Belle (22
ottobre 1734),[88] Richard Descoings (11 aprile 2012),[89] Patrice Chéreau (16 ottobre 2013),[90] di Christophe
de Margerie (27 ottobre 2014),[91] Michel Delpech (8 gennaio 2016)[92] Mireille Darc (1º settembre 2017)[93] e
quelli di Stato dell'ex presidente della Repubblica francese Jacques Chirac (30 settembre 2019, essendo la
cattedrale di Notre-Dame inagibile a causa dell'incendio del 15 aprile precedente), che nella stessa chiesa si era
sposato con Bernadette Chodron de Courcel il 16 marzo 1956.[94]
Descrizione
Architettura
La chiesa di Saint-Sulpice sorge nell'area nord-occidentale del quartiere Odéon, nel VI arrondissement, e
costituisce un isolato a sé stante delimitato a nord da rue Saint-Sulpice, a sud da rue Palatine, ad est da rue
Garancière e ad ovest dalla place Saint-Sulpice (sulla quale prospetta la facciata).[95]
Orientata con l'abside ad est-nord-est, è a croce latina, con tre navate di cinque campate ciascuna nel
piedicroce, transetto poco sporgente e coro anch'esso a tre navate di due campate ciascuna; lungo le navatelle,
che si ricongiungono intorno all'abside semicircolare formando un deambulatorio, si aprono numerose cappelle
laterali.[96] L'edificio è interamente in blocchi di pietra lisci.[97] Tale struttura venne criticata da Eugène Viollet-
le-Duc:
(FR) (IT)
«Saint-Sulpice par son plan et son système «(...) Saint-Sulpice per la sua pianta e il suo
de structure, est encore une église sistema strutturale è ancora una chiesa
gothique, élevée par des constructeurs gotica, eretta da muratori poco abili che
médiocrement habiles qui n'ont rien trouvé non hanno trovato niente di meglio che
de mieux que de substituer aux supports sostituire i sottili sostegni delle chiese del
grêles des églises du moyen âge de lourds medioevo con pesanti pilastri che
piliers obstruant la vue et la circulation ; aux ostruiscono la vista e la circolazione; le
voûtes si ingénieusement combinées par volte così ingegnosamente combinate dai
les maîtres du XIIIe siècle, des berceaux en maestri del XIII secolo, da culle in bugnato
pierre de taille dont la poussée s'exerce sur la cui spinta è esercitata su tutta la
toute la longueur des murs et exige, pour lunghezza delle pareti, e richiede, per
les contrebuter, des amas de matériaux coprirle, cumuli di materiali il cui uso del
dont l'emploi du système gothique sistema gotico aveva permesso di
permettait de se passer.» superare.»
Critico anche Victor Hugo, che in Notre-Dame de Paris definì i due campanili «due grossi clarinetti» (in
francese: «deux grosses clarinettes»).[99]
Lo stile architettonico di Saint-Sulpice è frutto della
rielaborazione francese degli inizi del XVII secolo della chiesa-
tipo gesuita post-tridentina, della quale fu precursore Salomon de
Brosse[100] e che è stata ampiamente applicata in molteplici
varianti anche nella stessa città di Parigi.[101] Così lo ha descritto
da Jean Bayet:
(FR) (IT)
Di seguito le principali misure della chiesa che, per grandezza, è la seconda della città dopo la cattedrale di
Notre-Dame, mentre supera di 13 metri l'altezza dei campanili della cattedrale:[103]
Parametro Misura
Esterno
Facciata occidentale
La torre di destra, priva delle rifiniture e della cuspide di copertura, si articola in due ordini: quello inferiore è
corinzio, a pianta ottagonale impostata su una base quadrata, e sui quattro lati maggiori presenta una finestra
quadrata con timpano spezzato, inquadrata fra due lesene che sorreggono il cornicione con al di sopra il
timpano di coronamento, a ellisse; quello superiore è a pianta circolare, con quattro finestre ad arco di modeste
dimensioni; il coronamento è costituito da una balaustra.[116]
La torre di sinistra si compone anch'essa di due piani: quello inferiore è a pianta quadrangolare e presenta su
