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APPUNTI ARTE

ANTONIO DA MESSINA
nasce a Messina nel 1430 e lavora a Venezia e Napoli dove incontra la cultura fiamminga.
lavora a Venezia presso la corte di Alfonso d'Aragona (1475-1476).
Le sue caratteristiche sono i dettagli rigorosi della pittura fiamminga e il rigore geometrico e
spaziale derivato da Piero della Francesca (tecniche prospettiche).
San Gerolamo nello studio
Realizzato intorno al 1475 e ora conservato al National Gallery di Londra. Usa ancora la
tavola ma dipinge a olio così come facevano i ricchi pittori fiamminghi. San Gerolamo fu
colui che tradusse la bibbia dal latino per questo considerato dotto.
La cornice del quadro è un arco ribassato alla catalana (influenza araba della Spagna),
all'interno di questo arco c'è un ambiente che sembra quasi uno spazio come una basilica
per poi essere raccolto nel piccolo studio. C'è un gran effetto di controluce man mano che ci
si avvicina alle finestre che poi risaltano. Al di sopra le finestre sono bifore trilobate.Ci sono
molti dettagli come il cappello appoggiato, le ciabatte lasciate prima della scalinata, i libri
aperti appena sfogliati, l'asciugamano appeso. In basso ci sono un pavone e una pernice,
che simboleggiano l'eternità e la verità. Abbiamo un unico punto di fuga che si colloca sul
libro del santo. C'è anche un leone simbolo di San Girolamo e un gatto. Antonio si forma
appunto a Venezia che era una città che guardava all'oriente e aveva anche quelle
influenze.

San Sebastiano
Conservato a Dresda e fatto nel 1479.
anche esso viene rappresentato con pittura ad olio, è il protesto per
trattare un nudo maschile cristiano perché è tradizionalmente
ricordato così .
Ciò che rappresenta Antonino è tutto verosimile ma collocato in
maniera tale da essere estremizzato, ad esempio c'è un albero che è
piantato al centro di una piazza. Ha una visione molto ribassata
all'altezza delle sue caviglie. Vedo inoltre in primo piano solo le prime
mattonelle che se ne vanno in fuga, una colonna spezzata e un guerriero sullo sfondo
caduto che potrebbe essere la guardia che ha colpito San Sebastiano.
A Venezia la luce è molto esaltata perché i canali la riflettono, e il santo ha un corpo tanto
liscio che la luce sembra scivolare sul suo corpo come sulla colonna ai suoi piedi, che è
crollata come simbolo della caduta del paganesimo all'arrivo del cristianesimo.
Il punto di fuga è sul polpaccio sinistro. I muscoli sono rilassati e le
proporzioni sono perfette

Il ritratto
conservato a palazzo Madama, c'è un ritratto di Antonello tipicamente
fiammingo, viene rinnovato perché ha un punto di vista a tre quarti e non
più di profilo che facevano riferimento alla medagliati a romana , e usa uno
sfondo nero.

Vergine Annunciata
Rimasto a Messina,1475, ha le stesse caratteristiche del ritratto cioè sfondo
neutrale, prospettiva a 3/4 e soggetto in stile fiammingo. Il manto di Maria è
l'azzurro e ha il suo velo che tiene chiuso, per pudità e per lo stesso motivo
non ci guarda negli occhi ma saluta con la mano. E’ sorpresa mentre
leggeva una lettura di scrittura sacra dall'arrivo dell’arcangelo Gabriele.

ANDREA MANTEGNA
Nasce nel 1431 ( 1 anno dopo Messina),
si forma a Padova, città romana e sede di una importante movimento di Antichità classica,
infatti lui reincarna lo spirito dell'Umanesimo antiquato.
Si forma nella bottega di Francesco Squarcione. Gli arriva la conoscenza dell'antico
attraverso la stampa a caratteri mobili.
Da Padova dove era un pittore indipendente passerà al servizio dei Gonzaga a Mantova
come pittore di corte, poi fa un passaggio a Roma dove conosce l'antichità romana e a
Firenze studia il rinascimento fiorentino.
L'Orazione nell'Orto : 1453-53
Pare un incisivo, di conseguenza senza sfumature particolare e compone linee dure.
