Sei sulla pagina 1di 31

Generi, autori, opere, contesto storico

APPUNTI - Letteratura inglese


9/2/22
William Lanlgland, Pietro Maratore -> dream poem, genere medioevale. Si utilizza l’espediente del sogno per
trasmettere un messaggio allegorico, politico, sociale.
Si sovrappongono riflessioni profondamente religiose a riflessioni profondamente politiche, ritratto del
malcontento della società del tempo. Le critiche verso la chiesa nel 1300 si intensificano, pongono le basi per
l’act of supremacy di Enrico VII e alla guerra civile inglese, caduta della monarchia Stuart e avvento dei puritani
nel parlamento inglese.

John Gower: Autore coevo a Chaucer, utilizza e sovrappone le tre lingue. Le sue opere possono apparire
sovversive (come vox amantis), mettono in discussione la visione dei tre nuclei in cui era divisa la società inglese
del periodo.
Miroir de l’homme: Trattato morale scritto in francese, riflette sulla responsabilità individuale, richiamo alla
religione delle origini, Gower vuole che la chiesa si spogli di tutte le ricchezze accumulate.
Vox clamantis: scritta in latino, opera di carattere politico, denuncia il malcontento generale e la situazione
sfavorevole della società (Guerra dei cent’anni, peste, carestia, abbandono delle campagne, tassazione altissima
imposta dal sovrano).
Confessio amantis: scritta in inglese, (i cortigiani sanno scrivere e utilizzare un linguaggio forbito in tre lingue). Un
cappellano confessa le sue pene d’amore, si invita il lettore a pensare alla concezione dell’amore cortese
(elevato, spirituale, platonico) ma con presenza di riferimenti all’amore carnale.
- In questo periodo i normanni che si erano insediati in Francia iniziano a perdere possedimenti.

Eresia dei lollardi: sette che promuovono un nuovo modo di interpretare le sacre scritture, alla fine del 300 si
diffonde. Si diffonde la prima traduzione della bibbia in inglese. I lollardi non credono in alcuni fondamenti della
chiesa cattolica (come quello dell’incarnazione di cristo nella comunione), inizio dei contrasti tra cattolici e
protestanti.

Gauffrey Chaucer(1340-1400): padre della lingua inglese, scrive Canterbury Tales in dialetto londinese.
Nasce e vive a Londra, fa parte della nuova ed emergente classe dei commercianti, suo padre commercia vino.
Questa sua conoscenza emerge in maniera eclatante nella sua opera.
Uomo fondamentalmente legato alla corte e alla monarchia, ha la protezione dei sovrani che si succedono a
partire dalla seconda metà del 300. Diventa un paggio, È poeta di corte ma anche diplomatico, si occupa di
politica, è protetto dal duca di Lancaster, scrive un dream poem in memoria della moglie defunta del suo
signore.
The parlament of foules: scritto durante il periodo italiano. Pieno stile medioevale, ispirato alle fiabe. Scritto in
occasione del matrimonio di Riccardo II, il poeta di corte celebra gli eventi tramite la sua letteratura. Delle aquile
devono scegliere la loro dama nel giorno di San Valentino, ironia nei confronti della tradizione dell’amore
cortese.
The house of fame: opera divisa in tre canti, ispirazione della divina commedia
The legend of good women: ispirazione all’opera di Boccaccio, che Chaucer studia in Italia. Si parla di donne
meritevoli, ma sono citate anche Cleopatra e Didone, donne che hanno sofferto per amore a causa della
cattiveria dei mariti che le abbandonano.
Troylus and Criseyde: ispirato al filostrato di Boccaccio, dedicata al suo amore per Fiammetta.

Canterbury tales, 1386: Opera che ha molti aspetti in comune col Decameron è presente lo stesso espediente
nella cornice narrativa. In questa opera si ritrovano tutti gli aspetti della letteratura medioevale (exempla,
fablieu, dream poems, amore cortese).
Serie di novelle 24 contenuti in una cornice narrativa (narrate da un gruppo di pellegrini). Due dei racconti sono
scritti in prosa, mentre i restanti in versi.
Chaucer descrive gli strati di cui è composta la società inglese a lui contemporanea: cavalieri (aristocrazia in
declino), borghesia (mercanti, artigiani, studiosi, uomini di legge), la chiesa (distinzione fra componenti del clero
femminili e maschili).
Personaggi presenti: mugnaio, fattore, cuoco, cavaliere, comare, commissario, frate, studente, scudiero, madre
priora, monaco, cappellano, economo, parroco
Opera scritta in medium english (dialetto di Londra), durante l’ultima decade del 300, composta in versi
decasillabi (pentametro giambico). Sono presenti la rima e l’allitterazione.

Enrico II-> sotto il suo regno i re Normanni occupano l’Irlanda, che inizia a diventare una colonia inglese.
Enrico II stipula la magna carta, documento col quale i re inglesi si impegnano a rispettare dei principi
fondamentali, tra cui quello di giudicare crimini e delitti davanti a dei giudici in tribunale, diventa quindi proibito
giustiziare un imputato senza un giusto processo. Inoltre, il re non può decidere l’imposizione di nuove tasse
senza aver prima consultato i baroni (futuri membri del parlamento).

Trama: personaggi appartenenti ai diversi strati sociali, pernottano in una taverna di Londra (realmente
esistente) per poi recarsi in pellegrinaggio a Canterbury, presso la tomba di Thomas Beckett, vescovo che fu fatto
uccidere a tradimento da Enrico II e poi fatto santo. A cena, l’oste propone agli ospiti di raccontare due storie a
testa, chi racconterà quella più bella otterrà una cena offerta.
La narrazione è estremamente dinamica in quanto le storie sono un botta e risposta tra loro.
L’opera non è terminata, ci sono 24 storie intere e 2 incomplete.
Novità: dimensione dinamica del cammino, presenza del narratore interno alla storia, fa da testimone oculare e
racconta l’esperienza che ha vissuto.
Linguaggio: varia in base al ceto sociale del personaggio che parla, sono riportate anche le parole scurrili del
popolo.
Importanza degli abiti, marcano e rappresentano il ceto sociale del personaggio.
Personaggi principali: quelli citati nel prologo - the Knight, the prioress, the merchant, the artisans e the wife of
Bat.

Immagine iniziale: Rinascita primaverile (aprile), personificazione come figura dominante di significato (vento,
sole), attenzione verso il risveglio dei 5 sensi. Si muove/rinasce la natura e si muovono non tanto i cavalieri per
una nuova avventura ma i Pellegrini verso un nuovo viaggio «spirituale». Aprile mese della primavera, rinascita.
Vengono coinvolti i quattro elementi (temporali primaverili, dolci venti…)
Il primo ad essere descritto è il cavaliere, che appartiene al ceto sociale più elevato, inizia la caratterizzazione dei
personaggi.

The wife of bath: La donna di Bath è una delle due donne cantastorie dei Canterbury tales e anche uno dei
personaggi più sviluppati. È una donna benestante e intraprendente, moderna, una donna di mondo che viaggia
da sola.
Si è sposata cinque volte, i mariti precedenti sono tutti morti e in gioventù ha avuto molti amanti.
Secondo la descrizione fisica, possiede molti dei canoni fisici di una donna che all’epoca era considerata
sensuale.
Ha i denti larghi, i fianchi larghi, è alta, bella e ha un viso impertinente. la fisiognomica medioevale vuole che lei
debba assecondare i suoi istinti passionali. Viaggia e conosce molti uomini, si innamora di un ragazzo giovane
che diventerà il suo quinto marito (prima aveva sposato solo uomini vecchi in modo da accudirli e prendere i loro
soldi). Questo matrimonio però va diversamente dagli altri, questo uomo è violento e misogino e quando la
donna strappa una pagina da uno dei suoi libri contenenti teorie misogine lui la picchia violentemente, tanto da
farle perdere l’udito. Quando lei si risveglia il marito si scusa e giura di non picchiarla mai più e le lascia bruciare
il libro. La donna lo perdona e da quel momento in poi i due passano un sereno matrimonio

15/2/22
Contesto storico del XVI secolo, l’età dei Tudor
Eventi importanti:
- Nel 1485 finisce la guerra delle rose
- Enrico VII Tudor regna dal 1485 al 1509, sposa Elisabetta di York e porta un periodo di pace
- Enrico VIII regna 1509 al 1553
- Maria I regna dal 1553 al 1558 ed è la prima donna regnante in Inghilterra
- Elisabetta I regna dal 1559 al 1603
Questa epoca segna l’inizio delle esplorazioni del nuovo mondo, l’Inghilterra ha scambi commerciali con i vari
paesi europei.

Il primo stampatore inglese è stato William Caxton (1422-1491), stampa i Canterbury Tales e la Confessio
Amantis. La diffusione di queste opere stampate contribuisce alla diffusione della cultura, dell’idea di narrazione
e di inglese come lingua comune.
Thomas Malory scrive La morte Darthur – era un membro del parlamento. Fu imprigionato, accusato di furto,
corruzione e stupro; infatti, compone l’opera in prigione (questo rappresenta una contraddizione in quanto essa
tratti di valori morali cavallereschi)
William Tyndale nel 1534 traduce la bibbia in inglese -> opera censurata da Enrico VIII. Tyndale è un cattolico
illuminato, come Tommaso Moro. Verrà ucciso ma la sua traduzione della bibbia diventerà quella ufficiale.
Erasmo da Rotterdam pone le basi per la riforma protestante, segue un periodo di riforma religiosa, si ricerca
una chiesa meno legata ai beni terreni, più simile alla chiesa delle origini.
Anche The book of common prayers viene tradotto in inglese e circola.
The rise of the grammar schools: avviene con la riforma della chiesa anglicana, che si attua in maniera completa
sotto la regina Elisabetta.

- Edoardo I: alcuni principi della chiesa anglicana si aprono ad articoli del protestantesimo
- Maria Tudor: regina cattolica, ripristina il cattolicesimo e l’uso dei sacramenti.
- Elisabetta I: firma l’atto di uniformità, detta i sacramenti e le regole della chiesa anglicana.
Gli anglicani credono nel potere divino dei sovrani, principio contestato dal parlamento, formato nella maggior
parte da protestanti -> religione della borghesia.
Si sviluppano quindi dissidi politici e religiosi -> scisma -> rivoluzione inglese
Tommaso Moro viene giustiziato perché non accetta di riconoscere il potere divino del sovrano. Per un periodo
gli anglicani non possono andare all’università (molti thories sono anglicani).

Il XVI secolo è anche l’epoca della riforma – nel 1534 viene pubblicato l’Act of Supremacy
Con l’Act of supremacy (1534) vengono distrutti i monasteri, si prediligono le scuole laiche -> grammar schools,
dove si formano gli intellettuali. Si propone l’insegnamento del parlare/argomentare -> grammatica, retorica,
logica e plagio (studio dei classici). Si impara a scrivere in inglese, si traducono i testi classici e circolano i
compendi (frasi fatte).
Si formano alla corte di Enrico VIII anche coloro che portano il sonetto in Inghilterra, si imparava a copiare gli
antichi (mentalità rinascimentale).
Si impara la logomachia, uso e controllo del corpo, elementi fondamentali al fine della persuasione.
L’inglese è però ancora povero di vocaboli -> ci sono problemi a trovare il lessico per scrivere e nel trovare una
lingua comune (archaisms, compounds, prestiti, neologismi).

Le conseguenze della riforma:


- Il re si autoproclama capo della chiesa d’Inghilterra
- Lo stato viene esaltato, a discapito della chiesa
- Il sovrano è tale per volontà divina
- Lo stato e la Chiesa devono cooperare
- C’è un ritorno alla pura cristianità
- L’identificazione di un nazionalismo religioso
- Sono sequestrate le proprietà della Chiesa cattolica\
- 1549-1552 è pubblicato il book of common prayer di T. Crammer

The rise of grammar schools


Nascono le prime grammar schools, il loro programma comprende, la retorica, l’arte della dissuasione e della
persuasione, prese dai modelli antichi tipo Aristotele. Si imparava anche la logomachia, l’importanza dell’uso e
del controllo del corpo, la prosografia e la prosopopea

The importance of education


Thomas Elyot: uomo della corte di Enrico VIII. Sostiene che il governatore debba sapere studiare, essere colto e
non ascoltare i cattivi consiglieri. Testo politico e testo di condotta, scritto in inglese.
THOMAS MORE
Nasce da una famiglia di mercanti, da giovane lavora per l’arcivescovo di Canterbury. Conosce la filosofia italiana
(neoplatonici), è amico di Erasmo da Rotterdam, traduce i testi di Pico Della Mirandola, lavora poi anche per la
corte di Enrico VIII, scrive un’opera storica sul terribile sovrano tiranno Riccardo III.
È un grande riformatore, finanzia una casa di cura per anziani, riconosce l’importanza dell’educazione delle
donne, è un grande conoscitore di Platone che nella sua Repubblica non pone le donne in posizione subalterna
rispetto all’uomo, ma pensa che vadano educate e alla stessa maniera More educa le sue figlie.
Fonda e finanzia anche un circolo di intellettuali -> circolo di Thomas More

UTOPIA: isola dove si pratica il governo perfetto, tutti sono perfetti e felici.
 Opera che rappresenta la nascita del genere utopico
 Neologismo, indica un non-luogo, nome che nega la sua stessa esistenza. Ou topos, no topos
 Termine utilizzato anche per utilizzare la pagina, il testo di cui l’autore si serve. Utopia significa luogo
“fisico” ma anche luogo della scrittura
Società ideale che si contrappone agli aspetti negativi della società reale, si allude ad un luogo immaginario e
migliore del mondo reale.
Tema dell’utopismo e della visione, già presenti nel passato
Opera composta da due parti:
1- La rappresentazione dei vizi, dei difetti dell’uomo
2- La rappresentazione della civiltà ideale, lo stato perfetto
Testo profondamente sovversivo ma scritto in maniera consapevole: scritto in latino per limitarne la
circolazione. Scritto in forma di dialogo, molto contaminato dalla struttura dei testi di viaggio, ne risulta un testo
dallo stile ibrido. Testo di stampo politico, la critica è incorniciata attraverso la finzione.

Non si può immaginare uno stato alternativo ideale se non si colloca in un determinato luogo. La scoperta di
nuove terre permette di proiettare in ambienti realistici la narrazione (Platone per la sua opera sceglie la poleis).
L’Utopia è influenzata dalla scoperta di nuove civiltà e nuove terre che dura fino al ‘700, quando l’opera di
colonizzazione è conclusa.

Aspetti rilevanti
Idea dell’isolamento: affinché una forma di governo possa essere perfetta deve essere isolata dal resto del
mondo, non a contatto con le altre persone e le altre civiltà non perfette.
Importanza del viaggio: il protagonista è un viaggiatore che compie un viaggio euristico. Raffele Itlodeo,
viaggiatore sapiente (dotato sia di conoscenza pratica che conoscenza teorica).
Trasparenza: l’ambiente è luminoso, tutto è visibile. Affinché lo Stato funzioni propriamente tutti devono sapere
e vedere tutto.
Descrizione del luogo: Utopia è un’isola divisa in sei città, Moro spiega bene come esse sono costruite e
urbanizzate.
 Questo testo influenzerà la produzione di opere di scoperta, scritti durante il colonialismo. Si ipotizzano
nuove forme di governo per il nuovo mondo, si pensa all’urbanizzazione di nuove città.
Capacità umana: la civiltà perfetta è basata sulle abilità dell’uomo, unione dei modelli del passato. Non ci si basa
sugli interventi divini ma sull’organizzazione e le leggi -> human centered.

