conosciuto come Alessandro Filipepi, stato probabilmente lartista pi legato alla corte dei Medici a Firenze, in particolare alla figura di Lorenzo il Magnifico, per il quale ha realizzato tantissime opere. Una delle pi importanti La nascita di Venere. Lopera il primo esempio in Toscana di pittura su grande tela. Lo speciale uso di polvere di alabastro, inoltre, rende il colore luminosissimo e senza tempo.
La Venere, nei propositi di
Botticelli quindi il collegamento tra Dio e l'uomo. Amore inteso non come sentimento materiale e terreno, ma come amore ideale, riflesso della nudit della Venere, nudit come sinonimo di purezza e spiritualit. Belezza spirituale sarebbe la forza motrice della vita.
La dea posta al centro del dipinto, a sinistra Zefiro che
sostiene Aura, la brezza, mentre dal cielo piovono rose. Venere ha come unica veste una lunga e folta chioma, in parte mossa dal vento, e che Botticelli utilizza per coprire il pube. La pelle di Venere vistosamente bianca, a indicare la purezza.
Zefiro, personificazione dellomonimo
vento, il quale presente in pi di un mito, e appartiene al gruppo delle divinit dellaria. Il soffio di Zefiro vitale e fecondatore, quello di Aura caldo di passione: il loro abbraccio simboleggia l'atto d'amore, l'origine della vita, il loro gesto lascivo.
Aura, amante di Zefiro.
Una donna di profilo che regge
un mantello ricamato di fiori, immortalata nel gesto di coprire la dea appena nata. E' la personificazione di una Ora, simbolo delle stagioni e dello scorrere del tempo. Forse si tratta di Tallo, la ninfa che presiedeva alla fioritura primaverile; le sue vesti raffinate sono mosse dai venti, cos come i capelli sottili, che traspaiono all'aria.
Ogni uomo deve aspirare
per elevare il proprio spirito. Di nuovo, la bellezza esteriore diventa veicolo di quella interiore. Il quadro risulta essere nientaltro che una rappresentazione delle virt insite nellanimo umano secondo la filosofia neoplatonica.