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Il poema epico-cavalleresco

La chansons de geste
• Tra l’XI e il XIII secolo in Francia si diffonde una
produzione letteraria che tratta di imprese di
guerra e di eroi: la chansons de geste (il
termine “chansons” allude al fatto che questi
testi venivano cantati).
• Molte di queste canzoni si incentrano su Carlo
Magno e i suoi paladini: dunque la base della
narrazione è storica.
• La più famosa delle chansons de geste è la
Chanson de Roland in lingua d’oil (Francia del
Nord).
Chi era Carlo Magno?
• Il fondatore del Sacro Romano Impero
• Il mattino di Natale dell'anno 800 Carlo Magno veniva incoronato
imperatore a Roma dal papa. Rinasceva così l'impero, il Sacro
Romano Impero d'Occidente. A differenza di quello antico, questo
era molto più piccolo, i sudditi erano tutti cattolici e il suo centro
non era più a Roma, ma assai più a nord, ad Aquisgrana (oggi
Aachen, in Germania), la sede preferita da Carlo Magno.
• Carlo Magno combatté con successo contro i musulmani di Spagna.
Un episodio di questa guerra è rimasto celebre: la battaglia di
Roncisvalle, nella quale la retroguardia dell'esercito franco sarebbe
stata sorpresa e vinta dai musulmani (si trattava in realtà di
guerrieri baschi, cristiani). Secondo una leggenda, che si sviluppò
però tre secoli dopo, morì nell'agguato anche Orlando, uno dei più
valorosi paladini (i 'conti palatini', conti del palazzo) di Carlo Magno.
Nella Chanson de Roland ("Canzone di Orlando") si narra che
Orlando morì per il tradimento del perfido zio Gano; prima di
spirare aveva però fatto strage di musulmani.
La chansons de geste
• La Chanson de Roland si diffonde in Francia
nel XII secolo e narra le avventure di Orlando e
degli altri 11 paladini del re Carlo Magno in
guerra contro i musulmani in Spagna.
• I temi fondamentali sono due:
1. La guerra santa dei cristiani contro gli
infedeli,
2. La celebrazione del rapporto di onore e
fedeltà che lega i paladini al sovrano.
Il romanzo cortese-cavalleresco
• La concezione dell’amor cortese trovò espressione
nel nord della Francia nella forma del romanzo
cavalleresco, in lingua d’oil; nel sud invece prese vita
in forme liriche, nelle poesie dei trovatori in lingua
d’oc.
• La materia del romanzo cavalleresco è tratta da
antiche leggende bretoni, risalenti cioè al patrimonio
folklorico delle popolazioni celtiche della Francia e
dell’Inghilterra: esse si incentrano sulla figura del re
britannico Arthur (Artù) e a i cavalieri della “Tavola
Rotonda”.
• Ai temi della guerra e dell’onore si aggiunge quello
della magia.
Il poema cavalleresco (Rinascimento)
Letteratura epica Poesia lirica