Modelli:
- Satira (es: Luciano) che crea il senso di ironia, comicità
- Mito della terra dell’abbondanza: (The myth of the land of Cockaygne), rappresentazione di una società
caratterizzata dal piacere e dall’abbondanza.
- Plinio, natural history (I testi classici sono conosciuti e tradotti dagli inglesi nell’epoca elisabettiana)
- Platone, Repubblica
- Arcadia: luogo ameno dove regna l’armonia fra gli uomini -> natura, antico mito dell’età dell’oro
- Mitologia religiosa: Milton, paradise lost -> archetipi letterari e religiosi
In tutti questi modelli però la società ideale non è ottenuta grazie allo sforzo umano
Ci sono due tipi di romanzo utopico
1- Società ideale ottenuta senza sforzo dell’uomo, grazie a un’entità benevola superiore (es: Arcadia)
2- Società ideale ottenuta mediante lo sforzo, il lavoro e le strutture dell’uomo (Platone e Moro)
Rappresentazione di una realtà che si può ottenere tramite i mezzi umani: la ragione e il progresso
scientifico. Società raggiungibile nel mondo reale, in uno spazio esistente.

16/2/22
Dalla Repubblica di Platone, Moro prende il concetto di allontanamento dei figli dalle famiglie per favorire
l’armonia e la razionalità, nonostante Utopia si basi sullo schema sociale della famiglia: è un microcosmo, il
modello necessario alla realizzazione dello stato. Le donne hanno molti più diritti rispetto all’Inghilterra del
tempo. Comunque, il modello di famiglia segue quello standard eterosessuale, patriarcale e patrilineare.
La forma di governo utilizzata ad Utopia è il senato, c’è un principe eletto dal popolo, visione sovversiva rispetto
all’Inghilterra dell’epoca perché ci sono leggi che limitano il potere dei governanti (Tommaso Moro è
ossessionato dall’idea della tirannide)

Nel ‘500 si sviluppa l’urbanistica, sono quindi rinnovati il concetto e la percezione dello spazio. Nello stesso
secolo si fondano le prime città inglesi e aumentano i processi di colonizzazione. Inoltre, la città è il modello
ideale secondo la tradizione giudaico cristiana. Tommaso Moro è un giurista cattolico -> crede nella chiesa
riformata e al ritorno dei valori radicali ma non esclude la tolleranza religiosa, anzi, scrive i suoi dialoghi con il
massimo rispetto verso le altre fedi.
Lettera a Peter Gilles: allusioni alla cristianizzazione, critica all’attaccamento della chiesa ai beni materiali

Il testo di Moro mantiene una certa veridicità attraverso l’inserimento di una corrispondenza con degli umanisti
realmente esistenti, sé stesso compreso e ambienta l’intero dialogo in un luogo reale, il suo giardino. Tutte le
descrizioni di luoghi e persone sono realistiche, viene anche nominato Amerigo Vespucci. Questo era un
espediente comune all’epoca, un modo per stabilire un accordo fra autore e lettore.
La descrizione degli spazi è importante, le città descritte nell’opera si somigliano tutte. Utopia sorge su un fiume
(come Londra) chiamato Anyder (senz’acqua) e anche la descrizione di esso è ricca di dettagli, soffocante.
In più il dialogo (modello platonico) rende più veritiera la narrazione e permette al lettore di riflettere sui fatti.
Ci sono nell’opera due dialoghi (dialogo nel dialogo):
- Dialogo fra Moro e un suo amico
- Dialogo tra Moro e il viaggiatore, riportato poi da Moro al suo amico -> espediente per rendere la storia
più credibile
Il personaggio di Moro si divide in tre identità:
- Il Tommaso Moro autore, figura reale.
- ALTER EGO: lo straniero, il viaggiatore Raffele Itlodeo, attraverso il quale Moro esprime le sue opinioni
grazie all’espediente da lui ideato (in apertura c’è Gilles che esce dalla messa in compagnia di uno
straniero che poi farà la conoscenza di Moro) ITLODEO significa bugiardo, chiacchierone. Il viaggiatore
racconta delle falsità.
- Moro autore e personaggio, parte della sua stessa opera

A Utopia tutti sono istruiti in agricoltura, la quale è parte integrante della giornata e della vita. TUTTI gli abitanti
lavorano la terra sei ore al giorno, in più ogni utopiano in base alla sua inclinazione personale intraprende un
mestiere per il bene comune.

22/2/22
L’ETA ELISABETTIANA
Periodo di equilibrio e di pace caratterizzato dall’ampia diffusione della cultura e dell’attività teatrale che
diventa simbolo di unità nazionale, la società si rivede nelle messe in scena.
The rise of translation: vengono tradotti tutti i tipi di testo, anche i poemi epici e classici.
Si sviluppa il genere del sonetto che nasce con scopo di lodare le doti della sovrana. Il sonetto nasce in Italia sul
modello di Petrarca, ma gli inglesi lo adattano escludendo la parte amorosa per esaltare le virtù di Elisabetta.
I poemi epici e cavallereschi diventano modelli letterari, circolano e si inseriscono anche nei programmi
scolastici. Viene tradotto anche Plutarco, biografie storiche tradotte attraverso la mediazione della lingua
francese che molti conoscevano.
I testi antichi fungono da insegnamento e diventano modelli anche per il teatro, le opere classiche sono adattate
per il palcoscenico (anacronismi, antichi vestiti come elisabettiani) e Ovidio è il modello principale per i poemetti
di Shakespeare.
Vengono tradotti anche gli Essais di Montaigne agli inizi del ‘600 e la descrizione dell’Africa di Leone Africano
musulmano di Granada, viaggia e viene catturato e convertito dai cristiani, studia lingue e lavora con Papa Leone
X, che fornisce un’immagine stereotipata del moro e dell’Africa, la quale ha probabilmente influenzato
Shakespeare nella scrittura dell’Otello.

TESTI DI PRODUZIONE INGLESE: profondo taglio nazionalistico, molti sono basati su una documentazione storica
e aiutano a costruire il bagaglio culturale che anche agli occhi degli studiosi rende l’Inghilterra una nazione.
The chronicles of England, 1480 -> opera sulle persecuzioni dei cattolici contro i protestanti. Sul frontespizio
dell’opera stampata è raffigurata la regina Elisabetta, anch’essa protestante.
Le opere di Shakespeare sono piene di anacronismi, nel tentativo di adattare sfondi classici agli occhi del
pubblico elisabettiano. Gli antiquari e gli storici condizionano le chronicles di Shakespeare (testi di cronaca
storica, celebrazione delle famiglie regnanti).
Nascono i primi testi di critica letteraria, che si interrogano sul ruolo dell’opera letteraria, non esiste ancora
infatti la figura del poeta di mestiere che scrive per vivere.

The Elizabethan world picture – l’ordine cosmico


La comprensione del cosmo per gli elisabettiani è di origine classica, ideata da Platone e diffusa dai neoplatonisti.
C’è la visione di un cosmo chiuso, fisso e nel quale vige un ordine basato sui rapporti gerarchici, niente è lasciato
al caso (che rappresenta il caos).
L’universo può essere rappresentato in tre forme secondo la visione elisabettiana:
1- Una catena: forma verticale dell’ordine universale nel quale furono disposti più esseri. A partire dai
piedi del trono di Dio tutti gli elementi del cosmo si concatenano in ordine (crescente: terra, acqua, aria,
fuoco).
Questa visione gerarchica si ripercuote anche nel contesto scientifico. L’uomo è paragonato ad un essere vicino
alla perfezione perché contiene i quattro elementi quali influenzano gli umori, anch’essi quattro: bile gialla, bile
nera, flemma, sangue ma in più l’uomo possiede lo spirito, che lo avvicina a Dio.
2- Una serie di piani corrispondenti: corrispondenze, metafore per rappresentare le categorie (es: per
indicare il re si utilizza il leone, l’oro, la rosa ecc)
3- A cosmic dance: l’universo è stato creato a seguito di una danza cosmica. La musica rappresenta anche
uno dei concetti principali per l’educazione degli inglesi.
La musica è matematica, quindi perfetta, legata strettamente all’ordine universale e alla perfezione del
corpo umano.

MODERN AGE
Crisi, caduta delle certezze e della visione di universo finito e pieno. I filosofi tentano di ottenere una visione
coerente dell’universo e cercano nuovi modi per rappresentarlo.
Grande crisi dell’antropocentrismo -> teorie copernicane di Giordano Bruno che teorizza l’infinità dei mondi che
ispira la poetica di Shakespeare.
Durante la modern age si diffonde un profondo senso di ansia creato dalla nuova astronomia e cosmologia
(rivoluzione Copernicana, Giordano Bruno), le guerre religiose, la scoperta di nuovi continenti e delle abitudini
dei loro abitanti. Di conseguenza si sviluppa la tendenza a decentralizzare e marginalizzare l’uomo nell’universo.
Avviene la sovversione delle linee di demarcazione sulle quali le culture si basano.
Interruzione della chiara divisione delle cose in centro e periferia, sacro e profano, naturale e innaturale, umano
e non umano, bianco e nero.
Maria Tudor: prima donna che sale al potere, inizialmente ci si appella a lei come una mostruosità, contro
natura e contro Dio, quindi contro la gerarchia universale.
I testi classici dipingono il corpo femminile come un corpo mostruoso, difettoso, come se il corpo maschile non si
fosse completamente sviluppato.
Elisabetta, rispetto a Maria è più accettata perché inglese di sangue puro, quindi viene meno ripudiata
nonostante donna (Maria è figlia di Caterina d’Aragona, spagnola cattolica). Il corpo della sovrana diventa
rappresentazione dell’intero corpo politico del paese. Body natural e body politic.

23/2/22
Si mettono in discussione i diversi modi di osservare il mondo, ci si basa sempre di più sull’esperienza, il sapere
medico e scientifico si sviluppa segretamente tramite le anatomie e le dissezioni (fatte di nascosto perché
vietate).
Per legittimare il potere di una regina donna si sviluppa in Inghilterra un sistema di analogie e corrispondenze tra
corpo naturale della donna e virtù del corpo politico. La regina adatta il suo corpo, il suo essere e la sua
femminilità per rappresentare al meglio il corpo politico.
La verginità è rappresentata come virtù, ma non secondo i canoni cattolici: battaglia iconoclasta tra cattolici e
protestanti -> la verginità non è rappresentata attraverso simboli cattolici legati alla vergine Maria ma attraverso
oggetti come perle, setaccio, fenice.

EDMUND SPENSER poeta di corte e uomo politico della corte elisabettiana, celebra la regina attraverso le sue
opere.
A view of the present state of Ireland: Opera pubblicata postuma nel 1633. Testo storico e iconografico. Opera
realistica, politica che tratta della condizione dell’Irlanda, dei tentativi di colonizzazione da parte degli inglesi e
dei rapporti tra Irlanda e Inghilterra. L’Irlanda è la prima colonia inglese, conquistata da Enrico II.
Giraldus Cobrensis è un parroco cattolico che offre una prima visione degli Irlandesi, sottolineando gli aspetti che
li differenziano dagli inglesi, li descrive come barbari, dice che vivono come bestie, vestono con ampi mantelli e
hanno lunghi ciuffi di capelli che gli coprono il volto, si nutrono di ciò che allevano.
Il testo di Spenser sull’Irlanda invece è scritto in forma di dialogo diviso in tre parti. Descrive l’Irlanda come una
terra nella quale le cose non vanno, criticando il loro modo di fare le leggi. Dice che gli irlandesi sono cocciuti e
radicati, serve dunque addomesticarli tramite un’azione militare, come i romani che distrussero tutto tramite
un’azione militare per creare da capo una nuova cultura civilizzata.
The Faerie Queene: Poema epico celebrativo per Elisabetta I e la sua nazione, scritto in un momento di minaccia
politica per l’Inghilterra da parte degli spagnoli e di Maria Stuarda. Per celebrare la nazione si toccano i punti
chiave della politica e della religione.
Opera fondata sull’ allegoria con lo scopo di spronare i lettori e trasmettere l’importanza della difesa della
nazione e dell’identità religiosa.
Nasce con l’intenzione di essere un’opera in 12 libri, in realtà Spenser ne scrive 6 lasciando il settimo incompiuto.
Ogni libro doveva raccontare di una virtù necessaria al cavaliere perfetto, identificato allegoricamente in Re Artù.
Ogni libro narra le vicende di un cavaliere, personificazione di una virtù e tutti i cavalieri devono raggiungere
Gloriana, la regina delle fate (simbolo per Elisabetta).
La stanza di Spenser (che si ispira ad Ariosto) diventa un modello al quale si ispireranno altri poeti inglesi.
Ogni canto della Faerie Queene è introdotto da una sintesi che anticipa cosa verrà narrato in seguito, scelta che
influenzerà il Paradise Lost di Milton.

SLIDE:
Sistema di analogie e corrispondenze dell’età elisabettiana e modo di concepire, descrivere, celebrare il
mondo/creato e i rapporti (gerarchie) tra i vari elementi, esseri e classi che lo abitano.
Nel corso del Cinquecento si intensificano eventi che mettono in discussione i modi e gli strumenti di
osservazione della realtà e che sono legati a scoperte geografiche, scoperte astronomiche, scoperte scientifiche.
Il caso inglese è abbastanza unico poiché con la proclamazione di una donna sul trono occorre costruire un
immaginario metaforico, un sistema di corrispondenze e analogie in grado di legittimare, spiegare, descrivere,
celebrare, la presenza di una donna come capo dello stato e della chiesa.
Le immagini di Elisabetta (portraits) diventano utili per comprendere come la regina engender il suo body
natural, come nuovo body politics per la nazione inglese, stando molto attenta a non identificarsi con le
immagini della tradizione cristiana legate alla ritrattistica di Maria
In sintesi:
- Opera che si fonda sull’allegoria
- Celebra la regina e la nazione
- Intenzionalmente scritta per modellare il gentleman
- Si ispira ai grandi classici (Iliade, Odissea, poemi italiani)
- Ambientata nel contesto storico di Re Artù
- Elisabetta appare nell’opera attraverso vari personaggi
- Analogie con l’Orlando Furioso
- Scritto in rima
- Spenser inventa la stanza spenseriana, composta da 9 versi (8 pentametri giambici e 1 alessandrino)

1/3/22
I testi di viaggio contribuiscono a far diffondere l’idea di blackness (termine per indicare sia il colore della pelle
che il temperamento dei neri).
Genere: sono testi ibridi, il più delle volte in prosa che superano le barriere nazionali. Spesso scritti da uomini di
corte, mercanti, esploratori o missionari e supportati da disegni che rendono ancora più credibile il racconto.
Scopo: Funzione informativa, erano destinati ad un pubblico eterogeneo che li legge per ricavare informazioni e
per soddisfare la curiosità.
Tecniche narrative: I testi sono scritti dal punto di vista del narratore che insegna a guardare l’incontro con il
nuovo da sé. Spesso gli autori ricorrono anche a miti della tradizone classica o cristiana per rendere in maniera
più familiare la descrizione del nuovo e di zone ancora sconosciute (cannibali, amazzoni, mostri).
Linguaggio: Sono presenti termini nuovi e digressioni (descrizioni non tanto per dare informazioni ,ma per
soddisfare l’immaginazione dei lettori).
Ruolo del corpo umano: Eating, dressing and sexual habits e il loro conseguente significato sono i principali
criteri per valutare un popolo, specialmente le donne.

