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(1483-1520)
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Caratteri stilistici
● Lo stile di Raffaello è caratterizzato in un primo periodo da un equilibrato
classicismo, frutto degli studi presso la bottega del Perugino
● sviluppò un canone di bellezza ideale fondato sui principi di grazia, naturalezza,
armonia monumentalità
● Influenza pittura fiamminga: armonia dei colori e presenza della tecnica
chiaroscurale
● Studio dell'espressività guardando i grandi modelli di Leonardo e Michelangelo
● padroneggia i principali strumenti pittorici quali: carboncino, matita rossa di
Leonardo e la punta d'argento
● Abile ritrattista, indaga la psicologia e i sentimenti dei personaggi delle
proprie opere, offrendo attenzione a ogni particolare
● fu ideatore e iniziatore di uno “stile eterno” che si affermò della penisola fino al
Novecento
Biografia
● Raffaello Sanzio nacque a Urbino nel 1483, è considerato uno dei più
celebri pittori e architetti del Rinascimento italiano
● A otto anni perde la madre. Il padre è Giovanni Santi, un pittore
affermato che si accorge presto delle doti naturali del figlio e
diventa il suo primo maestro.
● A Urbino Raffaello studia i capolavori del pittore Piero della
Francesca, che aveva lavorato nella città sul finire del ‘400.
● Quando a 11 anni perde anche il padre, Raffaello è già a bottega dal
noto pittore chiamato Perugino.
● 1500: A 17 anni finisce l’apprendistato. Con il titolo di Maestro può
ora esercitare come pittore. Le opere di questi anni sono influenzate
dal Perugino. in questi anni realizza alcune opere per la Città di
Castello, Siena e Perugia
● 1504: Raffaello realizza lo “Sposalizio della Vergine”, opera
capolavoro che segna la maturità artistica raggiunta dall'urbinate.
Lo sposalizio della vergine (1504)
● 4 personaggi rivolgono lo sguardo allo spettatore creando un effetto di grande coinvolgimento emotivo: sono la
figura con la veste bianca, i 2 fanciulli, e Raffaello stesso che si autoritrae.
● I concetti astratti della filosofia sono umanizzati dalla gestualità naturale dei filosofi che dialogano.
● Lo stile pittorico è monumentale.
● I 4 archi dell’edificio affrescato seguono uno schema compositivo ritmico, che crea un effetto ottico di grande
profondità prospettica.
● Il 22 aprile 1996 La Scuola d’Atene viene svelata dopo il restauro. Durante i lavori vengono alla luce una serie di
impronte rimaste nello stucco fresco che apparterrebbero, con buona probabilità, proprio a Raffaello.
Cacciata di Eliodoro dal tempio
La liberazione di S. Pietro
Incendio di Borgo
Trasfigurazione (1519)
● 1514: Raffaello ritrattista eseguì molteplici ritratti evidenziando i
paesaggi di sfondo, i sentimenti e la psicologia dei soggetti raffigurati
(influenza di Leonardo)
● Nel 1514 muore Bramante, Raffaello lo sostituisce alla sovrintendenza
per la costruzione della Basilica di S. Pietro
● 1516: Raffaello fu nominato dal Papa “Conservatore dell'antichità”,
realizzazione “Mappa di Roma” oggi perduta
● gli anni 1517-’20 furono molto intensi e ricchi di committenza
● Nel 1519 inizia la sua ultima opera: La Trasfigurazione, apparizione di
Gesù agli apostoli.
● L’esecuzione è faticosa, Raffaello è preda di una forte crisi emotiva.
● Muore, al culmine della gloria, il 6 aprile 1520 a Roma, nel giorno del suo
trentasettesimo compleanno.
Trasfigurazione (1519)
● commissionato dal cardinale Giulio de’ Medici, il futuro papa Clemente VII, per la
cattedrale di Narbona
● il cardinale ordinò un quadro anche a S. del Piombo (apparteneva alla cerchia di
Michelangelo), sul tema della Resurrezione di Lazzaro.