CICLO CAROLINGIO POESIA DELL’AMOR CORTESE


(lingua d’oil – Francia (lingua d’oc – Provenza)
Del Nord)
Chansons de geste

CICLO BRETONE
(lingua d’oil- Francia del Nord)
Letteratura cavalleresca
Il poema cavalleresco (Rinascimento)
• Si assiste a una fusione tra i personaggi del
ciclo carolingio (Carlo Magno, Orlando,
Rinaldo ecc.) e l’atmosfera tipica del ciclo
bretone (fusione già in parte presente nella
letteratura franco-veneta).
• Ai temi già elencati si aggiunge quello comico.
• Questi componimenti venivano recitati dai
cantari.
• I tre autori che tengono presente la materia
dei cantari sono: Pulci, Boiardo e Ariosto.
LUIGI PULCI – IL MORGANTE (1478)
• Il Morgante di Pulci riprende gli intenti giocosi tipici
della tradizione fiorentina e si richiama alle esperienze
della poesia comico-parodica (Cecco Angiolieri ecc.).
• Il suo scopo è quello di esagerare e fare caricature
grottesche di realtà materiali e corpose.
• Il titolo è ripreso dal gigante omonimo.
• L’opera non ha un disegno unitario: lo scopo di Pulci è
“degradare” il modello e lo fa con alcuni di questi
espedienti:
a) I paladini perdono la loro dignità, facendo buffonerie,
b) Riferimenti a novelle e proverbi,
c) Interventi della voce narrante,
d) Alternanza di toni: da seri e eroici a comici o patetici.
Matteo Maria Boiardo – L’Orlando innamorato (1483)
• Il poema di Boiardo riprende la materia
cavalleresca ed è destinato ad un’élite
cortigiana.
• La novità del suo poema sta nel tema
dell’amore: il paladino Orlando cade in preda
all’amore , come uno degli eroi dei romanzi
bretoni  fusione completa del ciclo
carolingio e ciclo bretone.
• Nel poema si intrecciano armi, amori, maghi,
fate, mostri e incantesimi.
Matteo Maria Boiardo – L’Orlando innamorato (1483)
Vicenda: L’apparizione di Angelica, la figlia del re
della Cina, durante una corte di Carlo Magno,
scatena i desideri di tutti i cavalieri, cristiani e
pagani, che la inseguiranno per ottenere il suo
amore. Per lei Orlando stesso perde la ragione,
fino a sfidare un altro dei tanti spasimanti,
Rinaldo. Re Carlo li separa e promette che la
fanciulla andrà a chi combatterà più
valorosamente contro i Saraceni. La narrazione
si interrompe e verrà ripresa da Ariosto
nell’Orlando furioso.
Matteo Maria Boiardo – L’Orlando innamorato (1483)
I temi fondamentali:
• Valori cavallereschi (non più legati ai contenuti religiosi
come accadeva nel Medioevo, ma legati a valori
moderni, cioè umanistico - rinascimentali): azioni
valorose, gesti magnanimi, amori sublimi…
• Prodezza cavalleresca: non è solo forza guerriera, ma è
la virtù dell’individuo che supera ogni ostacolo e
impone il suo dominio sulla Fortuna,
• Individualismo,
• Lealtà e tolleranza,
• L’amore (non più inteso secondo la visione cortese di
origine feudale, ma come manifestazione di un senso
gioioso della vita).
Ludovico Ariosto (1474-1533)
Vita
• Nasce da una famiglia nobile nel 1474 a Reggio Emilia, poi
lui e la famiglia (era il primo di dieci fratelli) si stabiliscono a
Ferrara.
• A Ferrara soggiornò Pietro Bembo (1497-1499 e 1501-1505)
con cui Ariosto strinse amicizia e di cui subì influenza
indirizzandosi verso la poesia volgare.
• Nel 1500 muore il padre e di fronte alle necessita familiari
accettò cariche ufficiali al servizio degli Estensi.
• Si recò come ambasciatore a Roma più volte a causa dei
rapporti tesi tra il suo “signore” (Alfonso I) e il papa Giulio
III.
• Strinse rapporti con ambienti fiorentini che volevano il
ritorno dei Medici.
• Muore nel 1533.
Le opere minori
• Grande ammiratore dei classici e di Petrarca.
Dai primi trae spunto per le opere in latino dal
secondo per le poesie in volgare (Le Rime).
• Alfonso I amava molto il teatro e per lui
Ariosto scrisse 4 commedie in endecasillabi.
• In terzine e ispirate ad Orazio, nelle quali
prende in giro la società, la corruzione, i vizi e i
costumi scrisse Le satire.
L’Orlando furioso
• Poema epico-cavalleresco in ottave, di 40.000
versi divisi in 46 canti (circa 1000 pagine), che
si collega all’Orlando innamorato di Boiardo.
• Quasi 30 anni di lavoro!!
• Tre grandi storie principali e diverse altre
secondarie
• Ambientazione storica: Le guerre di Carlo
Magno contro gli Arabi
L’Orlando furioso
L’opera conosce 3 edizioni:

1) 1516
2) 1521
3) 1532

NON fanno parte dell’opera perché rimasti


inediti Cinque canti che Ariosto aveva
intenzione di inserire nella seconda edizione;
essi furono pubblicati postumi dal figlio.
L’Orlando furioso- Edizioni
Edizione del 1516 e 1521 Edizione del 1532
LINGUA Lingua cortigiana basata Adegua la lingua ai canoni
sul toscano letterario con classici fissati da Bembo
numerose coloriture (Prose della volgar lingua –
padane e latineggianti. 1525); dunque una lingua
che si rifaceva al fiorentino
dei classici trecenteschi.
CONTENUTO Tra queste due edizioni i •Aggiunta di interi episodi
cambiamenti contenutistici come quello di Olimpia
non furono di grande (canti IX-XI), della Rocca di
rilievo. Tristano (XXXII-XXXIII) ecc.
•Molti più riferimenti a fatti
della storia contemporanea
(precipitare della crisi
italiana).
•Spostamento di equilibri
strutturali e creazione di
nuove simmetrie.
•Clima più cupo.
Suggestioni culturali dell’opera

• Materia classica (autori latini)


• Materia Carolingia
• Materia bretone
• Cantari – poesia cavalleresca italiana
• Prose della volgar lingua di Bembo
I tre filoni narrativi