In Inghilterra si insediano popolazioni africane (schiavi etiopi) in seguito al matrimonio tra Enrico VII e Caterina
D’Aragona. L’Inghilterra entra più tardi nella slave trade, gli schiavi lavorano come trombettisti o paggi.
Teoria geoumorale: stabilisce la differenza naturale fra i popoli che abitano la terra, favorendo rapporti di
gerarchia. Teoria basata sull’equilibrio dei quattro liquidi che risiedono nell’uomo, il quale dipende da clima e
ambiente, la migliore condizione di equilibrio fra questi liquidi è favorita dal clima temperato (che si vuole
coincida con l’Inghilterra).
A sud del mondo risiederebbero quindi i tipi più sanguigni, gelosi, impulsivi, vendicativi. Es: Otello, in preda alla
sua gelosia, sanguigno, colmo di carica sessuale -> idea stereotipata dei mori. Nel mercante di Venezia è
associata al principe del Marocco una potente carica sessuale.
Al contrario invece, gli abitanti dell’estremo nord sarebbero effemminati, secondo un altro tipo di
sbilanciamento degli umori.
La scoperta del nuovo mondo determina una messa in crisi della teoria geoumorale in quanto si scopre che
persone che vivono sulla stessa latitudine dell’Inghilterra hanno una carnagione diversa.
I viaggi, John Madenville, 1355: opera che contribuisce a formare nell’immaginario europeo la figura dei mori. Si
descrive l’Algeria seguendo un immaginario mitologico, racconta quindi di un viaggio immaginario e fantastico
che favorisce la diffusione di un falso ideale. I neri sono descritti come selvaggi senza morale (bestemmiano, non
hanno morale religiosa), che vivono in zone caldissime e nella loro società è diffusa la promiscuità sessuale senza
limiti, anche fra uomini e bestie, c’è condivisione delle donne e crolla totalmente la concezione di famiglia e
primogenitura, non c’è rispetto dei valori di matrimonio e castità.
- Si misura la civiltà di un popolo grazie al comportamento specialmente delle donne
Shakespeare inserisce i mori nelle sue opere per interessare e divertire il pubblico, nonostante non siano in
armonia col periodo storico nel quale è ambientato il dramma
La blackness è trattata come una malattia portata dal peccato che va curata (marker, infection, marchio del
peccato legato alla sfera sessuale), si ricorre alle sacre scritture e all’antico testamento per spiegare l’origine dei
popoli -> mito dei figli di Noè per spiegare l’origine della blackness: Cham, uno dei tre figli di Noè si unisce con
sua moglie, disobbedendo al padre, con lo scopo di mettere al mondo un figlio ed ereditare tutto. Il figlio di
Cham nasce nero e spregevole, porta quindi addosso il segno del peccato del padre, peccato di incontinenza e
disobbedienza.

Gli inglesi diffondono stereotipi non solo sui neri, ma anche ad esempio su francesi (sifilide), italiani (bugiardi) e
tedeschi (ubriaconi), che spesso vengono riportati sul palco per far ridere il pubblico elisabettiano.
Gli inglesi leggono del loro stesso popolo nei testi antichi di storia romana e scoprono di provenire dalla zona
vicino al polo nord. Dal De Bello Gallico di Giulio Cesare emergono le radici barbare degli inglesi. Cesare arriva in
Inghilterra e descrive ciò che vede -> secondo la sua testimonianza, i britanni avevano mogli in comune, tatuaggi
sul corpo, erano incivili e violenti, andavano in giro nudi e non erano capaci di utilizzare spada e scudo non
avendo un codice militare.

IL TEATRO
Mystery e Miracle plays: L’origine del teatro inglese risale al medioevo, le prime rappresentazioni si svolgevano
nelle chiese, erano di forte valenza religiosa.
Es: durante la messa di Pasqua viene messo in scena l’episodio delle tre donne che si recano al santo sepolcro e
non trovano il corpo di Gesù, hanno poi un dialogo con lo spirito santo.
Anche i personaggi femminili sono interpretati da uomini e a mano a mano che la tradizione prosegue i
personaggi si caricano sempre di più di tratti realistici (es: dolore per la morte di Cristo, gioia per la resurrezione).
Le messe in scena passano poi dal latino al volgare inglese (fenomeno europeo), vengono portate fuori dalle
chiese e iniziano a trattare dei misteri religiosi.
Quando gli sceneggiati passano in gestione alle corporazioni di arti e mestieri, ognuna sponsorizza un carro
itinerante per la rappresentazione di un episodio biblico. Questi carri erano strutturati su pi u livelli, la parte più
in basso simboleggiava gli inferi, la parte centrale la vita terrena e la parte più alta è usata per rappresentare ciò
che accade in cielo.
Morality plays: Insieme alla funzione morale, didattica e religiosa entra negli sceneggiati quella allegorica.
rappresentazioni per diffondere una comune visione morale, religiosa, allegorica.
Compare la figura di un uomo, everyman, che simboleggia tutti gli uomini. Inoltre, sono presenti figure
allegoriche come l’angelo del bene, i simboli del peccato ecc (concetti astratti portati sulla scena).
Si complica la drammaticità rispetto alle strutture precedenti. Le rappresentazioni avvengono sui primi
palcoscenici, strutture fisse circondate dal pubblico e viene rappresentata una realtà più complessa. Il ruolo del
teatro è educare al bene. La moralità si fonda sulla bontà di Dio e l’importanza del pentimento.
I morality plays erano destinati a persone colte.
Caratteristiche principali: realtà più complessa rispetto ai mystery plays, spirito più inquieto e indagatore,
presenza dell’allegoria, intreccio, indagine psicologica, personificazione di vizi e virtù, ruolo del libero arbitrio,
clemenza di Dio, importanza del pentimento, ricordo agli uomini della loro mortalità

2/3/22
Everyman, 1485: Dio parla e afferma che se lasciasse gli uomini liberi, essi diventerebbero peggio delle bestie.
Decide allora di mandare la morte come avvertimento, la quale sceglie un rappresentante del genere umano al
quale chiede un bilancio della sua vita. Everyman ha dimenticato gli insegnamenti di Dio, la sua vita è volta solo
ad assecondare i desideri terreni. La morte gli suggerisce di fare un lungo viaggio nel quale gli mostrerà ogni
cosa, sia buona che cattiva, che ha fatto, Solo se si pentirà la morte gli sarà più dolce.
Everyman cerca di corrompere la morte, amici e parenti lo abbandonano, poi anche la ricchezza e i cinque sensi.
L’uomo dovrà incontrare la Conoscenza e la Confessione per potersi pentire.
Ognuno, esempio di moralità a scopo di trasmettere valori e norme morali comuni. Dramma scritto sotto forma
di dialogo.
Simbolicamente racconta di tutte le virtù che l’uomo deve perseguire, personificate -> psicomachia: lotta tra vizi
e virtù (es: sapere e ignoranza, buono e cattivo governo).

Interludi: I temi sono di carattere contemporaneo, di natura laica e talvolta comica. Sono inseriti per alleggerire i
temi drammatici.
1576 – The Theatre, nasce il primo teatro pubblico a Londra
Vice/villain -> personaggio che racchiude tutti i vizi, cattivo per eccellenza ma con una vena comica (es: Riccardo
III, zoppo, gobbo, disabile, mostruoso, scurrile, comico)
Masks-> rappresentazioni teatrali private, allegoriche, si svolgono a corte e coinvolgono i cortigiani nella trama.
In questi determinati sceneggiati anche le donne possono recitare.
The Tempest -> mask, opera che Shakespeare scrive nel periodo della compagnia dei Kingsmen in occasione del
matrimonio della figlia di Giacomo I Stuart.

Percezione sociale del teatro: Gli attori erano mal visti nella società, come dei vagabondi, individui pericolosi
perché capaci di acquisire diverse identità, sfuggendo al controllo sociale -> nascono le compagnie, patrocinate e
protette dai signori aristocratici (persino dai sovrani) in modo che gli attori non venissero arrestati.
Era presente la censura nei confronti dei playtext; l’opera (canovaccio) doveva passare dei controlli che
assicuravano che i testi non andassero contro l’ordine pubblico e sociale.
Anche i teatri erano luoghi poco apprezzati in quanto si trovavano in zone meno controllate della città, sulla riva
sinistra del Tamigi, nelle zone più malfamate, spesso vicini ad arene per la lotta di animali, taverne da gioco e
bordelli.
Il pubblico che si recava a teatro è eterogeneo, composto di persone provenienti da tutti gli strati sociali e anche
da donne, le quali possono assistere agli spettacoli ma non ancora recitare; infatti, i “boy actors” interpretavano i
ruoli femminili. Le donne si erano anche insediate nell’industria del teatro in qualità di bigliettaie e costumiste.
Crossdressing -> camuffare la propria identità travestendoci con abiti tipici del sesso opposto o di un’etnia
diversa. I puritani andavano contro questa pratica perché metteva in discussione le distinzioni di genere, etnia,
classe – l’abito è un marker di distinzione sociale e deve rimanere tale.

I personaggi venivano scritti già pensando all’attore che li avrebbe interpretati. La struttura del teatro
elisabettiano offre una visione a 360 gradi dell’attore sul palco e possono accadere più cose nello stesso
momento.
Viene mantenuta la struttura verticale degli pseudo-teatri medioevali. I poveri stanno in piedi in platea e i ricchi
in galleria (unica parte coperta).
Lo sfondo e le scenografie sono semplici, è principalmente un teatro di parole e gesti (l’attore doveva
coinvolgere il pubblico con la voce e la mimica), anche i costumi sono pochi e non sempre coerenti con l’epoca in
cui è ambientato il dramma.

Prologo: ha la funzione di sintetizzare il contenuto dell’opera, anticiparne il messaggio morale e chiedere la


collaborazione del pubblico che deve colmare con l’immaginazione ciò che manca sul palco.
Le opere durano generalmente poco, circa due ore senza intervalli ed erano svolte nelle ore pomeridiane per
sfruttare la luce del giorno.

28/2/22
Spenser non è solo poeta di corte ama anche storico e antiquario.
The view of the present state of Ireland è un testo coloniale scritto in forma di dialogo, Spenser è stato in Irlanda
e si fonda sulle sue esperienze dirette. Critica degli usi e dei costumi degli irlandesi e dei coloni inglesi che si sono
fatti condizionare da essi. Per descrivere questo processo Spencer utilizza il verbo “to degenerate”, indicando la
perdita di inglesità dei coloni. Secondo Spenser l’identità inglese si debba esprimere e mantenere attraverso un
determinato comportamento e dei determinati usi, non è una cosa che avviene per natura. Gli inglesi che si
spostano per creare colonie devono mantenere le loro abitudini.
Prima di spiegare gli usi e i costumi degli irlandesi (definiti barbari) Spenser fa un discorso etnografico, in linea
con la curiosità del periodo sull’origine dei popoli, alimentata dalle recenti scoperte di nuove terre. Crea una
genealogia degli irlandesi, essi derivano dai visigoti e dai piti, popolazioni imparentati con gli scozzesi, gli
spagnoli, i galli, gli africani e i goti. Il fatto che fossero imparentati con gli spagnoli è visto dagli inglesi in maniera
molto negativa visti i contrasti fra i due paesi. Viene descritta l’invasione inglese in Irlanda e il loro
comportamento (fallimento).
Vengono incitati gli inglesi a non perdere la propria lingua (istituita nel 500) e il controllo sulle terre.
Opera molto condizionata dai testi di viaggio del 500, letteratura che condiziona la visione del mondo, testi in
prosa, lettere, resoconti di viaggio caratterizzati da un forte principio di veridicità, vicini alla cronaca -> report,
testi dalla funzione pratica. Questi testi vengono tradotti in diverse lingue e ampiamenti diffusi. I protagonisti
sono esploratori, avventurieri, uomini di conquista che insegnano dal loro punto di vista a rapportarsi con l’altro.
Nella descrizione degli usi e dei costumi ci si focalizza principalmente su tre aspetti culturali: eating, dressing and
sexual habits.
Le norme sessuali sono particolarmente rilevanti, i barbari non hanno regole, condividono donne e bambini, per
questo non è chiaro il rapporto di ereditarietà e i conseguenti aspetti economici.

7/03/22
Play within the play: tecnica metateatrale, una rappresentazione all’interno della rappresentazione teatrale. C’è
nell’Amleto, egli invita una compagnia teatrale per mettere in scena un’opera di Shakespeare davanti al
personaggio dello zio Claudio, per mettere in scena l’omicidio che quest’ultimo aveva architettato nei confronti
di Amleto, per vedere la sua reazione.
In midnight summer invece abbiamo un’idea di come venissero organizzati gli spettacoli teatrali in epoca
elisabettiana.

La natura del testo teatrale: Il testo teatrale è per natura incompleto, a portare il significato è il pubblico, le
opere sono sempre soggette al cambiamento e pubblicate non in quanto appartenenti ad uno specifico
drammaturgo ma alla compagnia che le mette in scena.
Anche le opere di Shakespeare non sono firmate, la prima vera pubblicazione delle opere di Shakespeare è
quella del 1623 per merito di due amici della stessa compagnia (John Herminge e Harry Condel) che pubblicano
l’infolio (insieme di molte opere attribuite a Shakespeare, non pubblicate mentre lui era in vita), ha la
particolarità di essere “firmata” (attribuita ad un autore specifico anche se pubblicata postuma), la sua funzione
era quella di contenere tutte le sue opere in forma originale, copie autentiche (in un formato grande e costoso).
Prima invece le singole opere venivano pubblicate in un formato molto più piccolo (quartos) ed economico,
spesso venivano manomesse dalle compagnie (aggiunte o tolte delle parti).
Gli elisabettiani lavoravano insieme quindi alle opere teatrali tramite le modifiche effettuate dalle compagnie e
le collaborazioni tra autori -> risulta perciò più difficile attribuire ad un unico drammaturgo le opere finite.
Play = testo (playtext), serve la performance per completare l’opera
Shakespeare porta sulla scena un insieme di modelli e fonti relativi alle esigenze della sua epoca, per compiacere
il pubblico.

University wits: gruppo di scrittori laureati (non Shakespeare) che svolgono un ruolo di passaggio fra le forme di
teatro ibride (interludi, morality plays..) e il vero e proprio dramma (teatro elisabettiano).
Scrivono sonetti, liriche, poemi e plays. Sono i primi a rendersi conto che il teatro poteva essere un mercato
molto promettente, poreparano il terreno a Shakespeare.
I wits sono tutti almeno bilingue, conoscono e traducono i testi classici, anglicizzano i grandi modelli della Grecia
classica, gettano le basi per il grande successo del teatro elisabettiano e della diffusione della lingua inglese.
Complicano le trame, gli intrecci, delle opere precedenti e aggiungono elementi di caratterizzazione dei
personaggi, evoluzione del teatro.

