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Lexia 13-14
LEX
13-14
|
Lexia
Rivista di semiotica
Journal of semiotics13-14
PROTESTA
PROTEST
a cura di
Massimo Leone
Protesta
Protest
Un vento di protesta sta scuotendo il mondo intero. un vento che soffia da lon-
tano, ma in questi ultimi tempi si fatto impetuoso. Le elezioni presidenziali in
Iran nel 2009, i moti di rivolta in Tunisia, Egitto, Siria, per tutto il Medio Orien-
te; loccupazione simbolica di Wall Street; il 15M spagnolo, con la Puerta del Sol
gremita di dimostranti; i sollevamenti contro il TAV Torino-Lione in Italia, le lot-
te degli operai e quelle dei disoccupati; il sommovimento politico contro gover-
ni vecchi e inefficienti. Pare che a un certo punto della storia il mondo si sia ac-
ceso, e continui a pulsare con luce intermittente sin da allora: fuochi di protesta
divampano, si diffondono, divorano regimi, governi, leggi; alcuni si propagano da
una parte allaltra del globo attraverso la nuova scintilla di Internet, altri si sopi-
scono ed estinguono. Lo studioso pu, come ogni altro, entusiasmarsi di fronte a
tanta energia umana, a tanto desiderio di rinnovamento, allo spettacolo del mo-
tore della storia che sembra come per incanto prendere abbrivio e non arrestarsi
pi; lo studioso pu appassionarsi a tutto questo e forse deve. Per lo studioso deve,
innanzitutto, capire e aiutare a capire. Perch la protesta si scatena in certe cir-
costanze e non in altre? Cosa muove gli individui, i gruppi, i popoli a sognare uno
stato di cose differente, ad accorgersi dellinadeguatezza delle proprie esistenze,
a produrre linguaggio e azione per cambiarne i connotati? Che cosa fa scattare in
alcuni la molla della protesta, e cosa spinge invece gli altri a tacere, a sopportare,
ad accettare? E poi come si costruiscono i modi della protesta, secondo quali leg-
gi, quali regolarit, quali innovazioni? Comprendere i modi attraverso cui indivi-
dui e gruppi attualmente costruiscono i testi della protesta e come tali testi si vol-
gano in testimonianza sociale pi o meno efficace pare un compito imprescindi-
bile per una semiotica che si voglia sempre pi al centro della societ contempo-
ranea e delle pressanti richieste di conoscenza che da essa promanano.
Contributi di / Contributions by Alfredo Tenoch Cid Jurado, Eleonora Chiais, Alfonso Di Pro-
spero, Matteo Di Stadio, Julius Erdmann, Lamberto Ferrara, Remo Gramigna, Eva Kimmi-
nich, Evangelos Kourdis, Massimo Leone, Marina Mantini, Dario Martinelli, Michele Mar-
tini, Claudia Matoda, Marco Mondino, Mara Persello, Simona Stano, Stefano Traini, Federica
Turco, Ifigeneia Vamvakidou.
In copertina / Cover
Cartellone di protesta I cant afford an actual sign
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1 1
ISSN 1720-5298
LEXIA. RIVISTA DI SEMIOTICA
LEXIA. JOURNAL OF SEMIOTICS
s,s
Lexia
Rivista di semiotica
Direzione / Direction
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Scientic committee
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Kristian BAnKoV
PierreMarie BeAUDe
Denis BertrAnD
omar cAlABreSe
Marcel DAneSi
ral DorrA
ruggero eUgeni
guido FerrAro
Jos enrique Finol
Bernard JAcKSon
eric lAnDowSKi
giovanni MAnetti
Diego MArconi
gianfranco MArrone
isabella Pezzini
roland PoSner
Marina SBiS
Michael SilVerStein
Darcilia SiMeS
Frederik StJernFelt
Peeter toroP
eero tArASti
Patrizia Violi
Redazione / editor
Massimo leone
Editori associati di questo numero /
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Patrizia calefato, eleonora chiais, Alessandra
chiappori, Paul cobley, elena codeluppi, Dario
compagno, giovanna cosenza, cristina Demaria,
nicola Dusi, Daniela ghidoli, Alice giannitrapani,
Paolo heritier, eric landowski, theo Van leuwen,
edoardo lucatti, Alessandra lucinao, costantino
Maeder, Francesco Mangiapane, gabriele Marino,
Francesco Marsciani, tiziana Migliore, neyla Pardo,
Francesca Polacci, Maria Pia Pozzato, gianpaolo
Proni, ruggero ragonese, Daniele Salerno, elsa Soro,
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i edizione: giugno 2013
iSBn 978-88-548-xxxx-x
iSSn 1720-5298
Stampato per conto della A rac ne edi-
trice nel mese di giugno 2013 presso la
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Lexia. Rivista di semiotica, ,|
Protesta
Lexia. Journal of Semiotics, s,s
Protest
a cura di
edited by
Massimo Leone
Contributi di
Alfredo Tenoch Cid Jurado
Eleonora Chiais
Alfonso Di Prospero
Matteo Di Stadio
Julius Erdmann
Lamberto Ferrara
Remo Gramigna
Eva Kimminich
Evangelos Kourdis
Massimo Leone
Marina Mantini
Dario Martinelli
Michele Martini
Claudia Matoda
Marco Mondino
Mara Persello
Simona Stano
Stefano Traini
Federica Turco
Igeneia Vamvakidou
Copyright MMXIII
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I edizione: giugno zos,
Indice
Prefazione / Preface
Massimo Leone
s, Breve introduzione alla semiotica della protesta
Massimo Leone
Parte I
Culture della protesta
Part I
Protest cultures
,s Disenso y protesta: la semiosis de la confrontacin del grupo
#Yo soy s,z en Mxico
Alfredo Tenoch Cid Jurado
,, Between Cultural Studies and Semiotics of Culture. The Case
of Culture Jamming
Remo Gramigna
, Doppia contingenza e semiotica della protesta: una prospet-
tiva interdisciplinare
Alfonso Di Prospero
Parte II
Immagini di protesta
Part II
Protest images
,
o Indice
ss, s
th
May s,,: Analysis of an Iconic Photo from the Years of
Lead in Italy
Stefano Traini
ss Bodies, Gasmasks, and Buttons: Visual Photographic Forms
of Protest in Social Media
Julius Erdmann
sos I gra della protesta. Street art, barriere articiali e forme
di espressione del dissenso
Lamberto Ferrara
Marco Mondino
Simona Stano
Parte III
Suoni di protesta
Part III
Protest sounds
zo A Third Space for Dissent Raps Peripheral Semiosphere, its
Making and Eects
Eva Kimminich
zz, La canzone di protesta sociale come genere musicale: propo-
ste per una classicazione semiotica
Dario Martinelli
z, Ravolution
Matteo Di Stadio
Parte IV
Reti di protesta
Part IV
Protest networks
Indice ,
zos Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica dei
movimenti sociali in Internet
Marina Mantini
zs, Il caso Fitna: performing citizenship e nuove forme del dissenso
nel web
Michele Martini
Parte V
Performance di protesta
Part V
Protest performance
,o, Flash mob: quando la performance diventa strumento di
protesta
Federica Turco
,s Distruzione e autodistruzione. Labisso del senso
Mara Persello
Parte VI
Oggetti di protesta
Part VI
Protest objects
,,, Minigonna: da abito del dissenso a divisa per Veline: Appunti
semiotici sulle oscillazioni obbligatorie dellorlo
Eleonora Chiais
,,s Per una semiotica della protesta alimentare. Il cibo tra senso
e dissenso
Simona Stano
,o Le mura parlanti. Note sulla carica semiotica delle cinte urba-
ne come espressione di dissenso
Claudia Matoda
s Indice
Parte VII
Geograe di protesta
Part VII
Protest geographies
,s, The Semiotics of Protest in Contemporary Greece: Verbal
Modes of Protest in Public Demonstrations
Evangelos Kourdis
o The Semiotics of Protest in Contemporary Greece: Visual
Modes of Protest: Demonstrations and National Parades
Igeneia Vamvakidou
Part VIII
Recensioni
Part VIII
Reviews
z Harald Weinrich, The Linguistics of Lying and Other Essays.
University of Washington Press, Seattle and London zoo,, ss
pp.
Remo Gramigna
,, Note biograche degli autori / Authors Bionotes
, Call for papers. Come fare cose con le immagini
, Call for papers. How to Do Things with Images
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx1
pag. 916 (giugno 2013)
Prefazione / Preface
Massio Ltot
Un vento di protesta sta scuotendo il mondo intero. un vento che
soffia da lontano, ma in questi ultimi tempi si fatto impetuoso. Le
elezioni presidenziali in Iran nel zoo, i moti di rivolta in Tunisia, Egit-
to, Siria, per tutto il Medio Oriente; loccupazione simbolica di Wall
Street; il s,M spagnolo, con la Puerta del Sol gremita di dimostranti; i
sollevamenti contro il TAV Torino-Lione in Italia, le lotte degli operai e
quelle dei disoccupati; il sommovimento politico contro governi vecchi
e inefficienti. Pare che a un certo punto della storia il mondo si sia
acceso, e continui a pulsare con luce intermittente sin da allora: fuochi
di protesta divampano, si diffondono, divorano regimi, governi, leggi;
alcuni si propagano da una parte allaltra del globo attraverso la nuova
scintilla di Internet, altri si sopiscono ed estinguono.
Lo studioso pu, come ogni altro, entusiasmarsi di fronte a tanta
energia umana, a tanto desiderio di rinnovamento, allo spettacolo del
motore della storia che sembra come per incanto prendere abbrivio
e non arrestarsi pi; lo studioso pu appassionarsi a tutto questo
e forse deve. Per lo studioso deve, innanzitutto, capire e aiutare
a capire. Perch la protesta si scatena in certe circostanze e non in
altre? Cosa muove gli individui, i gruppi, i popoli a sognare uno
stato di cose dierente, ad accorgersi dellinadeguatezza delle proprie
esistenze, a produrre linguaggio e azione per cambiarne i connotati?
Sono domande, queste, che lecito rivolgersi non solo rispetto alla
larga scala dei fenomeni planetari, da Cuba al Tibet, da Londra alla
Liberia; sono invece questioni che toccano il quotidiano di chiunque,
anche di chi crede di vivere in un mondo ovattato, pacico, senza
attriti. Siamo in coda allo sportello di un ucio postale e dimprovviso
qualcuno ci scavalca e si mette in prima la; perch in certe latitudini
si arriva ad accettare un tale comportamento, e perch invece in certe
altre esso sarebbe intollerabile? Che cosa fa scattare in alcuni la molla
so Prefazione / Preface
della protesta, e cosa spinge invece gli altri a tacere, a sopportare, ad
accettare? E poi come si costruiscono i modi della protesta, secondo
quali leggi, quali regolarit, quali innovazioni?
Ci sono molte maniere di studiare la protesta. Gli storici cerche-
ranno di reperire e ordinare documenti che li aiutino a comprendere
come si arrivati al punto di rottura, e poi i percorsi, sempre tortuosi,
attraverso cui la ribellione ha preso corpo, si sviluppata nel tempo e
nello spazio, ha coinvolto leader dai nomi memorabili e gente comune,
ha avuto successo nel suo desiderio di cambiare il volto di una societ,
di un paese, addirittura dellumanit intera, oppure si scontrata con
ostacoli insormontabili, ha conosciuto il ripiegamento, lumiliazione,
il tradimento. Il lavoro degli storici della protesta fondamentale. Ma
altrettanto essenziale quello dei sociologi: quali sono le condizioni
sociali che determinano laggregarsi dindividui in gruppi di protesta;
e poi, domanda essenziale per questo genere di ricerche, qual il
rapporto fra protesta e potere? Chi protesta lo fa in nome di quali
valori, ideali, condizionamenti, e ribellandosi rispetto a quali gioghi,
soprusi, costrizioni? E ancora, approccio psicologico: come si vive
una scena di protesta nellinteriorit delle proprie cognizioni, nel foro
intimo delle proprie emozioni? Quali meccanismi del pensiero e della
passione spingono un individuo a scagliarsi contro le forze dellordine,
quali invece lo spingono ad accettare lordine prestabilito?
Tutti questi approcci, e le relative domande, sono importanti per
conoscere in profondit il fenomeno della protesta. Tuttavia, questo
numero monograco di Lexia adotta un punto di vista diverso. Si
concentra, cio, non sulle condizioni storiche, le cause sociali, e le
dinamiche psicologiche che caratterizzano la protesta, ma sulla prote-
sta come fenomeno di signicazione e comunicazione; sul linguaggio
della protesta, ovvero sulla protesta come linguaggio. Questo vuol
dire che ci si interesser dei segni, dei discorsi, dei testi con i quali la
protesta prende corpo, esce dal foro intimo degli individui e diventa
esperienza sensibile, rivestendosi di parole, suoni, colori, forme, ge-
sti. Il modo in cui la protesta diventa senso condiviso: ecco il tema
principale di questo libro.
Anche rispetto a questo tema, molti sono gli approcci con cui si po-
trebbero studiare i linguaggi della protesta: la linguistica, per esempio,
potrebbe fornire unanalisi puntuale delle espressioni verbali, dalle pi
piane alle pi colorite, dalla trita ripetizione di slogan usurati allin-
Prefazione / Preface ss
venzione dei poeti, con cui si manifesta una protesta; i visual studies,
dal canto loro, potrebbero aiutarci a meglio comprendere come le
immagini accompagnano la parola nel generare il senso complessivo
di una rivolta, di una sommossa, di un tumulto; gli studi sui mass
media ci darebbero invece strumenti utili per capire come i mezzi di
comunicazione, quelli tradizionali ma soprattutto i nuovi media digi-
tali, giocano un ruolo chiave nel contagio di fenomeni di protesta; e
cos via. Il numero che qui si introduce si abbevera a tutti questi saperi
ma ne predilige uno in particolare, ritenendolo in grado di federare
tutti gli altri favorendone il dialogo e una felice contaminazione: la
semiotica.
Disciplina dagli interessi assai vasti, e pertanto dalle denizioni
mutevoli, essa si designa comunemente come la scienza che studia i
sistemi di signicazione e comunicazione. C per un altro modo,
pi losoco ma forse anche pi profondo, di denire la semiotica.
Essa la disciplina dellalternativa. In altre parole: perch vi siano segni
nel mondo, e dunque perch vi sia il linguaggio che li produce e li
interpreta, necessario che vi sia la possibilit di scegliere. Un segno
signica solo in virt del fatto che potrebbe non signicare, o che
potrebbe signicare qualcosa daltro. Una bandiera bruciata durante
un corteo, per esempio, segno violento di protesta proprio a ragione
del fatto che unalternativa possibile, quella di chi, per esempio,
protesta senza distruggere i simboli cari agli altri popoli ma invece
costruendone di nuovi, proponendone il senso alla condivisione e alla
passione collettiva. L dove questa possibilit di unalternativa non c,
non ci sono neppure segni, e dunque non c linguaggio, e quindi, in
denitiva, non esiste neanche lumano.
Al contrario, per la semiotica luomo intrinsecamente libero di
trasformare ogni aspetto del reale in un segno di qualcosa daltro,
in un processo innito che solo le abitudini e le routine possono
paralizzare. In fondo, questa non che una rielaborazione di quanto
Umberto Eco, fondatore della semiotica italiana, sosteneva n dal suo
Trattato di semiotica generale del s,,: la semiotica la disciplina che
studia tutto ci che pu essere utilizzato per mentire. L dove non c
la possibilit di scegliere tra la verit e la menzogna, fra il reale e una
sua alternativa, la semiotica non ha nulla a che fare.
Lipotesi forse pi generale di questo volume si lega alla denizione
stessa della semiotica. Da un lato, parafrasando Umberto Eco, si po-
sz Prefazione / Preface
trebbe dire che la semiotica studia tutto ci che pu essere utilizzato
per protestare. Il linguaggio della protesta, ovverosia i modi in cui gli
uomini costruiscono il loro grido di dolore, insoerenza e indignazio-
ne nei confronti dello status quo, non ha infatti limiti: ogni cosa pu
essere allestita in modo tale da signicare questa insoddisfazione nei
confronti del reale: le parole del linguaggio verbale, naturalmente, ma
anche le espressioni del volto, i gesti e le posture del corpo, i movi-
menti dei singoli e delle masse, la relazione con lo spazio circostante, i
suoni, i colori, le forme, e persino il silenzio. A dimostrazione del fatto
che tutto pu essere utilizzato per protestare, e che dunque tutto pu
diventare oggetto di una semiotica della protesta, sta il fatto che, come
vedremo, in molti casi persino lassenza di parole, gesti, movimenti,
colori, etc. che diviene discorso di protesta, silenzio paradossalmente
assordante.
Dallaltro lato, questa ipotesi si traduce in unaffermazione pi ge-
nerale, di carattere filosofico: non solo tutto pu divenire segno di
protesta, ma la capacit di protestare caratteristica intrinseca dellu-
mano. Luomo o la donna che protestano, infatti, lo fanno perch, lo si
vedr, riescono a immaginare una realt potenziale alternativa rispetto
a quella che essi vivono e subiscono. Essi sfilano in corteo, gridano
slogan, dipingono striscioni perch sono capaci di sognare una realt
diversa, e i segni della loro protesta non sono che mezzo semiotico
con cui sperano di trasformare il sogno presente nel reale futuro, e il
reale presente in un incubo passato. L dove invece non c capacit di
protesta, l dove il reale viene ricevuto e accettato con fatalismo marmo-
reo, l dove non si riesce neppure a immaginare che le cose potrebbero
essere diverse rispetto a come sono, si esprime una concezione dellu-
mano che molto lontana da quella della modernit, ma che forse
lontana persino dallumano. Luomo incapace di protestare macchina,
pietra, essere inanimato. Se persino la natura a volte pare ribellarsi, e di
protesta sembrano capaci molte specie viventi non umane, luomo o la
donna che non riescono pi a protestare, e nemmeno a concepire la
protesta, si degradano al di sotto dellanimale, della pianta, della natura.
Rinunciano cio, a seguito di una paradossale coercizione loro inflitta
dalla cultura, alla propria stessa natura di umani, la quale , almeno
questa lipotesi del numero, intrinsecamente libera, capace di produrre
infinite rappresentazioni alternative del reale, di sognarle tutte, e di
lottare per conseguirne alcune.
Prefazione / Preface s,
Protesto, ergo sum, si potrebbe dire, ma solo a patto di concepi-
re la protesta non come adesione irriessa alla moda del ribellismo.
Luomo o la donna che gridano slogan senza veramente compren-
derne le radici e la portata, che dicono no senza costruire un s,
che riutano il reale senza essere in grado di sognarne alternative
potenziali, ebbene questuomo e questa donna sono anchessi schiavi
della routine, dellabitudine, di un gesto automatico in cui si perde
il gusto dellinnovazione che caratterizza lumano. Esiste infatti, e lo
vedremo, anche una protesta contro la protesta, il movimento di chi
non si riconosce nel partito preso del ribellismo e si rivolta, a modo
suo, anch si arrivi a costruire e condividere un nuovo linguaggio
del sogno.
N protesto ergo sum deve signicare che chi non protesta neces-
sariamente inumano, macchina, pietra senza sogno e senza apertura
al cambiamento. Ci sono circostanze in cui manifestare un sia pur
minimo sussulto dinsoerenza conduce a soerenze indicibili per s
e per i propri cari, e nanco alla morte. Coloro che non protestano
non sempre non sono in grado dimmaginare un reale alternativo
rispetto a quello terribile che stanno subendo. E tuttavia gli assetti
sociali che riducono gli uomini e le donne in queste condizioni, a
questa incapacit di protestare, sono condannabili proprio per questo:
essi strappano la voce ai loro soggetti, ma soprattutto ne frustrano
lumanit, lintrinseca capacit di volgere il reale in matrice di segni
inniti, di sogni inniti.
Il compito del numero di Lexia che qui si introduce, al di l delle
sue ambizioni teoriche, dunque anche questo: cogliere il passaggio
dalla possibilit della protesta alla sua impossibilit, dalla capacit di
dare voce al sogno alla sua mutilazione, capire dove si annida, in qua-
le meandro del linguaggio della protesta, linterruttore che i regimi
abbassano con mano brutale per distruggerne ogni potenzialit. Ma,
simmetricamente, questo volume insegue anche i baluginii di nuove
possibilit e nuove pratiche di protesta. Anche l dove la repressione
sembra totale, anche nella cenere ove sembra spenta ogni scintilla
dimmaginazione, sorgono, come per incanto, nuove ammelle, e si
manifestano spesso nella poesia che inventa nuovi modi, sulle prime
sottili no quasi allindistinzione, per esprimere linsoddisfazione e
il sogno. Scorgere queste ammelle, vederle alimentarsi di s stesse,
sprigionare pian piano scintille, propagarsi, mutarsi in fuoco ardente,
s Prefazione / Preface
no allo scoppiare dincendi che tutto divorano, i soprusi, le ingiusti-
zie, le tirannie, lo spettacolo pi straordinario che lumano possa
orire, un tributo alla natura intrinsecamente libera degli uomini e
delle donne, alla loro innata capacit di rappresentarsi le alternative del
reale, signicarne il sogno, comunicarlo agli altri, e trasformarlo in
una nuova realt condivisa.
Questo numero di Lexia non intende orire unenciclopedia della
protesta. Se protestare intrinseco dellumano, e se ogni elemento del
reale pu divenire segno in un discorso di protesta, allora unintera
enciclopedia non basterebbe per descriverne tutti i testi, le pratiche,
le culture: dal cittadino che scrive una lettera al quotidiano locale per
lagnarsi dellaumento dei biglietti del tram sino ai maestosi cortei
di protesta che sfociano nelle grandi rivoluzioni della storia, tutto
potrebbe essere oggetto di studio della semiotica e tutto dovrebbe
essere annoverato in unideale enciclopedia della protesta. Questo
libro ha un obbiettivo pi modesto: attraverso rapidi riferimenti al
panorama teorico della semiotica e delle discipline ani, e soprattutto
attraverso esempi e casi di studio attentamente selezionati, orire una
sorta di anatomia, in chiave semiotica, della protesta: gli elementi che
ne caratterizzano il linguaggio, che ne compongono la sintassi, che ne
determinano la forza pragmatica, che ne plasmano il senso.
Il primo articolo, di Massimo Leone, presenta unintroduzione alla
semiotica della protesta. Che cosa vuol dire, in concreto, occuparsi
della protesta dal punto di vista semiotico? Il saggio esplora il campo
semantico di questa parola e di quelle ani, evidenziando le tensio-
ni socioculturali e ideologiche che lo sottopongono a pressione e lo
trasformano: perch mai fenomeni sociali analoghi sono etichettati
dai media, e in seguito anche dal discorso sociale condiviso, come
proteste, mentre altri sono stigmatizzati come rivolte, sommos-
se, tumulti? Questa continua categorizzazione e ri-categorizzazione,
attraverso il linguaggio e il racconto, delle manifestazioni di protesta,
avviene forse in modo spontaneo ovvero seguendo precise ideologie
e logiche comunicative? Chi mai manovra il racconto della protesta,
con quali strategie retoriche, e perseguendo quali obbiettivi? Pilotare
la rappresentazione della protesta, soprattutto in un mondo pervaso
dai media, forse essenziale tanto quanto costruire la protesta in s
e per s? In seguito larticolo si sforza didenticare e descrivere i
quattro nuclei semantici fondamentali della protesta: lo si detto, in
Prefazione / Preface s,
questo campo semantico ricadono fenomeni e forme di signicazione
apparentemente fra i pi disparati, dallassemblea di studenti che si
lamentano della qualit del cibo in una mensa no ai ash mobs dei
nuovi gruppi situazionisti americani; eppure, a dispetto e al di sotto
di questa straordinaria variet, si possono forse individuare caratte-
ristiche comuni, direttrici analoghe, meccanismi condivisi? Il saggio
risponde aermativamente, e trasceglie quattro tratti essenziali di ogni
fenomeno di protesta, caratterizzandone cos la struttura semiotica
profonda: loggettivit, lantagonismo, lespressivit, e lasimmetria
delle agentivit; larticolo poi avverte che questa struttura astratta deve
essere riempita da casi di studio concreti, i quali possano confermare
o sovvertire tale schematizzazione, ma soprattutto corroborarne o
confutarne il potenziale euristico; inne, lultima parte del saggio
enumera gli oggetti di una semiotica della protesta, ovvero i tipi di
segni, testi, e discorsi che ne costruiscono la manifestazione sensibile,
e si conclude indicando lorizzonte della ricerca semiotica, la quale si
situa tra lestetica e letica. Da un lato, spetta al semiotico descrivere in
dettaglio i vari linguaggi che i gruppi sociali confezionano e adottano
per protestare rispetto a uno status quo e pregurarne uno alternati-
vo; dallaltro, tuttavia, pure compito della semiotica sviluppare una
riessione sul discrimine, sempre problematico, fra signicazione e
violenza, fra protesta comunicativa e protesta coercitiva.
Gli articoli successivi della raccolta sono suddivisi in sette sezioni.
Nella prima, intitolata Culture della protesta, i contributi di Alfredo
Tenoch Cid Jurado, Remo Gramigna, e Alfonso Di Prospero sinterrogano,
a partire da presupposti teorici e metodologici diversi, sulla mede-
sima questione, quella dindividuare delle linee di continuit e di
discontinuit nelle modalit culturali della protesta intesa come mani-
festazione di linguaggio. La seconda sezione, intitolata Immagini di
protesta, contiene i saggi di Stefano Traini e Julius Erdmann, nonch
larticolo a tre mani di Lamberto Ferrara, Marco Mondino e Simona Stano,
i quali tutti si concentrano sui segni, i discorsi e i testi che esprimono
la protesta o ne testimoniano attraverso una particolare, fondamentale
sostanza espressiva, quella delle immagini. Fa da pendant a questa
seconda sezione la terza, intitolata Suoni di protesta, con articoli di
Eva Kimminich, Dario Martinelli, e Matteo Di Stadio sul ruolo essenziale
dei suoni, e specie della musica, nel veicolare il dissenso tanto indivi-
duale quanto collettivo. La quarta sezione, invece, intitolata Reti di
so Prefazione / Preface
protesta, sposta laccento dalle sostanze espressive ai media, e coglie,
nei saggi di Marina Mantini e Michele Martini, il ruolo chiave della rete,
e specialmente dei nuovi social network, quale teatro per la formazione
e levoluzione dei movimenti di protesta contemporanei. Tuttavia non
vi protesta senza azione sociale, senza occupazione dello spazio pub-
blico tramite i segni dellinsoerenza, sia essa individuale o collettiva.
