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Riassunto su Raffaello Sanzio

Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche


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RAFFAELLO
Raffaello nasce a Urbino, figlio di pittore ma rimane orfano a 11 anni, quindi la sua 
formazione viene data da Pietro Perugino, artista molto affermato ed influente dell'epoca. 
Raffaello andava a bottega da lui e in cambio riceveva vitto e alloggio. 
Nel 1504 si trasferisce a Firenze, dove sono attivi Leonardo e Michelangelo e vi rimane fino
al 1508 quando viene chiamato a Roma da Papa Giulio II. A Roma intraprende anche la
carriera di architetto, realizzando alcuni palazzi e lavorando alla Basilica di San Pietro.
Muore a Roma nel 1520 nel giorno del Venerdì Santo a soli 37 anni. Vasari ci comunica che
accadde per “eccessi amorosi”, la malattia dei desideri amorosi, (una vita sessuale
sregolata). 

• Lo sposalizio della vergine.


Prima opera di Raffaello, realizzata quando frequentava ancora la bottega e aveva lo stesso
titolo di un'opera del Perugino. Egli non si preoccupa di essere accusato di plagio in quanto
osserva l'opera del maestro e la rielabora in maniera differente. 
La tavola ha forma centinata (ad arco superiormente) in entrambi i dipinti. Se il dipinto del
perugino é più alto e non si vede la cupola, quello di Raffaello é più basso ed è tagliata la
lanterna della quale però percepiamo comunque la presenza. Nel dipinto del perugino il
tempio a pianta ottagonale, viene più in avanti mentre in Raffaello é un poligono di 16 lati
tendente alla forma circolare (a tholos): abbiamo una peristasi che alleggerisce il tempio
stesso. Per quanto riguarda i personaggi al centro la figura del sacerdote, le posizioni degli
uomini e delle donne si invertono nei due dipinti e soprattutto nell'opera del perugino il
sacerdote in posizione pienamente assiale suggerisce una forte staticità, staticità che viene
rotta da Raffaello che raffigura il busto e la testa inclinati. I personaggi del dipinto di
Raffaello sono disposti secondo due curve: una convessa che riprende la curvatura del
tempio e l'altra concava in corrispondenza dei piedi dei personaggi. Ciò da movimento alla
composizione e prova a coinvolgere chi osserva il dipinto in quanto lo sguardo entra nel
dipinto e l'osservatore diventa partecipe a quanto sta avvenendo. La piazza é raffigurata con
fasce trasversali e perpendicolari in entrambi i dipinti, anche se si vede solo in Raffaello. Il
punto di fuga converge verso la porta del tempio suggerendo l'uso della prospettiva
geometrica, inoltre dal centro partono diversi raggi suggerendo una composizione a raggiera
derivante dalla forma del poligono.
Nel 1504 Raffaello arriva a Firenze, attratto dalla presenza di Michelangelo e Leonardo.
Egli si fa raccomandare attraverso una lettera scritta da Giovanna Feltria. Questa lettera era
indirizzata a Pier Soderini e vi era scritto che Raffaello voleva trascorrere del tempo a
Firenze per imparare. Il periodo fiorentino di Raffaello andrà dal 1504 al 1508 perché in
quest'ultimo anno Giulio II lo chiamerà a Roma per affrescare la 4 stanze vaticane.

Perugino chiamato da Sisto 4, per decorare la cappella sistina, Perugino rappresenta la


consegna delle chiavi. Usa lo stesso schema poi con RAF nello sposalizio della vergine, lo
stesso che userà Raffaello.
Linea dell’orizzonte alta ci da più spazio nell’opera. RAF
Linea dell’orizzonte bassa ci da meno il senso di profondità. Perugino
Raffaele si firma come Raffaele di Urbino perché è fiero delle sue origini.

Raffaello molto richiesto come ritrattista. Es:

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• I ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi
Intorno al 1506 Raffaello dipinse i ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi. Gli sposi
sono ritratti a mezzo busto, di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, sullo
sfondo di una veduta di dolci colline e di un vasto cielo. Agnolo siede su una terrazza, di cui
si intravede la balaustra sulla quale poggia il braccio; il viso ha lineamenti marcati e decisi,
la fronte è leggermente corrucciata, il naso pronunciato, la bocca serrata.
Alla forza delle linee del volto si contrappone l'andamento curvilineo del profilo delle spalle
e delle braccia, che si chiudono in modo circolare verso le mani, ornate di gioielli. La posa
di Maddalena è chiaramente ispirata a quella della Gioconda, ma senza quel senso di
ambigua inquietudine che pervade il dipinto leonardesco: Raffaello ritrae in modo realistico
la pienezza delle carni e l'imperfetta bellezza della donna, cercando però di aggraziarne i
lineamenti e addolcirne lo sguardo, secondo la prassi per cui i volti femminili venivano
idealizzati e raffigurati più genericamente rispetto a quelli maschili. I vestiti sono molto
decorati e curati, c’è una continuità nell’opera.