-Thomas Nashe, The infortunate traveller: una specie di romanzo picaresco, sequenze fra intreccio e avventura.
Testo fra il comico e il grottesco
-Thomas Kyd, The spanish tragedy: non si sa se consegue davvero la laurea, la sua opera si diffonde ampiamente
e influenza molte opere future, tra cui l’amleto e il titus andronicus di Shakespeare. Tema del sensazionale, gli
elisabettiani amano vedere eccessiva violenza sulla scena.
-Thomas Lodge, The wounds of civil war: opera storica che parla della guerra civile e dei danni che ha arrecato
alla società inglese.
-George Peele: a lui si attribuiscono alcune sequenze del Titus Andronicus.
Un obiettivo degli unversity wits è quello di superare il sapere teorico e prendere sempre più in considerazione
quello pratico. Molti di loro vivono una vita sconsiderata e muoiono giovani. Spesso si abbandonano ai piaceri e
alla sodomia (omosessualità, blasfemia, andare oltre ai dogmi e ai limiti imposti dalla società, edonismo) ->
modelli che ritrovano nei testi classici (testi scurrili e amorosi di Ovidio)
CHRISTOPHER MARLOWE:
Di umili origini ma vince una borsa di studio all’università di Teologia di Cambridge. Non termina gli studi, non
consegue il master of arts a Cambridge ma ad un certo punto della sua vita gli viene data la laurea ad honorem
per aver servito la regina Elisabetta I in qualità di spia (viene mandato nel continente a studiare tra i cattolici).
Dal 1587 si trova a Londra per scrivere opere teatrali.
Diventa famoso per il suo ateismo e per essere un uomo rissoso e blasfemo. Verrà poi accusato di omosessualità
(sodomia) e blasfemia -> Nel Dr. Faustus sottolinea come una grande conoscenza porti l’uomo rinascimentale a
porsi domande sull’esistenza di inferno, paradiso ecc. Un potere teorico non riesce a dare una risposta.
Marlowe muore in una taverna a Deptford, probabilmente a causa di una rissa sul saldo di un debito.

Caratteristiche dei personaggi di Marlowe: tutti hanno in comune la lotta per superare i confini che sono stati
imposti all’uomo. Tutte le sue opere si concentrano sullo sviluppo di un unico personaggio.
Overreaches: combattono per superare i confini imposti alle conquiste umane.
I drammi si concentrano su un solo personaggio che sfida il destino chiedendogli più di quanto un comune
mortale potrebbe volere.
Esempio dal Doctor Faustus, Faustus non si accontenta della conoscenza tradizionale, aspira ad essere più che un
uomo poiché il suo scopo è: “to gain a deity” e si affida alla negromanzia stringendo un patto con il diavolo
(Mefistofele).
► Non sfida solo i valori umani ma anche Dio.
Faustus non è un peccatore normale, ma è quello che gli elisabettiani chiamavano “scorner” (schernitore): non è
ateo, è consapevole che la retribuzione per il suo peccato è la morte (dell’anima) e vi va incontro
deliberatamente.

The jew of Malta: il protagonista è un ebreo che obbliga sua figlia a convertirsi al cristianesimo per ottenere più
ricchezze (personaggio del vice che ottiene anche una configurazione razziale specifica). Sembra un testo
antisemita ma in realtà Marlowe scrive quest’opera per sottolineare come la sete di ricchezza di Barabba sia
come quella dei cristiani.
Edward II: opera storica, chronicle play. Re che deve nascondere la sua omosessualità per non rischiare la corona
perde il controllo politico per soddisfare le sue passioni portando dei giovani aristocratici a corte.

Dr. Faustus è la tragedia tipica dell’intellettuale: possiede un’enorme conoscenza ma desidera sempre sapere di
più -> hybris. Per ottenere più conoscenza si affida alla negromanzia, la magia nera, che porterà alla sua rovina.
(Periodo di caccia alle streghe, lotta alla stregoneria, inquisizione ecc).
Si deve considerare quest’opera sia per il messaggio che contiene che per la tecnica teatrale e il rapporto di
continuità e di differenza con le opere precedenti (interludi, morality plays).
Non si rinvengono solo personaggi in quanto ruoli teatrali che simboleggiano la realtà, non c’è dialogo fra il
protagonista e la personificazione dei vizi e delle virtù (come nei morality plays).
Nel Dr. Faustus la personificazione dei sette peccati capitali e gli angeli del bene e del male non parlano col
protagonista, sono personaggi secondari/comparse.
Faustus non è everyman, non è un simbolo per rappresentare tutti gli uomini, ha un suo percorso di vita
personale, è un intellettuale che si pone domande, esterna i suoi personali dubbi e paure. Alla fine, Faustus, a
differenza di everyman, non viene salvato perché non si pente e non accede quindi alla redenzione. -> Marlowe
scrive un’anti morality play, il protagonista è un eroe tragico ma moderno, che agisce autonomamente e in
quanto tale ha dei difetti e dei limiti.
I sette peccati e i due angeli rappresentano i dubbi che risiedono nella mente dell’uomo.
Faustus si chiede a che cosa servano tutte le cose che conosce (a cosa serve conoscere la medicina se non sono
in grado di evitare la morte? A cosa serve la teologia se tutte le anime sono macchiate di peccato a
prescindere?).
Faustus non crede nell’inferno secondo la visione religiosa, immagina un aldilà simile all’idea di campi elisi, dove
risiedono le anime dei sapienti e dei filosofi.
Faustus è l’emblema dell’individualismo, diventerà modello per miti futuri (es. Frankenstein, scienziato che si
rende conto che la scienza da sola non porta a nulla se non può sfidare i miti della scienza e perciò si affida alla
negromanzia).

TESTO A, prima versione, 1604- The death of John Faustus, ha un’inclinazione più morale, diviso in tre parti,
senza elementi comici. Se prendessimo in considerazione solo il primo testo sembrerebbe una conversione
morale di Marlowe, si parla di vizi e dannazione senza redenzione.
TESTO B, revisione 1616- The tragic history of life and death of Dr. Faustus. Il testo acquisisce un aspetto molto
più tragico. Nella seconda versione sono aggiunte diverse scene comiche, entrambe le versioni risultano molto
modificate, corrotte, censurate. Il B text è una tragicommedia satirica, testo più lungo fra i due
.

8/3/22
Struttura dialettica -> a fasi comiche seguono scene tragiche, alternanza di linguaggio alto e basso per
rappresentare le diverse aspirazioni e desideri di Faustus (alto=sete di conoscenza, basso=piaceri fisici, mangiare
e bere). -> ne risulta uno spettacolo adatto ad un pubblico eterogeneo, tutti possono comprendere.
Durante la tragedia il personaggio di Faustus subisce trasformazioni –Faustus incarna anche le caratteristiche del
vice (cattivo, burlone, performer).
Il teatro era mal visto dai puritani (che prendono alla lettera i dogmi protestanti), il personaggio di Faustus che
usa la magia e cerca di andare oltre il sapere consentito.

L’opera rispecchia Marlowe anche nella concezione di arte drammatica, le sue opere hanno un grande successo.

Aspetti importanti: guarda slide


- Esistenza di due testi
- Impossibilità di ritrovare un testo originario, entrambe le versioni sono manomesse, risulta perciò
difficile rilevare la ownership
- Le compagnie teatrali adattano i quartos e i playtexts
- Gli editori e gli stampatori rendono possibile la diffusione delle opere
Dr Faustus è tradotto in più` lingue (francese, olandese, basso tedesco), il playtext circola e ha successo sia per i
temi che per la spettacolarità della rappresentazione.
Ci si riferisce a faustus in terza persona, sdoppiamento

9/3/22
Dialogo fra Faustus e Maphistopheles (demone che dice la verità), lo avverte che sta per peccare di orgoglio.
Contratto – Faustus cede anima e corpo a lucifero (principio già presente nella magna carta, la quale afferma che
ognuno sia responsabile e padrone del proprio corpo). Dal punto di vista giuridico (presente nelle fasi relative al
contratto, anche nel linguaggio), il contratto è sempre rispettato da Lucifero, ciò che promette attraverso il
contratto viene effettuato: Faustus diventa spirito, viaggia in molti luoghi.
La scena alta e tragica del contratto è seguita da una scena bassa e popolare (popolani che chiedono da
mangiare, hanno necessità concrete). Scena simili agli interludi, linguaggio colloquiale e stile comico che
alleggerisce la narrazione.
Scena comica: entra un clown con un libro, viene preso in giro perché non dovrebbe occuparsi di certe cose. Il
clown inizia a leggere, parodiando ciò che aveva fatto Faustus nella declamazione del contratto. La
rappresentazione, più che la lettura, evidenzia l’atmosfera comica ed esagerata di alcune scene .
Il coro canta di tutti i viaggi che fa Faustus una volta firmato il contratto, che simboleggiano il suo peccato di
tracotanza -> va a visitare i luoghi che ha studiato sui libri, grazie alla magia vive esperienze che altrimenti non
avrebbe mai avuto l’occasione di vivere.
Faustus si dirige a Parigi, Napoli e Roma - > Messaggio patriottico: presa in giro della chiesa di Roma, il Papa è
visto come un tiranno, Faustus lo inganna per liberare un prigioniero protestante.

Il play si conclude con un epilogo da parte del Chorus nel quale la sorte di Faustus si fa exemplum: la vicenda di
Faustus deve mettere in guardia lo spettatore affinché resti nei limiti imposti, dall’alto, alla conoscenza umana.
TITUS ANDRONICUS - Shakespeare
Una delle prime opere scritte da Shakespeare, molto rappresentata e riscuote molto successo.
La prima rappresentazione risale al 1594 in seguito ad un’epidemia di peste. Shakespeare aveva già scritto e
firmato il poemetto “The rape of Lucreece”, che ha come sfondo l’epoca romana di Tito Livio, ispirata allo stile di
Ovidio.

Fonti, ispirazioni
The rape of Lucreece, lo stupro di Lucrezia, passaggio della storia romana che segna la fine dei Tarquini e
l’avvento della repubblica. Mentre gli uomini romani sono fuori dalla città per cercare di conquistare la città di
Ardea, parlano di cosa fanno le loro donne mentre loro sono in battaglia. I soldati tornano a Roma in segreto per
vedere cosa fanno le mogli e le scoprono a divertirsi e tradirli.
L’unica donna non traditrice è Lucrezia. L’erede al governo è però innamorato di lei e minaccia di ucciderla se
non si fosse concessa a lui. Lucrezia viene violentata e di conseguenza si uccide.

Metamorfosi di Ovidio, storia di Filomena e Procne. Il marito di Procne si invaghisce di Filomena, sorella di sua
moglie. La violenta in un bosco e per impedire di raccontare l’episodio le taglia la lingua. Filomena riesce
comunque a farsi capire dalla sorella e a raccontarle l’accaduto. Procne per vendetta uccide suo figlio e lo dà in
pasto al marito.
- Shakespeare alterna scene comiche, tragiche e spaventose per assecondare il gusto per la
spettacolarizzazione degli elisabettiani.

Tieste- Seneca cannibalismo


Eneide- Virgilio Enea e Didone che si incontrano nella grotta
Shakespeare vuole scrivere un’opera per far vedere che nonostante non fosse laureato e si fosse approcciato al
mondo della drammaturgia come attore, conosce e studia i testi classici.

Inizialmente il Titus Andronicus è una ballata che ha come tema la vita di un personaggio romano non realmente
esistito, ambientato alla fine dell’impero.

14/3/22
TITUS ANDRONICUS è un insieme di citazioni ei influenza da altri testi importanti. Ballata che parla della famiglia
degli andronici, il lamento, la necessità di cantare i dolori subiti dalla famiglia, inizialmente pubblicata in chap-
book, libretti economici venduti da venditori ambulanti, reperibili a tutti -> attenzione di Shakespeare a riferirsi a
tutte le classi sociali.
Titus Andronicus è un’opera ampiamente contaminata, un insieme di generi e stili, non è una tragedia perché
verso la fine prende un risvolto comico, diventa una farsa.
Opera romana, ci sono riferimenti specifici all’epoca ma senza fonti storiche specifiche.
Non c’è un solo protagonista dell’opera intorno al quale ruota la vicenda, ma si tratta dell’intera famiglia degli
andronici.
Violenza estrema evocata ed esercitata effettivamente sulla scena per attirare l’attenzione del pubblico, presenti
anche nelle metamorfosi di Ovidio. Il teatro si trova nelle liberties, accanto ai bordelli, osterie, luoghi
peccaminosi e vicino al patibolo, dove avvengono le esecuzioni dei criminali, gli elisabettiani sono abituati alla
visione di tortura e violenza.
Titus andronicus è sulla scia della tragedia di vendetta, opera che fa leva sul gusto degli elisabettiani per il
sensazionale, linguaggio tradotto spesso dai testi classici e riferimenti al contesto storico-culturale
dell’Inghilterra del tempo. Per la scelta del lessico Shakespeare si rifà anche ai testi giuridici, testi medici e
coloniali.
Alla fine, l’ordine che viene sovvertito all’inizio dell’opera viene ristabilito, come in tutte le opere
shakespeariane.
Riferimenti nell’opera alla medicina che all’epoca inizia a basarsi più sulle anatomie.
Corpo politico dello stato mutilato come sono violati i corpi dei personaggi romani (a Titus viene chiesto di
tagliarsi la mano destra) simbolo della headless Rome, Roma non ha un governo stabile.
Questo sensazionalismo viene evidenziato dal linguaggio, preciso, preso dalle anatomie, per permettere al
pubblico presente di immaginare in maniera vivida la violenza riportata sulla scena (mutilazioni, torture, stupri)

Il corpo non è solo violato e sessualizzato ma anche razzializzato, inserimento del personaggio di un moro che
affascina il pubblico (Aaron), spettacolarizzazione di questa figura eccezionalmente scura.
Tamora, regina dei goti vestita come un’elisabettiana, non tutti i costumi sono fedeli al periodo storico nel quale
è ambientata la vicenda, non c’è attenzione al vestiario del moro, che rappresenta una figura fuori dal tempo.

TRAMA: ambientato in età tardo romana, verso la decadenza dell’impero. L’opera si apre con i due fratelli
Saturninus e Bassianus che si contendono la corona. Poco dopo Titus rientra dalla guerra coi goti che ha vinto,
portando molti prigionieri, tra cui la regina Tamora, i suoi tre figli e un moro. Il primogenito di Tamora viene
sacrificato seguendo i riti romani e la regina giura di vendicarsi.
Titus è un uomo valoroso, che incarna a pieno le virtù romane e vista la guerra appena vinta i senatori gli
offrono la guida dell’impero, lui rifiuta e lo cede al primogenito Saturninus, che chiede in sposa sua figlia Lavinia,
che però era già promessa sua fratello.
Aiutata dagli altri fratelli andronici, Lavinia cerca di scappare con Bassiano, ma Titus che incarna i perfetti valori
romani e pone il benessere dello stato prima di ogni altra cosa, uccide uno dei suoi figli che si oppone al suo
volere e vuole far scappare Lavinia.
Saturninus si sente beffato, di fronte alla bellezza di Tamora decide di prendere lei in sposa al posto di Lavinia.
Tamora (regina dei goti, barbari) diventa quindi imperatrice romana, incorporata all’interno dell’assetto politico
di Roma, imperatore romano che sposa una barbara -> la headless Rome crolla definitivamente.
II atto – I figli di Tamora sono barbari e ignoranti, diventano personaggi comici, entrambi sono innamorati della
vergine Lavinia. Aaron è il villain (cattivo per eccellenza, che però dimostra di essere un miglior padre di Titus
che uccide suo figlio) e aiuta Tamora a tessere la sua vendetta, contribuisce alla violenza su Lavinia e uccide
Bassiano.
L’unico sopravvissuto degli andronici è Lucius che viene invitato ad uscire da Roma e unirsi ai goti.
Titus scopre della violenza effettuata su sua figlia, lei indica al padre il mito di Filomena e Procne tratto dalle
metamorfosi di Ovidio. Per vendetta attira a casa sua i due figli di Tamora, li uccide e li macina, vestito da cuoco.
Organizza un banchetto per servire i due giovani alla madre, glieli fa ingerire per purificare il delirio che aveva
invaso Roma in seguito al suo matrimonio, per poi ucciderla -> pharmakon
Violenza portata all’esasperazione

Tamora ha un figlio con l’amante moro Aaron – Roma rischia di avere un erede nero al governo, invece Lucius
ripristina l’ordine.

