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INTRODUZIONE AL CINQUECENTO

A metà 500 Proprio Giorgio Vasari pubblicava a Firenze le vite dei più eccellenti architetti,
pittori, scultori italiani da Cimabue ai nostri tempi. A ogni età corrisponde una maniera cioè
uno stile, un modo specifico con cui l’arte si manifesta. In questi tempi, lo scopo dell’arte era
quello di imitazione o mimesi della natura, l’artista però gareggia con la natura e vuole
addirittura superarla.
Gli artisti più celebri del 500 sono Bramante, Leonardo, Raffaello e Michelangelo.
Essi sono importanti perché incarnano l'ideale dell'artista completo e universale che
supera i confini di una sola arte,ma riescono al tempo stesso a essere perfetti anche in tutte
le altre discipline in cui si cimentano.
In questo periodo ci sono stati importanti Pontefici quali per esempio Giulio II che vuole
restaurare a far Rivivere le antiche glorie politiche artistiche della Roma imperiale insieme a
Leone X.

BRAMANTE
Nato a Urbino, centro importante del Rinascimento (Piero della Francesca, Federico
Montefeltro). Si sposta a Milano, lavora per Ludovico sforza e lì c'è anche Leonardo, poi
va a Roma dove lavora presso Giulio II. Ricordiamo che Giulio II è il primo collezionista, il
papa che compra Laocoonte, fonda i musei del Vaticano e inizia la costruzione di San
Pietro. Morì nel 1514.

Collezionismo: L’amore per l’antico lo conosciamo già dall’inizio del '400, nelle premesse del
Rinascimento, mentre l’archeologia sarà un qualcosa di nuovo dominante del Rinascimento
maturo. Mentre all'inizio del 400 si guarda con attenzione l'antico, nel 500 diventa moda
collezionarli e studiarli ma soprattutto proteggerli: archeologia vuole infatti dire studio delle
cose antiche attraverso il collezionismo.
Il collezionismo entrò nel vivo nel 500 a Roma .Un grande collezionista del tempo fu il papa
Giulio II che aveva già raccolto una collezione con opere molto importanti, tra cui ricordiamo
l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte.
Laocoonte è una storia un po’ lunga: nel 1506 a Roma mentre fanno gli scavi per la nuova
San Pietro nei pressi della vecchia Domus Aurea di Nerone, viene fuori una scultura
perfettamente conservata e quasi intatta ,il Laocoonte, questa scultura venne accaparrata
da Giulio II della Rovere un papa, ( colui che ha fatto fare a Michelangelo la volta della
cappella Sistina). Giulio II apparteneva già a una famiglia di collezionisti infatti una statua di
loro proprietà era Apollo, detto del Belvedere. Si chiama così perché si trova nel cortile del
Belvedere, realizzato da Bramante e chiamato così perché si gode di una bella vista, sulla
collina romana del Belvedere, a ridosso della basilica di San Pietro (oggi musei Vaticani).
Nel cortile Vaticano il papa aveva raccolto: l’Apollo del belvedere e laocoonte: queste due
opere costituiscono l'atto di fondazione del museo vaticano, il primo della storia.

LEONARDO DA VINCI
Già dal sottotitolo leggiamo: “dette veramente alle sue figure il moto et il fiato” che è una
frase che è stata detta da Giorgio Vasari perchè appunto quelle di Leonardo sono figure con
tanto realismo tanto che sembravano a lui quasi vere.
Leonardo da Vinci è chiamato così perché nasce a Vinci, a Firenze nel 1452 e muore in
Francia nel 1519.
Leonardo ci viene presentato da Vasari come un artista dal carattere mutevole e impaziente
infatti cominciò molte cose ma non le ha mai concluse, e provava anche una profonda
insoddisfazione in quello che faceva, nonostante appunto le sue grandiose abilità.
Leonardo da Vinci sul libro ci viene anche presentato con un dipinto chiamato “Francesco
I riceve l’ultimo respiro di Leonardo da Vinci” di un pittore francese questo perché uno dei
tanti miti su Leonardo è proprio che sia morto tra le braccia del re francese.
Leonardo era un figlio naturale di un notaio, quindi è nato fuori da una situazione
matrimoniale, di conseguenza non può godere degli stessi diritti di un figlio legittimo e furono
limitati molto i suoi studi, perché appunto i figli naturali venivano visti male ai suoi tempi e
non possono ereditare alcune nozioni ; non mancano anche i motivi economici. A causa di
tutto ciò, il padre lo manda a bottega a fare un mestiere dove possa formarsi, in particolare
nella bottega di Firenze di Andrea del Verrocchio. Leonardo in realtà, un po’ come tutti gli
artisti del rinascimento tipo Piero della Francesca e Botticelli, coltivava una vocazione per gli
studi classici e scientifici, che appunto condurrà da solo, ad esempio lui aveva già
anticipato quello che è il metodo sperimentale del 600 ed è famoso proprio per le
scoperte che ha fatto.
Giorgio Vasari scrive che in effetti, fra tutti i suoi contemporanei, Leonardo fu veramente un
caso unico nonostante fosse un uomo sanza lettere ovvero non conosceva né il greco né il
latino, che era una condizione comune agli artisti dell’epoca, però per chi come lui che si
occupava di pittura, scultura e architettura non gli permetteva di leggere le opere degli
Antichi direttamente nella loro lingua originale, e da tutto ciò che è scientifico perché allora la
conoscenza veniva divulgata in latino.