● Per Raffaello, si trattava di sostenere il confronto con il grande maestro fiorentino,
dimostrando di non essergli da meno
● ICONOGR: Nei vangeli si racconta che Gesù, accompagnato da Pietro, Giacomo e
Giovanni, si recò sul monte Tabor. Qui i tre apostoli furono presi da improvviso e
inspiegabile sonno e, al risveglio, videro Gesù che, circondato da luce, si librava nel
cielo attorniato dai profeti Mosè ed Elia. Dopo questo episodio Gesù, disceso dal
monte, guarì un ragazzo indemoniato.
● Raffaello, per dare maggior complessità e ricchezza al suo quadro, decise di inserirvi
non solo l’episodio della Trasfigurazione, ma anche quello successivo.
● composizione grandiosa: contrasti dinamismo p. inf e solennità p. super. unite dai
gesti dei personaggi che rimandano verso l’alto
● Due PV per l’osservazione dei due livelli: più lontano (p. sup.) più vicino (p. inf)
● sintetizza motivi da Leonardo e Michelangelo:
○ caratterizzazione espressiva di ognuno dei personaggi
○ plasticismo corpi, torsione figure
● LaTrasfigurazione, non ultimata, verrà posta al suo capezzale.
● Viene sepolto nel Pantheon. Il suo epitaffio è scritto dal letterato Pietro Bembo: “Qui
giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di essere vinta, ma ora che è
morto teme di morire”
LE MADONNE
● Il nome di Raffaello si lega anche all’immagine della Madonna, le cui riproduzioni erano
parte integrante dell’arredamento delle case borghesi.
● Tra il 1504 e il 1508 egli realizzò una serie di Madonne di squisita fattura, spesso
ambientate in ampi e sereni paesaggi caratterizzati dalla prospettiva aerea appresa da
Leonardo, rispetto a quest’ultimo, la sua visione del mondo era meno profonda ma più
aperta e vitale.
● Il motivo della Madonna ha accompagnato Raffaello in ogni fase del suo breve periodo
creativo; l’artista l’ha riprodotto in ogni genere pittorico, anche in relazione ai Santi.
● Queste opere acquisiscono un valore significativo, dato che egli dava grande importanza
al rapporto d’amore tra madre e figlio, tema primario delle sue creazioni.
● L’iconografia della Madonna è il vero simbolo del naturale amore materno: rimanda
all’idea della morte sacrificale di Cristo, alla passione e al dolore della madre per il
figlio
● Le Madonne di Raffaello, oltre all’affetto materno, talvolta mostrano una sorta di
soggezione verso la natura divina del proprio bambino e il presentimento del
futuro dolore.
● Le madonne di Raffaello sono figure dalla fisionomia e dai volti dolci, e dalla grazia che
ricorda quella del suo maestro Perugino;
● Raffaello aggiunge una gran naturalezza e plasticità nella postura, studiata e
perfezionata con il tempo.
● Ai gesti molto naturali si accompagnano le espressioni materne, e la dolcezza dei dipinti
si riscontra anche nel paesaggio (prospettiva aerea).
LA MADONNA DELLA SEGGIOLA
● La Madonna della Seggiola risalente al tempo degli
affreschi della Stanza di Eliodoro emerge per la
costrizione delle tre figure dentro un cerchio, la
raffigurazione a distanza ravvicinata che generano una
sorta di effetto a specchio convesso, gli occhi della
madre e del bambino rivolti all’osservatore, l’eccellenza
pittorica degli oggetti accessori.
● Maria stringe a sé con entrambe le mani il figlio ormai
non più neonato come se non volesse cederlo, il braccio
del bambino scompare sotto lo scialle della madre. San
Giovannino con la croce è relegato ai margini ed escluso
dall’unione tra madre e figlio.
LA MADONNA DI FOLIGNO (1511-1513)
● La Madonna di Foligno, dipinta fra il 1511 e il 1513, ha avuto una
storia contrastata. Il protagonista terreno della pala è
Sigismondo Conti, raffigurato a mani giunte sulla destra mentre
san Girolamo lo presenta all’omaggio della Vergine.