L'ultima preghiera di Gesù dove durante la preghiera notturna gli apostoli si addormentano.
Gesù prega e si rivolge agli angeli che stanno già tenendo in mano i simboli della passione:
la croce, la lancia, la colonna della flagellazione e la spugna da dove beve l’aceto. Sullo
sfondo arrivano già i soldati che lo arresteranno, guidati da Giuda e disegnati con colori vivi
e saturi. In primo piano c'è un ulivo spoglio e secco con un corvo sopra che è simbolo di
morte, ma con un ramoscello pieno di foglie, insieme ai conigli e agli aironi vicini sono
simbolo di vita e rinascita.
Sopra gli edifici di Gerusalemme che richiamano Verona, Venezia e Roma, c'è una piccola
mezzaluna, simbolo dell'Islam perché in quell'anno i turchi musulmani conquistano l'impero
mussulmano d'oriente, e quindi fa’ un parallelismo tra il tradimento per Gesù e il tradimento
del territorio sacro che non è più cristiano.
La Camera degli Sposi:
E’ la sua più grande opera. Collocato nel castello di San Giorgio, in un cubo che viene
destinato a Mantegna per essere affrescato, gli viene commissionata da Ludovico II
Gonzaga. Non era la camera da letto reale ma era quella rappresentativa, si usava per fare
incontri importanti per dimostrare fiducia.
E’ formata da semi paraste che Mangna ha dipinto per far sembrare che siano colonne,
come se fossimo in un loggiato e da qui si vede un paesaggio bellissimo, dopodichè con la
tecnica della grisaille ha dipinto il soffitto. Il loggiato è adornato con tendoni di cuoio d’oro, in
metà delle pareti i tendoni sono tirati per mostrare il paesaggio mentre nell’altra metà
coprono lo sfondo per far concentrare lo spettatore sulle scene in primo piano.
La Corte dei Gonzaga
Rappresentava la loro corte e voleva rappresentare anche come era strana, ad esempio
c'erano dei pavoni che andavano in giro e una nana che faceva ridere. Rappresenta un
messaggero alto quanto Francesco Gonzaga seduto, figlio di Ludovico, che gli porta una
lettera con l'informazione che diventa cardinale. Ciò porterà onore e lustro a tutta la famiglia.
Tra gli affreschi mette anche personaggi come Ercole e altri personaggi antichi cosicché
sfoggia la sua conoscenza dell'antico e riprende l'umanesimo e porta Mantova a Roma.
L'oculo
Affresco del soffitto, dove si apre un oculo visto dal basso con dei pupi rappresentati di
scorcio che sono al di quà della barriera e un nero fa ridere un ancella che fa ridere le altre
vicino mettendo a rischio il un vaso pensate in mezzo che potrebbe cadere nell'oculo sullo
spettatore.
L'incontro
L'incontro tra Ludovico e Francesco rappresenta sullo sfondo Roma che ha l’obiettivo di
spingere Mantova verso Roma, che voleva competere con Firenze e le altre città d'Italia,
oltre che come augurio al cardinale per una carica più ambita. Il padre è alto quanto
Francesco e la famiglia si tiene le mani in segno di legame.
San Sebastiano
Molto più esagerato con molte più frecce rispetto a quello di Antonio da Messina, inoltre in
questo dipinto il suo obiettivo sono il corpo umano e l’antichità, per questo rappresenta il
santo con proporzioni perfette e classiche e fa’ tante citazione all'antico come la colonna e il
capitello composito a cui si appoggia il martire, un piede di una statua romana e nello sfondo
un borgo sopra un arroccato con edifici classici come un arco trionfale.
Cristo “in scurto”
Il Cristo è rappresentato su una lastra tombale dopo essere stato deposto dalla croce e
lavato. Ciò innova l‘iconografia del cristo tradizionalmente figurato legato al Compianto o del
Cristo in pietà. Alla sua sinistra sono presenti: San Giovanni, la Madonna e la Maddalena,
piangenti. Il dipinto crea un senso di disagio nello spettatore che si sente immerso nella
scena dai piedi che sporgono dalla lastra e invadono il suo spazio, piedi che sono molto più
piccoli di quanto dovrebbero a dispetto di una testa molto più grande di quanto una “corretta”
rappresentazione avrebbe imposto vista la prospettiva.

