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07-03-19 LETTERATURA ITALIANA

Sia l’Orlando furioso che l’innamorato fanno riferimento alla materia carolingia. Il primo si rivolge a un
pubblico nazionale ma non riesce a superare quel sistema della corte estense. Il furioso è divenuto un
classico ma l’innamorato è più un testo da studiare nel confronto con il primo. Entrambi partivano dalla
materia medievale della chanson de geste, dagli antecedenti del poema cavalleresco dell’etica francesi.
Nell’epica francese il secolo carolingio troviamo lo scontro tra pagani e paladini di Carlo magno. Chanson
rimanda all’oralità, veri cantati dai giullari, le geste invece rimanda alle imprese guerresche. Il ciclo bretone
narrava soprattutto episodi relativi ai cavaliere di re Artù e la tavola rotonda. Il pubblico appartiene alla
feudalità normanna che domina l’Inghilterra e la Francia del medioevo. Abbiamo storie come l’amore di
Lancillotto vero Ginevra. Un’altra vicenda d’amore importante è quella di Tristano e Isotta. Sono storie in
cui l’amore ha una forza assoluta, è estraneo al vincolo sociale del matrimonio. Il Morgante di Pulci e
l’Orlando innamorato di boiardo sono degli esempi.

Le canzoni di gesta esprimono il punto di vista dell’aristocrazia feudale e appartengono all’XI secolo. Si
rivolgono a baroni, ai signori feudali e usano molto spesso le stesse formule introduttive delle ‘oralità’.
Formule tipiche anche dei cantari italiani. Le canzoni sono scritte in lasse, ossia strofe di varia lunghezza in
decasillabi francesi che sono legati tra loro da assonanze (vocale accentata alla fine del verso). Si tratta di
poemi scritti che però hanno delle caratteristiche stilistiche e metriche tipiche. Siamo alle origini della
letteratura italiana canterina. È un genere popolare cantato dai giullari. Anche l’Orlando era cantato,
Ariosto mantiene le caratteristiche della cantabilità ma innalza il metro, in ottava rima. L’ottava d’oro è
tipica di Ariosto perché raggiunge la massima perfezione. Le tematiche sono le storie e le leggende attorno
a Carlo magno e ai suoi discendenti e gli avvenimenti sono interpretati alla luce dell’ideologia cristiana. C’è
una netta distinzione tra bene e male non presente nel furioso. Il diffondersi di queste canzoni è legata alla
casta signorile che vuole esaltare le sue imprese. La parola ‘gesta’ si riferisce alla stirpe.

La chanson de Roland è il primo documento più importante della letteratura di questo periodo. La stori
narra di 12 cavalieri di Carlo magno, tra i quali c’è orlando. Questi muoiono traditi da un eccellente
traditore Ganellone (Gano). Carlo magno non aveva mai combattuto contro i mori, l’episodio della morte
dei 12 cavalieri di Carlo si riferisce a una battaglia contro alcuni nemici di un principe musulmano. L’idea
della crociata non appartiene all’epoca di Carlo, ma viene usata per la narrazione. Lo stile: ci sono delle
formule tipiche della letteratura orale, sonno delle formule usate per memorizzare la storia e avere l’effetto
di una maggiore comprensibilità dei personaggi. L’uso della paratassi è fondamentale (procedimento
paratattico: tipico di colui che si rivolge a un pubblico che non ha bisogno di spiegazioni. Frasi brevi unite da
congiunzione. Ipotassi: uso delle subordinate. Procedimento più complesso).

L’epopea si fonda su un passato assoluto. È visto come un passato eroico, forma una tradizione.

Il romanzo appartiene a un periodo medievale, in particolare al XII secolo. Si manifesta come espressione di
una cultura di élite in lingua volgare. Quella della cavalleria cortese. Soprattutto in Francia. Si formano dei
centri di cultura in questo periodo, attorno a Guglielmo di Poitiers. Soprattutto prendono piede le leggende
celtiche, al centro delle quali c’è re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Ci sono delle differenze con le
canzoni di gesta, perché il romanzo non è scritto con strofe assonanzate ma in ottonari a rima baciata. I
suoi soggetti non hanno mai basi storiche ma sono avventure fantasiose. All’interno della cornice fantasiosa
è descritta con molto realismo la vita della cavalleria ma il tema principale è la donna e l’amore. Ci sono
raggruppamenti intorno a questo genere in base alla materia: antiche (greci-romani), bretone (re Artù, alla
quale contribuiscono elementi magici e fantasiosi). In queste opere non abbiamo azioni militari collettive
ma sabbiamo soprattutto avventure individuali. Il cavaliere è animato dalla sua forza ideale che lo spinge ad
errare per compiere nobili imprese. Ciò che è importante è la fedeltà agli ideali interiori. Il cavaliere va alla
ricerca di qualcosa che gli sfugge e che spesso mette in conflitto l’eroe con le norme sociali. L’amore di
Lancillotto per Ginevra diventa una forza assoluta ed è estraneo al vincolo sociale del matrimonio, trova
una sua giustificazione solo dentro l’amore d Lancillotto. L’amore cortese si pone sempre al di fuori dei
vincoli del matrimonio. Si svolge sempre all’interno di situazioni impossibili. Nasce già come situazione
complessa in quanto la donna già impegnata.

