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PALA DI SAN ZENO(Gerini-Onesta-Mulattieri)

AUTORE
ANDREA MANTEGNA

TITOLO
PALA DI SAN ZENO

PERIODO
1456-1459

COMMITTENTI
GREGORIO CORRER

COLLOCAZIONE ATTUALE
BASILICA DI SAN ZENO, VERONA

COLLOCAZIONE ORIGINALE
BASILICA DI SAN ZENO, VERONA

TECNICA
TEMPERA SU TAVOLA

DIMENSIONI
CORNICE 480×450 cm, SCOMPARTO CENTRALE 125×212, SINISTRO 135×213, DESTRO 134×213.

Analisi strutturale
Colore e luce:
Andrea Mantegna ha scelto una gamma di colori ricca e vivace, distribuita in tutta la scena, fino nei
particolari e nelle decorazioni. I colori, insieme alla luce e ai chiaroscuri sono orchestrati in modo
armonico e spettacolare, richiamando l'attenzione e coinvolgendo emotivamente il pubblico.

Spazio e volume:
L'ambiente in cui vivono i personaggi della Pala di San Zeno dipinta da Andrea Mantegna è una
monumentale scena classica formata da un quadriportico architravato, sorretto da pilastri e con
soffitto a cassettoni con rosette.
I pilastri interni presentano specchiature in marmo policromo e alla sommità sono ornati da
medaglioni con soggetti mitologici. La trabeazione è arricchita da un alto fregio con putti e festoni
vegetali, palme e medaglioni su fondo dorato.
In primo piano, appesi ad anelli sotto la trabeazione, una ricchissima decorazione con cornucopie e
festoni di frutti e fiori.
In fondo, lo spazio sembra svilupparsi oltre un fitto roseto, dove si vede un cielo sereno, azzurro
con nuvole bianche, anch'esse viste in prospettiva.
In primo piano i festoni, l'architrave, e gli stessi santi, sono dipinti in modo da dare l'impressione di
uscire dallo spazio pittorico. Gli otto santi disposti in due schieramenti laterali sono elementi
prospettici di grande efficacia espressiva, soprattutto con gli espedienti del san Pietro, a destra, il cui
mantello dai panneggi abbondanti sembra traboccare dal quadro e il san Giovanni battista, tutto
assorbito dalla lettura, ma con i piedi sporgenti oltre il pavimento, come se si trovasse in una
posizione più avanzata rispetto alla superficie del quadro.
L'idea che guida Mantegna è quindi quella di creare una continuità tra spazio reale e spazio dipinto.
I pilastri frontali corrispondono a quelli intagliati nella cornice dorata, in una fusione tra pittura,
scultura e architettura che trasforma l'idea tradizionale del trittico in una visione spaziale unitaria
particolarmente innovativa.
La decorazione classicheggiante profusa da Andrea sugli architravi e sui pilastri del portico sviluppa
un repertorio carico di simboli che alludono ai temi del Trionfo, della Fortuna e dell'Immortalità
tratti dagli antichi sarcofagi romani ma rivisti in chiave cristiana. Al centro compare anche il
simbolo dell'uovo, indice di nascita e perfezione universale, solitamente collegato alla Madonna e al
tema dell'Immacolata Concezione.
Al legame tra spazio dipinto e spazio esterno si fonde anche il legame tra mito classico e sentimento
cristiano secondo un fondamentale raccordo tra storia e realtà e tra passato e presente.

Linee di forza:
L’opera è stata creata con una forma rettangolare suddivisa, con l’utilizzo di colonne, in altre 3 sezioni
rettangolari.

Al centro dell’opera e quindi nel rettangolo centrale troviamo Gesù e la Vergine Maria.

Quest’ultima, si trova su di un trono inspirato ad un sarcofago antico circondato da Angeli.

Le posizioni degli angeli non sono casuali, infatti quelli che si trovano al disotto del trono hanno lo scopo di
indirizzare il nostro sguardo verso di lei mentre i restanti lo rimandano verso l’alto.

Nelle sezioni laterali troviamo in totale 8 santi che, in ordine partendo da sinistra sono:  San Pietro, San
Paolo, San Giovanni Evangelista, San Zeno, San Benedetto, San Lorenzo, San Gregorio Magno e San Giovanni
Battista e che, grazie alla costruzione prospettica di Mantegna, convergono spontaneamente gli sguardi
sulla figura di Maria creando quasi una forma triangolare che ha come vertice Maria stessa.

Ritmo:
il ritmo, oltre ad essere dato dalla posizione simmetrica dei santi e della luce che generano una figura
piramidale immaginaria verso la Madonna, anche dallo sfruttamento del trittico gotico.

Simmetrie:
l’opera è simmetrica in quasi ogni suo aspetto ed il suo centro è costituito dalla Madonna col bambino.

Si può notare infatti che il numero di colonne, di santi, di festoni e persino dell’albero sullo sfondo è identico
in entrambe le sezioni laterali.

Troviamo un’altra simmetria nella sezione centrale dovuta al posizionamento degli angeli affianco al trono,
ma anche da quello delle colonne, dell’arco, dei festoni e degli alberi alle spalle della Vergine Maria.

