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Informazioni – Cosa vedere – Servizi di pubblica utilità

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Raduno Proloco Provincia di Cosenza – Aiello Calabro 16 settembre 2018
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

• ORE 09:00, PIAZZA SANTA MARIA - ACCOGLIENZA E REGISTRAZIONE


PROLOCO;

• ORE 10:00, CHIESA SANTA MARIA MAGGIORE - SANTA MESSA CON


OFFERTORIO A CURA DELLE PROLOCO;

• DALLE ORE 11:00 ALLE 13:30 - VISITA GUIDATA PER LE VIE DEL PAESE;

• ORE 11:15, PIAZZA DEL POPOLO (PRACA) - CONFERENZA DI


PRESENTAZIONE;

• DALLE ORE 11:30, PIAZZA PLEBISCITO - APERTURA EXPO’- STAND


ESPOSITIVI - SFILATA ITINERANTE TAMBURI DELLA SILA - GIOCHI PER
BAMBINI (GONFIABILI);

• ORE 13:00 - STAND GASTRONONIMICI - DEGUSTAZIONE PRODOTTI TIPICI


– SAGRA DEL TARTUFO DI PIZZO - SFILATA ITINERANTE TAMBURI DELLA
SILA - GIOCHI PER BAMBINI (GONFIABILI);

• ORE 15:00, PIAZZA DEL POPOLO (PRACA) – CONVEGNO: LE PROLOCO


RISORSA PER IL TERRITORIO;

• DALLE ORE 16.00 ALLE ORE 19:00 - APERTURA ANDRONE E GIARDINO


PALAZZO CYBO MALASPINA CON ESPOSIZIONE LIBRI DI POETI E
SCRITTORI AIELLESI;

• ORE 17:30 - MUSICA POPOLARE CON BRUNELLA GATTO AMBASCIATRICE


UNPLI;

• ORE 18:00 - GRUPPO FOLKLORISTICO DI VERBICARO;

• ORE 19:30 - CHIUSURA DEL RADUNO CON SORTEGGIO RIFFA E


CONSEGNA ATTESTATI E RINGRAZIAMENTI ALLE PROLOCO.

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Raduno Proloco Provincia di Cosenza – Aiello Calabro 16 settembre 2018
CENNI STORICI

Ajello Calabro, il cui territorio è circa 39 kmq, tra i 70 e i 1100 metri slm, a metà strada tra il
mare e la montagna, è un piccolo paesino, abitato da poco meno di duemila anime, arroccato
sulle colline dell'entroterra tirrenico cosentino.
Le sue origini risalgono al passato remoto. Ne sono testimonianze, nei primi anni '60, i
ritrovamenti in località Valle di una selce paleolitica e di alcune tombe databili al 550 a.C. che
contenevano oggetti classificati come aryballoi, ovvero porta profumi corinzi. Che questi
oggetti siano di fattura magno greca non ci sono dubbi. Come non ci dovrebbero essere dubbi
che il territorio di Aiello Calabro potesse essere parte di un territorio più ampio, in cui erano
diversi i nuclei abitativi a stretto contatto tra loro e che potrebbe corrispondere alla antica
Temesa, ubicata tra l'Olivo ed il Savuto.
Posto in un luogo strategico per il controllo delle vie di comunicazione, Aiello è stato nel corso
dei secoli al centro di aspre lotte di potere.
I Saraceni del vicino Emirato di Amantea, come racconta la leggenda, nel tentativo di farlo
capitolare “per fame”, furono persuasi a desistere dal genio degli aiellesi che per dimostrare di
avere scorte a sufficienza, dalle mura del castello lanciarono delle 'pezze' di formaggio ottenute
dal latte delle loro donne.
I Normanni, nel 1065, guidati da Roberto il Guiscardo lo assediarono per quattro mesi, prima di
ottenerne la resa. L'importanza di questo lembo di terra “…grossa, nobile, et civile” è dimostrata
nel corso delle alterne vicende storiche.
Con gli Aragonesi, il feudo aiellese, dai Sersale fu assegnato al viceré di Calabria e conte di
Ajello, Francesco Siscar. Tale periodo per Aiello è molto florido e si registra una notevole
espansione demografica, sociale ed economica che continua con il Viceregno spagnolo in cui
cresce l'agricoltura e la produzione della seta.
Nel 1566 il Feudo viene acquistato per 38 mila ducati dal principe di Massa, Alberico Cybo
Malaspina. Con questa famiglia di origini liguri toscane, che ne mantenne la proprietà sino