Ecco allora che, nella quinta sezione, dedicata alle Performance di
protesta, gli articoli di Federica Turco e Mara Persello si soermano
sullinterazione fra corpi, spazio, e testi nel creare un discorso di agi-
tazione e sovvertimento. La sesta sezione, dal canto suo, dal titolo
Oggetti di protesta, mostra quanto veritiera sia laermazione se-
condo cui, semioticamente, tutto pu essere utilizzato per protestare:
un abito, uno stile di alimentazione, una forma architettonica (saggi
di Eleonora Chiais, Simona Stano, Claudia Matoda). Chiude la raccolta
una sezione sulle Geograe della protesta, che in realt si concentra,
con gli articoli di Evangelos Kourdis ed Igeneia Vamvakidou, su una
delle piazze principali della protesta contemporanea, la Grecia.
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx2
pag. 1728 (giugno 2013)
Breve introduzione alla semiotica della protesta
Massio Ltot
toiisn ririt: A Short Introduction to the Semiotics of Protest.
atsrracr: The article studies a central communicative phenomenon of
contemporary societies, protest, through the theories and methods of
cultural semiotics. The topic of protest is not discussed from the point of
view of its historical and social causes or psychological motivations, but
from the point of view of its language: what communication phenomena
are designated by the term protest? What contextual conditions must
occur in order for a protest to take place? How are the signs, discourses,
and texts of protest articulated? Through what codes? Or against what
codes? How can the meaning of protest be read and interpreted depend-
ing on its audience, and with what pragmatic eects? Moreover: are
there such a thing as protest cultures, aected by historical periods
and socio-cultural areas, and how do they interact with the evolution of
media, and in particular with the development of digital media? More
specically, how can one describe the communication dynamics that
characterize protest in its relationship with social networks? More in
general: in which theoretical framework may the relation between sense,
consensus, and dissent be dened?
xtworns: protest; semiotics; typology; cultures; societies.
In questo breve scritto non si potr analizzare puntualmente un feno-
meno di protesta, tantomeno la protesta in generale, ma ci si limiter
a indicare quale contributo la semiotica possa dare alla comprensione
di questo tema oggi tanto importante.
In primo luogo, la semiotica pu essere utile per una denizione
pi precisa, e dunque per una migliore intellegibilit, del campo se-
mantico del termine protesta. Con lavvertenza generale che esso
Una versione spagnola di questo testo stata presentata al XIV Congresso dellAsso-
ciazione Spagnola di Semiotica, Los discursos del poder, Cuenca, z,-z, novembre zoss, e
pubblicata come Leone zosza; la versione italiana stata pubblicata in anteprima su E/C.
s,
ss Breve introduzione alla semiotica della protesta
presenta variazioni anche considerevoli non solo nel passaggio da
una lingua allaltra, e dunque da una cultura allaltra, ma anche nella
diacronia, la semiotica pu per tentare di elaborare una mappatura
di tali variazioni, e dunque costruire uno schema dellarticolazione
di questo campo semantico soprattutto attraverso laccostamento e il
confronto con termini e campi semantici limitro. Per esempio, che
dierenza corre fra la protesta, la lamentela, la lagnanza, il dissenso,
la disapprovazione, il malcontento, lopposizione, il reclamo, la rimo-
stranza, la recriminazione, la rivendicazione, la sommossa, la rivolta,
la ribellione, linsurrezione, lagitazione, il tumulto, la sedizione, il
sollevamento, la sovversione, la manifestazione, la contestazione, solo
per citare alcuni dei termini ani a protesta? Lavorando nellambito
di una lingua e della sua cultura, ma possibilmente attraverso raronti
con altri idiomi e civilizzazioni, la semiotica pu cogliere la maniera
in cui un certo gruppo sociale, e la cultura che lo contraddistingue,
ritagliano il campo semantico della protesta in modi pi o meno sottili
e precisi.
Seguendo lesempio di Algirdas J. Greimas
s
, un buon punto di par-
tenza per unanalisi di questo tipo sono i dizionari, dal momento che
le denizioni fornite dai lessicogra cercano di cartografare, in forma
condensata, il modo in cui un certo campo semantico si articola in
un determinato contesto linguistico, culturale, e storico
z
. Ad esem-
pio, il dizionario Sabatini Coletti della lingua italiana nella sua ultima
edizione denisce la protesta come s) risentita presa di posizione
contro chi o contro ci che appare iniquo, illegittimo, dannoso; z)
dichiarazione sentita e forte di un sentimento, di una convinzione
ecc.; ,) recesso dal contratto di un impresario che giudichi inade-
guata la prestazione di un attore, di un cantante ecc. Solo le prime
due denizioni toccano la dimensione politica della protesta, e ne
suggeriscono alcuni tratti importanti: il tenore passionale, il carattere
antagonistico, la necessit della manifestazione, etc.
Tuttavia, lanalisi delle denizioni dizionariali pu essere il punto
di partenza della ricerca semantica, ma non deve esserne il punto
darrivo. Ci che ha pi rilievo non soltanto per il semiotico, ma anche
s. Cfr lintero corpus delle ricerche semantiche di Greimas, perlomeno a partire da
Smantique structurale (soo).
z. Per una recente analisi esemplare di questo tipo, cfr Marrone zoso.
Breve introduzione alla semiotica della protesta s
per la domanda sociale di conoscenza, infatti il modo in cui tensioni
e sviluppi socioculturali conducono a una riarticolazione e dunque a
una ridenizione del campo semantico della protesta, no al punto
da inuire anche nelle future sistematizzazioni dei lessicogra. Per
esempio, quando alcuni media inglesi utilizzano il termine tumulto
[riot] o rivolta [revolt] per designare i fenomeni dellestate londi-
nese del zoss, mentre altri media li deniscono con la parola protesta
[protest], essi manifestano unopposizione incentrata sulla dierente
articolazione semantica dei due termini, dierenza che utilizzata per
interpretare tali fenomeni secondo diverse ideologie: se infatti da un
lato termini come tumulto o rivolta evocano pi che altro uno
scenario di sedizione generalizzata cui non corrisponde un obbiettivo
politico preciso e che d luogo a manifestazioni inclini alla violenza,
una parola come protesta si richiama invece a uno scenario diverso,
in cui la violenza generalmente mantenuta sotto controllo (tanto
vero che quando ci non avviene lo si esplicita parlando di violenta
protesta, mentre avrebbe meno senso una locuzione come violenta
sommossa, o meno ancora uno come violenta rivoluzione) anche
al ne di perseguire un obbiettivo politico determinato.
Tuttavia, se vero che i diversi punti di vista ideologici utilizzano
larticolazione del campo semantico della protesta e dei termini af-
ni per proporre una certa interpretazione di determinati fenomeni
sociali, anche vero che queste proposte possono condurre a una
riarticolazione dello stesso campo semantico della protesta. Ecco per-
ch i dizionari e le loro denizioni possono essere solo un punto di
partenza e non uno di arrivo: a furia di denire rivolte dei fenomeni
di protesta, ovvero proteste dei fenomeni di rivolta, si nisce infatti
per mutare il campo semantico, e dunque il senso, sia delluno che del-
laltro termine, una mutazione di cui gli stessi lessicogra dovranno
tener conto. Il modo in cui la lingua ritaglia contemporaneamente il
piano dellespressione verbale e quello del contenuto semantico di un
certo gruppo sociale perennemente cangiante, e alla semiotica spet-
ta il compito di descrivere tali cambiamenti e le spinte ideologiche che
li sottendono, cosciente del fatto che la sua posizione metalinguistica
non ne del tutto immune.
Due sono dunque le operazioni che la semiotica deve compiere. In
prima battuta, traendo spunto anche dalle denizioni dizionariali, fare
ordine nel campo semantico della protesta e in quelli di termini ani,
zo Breve introduzione alla semiotica della protesta
ben sapendo che le mappature semantiche possono dare ragione solo
in parte del carattere spesso ambiguo e sfuggente delle lingue naturali.
Per esempio, adottando il quadro teoretico e la metodologia della
semantica strutturale, si coglie che il lessema protesta sotteso da
almeno quattro nuclei semantici fondamentali; tre di essi si riferiscono
alla struttura attanziale della protesta. Il primo quello delloggettivit:
si protesta in relazione a un oggetto preciso, mai in astratto; dire io
protesto senza spiegare in riferimento a che cosa sarebbe un assurdo,
o susciterebbe ilarit. Il secondo quello dellantagonismo: si protesta
sempre contro qualcuno o qualcosa; certo, si pu dire: io protesto
a favore del movimento verde in Iran, ma si sottintende che tale
protesta rivolta contro il regime che opprime il movimento. Il terzo
quello dellasimmetria delle agentivit (Leone zooa): chi protesta
sempre dotato di meno capacit di agire, almeno in relazione allogget-
to della protesta, rispetto a chi ne invece il destinatario; normalmente
non un padre che protesta contro il comportamento del glio, tut-
talpi lo ammonisce, lo redarguisce, lo rimprovera, etc.; al contrario,
il glio che protesta contro il padre, proprio perch esattamente
linferiorit di capacit agentiva, e dunque di potere, che soggiace alla
protesta; pu certo darsi una situazione in cui un padre protesti contro
il glio, ma essa sarebbe giustappunto il sintomo di uninversione, o
perlomeno di un riequilibrio, dellasimmetria agentiva fra i due. Inne,
il quarto nucleo semantico della protesta non si riferisce tanto alla sua
struttura attanziale tipo quanto a quella comunicativa: chi protesta pu
certo farlo silenziosamente, per esempio tacendo o astenendosi da un
determinato comportamento, eppure anche il silenzio e lastensione
non saranno altro che una forma di manifestazione: la protesta non
pu che consistere in un qualche tipo di espressione, o per dirla nei
termini della semiotica generativa, in una qualche sorta di dbrayage.
Infatti, lo scopo ultimo della protesta proprio questo: produrre una
manifestazione di senso che, in relazione a un determinato oggetto,
conduca al riequilibrio dellasimmetria di agentivit tra chi protesta e
il suo antagonista.
La seconda operazione che la semiotica deve compiere studiare il
modo in cui questo schema semantico interagisce con segni, discorsi,
e testi che non sempre si limitano a manifestarlo, confermando cos
le denizioni dizionariali, ma che a volte invece lo contraddicono,
sottoponendo a tensione il campo semantico della protesta e quelli di
Breve introduzione alla semiotica della protesta zs
termini ani sulla spinta di particolari istanze ideologiche. Per esem-
pio, vero che la protesta ha sempre un oggetto, ma anche vero
che movimenti come quello degli Indignati sembrano sottoporre
a tensione tale nucleo semantico, producendo una forma di protesta
che spesso percepita come generalizzata, se non addirittura come
priva di oggetto. In secondo luogo, vero che la protesta sempre
contro qualcuno o qualcosa, ma anche vero che si danno sempre pi
numerose forme di protesta in cui lantagonista non precisamente
identicato, ma rimane unistanza negativa astratta o persino vuota.
In terzo luogo, vero che la protesta comporta normalmente una-
simmetria di capacit agentiva, ma anche vero che non aatto
infrequente, nellEuropa contemporanea, che si deniscano come
protesta anche le manifestazioni di una maggioranza contro una mi-
noranza, per esempio le proteste anti-immigrati che hanno segnato
Paesi come la Grecia, lItalia, o la Spagna
,
. In quarto luogo, vero che
la protesta comporta sempre una qualche forma di manifestazione, ma
molto del dibattito contemporaneo sulla protesta verte proprio sulle
caratteristiche che la sua espressione dovrebbe possedere: pu una
protesta silenziosa denirsi protesta (e non semplicemente il silenzio
come protesta, bens una protesta che non fuoriesce dal foro interiore
dellindividuo)?; e, questione ancora pi spinosa: no a che punto pu
dirsi manifestazione di protesta una che non si limiti alladozione del
linguaggio verbale, di quello iconico, di quello musicale, e cos via, ma
che adotti lesercizio della forza sica, e dunque la violenza, come sua
forma espressiva? (Innamorati e Rossi zoo) Agire direttamente sul
proprio antagonista per ridurne sicamente lagentivit, come negli
scontri fra manifestanti e poliziotti, rientra fra le manifestazioni di
protesta?
Le ideologie che caratterizzano una societ, nonch le retoriche
che esse adottano, giocano spesso sulla consustanziale ambiguit del
linguaggio al fine di spostare il confine tra le aree semantiche e con esso
la definizione sociale dei fenomeni e degli eventi, con evidenti ricadute
sul piano politico. Un conto qualificare una protesta studentesca
,. Sulle proteste di alcuni gruppi di fondamentalisti cristiani negli USA, cos come
sulla protesta contro la protesta, si veda Davidescu zoss. Il sito Urban Semiotics [http:
//urbansemiotic.com/] contiene spesso articoli sulla protesta, anche se il tenore dellanalisi
non sempre accademico; cfr anche il sito Guerrilla Semiotics, [http://guerrillasemiotics.
com/].
zz Breve introduzione alla semiotica della protesta
come manifestazione, altro conto caratterizzarla come sommossa:
nei due casi, la risposta cognitiva, emotiva, e pragmatica sia dei cittadini
che delle istituzioni potr essere completamente diversa.
La semiotica deve dunque osservare, descrivere, e analizzare que-
sti continui tentativi di ridenizione semantica della protesta, e pu
farlo solo abbinando allo studio delle denizioni statiche proposte
dai dizionari quello della loro evoluzione cos come essa sincarna in
diversi tipi di segni, discorsi, e testi. Una semiotica della protesta ha
dunque come oggetto in primo luogo i fatti sociali di protesta in s
e per s. Da un lato infatti essi producono una serie molto ampia e
variegata di manifestazioni di senso che la semiotica pu investigare
ricorrendo allintera gamma dei suoi strumenti analitici. Parafrasando
Eco, si potrebbe dire che la semiotica studia tutto ci che pu essere
utilizzato per protestare e che, viceversa, tutto ci che pu essere
utilizzato per protestare potenziale materia di studio per la semiotica:
slogan e comunicati
I would like to thank the students on the Semiotics Research Doctorate (XXVI cycle)
at the University of Bologna, the students on the Semiotics course at the University of
Zadar, and the students on the Cultures, languages and politics of communication Research
Doctorate at the University of Teramo with whom I discussed these analyses during
seminars. I would particularly like to thank Marianna Boero, Valentina Pisanty, Piero
Polidoro and Silvia Viti for the discussions we had and the useful suggestions they made.
ss,
sss Stefano Traini
xtworns: Semiotics of protest; text analysis; photographic language; mass
media; ideology.
In this article I will present an analysis of the iconic image from the
period in Italy known as the years of lead: the photo which shows
a protester (Giuseppe Memeo) alone in the middle of the street, legs
apart and arms stretched out in front of him, pointing a gun at the
police
s
. The photo was taken in Milan, during a demonstration by
Autonomia Operaia. The time is the afternoon of s
th
May s,,. That
afternoon a z,yearold police ocer, Antonio Custra, was killed.
His wife was eight months pregnant. This image has been called
the nightmare of a generation. The language of protest is closely
interwined with other languages and from the point of view of a
semiotics of protest I am interested in guring out how photographic
language (used by the mass media) can amplify the protest through a
powerful symbolic action. Before analysing the photographs I shall
set the events in context
z
.
. Background
Autonomia Operaias demonstration of s
th
May s,, was the direct
consequence of two events which need to be recalled here. On May
szth the Radical Party organised a festival in Piazza Navona in Rome
to mark the anniversary of the victory in the divorce referendum,
which was attended by groups of university students and groups be-
longing to the extraparliamentary left. It should be remembered that,
following the series of street clashes that had been taking place since
s. I had a dierence of opinion about the analysis of this photo with Paolo Fabbri
and Tiziana Migliore which led to this article. The whole discussion can be consulted at
E/C, Rivista on line dellAssociazione Italiana Studi Semiotici (http://www.ec-aiss.it/).
The focus of the disagreement was the reading of the photo given by Umberto Eco (s,,).
Cfr. in the following order: Fabbri and Migliore (zossa); Traini (zoss); Fabbri and Migliore
(zossb); Marrone (zosz). For a comment on Paolo Fabbri and Tiziana Migliores rst paper
cfr. also Smargiassi (zoss).
z. The information I use here was provided by Sergio Bianchi (zoss, pp. ,) in
his attempt to reconstruct the events of sth May s,, on the basis of the reasons for the
judgement given in the summary procedure against Giuseppe Memeo + by Associate
Judge Dott.ssa Grazia Pradella and deposited in the registry of the Court of Milan on sth
October sz.
.,
th
May .,,, ss
the beginning of February, Interior Minister Francesco Cossiga had
issued a decree banning demonstrations. Serious clashes broke out
during the festival between young people and the police in Piazza
Navona and Campo de Fiori. At Ponte Garibaldi, along the Tiber,
ocers in plain clothes red on the crowd, killing a syearold stu-
dent called Giorgiana Masi. On the same day in Milan, as part of
the investigation into the farleft organisation Nuclei Armati Proletari,
the Deputy Public Prosecutor Luigi De Liguori ordered the arrest of
several people, including two wellknown lawyers belonging to Soc-
corso Rosso: Giovanni (Nanni) Cappelli and Sergio Spazzali. The most
serious accusation made against them was that of aiding an unlawful
organisation. In Milan, groups from the extraparliamentary left and
Autonomia collectives reacted to these arrests and to the killing of
Giorgiana Masi by calling a protest demonstration for the afternoon
of s
th
May. It should also be remembered that a member of Lotta
Continua, Francesco Lorusso, had been killed during a demonstration
held in Bologna on ssth March, and that the movement held a large
demonstration in Rome on the following day.
The makeup of the Autonomia Operaia movement in Milan in the
spring of ,, was varied and heterogeneous. Paolo Pozzi (zoss) notes
that there were basically three organised groups: the group around the
magazine Rosso, the group around the review Senza Tregua, and
the socalled Casoretto group, also known as the Belliniani, after
their unquestioned leader Andrea Bellini (ibid., p. s)
,
. There were
also many other smaller groupings, including the neighbourhood
collectives: RomanaVittoria, Baggio, Barona, LambrateBovisa, San Siro,
la Stadera, SempioneGaribaldi, etc.
On the evening of s,
th
May a meeting of the armed section of the
RomanaVittoria collective consisting of Marco Barbone (Marchino),
Enrico Pasini Gatti (Pablo), Giuseppe Memeo (Terrone), Marco Fer-
randi (Coniglio), Luca Colombo (Svampa), and Giancarlo De Silvestri,
drew up a plan for the next days demonstration: to create skirmishes
with the police around the San Vittore jail, to break away from the
march and regroup the comrades in the Porta Genova area which
they would then occupy and defend, including militarily, for as long
,. For more details on the dierences in ideology and programme between the three
groups, cfr. Pozzi (zoss).
szo Stefano Traini
as possible (Bianchi zoss, p. ,). In a meeting held at Milans state
university on the morning of sth May, attended by representatives of
the various Autonomia collectives as well as some leaders of Soccorso
Rosso, it was decided that at a certain point in the march the Autono-
mia groups, led by the RomanaVittoria collective, should break away
from the extraparliamentary left groups in order to move into the
area around San Vittore jail (ibid., p. o). It should be noted that no
reght with the police was planned during these meetings. Rather,
the expectation was of a traditional clash, using Molotov cocktails,
along with the use of rearms to cover the bowlers
, and/or against
buildings and oces
,
.
z. From the start of the march to the moment when the photo
was taken
Several thousand marchers (o,ooo according to police estimates) set out
from Piazza Santo Stefano around so.,. The Autonomia group, con-
sisting of around s,ooo people, formed the end of the march: in Via San
Vittore they split off from the march, chanting slogans against prisons,
police and the Carabinieri. The armed section of the RomanaVittoria
collective were in the front rows of this group of marchers.
In the meantime the column of police from the III Celere (riot po-
lice) entered Via De Amicis from Via Molino delle Armi. The column
consisted of oz men and ten vehicles. The police saw at the end of
the street the demonstrators marching along Via Olona, and took up
public order positions in Via De Amicis, that is, lining up in two ranks:
those in front carrying protective shields, those behind with teargas
launchers. Ocer Custra was in the front row. When they saw the
police manoeuvre, the armed section of RomanaVittoria decided to
attack. There were shouts of: Go Romana!. And then: Fire! Fer-
randi, Memeo, Barbone, Pasini Gatti, De Silvestri, Colombo, Bowman,
Falivene, the students from the Cattaneo Institute and others from
other collectives, not all of them armed, started to run. They were fol-
. Literally the throwers of Molotov cocktails.
,. In this regard, it should be recalled that during the protest of szth March, several
protesters red on the Assolombarda building.
.,
th
May .,,, szs
lowed by ve photographers: Dino Fracchia, Paolo Pedrizzetti, Paola
Saracini, Marco Bini and Antonio Conti. Meanwhile the number o
trolley bus turned into Via De Amicis from Via Olona and stopped
among the protesters and police. Barbone and Pasini Gatti jumped
onto the bus and forced the driver and passengers o.
Ferrandi and Memeo ran along the right side of Via De Amicis
keeping close to the buildings, and coming very close to the ranks
of police ocers (within about ,o metres). Falivene threw a Molotov
cocktail from the right hand side of the street. Memeo and Ferrandi
red a number of shots in quick succession. Ocer Custra was hit in
the forehead and collapsed, at rst falling against a parked Fiat ,oo and
then crumpling to the ground. The police reacted by ring teargas
and bullets. Memeo and Ferrandi turn and retreat, joining Pasini Gatti
and Bowman between the Volkswagen and the Fiat saloon parked on
the right hand side of the street. By now they are about so metres
away from the police ranks. Azzolini is in the middle of the road,
raises his gun and res, holding it with both hands, as he is joined by
Sandrini and Grecchi; he then runs away, following his companions.
At this moment Memeo, having reloaded, takes up a position almost
in the middle of the road, opposite the entrance to number ,, drops
to his knees, and res ve or six shots in the direction of the police
while Paolo Pedrizzetti and Paola Saracini photograph him from the
entrance of the building and Antonio Conti photographs him from
the other side of the street. It is Paolo Pedrizzetti who takes the photo
which appears on the front page of the Corriere dinformazione and
other titles, and which becomes part of history.
Figure . Photo A.
szz Stefano Traini
,. Ecos interpretation and the analsyis by Fabbri and Migliore
A few days later, Umberto Eco wrote an article for lEspresso en-
titled Una foto.
o
Eco wrote that in the past few months there had
emerged within the movement a group of men known as P,s (after
the type of pistol which was their preferred weapon), a violent fringe
group which the movement itself struggled to quash since it ex-
pressed a very real state of marginalization which could not be denied.
The debate within the movement had been dicult and exhausting.
According to Eco, however, one image would bring events to a head
and isolate the P,s group at a stroke: this image was Pedrizzettis
photo (one of those photographs that will go down in history and
will appear in a thousand books, Eco s,,, Engl. tr., p. zso). Eco
described it thus:
the photograph of a young man wearing a knitted skimask, standing
alone, in prole, in the middle of a street, legs apart, arms outstreched
horizontally, with both hands grasping a pistol. Other forms can be seen in
the background, but the photographs structure is classical in its simplicity:
The central gure, isolated, dominates it (ibidem).
It was precisely this symbolic isolation of the protagonist that would
lead to the process of isolation of the members of P,s, a process
which would turn out to be irreversible. The collective element, Eco
writes, is absent fromthe photo recall the revolutionary iconography
showing the proletariat united, as for example in Pellizza da Volpedos
Quarto Stato while the gure of the individual hero reappears, in a
traumatic guise:
And this lone hero was not the one familiar in revolutionary iconography,
which when it portrayed a man alone always saw him as victim, sacricial
lamb: the dying miliciano or the slain Che, in fact. This individual hero,
on the contrary, had the pose, the terrifying isolation of the tough guy of
gangster movies or the solitary gunman of the West no longer dear to a
generation who consider themselves metropolitan Indians (ibid., p. zs,).
o. The article was later republished in the book Sette anni di desiderio, Eco (ss,),
English translation A photograph, in Travels in Hyperreality, Picador, ss,.
.,
th
May .,,, sz,
This photo, Eco continues, shows an individual gesture that has
nothing in common with the proletarian tradition, popular revolt, or
mass struggle.
Eco adds a note on semiotic methodology:
It is of no interest to know if it was posed (and therefore faked), whether it
was the testimony of an act of conscious bravado, if it was the work of a
professional photographer who gauged the moment, the light, the frame,
or whether it virtually took itself, was snapped accidentally by unskilled and
lucky hands. At the moment it appeared, its communicative career began:
Once again the political and the private have been marked by the plots of
the symbolic, which, as always happens, has proved producer of reality
(ibidem).
The methodological note is crucial: however important the his-
toricalpolitical context of the episode, we are assessing the plots
of the symbolic: in Ecos view, the sense eect of this photo is
the Autonomia members isolation, with dire consequences for the
(minority) armed fringe of the movement (the members of the P,s
group).
Almost ,, years later, in zoss, a book was published devoted entirely
to that May afternoon in s,, and to the photo which (as Eco pre-
dicted) had become famous: it is called Storia di una foto. Milano, via
De Amicis, ., maggio .,,, (cfr. Bianchi zoss). The part dedicated to the
analysis of the photo reproduces Ecos lEspresso article, followed
by an interesting essay by Paolo Fabbri and Tiziana Migliore with
the title ., maggio .,,,. La sovversione nel mirino
,
(Fabbri and Migliore
zossa), in which Ecos interpretation is not just called into question,
but completely overturned.
According to the two semiologists, the hyperconsumption of this
photo has worn away its meaning, making it necessary to attempt a
reassessment of its symbolic potential. As the authors correctly note,
this is not a simple undertaking, because there are numerous versions
of the famous photo, the result of cropping and zooming. The authors
therefore concentrate on the photo taken by Pedrizzetti which was
published in Corriere in the days after the event, and proceed to
give a very detailed description of it: it is a masterpiece of scenic art,
,. Subversion in the crosshairs, TdA.
sz Stefano Traini
the act is captured as it happens but the eect of reality is ltered
through a point of view, a eld and a framing that are pictorial. The
young man in the balaclava who is seen side on is about to re: that
is, in semiotic terms he shows an inchoative aspectualization
s
.
For Fabbri and Migliore, however, the most important aspect is
that, at this critical moment, the pavement on the left hand side of Via
De Amicis is populated by gures who have a precise role to play in
the scenes narrative and rhythmic denition. They are actant helpers,
informants and/or observers
). In
questo caso il messaggio scritto occupa lintera pagina e le gure sono
relegate allo sfondo. Non compaiono disegni ma una fotograa in
s. Lascia il tuo ego a casa.