ogni lato coppie di semicolonne corinzie in concatenazione con la finestra ad arco centrale, che sorreggono il
cornicione e il timpano triangolare, con frontone recante al centro il tetragramma biblico in caratteri ebraici
dorati; quello superiore presenta il medesimo costrutto con elementi compositi, è a pianta circolare e ai quattro
angoli presenta le statue degli Evangelisti, raffigurati assisi, realizzate da Boizot e Mouchy, e restaurate nel
1873 da Henri-Charles Maniglier; la copertura è piana e il coronamento è costituito da una balaustra.[116] Il
campanile ospita un concerto di cinque bronzi, dei quali il maggiore è il terzo più grande della città:[117]
Addossati alle estremità della navata traversa, in corrispondenza degli ambienti ricavati nelle cappelle laterali
più prossime al transetto, si elevano dei corpi di fabbrica realizzati nel 1895, i quali ospitano locali di
servizio.[120]
La cappella assiale, internamente circolare, presenta un fronte piatto su rue Garancière, recante nella parte
superiore una finestra a lunetta in luogo di quelle rettangolari del resto del tamburo (le quali sono scandite da
paraste); la parte inferiore della stessa è caratterizzata dalla sporgenza a forma di bovindo della nicchia interna
soprastante l'altare, con paramento murario in bugne lisce e, in alto, un fregio con cerchi concentrici. La cupola
della cappella, coperta con lastre di piombo, è priva di lanterna.[118] La copertura dell'annessa cappella detta
dell'Assunzione è sormontata dalla statua metallica a tutto tondo di un Pellicano che nutre i suoi pulcini.[121]
Interno
Piedicroce
Navate
Sotto la quarta arcata di destra, l'unica insieme a quella opposta a presentare l'intradosso dei pilastri in marmi
policromi, trova luogo il monumentale pulpito, donato dal duca di Aiguillon Armand Emmanuel de Vignerot
du Plessis e realizzato da Charles de Wailly in legno dipinto e dorato, e rivestito sul lato anteriore in
marmo.[126] Definito da Félix Lazare «una meraviglia di arditezza ed eleganza»,[127] è costituito da una
piattaforma circolare dal parapetto pieno bombato, ornato con due filari di motivi vegetali; il baldacchino,
anch'esso circolare, reca sulla faccia inferiore un bassorilievo con la Colomba dello Spirito Santo e motivi
ornamentali con spirali e intrecci di circonferenze; esso è sormontato da un gruppo scultoreo raffigurante la
Carità, opera di Jacques-Edme Dumont. La tribuna, notevolmente sollevata rispetto al pavimento della chiesa,
è sostenuta unicamente dalle due scale a due rampe perpendicolari, poste ai suoi lati, adornate con quattro
bassorilievi con i Simboli degli Evangelisti (anch'essi di Dumont) e con le statue a tutto tondo della Fede (a
sinistra) e della Speranza (a destra, entrambe di Louis-François Guesdon).[128] Dirimpetto al pulpito, si trova il
banco dell'opera, restaurato nel 1862, alle spalle del quale vi è una struttura lignea riccamente intagliata e
costituita da due archi ribassati sorretti da un pilastro centrale e sormontati da un Crocifisso bronzeo di
Hippolyte Maindron.[129]
Le navate laterali sono coperte con volta a crociera; nelle pareti esterne, intervallate da lesene corinzie
scanalate, si aprono arcate a sesto ribassato che danno accesso ciascuna ad una cappella, al di sopra di ognuna
delle quali vi è un rosone. Tutte le cappelle, ad eccezione delle due più prossime al transetto che sono absidate,
presentano il medesimo schema: pianta quadrangolare, volta a vela e grande finestrone ad arco.[122]
Cappelle laterali
Cappelle di destra
Contemporaneamente ad Abel de Pujol, Auguste Vinchon si occupò della realizzazione della decorazione
pittorica a fresco della quarta cappella, dedicata originariamente al solo san Maurizio e poi anche a santa
Giovanna d'Arco,[139] costituita da San Maurizio, sant'Eusperio e san Candido rifiutano di sacrificare agli dei