1. La guerra tra Carlo Magno


e Agramante, re dei Mori
2. L’amore di Orlando per Angelica
3. L’amore tra Ruggiero e
Bradamante, capostipiti degli
Estensi
I personaggi principali
• ORLANDO: L’eroe della Chanson de Roland, era
un prode cavaliere tradito. Ora è invece un
innamorato respinto e pazzo d’amore
• ANGELICA: Principessa del Catai (Cina) in fuga
perchè contesa da Mori e Cristiani. Si innamora
dell’umile fante saraceno, Medoro
• ASTOLFO: Cavaliere cristiano, compie le imprese
più incredibili, tra cui lo sbarco sulla Luna alla
ricerca del senno di Orlando
• RUGGIERO e BRADAMANTE: Funzionali alla
dedica dell’O.F. a Ippolito. Gli unici che coronano
il loro amore
Caratteristiche dell’opera
• SPAZIO: i personaggi si muovono su uno
spazio orizzontale che rappresenta la
realtà terrena nel tentativo di
raggiungere una meta ideale (l’oggetto
del loro desiderio), ma spesso compiono
movimenti circolari (“labirintici”)
ritornando al punto di partenza.
I luoghi sono molto vari: Europa, Francia,
Spagna, Terrasanta… (luogo simbolico: la
selva)
Caratteristiche dell’opera
• TEMPO: non segue un ordine
cronologico preciso; molti fatti sono
in contemporanea (cioè vengono
raccontate in parallelo).
Caratteristiche dell’opera
• ARGOMENTO: cavalleresco e cortese. Il
poema parla non solo delle vicende
legate all’epopea di Carlo Magno, ma
anche dell’amore in tutte le sfumature, di
amicizia, desiderio, fedeltà, inganno,
avventura, follia, magia…
Caratteristiche dell’opera
• PERSONAGGI: variamente caratterizzati.
Sono circa…150! Possono dividersi in due
grandi schieramenti:
Paladini cristiani – guerrieri
musulmani
Ma anche fate, mostri, giganti…
personaggi fantastici
Tecnica narrativa e intreccio
• TECNICA NARRATIVA: entrelacement
 i numerosi fili narrativi di cui il
poema si compone sono sviluppati in
parallelo: il racconto di una vicenda,
interrotto nel momento di massima
tensione per seguire uno o più fili
narrativi diversi, viene poi ripreso e
nuovamente lasciato in sospeso.
Tecnica narrativa e intreccio
• NARRATORE: Vi sono due gradi di narrazione:
1) Narratore di I grado eterodiegetico e
onnisciente: è Ariosto, che interviene a
commentare le vicende nell’esordio di ciascun
canto; il suo giudizio distaccato abbassa la
dignità epica della materia producendo effetti di
straniamento a fini ironici;
2) Narratori di II grado: all’interno dell’O. f. sono
inseriti racconti affidati a diversi personaggi che
narrano storie in cui sono stati coinvolti.
Tecnica narrativa e intreccio
• PUNTO DI VISTA: variabile (pluralismo
prospettico)  non vi è un solo punto di
vista che coincide con quello del narratore
esterno o di un personaggio, ma a seconda di
“chi parla” la prospettiva del racconto
cambia.
Tecnica narrativa e intreccio
• IRONIA E ABBASSAMENTO: Per Ariosto i valori
cavallereschi non sono più praticabili, sono solo
una realtà remota da guardare con distacco;
l’autore quindi abbassa la dignità eroica dei
personaggi portandoli ad un livello familiare,
facendo emergere al di sotto delle apparenze dei
cavalieri e delle dame gli uomini e le donne
comuni con i loro limiti e errori. In altri casi
l’abbassamento è prodotto da un intervento del
narratore con l’uso di paragoni che determinano
un contrasto con la qualità dei personaggi.
Trama in sintesi
Il re degli Arabi tenta di ingannare i cristiani con la
bellezza femminile, manda Angelica nel campo
dei cristiani. Molti vengono sedotti e la seguono:
incontrano una magica fontana (che muta i
sentimenti, da odio in amore…). Il campo dei
cristiani viene quindi indebolito e anche Orlando
cade nel tranello. Ma poi Angelica si innamora di
un semplice scudiero. Orlando non resiste a
questo affronto e impazzisce – i cristiani sono
quindi senza guida. Bisogna ritrovare il “senno” di
Orlando e sara Astolfo a trovarlo sulla Luna!!!
L’esercito cristiano riprende vigore e vince.
L’Ottava
• Forma poetica in uso dal 1300 tipica dei poemi
cavallereschi,
• Strofe di 8 versi,
• Ancora più comuni della terzina dantesca,
• strofa composta di otto endecasillabi rimati
che seguono lo schema AB..AB..AB.. CC
La prima Ottava
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, A
le cortesie, l'audaci imprese io canto, B
che furo al tempo che passaro i Mori A
d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, B
seguendo l'ire e i giovenil furori A
d'Agramante lor re, che si diè vanto B
di vendicar la morte di Troiano1 C

