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MICHELANGELO BUONARROTI scultore pittore architetto

Nasce nel 1475, a Caprese (vicino ad Arezzo) da una nota famiglia fiorentina
A 13 anni, si trasferisce a Firenze, città governata dal mecenate e letterato Lorenzo il
Magnifico e inizia l’apprendistato a bottega dal pittore Domenico Ghirlandaio dove studia dal
vero i dipinti di Giotto, Masaccio e Donatello: da cui riprende la solidità delle forme. Se ne va
prima di finire l’apprendistato, Michelangelo si sente infatti scultore.
Nel 1490 Michelangelo, colpito dalla bellezza delle sue prime sculture, lo invita a corte dove
Michelangelo studia l’anatomia osservando le statue classiche della collezione Medici
Alla corte di Lorenzo il Magnifico si avvicinò alla filosofia neoplatonica: secondo la quale
l’amore e la bellezza eleva l’uomo a Dio, quindi dalla dimensione terrena a quella spirituale,
divina.
Nel 1496 è a Roma (nuova FIrenza perché questultima era in decadenza in seguito alla
cacciata dei medici) dove si cimenta in uno dei grandi soggetti della tradizione iconografica
cattolica: La Pietà
Nel 1501 torna a firenze dove realizza il David

Battaglia dei centauri: risale al 1491

È un basso rilievo

Con quest’opera è svelato il tema centrale della produzione di Michelangelo ovvero la figura
umana, si vede già l’interesse di Michelangelo verso il corpo umano che è considerato
l’emblema della bellezza di Dio.
L’artista scopre la sua vocazione per la scultura in quanto arte fatta per elevare a Dio.
Michelangelo a partire dal blocco grezzo di marmo (ovvero il materiale prediletto dall’artista)
vede la figura: che secondo lui è imèrigionata nel marmo e spetta all’articta il compito di
liberarla
Attraverso il disegno incarna le idee studiando l’anatomia e accentuando le luci e le ombre.
Utilizza la tecnica del “non finito” tecnica che consiste nello scolpire e rifinire una parte del
blocco di marmo e lasciare abbozzate altre come a rappresentare una figura che sembrerà
imprigionate nel materiale.
Questo contrasto provoca una foret potenza, valenza espressiva a cui si aggiunge il
dinamismo attuato con una composizione contrapposta: attraverso la rotsione del busto con
linee contrapposte e il movimento delle gambe e delle braccia.

PIETÀ VATICANA alta 174 centimetri, larga 195 e profonda 69 centimetri.


1498/1499
È stata commissionata dal cardinale francese Jean de Bilhères, è destinata a decorare la sua
cappella privata ed è l’unica opera che reca la firma dell’artista, visibile sulla fascia che
attraversa diagonalmente il busto della Madonna. perché infastidito dalle voci che volevano la
attribuivano ad uno scultore lombardo.
iconografia: la Vergine è seduta con in braccio il corpo di Cristo posizionato in orizzontale e
caratterizzato dal braccio destro che cade verso il basso.
Il tema del Cristo morto adagiato sul grembo della Madre è tipico dell’arte nordica,
specialmente medievale, dove prende il nome di Vesperbild (“immagine del vespro”); in
genere si tratta di piccole sculture lignee o in terracotta policrome con espressione di dolore
estremo.
Nessun Vangelo tuttavia descrive una simile scena: il soggetto iconografico nasce quindi dalla
devozione popolare, dalla volontà di dare forma visibile a un’esigenza spirituale più che
liturgica.
La differenza fondamentale rispetto a questa tradizione iconografica è che lo scultore la
reinterpreta traducendola in forme ampie e monumentali, e purissime.
Michelangelo non mostra le piaghe inflitte al Cristo sulla croce, né il dolore della Vergine di
fronte al figlio morto. Piuttosto fa emergere la dimensione divina dei due personaggi (scelta
che scatena le polemiche dei suoi contemporanei più tradizionalisti)
Rappresenta volti di bellezza straordinaria e idealizzata in chiave neoplatonica: il volto della
Madonna è pacato, giovane, solenne, composto che sembra accettare il destino e rende visibile
la dimensione spirituale della vergine con la sua bellezza e purezza interiore.
Lo scehma compositivo è piramidale e solenne tipico rinascimentale che risponde a esigenze
di equilibrio e armonia. Questa impostazione geometrica è sottolineata dal ricco panneggio
delle vesti di Maria che accolgono quasi interamente il corpo di Gesù.
Le due figure sono ricavate da un unico blocco.e sono proporzionate come nelle statue
classiche.
L’artista raggiunge l’estremo grado di finezza del marmo che è molto definito, lucido, e
levigato. Inoltre è lui stesso a recarsi presso le cave di Carrara, in Toscana, e a scegliere il
blocco di marmo da utilizzare.