Leonardo da Vinci è stato il primo a riconoscere il valore dell’esperienza, degli


esperimenti,studi della realtà in tutte le sue forme e manifestazioni. Quindi Leonardo non lo
studiamo solo come artista ma anche come scienziato tant’è che lo ritroviamo in medicina:
lui è stato il primo a studiare l’anatomia direttamente sui cadaveri diversamenti da molti
medici del suo tempo che ricavavano le conoscenze del corpo umano grazie allo studio dei
trattati dell’Antichità. Egli dissezionava i cadaveri, per capire come funzionassero certi organi
e apparati, e poi questi studi sono stati tradotti in disegni di insuperata perfezione scientifica.
I suoi disegni poi sono stati usati per tutto l’800 e ancora oggi per lo studio dell’anatomia,
perché rivestono un valore scientifico, come fossero proprio una fotografia ( precisione
analitica del disegno).
Leonardo era anche mosso da una passione per la botanica, astronomia, meccanica,
zoologia.

Oltre ad aver lavorato a Firenze,era diventato poi un pittore indipendente e si trasferisce a


Milano dove porta le sue conoscenze a Ludovico Sforza, lì in quegli anni lavora anche
Bramante.
Per gli sforza realizza alcuni importanti dipinti ma si occupa soprattutto del tema della pianta
centrale che abbiamo già visto confluire con San Pietro . E nei disegni che ha lasciato
Bramante mostrano che ci deve essere stato un confronto con Leonardo perché é molto
simile ai disegni di Leonardo.

Un altro luogo cruciale dove lavora è a Roma dove si reca dopo l'elezione di Leone X, il
primo papa dei Medici sperando di ottenere degli incarichi importanti. Qui in realtà la sua
situazione non cambia molto per varie ragioni di invidia e poi perché Leonardo non conclude
mai le sue opere così se ne va dall’Italia e muore tra le braccia di Francesco I portandosi
con se la Gioconda, che quindi non è un furto come pensano in molti , perché se la porta
con sé.

opere:
Annunciazione (pag. 253)
Si tratta di olio su tavola, si trova a Firenze, nella galleria degli Uffizi.
Essa è la prima opera di Leonardo eseguita quando lui era ancora nella bottega di Andrea
del Verrocchio.
La tavola divisa orizzontalmente in due parti da un basso muretto che delimita un giardino
dove al suo interno,si svolge l'evento miracoloso e straordinario dell'Annunciazione: vediamo
infatti in primo piano a sinistra l’arcangelo Gabriele disteso in avanti , con le ali ancora
spiegate, l’Arcangelo Gabriele si inginocchia davanti alla Vergine rivolgendole il saluto ed
offrendole un giglio e annuncia alla Vergine che sarà la madre di Cristo. A destra di fronte
all’angelo, con davanti un leggio è seduta la Vergine appena fuori da casa sua. La Vergine
fa un gesto di ritrosia , solleva il braccio sinistro e mostra il palmo della mano, perché
accetta il volere dall’alto. Nonostante l’annunciazione la giovane donna mantiene un viso
dolcissimo, sereno e imperturbabile, mentre la mano destra è ancora sul libro che lei stava
leggendo e con diverse disposizioni delle dita, tiene le pagine ancora aperte.
La madonna ha un andamento piramidale presente in tutte lye opere di Leonardo.
In primo piano vediamo anche questa specie di fiori che deriva di ispirazione da Botticelli
dalla scuola Medicea.
Quello dell’annunciazione seppure è un tema iconografico molto usato, lui lo arricchisce
ulteriormente infatti c’è un uso della prospettiva centrale rinascimentale. Possiamo notare
poi il sarcofago che sarebbe il tavolino davanti alla vergine, e i sarcofagi mostrano un
elemento di interesse e ispirazione per l’antico tipico di Andrea del Verrocchio.
Dietro al muretto, si collocano varie essenze arboree:olmi, cipressi e abeti e una città
portuale. Poco lontano dalla città portuale, nello sfondo, si colloca una montagna, la cui
altezza è nota proprio grazie al fatto che la vetta si trova tra le nuvole, ma è proprio su
quest’ultima,che vediamo applicata la prospettiva aerea: prospettiva che tiene conto
dell’effetto che provoca una spessa massa di aria che si interpone tra noi osservatori e
l’oggetto osservato. L’aria ha un colore tendente all’azzurro o grigio che vela e modifica i
colori originari che ci appaiono quindi più scuri e sfuocati, dai contorni quindi meno definiti a
mano a mano che ci si allontana. Attenzione la prospettiva aerea non è qualcosa che è visto
dall’alto.
La prospettiva aerea è molto importante perché dimostra che Leonardo osserva la natura a
360 gradi e la sua natura di curioso osservatore, inoltre egli riporta la realtà così come gli si
presenta: una montagna da lontano non la si vede perfettamente ma un po’ sfocata. Per
questo motivo Leonardo decide di inventare una prospettiva ideata da lui piuttosto che per
esempio la pittura fiamminga. Nella pittura fiamminga infatti, riscontrata per esempio con
San Gerolamo nello studio, Antonello da Messina riuscì a rappresentare con precisione ciò
che si vede 20m di lontananza, nel farlo però l’autore ha usufruito della sua immaginazione,
perché da lontano non è possibile vede in quella perfezione un paesaggio, e questo è il
motivo per cui Leonardo non usa la prospettiva fiamminga.

