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scheda

Raffaello pittore dei papi. Le Stanze Vaticane


Un artista senza rivali lo, il Sanzio lavorò lungamente, concludendo gli troduzione del diritto civile e canonico: Triboniano
Sullo scorcio del 1508, grazie all’intercessione affreschi delle Stanze Va­ti­cane nel 1520, anno consegna le pandette a Giustiniano e Gre­gorio IX
dell’urbinate Donato Bramante, papa Giulio II della sua morte. approva i decretali. Un ciclo complesso e unitario,
invitò Raffaello a Roma, perché contribuisse alla che tende a esaltare il tema dominante dell’incontro
realizzazione degli affreschi, già in corso d’opera, Le monumentali allegorie della Biblioteca tra la cultura classica, pagana, e la cultura cristiana.
degli ambienti dove il pontefice si era trasferito, non Nota come la “stanza della Segnatura”, ossia la Esem­plare in tal senso appare il celebre affresco del-
amando le fastose sale decorate da Pinturicchio. sede del tribunale ecclesiastico presieduto dal papa, la Scuola di Atene (Fig. 1), dove i filosofi affollano
Il papa preferiva piuttosto soggiornare nelle stan- che fu ospitato in questa sala intorno al 1540, la una luminosa struttura architettonica di ascendenza
ze che erano state di papa Niccolò V (1447-1455), prima stanza affrescata da Raffaello era destinata classica, ma declinata secondo il moderno idioma
già in parte ornate da Piero della Francesca e Luca originariamente alla bi­blio­teca. Il ciclo iconografico bramantesco, vicino al progetto della basilica di
Signorelli e dove nel 1508 avevano già cominciato effigiato tra il 1508 e il 1511 sulle pareti era dun- San Pietro. Una splendente luce diafana si diffon-
a lavorare molti artisti, quali Lorenzo Lotto, il So- que funzionale a ribadire il criterio umanistico che de dall’alto e dal fondo, penetrando da squarci di
doma, il Bramantino, il Peruzzi e Pietro Perugino. ispirava la scelta dei testi qui raccolti, appartenenti cielo e riflettendosi sulle nivee superfici delle pareti
Nonostante la presenza di tali qualificate mae- al settore filosofico, teologico, poetico e giuridi- marmoree e sulle statue, poi ancora indugiando
stranze, dopo aver ammirato i primi interventi di co. L’artista scelse di rappresentare nella Scuola nella tenue penombra dei lacunari e delle nicchie
Raffaello, il pontefice decise di affidare senz’altro di Atene un’allegoria della Verità razionale, cioè scorciate, entro cui occhieggiano monumentali scul-
all’artista marchigiano e ai suoi aiuti l’intera com- ricercata, che si oppone alla Verità teologica, ossia ture. Al centro di una successione di archi colossali,
missione. Un compito impegnativo, che Raffaello rivelata, adombrata dalla Disputa sul sacramento,
affrontò interpretando in maniera autonoma e posta sulla parete antistante a celebrare il trionfo
originale il complesso programma iconografico dell’eucarestia. Gli altri due affreschi rappresentano Pandette
indicato da Giulio II e dal suo successore Leone il Parnaso, po­polato da poeti e letterati antichi e Raccolte di leggi.
X. Con impeccabile coerenza e in sintonia con moderni che attorniano Apollo e le muse presso Fig. 1 Raffaello, Scuola di Atene, 1508-1511,
le più moderne sperimentazioni proposte nella la fonte Castalia, tributo alla poesia e alla musica, affresco, larghezza base 770 cm, Città del Vaticano,
volta della vicina cappella Sistina da Michelange- davanti ai quali si svolgono due episodi relativi all’in- Palazzi Vaticani, stanza della Segnatura.