(parete destra), San Maurizio e compagni martiri dell'armata romana (parete sinistra), Tre angeli con gli
attributi del martirio (volta) e Religione, Speranza, Carità e Fortezza (pennacchi).[140] L'altare, rifatto nel
1898, è sormontato da una statua policroma di Santa Giovanna d'Arco, che sostituisce quella opera di Pierre-
Sébastien Guersant raffigurante San Maurizio, (1822).[141]
L'ultima cappella di destra è quella di San Giovanni Battista (già intitolata anche ai santi Eustachio e Teresa
d'Avila),[141] priva di dipinti. L'altare è posto non al di sotto della finestra (chiusa da una vetrata del XVII
secolo con medaglione policromo raffigurante San Giovanni Battista),[139] ma sulla parete di sinistra: è in
marmi policromi ed è sormontato da un'ancona lignea dipinta a finto marmo, costituita da due colonne corinzie
che sorreggono un timpano triangolare; al centro, entro una nicchia, è la statua marmorea raffigurante il santo
titolare, realizzata nel 1785 da Louis-Simon Boizot.[142] Sulla parete opposta si trova il monumento funebre di
Jean-Baptiste Joseph Languet de Gergy, parroco di Saint-Sulpice dal 1714 al 1748, opera di Michel-Ange
Slodtz (1753),[143] il quale si ispirò alla tomba di papa Alessandro VII di Gian Lorenzo Bernini (1672-1678):
al centro, al di sopra del sarcofago, vi è l'effige marmorea del defunto in preghiera; alla sua destra, l'allegoria
dell'immortalità, anch'essa in marmo bianco, solleva un drappo e mostra l'allegoria della morte, avente le forme
di uno scheletro bronzeo.[144] Alle spalle del gruppo, una piramide in breccia d'aleppo, mentre il sarcofago è in
marmo verde. Originariamente, l'immortalità teneva in mano la pianta della chiesa ed era affiancata dai geni
della religione e della carità.[145] La tomba è monumento storico di Francia dal 1905.[146]
Cappelle di sinistra
La prima cappella di sinistra è dedicata a san Francesco Saverio e venne dipinta nel 1859 da Jacques-Émile
Lafon con San Francesco Saverio risuscita un morto a Kollam (parete sinistra), Traslazione del corpo del
santo a Goa Velha (parete destra), San Francesco Saverio in gloria (volta) e le allegorie delle nazioni
evangelizzate dal santo (pennacchi);[147] l'opera di Lafon ricevette un così ampio apprezzamento che valse al
suo autore la nomina a cavaliere della Legion d'onore.[148] Al centro della vetrata, medaglione policromo
restaurato nel 1899 con San Francesco Saverio converte un indiano.[149]
La seconda cappella è quella di San Francesco di Sales; le pitture parietali, realizzate nel 1860 da Alexandre
Hesse, raffigurano rispettivamente la Predicazione di san Francesco di Sales (parete sinistra), San Francesco
di Sales e santa Giovanna Francesca de Chantal fondano l'ordine della Visitazione (parete destra) e San
Francesco di Sales in gloria (volta).[150] L'altare, in marmi policromi, è posto sotto la finestra, mentre a ridosso
della parete destra vi è una statua di San Giovanni Maria Vianney.[139]
Segue la cappella di San Paolo che ospita, sull'altare, un bassorilievo del XVII secolo di Cristo in croce, ed
una statua marmorea del titolare scolpita da Jean-Baptiste Révillon, il cui bozzetto era stato esposto al Salon
del 1850-1851. I dipinti furono invece eseguiti da Martin Drolling nel 1850: sulla parete sinistra vi è la
Vocazione di san Paolo, su quella dirimpetto San Paolo annuncia la resurrezione all'Areopago, sulla volta San
Paolo in gloria e nei pennacchi le allegorie delle città nelle quali l'apostolo portò l'annuncio evangelico.[150]
L'ambiente ospita dall'aprile 2021 un memoriale per le vittime francesi della pandemia di COVID-19.[151]
La quarta cappella è intitolata a san
Vincenzo de' Paoli; venne dipinta nel
1824 da Alexandre Charles Guillemot
con San Vincenzo arringa le dame della
carità (parete sinistra), San Vincenzo
