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Nasce ad Atene
intorno al 400 a.C. Vive nel IV secolo a.C., periodo in cui entra in crisi la democrazia ateniese. È
un’epoca di sconvolgimenti politici, animata però da un grande fermento culturale. Prassitele
trascorre la sua vita ad Atene, ma lavora anche per altre città della Grecia e dell’Asia Minore. Le
sue sculture, realizzate soprattutto in marmo, esprimono grazia e delicatezza. I soggetti che
predilige sono le figure di divinità, spesso in età giovanile, raffigurate nei loro aspetti più umani.
Prassitele, infatti, abbandona i toni eroici e solenni della scultura classica, inaugurando un nuovo
stile, più intimo e garbato, che sarà oggetto di numerose imitazioni.
Lo stile
Prassitele fu uno scultore di epoca tardo classica noto per i suoi bronzi e alcune sculture in marmo.
Scolpì divinità spesso in posizione di abbandono, dall’espressione languida e con atteggiamenti
aggraziati ed eleganti. I personaggi mitologici raffigurati da Prassitele infine sono spesso
adolescenti dal corpo modellato morbidamente e privo di evidenti masse muscolari in tensione.
La struttura
La posizione del Satiro a riposo è piuttosto instabile e suggerisce un’elegante postura che
arricchisce la rappresentazione di grazia ed eleganza. Infatti il corpo è totalmente sbilanciato verso
la sinistra dell’osservatore. La gamba sinistra del giovane satiro è in tensione e sostiene il corpo
appoggiato al tronco. La gamba destra invece è leggermente flessa posteriormente e il piede piegato
in una posizione inusuale ma molto realistica che ancora l’arto alla verticale. La struttura
compositiva disegna una “S” che corre lungo la mediana del corpo e termina in alto con il capo
reclinato.
In questo periodo della storia della Grecia Antica, le sculture perdono la caratteristica di eroicità.
Questa evoluzione, secondo gli storici, è conseguente al cambiamento politico avvenuto ad Atene.
Infatti nel periodo precedente, Atene era guidata da Pericle il generale che guidò la città alla
vittoria. Invece, nel IV secolo a.C. Atene subì la sconfitta da parte degli spartani e fu conquistata dai
macèdoni.
Lo stile dell’Apollo Sauroctòno di Prassitele
La copia romana riprende l’originale di Prassitele. In questo periodo, nella statuaria greca
scompaiono le figure di atleti vittoriosi e guerrieri paragonati agli eroi mitologici. I personaggi
rappresentati, come anche gli dei, sono impegnati in attività ordinarie che descrivono la vita
quotidiana. Il cambiamento del clima politico, con la perdita della supremazia di Atene sulle altre
città-stato portò così gli scultori ad apprezzare temi più intimi e meno aulici.
Prassitele, quindi, crea la figura in bronzo del dio Apollo molto giovane che gioca con una
lucertola. La scultura non mostra così un dio dal corpo muscoloso come un atleta o che assume la
posa di un eroe. Apollo, invece, assume l’aspetto di un giovane, dai lineamenti poco muscolosi, che
sembra osservato nella sua intimità. Diversamente, nella statuaria classica, i personaggi, atleti o dei
sembrano assumere una posizione ufficiale di fronte al pubblico che li osserva
La tecnica
La copia romana dell’Apollo Sauròctono è in marmo e misura 149 cm di altezza invece l’originale è
in bronzo.
La struttura
La statua di Apollo presenta un chiasmo molto accentuato. Infatti il corpo del giovane dio è molto
sbilanciato, il bacino assume una posizione obliqua come le spalle. Di conseguenza, lo scultore creò
un supporto per sostenere la statua. In questo caso il sostegno è rappresentato dall’albero sul quale
sale la lucertola. Apollo, infatti, è sostenuto dai due rami e poggia il suo braccio destro contro il
tronco.
Anche le monete coniate a Cnido portavano impresso il corpo della dea. Per questa sua chiara fama
e per la località dove per prima fu ammirata la scultura prese il nome di Afrodite Cnidia. La copia
romana indicata come Afrodite Cnidia Colonna è custodita presso il Museo Pio-Clementino di Città
del Vaticano. Gli studiosi inoltre considerano questa versione la migliore fra le tante esistenti.
La struttura
L’idria innalzata da una base e la veste al di sopra di essa fanno da sostegno alla statua. Infatti la sua
posizione è leggermente inarcata in avanti e trova sostegno con questo espediente compositivo. Il
corpo della scultura forma una struttura a forma di “S” come altre statue di Prassitele.
Nonostante le preoccupazioni del dio Semele insistette e alla vista di Zeus morì fulminata. La donna
era gravida di Dioniso e il padre per salvare il bambino lo estrasse dal ventre della donna e lo
conservò all’interno di una sua coscia. Dioniso nacque sei mesi dopo e il fratello Hermes si prese
cura di lui.
Prassitele realizzò forse la statua per celebrare la pace tra Elide e Arcadia. Infatti Hermes era
patrono di Elide mentre Dioniso era protettore di Arcadia. La scultura si trova ora al Museo
Archeologico di Olimpia.
Lo strato di argilla nel quale era nascosta conservò in buono stato la scultura che comunque fu
ritrovata incompleta. Infatti oltre a diversi frammenti fu ritrovato nel sito anche il tronco e il
basamento. La scultura è priva del braccio destro. Inoltre alla mano sinistra mancano due dita.
Infine mancano le due gambe dalle ginocchia alle caviglie. Invece a Dioniso mancano entrambe le
braccia e la punta del piede destro.
Lo stile
Nelle sue opere l’artista introdusse alcune novità compositive e poetiche. la struttura compositiva
diventa più dinamica ed elegante. Prassitele introduce poi una componente psicologica nel dialogo
visivo tra i due personaggi. Infine i due dei sono rappresentati in un contesto affettivo ed intimo.
Questo aspetto enfatizza la componente umana delle divinità.
La luce sulla scultura: La superficie della statua è molto chiara e la luce crea leggere ombre sul
corpo. Invece tra i capelli e tra i panneggi il chiaroscuro si fa più intenso e si coglie un effetto
pittorico.
La struttura: Il tronco ha la funzione di sostenere la figura del dio che non è scolpita con una posa in
equilibrio. Infatti l’asse verticale del corpo crea una linea flessuosa a forma di “S”. Inoltre Prassitele
per rendere la sua scultura più dinamica abbandonò la frontalità della scultura precedente.