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28-11-18 MANCINI

SHAKESPEARE
Lo stesso teatro è legato alle manifestazioni religiose e quindi seguendo lo stesso flusso anche il potere
quando si metteva in scena ricalcava quelle strutture che funzionavano perfettamente. C’erano i famosi
Bromersis (? Cercare su internet) di Elisabetta, quando lei faceva le sue passeggiate portata in spalla, come i
santi della regione cattolica venendo messa in mostra (power on display). Una delle modalità era
chiaramente il teatro perché era la forma di comunicazione più immediata. Il palco viene chiamato
SCAFFOLD, termine importante perché ricorda il patibolo dove venivano trucidate le persone, perché così si
metteva in scena il potere. Gli inglesi erano abituati a questo tipo di messa in scena, avveniva in ogni livello
ed Elisabetta guadagna consenso mettendosi in scena. Come vedremo molti elementi vengono ripresi nei
testi come fairie queenie o in S. Hanry V. il sovrano rappresenta quello ideale secondo le indicazioni lasciate
da machiavelli, in questa opera Hanry V è Elisabetta. Ci sono rispecchiamenti molto forte tra HV e ciò che fa
E I. gli inglesi a teatro erano molto bravi a capire le illusioni. Gli abiti sfarzosi della regina erano
dimostrazione della ricchezza del Paese stesso. Quando è salita al trono di E II si è parlato del ritorno di
Astrea. Nel periodo della 2 GM, la guerra è stata combattuta anche su suolo britannico e ciò provocò
grande sgomento nella popolazione che fino a quel momento non aveva mai subito nulla sul proprio
territorio.

S è stato ed è un mito anche politico. L’immagine di S è iconica, intoccabile. Fino alla prima metà del 900
mettere in scena S era un atto di culto. Bisognava essere a egli fedeli, le riscritture erano viste come una
cosa negativa. In letteratura esiste IL CANONE SHAKESPEARIANO dovuto alla costruzione attenta proprio
della sua immagine. Questo esiste proprio come scienza nella cultura anglofona che viene definita
BARDOLATRIA. S era definito il bardo di Stratford. Il bardo rappresenta anche un ‘immagine sacra rispetto
all’artisticità dei personaggi. È una figura quasi divina. L’ipotesi dell’inesistenza di S è infondata dato che
esistono vari documenti a prova di ciò. Il certificato di battesimo è datato 26 Aprile 1564 e si è voluto che la
nascita sia stata datata 3 giorni prima, il 23 aprile per farla coincidere con la data di morte, guarda caso il
giorno di SAN GIORGIO, PATRONO DI INGHILTERRA. Ciò contribuì a fomentare il mito di S, considerato
BARDO DELLA NAZIONE INGLESE. La leggenda gioca col dubbio della sua nascita. Secondo molti ci sono dei
personaggi che presero lo pseudonimo di Shakespeare per pubblicare dei testi, ma tutto ciò è leggenda.
L’idea del culto è interessante perché nessun altro personaggio letterario ha così tante immagini che
ritraggono il suo volto. Volendo comprovare la sua esistenza, si cerca la sua reale immagine come prova. Un
altro personaggio di cui analogamente era necessaria l’immagine per provarne l’esistenza era Gesù.
Quando si crea un culto, a volte il personaggio viene idealizzato. Anche sono passati secoli dalla sua morte,
in realtà è più vivo che mai. Tutt’ora si trovano sui giornali cose riguardo la sua vita. Lo Shakespeare
birthplace trust si occupa di preservare i luoghi di S., la cittadina della sua nascita vive solo di S a livelli
altissimi. Una qualsiasi novità riguardo S o le sue opere può cambiare le prime pagine dei giornali per giorni.
Nessun essere umano ha avuto più attenzione e fatto nascere più incertezza di S. Esiste la peregrinazione
per visitare i luoghi di S. molte volte l’immagine di S molte volte è rivisitata in chiave ironica. Attraverso la
prospettiva della bardolatry la letteratura inglese ha avuto diverse modalità di diffusione tra cui la
colonizzazione. I colonizzatori portavano ai popoli conquistati la bibbia e Shakespeare, perché la letteratura
attrae le persone. Tutto quello che viene fatto sull’immagine di S va bene perché è una metodologia che lo
stesso S usava. S è stato il più grande onnivoro dal punto di vista culturale, letterario, traduttologico mai
conosciuto dato che egli stesso fu il primo a riscrivere opere di altri. Non c’è un’opera di S che non abbia
una derivazione di fondo che sia letteraria o storica o un evento qualsiasi realmente accaduto. Una delle
caratteristiche del bardo è quella della sua nascita dalla commedia dell’arte italiana. Quando parliamo di
bardolatria, tutti gli studi di tipo critico hanno fatto diventare S ciò che non era. Essendo nato nel 700 la
nascita di tale culto, il teatro non era più quello dei tempi di S, sui testi di S si sono accatastate letture
critiche, prospettive dei vari personaggi ecc, quindi i testi quando venivano messi in scena non potevano
non riflettere anche la critica che li aveva avuti come soggetto. Arrivati al 900, i testi sono invecchiati. I
personaggi diventano clichè. Alla metà del 900, vengono fuori i nuovi drammaturghi tra cui Peter Brook,
che ha cercato di ritornare allo S originale tornando a un testo che non si occupa più delle caratteristiche
tipiche dei personaggi, ma sui testi e sull’interpretazione dei personaggi. Ritorna ai personaggi messi in
scena di S. la bardologia ci aiuta a capire che non esiste solo un’immagine del bardo, ma esistono immagini
dei vari personaggi tipici, andando oltre le apparenze.

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