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ROMA
CAPUA
OTRANTO
L’autostrada
dell’antichità
Dopo l’attraversamento della Puglia,
riprendiamo il cammino sulla grande “strada
regina” seguendo l’Appia tra Campania
e Lazio, fino all’approdo alla Città Santa
TESTI Albano Marcarini FOTOGRAFIE Andrea Pistolesi
N
egli ultimi anni si è voluta celebrare la Via Francigena
come la strada di pellegrinaggio per eccellenza verso Ro-
ma, promossa a “Itinerario culturale europeo” insieme al
Cammino di Santiago. Pochi però sanno che essa non fu
la prima direttrice, e neppure la maggiore, a suggerire il
lento cammino dei pellegrini verso la Città Santa. Questo primato
appartiene alla Via Appia che oggi, forse per un parziale risarcimen-
to, chiamiamo anche “Francigena del Sud”. Il suo ruolo nella storia
fu rilevantissimo. Lo abbiamo compreso nella prima tappa, che ci
ha accompagnato attraverso la lunghissima Puglia, da Brindisi a
Troia, e ne troviamo conferma in queste pagine, camminando da
Capua verso Roma, lungo il primitivo tracciato dell’Appia, destinato
secondo i propositi del senatore Appio Claudio ad abbreviare, con
lunghi rettifili e solidi ponti, gli spostamenti dei legionari verso sud.
Una sorta di “alta velocità” ante litteram.
Iniziata nel 312 avanti Cristo, l’Appia fu la strada per unire
l’Oriente all’Occidente, e il paganesimo al cristianesimo. Fu
lungo questa consolare che la nuova religione si affacciò nella
nostra Penisola. Accanto a essa i primi cristiani scavarono migliaia
di catacombe per professare la loro fede. Secondo gli Atti degli Apo-
stoli fu lungo la Via Appia che San Paolo raggiunse Roma. Molto
tempo prima della Francigena, qui si muovevano i pellegrini per
pregare sul sepolcro di San Pietro. E un’inveterata tradizione lega il
principe degli Apostoli e la chiesa del “Domine quo vadis” (al bivio
tra l’Appia e l’Ardeatina) a questa strada. Nel 64 dopo Cristo,
64 Bell’Italia
La precedente
tappa del nostro
viaggio sulle Vie
Francigene del
Sud (da Otranto
a Troia) è stata
pubblicata su
Bell’Italia n. 365.
In questa foto: un
tratto originale
della Via Appia nei
dintorni di Roma.
iniziate le persecuzioni, alcuni cristiani convinsero Pietro a fuggire
da Roma. Ma appena giunto alla porta Appia gli apparve Gesù, che
lo ammonì con il celebre “quo vadis?” (“dove vai?”) e lo invitò a
sopportare il martirio nel suo nome.
Percorrere l’Appia, seguire l’odierna strada statale 7, significa an-
cora esplorare un’Italia profonda. Anche ai giorni nostri, perché
singolarmente essa non fa tappa in nessuna grande città ma collega
luoghi e abitati che ci riportano pagine dense di storia: Terracina,
Capua, Benevento, Venosa, Taranto, Oria, Brindisi. Ecco allora che
il nostro scenario si sposterà dalla Campania Felix, dove pascolano
scure mandrie di bufale, alle falde vulcaniche di Roccamonfina e
a quelle di abbagliante calcare dei Monti Aurunci e Ausoni; dalle
ville romane di Minturno, Scauri e Sperlonga alla tomba di Cice-
rone a Formia; dalle paludi bonificate della Pianura Pontina agli
specchi riposanti dei laghi dei Castelli Romani.
66 Bell’Italia
Nella pagina precedente,
in basso: il borgo di Cori,
in bella posizione tra
i Monti Lepini, i Colli
Albani e la Pianura
Pontina. Qui a sinistra:
la chiesa dell’abbazia
di Fossanova, capolavoro
di architettura gotico-
cistercense. Sotto: una
“variante” dell’Appia
nei boschi dei Lepini.
In basso: il chiostro dei
Benefattori nell’abbazia
di Montecassino.
Bell’Italia 67
Tra aspri rilievi boscosi e placidi laghetti di origine vulcanica
———————
68 Bell’Italia
In alto, da sinistra:
il massiccio castello
Caetani domina il profilo
di Sermoneta, a circa
10 chilometri dall’Appia;
la navata centrale della
chiesa dell’abbazia di
Fossanova. Al centro,
da sinistra: un dettaglio
cromatico dell’abbazia;
uno scorcio del lago
Giulianello, tra Cori
e Velletri, il terzo per
dimensioni tra i laghi dei
Colli Albani. Qui a sinistra:
un grande rosone adorna
la chiesa di Valvisciolo.
Bell’Italia 69
Tornati nella piana pontina la strada attuale, lungo la cosiddetta
Fettuccia, ritenuta la dirittura stradale più lunga d’Italia (oltre
40 chilometri), ricalca l’antica, bordata da un canale navigabile,
il Decennovium, citato da Orazio nel suo viaggio verso Brindisi.
Occorre anche dire che l’Appia fu ripetutamente restaurata e va-
riata in diversi punti: Traiano, per esempio, operò il taglio della
rupe di Terracina. Nel Medioevo nella Pianura Pontina essa quasi
scomparve e la si riportò alla luce grazie a papa Pio VI nel 1777.
a pagina 74
70 Bell’Italia
Nella pagina precedente,
in basso: la campagna
nei dintorni di Velletri,
antica meta di villeggiatura
dei Romani in epoca
imperiale. Qui a sinistra:
una veduta del lago
Giulianello all’alba. Sotto:
un altro tratto originale
della Via Appia, alle
porte di Roma; costruita
a partire dal 312 avanti
Cristo, la strada raggiunse
il porto di Brindisi intorno
al 190. In basso: un tratto
delle mura di Sermoneta.
VIE FRANCIGENE DEL SUD
LA VIA APPIA ITINERARIO
DA CAPUA A ROMA Escursione a piedi lungo un tratto
dell’Appia Antica nella gola di Itri (Latina).
Partenza e arrivo: al km 125,8
della strada statale 7.
Distanza: circa 3 km.
Tempo di percorrenza: 45 minuti
(escluse le soste).
In cammino sul selciato Dislivello: 150 metri circa.
Dove mangiare: Vicolo di Mblò, corso
72 Bell’Italia
come
dove
quando
VIE FRANCIGENE DEL SUD
LA VIA APPIA
DA CAPUA A ROMA
Dall’Anfiteatro Campano all’itinerario sul basolato originale dell’antica via, alle porte della capitale,
l’Appia è uno spettacolare percorso archeologico tutto da scoprire di Albano Marcarini
74 Bell’Italia