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L’ONDA FIORENTINA L’occupazione di Novoli raccontata dagli studenti del Polo pagina 4 e5
GIORNALISTI CONTRO LE MAFIE Intervista a Ciro Pellegrino, redattore de Il Napoli pagina 10
NIVERSITAREA
www.unistudi.eu Direttore Gaetano Cervone
VISTI DA VICINO NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
LA PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI ATTRAVERSA L’ITALIA
Da Milano a Catania, il movimento studentesco che si è opposto alla legge n. 133 ha fatto parlare
di sé: sintomo di un disagio contingente o rinascita di un movimento trasversale, destinato a
durare nel tempo? Uno sguardo alla protesta con gli occhi di chi l’ha seguita dal vivo.
Viaggio attraverso
dibattito su Radio Campus, la webradio dell’Ateneo”. Tuttavia, “la parte-
La Milano della protesta cipazione studentesca si è notevolmente ridotta con il passare del tempo”.
Si può, dunque, parlare di
ELISA CIANI “onda anomala” per descri-
vere il movimento di pro-
“Il tutto è cominciato con i collettivi studenteschi che, grazie alle loro manife- testa studentesco? “‘Onda
stazioni, hanno catturato l’attenzione della carta stampata, dell’opinione pub- Anomala’ è un’etichetta che
blica e, quindi, anche dei telegiornali”. Così parla delle proteste studentesche i giornalisti hanno dato a
milanesi Michele Capaccioli, fondatore di Wemustact.org, un progetto web un movimento che, al suo
con la regola del giornalismo d’informazione e d’inchiesta. “Le proteste di Mi- interno, è decisamente va-
lano sono state simili a quelle avvenute nel resto d’Italia” continua Capaccioli riegato e complesso. A mio
“Hanno, spesso e volentieri, bloccato il traffico, la circolazione, ma sono state parere non esiste una con-
comunque molto partecipate”. Il problema a suo dire è stata l’infiltrazione sapevolezza e un’unità come poteva essere nel 1968”. E se anche “esistono
della politica nelle iniziali proteste dei collettivi contro i tagli e la riforma della le premesse per una rottura culturale […] ‘qui è tutto bloccato’, come ci ha
scuola. “La lista universitaria per cui sono stato eletto e dalla quale mi sono detto profeticamente Sergio Rizzo in un’intervista di sei mesi fa”, conclude
dimesso il 3 ottobre da rappresentante universitario al Consiglio di facoltà di Alice Gioia.
Scienze Politiche, ha continuato a cavalcare la protesta dei collettivi, discu-
tendo su questo punto palesemente in mailing list” e confessa “Io ho provato Uniroma Tv racconta lo sviluppo dell’Onda nei
a fare una critica costruttiva e per giunta mi è stato impedito di spedire le e-
mail”. Capaccioli mette sotto accusa la maggior parte delle liste universitarie tre atenei della capitale
e in riferimento al lavo-
ro di alcune di queste ELENA GUIDIERI
per la redazione di un
documento da presen- Uniroma Tv (www.uniroma.tv), la Web tv de La Sapienza, di Tor Vergata e
tare al Presidente della di Roma Tre, racconta la nascita e lo sviluppo della protesta nella capitale.
Repubblica Napolitano, Paolo Conti parla di un movimento che nasce “in differita: fa la sua comparsa
con toni duri ribadisce: a La Sapienza, dove ci sono i primi gruppi di ragazzi che cominciano a orga-
“Purtroppo, finché ci nizzare assemblee, gruppi di discussione, ed altre forme di protesta pacifica e
saranno delle liste di non ostruzionistica”. Con il passare del tempo e grazie all’informazione e alla
rappresentanza che ca- divulgazione di idee, l’Onda investe Tor Vergata e in parte Roma Tre, “dove
valcano l’onda per fini comunque la protesta era e rimane tutt’ora meno forte”. Inizia poi la famosa
politici e di prestigio, diatriba sui metodi di protesta: chi sostiene la necessità di essere costruttivi,
che isolano chi la pensa diversamente, garantendo “Libertà, laicità e demo- chi l’ostruzionismo, chi l’occupazione, chi le lezioni di piazza. Le divisioni
crazia” solamente agli aderenti ad un filone politico determinato sarà quasi non si limitano al modo di mettere in atto la protesta; emerge un forte contra-
impossibile che tutti gli studenti decidano di partecipare a questi lavori”. Poi sto ogni qual volta si tenta di dare un volto politico al movimento studentesco.
