Sei sulla pagina 1di 3

STORIE DELLA GENESI, WILIGELMO

Le lastre con le Storie della Genesi(prima metà XII) risultano sfalsate in seguite all'apertura dei portali laterali di
facciata, avvenuta nel Duecento.
Alcuni studiosi hanno messo in relazione le scelte iconografiche di Wiligelmo con antichi esempi di drammi semi
liturgici che univano il tema del peccato alla certezza della redenzione.
Le figure si muovono come su un palcoscenico.
La mancanza di rigide divisioni tra gli episodi produce una narrazione rapida e fluida.
Wiligelmo sviluppa in questo modo un vero e proprio racconto.
=SOCIETA’ MESOPOTAMICA/MOSAICI PLASTICO- SPAZIALI di Santa Pudenziana e Buon Pastore di Ravenna

Il ritmo è scandito dalle arcatelle che accomunano le quattro lastre stabilendo un ideale collegamento con il motivo
che LANFRANCO aveva previsto come coronamento per l'esterno dell'intero edificio.
Wiligelmo si inserisce in questa tradizione, ma al contempo mostra il tentativo di definire lo spazio attraverso la
disposizione delle figure.

Con uno stile semplice e sintetico rappresenta una realtà concreta, riconoscibile, in cui sono inseriti elementi del
mondo naturale e in cui sono resi effetti materici.

I personaggi sono concreti e solidi, resi con sapiente senso dei volumi e dello spazio, secondo proporzioni che
ricordano la statuaria classica.

I panneggi delle vesti hanno spessore e si adeguano ai corpi.

Gli angeli sembrano spiegarsi per uno sforzo reale.

La figura umana torna ad acquistare concretezza e dignità.

Wiligelmo E L'antico

La ripresa dei modelli antichi non si risolve mai nell'adozione di formule stereotipate, ma è sempre rielaborata con
originalità e filtrata attraverso la cultura del suo tempo. Sono di ispirazione classica o tardoantica gli elementi
presenti nelle lastre con le Storie della Genesi:

-capitelli corinzi
-colonnine scanalate
-cornici fogliate
-iscrizioni e testi nei cartigli
-motivo della doppia pelta (scudo decorativo greco) -mosaici romani e paleocristiani
-la posa di Adamo richiama il principio classico del contrapposto/chiasmo. Braccio destro piegato opposto alla gamba
sinistra distesa.
-La figura di Eva che si copre le nudità rimanda all"Afrodite pudica, ma Eva si copre con l'altra mano non i seni, ma il
volto in segno di dolore. –statuaria classica
-Ci sono due lastre con due putti alati che reggono una corona appoggiata a una fiaccola rovesciata->ripresa motivo
classico dell'erote, ma aggiunge a uno dei due putti un ibis.- modello antico in chiave cristiana

CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI


Giotto a Padova
La Cappella degli Scrovegni a Padova è considerata l'opera più impegnativa di Giotto.
Iniziata 1303 e fu consacrata il 25 marzo 1305. Giotto aveva 35 anni e una bottega ben avviata. Dopo Assisi lavorò
anche a Firenze, a Rimini per i francescani e a Roma. Le molteplici esperienze accumulate sono riflesse nella Cappella.
Giotto conobbe il committente ENRICO SCROVEGNI tra le navate della Basilica di Sant'Antonio, dove affresco una
cappella.
Nel 1300 Enrico acquisto dei terreni dove si trovava un anfiteatro romano per costruirvi il proprio palazzo e una
cappella adiacente-CAPPELLA dell’ARENA a cui commissionò a Giotto la decorazione con un complesso programma
iconografico.
La cappella è formata da un unico vano voltato a botto che termina in un'abside preceduta da un arcone.
L'interno è illuminato da una trifora in facciata, sei monofore sul lato destro e due absidali.
Il presbiterio (con tombe di Enrico e moglie)è voltato a crociera e affrescato in stile giottesco da un anonimo.
La struttura architettonica ha una grandiosità classica, esaltata dalla perfetta sinergia tra spazio reale e dipinto.

La volta della cappella è affrescata da un cielo stellato su cui si notano clipei con il Rendentore e la Madonna con il
Bambino e otto profeti.E’ attraversata da ampie fasce con busti di patriarchi e profeti inseriti in cornici polibate.