GIOVANNI BELLINI
la calda luminosità del colore veneto.
nasce nel 1435 e diventa artista nella seconda metà del 400, è stato un innovatore nel
campo della pittura veneta, con lui nasce la "prospettiva cromatica" cioè anche i colori
risentono della distanza.
Si forma col papà Jacopo e il fratello Gentile. Andrea Mantegna diventerà il marito di sua
sorella, e oltre ad acquisire abilità da lui entra a contatto con le opere di Antonello da
Messina e il rigore prospettico di Piero della Francesca. Diventa pittore ufficiale della
Repubblica di Venezia.
Orazione nell'orto
Una dozzina di anni dopo l'opera del Mantegna rappresenta anche lui la stessa scena. Non
ci sono le figure dure che aveva il Mantegna, dove l’uomo era il soggetto centrale, ma esso
si unifica con la natura e il protagonista vero e proprio dell'opera diventa il paesaggio,
stupendo con l'idea di profondità molto sviluppata. Gli edifici non sono più un richiamo
all’antichità ma sono del tempo del Bellini. E’ presente anche l'albero spoglio simbolo di
morte.Si vede molto di più l'aurora dell'alba. C'è un solo angelo che tiene in mano il calice. In
secondo piano vediamo le figure di Giuda con i pretoriani che vengono solo abbozzate
proprio per la prospettiva cromatica.
Attua le leggi dei colori secondo cui i colori caldi "spingono avanti" e i colori freddi "spingono
indietro", quindi colloca in primo piano i colori caldi e poi li fa gradualmente variare verso
quelli freddi dello sfondo.
la Pala dell'Incoronazione
Nel 1470-75 nella città di Pesaro realizza quest’opera, divisa in più tavole: l'incoronazione
della Vergine e l'imbalsamazione di Cristo, a fianco e sotto la parte centrale sono raffigurati
anche dei santi e le loro storie di vita. Bellini ha fatto anche la deposizione di Cristo, e ha
realizzato anche diverse altre bozze su questo argomento che gli piaceva molto. Nelle
deposizioni cristo è quasi sempre dritto perché anche se morto resuscita.
La parte centrale, l'incoronazione di Maria, è custodita a Pesaro, parla proprio del fatto che
Maria era prima considerata solo il mezzo per mettere al mondo Gesù e dopodiché la chiesa
cattolica l'ha riconosciuta come santo e viene rappresentato Gesù che incorona sua madre
come santa. Ai lati vengono rappresentati San Paolo (il legionario che cade da cavallo
illuminato dalla luce divina), san Gerolamo, san Francesco e San Pietro che sembra
discutano. La spalliera del trono è bucata in modo da farci vedere il paesaggio dietro che
raffigura una rocca di Gradara, mettendo così per la prima volta un incoronazione all'aperto,
facendo quasi un quadro nel quadro. Inoltre la spalliera ricorda la forma della pala creando
una vista a cannocchiale. San Paolo è l'unico che guarda fuori dalla tela che così crea un
gioco di sguardi che ci fa entrare nella discussione. Bellini quindi inserisce di nuovo il
paesaggio in modo prepotente.
Il Ritratto del doge Leonardo Loredan
L’uomo rappresentato era appena stato nominato doge di Venezia.
Sempre rappresentato di tre quarti, di mezzo busto e il colore degli occhi è lo stesso dello
sfondo, che pare il cielo ma non ne siamo sicuri.
Il tessuto lucido e bellissimo era fatto di seta damascata. Il personaggio è molto ambiguo,
perché da un lato è calmo e severo, dall'altro sorride ma è più un ghigno, ciò è dovuto al
fatto che il Bellini abbia cercato di rappresentare insieme le due facce del potere,ed essendo
che l'occhio umano ha una visione di insieme porta alla specularità.
