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Nel 430 a.c. una peste invase Atene. La morte di molte persone portò gli uomini a pregare gli dei
affinché la peste cessasse. Molti però iniziarono ad avere sfiducia negli dei e questo ebbe una
ripercussione soprattutto sugli artisti. Gli artisti non rappresentarono più le divinità come esseri
potenti ma con i loro sentimenti più intimi.
Gli scultori importanti sono Prassitele, il quale umanizza le divinità, preferiva il marmo al bronzo,
le sue sculture le dava al pittore Nicia che le decorava.
SCOPAS DI PARO
Originario di un isola delle cicladi, portò al massimo la ricerca dell’espressività di Prassitele. La
testa aveva forma squadrata, occhi rivolti verso l’alto e bocca socchiusa perché nelle sue opere
vuole provocare intense emozioni (pathos) nell’osservatore. E famoso per la partecipazione alla
realizzazione del mausoleo del Carnasso. I lati erano decorati da sculture diverse realizzate da vari
artisti tra cui Scopas. Quel poco che resta del mausoleo è custodito a Londra.
LA MENADE DANZANTE
Le menadi accompagnavano il corteo di Dioniso, dio dell’ebrezza. La menade è rappresentata
danzando, con la testa rivolta verso dietro, capelli lunghi. La veste si scompone sul fianco perché la
donna è presa dalla vitalità selvaggia dalla danza. Lui vuole esprimere tutta la carica erotica di
questa figura.
LISIPPO
L'artista nasce nel Peloponneso e giunge alla corte macedone di Filippo II quando Alessandro
magno aveva ancora 16 anni. Diventerà in seguito lo scultore di corte insieme ad apelle di colofone.
Lisippo realizza principalmente statue in bronzo ricostruite poi in marmo dai romani. Della sua
scultura risalta la tendenza a rappresentare le persone in maniera estremamente realistica.
Realizza principalmente ritratti e per lui sono la rappresentazione diretta della personalità del
soggetto . Secondo Lisippo, realizzava i soggetti per ciò che erano, testa più piccola e corpo più
snello ed alto. Anche lui da delle caratteristiche particolari alle sue sculture, gambe sottili, testa
piccola, occhi piccoli, capelli mossi ecc.
L’APOCSIOMENOS
Lisippo rappresenta anche delle figure umane, in questo caso l’apocsiomenos (colui che cosparge il
corpo di oli). L’opera originale era in bronzo, il soggetto viene colto mentre raschia via l’olio dal
proprio corpo dopo una competizione usando uno sfriggile. Le gambe sono sottili e la destra è
flessa, bacino ruotato, busto allungato, spalle sulla stella linea orizzontale, capelli corposi e mossi
non più disegnati. Per la complessità della posa pare una struttura dinamica. Le braccia sono
sollevate e il braccio sinistro attraversa il petto in contrasto con la tradizionale visione del busto
(ben visibile).