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Introduzione
l progetto Biografilm nato e si sviluppato con lintento di raccogliere intorno alle biografie lattenzione, linteresse e limpegno di persone ed istituzioni culturali, che condividano lidea che la chiave di lettura biografica possa essere un efficace strumento di orientamento in ogni campo del sapere e delloperare umano. Giunto alla sua terza edizione, Biog raf ilm Festival registra con sincera soddisfazione la nascita di una intensa collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna, sviluppatasi con loccasione del focus che il festival dedica questanno alla straordinaria vicenda umana di Giovanni Battista Belzoni, scopritore di alcuni tra i pi importanti reperti archeologici dellantico Egitto, rimasto troppo a lungo nellombra e sostanzialmente sconosciuto al pubblico. La realizzazione presso il Museo Civico Archeologico della mostra Giovanni Battista Belzoni: un Indiana Jones alla riscoperta dellEgitto il risultato di questa collaborazione, che offrir al pubblico di Bologna una preziosa riproduzione della tomba del faraone Sety I, una delle pi importanti scoperte di Giovanni Battista Belzoni, con un modello realizzato a partire dagli acquerelli originali di Belzoni, messi a disposizione dal City Museum & Art Gallery di Bristol. Ci auguriamo che la mostra sia per molti loccasione di conoscere quel nome che Belzoni stesso tracci, orgogliosamente, su molti dei monumenti da lui scoperti, ma soprattutto di accostarsi al valore storico di quelle scoperte e ad una vita che merita di essere ripercorsa per la sua avventurosa passione.
Direttore artistico Biografilm Festival International Celebration of Lives
Andrea Romeo
Mostra
Giovanni Battista Belzoni Un Indiana Jones alla riscoperta dellEgitto 30 maggio 2007 ore 18 Inaugurazione Mostra ore 21 Concerto del Coro Athena Museo Civico Archeologico Via dellArchiginnasio 2 Bologna Orario: marted - venerd, 9 - 15 Sabato, domenica e festivi, 10 - 18.30 Chiuso tutti i luned feriali Ingresso gratuito Promotori Museo Civico Archeologico Biografilm Festival - International Celebration of Lives con il contributo di ABO Autostazione di Bologna S.p.A. Fiat Lancia Vip Mediacom Progetto Cristiana Morigi Govi Direttore del Museo Civico Archeologico Andrea Romeo Direttore artistico Biografilm Festival - International Celebration of Lives Daniela Picchi Ispettore egittologo, Sezione Egiziana del Museo Civico Archeologico Mauro Tinti Curatore del focus G.B. Belzoni per Biografilm Festival con la collaborazione di Italo Grassi ed Elena Stanzani
Mostra a cura di Daniela Picchi Museo Civico Archeologico Mauro Tinti Biografilm Festival Progetto espositivo Mauro Tinti Biografilm Festival Allestimento ERA S.r.l. Emilia Romagna Allestimenti Progetto grafico Massimo Bozzoli Museo Civico Archeologico Mauro Luccarini Biografilm Festival Ufficio stampa Catia Donini e Michela Mercuri Biografilm Festival Daniela Picchi e Simona Comelli Museo Civico Archeologico Monica Ghisleri Coordinamento Ufficio stampa Biografilm Festival Coordinamento generale Emanuela Ceddia Direttore operativo di Biografilm Festival - International Celebration of Lives Laura Turk Assistente alla Direzione operativa Con la collaborazione di Tutto il personale del Museo Civico Archeologico Tutto lo staff di Biografilm Festival - International Celebration of Lives
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Delegazione di Bologna
n esploratore, un ingegnere idraulico, un archeologo, uno scrittore, un attore. Potrebbero sembrare le vite di altrettanti personaggi e invece sono racchiuse in una sola, quella di Giovanni Battista Belzoni, personalit poliedrica, incarnazione romantica dellideale di esotismo e di avventura cos tipico del periodo in cui visse, a cavallo tra Sette e Ottocento. Nato nel 1778 a Padova, ma trasferitosi presto a Londra, Belzoni lavora dapprima in spettacoli circensi, sfruttando la sua straordinaria prestanza fisica (era alto pi di 2 metri), per poi intraprendere un viaggio in Egitto al fine di promuovere una pompa idraulica di sua invenzione presso il sultano, e rimanervi per quattro anni nel corso dei quali scopre lingresso della piramide di Chefren, porta alla luce la tomba di Sety I ed entra dopo secoli nel grande tempio di Abu Simbel. In fondo la sua vicenda umana potrebbe essere avvicinata a quella di tanti emigranti di umili origini, soprattutto per quanto riguarda i difficili inizi a Londra. Come da copione liter vorrebbe che ad un avvio difficoltoso seguano poi riscatto, fama e ricchezza. Ma la parabola belzoniana prender una piega del tutto inattesa per addentrarsi un po per caso, un po per azzardo, nei meandri ben pi pericolosi, ma anche pi affascinanti, dellesplorazione e della ricerca archeologica ante litteram. Niente ricchezza facile o scalata sociale, ma un campo di indagine, quello dellantico Egitto, con tutto il suo corollario di persistenti suggestioni: lesotismo, lavventura, lOriente mitico e