Il dipinto però reca delle indecisioni e distorsioni che si riscontrano per esempio nel braccio
destro della Vergine che appare stranamente articolato per raggiungere il leggio troppo
distante, poi la poca altezza delle gambe al di sotto delle ginocchia.
.

La vergine delle rocce (pag 256-257)


è un olio su tavola trasportato su tela, si trova a Parigi nel museo del Louvre.
In questo periodo la pittura di fondo religiosa è un tema su cui si fa commissione da secoli
ma sta ormai esaurendo. Leonardo è l'uomo più laico di tutti, lui andava a processi piuttosto
che andare alle messe, era poco religioso e crede di più nella natura. Allora nella sua pittura
riprende il tema religioso ma lo arricchisce con temi laici.
Qui il tema è la madonna col bambino, San Giovannino (battista) e un angelo che si vedono
proprio in primo piano. La Vergine è al centro ma non in primo piano e il suo braccio è teso
ad abbracciare con grande tenerezza il piccolo San Giovannino, l’altro braccio si protende in
avanti e la mano si apre in un gesto protettivo sul capo del Bambino, gesù.
L’angelo invece è seduto in ginocchio e tiene con un braccio il bambino con l’altro braccio
indica a un osservatore ipotetico esterno il piccolo San Giovannino.
Qui il dipinto è ricco di colori preziosi, per esempio riscontrati nel panneggio delle vesti della
Vergine e dell’angelo, mentre i due bambini sono nudi perché sono un richiamo alla vita.
Inoltre così come nell’Annunciazione , riscontriamo la dolcezza del viso della Vergine,il
sorriso debole dell’angelo, e i capelli di tutti i personaggi realizzati a piccole onde o piccoli
ricci, che brillano come fili d’oro colpiti da una luce proveniente da sinistra. Poi i personaggi
assumono sempre una conformazione piramidale, schema che piacerà molto anche agli
artisti successivi perché la piramide é un segno di perfetto ordine.
Leonardo colloca i personaggi in un ambiente ombroso, all’interno di un paesaggio che
sembra quello di una caverna o grotta perchè si vedono appunto inusuali conformazioni
rocciose, che non hanno a che fare con quella religiosa che può essere collegata con la
caverna di Platone, e segni di mistero .La caverna è poi perforata e sul fondo si vede la
prospettiva aerea infatti si intravede un bagliore di luce e un paesaggio di acque e
monti.
Il dipinto di Leonardo va contro la tradizione che ha sempre raffigurato la Madre con il
bambino contro un cielo azzurro e dorato.
Anche qui si riscontrano anche le varie specie erbose, dai riflessi luminosi dove le foglie
sono colpite dalla luce.
Inoltre manca la linea di contorno o lo sfumato, segno di un’attenzione forte alla natura, lui
sfuma in modo molto sottile i volti e le figure ma poco marcato per comprendere la sua
attenzione scientifica.

In questo dipinto vengono resi evidenti due principali concezioni dell’artista:


-il dipinto deve dare la concezione del rilievo
-la perfetta esecuzione e investigazione del paesaggio devono essere alla pari della figura
umana così che l’imitazione della natura risulta perfetta e l’autore può ritenersi soddisfatto
perché universale o completo.