Le pareti laterali sono suddivise in orizzontale in quattro registri da finte cornici cosmatesche. Verticalmente le scene
sono separate sul lato destro dalle finestre e sul sinistro da fasce decorative con riquadri dell’ ANTICO TESTAMENTO E
NUOVO

La narrazione occupa tre registri e procede con andamento elicoidale continuo nella parete:
-destra in alto ci sono ANNA e GIOCCHINO, genitori della Madonna.
-sinistra le storie della VERGINA dal Protavangelo di Giacomo

Sull'arco trionfale è raffigurata la Missione dell'annuncio a Maria in cui Dio Padre in trono manda il suo messaggero
sulla terra per annunciare la nascita del Figlio. Ai suoi lati c’è L’Annunciazione (sin. ARC GABRIELE+ destr. VERGINE)

Nei due registri centrali delle pareti sono raffigurate le storie dell'infanzia, della passione e della morte di Cristo.
il ciclo si conclude con il GIUDIZIO UNIVERSALE

Il registro inferiore della parete è decorato in senso illusionistico come un finto zoccolo di marmi, con nicchie che
ospitano le personificazioni di virtù teologali e cardinali e vizi.
Il messaggio dell'opera

La cappella presenta la STORIA DELLA SALVEZZA fino alla scena del giudizio universale posta sulla controfacciata.
Giotto realizza una macchina narrativa dotata di un perfetto equilibrio conducendo il fedele in una sorta di sacra
rappresentazione.

L'evento sacro è concreto a sottolineare l'attualità del messaggio evangelico. Questa scelta fu influenzata dalla fonte
utilizzata per l'iconografia delle scene evangeliche cioè le meditazioni sulla vita di Cristo.
La resa dello spazio e delle figure che lo abitano
La piena maturità del linguaggio giottesco si trova negli affreschi di questa cappella. Questa maturità si rileva nella resa
dello spazio pittorico perché esso è strettamente raccordato all'architettura e è inteso come spazio concreto per le
figure in esso collocate.

Le architetture non sono solo un complimento ambientale ma tutte scorciate secondo una prospettiva intuitiva
diventano cosi luoghi abitati dai personaggi in modo più realistico. (Volume e Profondità reale + illuminazione vera)

Le scene sono caratterizzate dalla presenza di pochi personaggi solidi (ginocchia plastiche dalla veste)come se fossero
scolpiti in granito colorato, ricondotti entro moduli geometrici:
-decisa linea di contorno che sbalza le figure del fondo

-figure sono morbidamente modellati dalla tecnica di CHIARO SCURO

Sembra di cogliere queste sculture colorate una profonda meditazione sulle opere lasciate a d'Arnolfo nella cattedrale
Fiorentina
La rappresentazione dei sentimenti

Attraverso uno scavo psicologico in età e moderno sotto raggiunge l' apice delle possibilità espressive dalla pittura del
300 . I volti dei vari personaggi sono colti da angolazioni diverse e inedite e sono caratterizzati individualmente, i gesti
delle mani e gli sguardi esprimono sentimenti nitidi e intensi.
Giotto dipinge le figure di profilo, fino al 200 il profilo era riservato a figura moralmente negative(Giuda) (Maria e i
santi di prospetto). Lo SGUARDO è il principale strumento per rappresentare i SENTIMENTI.

lo sguardo di Cristo è una sorta di filo rosso che collega tutte la sua storia.
CRISTO esalta per:
-bellezza classica
-Profilo lineare
-sguardo intenso privo di Biasimo
La storia sacra acquista cosi un calore umano prima sconosciuto.

Giotto arriva dipinge persino le LACRIME -Strage degli Innocenti opera più trammatica-il fatto che sono state dipinte
nonostante non siano visibili dalla posizione dell'osservatore dimostra una straordinaria attenzione dettagli reali. E’
vivace la raffigurazione nei soggetti secondari che acquistano lo stesso peso dei protagonisti.

Il giudizio universale controfacciata

La forza plastica delle figure, la varietà di pose, atteggiamenti, espressioni e la capacità compositiva sono visibili nel
giudizio universale.

Qui è la concezione unitaria della grande scena è dominato dalla figura centrale di CRISTO GIUDICE, dal volto
incredibilmente luminoso, affiancata agli apostoli e dalle 9 schiere angeliche.

In basso ai lati della croce retta dagli angeli si contrappongono:


-sinistra: la gioia dei santi a degli eletti
-destra: la disperazione dei dannati

Sulla parte alta dell'affresco ci sono due angeli che arrotolano il cielo lasciando intravedere le porte dorate e gemmati
della Gerusalemme celeste e la promessa della vita eterna.
Una nuova concezione del colore

La novità della tecnica giottesca e nella stesura del colore che Giotto procede per velature sovrapposte, creando
trasparenze, sfumature lievissime e preziosi cangiantismi con attenzione alla luce naturale.

La gamma cromatica è varia e intensa e la gradualità dei toni aiuta modellare volumi.

Interessante è la sperimentazione delle OMBRE COLORATE .il maestro intuisce che le ombre non sono nere ma
colorate, secondo la regola dei colori complementari. Ne risulta un effetto di grande limpidezza e luminosità perché la
caratteristica dei colori complementari è quella intensificarsi a vicenda.

Potrebbero piacerti anche