● sacra rappresentazione ha il significato di un ex voto. Il
committente insieme agli altri personaggi (la Madonna con il
Bambino in gloria di angeli contro il disco del sole, i santi
Girolamo, Francesco e Giovanni Battista in primo piano) è
testimone del prodigio raffigurato sullo sfondo: un meteorite
cadendo sulla casa lo ha lasciato illeso. La pala era in origine
dipinta su tavola. I francesi, dopo il trattato di Tolentino, la
trasferirono a Parigi e fecero eseguire il trasporto su tela.
● Sigismondo Conti apparteneva a una antica famiglia di Foligno,
alla sua morte il quadro fu collocato nella chiesa romana di
Santa Maria, per finire poi nel monastero “delle Contesse” a
Foligno(Perugia). Da ciò il nome Madonna di Foligno con il quale
il dipinto, restituito nel 1816 da Antonio Canova al Vaticano, è
conosciuto.
LA MADONNA DEL CARDELLINO
● Nuovo e geniale è il pensiero figurativo dell’emergere del volto
e dello scollo della Vergine sul paesaggio.
● Maria è ferma mentre il paesaggio è singolarmente vuoto,
scaturendone quella dimensione della grazia e della leggiadria
che sono formate da parti aspre e tutt’altro che rassicuranti.
● Il dipinto si caratterizza per un paesaggio di sfondo rurale, in
lontananza si vedono i monti e le vallate ed un ruscello
attraversato da un ponte, uno scenario che dona tranquillità e
serenità.
● La Vergine in primo piano è seduta su un masso, la veste è di
colori accesi, l’abito rosso simboleggia la passione di Cristo
mentre il mantello blu la Chiesa, con la mano sinistra regge un
libro. Lo sguardo della Madonna è rivolto verso i due fanciulli,
presenta una leggera torsione del busto, alla sua destra San
Giovanni che regge con le mani un cardellino sorretto con la
mano destra dalla Vergine, mentre tra le gambe è appoggiato
Gesù Bambino mentre accarezza anche egli il cardellino..
LA MADONNA DEL PRATO
● Nella Madonna del Prato acquista grande forza il
motivo del busto della Vergine, regina e umile insieme,
che si evidenzia sul paesaggio a dominare l’armonia
universale.
● Quest’opera ripropone il geometrico schema
piramidale, il gioco di sguardi tra i protagonisti e il
lieve, pensieroso sorriso della Madonna. Inoltre è
caratterizzato da una luce chiarissima, che illumina
colori molto vivaci e il paesaggio rassicurante che
termina con un ampio lago. Il pittore fa buon uso della
prospettiva aerea, che porta lo sfondo a perdersi in
una stupenda gradazione di azzurri.
●
LA BELLA GIARDINIERA
● Nella Bella Giardiniera è possibile notare un
leggero ingigantimento delle figure e un’idea
meno acuta dello squarcio di paesaggio.
● Quest’opera rappresenta l’incontro tra la
Vergine, il piccolo Gesù e san Giovannino. Il
soprannome con cui è conosciuto il dipinto
deriva dalla veste moderna indossata dalla
Madonna e dall’ambientazione in campagna. La
composizione piramidale, gli atteggiamenti, gli
scambi di sguardi e la fusione delle figure con il
paesaggio sono di chiara impronta leonardesca.
● Le forme sono più concrete, meno ambigue,
l’artista sottolinea i gesti affettuosi e utilizza una
luce più nitida e chiara, che rafforza l’intensità
del quadro.
LA SACRA FAMIGLIA CANIGIANI
● Questo quadro è legato al matrimonio di Domenico Canigiani
con Lucrezia Frescobaldi, che ebbe luogo nel 1507.
● I due sacri fanciulli sono magri e scattanti, la Vergine è snella e
santa Elisabetta è rappresentata come una figura nervosa e
schietta.
● L’ampio paesaggio delinea rapporti del tutto convincenti nella
prospettiva, nell’andamento della luce, proprio come se il
maestro avesse voluto suggerire l’idea di una conciliazione
universale.
● Esso segue lo schema piramidale, reso più complesso dalla
presenza di Giuseppe e di Elisabetta mentre l’anziano marito
di Maria rappresenta il vertice alto della composizione ed è
presentato in una posizione forzata, come è possibile notare
dai suoi lineamenti.
● L’opera è infine caratterizzata da un intenso gioco di sguardi,
dai gesti affettuosi e dalla prospettiva aerea