A partire dal 1517, la scultura viene posta in San Pietro


In occasione dell'Esposizione Universale a New York viene trasferita negli Stati Uniti per due
anni: dal 1962 al 1964.
Nel 1972 un folle la danneggia infliggendole 15 martellate. Da allora la scultura è protetta da
una teca in cristallo infrangibile.
La Pietà si trova ora all'interno della cappella nella Basilica di San Pietro a Roma.

PIETÀ RONDANINI:
È l’ultima opera dello scultore, realizzata con la tecnica del “non finito”
A rappresentare l’insoddisfazione, il tormento e la ricerca sofferta di Michelangelo che
continua a cambiare idea e a meditare sulla morte a cui è prossimo. Infatti realizza
quest’opera all’età di 80 anni.
Iconografia: il corpo di Cristo è in una posizione verticale ed è sorretto a fatica dalla Vergine in
piedi che si sforza per mostrare al mondo l’estremo sacrificio compiuto dal Figlio.
no dei misteri più fitti è capire il grado di finitezza di quest’opera: dopo oltre dieci anni è
possibile che l’artista l’avesse lasciata a uno stadio così iniziale? Oppure la considerava finita?
Una cosa è certa: il messaggio di dolore estremo della Madre, che sembra diventare un unico
corpo con il Figlio, è reso ancora più forte dalle figure grezze e come scarnificate.

DAVID (1501-1504 realizzazione): statua di marmo alta 5 metri e 17 centimetri


a statua è ispirata allo scontro biblico tra il giovane pastore David e il guerriero Golia. Per
proteggere il suo popolo, David affronta un avversario molto più forte di lui. Pur essendo
armato solo di una fionda, riesce ad abbattere Golia e a sconfiggerlo. La sua vittoria è simbolo
di coraggio e di amore per la propria gente.
L’eroe biblico è raffigurato nell’attimo che precede l’azione: sta per scagliare il sasso che tiene
in mano
è concentrato, pensoso e consapevole, fissa Golia: è l’esempio di uomo rinascimentale
caratterizzzato da ragione e strategia.
Il corpo è immobile ma pronto a scattare
La composizione è a chiasmo ripresa dal Doriforo di Policleto
La gamba destra sostiene il peso mentre il breccio sinistro è piegato
L’artista accentua la grandezza della testa e della mani perché la testo rappresenta la ragione
che agisce per mezzo delle mani. Anche perché il David era stato pensato per essere visto dal
basso.: inizialmente doveva essere posizionato sopra il timpano della cupola di Santa Maria
del Fiore. Infine è stato deciso di collocarla davanti alla facciata di Palazzo Vecchio(nella
piazza della signoria) alla sinistra del portale maggiore, dove oggi è visibile una copia fedele.
La collocazione di fronte all’ampio muro in bugnato del più importante palazzo fiorentino
contribuì a dare il massimo risalto – anche cromatico – al magnifico marmo.
Il David è conservato nella Galleria dell’Accademia di Firenze.

RAFFAELLO

SPOSALIZIO DELLA VERGINE(1504): olio su tavola


Si trova in Umbri e ha finitp da 3 anni l’apprendistato e esta per trasferirsi a Firenze
soggetto già dipinto dal maestro Perugino. L’allievo supera il maestro1504 si trova presso la
pinacoteca di Brera di Milano.
È destinata destinate alla Chiesa della vicina Città di Castello e commissionata dalla famiglia
Albizzini.
Il tema delle nozze di Giuseppe e Maria è ripreso da un’opera del Perugino. In primo piano, il
sacerdote e i due sposi. Da un lato giovani donne eleganti, dall’altro pretendenti delusi.
I soggetti sono: Maria, Giuseppe e un sacerdote al centro
La disposizione dei personaggi non è simmetrica
Lo sfondo è un ampia piazza con un tempio
Lo spazio si sviluppa in modo circolare
Utilizza i toni caldi quindi utiliza il corposocolore
Olio su tela di 170 per 117 cm
Analogie : la tecnica e la forma delle tavole
Sviluppo delle opere su due livelli
L’identica collocazione dei personaggi in primo piano
E lo sfondo identico: ovvero il tempo con oa scalinata

