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PIERO DELLA FRANCESCA

Pala di San Bernardino (1472-74), Pinacoteca di Brera, provenienza Urbino-> alcune parti sono
state smussate come si vede ai lati. Segna il passo rispetto all’evoluzione della pala d’altare. È una
Sacra conversazione perché intorno alla Madonna con il bambino ci sono angeli e santi. Federico da
Montefeltro si trova inginocchiato di profilo vicino allo spettatore. Il nuovo modello consiste
nell’inserire tutto ciò nell’architettura rinascimentale. Non è presente però Battista Sforza che
presumibilmente doveva trovarsi al lato opposto (ciò aiuta per la datazione e probabilmente la pala
è dopo la sua morte). La Vergine con il bambino sembra alludere sempre di più ad un sonno eterno -
> riconduzione alla morte di Battista per l’erede tanto auspicato, ovvero Guidobaldo.
L’uovo è un simbolo legato alla nascita di Cristo. Il corallo che pende dal collo del Bambino
allontana dal dolore. Una delle caratteristiche di Piero è di ricondurre l’infinita varietà degli oggetti
in natura al rigore perfetto assoluto della forma geometrica, per questo il volto della Vergine è
ricondotto ad un ovale perfetto. Le luci non creano dei contrasti particolarmente evidenti nelle
figure. C’è una fisicità/volumetria che sicuramente ricorda Masaccio (Piero si era formato a Firenze
e aveva collaborato con Domenico Veneziano), suo maestro -> ma manca la drammaticità tipica. La
luce è cristallina e i colori vivaci (influenza Veneziano ma anche di Beato Angelico).

Flagellazione, (1460), Galleria Nazionale delle Marche (Urb)-> sulla destra ci sono 3 personaggi
enigmatici vestiti in abiti contemporanei ma soprattutto quello al centro è scalzo, la tunica rossa e
l’occhio spalancato, quasi fosse perso -> ha suscitato infatti diverse interpretazioni. Gli altri due
sembrano discutano sull’ipotesi di indire una crociata contro Costantinopoli. Ciò è affiancabile alla
Flagellazione perche è lo spunto per le sofferenze della Chiesa d’Oriente. I due episodi sono quindi
collegati tra loro. Non è chiaro se la committenza partisse da Federico da Montefeltro.

Polittico della Misericordia (1445-62), Borgo San Sepolcro, Pinacoteca comunale-> già 30 anni
prima (1428) era stata commissionata la cornice a Bartolomeo Angeli. La Madonna accoglie i fedeli
intorno al suo manto, proteggendoli. Nell’astrazione più totale del fondo oro Piero rimane sé stesso:
ovale perfetto del viso, dell’aureola più il mantello della Vergine che sembra una cupola, inoltre le
pieghe sembrano delle scanalature di colonne. Le gambe del San Sebastiano nudo pure sembrano
delle colonne. Vi è la presenza della cimasa ma Piero non tralascia l’uso della prospettiva,
nonostante lo sfondo oro.
Battesimo di Cristo (1440-45), Londra a National Gallery, per Badia camaldolese di Borgo San
Sepolcro, disegno già commissionato ad Antonio di Anghiari nel 1433-> tutta la composizione è
pensata su una struttura regolare/rigorosa dove al centro è segnata dalla verticale data dalle mani
giunte di Cristo, dal volto e dalla mano del Battista. Lo specchio d’acqua contestualizza l’episodio
del battesimo ma oltre questo fa da specchio alla natura ma anche alla luce, non creando così
ombre. Le figure sono ben salde a terra e il bilanciamento dei pesi è perfetto, anche se destra e
sinistra non sono perfettamente simmetriche. L’albero serve a rompere la simmetria. Esso doveva
essere la parte centrale di un polittico.

Matteo di Giovanni, scomparti laterali sono con i Santi Pietro e Paolo, pilastri e predella, 1465.
Benedetto di Antonio Mattei, cornice lignea -> Matteo vuole distaccarsi dal maestro per rivelare
uno stile diverso e distinguersi, nonostante così strida con l’insieme dell’opera.
Storia della vera Croce (1452-66), nel coro della chiesa di San Francesco (Arezzo)-> già
commissionata a Bicci di Lorenzo nel 1447 dalla famiglia Bicci. Appena si entra il crocifisso ci
accoglie. Il tema della storia della croce era molto diffuso nel 400-500. Di esso si parla in una fonte
medievale, la Leggenda aurea -> è un testo che raccoglie leggende anche legate ai vangeli apocrifi.
Gli episodi sono raffigurati da sx a dx su due registri -> non c’è un ordine cronologico ma Piero
sceglie di accostare le somiglianze come, ad esempio, la presenza di un angelo, di due battaglie,
scene di ambientazione esterna. Piero tiene conto di un punto di vista unitario, in più la gamma
cromatica è sempre limpida.
Nella parete destra la storia nasce dalla morte di Adamo, seppellito con il seme del legno da cui è
tratta la croce di Cristo. Il re Salomone si incontra con la regina di Saba (allusione Chiesa orientale
e occidentale). Passando su un ponte ella si rende conto della sacralità del legno, tratta dall’albero
del seme.
L’episodio successivo è la vittoria di Costantino su Massenzio in nome della croce. Nella parete
centrale ci sono due profeti in più vi è la tortura dell’ebreo e il sollevamento del sacro legno. La
regina fa torturare un ebreo presente, calandolo in un pozzo sottoterra e tenendolo a digiuno.
Vengono poi recuperate le 3 croci : per riconoscere quella su cui è stata uccisa Cristo viene portato
un corpo defunto accostato con questi legni e a contatto con quello sacro la persona resuscita.
Scendendo vi è l’Annunciazione e il Sogno di Costantino. Nella parete sinistra vi è il Ritorno a
Gerusalemme e l’Esaltazione della Croce. Poi si ritrova a Prova della vera Croce e infine la Disfatta
e decapitazione di Cosroe, re persiano che ruba il sacro legno a Costantino -> la croce viene così
recuperata e portata a Gerusalemme.

Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davant S. Sigismondo (1451) Rimini, Tempio


Malatestiano, cappella delle reliquie : Piero lascia all’interno questa parte di affresco. Raffigura
appunto Sigismondo Pandolfo che si incontra san Sigismondo. Viene inserito l’elemento pagano ad
esaltazione della sua famiglia (es. firma legata a quella dell’amante). L’interno dell’ambiente è
classico così come si vede dalle colonne e dal festone che ricorda le decorazioni dei sarcofagi
antichi. Il loculo sulla destra che si apre mostra il castello di San Sigismondo e porta un bagliore di
luce. I due levrieri bianco e nero donano un tocco di eleganza che denotano lo splendore della corte
dei Malatesta. Il mantello è riconducibile a un triangolo e quindi ancora una volta Piero predilige le
forme geometriche.

Leon Battista Alberti fu l’architetto del Tempio Malatestiano, a Rimini, nel 1447-68 : non è
portato a termine ma si individuano gli elementi classici come le colonne, gli archi a tutto sesto, i
loculi, il capitello e il frontone. Ai lati vi sono le arcate dove ci sono le tombe della famiglia.
Nell’ingresso vengono ripetuti in scala minore gli elementi della facciata.
Anche l’Alberti come Piero utilizza le forme geometriche del quadrato e del cerchio,
sovrapponendole l’una all’altra.
L’interno del Tempio possiede una grandissima navata, sulla destra si aprono delle cappelle
illuminate. A sinistra raffigurazioni pagane mentre a destra cristiane.

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