PIETRO PERUGINO
Nasce vicino a Perugia e per questo gli viene dato quel nome. Si forma a Perugia e ha una
sua bottega autonoma finché non si trasferisce a Firenze nella bottega del Verrocchio, Pietro
conosce Leonardo da Vinci nella stessa bottega e in quell'occasione il papà di Raffaello
scriverà un elogio a entrambi mettendoli allo stesso livello, infatti Raffaello diventerà allievo
del Perugino. Diventa pittore indipendente ma noi lo conosciamo principalmente per
un'opera commissionata dal papa Sisto IV, per un ampliamento della cappella Sistina.
La consegna delle chiavi a San Pietro :
La sua opera commissionata dal papa, per la quale si trasferì a Roma. La cappella Sistina di
trova all'interno dei complessi vaticani, ed era stata voluta da Sisto IV, con le stesse forme e
dimensioni del tempio ebraico di Salomone, a Gerusalemme. Per decorarlo chiama il meglio
del momento sulla piazza e tra di essi c'era appunto il perugino, a cui chiede di realizzare un
ciclo di affreschi sulle pareti (la cupola la farà Michelangelo), un ciclo cristologico e mosaico
( storia di Cristo e di Mosè), così facendo si pone su una linea di continuità rispetto al
passato, nel senso che si ispirava ai grandi del passato per imitare le loro azioni, infatti come
Mosè diede le 10 leggi lui fece molte riforme, soprattutto nel campo civile (crea piazze ecc),
perché nel rinascimento nasce il concetto di città ideale (chiesa che affaccia sulla
piazza,edifici civici ecc). Molti affreschi sono stati cancellati per fare spazio al Giudizio
Universale di Michelangelo.
In quest'opera quindi vengono rappresentati in primo piano San Pietro inginocchiato ad
accettare le chiavi da Gesù, una terrena (bronzea) e una del paradiso (aurea). Ciò ha un
importantissimo significato perché mostra pienamente il passaggio di potere da Gesù a San
Pietro e da lui a tutti i papi suoi successori, ribadendo l’importanza del papa.
Gli altri personaggi sono alcuni vestiti con abiti dell'epoca di Gesù e altri del rinascimento.
Sul retro ci sono tipici edifici romani, con due archi di trionfo simmetrici che riprende l’Arco di
Costantino con la differenza che ci sono delle citazioni a Sisto IV. Le linee di fuga
longitudinali convergono nella porta del tempio centrale a pianta ottagonale, che è simile a
un tempio di Salomone.
L'immagine è un po' schiacciata perché è vincolata dai limiti fisici della cappella e delle
proporzioni matematiche a cui si affida, infatti il tempio ha dimensioni doppie degli archi a
fianco e la cupola del tempio è tagliata. L’asse di simmetria verticale passa per la porta del
tempio e l’orizzonte coincide con la linea dei muretti sullo sfondo.
I personaggi hanno la tipica gravitazione su una gamba del perugino, che si autoritrae tra i
personaggi.
San Sebastiano
Torna nuovamente questo soggetto, custodito al Louvre, molto più semplificato e abbiamo
l'idea simbolica del corpo nudo che rappresenta una fusione della classicità con la religiosità,
siccome il corpo nudo è un paragone agli eroi e dei.
La testa è quasi ribaltata all'indietro e guarda verso l'alto come se fosse ispirata. Non si trova
in un paesaggio riconoscibile ma nel rinascimento l'uomo è in armonia con esso.
Siamo in un porticato (di nuovo) sorretto dai pilastri con elementi che simulano elementi
naturali. Tuttavia dietro San Sebastiano c'è una colonna per renderlo più simile a una scena
di cristo, e sostituisce l'albero con l'elemento architettonico di stile classico. In secondo piano
c'è un pilastro rotto come nella colonna spezzata del Mantegna.
I suoi cieli tendono ad essere bianco sopra l'orizzonte e blu man mano che si sale. San
Sebastiano gravità su una gamba ed è tipico del Perugino. Tipico di egli sono anche i
lineamenti dolci del viso che trasmetterà a Raffaello.
l'Ultima Cena
Fa parte del ciclo cristologico, tutti seduti da un lato del tavolo
tranne Giuda che è girato verso le scene sullo sfondo dove
vengono rappresentati i momenti futuri del suo tradimento.