Differenze:
raffaello inverte la disposizione delle due schiere di uomini e donne: donne s sinistra, uomii a
destra; mnentre cpn Perugino donne a destra e uomini a sinistra
speculatirà tavole
La leggera inclinazione dei volti e la naturalezza dei gesti conferisce alla scena un armonico
dinamismo che supera la staticità dei personaggi del maestro
la diversa costruzione del tempo:
Il tempio nel dipinto del Perugino è di forma ottagonale con un pronao su ognuno dei 4 lati
principali. La cupola viene tagliata fuori dalla rappresentazione. Raffaello inserisce invece la
cupola nel dipinto in modo da seguire la forma arcuata della tavola, aumenta il numero delle
facciate del tempio e lo circonda con un colonnato per evidenziarne la circolarità.
La prospettiva viene accentuata: le linee disegnate dai lastroni del pavimento fuggono verso
gli spigoli della scalinata convergendo tutte sulla porta del tempio,( Sull’architrave Raffaello
pone la sua firma) e qunidi segnando le linee di prospettiva Sull’architrave Raffaello pone la
sua firma.
Anche i punti di vista sono diversi: il pulto di vista di Perugino è più basso; quello Raffaello è
più dall’alto e più profondo: infatti ingloba tuttol’edificio
inoltre i colori di raffaello sono più saturi e più brillanti , e vivaci
Il cerchio, simbolo della perfetta armonia che si compie nell’unione degli sposi.
La circolarità si esprime in una composizione fatta di linee curve.
Il tempio non è più soltanto lo sfondo del dipinto come nel Perugino ma acquista
tridimensionalità e si pone come centro della piazza circolare dove si celebra il matrimonio.
L’anello, ancora una volta figura circolare, è il centro della scena: qui si concentrano gli
sguardi di tutti i personaggi che ne enfatizzano in questo modo, la carica simbolica.

1504-08: Firenze:
Madonna del cardellino/con bambino e S. Giovanni (1506)
Olio su tavola realizzato a Firenze inotrno al 1507
504-1508: si trasferisce a Firenze città che vive un momento di grande vitalità culturale, ed
entra in contatto con i massimi esponenti della cultura toscana: Leonardo e Michelangelo.
Raffaello studia i loro lavori, ne assorbe il linguaggio pittorico e lo reinterpreta con una
grande finezza di tocco.
Lavora ad alcune variazioni sul tema della Vergine, soggetto che lo accompagnerà per tutta la
vita.
Elabora un’estetica in cui naturalezza del gesto e bellezza idealizzata sono in perfetto
equilibrio

La composizione è apparentemente molto semplice:


il dipinto di caatterizza per un paesaggio di sfondo che è rurale: in lontananza si vedono i
monti, le vallate ed un ruscello attraversato da un ponte, uno scenario che dona tranquillità e
serenità nel quale si intravede una città: che può ricordare Firenze per la cupola che si trova
in lontananza alla sinistra della vergine.
La Vergine in primo piano è seduta su un masso, la veste è di colori accesi, l’abito rosso
simboleggia la passione di Cristo mentre il mantello blu la Chiesa, con la mano sinistra regge
un libro. Lo sguardo della donna è rivolto verso i due fanciulli, presenta una leggera torsione
del busto,che accudisce amorevolmente i due bambini che la distraggono dalla lettura del
testo sacro che ha in mano; accarezza san giovanni che porge un piccolo cardellino a Gesù
bambino che e ne accarezza la testa.
Il particolare tenerissimo di Gesù stretto tra le ginocchia materne deriva dalla Madonna di
Bruges scolpita da Michelangelo.
Il cardellino prelude a quella che sarà la vita dei due da adulti-
Infatti la macchia rossa sulla testa rappresenta il sangue versato sulla croce.
Raffaello coniuga l’armonia gentile dei paesaggi del Perugino con gli stimoli che raccolse a
Firenze. L’andamento cuspidato del gruppo di tre figure e il dialogo di sguardi che si
intrecciano dipende strettamente dalle idee di Leonardo.