di Mauro Tinti e Daniela Picchi mitizzato dellImpero Ottomano, i tesori e i misteri della terra dei faraoni, lo sprezzo per i disagi e i pericoli derivanti da ogni nuova impresa. Se giunse la fama, lo stesso non pu dirsi per la ricchezza, perch chi trasse beneficio economico dal lavoro del Belzoni fu soprattutto la cerchia di consoli e legati europei che si contendeva reperti e antichit nellEgitto del tempo. Belzoni fu indubbiamente un personaggio singolare anche agli occhi dei contemporanei e molte delle sue vicende trovarono ampio risalto nei giornali londinesi del periodo. Si attir invidie e maldicenze, alle quali reagiva spesso con veemenza, provenienti in gran parte dallestablishment sia aristocratico sia accademico, a riprova del fatto che non fu mai accettato del tutto nellaltezzosa buona societ londinese. La sua morte proverbiale, per quanto tragica: Belzoni cade sul campo nel suo ultimo viaggio, nella sua ultima avventura, alla ricerca delle sorgenti del Niger e della leggendaria citt di Timbuct. un commiato quasi cinematografico, con le esequie che si ammantano di romanticismo: tumulato allombra di un grandissimo albero presso la citt di Gwato, in Africa e salutato dalle scariche dei moschetti della sparuta comunit inglese del posto. sorprendente che il cinema non si sia mai davvero impossessato della vicenda umana del Belzoni, limitandosi a rendergli omaggio, spesso del tutto inconsapevolmente, in alcune saghe o figure iconiche, una su tutte quella di Indiana Jones. Inconsapevolezza, nel caso di Spielberg, che sarebbe in realt da verificare, vista la cultura profonda e poliedrica del regista americano. Eppure, come per una strana osmosi, la sua vita sembra attraversare e permeare di s limmaginario collettivo che ruota attorno alla figura dellarcheologo-esploratore-avventuriero. Chi ha loccasione di imbattersi nel suo nome, di incrociarne le vicende, rimane inevitabilmente folgorato. La vita di Belzoni, infatti, racchiude una fascino a cui difficile sottrarsi: in un mondo in cui tutto sembra ormai essere conosciuto e a portata di mano, la sete di scoperta e la curiosit, il rischio del viaggio e lesotismo, la caparbiet e il coraggio risuonano dentro ognuno di noi risvegliando immagini e desideri mai sopiti.
hutmosi I (XVIII dinastia: 1493- ? a.C.), padre della famosa regina Hatshepsut, fu il primo sovrano a farsi scavare la tomba in una desolata valle rocciosa di Tebe Ovest, oggi nota come Valle dei Re (Biban el-Muluk). Dopo di lui i faraoni del Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia: 1539-1075 a.C.) scelsero questo stesso luogo per le proprie sepolture, affidandone i lavori di esecuzione agli operai specializzati del vicino villaggio di Deir el-Medineh. La Valle sembrava un luogo ideale per il loro riposo eterno, perch facile da proteggere dallalto, funzionale alle esequie regali per la vicinanza alla capitale del paese e al Nilo, ma soprattutto perch la montagna che la sovrasta, molto simile a una piramide, era considerata sacra alla dea Hathor e alle dee dellOccidente, strettamente connesse al culto della regalit, ai culti solari e al concetto di rinascita. Le tombe individuate sino a ora nel ventre roccioso della montagna sacra sono 63 e ciascuna contrassegnata da un numero identificativo. Nel 1827 legittologo inglese John Gardner Wilkinson numer le prime 22 sepolture ordinandole in sequenza geografica da nord verso sud (King Valley 1-22). Tutte le altre sono state siglate con un numero progressivo in rigoroso ordine di rinvenimento. La tomba di Tutankhamon, lunica scoperta ancora intatta da Howard Carter e Lord Carnarvorn nel 1922 e nota anche come KV62, dal 10 febbraio 2006 non pi lultima dellelenco.