Roma è uno sfondo sul quale gli elisabettiani proiettano il loro presente, interpretandola, non narrandola.
Shakespeare scrive storie romane non fedeli alla storia, ma secondo l’interpretazione degli elisabettiani.
Roma è simbolo dei valori sui quali si basa anche la società elisabettiana (virtù, valore, dignità, guerra, pietà), gli
elisabettiani cercano di emulare la romanità ma leggono loro stessi nei testi romani come un popolo barbaro.
Il titus andronicus è un’opera dalla quale i valori romani escono martoriati, tutte le opere di Shakespeare
mettono la romanità in discussione (es: Titus uccide suo figlio in nome di Roma)
Lavinia è di proprietà del padre, il suo stupro rappresenta una violenza contro Roma perché effettuato da due
goti. Il patriarcato è la base su cui si fonda la romanità. Lavinia non parla, non ha mai diritto di decisione, viene
punito il suo tentativo di mancare di rispetto alle ideologie patriarcali fidanzandosi prima di chiedere il permesso
al padre.

Le ferite hanno valore per gli elisabettiani, rappresentano un segno di virtù, mascolinità.

Corpo: valenza come corpo politico, metafora dell’ordine e il disordine dello stato e valenza come body natural,
corpo umano.
Solitamente nelle opere elisabettiane non nasce mai un figlio da una coppia mista, il figlio di Tamora e Aaron è
un’eccezione.
Tomba: simbolo di virtù, elemento importante, tutti gli andronici sono seppelliti nella stessa tomba. I nemici di
Roma non vengono seppelliti, non sono degni. Tamora viene sbattuta fuori da Roma e Tiitus rifiuta di seppellire
suo figlio Mutius.
15/3/22
Secondo atto
Tamora paragonata a Semiramide per la sua incontinenza sessuale.
Aaron pianifica la vendetta: vuole fare si che Lavinia rimanga da sola coi due fratelli e fa uccidere Bassiano,
facendo credere che i colpevoli siano altri figli di Tito.
Lavinia si vanta della sua castità con Bassiano, ma Demetrio (complice di Aaron) predice la sua morte
Tamora è crudele, vuole il peggiore male per Lavinia, ha caratteristiche bestiali.
Minaccia di una guerra civile a Roma fra i due figli dell’imperatore che si contendono la corona, Bassianus è il più
moderato, difende i valori romani (castità, continenza, nobiltà). I senatori vogliono cedere l’impero a Titus
Andronicus perché incarna quei valori.
Lavinia: rapporto padre-figlia e figura del padre nella società romana di stampo patriarcale. Lavinia è la figlia che
deve portare avanti la famiglia degli andronici, portatrice di valori, deve fornire degli eredi puri, in più è una
donna romana, figura speculare alla barbara Tamora. Lavinia parla in qualità di romana ed elisabettiana
(anacronia).
Il dramma più grave della tragedia è lo stupro di Lavinia. Gioco di parole womb/tomb, luoghi protetti.
Per ringraziare Titus, saturnino vuole fare di Lavinia la sua imperatrice, lei senza avvisare il padre si era già
promessa a Bassiano e nell’ottica radicalmente patriarcale possiamo già intuire che questa
opposizione/disobbedienza porterà a una fine tragica.
Il silenzio di Lavinia diventa emblematico, rappresenta la sua impossibilità di esprimere ciò che davvero vuole.
Lo stupro acquista una valenza prettamente politica, un atto che non va contro Lavinia stessa ma contro Roma.
Il termine “rape” nel testo viene utilizzato anche come sinonimo di “furto”, qualcosa che viene sottratto. Si pone
quindi il problema di chi sia la vera parte offesa nella tragedia (Titus/Lavinia/Roma).
Nel momento in cui Titus uccide Lavinia c’è una conferma della sua purezza, lui la uccide per decontaminarla dal
peccato causato dallo stupro dei goti, lei non potrebbe più garantire la purezza delle generazioni future, non è
più utile alla creazione della discendenza.

Ovidio che appare tramite libro: gli Andronici avevano una libreria, ma era comunque improbabile che ci fosse
un libro di Ovidio. A casa degli Andronici Lavinia si sforza per raggiungere le metamorfosi, libro di suo nipote
Lucius per indicare la tragedia dello stupro di Filomena. Titus pensa sia stato un romano a stuprare sua figlia, non
sempre i romani sono portatori di valori, pensa possa essere stato saturnino sentendosi oltraggiato.
Titus decide di uccidere sua figlia, prima chiede a Saturnino cosa pensasse dello stesso atto compiuto da un altro
romano, Virginio, che uccise sua figlia in seguito a uno stupro. Saturnino pensa sia giusto perché la ragazza non
sarebbe sopravvissuta alla vergogna e non sarebbe stato giusto provocare al padre con la sua presenza lo stesso
dolore. Titus uccide Lavinia per ucciderne la vergogna e il suo dolore da padre (pietà filiale)

Si pensa che l’episodio del figlio di Aaron e Tamora sia stato inserito da Shakespeare per “denunciare” la
presenza di molti adulteri e figli illegittimi nella società elisabettiana.
Scena dei due figli di Tamora che vengono a sapere da Aaron della nascita del bambino: l’amante lo presenta
subito come loro fratello, nonostante il colore della sua pelle. Il bambino viene descritto come aberrante,
l’ostetrica consiglia di battezzarlo (anacronismo) e poi di ucciderlo, perché essendo nero nessuno avrebbe mai
creduto che fosse il figlio dell’imperatore Saturnino. Ci si chiede come sia possibile la nascita di un bambino nero
nel clima occidentale.
Aaron non vuole uccidere il bambino, pensa che bisogni sostituirlo con il figlio di un’altra coppia mista che però
fosse nato bianco.
La Blackness è una maledizione/punizione divina, la teoria geoumorale è caduta, Aaron difende la Blackness,
Shakespeare cita il choice of emblems. Shakespeare è il primo a presentare un personaggio nero dalla
caratterizzazione complessa.
Aaron viene sepolto con la testa fuori e le sue ultime parole sono quelle del villain per eccellenza, dicendo di non
pentirsi, ma anzi di andare fiero delle sue opere cattive, è quello che il pubblico si aspetta. È un personaggio
astuto, mostra un amore paterno molto diverso da quello di Titus che per onore è disposto ad uccidere i suoi
figli. Quando Aaron si trova con Tamora, incapace di contenere la sua libido come Didone, Aaron la ferma, non è
un moro che si lascia prendere dalle sue pulsioni sessuali, è più complesso rispetto al tipico vice.

16/3/22
Quinto atto
Cena cannibalica – Titus attua la sua vendetta, la narrazione si sofferma molto sulle tappe dell’uccisione e della
preparazione del pasto. Narrazione minuziosa dalla funzione semiotica, guida l’immagine degli spettatori e
attraverso il linguaggio (linguaggio pseudoscientifico o farmacopea) siamo informati sulla conoscenza e le
credenze degli elisabettiani. A questo scopo Shakespeare si avvale di un linguaggio facilmente riconoscibile, già
utilizzato nei libri di cucina e nei volumi di antropologia medica curativa che circolavano nel periodo. Termini di
antropofagia medica, trasfusioni, studio dei cadaveri.
Titus Andronicus appartiene alla prima fase delle opere di Shakespeare.
Anacronismo – Titus vestito da cuoco
Come è tipico nelle opere di Shakespeare, alla fine vengono uccisi tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno
minacciato di sovvertire l’ordine sociale e politico di Roma o i valori romani, anche se solo per un periodo
limitato di tempo (anche Titus, ha creato scompiglio e preso scelte sbagliate come affidare l’impero a Saturnino).
L’unico in grado di riportare l’ordine alla fine sarà Lucius, che era stato allontanato da Roma, quindi, non ha
preso parte agli avvenimenti, le ferite di guerra sul suo corpo rappresentano ciò che rende lui e tutti i romani
virtuosi.
Alla fine, nemmeno Tamora sarà seppellita, nonostante fosse l’imperatrice di Roma, perché impura e indegna di
essere ricordata, non è virtuosa come i romani ma una donna dalle caratteristiche bestiali. Titus e Lavinia
vengono sepolti, la loro memoria non è inquinata, sono degni di essere ricordati.
Dalla cena fino alla fine del discorso di Marco si ristabiliscono i valori romani messi a rischio durante la tragedia.
Romanità – codice, insieme di norme che si acquisiscono tramite una continua performance, messa in scena.

JULIUS CAESAR, 1599


Si è abbastanza sicuri della datazione perché esistono fonti di una delle rappresentazioni al Globe, teatro in cui
Shakespeare era attore, drammaturgo e azionario.
Quest’opera conclude la seconda fase delle opere di Shakespeare che coincide con l’avvicinamento del
drammaturgo alle fonti storiche, opera completamente storica (roman drama, tragedia storica). Segue poi la
rivoluzione, epoca delle grandi tragedie – Amleto (simili le caratterizzazioni di Bruto e Amleto).
Novità -> portare tragedie storiche ispirate a fonti storiche reali invece che tragedie classiche basate sul mito.
Quarta fase -> late romances, opere che potrebbero ricadere nella tragedia ma poi si risolvono in maniera
positiva (es. the tempest)

Aspetti importanti che rendono l’opera innovativa rispetto alla storia che tutti conoscevano già.
Il ruolo di Roma – diventa uno sfondo importante su cui proiettare discorsi politici, tema della tirannia –>
Shakespeare proietta le ansie politiche del suo tempo. In quell’anno l’Inghilterra è senza eredi, si teme una
guerra civile e il duca di Essex minaccia di deturpare il trono di Elisabetta -> viene vietata la messa in scena del
Riccardo II perché conteneva riferimenti espliciti a questa vicenda.
Le fonti storiche che Shakespeare utilizza non sono affidabili ma sono esse stesse interpretazioni della storia.
L’interpretazione della storia – Shakespeare è inevitabilmente vincolato nella sua narrazione ad attenersi ad
alcuni aspetti della vita di Cesare. Rappresentazione degli ultimi stadi della vita di Cesare, episodi ravvicinati.
Il ruolo degli attori- consapevolezza dei personaggi di essere degli attori della storia, la cui vicenda sarà destinata
ad essere messa in scena e recitata in luoghi e tempi a loro ancora sconosciuti. Anche Cleopatra si uccide nella
sua tragedia con la stessa consapevolezza.
L’uso del corpo umano – presenza fisica sulla scena che porta un significato politico
L’importanza dei discorsi di Bruto e di Antonio – retorica politica, che gli elisabettiani studiavano nella grammar
schools

Giulio Cesare viene ritratto come inadatto al governo, vecchio e malato, ha anche una moglie sterile, durante la
festa dei lupercali deve farsi toccare da Antonio per stimolare la fertilità.
Alla fine della tragedia la rappresentazione di Cesare è quasi carnevalesca, in balia del disordine cittadino.
Bruto-> liberatore e patricida; Cesare -> tiranno ma modello per tutti gli imperatori seguenti

28/3/22
IULIUS CAESAR
Shakespeare non può riportare tutti gli avvenimenti della vita di Cesare, quindi, deve limitarsi a costruire la storia
intorno agli eventi salienti.
Il rientro di Cesare a Roma coincide con la celebrazione dei Lupercali, rito che consiste nel toccare con le mani
sporche di sangue di animali le donne in modo da favorire la fertilità. Antonio finge di essere un lupercolo e
tocca il corpo di Calpurnia, che era sterile -> sottolineare l’impossibilità di Cesare di avere eredi, preoccupazione
di un re che non lascia eredi, parallelamente alla situazione in Inghilterra, Elisabetta I non ha figli.
Nella tragedia Cesare non è rappresentato come un grande condottiero e sovrano, ma un uomo con dei difetti
fisici (è parzialmente sordo) e una moglie sterile. Viene descritto attraverso gli occhi dei congiurati,
specialmente di Cassio.

II ATTO – descrizione della congiura, descrizione emblematica del continuo passaggio dalla sfera metaforica,
linguaggio figurato e la pericolosità della reale situazione di Cesare, la possibile caduta del suo governo.
2 speeches: uno di Bruto, uomo d’onore che usa la retorica e uno di Marcantonio che fa leva su un linguaggio più
legato alla dimensione concreta, linguaggio più diretto -> riferimento alle scuole elisabettiane dove si imparava
la retorica.
Celebrazione del valore di Bruto in seguito al suo suicidio, a differenza degli altri congiurati (ambiguità).
Il Giulio Cesare è un’opera pubblica -> i personaggi storici sono calati all’interno di un’opera che si apre con
l’immagine della folla, simbolo sia della folla romana (carattere pubblico del Giulio Cesare) ma anche del
pubblico presente a teatro, folla elisabettiano, popolo inglese formato da più strati sociali. Abbiamo un’analisi
dal punto di vista antropologico del comportamento della folla, ci si interroga su quale ruolo abbiano le azioni
dei potenti sulle persone e come si manipola e si controlla la massa. I discorsi che fanno Antonio e Bruto non
sono fatti davanti ai senatori ma davanti al popolo.
III ATTO- uccisione di Cesare che scatena una guerra civile, il popolo imita l’atto crudele dell’omicidio.

ACT I SCENE I- popolo che esulta per il ritorno di Cesare. I due tribuni della plebe richiamano e rimproverano la
fola tramite un linguaggio anacronistico, fanno riferimento ad aspetti della società elisabettiana.
Alla folla è affibbiata una connotazione negativa, è un elemento confusionario -> viene rappresentata la folla
elisabettiana.
I lavoratori romani sono in vacanza da lavoro per festeggiare Cesare (non la festa religiosa dei lupercali), la folla
cambia opinione facilmente -> entra in gioco l’etica puritana, critica del periodo elisabettiano riguardo agli
spettacoli che venivano rappresentati a teatro durante le ore di lavoro, per sfruttare la luce del giorno in
mancanza di elettricità.
Anche nella descrizione degli ambienti Shakespeare inserisce molti elementi anacronistici (es: la presenza di torri
e bastioni, elementi urbani tipicamente medioevali) -> attualizzazione dell’epoca di cui Shakespeare scrive, doppi
significati e rappresentazioni.

Dialogo fra Bruto e Cassio- tutti i congiurati erano nemici di Cesare, erano repubblicani alleati con Pompeo che
Cesare perdona. Bruto diventa figlioccio di Cesare e tutti sono legati da un valore di amicizia quindi si presenta il
tema del tradimento su più livelli.
Cassio fa leva sull’inadeguatezza di Cesare e sulla paura che stia puntando all’integrità della repubblica romana,
a diventare quindi imperatore. Secondo Cassio, Cesare non può essere una guida a causa della sua infermità
(epilessia), è fisicamente troppo debole per governare.
Bruto è caratterizzato dal dubbio e dall’incapacità di riconoscere che l’ambizione di Cesare non può essere
separata dalla sua persona, costituisce quindi un pericolo. Raccontano dell’offerta della corona a Cesare da parte
di Marcantonio.

Descrizione di un temporale quasi sovrannaturale che preannuncia ciò che accadrà – disordine nel cielo e
disordine sulla terra, tutto già preannunciato dal disordine della stessa folla.
Presagio di disordine civile, un leone cha cammina in strada, donne che sembrano fantasmi perché spaventate
dalla vista di uomini infuocati (notte che precede l’uccisione di Cesare, durante la quale i congiurati si accordano
sulle dinamiche dell’omicidio e all’alba di recano da Bruto per cercare di convincerlo a partecipare (la sua parola
è storicamente più importante dato il rapporto intimo che ha con Cesare).
Riflessione su come ognuno interpretala storia in modo diverso, i congiurati fanno cadere dei bigliettini fuori
casa di Bruto, dove fanno riferimento ai suoi antenati, che presero parte ad una precedente guerra civile e
cacciarono i tarquini + Bruto è genero di Catone (stoico).