Cenacolo
Tempera e olio su intonaco a base di gesso. Nel refettorio del Convento di Santa Maria delle
Grazie.
Il cenacolo a Milano è anche chiamato l’ultima cena di Cristo con gli Apostoli a
Gerusalemme. È un tema molto trattato più volte a Firenze nel corso del Quattrocento ma
che nessuno ne ha mai cambiato l’iconografia ma Leonardo invece ne sconvolge ogni
consuetudine.
Per commentare l’opera si dice cosa si fa: questa è l’ultima cena, ovvero l’episodio in cui
Gesù con i 12 apostoli, 6 a destra e 6 a sinistra, compie l’ultima cena, dove annuncia che è
sarà tradito da uno di loro che sarebbe appunto Giuda Iscariota, che per 30 denari venderà
Cristo ai Centurioni che lo volevamo prendere e condannare e poi Giuda se ne pentirà e la
notte stessa in cui avviene ciò lui si suicida; ovviamente la dichiarazione di Gesù scatena
l’angoscia,la disapprovazione e lo stupore dei discepoli che si parlano tra di loro parlano
formando gruppi di 3 e la scena è movimentata. Nel fare questo isolano la figura di cristo ,
immbolile e mite, in una solitudine unica quasi a simboleggiare il fatto che è proprio nei
momenti cruciali della vita che si è soli.
A noi interessa particolarmente il gruppo alla sinistra di cristo: qui Il traditore è riconosciuto
dalla barba, che tiene nella mano un sacchettino che è la borsa dei 30 denari d’argento tutto
questo è una cosa nuova rispetto alla norma infatti nell’iconografia tradizionale noi abbiamo
gesù che istituisce il sacramento dell’eucarestia, (benedice il pane e il vino), poi gli apostoli
lo affiancano nella stessa parte, lungo un tavolo rettangolare o poligonale, tutti tranne giuda
che veniva collocato di fronte a Gesù nell’altra parte del tavolo. E per sottolinearne il
tradimento c’era addirittura anche un diavolo sulla spalla.

Il motivo che spinse Leonardo a rappresentare questo momento e non l’Eucarestia è perchè
non voleva rappresentare un tema religioso, lui è estremamente laico, allora sceglie il
momento dell’annunciazione per riportare un atto umano: il tradimento di un amico.

A noi interessa particolarmente il gruppo di apostoli vicino a Cristo a sinistra, il più vecchio è
San Pietro secondo la religione cristiana, San Pietro quella notte ha rinnegato Cristo prima
che ci sia l’alba per 3 volte infatti quando i soldati chiedono a San pietro se egli conosceva
Cristo e se sapesse dove trovarlo egli ha rinnegato per 3 volte, così che lui stesso non
venisse preso.

Il terzo è San Giovanni o Giovanni evangelista che è il più giovane degli apostoli e per
questo rappresentato con sembianze femminili ma non solo, questo dipinto si basa sul
Vangelo di Giovanni, perché ci sono alcuni elementi tipici di esso e inoltre Leonardo si basa
anche sui vangeli apocrifi. Secondo vangeli apocrifi egli viene a corrispondere con
Maddalena.
Leonardo infine non mette per Cristo nessuna aureola ma a indicarlo come essere divino è il
luminoso cielo dietro di lui, un cielo chiaro che sovrasta le colline ondulate visibili al di là
delle tre aperture in fondo ma all’ampia sala costruita con rigore prospettico.
La fama di quest’opera era immediata, il problema è che il dipinto cominciò a deperire, a
causa della tecnica sperimentata da Leonardo. Questo dipinto è stato soggetto più volte a
interventi di ridipintura.
Battaglia di Anghiari a Firenze (pag 261)
Parigi, Museo del Louvre.
Quando Leonardo torna a Firenze qui c’è anche Raffaello e Michelangelo ed è il momento
in cui sono caduti i Medici, e qui c’è un breve periodo repubblicano. Siamo all’inizio del
secolo quando Leonardo e Michelangelo fanno una gara dentro al palazzo vecchio a
Firenze e si misurano con delle battaglie, che sono un groviglio di esseri umani, corpi e
anatomie. Leonardo è stato incaricato di dipingere la battaglia di Anghiari mentre
Michelangelo quella di Cascina.
Ne uno ne all’altro porteranno questo lavoro al termine ma sono importanti per comprendere
la grandezza degli artisti che si confrontano ma soprattutto per la tecnica di Leonardo ,
motivo per cui anche il cenacolo è malmesso,
Leonardo nel corso del lavoro ha avuto problemi tecnici per aver di nuovo sperimentato una
tecnica e aver scelto materiali sbagliati: ha provato a sperimentare l’olio sul muro , l’olio
infatti non si accosta al muro perché sulla parete intonacata si stacca. L’esperimento si è
rivelato disastroso, e la tecnica usata da Leonardo era in realtà già stata descritta da Plinio
il Vecchio nel libro chiamato storia naturale, ed è la tecnica dell’encausto che in epoca
romana era la più diffusa (ancor più dell'affresco) e che si poteva ammirare all'interno delle
case di Pompei, i cui dipinti murali sono realizzati per lo più con questa tecnica. Ovviamente
i muri di Pompei sono stati conservati grazie alle eruzioni vulcaniche. Plinio si era recato a
Pompei e descrisse nella sua opera la pittura pompeiana. L'encausto viene realizzato
mescolando i colori con la cera naturale. La cera presenta varie caratteristiche che ne hanno
favorito l'uso in pittura: a differenza di altri materiali impiegati in pittura, come gli olii le cere
non sono soggette a fenomeni di ossidazione e polimerizzazione e per questa ragione
rimangono inalterate nel tempo inoltre garantiva un certo effetto di brillantezza. Questa
tecnica , Leonardo la vede sul testo di Plinio e tenta di realizzarla anche lui ma con esito
negativo perché non sapeva come distribuirla a piccole parti, e così bruciò il dipinto.
Questo deriva dal fatto che lui è un homo sanza lettere, la sua formazione al latino si nota
perché lui ha ha colto i materiali ma non come procedere.