di Daniela Picchi
Tra le poche tombe che possono offuscare la notoriet della tomba di Tutankhamon, il primo posto spetta di diritto alla tomba del faraone Sety I, la cosiddetta Tomba Belzoni dal nome del suo scopritore (KV17). Questa sepoltura la pi grande in assoluto della Valle dei Re e mostra una pianta tra le pi complete e complesse. Una serie di corridoi discendenti alternati a rampe di scale, sui quali si aprono numerose stanze con pilastri, si addentra nella montagna sacra per oltre 120 metri fino a raggiungere una camera funeraria dal soffitto a volta. Oltre che per le dimensioni eccezionali e la planimetria articolata, questa tomba deve la sua notoriet anche alla raffinata tecnica di esecuzione e alla innovativa scelta tematica del proprio apparato iconografico, scolpito a rilievo e dipinto con grande ricchezza di colori dagli artigiani di Deir el-Medineh. Le pareti dei corridoi e delle camere del sepolcro, dallingresso sino alla stanza del sarcofago dove si trova un famoso soffitto astronomico, infatti, sono decorate quasi per intero da immagini che raffigurano il sovrano al cospetto degli dei e da scene tratte dal Libro delle Porte, dal Libro dellAmduat, dal Libro della Vacca Celeste, dalla Litania di Ra, testi religiosi che dovevano proteggere Sety I garantendone unesistenza eterna oltre la morte. Quando Giovanni Battista Belzoni entr in questa sepoltura nei giorni successivi il 16 ottobre del 1817 ed ebbe modo di vederne i colori ancora vividi, cap immediatamente di avere fatto una scoperta sensazionale e, assieme ad Alessandro Ricci, decise di riprodurre le decorazioni parietali tramite disegni, acquerelli e calchi in cera. Belzoni asport dalla tomba, profanata pi volte in antico e ormai senza il corpo del faraone, gli unici oggetti del corredo funerario ancora esistenti: un meraviglioso sarcofago in alabastro, alcuni frammenti di vaso canopo, sempre in alabastro, e oltre settecento statuette funerarie in fience e legno, che poi rivendette sul mercato antiquario. Da subito, la Tomba Belzoni divenne tappa obbligata per ogni viaggiatore alla riscoperta dellantico Egitto, fra i quali gli illustri egittologi J.F. Champollion e Ippolito Rosellini, che riprodussero e ne asportarono alcuni frammenti parietali in occasione della Spedizione Franco-Toscana del 1828-1829. Come purtroppo fecero molti altri europei, danneggiando irreparabilmente la decorazione del sepolcro, che, in parte, ricostruibile solo grazie ai disegni ottocenteschi. Oggi la tomba non visitabile, se non in circostanze deccezione.