Bruto sbaglia a interpretare la storia del passato, il carattere di Antonio e la scelta del linguaggio da utilizzare con
la folla. Rimane nella sfera simbolica della congiura, non vuole vederla come un’offesa alla persona di Cesare ma
al suo corpo politico.
Cospiracy, congiura: rappresentata come qualcosa di mostruoso, unione di coloro che vogliono uccidere il (non
ancora) re. Atto mostruoso e contro natura (devine right of king, ruolo che arriva direttamente da Dio).
Un altro elemento che crea confusione risiede nel non sapere che ora del giorno sia. Cassio sostiene che anche
Marcantonio deve morire.
Un omicidio politico deve avvenire come un rito sacro, Bruto vuole essere sacrificatore, non macellaio e opporsi
al suo spirito e alla sua volontà, non al suo corpo.
L’omicidio di Cesare è un omicidio pubblico, avviene alle sue spalle davanti alla folla.
Cassio è mosso principalmente da invidia, a differenza di Bruto.
Scena dell’omicidio, riflessione metateatrale, Bruto e Cassio giustificano il loro gesto e sono consapevoli di
essere sia personaggi storici che attori della loro storia presente, I potenti sono destinati ad essere attori della
storia.

29/3/22
Il linguaggio è sempre lo stesso, che si parli di politica o meno perché nella visione elisabettiana il potere politico
esiste solo grazie alla sua celebrazione da parte dei popoli.
Marcantonio vuole vendicarsi dell’uccisione di Cesare, pronuncia la profezia con la quale si augura che a Roma
scoppi una lotta intestina e che parleranno le ferite sanguinanti di Cesare.
Quando Antonio e Bruto parlano davanti al popolo, Bruto cerca di giustificare il suo gesto davanti agli occhi dei
romani e Antonio invece ricostruisce in maniera concreta davanti al popolo le dinamiche delle coltellate che
hanno ucciso Cesare. Processo di racconto più dettagliato dell’omicidio. Ogni volta che viene raccontata assume
una funzione diversa a seconda del punto di vista. Il fatto storico viene sviscerato e ripetuto più volte tanto da
rendere difficile il crearsi un giudizio sulla questione.
Bruto si giustifica dicendo di non aver ucciso il corpo di Cesare ma la sua eccessiva ambizione e di avere fatto ciò
che era meglio fare per Roma. La folla cambia velocemente opinione, si fa trascinare e cerca un capro espiatorio.
-> riflessione di Shakespeare sul movimento delle masse, i romani imiteranno i congiurati, uccidendo altri romani
e scatenando una guerra civile.
Marcantonio si pone al livello del popolo chiamandoli “amici”, dice di non parlare in veste di uomo politico ma
di amico di Cesare. Cerca di invalidare il discorso di Bruto dimostrando che Cesare non fosse un uomo ambizioso,
utilizza la litote e molta enfasi, sottolineata dalle frequenti congiunzioni avversative. Porta degli esempi concreti
alle orecchie del popolo per smentire Bruto e i romani comprendono (es: Cesare ha arricchito Roma, ha rifiutato
la corona quando gli è stata offerta in occasione dei lupercali).
Marcantonio dice di aver trovato nello studio di Cesare una pergamena contenente il suo testamento, il popolo
chiede di leggerlo pubblicamente (il popolo ricerca sempre esempi concreti). Nel testamento non viene lasciato
nulla al popolo, Giulio Cesare lascia diverse ricchezze a Cesare Ottaviano, il quale si allea con Marcantonio.
Antonio scende, si mischia con la folla, utilizza un linguaggio ambiguo e teme di aver parlato troppo e di aver
danneggiato Bruto.
Servendosi della toga insanguinata, Antonio descrive dettagliatamente al popolo la brutalità dell’omicidio di
Cesare, fa passare le sue emozioni che vuole trasmettere al popolo. La caduta di Cesare secondo lui è una morte
collettiva e infine per convivere il popolo mostra il suo cadavere martoriato -> il popolo ha cambiato idea e ora
grida vendetta contro i congiurati, che ora ritiene traditori -> la stessa violenza utilizzata per uccidere Cesare si
riflette sul popolo, scoppia la guerra civile.
Bruto aveva letto male ciò che hanno fatto i suoi antenati, col suo gesto pensava di favorire la nascita della
repubblica invece dopo questa guerra civile nasce un impero.
Alla fine a Filippi (macedonia) Bruto e Cassio si ricongiungono, vogliono attaccare l’esercito di Marcantonio e
Ottaviano ma appare lo spirito di Cesare (parallelismo con l’Amleto), che anticipa la morte di Bruto, il quale
vedendo lo spirito capisce di non avere ucciso niente se non il corpo di Cesare, le sue idee e il suo spirito
rimangono.
Bruto si suicida stoicamente, il suo onore non viene mai messo in discussione, il suo personaggio viene
consegnato alla storia come un personaggio ambiguo ma non da condannare, non uccide per invidia come
Cassio, si pente e mantiene la parola data. Si uccide in nome delle sue condizioni, viene ricordato positivamente
anche da Marcantonio. Di tutti i congiurati Bruto è l’unico che non agisce per invidia ma per i suoi ideali. Bruto
incarna la figura di uomo, dubbioso, vuole agire per il bene comune, è il personaggio che più si avvicina alla
natura umana.

Cicerone, atto I, scenaIII - Indeed, it is a strange-disposed time. But men may construe things after their fashion,
Clean from the purpose of the things themselves. -> constatazione che racchiude il senso del Giulio Cesare, la
rappresentazione della storia è la rappresentazione dell’evento storico ma anche il punto di vista di
rappresentarlo a seconda dell’inclinazione.

THE TEMPEST
Una delle ultime opere che Shakespeare scrive, fa parte dell’ultima fase dei plays shakespeariani e la scrive sotto
Giacomo I Stuart, quando fa parte della compagnia dei king’s men, patrocinata dal re. Possiamo osservare come
cambia il teatro a seconda del sovrano di quel momento.
Giacomo I -> figlio di Maria Stuart, regina cattolica che viene costretta a rinunciare al trono perché accusata dai
senatori scozzesi di aver ucciso il marito, padre di Giacomo. Quest’ultimo sale al trono giovanissimo nel 1603 e
diventa re di Scozia. Giacomo nonostante fosse figlio di una cattolica, riceve un’educazione protestante, è un
uomo colto, appassionato di letteratura e filosofia. Scrive un trattato sulla stregoneria, anche in The tempest c’è
una riflessione sulla magia. Giacomo I scrive anche dei trattati di politici, scrive un trattato nel quale difende
l’importanza del diritto divino del sovrano e l’ideologia della monarchia assoluta, pensa dunque che il re sia
sopra alla legge.
- Prospero: figura di re, padre e colonizzatore. Riporta alla figura di Giacomo I perché sotto il suo regno
l’Inghilterra diventa una vera e propria potenza coloniale.
Giacomo I stuart è protestante ma viene visto come una speranza anche per i cattolici in quanto figlio di Maria,
in realtà prende presto le distanze dalla madre e i suoi rapporti col cattolicesimo non sono chiari (è più
interessato al potere assoluto).

Interpretazione di The Tempest: l’opera è un romance che viene scritta per compiacere Giacomo I, viene
pensata per la rappresentazione dentro ad un teatro indoor, non è chiaro l’anno di uscita ufficiale ma sappiamo
che una delle prime rappresentazioni è stata fatta nel 1611 alla corte di Giacomo in occasione del matrimonio
della figlia del re Elizabeth con il principe palatino -> i matrimoni sono presenti anche nell’opera, sempre visti
come strategia politica. Matrimonio della principessa di Napoli e del principe di Tunisi, matrimonio non visto di
buon occhio, sfortunato, la figlia di prospero, Claribel, si unisce col principe di Tunisi. L’unico matrimonio che non
viene celebrato nell’opera è quello che sembra più logico (quello tra Miranda e Calibano, mostro).

Fonti: non ci sono fonti specifiche, si pensa a Virgilio (grotta dove si riparano Enea e Didone)

4/4/22
Il genere: tragicommedia che contiene elementi che appartengono alla tragedia ma si risolvono con un fine lieto,
viene definita “late romance”. Nonostante sia un testo teatrale presenta tratti molto vicini al genere della prosa,
Ha come protagonisti i classici personaggi del romance, nobili e cortigiani.
L’opera si apre col naufragio di Miranda e Prospero che li fa finire su un’isola. La tempesta che causa il naufragio
però è artificiale, causata dalla magia di Prospero -> realtà metateatrale, messa in scena della tempesta nella
messa in scena reale.
Sono stato ritrovati dei riferimenti autobiografici di Shakespeare, la tempesta è l’ultima opera della sua vita che
rappresenta quindi il saluto al teatro ma anche la riflessione sul potere dell’arte teatrale.
Temi principali: castità, volontà di ottenere il premio finale, la sfera sovrannaturale.
Alla fine, tutti i torti vengono perdonati, viene ristabilito un ordine che non procede secondo le dinamiche
tipiche della tragedia (es: è molto diverso dal ristabilirsi dell’ordine nel titus andronicus). Nella tempesta non c’è
una fine tragica, nessuno muore e tutti ritornano al posto che gli spetta.
Parallelismo fra Shakespeare e Prospero: Prospero è un drammaturgo ed un mago, utilizza la magia bianca,
nonostante ammetterà poi di essersi servito della sua magia per compiere atti scorretti (come scoperchiare le
tombe nei cimiteri).
Tutti i protagonisti della tempesta sono italiani, tranne Sycorax, madre di Calibano e strega che utilizza la magia
nera.
Continuo oscillare tra realtà e illusione, l’illusione rappresenta il teatro. La tempesta viene rappresentata nei
teatri al chiuso, con una scenografia più complessa rispetto alle opere precedenti. La tempesta è un’illusione
creata da prospero e tutto il dramma è un’illusione. Questo permette a Shakespeare di rispettare le tre unità
aristoteliche di tempo, luogo e azione.
La tempesta stessa è allegoria di un disordine, ma ha anche una funzione rigeneratrice, ripulisce attraverso un
percorso di consapevolezza le coscienze dei personaggi che infine si pentono.
Prospero abiura la magia (come Shakespeare abbandona in tarda età l’arte drammatica), getta via tutto,
sprofonda verso il centro della terra e con lui il suo libro (come se si fermasse un passo prima di Faustus, che
invece si fa sopraffare). Utilizzo della magia nera, citazione ad Ovidio (episodio di Medea che utilizza la magia per
allungare la vita al padre di Giasone, Shakespeare copia da Ovidio la descrizione dei processi magici).
La tempesta è una parabola sull’arte della politica, è forse l’opera più aristotelica di Shakespeare, il fratello di
Prospero ha usurpato il suo ducato, poi Sebastiano e Antonio cercano di spodestare Alonso per diventare re di
Napoli.
Prospero guida le vicende non solo attraverso la magia ma anche attraverso la conoscenza e il linguaggio -> il
controllo e il potere non si raggiungono solo attraverso la forza, ma anche attraverso la cultura nelle sue diverse
manifestazioni.
L’opera è ampiamente influenzata dagli ideali coloniali molto presenti nell’Inghilterra dell’epoca (racconti di
viaggio, isole). Giacomo I Stuart era molto interessato alla magia -> rapporto fra natura e cultura.

Nell’opera vengono presentate diverse forme di potere:


- Potere politico
- Potere dei colonizzatori sugli schiavi: Prospero che arriva e prende il potere sull’isola (matrimonio
impossibile fra Calibano e Miranda)
- Potere patriarcale: Prospero controlla sua figlia Miranda attraverso la magia e l’educazione, le manipola
i ricordi e le dice cosa deve fare e chi deve essere, fa si che rimanga vergine. Non ci sono figure materne
nella Tempesta. prospero controlla sua figlia miranda come un re può controllare i suoi sudditi. Miranda
cresce come merce di scambio, Prospero esclude totalmente sua figlia dalle tentazioni del mondo
esterno.
- Il potere della cultura: Prospero detiene la conoscenza, è un drammaturgo capace di creare l’illusione
teatrale, la quale può cambiare e influenzare la visione della realtà, affermazione tipicamente
seicentesca.

5/4/22
Calibano è il primo selvaggio che in un’opera teatrale ha la facoltà di esprimere ciò che pensa, anche se alla fine
non è in grado di essere re di sé stesso, simbolo degli “schiavi per natura” -> rapporto fra natura e cultura
(letteratura, linguaggio e magia). Il personaggio di Calibano è profondamente vincolato alla natura, la quale
necessita di essere addomesticata. Calibano inizialmente tenta di violentare Miranda perché non riesce a
resistere agli istinti -> si pone la problematica della facoltà della cultura di domare la natura. Non c’è risposta a
questo quesito. Il personaggio di Calibano si presta anche alla lettura psicanalitica del testo.
Calibano racchiude su di sé tutta una serie di aspetti negativi, agli occhi di Prospero è mostruoso, è una figura
metà uomo e metà pesce, lo definisce “villain” e figlio del demonio e di una strega, il suo corpo è deforme. Il
rapporto tra i due richiama quello instaurato tra i colonizzatori e le popolazioni a loro sottomesse, riproposto
anche in Orookono di Aphra Behn.
Prospero deve trattare in maniera gentile Calibano perché deve servirsi di lui: l’indigeno conosce la geografia
dell’isola e svolge i lavori di fatica, stessi lavori di fatica che dovrà compiere Ferdinand.
Calibano ha svelato a Prospero i segreti dell’isola, gli dice dove si trovano i frutti e le diverse prelibatezze, l’acqua
dolce, i luoghi fertili e per questo si maledice.
Calibano bestemmia -> utilizza la lingua inglese, perché la conoscenza della lingua che a lui è stata insegnata non
gli permette di accedere al livello di cultura di Prospero -> maledice Prospero e Miranda, facendo invocazioni
anche ai riti di stregoneria ai quali sua madre partecipa.
Calibano è perennemente soggetto a tormenti e dolori causati da Ariel, per mantenerlo buono e docile; all’inizio
era re di sé stesso poi diventa l’unico suddito di Prospero, che l’ha reso schiavo. Quest’ultimo sostiene che solo
la frusta può domare lo schiavo -> fallimento della cultura su Calibano.
Anche Miranda è inorridita da Calibano, gli ha insegnato il linguaggio in modo che i suoi pensieri potessero
prendere forma, ma essendo un barbaro porta con sé l’idea di non saper parlare la lingua dei colonizzatori,
balbetta, è poco chiaro. La sua natura è talmente vile e brutale che non è possibile insegnargli a parlare, è stato
meritatamente confinato nella roccia anche se meriterebbe molto di più.
L’unico matrimonio legittimo è quello fra Ferdinando e Miranda. Lei rimane esterrefatta alla sua vista,
nonostante egli sia un po’ imbruttito dal dolore di aver perso il suo equipaggio, tanto da pensare che sia uno
spirito o un frutto della magia del padre.
La prima cosa che Ferdinando nota è che Miranda parla il suo stesso linguaggio e specifica di essere il migliore a
parlarla, afferma infatti di essere un principe e che avrebbe potuto rendere Miranda regina di Napoli, dopo
esserci accertato della sua verginità.
Inizialmente Ferdinando è trattato come Calibano da Prospero, perché se concedesse sua figlia troppo
velocemente essa perderebbe valore. Prospero cerca di tenere quindi i due separati, tratta Ferdinando come
uno schiavo e gli impone di compiere fatiche in modo che si stanchi e plachi i suoi istinti nei confronti di
Miranda.
Alla fine, Prospero concede sua figlia.