Struttura compositiva piramidale

Influsso michelangelesco:

cristo è raffigurato con le gambe leggermente div<ricate, con il braccio pensolante e con le
labbra socchiuse.((come nella pietà)
Si tratta di figure realistiche dalle quali emerge lo sforzo fisico di coloro che portano le salme
di cristo, il dolore composto e drammatico allo stesso tempo di Maddalena e della Madonna.
Inoltre i personaggi sono rappresentati in modo dinamico attraverso la torsione del
corpo8contrappunto) richiama il Tondo Doni
Le madonne;
ra il 1504 e il 1508 egli realizzò una serie di Madonne spesso ambientate in ampi e sereni paesaggi caratterizzati
dalla prospettiva aerea appresa da Leonardo, rispetto a quest’ultimo,
queste opere acquisiscono un valore significativo, dato che egli dava grande importanza al rapporto d’amore tra
madre e figlio, tema primario delle sue creazioni.

l’iconografia della Madonna è il vero simbolo del naturale amore materno: rimanda all’idea della morte
sacrificale di Cristo, alla passione e al dolore della madre per il figlio
Le madonne di Raffaello sono figure dalla fisionomia e dai volti dolci, e dalla grazia che ricorda quella del suo maestro
Perugino;
Raffaello aggiunge una gran naturalezza e plasticità nella postura, studiata e perfezionata con il tempo.
Ai gesti molto naturali si accompagnano le espressioni materne, e la dolcezza dei dipinti si riscontra anche nel
paesaggio. Con influssi leonardeschi che con la natura rispecchiava i moti dell’anima dei
peronsaggi(anche struttura piramidale e paesaggi brillanti e armonici)s
Le Madonne di Raffaello, oltre all’affetto materno, talvolta mostrano una sorta di soggezione verso la natura
divina del proprio bambino e il presentimento del futuro dolore.

GIORGIONE
LA TEMPESTA 1502/1503 circa conservata nella galleria dell’accademia di Venezia
La tecnica non vi è un disegno preparatorio ma dipingi direttamente con il colore sulla tela ; è
olio su tela su una tavola di piccole dimensioni 83 per 73 cm
Iconografia: paesaggio di campagna veneta che è umida d’estate con una rigogliosa
vegetazione con case, un ponticello(fore sono resti di antichità romana) sono presenti anche
colonne, rovine e la veduta di una città medievale.
Vi è un lampo che squarcia il cielo e annuncia il temporale che si sta per scatenare.
A sinistra viè un giovane vetito in abiti del 500 e appoggiato ad un bastone mentre guarda la
madre allattare un bambino. Essa seminuda con gli occhi neri e svegli fissa gli spettatori(chi
guardal’uopra) coinvolgendoci in essa.
Le due figure sono subordinate alla natura che è la protagonista dell’opera come è annunciato
anche dal titolo stesso.
Colori: utilizza la tecnica della pittura tonale che armonizza i colori basati su sfumature di
verde e di oro inoltre l’uso dello sfumato gli permette di dipingere dei contorni velati attorno
alle figure così da ottenere un armonico equlibrio tra i diversi elementi; crea sfumature per
rendere meglio gli effetti atmosferici; per l’effetto di bagnato sulle foglie; e infine er rendere le
ombre ni movimento generate dal passaggio delle nuovle-
Ques’attento uso dei colori per i paesaggi è uno deigli elementi più riusciti nei dipinti in
quanto aiutano per l’interpretazione dell’opera perché definiscono l’atmosfera infatti il colore
ha la capacità di emozionare. Si ricerca una bellezza intesa come generatrice di sensazioni e di
un ambito riguardante la sfera emotiva.
Composizione: insieme di elemeni sia naturali sia architettonici

CASTELFRANCO
• Elemento fondamentale della sua pittura è il paesaggio, che introduce una visione aperta e
serena.
• Sono superfici ampie e distese
o diventano l’espressione di uno stato d’animo
o creano un’ambientazione, un’atmosfera particolare, magica e poetica
o paesaggi interiori
• Non usa disegni preparatori, ma stende direttamente il colore sulla tela
• prospettiva basata sull’accostamento di colori
• Introduce la pittura tonale , una vera e propria rivoluzione in quanto affida a luce e colore una
funzione costruttiva ed espressiva.
• Partendo da una fonte di luce naturalistica varia i toni grazie a velature traslucide di pittura
ad olio, accostandoli per graduare i passaggi dalle zone più luminose a quelle più in
ombra (come accade nell’Adorazione dei pastori).
• La pittura tonale è il mezzo più adatto per esprimere il “sentimento della natura”.