prosegue: “ Tutti o quasi sanno che, oramai, la stragrande maggioranza delle “Allo stesso punto di molte assemblee, dove ci si confrontava con la reale
liste di rappresentanza universitaria sono dei partiti politici”. Arrivano, infi- eterogeneità dell’università, che è tutt’altro che divisa in gruppetti e capi-
ne, la precisazioni “Parlo solamente di Milano, parlo solamente della realtà popolo, si creava lo stesso blackout, che mandava in tilt per qualche minuto
in cui ho vissuto. Non posso esprimermi al riguardo di altre entità”. gli studenti: si politicizzava la protesta a seconda del credo”.
Paolo Conti sostiene che l’eterogeneità della realtà romana ha reso più pro-
Pavia: chi non occupa non preoccupa blematico rispetto ad altre città la formazione del movimento; “ l’Onda ano-
mala romana ha avuto una prova più difficile rispetto ad altri contesti dove gli
PAOLA BARILE atenei non sono tre, e il fascismo è una cultura molto meno radicata. Roma è
grande, e sentirsi tutti insieme, parte di qualcosa come un movimento, seppur
“A Pavia la protesta è sempre stata controllata, e non è ancora sfociata in una studentesco, è sempre molto difficile”.
vera e propria occupazione degli edifici universitari. Gli spazi di assemblea e Sarebbe così la mancanza di una direzione univoca ad indebolire la protesta.
riunione sono sempre stati richiesti e ottenuti per vie ufficiali”. Questa la nota “Il problema non è la mancanza di una testa, ma la presenza di troppe teste,
più caratteristica della protesta pavese, come ci racconta Alice Gioia, vicedi- che tirano il corpo ora da un lato, ora dall’altro, senza fargli capire la reale
rettore di Inchiostro, giornale degli studenti dell’Università di Pavia (http:// metà del cammino”
inchiostro.unipv.it/). “Pavia è stata fra gli ultimi atenei a mobilitarsi contro
la legge 133. Il primo grande segnale si è avuto con l’Assemblea del 20 ot-
tobre, che ha visto riunirsi quasi 2000 persone nel cortile del Rettorato […]
Significativo l’intervento del Rettore, che è sceso tra i ragazzi a leggere il
documento prodotto al termine della seduta, nel quale l’Università si schie-
rava contro la 133”. La protesta a Pavia ha seguito l’iter di molte città ita-
liane: “lezioni in piazza, organizzazione di gruppi di studio che hanno ana-
lizzato la ‘riforma’ e hanno presentato dei progetti autonomi, insediamento
di uno spazio autogestito di informazione e dibattito in un’aula dell’Univer-
sità”. Inchiostro ha seguito l’andamento della protesta anche sul web: “il
rapporto con gli esponenti della protesta è stato particolarmente efficace.
Insieme a loro abbiamo realizzato diverse puntate di approfondimento e
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L’UNIVERSITAREA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 VISTI DA VICINO
LE TAPPE DELLA PROTESTA L’ONDA ESISTE? Che la riforma Gelmini abbia creato un sistema
I momenti cruciali attraverso cui il mondo della scuola e dell’uni- di proteste a catena in tutta Italia è un dato di fatto. Ma si è dav-
versità ha protestato contro la riforma Gelmini, approvata in Se- vero costituito un movimento capace di rievocare, seppur con le
nato il 29 ottobre. debite differenze, quello che attraversò l’Italia nel 1968?
