RENATO ALTERIO
NAVELLORUM
SECONDA EDIZIONE
3 NEL MEDIOEVO SULMONA-VALVA Le Diocesi Per una maggiore comprensione di quanto seguir occorre che io faccia delle premesse partendo dal generale per arrivare al particolare. In generale, nel medioevo, le istituzioni civili avevano scarso potere politico e culturale e perci alla loro inconsistenza supplirono i papi i quali esercitarono il potere spirituale e temporale attraverso le diocesi. Questo fu il motivo per cui le citt medioevali si svilupparono attorno alle cattedrali e furono quindi i Vescovi e gli Abati quelli che oltre ad esercitare il potere spirituale esercitarono anche il potere politico. Il territorio dove oggi sorge il comune di Navelli era associato alla diocesi di Valva la quale aveva la sua sede nel territorio della antica Corfinium, oggi Corfinio. Tale diocesi era contigua e gemellata con quella di Sulmona e tutte e due furono certamente sedi vescovili a partire dal secolo V (400) anche se la tradizione ne attribuisce la fondazione a S. Feliciano morto martire a Foligno nell'anno 249. Le due diocesi furono poi unite fra di loro in persona episcopi a partire dal XIII secolo. Fra quelli appartenuti alla diocesi Valvense il castello di Navelli fu uno dei castelli pi antichi.Tuttavia, il 29 Agosto 1424 Navelli fu annesso alla diocesi di LAquila per volont del Papa Martino V in seguito ai violenti conflitti sorti in merito al pagamento delle decime al Vescovo di Valva da parte dei cittadini e degli abitanti del comitatus Aquilanus del quale il castello di Navelli faceva parte. Prima di allora nella piana di navelli esistevano solo piccoli villaggi ed il Paese vero e proprio fu fondato dagli abitanti di quei villaggi che, per motivi strategici e difensivi, furono costretti a riunirsi in un unico castello sito sul fronte della collina prospiciente alla piana dove prima erano disposti i vari villaggi. Di quei villaggi sono rimaste fino ad oggi solo poche tracce alcune per importanti come quella della chiesa di S.Maria In Cerulis che anticamente faceva parte del "Vicus Incerulae" chiesa che al tempo dei Vestini era invece un tempio dedicato ad Ercole Giovio protettore della pastorizia. Dapprima alle abitazioni gi esistenti si aggiunsero quelle delle ville che concorsero alla fondazione del paese formando due quartieri separati quello di Villa di Piceggia grande, e
4 quello di Villa di Piceggia piccola. In seguito per Villa di Piceggia grandesi ampli fino a includere anche Villa di Piceggia piccola. Con il passare degli anni per i nomi sono cambiati e Villa di Piceggia grande diventata 'l'odierna Via delle Spiagge Grandi mentre Villa di Piceggia piccola diventata Via delle Spiagge piccole, chiss chi lo sa perch. Oggi invece il paese suddiviso in due parti contigue: una medievale e laltra rinascimentale. Nel 1456 ci fu il primo forte terremoto che si ricordi nella storia che sconvolse l'altipiano di Navelli. Il paese venne distrutto e dopo di allora il paese ricostruito solo in parte e le mura di cinta vennero spostate pi a valle rispetto alle precedenti. CRONISTORA DI NAVELLI
La prima traccia degli insediamenti umani nel territorio dell'attuale comune di Navelli risale per molto indietro nel tempo, addirittura al III secolo avanti Cristo ed testimoniata da una iscrizione in dialetto vestino incisa su pietra calcarea e conservata nel Museo Archeologico di Napoli. Tanto per capire in quale epoca essa risalga utile ricordare che il terzo secolo avanti Cristo fu quello della prima guerra punica, (264-241 a. c.), quella in cui Attilio Regolo fu fatto rotolare dai cartaginesi dentro una botte. Tale iscrizione fa riferimento ad un tempio italico dedicato a Hercules Iovius tempio che era situato nel posto dove oggi esiste ancora la chiesa di Santa Maria in Cerulis. Come testimoniato da un altro reperto archeologico, a quell'epoca, nella zona dove oggi si trova il cimitero del paese esisteva un borgo di nome Incerule. Tale borgo era abitato da gente della popolazione dei Vestini i quali allora erano distribuiti su una vasta zona dell'Italia centrale che andava dall'Altopiano delle Rocche sino alla valle dell'Aterno. I Vestini provenivano dalla Sabina e, in seguito a una migrazione, si erano spinti fino alla piana di Navelli ed oltre occupando tra il XI e l'VIII secolo a. C, tutto il versante occidentale del Gran Sasso, e poi si spinsero verso il mare sino all'altezza di Penne. I Vestini in quanto contigui con i territori della Repubblica Romana non riuscirono ad evitare di entrare in conflitto con l'espansionismo romano, vi furono delle battaglie per alla fine furono
L'Italia nel 264 a.C, Per avere la seconda testimonianza sugli insediamenti susseguitosi nell'ambito del comune di Navelli dobbiamo rassegnarci a saltare dal III secolo avanti Cristo addirittura al secolo VIII d. C. e precisamente all'anno 787 dopo Cristo. Questa volta la testimonianza pi puntuale perch si tratta di una descrizione che si trova in un codice chiamato Chronicon Vulturnense. In esso si fa riferimento esplicito alle chiese di Cerule alias Santa Maria in Cerulis ed a quella di Lapide Vico che rappresenta la chiesa di Santa Maria Pede Vico che era situata sempre nel territorio del comune di Navelli ma in localit Serra di Navelli. Tanto per fare maggiore chiarezza forse bene spiegare che cos' il Chronicon Vulturnensis. Ebbene, esso un tipo di manoscritto chiamato codice miniato perch consiste in tavolette di legno ricoperte di cera unite insieme da anelli. Fu scritto nell'anno 1130 da un monaco di nome Giovanni che viveva nel monastero di S. Vincenzo al Volturno monastero situato in provincia di Isernia, nell'alta valle del Volturno. Tale codice conservato a tutt'oggi a Roma nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Ed proprio nel Chronicon Vulturnensis che si pu leggere che nell'anno 816 d.C. le genti dei borghi di Incerule e
