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Prassitele: scultore greco, è uno degli artisti più importanti dell’antichità.

Nasce ad Atene
intorno al 400 a.C. Vive nel IV secolo a.C., periodo in cui entra in crisi la democrazia ateniese. È
un’epoca di sconvolgimenti politici, animata però da un grande fermento culturale. Prassitele
trascorre la sua vita ad Atene, ma lavora anche per altre città della Grecia e dell’Asia Minore. Le
sue sculture, realizzate soprattutto in marmo, esprimono grazia e delicatezza. I soggetti che
predilige sono le figure di divinità, spesso in età giovanile, raffigurate nei loro aspetti più umani.
Prassitele, infatti, abbandona i toni eroici e solenni della scultura classica, inaugurando un nuovo
stile, più intimo e garbato, che sarà oggetto di numerose imitazioni.

Satiro a riposo di Prassitele


Il Satiro a riposo è una scultura romana realizzata da un
originale in bronzo di Prassitele che raffigura la divinità in
forma di giovane uomo.

Descrizione del Satiro a riposo di Prassitele


Il giovane uomo rappresentato nella statua di Prassitele è
appoggiato con una posa elegante ad un tronco. Il braccio
destro è posato su di un ramo mentre la mano sinistra scosta la
pelle di pantera all’altezza del fianco. La pelle dell’animale
circonda il corpo del satiro dalla spalla destra al fianco sinistro.
Inoltre il muso dell’animale copre parzialmente il torace
superiore. La posizione del corpo è di abbandono mentre il
viso è reclinato leggermente verso la destra dell’osservatore. Il
volto mostra poi un’espressione serena e compiaciuta e il
giovane sembra rivolgere lo sguardo verso un interlocutore
frontale. Inoltre le labbra accennano ad un leggero sorriso. I
capelli infine sono riuniti in folte ciocche e tenuti da un
cordoncino.

La scultura rappresenta una tipologia replicata più volte e sono


note ad oggi 115 copie. In molte di queste repliche però il protagonista è accompagnato da un flauto
di Pan. È anche conosciuta come Satiro anapauomenos dal greco ἀναπαυόμενος (a riposo). Il
giovane rappresentato nella scultura si può identificare come un satiro grazie ad alcuni attributi
iconografici.

La copia in marmo della statua di Prassitele si trova ai Musei Capitolini di Roma.


L’originale in bronzo realizzato da Prassitele risale al 440 a.C. circa. La copia in marmo invece fu
realizzata in epoca imperiale nel 130 d.C. Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis fece
riferimento al “satiro periboêtos” testimoniando la creazione di Prassitele che si riferiva ad una
divinità ebbra chiamata Liber.

Lo stile
Prassitele fu uno scultore di epoca tardo classica noto per i suoi bronzi e alcune sculture in marmo.
Scolpì divinità spesso in posizione di abbandono, dall’espressione languida e con atteggiamenti
aggraziati ed eleganti. I personaggi mitologici raffigurati da Prassitele infine sono spesso
adolescenti dal corpo modellato morbidamente e privo di evidenti masse muscolari in tensione.

La struttura
La posizione del Satiro a riposo è piuttosto instabile e suggerisce un’elegante postura che
arricchisce la rappresentazione di grazia ed eleganza. Infatti il corpo è totalmente sbilanciato verso
la sinistra dell’osservatore. La gamba sinistra del giovane satiro è in tensione e sostiene il corpo
appoggiato al tronco. La gamba destra invece è leggermente flessa posteriormente e il piede piegato
in una posizione inusuale ma molto realistica che ancora l’arto alla verticale. La struttura
compositiva disegna una “S” che corre lungo la mediana del corpo e termina in alto con il capo
reclinato.

Apollo Sauroctòno di Prassitele


L’Apollo Sauroctòno di Prassitele rappresenta il dio nelle
sembianze di un adolescente impegnato nel catturare una
lucertola.

Descrizione dell’Apollo Sauroctòno di Prassitele


Il giovane Apollo è in piedi e poggiato ad un tronco sul quale si
trova una lucertola. Il giovane dio è impegnato infatti a
catturare l’animale ed è raffigurato nel momento in cui cerca di
non farsi sorprendere.

Interpretazioni e simbologia dell’Apollo Sauroctòno di


Prassitele
La statua realizzata da Prassitele raffigura il dio Apollo
adolescente. Infatti l’anatomia del corpo è chiaramente quella di un giovane con la muscolatura non
ancora del tutto sviluppata. Inoltre il termine “sauroctòno” indica l’azione che il giovane dio sta
compiendo e si può tradurre come “Apollo che uccide una lucertola”. Il termine sauro deriva dal
latino e si può considerare un sinonimo di lucertola. Prassitele che preferiva rappresentare il corpo
adolescente scolpì il dio in un momento giocoso. Questa scelta quindi mette in evidenza la
componente umana di Apollo.

I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione


L’Apollo Sauroctòno è esposto presso il Museo del Louvre di Parigi.

L’artista e la società. La storia dell’opera Apollo Sauroctòno di Prassitele


La scultura esposta al Louvre è una copia romana dell’originale greco che è datato al 360 a.C. circa.