II ATTO
Stefano e Trinculo sono personaggi appartenenti al più basso strato della società, sono dei giullari,
rappresentano la voce popolare devono fare ridere imitando i conflitti e le aspirazioni delle classi sociali più alte.
Per loro due, Calibano rappresenta una forma di ricchezza in quanto essendo un rappresentante del nuovo
mondo è una rarità, può essere utile ai loro spettacoli
Sotto l’effetto della magia di Prospero, i due buffoni approdano separati sull’isola, durante il temporale. Calibano
era coperto dal suo mantello quando Trinculo lo nota, si rende conto che si tratta di un indigeno (un mostro
dell’isola) e si chiede dove ha imparato il suo linguaggio. Calibano pensa di essere tormentato dagli spiriti.
Trinculo pensa di poter addomesticare l’indigeno tanto da poter portarlo a Napoli e renderlo un presente per i
signori per i quali si esibisce; se gli altri lo trattano come schiavo, per lui calibano è una ricchezza.
Stefano e Trinculo fanno ubriacare Calibano. Se nel primo atto ha rivendicato la sua autonomia ora si sottomette
ad un altro padrone perché incapace di fatto di agire da solo. Promette a Stefano e Trinculo di sottomettersi a
loro e di svelare anche a loro i segreti dell’isola, prendendo Trinculo come il suo nuovo Dio. Calibano chiede però
a Trinculo di uccidere Prospero, di togliergli la magia che gli permette di esercitare il suo potere sui sudditi,
perciò, di bruciare i suoi libri.
Alla fine, Prospero non uccide i malvagi, non si vendica ma vuole che essi capiscano i loro errori. La tempesta è
l’opera della riconciliazione e l’isola porta con sé un’allegoria purgatoriale.
Stefano e Trinculo vanno nella grotta di Prospero con l’intenzione di ucciderlo, trovano dei suoi vestiti e li
indossano ma sono ridicoli, risultano penosi, come ad indicare che le classi sociali basse anche se indossano i
social markers dei nobili non possono elevarsi.
Stefano e Trinculo guardano Prospero, Miranda, Sebastiano, Antonio e Alonso che si sono tutti riconciliati. Dal
basso guardano la nobiltà e non possono non ammettere la loro bellezza, in quanto la nobiltà è baciata dal
diritto divino
La tempesta si chiude con una sorta di autoreferenzialità da parte di prospero, che può essere simbolo di diverse
forme di potere.

6/4/22
Il sonetto inglese genere che contribuisce a costruire l’identità del gentleman, obiettivo degli uomini di corte che
vivono con la regina Elisabetta. Come modello gli inglesi prendono la poesia cortese e Petrarca (canzoniere e
trionfi), specialmente per quanto riguarda i contenuti.
Il sonetto arriva in Inghilterra durante il regno elisabettiano, dunque i temi fanno riferimento alla
rappresentazione sublimata della donna, non dotata di materialità ma sotto forma di creatura celeste.
L’esaltazione di Laura è paragonabile all’esaltazione della figura della regina, donna irraggiungibile che
rappresenta il potere temporale e spirituale.
Struttura del sonetto petrarchesco: un’ottava e una sestina (due quartine e due terzine). Nelle prime due
quartine c’è la presentazione del problema, la svolta avviene nelle terzine dove si trova il recupero o la
consolazione. L’amore nei sonetti non comprende il coinvolgimento della donna al quale è dedicato.
Il sonetto inglese è caratterizzato dal pentametro giambico, che corrisponde a dieci sillabe (cinque piedi), i poeti
sviluppano il sonetto italiano secondo le necessità della lingua inglese. È formato da tre quartine e un distico, nel
quale avviene una rivelazione che chiude la poesia.
I Poeti del sonetto:
- Sir Thomas Wyatt: il primo a tradurre i sonetti di Petrarca, scrive anche sonetti di suo pugno. Opera alla
corte di Edoardo VI
- Henry Howard: contemporaneo di Wyatt, contribuisce a consolidare la forma del sonetto inglese
Questi sonetti non circolavano nel popolo, che spesso preferiva andare a teatro, ma rappresentano un genere
elitario. Infatti, i sonetti non erano pubblicati da soli da un solo autore ma in grandi raccolte di sonetti che
avevano come pubblico le corti (Tottel’s miscellany, Tottel è lo stampatore).
Gli stampatori hanno un ruolo importante nella circolazione dei testi scritti, decidono e intervengono nella
realizzazione del testo finale, ne sono curatori

Poeti del sonetto elisabettiano:


- Sir Philip Sidney, Astrophil and Stella, raccolta di sonetti dedicata alla donna che ama ma che non
sposerà mai, il poeta parla ad una donna viva, dimensione drammatica, quasi teatrale.
- Samuel Daniel, Delia
- Edmund Spencer, Amoretti, raccolta di sonetti per un pubblico elitario, nobile. Spencer è il poeta di
corte

Il sonetto shakespeariano:
Rispetto a questi poeti i sonetti di Shakespeare arrivano tardi (1609), ci si trova già nel regno di Giacomo I Stuart,
quando la poesia è in declino. Shakespeare fa il suo esordio con due poemetti, ma poi si ferma e produce solo
testi teatrali anche per rispondere alla richiesta del popolo elisabettiano, nel periodo della classe mercantile in
ascesa, un genere elitario che celebra la nobiltà cade in disuso.
Molti sonetti di Shakespeare sono stati scritti nel periodo coevo all’uscita delle opere teatrali, molti passaggi
infatti le riprendono.
I sonetti di Shakespeare vengono pubblicati nel 1609, anno in cui i teatri erano chiusi (chiudevano spesso a causa
della pericolosità della zona della città in cui si trovavano ma anche per il frequente presentarsi di epidemie). La
pubblicazione di questa raccolta è anche una mossa economica, in quanto quando uscirono i primi due poemetti
di Shakespeare riscossero tanto successo (non tanto per le sue opere teatrali, perché quelle appartenevano alla
compagnia)
Questi sonetti differiscono da quelli precedenti, la raccolta non si riferisce a una figura femminile precisa come
quelle degli autori precedenti, il titolo è semplicemente Shakespeare’s sonnets.
I sonetti shakespeariani sono 154, la critica ha stabilito che una parte di essi siano quelli dedicati al fair youth, un
giovane uomo di bell’aspetto cosa insolita dato che solitamente i sonetti erano dedicati a donne. Un’altra parte
di sonetti è dedicata ad una dark lady, anch’essa soggetto insolito, misterioso.
Né il giovane né la donna hanno un’identità precisa, non hanno nome ma sono elogiati dal poeta.
L’ultima parte di sonetti è dedicata alle capacità umane di curare le malattie d’amore, la raccolta si chiude infatti
col lamento degli innamorati.
 Fair youth, giovane meraviglioso, elegante, ricco e nobile. Il poeta elenca le sue qualità e lo invita a
procreare, per diffondere le sue caratteristiche esemplari e contribuire alla creazione di una progenie
perfetta, cosa che sarebbe anche necessaria a non sprecare la sua bellezza, perché solo attraverso la
creazione di figli potrà garantirsi l’eternità.
Fino al diciassettesimo sonetto si parla della necessità di figli (metodo naturale) per ottenere l’eternità,
ma dal diciottesimo sonetto in poi ci si rende conto che la progenie non basta più, sono l’arte, la poesia
e la scrittura a rendere eterna la giovinezza.
Tema centrale dello scorrere del tempo.
È descritto l’amore fra uomini, non concepiti all’epoca come omosessualità. Shakespeare conosce bene i saggi di
Montaigne, che celebra l’amore fra due uomini. L’accento su questa potenziale omosessualità è posto nella
seconda metà dell’Ottocento da Oscar Wilde, che sottolinea la dedica dei sonetti di Shakespeare a un certo W.H.,
dall’identità ignota e scrive un racconto su questa figura, individuando nella sigla un giovane attore dell’epoca
che ricopriva ruoli femminili. Inoltre, in molte opere di Shakespeare sono descritte amicizie dalla natura
ambigua, tra cui il rapporto tra Antonio, mercante e Bassanio, giovane libertino veneziano che sfrutta i
sentimenti di Antonio a suo favore nel Mercante di Venezia.
Shakespeare comunque sta attento a non fare allusioni chiare all’omosessualità in quanto era condannata (fra le
accuse che hanno portato Christopher Marlowe all’esecuzione c’è quella di sodomia).

La dedica dei sonetti è ambigua, “inspirer” può significare sia ispiratore che procacciatore. Esistono diverse
ipotesi: potrebbe essere il duca di Southampton, a cui Shakespeare aveva già dedicato i precedenti poemetti
oppure il duca di Pembrooke (entrambi i loro nomi senza titolo nobiliare hanno come iniziali le lettere W.H.), si
sa che entrambi gli uomini erano molto belli e ricchi, il duca di Pembroke era anche conosciuto per essere un
gran seduttore, aveva anche messo incinta una dama della regina Elisabetta e c’è chi ha attribuito proprio a
questa donna la figura della Dark Lady.

 Dark lady, donna che non rispetta i canoni di bellezza della fair lady (dai colori chiari).
Anche la sua identità è ignota, potrebbe essere Mary Fitton, la donna sedotta e abbandonata dal duca di
Pembroke, oppure Emilia Lanier, amica di Shakespeare dalle origini italiane, si dice avesse gli occhi e i capelli
scuri, oppure ancora Lucy Negro (le persone nere venivano registrate negli archivi della chiesa con cognomi che
facevano riferimento alla loro etnia). Lucy era una donna che gravitava intorno alla corte della regina ma poi non
si sa come sia finita ad aprire un bordello in una zona malfamata di Londra. In più nel mercante di Venezia si
parla di un uomo che mette incinta una donna nera che lavora in un bordello.
L’ultima ipotesi invece è quella meno quotata, che dice che la dark lady sia Jane Davenant, madre di William
Davenant che dirà di essere figlio di Shakespeare.

Sonnet 2 -> tema dello scorrere del tempo visto come una guerra, che rovinerà la bellezza del giovane. Presenti
il lessico della sfera militare e della sfera economica, rimandando a cose effettive e concrete, riferimenti che
contribuiscono a identificare il fair youth e la dark lady come personaggi realmente esistiti. C’è una vera e
propria ossessione nei confronti della bellezza di questo giovane, che deve essere portata avanti, insieme alla
casata e alla ricchezza, da un figlio che erediterà tutto e lo renderà immortale.

Sonnet 18 -> le prime due quartine rappresentano la natura e le sue leggi; invece, dal verso 9 al 14 c’è il
controargomento, introduzione del blocco che tratta l’estate come entità simbolica e trascendente. La bellezza è
simbolo della bellezza del giovane
Sonetto che segna il passaggio fra il suggerimento del poeta al fair youth di fare figli per trasmettere loro le sue
virtù e l’importanza che ha la poesia in quanto strumento fondamentale per garantire eterna bellezza al giovane.

11/4/22
Sonnet 127 -> primo dei sonetti dedicato alla dark lady, serie di sonetti complessi specialmente nel linguaggio
che spesso ha una duplice valenza (es: l’aggettivo fair che significa bello ma anche biondo).
I primi quattro versi sono dedicati alla polemica di Shakespeare contro la bellezza contraffatta, l’uso eccessivo di
trucco e parrucche (spesso create coi capelli di donne morte) utilizzate dalle donne non nate belle/bionde per
sembrare ciò che non sono.
Shakespeare difende la bellezza della sua amata, la quale non rientra nei canoni di bellezza tradizionale in
quanto ha i capelli e gli occhi scuri, “oggi è il nero il colore della bellezza”, meglio innamorarsi di una donna non
bellissima ma naturale.
Un’altra interpretazione è quella della critica che Shakespeare muove verso l’arte, la quale ha costruito dei
canoni di bellezza irreali.
Sonnet 130 -> Sonetto dallo stile comico, si prende in giro la bellezza cantata dagli stilnovisti. La poesia e l’arte
hanno creato una realtà che può esistere solo in un mondo ideale, la realtà non è perfetta -> parodia dell’amore
cortese, delle poesie dello stilnovo, del blasone.
In questo sonetto si screditano tutte le analogie create da Petrarca per esaltare la donna amata e rivela come il
linguaggio petrarchesco sia un linguaggio iperbolico e irreale. Shakespeare parla di una donna che è l’opposto
della Laura di Petrarca, che non ha niente di ciò che dovrebbe avere la donna ideale (come Cecco Angiolieri e
Rustico Filippi).

LA POESIA METAFISICA
Utilizzare il linguaggio per creare corrispondenze inaspettate, unire l’intelletto (wit, arguzia, capacità di
manipolare l’ingegno) e le sensazioni. Esperienza intellettuale capace di sollevare sentimenti concreti, talvolta
erotici.
I poeti metafisici erano un gruppo di poeti del XVII secolo che perseguivano la complessità intellettuale e la
concentrazione che è esemplare nel lavoro di John Donne, il principale rappresentante del gruppo. Altri poeti
includono Henry Vaughan, Andrew Marvell, John Cleveland, Abraham Cowley, così come, George Herbert e
Richard Crashaw.
Il loro lavoro è una combinazione di emozione e intensità intellettuale, caratterizzata da presunzione o "arguzia",
cioè dall'inaspettata, a volte violenta, connessione tra idee o immagini apparentemente non correlate.
La poesia metafisica è meno interessata ad esprimere il sentimento che ad analizzarlo, con il poeta che esplora la
sua coscienza. L'audacia dei dispositivi letterari utilizzati, in particolare l'obliquità, l'ironia e il paradosso, sono
spesso rafforzati da una vivida immediatezza del linguaggio e dai ritmi derivati da quello del discorso vivente.
Linguaggio: Capaci di manipolare il genio, come gli university wits che vanno oltre le grammar school, essi
uniscono il pensiero alle sensazioni. Creano una poesia filosofica ma concreta, volta a dare il senso della
sensazione. Imperativi, domande, metafore, linguaggio e immagini colloquiali, iperboli.
Tematiche: Gli amanti uniti come due microcosmi, amore spirituale e fisico, nuova rappresentazione della
donna, nuova politica del desiderio, mera ricerca del mero piacere, concezione neoplatonica dell’amore.

JOHN DONNE
È cattolico d’origine, dunque escluso da alcuni vantaggi nella società inglese come quello di potersi laureare.
Studia giurisprudenza, frequenta a Oxford e a Cambridge i corsi universitari. È imparentato con Tommaso Moro,
proviene da una famiglia molto colta, ha un grande talento. Si converte alla Church of England, gli piace la vita di
corte, gli ambienti dove ci si può dedicare all’arte e alla poesia. I suoi componimenti poetici saranno pubblicati
postumi perché secondo lui un manoscritto nobile non può abbassarsi ad essere reperibile e leggibile da tutti.
Inizia a viaggiare molto, così nascono le corrispondenze con immagini legate alle nuove scoperte geografiche,
viene assunto da un nobile come segretario ma si innamora della figlia del cognato e la sposa segretamente
creando un disastro, il padre di lei desiderava un matrimonio più altolocato. Così cade in povertà, viene
imprigionato finché inizia a occuparsi di testi religiosi, viene notato da Giacomo I Stuart che lo proclama teologo
di corto. E quasi ridicolo: vede nella religione il piacere dell’estasi, trasgressivo e piacevole.

