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CAPPELLA BRANCACCI, SANTA MARIA DEL CARMINE

Masaccio e Masolino lavorano dal 1424 al 1428,


Filippino Lippi (figlio di Filippo) dal 1481 al 1485,
Cappella Brancacci, Santa Maria del Carmine, Firenze.
Questa cappella è nota come scuola del mondo perché
tutti gli artisti che passano da Firenze, si fermano qui. Il
nome deriva dal committente, colui che ha acquistato lo
spazio, Pietro Brancacci, infatti, all’interno, molti affreschi
si rifanno alla vita di San Pietro.

La volta fu ricostruita, è successiva.

Tutte le storie riguardano San Pietro, tranne due, con


cui inizia nella parte alta destra e termina nella parte
alta sinistra, dove troviamo gli episodi dei progenitori
tentati dal serpente in Paradiso (Masolino) e la cacciata
dal paradiso dei progenitori (Masaccio).

Le storie di San Pietro sono state commissionate a Masolino e Masaccio, si aggiunse più tardi
Filippino Lippi, ma dai due si nota una mano differente perché è più moderno, è della generazione
successiva. Masolino e Masaccio non è la prima volta che collaborano insieme; hanno mantenuto
entrambi la stessa tonalità di colore, hanno uniformato la gamma cromatica e ciò rende unitario il
punto di vista.

La parte di destra è
maggiormente ricoperta da
opere di Masaccio, mentre quella
sinistra da Masolino, in entrambe
subentrerà anche la mano di
Filippo Lippi.

Nel 1980 gli affreschi vennero


restaurati perché persero colore
a causa di fumi di candele e
polvere. Una volta restaurato non
torna identico a prima, anche
perché un intervento di ripulitura
rischia di portar via dei pezzi.
Masolino, “Il peccato originale” (1424), Masaccio, “La
cacciata dal paradiso” (1424-1425); l’opera di Masaccio è
stata restaurata in quanto tutte le pareti
si mostravano sporche, rovinate e
ossidate, notiamo infatti delle differenze
tra il restauro e l’originale, come le
foglie che nascondevano le nudità di
Adamo ed Eva.

Le differenze tra Masaccio e Masolino


sono evidenti→Masaccio è attento alla
resa drammatica, fuoriescono le reazioni
dell’animo, pathos, gesta esplicite e forti
per l’esito di Dio e la consapevolezza del
peccato; Masolino invece rende la scena
più leggera, quasi piacevole ai
protagonisti.

C’è da dire che gli episodi raccontati sono differenti, inevitabilmente quando i progenitori si
trovavano nel paradiso terrestre non fuoriusciva nessun tipo di dolore, ma va tenuto in conto il
modo di dipingere: Masolino conosce le novità del tempo, parte da un modo molto più
naturalistico di rappresentare il corpo umano, però la sua pittura è volta ad una rappresentazione
che media, addolcisce quelle che sono le novità rivoluzionarie messe in campo da Brunelleschi, le
media con una pittura che è ancora ben testimone della tradizione, le ombre sono più attenuate, i
corpi sono raccontati con chiaroscuri più tenui, la carnagione della pelle è più chiara, il che fa sì
che questi corpi sembrano lievitare. Invece quelli di Masaccio sono pesanti e concreti, hanno un
volume che presenta una sua compostezza; è realistico nella rappresentazione delle ombre,
poiché si intuisce da dove arriva il sole. Masaccio è essenziale in tutto, infatti era nominato da
Vasari come “puro e senza ornato”, dato che toglie tutto ciò che è superfluo, gli ornamenti; in
Masolino invece sono presenti elementi descrittivi. Per Masaccio ciò che è importnate e ha
significato è l’uomo.

Entrambi conoscono l’anatomia della statuaria antica: Masaccio sembra aver preso queste due state
come riferimento: “Torso del Belvedere”, I-II secolo a.C., Città del Vaticano, Musei Vaticani, “Venere
dei Medici” (Venere pudica), IV secolo a.C., Firenze, Galleria degli Uffizi.
Masaccio, “Il Tributo”, 1427/1428, cappella Brancacci. Il dipinto è diviso in tre scene e si legge da dx
a sx e il nodo centrale dell’episodio è che Pietro abbia creduto alla parola di Cristo.

Nella prima scena Pietro incontra un uomo che è venuto a riscuotere una tassa; nella seconda Cristo
dice a Pietro di andare verso un pesce ed aprire la sua bocca, all’interno della quale troverà una
moneta per pagare.

Gli altri apostoli sono disposti a colonna intorno a Cristo, uno di loro è preso di spalle, per rendere il
momento realistico e coinvolgente. Il paesaggio è “morto” perché non deve ostacolare la narrazione
che il vangelo voleva raccontare.