Movimento:
I movimenti dell’opera sono dovuti dall’interazione tra personaggi o dalla lettura di libri da parte di alcuni di
questi.
Partendo da sinistra vediamo San Pietro che regge delle chiavi, San Paolo che ha tra le mani la spada e
quelle che sembrano le sue lettere, San Giovanni Evangelista ha il Vangelo, San Zeno, in abito vescovile, ha
la mitria e il baculo pastorale, la Madonna tiene in braccio Gesù bambino e gli angeli ai lati del trono,
essendo musicanti o cantori, hanno strumenti o libri musicali.

Troviamo poi San Benedetto che tiene in mano il libro della Regola, San Lorenzo con la graticola e la palma
del martirio, San Gregorio Magno che, come San Zeno, ha il baculo pastorale ed infine San Giovanni,
rappresentato come un martire, che regge e legge un libro.

Analisi Iconografica:
La pala rappresenta una sacra conversazione con la Madonna col Bambino al centro, contornata da
angeli musici e cantori, e quattro santi su ciascuno dei lati. La Vergine si trova su un alto scranno,
decorato da bassorilievi marmorei che sbalzano con forza sulla superficie dipinta. Ai suoi piedi si
trova un tappeto, vero lusso esotico per l'epoca

Partendo da sinistra i santi sono: San Pietro, riconoscibile dalle chiavi e l'aspetto canuto e barbuto;
San Paolo, riconoscibile dalla spada; San Giovanni Evangelista, ritratto come un giovane con la
veste rosata; San Zeno, in abiti vescovili; San Benedetto, col saio monacale; San Lorenzo, con la
graticola e la palma del martirio; San Gregorio Magno, vestito da papa (con la pianeta ricamata con
figure di santi); e infine San Giovanni Battista, con la tipica veste da eremita nel deserto. I santi
sono disposti in maniera simmetrica, lungo direttrici spaziali diagonali prestabilite e con i loro gesti
ed atteggiamenti sembrano interagire l'un con l'altro. Dei quattro santi di sinistra esiste anche un
disegno preparatorio oggi conservato nel Getty Center di Los Angeles, che mostra come nella
versione definitiva il maestro accentuò il ritmo diagonale tra una figura e l'altra e aumentò la libertà
compositiva arrivando a far sporgere i santi in primo piano oltre la cornice, verso lo spettatore
Non di minore importanza è la predella delle tre scene che sintetizzano il messaggio
cristiano: Orazione nell’orto, Crocifissione, e Resurrezione di Cristo.

Analisi Contestuale
Nel 1453 il matrimonio con Nicolosia Bellini, offrì a Mantegna l’opportunità di uscire
definitivamente dalla bottega di Squarcione e di entrare in contatto con le esperienze figurative della
città lagunare. In particolare, dalla grande e innovativa pittura di Giovanni Bellini Mantegna derivò
un impiego di colori più caldi e naturali e un addolcimento delle linee e delle anatomie, ma anche il
pittore veneziano rimase affascinato dalla forza e dalle novità prospettiche delle composizioni
mantegnesche. Nel 1456 venne commissionata un’importante pala d’altare per la Chiesa di San
Zeno a Verona. La grandiosa Pala di San Zeno, destinata all’altare maggiore, fu terminata entro il
1460. Nel 1797 l’opera fu requisita dai commissari napoleonici e trasportata in Francia: i pannelli
originali della predella (oggi sostituiti da copie ottocentesche) non sono mai stati restituiti e si
trovano a Parigi {Crocifissione) e a Tours (Orazione nell’orto e Resurrezione).

Conclusioni:
La Pala di San Zeno indica la fine del periodo padovano di Andrea Mantegna e quindi l’inizio del passaggio
dalla giovinezza alla maturità.
In quest’opera mostra anche un cambiamento di stile.

Le architetture hanno infatti acquistato quel tratto illusionistico che fu una delle caratteristiche
fondamentali della sua produzione artistica.

Il punto di vista viene ribassato intensificando la monumentalità delle figure e accrescendo il


coinvolgimento dello spettatore-fedele, che viene chiamato in causa dallo sguardo diretto di San Pietro.

Le figure iniziano ad essere più libere e psicologicamente definite, con forme più morbide, che suggeriscono
l'influenza della pittura veneziana.

Mantegna, per fare ciò, decise di sfruttare delle pose tratte dalla vita quotidiana.

La pittura è qui orientata verso una fusione di luce e colore che dà effetti illusionistici, con citazioni
dell'antico e virtuosismi prospettici che furono ulteriormente sviluppati dall'artista nel lungo soggiorno
mantovano, dal 1460.

Bibliografia
COLORE E LUCE / SPAZIO E VOLUME

Libro di arte, Wikipedia, https://www.geometriefluide.com/it/palasanzeno-gen/

MOVIMENTO, SIMMETRIE, RITMO, LINEE DI FORZA, CONCLUSIONE


it.cathopedia.org www.finestresullarte.info Wikipedia Libro di arte

ANALISI CONTESTUALE
wikipedia, https://www.frammentirivista.it/pala-san-zeno-mantegna-analisi/

ANALISI ICONOGRAFICA
https://www.frammentirivista.it/pala-san-zeno-mantegna-analisi/
https://www.skuola.net/storia-arte/rinascimento-romanticismo/pala-san-zeno.html
Wikipedia

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