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all'eversione della feudalità, lo “Stato di Aiello” passa da contea a marchesato e poi nel 1065 a
ducato. A questo periodo si devono alcune delle più pregevoli testimonianze architettoniche,
artistiche e storiche del borgo antico: il palazzo Cybo e la omonima cappella gentilizia, dove è
custodita la statua della Madonna delle Grazie, molto venerata dagli aiellesi.
Nel decennio francese la cittadina passa nella giurisdizione del cantone di Belmonte, quindi nel
governo di Rogliano, sino al 1811, anno in cui è capoluogo di Circondario (comprendente
Terrati, Serra, Lago, Laghitello, Pietramala e Savuto).
Negli anni a seguire: la Restaurazione borbonica, poi Garibaldi che unisce l'Italia, il Brigantaggio,
e il terremoto del 1905 che distrugge buona parte dell'abitato.
Nel 1864 prende il nome di Aiello di Calabria che muta nel 1928 in Aiello Calabro,
incorporando Cleto e Serra, i quali divengono comuni autonomi, il primo nel 1934, il secondo
nel 1937.
COSA VEDERE

Itinerario nel Centro Storico


Chiesa di S. Maria Maggiore, via Campanaro, Palazzo Maruca – Belmonte, via San Nicola, Santi
Cosma e Damiano, via Castello, Palazzo De Dominicis , Palazzo di Malta, Palazzo Comunale, via
Monti e Palazzo Solimena, Castello, Cappella Cybo, Belvedere S. Elia (Pizzone), Rione Valle,
Museo Civico, Palazzo Cybo (Viola e Giannuzzi), San Giuliano, Praca e sopportici, Teatro
comunale.

Il Castello
Fu certamente “…una delle prime fortezze del regno” (L. Alberti, 1525/26). L’impianto del

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vecchio maniero che, dal promontorio Tilesio su cui sorge domina
il borgo medioevale, dovrebbe risalire, nella struttura attuale, al
tempo di Francisco Siscar, viceré di Calabria sotto gli Aragonesi.
Ingloba strutture precedenti risalenti ai Normanni e forse al
Castron bizantino.
Il castello, da cui si poteva controllare una bretella della Via
consolare romana Annia, fu di fondamentale importanza militare.
Composto da: cinque porte ferrate e ponte levatoio, torri (il
Mastio a base quadrata, la torre dell’Orologio e diverse torri
d’avvistamento), cappelle, cisterne per i bisogni della cittadella,
cinta muraria e cunicoli per le fughe, è andato in rovina a seguito
dei terremoti del 1638, del 1783 e del 1905. Tuttavia, restano
eloquenti vestigia, quali: mura perimetrali, torri angolari speronate,
cisterne, ed alcune stanze sotto le torri. Al castello si giunge
attraverso una suggestiva via d’accesso, scavata nella roccia tufacea.

L’ex Convento degli Osservanti e la Cappella Cybo


Posto originariamente più a valle, e poi ricostruito nel 1735 dove è
attualmente, l'ex Convento risale alla fine del '400. Fanno parte
della struttura la Chiesa di S. Francesco e la Cappella Cybo.
Il portale d’ingresso del convento è in pietra tufacea scolpita con
maschera al centro dell’arcata, con festoni di fiori e frutta. L'interno
della chiesa è a navata unica con decorazioni in stucco; nella parete
di fondo, si conservano brani marmorei di arte napoletana del
1500, appartenenti al monumento sepolcrale di Francesco Siscar.
La Cappella Cybo, importante monumento della cittadina, il cui
prospetto è alla sinistra dell’atrio, fu realizzata nel 1597. Tra gli
esecutori, scalpellini di scuola fiorentina, che adottarono un
linguaggio espressivo michelangiolesco.