Gioconda
Olio su tavola, si trova a Parigi nel museo del Louvre.
Contrariamente a quanto si pensa, non è un'opera che è stata sottratta perché Leonardo se
l'è portata volontariamente con sé quando si trasferì in Francia.
È un'opera molto rivendicata e lo si nota già nella didascalia perché Leonardo dal 1503 l’ha
ritoccata tanto che poteva essere una sorta di alter ego.
Nasce a Firenze, nella battaglia di Cascina, durante la repubblica Fiorentina come ritratto di
Monna Lisa moglie di Giocondo.
La tavola mostra una giovane donna in posa, tra due colonnine di una loggia. Molto
particolare perché il ritratto fino ad allora , tipo come nella pala montefeltro, si faceva di
profilo così da essere riconoscibili, mentre Leonardo realizza una postura ¾ , con il braccio
sinistro che poggia sul bracciolo di una sedia e la mano destra su quella di sinistra. Inoltre la
novità è il sorriso che scompiglia la rigidità abituale, ma più personale. Inoltre lui
padroneggia la linea di contorno sfumati e tale effetto provoca la presenza di un vaporoso
velo che copre la testa.
Monna Lisa si fonde poi con il paesaggio dietro, dove vediamo applicata la tecnica dello
sfumato e il paesaggio desertico e roccioso. Si vedono anche due laghi di smeraldo che si
amalgamano con le rive e le radici dei monti. Possiamo dire che se si nota attentamente
nella parte destra c’è l’unico elemento artificiale ovvero gli archi di un ponte lontano. Segno
della conoscenza dell’uomo della natura e della sua capacità di modificarlo.

MICHELANGELO
Già dal sottotitolo leggiamo “Piuttosto celeste che terrena cosa”, questo perchè è ritenuto il
più grandioso e titanico tra Leonardo e Raffaello, chiamato anche il terribile perché della sua
hanno giocato 90 anni di vita e ha vissuto una vita lunghissima dedicata la lavoro senza una
pausa senza tregua, producendo una quantità di lavoro interminabile infatti lui era
instancabile. L’artista forsennato si cimentò in tutti e tre i campi: pittura, scultura e
architettura.
Michelangelo è nato a Caprese(nella provincia di Arezzo in Toscana) nel 1475.
Egli è un toscano che fa i primi studi a Firenze, lui era anche uno che si formava da solo e
bazzicava intorno alla cerchia medicea dove c’erano Botticelli. Lui copiava le opere antiche
ma sentiva anche gli artisti che parlavano di filosofia neoplatonica e così la sua formazione
è legata al neoplatonismo. Dopo le prime esperienze fiorentine va a Roma, primo viaggio
nel 96 e la seconda volta invece lavora per Giulio II.
Muore all’età di 89 anni ne nel 1564 mentre lavorava per la Pietà Rondanini, un non-finito
che però dimostra il suo immenso lavoro.
Così come tutti gli artisti del rinascimento egli credeva che lo scopo dell’arte era imitare la
natura ma addirittura anche superarla aggiungendo poi anche la componente della fantasia.
Diventa profondamente religioso perché grazie alla sua lunga vita assiste due eventi :
il 1517 il sacco di Roma, che a sua volta è la conseguenza della rivolta protestante nel
1527. La riforma protestante determina nei paesi nordici la perdita dell’importanza assoluta
del papa , dunque anche Roma non è più ritenuta sacra e inviolabile anzi viene
saccheggiata. La riforma protestante è molto importante perché sono aniconici e una cosa
che chiedono è l’abolizione delle immagini che turba molto gli artisti.
Michelangelo dipinge soggetti religiosi ma il suo è un dato di fatto pressoché obbligatorio ma
questo non vuol dire che non fosse religioso anzi lo era molto, diversamente da altri tipo
Leonardo. Michelangelo aveva già la tendenza spiritualista e poi viene molto segnato.