6 di Turri fecero delle donazioni al Monastero di San Vincenzo al Volturno. E che i due borghi si trovavano proprio nei territori dell'attuale paese di Navelli si pu apprendre da altre citazioni. Non solo questo quello ch si apprende perch appuriamo anche che dei due borghi Turri era quello pi importante fra quelli esistenti nell'ambito del territorio del comune di Navelli perch in base ad una seconda particolare citazione, questa volta dell'anno 998 d.C., apprendiamo che tale localit era addirittura la sede del Giustizierato d'Abruzzo. Ribadisco d'Abruzzo! Per capirne il significato e l'importanza bene che si sappia che i Giustizierati in epoca sveva ed angioina, erano i distretti amministrativi del Regno di Sicilia i quali erano amministrati da un giustiziere ossia da un amministratore della giustizia di nomina imperiale. Altre informazione su quello che nel frattempo era diventato il Castello di Navelli ce le fornisce, una bolla del Monastero di San Benedetto in Perillis dalla quale apprediamo due cose: la prima che intorno all'anno 1000 esisteva un monastero in localit San Benedetto in Perillis la secondo che nell'anno 1092, i monaci di tale monastero possedevano alcune propriet nel Castello di Navelli consistenti in: due colture, una in localit Stipibus e l'altra, una vigna, in localit Venatura, ed ancora met chiesa di San Angelo, S. Eugenia, met della chiesa di Santa Maria in Piedivivo, San Savino e sue pertinenze. Per capire meglio qual'era a quell'epoca la struttura sociale esistente bene prendere atto del fatto che attorno all'anno 1000 le funzioni nelle quali si dividevano gli individui nella societ erano quelle assegnate a tre tipi di corporazioni denominate degli: Oratores, bellatores e laboratores. Appartenevano alla corporazione degli Oratores coloro il cui compito era quello di pregare per la stabilit e la sicurezza del mondo cristiano. Appartenevano ai Bellatores i guerrieri, ossia quelli che combattevano contro gli eventuali invasori, mentre i Laboratores erano in buona sostanza i contadini e tutti quelli che attraverso il lavoro manuale provvedevano al sostentamento di tutta la societ. ovvio che, poich gli Oratores (ossia gli ordini religiosi) erano i pi istruiti, avevano loro il compito di tramandare le memorie della propria civilt sia a livello storico che mitico-religioso dal momento che la funzione della preghiera era allora quella pi sacra ed importante. Per avere una testimonianza successiva a quella del 1092 dobbiamo saltare all'anno 1173 ossia circa
7 ottanta anni dopo e ci accorgiamo che nel frattempo le cose erano cambiate durante quegli ottanta anni perch oramai l'assetto sociale si era trasformato in quello delle signorie ed ecco perch il castello di Navelli fu assegnato a Galgano di Collepietro, Signore di Caporciano. Si era esaurita l'esperienza dei comuni ed al loro posto erano nate le Signorie. Il cambiamento da attribuire al fatto che le istituzioni comunali erano diventate troppo deboli, avevano perso gran parte delle loro funzioni e perci si era reso necessario un nuovo tipo di istituzione fortemente centralizzata ed interamente cncentrata nelle mani del Signore. In sostanza quel nome stava a significare che a gestire le istituzioni era esclusivamente un Signore il quale apparteneva ad una ricca famiglia, era una persona colta e piuttosto considerevole. Esso veniva nominato a volte dal popolo stesso, altre volte dall'imperatore o dal pontefice. In questa nuova situazione politica il Signore godeva di poteri assoluti e veniva considerato al di sopra della legge (non veniva applicata a lui la legge) poich era lui stesso che faceva le leggi. Cos il Signore amministrava il territorio per mezzo delle leggi e lo Stato esercitava il proprio potere per mezzo del Signore. Su tutti per l'autorit suprema era rappresentata dal Papa al quale spettava il compito di designare a suo piacimento re ed imperatori compresi quelli del Sacro Romano Impero che era sorto sulle ceneri dell'impero romano ed era suddiviso in tre tronconi: Germania, Francia e Italia. Ecco perch nel 1188 fu papa Clemente III a confermare il possesso delle propriet che gi dal 1092 i monaci di San Benedetto in Perillis possedevano a Navelli. Ma non era tutto perch, nella specifica bolla pontificia, vennero adirittura fissate anche le date delle feste di Santo Stefano e dell'Assunta, feste durante le quali i monaci di S. Benedetto dovevano riceveve i dovuti doni dalla popolazione navellese. A questo punto occorre spostare la nostra attenzione dal microcosmo locale a quello pi ampio esistente nella penisola italica. Per capire in quale contesto vanno inquadrate le vicende succesive all'anno 1100 che pi direttamente ci riguardano da ora in poi indispensabile tener conto di una breve descrizione del regno al quale vennero associati i territori di Navelli. Tale regno fu in sostanza il Regno di Napoli istituito nel 1130 con il nome di Regno di Sicilia citeriore. Poich spettava al papa
8 nominarne il re, l'antipapa Anacleto II nomin Rex Siciliae Ruggero II d'Altavilla. Tale regno fu poi confermato nel 1139 questa volta dal Papa Innocenzo II. Successivamete nel 1263 Papa Urbano IV nomin nuovo Rex Siciliae Carlo I d'Angi. Questi fatti sono la dimostrazione di come i papi facevano e disfacevano a loro piacimento regine re ed imperatori. La situazione della chiesa di Roma era per nel caos perch quel continuo fare e disfare a seconda delle conveninze del momento generarono fra cardinali papi ed antipapi guerre intestine talmente violente da essere il motivo per Carlo I cui si alternarono o si sovrapposero fra di loro papi ed antipapi sostenuti da questo o da quello ed ognuno di quelli toglieva o assegnava i territori a chi pi li sosteneva. Stavano cos le cose quando si stabil che le chiese che come quella di Navelli ricadevano sotto il governo del monastero di San Benedetto in Perillis gli dovevano pagare delle rendite in giorni prestabiliti, ossia: una libbra di cera l'anno Santa Maria di Piedivivo, da pagarsi nel giorno di Santa Maria; San Savino e le sue pertinenze pagavano invece a Natale e nella festa di Santa Maria