. Se non puoi lasciare il tuo cane a casa prenditene cura.
z,z Matteo Di Stadio
bianco e nero: schiene di poliziotti in assetto antisommossa su prato,
non in azione ma schierati. La traiettoria dellinquadratura non
perpendicolare allasse delle loro spalle: losservatore si trova al anco
destro del gruppo, solo qualche passo indietro. Le lettere sono tanto
tte da impedire di scorgere altro.
Figura z.
Figura ,.
Ravolution z,,
Lesortazione United against repression domina la pagina. La riga
sottostante divisa in due: a sinistra data del raduno e citt, a destra
il programma: manifestazione europea e teknival
so
. Sotto, secondo la
stessa organizzazione spaziale, ora e luogo precisi e URL di riferimen-
to. I dati confermano la singolarit dellevento: si sta organizzando
una street parade
ss
e un teknival a seguire. Posizione centrale occupa il
testo che motiva levento. Comincia denunciando il gravare sempre
pi opprimente della repressione su ogni tipo di subcultura e stile di
vita alternativo. Si incita allunione nella rivendicazione di democrazia
e giustizia per lintera scena alternativa europea, in difesa della scelta
di non adeguarsi al sistema. Si denuncia la criminalizzazione ingiusti-
cata operata nei propri confronti da governi e media. I numeri delle
infolines inglese, francese, tedesca e ceca fanno da intervallo, segue
la conclusione, che evidenzia le necessit di unirsi e manifestarsi alla
popolazione europea. Le ultime parole suonano come una minaccia:
this time we will be very loud!!!!
sz
.
Il secondo documento presentato (g. ) stato prodotto nella
stessa occasione, un colpo docchio suciente per percepirne la
divergenza. Ai quattro angoli del foglio la stessa gura ripetuta tra-
smette una sensazione di simmetria: una circonferenza attraversata
trasversalmente da una barra (struttura del segnale stradale di divieto),
dietro ad essa una gura umana a volto coperto tenta invano di pun-
tare la onda, con lelastico teso. Centrale, sotto le lettere del testo,
una mano sinistra punta in alto indice e medio, le altre dita raccolte
nel palmo. Al centro del polso un simbolo: ancora una circonferenza,
tagliata da linee dritte che non ne valicano i limiti e descrivono una
gura che potrebbe rappresentare una doppia R.
Il testo, centrato a consolidare la suggestione di simmetria, si com-
pone di due sezioni brevi e una pi ampia, intervallate da una riga
vuota. Lintroduzione replica lo scopo del raduno sponsorizzato dal
yer precedente, mostrare che non si merita il trattamento subito,
invitando a non creare motivi di scontro. Non si nega la rabbia, anzi
socializzata, ma si ricorda che il nemico non sono i poliziotti, da non
so. Raduno al quale convergono tribes da tutta la scena europea.
ss. Corteo con carri che trasportano soundsystems, forma di protesta tipica della lotta
antiproibizionista.
sz. Questa volta faremo la voce grossa.
z, Matteo Di Stadio
provocare in proprio favore: strategia per arginare lincomprensione
generata dalla paura il mostrarsi aperti, pacici e rispettosi degli altri,
esternando la volont di convivere e preservare le proprie conoscenze
e culture per poter orire una realt socioculturale alternativa a un
numero sempre pi ampio di persone. Concludendo si insiste sulli-
nutilit di atti violenti o vandalici. Il ringraziamento costituisce una
sezione a parte.
Figura |.
I due documenti presentano dierenze evidenti: in uno lo scopo
di concentrare la molteplicit alternativa contro una sorta di mo-
noteismo culturale imposto dallideologia dominante, nellaltro di
rendere consapevoli i manifestanti dei loro stessi gesti. Interessante
luso diverso dellemozione della rabbia che li distingue. Nel primo
caso non nominata ma pare lautrice del testo: la pagina trasuda
esasperazione e volont sovversiva, a trasmetterla espressioni come
enough is enough
s,
, we wont stay quiet anymore
s
o la citata conclu-
s,. Adesso basta.
s. Non subiremo altro.
Ravolution z,,
sione, che in risonanza con il contesto si colora di tinte minacciose.
La rabbia costituisce il motivo per riunirsi. Nel secondo il termine
compare nelle prime righe a seguito di unammissione: we all are
in anger but be aware [. . . ]
s,
, subito stemperato da un richiamo alla
consapevolezza: non si intende negarla ma neppure diventarne prede.
Lucidamente si spiega che qualsiasi tipo di atteggiamento violento
non solo inutile ma controproducente. Lincomprensione viene
dalla paura, non la si aronta con la violenza ma con lapertura e il
rispetto: mostrando che non c niente da temere. La divergenza di
prospettive si specchia in diversi concetti di nemico. Nel primo testo
questa qualica rischia di estendersi a tutta la non alternativit, nel
secondo la gura dellavversario del tutto assente: tutti gli uomini
sono uguali, nemico del raver, come da manifesto, lignoranza.
,. Conclusioni
I tre testi proposti condividono il contesto ma dieriscono per scopo
e toni. Il manifesto del raver si sviluppa sulla relazione noi-voi, il
destinatario estraneo alla realt alternativa, la sua attenzione cattu-
rata con luso di gure retoriche, il tono mistico e unorganizzazione
interna non lineare. Luso di certi simboli vuole forse incuriosire pi
che comunicare. La convocazione alla manifestazione diretta al noi,
espanso ma contratto dalla rabbia, che sembra far da denominatore
comune per questa molteplicit, oltre che da stimolo alla partecipa-
zione. Stesso destinatario ha lultimo volantino. Un discorso chiaro
e razionale, improntato sullideale di uguaglianza tra gli esseri uma-
ni, base della rivendicazione di legittimit del movimento, stimola
alla consapevolezza e alla non violenza. Queste speculazioni non re-
stituiscono una rappresentazione denita del rave, ma avvicinano a
quella del raver. Sullasse prodotto dalla contrapposizione tra le coppie
protesta-reazione e accettazione-rassegnazione questa gura andrebbe
collocata nel mezzo. La sua identit lalternativa, stimandosi tale in
un mondo di uguali non pretende di imporre la propria utopia ma di
rappresentare la scelta e trasmetterla a chi ne in cerca. Il riuto della
verticalizzazione delle relazioni realizza la protesta nel vivere secondo
s,. Siamo tutti arrabbiati ma sii consapevole del fatto che [. . . ].
z,o Matteo Di Stadio
un sistema di valori prodotto personalmente attraverso scelte con-
sapevoli, nel concepirne la diusione esclusivamente come stimolo
dellesperienza e adesione volontaria.
,.s. Ieri, oggi, domani
Il rave loccasione per celebrare la propria esistenza, riscrivere il
proprio schema cognitivo, proporre un modo di essere. In questo
paragrafo sono considerate due sfumature importanti nella composi-
zione del fenomeno: protesta ed edonismo. Concetti tra loro lontani
nellimmaginario comune, in questo caso si compenetrano no a
rendersi indistinguibili, dando corpo a derive inaspettate.
Kanyar, una crew/label Spiral Tribe esorta a prendere atto della ne
del movimento. Oggi la festa sarebbe luogo comune, devastazione
ambientale, riproduzione degli schemi combattuti, uso barbarico
di sostanze stupefacenti diventate da metodo scopo. Il regno dellas-
surdo. Ricordate le eccezioni, oche speranze di cambiare questa
realt, la soluzione proposta radicale: Dobbiamo spostare la lotta in
nuovi territori, con modi dierenti. Nulla nisce, certamente non la
speranza.
Un approccio diverso proposto dallattivit del Laboratorio ,,-
Alchemica, unassociazione di promozione sociale bolognese legata
al Livello ,,. Nata sul modello di nuclei simili comparsi allestero,
esemplica la pratica di riduzione del danno tradizionalmente con-
trapposta a quella proibizionista favorita dai governi a prescindere
dal colore. Alle attivit di primo soccorso, supporto informativo, allesti-
mento delle zone chill-out, monitoraggio delle sostanze, recentemente,
con lavvio del progetto Manuale del teknuso, si aggiunge quella di
salvaguardia e diusione dei valori originali dellevento. Il primo cor-
tometraggio diuso, con il tono della commedia muta, propone una
scena di spaccio da supermercato. Aizzata dalla perorazione di un
giovane idealista, la piazza insorge contro il distributore. Scopo del
lmato non la demonizzazione della sostanza, (confezionamento, bag,
e posizione, in padella, la identicano come ketamina) che, abbando-
nata sul terreno, nisce in tasca dellentusiasta sobillatore, ma la critica
delle logiche speculative e consumiste.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Non si tratta
di inventare nuovi elementi ma di ricontestualizzare e manipolare
Ravolution z,,
quelli gi esistenti, assemblandoli in modo da accattivarsi lattenzione
e catalizzare le energie verso lobbiettivo. Un simbolo statico non
sostiene la naturale transitoriet della realt e sar inevitabilmente
riassorbito, mercicato, snaturato, privato del senso originario da chi
vuol negarne lesistenza. Forse oggi il rave associato al concetto
di trasgressione pi facilmente che a quello di protesta ma tra i suoi
geni ci sono quelli della rivoluzione delle coscienze, non resta che
alimentare la deriva appropriata.
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Parrt IV
RETI DI PROTESTA
PART IV
PROTEST NETWORKS
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx12
pag. 261286 (giugno 2013)
Proposta teorica e metodologica per lanalisi
semiotica dei movimenti sociali in Internet
Maria Marii
toiisn ririt: Theoretic and Methodological Proposal for the Semiotic Analysis
of Social Movements in Internet.
atsrracr: This paper reviews the relationships between the social net-
works and new technologies in the eld of communication for social
change, within the contemporary public sphere. This mediated space
is deeply modifying the processes of communications: current social
protest movements have largely adapted their practices to technological
changes. Moreover, IT and social networks have often been identied
as the essential factor of the contemporary forms of activism. In order
to understand the inuences between TIC and activism, we propose
a theoretical approach to the discourses done in social networks from
a sociosemiotics frame. The Semiotic method concerning the social
meaning might provide unexplored points of view to the study of the
current social movements, such as the s,M in Spain.
xtworns: s,M; Social Change; Semiotics; Social Networks; Virtual Com-
munities.
. Introduzione
La comunicazione per il cambiamento sociale si sta gradualmente
denendo, nellambito della ricerca scientica internazionale, come
campo disciplinare autonomo, sostituendosi progressivamente alla
? (Winner zosz).
Ci sembra quindi importante sottolineare come le azioni di queste
moltitudini in rete si situino in uno spazio pubblico mediatizzato,
dove i confini fra pubblico e privato sono sempre pi liquidi e dove,
come nel caso di Facebook e Twitter, si configurano nuovi spazi digitali
di scambio (computer, telefoni, tablet). Pensare ai mezzi di comunica-
zione in qualit di strumenti utilizzabili dai movimenti sociali, e quindi
attivabili dal basso, significa elaborare forme narrative e di rappresenta-
zione efficaci che permettano sia la costruzione di organizzazioni, sia
la sedimentazione di tradizioni e strutture (Formenti zosz).
I fenomeni di mediattivismo transnazionale risalgono alla decada
s,-zoo, quando, grazie alla diusione di Internet, emergono pra-
tiche comunicative critiche e alternative che cercano di emanciparsi
dal sistema mediatico tradizionale e conservatore (Miln zooo). Uno
degli esempi di attivismo telefonico (Huckaby zoo, p. ,) risale al
zoos, quando il popolo lippino si ribell ai risultati che sancivano
la rielezione del presidente Jos Estrada e, attraverso lutilizzo degli
sms, venne convocata una protesta di massa. Da allora i casi, come
sappiamo, si sono moltiplicati.
. Intervista di Javier de la Cueva a Lagdon Winner per il progetto collettivo del docu-
mentario s,Mcc, disponibile in rete http://www.youtube.com/watch?v=usHsPRbAXKA
[consultato il s,/ss/zosz].
z,o Marina Mantini
In Spagna, come segnala Snchez (zosz, p. ,,), il potere delle reti
rivela la propria efficacia dal primo messaggio sms psalo [passa]
so
che, i giorni successivi agli attentati terroristici alla stazione ferro-
viaria di Atocha (Madrid), avvenuto lss marzo del zoo, si propag
velocemente e in forma virale fra i cittadini. Dagli sms alla protesta
di massa, il passaggio fu breve e fin per influire incisivamente nelle
elezioni politiche imminenti nelle quali il partito socialista, PSOE,
vinse sul partito conservatore in carica, PP (il cui presidente Jose
Mara Aznar, nonostante le manifestazioni popolari, aveva voluto
fortemente la partecipazione della Spagna alla guerra in Iraq). In
seguito, furono convocate proteste convocate via Twitter e Face-
book: in Moldavia nel zoo (Salerno zoss, p. o); in Tunisia ed Egitto
nel zoss (le primavere arabe) e sempre nel zoss in Spagna con il
movimento s,M che diede vita ai vari movimenti Occupy a livel-
lo mondiale. Tuttavia, le analisi e gli studi effettuati, non si sono
dilungati a riflettere troppo sul passaggio dal follower o amico in
rete, allagente attivo in piazza. Sappiamo che luso delle reti sociali
e di Internet in generale, per quanto riguarda la Spagna, la cui per-
centuale di penetrazione si situa attorno al ,,% della popolazione
(Instituto Nacional de Estadstica zoss; Centro de Investigaciones
Sociolgicas zoss) continua ad essere minoritario, e comunque al di
sotto di quella dei mass media tradizionali, come i quotidiani e le
televisioni (De la Sierra e Mantini zoss, p. ,). Non dobbiamo inoltre
sottovalutare la capacit persuasiva di (dis)informazione di questi
canali tradizionali (Snchez zosz, p. ,,), mentre ai canali alternativi si
esige una dimostrazione quasi costante della veridicit e neutralit
dei contenuti proposti.
Si scritto molto su questi avvenimenti esaltando spesso la capacit
dinamizzante e cadendo nel netdeterminismo, arrivando a quali-
care Internet come weapons of mass construction (Morozov zoss, p.
so. Ricordiamo che normalmente si identificano le rivoluzioni digitali con i personal
computer, mentre sembra essere pi evidente che grazie al processo di convergenza
digitale saranno i cellulari di nuova generazione (smartphones) che giocheranno un ruolo
fondamentale nella diffusione della comunicazione in rete a livello globale, vista laa rapi-
da diffusione e alle conseguenti trasformazioni interattive, incluso nei paesi pi poveri o
in via di sviluppo (cfr. frica. El renacimiento del acceso a la informacin [Africa. La ri-
nascita dellaccesso allinformazione] in http://ipsnoticias.net/print.asp?idnews=sooozs
[consultato il ss/oo/zosz].
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica z,s
zo). E tuttavia non stata evidenziata a sucienza limportanza della
costruzione discorsiva dei soggetti collettivi che diventano comunit
attorno a una protesta o unazione rivendicativa, reale e virtuale che sia
(mentre si sono dedicati umi di inchiostro per denirla, incasellarla,
controllarla). Nessun movimento di protesta, n le primavere arabe
n il s,M, si creato dal nulla: esistono sempre relazioni e interessi
comuni preesistenti, per quanto allinizio possano essere labili o in
potenza. Lelemento rilevante che, grazie alle tecnologie digitali, i
soggetti in rete si siano tuttavia potuti costituire in soggetti politici
presenti nello spazio pubblico, con canali di comunicazione propri,
dotandosi di un certo potere di convocazione e diusione.
Il passaggio da unespressione individuale di dissenso alla costitu-
zione di una soggettivit collettiva passa per unincisivit comunicativa
che diviene peso politico (dalla comunicazione alladvocacy, Servaes,
zoss). Questo cambiamento rilevato per esempio da Salerno (zoss
p. ,), nellanalisi dei tweet pubblicati da Persianwiki durante le pro-
teste in Iran nel zoo. Lutente, in questo caso, passa dalluso della
prima persona singolare, in cui narra le esperienze nel movimento
di protesta (sin dalla partecipazione alla rivoluzione del s,) al noi
(we), cambiando cos la propria funzione enunciativa e il proprio posi-
zionamento. Nel primo caso si costituisce come soggetto collettivo,
portavoce e mediatore di altri interessi collettivi, nel secondo recupera
la propria individualit (anche quando assume la scontta e annuncia
la repressione del regime).
Per iniziare lo studio del passaggio da semplice utente di Internet
a mediattivista e parte attiva di un movimento di protesta, lana-
lisi della costruzione dei soggetti e delle rappresentazioni in rete ci
sembra un buon punto di partenza. Prendiamo ad esempio un caso
vericatosi in concomitanza della commemorazione e celebrazione
del movimento s,M in Spagna (il .:M.,M, dal sz al s, maggio del zosz).
Il meccanismo, ripetutosi anche in altre circostanze
ss
, il seguente:
attraverso procedimenti narrativi usati nel testo di un articolo si tenta
ss. Si veda per esempio la strategia de La Razn (quotidiano conservatore e vicino
al PP, partito di governo) in cui per screditare le proteste studentesche contro i tagli
alleducazione vennero pubblicate in copertina le foto, i nomi e i curriculum dei leader del
movimento http://www.larazon.es/noticia/,,o\Ts\textendashlos\Ts\textendashmalos\
Ts\textendashestudiantes\Ts\textendashagitan\Ts\textendashla\Ts\textendasheducacion
[consultato il s,/ss/zosz].
z,z Marina Mantini
la decostruzione del supposto eroe (in questo caso un noto promotore
per il referendum sullacqua pubblica).
Lesempio rintracciabile nellarticolo chiaramente diamatorio
pubblicato dal quotidiano El Mundo sulla gura di Ladislao Martnez,
uno dei portavoce del movimento di difesa dellacqua pubblica di
Madrid
sz
e attivista del gruppo ecologista Ecologistas en Accin. La dif-
famazione non ebbe successo, ma anzi gener ulteriori dubbi sullim-
parzialit delle informazioni oerte dal giornale in questione, proprio
grazie alloperazione di controinfoirmazione della disinformazione
messa in moto nelle reti sociali in contemporanea alluscita dellartico-
lo sul web, operazione che disattiv immediatamente lintenzionalit
(semiotica) diamatoria della pubblicazione.
A partire dal titolo eloquente Un terrateniente al frente de la marea
azul [un proprietario terriero a capo della marea blu
s,
] al sottotitolo,
ugualmente delatore della manovra (El anticapitalista tiene ncas del
tamao de ., Bernabus) [lanticapitalista possiede dei terreni grandi
come quindici Santiago Bernabeu, lo stadio del Real Madrid, N.d.A.],
El Mundo, cercando di colpire una delle personalit pi visibili del
movimento di protesta, realizz un chiaro intervento discorsivo allo
scopo di boicottare la partecipazione cittadina al referendum popolare
organizzato a Madrid. Non analizzeremo a fondo la costruzione narra-
tiva dellarticolo, ci basti segnalare che la strategia adottata lattacco
alla persona, la decostruzione del soggetto e del suo ruolo (da eroe a
anti-eroe), la rivelazione dellesistenza di una reale identit per gettare
fango sul movimento politico di riferimento. Lerrore de El Mundo
ci sembra chiaro: questa strategia pu essere vincente nei paradigmi
della politica tradizionale, nel caso cio di organizzazioni strutturate
come i partiti politici e identicabili con un leader che personalizza la
collettivit (ricordiamo, a tal proposito, il movimento noglobal che in
Italia, ad esempio, fu identicato con Vittorio Agnoletto o Luca Ca-
sz. Nella Comunidad de Madrid da tempo in atto un tentativo di privatizzazione del
Canal Isabel II, impresa pubblica funzionante e in attivo, appartenente alla regione, che il
governatore locale del PP sta cercando in tutti i modi di portare a termine, nonostante la
decisa opposizione popolare.
s,. In Spagna le azioni in difesa dei beni comuni allinterno del movimento s,M sono
gestite dalle varie commissioni e gruppi di lavoro tematici che si identicano con colori
associati e il nome di marea: la marea verde il movimento in difesa della scuola
pubblica, la marea blu in difesa dellacqua, la marea viola per luguaglianza di genere
ecc.
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica z,,
sarini o a livello internazionale con il francese Jose Bov o pensiamo,
pi recentemente, a Beppe Grillo e al suo movimento Cinque Stelle).
Tale strategia tuttavia non funziona e perde ecacia nel momento
in cui lorganizzazione si rappresenta come soggetto acefalo capace
di evitare personalismi e si struttura in modo orizzontale e autorga-
nizzato, facendo leva su strumenti e linguaggi altrettanto condivisi e
consensuali.
La pratica collettiva delluso delle reti e della comunicazione del
movimento s,Min Spagna infatti riuscita a costruire un discorso auto-
rappresentativo capace di incidere nella realt a partire dalle proprie
pratiche discorsive. Sin dallinizio, luso di un linguaggio simbolico (le
mani alzate per esternare approvazione, evitando di applaudire e in ge-
nerale ladozione di un codice di segni), lidioletto e il funzionamento
assembleare sono stati accettati e condivisi, cos come lapprovazio-
ne delle decisioni collettive stato attivato a partire dal consenso e
non dalla maggioranza. Queste pratiche sono plasmate anche nellu-
so delle reti sociali e in quello dei meccanismi di comunicazione (le
mailing lists, per esempio, sono aperte a tutti). questo il background
comunicativo di riferimento alla base delle reazioni di sdegno e di
contestazione allarticolo de El Mundo, il quale evidentemente non lo
ha tenuto presente, fallendo miseramente.
Tornando al nostro esempio, un professore di scuola superiore resi-
dente in un quartiere popolare di Madrid, proprietario, insieme ad altri
soci, di terreni coltivati a cereale vicino alla cittadina di Cuenca (a circa
due ore dalla capitale), viene trasformato da El Mundo in un latifondista
con un altra vita, quella di milionario speculatore immobiliare (un
cntrico piso de .,, metros cuadrados en una privilegiada zona de Madrid.
Martnez lo compr en plena burbuja inmobiliaria, con el precio de la vivienda
en su pico ms alto y no est gravado con ninguna hipoteca. Es decir, pag la
casa al contado
s
). In questo caso, il gioco semplice: la disinformazio-
ne passa attraverso la decostruzione del personaggio. Fin qui niente di
nuovo: ricordando Eco
s,
, il linguaggio serve principalmente a mentire
e a ricostruire a proprio piacimento la realt.
s. Un appartamento centrico di s, metri quadri in una zona privilegiata di Madrid
[. . . ] Martnez lo compr nel pieno della bolla immobiliaria, con il prezzo pi alto possibile
e senza mutuo. Cio, ha pagato la casa in contanti [N.d.A.].
s,. Eco, U. (ss), Fra menzogna e ironia, Milano: Bompiani.
z, Marina Mantini
Il dato innovativo e sorprendente lo forniscono invece le reti so-
ciali
so
che, grazie a una grande quantit di messaggi e commenti
indignati che denunciano la manovra del quotidiano
s,
, hanno rea-
gito immediatamente al tentativo diamatorio. Il pubblico destinatario
del testo pubblicato (o parte di esso), trasformandosi in soggetto enun-
ciatore, ha disattivato rapidamente lintenzione dellautore originario
apportando, da un lato, testimonianze reali (amici e conoscenti della
persona in questione) e assumendo dallaltro la funzione di mediatore
della notizia, fornendone la cornice interpretativa e svelando linten-
zionalit diamatoria attraverso la denuncia e lanalisi. Questa battaglia
sulla costruzione del signicato del percorso narrativo della storia, si
scatena (e si conclude) in pochissime ore sulle reti sociali e sul web.
interessante segnalare che quello che pi ha indignato la rete,
stando ai commenti, ai post, ai tweet, non stato tanto lo stravolgi-
mento dei fatti o gli insulti alla persona. Lindignazione e lazione di
protesta sono state piuttosto dirette a screditare una persona per aos-
sare un movimento o unazione (il referendum popolare sullacqua in
svolgimento quel giorno) e quindi la strategia enunciativa utilizzata,
dando per scontato da parte de El Mundo che, come nelle organizza-
zioni tradizionali, il movimento di protesta si identicasse in una o
poche persone, in grado di manipolare la massa acritica.
Chiaramente, nel momento storico attuale, le tecnologie della
comunicazione e dellinformazione orono numerose possibilit e
impongono, allo stesso tempo, condizioni dinterazione sconosciute
in precedenza che ci costringono, per tanto, ad arontare rischi e pro-
blemi. E nel momento in cui ci troviamo immersi nei cambiamenti
che risulta pi dicile la comprensione e la visione globale delle tra-
sformazioni in atto. Per poter elaborare delle ipotesi sulle pratiche
comunicative in rete e soprattutto per poter comprendere come si
costruiscano le tematiche rilevanti (gli issues) e quali soggetti arrivino
a costituirsi come soggetti politici nello spazio pubblico, risulta utile e
auspicabile analizzare i discorsi e le narrazioni. In virt di ci, sembra
so. In Twitter, el hashtag #aguademadrid stato trending topic nelle ore successive alla
pubblicazione dellarticolo en http://tweettrendings.com/trending\Ts\textendashtopic/
%z,aguademadrid/s,oo [consultato il s,/ss/zosz].
s,. Qui di seguito si possono leggere alcuni dei commenti apparsi su Twitter: http:
//topsy.com/www.elmundo.es/elmundo/zosz/o,/o/madrid/s,,oszz,z.html [consultato
il s,/ss/zosz].
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica z,,
pertanto fondamentale applicare gli strumenti e la metodologia della
sociosemiotica alle reti sociali digitali.
|. Semiotica, reti digitali e cambiamento sociale
Per analizzare i fenomeni di mobilitazione civile a partire delle reti
sociali digitali ci sembra quindi necessario adottare un punto di vista
socio-semiotico, al di l dellesempio a cui abbiamo appena accennato.
Il quadro teorico di riferimento ci porta a focalizzare le strategie co-
municative e le pratiche semiotiche di appropriazione del senso che
articolano e conformano i processi politici (Montanari zoss). Precisan-
do, tuttavia, che i formati discorsivi utilizzati per indurre allazione,
cio il passaggio dall interattivit allinterazione (Vittadini, in Ma-
netti zoos, p. zo,), non possano essere separati dalle pratiche e dalle
azioni stesse. Come segnala sempre Montanari (zoss) il problema
stabilire giustamente questo tipo di connessioni. Occorre quindi
individuare come si inneschi la miccia che dalla comunicazione in
rete conduce allazione: come una moltitudine di individui fortemente
vincolati al web arrivi a trasformare tali vincolo in una comunit e li
porti, cos facendo, a mobilitarsi in unazione collettiva.