“Battesimo dei neofiti”, Masaccio, 1427/1428, cappella


Brancacci.

San Pietro battezza i nuovi addetti al cristianesimo perché hanno


creduto nella parola di Cristo.

Il personaggi hanno freddo perché sono nudi, è inverno e


vengono battezzati con l’acqua gelida del fiume. Ciò non ci
distrae, ma ci addentra maggiormente nella realtà delle cose.

“San Pietro che risana gli infermi con la propria ombra”,


Masaccio, 1427/1428, cappella Brancacci. Gli infermi vengono
sfiorati dall’ombra di San Pietro e vengono risanati. La realtà viene
data dalla città: non ha nulla di descrittivo, ma proietta la realtà
del tempo. È rappresentato il quotidiano, la realtà senza
ornamenti, nel modo più spoglio e diretto possibile. Anche le vesti
sono semplici, pesanti, senza decorazioni; i volti sono solenni
come le sculture antiche.

“Distribuzione dei beni e morte di Anania”, 1427/1428, cappella Brancacci.


Tutto è ricondotto alla semplicità, all’essenzialità.
Masaccio, “ricostruzione del
Polittico di Pisa”, 1426,
chiesa di San Carmine a Pisa,
per la cappella di Giuliano
di Colino degli Scarsi.
Elementi gotici: cornice di
tradizione gotica, polittico
(espressione gotica) e fondo
oro. Masaccio è dovuto stare
alle richieste del
committente, Giuliano da
Colino degli Scarsi, che gli
impone il polittico ed il fondo
oro, per dimostrare che il
committente può
permettersi materiali
preziosi. Inoltre non vengono
rappresentate le cose
terrene, ma divine,
ultraterrene.

Opera smembrata, utile per


capire il passaggio dal gotico
al classico→la presunta
cornice che doveva tenere
ciò, presenta un disegno
prettamente gotico, lo
notiamo anche dal fondo
oro.

“Madonna con bambino in trono”, Masaccio, 1426, Londra, National


Gallery; Madonna con bambino in trono circondato da angeli, su fondo
oro. Si trova al centro del polittico.

Masaccio è riconoscibile anche su fondo oro, perché il bambino e il


corpo della vergine rimandano alla statuaria antica e viene colto il gesto
naturale di mettere la mano in bocca; si caratterizza quindi per la
naturalezza e realtà del bambino.

La Vergine sembra una matrona, viene raccontata come una scultura


antica, con un volume definito e costruito nella pesantezza, ombre
nette, trono in prospettiva realizzato di un legno spoglio, senza
ornamenti.

Il fondo oro è un obbligo ma non toglie la profondità nello spazio.


“Crocifissione”, Masaccio, nella cimasa del Polittico, Napoli, museo
nazionale di Capodimonte; la cimasa si trova sempre sopra lo
scomparto centrale.

Anche in questo caso Masaccio non si smentisce, lo notiamo dalla


prospettiva dal basso verso l’alto, il corpo morto di Cristo che
visto da questa prospettiva (lo spettatore lo guarda dal basso
verso l’alto) presenta il collo incassato, la testa cadente: è un
corpo reale di un uomo morto.

Vi è un forte dolore nei volti, la Maddalena nella parte bassa con le


braccia aperte (ricorda Giotto) dona lo spessore della profondità,
di uno spazio che si può percorrere, nonostante lo sfondo oro.

Capiamo che è una cornice gotica perché finisce con dei pinnacoli
e archi a sesto acuto.

Il polittico è diviso in più piani, chiamati ordini, ordine centrale e superiore; nell’ordine alto
troviamo i Santi degli scomparti superiori che sono San Paolo a sinistra e San Pietro a destra; nei
pilastrini laterali troviamo santi in piccole dimensioni.

Nell’ordine centrale, scomparti laterali, sono rappresentati santi divisi da nessuna colonna.

La parte inferiore è detta predella, che contiene pezzi piccoli facilmente perdibili vista la
dimensione e anche perché, insieme alla cimasa, è l’unico luogo dove vi è narrazione della vita
di Cristo. Tutto ciò che sta al centro è devozionale, non c’è nulla di narrativo a parte la
crocifissione; solitamente le parti narrative sono raccontate nella cimasa o nella predella.

“Adorazione dei magi”,


Masaccio, 1426, Berlino,
Staatliche museen; qui Masaccio
può tornare ad essere puro e
senza ornato. Si trova nella parte
centrale della predella.

Questo corteo avviene nel contemporaneo, e lo capiamo dagli abiti delle persone che appaiono e
dalla sedia nobile per il tempo. Tutte queste scene avvengono continuamente e qui la scena è
ricondotta al 1400. La pittura di Masaccio è la pittura rivoluzionaria del rinascimento.

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