e, per volont del Proposto; SantAngelo pagava nelle feste di San Benedetto, a Natale e nel giorno della sua intestazione; SantEugenia pagava invece nelle feste di Natale, dell'Assunta e dedicazione. Il tutto con il tacito benestare di re Carlo I d'Angi. Costui era figlio del re di Francia Luigi VIII e fratello del re di Francia Luigi IX. Il papa Urbano IV, che era stato eletto nel 1261, aveva scomunicato il re di Sicilia Manfredi che era succeduto a Ruggero II d'Altavilla e il 29 marzo 1263 con l'approvazione di re Luigi IX, offr la corona a Carlo I che accolse l'invito del papa e con un piccolo contingente, il 14 maggio 1265 raggiunse Roma via mare e il 28 giugno fu investito re di Sicilia. Il Pontefice Clemente IV succeduto a Urbano IV diede l'incarico d'incoronare Carlo a ben cinque cardinali. La cerimonia si tenne il giorno dell'Epifania del 1266, nella basilica lateranense, dove, alla presenza dei baroni francesi e provenzali, magistrati e numerosi prelati, l'Angioino prest il giuramento di
9 vassallaggio alla Chiesa. Carlo I, Re di Sicilia, conquist poi nel 1266 anche il Regno di Napoli che era rimasto nelle mani di Manfredi l'ultimo re svevo di Sicilia sconfiggendolo a Benevento. Mentre tuttto questo avveniva altrove a Navelli invece gli emissari di Carlo I erano impegnati nell'imporre ai loro sudditi il pagamento del tasse che nell'anno 1269 venne fissata in 11 once quella che i Castelli di Navelli e Rocca Preturo dovevano versare per il territorio di Torre Maggiore.ad una federazione istituita da Carlo I chiamata General Sovvenzione. Nello stesso anno il Castello di Navelli partecip alla fondazione del Comitatus Aquilano comitato che era sorto con lo scopo di realizzare una federazione di 99 castelli disposti a trasferirsi armi bagagli e supellettili nel territorio aquilano per formare una nuovo ed unico insediamento la citt dell'Aquila. Nella nuva citt ad ognicastello venne assegnato un quartiere e al castello di Navelli fu assegnata il quartiere di Santa Maria Paganica. Per, non si sa per quale motivo, all'ultimo momento gli abitanti del territorio di Navelli si rifiutarono di lasciare il proprio castello e all'Aquila non ci andarono mai. Di particolare interesse il fatto che nel 1270 Carlo I organizz una crociata verso Tunisi allo scopo dichiarato di convertire al cristianesimo l'emiro di Tunisi al-Mustansir, ma in realt per fare bottino e giunse a Cartagine il 25 agosto ma poi il 1 di novembre stipul con l'emiro un trattato con il quale si fece pagare una indennit di guerra ed un notevole tributo. Tra lo scontento dei crociati che rimasero a bocca asciutta rientr in Sicilia il 22 novembre. Se secondo la leggenda sembra certo che gli abitanti di Navelli parteciparono ad una delle crociate non per certo a quale delle otto crociate parteciparono. Inoltre non tutte le crociate si diressero in Terra Santa, per esempio proprio quella comandata da Carlo I diresse a Tunisi e Cartagine. In mancanza di prove certe e dovendoci basare sugli indizi allora pi probabile che i navellesi abbiano partecipato alla crociata di Carlo I piuttosto che ad altre. Tuttavia Terra Santa o Cartagine se l'impresa ci fu rimane pur sempre un evento importante dal punto di vista storico e comunque se non fu quella di Carlo I quale fu? Nessuno lo sa. Morto Carlo I Re di Sicilia e di Napoli gli successe il figlio Carlo II che si occupa anche lui di Navelli come si evince dalla lettura di un Diploma del 1294 nel quale oltre ad attestare che anche il Castello di Turri concorse alla fondazione della citt di L'Aquila viene
10 citato Navelli con il nome di Navellum. Nel 1302 il regno di Sicilia si divise in due: il regno di Napoli ed il regno di Sicilia. Il territorio del Regno di Napoli corrispondeva alla somma di quelli delle attuali regioni d'Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria e comprendeva anche alcune aree dell'odierno Lazio meridionale ed orientale perci il territorio di Navelli Napoli. entr a far parte della giurisdizione del Regno di
Il regno di Napoli e quello di Sicilia Qualche anno dopo, ossia nel 1343, le popolazioni di Navelli e Collepietro si fronteggiarono in armi per motivi di confini e di pastorizia. Alla fine della disputa fu consacrata la pace nella chiesa di San Salvatore a Collepietro nel giorno del 30 di marzo alla presenza di alcuni notabili aquilani come Mattuccio di Mattuccio di San Vittorino e Niccol Teodino dei Pretatti. Laccordo raggiunto prevedeva: lelezione di quattro sindaci, due per ogni Universit, che dovevano provvedere a stilare lelenco dei danni causati dagli scontri per permettere a coloro che li avevano causati di sistemarli; la possibilit per la popolazione di Navelli di poter pascolare gli armenti nelle Selve di Collepietro ma, senza poter costruire case, cavare calcare o coltivare i terreni. Daltro canto i collepietresi potevano usufruire dei
11 pascoli di montagna di Navelli. Gli abitanti dei due centri potevano acquistare case o pertinenze nellaltro borgo, con facolt di versare i tributi nelle casse del centro di origine, e lopportunit per lacquirente di far legna in quel territorio. Per chi trasgrediva era prevista una pena pecuniaria di 50 once doro. Proposto di SantAngelo di Navelli era Filippo del dottor Giovanni di Roio. Nel 1349 per volont del Papa Clemente VII la giurisdizione di Navelli passa dalla diocesi di Valva a quella del'Aquila. Sappiamo gi che, come tutte le istituzioni ecclesiastiche, le diocesi avevano un ruolo importantissimo per la gestione dei territori. Vescovi e abati godevano di un grande potere non solo spirituale, ma anche culturale, giuridico e politico, ricordiamoci degli oratores. Il fatto che nel medioevo, quando le istituzioni civili vivevano tempi incerti e difficili, la Chiesa rimaneva l'unica istituzione ben salda nel territorio. Agli inizi del Medioevo, i vescovi erano l'unica istituzione che risiedeva stabilmente in citt, e fu attorno alle cattedrali che si svilupparono le citt medievali. I vescovi divennero