In questo periodo della storia della Grecia Antica, le sculture perdono la caratteristica di eroicità.
Questa evoluzione, secondo gli storici, è conseguente al cambiamento politico avvenuto ad Atene.
Infatti nel periodo precedente, Atene era guidata da Pericle il generale che guidò la città alla
vittoria. Invece, nel IV secolo a.C. Atene subì la sconfitta da parte degli spartani e fu conquistata dai
macèdoni.
Lo stile dell’Apollo Sauroctòno di Prassitele
La copia romana riprende l’originale di Prassitele. In questo periodo, nella statuaria greca
scompaiono le figure di atleti vittoriosi e guerrieri paragonati agli eroi mitologici. I personaggi
rappresentati, come anche gli dei, sono impegnati in attività ordinarie che descrivono la vita
quotidiana. Il cambiamento del clima politico, con la perdita della supremazia di Atene sulle altre
città-stato portò così gli scultori ad apprezzare temi più intimi e meno aulici.

Prassitele, quindi, crea la figura in bronzo del dio Apollo molto giovane che gioca con una
lucertola. La scultura non mostra così un dio dal corpo muscoloso come un atleta o che assume la
posa di un eroe. Apollo, invece, assume l’aspetto di un giovane, dai lineamenti poco muscolosi, che
sembra osservato nella sua intimità. Diversamente, nella statuaria classica, i personaggi, atleti o dei
sembrano assumere una posizione ufficiale di fronte al pubblico che li osserva

La tecnica
La copia romana dell’Apollo Sauròctono è in marmo e misura 149 cm di altezza invece l’originale è
in bronzo.

La luce sulla scultura


Il corpo di Apollo, in marmo bianco, riflette la luce ambientale e crea pochi contrasti di chiaroscuro.
Quindi, il corpo presenta una superficie liscia e morbida in accordo con la giovane età del dio.

Rapporto con lo spazio


La scultura di Prassitele è un tuttotondo che offre all’osservatore di apprezzare la statua del giovane
Apollo in ogni sua prospettiva. Nonostante questo, la visione frontale è quella che permette di
comprendere a pieno il soggetto e di osservare ogni dettaglio scolpito.

La struttura
La statua di Apollo presenta un chiasmo molto accentuato. Infatti il corpo del giovane dio è molto
sbilanciato, il bacino assume una posizione obliqua come le spalle. Di conseguenza, lo scultore creò
un supporto per sostenere la statua. In questo caso il sostegno è rappresentato dall’albero sul quale
sale la lucertola. Apollo, infatti, è sostenuto dai due rami e poggia il suo braccio destro contro il
tronco.

Afrodite Cnidia di Prassitele


L’Afrodite Cnidia di Prassitele fu una scultura molto
apprezzata e replicata con diversi esemplari in marmo
durante l’epoca romana.

Descrizione dell’Afrodite Cnidia di Prassitele


La scultura raffigura Afrodite in posizione stante. La dea è
priva di abiti e si copre il pube con la mano destra. La
sinistra invece è posata su una idria decorata e trattiene la
veste della dea.
Interpretazioni e simbologia della statua Afrodite Cnidia di Prassitele
Afrodite è nuda perché si prepara per il bagno. Il gesto che compie rivela che è stata sorpresa da un
osservatore. Infatti con la mano destra si copre il pube mentre con la sinistra posa o afferra la veste
da un’idria poggiata su una base. Secondo altri studiosi invece la Venere ha appena terminato il suo
bagno.

La statua di Afrodite Cnidia è un nudo cioè la rappresentazione artistica di un corpo femminile


privo di abiti. Secondo gli storici si tratta del primo prototipo di nudo femminile della scultura
greca. Infatti le statue arcaiche delle Korai sono coperte da chitoni come le statue di altre divinità
dell’epoca classica (ad esempio l’Amazzone ferita di Fidia.)

L’etera Frine, modella dalla mirabile bellezza


Alcuni commentatori dell’antichità raccontano che Prassitele, per scolpire la statua della dea, si sia
ispirato ad un’etera di nome Frine, ammaliato dalla bellezza del suo corpo. Altri autori, invece,
indicano come modella un’altra etera, amata da Prassitele, di nome Cratine. Secondo poi altre
interpretazioni, Prassitele riprodusse il volto di Cratine e il corpo di Frine. Una approfondita analisi
etimologica dei nomi fa però pensare che il nome Cratine sia frutto di una errata trascrizione del
nome Frine.

I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione


Gli abitanti di Cnido acquistarono la Venere di Prassitele per ornare il naos del tempietto dedicato
ad Afrodite Euplea (della buona navigazione). La statua trovò così posto nella cella interna del
tempio che dall’esterno permetteva di vedere la scultura. Per questo i viaggiatori potevano
ammirare la bellezza dell’opera che presto acquistò molta notorietà. Plinio il Vecchio raccontò
infatti di un giovane che si innamorò dell’effigie religiosa.