Giunto a Roma, Raffaello è impiegato subito per la decorazione delle stanze vaticane del
nuovo appartamento che Papa Giulio II aveva fatto realizzare nel palazzo apostolico. Dopo
le sue prime prove il Papa vide la sua grandezza e allontanati gli altri artisti, affidò a lui
soltanto la realizzazione degli affreschi. L’esecuzione degli affreschi durò dal 1508 al 1520
e oltre, abbracciando la fine del pontificato di Giulio II è quello del successore Leone X.
Con l’aumentare del lavoro, Raffaello fu costretto a servirsi di allievi come aiuti.
 Stanze Vaticane: Le stanze di cui Raffaello si occupò sono 4: 
 la stanza della segnatura, così chiamata perché in essa, si riuniva il tribunale della
curia o della segnatura. Vi risiedeva la biblioteca privata di Giulio II. Il programma
iconografico della stanza della segnatura prevede la visualizzazione dei concetti del
vero (è Dio, raggiungibile tramite la filosofia e tramite la fede che viene interpretata
dalla Teologia), del bene (è ciò che viene raggiunto tramite la giustizia) e del bello (si
raggiunge attraverso le arti). I disegni parlavano di Teologia, filosofia, diritto, poesia,
TUTTI I TEMI DEL RINASCIMENTO e si trovano solo in questa stanza. Nella
volta ci sono le rappresentazioni allegoriche: 4 donne per i 4 temi. Sicuramente alle
spalle di questa ideazioni non ci sarà solo Raffaello ma anche uno dei dotti della
corte diGiulio II.
In corrispondenza della teologia troviamo la disputa del sacramento
In corrispondenza della filosofia la scuola di Atene,rappresenta i più grandi filosofi, tutti
riuniti in un grandioso edificio classico. I personaggi più importanti sono sicuramente
Platone e Aristotele, posti al centro dell’edificio e intorno a loro gli altri filosofi posti quasi
circolarmente; Il segno è molto preciso e raffinato, le figure sembrano reali. Tutto è molto
uniforme, non vengono lasciati spazi incompleti. Vi è un forte utilizzo della prospettiva da
parte di Raffaello; infatti tra le figure di Aristotele e Platone è posizionato il punto di fuga
dell’impianto prospettico. L’uso della prospettiva da un senso di equilibrio, classicità e
compostezza. L’autore vuole probabilmente mettere in risalto il ruolo della filosofia vista
come mezzo per giungere a Dio. Oltre ai filosofi ha inserito dei suoi personaggi, tra cui
Michelangelo nelle vesti di Eraclito, chinato a scrivere in basso a sinistra.
In corrispondenza della poesia e del diritto ci sono le entrate ma dei piccoli ritratti, dove c’è
la poesia c’è una lunetta col Parnaso, monte delle muse.

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Di fronte ad esso, nella lunetta del diritto e della giustizia troviamo Giustiniano a sinistra
che esprime la fondazione del diritto civile e a destra e Gregorio IX, fondatore del diritto
canonico, ecclesiastico. Sopra ci sono le virtù.
 la stanza di Eliodoro, dove sono rappresentati degli episodi storici nei quali è
evidente la protezione accordata da Dio alla Chiesa. Chiamata così perché
rappresenta anche la cacciata dal Paradiso di Eliodoro. Vi è la LIBERAZIONE DI
SAN PIETRO DEL CARCERE, definito il primo notturno dell'arte, diviso in 3
seguenze cronologiche (centro, destra, sinistra). Ottima resa della luce, che è
sovrannaturale, possiamo notare anche la luce della luna e della torcia che riflette
nelle armature dei soldati. Collegamento con Giulio II: la chiesa in cui vi era prima
era una a nome di S.Pietro in vincoli, dove erano conservate le catene che teneva
prigioniero S.Pietro a Gerusalemme.
 la stanza dell’incendio di borgo, dove vengono dipinti episodi riferiti alle vite di papi
aventi in comune il nome Leone: si tratta sicuramente di affreschi dedicati a Papa
Leone X. L'incendio si verificò nell'847 ed investì tutto il quartiere romano di Borgo:
si narra che il papà leone IV affacciatosi alla loggia della basilica ha domato
l'incendio. Abbiamo due parti nel dipinto: in profondità l'evento miracoloso, dove é
presente la vecchia basilica di San Pietro. Il papà affacciato alla loggia e i fedeli che
implorano l'intervento per domare l'incendio. In primo piano invece riferimenti al
passato: Enea, Anchise, il figlioletto Ascanio e la moglie Creusa (affetto filiale verso
il proprio padre-->Enea fugge da troia in fiamme e porta sulle spalle il padre, affetto
materno-->la mamma antepone la salvezza del figlio alla sua, elemento che ritorna al
centro con alcune donne che proteggono i figli dal centro) ma anche diversi stati
d'animo: un giovane nudo é terrorizzato e per sfuggire all'incendio si cala da un
muro. Riferimento al passato vi è anche nell'architettura che va dal tuscanico al
dorico fino allo ionico e al composito per quanto riguarda le colonne con capitello
metà corinzio e superiormente ionico. La celebrazione avviene in primo piano e
l'aspetto miracoloso é reso tramite le figure femminili sconvolte dal vento: il vento
alimenta il fuoco pertanto vuole farci capire che esso era molto sviluppato. Raffaello
vuole anche rappresentare il potere del pontefice che ha spento con un semplice gesto
un incendio.
 Infine l’ultima è la stanza di Costantino, dove sono raffigurati episodi trattati dalla
vita del grande imperatore cristiano. Fu l’ultima fatta e non completata da Raffaello
perché muore presto. Infatti lasciò solo il cartone preparatorio, formato 1:1, quindi ha
le stesse dimensioni dei personaggi che verranno rappresentati. Era disegnato a
matita e si trasferiva col metodo dello SPOLVERO, si faceva con un chiodo il bordo
della figura e si spolverava con una polvera che entrava in questi puntini e quindi
rimaneva il contorno.

I lavori li aveva iniziato Perugino e Signorelli. Donato Bramante si stava occupando della
Fabbrica della Basilica di S.Pietro. Bramante era uno degli artisti più attivi e forse fu lui a
raccomandare a Raffaello.

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