l’UniversitArea Elisa Ciani, Iuri Cornacchini, Jessica Camargo Molano, Francesco Cutro, Damon
testata d’informazione universitaria (Andrea Gentile), Ilaria De Sio, Alessandro Etzi, Serena Fois, Maria Consiglia
Grieco, Elena Guidieri, Francesca Pardo, Giovanna Piazza, Francesca Puliti,
Direttore Responsabile Marta Scocco, Jonata Tellarini, Tommaso Tombelli
Gaetano Cervone
Stampa: NUOVA GRAFICA FIORENTINA
Vicedirettore
Via Ambrogio Traversari, 76 – 50120 – Firenze
Matteo Brighenti
Grafica Questo periodico è stato realizzato con il
Chiara Loi contributo della Birra Peroni
Editore L’UniversitArea on line:
Università degli Studenti www.unistudi.eu
Redazione: Via de’Serragli,10 – 50124 – Firenze universitarea@hotmail.it
Collaboratori: Paola Barile, Claudia Baroncelli, Francesco Brandiferri, Autorizzazione del Tribunale di Firenze n° 5589 del 4/07/2007
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VISTI DA VICINO NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
L’ONDA FIORENTINA: Scoppia la protesta anche a Firenze, gli studenti toscani si mobilitano con-
tro la riforma Gelmini e la città gigliata diventa, per un giorno, capitale del neonato movimento
di contestazione. Ma quella fiorentina è “un’onda anomala”, che ha caratteristiche diverse dalle
altre città, prima fra tutte l’apertura alla cittadinanza.
Una nuova vita per l’UniversitArea Online Striscione esposto dagli studenti
dopo l’occupazione dell’edificio D5
Parte l’informazione quotidiana ed è boom di accessi al sito
15 ottobre - Gli studenti occupano il D5
GIOVANNA PIAZZA Social Network (Facebook, Flickr, You Tube,
My Space) e dalle riprese di notizie su diverse 21 ottobre - Manifestazione regionale
Il sito www.unistudi.eu nasce nel 2007 come 25 ottobre – Il presidente della Regione Claudio Martini
contenitore multimediale degli articoli pub- Il successo del nuovo sito è testi- in visita al D5
blicati in cartaceo e delle relative integrazio- moniato dall’aumento vertigino- 29 ottobre – Corteo spontaneo e blocco del traffico
ni. A ottobre 2008 cambia grafica, rinnova la
redazione, assume una veste autonoma. L’in- so degli accessi giornalieri 30 ottobre – Corteo cittadino ed occupazione dei binari
della stazione di Campo Marte
formazione, divisa nelle sezioni Università e
Studenti, La mia Città, In Italia, Nel Mondo, testate locali. Ponendosi l’obiettivo di rendere 5 novembre – Protesta dei ricercatori che si improvvi-
In Società, Zeta Come Cultura e Gli Specia- un buon servizio di informazione quotidiana ad sano lavavetri
li, diventa quotidiana, focalizzandosi su no- una platea studentesca il più vasta possibile, 7 novembre – Blocco del traffico
tizie e interviste che riguardano l’Università mira a ingrandire la community formata da chi, 8 novembre - Assemblea nazionale a Firenze
e i suoi studenti. Il successo del nuovo sito è dicendo la propria, vuole contribuire a qualità e 10 e 11 Novembre – Maratona di 33 ore di lezione
testimoniato dall’aumento vertiginoso degli completezza dell’informazione.
14 novembre - Manifestazione nazionale a Roma
accessi giornalieri, dalla nascita di
15 e 16 Novembre - Assemblea nazionale presso la
una community di lettori affezionati,
dalla visibilità acquisita sui principali Sapienza
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L’UNIVERSITAREA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 VISTI DA VICINO
I CONTRARI ALL’OCCUPAZIONE: La “contro-Onda fiorentina” è un VIAGGIO NELLA MAGGIORANZA SILENZIOSA
movimento molto eterogeneo: all’interno tutti non condivide la Non tutti gli studenti sono stati coinvolti nelle occupazioni. La
forma di protesta adottata, ma differiscono per essere pro,contro “maggioranza silenziosa”preferisce il libro alla piazza, ed è molto
o scettici nei confronti dei tagli previsti nella 133. scettica sulla buona riuscita della protesta.