un punto di riferimento per i fedeli come anche per i sovrani, che spesso li preferivano ai loro vassalli laici. Infatti i vescovi, al contrario dei feudatari laici, non si sforzavano di trasformare il feudo loro assegnato in una propriet ereditaria. La commistione tra potere spirituale e potere temporale tuttavia provoc numerosi attriti tra l'Imperatore e il Papa, infatti gli imperatori cercarono di sottrarre al Papa il controllo sull'episcopato, per cui si arrogarono il diritto di nominare e investire i vescovi. Da qui nacque la lotta per le investiture. Nel 1353 in un provvedimento del 17 Settembre ad opera di Ludovico e della Regina del regno di Napoli Giovanna, vengono menzionati i centri di Cerule e Navellis. Quelli della regina Giovanna I furono anni convulsi per il regno di Napoli. Vi regnava la regina Giovanna I senonch, siccome ci fu uno scisma nella chiesa e Giovanna parteggi per il Papa scismatico, il papa Urbano la cacci ed affid il regno a Carlo Durazzo. La Regina Giovanna fu costretta a fuggire in Francia e fu a questo punto che intervenne in suo aiuto l'allora Re di Francia che mand a Napoli Ludovico D'Angi che la rimise sul trono la regina deposta ma poco dopo mor. questa la breve storia di Ludovico e della Regina Giovanna I. Malgrado il decreto papale che stabiliva che la giurisdizione del Castello di Navelli dovesse passare alla diocesi dell'Aquila
12 nel 1360 Navelli era ancora registrato nella Diocesi di Valva, alias Corfinium con la specifica che nel suo territorio erano presenti cinque chiese le quali dovevano versare a quella diocesi delle rendite che venivano corrisposte in date prestabilite: SantAngelo a Natale e nella festa di San Pelino; Santa Maria invece era messale alla festa dell'Assunzione; San Pelino doveva versare una libbra di cera a Natale; San Salvatore a Natale; San Pietro come San Pelino. Dopo di che appuriamo che nel 1362 era Proposto di Navelli un tal Filippo Giovanni di Roio mentre invece nel 1373 il non meglio definito sindaco di Navelli fa omologare, nel Regio Palazzo di Aquila, l'accordo con la comunit di Collepietro, al Capitano Tommaso degli Olivj di Lucca. Da osservare che l'Universit di Collepietro era contumace. Ma le beghe oltre che con Collepietro ci furono anche fra Navelli e Civitaretenga. Infatti nel 1375 abbiamo notizie di una controversia tra la popolazione di Civitaretenga e la chiesa di San Angelo di Navelli. I civitovici si erano procurati della legna e avevano sfruttato i pascoli sui terreni in localit Lanterna, di propriet della chiesa. Il Proposto Filippo di Giovanni di Roio interpell il Capitano Tommaso degli Olivj di Lucca che viet ai civitovici di continuare le loro attivit in suddetta localit. Andando avanti di qualche anno nel 1380, nelle lotte contro la citt dell'Aquila, questa fu attaccata dalla citt di Amatrice guidata da Carlo di Durazzo. Il centro dell'Aquila riport notevoli danni. Invece nel 1397 Proposto di San Angelo era Marino detto Marino di Cola di Cervia mentre nel 1400: Arciprete di Santa Maria era Antonio di Notar Lieto di Navelli. Passando alle tasse si apprende che nel 1409: nella Tassazione di Ladislao, Navelli tassato per 90 fuochi con 451 grani dove per fuochi si intendevano le famiglie e per i grani gli abitanti e dunque se ne conclude che allora a Navelli c'erano 90 famiglie e 451 abitanti in tutto. Nel 1423 arriv in quel di Navelli Fortebraccio da Montone con il suo esercito e lo assedi, il castello si arrese ma non fu espugnato. Per chi non lo sapesse bene dire che Fortebraccio da Montone era un crudele Capitano di Ventura che ne combin di cotte e di crude. Nell'anno 1423 con il suo esercito di mercenari conquist Pizzoli, Poggio Picenze, Assergi, Carapelle Calvisio, Fossa, Paganica, Navelli e Barisciano. Da Barisciano mand le donne seminude nella citt dell'Aquila che lui non era mai riuscito a conquistare.Vag con il suo
13 esercito in tutto l'Abruzzo distruggendo, saccheggiando tutto quello che incontrava dopo averlo gi conquistato prima nel 1424 riconquist S. Pio che gli si era ribellato e questa volta ne distrusse il castello. Riconquist anche Barisciano ed anche qui volle vendicarsi questa volta costringendo le donne a girare nude intorno alle mura del paese.
L'immagine precedente non si riferisce alle donne nude di Barisciano per d l'idea di come presumibile che siano andate le cose anche a Barisciano. Ma la sorte di Fortebraccio era segnata perch nel mese di giugno fu ferito gravemente e poi catturato dagli uomini di Jacopo Caldora capitano di ventura al servizio del regno di Napoli e mor dopo pochi giorni di agonia in circostanze misteriose. Il 1424 fu anche l'anno in cui: Il Papa Martino V conferm il passaggio del Castello di Navelli dalla Diocesi di Valva ( Corfinio ) a quella di L'Aquila come gi precedentemente stabilito da Clemente VII e quello in cui la Regina Giovanna II succeduta alla sorella Giovanna I premi il coraggio dei Navellesi, che l'avevano difesa combattendo contro il perugino Forte Braccio da Montone, concedendo loro il motto "Navellorum Merito Coronata Fidelitas" e la corona Ducale da aggiungere allo stemma del comune. La Regina Giovanna II fu una donna godereccia, di facili costumi e la cronaca ci tramanda che fra i tanti fu Bartolomeo Colleoni il primo dei suoi numerosi amanti. Sono stati proprio i numerosi amanti ella regina, veri o presunti che, insieme agli intrighi, le
14 trame e i complotti della corte napoletana contribuirono ad avvolgere la figura di Giovanna II di un uorviante alone fosco e nefando. Qualcosa di simile era per gi accaduta anche con la precedente regina Giovanna I tanto che le due regine nell'immaginazione popolare si fusero in ununica Giovanna che, dopo aver fatto lamore, mandava a morte gli occasionali amanti di turno facendoli precipitare in una botola o richiudendoli in luoghi segreti da dove mai pi sarebbero usciti vivi: i famosi bagni della regina Giovanna. Fuori Napoli ad Amalfi, in una torre, in unaltra torre, i bagni di Sorrento.