La questione non di mediattivismo (anche se potrebbe essere di
applicazione pratica per prevederlo ed eventualmente facilitarlo); si
tratta piuttosto di come inquadrare lo studio e lanalisi dei processi
di mediatizzazione innescati dal web. Lanalisi della mediatizzazione
viene denita come una dinamica partecipativa dei soggetti sociali
in uno scenario virtuale costituito da ussi mediatici, non ubicabile
quindi secondo coordinate spaziali, dove si acquisiscono risorse co-
gnitive e simboliche per la formazione delle identit e dei modelli
cognitivi, estetici, politici (Peamarn zoos, p. o,). Tale scenario favo-
risce la connessione fra la parola e lazione o, in altri termini, quella
capacit di attivazione potenziata dalluso dei mezzi digitali nei quali
si costruiscono immaginari e forme comuni di rappresentazione. Da
questo punto di vista la comunicazione che passa attraverso computer
o altri dispositivi tecnologici (i cellulari, per esempio), che mediano e
rappresentano lesperienza dellinterazione con laltro, non dierisce
dagli altri mass media. Eppure, dal momento che ogni dispositivo
tecnologico inuisce in un modo specico sulle condizioni, lesperien-
z,o Marina Mantini
za e gli eetti della comunicazione (Peamarn zoos, p. os), nel caso
delle reti digitali, si dovrebbe indagare con attenzione quali siano gli
elementi che caratterizzano queste pratiche comunicative e come si
articolano fra di loro i diversi fattori tecnologici, culturali, semiotici
che vi concorrono.
Attualmente, come abbiamo segnalato, gli studi realizzati che han-
no per oggetto i movimenti sociali contemporanei hanno svelato che
dietro alle cosiddette rivoluzioni di Twitter esistevano comunit
presenziali gi attivate in un lavoro comune
ss
, nelle quali persone reali
hanno usato i propri contatti reali per condividere, diondere, mobili-
tare, ricoprendo e apportando la funzione di mediatori fra le varie
comunit e reti. Grazie a queste reti moltiplicate, i mediatori sono
stati capaci di tradurre le azioni in parole, e le parole in altre parole che,
dalle comunit direttamente coinvolte in una protesta, sono giunte al
resto del mondo connettendo tra loro le distinte semiosfere (Lotman,
ss,). Torniamo quindi al concetto di comunit al quale abbiamo fatto
riferimento, stavolta non come soggetto in s, ma come funzione di
connessione fra soggetti:
manca la concettualizzazione concomitante dello spazio e del sociale, la ricer-
ca delle connessioni fra relazioni sociali, pratiche spaziali, valori e credenze.
Labilit per creare, mantenere, controllare lo spazio [. . . ] ci vincola alle
nozioni di potere e necessariamente a questioni di autorit, dominazione,
sottomissione, ribellione e cooptazione ( Jones zoo,, p. o).
Lo studio di queste connessioni pertanto fondamentale, come
fondamentale sapere come si rappresentino e si discorsivizzino attra-
verso le reti e nello spazio digitale (e secondo quali valori e oggetti
narrativi in gioco). Per cercare quindi di individuare attraverso qua-
li modalit i movimenti sociali e la societ civile abbiano acquisito
un potere comunicativo/mediatico, per impadronirsi della propria
capacit di rappresentazione e di quella autorit interpretativa propria
degli attori istituzionali (le grandi imprese, le istituzioni pubbliche
del governo, i mezzi di comunicazione tradizionali), non tanto im-
portante delimitare e denire una comunit in rete, quanto piuttosto
ss. Per una rassegna recopilativa di questi precedenti, si consiglia la lettura de Le Monde
Diplomatique Capire le primavera arabi, pubblicata da Le Monde Diplomatique/Il
Manifesto (zosz).
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica z,,
analizzare i discorsi dei vari attori attraverso di essa, e cio di come si
dibattano e discutano i temi trattati, i valori, gli obiettivi e le narrazioni
a partire dalle quali si costituiscono (o no) in gruppi o comunit capaci
di imporre il proprio punto di vista, dare visibilit ai temi di interesse
e far ascoltare la propria opinione nellagenda mediatica.
Se guardiamo alle recenti ondate di protesta in Siria, Tunisia o Egit-
to, o nel movimento del s,M in Spagna, o in quello meno mediatico
della Moldavia del zoo (la campagna I am an AntiCommunist)
s
,
risulta chiaro come siano state fondamentali le comunit preesisten-
ti, che si sono raorzate e hanno saputo far convergere la propria
funzione aggregatrice e fomentatrice fra reti reali e virtuali.
Una comunit circoscrivibile in un luogo, il quale include sempre delle
necessit sociali e ambientali. Non si tratta di qualcosa a cui ci si possa
unire, iscriversi a una comunit nello stesso modo in cui ci si iscrive a una
discussione in rete. Deve essere vissuta. interconnessa e contraddittoria in
tutti i nostri sensi (Doheny Farina so, p. ,,).
La questione va posta quindi sul terreno delle ipermediazioni (Sco-
lari zoos), che consentono alle persone di convertirsi personalmente in
mezzi di comunicazione (every person a broadcast, twitteava Mousavi,
noto attivista siriano, in Salerno, zoss), in un lavoro collettivo, in cui
i soggetti individuali si muovono a livello discorsivo, interpretativo e
traduttivo (Salerno zoss, p. z,). Queste interconnessioni viaggiano nel
tempo e si espandono nello spazio: gli indignati spagnoli hanno potu-
to seguire sulla rete
zo
gli avvenimenti in Egitto e in Tunisia, e questi a
loro volta le rivolte in Siria, e in seguito continuano con scambi mutui
delle proprie esperienze e organizzano azioni congiunte. Secondo Car-
los Taibo (zoss), uno dei fattori di successo del s,M stato linfluenza,
sul piano simbolico, del racconto mediatico delle rivoluzioni arabe
insieme alleco delle proteste in Grecia, Portogallo e Islanda.
s. http://www.wired.com/dangerroom/zoo/o/inside\Ts\textendashmoldovas/.
zo. Uninteresante caratteristica delle reti che lo spazio del software, con le uniche
differenze linguistiche, lo stesso, identico, e riproducibile universalmente in tutti i monitor
(cellulari, tablets, computer). E, ancora pi innovativa la dissimulazione dello stesso tempo
fisico, dato che lora pu essere adattata e modificata come si vuole, come per esempio
successe in Iran quando, per creare pi rumore e disturbo ed evitare che si localizzassero i
blogger pi attivi in rete, venne chiesto (e ottenuto) che la comunit mondiale di Twitter
sincronizzasse la propria ora con quella iraniana (Salerno zoss).
z,s Marina Mantini
I portali della rivolta hanno dimostrato infatti la capacit di un
grande lavoro collettivo: per esempio, soggetti che hanno tradotto in
tempo reale i messaggi dallarabo allinglese e che hanno canalizzato
linterpretazione dei fatti (Montanari zoss). Secondo Salerno (zoss, p.
), nel caso dellIran (cos come in Spagna, vedi a questo proposito Fer-
reras Rodrguez zoss), la rete di microblogging Twitter ha funzionato
inequivocabilmente come un asse comunicativo fondamentale attorno
al quale si sono attivati scambi informativi da un numero limitato a uno
sempre crescente di persone. La questione pi interessante a nostro pa-
rere , analizzando i messaggi, ritrovare un doppio livello enunciativo
zs
:
i destinatari (gli enunciatari) sono gli altri soggetti presenti in rete che
funzionano come simulacri per i soggetti al di fuori. Twitter diventa
quindi uno strumento di messa in scena simbolica del conflitto e della
protesta: I messaggi si costruiscono a partire dallesistenza di uno
sguardo esterno che i soggetti traduttori invocano allinterno del con-
flitto (Salerno zoss, p. ). In questesempio ritroviamo la caratteristica
multimediale delle reti digitali: possiamo parlare di sguardo (come
livello di produzione del potere che concerne la appropriazione simbo-
lica e la soggettivizzazione, Abril, zoo,, p. ,,), precisamente perch il
mezzo un testo contemporaneamente verbale e visivo con cui si pu
interagire in tempo quasireale. Sintravede quindi nel cyberspazio la
complessit semiotica dei discorsi che richiedono un approfondimento
teorico in questa direzione.
Diversi autori, come ricordavamo in precedenza, nel corso del
zoss e del zosz si sono avvicinati allo studio dei movimenti sociali
in Internet dal punto di vista della narrazione. Navarro e Matilla
(zoss) hanno applicato uno studio narratologico alle rivoluzioni del
Nordafrica e del Medio Oriente, adottando il modello epistemologico
del rizoma (usato troppo spesso come metafora generica per tutti
gli usi, anche lontani dalle intenzioni degli stessi autori, Deleuze e
Guattari
zz
) per descrivere i formati di testo e contesto in rete. In
zs. Non usiamo questo verbo invano, dal momento che Twitter, pur permettendo lo
scambio (sempre in so battute) privato fra utenti, tanto per il disegno dellinterfaccia, come
per le limitazioni di interazione che pone, sia pi idoneo per condividere il proprio messag-
gio, diffondere o commentare un evento. Al contrario Facebook pi friendly anche per
la terminologia utilizzata, che predispone a uno scambio simile alle mail elettroniche (che
di fatto sta pian piano sostituendo).
zz. Deleuze e Guattari, Mille plateaux, Paris: Editions de minuit, sso.
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica z,
un lavoro precedente abbiamo usato lo stesso concetto, ponendo
laccento sulle possibili linee di fuga e trasformazione provenienti
dalla struttura rizomatica delle egemonie discorsive (Mantini zoo,
p. ssz). Torniamo quindi al punto di partenza della nostra tesi, che
riguarda il potenziale democratizzante delle tecnologie: se non si
uniscono alla capacit di rappresentazione e di costruzione di relazioni
di signicazione, il risultato una riproduzione dei discorsi egemonici
dominanti (Formenti zosz), i quali possono arrivare a raorzarsi grazie
al potere moltiplicatore delle reti e ai limiti inniti del cyberspazio, in
uneco illimitata che parte da un unico centro.
Un elemento fondamentale per potenziare i vincoli esistenti nelle
reti digitali (che funziona quindi come forza agglutinante delle molti-
tudini in rete), , per la capacit di denizione dellidentit, la stessa
estetica tecnologica che si attiva a partire dallinclusione in una comu-
nit di utenti avanzati in un ambiente tecnologico. La comunit hacker,
per esempio, nonostante lindividualismo estremo dei propri soggetti
(dove la logica del migliore, il pi abile, informaticamente parlando,
a predominare), si sostenta su queste graticazioni identitarie, che allo
stesso tempo agiscono in una modalit escludente, favorendo la chiu-
sura di una comunit che potenzia il senso di appartenenza (Formenti
zoos, p. zo). Per questo le posizioni eretiche, non allineate, vengono
castigate con la scomunica e i movimenti sociali, talvolta, sembrano
aver ereditato questi rigidi meccanismi di inclusione/esclusione
z,
. Ana-
lizzando, ad esempio, il movimento politico Cinque Stelle, creato
dal famoso comico Beppe Grillo, Odoardi (zoss, p. o) sottolinea che
il valore principale del soggetto collettivo lazione catalizzatrice del
blog: leuforia (in senso greimasiano
z
) dinteragire attraverso questo
mezzo, la passione che genera il sentimento di comunit. Di fatto,
z,. Si veda per esempio il recente scisma allinterno del movimento s,M, che ha
portato allesclusione del movimento di quei membri (una minoranza) che hanno deciso di
costituirsi in associazione, contrariamente allo spirito del s,M e soprattutto alla decisione
assembleare. Questo posizionamento stato riutato a tal punto da causare una scomunica
di queste personalit eretiche dal movimento. Altra questione sarebbe capire come sia
possibile espellere qualcuno da un gruppo che non si denisce unorganizzazione, senn
unidea o un atteggiamento mentale. . .
z. Greimas, nel ss,, introduce le passioni negli studi semiotici, in quanto categora
timica alla base dei giudizi di valore che determina, sempre dal punto di visa discorsivo,
atteggiamenti positivi (euforici) o negativi (disforici) rispetto a un oggetto di valore del
percorso narrativo del senso.
zso Marina Mantini
quest euforia si raorza con linterazione degli stessi individui in
dierenti piattaforme informatiche (blog, Twitter, Facebook, MeetUp,
Wiki), che moltiplicano le tipologie e le modalit attorno ad uno stes-
so nucleo: lappartenenza al movimento Cinque Stelle. La stessa
strategia viene replicata nelle articolazioni del s,M in Spagna, dove i
soggetti appartengono e si muovono in distinte reti (in questo caso, pi
alternative come Ns, Bambuser, Virtual Pol, Mumble). Ovviamente,
a questo stadio dindagine si tratta di ipotesi che richiedono unanalisi
molto pi estesa e approfondita, ma qui segnaliamo comunque alcuni
elementi che ci sembrano un punto di partenza fondamentale per una
seria riessione semiotica sui movimenti sociali in Internet.
Altre funzioni esercitate dalle reti che raorzano la comunit sono
la capacit di newsmaking, attraverso la quale i soggetti si convertono in
produttori di notizie (nella maggior parte dei casi, diondendo notizie
lette sui giornali tradizionali o nei telegiornali), e favoriscono la loro
remediation (Bolter e Grusin, s). Secondo Dusi e Spaziante (zooo,
pp. ss), una delle tendenze della testualit contemporanea nasce dalla
ripetizione del gusto, condiviso in rete, della destrutturazione testuale
come gioco collettivo di reinterpretazione. Un esempio sono i vari
casi di doppiaggio in chiave umoristica, esistenti in rete di una delle
scene chiave del lm La caduta (Der Untergang
z,
). Nel caso del s,M, si
parodiano per esempio ipotetici discorsi del presidente Mariano Rajoy.
Cercando in rete, e nello specico sulla piattaforma su Youtube
zo
, si
scopre che lo stesso frammento lmico e la stessa tecnica del governo
viene usata in varie lingue e per scopi diversi sin dal zoo.
Come abbiamo ricordato pi volte, adottare la prospettiva so-
ciosemiotica sulluso delle reti sociali da parte dei movimenti di
protesta comporta per evitare di simulare una sociologia delle reti,
perch provocherebbe una strana combinazione di teorie opposte
(Leone zoss, pp. s,). Il nostro punto di vista semiotico va concepito
sempre come un esoimmanentismo critico, dove i vari testi si consi-
derano come una trama testuale da un punto di vista intersoggettivo
(Abril zoo). Pertanto, la focalizzazione semiotica dovr costruire pri-
z,. Film del zoo, diretto da Oliver Hirschbiegel, sugli ultimi momenti di vita di Hitler
zo. Alcuni esempi: http://www.youtube.com/watch?v=sIQZ,_jumnM; http://www.
youtube.com/watch?v=VPocon,OzWg&feature=related; http://www.youtube.com/
watch?v=TgxTrihaowE&feature=related [consultati il s,/ss/zosz].
Proposta teorica e metodologica per lanalisi semiotica zss
ma di tutto una propria teoria della rete, recuperando la soggettivit
degli attori partecipanti e le loro capacit interpretative, cognitive e
aettive (Leone zoo: pp. s,). La semiotica delle reti sociali dovreb-
be quindi trattare contenuti, relazioni e interconnessioni fra pratiche
discorsive.
In questo senso, per applicare il punto di vista interdisciplinare che
abbiamo evocato, la semiotica potrebbe trovare degli utili alleati negli
studi del software (Manovich zoos), cos come nelletica informatica,
approfondendo lanalisi dei valori innestati nel design e nel progetto
degli strumenti che usiamo, le interfacce. Non esiste un design che
non includa un universo di valori (tanto a livello di hardware come
di software), dei preconcetti sulle pratiche comunicative e discorsive
speciche, attraverso le quali si gestisce e dionde il discorso egemo-
nico (Abril zoo, p. s,,). In questo tipo di comunicazione i soggetti
alternano, come abbiamo segnalato, citando Salerno (zoss), le funzioni
di mittente e ricevente nello scambio operativo. Le caratteristiche del
sistema deniranno il quadro dellenunciazione o delle enunciazioni
possibili: la comunicazione pu andare da uno a molti, da molti a
molti, da uno ad uno (peer-to-peer). Da qui lesistenza di diversi gradi
dinterattivit (denita sempre come un simulacro dellinterazione):
dalla pi bassa (per esempio un sito web tradizionale) a una media (un
blog aperto a commenti) a unalta (una wiki che permette la creazione
condivisa di documenti, strutture ecc.). Ci si dovrebbe quindi chiedere
in questo caso come si classichi questa funzione del sistema, quando
a sua volta risultato di un disegno e di una forma mentale di un
ulteriore enunciatore, in un gioco di scatole cinesi no alla creazione
primaria nel linguaggio binario. Da questo punto di vista, come abbia-
mo accennato, Facebook e Twitter sono molto diversi, non solo per il
grado di interattivit permessa, ma per la totalit del sistema di intera-
zione. Dalle funzioni previste, e anche da come si chiamano, derivano
certe conseguenze sul piano etico: in Twitter si pu seguire (to fol-
low) qualcuno senza che la cosa sia reciproca (ma il messaggio privato
permesso solo fra due soggetti che si seguono a vicenda, quindi
sembra primeggiare il valore della reciprocit e delluguaglianza fra
pari). In Facebook gli utenti sono amici e fra i soggetti si instaura
(a meno che ci si costituisca come soggetto pubblico, con pi di ,ooo
contatti) lamicizia come previa allinterazione, che a seconda del gra-
do di apertura e di privacy, pu proibire o permettere linterazione.
zsz Marina Mantini
Uno degli ultimi fenomeni del social network pi famoso del mondo
la pagina personale che diventa diario, richiamando una narrativa,
pur condivisa nella pubblica arena, di tipo intimo e privato
In sintesi, il sistema operativo destinato a una tipologia prede-
nita di lettori-modello le cui caratteristiche e valori sono disegnati
nel medesimo software come parte delle potenzialit del sistema. Il
sistema funziona quindi come un altro enunciatore perch ssa le
regole dellinterazione mediata e gli utenti non possono modicarle,
o possono farlo solo nella misura della essibilit programmata.
Questa traduzione intersemiotica dei concetti di multimedialit e
di interattivit ci ricorda che nelle comunicazioni mediate (come nei
social network) permane un forte disequilibrio a favore del sistema
che media la comunicazione fra gli utenti (Manetti zoos p. zso).
Per concludere, la reinterpretazione di questi concetti dalla teoria
semiotica, pu cambiare la prospettiva dello studio delle reti sociali e
delle moltitudini in rete. Da un lato si allinea alla corrente antitecno-
la o tecnoentusiasta, erede della sociologia della comunicazione e di
una certa teoria cyberpolitica. Dallaltro, ci permette di scavare nei
meccanismi enunciativi che connettono i soggetti con le soggettivit
costruite in rete, andando ad ampliare la ricerca sulle connessioni e i
discorsi che, attivandosi (o no) consentono la creazione della disposi-
zione aettiva di comunit. Tale patrimonio analitico procurerebbe
ai movimenti sociali gli strumenti adatti tanto per resistere, a colpi
di guerrilla semiologica, ai tentativi egemonici o egemonizzanti delle
reti, quanto per usare meglio i propri contenuti e discorsivizzare pi
ecacemente i propri principi di partecipazione, di dialogo e orizzon-
talit, contribuendo cos ad arricchire e ravvivare il campo disciplinare
della comunicazione per il cambio sociale.
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pag. 287302 (giugno 2013)
Il caso Fitna
Performing citizenship e nuove forme del dissenso nel web
Micntit Marrii
toiisn ririt: The Fitna Case: Performing Citizenship and New Forms of Dissent
in the Web.
atsrracr: Person of the year: You.- Time, December z,, zooo. Two
months before Google Inc. had bought YouTube for s,o, billions. Today,
over , billion hours of video are watched each month on YouTube. It is
self-evident that something new and invisible started that day. Probably
the #Occupy Movement is only the rst wave of a larger underground
social change. Starting from this point my article aims to investigate the
complex relation between User Generated Content websites (YouTube,
Facebook, Twitter, ecc.) and the new Forms of Dissent. Obviously an
exhaustive analysis of a wide and complex topic like this requires a
more deep and extensive treatise. However, in this article I only try to
chart a route from the coming of a new technological element like the
hyperlink to the development of new social concepts like participa-
tive culture and performing citizenship. Actually, UGC systems are
not only an easier and faster way to communicate and new forms of
dissent are not new only because of it. UGC websites constitute the
environment for the surfacing of dierent sets of practices, strategies
and maybe life forms. Between mass-media and UGC systems occurs a
fundamental change in relations of production. The new actor on the
scene, the prosumer, is a subject who daily produces and consumes digi-
tal goods for free. In order to detect some key points of this new frame
of performativity and to dene what kind of we can be created by the
connection of a lot of you, I start dening the actorial position of the
subject inside both systems and then I proceed to analyze a specic call
for media activism in the context of the Fitna controversy.
xtworns: YouTube; prosumer; UGC; citizenship; Fitna.
zs,
zss Michele Martini
. Introduzione
Nelle mani di un videoattivista, una telecamera diviene una potente
arma politica per contrastare la violenza della polizia; un sistema di
montaggio si trasforma in un mezzo per ssare unagenda politica
e un videoproiettore un meccanismo per sensibilizzare lopinione
pubblica
s
.
Negli anni o, come ci racconta Thomas Harding, essere un vi-
deomaker contro signicava coprire mediaticamente tutte quelle
manifestazioni di dissenso che i mass media ignoravano in maniera si-
stematica. Il rischio di essere picchiati, arrestati o di vedersi sequestrare
dalle forze dellordine il materiale girato con tanta fatica era allordi-
ne del giorno. La sedimentazione di queste esperienze cominci a
creare, a partire dai primi anni ottanta, quellhumus di disobbedienza
mediatica che avrebbe poi portato alla nascita di progetti come Indy-
media
z
e Undercurrents
,
. Se tuttavia quindici anni fa la produzione e
distribuzione di materiale audiovisivo alternativo si collocava ancora
allinterno di una dimensione semi-professionale, in vario modo le-
gata al sistema dei media tradizionali
. Secondo Leoni-
das Vorunelis, ricercatore greco in Antropologia presso la Southern
Illinois University,
throwing food is a symbol that can capture the notion not only of disrespect
but of a failure of Greekness on the part of the government. It is as if the
protestors are attempting to cover the politicians in Greekness to remind
them of their Greek identity (zosz).
Le vittime dello yaourtoma vengono colpite perch considerate
sostenitrici e rappresentanti di politiche e ideologie ritenute estranee
alla cultura ellenica e al tentativo di favorire il benessere del popolo
greco. Oltre alla pubblica umiliazione, quindi, vi lintento simbolico
di ricordar loro la propria identit investendole, appunto, del valore
di Grecit che lo yogurt chiamato a incarnare.
Il forte contrasto tra lutilizzo di questo prodotto come alimento
attivit tipicamente greca e caratterizzata da valori quali la con-
divisione e lo scambio e il suo impiego in qualit di strumento di
umiliazione e protesta, inoltre, sembrerebbe riettere il profondo di-
vario tra due opposte visioni della Grecia stessa: da una parte, quella
dei promotori della protesta, incarnazioni dellamore per la patria natia
e nei confronti dei propri concittadini; dallaltra, quella del governo
e della polizia, macchiata invece da individualismo, corruzione e
assenza di Grecit.
molto interessante notare come, di fatto, il valore inscritto nel-
loggetto si trasformi: lo yogurt non viene utilizzato come alimento,
n come prodotto tipico tout court, bens come strumento del dissen-
so, che colpisce, marchiandolo, loggetto della protesta. Lattivista,
in denitiva, si comporta come vero e proprio bricoleur (cfr Floch
s,) in grado di declinare variamente ci che trova intorno a s.
Il senso dello yogurt greco, cos come quello dellOpinel analizzato
. Pur essendo distinte, infatti, ragioni materiali e simboliche contribuiscono
entrambe alla costruzione della pratica di protesta e non possono pertanto essere separate
e gerarchizzate le une rispetto alle altre.
Per una semiotica della protesta alimentare ,,
da Floch (ibidem), non sembrerebbe quindi esaurirsi nella dicotomia
forma/funzione:
la funzione a seguire la forma; o meglio: sono le componenti gurativa
e tassica a determinare le diverse dimensioni funzionali (pratica, utopica,
estetica) del[lo yogurt], a produrre cio quelluniverso di senso entro cui si
delinea la gura di un Consumatore Modello: il mitico bricoleur (Marrone e
Landowski zooz, p. sz).
Sorta di Antieroe (Propp szs) da colpire, loggetto della protesta
viene marchiato
,
con lalimento prescelto, il quale viene in questo
modo elevato a segno identitario, richiamando la particolare sfera
valoriale in cui iscritto.
Come accennato in apertura del paragrafo, in eetti, la stretta
relazione tra cibo, identit e politica si estende ben al di l del contesto
greco: le uova marce, simbolo di un sistema politico corrotto e ormai
non pi buono da mangiare e quindi nemmeno da pensare (cfr
Lvi-Strauss soz), sono spesso impiegate in Italia e altri paesi per
le manifestazioni di protesta contro la pubblica amministrazione e
le istituzioni statali; la famosa American pie lanciata contro i politici
statunitensi simbolo del tentativo di colpirli con lAmericanit che
sono accusati di aver perso; e cos via.
Se, dal punto di vista materiale, si tratta in genere di prodotti poco
costosi, in grado di lasciare delle macchie evidenti (visibili) su coloro
che colpiscono, senza per arrecare danni seri alla loro salute, dal
punto di vista simbolico, gli alimenti impiegati nelle manifestazioni
di dissenso sembrano essere utilizzati non solo per denunciare deter-
minati problemi e marchiare i loro responsabili, bens in quanto
simboli identitari portatori di precisi signicati. Ancor prima di esse-
re buono da mangiare, dunque, il cibo sembra essere chiamato in
causa proprio per il legame che intrattiene con la dimensione del
pensare, ovvero per gli investimenti valoriali che di volta in volta lo
caratterizzano.
,. Il riferimento , nuovamente, alla teoria proppiana e, in particolare, alla funzione
denominata marchiatura (cfr Propp szs).
,oo Simona Stano
,. Dal cibo come corpo del dissenso al corpo come cibo del
dissenso
Le gg. s e z mostrano due fotograe scattate in occasione di alcune
recenti manifestazioni degli attivisti di AnimaNaturalis in Spagna: lo
scorso dicembre, alcuni militanti della Organizacin Iberoamericana por
la Defensa de Todos los Animales hanno organizzato diverse iniziative a
Palma di Maiorca, Valencia e Barcellona, allestendo alcune scenograe
dallaspetto signicativo.