Epos: forma epica, ideale collettivo, distinzione bene-male (cavalieri cristiani di Carlo contro i pagani)

Romanzo: forze individuali che lo spingono ad andare contro le convenzioni sociali

Ariosto scrive un romanzo cavalleresco che sposta l’attenzione e fonde dall’epos con gli elementi del
romanzo.

CANTO I, ORLANDO FURIOSO

Rima alternata con distico finale in rima baciata. Composto da ottave, verso tipicamente narrativo. Il distico
chiude l’ottava, si potrebbe alludere a una struttura fissa, ma in realtà è aperto.

La prima parola del furioso è dedicata alle donne. Ariosto pensa ad un pubblico femminile che
effettivamente che legge i romanzi. Nel 500 le donne diventano lettrici e colte. Vittoria colonna fu una
poetessa del 500 molto nota, moglie del marchese di Pescara. Compone rime soprattutto dopo la morte del
marito, rappresenta per Ariosto l’ideale della donna fedele al marito anche dopo la morte ma soprattutto
rappresenta la figura della grande poetessa. È l’immagine della poesia in grado di eternare.

Ariosto traccia molte lodi delle donne negli incipit, dalle donne dell’antichità fino a quelle della sua epica
affermando che ormai hanno lasciato l’ago per prendere la penna. La loro presenza è così importante nella
società letteraria del tempo che sono oggetto di invidia degli uomini.

Nel primo verso si forma il chiasmo (figura sintattica in cui gli elementi sono disposti in croce: donne-amore,
cavallier-arme), esso esprime la fusione tra il romanzo carolingio (armi) e quello bretone (amore).

Le prime 4 strofe costituiscono due coppie simmetriche, la proposizione e la dedica. La prima è la


dichiarazione dell’argomento che si intende trattare. Sezione del proemio in cui è indicato in modo
sommario il tema. Le prime due strofe illustrano le azioni del poema, cioè le avventure di armi e di amori
durante gli scontri tra i Mori, esercito di Agramante che si contrappone all’esercito di Carlo magno. La
seconda strofa parla della pazzia di orlando. Le seconde due strofe contengono la dedica a Ippolito d’este e
che spera che sia gradita dal suo signore. La quarta ottava contiene il riferimento a Ruggero, progenitore
della casa d’este. L’esordio diretto con questa proposizione (4 strofe) non è in linea con la tradizione manca
soprattutto l’invito all’uditorio, tipico della tradizione canterina. Ex. Esordio di Boiardo nell’Orlando
Innamorato. Mentre nella tradizione dei cantari il pubblico indicato era di tipo popolare, Boiardo si rivolge a
un ambiente colto, della corte Estense, ecco la differenza tra la tradizione canterina e il Boiardo. La scelta di
Ariosto di non inserire nell’esordio tale invocazione non significa ignorare il proprio pubblico, infatti, in
tantissimi canti l’ottava di chiusura del canto o anche ottave di passaggio tra un episodio e l’altro, Ariosto
chiama in causa l’uditorio. Queste forme di coinvolgimento sono molto presenti nell’autore. Non sono solo
formule canterine ma sono proprio tecniche narrative consolidate, Ariosto però si rivolge a un pubblico
indeterminato che va al di là della corte di Ferrara. È un idea nazionale e sovra-regionale. Diversi esordi
presentano riferimenti a Ippolito e molte volte Ariosto si rivolge al pubblico femminile. In effetti,
escludendo lo schema di boiardo pensa a restaurare il modello classico. Abbiamo questa proposizione e poi
l’invocazione alle muse. Modello classico soprattutto l’Eneide di Virgilio. Ariosto riprende la proposizione
ma non c’è l’invocazione alle muse che era dell’epica virgiliana. Viene sostituita dall’invocazione alla sua
donna, Alessandra Benuci. Sarà lei a dovergli concedere di avere la concentrazione necessaria per finire il
poema dato che anche l’autore, come orlando, stava diventando pazzo.
Il Filostrato di Boccaccio, 1340, viene spiegato come il contrapposto del Filocolo. L’opera è scritto in ottave,
diviso in 9 parti, ispirato al ciclo troiano. Racconta l’amore di Troiolo, figlio di Priamo, per una donna
chiamata Criseide. Filostrato: abbattuto dall’amore, per un errore nell’etimologia greca. Ariosto si avvicina a
Boccaccio per l’invocazione alle muse. L’ottava rima ha origine da Boccaccio, l’invocazione alla musa è
invocazione diretta alla sua donna. L’innamoramento di orlando si lega alla vicenda generale del poema,
legata anche a una serie di avventure che riguardano vari personaggi. La follia di orlando è una vicenda
individuale che segue una parabola individuale, 3 elementi:

1. RICERCA di Angelica, non trovandola


2. PAZZIA, dura per svariati episodi. Lascia cadere tutti i pezzi dell’armatura che comporta la perdita
della virtù e dell’identità del cavaliere stesso (centrale)
3. RINANIMENTO, Orlando riacquista il senno perduto grazie ad Astolfo che va sulla Luna

Il suo smarrimento è simbolo di quanto può accadere al genere umano. Il furore non riguarda solo
Orlando per Ariosto. La pazzia è insita nella natura umana. Ariosto non si sottrae da questo tema, anche
l’autore subisce la stessa minaccia del personaggio.

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