opere:
Pietà di Michelangelo
Marmo si trova nella città del Vaticano nella Basilica di San Pietro.
Un cardinale stato a Roma volendo lasciare le sue tracce commissiona un'opera a
Michelangelo e lo incarica di scolpire “la Pietà” in marmo. Il tema della pietà è sempre stato
famoso cioè la Vergine Maria che tiene fra le braccia il corpo del figlio senza vita, deposto
dalla croce. Michelangelo segue uno schema piramidale e studia la composizione.
Quel scultura è importante perché lui è ancora giovane ma mostra la perfezione dell’
imitazione della natura: chiaroscuri , levigatezza della muscolatura, ha proprio la tensione
del corpo vero.
Questa scultura è stata fatta a Roma, ma viene esposta con grande stupore e bellezza ma
non era firmata infatti vasari racconta un mito su Michelangelo secondo cui lui si sia
intromesso di notte nella chiesa e modificare l’opera aggiungendo una striscia sul petto di
Maria per firmare la sua opera. Quest’azione mostra l’idea che Michelangelo è in grado di
fare qualsiasi cosa.
La novità qui è che la Vergine di Michelangelo, è una fanciulla dal volto appena velato di
tristezza che così come aveva tenuto teneramente in grembo Gesù da bambino allo stesso
modo tiene ora al corpo del giovane figlio. Si tratta di un tema nordico perché Maria è
rappresentata con il volto giovane come è giusto che sia perché lei concepisce il bambino
quando era molto giovane. Però la scelta di Michelangelo di riportare sia la Vergine che
Cristo come essere giovani e senza imperfezioni, non è soggetta all’invecchiamento ma é
incorruttibile perché è proprio in queste caratteristiche si ripropone la bellezza di Dio. Inoltre
la giovinezza della Vergine sta ad indicare la purezza.
Questo aspetto è legato al classicismo perché essi non rappresentavano vecchi, ma legati
alla giovinezza.

David
È una scultura realizzata in marmo, e si trova a Firenze nella galleria dell’Accademia.
Michelangelo lascia Roma ed è a Firenze, quando viene incaricato dall’Opera del Duomo di
scolpire per la Cattedrale Santa Maria del Fiore una statua di David, mettendogli a
disposizione un enorme blocco di marmo inutilizzato.
Il David viene realizzato a Firenze infatti dopo la caduta dei Medici cadono e durante il
periodo repubblicano per celebrare le virtù civiche di Firenze, e aveva un ruolo
fondamentale nel fervore politico perché doveva diffondere l’idea della libertà.
Il tema di David é biblico perché egli era il re dei giudei che libera il popolo di Israele dal
gigante Golia.
Mentre il mondo classico tendeva a rappresentare David con ai piedi la testa di Golia,
Michelangelo invece anziché mettere la testa di Golia ai suoi piedi ha fatto sì che tutto si
concentrasse sullo sguardo. Qui il giovane pastore, è colto nel momento che precede
l’azione, prima di affrontare Golia: la sua fronte è leggermente aggrottata è questo indica la
concentrazione e la valutazione delle proprie forze rispetto a quelle dell'avversario, le mani
nervose e le vene in superficie sono per dare luogo all’azione. Grazie anche a questa
rappresentazione viene resa esplicita anche l’azione riuscita .
Esso ha una postura chiasmo, a X ripresa dal doriforo (statue classiche), e si mostra la sua
capacità di imitazione nello sguardo, gli occhi sono trapanati, quindi non sono vuoti ma
l’artista inventa una tecnica particolare affinché non sembrano come le sculture classiche
antiche che erano piene o colorate e quindi lo sguardo sembrava un po’ perso.

Tondo Doni
È un dipinto a tempera su tavola conservato nella galleria degli Uffizi a Firenze

Coronato con oro e lo sfondo bianco, prima era rosso lo sfondo ed era la collocazione
originale nel mondo degli Uffizi, e ogni tanto resettano l’ambiente. Nella didascalia sono
scritti due titoli:
Sacra famiglia, che spiega il tema iconografico, che dice che cos'è rappresentanto lì
presupponendo che la persona sappia il significato cioè Giuseppe, Maria e il bambino Gesù.
Però di sacre famiglie ce ne sono molti, è un tema molto commissionato soprattutto durante i
matrimoni, allora alcuni dipinti acquistano in secondo titolo che li rende particolari, quindi
viene chiamato anche Tondo Doni, dal nome della famiglia del committente.
Tondo Doni è il committente che quando commissionò l’opera a Michelangelo gli chiese un
prezzo, Michelangelo gliene propose uno che però venne ritenuto dal committente troppo
elevato e Michelangelo ripropone un prezzo alto di Ducati e alla fine Michelangelo decide di
non dare l’opera al proprio committente anche a prezzo maggiore che il committente
sarebbe stato disposto a pagare. Il cognome del committente passa alla storia per non aver
riconosciuto la grandezza del giovane Michelangelo.