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VISTI DA VICINO NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI
Come hanno reagito gli organi istituzionali alla protesta indetta dagli studenti? Nell’Ateneo fioren-
tino i professori di Scienze Politiche hanno trovato, a loro modo, la possibilità di proporre analisi
e formulare proposte attraverso gruppi di studio, aperti anche agli studenti.
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L’UNIVERSITAREA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 VISTI DA VICINO
UNA STRUMENTALIZZAZIONE INCONSAPEVOLE? La trasversalità COSA HA LASCIATO L’ONDA Resta da capire se il movimento
della protesta – unità alla spontaneità del movimento – potrebbe studentesco porterà avanti la protesta e attraverso quali forme;
anche involontariamente favorire logiche tese al mantenimento e presto gli studenti saranno chiamati alle urne per il rinnovo
dello status quo: questa la tesi paventata dal prof. Bozzo delle proprie rappresentanze negli organi di governo
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UNIVERSITA’ E STUDENTI NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
“I clown sono parte integrante della cura” “I clown fanno un lavoro persona-
lizzato sul bambino. Noi osserviamo
Intervista alla psicologa Simona Caprilli, Servizio di terapia del dolore del Meyer che il clown punta l’attenzione sulla
parte sana del bambino, non quella
MATTEO BRIGHENTI Studi medici confer- “I clown sono visti come malata, ospedalizzata. Il clown cali-
mano che ridere dimi- parte integrante della bra il suo intervento su quello che il
Qual è la realtà della clownterapia nuisce la percezione cura. I loro interventi bambino desidera fare e se il bambi-
al Meyer? del dolore. Guarisce accompagnano le nor- no non ha voglia di giocare il clown
“Ogni giorno ci sono due clown. Il più una risata di un mali attività ospedaliere. cambia stanza”.
loro obiettivo è quello di interagire analgesico? Quindi sono visti assolu-
“No, di più no. Dicia- tamente bene, anzi sono La chiamano ‘terapia del sorriso’,
con i bambini e di creare delle situa-
mo che gli effetti far- molto richiesti, perché ma si tratta di una vera e propria
zioni divertenti per supportarli nel
macologici e quelli non sono un aiuto per il per- ‘terapia’?
doloroso momento di ospedale. Han-
farmacologici si combi- sonale sanitario”. “Questa è un’ottima domanda. No,
no dei turni e a rotazione si muovo- nano e si potenziano a non è terapia del sorriso, come noi
no nei reparti. Se poi c’è bisogno, su vicenda”. Il nuovo Meyer Perché l’intervento di non facciamo musicoterapia o pet
chiamata accorrono per supportare un medico clown riesca therapy. E’ un’attività rivolta al be-
un bambino per una richiesta speci- Come sono visti i ‘camici colorati’ è necessario guadagnarsi la fiducia nessere del bambino, però non ha
fica”. dai ‘camici bianchi’? del bambino. Come ci riescono? uno scopo terapeutico”.
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IN ITALIA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
Giornalisti scomodi
Intervista a Ciro Pellegrino, redattore politico de Il Napoli
PAOLA BARILE tata su un territorio e capace di percepirne ogni della Fnsi [Federazione Nazionale Stampa Italia-
minimo sussulto. Rifletto su cosa possa significare na, NdR] ed Enzo Iacopino, segretario dell’Odg
Quello dei giornalisti minacciati dalla criminalità vivere sotto scorta quando vedo alcuni dei nostri [Ordine dei giornalisti, NdR], mi hanno chiesto di
organizzata o costretti a veder limitata la propria colleghi, e penso a Rosaria Capacchione, a Lirio portare il mio “suggerimento” all’incontro caser-
libertà di espressione, è un fenomeno che l’Italia Abbate, costretti a tirarsi dietro gli agenti anche tano. Detto, fatto. Ora lavoreremo insieme affin-
sperimenta da molto tempo e del quale tuttavia quando vanno a prendere un caffè. Non è vita si- ché si giunga ad un testo condiviso.