iovanni Battista Belzoni descrive la scoperta della tomba di Sety I in alcune pagine suggestive del libro Viaggi in Egitto ed in Nubia edito a Londra nel 1820 e poi tradotto, per il grande successo, in francese e in italiano. Vale la pena rileggerne i passi riguardanti lindividuazione della sepoltura e lingresso nella sala a pilastri con annessa camera del sarcofago, per rivivere le emozioni della scoperta e immaginare nel luogo di origine alcune statuette funerarie raffiguranti Sety I, ora conservate nella sezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna. Li 16 [ndr. ottobre 1817] ripresi le mie ricerche nella valle di Beban-elMaluk [Tebe Ovest] e nebbi la fortuna di fare una scoperta che mi ricompens largamente di tutte le pene cui maveva date, il perch posso chiamare il giorno di quella scoperta uno dei pi fortunati della mia vita. Coloro che sanno per esperienza che cosa sia il riuscire in una impresa lunga e penosa oltre la speranza possono essi soli figurarsi la gioia ondio fui preso penetrando, per primo fra tutti gli uomini attualmente viventi sul globo, in uno dei pi belli monumenti dellantico Egitto, in un monumento chera stato perduto per gli uomini e che da me veniva allora ritrovato cos ben conservato che si sarebbe potuto credere venisse finito poco prima della nostra entrata. / Il luogo ove io aveva ordinato ai lavoratori di scavare la terra era lungi sei o sette tese dallultima tomba da me scoperta, alle faldi dun pendio molto scosceso ed in un borro cha vanno riempiendo gli acquazzoni nel tempo delle piogge. Nessuno si sarebbe immaginato che gli egiziani avessero aperta lentrata di una grande tomba nel letto di un torrente, ma certi indizi molto forti mi avevano fatto presumere chavrei trovato quivi loggetto delle mie lunghe ricerche. lindomani 17, verso sera, ci accorgemmo che la rupe era stata tagliata per farvi lapertura. Li 18 di buon mattino fu ricominciato il lavoro e verso mezzogiorno si giunse ad una entrata trovantesi diciotto piedi al di sotto del livello del terreno. A quello che sembrava la tomba che eravamo per scoprire era dellordine migliore, ma la mia aspettazione non aspirava a tanto. A questa [sala] ne succede una pi grande, sopportata da due ordini di pilastri quadrati, tre da ciascuna parte, collocati sulla dirittura degli androni. Da ciascun lato di essa erasi scavata una camera; io dar alla grande caverna il nome di sala dei pilastri (Sala J), alla camera diritta quello di camera dIside (Sala Je) per la grande vacca che vi era rappresentata, ed alla camera a sinistra porr il nome di camera dei misteri (Sala Ja) a cagione delle figure simboliche che la decorano. / In fondo a questa catacomba vidi unaltra sala a volta rotonda la quale non era separata dalla sala dei pilastri che da un gradino, di maniera che le due sale non ne formavano propriamente che una sola... Dallestremit della camera di fronte alla sala dei pilastri passammo per
di Daniela Picchi
una grande porta ad una sala sostenuta da quattro pilastri, uno dei quali era caduto... I lati ne sono ricoperti di stucco in que luoghi ove la roccia non ha potuto essere tagliata di una maniera uguale, ma quivi non sono stati applicati colori. La chiamai sala dApi, o del toro (Sala Jc) perch vi trovammo lo scheletro dun toro imbalsamato collasfalto; vi trovammo ancora molte figurine di legno rappresentanti mummie e ricoperte dasfalto onde meglio conservarle. / Eranvi pure alcune altre figure di bella terra cotta, dipinta a color turchino e con sopra molta vernice; vedemmo anche altre statue di legno in piedi alte quattro piedi con un foro circolare, certamente per riporvi rotoli di papiro, e verano pure sparsi qua e l sul terreno frammenti daltre statue di legno e di composizione.