sopra re Carlo imperator romano2. C


Il proemio
• Il proemio (ottave 1-4) del poema è un luogo fondamentale
che Ariosto sfrutta per sottolineare tanto la continuità
quanto l’originalità del suo lavoro rispetto alla tradizione
cavalleresca, sia in relazione all’Orlando innamorato di
Boiardo sia ai cicli bretone (o arturiano) e carolingio. Il
poema si apre con la protasi, cioè appunto la parte
d’apertura dei poemi classici in cui era esposta la materia
del canto.
• Il primo verso espone, con disposizione a chiasmo, la
tematica amorosa (collocata agli estremi del verso: “Le
donne [...] gli amori”), che costituisce uno dei grandi motori
dell’intreccio, e la tematica guerresca (individuata dai due
termini centrali: “i cavallier, l’arme”). Entrambi i temi sono
ripresi al v. 2 da analoghe espressioni (“le cortesie, l’audaci
imprese”), dove il poeta sottolinea che è lui il responsabile
della composizione (“io canto”)
Il proemio
• 1 Si
allude all’uccisione di Troiano, padre di
Agramante, da parte del paladino Orlando.
• 2 Ariosto si riferisce a Carlo Magno (742-814), che
divenne imperatore del Sacro Romano Impero
nella notte di Natale dell’800, su incoronazione di
papa Leone III (750-816). in realtà, si tratta di un
“errore” cronologico (che per altro commette già
Matteo Maria Boiardo), in quanto i “Mori” (v. 3)
combatterono contro Carlo Martello (685-741),
che è il nonno di Carlo Magno. Ovviamente, il
genere cavalleresco non prevede una rigorosa
attendibilità storica.
La seconda ottava
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto A
cosa non detta in prosa mai, né in rima: B
che per amor venne in furore e matto A
d’uom che sì saggio era stimato prima; B
se da colei che tal quasi m’ha fatto, A
che ’l poco ingegno ad or ad or mi lima, B
me ne sarà però tanto concesso, C
che mi basti a finir quanto ho promesso. C
La seconda ottava
• L’ottava successiva rappresenta poi una sintesi rapidissima
della vicenda e della sua originalità (v. 2: “cosa non detta in
prosa mai, né in rima”), cui si associa l’invocazione alla
Musa (vv. 5-8), che per il poeta assume la fattezze della
donna amata, Alessandra Benucci
• venne in furore e matto: la novità del poema ariostesco sta
insomma nell’impazzimento per amore di Orlando che,
nell’edizione definitiva del poema del 1532, occupa il
centro dell’opera. La pazzia dell’eroe rimanda
intertestualmente alla tragedia Hercules furens di Seneca.
• Alessandra Benucci, “musa” ispiratrice del poeta, l’ha
insomma reso pazzo quasi come Angelica con Orlando.
Intertestualità: In teoria della letteratura, la rete di relazioni che il singolo
testo intrattiene con altri testi dello stesso autore (i. interna) o con modelli
letterarî impliciti o espliciti (i. esterna), sia coevi sia di epoche precedenti.
La terza ottava
Piacciavi, generosa Erculea prole, A
ornamento e splendor del secol nostro, B
Ippolito, aggradir questo che vuole A
e darvi sol può l’umil servo vostro. B
Quel ch’io vi debbo, posso di parole A
pagare in parte e d’opera d’inchiostro; B
né che poco io vi dia da imputar sono, C
che quanto io posso dar, tutto vi dono. C
La quarta ottava
Voi sentirete fra i più degni eroi, A
che nominar con laude m’apparecchio, B
ricordar quel Ruggier, che fu di voi A
e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio. B
L’alto valore e’ chiari gesti suoi A
vi farò udir, se voi mi date orecchio, B
e vostri alti pensier cedino un poco, C
sì che tra lor miei versi abbiano loco. C
La terza e la quarta ottava
• Le ultime due ottave del proemio dedicano le
fatiche letterarie dell’autore a Ippolito d’Este, di
cui il poeta si dichiara “umil servo” e che è
proclamato, non senza un filo di ironia,
• “ornamento e splendor del secol nostro”; chiude
poi il motivo encomiastico, che indica in Ruggiero
e Bradamente i fondatori della stirpe estense,
• Gli ultimi due versi della stanza contengono una
classica professione di umiltà da parte del poeta:
chi lo ascolta deve porre un attimo da parte gli
“alti pensier” per dare ospitalità ai versi del
poeta.

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