Gesù ha un calice e quindi sta facendo l'eucaristia, l'aureola di
Giuda è di un colore diverso rispetto a quella degli altri, e ha un
diavolo sulla spalla, quindi anche nel rinascimento si andava
avanti a simboli, tipico del medioevo. Inoltre sulla spalla di giuda
c'è una sacca con i 30 denari per la quale Giuda tradisce Gesù
Confronto con la pittura al di là delle Alpi
Il Rinascimento non avviene solo in Italia ma anche nel resto
d’Europa, con differenze sostanziali. Nelle Fiandre infatti, si sviluppa questa nuova corrente
artistica dei Fiamminghi, strettamente attaccati a un realismo che possiamo quasi definire
estremo. In queste opere però, non si riscontrano la ripresa dell’Antico e dei temi classici, ciò
porta a un indagine della realtà, seppur contemporanea, quasi totalmente diversa.
Se i Fiorentini utilizzavano le proporzioni matematiche, la prospettiva e la luce per
concentrare il l’occhio su un singolo soggetto che era quasi sempre l’uomo (a differenza del
Bellini), i Fiamminghi fanno perdere il significato di soggetto, ponendo più punti di fuga
all’interno di un quadro, utilizzando più fonti di luce per illuminare ogni elemento come se
fosse il protagonista del quadro. Inoltre il realismo estremo porta alla rappresentazione di
dettagli minuziosi, che vengono visti come singolarità e non parte di un insieme,
costringendo l’occhio al continuo spostamento da un punto all’altro per coglierli tutti, ciò fa in
modo che non ci sia un vero è proprio soggetto del quadro.
Jan van Eyek rivoluziona la pittura fiamminga con l’uso di colori dell’esperienza quotidiani e
non più simbolici e poco realistici usati fino a quel momento. Inoltre utilizza anche il disegno
per collocare i personaggi in uno spazio ben definito attraverso la loro solidità.
I coniugi Arnolfini
Opera di van Eyek che raffigura gli sposi Arnolfini, due benestanti mercanti lucchesi, nella
loro camera da letto. Il pittore sfrutta almeno 4 punti di fuga. Dalla finestra entra una luce che
illumina la parte retrostante della stanza, su di essa sono poggiate delle arance, simbolo di
prestigio per il loro costo del tempo, c’è un lampadario con una sola candela accesa simbolo
di fede, sotto alla quale c’è uno specchio a occhio di pesce che riflette tutta la stanza e
addirittura figura la parte che non vediamo tra cui il pittore stesso. Ed infine il letto rosso a
baldacchino che ha un punto di fuga tutto per sé. Lui è rappresentato con uno sguardo
severo e vestito con cappello e cappotto di pelliccia, con una mano saluta mentre con l’altra
stringe quella della moglie che sembra indicare un cagnolino simbolo di fedeltà tra loro. La
luce illumina più di tutto la moglie alla quale i vestiti bianco e verde brillante conferiscono
ancora più vividezza e luminosità.
La Cappella Sistina prima del Giudizio
commissionata da papa Sisto IV, riprende le dimensioni del tempio di Salomone, eccetto
l’altezza che è di circa 20 metri. Sul piano inferiore sono dipinte delle finte tende, su quello
centrale sono raffigurate le vite di Gesù e Mosè, e il passaggio di potere da Gesù ai papi.
Sul piano superiore tra le finestre sono rappresentati alcuni papi e sopra ancora c’è la
cappella che verrà affrescata da Michelangelo.
La città ideale
E’ il dipinto di un pittore anonimo custodito a Urbino, rappresenta l'accettazione alla città dei
rigorosi criteri matematici e geometrici del rinascimento italiano. La piazza ha al centro un
grande tempio circolare che riprende il Battistero di Firenze, le strade e i quartieri si
sviluppano regolarmente per tutta la città, rigorosamente tutti in stile classico.
La città ideale deve rispecchiare nella sua perfezione terrena, raggiunta da regole razionali
della geometria e della prospettiva, la perfezione divina.

Domande possibili:
- Confronto tra i San Sebastiano
- Confronto Orazione nell’Orto
- La Consegna delle Chiavi

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