Ques’attento uso dei colori per i paesaggi è uno deigli elementi più riusciti nei dipinti in
quanto aiutano per l’interpretazione dell’opera perché definiscono l’atmosfera infatti il colore
ha la capacità di emozionare. E viene utilizzato come principale mezzo espresssivo che si
sostituisce al disegno nel costruire il volume. Si ricerca una bellezza intesa come
generatrice di sensazioni e di un ambito riguardante la sfera emotiva

Con la pittura tonale si sfruttano le caratteristiche di trasparenza della tecnica ad olio,


il colore steso per velature successive e sovrapposte essa determina effetti di
chiaroscuro e di profondità

VENERE DORMIENTE
• probabilmente un dono di nozze ispirato agli epitalami, ovvero canti nuziali antichi destinati a
celebrare il matrimonio
• Giorgione ielebra lo stretto rapporto tra essere umano e natura, inteso come inno al creato.
• in seguito completata da Tiziano dopo la morte di Giorgione: ’accensione cromatica data dal
cuscino, che vivacizza la composizione.
• iconogr: Nudo sdraiato. In primo piano una giovane donna addormentata, Venere, raffigurata senza
veli e a grandezza naturale.
• Essa è distesa sul prato e si offre all’osservatore inconsapevole della propria bellezza, innocente e
pudica,
• in un rasserenante paesaggio costruito per fasce orizzontali sovrapposte che riprendono
idealmente l’andamento del corpo della dea
• è inserita in una natura splendida con la quale tende a fondersi, ma allo stesso tempo è anche
separata dal paesaggio e messa in rilievo dalla sorgente luminosa.

TIZIANO
• ntroduzione di atmosfere chiaroscurali, scorci diagonali, dinamismo, torsioni e volumi scultorei
esasperati.
• Utilizzo sempre più audace e personale del colore con la conseguenza di un accentuazione
dell’impatto drammatico delle composizioni.
Stile sempre più veloce, spontaneo ed essenziale, caratterizzato da un naturalismo intenso e
un’introspezione profonda.
• Stile fondato su una gamma cromatica cupa e omogenea.
Uso di colori bruno-rossastri, con base di ocra rossa e nero carbone, che uniformano le atmosfere
delle sue opere a toni caldi e chiaroscurali.
Utilizzo di pennelli grossi e a volte anche le dita.
• Ricorso a canoni giorgioneschi nella resa del paesaggio e nell’utilizzo della pittura tonale,
intensificando i contrasti di colore e luce.
Esaltazione spirituale rispetto all’impeto passionale.
Nuovo linguaggio pittorico basato sul coinvolgimento emotivo (umanizzazione dei personaggi).
Lo sviluppo della sua pittura è a “tutto campo”, dalle raffinate e caratteristiche velature stese con una
sua particolare tecnica, fino al saper conferire alla materia pittorica, con disinvoltura, valenze
completamente opposte come solidità/evanescenza e pesantezza/leggerezza.
Il suo stile pittorico conferisce movimento per la ricerca di un effetto drammatizzante, in un caldo e
luminoso cromatismo della luce solare.
Riprende gli effetti plastici di Giorgione, ma in seguito diventa abilissimo nello sfruttare i colori e la
distribuzione tra luce e ombre, sviluppandola in tutt'altra morbidezza e una sublime sensualità.
Gradazione di tonalità coloristiche che suggerisce rilievo, atmosfera e plasma le immagini.

VENERE DI URBINO
• ommittente: duca Guidobaldo della Rovere.
• ICONOGR: L’opera deriva dalla Venere dormiente di Giorgione
• ma rispetto al suo dipinto, la visione di Tiziano oltrepassa il tema mitologico
• è fisicamente più concreta e non idealizzata, sensualmente moderna: la giovane donna è
sorridente e sembra ammiccare allo spettatore.
• pittura più robusta, vivace e naturalistica
• L’ambientazione è quella di una camera all’interno di un sontuoso palazzo rinascimentale, di
cui si intravede un’ampia sala con due fantesche vestite in costume contemporaneo e una
bifora monumentale che da su un giardino.
• La giovane donna, raffinata e sofisticata, ornata con gioielli e con una elaborata acconciatura,
si mostra consapevole della propria bellezza.
• La stesura pittorica segue il diverso temperamento di Tiziano rispetto a quello di Giorgione: il
quadro è costruito mediante ampie zone di colore, dal drappo verde in controluce che inquadra il
corpo luminoso della donna, alle candide lenzuola, al rosso intenso del materasso.

