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ÞBonaventura Berlinghieri
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Il Dossale* con San Francesco e Storie della sua vita,
conservato nella Chiesa di San Francesco a Pescia (Toscana, è
l’unica opera firmata da Bonaventura Berlinghieri. Risalente al
1235, la tavola, di forma cuspidata, presenta sei scene della vita
di San francesco e al centro troviamo la figura stante di
quest’ultimo. Con la scena San Francesco riceve le stimmate,
l’artista introduce l’avvenimento più straordinario e in qualche
modo riassuntivo dell’intera vita del santo. Nella narrazione di
Berlinghieri, Francesco in ginocchio occupa il centro inferiore
della rappresentazione sullo sfondo di un paesaggio desolato.
ÞCoppo di Marcovaldo
Nella Madonna in trono con il Bambino, Coppo adotta con grande
padronanza tecnica molti dei tradizionali schemi della pittura bizantina.
La Vergine viene rappresentata seduta su un sontuoso trono dalla spalliera
bombata a forma di lira, secondo il gusto orientale.
La tavola presenta diverse caratteristiche innovative, ad esempio il
piccolo Gesù non è più rappresentato frontalmente ma in atto di rivolgersi
alla madre oppure la Madonna assisa, elemento che riprende l’arte
bizantina. I panneggi della veste del bambino e di quella di Maria sono
poi sottolineati con una serie di sottili profilature d’oro che ne accentuano
la preziosità.
ÞCimabue
La personalità di maggior spicco della pittura fiorentina del Duecento è senza dubbio quella di
Cimabue. Nacque a Firenze intorno al 1240 e fu attivo a Roma nel 1272. La formazione di
Cimabue è legata fortemente alla tradizione bizantina che, almeno in Italia, continuava a
rappresentare il principale punto di riferimento artistico e culturale.
ÞDuccio di Buoninsegna
È il capostipite dei pittori senesi, ha una formazione artistica
bizantina.
Maestà di Rucellai
Nota anche come Madonna Laudesi (o dei Penitenti), è una pala
d’altare che rappresenta la Vergine in trono con il Bambino
circondata da sei angeli. In questa pala Duccio concentra la
propria attenzione sulla fluidità delle linee e sulla raffinata
armonia dei colori. Utilizza inoltre una prospettiva del trono
latero-frontale. Gli angeli, inginocchiati ai lati del trono disposti
in modo speculare, hanno dei volti inespressivi.
Maestà del Duomo di Siena
Si tratta di una tempera su tavola conservata al
Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Sulla faccia anteriore (recto) è rappresentata una
Maestà, una Madonna col bambino circondata da
angeli e santi. I volumi dei corpi non sono posti in
rilievo e ciò che li rende percepibili è l’equilibrata
simmetria del disegno. La figura centrale della
Madonna e anche personaggi di contorno vengono
disposti secondo una logica decorativa.
ÞGiotto
È il più grande pittore del Trecento, nasce nel 1267 con una certa probabilità nel quartiere fiorentino
di Santa Maria Novella. Si forma verso il 1280 nella Bottega di Cimabue (maestro di Giotto ma
probabilmente avevano solo relazioni di lavoro).
Nonostante la fama di Cimabue fosse alta, Giotto la superò introducendo l’utilizzo una nuova
prospettiva e l’uso sapiente dei colori e del chiaroscuro. Egli infatti conferisce alle proprie pitture una
verosimiglianza, un volume è un taglio nuovi e sconvolgenti. I corpi dei personaggi sono
rappresentati da Giotto con ulteriore e assoluta libertà. Lo spazio all’interno del quale tali corpi
vengono inseriti acquisisce un nuovo senso di tridimensionalità. I volti dei suoi personaggi non sono
più ripetitivi ma rappresentano volti pieni di sentimenti ed espressività.
1300à Giotto si recò a Roma e realizzò dei mosaici per l’Antica Chiesa San Pietro al Vaticano.
Giovanni Boccaccio, in una delle più celebri novelle del suo Decameron, lo definisce “il miglior
dipintor del mondo”.
Dante Alighieri loda l’artista dedicandogli una celebre terzina del Purgatorio: “Credette Cimabue
nella pintura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, sì che la fama di colui è scura.” In questi versi
si sintetizza il senso stesso dell’esperienza giottesca, le cui novità finiscono per oscurare anche la
grandezza di Cimabue.
Francesco Petrarca lo definì “pictor egregius”, capace di stupire per la sua arte anche più grandi
esperti.
o Ciclo di Assisi
L’esordio artistico di Giotto avviene nella Chiesa superiore della Basilica di Francesco d’Assisi.
Tale ciclo occupa la fascia inferiore delle pareti longitudinali della basilica e si compone di 28
affreschi, che riguardano la storia di San Francesco e ricoprono le pareti dell’unica navata.
Ciascuna campata accoglie tre episodi e ogni affresco è separato dall’altro da colonne tortili
dipinte. Qui, Giotto vuole dare la sensazione di essere in uno spazio più ampio. Il transetto è
dipinto da Cimabue, dove si trova la Crocifissione di Cristo (danneggiato).
Il Buon Governo
à vecchio saggio con scettro, scudo e corona, vestito di un mantello bianco e nero (stemma di
Siena)
in basso, concludono la composizione i 24 consiglieri della città,che reggono due lunghi cordoni che
la Concordia (a sinistra dei Consiglieri) porge loro.