Anche le monete coniate a Cnido portavano impresso il corpo della dea. Per questa sua chiara fama
e per la località dove per prima fu ammirata la scultura prese il nome di Afrodite Cnidia. La copia
romana indicata come Afrodite Cnidia Colonna è custodita presso il Museo Pio-Clementino di Città
del Vaticano. Gli studiosi inoltre considerano questa versione la migliore fra le tante esistenti.

In diversi Musei sono custodite altre copie della Venere Cnidia.

L’artista e la società. La storia dell’opera Afrodite Cnidia di Prassitele


La scultura originale che raffigura Afrodite risale al 360 a.C ed è considerata un’opera della tarda
classicità greca. La copia romana esposta presso i Musei Vaticani invece risale al periodo romano.
Il funzionario bizantino Lauso fu proprietario della Venere nel V sec. d.C. durante il regno
dell’imperatore Teodosio II. Nel 475 un incendio distrusse il suo palazzo a Costantinopoli e con
esso anche l’originale di Prassitele.

Lo stile della scultura Afrodite Cnidia di Prassitele


L’atteggiamento incerto della dea rivela una situazione personale e di intimità. La tendenza a
raffigurare i personaggi in atteggiamenti di rilassatezza prende il nome di “ripiegamento intimista”.
Gli scultori che più di altri aderirono a questo corrente furono Prassitele e Skopas.

La luce sulla scultura


La superficie di questa scultura è molto chiara e lucente. Per questo motivo le forme non presentano
ombre molto scure e contrasti accentuati.

La struttura
L’idria innalzata da una base e la veste al di sopra di essa fanno da sostegno alla statua. Infatti la sua
posizione è leggermente inarcata in avanti e trova sostegno con questo espediente compositivo. Il
corpo della scultura forma una struttura a forma di “S” come altre statue di Prassitele.

Hermes con Dioniso di Prassitele


Hermes con Dioniso di Prassitele raffigura il mito classico
che narra della tragica vicenda di Semele che fu amante di
Zeus e morì per averne visto la divinità.

Descrizione di Hermes con Dioniso di Prassitele


Il dio è in piedi appoggiato ad un tronco sul quale si trova
un telo che ricade formando ampi panneggi. Hermes è nudo
come il piccolo Dioniso che siede sul suo avambraccio
sinistro. Il braccio destro però è mancante ed era alzato.

La statua di Prassitele raffigura due figure della mitologia


greca e racconta un episodio della loro vita. Hermes è il dio adulto figlio di di Zeus. Inoltre è il
messaggero degli dei e uno dei dodici abitanti dell’Olimpo, immortali e padroni della vita e della
morte degli umani. Dioniso invece era figlio di Zeus e Semele la figlia del re di Tebe, Cadmo. Era,
consorte di Zeus, gelosa della relazione apparve a Semele sotto altra identità e la spinse a chiedere a
Zeus di apparirle come divinità.

Nonostante le preoccupazioni del dio Semele insistette e alla vista di Zeus morì fulminata. La donna
era gravida di Dioniso e il padre per salvare il bambino lo estrasse dal ventre della donna e lo
conservò all’interno di una sua coscia. Dioniso nacque sei mesi dopo e il fratello Hermes si prese
cura di lui.

Prassitele realizzò forse la statua per celebrare la pace tra Elide e Arcadia. Infatti Hermes era
patrono di Elide mentre Dioniso era protettore di Arcadia. La scultura si trova ora al Museo
Archeologico di Olimpia.

L’artista e la società. La storia dell’opera


Quest’opera di Prassitele risale al 350 – 330 a.C. circa. Secondo alcuni studiosi si tratta
dell’originale di Prassitele. Secondo altri invece è una copia di età ellenistica. La statua fu ritrovata
ad Olimpia, presso le rovine dell’Heraion.

Lo strato di argilla nel quale era nascosta conservò in buono stato la scultura che comunque fu
ritrovata incompleta. Infatti oltre a diversi frammenti fu ritrovato nel sito anche il tronco e il
basamento. La scultura è priva del braccio destro. Inoltre alla mano sinistra mancano due dita.
Infine mancano le due gambe dalle ginocchia alle caviglie. Invece a Dioniso mancano entrambe le
braccia e la punta del piede destro.
Lo stile
Nelle sue opere l’artista introdusse alcune novità compositive e poetiche. la struttura compositiva
diventa più dinamica ed elegante. Prassitele introduce poi una componente psicologica nel dialogo
visivo tra i due personaggi. Infine i due dei sono rappresentati in un contesto affettivo ed intimo.
Questo aspetto enfatizza la componente umana delle divinità.

La luce sulla scultura: La superficie della statua è molto chiara e la luce crea leggere ombre sul
corpo. Invece tra i capelli e tra i panneggi il chiaroscuro si fa più intenso e si coglie un effetto
pittorico.

La struttura: Il tronco ha la funzione di sostenere la figura del dio che non è scolpita con una posa in
equilibrio. Infatti l’asse verticale del corpo crea una linea flessuosa a forma di “S”. Inoltre Prassitele
per rendere la sua scultura più dinamica abbandonò la frontalità della scultura precedente.

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