Ja
Jb Jc
I Je
Jd
Ma quello che offerse di pi importante a nostri occhi questa sala si fu un sarcofago posto nel centro, il quale non poteva averne un simile al mondo. Esso magnifico monumento era lungo nove piedi e cinque pollici e largo tre e sette, e fabbricato col migliore alabastro orientale; non aveva due pollici di grossezza e quindi, ponendo il lume dietro ad una parete di esso, appariva trasparente. Dentro e fuori era coperto di sculture, consistenti in centinaia di piccole figure alte non pi di due pollici le quali, a quello che m sembrato, rappresentano tutta la processione funebre del morto deposto nel sarcofago, diversi emblemi ed altre cose allusive. LEuropa non ricevette mai dallEgitto un pezzo antico della stessa magnificenza. Sfortunatamente vi mancava il coperchio il quale ne era stato levato e rotto, e del quale trovammo alcuni frammenti nello scavo che femmo dinnanzi alla prima entrata. Giovanni Battista Belzoni*
*I passi precedenti sono tratti da G.B. Belzoni Viaggi in Egitto ed in Nubia, Milano 1825-1826
Lallestimento del Belzoni allEgyptian Hall in una stampa dellepoca. (British Library)
opo 5 anni febbrili trascorsi in Egitto a partire dal 1815, tra scavi, scoperte, estenuanti trattative con i rappresentanti del potere locale, successi e amarezze, nel 1820 Belzoni decide di fare ritorno a Londra, di pubblicare un libro di memorie sulle sue avventure egiziane e di organizzare una grande mostra sulla bella Tomba di Tebe, come ebbe ad annunciare enfaticamente il Times. Levento preparato con perizia e meticolosit e anche la scelta della location, lEgyptian Hall di Piccadilly, si rivela quanto mai azzeccata. La mostra inaugura il 1 maggio 1821 ed il blockbuster dellanno. Centinaia di migliaia di londinesi (solo 2000 il primo giorno) accorrono a visitare lEgyptian Hall e restano affascinati dallincredibile allestimento escogitato dal Belzoni. Allinterno delledificio, infatti, questi costruisce a grandezza naturale due sale della tomba di Sety I, riproducendone le raffigurazioni parietali con calchi in gesso ottenuti dai negativi in cera da lui fatti nellipogeo della Valle dei Re e poi fedelmente colorati grazie agli acquerelli dipinti insieme al Ricci sempre in loco. Lallestimento, in s gi sensazionale, reso ancora pi evocativo grazie a un sapiente uso della luce che immerge le due sale in una penombra misteriosa e fa emergere, in maniera teatrale, i rilievi colorati delle pareti. Arricchiscono leffetto scenico un modellino dellintera tomba, posto al centro di una sala, e un nucleo di oggetti raccolti dal Belzoni in Egitto per gentil concessione del console inglese Salt, comprendente statue della dea Sekhmet, rilievi, piccole statuette funararie, papiri, etc.
di Mauro Tinti
Il grande successo di questa mostra e la sua fondamentale influenza nellalimentare quellimponente fenomeno di riscoperta dellantico Egitto che oscilla dalla nascente Egittologia allEgittomania, si spiegano meglio ricordando che nessun grande museo del tempo aveva ancora dedicato una sezione specifica alle antichit egizie: il Museo Egizio di Torino nasce ufficialmente nel 1823, il Louvre inaugurer le gallerie egizie solo a partire dal 1826, il Museo Egizio nel Castello di Berlino aprir nel 1827. vero che il British Museum a Londra esponeva gi dagli inizi dell800 le antichit egizie pervenute in Inghilterra dopo la vittoria su Napoleone, ma rispetto a questo, la novit della mostra dellEgyptian Hall consisteva nellesporre per la prima volta alcuni reperti egizi allinterno di un contesto architettonico pertinente e fedelmente evocativo del luogo dorigine. La mostra Giovanni Battista Belzoni. Un Indiana Jones alla riscoperta dellEgitto prende spunto dalla celebre esposizione che Belzoni organizz a Londra nel 1821 e le rende omaggio con un allestimento-evocazione che gioca su vari livelli. I visitatori si trovano al cospetto di un unico, grande oggetto, una misteriosa scatola sulla quale campeggia la riproduzione della facciata dellEgyptian Hall tratta da una foto ottocentesca. Allinterno vi la ricostruzione della camera sepolcrale della tomba di Sety I, ridotta a un terzo delle dimensioni reali, che i visitatori possono spiare gi dallesterno attraverso finestre e feritoie. La riproduzione in digitale degli acquerelli originali del Belzoni e del Ricci, conservati al City Museum and Art Gallery di Bristol, permette di ammirare la camera sepolcrale in tutto il suo originario splendore e al tempo stesso costituisce una importante testimonianza del metodo utilizzato dal Belzoni stesso per documentare e mappare in modo sistematico i rilievi dipinti del celebre ipogeo faraonico. Una fascia di testi e immagini circonda esternamente la grande scatola e illustra le tappe fondamentali della vita di Giovanni Battista Belzoni cos come gli aspetti salienti della mostra, guidando il visitatore verso una grande apertura attraverso la quale si penetra nelle tomba per osservare da vicino 11 ushabti del faraone Sety I, rinvenuti da Belzoni al suo interno e ora esposti al Museo Civico Archeologico di Bologna. Il posizionamento di questo grande modello al centro della corte vetrata del Museo Civico Archeologico, inoltre, permette un dialogo costante tra la collezione egiziana permanente, il cui percorso si sviluppa tutto attorno, e la mostra, collocando la vicenda storica di Belzoni a confronto con il passo lento e maestoso di una civilt millenaria che non ha ancora finito di raccontare se stessa.