Descrizione:
In primo piano Michelangelo ha raggruppato in un solo blocco, i componenti della sacra
famiglia: Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù. Alle spalle di Giuseppe emerge la figuretta di
San Giovannino. La madonna si trova in una posizione di torsione molto difficile che passa il
figlio dietro al padre,in questa posizione difficile vengono evidenziati da Michelangelo la
profondità delle pieghe, il tono muscolare (particolare perchè cosa più tipica per gli uomini
che per le donne).
Poi c’è l’innovazione dell'interpretazione del tema: Michelangelo è un classicista molto
religioso a cui non interessa il paesaggio ma è l’uomo a essere al centro della sua
attenzione e riflessione. Questo lo vediamo proprio negli uomini nudi, (che accennano a dei
movimenti orientati in senso orizzontale), che rappresentano lo sfondo del dipinto, inoltre
quello della nudità è un tema classico infatti solo i greci usano il nudo come espressione
della bellezza. E Michelangelo usa il nudo come espressione del divino che passa attraverso
l’uomo. E questo riporta all’uomo di vitruviano, l’uomo nudo come presenza del divino. Però
per non sembrare un tema pagano, lui si giustifica dicendo che la sacra famiglia rappresenta
il mondo del cristiano e i nudi simboleggiano i pagani prima di essere convertiti al
cristianesimo e a testimoniarlo c’è anche Giovanni che costituisce l’elemento di mezzo, tra
l’uno e l’altro essendo colui che è chiamato a battezzarli.
(Un tema familiare è il presepe dove se noti non c’è nudità, perché il cristianesimo la vede
classica e pagana).

Battaglia di Cascina
Fatta già prima parlando di Leonardo: confronto tra i due nella gara di palazzo vecchio

Tomba di Giulio II
È un complesso architettonico realizzato in marmo, è collocata nella basilica di San Pietro in
Vincoli a Roma.
Il papa era Giulio II, questa tomba venne iniziata nel 1505 e per varie vicissitudini questo
progetto non viene portato avanti come voleva lui ma venne completato nel 1544, dopo la
morte del papa e quindi dopo 40 anni di lavoro, in modo semplificato. Ciò accade perché
Michelangelo era già impegnato con molte altre opere.
Il prodotto finale è poi diverso da quello iniziale.

Di tutta questa tomba, l’unica parte riconducibile alla mano diretta di Michelangelo con
certezza è Mosè che viene eseguito nel 1515. Nella realizzazione finale egli mette in primo
piano questa scultura del Mosè, il resto della tomba è frutto dei collaboratori perché
Michelangelo è stato impegnato altrove.

La prima versione del progetto è collegabile ad un disegno autografo conservato ora a New
York che presenta una struttura che si articola anche lateralmente.
Il complesso monumentale, collocato presso la Basilica di San Pietro in Vincoli,il quale
doveva essere prima un monumento a quattro facce poi a tre ed infine venne addossato ad
una parete con le statue situate nella parte bassa: il Mosè è pensato per una collocazione in
posizione elevata, date le sue proporzioni innaturalmente allungate, il contrapposto si
arricchisce del moto rotatorio della veste che circonda la gamba destra, mentre la barba
fluente e morbida accentua la saggezza e la vecchiezza del patriarca dallo sguardo intenso,
appare seduto, con in mano le tavole della Legge.
Le originarie quaranta statue del progetto iniziale vengono sostituite da solo sette statue, e
di queste solo tre sono del Buonarroti.
Nel secondo progetto troviamo delle figure di grande bellezza, abbandonate a se stesse,
che sono appunti gli schiavi che non sono invece a Vincoli ma anzi al Louvre (penso
perchè siano stati donati al cardinale Richelieu) essi sono incompleti ma sono importanti
perchè i Infatti qui si incarna il tema della prigionia e della libertà dell’anima:
-lo schiavo ribelle rappresenta lo stimolo ad anelare la libertà dell’anima
-lo schiavo morente rappresenta invece la prigionia dell’anima.

L’anima è un tema Cristiano ma è un tema legato al neoplatonismo, l’idea dello spogliarsi


attraverso il fardello del corpo, il fatto che un papà dica ciò è perché appunto siamo nell’
umanesimo e il papà è umanista.
In questo periodo Michelangelo suscita l’invidia di Bramante perché vedendo che ha un
rapporto diretto con il papa, in quanto definisce con lui le modalità di questa tomba perché
deve essere straordinaria, accade che bramante ha paura che Michelangelo li frega sempre
il posto così convince il papà a non trattare più questo discorso e il Papà non sta più la
stessa udienza a Michelangelo e se ne va dallo stato pontificio. Michelangelo se ne va nelle
cave di marmo di Carrara , per meditare le sculture. Egli poi va a Roma perché c’è il papà
che aspetta, Giulio II allora vuole che lui lavori solo che bramante, essendo primo
architetto che controlla tutti i lavori di San Pietro, gli suggerisce di fare un lavoro di pittura,
ovvero:

la volta della cappella:


Ciò accade perché Bramante sapeva benissimo che Michelangelo era un amante della
scultura e non della pittura. In questo modo Bramante si aspetta che Michelangelo non
faccia un gran lavoro.

