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DELLA FRANCESCA
(ca 1413-1492)
Un intellettuale
In Piero della Francesca, massimo artista e intellettuale del
Rinascimento, gli interessi scientifici e teorici – dalla matematica alla
prospettiva, dalle proporzioni alla geometria – sono messi al servizio
di una pittura lucida e razionale.
Nel suo significato generale il dipinto si ricollega al generale timore per l’avanzata
del sultano Mehmed II in Europa dopo la conquista turca di Costantinopoli (1453).
La Flagellazione
Nonostante le proporzioni ridotte, la tavola mostra grandi spazi, grazie
all’applicazione magistrale della prospettiva.
Due scene distinte ma connesse tra loro si Le linee tracciate dagli elementi
svolgono l’una entro un portico, l’altra architettonici e dalla pavimentazione
all’aperto in una strada di città. confluiscono tutte sull’unico punto di fuga.
Inginocchiato ai piedi
della Madonna in
trono con il Bambino
tra angeli e santi si
trova il committente,
Federico da
Montefeltro, che
proprio nel 1474
ottiene il titolo di
duca di Urbino.
Sacra conversazione
La pala d’altare è Dal collo di Gesù
realizzata pende un rametto di
corallo, simbolo della
secondo una
futura ferita al costato
visione
rinascimentale:
manifestazione Il realismo dei dettagli
divina in uno rivela la conoscenza
spazio reale e della pittura
unificato. fiamminga
ferita riportata durante un torneo che aveva danneggiato anche l'occhio destro (questo
probabilmente il motivo delle pose rivolte verso sinistra); l'occhio è segnato da un reticolo
di rughe e sulla guancia si riconoscono piccole escrescenze carnose. Indossa berretto e una
veste rossi.
Anche la complessità luminosa si rifà alla lezione fiamminga: la luce che proviene da destra
●
rischiara il volto di Battista rendendolo pallido. L'artista ricrea in maniera minuziosa il suo
abito ricamato, i gioielli e l'elaborata acconciatura.
Entrambi i duchi si stagliano su
●
un ampio e luminosissimo
paesaggio rappresentato a volo
d'uccello, che riprende
realisticamente i territori
dell'area romagnola e
marchigiana su cui essi
regnavano.
• I ritratti sono di profilo secondo il modello celebrativo proprio del ritratto imperiale
ripreso dalla medaglia umanistica.
• La cura del particolare, i riflessi, le trasparenze provengono dalla lezione dei pittori
fiamminghi presenti a Urbino.
• I volti sono colti con spietato realismo: la gobba del naso, le rughe degli occhi, le
macchie e le escrescenze della pelle sono fedelmente registrati.
• La luce e il colore scolpiscono i volumi costruiti secondo leggi geometriche.
• Sullo sfondo si apre un profondissimo paesaggio ripreso a volo d’uccello, che digrada
cromaticamente verso l’orizzonte.