assiste Luigi XIII in punto di morte
(parete destra), San Vincenzo in gloria
(volta) e, nei quattro pennacchi, San
Vincenzo, schiavo a Tunisi, converte il
suo padrone, San Vincenzo sfama e
converte i carcerati di Parigi, San
Vincenzo libera un galeotto, San
Vincenzo rifiuta di essere corrotto da un
amico.[152] Su un alto piedistallo a
pavimento, sulla destra, è la statua in
marmo bianco di Émilien Cabuchet
raffigurante San Vincenzo de' Paoli tiene
in braccio due bambini, copia di quella San Francesco Saverio risuscita un morto a Kollam (a sinistra) e
in bronzo realizzata dallo stesso artista Traslazione del corpo del santo a Goa Velha (a destra) di Jacques-
nel 1856 per la piazza principale di Émile Lafon
Châtillon-sur-Chalaronne.[153]
La cappella successiva, fino al 1748 dedicata ai santi Eustachio e Lorenzo e a tutti i Martiri, e da allora al
Sacro Cuore di Gesù,[154] è chiusa da una balaustra marmorea ed è ornata con una boiserie rococò
settecentesca in legno di rovere intagliato e dorato, che comprende due confessionali angolari e, sulla parete di
destra, l'altare; l'ancona è costituita da due colonne corinzie scanalate e rudentate che sorreggono un
coronamento ad arco al centro del quale vi è la raffigurazione dell'Agnus Dei; al di sopra del tabernacolo, sul
cui sportello è rappresentato la scena Gesù mostra le sue piaghe a Tommaso, vi sono un bassorilievo con
Quattro angeli adorano il Sacro Cuore coronato di spine e un grande Crocifisso; sul paliotto, Pellicano fra
spighe e tralci. Dirimpetto all'altare vi è il dipinto Il mondo intero adora il Sacro Cuore di Gesù di Jean-Simon
Berthélemy (1784).[155]
Capocroce
Transetto
Il transetto venne edificato in due fasi distinte: il braccio di sinistra tra il 1660 e il 1678 da Louis Le Vau e
Pierre Gittard, quello di destra tra il 1719 e il 1745 da Gilles Marie Oppenordt. La volta a botte lunettata dei
due bracci e quella a vela della crociera furono decorate con bassorilievi di Sébastien-Antoine e Paul-
Ambroise Slodtz; in particolare, il soffitto della crociera presenta al centro di una grande raggiera la Colomba
dello Spirito Santo, nei pennacchi Vasi floreali e, entro quattro tondi, dei dipinti eseguiti da François Lemoyne
e Noël Hallé raffiguranti rispettivamente (in senso orario a partire dal coro) i busti di Gesù Cristo, San
Giovanni Battista, Melchisedec e San Pietro.[156] Sulle pareti laterali delle campate esterne vi sono quattro
grandi pitture murali di Émile Signol: Tradimento di Giuda (1873, parete sinistra del braccio di sinistra), Morte
di Cristo (1873, parete destra del braccio di sinistra), Resurrezione di Cristo con in alto i Profeti Ezechiele,
Daniele e Aggeo (1876, parete sinistra del braccio di destra) e Ascensione (1876, parete destra del braccio
destro). Risalgono al 1851 le statue marmoree dell'Angelo della predicazione di Antoine Desboeufs (braccio
sinistro) e l'Angelo del martirio di Jules-Antoine Droz (braccio destro);[157] nel transetto di sinistra si trova
anche una riproduzione della statua bronzea di san Pietro di Arnolfo di Cambio, realizzata dall'atelier
Poussielgue-Rusand nel 1901.[158] Le pareti di fondo sono simmetriche: sono percorse orizzontalmente dalla
prosecuzione del cornicione posto alla base della volta, sorretta da una coppia di colonne corinzie scanalate
(come lo sono le lesene angolari); il rosone che si apre al di sopra del
portale, così come la grande finestra ad arco nella lunetta, è ornato con
bassorilievi in pietra dei fratelli Slodtz.[159]
Presbiterio
Accanto all'ambone, il quale è stabilmente costituito da un leggio mobile coperto con drappo in damasco
dorato e posto su un'alta pedana alla destra dell'altare maggiore, in pendant con la sede presidenziale posta
sull'altro lato, si trova il monumentale candelabro del cero pasquale; esso risale alla seconda metà del XIX