Figura . Attivisti di AnimaNaturalis, Palma de Maiorca ( Gearpress)
Nel primo caso (g. s), in mezzo a un tavolo attorniato da quattro
convitati in abiti eleganti, il cui sguardo mesto sembrava perdersi
nel vuoto, era presente un unico piatto da consumare: carne umana.
Con le posate in mano, gli attivisti di AnimaNaturalis si muovevano
lentamente simulando un pasto la cui unica pietanza era un essere
umano privato dei vestiti, mentre sullo sfondo campeggiava lo slogan
Cuanta crueldad eres capaz de tragar? (letteralmente, quanta crudelt
sei capace di ingoiare?, TdA).
Nella seconda immagine (g. z), una piazza del capoluogo catalano
dominata da un enorme piatto contenente il corpo nudo di una gio-
vane donna, intorno alla quale compaiono della verza e altre verdure
giganti, insieme a un coltello e una forchetta di dimensioni notevoli.
Per una semiotica della protesta alimentare ,os
Figura z. Attivista di AnimaNaturalis, Barcellona ( Gearpress)
quindi lo stesso corpo umano a divenire ora, provocatoriamente,
lalimento simbolico al centro della manifestazione di protesta: la me-
tafora del cannibalismo veicola lidea della crudelt insita nel consumo
di carne animale e liperbole (le dimensioni del piatto nellultimo caso
descritto, leccessiva e anomala lentezza dei movimenti nel primo)
concorre a rimarcare tale messaggio, cercando di attirare lattenzione
dei passanti.
Molto interessante, inoltre, lelemento della nudit: simulacri
di una cultura fondata sulla violenza, gli indumenti scompaiono per
lasciar trasparire la natura del corpo umano, esplicitando in questo
modo lidea della vicinanza tra vita umana e animale.
Una scelta che risulta essere tipica di questo tipo di messaggio,
come dimostrano le gg. , e , facenti parte della campagna Revolucin
Animal, promossa dalla stessa associazione cui si devono le iniziative
appena descritte.
,oz Simona Stano
Figura ,. Campagna Revolucin Animal, AnimaNaturalis ( AnimaNaturalis)
Figura |. Campagna Revolucin Animal, AnimaNaturalis ( AnimaNaturalis)
Per una semiotica della protesta alimentare ,o,
In queste immagini Rubn Albarrn, musicista del gruppo rock
messicano Caf Tacuba, il testimonial di AnimaNaturalis insieme a
diverse mascotte dallaspetto interessante: il maiale nel primo caso,
insieme alla scimmia, la vacca e il coniglio nel secondo, assume una
posizione innaturale, poggiando su due zampe invece che su quat-
tro. Ne risulta un forte eetto di antropomorzzazione degli animali
ragurati, che possono in questo modo farsi portavoce, insieme al
cantante, del messaggio verbale di protesta dellassociazione, dando
espressione nel primo caso alla voce della propria specie (.oe millones
de animales se matan diariamente para convertirlos en comida. Cambia
tu dieta. No me comas, soo milioni di animali vengono uccisi quoti-
dianamente per essere trasformati in cibo. Cambia la tua dieta. Non
mangiarmi, TdA) e nel secondo addirittura a quella delluomo che,
spogliandosi della cultura, mostra con la propria nudit la natura che
lo accomuna agli altri protagonisti della scena ragurata e rma in
prima persona lappello lanciato: Deende a millones de animales. Esta es
la verdadera revolucin (Difendi milioni di animali. Questa la vera
rivoluzione, TdA).
Una natura che, nondimeno, continua a portare su di s i segni
della cultura con cui viene a contatto: sebbene scompaiano gli indu-
menti, rimane la mano a coprire i genitali delluomo, con un chiaro
rimando, da un lato, al peccato originale (legato allaver mangiato ci
che non era lecito mangiare) e alla conseguente vergogna provata nel
mostrarsi nudi (nellapparire per ci che si ) e, dallaltro, alla necessit
di mascherare in qualche modo la propria natura animale, quasi a
voler marcare la dierenza rispetto agli altri personaggi ragurati. Ne
deriva una forte insistenza sullidea di responsabilit delluomo, essere
per natura vicino agli animali di cui si ciba (e, quindi, macchiato da un
peccato che non gli permette di mostrarsi per ci che , nella propria
nudit) ma per cultura diverso da loro, in quanto responsabile delle
scelte che compie e che su di essi hanno forti ripercussioni e,
quindi, unico soggetto in grado di cambiare la situazione, aderendo
alla Rivoluzione Animale, come esplicitato dallembrayage enuncia-
zionale della seconda immagine, che chiama direttamente in causa il
destinatario: Io non mangio, non uso, n maltratto animali, e tu? (Yo
no como, no uso, ni maltrato animales, y t?
o
, TdA).
o. Corsivo mio.
,o Simona Stano
Vi quindi una forte problematizzazione della dicotomia natura
vs cultura, strettamente connessa alla corporeit
,
: simili forme di
protesta sono interessanti anche, e forse soprattutto, perch in-
tervenendo sul corpo e utilizzandolo come mezzo di espressione
mettono in discussione tale opposizione, non dandola per consolidata,
ma facendola emergere come eetto di senso. Non vi sono, come si
visto, una natura e una cultura. Al contrario, esse vengono di volta in
volta ricostruite nei testi in particolar modo mediante la messa in
scena del corpo, il quale funge da luogo di trasformazione dei diversi
regimi di senso e, a partire dalla sua presenza, costruisce i disposi-
tivi di signicazione e comunicazione (Contreras Lorenzini zoos,
pp. -,) delle pratiche che lo riguardano e, insieme, assiologizzate
positivamente o negativamente.
|. Conclusioni
Sono state n qui ripercorse le principali forme di impiego del cibo
come strumento di espressione del dissenso, dallo sciopero della fame
al lancio di alimenti, no allutilizzo del corpo umano come metafora
della vicinanza tra uomo e animali e della violenza legata al consumo,
per scopi alimentari, dei secondi da parte del primo. Rispetto a ognuna
di queste pratiche, si cercato di mettere in evidenza non solo le
caratteristiche principali e le motivazioni legate al piano materiale, ma
anche e soprattutto limportanza della dimensione simbolica.
Al di l delle propriet nutritive e dietetiche che li caratterizzano,
gli alimenti signicano innanzitutto per gli investimenti valoriali che
di volta in volta li riguardano: riutato per portare avanti una protesta i
cui segni colpiscono violentemente il corpo, no a privarlo della vita,
utilizzato per schernire e ri-coprire di identit nazionale e culturale
coloro che sembrano averla persa o, ancora, richiamato in quanto
metafora della vicinanza tra natura umana e animale, il cibo sembra
spingersi ben al l del proprio ne specico (lalimentazione), struttu-
randosi come un comportamento [. . . ] che sostituisce, riassume o
segnala altri comportamenti (Barthes sos, p. o).
,. Nudit, postura, ecc.
Per una semiotica della protesta alimentare ,o,
Cosa si pu dire, in denitiva, della protesta alimentare? Oltre ai
segni, le pratiche e i discorsi che ne caratterizzano le diverse manife-
stazioni concrete, quali sono gli eetti di senso che essa produce? E in
quale modo esprime il dissenso di chi la mette in pratica?
Molto signicativa, come emerso in procedenza, innanzitutto la
contrapposizione tra natura e cultura. I condizionamenti sulla prima da
parte della seconda sono in eetti di primaria importanza in relazione
al rapporto tra alimentazione e protesta: nel caso dello sciopero della
fame, lastinenza dallalimentazione un modo per sottoporre la
natura umana a determinati dettami culturali (il dissenso, appunto), i
cui eetti si manifestano sul corpo; nello yaourtoma, cos come nelle
altre forme di protesta implicanti il lancio di cibo nei confronti di
determinati personaggi o enti pubblici, la natura degli alimenti
investita di particolari valori culturali e identitari; nelle iniziative di
AnimaNaturalis e in tutte quelle pratiche destinate a sensibilizzare
lopinione pubblica sul consumo di carne, inne, si fa leva proprio
sulla natura per rimandare alla vicinanza tra animali ed esseri umani,
mentre la cultura gioca il duplice ruolo di elemento che, da una parte,
rimanda alla crudelt umana e, dallaltra, essendo proprio un carattere
distintivo delluomo, suscettibile di innescare le sue possibilit di
riscatto (aderendo, appunto, alla rivoluzione promossa da simili
messaggi).
Emerge, da quanto detto, la centralit gi messa in evidenza in
precedenza di un altro elemento: la corporeit. Indebolito, portato
al deperimento, spogliato e mostrato nella sua nudit o, ancora, mac-
chiato, colpito con i valori che il cibo rappresenta, il corpo sempre
al centro della manifestazione del dissenso, e permette di rendere
visibili i suoi eetti, intervenendo su opposizioni semantiche quali
privato vs pubblico, individuale vs collettivo, celato vs mani-
festo e natura vs cultura. Testimone
s
della protesta alimentare,
esso rappresenta dunque la supercie su cui si manifestano i suoi
eetti, rendendola possibile proprio nella misura in cui le conferisce
visibilit
.
evidente, a questo punto, la complessa sfera semantica entro cui
si inserisce la protesta alimentare, cos come le interessanti implica-
s. Il riferimento alletimologia del termine protestare, menzionata in apertura.
. Cfr la denizione di protesta proposta in apertura.
,oo Simona Stano
zioni che essa comporta, nonch la stretta correlazione che la lega
indissolubilmente alla dimensione corporea.
Mezzo altrettanto potente e utilizzato quanto altri linguaggi, come
larte o i mass media, luniverso alimentare rappresenta dunque un
vero e proprio codice estremamente articolato e variegato al suo
interno, come si visto di espressione della protesta. Un codice
o, meglio, un insieme di codici che, seppur nella variet dei
segni e dei sottocodici che lo compongono, lascia intravedere un
unico principio di fondo: che lo si voglia mangiare, riutare, lanciare
o anche solo richiamare metaforicamente, il cibo non pu essere
denito come il semplice insieme di ci che edibile. Prima ancora
di essere uno strumento di alimentazione del corpo, esso costituisce
infatti nutrimento per la mente e le sue battaglie. E, in quanto
tale, non pu non essere, innanzi tutto, buono da pensare.
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pag. 369383 (giugno 2013)
Le mura parlanti
Note sulla carica semiotica delle cinte urbane
come espressione di dissenso
Ciaunia Marona
toiisn ririt: Talking Walls. Notes on the Semiotic Potential of Urban Walls as
Expression of Dissent.
atsrracr: Protest can be communicated also through architectural ex-
pression, which can be articulated in a system of text and signs. The
fortied systems are manifestation of this phenomena and this paper
starts from the assumption that the dissent can be stated also through
actions on the built lexicon. The present study has three aims. Firstly,
this contribution wants to propose, discussing the present state of the art,
a dierent method for the semiotic of architecture; secondly, we want
to suggest a synthetic repertoire of meanings connected to the notion of
protest in the theory of architecture, starting from the Vitruvian treatise.
Then, we want to propose a selection of cases of projection of dissent
on built structures, trying to focus on the processes that allowed reading
the conict on the built architectural patrimony.
xtworns: Protest; Semiotics of Architecture; Fortications; Caucasus; Semi-
otics of Space.
Il lessema dissenso percorso da una tensione tra dierenti concetti,
che emergono chiaramente osservando la denizione dizionariale.
Secondo lo Zingarelli (zoso, p.,zs) infatti, il termine si articola in due
aspetti; una parte che potremmo denire passiva (mancanza di accor-
do, di consenso) e una connotazione attiva (situazione di conitto, e
di conseguente distacco, nei confronti delle linee uciali di una Chie-
sa, un partito, un regime politico totalitario e simili). Mentre la prima
accezione non implica, almeno apparentemente, una o pi azioni, ma
si limita a unassenza dintesa, la seconda, conitto indica una con-
trapposizione manifesta o latente, cos come uno scontro armato,
,o
,,o Claudia Matoda
combattimento (zoso, p. ,z,). Il signicato marcato tramite dizionario
permette di circoscrivere un primo concetto; lespressione del dissi-
dente ha lo stesso valore del sentimento provato. Se lopposizione non
manifestata, allora non pu essere classicata come dissenso. Tra gli
strumenti per dichiarare il proprio contrasto, larchitettura occupa un
posto di rilievo; si pu dire tuttavia che esistano delle tipologie semio-
tiche abbinate al costruito, codicate come meccanismi di espressione
del dissenso? In altre parole, se il dissenso rappresentato anche da
atti sulledicato, possibile impostare un repertorio di procedimenti
sullarchitettura che codichino questo sentimento?
. Alcune note metodologiche: puro visibilismo o iconologia per
una semiotica dellarchitettura?
Preliminarmente alla riessione sul tema del dissenso, non pare super-
uo analizzare gli strumenti utilizzati per una lettura semiotica della
storia dellarchitettura, per vericarne la congruenza con le nalit
dellindagine ed eventualmente revisionarne lapplicazione. Soltanto
pochi anni fa, Carlos Mart Ars si esprimeva severamente sulla possi-
bilit di applicazione del metodo semiotico nello studio del costruito
(Mart Ars so, p. -soo):
Un fenomeno comunicativo non pu essere oggetto dinterpretazione ma,
solo e semplicemente, di decodicazione. [. . . ] Ogni fenomeno sociale ha
in s, spesso allo stato latente, numerosi livelli di signicato e pertanto pu
essere studiato e interpretato da questo punto di vista. Ma quando si parla
di una semiotica della moda, dello spettacolo, dei costumi, si presuppone
una condizione comunicativa di questi fenomeni senza peraltro dimostrarla
in alcun modo. Lo stesso problema si presenta per larchitettura. Nessuna
delle condizioni sopra menzionate (intenzione comunicativa e carattere
inequivocabile del messaggio) si verica nel fatto architettonico. Se dunque
larchitettura non si propone di trasmettere un messaggio, che senso ha
continuare ad analizzarla dal punto di vista della comunicazione?
La domanda proposta da Mart Ars colpisce come una stilettata e,
come tale, non pu essere ignorata. Per rispondere occorre dimostrare
che i meccanismi dellarchitettura sono latori di messaggi codicati,
che il progetto messaggio e il costruito un modo di espressione del-
luomo soggetto a regole espressive e di signicato: sda impegnativa.
Le mura parlanti ,,s
La nostra argomentazione si articola qui in tre punti: le diverse possi-
bilit di rapporto tra semiotica e architettura a oggi presenti; lanalisi
dellapproccio semiotico prevalente tra gli storici dellarchitettura; la
proposta sintetica di una revisione metodologica.
s.s.
La possibilit di usare la semiotica come strumento per lo studio del
costruito e della progettazione fu dibattuta per la prima volta negli
anni Settanta; ancora oggi il numero z (s,,) di Casabella rimane
un riferimento essenziale; progettisti, storici e semiologi discussero
direzioni operative per la ricerca. Guardando proprio a questa pubbli-
cazione, possiamo notare come si siano creati dierenti loni di lavoro,
dalle diverse fortune. In primo luogo, la semiotica venne usata nella (e
per la) progettazione (Gregotti, s,,). Destinata a spegnersi in pochi
decennia, producendo sia tentativi critico-progettuali e rigorosi che
sperimentazioni non signicative, rappresent tuttavia un momento
dinizio per una vivace generazione di architetti/critici dellarchitet-
tura. Secondo approccio fu quello legato alla critica dellarchitettura
e citt contemporanea (Calabrese s,,, Volli s,,, Tafuri s,,, De
Rossi sss. Lo studio semiotico del fenomeno urbano rappresenta
un lone dindagine interessante e promettente, in grado di produr-
re una notevole letteratura e un confronto accademico continuo e
stimolante (Volli zooo, Marrone e Pezzini zooo, Marrone e Pezzini
zoos, Leone zoo, Marrone zoo). La terza applicazione fu allo studio
dellarchitettura storica, attraverso unindagine di senso sulledicato
e sui meccanismi di connessione della realt costruita; si vericarono
tentativi episodici, ma i particolarismi dellapproccio portarono allo
stallo su alcuni edici celebri, atrozzando limpostazione generale
dello studio, come previsto (Calabrese s,,, p.z):
come credere che si possa desumere la nuova lingua italiana analizzando i
vincitori degli ultimi premi letterari. In sostanza, cio, continuando ad avere
occhi solo per i monumenti.
,,z Claudia Matoda
s.z.
La prima proposta organica e procedurale per lutilizzo della semiotica
nello studio della storia costruita di Renato de Fusco; in Segni, storia
e progetto dellarchitettura (s,,), lo studioso propone unipotesi di
studio che unisce le considerazioni sulla linguistica di De Saussure
a una lettura puro visibilista di stampo edleriano. Egli motiva la
propria scelta metodologica con la vicinanza dimpostazione dei due
intellettuali. Lanalogia maggiore si riscontra nel legame linguaggio-
realt (De Fusco s,,, p.s,):
Infatti, Fiedler scrive: Nel linguaggio noi non possediamo unespressione
della realt, ma una forma di essa; analogamente de Saussure aerma:
la lingua una forma e non una sostanza. Non ci si compenetrer mai
abbastanza di questa verit, perch tutti gli errori della nostra terminologia,
tutti i modi scorretti di designare le cose della lingua provengono dalla
supposizione involontaria che vi sia una sostanza nel fenomeno linguistico.
La scelta di abbinare la semiotica al puro visibilismo (e di conse-
guenza alla Raumsthetik lippsiana, che collega la potenzialit dina-
mica delle forme alla stimolazione di riessi) ha portato De Fusco al
riconoscimento del signicato come spazio interno mentre il signi-
cante come spazio esterno (ripreso anche in: De Fusco zoso, p.,s-,,).
Queste due denizioni sono esplicitamente connesse alle teorie sch-
marsowiane tardo-ottocentesche, che vedevano nella spazialit interna
la caratteristica fondante larchitettura. La strategia proposta da De
Fusco mira a trovare ununit minima di architettura a denire di un
sistema di segni e sottosegni; dal punto di vista operativo, si concretizza
nella lettura di edici eccezionali (ad esempio la Rotonda di Palladio o il
Tempietto bramantesco di San Pietro in Montorio) considerati quindi,
in funzione della propria unicit, signicanti. Unimpostazione simile,
come gi osservato da Eco (s,s), si presenta certamente interessante
ma troppo limitata rispetto a un problema semiotico che mira alla
comprensione di sistemi pi ampi e generali di creazione del senso.
Risposte in questo senso sono date dalle inquietudini metodologiche
evidenziate da Claudio Tiberi (zoss) e risolte seguendo un criterio
basato sullutilizzo da Hammad (zoo, e zoos) per gli ambienti della
cerimonia del the in Giappone, portano a immaginare possibili nuovi
Le mura parlanti ,,,
esiti per lo studio semiotico dellarchitettura, cos come lapproccio
proposto da Rnier (zoos).
s.,.
Riteniamo che sia tuttavia necessaria una revisione dellipotesi me-
todologica, associando a una matrice saussuriana unimpostazione
di lettura delledicio di stampo iconologico. Perch? La causa da
cercare nella velocit e nei ussi di dati analizzabili nei due dierenti
metodi; analogamente alla necessit di avere due ruote che si muova-
no alla stessa velocit per consentire di non girare in tondo, subendo
la dierenza di ritmo di uno dei due strumenti di locomozione,
allo stesso modo giudichiamo potenzialmente vincolante la spropor-
zione tra una disciplina basata sulla fattualit e generalmente su una
visione puntuale come il puro visibilismo e la semiotica, legata allin-
dividuazione e interpretazione dei meccanismi ripetuti di creazione
del senso. Liconologia rappresenta invece, per la sua natura seriale e
continua di usso, uno strumento di velocit comparabile a quella
della semiotica; liconologo, attraverso la ricostruzione dellesisten-
za precedente di unimmagine, dimostra la necessit di una serie
con signicati storico-allegorici (Argan s,,). Liconologia panofskiana
ricostruisce la tradizione dellimmagine, raccogliendone il maggior
numero possibile e ricostruendo lo sviluppo, la continuazione (e di
conseguenza la frattura) della tradizione di unimmagine; in questo
senso si pu guardare, per quanto riguarda analoghe riessioni ma
nellambito della storia dellarte, al lavoro di Ernst Gombrich. Come
rilevato da Brandi (so,, p. zo) il punto di partenza fondamentale per
impiantare unanalisi strutturale di tipo linguistico di individuare il
discontinuo, i segmenti in cui scomporre un continuum. Lapplicabili-
t del metodo iconologico allarchitettura non deve essere dimostrata;
gli ottimi risultati ottenuti da Rudolf Wittkower (soprattutto s,s, s,s)
e Richard Krautheimer (sz, so,) rappresentano una solida base di
partenza metodologica.
Occorre evidenziare come appaia necessario mantenere sempre
a margine il discorso riguardante il tipo nellimpostazione di uno
studio semiotico dellarchitettura. Il tipo, come denito da Argan
(soo), frutto di un procedimento riduttivo su una serie di variabili
formali, mentre la semiotica trova linfa nella molteplicit e nella ric-
,, Claudia Matoda
chezza. Certamente se si comparasse, leggendola come una pratica
di signicazione, la transizione da una serie di esemplari alla forma
tipo devitalizzata, si potrebbe ragionare su forme semanticamen-
te interessanti. Le idee su principi e regole alla base del processo
di progettazione, presentate da Grassi (so,) e proseguiti da Mart
Ars (so) mostrano una progressione notevole; tuttavia se, come
riconosciuto da Mart Ars, il tipo una struttura della forma capace
di sviluppi molteplici e non un semplice meccanismo di riproduzione e
come tale si considera la forma una struttura della mente e portatrice
di senso (so, p.ss), pare legittimo includere il tipo tra i molteplici
aspetti da considerare nello studio della costruzione del senso. Tra
i dierenti elementi, per, esso non lunico e certamente non il
prevalente. Analogamente a quanto evidenziato da Hammad (zoo,), si
crede quindi che sia possibile riconoscere un meccanismo semiotico
di trasmissione comunicativa e che si possa raggiungere un certo gra-
do di generalizzazione di elementi comuni, impostando per a monte
una revisione degli assunti generalmente alla base della semiotica
dellarchitettura. Applicabilit del metodo iconologico al costruito
e contestuale associabilit delliconologia alla semiologia: queste ri-
teniamo siano le basi per la creazione di un nuovo asse di studio di
semiotica dellarchitettura.
s..
Unaltra nota a margine pare necessaria. Come visto, Mart Ars usa
la moda come termine di paragone per dimostrare limpossibilit (o
linutilit) di lettura semiotica dellarchitettura. Sembra signicativo
che lautore citi la moda come campo in cui non sia dimostrata in
modo plausibile la presenza di una condizione comunicativa; gli stu-
di di Barthes (so,), ripresi ecacemente da Marrone (zoos), hanno
dimostrato con forza come la moda sia suscettibile di essere studiata
come un fenomeno comunicativo. Barthes rileva come non sia que-
stione di studiare una gonna, un abito o un paio di pantaloni, ma gli
accostamenti, lutilizzo di oggetti per la trasmissione di messaggi. Si
potrebbe dire che no ad oggi lapproccio prevalente sia stato quel-
lo di studiare ledicio come gonna; lapproccio attuale deve mirare
alla lettura degli accostamenti, alla visione pi ampia della serie e
del contesto, mantenendo per lattenzione anche sulledicio e non
Le mura parlanti ,,,
solo sulla citt. Ritorniamo alla domanda: Se dunque larchitettura
non si propone di trasmettere un messaggio, che senso ha continuare
ad analizzarla dal punto di vista della comunicazione?. Gombrich
scrisse che larte un sistema che ha un senso sempre o non lha
mai; parafrasando questo concetto, si ritiene che larchitettura sia un
sistema che ha un messaggio sempre o non lha mai. Punto essenziale
ancora comprendere dove esattamente e come si debba cercare il
messaggio.
z. Le tipologie semiotiche del dissenso. Il caso delle mura urbiche
Si evidenziato come il dissenso debba essere espresso verso un
soggetto generalmente uciale (singolare o collettivo) e riconoscibile.
Il luogo del potere la citt; questultima modellata, regolata e
disegnata dallautorit, che crea un assetto in modo semioticamente
studiabile, come rilevato da Marrone (zoso). In questo panorama, le
mura dal tracciamento, alla manutenzione, allo smantellamento
assumono un valore particolare; sono uno degli strumenti privilegiati
attraverso cui il potere esprime se stesso e verso cui, quindi, ci saranno
presumibilmente atti di dissenso.
Nel suo lm La leggenda della fortezza di Suram (ss), il regista
Sergei Parajanov presenta un racconto della tradizione georgiana. Il
costruttore Durmishkhan, promesso sposo di Vardo, abbandona pa-
tria e danzata per cercare fortuna ma nisce per convertirsi allIslam,
sposare unaltra donna e avere un glio da lei (emblema pertanto
delluomo che ha abbandonato identit e religione per disattenzione e
convenienza economica), mentre Vardo diventa unindovina. Il tempo
passa e la Georgia bagratide deve fronteggiare la pressione musulma-
na; la fortezza di Suram, pensata come roccaforte del regno continua
a crollare. Vardo, pensando a una maledizione, richiede il sacricio
di un giovane per saziare la fortezza ed proprio Zurab, glio di
Durmishkhan, a essere sacricato e murato vivo nelle forticazioni,
per evitare che londa musulmana (e quindi anche il padre convertito)
conquisti il regno cristiano di Georgia. Questa leggenda permette di
capire un primo punto importante: la cinta muraria, la difesa lem-
blema del potere, tanto da poter sacricare il benessere del singolo
per la salute dellautorit.