Lo stemma del Comune di Navelli Di volta in volta Giovanna II stata ritenuta dissoluta, gaudente, dedita solo ai piaceri mondani. Mentre tutto ci avveniva a Napoli a Navelli invece nel mezzo del XV secolo appuriamo che nell'anno 1435 il Proposto di San Angelo era Antonio di Fagnano e che il borgo era posseduto allora da Alfonso di Aragona ma San Angelo nel 1443 gli si ribell e dichiarando invece fedelt a Renato D'Angi. Ma il cambiamento dur poco perch nella
15 disputa che ci fu poi fra i due S. Angelo venne riconquistato da Alfonso di Aragona. Qualch ano dopo ossia nell'anno 1447 su un documento di papa Niccol V riportata la notizia che il Comune di Navelli concorse con delle rendite in soccorso dell'Ospedale Maggiore di San Salvatore all'Aquila affinch riservasse posti per i suoi abitanti in caso di ricovero. Niccol V fu il papa che nell'anno 1450 non solo tenne un giubileo a Roma ma che poi nel 1452 incoron Federico III imperatore del sacro romano impero nella Basilica di San Pietro. Cos si successero gli eventi fino a quando nel 1456, nei giorni 4-5 di Dicembre vi fu in Abruzzo uno dei pi disastrosi terremoti che si ricordino che distrusse completamente numerosi centri inmodo che alcuni di essi, soprattutto i pi piccoli come Turri non vennero mai pi. La prima scossa di terremoto avvenne a l'Aquila nella notte fra il 4 ed il 5 dicembre dell'anno 1456 con morti e feriti dall'Aquila ad Ortona e Sulmona. A nche a Teramo...caddero molte case, colla morte di dugento e pi persone. Pi o meno di danno risentirono le altre citt e luoghi del Regno. Nell'anno successivo al terremoto ossia nel 1457 il Proposto Liberato di Mascio della Riviera successe a Sant'Angelo al Proposto Antonio di Fagnano. Per non ci fu pace nella regione perch appen cinque anni dopo ossia nel 1461 ci fu ancora un forte terremoto a L'Aquila l'intensit si stima abbia raggiunto il X grado della Scala Mercalli ed a Lucoli il grado VIII della Scala Mercalli. Poich non c' due senza tre in tutto i terremoti furono tre. Nel 1475 a Navelli 1475 venne modificata la struttura del borgo in quanto venne edificata la Porta Santa Maria ad opera di Antonio Cola di L'Aquila che all'epoca era il capitano di Navelli. Il 3 settmbre 1494 dotato di un'artiglieria moderna discese in Italia il Carlo VIII con un esercito di circa 30.000 effettivi dei quali 8.000 erano mercenari svizzeri. A Firenze i fiorentini agevolarono l'invasione di Carlo VIII, considerandolo restauratore della loro libert e riformatore della Chiesa, il cui Papa Alessandro VI ( Rodrigo Borgia ) era considerato indegno dal Savonarola. Carlo marci verso Roma e prese dapprima Civtavecchia. Il 31 dicembre 1494, approfittando di una coincidenza fortunata, ottenne dal papa l'ingresso pacifico nella Citt Eterna. L'accordo per non risparmi Roma dai saccheggi delle truppe francesi. Per evitarne un'ulteriore permanenza in citt, il 6 gennaio 1495 Alessandro VI accolse Carlo VIII e ne autorizz il
16 passaggio negli Stati pontifici verso Napoli, affiancandogli come cardinale legato il figlio Cesare Borgia. L'espansionismo francese spinse per anche il papa Alessandro VI e Massimiliano d'Asburgo a costituire una Lega contro Carlo VIII, per combatterlo e infine sconfiggerlo nella batalia i Fornovo alla fine del conflitto la Spagna occup la Calabria. Nel 1495 Ferrandino riusc a costituire una armata napoletana che al grido di "Ferro! Ferro!" (derivante dal "desperta ferro" degli Almogver) scacci i francesi di Carlo VIII dal Regno di Napoli. Nel 1495 nella piana di Navelli ci fu una razzia di animali da soma ad opera del Governatore di L'Aquila Giovanni del Tufo il quale ne aveva bisogno perch voleva andare a scontrarsi contro il sopravvenuto Carlo VIII, Nel 1498 Carlo VIII di Francia, il quale gi da tempo per effetto dell'offerta di papa Innocenzo, ma anche a causa degli antichi diritti che il re di Francia, erede degli Angioini, vantava sul regno di Napoli, raccolse una grande armata composta da ventimila uomini armati, con un corpo innovativo di artiglieria e marci verso Napoli. Nel 1496 a Napoli era diventato re il figlio di Don Ferrante e fratello di Alfonso II, con il nome di Federico I, il quale dovette affrontare le ambizioni francesi su Napoli. Alla fine, poich dopo la morte di Carlo VIII Luigi XII duca d'Orlens aveva ereditato il regno di Francia mentre il re d'Aragona Ferdinando il Cattolico aveva ereditato il trono di Castiglia i due stipularono un accordo per spartirsi l'Italia. L'accordo fra francesi e spagnoli prevedeva la spartizione del Regno di Napoli fra le due corone: al sovrano francese Abruzzo e Terra di Lavoro, nonch il titolo di rex Hierosolymae e, per la prima volta, di rex Neapolis al swovrano spagnolo, Puglia e Calabria con i titoli ducali annessi. Con tale trattato dell'l1 novembre'del 1500 il titolo di rex Siciliae fu dichiarato decaduto dal papa Alesandro VI e unito alla corona d'Aragona. Federico I di Napoli dovette fuggire e si rifugi ad Ischia. A quei tempi il Castello di Navelli era cinto da mura, secondo una notizia tratta da un atto di compravendita tra il Sindaco e due massari di Navelli e Giacomo di Notar Nanni di Civitaretenga. Il luogo oggetto della compravendita era fuori Porta Santa Maria. Nel 1508 nella Stemma numerazione ( una specie di censimento) incorsa in questo anno il Castra di Navelli contava 350 anime. L'anno appresso ossia nel 1509 ci fu un nuovo contenzioso tra le Universit di Navelli e Collepietro per questioni legate ai pascoli indivisi e
17 dei relativi confini. Laccordo per la risoluzione della controversia avvenne di nuovo nella chiesa di San Salvatore, fuori le mura del borgo di Collepietro. Gli intervenuti per la stipula dellaccordo furono Troiano Casella di L'Aquila Dottor in Legge nelle cause civili, Santuccio Franco sindaco di Collepietro e Alessandro di Giacomo di Carlo di Paganica sindaco di Navelli. I siti oggetto della contesa erano: la piana ai piedi di San Salvatore, il lago di Montore, il prato Navellense e Spineta, i quali erano indivisi tra le Universit, oltre a Curiale e Colle Pagana, dove non erano segnati i confini, tanto da provocare contese tra i pastori dei due borghi.