secolo ed è opera dell'orafo Placide Poussielgue-Rusand; il fusto, impostato su un'alta base triangolare ornata
con i bassorilievi delle Virtù teologali, presenta colonne corinzie alternate a nicchie che ospitano le statuette
della Vergine Maria e di San Luigi IX.[139]
Coro e abside
A ridosso dei pilastri che sorreggono gli archi laterali, vi sono dieci
sculture a tutto tondo eseguite da Edmé Bouchardon e dai suoi allievi
tra il 1734 e il 1750.[172] Le statue sono in pietra bianca di Tonnerre e Arcata centrale dell'abside (vista dal
ciascuna di esse è sorretta da una mensola a cul-de-lampe in pietra di deambulatorio) e monumento funebre
Saint-Leu-d'Esserent;[170] esse fanno parte di un progetto più ampio, di Charles-Louis-François-Marie de
mai portato a termine dallo scultore, che prevedeva la realizzazione di Pierre
ventiquattro statue da collocarsi anche lungo la navata maggiore: il
ciclo completo, infatti, oltre alle effigi di Gesù Cristo, della Madonna
e dei dodici apostoli, includeva quelle degli evangelisti, di san Paolo,
san Barnaba, san Sulpizio, san Martino di Tours, san Carlo Borromeo
e san Francesco di Sales. Il fatto che delle ventiquattro sculture
inizialmente ne venne realizzata solo la metà, è riconducibile alla mole
di impegni assunti da parte del loro autore, più che a problemi di
natura economica. Le prime due statue sono collocate a ridosso dei
pilastri che sorreggono l'arco absidale, nel transetto, e raffigurano
rispettivamente Cristo con gli strumenti della Passione (a sinistra,
ispirato al Cristo della Minerva di Michelangelo Buonarroti) e la Cleristorio del coro
Vergine addolorata (a destra); seguono nel coro, a partire da destra,
San Paolo, San Giacomo mimore, San Filippo, Sant'Andrea, San
Bartolomeo, San Giacomo Maggiore, San Giovanni evangelista e San Pietro.[173]
Le sette grandi vetrate del cleristorio[174] «sono rari e interessanti esemplari dell'arte del vetro del XVII
secolo».[175] Esse sono a grisaille con cornice policroma e raffigurazione centrale anch'essa policroma
rispettivamente (a partire da destra) di San Pietro (1673), dell'Annunciazione (1674), del Sacro Cuore di Gesù
(rifatta ex novo nel 1885 su cartone di Charles Lameire), dell'Ascensione (1672, restaurata nel 1884 da
Théodore Maillot con il rifacimento della testa), del Santissimo Sacramento (1673), di Maria regina del clero
(1674) e di San Sulpizio (1673); sono attribuibili a Pierre Le Vieil.[176]
Sacrestie e cappelle
Sacrestie
La sacrestia di sinistra, anche detta "dei matrimoni", ha la porta sormontata dalla statua di San Pietro assiso di
Gaston Guitton (1864) e affiancata, sulla sinistra, dalla lapide posta nel 1900 in ricordo delle due visite di papa
Pio VII a Saint-Sulpice (23 dicembre 1804 e 2 febbraio 1805).[181] All'interno, essa presenta una boiserie
lignea in stile Luigi XV di fattura più modesta rispetto a quella della sacrestia delle messe. Sulla credenza al di
sotto della finestra, si trovano la riproduzione della perduta statua in argento massiccio di Nostra Signora della
Vieille-Vaisselle commissionata per la cappella assiale da Jean-Baptiste Joseph Languet de Gergy a Edmé
Bouchardon che la realizzò nel 1733,[182] e il tabernacolo dell'altare maggiore; quest'ultimo è opera di Jean
Baptiste Joseph De Bay sr. e Louise Isidore Choiselat (1824) e ha la forma di tempietto corinzio, senza
timpano e con due porticati laterali; sullo sportello, Cristo che predica.[159] Nella sacrestia trovano luogo
diversi dipinti: sulla parete sinistra, Vergine Maria venerata dagli angeli di Pierre Mosnier (seconda metà del
XVII secolo)[183] e San Michele arcangelo sconfigge il demonio di Jean-Charles-Joseph Rémond (1827), su
quella di destra Nozze della Vergine di Antonio de Pereda (1640, donato a Saint-Sulpice nel 1843 da Édeline