,,o Claudia Matoda
La trattatistica ci fornisce uno spunto interessante per quanto riguar-
da il significato. Si sceglie di guardare, in questa sede, unicamente a
Vitruvio per due motivi; egli senza dubbio il trattatista ad aver dedica-
to maggiore attenzione alla cinta urbica che, nellavanzare della storia
della citt, trattata in modo sempre pi marginale in favore di descri-
zioni di sistemi difensivi pi puntuali, in accordo con levoluzione delle
tecniche di assalto e assedio. In secondo luogo, come gi evidenziato
da Lefebvre (s,, pp. zo-z,o), la lettura vitruviana possiede in s tutti
gli elementi del codice e struttura in maniera unitaria la realizzazione
della citt come espressione di vita sociale e contesto spaziale. Attra-
verso una rapida disamina del De Architectura (Libro I, VII-X), si pu
individuare un triplice asse di senso legato alla fortificazione:
a) Pubblico versus privato: la tassonomia vitruviana porta a indivi-
duare le opere forticate, nella tripartizione aedicatio-gnomonica-
machinatio, nella categoria aedicatio, opponendo la costruzione
di opere forticate e edici a uso pubblico a quello di edici a
uso privato. Tale codicazione, lopposizione della forticazio-
ne (vista come pubblica) alla citt nel suo complesso (vista come
privata) rappresenta la prima cristallizzazione di unopinione
comune che il trattatista sviluppa. Vitruvio prosegue indivi-
duando una tripartizione del sistema difensivo: defensionis est
murorum turriumque et portarum ratio ad hostium impetus perpetuo
repellendos ecogitata (quindi mura, torri e porte). Questa deve
essere intesa solo come funzione o anche come connotazione
architettonica? Noi propendiamo per la seconda ipotesi.
b) Citt difesa/campagna indifesa: altra connotazione la consi-
derazione della tipicit della citt protetta in opposizione alla
campagna possibile preda di ogni attacco.
c) Muro duraturo e senza difetti: la connotazione architettonica
espressa, in altre parole, come quella della distanza convenien-
te (cum autem fundamenta ira distantia iter). Nel campo delle
connotazioni di stampo estetico troviamo la denizione del
muro come duraturo e senza difetti (uti ex his comparationibus
ad aeternitatem perfectus habeat sine vitio murus).
Forticare vuol dire raorzare, barricare, chiudere, separare, ma an-
che ripararsi. Il ruolo rivestito dal tracciamento delle mura come
Le mura parlanti ,,,
delimitazione della citt neo fondata noto, cos come il grande valore
simbolico associato al procedimento di separazione tra un qui e un
altrove rilevato da Benveniste (soo) e Marrone (zoso), che diventa,
nel caso della cinta urbica, emblema di un sistema di proibizione e
divieto, di un luogo di transizione in cui si crea un sistema di simboli
di natura non solo iconica, comparabile sotto alcuni aspetti a quello
relativo alla semiotica della frontiera studiato da Leone (zoo,). Come
la porta, il muro casse lespace, le scinde, interdit losmose, impose le
cloisonnement come evidenziato da Perec (s,, p.,,).
z.s.
Il primo meccanismo di dissenso che arontiamo qui la presenza
di un segno iconico; il dispositivo di creazione di senso quindi
segno/assenza di segno. La posizione di un messaggio iconico e
la trasformazione della cinta in un vero e proprio oggetto sociale,
analogamente a quanto dimostrato da Ferraris (zoo), sono momenti
del processo di creazione del senso. La cinta, che , come evidenziato
da Heers (s,), luogo di conquista dello spazio pubblico e vetrina per
la propaganda politica, assume un signicato ulteriore e modicabile
nel tempo.
Esempio del primo caso il sistema forticato della citt armena di
An. Localizzata nellattuale Turchia orientale, fu scelta come capitale
dai sovrani Bagratidi armeni dallVIII secolo ma interessata da impor-
tanti opere architettoniche e di ripensamento urbanistico tra il decimo
e lundecimo secolo, come diusamente spiegato da Cuneo (s,,).
Durante tali operazioni, la cortina muraria fu modicata e i blocchi
lapidei vennero disposti per formare delle croci (g. s); allo stesso
modo, in altri punti del circuito, furono inseriti nella muratura decori
scolpiti in forma di croci su blocchi, in altre parole i noti khatchkar,
sul lato del paramento murario rivolto verso la campagna. Le fasce
difensive prendono quindi in carico un insieme di segni decorativi per
farne i propri signicanti, creando un sistema di signicazione. La cinta
diviene allora un medium; non solo essa trasmette unidea di forza
e inattaccabilit, legata alla funzione, ma soprattutto comunica agli
eventuali invasori lidentit religiosa della citt; in unarea sistemati-
camente sottoposta a invasioni di non cristiani, il messaggio appare
forte e volutamente vistoso.
,,s Claudia Matoda
Figura . Le mura di An, da Cuneo (s,,)
La tendenza armena a trattare la supercie muraria in modi partico-
lari assume un carattere di semantizzazione. Scrittura, simboli, riuso:
tutto collabora a trasformare ledicio in un foglio, ricordando sotto
certi aspetti linquietante macchina kafkiana de Nella colonia penale.
Allo stesso modo, la lingua armena esprime questa carica comuni-
cativa del materiale lapideo (g. z); il verbo poragrel (e il sostantivo
abbinato poragrutiun), vocabolo non traducibile in nessuna lingua
occidentale, indica lazione dellincisione di decori o testi su pietra.
Le mura armene hanno quindi una duplice dimensione, spaziale e
testuale, sono delimitazione ma anche supporto; come il foglio di
Perec (zooo, p.z,), il muro qui simulacre despace, simple prtexte
nomenclature. Lesempio del muro come spazio per un messaggio
scritto resta isolato allarea caucasica, legato soprattutto allarchitet-
tura ecclesiastica sia in area armena che georgiana; in Occidente il
segno generalmente portato da icone mobili, ad esempio nel caso
del baluardo di Santa Maria di Lucca o di San Giorgio a Sabbioneta.
interessante notare come in Occidente fossero di solito le porte latrici
di messaggi di varia natura, come accuratamente esposto da Biraghi
(sz) nel suo studio epistemologico.
z.z.
Come nel caso della fortezza di Suram, la forticazione in generale
associata a unidea di sacralit; pertanto possiamo cercare il dissenso
nei meccanismi legati allaermazione e alla negazione della sacralit
di tale spazio.
Le mura parlanti ,,
Figura z. Esempio di pietra incisa in una chiesa armena (Foto dellautrice, zoss)
Associare spazi liturgici a elementi difensivi era una prassi consoli-
data, tanto da portare ad esempio ad avere un tipo di strutture religiose
legate a un tempo alla funzione protettiva e celebrativa. il caso, ad
esempio, delle cappelle delle porte, il cui scopo era sacralizzare
lo spazio circostante lingresso, come analogamente avvenuto con le
cappelle longobarde sulle porte del palazzo tardo antico di Spalato,
come rilevato fra gli altri da Bozzoni (s,). Talvolta invece le strut-
ture religiose si appropriano dello spazio della cinta, addossandosi
al recinto e ignorando eventuali fasce di rispetto o spalti; esempi di
questa tendenza sono le chiese dedicate a San Michele a Genova, cos
come Santa Maria di Lomello, realizzata lungo il circuito murario.
Il sacer poteva essere trasmesso anche attraverso ben precise scelte
progettuali; nel caso di Reggio Emilia il processo di sacralizzazione si
realizz attraverso loperazione di forticazione della citt comunale
tramite le nuove mura a forma di esagono irregolare (Mussini, sss).
Le legislazioni statutarie di vari comuni medievali pongono latten-
zione non solo sulla manutenzione funzionale e il mantenimento in
ordine delle mura, ma anche sul divieto di apporre qualsiasi modica
alle mura, quasi rappresentasse uno sfregio alla citt stessa (ad esem-
pio, su Viterbo: Miglio, s,, p.sz). Allo stesso modo il fenomeno di
occupazione dei terreni posti nelle immediate vicinanze delle mura
per la costruzione di abitazioni da parte di una cerchia di famiglie
nobiliari fa parte di un fenomeno di privatizzazione della cinta su cui
gli studi sono particolarmente abbondanti (tra tutti: Natoli, zoo,). Al
,so Claudia Matoda
di l dei vantaggi difensivi, interessante lappropriazione e il mec-
canismo di passaggio da una dimensione pubblica a una privata del
circuito murario, che sembra una possibile tipologia semiotica; le
mura, infatti, non sono prive di funzione ma riutilizzate spesso nel
pieno della propria forza.
z.,.
La costruzione di mura dentro o contro la citt e la conseguente de-
molizione da parte del popolo rappresenta lultima forma di dissenso
esaminata in questo contributo. Primo esempio in questo senso
rappresentato dalla creazione delle fortezze di piazza nel quattor-
dicesimo secolo. Il fenomeno (di area lombarda, umbra ed emiliana)
riguarda la chiusura di unarea di citt da parte di un governo contrasta-
to dalla popolazione locale; il dissenso sar quello espresso proprio dal
popolo nei confronti delle strutture, che verranno smantellate sistema-
ticamente e in profondit non appena nita loccupazione. Esemplare
in questo senso il caso di Bologna; il governo ponticio nella seconda
met del quattordicesimo secolo inizi una campagna di espropri desti-
nata a conuire nella costruzione di una cinta muraria interna alla citt.
La ribellione del popolo bolognese al controllo del legato si manifest
anzitutto attraverso il rapido smantellamento dellintera cinta muraria
e la piazza fu poi mantenuta libera sino al permanere del governo del
Popolo e delle Arti, quando vennero di nuovo proposti sbarramenti
dalla presa del potere di Giovanni Bentivoglio e la dominazione vi-
scontea. Temporalmente precedente ma nella medesima area il caso
di Vittoria a Parma; durante lassedio del sz,-s, Federico II cre al
di fuori della cinta che stava assediando un nuovo insediamento, cui
attribu il nome di Vittoria. Nei piani dellimperatore, questo luogo
avrebbe dovuto assumere il ruolo di nuova citt non appena presa
Parma; tuttavia quando gli assediati riuscirono a cacciare Federico,
laccampamento venne distrutto e cancellato totalmente.
In conclusione, le mura sono latrici di dierenti concetti: la tensione
del disegno del territorio, la delimitazione-possibilit di percorrenza,
e inne la possibile carica di messaggi iconici. La cinta pertanto
un oggetto polisemico: il muro quindi linea, strada e foglio. Nel
presente contributo sono state analizzate alcune delle possibili forme
di proiezione di dissenso sulle strutture; resta da sistematizzare e
Le mura parlanti ,ss
approfondire lo studio, denendo dei nuovi assi di senso per la lettura
semiotica dellarchitettura.
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Parrt VII
GEOGRAFIE DI PROTESTA
PART VII
PROTEST GEOGRAPHIES
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx19
pag. 387407 (giugno 2013)
The Semiotics of Protest
in Contemporary Greece
Verbal Modes of Protest in Public Demonstrations
Evaotios Kournis
iraiia ririt: La semiotica della protesta nella Grecia contemporanea. Modi
verbali della protesta nelle manifestazioni pubbliche.
atsrracr: The zosozosz Greek protests are ongoing series of demonstra-
tions and general strikes taking place across Greece. The protests, which
began on , May zoso, were sparked by plans to cut public spending and
raise taxes aimed at reducing debt and fullling countrys bailout obli-
gations. Protest activity has escalated since then, leading to widespread
social unrest and anti-government sentiment. During these demonstra-
tions in Greece, various types of slogans and in dierent public spaces
were used. Theses slogans were analysed using a method of structural
analysis based on the notion of isotopy as introduced by Algirdas Julien
Greimas. In this paper I am also suggesting that slogans of protest are
a secondary modelling system and constitute an autonomous rhetoric
genre because of their structure.
xtworns: Semiotics; protest; Greece; verbal means; demonstrations.
. Greece: the European metropolis of protest in zoo-z
Greece has been gripped by a new wave of protests over the gov-
ernments sweeping austerity measures, aimed at reducing debt and
fullling its bailout obligations. These protests have been expressed
through verbal and non verbal means at dierent periods of time and
in dierent circumstances. Protest was seen as a legitimate vehicle of
interacting with the authorities. Very often the ways of the protesters
have been characterized as particularly harsh going even beyond na-
tional and religious stereotypes, as was the case in demonstrations
,s,
,ss Evangelos Kourdis
during the national anniversary parades
s
or religious ceremonies. One
could of course refer to a series of events which functioned as indices
of upcoming protests. Zerszynski (zoo,: s,) remarks that in terms of
the semiotics of Peirce, the protesters actions appear to us as indices,
as natural signs that reveal their inner cause and referent of individual
commitment and passion as authentically and directly as heat signals
fever.
The acts of protestation, functioning as indices, have expressed an
unprecedented popular resentment by a people which is supposed to
have a weak political memory, since politicians have been involved
in a number of scandals. The people seem not to pay attention and
to accept this behavior as inevitable. Nevertheless, popular resent-
ment has culminated to such a degree that it has changed the coun-
trys political scene. Traditional parliamentary political ideologies that
have been consolidated after the political change-over (post-Junta pe-
riod) right wing, center-left wing, left wing have been replaced
by an equally ideological political choice which in turn has led to
the creation of two parliamentary camps: pro memorandum parties
vs anti-memorandum parties. The ideological mandate is that for
greater/more democracy. As ideology is a second degree semiotic sys-
tem (Barthes, soa: s,s), the semiotic approach of verbal protest acts
presents a particular interest, not only because of their content, but
mostly, because of the new forms that might have been well known
to other countries of the western world but were not widely used or
accepted in Greece.
z. The means of protest
There is a variety of means of protest, like newspaper articles, the
use of social networks, blogs, posters, photographs etc, yet we can
only approach them based on our prior interpretation of the political
environment. Wright (zoos: s,,) remarks that without doubt, the
individual personalities of particular inuential activists have an impact
on the strategy and behavior seen in any protest movement. Cultural
s. See Vamvakidous (zosz) analysis in The Semiotics of Protest in Contemporary
Greece: Visual Modes of Protest Demonstrations and National Parades.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece ,s
and historical traditions, too, help to shape the manifestation and
process of political protest. Moreover, as it is pointed out by Kyridis
et al. (zoo: s,), the expression of the message of action, in order to be
recognized by the users of internet, transfers the language of slogans,
i.e. the language of content, to the language code of the medium.
In my study, I want to analyze howa slogan, this very basic medium
of public protest-mode, could be semiotically analyzed to convey
latent meanings. I present a social semiotic deconstruction of this
material that has been chosen in terms of their status as signs, whose
associative meanings not only gave a favourable impression of the
country, but also of the protest-power context in which they were
situated and highlighted; thus illustrating Ecos (s,o) claim that the
medium and the message may be charged with cultural signication.
In social semiotics the focus has shifted from the sign to the way
people use semiotic resources, both to produce communicative arte-
facts and events, as well as to interpret them-which is also a form
of semiotic production-in the context of specic social situations and
practices (Van Leeuwen, zoo,).
,. Semiotic ideology and language
According to Volosinov (s,,: -so), without signs there is no ideol-
ogy and, in any case, language is a primary sign system. Language
considered being the most important means of protestation, as it is
the most important semiotic system. The position of many linguists
and semiologists advocating the primacy of the semiotic system of
language is old and well known; a primacy that had been pointed out
by the father of European Semiotics and Linguistics, F. De Saussure
(s,: ,) already at the beginning of the zo
th
century. Saussure regards
language as the most important semiotic system of all. Many lead-
ing semiologists, such as Jakobson (s,o: ,ss), Greimas and Courts
(s,: ,s), Eco (s: zo,), Barthes (so: o) have come to agree with
Saussures point of view.
The verbal means under investigation are slogans. In our opinion,
slogans are secondary modeling systems as they describe the function-
ing mechanisms of systems using natural language as their material.
Natural languages are, according to Lotman (so), primary modeling
,o Evangelos Kourdis
systems
z
. As Sebeok (zoos: s,) denes, systems that have a natural
language as their basis and that acquire supplementary superstruc-
tures, thus creating languages of a second level, can appropriately be
called secondary modeling systems. The language of art, cultural
rules, religion etc. are secondary modeling systems, or more complex
languages built upon natural language.
This natural language, slogans, is the eld of my study. Slogans
were analysed using a method of structural analysis based on the no-
tion of isotopy, as rst introduced by Greimas in an early work (soo:
o), which is now a key term of the Paris school approaches. It was
developed by Greimas as part of a method of linguistic analysis and it
is designed to dene semantic units on the level of lexemes and bellow.
Isotopy is an umbrella term because it is an unstructured, unclassied
code. It is evidently a broadened, general code. This umbrella term in-
cludes subordinate isotopies, semantic units that generally correspond
to the level of the phrase and are called semantic codes or, more simply,
codes, since it is the current term in semiotic literature
,
.
|. Slogans of protest
The wave of resentment demonstrations, against unemployment and
austerity measures, which was born in Spain, soon swept Greece
through the internet
s. See Pimplis, M. (zosz). Protest demonstrations in the center of Athens with slogan-
excerpts and citations. In: TA NEA online ,s/,/zosz, http://www.tanea.gr/politismos/
article/?aid=,o,oz (/o/zosz).
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece ,
The fact that many of the slogans were translated into English,
the hegemonic language today, but also into other languages, denotes
that translation is a means of communicating protest forms with the
non-Greek speaking public through the transmission of the protests
on TV and on the internet.
,. The iconic dimension of language
The iconic dimension of languages semiotic system has been pointed
out by many linguists and semiologists. Susan Petrilli (zoo,: ,z) re-
marks that if verbal language itself is a conventional systemits method
is mainly iconic. Toressi (zoos: ,s) also remarks that no text can be
said to be exclusively verbal: even words printed on paper or viewed
on a computer screen have a visual dimension (the layout) and a tactile
one (the paper, or the pressure of the ngers on the keyboard).
,.s. Protests outside the parliament
In many countries across Europe and the US there were demonstra-
tions in solidarity to Greece and the Greek people on Saturday the
ss
th
of February zosz, referring to the acute problems of Greece in the
face of the economic crisis. In the following iconic message (verbo-
iconic message ,) Greek citizens are holding cardboard banners in
front of the Greek parliament forming the names of European capitals
where other citizens had gathered and demonstrated to protest the
dire situation in Greece created by the speculation of Big Finance of
banks and multinationals. The names of the cities on each banner are
Madrid, London, Dublin, Berlin, Luxembourg, Copenhagen, Stock-
holm, Helsinki, Amsterdam, Hamburg, Paris, while the last banner
spells out thank you.
In this particular case, we are dealing with two levels of iconicity in
linguistic communication. On the one hand, the iconic message allows
us to recognize the circumstances of communication, i.e. the fact that
a protest is taking place in front of the Greek parliament. On the other,
the fact that the message is written on cardboard pickets which are
lifted one by one suggests the collective contribution to the realization
of communication, since the message itself comes across through the
oo Evangelos Kourdis
collective action of the participating individuals. This protest action re-
mind me Ecos stance (R.-W. Kubey & M. Csikszentmihalyi, so:zzs)
that a democratic civilization will save itself only if it will make the
language of the image into a stimulus to critical reection, not an
invitation to hypnosis.
Figure ,. Verbo-iconic message ,: Greek citizens thank citizens of the rest of
Europe
,.z. Protests in playing eld
As in the previous case, here too we prot from the iconic investment
of the message, this time written on a banner, through its reference
to the circumstance of communication. Here we see one of the rare
cases where political slogans are transferred to a sports context, i.e. a
football stadium in Greece. Participants in a sports event have multiple
identities. They are citizens, sports lovers, family men or not, civil
servants or privately employed people etc. Usually, though, whatever
their social role outside the stadium, when they are there their pre-
vailing capacity is that of the sports lover, which is also the shared
identity and thus provides the possibility for a common experience of
the game.
Due to the extent of social discontent, in this case there are two
prevailing capacities for each individual. That of the sports love and
that of the active citizen. In the follow verbo-iconic message (), we
see a banner saying (down with
the BATSOK junta) where there is the interaction of two political codes.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece os
This slogan is a lexical cultural palimpsest, as the utterance BATSOK
derives from the combination of the rst composite element of the
word batsos meaning in Greek cop and of the second composite
element of the acronym (PASOK), the Socialist Party of
Greece (the Socialdemocratic Party). The notion of the evil enemy
which in the sports arena is identied with the police, is thus identied
with a specic political party which promoted the Memorandum in
the country, is responsible for the immiseration and impoverishment
of the country and is therefore coeval with a military dictatorship
threatening the notion of the democratic polity.
Figure |. Verbo-iconic message : banner of protest in the playing eld
Similarly, in the next case (verbo-iconic message ,), sports-fan-
active citizens hang a banner saying ,
. . . (the people doesnt want you, take the troika
and . . . go ), a slogan composed by two political codes. This slogan,
which is addressed to the former prime minister and president of
Pan-Hellenic Socialist Movement (PASOK), George Papandreou, may
consist of two political codes, but these are in contradiction since
the utterance people has a positive value and, constitutionally, it is
sovereign in Greece, while the utterance troika has a negative value
since it abuses the sovereignty of the Greek people for the benet of
foreign economic interests.
oz Evangelos Kourdis
Figure ,. Verbo-iconic message ,: banner of protest in the playing eld
,.,. Protests at workplaces
Another popular form of protest is that of hanging banners on the
facades of buildings which are the workplace of the protesters. In the
case below we see a banner outside the oces of the Greek Broad-
casting Company by the trade union of ERT (verbo-iconic message
o). ERT is the original and principally radio in Greece, the original
and principally important TV in Greece, we demand respect for the
history of the public radio and TV, we resist to barbarism through civ-
ilization! where we see many codes at work: code of communication,
code of communication, historical code, code of communication, cultural
code, code of mentality.
The Greek journalists are protesting the cuts in their wages as well
as the fact that their profession is no longer legally certied as a voca-
tion, through a banner in which the dominant communication code,
alongside the historical and the cultural code, are a counterweight to
the mentality code which is suggested by the concept of barbarism.
Barbarism does not connote Greek culture, yet it does connote the
Germanic tribal culture, and by association the German state. Ger-
many is being accused of orchestrating the nancial collapse of Greece
in order to easier take advantage of her rich natural resources.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece o,
Figure e. Verbo-iconic message message o: banner of protest in the work
It is worth mentioning that the protest banner ends with a text
which functions intertextually for two reasons. First, it reminds us of
the words of the German Rosa Luxemburg socialism or barbarism.
Luxemburg was a revolutionary socialist, an adherent of socialism
who always remained faithful to democracy. She died in ss, before
socialism could reveal its potential as a really existing system. She
referred to a dierent kind of socialism, since the capitalism of her
age was indeed barbaric and repulsive. Working people enjoyed no
protection by the State, no welfare, healthcare, pensions, nothing. At
the same time though, the banner points to a tragic irony: Socialism
or barbarism is exactly the slogan Giorgos Papandreou used in his
pre-election campaign in zoo, before becoming the prime minister
who in the minds of Greeks is nowsynonymous with the handing over
of our country to the foreign nancial powers through memoranda
signed with the EU and the IMF.
e. Some preliminary reexions
Impressively, some of the Greek slogans, i.e. slogans used by citizens of
a European state, resemble slogans used by citizens in repressive Asian
regimes. Slogans calling the politicians thieves and promoting the
occupation of the parliament building are used also by the Taiwanese
o Evangelos Kourdis
Wright (zoos: so,). In older demonstrations in Greece, slogans used to
be only in Greek. Slogans is foreign languages (especially in English)
can be observed also in repressive regimes, in an eort to globalize
their eect. In Serbia, for instance, slogans in the English and the
German language against the Milosevic regime revealed a desire to
show that they belonged to the world (
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ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx20
pag. 409425 (giugno 2013)
The Semiotics of Protest
in Contemporary Greece
Visual Modes of Protest: Demonstrations and National Parades
Iriottia Vavaxinou
iraiia ririt: La semiotica della protesta nella Grecia contemporanea Modalit
visive della protesta: manifestazioni e parate nazionali.
atsrracr: The visual sample we present refers to the past (the national
memory) as well as to present time (the celebration for the past) in zoss.
In specic we analyze the visual material from Greek citizens protests
during the national parades for the celebration of the historic sos anti
fascist war anniversaries. The anti-Fascist war between the s,os and
sos was the rst just war of a global scale in human history. It ended
in the Axis unconditional surrender in s,. Over z billion people in
Europe, Asia, Africa and Oceania (exceeding four-fths of the world
population at that time) were involved in the war. In the visual material
we present, we focus on the modes of Pressures, on Individuals, on the
Marches, on Parades, on the rude gestures which all signify the body-
kinesis and the gaze gesture vs the Greek politicians. The semiotics of
gestures covers three major areas of study: a) gestures as autonomous
signs (or even languages), b) in contiguity with the modes of sign be-
haviour and c) the role of gestures in the evolution of sign behaviour
(semiogenesis). In the eld of the non verbal behaviour, sign and com-
munication we remark that the human body in the national parades is
acting the ubiquity of the body as a medium of expression. Cultural
dierences in the meaning and the use of gestures (Kendon sso: s,-zo)
is obvious in Greek parades. There is a clear distinction between praxis
and semiosis and the question is about to transform or to communicate.
An overview of semiotic analysis covers the way the specic extreme,
protest- messages were chosen by the Greek senders, their historical
perspective as to why each sign was made and the backdrop of it being
constructed. As Eric Hobsbawm (s) argues, we need to take account
of Marx today for understanding the age of extremes.
xtworns: national parade; protest; semiotics; active citizenship.
o
so Igeneia Vamvakidou
. Introduction: Visual material in national parades
The fact: in a protest against the policy of the Greek government
and a request to resign has turned the celebration of the ,sst anniver-
sary of the day on which the country said no to the Tripartite Pact
and began ghting Mussolinis Italian troops, which is traditionally
associated with a large military parade in Thessaloniki and school
parades throughout the country (zs/so/zoss). Thousands of students
and citizens have expressed their discontent in dierent ways and
forced politicians to leave the rostrums with reproving slogans. The
parade in the second largest Greek city was postponed for the rst
time after a group of angry citizens had taken the promenade Alexan-
der the Great and some even tried to surround the rostrum with
ocial guests. Once it became clear that the protesting residents of
Thessaloniki did not intend to leave the boulevard, President Karolos
Papoulias left the rostrum under a shower of whistling and oensive
slogans. Who are those who are calling me a traitor? I was s, years
old when I fought against fascism, said the President and withdrew
along with the other ocial guests. Then, the police drew back and
the protesters took the rostrum, stretching a protest placard reading,
Anger will choke us and sang the national anthem (tovima.gr).
Figure . President Karolos Papoulias, newspaper: tovima.gr
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece ss
The traditional military parade never took place, but six thousand
residents of Thessaloniki applauded the veterans, the members of the
special units, the sta of Civil Defence and the cultural associations in
the city. Nevertheless rude gestures marked also the students parade
in Athens. Students and protesters surrounded Syntagma Square from
all sides and chanted slogans against the government and the Minister
of Education Anna Diamandopoulou, who was at the rostrum. Many
students in the parade turned away their faces from the rostrum
when passing along it, while others had black cloths in their hands in
protest against the governments education policy, which left them
without textbooks and enough teachers. The municipal philharmonic
orchestra played with black armbands despite the warning of Mayor
George Kaminis that if they were wearing them, they would be called
on Monday to explain to the disciplinary board, facing the danger of
dismissal.