Stemma della Famiglia del Tufo Laccordo avallato dai Signori della Camera Aquilana e da Ludovico Franco Conte di Montorio prevedeva: che i navellati potevano far pascolare i loro animali grossi nella zona occidentale, ai piedi del borgo di Navelli e gli animali non dovevano oltrepassare il confine stabilito dalle vigne, il colle di San Salvatore e la strada pubblica verso Colle di Pagana. Nella zona orientale non era permesso il pascolo ai navellati ma a loro veniva lasciata lopportunit di far abbeverare gli animali nel lago di Montore. I confini dovevano essere rispettati anche dai collepretesi. Bisogna ricordare che rimanevano validi gli accordi raggiunti nel 1343. Nel 1513 vi furono invece dei problemi con Capestrano per questioni di pascolo. Per Navelli partecip
18 all'incontro il sindaco Alessandro di Giacomo di Carlo e per Capestrano Ludovico Franco e Andrea D'Alfonso Piccolomini D'Aragona Duca di Amalfi, Conte di Celano, Signore di Capestrano. Convennero che i navellati e i cittadini di Capestrano potevano entrambi usufruire del territorio compreso tra i due centri fino al confine con Collepietro tranne che sui terreni affidati dal Duca. I navellati potevano far abbeverare i loro animali presso la fonte di Capestrano a condizione che non invadessero i campi con gli armeggi e danneggiassero le colture, pena una ammenda al Duca di 5 carlini. Nel 1529, vista la posizione geografica favorevole nell'Italia centrale e la sua rilevanza in campo economico in quanto terra di confine tra lo Stato Pontificio e del Regno di Napoli, al quale apparteneva, il Comitatus Aquilano fu al centro di lotte tra la Corona di Francia e quella di Spagna. La spuntarono gli spagnoli che fecero pagar caro il doppio gioco messo in atto dalla citt per conservare i propri benefici economici. Infatti gli spagnoli smembrarono il Comitatus Aquilano affidando i centri che lo avevano composto ad ufficiali spagnoli, patrizi romani, oppure a baroni aquilani. L'infeudazione del territorio venne affidata a Orange, generale spagnolo, il quale assegn il Castello di Navelli a Camillo Caracciolo. Detto castello pass poi nelle mani della famiglia Gregori di Collepietro ed in seguito in quelle della Baronessa Maddalena Trasmondi dei Tomasetti di Celano. Nel 1532: Navelli contava 91 fuochi ( famiglie) fiscali. Nel 1533 L'Infeduazione, in data 20 Dicembre, cita fra i feudi il feudo di Navelli. Nel 1534, durante il governo di Carlo V nel territorio i Navelli si contavano 183 fuochi. Nel 1539 Vi fu una enneswima disputa questa volta con il Castello di Rocca Preturo per la contesa della Villa di Torre Maggiore che nel medioevo era denominata Turri. L'universit di Navelli portava avanti la tesi che nell'Altopiano omonimo i castelli si erano formati dalla fusione di pi ville, pertanto al nuovo borgo erano affidate tutte le pertinenze dei villaggi confluiti. Anche Navelli fu soggetto ad un processo di questo genere, vennero riportate le ville che presero parte alla costituzione del castello, queste furono: Villa di Piano, Villa di Piaggiagrande, Villa di Piaggiapiccola, villa Santa Lucia e villa Del Colle. Ogni villa doveva avere acqua e territorio. La villa di Turri era accatastata da tempo immemorabile nel Castello di Navelli, quindi tale Universit la riteneva
19 ricadente nelle sue competenze. Inoltre Torre Maggiore sorgeva nelle vicinanze della Serra Maggiore dove vi era sorgente Acquari, ricadente al territorio di Navelli. Considerando che, gli abitanti di un castello potevano usufruire dei beni presenti sul loro territorio liberamente, mentre per i beni appartenenti ad un altro castello dovevano essere autorizzati, luniversit di Navelli riteneva che labitato oggetto della disputa non poteva che essere ricadente sotto la sua giurisdizione poich i suoi abitanti si approvvigionavano di acqua presso la sorgente Acquari. Nell'anno 1545 Navelli contava 138 fuochi fiscali. Invece nel 1554 il Castello fu venduto all'Universit di L'Aquila per essersi devoluto alla Regia Corte con patto di retrovendita. Nel 1559 Diomer Carafa acquist dalla Regia Corte undici castelli del contado aquilano, tra cui Navelli, che scelse come sua residenza. La sua abitazione si trovava vicino la porta pubblica, verso L'Aquila, sul lato occidentale. Il contratto prevedeva che Carafa doveva rimettere nelle casse Regie 30000 ducati per siccome nel 1563 ne aveva corrisposti solo 5000, questo comport lannullamento del contratto. Itanto nel 1561 Navelli contava 183 fuochi fiscali mentre nel 1595 ne contava 204. Nel 1611 Camillo Compagni di Firenze Governator Generale dello Stato di Capestrano, in nome di Cosimo de' Medici, Gran Duca di Toscana, Principe di Capestrano, della Baronia di Carapelle e Terra di Bussi, i signori della montagna Angelo Sciovi sindaco di Capestrano, Fulvio Pietropaoli Barone di Navelli, Giorgio Massimo sindaco della terra stessa si riunirono per discutere di questioni riguardanti il pascolo. Venne cos istituita una zona franca sulla quale pascolare tra i due centri. Era vietato fare legna, calcare sui terreni di propriet del Principe, chi avesse trasgredito doveva pagare una ammenda. L'anno 1632 fu quello in cui venne terminata l'edificazione del Palazzo Baronale. Nel 1648 il Castello di Navelli contava 204 fuochi. Nel 1651 venne compilato un catasto con le propriet di ogni singolo cittadino. Nel 1656 arriva la peste quella tramandatami oralmente da mio nonno che uccise circa ottocento persone che venneo seppellite per emergenza nella cappella cimiteriale delle famiglie pi ricche di Navelli detta Chiesa del Suffragio. Nel 1668 il feudo di Navelli che era intestato a Carlo Ronchelli pass nel 1669 a Silvia Nicca e poi ai Pietropaoli di Molina q1uando contava 170 fuochi. A causa della peste i fuochi erano passati da