È un affresco che si trova nella Città del Vaticano, Michelangelo tra il 1508-1512 si dedica
alla pittura di questa volta, molto complessa, che non era ancora stata decorata, lui coglie la
sfida e nessuno vede il suo lavoro perché lui copre tutto con un sistema di ponteggi.
lui dipinge coricato che conferiva l’impossibilità di vedere a distanza cosa sta facendo , ma
realizza una storia straordinaria, aumentando ancora di più la sua fama che già era alta.
La volta venne organizzata fingendo delle membrature architettoniche alle quali l’illusione
prospettica conferisce un realismo sorprendente.
Gli arconi e la cornice ripartiscono la superficie centrale in 9 ampi riquadri con scene tratte
dal libro della genesi.
Quindi al centro della volta abbiamo le storie della genesi come abbiamo già detto, con
l’immagine della creazione di Adamo (la numero 4) . Ai lati ci sono profeti e sibille alternanti.
Profeti e sibille sono i vati o profeti che predicono il futuro, ma i profeti sono coloro che sono
presenti nei testi sacri mentre le sibille nei testi greci. Quindi lui amalgama il tema Cristiano e
pagano, che vanno sulla stessa linea.
Tutta la volta è organizzata con finte membrature architettoniche dipinte sulle quali sono
seduti degli ignudi , che mostrano appunto la virtù di Michelangelo, che sono un tema che
piace allo stesso Giulio II.
La scena più celebrata di tutte le scene dipinte è quella della creazione di Adamo, a destra
abbiamo dio padre, in volo, è sorretto da numerosi angeli ed è avvolto da un manto rosa-
violaceo che si gonfia al vento, richiamando il contorno di un cervello umano, il simbolo di
sapienza e razionalità, sede del pensiero. A sinistra invece abbiamo Adamo, disteso a terra,
si solleva attratto dalla potenza vitale nella mano destra di dio. I due neppure si toccano,
solo le loro dita si sfiorano.
Qui e negli ignudi, Michelangelo esprime ancora una volta il suo concetto di bellezza e
sembra che lo scopo dell’artista fosse proprio quello di dare vita al suo ideale estetico.

La tomba nel frattempo non rimane conclusa, e attualmente si trova a Roma in San Pietro in
vincoli che non è nel Vaticano dove inizialmente doveva essere posta.

Il giudizio universale
È un affresco e si trova sempre nella Città del Vaticano nella cappella sistina e Viene
realizzato tra 1536- 1541 e il papa qui è Paolo III Farnese, siamo ai tempi della
controriforma, secondo la tradizione Michelangelo lo fa per espiare i peccati perché vive un
periodo difficile ed è molto influenzato dal clima severo della Controriforma.
Il giudizio si presenta come una grandiosa visione dove l’artista non cerca più la bellezza
ideale, ciò che gli interessa ora è il senso tragico del destino dell’uomo. I corpi sono tozzi e
pesanti. I salvati attoniti e disorientati, come foglie portate dal vento, volano verso l’alto.
Al centro c’è Cristo giudice, ai suoi lati le schiere dei beati e dei santi. Al di sotto santi
particolari, quello che tiene in mano la pelle, San Bartolomeo, ma in quella maschera si
racconta che Michelangelo abbia ritratto se stesso.
Nella parte bassa dell’opera , c’è l’inferno con Caronte, perché nel giorno del giudizio, alcuni
vengono mandati al cielo e altri all’inferno.
Ci sono poi gli angeli che suonano la tromba del giudizio universale e sono indicati anche
nei profeti.
Essendo il clima della controriforma, che parte con Paolo III Farnese, che fa iniziare il
concilio di Trento tra le tante cose dirà che tutti i nudi nella pittura sono sconcezze ecco
che ci sono panni che coprono le "vergogne" dette in latino pudenda. In realtà però all’inizio
non erano coperti solo che a seguito del concilio è stato imposto a un suo collaboratore
Daniele da Volterra conosciuto con il nome di Braghettone perché venne incaricato di
coprire quegli ignudi.
Nell’inferno c’è un Minosse che assume le sembianze del segretario papale e viene posto
all’inferno perché é tra quelli che chiedevano di coprire la nudità considerandola sconcia.

san pietro
Michelangelo in questi ultimi anni compie il completamento di San Pietro, edificata fino al
tamburo o il tiburio , la cupola è la parte più difficile, stile brunelleschiana cioè autoportante e
doppia calotta, e ne rinforza la struttura di base bramantesca perché la struttura non
sarebbe stata abbastanza per reggere la cupola.

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