After the parade, people who had gathered around the heavily
guarded police barriers continued to protest. They called the ministers
traitors and urged them to resign. One protester was holding the
Greek national ag the blue colour on which had been replaced with
black, and others - a Nazi slogan with the inscription placed at the
entrance of the concentration camp at Dachau, Work liberates.
z. The theoretical frame
Every educational system is virtually a particular education of signs,
that is, a study of social semiotic practices and activities (Paschalidis,
so). Ceremonial practices are assigned a more general function,
under conditions of compulsion and their intensity is reinforced
by their long-term perspective. The norms which are dictated and
reproduced in time, the procedures readjusted, as well as the gestures
and anniversary speeches are a pledge of prosperity for the state and a
sense of security for the attendees (Bouvier, zoos).
The focus on the mediating role of national school celebrations,
related to the construction of social reality appears to directly aect
schooling, as demonstrated in the moralizing aspect of celebrations
and in the reproduction of national myths and stereotypes by which
they are ruled. The pupils are subjected to the ceremonial atmosphere
sz Igeneia Vamvakidou
of celebrations, which are usually held in compliance with the circu-
lars issued by education or state authorities to be communicated to
all competent authorities emphasizing that celebrations have to be held
with ceremony majesty and glory; various events are also recommended
as a token of gratitude to ancestors (circular, s,; soo). The ocial
type of celebrations and the participation of all pupils, the policies of
memory and oblivion (Ferro, s), have been the material with which
the past is constructed and reconstructed (Fragoudaki & Dragona,
s,; Lekkas, ss &s; Mosse, s,o).
National celebrations can be treated as a set of signs and therefore
organized in syntagmatic and paradigmatic axes (Saussure, s,; Se-
tatos, s,s; Liapis, s). The rst step involves analyzing the structure
agenda into signiers as functions events. Next, a semiotic table is
produced with the functions events in columns ( Jakobson, sos;
Barthes, so) and the descriptions of the functions in rows. The spe-
cic approach enables the production of a syntagmatic axis (Chandlers,
s,) with the functions events.
Figure z. The traditional national parade
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece s,
Figure ,. The traditional national parade
,. Analysis of articulations - Spatial symbolic representations
Space signication involves social and cultural value practices closely
associated with a particular society. However, apart from serving the
functional needs it renders, spatial signication create the framework
in which the action plan and the respective frames of the soul are
articulated (Greimas, s,o). The participation of pupils appears to be
the medium which enables the instrumentality of space, which is
experienced, perceived and acquires multiple identities through the
pupils social and cultural identity lters.
In the case we study, the public space operates as a medium of
protest vs nowadays political decision and nancial crisis. The new
function that is constructed is the public protest which seems to dis-
place the national parade. Thus the spectators of the national parades
become the protesters who support the students protest. Pupils seem
to parade non for the historic memory of so war but they parade-
protest transforming the national-historic semiosis into a political
protest.
The participation of pupils in the anniversary parade signies the
military training of citizens, who, in subjection to the sound of na-
tional marching songs and controlled movements (marching and
saluting the authorities), are manipulated, in the social context, to-
s Igeneia Vamvakidou
wards holding a political stand serving in the forces. In this context,
social relations, perceived as sets of functions, are the focal points of
life symbolic enactment. The mode, in which they become perceptible
in a given society, reveals its typological features, and can be exploited
with a view to providing a semiotic formulation of a societys value
system.
In detail, the investigation of the participation of pupils, teachers,
parents, ocial bodies and, in general terms, of those involved in main-
taining national memory, enables highlighting the dynamic nature of
the conventions of communication. But in the parades of zoss-zosz we
can remark the dierent functions of this semiotic system because
the specic antifascist public anniversary is used as a medium vs the
political ideology.
During national anniversaries, there is an emphasis on the function
of faith psychology, which is transferred from God to ones own
homeland and lends ideology to historical facts so as to overemphasize
the power of collective illusions (Ziakas, s,). Thus, it is imperative
that national order determined by the sense of honor, race purity, and
national grouping, and also by antagonism, hostility and defense, be
maintained with a view to identifying national otherness with the
dominant linguistic group, race and religion.
Nevertheless, nowadays all these connotations are changing to po-
litical gesture vs the politicians who represent the political and not the
national status. Thus we remark that the emphasis is not given to the
national, religious and patriotic aspects, but to the nancial and the
political crisis. On national anniversaries, it is required that a national
self as a hero as well as the image of a national other as a foe, an
enemy of the nation, be constructed. A hero represents the ideological
role of society; he is a model and paradigmatic reection of individ-
uality and, to a great extent, a heros judgment words the judgment
of ideological discourse (Dimitriou, sso). Historical personalities are
appreciated on the basis of their contribution to historical processes;
they are distinguished for the cause they have fought for and the
historical duty they have accomplished.
In the case we study pupils seem to forget all these heroic signi-
cations because they need to protest vs modern political history
forgetting the revival of national tradition and memory which were
the main signications of the parades.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece s,
Animations, dancing, plays, recitals and patriotic songs are used,
on the one hand, in order to emotionally and artistically reproduce
historical action aiming at emotive attitudes and behaviours and, and
on the other hand, they are perceived as ceremonial investment in
events of social life. In the case we study instead of all these national
and historic symbols new symbols and political signals are appeared
as rude gestures and body behaviour.
Celebration agendas emphasize constructs of historical and polit-
ical practices (Bouvier, zoos). Their rhetoric lies on the structured
succession of symbolic discourse and actions performed by specic
groups of people in a specic space arrangement, emphasizing in a
latent fashion the close relationship of material and symbolic signi-
ers (Foucault, ss,; Barthes, sss). In this context, ocial celebration
agendas are representational or portraying models, a comprehensive
substitute of reality (Boklund Lagopoulou, sso), as they involve
an ideology of legendary glamour involving mutual respect, consent
and social integration (Bouvier, zoos). Even nowadays, national an-
niversaries are perceived and analyzed as tacit scenes, which attempt
to reconstruct the meaning of events (Dimitriou, sso) since they
involve symbolic contents which are conducive to disseminating and
perpetuating social models.
The codes of school national celebrations converge in the cohe-
sion and homogeneity of national groups and signify the manner in
which nations identify themselves or discriminate from others. Politi-
cal protest is the kind of political activity, eg, demonstrations, strikes
and even VIOLENCE, usually but not always undertaken by those
who lack access to the resources of organized PRESSURE GROUPS,
or by those whose values conict sharply with those of the dominant
ELITE. Sometimes a protest centres around a specic issue or set
of issues; at other times it is concerned primarily with the general
grievances of such groups as ethnic or linguistic minorities, farmers,
women or youth.
Political protests may arise from any sector of society, and they
reect either left-wing or right-wing ideology. When protest move-
ments resort to extra parliamentary means of expression, the state
usually responds with repression, with some form of symbolic accom-
modation, or a mixture of both. Where the leadership of a protest
movement is itself middle class, accommodation is often facilitated
so Igeneia Vamvakidou
by some form of co-optation of the leadership into the political pro-
cess. In such cases, the protest movement itself tends to become
institutionalized as a new organized interest group which participates,
however uneasily, in the process. Sometimes such movements them-
selves evolve into political parties organized around their particular
protest issue or issues, become contestants in the electoral and parlia-
mentary processes, and more or less abide by the established rules of
the game. Protest movements are now a normal part of the political
process. In some cases frustration breeds violence, this in turn brings
on repression.
In other cases, protests have been successful enough to win wide
acceptance and have been met with accommodation. The dangers of
co-optation for relatively successful protest groups are considerable; in
such cases the protest group leadership is integrated into the normal
political relationships between government and interest groups, and
the original protest may tend to fade away. The dangers of electoral
success for protest movements that evolve into protest parties is that
the original cause may itself become a victim of success, as the cause
becomes submerged in the day-to-day electoral politics of political
parties (Whitaker, zoo,).
|. Analysis - Gestures against politicians in national parades
The methods of non violent protest and persuasion have been already
categorised as: Formal Statements, Public Speeches: Letters of opposi-
tion or support, Declarations by organizations and institutions, Signed
public statements Declarations of indictment and intention, Group or
mass petitions. Communications with a Wider Audience: Slogans, cari-
catures, and symbols Banners, posters, and displayed communications
Leaets, pamphlets, and books Newspapers and journals Records,
radio, and television Skywriting and earth writing. Group Represen-
tations: Deputations, Mock awards, Group lobbying, Picketing, Mock
elections. Symbolic Public Acts: Displays of ags and symbolic col-
ors, Wearing of symbols, Prayer and worship, Delivering symbolic
objects, Protest disrobing, Destruction of own property, Symbolic
lights, Displays of portraits, Paint as protest, New signs and names,
Symbolic sounds, Symbolic reclamations, Rude gestures. Pressures
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece s,
on Individuals: Haunting ocials, Taunting ocials, Fraternization,
Vigils. Drama and Music: Humorous skits and pranks, Performances
of plays and music, Singing, Processions, Marches, Parades, Religious
processions, Pilgrimages, Motorcades. Honoring the Dead: Political
mourning, Mock funerals, Demonstrative funerals, Homage at burial
places. Public Assemblies: Assemblies of protest or support, Protest
meetings, Camouaged meetings of protest, Teach-ins. Withdrawal
and Renunciation: Walk-outs, Silence, Renouncing honours, turning
ones back (Sharp, s,,).
In the sample we present, we focus on the modes of Pressures,
on Individuals, on the Marches, on Parades, on the rude gestures
which all signify the body-kinesis and the gaze gesture vs the Greek
politicians. The semiotics of gestures covers three major areas of study:
a) gestures as autonomous signs (or even languages), b) in contiguity
with the modes of sign behaviour and c) the role of gestures in the
evolution of sign behaviour (semiogenesis). In the eld of the non
verbal behaviour, sign and communication we remark that the human
body in the national parades is acting the ubiquity of the body as a
mediumof expression. Cultural dierences in the meaning and the use
of gestures (Kendon sso: s,-zo) is obvious in Greek parades. There
is a clear distinction between praxis and semiosis and the question is
about to transform or to communicate?
According to Greimas (s,o:,,-sz) we can nd the mythical ges-
tures in the ceremonial and ritual events. Thus we are wondering
about the role of acting subject and in specic of the pupils in these
national parades that have become political protest vs nancial crisis.
Gestures are referential and gesticulation is emotive when it expresses
the senders feelings. We can also nd the phatic gesture as a commu-
nicative interaction: the regulators are gestures of a predominantly
phatic function as head gestures, body movements and body orien-
tation. These gestures serve to establish, to change, to conrm, to
restore social relationship (Argyle s,,: s,z-sz). We can also focus
on the kinesic code, the social kinesics in the kinesic context of the
national parades and on the facial signals, on the gaze as phatic, ex-
pressive, conative : students insult the authorities using their body
behaviour, their gaze and the rude gestures.
ss Igeneia Vamvakidou
Figure |. Parade zs October zoss - body behavior
Figure ,. Parade zs October zoss - rude gesture
The usage of this gesture (called moutza in Greek) becomes from
Byzantine period and in particular refers to a punishment for triv-
ial misdemeanor: the judge scribbled the grounded persons face
(Koukoules, sso). The same rude gesture is used in Pakistan and in
Iran.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece s
Figure e. Parade zs October zoss- rude gesture
Figure ,. Parade zs October zoss - rude gesture
zo Igeneia Vamvakidou
Figure s. Citizens demonstrating outside the Greek Parliament using the
moutza, z-o-zoss
Figure ,. Parade zs October zoss - the mourning band
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece zs
Figure o. Pupils parade in Athens wearing black armband
Figure . Citizens-spectators of the national parade become protesters
zz Igeneia Vamvakidou
Figure z. Political gesture The black panthers
No kind of demonstration or political, religious, or racial propa-
ganda is permitted in the Olympic areas, says the Olympic Charter.
Yet, on the soth of October sos, the Olympic Games witnessed a
protest that went down as one of the most famous and most contro-
versial moments in Olympic history. During the national anthem, gold
and bronze medallists in the zoo metre run, Americans Tommie Smith
and John Carlos, clenched their sts and put up their hands wearing
black gloves in support of the radical Afro-American Black Power
movement. Their photographs soon made a tour of the whole world.
However, the two athletes then suered consequences of their ges-
ture. They violated one of the fundamental principles of the Olympic
Games their non-political character, raged Avery Brundage, head
of the International Olympic Committee. Two days later, the two
athletes were expelled from the American team. When they returned
home, they were criticized by American media and partially also by
the public. Their families started getting threatening letters.
The Semiotics of Protest in Contemporary Greece z,
,. Results
Comparing these Greek protest gestures of the pupils in the specic
national parade with the historic political gesture of the athletes in
sos we really can emphasize on the dierent cultural and political
gestures as well as on the typology of the active citizenship quality.
Its obvious that Greek students/pupils/spectators/citizens have
chosen a rude-emotive-expressive attitude in the specic national pa-
rades and anniversaries. The ocial band chose the act of sorrowing
or expressing grief, the lamentation and the sorrow playing a funeral
march and wearing the black armband in order to protest vs the
nancial crisis.
The typology of kinetic gestures that are constructed consists of:
a) Rude gestures by hand {moutza}
b) The turning of the head on the contrary direction fromthe min-
ister and the president during the parade in order to connote
disobedience
c) The black armband
Nevertheless, these gestures show less a political, active behavior
and more an emotional expression of anger. Nowadays there are many
new proposals to make active citizenship meaningful: a) students
should have some say in the content and/or the process of their
learning, b) a change action is an action that has the potential to
create change beyond the classroom door. One model to consider is
Plan, Prepare, and Present. In this model students choose an issue that
concerns them, research and build a case for how they want the issue
to change and then present their case to powerful people who are
responsible for it.
Any active citizenship project needs an issue to address. When
students have chosen their issue(s), they need to prepare their case.
This may involve interviewing local ocials or politicians, surveying
their peers, making a campaign video, doing secondary research.
One very powerful method of involving all students in an authentic
citizenship action is to organise a special assembly (Pattison, zoo).
An overview of the analysis covers the way the specic extreme
protest- messages were chosen by the Greek senders, their historical
z Igeneia Vamvakidou
perspective as to why each sign was made and the backdrop of it
being constructed. As Eric Hobsbawm (s) argues, we need to take
account of Marx today for understanding the age of extremes.
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Parr VIII
RECENSIONI
PART VIII
REVIEWS
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx21
pag. 429435 (giugno 2013)
Harald Weinrich, The Linguistics of Lying and Other Essays
University of Washington Press, Seattle and London zoo,, ss pp.
Rto Graioa
Harald Weinrichs The Linguistics of Lying and Other Essays is a collec-
tion of disquisitions concerning crucial topics for both linguistics and
semiotics: the signifying function of language, speech and thought,
the possibility of lying by means of signs, the existing dierence be-
tween lying and other linguistic tropes such as metaphor and irony,
and, last but not least, the role played by courtesy and politeness.
Weinrichs work includes ve essays and it is now enriched by a
preface in which the German scholar remarks that the Linguistics of
Lying was meant to test the limits of the science of language as a
relatively new discipline that challenged its own validity against other,
more established disciplines. Until then, in fact, lying had been the
special concern of moral philosophers and psychologists, whereas for
linguistics it was still a virgin territory. Thus, The Linguistics of Lying
is to be regarded as a breakthrough publication.
The first book-length essay, which gives the title and sets the tone
of the entire collection, is a fine-tuned analysis of lying seen from a
linguistic perspective. Its style is witty and engaging and its discourse
is sprinkled with anecdotes from literature and real life. Weinrich
wrote The Linguistics of Lying in so, and first published it soo, and
though it was translated into Italian and other languages in s,o only
recently was it published in English (zoo,). Marshall Brown points
out in the pamphlets introduction that the original title Linguistik der
Lge has been rendered in English as The Linguistics of Lying. As
Brown explains, the German language does not have gerunds that are
equivalent to the English ing form. Thus, a proper literal translation
would have sounded like Linguistics of the Lie. However, the title
The Linguistics of Lying has been preferred to the former formula.
The reason for such a choice is grounded in the fact that lying and lie
actually mean two different things: the former refers to an action,
z
,o Remo Gramigna
performed by an agent, with an intention or at least an involvement, an
occasion, consequences, whereas the latter regards the thing itself,
disembodied, timeless, abstract (Brown zoo,, p. XIV). Considering
the historical context in which this essay was conceived, Weinrichs
stance questioned the methodological validity of the structuralism
that was in vogue during the soos proposing as an agenda for the
newly born textual linguistics the study of text-in-context. This was
a sharp theoretical shift inasmuch as it placed the uses of language at
the heart of linguistic reflections on language. Although Weinrichs
perspective stems from a fairly linguistic viewpoint, his essays go far
beyond linguistics inasmuch as his arguments are grounded in phi-
losophy, theology, literary theory and history. His work certainly has
an interdisciplinary edge, as the author himself asserts in the books
preface. Weinrich heavily relies on St. Augustine, Plato and quotes
Nietzsche as well as an impressive number of literary writers from
Shakespeare to Goldoni. Linguistik der Lge was a prize-winning essay
in the first writing competition organized by the German Academy of
Language and Literature in so,, whose topic was: Can language hide
thoughts? This is one of the main questions the opuscola seeks to address
and it opens by revising the widespread misconception that words hide
or disguise thoughts and that language helps men to lie, speaking with
a forked tongue. Weinrichs arguments explode this myth: words do
not hide thoughts simply because we do not speak in isolated words.
Rather, we communicate by using texts and sentences in context. That
human beings are capable of lying is undeniable. Whether language
itself is to be imputed as responsible for the existence of mendacity as
such is disputable. Weinrich challenges the latter view, concluding that
such a claim in untenable. The author concludes that words without
any connection to a given communicative context cannot lie.
As the author explains, the roots of such a myth can be traced back
at least to Augustine, who was a rm advocate of the prohibition of
lying. For the bishop of Hippo lying was inherently sinful, for the liar
breaks the rules of communication, deviating from the common goal
that language possesses, namely, truthfully communicating thoughts.
Seen from this perspective, lying is an infraction of the institution of
language. Mendacity is regarded as a sin of the tongue (Casagrande
e Vecchio ss,) for it displays incongruence between inner and outer
speech, mind and tongue. The idea of lying as a misuse of language is
Harald Weinrich, The Linguistics of Lying and Other Essays ,s
a persistent theme to be found in the works of many other thinkers,
from Voltaire, to Talleyrand, Wittgenstein, and even Juri Lotman: it is
precisely to language that we ascribe our lies, deviation fromthe norm,
and the majority of our defects and perversions (Lotman zoo, p. ss).
In the De mendacio, Augustines treatise on mendacity, the theologian
pointed out that the rst element characterizing the lie is duplicity or
double-heartedness, that is, the incongruence between the internal
thought of the liar and the external communication given by means
of speech or other outer signs: For this reason the heart of the liar is
said to be double, that is, twofold in his thinking: one part consisting
of that knowledge which he knows or thinks to be true, yet does not
so express it; the other part consisting of that knowledge which he
knows or thinks to be false, yet expressed as true (De mend. ,.,). Thus
for Augustine a lie entails a split between mind and speech. The liar
presents a duplicitous character inasmuch as he has a double-heart
(duplex cor) and consequently a double thought (duplex cogitatio)
to the extent of having one thing hidden in the mind and expressing
another through speech. The German philologist takes up this issue
rectifying the Augustinian view on duplicity. Weinrichs contention is
that we think by means of language. From this assumption it follows
that the thought the liar hides in his heart is already verbalized, that
is, it is a sentence yet not expressed. Thus, a linguistic denition of
the lie centres on the contradiction between the (spoken) deceitful
sentence and the (unspoken) true sentence. For Weinrich, it is not the
double thought to be regarded as the signature of the lie as Augustine
suggested, but rather it is double speech to be identied as at the
kernel of the linguistic denition of the lie. This point is insightful
and worth noting. However, in comparison with the Augustinian
denition this point is quite troublesome especially if we take into
consideration, as the theologian does, the case of lying by asserting the
truth, namely, when someone is mislead by means of a true assertion
(De mend. .). This is the case when the hearer expects to be misled
and thus assumes the contrary of what is expressed. In this case the
denition of double speech as the essential core of lying pointed
out by Weinrich is quite problematic inasmuch as the two sentences
(spoken and unspoken) actually match.
Weinrich supports his arguments by drawing on principles of di-
alectical semantics. The author singles out two fundamental con-
,z Remo Gramigna
cepts: lexical meaning (Bedeutung) and textual meaning (Mein-
ung). The former is thought of as broad, vague, social and abstract,
whereas the latter is narrow, precise, individual and concrete. Both
are necessary to establish communication. By way of example Wein-
rich examines the word re. In its lexical meaning the lexeme re
displays too broad an extension, that is, its range of signication is
too vast for it can refer to many dierent things: it could certainly
be the re of a stove, a conagration, a candle ame, the re of love
and so forth. In a nutshell, the lexical meaning is the dictionary mean-
ing of a word and it accounts for the necessary attributes that guide
the recognition of an object. Only when the word re is placed
in a context does it acquire its textual meaning. Ultimately, it is the
communicative situation in which the word is used that denes and
delimits its meaning. Words in context are not used in isolation but
they are embedded in sentences and texts. The same principle holds
for the analysis of lying: words in isolation do not lie, but sentences
in context do (Rundstrom Williams zoo,, p. so).
Weinrich carries on in his analysis by distinguishing lying from
other gures of speech. Drawing once more on Augustines Contra
mendacium in which lies were severed from allegories with reference
to the sacred scriptures, Weinrich emphasizes the role played by
markers of deception, that is, signs of lying or, as the author suggests,
lying signals. Neither irony nor poetic ctions nor literature are
to be regarded as proper lying inasmuch as these occurrences are
always accompanied by clear signals or irony and signals of ction
that reveal their real nature. In other words, in the case of irony the
speaker presents some meta-communicative markers that signal the
ironic intention the tone of voice for instance. The same truth
holds for literary lies in which deception is signalled by topoi of
form and content present in the text. These clues are very similar to
the signals that carry the message this is play used in non-human
communication for signifying a playful attitude (Bateson s,z, p. s,).
Along with Umberto Eco we could say that ction in general displays
its signs of deception and it is therefore recognized as such by the
audience (Eco s,). Similarly, metaphors are not lies. The power of a
metaphor lies in the fact that it exceeds our expectations, exploding
the horizon of signication towards an unpredictable meaning. The
type of deception embedded in a metaphor is thus very dierent from
Harald Weinrich, The Linguistics of Lying and Other Essays ,,
the one that is at stake in a lie. As Weinrich explains, the trick of a
metaphor as well as its charm rests on the fact that the reference to a
context provides a determination of meaning that exceeds its lexical
meaning.
Looking back at his own reections after forty years, Weinrichs ret-
rospective draws attention to an unwritten province of the analysis of
lying. In his preface, the author points out the lack of extensive discus-
sion of the parallel between forms of courtesy or politeness and lying.
Such a comparison might prove to be very fruitful. As Jonathan E.
Adler pointed out, Intentional deception is a constituent of many ac-
ceptable forms of everyday social life, such as tact, politeness, excuses,
reticence, avoidance, or evasion, which are ways to protect privacy,
promote social harmony and encourage interest (Adler s,, p. ,,).
Weinrich touches these topics in some of the essays that complement
his book, namely in Politeness, an Aair of Honor and Politeness
and Sincerity. Here he recalls the treatise on manners written by
the Italian archbishop Giovanni Della Casa, Galateo overo De Costumi
(s,,s) in which polite ceremonies are treated as conventional lies.
The rest of the essays, Jonahs Sign: On the Very Large and the
Very Small in Literature and The Style Is the Man Is the Devil
are much more focused on literature. The latter calls for a stylistics
of scholarly literature whereas Jonahs sign explores the dierence
between tall tales and ction focusing on the whaling as literary
motif, that is, the story of a man that is swallowed by a huge cetacean.
Weinrich draws on classics of literature such as Melvilles Moby Dick,
Hemingways The old man and the sea, and we could certainly add
to the list Collodis The adventures of Pinocchio, a masterpiece of the
literature of lying, in which Pinocchios father, Geppetto, is swallowed
by a giant whale. Drawing on these and several other literary pieces,
Weinrich calls attention once more to the ction signals, identifying
the prototype of these signs in the distorted dimensions. Hugeness
as well as extreme smallness is thought of as the two dimensions of
lying.
All in all, Weinrichs book is an outstanding work that is nally
available to a larger audience thanks to an accurate English translation.
Yet some issues remain unexplored: is it possible to lie non-verbally
by means of gestures or by means of an eloquent silence (Colish
ssz, p. ,,) or is lying to be considered only as a linguistic question? Is
, Remo Gramigna
there any room for a pragmatics of lying? Weinrichs insights on the
linguistic nature of lying may certainly be fruitful for the linguistic
reader as well as for scholars who are seeking to expand the study of
lying, going behind and beyond the authority of language.
Bibliographic refererences
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gustine: Treatises on Various Subjects. (The Fathers of the Church. Vol. so),
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Treatises on Various Subjects. (The Fathers of the Church. Vol. so), The
Catholic University of America Press, Washington, sssssz.
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Psychiatry, Evolution, and Epistemology, Chandler, San Francisco.
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della Parola nella Cultura Medioevale, Instituto dellEnciclopedia Italiana,
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other essays, Language in Society ,o (,), sosso.
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx22
pag. 435441 (giugno 2013)
Note biograche degli autori / Authors Bionotes
Alfredo Tenoch Cid Jurado is Doctor en Semitica por la Universit
degli Studi di Bologna en Italia, donde curs adems el Posgrado en
Semitica del Arte. Licenciado en Comunicacin Social (Universidad
Autnoma Metropolitana Xochimilco adems de cursar estudios en la
Licenciatura en Estudios Latinoamericanos de la Universidad Nacio-
nal Autnoma de Mxico. Ha publicado ms de ,o ensayos en Italia,
Argentina, Espaa, Francia, Austria. Turqua, Finlandia, Venezuela,
Corea y Mxico sobre semitica de la imagen, semitica general y
del arte, sistemas de escritura glca y traduccin cultural. Profesor y
conferencista invitado en distintas las Universidades de Europa, Suda-
mrica y Mxico, y ha realizado estancias de Investigacin en el Muse
de lHomme en Paris, en la Universidad de Viena, y en la Universidad
de Texas en Austin y en el Archivo general de Indias. Profesor investi-
gador y coordinador del rea de Concentracin en Semitica Visual
y Semitica de la Imagen en la Carrera de Comunicacin Social de
la UAM Xochimilco. Actualmente es Presidente del Comit Cient-
co de la Asociacin Mexicana de Estudios de Semitica Visual y del
Espacio, Vicepresidente de la Asociacin Internacional de Semitica
Visual, y Presidente de la Federacin Latinoamericana de Semitica
Eleonora Chiais is a PhD student in Sciences of Language and
Communication at the University of Turin. She graduated in Mass
media Communication Studies in Turin with a thesis about the
Charming Prince z.o and the medias representation of the ideal man
and her nal dissertation received the award for the best thesis in
the faculty of Lettere e Filosoa in the academic year zoso/zoss.