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isolati dagli altri personaggi, i maggiori protagonisti Una sottile inquietudine
della filosofia antica, Platone (con le sembianze di nella stanza delle Udienze
Leonardo), che indica verso l’alto il mondo ideale, Una diversa temperie si respira nella “stanza di
sede della conoscenza, e Aristotele che indica il Eliodoro”, probabilmente deputata alle udienze del
mondo terreno, luogo di indagine conoscitiva, co- pontefice, dove le pareti sono affrescate con episodi
stituiscono il nucleo della scena. che esaltano il prodigioso intervento divino a prote-
Una rappresentazione che racchiude anche un più zione della Chiesa, in un momento in cui papa Giu-
riposto significato, alludendo alla possibilità di con- lio II stava vivendo il dramma personale di una grave
ciliazione tra la filosofia platonica e aristotelica. Do- malattia e le difficoltà sul piano politico e dottrinale
po averci introdotto nel cuore della rappresentazio- a causa degli attacchi del re di Francia. Al dipinto
ne, Raf­faello sviluppa la scena con una disposizione più incisivo della stanza, la Cacciata di Eliodoro dal
simmetrica, su due registri, degli altri filosofi, colti in tempio (Fig. 3), Raffaello conferisce una potenza
atteggiamenti naturali – certo debitori alle ricerche dram­matica inedita, destinata ad avere larga eco.
di Leonardo – immersi e concentrati nei loro studi o L’e­pisodio, narrato con intento chiaramente pro-
intenti a discutere tra loro, secondo una controllata pagandistico, difende il sacro diritto da parte della
scansione ritmica delle figure nello spazio. Ad alcuni Chiesa al possesso di beni materiali, che era stato
di questi antichi pensatori Raffaello diede le sem- violato da Eliodoro quando cercò di rubare il tesoro 2
bianze di artisti contemporanei: Eraclito, seduto e del tempio. Il personaggio che soccorre il papa è Fig. 2 Raffaello, Au­to­ritratto, par­ticolare
assorto in primo piano, ha il volto di Michelangelo, un angelo in armi sul bianco destriero – secondo del­la Scuola di Atene, 1508-1511, affresco,
Euclide con il compasso ritrae il Bramante, men- uno schema che riprende gli studi di Leonardo sui Città del Vaticano, Pa­lazzi Vati­c­a­ni, stanza
tre un celeberrimo autoritratto (Fig. 2) spunta nel monumenti equestri – che travolge sulla destra il della Se­gna­tura.
gruppo di filosofi rappresentati sulla destra. Alcuni ladro sacrilego. Una forte concitazione serpeggia tra
personaggi mostrano una forte evidenza plastica i presenti, che si assiepano sulla sinistra ai piedi del
e paiono già ispirati ai prorompenti volumi delle pontefice, assiso sulla sedia gestatoria e attorniato
Fig. 3 Raffaello, Cac­cia­ta di E­lio­doro dal tempio,
figure che animano la volta della cappella Sistina, dai suoi dignitari che indicano l’empio, si abbrac- 1511-1514, af­fresco, larghezza ba­se 750 cm circa,
in parte già svelata, plauso dell’urbinate al genio ciano impauriti, si arrampicano per meglio scorgere Città del Vati­cano, Palazzi Vat­i­cani,
di Michelangelo. il miracoloso evento, in una teatrale composizione. stanza di E­liodoro.

