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-Augusto, soprattutto dopo il 27, desiderava presentarsi come restauratore degli antichi valori
della res publica, più che come erede di Cesare. Quindi la celebrazione delle virtù romane del
mos maiorum e l’esaltazione degli ideali repubblicani presenti nell’opera di Livio, ben si
adattavano all’immagine che il principe voleva dare di sé→ restauratore delle istituzioni
e custode dei valori della res publica.
STILE E LESSICO: si può notare una coloritura più arcaica nella prima decade che
si fa più moderata nei libri successivi, fino a scomparire del tutto negli ultimi libri.
L’uso di questa patina arcaizzante non ha un valore ideologico implicito, al contrario
di Sallustio
POESIA ELEGIACA
- Si sviluppa a partire dall’età Augustea (fine I sec)
CONTENUTI:
L’elegia latina ha un contenuto principalmente amoroso e un carattere
autobiografico. Questa poesia si radica nella concreta esperienza soggettiva del
poeta, ma ne rappresenta le singole esperienze attraverso la descrizione di
situazione topiche convenzionali. Quindi presenta una serie di topoi che ricorrono
costantemente.(=stilnovisti)
CORNELIO GALLO
CHI E’?
Uomo nobile di ceto equestre nacque nel 69/68 e fu all’incirca coetaneo di Virgilio, di
cui fu grande amico. Fece una brillante carriera politica conclusasi tragicamente
accusato dai suoi nemici, cadde in disgrazia presso Ottaviano e, condannato
all’esilio e alla confisca dei beni, si diede alla morte intorno al 27.
SCRISSE GLI “AMORES”:
Quattro libri di elegie in cui Gallo canta la sua passione per Licoride. Sotto questo
pseudonimo (secondo un uso consueto della poesia alessandrina) si celava il vero
nome dell’amata che era un’attrice di mimo e amante di altri celebri personaggi,
come Marco Antonio. È difficile ricostruire i caratteri dell’opera di Gallo, dato che ne
sono rimasti solo pochissimi frammenti. Tuttavia alcuni punti appaiono certi:
1) centralità del tema amoroso e dell’elemento autobiografico;
2) il ricorso al mito in relazione alla propria esperienza personale;
3) l’erudizione geografica.
-Gallo dunque fu considerato a ragione l’iniziatore dell’ elegia nella letteratura latina
per aver dato a questa forma letteraria i suoi tratti più caratteristici:
1) impronta autobiografica→ un'autobiografia poetica, in parte immaginaria e
passata attraverso il filtro della letteratura e del mito
2) argomento amoroso
TEMI TOPICI DELL’ELEGIA LATINA (pag 300, c’e più o meno tutto)
L'elegia latina è innanzitutto poesia d’amore, sull’esperienza d’amore il poeta
elegiaco incentra tutta la sua vita e contrappone orgogliosamente la sua scelta agli
altri modelli etici.
SERVITIUM AMORIS:
-La vita del poeta, tutta dedita all’amore, è un servitium una schiavitù nei confronti
della domina, ovvero l’amata capricciosa e infedele (il poeta elegisco è un sottone)
-Il poeta cerca rifugio dalle proprie amarezze e delusioni proiettando la sua vicenda
nel mondo del mito o in una lontana ed innocente età dell’oro. La vicenda d’amore
viene idealizzata assimilandola agli amori del mito e della letteratura. Passata
attraverso questo filtro, la vicenda d’amore dolorosa viene trasferita in un mondo
ideale ed appagante.
TIBULLO (p302)
La sua nascita è collocata tra il 50 e il 55 a.C. a Gabii da una famiglia di ceto
equestre piuttosto agiata. Probabilmente subì una confisca dei terreni di famiglia a
causa delle guerre civili ; nei suoi componimenti lamenta rovesci economici e
povertà. Il tema della vita in povertà è comune agli alti poeti elegiaci. Fu grande
amico di Messalla Corvino, uomo politico repubblicano che occupò una posizione di
prestigio sotto Augusto e raccolse intorno a sé un circolo letterario. Tibullo seguì il
suo patrono (Corvino) in alcune spedizioni militari affidategli da Augusto in Aquitania
e in Oriente. Visse gli ultimi anni della sua vita in campagna dove, il poeta Orazio, lo
descrive come appartato e malinconico.
Sotto il nome di Tibullo ci è stata tramandata una raccolta di elegie nota come
CORPUS TIBULLIANUM, composta da tre libri, i primi due sicuramente autentici,
il terzo comprende componimenti di altri autori, probabilmente appartenenti al
circolo letterario di Messalla
I LIBRO
Comprende dieci componimenti.
Tra queste cinque elegie dedicate ad una donna chiamata Delia: si tratta di uno
pseudonimo secondo le convenzioni della poesia elegiaca che deriverebbe dalla
grecizzazione del vero nome della donna, Plania (planus = delos in greco). Delia,
secondo i topoi della poesia elegiaca, è descritta come volubile, capricciosa, amante
del lusso e della vita mondana e anche incline al tradimento.
-Tre elegie dedicate a un giovinetto di nome Marato
-Un elogio di Messalla in occasione del suo compleanno
-Elogio della pace e della vita agreste.
ELEGIA I
(PARTE LIBRO) → Tibullo innanzitutto propone la sua scelta di vita, quella del
modesto agricoltore, contrapposta a quella di chi va in cerca di ricchezze. Una scelta
di vita non reale, ma idealizzata, in una campagna idealizzata(che rappresenta un
rifugio per l’autore). La descrizione della vita contadina occupa la prima parte
dell’elegia. Ma dopo la prima parte, il poeta-contadino si trasforma nel poeta-
innamorato e l’amore per Delia diviene centrale.