Journalist she works in a local newspaper and periodically writes
articles about semiotics of fashion for a fashion magazine. She has
also published various scientic articles on fashion. She is currently
writing a doctoral thesis on fashion accessories in fairy tales.
,,
,o Note biograche degli autori / Authors Bionotes
Alfonso Di Prospero si laureato in losoa a Chieti nel zoos con
una tesi in losoa del linguaggio. In seguito nella stessa universit
ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze Sociali, svolgen-
do ricerche sui temi della comunicazione nel mondo giovanile. Ha
pubblicato articoli su Ratio Sociologica, Rivista Italiana di losoa
del linguaggio, Spazio losoco. Ha pubblicato un proprio con-
tributo nel volume Verit del potere, potere della verit, curato da
Alberto Pirni (ETS, Pisa, zosz). Nelle proprie ricerche interessato
allanalisi del linguaggio da un punto di vista che include il riferimento
a semiologia, epistemologia e sociologia.
Matteo Di Stadio studied Ethnoanthropological Disciplines at the
University of Siena, where he graduated with a thesis in Cognitive
Anthropology entitled Cultures and States of Consciousness. He
is currently a student in Cultural Anthropology at the University of
Torino. He is mainly interested in the phenomenon of consciousness
and its reciprocity with ecosociocultural reality; in ethnomedicine,
ethnopsychiatry, ethnobotany, ritual, protest and cultural reformula-
tion. His research approach is based on direct experience.
Julius Erdmann attended Cultural Studies, Romance Philology,
Psychology and Philosophy at the University of Freiburg (Germany),
University of Fribourg (Switzerland), University of Stuttgart (Ger-
many) and University Vincennes/Saint-Denis in Paris (France). His
research focuses on semiotics of culture, philosophy of culture, new
media and subcultural identity. He presented several papers at work-
shops on the semiotics of youth culture (zoo,), the congress of Ger-
man Semiotic Society (zoo), and the congress of German Romance
Studies Society (zoso). Now he works on his doctoral thesis on visual
self representations on the internet as medium for cultural identity
work. He works as scientic assistant at the chair for Studies of Ro-
mance Cultures at the University of Potsdam (Germany).
Lamberto Ferrara laureato in Comunicazione e Culture dei Me-
dia presso lUniversit degli Studi di Torino. La sua tesi magistrale
si intitola La musa Semiotica: un approccio semiotico alla pratica
creativa.
Note biograche degli autori / Authors Bionotes ,,
Remo Gramigna, nato a Cosenza nel sss, si trasferisce a Roma
dove consegue la laurea quinquiennale in Scienze della Comunica-
zione con una tesi intitolata Culture Jamming: Fenomenologia della
distruzione creative. Dal zoo vive a Tartu, in Estonia, dove frequenta
la rinomata scuola di studi semiotici fondata da Juri Lotman. Si laurea
in Semiotica nel zoss con una tesi intitolata Augustine on Lying: A Se-
miotic Analysis, che ha ricevuto il Premio di laurea The Juri Lotman
Scholarship. Dal zosz dottorando presso lUniversit di Tartu.
Eva Kimminich (Prof. Dr. habil.) is a cultural scientist, specialist in
Romance studies an advisor for sub- and youth cultures of the German
Society of Semiotics. She is teaching at the University of Potsdam. Her
particular interests are the socio-cultural dynamics, the construction
of identity, metaphors as key concepts of cultural constructions, youth
and subcultures, particularly rap music and creativity in urban space
(http://www.uni-potsdam.de/romanistik/kimminich/).
Evangelos Kourdis is an Assistant Professor in Translation Semi-
otics at the Department of French Language & Literature, Aristotle
University of Thessaloniki. He received a PhD in Theories and Sci-
ences of Language and Communication from the Faculty of Philoso-
phy, Aristotle University of Thessaloniki. His scientic interests are
mainly concentrated in the eld of Sociosemiotics, Sociolinguistics,
Language Ideology and Cultural Communication. He is a member
of the Board of directors of the Hellenic Semiotic Society, of the Hel-
lenic Society for Translation Studies, of the Greek Applied Linguistics
Association, of the International Scientic Committee and delegate
in Greece of the Socit dEtudes des Pratiques et Thories en tra-
duction (SEPTET, France). He is also an international collaborator
of the Semiotics and Visual Communication Laboratory of Cyprus
University of Technology.
Massimo Leone Massimo Leone is Research Professor of Semi-
otics and Cultural Semiotics at the Department of Philosophy, Univer-
sity of Torino, Italy. He graduated in Communication Studies from the
University of Siena, and holds a DEA in History and Semiotics of Texts
and Documents from Paris VII, an MPhil in Word and Image Studies
from Trinity College Dublin, a PhD in Religious Studies from the
,s Note biograche degli autori / Authors Bionotes
Sorbonne, and a PhD in Art History from the University of Fribourg
(CH). He was visiting scholar at the CNRS in Paris, at the CSIC in
Madrid, Fulbright Research Visiting Professor at the Graduate Theo-
logical Union, Berkeley, Endeavour Research Award Visiting Professor
at the School of English, Performance, and Communication Studies at
Monash University, Melbourne, and Faculty Research Grant Visiting
Professor at the University of Toronto. His work focuses on the role
of religion in modern and contemporary cultures. Massimo Leone
has single-authored three books, Religious Conversion and Identity - The
Semiotic Analysis of Texts (London and New York: Routledge, zoo; zz
pp.); Saints and Signs - A Semiotic Reading of Conversion in Early Modern
Catholicism (Berlin and New York: Walter de Gruyter, zoso; o,o pp.),
and Smiotique de lme, , vols (Berlin et al.: Presses Acadmiques
Francophones, zosz), edited several collective volumes, and published
more than two hundred and fty articles in semiotics and religious
studies. He has lectured in Africa, Asia, Australia, Europe, and North
America. He is the chief editor of Lexia, the Semiotic Journal of the
Center for Interdisciplinary Research on Communication, University
of Torino, Italy and member of the jury that determines the Mouton
dOr Prize given to the best article published in the internationa jour-
nal Semiotica (de Gruyter) in a year (zosz, zos,, zos, chair of the jury
in zos).
Marina Mantini is a researcher at the University Complutense
of Madrid (Spain), Department of Journalism III, dedicated to Infor-
mation Theory and Semiotics. Shes member of the investigations
group in Semiotics, Communication and Cultura. Her interests in
research include semiotics, new technologies, mass media and democ-
racy, communication for development and culture and environment.
Mantinis publications include Movimientos sociales, comunidades
virtuales y desarrollo in CIC Cuadernos de Informacin y Comu-
nicacin zosz, vol. s, s,,-soo; Does media policy promote media
freedom and independence? The case of Spain, with Susana de la
Sierra, in Case Study Report Project MEDIADEM, , Framework
Programme, zosz; Media Policy in Spain: Public Service, Free Compe-
tition and some Internal Diversity with S. de la Sierra, E. Guichot, &
I. Sobrino, in Understanding media policies: A European perspective,
Palgrave Macmillan, zosz.
Note biograche degli autori / Authors Bionotes ,
Claudia Matoda dottoranda in Beni Culturali - Storia dellAr-
chitettura presso il Politecnico di Torino. Si occupa principalmente
di storia dellarchitettura basso-medievale, in particolare di area ar-
mena in epoca ciliciana, di urbanistica medievale e di critica per la
storia dellarchitettura. Ha pubblicato pi di quindici contributi su
riviste e volumi. Ha svolto lezioni su invito allUniversit Ca Foscari
a Venezia e allUniversit di Stato di Yerevan; ha presentato relazioni a
conferenze in Italia, Georgia (National Centre of Manuscripts, Tbilisi),
Michigan (Ann Arbor) e California (UCLA).
Marco Mondino dottorando in Studi Culturali Europei presso
lUniversit degli studi di Palermo. Si laureato nel zosz in Teorie
della comunicazione. Attualmente si occupa di street art e riscritture
urbane. Ha curato una rubrica televisiva e web dedicata al mondo
delleditoria e collabora con la casa editrice Edizioni di Passaggio.
Mara Persello si laureata al D.A.M.S. di Bologna con una tesi in
sociosemiotica, attualmente assistente presso la cattedra di Culturo-
logia dellUniversit di Potsdam, dottoranda in semiotica in cotutela
con lIstituto Italiano di Scienze Umane. Ambito di ricerca: sottocultu-
re e Cultural Studies in prospettiva semiotica. Recenti pubblicazioni
Der Mythos St. Pauli zwischen Identitt und Gentrizierung, in Eva
Kimminich, Judith Stein, Mythos Stadt - Stadtmythen (Frankfurt
am Main, Lang, zos,) e curatela del volume Stadt und Zeichen in
collaborazione con Eva Kimminich.
Simona Stano is a PhD student in Sciences of Language and Com-
munication at the University of Turin (Italy) and in Science of Com-
munication at the University of Lugano (USI, Switzerland). From
February to August zos, she has been spending a period of time as a
visiting research scholar at the University of Toronto (Canada). She
graduated in Communication Studies at Turin University, and she
holds a postgraduate degree in Intercultural Studies from the Univer-
sitat Autnoma of Barcelona (UAB), Spain. She is currently writing
a doctoral thesis on semiotics of food and cultural identity and has
several (forthcoming and published) articles on the topic, many of
which presented as papers at international symposia. She has also
published several articles on urban and visual studies, semiotics of
culture, food studies, media studies and narratology.
o Note biograche degli autori / Authors Bionotes
Stefano Traini teaches Semiotics and Semiotics and Advertising at the
University of Teramo, Italy (Faculty of Science of Communication).
In s, he took the PhD in Semiotics, at the University of Bologna
Advisor: Professor Umberto Eco. Dissertation title: La connotazione
nelle teorie semiotiche (Connotation in Semiotic Theories). He has also
taught at the University of Bologna, Milano (IULM), Modena and
Reggio Emilia. He has taught at the PhD in E-learning at the Univer-
sity of Ancona and at the Master in Space and Communication Systems,
coordinated by University of LAquila in collaboration with University
of Chieti-Pescara and University of Teramo, and Telespazio SpA (Fin-
meccanica). He used to make researches for many public and private
institutions as Fiat, Mediaset, Sigma-tau Foundation, Rai. Recently
he was visiting professor at Hastings College (Nebraska, USA, zoss)
and at the University of Zadar (Croatia, zosz), and he gave a seminar
at the Centre Pluridisciplinaire Smiotique Textuelle (CPST), Uni-
versit de Toulouse Le Mirail (zoss). He is member of the scientic
commette of PhD Culture, linguaggi e politica della comunicazione (Cul-
tures, Languages and Policies of Communication) In addition to some
articles and essays, he has written three volumes: La connotazione
(Connotation), Bompiani, Milan, zoos; Le due vie della semiotica. Teorie
strutturali e interpretative (The Two Branches Of Semiotics: Structural
And Interpretative Theories), Bompiani, Milan, zooo; Semiotica della co-
municazione pubblicitaria (Semiotics of Advertising), Bompiani, Milano,
zoos.
Federica Turco dottore di ricerca in Scienze e Progetto della Co-
municazione. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, conse-
guita presso lUniversit di Torino con una tesi sul rapporto tra eventi
mediali, immagine urbana e semiotica dello spazio, ha condotto, nello
stesso Ateneo, una ricerca di dottorato dal titolo Eccentriche, nomadi
o cyborg? Rappresentazioni di donne nella ction seriale italiana, in
cui ha indagato, in chiave socio-semiotica, il rapporto tra immagine
femminile e televisione, proponendo un proprio modello di analisi
gender oriented dellaudio-visivo. Ha collaborato, come ricercatrice,
con diversi Centri di Ricerca dellUniversit di Torino e associazioni
locali, tra cui lOCCS (Osservatorio Campagne di Comunicazione
Sociale), il CIRSDe (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi del-
le Donne), lOPET (Osservatorio Politiche degli Enti Territoriali) e
Note biograche degli autori / Authors Bionotes s
OMERO (Olympic and Media Event Research Observatory), condu-
cendo, negli anni, studi su: le campagne di comunicazione sociale e il
territorio, le strategie di comunicazione delle politiche degli enti terri-
toriali, le pari opportunit e gli studi di genere, la comunicazione dei
grandi eventi e la semiotica dello spazio, media ed opinione pubblica.
Insegna semiotica allIstituto Europeo di Design di Torino.
Igeneia Vamvakidou graduated from the Philosophical School
of the Aristotle University of Thessaloniki, the Department of Phi-
losophy and Pedagogy (ss,). Holds a Master Degree of the same
Department specialized in Philosophy of History (ss) and a PhD
of the Pedagogic Faculty of the Aristotle University of Thessaloniki
in Modern Greek History and Culture (ss). She is teaching to the
University of Western Macedonia since zooz, lessons of History and
Visual Culture. Also, she is member of the steering board of the Fine
and Applied Arts Faculty, and teaches Modern Greek Art History
and Semiotics. She is coordinating the postgraduate program in Cul-
tural Studies: Semiotic Structures and Practices of the University of
Western Macedonia and teaches in the postgraduate program of the
Department of Balkan Studies Russian Culture, in the postgraduate
program of Educational Policies a variety of subjects as: methodol-
ogy in research, intercultural training, gender studies and semiotics.
She also coordinates the Special Education Seminars (zoos-zos,), the
Extended Practice Training, all held by the University of Western
Macedonia. She represents the University of Western Macedonia in:
i. Unesco Chair in Gender Equality and Womens Empowerment-
University of Cyprus, ii. European Erasmus Network CiCea - Citi-
zenship Education in Europe. She has written four books and around
soo scientic articles about modern greek history, historic studies, cul-
tural studies, modern methodology in social research and semiotics.
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx23
pag. 443446 (giugno 2013)
Call for papers
Come fare cose con le immagini
Lexia, la rivista internazionale peer-reviewed di CIRCE, il Centro In-
terdipartimentale di Ricerche sulla Comunicazione dellUniversit di
Torino, invita a proporre contributi da pubblicare nel n. s, della nuova
serie.
. Tema
Dalla svolta teoretica del campo di studi degli atti linguistici, preparata
da una lunga tradizione losoca, linguistica, e semiologica, stato
sempre pi evidente che si possono fare cose con le parole. Ricerche
vieppi minuziose sono state dedicate, fra laltro, al tentativo di situare
la capacit dazione del linguaggio verbale, nonch le modalit con cui
essa si distribuisce nelle forme discorsive.
Prendendo spunto dallultima monograa pubblicata da Omar Cal-
abrese, sul trompe-lil, il numero s, di Lexia proporr una riessione
a pi voci e discipline sullagentivit delle immagini, ovverosia sulla
loro capacit di orientare, incoraggiare o persino indurre lazione
dellosservatore in senso cognitivo-epistemico (far credere), prag-
matico (far fare), emotivo (far essere).
Come sviscerare lintreccio di determinazioni biologiche, cognitive,
socio-culturali che determina la capacit dazione delle immagini? E
come descrivere e analizzare i meccanismi che garantiscono il passag-
gio dalla ricezione di un testo visivo allelaborazione / esecuzione di
una pratica o persino di una forma di vita?
Immagini che ingannano e disingannano, incoraggiano allatto o
lo proibiscono, scatenano il desiderio o lavversione, istituiscono at-
traverso la presenza della propria supercie signicante, linterazione
con altri segni/codici/testi e larena di un contesto nuovi percorsi
,
Call for papers. Come fare cose con le immagini
per lazione individuale e sociale. Immagini di questo tipo ci circon-
dano quotidianamente, dalla pubblicit ai media, dallarte alle religioni.
Ma ove si nasconde la loro capacit di determinare il passaggio dagli
stati di senso agli stati del mondo?
I contributi, max ,o.ooo battute, foglio di stile Lexia (http://lexia.to.
it/rivista-lexia/), con un abstract in inglese di ,oo parole max e , parole
chiave in Inglese, dovranno essere inviati a massimo.leone@unito.it
Lingue: inglese, francese, italiano, spagnolo [alter lingue se sono
disponibili revisori].
z. Calendario
Lexia sollecita linvio di articoli entro il s, giugno zos,.
Il responso dei referee sar comunicato ai potenziali autori entro il
s, luglio zos,.
Gli articoli di cui i referee richiedono una revisione dovranno essere
inviati con le opportune modiche entro il s, settembre zos,. Gli
articoli modicati che a giudizio del comitato scientico e dei referee
non soddisno le richieste di questi ultimi non saranno pubblicati.
La pubblicazione del volume prevista per il s, dicembre zos,.
,. Referaggio
Ogni autore che abbia sottoposto un articolo a Lexia simpegna a fare
da referee anonimo per un massimo di tre articoli, anchessi anonimi,
inviati a Lexia per questo numero o per quelli successivi.
Lexia adotta i seguenti criteri di referaggio:
a) Competenza: Gli articoli non sono inviati sempre a un referee
il cui campo identico a quello dellargomento dellarticolo.
Non bisogna essere qualicati specicamente in un campo per
essere un referee costruttivo. In eetti, un articolo eccellente
sar capace di comunicare al di l del suo campo strettamente
denito. Se, tuttavia, un articolo cos distante dal campo del
referee che questi non si sente qualicato a giudicarne i meriti, il
Call for papers. Come fare cose con le immagini ,
referee pregato di restituire larticolo alleditore, che cercher
un altro referee.
b) Condenzialit: I referee ricevono materiale non pubblicato, che
deve essere trattato come condenziale no a che non venga
pubblicato. Essi devono distruggere tutte le copie elettroniche
e a stampa degli articoli ancora in bozza e le stesse relazioni
di referaggio una volta che essi abbiano ricevuto conferma
dalleditore che tali relazioni sono state ricevute. I referee non
devono rivelare ad altri quali articoli hanno giudicato; essi non
devono condividere tali articoli con nessun altro.
c) Conitto di interessi: I referee devono dichiarare ogni conitto
dinteresse od ogni altro fattore che possa condizionare la loro
indipendenza per esempio nel caso in cui essi abbiano ricevuto
larticolo di un collega o di un rivale intellettuale. In caso di
conitto dinteressi, i referee devono noticare alleditore la
loro impossibilit a giudicare un certo articolo.
d) Merito intellettuale: Un articolo deve essere giudicato solo in
base ai suoi meriti intellettuali. Critiche personali o critiche
basate unicamente sulle opinioni politiche o sociali del referee
non sono accettabili.
e) Piena spiegazione: Giudizi critici o negativi devono essere pien-
amente supportati da riferimenti dettagliati allarticolo in esame
o ad altre fonti pertinenti.
f ) Plagio e copyright: Se un referee ritiene che un articolo possa
contenere fenomeni di plagio o che possa ledere i diritti di un
altro autore, deve noticarlo alleditore della rivista, fornendo
le opportune citazioni per sostenere laccusa.
g) Rapidit di risposta: I referee sono tenuti a rispondere entro tre
settimane. Questo consente di fornire un feed-back rapido agli
autori.
|. Recensioni
Lexia accetta in ogni momento proposte di recensione di opere di
argomento semiotico. Opere di argomento semiotico di cui si auspica
una recensione da parte di Lexia possono essere inviate allindirizzo
che segue:
o Call for papers. Come fare cose con le immagini
Massimo Leone
Universit di Torino
Dipartimento di Filosoa
Via SantOttavio zo
sosz Torino
,. Norme redazionali
Ampiezza minima del testo: z,.ooo battute, spazi inclusi
Ampiezza massima del testo: ,o.ooo battute, spazi inclusi
Lingua: Italiano, inglese, francese o spagnolo; Attenzione: non sotto-
porre articoli che non siano stati revisionati da un madre lingua
Immagini: per un massimo di so, da fornire separatamente in alta
risoluzione (ooo dpi), avendone acquisito il copyright prima delle-
ventuale pubblicazione
Abstract e key-words: ogni testo deve essere corredato di un abstract in
inglese di minimo z,o parole e al massimo ,oo parole, e di cinque
parole chiave, sempre in inglese
Invio: I testi devono essere inviati a mailto: massimo.leone@unito.it
Foglio di stile: Lexia (http://lexia.to.it/rivista-lexia/)
Lexia. Rivista di semiotica, 1314
Protesta
ISBN 978-88-548-xxxx-x
DOI 10.4399/97888548xxxxx24
pag. 447450 (giugno 2013)
Call for papers
How to Do Things with Images
Lexia, the international, peer-reviewed journal of CIRCE, the Center
for Interdisciplinary Research on Communication of the University of
Torino, Italy, invites contributions to be published in issue n. s, of the
new series.
. Topic
The topic of the forthcoming issue is How to Do Things with Im-
ages. Since the theoretical turning point in the research eld of
linguistic acts, prepared by a long philosophical, linguistic, and semi-
ologic tradition, it has become more and more evident that one
can do things with words. Increasingly in-depth research has been
devoted, furthermore, to the attempt at situating the capacity of action
of verbal language, as well as the modalities by which it is distributed
in discursive forms.
Taking as a point of departure the last monograph published by
Omar Calabrese, on trompe-lil, issue s, of Lexia will propose a col-
lective and multi-disciplinary reection on the agency of images, that
is, on their capacity of orienting, encouraging, or even triggering the
action of the observer from the cognitive-epistemic (belief ), pragmatic
(praxis), and emotional (passion) point of view.
How can one disentangle the knot of biological, cognitive, and
socio-cultural determinations that bring about images capacity of act-
ing? And how can one describe and analyze the mechanisms guaran-
teeing the passage fromthe reception of a visual text to the elaboration
/ execution of a practice or even of a form of life?
Images that deceive and undeceive, encourage action or prohibit it,
trigger desire or aversion, institute through the presence of their
,
s Call for papers. How to Do Things with Images
own signicant surface, the interaction with their signs/codes/texts,
and the arena of a context new paths for individual and social
action: images of this kind surround us daily, from advertising to the
media, from art to religion. But how can one uncover their capacity
of determining the passage from the states of meaning to the states of
the world?
Contributions, ,o,ooo characters max, MLA stylesheet, with a ,oo
words max English abstract and , English key-words, should be sent
to massimo.leone@unito.it
Languages: English, French, Italian, Spanish (other languages if
reviewers are available).
z. Schedule
Here is the expected publication schedule of the volume:
June s,, zos,: deadline for contributions
July s,, zos,: deadline for referees
September s,, zos,: deadline for revised versions of contributions
December s,, zos,: publication of Lexia n. s,
,. Reviewing
Every author who submits an article to Lexia commits to anony-
mously review up to three articles, sent to Lexia for the next issue or
for the following ones.
Lexia adopts the following refereeing criteria:
a) Expertise: Papers are not always sent to a referee whose eld is
identical to the subject matter of that paper. You dont have to
be precisely qualied in a eld to be a constructive referee. In
fact, an excellent paper will speak beyond its narrowly dened
eld. If, however, a paper is so distant from your eld that you
do not feel qualied to judge its merits, please return it to the
publishing manager for the journal, who will locate another
referee.
Call for papers. How to Do Things with Images
b) Condentiality: Referees receive unpublished work, which must
be treated as condential until published. They should destroy
all electronic and printed copies of the draft paper and referee
report once they have received conrmation that their reports
have been received by the publishing manager (in case we cant
open the report les you send us) Referees must not disclose to
others which papers they have refereed; nor are they to share
those papers with any other person.
c) Conict of Interest: Referees must declare any conict of interest
or any other factor which may aect their independencein
cases for instance, where they have received a paper of a col-
league or an intellectual opponent. In cases of conict of inter-
est, please notify the publishing manager of your inability to
referee a particular paper.
d) Intellectual Merit: A paper must be judged on its intellectual
merits alone. Personal criticism or criticism based solely on the
political or social views of the referee, is not acceptable.
e) Full Explanation: Critical or negative judgments must be fully
supported by detailed reference to evidence from the paper
under review or other relevant sources.
f ) Plagiarism and Copyright: If a referee considers that a paper
may contain plagiarism or that it might breach another partys
copyright, they should notify the publishing manager for the
journal, providing the relevant citations to support their claim.
g) Responsiveness: Referees are asked to return their reports within
two weeks. This assists us to provide rapid feedback to the
author.
|. Reviews
Lexia invites reviews of published works on semiotic matters. Pub-
lished works on semiotics matters that authors would like to be re-
viewed by Lexia can be sent at any time to the following address:
Massimo Leone
Universit di Torino
Dipartimento di Filosoa
,o Call for papers. How to Do Things with Images
Via SantOttavio zo
sosz Torino
ITALY
,. Format and style sheet
Acceptable length: z,.ooo ,o.ooo characters, including blanks
Language: English, French, Italian, or Spanish. Other languages will
be accepted if appropriate peer reviewers can be found. Attention:
do not submit articles that have not been copyedited by a native
speaker
Images: maximum so, to be provided separately in high resolution
(ooo dpi), indicating the place where images must be displayed
within the body of the article; when applicable, copyright must be
acquired before publication
Abstract and key-words: every text must be sent with a z,o-,oo word
English abstract and ve keywords in English
Sending: Microsoft Word les must be sent in attachment to the fol-
lowing address, mailto: massimo.leone@unito.it
Copyright: Lexia leaves the copyright of published articles to authors
Style sheet: Please use MLA formatting and style http://owl.english.
purdue.edu/owl/resource/,,,/os/
LEXIA. RIVISTA DI SEMIOTICA
LEXIA. JOURNAL OF SEMIOTICS
sz. La citt come testo. Scritture e riscritture urbane
ist ,s-ss-,s-z,s-,, formato s, z cm, ,o pagine, ,, euro
,. Attanti, attori, agenti. Senso dellazione e azione del senso. Dalle teorie ai
territori
ist ,s-ss-,s-z,o-,, formato s, z cm, o pagine, ,, euro
,o. Analisi delle culture, culture dellanalisi
ist ,s-ss-,s-,,-o, formato s, z cm, ss pagine, ,, euro
,s. Immaginario
ist ,s-ss-,s-s,,-o, formato s, z cm, ,s pagine, ,, euro
so. Ambiente, ambientamento, ambientazione
ist ,s-ss-,s-,so-, formato s, z cm, zs pagine, ,, euro
sssz. Culto
ist ,s-ss-,s-,so,-, formato s, z cm, ,zo pagine, ,, euro
s,s. Protesta
ist ,s-ss-,s-xxxx-x, formato s, z cm, ,o pagine, ,, euro
Compilato il May z, zos,, ore ss:,,
con il sistema tipograco L
A
T
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