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Decisi trapassi chiaroscurali e un acceso cromatismo accenti cromatici presenti nella Cacciata di Eliodoro dalla narrazione dell’incendio di Troia, come sotto-
esaltano i plastici volumi dei personaggi, conferen- dal tempio, che diventano ancor più accentuati nella linea anche la presenza di un giovane personaggio
do alla scena ulteriore intensità e inquietudine. Al Liberazione di san Pietro dal carcere (Fig. 5), dove un maschile che sorregge un vecchio con accanto un
centro l’animazione si acquieta e la luce si affievo- flebile chiarore lunare, parzialmente oscurato dalle bimbo, citazione di Enea con il padre Anchise e il
lisce, modulata da un reiterato riverbero di balugi- nubi, dialoga con i bagliori delle torce e con l’intensa, figlio Ascanio, Raffaello narra l’evento attraverso
nanti bagliori dorati che accendono la fuga degli divina luminosità dell’angelo liberatore in un nottur- una complessa composizione con un’enfasi teatrale
archi alternati alle cupole: il sacerdote Ania in pre- no carico di suggestione. e scenografica fortemente coinvolgente.
ghiera ha ottenuto il miracoloso intervento divino. Numerosi personaggi in fuga, gesticolanti e atter-
Un nuovo prodigio si narra nell’affresco della Messa Il papa doma le fiamme riti, affollano il primo piano, dove una giovane di
di Bolsena (Fig. 4), durante la quale un sacerdo- negli affreschi della camera da pranzo spalle sulla destra funge da quinta e nel contempo
te incredulo riguardo alla transustanziazione vide Già adibita a tribunale o stanza della Segnatura introduce l’osservatore nello spazio figurato. Pos-
il sangue zampillare dall’ostia consacrata sopra il durante il pontificato di Giulio II, la “stanza dell’In- senti nudi maschili di evidente ascendenza classica
corporale, miracolosa dimostrazione della veridicità cendio di Borgo”, cosiddetta dal soggetto di uno e michelangiolesca cercano scampo fuggendo o
del dogma. degli affreschi di Raffaello, dopo l’intervento del gettando acqua tra gli edifici classici, dipinti sul pia-
Nella scena il sacerdote e i fedeli, effigiati a sinistra maestro, nel 1514, fu probabilmente adibita a ca- no intermedio, mentre in primo piano una figura
dell’altare dove si compie l’evento, sono nettamente mera da pranzo. Una ricca decorazione che celebra femminile in ginocchio, rappresentata di spalle e
separati dalla rappresentazione di Giulio II e della sua la giustizia e la grazia divine si sviluppa sulla volta, con le braccia sollevate verso il pontefice, fa da
corte, compostamente immobili sulla destra, con- mentre le pareti esaltano le figure dei predecessori tramite verso la scena sullo sfondo. Qui, affacciato a
trapposti alle vivaci e dinamiche reazioni provocate di Leone X, committente dei dipinti, attraverso la una serliana dei Palazzi Vaticani, accanto all’antica
da quel miracolo particolarmente emblematico per il rappresentazione delle vicende che videro protago- facciata della basilica di San Pietro, il papa rivolto
pontefice, poiché alla sacra reliquia del corporale in- nisti i pontefici Leone III e Leone IV. verso il Borgo impartisce la prodigiosa benedizio-
triso di sangue era particolarmente devoto papa Sisto Il celebre affresco dell’Incendio di Borgo (Fig. 6) si ne. L’inedita intonazione tragica dell’affresco e il
IV, suo zio. Il fatto dunque, oltre a sottolineare l’indi- riferisce alla miracolosa benedizione di papa Leo- suo originale im­pian­to compositivo confermano
scutibile autorità del papa attraverso l’affermazione ne IV (847), grazie alla quale improvvisamente si l’inesauribile inventiva di Raffaello, frutto della sua
del dogma, adombra anche un non troppo velato spense l’incendio scoppiato nei quartieri del Borgo, eclettica, vastissima formazione, attraverso la qua-
intento autocelebrativo. Nell’affresco predomina la vicini al Vaticano, con evidente allusione agli attuali le egli aggiornò continuamente la cifra stilistica e
stessa atmosfera pulsante di chiaroscuri e di intensi intenti pacificatori di Leone X. Traendo ispirazione adeguò senza sosta la propria espressione artistica.

Serliana
Apertura o finestra a tre luci;
quella centrale, più alta e più
ampia, si presenta ad arco
e poggia su due trabeazioni
sostenute da colonne. Nota
nell’impero romano, prende
nome da Sebastiano Serlio
(1475-1554), che ne parla
nel suo trattato.

Fig. 4 Raffaello, Mes­sa di


Bolsena, 1511-1514, affresco,
lar­ghez­za base 660 cm cir­ca,
Città del Vati­ca­no, Pa­lazzi
Vaticani, stanz­a di Eliodoro.
Nell’affresco Raf­faello risolse
brillantemente il problema
dell’asimmetria del campo
figurato provocata dal­la
finestra, crean­do sul fondo una
struttura architettonica che ne
mitiga abilmente la percezione
attraverso una ve­du­ta non
frontale, bensì leggermente
di scorcio.
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Fig. 5 Raffaello, Libe­razione
di san Pietro dal car­cere,
1511-1514, af­fresco,
larghezza base 6,60 m circa,
Città del Vaticano, Palazzi
Vati­ca­ni, stanza di Eliodoro.
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Fig. 6 Raffaello, In­cendio


di Borgo, 1514, af­fresco,
larghezza ba­se 670 cm circa,
Città del Vaticano, Palazzi
Va­tica­ni, stanza dell’In­cen­dio
di Borgo.
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