Ha un valore programmatico→ ovvero l’autore esprime le sue idee in campo letterario e
della vita.
Qui il poeta afferma la sua preferenza per la vita semplice in campagna vicino
all'amata Delia: non desidera né ricchezza né gloria e dunque disdegna la vita
pericolosa del mercante e del soldato.
Il poeta conclude dicendo: ”Si dedichi Messalla alle gloriose imprese militari, poiché
a Tibullo basta la milizia d’amore e il pensiero che Delia gli sarà accanto piangente
nel giorno della morte.”
Il tema dell’amore per la vita campestre compare anche nell’elegia X, dove si
condanna la guerra e si esalta la funzione civilizzatrice della pace: allora si
arrugginiscono le armi e luccicano gli attrezzi del contadino; allora ci si può dedicare
ad un’altra militia, quella d’amore.
(MANCA UNA PARTE CHE E’ SUL LIBRO)
LIBRO II
Comprende sei componimenti tra cui vi sono tre elegie dedicate ad una nuova
protagonista di nome Nemesi, “vendetta” (pseudonimo), ovvero colei che ha
scacciato la crudele Delia dal cuore del poeta, anche se questa nuova amata è
descritta con tratti ancora più aspri: una cortigiana avida e spregiudicata.
PROPERZIO
Nacque in Umbria, probabilmente ad Assisi, intorno al 50 a.C. da una famiglia agiata
di ceto equestre , che però subì lutti e confische dei terreni come conseguenza della
guerra di Perugia .
LIBRO I
Pubblicato intorno al 28 a.C., noto anche con il nome MONOBIBLOS è composto da
22 elegie. Si apre nel nome di Cinzia, l’autore si presenta come innamorato infelice
che ha perso la dignità (anche io ;) ) sottomettendosi ad una domina crudele,
pertanto chiede aiuto alla magia per liberarsi dall’incantesimo, poi alla medicina e
infine agli amici perché lo portino lontano da Cinzia.
L’amore è rappresentato secondo i topoi della poesia elegiaca , compreso il parallelo
che viene instaurato fra la vicenda d’amore personale e i grandi amori del mito
(generalmente a lieto fine) (quello di Atalanta)
(ricorda praeceptor amoris)
II LIBRO
La prima elegia del secondo libro è dedicata a Mecenate .
All’incontro con l’ambiente ufficiale di quest’ultimo si collega la recusatio, ovvero il
rifiuto della poesia epica, probabilmente in risposta all'invito da parte del patronus a
scrivere un poema epico storico celebrativo secondo i dettami della propaganda
augustea.
Properzio si scusa dicendo che “l’esile petto di Callimaco” non è capace di cantare le
imprese eroiche tipiche dell’epica mitologica, così come non è capace di celebrare la
grandezza di Ottaviano e dei suoi antenati frigi (la Gens Iulia si faceva discendere
dal troiano Enea). Così Properzio dichiara la sua adesione alla poetica callimachea.
L’unica fonte di ispirazione del poeta è la sua puella Cinzia e le uniche battaglie che
vuole cantare in poesia sono le battaglie d’amore
LIBRO III
Accanto al tema dell’amore elegiaco (sempre più burrascoso a causa di Cinzia)
compaiono altri temi che rivelano il percorso che il poeta sta compiendo verso la sua
“integrazione difficile” ( cfr Antonio la Penna) al regime augusteo e al suo
programma di propaganda culturale. Il libro, infatti, comprende un carme che celebra
Augusto, un compianto per la morte di Marcello, un elogio dell’Italia
Nelle ultime due elegie il poeta annuncia la fine del suo amore per Cinzia, il
discidium (rottura, separazione) . Non sappiamo di un evento biograficamente reale
o se si alluda, in termini simbolici, all’intenzione di abbandonare la poesia d’amore.
LIBRO IV
Sono due elegie sono dedicate a Cinzia, nelle quali in una di esse appare in sogno
al poeta come un’ ombra nel regno dei morti.
Per il resto, si rivela una svolta definitiva dei contenuti le cui avvisaglie si erano già
notate nel libro III.
Dall’elegia d’amore si passa all’elegia civile.
Negli altri carmi compare una limitata concessione alle direttive della cultura ufficiale
Ma non è poesia celebrativa (epica), ma elegie eziologiche (elegie romane), che
spiegano le origini di miti e leggende della tradizione italica e romana, temi conformi
alla propaganda augustea di restaurazione dei valori e delle tradizioni dell’antico
mos maiorum.
Il modello di questi componimenti elegiaci eziologici è Callimaco, autore di un’opera
intitolata “Aitia”, ovvero le cause / le origini, ovvero una raccolta di elegie eziologiche
di gusto erudito, sulle origini di miti e usanze della Grecia.
Properzio si sente erede di Callimaco tanto da definirsi “Callimaco Romano”.
v.1: il carme viene introdotto con il nome dell’amata CINZIA (Cynthia), dichiarando
sin dall’inizio il tema centrale non solo del primo carme ma dell’intera raccolta di
componimenti, ovvero l’amore per Cinzia.
Si nota anche l’utilizzo dei termini catulliani “miserum” e “ocelli”(occhietti, occhi dolci)
Ha valore programmatico → come dichiarazione di una scelta di vita che è insieme anche
poesia
MANCANO :
- il pianto solitario (pag. 346)
- poesia d’amore, non d’eroi (pag. 350)
- il mito di tarpeia (pag. 354)
TUTTI IN ITA