Louise Fréteau de Pény vedova Eblé)[184] e Tobia e l'Angelo di Rémond (1827), al di sopra della porta
d'ingresso Cristo che porta la croce di Valère Baldassari, una copia della Santa Cecilia del Domenichino e una
tela non firmata con la Visione di san Francesco.[185]
La prima cappella radiale di destra è attualmente intitolata a san Dionigi, mentre fino alla Rivoluzione francese
lo era anche a san Rustico, sant'Eleuterio e a tutti i santi vescovi di Parigi, ed era di patronato della famiglia
Guisa prima, dei Condé poi, che ivi avevano le loro sepolture; sull'altare, poi, vi era una pala di Charles de La
Fosse con la Natività di Gesù (1716).[186] La cappella venne dipinta a cera tra il 1851 e il 1854 da Armand
Félix Marie Jobbé-Duval[187] con San Dionigi rifiuta di sacrificare agli dei (parete sinistra), San Dionigi e i
suoi compagni condotti al supplizio (parete destra) e motivi a grisaille (sulla volta) con quattro figure femminili
(nei pennacchi). La vetrata risale al 1692 e raffigura, al centro, il busto del santo titolare.[188] Al di sotto della
finestra vi è una lapide che commemora i chierici appartenenti alla
Compagnia dei sacerdoti di San Sulpizio che furono massacrati il 2
settembre 1792 nel convento dei Carmelitani dell'antica osservanza di
Parigi, beatificati da papa Pio XI nel 1926.[189][190]
L'ultima cappella di destra è dedicata a sant'Anna (in origine lo era agli Arcangeli e all'Angelo custode); la
titolare è raffigurata insieme alla Vergine Maria fanciulla sia nel medaglione policromo (1886) della vetrata
(1690), sia nel gruppo marmoreo posto davanti alla finestra,[193] di artista ignoto del XVII secolo.[177] Le
pitture parietali sono di Jules-Eugène Lenepveu, il quale nel 1864 rappresentò la Natività di Maria (parete
sinistra), la Presentazione di Maria al Tempio (parete destra), lo stemma di Anna d'Austria (sulla volta) e
quattro Profeti (nei pennacchi).[197]
La prima cappella di sinistra è quella di San Giovanni evangelista (già di San Martino e dei Santi Evangelisti)
la cui effigie è presente al centro della vetrata risalente al 1692. Le pareti vennero dipinte nel 1859 da Auguste-
Barthélemy Glaize con il Martirio di san Giovanni (parete sinistra), «Amatevi gli uni gli altri» (parete destra) e
quattro angeli (pennacchi).[198]
Segue la cappella di San Carlo Borromeo (originariamente intitolata anche a San Vincenzo de' Paoli e a tutti i
santi presbiteri), con vetrata recante l'immagine del titolare realizzata nel 1686. I dipinti sono opera di Auguste
Pichon e raffigurano rispettivamente sulla parete di sinistra San Carlo assiste Pio IV in punto di morte, su
quella dirimpetto San Carlo durante la peste del 1576-1577 e nei pennacchi della volta quattro Angeli.[198]
La terza cappella era inizialmente dedicata a santa Margherita, mentre attualmente lo è a san Giuseppe,
presente sulla vetrata (risalente al 1693 e aggiornata nel 1886 con il nuovo santo);[198] essa accoglie una statua
di San Giuseppe col Bambino degli inizi del XVII secolo, opera di Giovanni Marchiori.[177] La parete di destra
è ornata con il dipinto Sogno di san Giuseppe di Charles Landelle (1875), il quale contestualmente realizzò
anche la Morte di san Giuseppe su quella opposta; la volta reca una decorazione a grisaille.[199]
L'intitolazione della quarta cappella è a san Luigi IX, mentre anticamente era allo Spirito Santo e agli
Apostoli.[200] La decorazione pittorica è opera di Louis Matout che la realizzò nel 1870: essa si articola in San
Luigi libera un prigioniero (parete sinistra), San Luigi sotterra i morti di peste a Damietta (parete destra) e San
Luigi, Margherita di Provenza, un Vescovo e un Monaco nei pennacchi; la chiave di volta è scolpita con lo
stemma di Anna d'Austria a rilievo.[201] Al di sotto della finestra (la cui vetrata venne realizzata nel 1691 e