S. Maria Maggiore
E’ la Chiesa Matrice di Ajello. Fu fondata forse prima del mille,
alcuni però affermano nel 1321 ed eletta parrocchia poi nel 1417.
Distrutta varie volte e sempre ricostruita, la chiesa è a pianta
basilicale, con tre navate. Nella navata centrale vi spiccano: l’Abside
con arco trionfale a tutto sesto; e l'altare in marmi policromi
barocchi del XVII secolo, di bottega napoletana, il quale proviene
dalla distrutta Chiesa di S. Giacomo presso il Monastero delle
Clarisse, assieme alla balaustra con stemmi vescovili. Nella navata di sinistra sono posti: l’altare
dedicato a S. Francesco e l’ingresso della Cupola. Nella navata di destra, vi è allocato l’altare
dedicato a S. Antonio e l’ingresso della Cappella del S.S. Sacramento, andata distrutta nel
terremoto del 1905, di cui non rimangono che i resti dell’altare in marmo. L’esterno della chiesa
presenta la facciata principale con portale litico rinascimentale e lunetta ad arco a tutto sesto del

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XV secolo. Sulla destra, si erge la cinquecentesca torre campanaria a pianta quadrata con
monofore in tufo.

San Giuliano
La chiesa, in stile tardogotico è, del XV secolo, a croce latina. All’interno vi è
l’Abside medioevale in tufo, e l’altare maggiore e altri due altari eretti in
onore di S. Lucia e della Madonna delle Grazie. Vi sono ancora due cappelle:
in quella di sinistra è conservato un paliotto d’altare ligneo in stile barocco;
quella di destra, o della Madonna del Carmine, presenta: un’arcata decorata a
grottesche, del 1500; e gli affreschi dell’Aloisio, in via di deterioramento,
quali: “La Decapitazione di S. Giovanni Battista”; “La Madonna del Rosario”;
e “La Sacra Famiglia”. Vi si conservano inoltre un vecchio organo del 1800 e
una piletta dell’acqua del 1400.

S.S. Cosma e Damiano


E’ esistente sin dal 1599. Ha nella facciata un portale tardo cinquecentesco di
maestranze locali, e al suo interno un affresco probabilmente attribuibile all’Aloisio,
ed un Abside con decorazioni in stucchi. E’ stata restaurata, sebbene non
completamente, di recente. In passato fu sede della Confraternita dell’Immacolata.

I Palazzi
Tra i palazzi più importanti di Aiello, per bellezza architettonica ed
eleganza, è il Cybo Malaspina-Giannuzzi (ora Viola) della fine del
‘500. Si trova in Piazza Plebiscito. Ha una elegante facciata in
travertino, con un cornicione che divide il piano terra dal piano
nobile. Il portale ha due colonne laterali di ordine dorico-tuscanico
che reggono una trabeazione con maschera, su cui si trova il
balcone con balaustre. E ancora più su, un frontone triangolare
spezzato con al centro lo stemma gentilizio (dei Giannuzzi). A destra e a sinistra del piano
nobile vi sono finestre modanate, mentre quelle del piano terra sono inquadrate da mostre in
pietra evocanti un bugnato. L’androne è in stile romano, con trabeazioni, nicchie, e scale
decorate in pietra. Nella facciata laterale, infine, si possono ammirare le ringhiere dei balconi in
ferro battuto.
Il Palazzo Viola (proprietà Giannuzzi) del XVI secolo è caratterizzato da una secentesca
balconata in ferro battuto di stile barocco al cui centro, più in alto, spicca uno stemma
marmoreo con festoni a rilievo dei Viola. Il portale è in tufo decorato.
Il Palazzo Maruca (proprietà Belmonte) presenta in due angoli gli stemmi gentilizi. Al suo
interno si conserva una lastra tombale di un antenato Belmonte, che prima era allocata nel
Palazzo Belmonte, sito in Via Castello, prospiciente il palazzo De Dominicis, distrutto dal
terremoto del 1905.
Nel Palazzo De Dominicis (proprietà Russo-Brasacchio) vi è un interessante balcone barocco
che risale al XVI secolo. L’androne è caratterizzato da una scalinata decorata in pietra che si
divide in due ali.

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L’imponente Palazzo Di Malta del 1600, costruito con grandi blocchi tufacei, ha sulla sommità
del portale uno stemma gentilizio ed è arricchito da un giardino con grandi piante secolari.
Tutto il centro storico di Aiello è impreziosito da diversi palazzi e case di buona architettura, da
vichi, piazzette, vinelle, di indubbia bellezza, che diventano particolarmente suggestive al
tramonto del sole, illuminate dalle luci calde e soffuse dei lampioni.