non si parla ancora a sufficienza. Le ragioni paio- curamente, ma è ancor meno “vita” cedere il frutto
no essere molte, in primis il fatto che una parte del dell’impegno di un’esistenza intera - quella vo- “Penso a Rosaria Capacchione,
Paese sembra ancora non riconoscere come pro- glia di vedere, capire e spiegare - all’inaccettabile a Lirio Abbate, costretti a tirarsi
pri i problemi che attanagliano il Sud Italia. Per idea che la violenza alla fine prevalga sempre.
avere una testimonianza diretta di cosa significa
dietro gli agenti anche quando
oggi fare giornalismo al Sud abbiamo contattato Avverte, o ha avvertito parlando con i suoi col- vanno a prendere un caffè”
leghi, il disinteresse dello Stato e dell’opinione
“E’ noto ed è dimostrabile che nei pubblica verso la vostra attività? Cosa pensa del fenomeno dell’ “auto- censura”,
No, non c’è disinteresse. Ma chiariamoci: cosa si- praticato da alcuni giornalisti?
giornali sono frequentissimi i casi gnifica interesse nei confronti del lavoro giornali- Le faccio un esempio personale. Recentemente
di intimidazioni dirette e indirette” stico, specie quello per così dire, di “frontiera”, di un politico italiano mi ha citato civilmente, chie-
“strada”? Quel che può sembrare dall’esterno per dendomi un tot di euro perché secondo lui, in un
Ciro Pellegrino, redattore politico del quotidiano certi versi affascinante, ovvero il cronista che sfida articolo lo avevo preso in giro, parlando di alcune
il Napoli, stesore e promotore di una “carta deon- la camorra ed è costretto a finire sotto scorta per spese “strane” all’interno dell’organo amministra-
tologica anti- camorra per giornalisti”. me è la più brutta delle immagini: quella di un Pa- tivo che lui aveva e ha il compito di amministra-
ese dove la libertà di espressione in certi frangenti re. Ora sono in attesa che il tribunale si pronunci,
Cosa pensa della città e della politica di Napo- è seriamente compromessa. ma come dovrò trattare in questo lasso di tempo
li? la vicenda? Dovrò mettere, come si dice a Napoli
Bisognerebbe partire almeno dagli anni Ottanta “carne a cuocere” innescando nuove polemiche
per spiegare attraverso il progressivo degrado oppure anche in presenza di fatti notiziabili do-
della città, il ruolo di una classe politica la cui vrò star zitto per quieto vivere?
colpa principale è stata, secondo me, quella di
non essere mai riuscita a trasmettere il concetto Alberto Spampinato ha proposto la creazio-
dello Stato di diritto. Napoli è cartina di tor- ne di un Osservatorio sui giornalisti minac-
nasole della politica italiana e seppur faticoso ciati dalla malavita organizzata. Che utilità
e per certi versi pericoloso, è sempre entusia- potrà avere?
smante lavorarci. Come diceva un mio vecchio Ho sentito Alberto Spampinato nei mesi scorsi,
capo cronista: sei fortunato, c’è sempre notizia, ho avuto la fortuna di conoscerlo a Caserta, è
a Napoli. una persona straordinaria e piene di idee, sono
sicuro che il costituendo Osservatorio che na-
C’è una differenza tra lo svolgere la profes- scerà in seno a sindacato e Ordine professiona-
sione del giornalista al Nord o al Sud Italia? le, sarà uno strumento utilissimo soprattutto per
Sì, c’è, ed è una differenza di cui faremmo vo- il monitoraggio delle realtà che in tutt’Italia,
lentieri a meno. Se il fenomeno del giornalismo non solo al Sud, preoccupano.