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City Museum & Art Gallery di Bristol: gli acquerelli Belzoni in mostra
L
Acquerello di Belzoni. Particolare dalla tomba di Sety I.
e riproduzioni ad acquerello di Giovanni Battista Belzoni costituiscono uneccezionale descrizione degli interni della tomba di Sety I cos comera quando egli la riscopr nel 1817. Mai prima dallora il mondo aveva veduto una tomba tanto decorata e conservata nonostante i secoli di antichit. Oltre 300 acquerelli documentano i rilievi dipinti al suo interno nei lunghi corridoi e nelle numerose camere scavati nella roccia, scendendo dalla misteriosa sala del pozzo verso la magnifica camera sepolcrale dal soffitto a volta con raffigurazione astronomica. Scene dal Libro dei Morti, dal Libro delle Porte, la Litania di Ra, lAmduat e il Rituale dellapertura della Bocca, sono tutti rappresentati negli acquerelli. La scoperta della Tomba di Sety I, detta anche Tomba Belzoni, fu celebrata come una delle pi grandi e importanti del tempo, riaccendendo linteresse del mondo occidentale per lantico Egitto. Con la mostra organizzata allEgyptian Hall di Londra, che includeva un modello in scala 1:1 di alcuni ambienti della sepoltura, Belzoni divenne celebre per avere diffuso in Europa lo splendore inaccessibile del suo apparato iconografico. Va inoltre aggiunto che non esistono studi altrettanto estesi e dettagliati della tomba perch gli acquerelli belzoniani raffigurano anche quelle scene rapidamente deterioratesi dopo la scoperta nel 1817. Il City Museum & Art Gallery di Bristol, che possiede molti degli acquerelli usati dal Belzoni per costruire il suo modello londinese della tomba di Sety I, nei prossimi mesi esporr per la prima volta una cospicua selezione di questa unica e importante collezione. Sembra che la collezione sia stata donata al Bristol Museum & Art Gallery dalla vedova Belzoni, Sarah Banne, che si suppone fosse originaria di Bristol. La mostra, intitolata In the Presence of Gods, racconter come la fama di Belzoni si leghi indissolubilmente alla prospettiva di vita eterna di Sety I e alla scoperta della sua tomba, quale sia la lezione tramandataci da questo archeologo ante litteram e quale sia il valore delle esplorazioni occidentali dellEgitto nel XIX secolo. Cercher inoltre di dare una risposta ai misteri che circondano il modello costruto dal Belzoni allEgyptian Hall. Come era fatto? Ne fu Belzoni in persona lartefice? La mostra, programmata in concomitanza allapertura della nuova Galleria Egizia del Museo, inaugurer il 7 luglio 2007 e rester aperta fino al 23 marzo 2008.
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Bologna, Manifattura delle Arti Via Azzo Gardino, 65 6-10 giugno 2007
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Vip lacronimo di Valori, idee, progetti. Mediacom fonde i concetti di Mass Media e Comunicazione. Amelia Fiorenzato ha dato vita a Vip Mediacom con lambizione di promuovere la qualit e il talento, loriginalit e la fantasia. Il brand nato per produrre, co-produrre e distribuire audiovisivi destinati al mercato cinematografico e televisivo internazionale. Vip Mediacom partner del Biografilm Festival nella presentazione dellavventurosa vita dellarcheologo Giovanni Battista Belzoni. Vip Mediacom sta realizzando la docu-fiction Carlo Goldoni - Venezia, gran teatro del mondo dedicata al commediografo veneziano che mand in visibilio folle di spettatori e cambi la storia del teatro prima che la Rivoluzione francese spazzasse via unepoca. I fasti e la gloria della Venezia del Settecento rivivono fra intrighi e passioni nella magia multicolore del carnevale e nella seduzione libertina delle commedie goldoniane.
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