Il Palazzo Comunale
Venne costruito all'inizio del periodo repubblicano, sotto
l'amministrazione di sinistra, tra la fine degli anni '40 e i primissimi
anni '50. Ospita, oltre agli uffici, la biblioteca comunale, una sala
internet, e una piccola esposizione facente parte del museo civico
della civiltà contadina (di via Valle), non ancora aperto al pubblico.
E' stato inaugurato nel mese di luglio scorso, dopo I lavori di
ristrutturazione e miglioramento sismico.

Il Teatro Comunale
Realizzata ex novo, la struttura ha una capienza di circa 200 posti a sedere. Dalla
sua apertura ufficiale (ottobre 2016), ha ospitato rassegne teatrali, proiezioni
cinematografiche, incontri, dibattiti, presentazioni di libri, ecc. Un luogo, che
nelle intenzioni della locale Amministrazione, ha tra i suoi obiettivi la
promozione culturale, gli scambi fra culture e storie diverse, la socializzazione.

Il Belvedere Colle S. Elia o Pizzone


Insieme al promontorio su cui sorge il vecchio castello, la collinetta
comunemente conosciuta come Pizzone., è ideale per guardarsi
attorno e osservare il paesaggio. Da qui, si gode la vista del centro
abitato e di tutto il territorio circostante: il colle Tilesio, monte
Faeto e monte Cocuzzo, la vallata dell'Olivo e monte S. Angelo.
Ospita, nel periodo estivo, manifestazioni e spettacoli.

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GASTRONOMIA
Sulle tavole degli aiellesi, assieme ai primi piatti di pasta fatta in casa:
maccarrùni (tagliatelle), strangùgli (gnocchi), vi sono sostanziosi
secondi piatti: vrasciòle di carne di maiale, suràche (fagioli) cotte
nella pignàta, con curàcchia (cotiche), sàvuza (pietanza con le
zucchine, pangrattato, aceto, menta e aglio), vecchiarèlle de juri e
cucùzza (frittelle di fiori di zucca), e tantissime e buonissime altre
prelibatezze, come i cullurìelli. Il tutto condito con il tipico olio di oliva locale, di ottima
qualità. Le pietanze, naturalmente, vanno accompagnate con il robusto vino rosso locale. Come
non ricordare la tradizionale usanza di allevare suini e la pregevole arte di fare insaccati:
suppressate piccanti, capicolli; oltre che la buona produzione di formaggi, ricotte ecc. Pure i
sott’oli e i sott’aceti che rendono gustoso e piacevole lo stare a tavola aggiungono un tocco di
sfiziosità alla cucina aiellese. Passando ai dolci, menzioneremo tra tutti, il dolce prettamente
caratteristico di Aiello: u ‘nginettu, dolce di pasta secca ricoperto di glassa detta gilep, fatta da
zucchero e albume d’uova. Poi abbiamo i turdilli (dolci di pasta fritta con glassa di miele), le
scalille. Buona la produzione di conserve (pomodori) e marmellate varie, oltre che la
produzione di miele d’api. Prodotti tipici aiellesi sono: oltre ai taralli (biscotti speziati con
àranzu -anice- e finocchio); i fichi lavorati (crucette e fichi ricoperti di cioccolato), conosciuti
in tutto il mondo; poi i palloni (fichi secchi caramellati al forno e avvolti in foglie di fichi, legati
con fili di ginestra); le jette (fichi al forno, infilzati in bastoncini di canne). Possiamo vantare,
inoltre, l’originale ricetta di un dolce ingiustamente passato come tipico della Liguria e della
Toscana: il pandolce, che ad Aiello prende il nome di pane e Santu Martinu (principali
ingredienti: fichi, uva passa, noci). Infatti, le origini di tale dolce - secondo la tesi di un
produttore locale di questo dolce - sarebbero da considerare cosentine, e nella fattispecie
aiellesi. Le regioni menzionate, avrebbero acquisito tale ricetta dalla famiglia Cybo,
sottraendone la paternità agli aiellesi. Ancora, tra i prodotti tipici di questa terra, possiamo
annoverare: funghi, di qualità gastronomiche eccellenti (boleti, agarici, canterelli ecc.); gustose e
profumate fragoline di bosco; castagne; noci ecc.

