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Monastero

di Santa
Grata
Matteo Tressoldi e Filippo mazza
Origini e Architettura Antica
Il monastero di Santa Grata, situato a Bergamo, ha radici
antiche che risalgono al IV secolo. La sua fondazione è
attribuita ad Adleida, moglie di Lupo, duca di Bergamo, e
madre di Grata. Sebbene non vi siano documenti che
confermino questo fatto, la tradizione lo sostiene. La
struttura originaria, chiamata Santa Mater Vetur, è una
piccola chiesa di origine longobarda, ancora presente nel
complesso monastico e comunemente nota come
"vecchia" per distinguerla dalla basilica di Santa Maria
Maggiore, che si trova nelle vicinanze.
Crescita e
Sviluppo
Documenti risalenti al IX secolo
testimoniano la presenza di una comunità
monastica attiva già in quel periodo, con
caratteristiche simili a quelle dell'ordine
Benedettino. Nel 1027, grazie alla regola di
San Benedetto e all'iniziativa dell'abadessa
donna Officia, il monastero fu ampliato. Le
reliquie di Santa Grata furono traslate nella
chiesa di Santa Maria Vetus, accompagnate
da una solenne processione presieduta dal
vescovo Ambrogio II.
Privilegi e Prosperità
L'importanza del monastero di Santa Grata è evidenziata
dai numerosi privilegi concessi dalla Chiesa. Nel 1186,
papa Urbano III pose il monastero sotto la sua protezione
apostolica. I monaci godettero di autonomia e non furono
obbligati a pagare le decime. Nel corso dei secoli, il
monastero accumulò un vasto patrimonio immobiliare e
mobiliare, come indicato dai numerosi documenti
conservati nell'archivio del monastero.
Restauri e
Rinnovamenti
La struttura del monastero subì diverse
trasformazioni nel corso dei secoli. Nel 1477,
su progetto degli architetti Leonardo Moroni e
Alessio Agliardi, fu costruita una nuova chiesa.
Questa costruzione, finanziata dal lascito
testamentario di Arigino dei Capitanei di
Mozzo, rappresentava un importante
rinnovamento architettonico. Nel XVI secolo,
con la costruzione delle mura venete, il
monastero e la chiesa subirono ulteriori
modifiche per adattarsi alla nuova struttura
difensiva della città.
Rinascita e Soppressioni
Dopo il Concilio di Trento, il monastero sperimentò un
periodo di rinascita spirituale e culturale. Tuttavia, nel
1798, durante l'epoca della Repubblica Cisalpina, il
monastero fu soppresso e le monache furono costrette ad
abbandonare la struttura. Successivamente, con il
cambiamento di regime, il monastero fu riaperto nel 1817,
ma le soppressioni napoleoniche avevano lasciato un
segno indelebile sulla sua storia e sul suo patrimonio.
Architettura e Decorazioni
L'architettura del monastero di Santa Grata riflette le
diverse fasi della sua storia. Elementi longobardi, gotici,
rinascimentali e barocchi si fondono armoniosamente
nella struttura. La chiesa, in particolare, presenta una
facciata esterna decorata con affreschi e sculture che
rappresentano santi e scene della vita religiosa. L'interno è
arricchito da stucchi dorati, affreschi e opere d'arte
commissionate da artisti di fama locale e nazionale.
Patrimonio Culturale e Religioso
Il monastero di Santa Grata non è solo un luogo di culto,
ma anche un importante centro culturale e religioso. La
sua biblioteca, sebbene ridotta nel corso dei secoli,
conserva ancora manoscritti e documenti di grande valore
storico e spirituale. Le reliquie di Santa Grata, conservate
nell'antica arca lignea, sono oggetto di venerazione da
parte dei fedeli e rappresentano un legame tangibile con la
storia millenaria del monastero.
Conclusione
In conclusione, il monastero di Santa Grata è un monumento vivente
della storia e della fede di Bergamo, testimone di secoli di devozione
religiosa, trasformazioni architettoniche e cambiamenti sociali. La sua
importanza culturale e spirituale rimane viva anche ai giorni nostri,
continuando a ispirare generazioni di fedeli e visitatori.

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