ridipinta nel 1885)[198] vi è una statua marmorea di Santa Teresa d'Avila.[177]
Cappella assiale
Il soffitto dell'ambiente è costituito da una doppia cupola, delle quali quella inferiore è ribassata e presenta, al
centro, una vasta apertura ellittica; venne realizzata nel 1778 in quanto l'affresco di quella superiore era andato
perduto lungo i bordi per un incendio nel 1762;[55] la sua superficie è divisa da costolonature in stucco che
inquadrano pitture monocrome di Antoine-François Callet raffiguranti elementi ornamentali ed, entro tondi,
Scene dell'infanzia di Maria. Il dipinto soprastante fu eseguito nel 1731-1732 da François Lemoyne, integrato
da Callet nel 1763, restaurato una prima volta da Nicolas Sébastien Maillot nel 1830, ed una seconda nel 1849
da Philippe-Auguste Jeanron, il quale eseguì pesanti ridipinture;[211] esso raffigura l'Assunzione di Maria: al
centro, fra nubi e angeli vi è la Vergine, la quale intercede per i parrocchiani che vengono presentati dai santi
Pietro apostolo e Sulpizio il Pio; tra la folla, vi sono anche i parroci Jean-Jacques Olier e Jean-Baptiste Joseph
Languet de Gergy. L'affresco è illuminato da quattro finestre non visibili dall'interno della cappella.[212]
Cappella dell'Assunzione
All'angolo sud-est dell'isolato interamente occupato dalla chiesa di Saint-Sulpice, all'incrocio tra rue Palatine e
rue Garancière, è situata la cappella dell'Assunzione di Maria, anche detta "dei Tedeschi" (in francese: "des
Allemands") in quanto in origine era sede di una comunità cattolica di lingua tedesca; successivamente venne
impiegata per il catechismo dei fanciulli, e per questo detta anche "della Comunione" (in francese: "de la
Communion").[213] Venne realizzata nel 1750 su disegno di Jean-François Louis Laurent ed era
originariamente dedicata alla Natività di Gesù; per sfruttare al meglio il poco spazio a disposizione, fu
concepita con una pianta a forma di esagono irregolare.[154] Vi si accede, dall'interno della chiesa, dalla porta
alla destra della cappella assiale.[110] Attualmente la cappella è utilizzata per celebrazioni minori e per la messa
dei parlamentari, il mercoledì.[214]
L'ambiente è coperto con volta a padiglione al centro della quale Noël Hallé dipinse nel 1750-1751 la Stella
del mattino. Le pareti sono integralmente rivestite con una boiserie settecentesca in legno, costituita da
specchiature rettangolari intervallate a lesene composite lisce. A ridosso della parete nord-occidentale vi è il
pulpito, con doppia scala assiale di accesso e piattaforma sovrastata da un baldacchino. Sul lato opposto della
cappella trova luogo l'altare, anch'esso in legno intagliato e dorato, affiancato da due statue di Angeli
attribuibili a Edmé Bouchardon e sormontato da una statua della Madonna col Bambino in stucco. Lungo le
pareti vi sono quattro dipinti: una Annunciazione di Jean-Baptiste Santerre (XVII-XVIII secolo, alla sinistra
dell'altare), una Deposizione dalla croce di scuola italiana (alla destra dell'altare), una Adorazione dei pastori di
Charles-André van Loo (1734) e un Sinite parvulos di Hallé (1751).[215]
Organi a canne
Organo maggiore
L'organo fu inaugurato il 29 aprile 1862 con un concerto collettivo di César Franck, Camille Saint-Saëns,
Alexandre Guilmant, Auguste Bazille e l'organista titolare, Georges Schmitt,[221] al quale succederà poi Louis
James Alfred Lefébure-Wely l'anno successivo. Alla morte di quest'ultimo, Charles-Marie Widor ottenne il suo
posto in prova, senza però venire mai nominato ufficialmente, e vi rimase fino al 1933. Al suo posto venne
nominato Marcel Dupré (dal 1934 al 1971); dal 1985 è titolare Daniel Roth, insieme a Sophie Veronique
Choplin come titolare aggiunta.[222]
Organi minori
Sotterranei
Al di sotto del pavimento della chiesa si sviluppa un vasto sotterraneo, la cui estensione corrisponde alla