ASSUNZIONE DELLA VERGINE


• è un dipinto a olio su tela (394 x 222 cm)
• databile al 1535 e conservato nel duomo di Verona, decora una cappella laterale.
• Il quadro è costruito secondo una tipologia tradizionale per questo tipo di scena.

• Al primo livello, in basso, c’è lo spazio terreno degli uomini; al secondo livello, al centro, è
rappresentata la Madonna su uno strato di nuvole, sollevata dagli angeli per essere portata
in cielo; al terzo, in alto, c’è Dio attorniato da angeli.
• In prim o piano si trovano gli apostoli intorno al sarcofago vuoto di M aria e presi
da concitazione vagano gli occhi alla sua ricerca. Uno di loro tiene nella mano la cintura
lasciata come ricordo dalla Madre del Signore, allusione alla intensa devozione alla
Madonna della cintura diffusa nel '500.
M aria invece resta sollevata sulle nubi sale in un cielo che si illumina sempre più fino ad
incorniciare come un'aureola il volto della VerginE
• Tiziano elimina qualsiasi elemento architettonico dalla scena costruendo l’immagine solo
con le figure e i passaggi di luci ed ombre.
• Il quadro trasmette un senso di monumentalità e un moto ascensionale, verso l’alto:
per far ciò Tiziano utilizza una tecnica ben precisa: lo scorcio dal basso verso l’alto.
• Tutte le figure hanno gli sguardi in direzione verticale.

• L'uso di una vasta gamma di colori vivaci porta ad un felice sentimento.

• Rappresentazione di un evento solenne e drammatico.


• è un’immagine che crea un prototipo di rappresentazione sacra.

• Tiziano attua inoltre un ultimo accorgimento compositivo: il colore rosso, che


domina la scena, forma un preciso triangolo che si sviluppa anch’esso verso l’alto.
In basso vi sono i due lati rappresentati dai due uomini che alzano lo sguardo
verso l’alto, al centro il segmento della Madonna, infine il vertice dato dal mantello
di Dio.
• La parte superiore tende a formare un cerchio, dato dalla curvatura della tavola
che viene idealmente proseguito dalla linea delle nuvole sulla quale è posta la
Madonna.
• Questo cerchio è interamente campito di giallo, che rappresenta la luce del
paradiso, ed esattamente al centro è posta la testa della Madonna che guarda
verso Dio.

• Da notare lo sviluppo del perimetro di questo cerchio che, nella parte alta, è
composta da tante teste di angioletti realizzati con tratti giallo-arancio. Hanno
un aspetto etereo e incorporeo, quasi fatti solo di luce.

L’intero quadro, con la sua complessa composizione di luci, colori, figure e scorci, sembra
preludere un clima barocco.

Pietà
• E’ l’ultima opera nota di Tiziano, il fine per il quale egli dipinse quest'opera era
perché fosse collocata sopra la propria tomba nella Chiesa dei Frari a Venezia.
• Tiziano la cominciò nel 1570 ma non la terminò mai: il quadro fu ultimato da uno dei
suoi allievi.
• I soggetti rappresentati sono la Madonna che siede centro della scena e che
regge sulle ginocchia il Cristo morto.
• E’ affiancata da Maria Maddalena, che è rappresentata durante un’espressione
di rabbia mossa da dolore.
• Prostrato sulla destra vi è invece un Santo che possiede la fisionomia dei tratti del
pittore stesso, Tiziano.
• I soggetti posti al margine del quadro sono Mosè, sulla sinistra; e sulla destra
Sibilla Ellespontica (la quale si presume abbia predetto la crocifissione di
Cristo).

• La tecnica utilizzata è Olio su tela, dipinto su un insolito formato, quadrato


(380x350 cm circa).
• La funzione comunicativa del quadro sono la morte,che causa sdegno e tristezza
in coloro che sono rappresentati e la resurrezione, il sacrificio di Cristo. E’
rappresentato anche il ruolo salvifico del sacrificio di Cristo
• I colori sono appartenenti alla scala dei bruni , solo la pelle di Cristo emana luce in
quanto pallida. La luce è fredda ed omogenea.
• La composizione architettonica è invece chiusa e proiettata in avanti, e Cristo
costituisce la diagonale che divide in dipinto.

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