ARTIGIANATO
Come del resto in molte zone della Calabria (per mancanza di nuove leve che intraprendano
l’arte del fare dei padri), l'artigianato di Aiello va perdendosi inevitabilmente. Sono pochi ancora
gli artigiani che intrecciano a mano, con giunchi e vimini, i tipici oggetti d’uso quotidiano: i
delicati crivìelli (setacci), sporte (ceste), fuscelle (forme per il formaggio) e panàri (cestini).
Una volta, era diffusa tra le donne la tradizione di fare il corredo per le figlie facendo tèssere allu
tilaru (telaio), preziosi filati (coperte, tovaglie ecc.). Alla tessitura, particolarmente distribuita
nel cosentino e in Aiello, era pure collegato l’allevamento dei bachi da seta e la produzione dei
cucùlli (bozzoli).
E’ purtroppo scomparsa l’usanza di modellare in terracotta: cùcume (brocche), pignate, e
ceramili (tegole). Tale usanza era particolarmente presente a Borgile, frazione del comune di
Aiello, dove si conservano le antiche fornaci (carcàre). Pregevoli, infine, i manufatti in ferro
battuto e quelli in legno, di alcuni artigiani tuttora in attività.

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TRADIZIONI
Non mancano le occasioni di relax e di divertimento. Aiello, infatti, è teatro di manifestazioni
d'arte e cultura, e di spettacoli.
A febbraio, il cinque del mese, oramai dal 1783, ricorrono i solenni festeggiamenti di S. Geniale
e Vutu (ex voto), poiché il Santo preservò la città, limitando i danni dal terribile terremoto. In
questa giornata, si celebrava messa e si andava in processione per le vie del paese con la statua di
S. Geniale., l'Immacolata e S. Antonio da Padova.
La prima domenica di maggio ha luogo invece la festa "patronale", con
solenne processione e lancio di singolari palloni aerostatici.
Le reliquie del Santo giunsero ad Aiello il 26 luglio 1667, concesse da
papa Alessandro VII (per interessamento del cardinale Cybo, figlio di
Carlo, duca di Ajello e principe di Massa) nel 1656 (anno in cui furono
estratte dalle catacombe di S. Lorenzo in Roma. Nel pomeriggio della
festa, sino a pochi anni fa, si svolge il famoso gioco du casu, di origini medioevali.
A Carnevale, la cittadina aiellese si traveste, e maschere estemporanee sfilano lungo il corso
principale.
Un altro appuntamento da non perdere è il primo luglio e il due, quando si
festeggia la Madonna delle Grazie. Con solenne processione notturna (il carro
adobbato artisticamente, porta la statua lignea della Madonna, percorrendo la
via pellegrina, dall'ex Convento degli Osservanti, dove la statua ha sede nella
pregevole Cappella Cybo, per la Chiesa Matrice di Santa Maria. Il giorno dopo, la
Madonna ritorna, accompagnata dai fedeli, al cenobio francescano. Durante la
festa, hanno luogo: la fiera, spettacoli musicali e giochi popolari tradizionali
(pignate, sacchi ecc.).

ALTRI APPUNTAMENTI
Tra luglio e agosto, l'estate aiellese, scandita dai bagni di sole e di mare nella vicina Coreca, e
dalle passeggiate pomeridiane nel bosco Faeto, è animata da manifestazioni musicali, teatrali,
cinematografiche e culturali.
A Dicembre infine, per il Santo Natale, si allestono fòcare (falò); addobbi delle vie del paese;
concerti di zampognari; i presepi nelle case; il grande albero di Natale.

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COME ARRIVARE
In auto – A3 uscita per Falerna, SS 18 in direzione nord per 9 Km fino al fiume Oliva (dopo Campora San
Giovanni), percorrere strada per Aiello Calabro (svincolo sulla destra bivio Hotel "Confortable") - A3
uscita Rogliano/Grimaldi-SS 108 in direzione Grimaldi fino ad Aiello Calabro (30 km circa).
Percorsi alternativi: SS 18-SS 278 attraversando Terrati (19 km) o Serra Aiello (17 km); oppure: Valico di
Potame-SS 278 attraversando Lago e Terrati (19,4 km).

SERVIZI IGIENICI PUBBLICI

LEGENDA
• Belvedere Il Pizzone - cerchietto in rosso
• Casa Comunale – cerchietto in giallo
• Teatro Comunale – cerchietto in verde

Per altre informazioni rivolgersi a:


Proloco di Aiello Calabro
Mobile e Whatsapp 3480329999 – Mail prolocoaiello@gmail.com

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