“appiattito” verso la politica non è soltanto tipi-
co del Mezzogiorno, è verissimo che questo fattore Perché ha ritenuto necessario presentare una Cosa pensa di Roberto Saviano?
al Sud si interseca con altri tipi di influenze, quali carta deontologica anti- camorra per i giorna- Lo apprezzo tantissimo per la testimonianza che
quelle che possono essere della micro e macro cri- listi? attraverso “Gomorra” ma anche attraverso la sua
minalità: è noto ed è dimostrabile che nei giornali, È una cosa cui tengo molto. L’ho chiamata “mode- aperta sfida ai clan del Casertano l’ha portato a sa-
più i piccoli che i grandi, sono frequentissimi i casi sta proposta” proprio per far capire che si tratta di crificarsi, finendo sotto scorta. D’altra parte sarò
di intimidazioni dirette e indirette. Cosa comporta un documento “open”, ovvero aperto al contributo sincero, non posso non avere dubbi su quello che
è presto detto: giornalisti cauti fino a diventare in- di tutti. La carta deontologica è stata presentata a viene chiamato giornalismo ma secondo me è for-
nocui, terrorizzati alla sola idea di “dispiacere”. novembre a Casal di Principe, nell’ambito di un tissima suggestione letteraria, ma di giornalismo
incontro promosso da Ordine dei Giornalisti e Fe- ha poco e nulla: in “Gomorra” non ci sono fonti
Molti giornalisti sono stati minacciati dalla derazione Nazionale della Stampa. Si propone di citate ed è una cosa che per me è inaccettabile, se
criminalità organizzata e vivono sotto scorta. fissare dei paletti, dei punti-chiave nella scrittura, si vuol parlare di giornalismo. La letteratura è ov-
Cosa si prova a non poter svolgere serenamente ad uso soprattutto di coloro che si stanno avvicinan- viamente un’altra cosa e in quel senso il libro di
il proprio lavoro? do adesso al giornalismo. L’ho scritta, postata sul Saviano è la straordinaria testimonianza che noi
Secondo me il giornalista non dev’essere sereno mio blog giornalisticamente.net, spedita a qualche tutti conosciamo.
di natura. Dev’essere inquieto, un’antenna pian- amico e il giorno dopo Roberto Natale, presidente
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IN SOCIETA’ NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
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L’UNIVERSITAREA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 ZETA COME CULTURA
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ZETA COME CULTURA NOVEMBRE/DICEMBRE 2008 L’UNIVERSITAREA
Per approfondire:
www.philippebesson.com,
www.guanda.it
Il Lapidario Siedono su di un prato secco, costel- Si fissano attonite le donne. sorge il problema: come dovranno
lato d’erba pungente e di insetti. Una luna acerba taglia il lugubre regolarsi? Non dovranno dar luogo
Riti Una di loro recita una preghiera an-
tica, nella lingua madre che le educò
spazio ove siedono.
Non si conoscono.
a una guerra fratricida, ma a un dia-
logo interculturale in cui non ci sia
JONATA TELLARINI in queste terre. prevaricazione.”
Le altre ripetono in coro i moniti, i “Tutti i gruppi umani producono cul-
Si chiude il cerchio, con l’arrivo giuramenti, i pentimenti. tura e tutte le culture, quindi, devono Franco Ferrarotti, sociologo, in una
dell’ultima donna. Al limitare del bosco una allodola essere rispettate perché sono siste- intervista rilasciata a Bianca Maria
I visi sono temprati e metallici, rico- partecipa inconsapevole al rito. mi di valori. In un mondo dinamico Simeoni http://www.artescrittura.
perti da un sottile strato di membra Si spandono aeree le voci, ospiti del- come quello di oggi, le culture sono it/biancamariasimeoni/interviste_6.
corrugato. la natura. diverse e vengono in contatto. Qui htm
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