superficie dell'edificio soprastante; i due suoi ingressi principali danno su rue Palatine e rue rue Garancière.[226]
Esso si articola in più ambienti che hanno inglobato ai resti delle mura perimetrali e delle colonne della chiesa
medievale, nonché il basamento del suo campanile.[215]
Fino alla Rivoluzione francese i sotterranei ospitavano numerose sepolture, fra le quali anche quelle del
maresciallo di Francia Jean II d'Estrées († 1707), del pittore Jean Jouvenet († 1717), della regina consorte di
Spagna Luisa Elisabetta di Borbone-Orléans ( † 1742), del filosofo Montesquieu ( † 1755), del cardinale e
arcivescovo di Rouen Nicolas-Charles de Saulx-Tavannes († 1759) e del vescovo di Cahors Bertrand-Jean-
Baptiste-René du Guesclin († 1766); è inoltre stimato che fra il 1743 e il 1793 siano stati inumati sotto Saint-
Sulpice circa 5 000 cadaveri, utilizzando l'ipogeo come vero e proprio cimitero.[227] Fra le poche tombe
appartenenti all'epoca pre-rivoluzionaria, vi sono quella di Guillaume de Sève, maître des requêtes al
Parlamento di Parigi morto nel 1640 e inumato nella chiesa medievale di Saint-Sulpice, e quelle dei custodi
della chiesa, prive di monumentalità e scavate a terra in due locali sopraelevati nell'area settentrionale. Nel
1837 tutte le ossa superstiti furono raccolte in un piccolo ossario, al di sotto dell'abside.[214]
Nei sotterranei vi sono anche un fonte battesimale del XVI secolo e quattro grandi statue in stucco degli
evangelisti, tra le quali quella di San Giovanni venne realizzata da Louis Petitot nel 1817; vi è anche una
statua, opera di James Pradier che la scolpì nel 1822, raffigurante San Pietro.[230]
Nelle arti
La chiesa di Saint-Sulpice compare in numerose opere letterarie,
nonché in alcuni film:
Inoltre, nel 1897 Léon Bloy coniò l'espressione "style sulpicien" nel romanzo La Femme pauvre,[241] per
indicare lo stile stereotipato e di dubbio gusto di articoli religiosi quali statuette o dipinti devozionali, nonché
vetrate figurative;[242] tale aggettivo deriva dai numerosi negozi di tali oggetti, presenti nei dintorni della chiesa
di Saint-Sulpice.[243]
Étienne Bouhot riprodusse l'interno della cappella assiale in un olio su tela del 1821 (esposto ai Salon di Parigi
e di Arras dell'anno successivo),[244] John Scarlett Davis la navata centrale nel 1834.[245] La silhouette della
chiesa, invece, compare in due dipinti ad acquarello analoghi di Eugène Delacroix (l'uno esposto presso la
Kunsthalle di Brema, l'altro battuto all'asta da Sotheby's),[246] realizzati dal pittore probabilmente tra il 1838 e il
1846 dal suo studio all'ultimo piano di un'abitazione situata lungo la scomparsa rue Neuve-Guillemin, a nord-
ovest di Saint-Sulpice.[247] Jean-Baptiste Guillaumin rappresentò i campanili visti da sud nel 1900.[248] La
facciata e l'antistante fontana sono il soggetto di un olio su tavola del 1920 del pittore norvegese Sigmund
Sinding, esposto presso il Museo nazionale d'arte, architettura e disegno di Oslo.[249]
Galleria d'immagini
Facciata Facciata Acquasanti San Michele Pietà con la Maddalena, di
del del era, di sconfigge il Jean-Baptiste Clésinger
transetto transetto Jean- demonio, di Eugène
settentrio meridional Baptiste Delacroix
nale e Pigalle
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Voci correlate
Compagnia dei Sacerdoti di San Sulpizio
Jean-Jacques Olier
Jeunesse Sportive et Culturelle Pitray-Olier
Place Saint-Sulpice
Organi della chiesa di San Sulpizio a Parigi
Altri progetti
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Collegamenti esterni
(FR) Paroisse Saint-Sulpice, su pss75.fr. URL consultato il 6 novembre 2020.
(FR) Eglise Saint-Sulpice, su paris.fr. URL consultato il 9 novembre 2020.
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