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Vita e stile:
E’ nato e si è formato a Firenze dal maestro Filippo Lippi e da lui prende
delle caratteristiche tipiche delle opere di Botticelli tra cui i dettagli
maniacali di oggetti preziosi e della natura (tardo-gotico), la definizione
dei panni trasparenti eccellente, i colori tenui e chiari con una luce
cristallina e infine grazie al suo maestro darà priorità alla linea,
riducendo il chiaroscuro al minimo.
Nel 1492 tuttavia Lorenzo il Magnifico muore e la famiglia dei medici viene
esiliata. Sotto il comando passa il frate Gerolamo Savonarola che
rivoluziona Firenze: la città diventa una repubblica e lui considerava che la
Chiesa fosse fin troppo corrotta e voleva che fosse ripulita, soprattutto
anche nell’arte.
Disprezzava le opere con soggetti pagani, al tal punto che ha fatto un
rogo per eliminare tutto ciò che fosse connesso ad esso.
Botticelli ne partecipa e si fa influenzare molto da questo frate a tal
punto che il suo stile stesso regredisce: ritorna ad usare gli sfondi ad oro
e la scala gerarchica, rappresenta da quel momento in poi solo figure
cristiane.
Anche dopo la morte del frate, che avviene qualche anno dopo, non riesce
più a tornare al suo vecchio stile e a stare al passo con i tempi.
L’Accademia Neoplatonica:
Il capo dei Medici aveva fondato questo circolo privato dove i più noti
letterati, poeti, (Poliziano), artisti e filosofi (Cusano, Marsilio Pico della
Mirandola ecc…) rileggono i testi dei miti classici in chiave cristiana,
cercando di trovare una connessione tra il mondo pagano e quello
cristiano, dandogli anche un messaggio simbolico.
Proprio dai miti Botticelli prende l’idea che il bello equivale al bene, infatti
tutte le sue opere lo saranno esteticamente e serviranno anche per
elevare l’anima dell’uomo e per farla conoscere.
La Nascita di Venere:
Anche quest’opera è stata
richiesta dai Medici sempre per lo
stesso matrimonio, per ricordargli
come il bello conduce al buono.
In questo dipinto i vari personaggi
sono:
✧ Zefiro e Clori
✧ Primavera (con vestito per
coprire Venere)
✧ Venere
Zefiro e Clori fanno nascere
Venere sul mare, al di sopra di una conchiglia.
Anche in quest’opera si può vedere che gli interessa solo il bello e non la
mimesis, lo si nota dal collo sproporzionato di Venere che comunque rende
essa e l’opera armoniosa oppure il fatto che non si è curato del
chiaroscuro ma si è concentrato sulla linea e infine anche la scelta di non
utilizzare la prospettiva (il mare infatti sembra piatto - prospettiva
ribaltata).
Usa una tempera con dei colori tenui e chiari così da conferire lucentezza
all’intera opera.
C’è un'attenzione alla descrizione dei dettagli, in particolare della natura
o delle decorazioni dei vestiti (rose della natura ma anche sulle vesti della
ninfa).