20 204 a 170 erano perci scomparse 34 famiglie. Quella dei Pietropaoli era una antica famiglia abruzzese che ebbe come feudo Navelli nella seconda met del seicento. Fu inoltre feudataria di Bussi sul Tirino, Molina e Castelvecchio Subequo. Aveva inoltre il titolo di Patrizio di Sulmona ed Aquila. Sui molti palazzi che un tempo furono di propriet della famiglia compare ancora oggi lo stemma gentilizio. Nel 1671venne aggiornato il catasto con le propriet di ogni singolo cittadino. Il 2 di febbraio del 1703 giorno della festivit della Purificazione di Maria e del connesso rito della Candelora, si verific a nord della citt dell'Aquila l'ennesimo terremoto che distrusse quasi completamente il capoluogo abruzzese e caus forti danni in tutta la regione. Il sisma, che ebbe una magnitudo di 6,7 ed un'intensit del X grado della Scala Mercalli, si verific poco prima di mezzogiorno e pertanto sorprese i fedeli radunati nelle chiese per le celebrazioni liturgiche. Alcune centinaia di persone si trovavano in quel momento nella chiesa di San Domenico dove si concedeva una comunione generale quando le capriate del tetto cedettero seppellendo i presenti. Bisogna considerare che
La chiesa dl Suffragio la diocesi dell'Aquila era in quel momento priva di un vescovo poich la carica di Ignazio Della Zerda, morto nel 1702 era stato affidata temporaneamente ad un vicario; manc dunque una guida (come fu quella di Amici Agnifili nel terremoto del 1416) che evitasse l'assembramento di una
21 gran quantit di gente negli edifici ecclesiastici. Altri crolli gravissimi si ebbero nella basilica di San Bernardino, ove rimasero in piedi solo il coro, la facciata e le mura laterali, e nella cattedrale di San Massimo, oltre che nelle chiese di San Filippo, San Francesco e Sant'Agostino. Alla scossa principale, per ventidue ore ne seguirono altre durante le quali la terra esalava pessimi odori e l'acqua dei pozzi cresceva e gorgogliava a causa dei gas. In totale L'Aquila cont circa 2.500 morti, 800 nella sola chiesa di San Domenico, cio circa un terzo della popolazione ma il terremoto fece vittime anche nelle citt vicine per un bilancio totale di oltre 6.000 decessi. Nel 1707 venne ulteriormente aggiornato un catasto con le propriet di ogni singolo cittadino. Nell'anno 1732 Navelli contava 173 fuochi appena 3 in pi del precedente censimento. Nel 1746 su ordine di Carlo III di Borbone viene compilato il catasto onciario dove oltre alle propriet di ogni singolo cittadino vengono definiti anche i vari nuclei familiari il ceto di ognuno di essi e i loro mestieri. A Navelli vi era: un feudatario, due membri del Primo Ceto Civile, quattro Dottori in Legge, due Regi Notari, un Dottore in medicina, due Cittadini e Civili, cinque Studenti e Scolari, uno Scribente, quindici Ecclesiastici, un Negoziante, uno Speziale, tredici Calzolai e Scarpari, tre Sarti, cinque Falegnami, tre Mastri Ferrari, tre Muratori, uno Scarpellino, trentaquattro Massari, centosettantadue Bracciali, due Bifolchi, undici Campesi, diciassette Campieri, un Camparolo, un Mulattiere, un Pastore e cinque Militari, per un totale di 170 fuochi. Vi erano solo nove Magnifici. Il fondatore della dinastia fu Carlo di Borbone, re di Napoli tra il 1734 e il 1735 figlio di Filippo V i Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713, oltre che re di Spagna tra il 1700 e il 1746 e fondatore a sua volta della dinastia dei Borbo di Spagna ) e della italiana Elisabetta Farnese Carlo ebbe otto figli. Nel 1759 ascese al trono di Spagna con il nome di Carlo III dopo la morte senza eredi del fratellastro Ferdinando VI di Spagna e quindi dovette rinunciare al trono di Napoli, che spett al figlio terzogenito Ferdinando che regn inizialmente con il titolo di Ferdinando IV, re di Napoli e di Sicilia e quindi, dal 1816 fino alla morte, come Ferdinando I, re delle Due Sicilie. Nel 1751 furono affittate al Magnifico Don Candido Piccioli le intere industrie dello zafferano e della seta mentre nel 1752 viene edificata sulla piana di Navelli la Villa Francesconi in
22 contrada San Rocco dall'architetto Filippi su commissione del Barone Giovanni Francesconi per la figlia Marianna in occasione delle nozze di
Lo stemma Trasmondi quest'ultima con il Notabile Don Casimiro Giampietri. Nel 1755 il feudo di Navelli pass a Nicola Antonia Trasmondi e poi nel 1756 pass a Maddalena Trasmondi.
Ferdinando I/IV Nel 1794 Venne concessa da Ferdinando IV ( alias Frdinando I) di Borbone re di Napoli (re Nasone) a Don Gian Saverio dei Baroni Francesconi la "Bolla della Santa Crociata" che comprendeva vari privilegi per aver donato "Grana 26 e tre Calli" al regno di Napoli al fine di aumentare le
23 forze marittime contro i corsari Maomettani che infestavano gravemente tutti i lidi del regno. Nel 1815 Ferdinando IV divenne Ferdinando I di Borbone re di Napoli e di Sicilia in virt della riunificazione dei due regni, ed assegn a Don Gianfrancesco Piccioli il Titolo di "Marchese di Navelli" per aver dimostrato fedelt alla corona nel periodo dell'invasione Francese.
Lo stemma dei PICCIOLI La famiglia per questo aggiunge allo stemma gentilizio un simbolo di fedelt al re. Nel 1816 a causa dell'unificazione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia, il nuovo regno prese il nome di Regno delle due Sicilie. Il regno fu istituito dal re Ferdinando di Borbone dopo il Congresso di Vienna e, al momento della sua istituzione, la capitale fu fissata in Palermo ma, l'anno successivo, fu spostata a Napoli. Palermo, per, almeno formalmente, continu a mantenere dignit di capitale, essendo considerata, appunto, "citt capitale" dell'isola di Sicilia. Nel 1821 il 29 Agosto viene nominato Sindaco del Comune di Navelli il Barone Giuliano Francesconi in rimpiazzo del Barone Leopoldo Marchi di Turri. All'inizio del ciciannovesimo secolo l'Italia era divisa in tanti piccoli stati: il Regno Lombardo-Veneto, il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno
24 delle Due Sicilie, i Ducati di Modena, Massa e Carrara, di Lucca e di Parma, il Granducato di Toscana. Inoltre i territori del nord e del centro, fatta eccezione per il Regno di Sardegna che era governato dal Re Vittorio Emanuele I, erano sottomessi all'Austria. Nel 1826 a Navelli venne stabilito che ogni marted del mese nel borgo si allestisse un mercato. Il 1848 fu un anno particolare perch scoppi la prima guerra d'indipendenza in quanto Carlo Alberto re di Sardegna, dichiar guerra all'Austria per fu
sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II. Nel 1859 scoppi invece la seconda guerra d'Indipendenza che ebbe come conseguenza la liberazione della Lombardia e della Sicilia. La liberazione della Sicilia avvenne per opera di Giuseppe Garibaldi con la "Spedizione dei mille". A questo punto Nel 1861 venne dichiarato il regno d'Italia con capitale Torino. Mentre ci avveniva in Italia a Navelli nel 1867 il primo di Aprile, in seguito alla legge del 20/05/1865 n 2248 sulla Sanit Pubblica, il Prefetto nominava un agrimensore e un perito per lindividuazione dei siti per la collocazione dei Cimiteri negli abitati di Navelli e Civitaretenga. Il 24 ottobre il prefetto approv i piani topografici redatti dal perito agrimensore Francesco Paolo DOrazio, per la costruzione dei Cimiteri di Navelli e Civitaretenga. Nella relazione del Prefetto vengono apportate anche delle modifiche al progetto originario in rispondenza della Legge Regia sulla
25 sanit pubblica. Tra le modifiche approvate si stabil: che l'altezza del muro di cinta doveva essere di tre metri, che l'area doveva essere ampliata. Il Prefetto di LAquila approv il progetto redatto dal Comune di Navelli per la costruzione del nuovo cimitero fuori dal centro abitato. Il progetto fu redatto dal Perito Agrimensore Francesco Paolo DOrazio. Ma l'Italia non era ancora del tutto liberata: mancavano il Veneto e il Lazio. Il Veneto fu liberato con la terza guerra d'indipendenza ed il Lazio invece lo fu nel 1871 quando i bersaglieri di Garibaldi giunsero a Roma e si aprirono una breccia nelle mura della citt a Porta Pia liberando Roma e lo stato pontificio dal Papa. Solo a quel punto la capitale fu finalmente spostata a Roma e fu cos completato il processo di Unit d'Italia. Tornando a Navelli appuriamo che nel 1872 il 29 Giugno il Comune deliber lavvio di studi per limpianto di approvvigionamento di acqua potabile e la realizzazione di una fontana. Invece nel 1873 vennero iniziati i lavori di costruzione della strada comunale per Civitaretenga e per il cimitero di Santa Maria in Cerule. Nel 1879 in data 29 Maggio lAmministrazione Comunale delibera per lacquisto di un immobile di propriet del Sig. Luigi Benedetti per lampliamento della Casa Comunale. Questo edificio doveva contenere: gli uffici comunali, il telegrafo, la scuola elementare ed un magazzino. Infine, nel 1882 il Consiglio Comunale delibera per la realizzazione dellimpianto di illuminazione pubblica. Viene approvato il progetto per la distribuzione dellacqua potabile in data 31 Ottobre. Il 10 marzo dell'anno successivo vennero affidati i lavori di realizzazione del Cimitero di Navelli a Camillo Venditti. Ne1 1885 apprendiamo da un documento emanato dal comune di Navelli in data 3 Maggio e diretto al prefetto che si richiedeva un intervento finanziario per il recupero di alcune case del borgo antico per salvaguardare lincolumit degli abitanti delle case vicine. Nel documento si diceva che per le case con pericolo di crollo immediato erano stati emanati decreti di sgombero e demolizione indirizzati ai proprietari. Si diceva altres che questi decreti non potevano essere compilati per tutte le abitazioni che si trovavano in quelle condizioni, perch altrimenti bisognava sgomberare buona parte del borgo pi antico. Il Comune chiedeva che venisse nominato dallAmministrazione Provinciale un Ingegnere che redigesse un piano di recupero del centro. Inoltre veniva riconosciuto il permesso alla famiglia
26 Francesconi, in quanto "appartenente al rango de' Nobili", di far celebrare la Santa Messa nella cappella gentilizia di famiglia. Nel 1887 LAmministrazione Comunale autorizz in via eccezionale il taglio del bosco di Pi Piaggia, gi coperto da vincoli, per l'uso del legname in forni di calce. Nel 1890: venne affidata da parte del Comune al Sig. Troiani, lantica cava di Pietrava in abbandono. Il Troiani si impegn a riconsegnarla allamministrazione alla fine del mandato in ottimo stato. Nel 1892 ci fu una vertenza tra sacro e profano tra la Parrocchia ed il Comune per il pagamento dei terreni espropriati dallAmministrazione alla Parrocchia per la costruzione del cimitero e strada per Civitaretenga. Nello stesso anno venne presentato il progetto per la realizzazione dellacquedotto municipale. Lopera fu progettata dallIng. Civile Giuseppe Inverardi. Il progetto fu presentato in data 15 Giugno. Venne redatto un verbale di accettazione dei fondi per lesproprio dei terreni da parte dellAmministrazione Comunale per la realizzazione del Cimitero. Nel 1893 il Genio Civile approv il progetto di costruzione dellacquedotto comunale, in data 11 Giugno. Il Comune di Navelli, con delibera del 6 Dicembre, approv la costruzione della fontana nella piazza San Pelino, ai piedi dellabitato. Il progetto fu redatto dallIng. Civile Giuseppe Inverardi. Nel 1902 venne terminata la Piazza San Pelino e nel 1904 ci fu l'appalto per lilluminazione pubblica. Nel 1906 la famiglia dei Baroni Francesconi acquisisce l'ex feudo di Bovadilla e il castello di Celano dalla famiglia dei Baroni di Renzo grazie al matrimonio di Alfonso Francesconi con Angela di Renzo. Nel 1912 il primo agosto venne approvato dal Consiglio Comunale il progetto per lesecuzione dei lavori relativi allimpianto di una pompa elettrica per portare lacqua in piazza Santa Maria. Nel 1913 il Comune acquist un terreno per lo smaltimento delle acque reflue del serbatoio. Il terreno in questione contiguo al serbatoio. Le acque reflue dovevano essere impiegate nel pubblico lavatoio. Il Geometra Giuseppe Biglieri redisse due piante topografiche, una per Navelli e laltra per Civitaretenga per il censimento della popolazione e ricevette come pagamento la somma di . 25. Nel 1914 ci fu il previsto ampliamento del Cimitero. Tanto perch i navllesi non si annoiasero nel 1915: il paese venne colpito dal terremoto d'Avezzano. Nel 1916, nel Bilancio di previsione per il biennio 1916-17 il Comune chiese
27 maggiori finanziamenti per fronteggiare le spese di ricostruzione dei fabbricati danneggiati dal terremoto del 1915.
Nota: In merito alla partecipazione della Universit di Navelli alle crociate in Terra Santa, non esistono prove che attestino di quale crociata si tratt. verosimile perci ipotizzare che la crociata alla quale partecip l'Universit di Navelli non si sia diretta in Terra Santa ma a Tunisi. Fu Carlo I, re di Napoli, ad organizzare una crociata nel 1270 diretta a Tunisi. Con la scusa di voler far convertire al cristianesimo l'emiro di Tunisi giunse a Cartagine il 25 agosto dell'anno 1270 con lo scopo di fare razzie e tornarsene a casa con il bottino.
Renato Alterio