La poesia di Donne circolava quasi esclusivamente in manoscritti tra circoli privati di amici e mecenati.
Donne non aveva alcun interesse a rendere le sue poesie generalmente disponibili e disprezzò l'idea di
stamparle, in quanto lo considerava al di sotto della sua dignità di gentiluomo ed ecclesiastico. Non voleva
essere pensato principalmente come un poeta, o come un autore che scrive per soldi.
La preferenza di Donne per la pubblicazione delle sue poesie in manoscritto rende anche particolarmente
difficile datarle con precisione. Le sue Satire ed Elegie risalgono probabilmente al suo periodo al Lincoln’s Inn nel
1590, così come alcune delle sue poesie d'amore. Molti dei suoi Santi sonetti, e forse la sua poesia d'amore,
furono probabilmente scritti dal momento del suo matrimonio nel 1601 fino alla sua ordinazione nel 1615.
I paradossi mondani e le concezioni potenzialmente blasfeme di molte delle poesie devozionali di Donne forse
non si riconciliano facilmente con l'identità pubblica di Donne come sacerdote anglicano sobrio dopo il 1615

Si rifà alle elegie d’amore latine che hanno celebrato un amore carnale, non platonico (come Marlowe), come
Ovidio, Properzio e Tibullo. Si distacca dal linguaggio precedente troppo filosofico, complicato da interpretare,
inoltre Donne presenta una donna partecipe dell’esperienza amorosa, ha diritto ad essere agente. Usa un
linguaggio ricercato ma è in grado di rendere l’elemento concreto e comprensibile attraverso anche l’uso di un
registro colloquiale.
svolta nella caratterizzazione della donna amata ritratto di una donna che ha pari diritti degli uomini, dotata di
una fisicità concreta e capace di provare potere sessuale.
Per creare analogie e corrispondenze si usano vocaboli provenienti dal nuovo linguaggio scientifico, anatomico,
botanico e proveniente dal nuovo mondo -> linguaggio ricercato che però è capace di rendere l’elemento
concreto, fisico. A volte nelle poesie di John Donne ci sono delle cadute nel colloquiale, quando i due amanti
sono ritratti insieme in situazioni intime.
John Donne proviene da una famiglia cattolica, che quindi nella società inglese era esclusa da una serie di
vantaggi, tra cui il diritto di potersi laureare (frequenta dei corsi universitari senza mai conseguire il master of
arts).
Decide di convertirsi alla church of england perché ama la vita di corte, dove può dedicarsi all’arte e alla poesia,
non fa però pubblicare i suoi componimenti, che verranno pubblicati postumi -> uno spirito nobile non può
abbassarsi a leggere gli stessi componimenti stampati per il popolo.
Dall’inizio della vita di corte inizia a viaggiare molto e viene assunto come segretario da un nobile, si innamora
poi della figlia del cognato di quest’ultimo, una giovane che sposerà segretamente -> il padre della giovane
condanna questo matrimonio e la coppia cade in povertà.
John Donne inizia a scrivere testi religiosi per sostenersi, viene notato da Giacomo I Stuart che lo rende teologo
di corte.

12/4/22
The good morrow-> sonetto di John Donne, sguardo malizioso, ritratto di una scena comune e intima di una
coppia
The dream -> due amanti si parlano al risveglio riguardo un sogno fatto quella notte.
Cosa facevamo noi prima di conoscerci? Succhiavamo, come il bambino con il latte materno.
Teoria dell’equilibrio degli elementi. Tentativo di elogiare la donna ma anche unire.
Dichiarazione di amore ma anche definizione dell’esperienza amorosa che sopravviverà alla finitudine dell’amore
terreno.
Succhiare, piacere terreno.
Idea del rapporto tra l’io del poeta e il tu, rapporto totalizzante.
Terza strofa: rispecchiamento dell’uno nell’altro, i due emisferi che compongono il cosmo, l’unione dei due
amanti, non platonica ma carnale, che si risvegliano a letto dopo una notte trascorsa insieme. Rispetto alle
poesie precedenti, qui c’è uno sguardo malizioso che tenta di far comprendere la totalità dell’esperienza
amorosa. Dichiarazione del poeta alla donna amata, il buongiorno coincide con la dichiarazione d’amore.

The dreame : Amplesso che inizia nel sogno del poeta che non aspetta più l’amore non corrisposto, lui invita la
compagna a completare quello che lui sta sognando. Alto tasso erotico nello stile della poesia erotica antica,
latina. Occhio voyeuristico del lettore che entra la camera da letto dei due amanti attraverso la figura dell’angelo
(amore puro ma anche profano).

Immagine del poeta che sta dormendo e sognando qualcosa di erotico. Tu mi hai svegliato non per interrompere
il mio sogno ma per continuare ciò che stavo sognando. “È molto meglio non sognare il mio sogno fa continuare
a fare ciò che stavo facendo”. Introduzione della figura dell’angelo, gli angeli non possono conoscere i segreti del
cuore, vedere all’interno del cuore umano, questa era la credenza. Tu, donna, conoscevi i miei pensieri oltre a
quello che possono fare gli angeli, sei intervenuta ma non puoi essere un angelo perché sai troppo, tu sei una
figura carnale. Un eccesso di piacere mi avrebbe svegliato e sarei venuto, io ho scelto di completare il mio
piacere con te. Tu sei ritrosa per paura, così forte quanto l’amore. Come le torce, era usanza tenere accese le
candele per avercele sempre pronte in caso di bisogno, così tu ti comporti con me: mi accendi, mi spegni, mi
stuzzichi poi vai e vieni. Allora non mi resta altro che tornare al mio sogno.

John Donne, maestro teologo alla corte di Giacomo I Stuart, esperto di dottrine religiose ma anche poeta di
poesie amorose sovversive rispetto ai canoni del tempo.

Holy sonnets (Divine Meditation): È qui presentato il John Donne teologo, pensatore, scrittore contradittorio.
Noi proviamo piacere quando dormiamo, allora da te si potrà avere molto più piacere quando moriremo. Presto
i nostri uomini valorosi se ne andranno con te e ci sarà riposo per le loro ossa, sarà una rinascita nella vita
eterna.
Tu, morte, sei schiava del fato, dei sovrani, degli uomini disperati e abitano con te il veleno, la guerra e la
malattia. Le droghe, l’oppio e gli incantesimi ci fanno dormire, sono meglio di te. Ti gonfi d’orgoglio senza
motivo. Passato un breve sonno noi ci risvegliamo per l’eternità. Morte, sei tu che dovrai morire. Conclusione
quasi paradossale.
Poesia che sminuisce il potere della morte e esalta il potere della vita che nasce dopo la morte

Il declino degli stuart


La donna inizia ad invadere lo spazio pubblico, grazie alla riforma della church of england che permette la
diffusione delle sette religiose che danno ampio spazio alle donne che fanno sermoni pubblici, richieste al
parlamento ecc -> anni di profonda transizione
Le donne iniziano a scrivere, possono però trattare solo alcuni generi, in quanto ritenute incapaci per natura di
utilizzare la retorica e la logica, quindi tenute fuori dalla scena pubblica.
Giacomo I Stuart, successore di Elisabetta, muore nel 1625, lasciando una corte corrotta e piena di debiti che ha
contribuito a creare una spaccatura all’interno del parlamento -> si divide ora in royalists (sostenitori della
monarchia assoluta) e i protestanti, che guardano agli stuart con occhio critico e hanno paura che la monarchia
diventi un assolutismo.
Quando sale al trono Charles I, figlio di Giacomo, i puritani trovano molti sostenitori
 1642, scoppia la guerra civile
momento di grande violenza, contesto violento e irrazionale (ritroviamo molti riferimenti nel Paradise Lost di
Milton, specialmente nella scena della grande battaglia fra la schiera di Satana e quella di Dio)

1649 -> il re viene pubblicamente decapitato in piazza, sale al potere Oliver Cromwell e l’Inghilterra diventa una
repubblica
1658 -> finisce la repubblica

13/4/22
JOHN MILTON
Paradise Lost
È un poema epico, la prima edizione esce nel 1667. Milton lo scrive quando è già praticamente cieco e lo detta
ad un segretario.
Opera divisa in 12 libri e ogni libro è anticipato da un argument, una sintesi che spiega gli argomenti che
verranno trattati.
L’intenzione di Milton è quella di raccontare la storia biblica della caduta dell’uomo dal paradiso terrestre, la
conseguenza al peccato originale (il peccato e la morte sono ciò che caratterizza l’umanità).
Le sue opere e i testi politici hanno contribuito a fare di lui una figura mitica, diversi autori si sono appropriati
delle sue opere. La sua vita è caratterizzata dalla sua vena politica repubblicana.
Il paradise Lost è scritto nel periodo in cui Milton è gia rassegnato al fallimento della repubblica, delusione che si
delinea nella caratterizzazione del personaggio di Satana, grande eroe tragico del paradise lost.
Milton introduce i vari personaggi nel modo più obiettivo possibile, nonostante sia presente la volontà di Milton
di difendere il libero arbitrio.
Milton è contro ogni forma di tirannia o gerarchia (anche quella episcopale, cosa che critica nella chiesa
anglicana).
Nei primi due libri del paradise lost satana è una figura bellissima, quando viene cacciato dal paradiso non usa il
linguaggio della sconfitta, ma quello della perdita della libertà di chi deve sottostare a un potere assoluto.
Satana ha una grande capacità oratoria e gli angeli caduti fondano un parlamento nel quale ognuno ha
l’opportunità di esprimere la propria opinione (riferimenti alla guerra civile in Inghilterra e al periodo della
repubblica).
Dal terzo libro in avanti Satana perde di consistenza, la lotta per la libertà non ha più lo scopo di riacquistare un
potere perduto ma diventa una grande vendetta contro Dio ->Satana viene a sapere che Dio ha già sostituito gli
angeli perduti creando la terra dove ha posto una creatura perfetta, allora decide di vendicarsi contro l’uomo,
creatura amata da Dio più degli angeli caduti.
III libro-, satana lascia l’inferno e il suo palazzo (il pandemonium) per andare a cercare la terra e vedere l’uomo.
Dio parla con suo figlio dicendo che l’uomo non potrà salvarsi, ma è destinato a cadere in tentazione e lui per
salvarlo invierà suo figlio per salvarlo.
IV libro -inizio della degenerazione estetica di satana che si trasforma in cormorano per osservare Adamo ed Eva,
nota che non hanno conoscenza del bene e del male, decide quindi di apparire in sogno ad Eva per iniziare a
tentarla per colpire Dio. Satana riesce a tentare gli uomini, i quali scoprono il piacere fisico, la vergogna, la morte
e hanno consapevolezza del bene e del male, abbandoneranno il paradiso terrestre per scendere sulla terra e
generare l’umanità
Giungerà il figlio di dio a salvare gli uomini dal loro peccato e sconfiggere la morte

La concezione di Eva all’interno delle sacre scritture è sempre stata quella della grande peccatrice, simbolo della
necessità delle donne di essere controllate e sottostare al volere del marito in quanto disubbidienti per natura.
Nel Paradise Lost invece non abbiamo un’immagine così radicale. Il rapporto fra Adamo ed Eva di Milton non
riflette per niente l’idea di matrimonio che si aveva nel ‘600 ma sono co-partners, non c’è rapporto di
subordinazione finché un angelo non spiega a Adamo che deve sottomettere Eva e non farsi sedurre. Milton è
autore di trattati sul divorzio, è favorevole all’interruzione dei matrimoni male assortiti, scardina l’idea di
famiglia totalmente patriarcale.

20/4/22
Anni 70, parecchie studiose iniziano ad interrogarsi sul come mai fra gli autori da studiare nei programmi di studi
umanistici non ci siano autrici donne. Iniziano ad uscire delle tesi di dottorato e delle dissertazioni basate su
lavori di archivio per riportare alla luce opere di autrici donne dimenticate nei secoli.
Fra le prime ad essere scoperte ci sono le autrici dell’età vittoriana 800 per poi andare a ritroso fino a giungere
alle autrici dell’età early modern.
Le donne autrici del passato erano sicuramente provenienti da una classe sociale privilegiata
Ci sono donne traduttrici, poetesse e scrittrici (ad esempio di prefazioni di altri romanzi), poi si cimentano nel
genere del romance.
Mary Sidney Herbert, traduttrice (traduce Petrarca), poetessa e scrittrice che ospita poeti e intellettuali
Elizabeth Tanfield, scrive un closet drama, strutturato come un playtext teatrale ma pensato solo per la lettura,
non per la vera e propria messa in scena in un teatro pubblico, tragedia sulla seconda moglie di erode.
Lady Mary Wroth, insieme di sonetti e canzoni prevalentemente indirizzati ad un amante uomo
Isabella Whitney, facente parte della middle class, scrive e pubblica poesie per guadagnare, a differenza delle
donne aristocratiche che lo fanno per piacere (infatti molti testi rimangono in forma manoscritta, non sono
dedicati all’essere pubblicati)
Margaret Cavendish, scrittrice eclettica, ampiamente criticata, ha prodotto tanti testi di tanti generi diversi e
viene criticata per questo in quanto risulta disordinata. Non nasce nobile ma sposa un duca e acquisisce il titolo
nobiliare, la sua vita è ampiamente legata al destino della famiglia Stuart e li segue durante il loro esilio in
Francia, la cavendish è profondamente royalist, sostiene la monarchia assoluta e i privilegi di classe. Una delle
prime donne che scrive un’utopia femminile che pubblica nel 1666 sempre legata al nome del marito. Utopia
opposta a quella di Tommaso Moro perché sostiene la monarchia assoluta ed è totalmente femminile.
È una delle prime donne a scrivere un’autobiografia che ha come scopo quello di renderle giustizia nei secoli
futuri che potranno apprezzarla di più dei tempi in cui vive.
APHRA BEHN (1640-1689)
Grande drammaturga, scrive molto per il teatro ed è legata agli Stuart. Riesce a mantenersi scrivendo.
Vita Sackeville-West, amante di Virginia Woolf scrive la sua autobiografia, sottolineando che il fatto che Behn
scrivesse fosse ancora più importante di cosa scrivesse in quanto la prima donna a riuscirsi a guadagnare da
vivere con la cultura. Anche la stessa Woolf parla di lei ricordandola per gli stessi meriti.
Ci sono dettagli incerti sulla sua vita, il suo nome di battesimo è Aphra Johnson, sposa un olandese (o tedesco) e
rimane vedova dopo molto poco ma mantiene il cognome del marito. Seguono molti problemi economici e inizia
a scrivere per il teatro per guadagnarsi da vivere. Ciò ovviamente faceva si che non fosse ben vista (doppia
visione di musa e prostituta, donna che parla in pubblico) si dicono molte cose di lei, anche che sia andata in
carcere e abbia lavorato come spia per il re Carlo II durante il periodo del conflitto con l’Olanda per il suriname.
Muore nel 1689 subito dopo aver pubblicato Oronooko, nel momento del totale declino degli stuart.
Scrive moltissime commedie per il teatro, le quali prendono anche in giro diverse istituzioni culturali e spesso
alla base della società patriarcale, come il matrimonio combinato.
Traduce anche dei testi scientifico filosofici, nella traduzione di Entretien sur la plurarité des mondes scrive una
prefazione spiegando di voler utilizzare un linguaggio tale che anche le donne potessero capire materie così
complicate.

OROONOKO
Pubblicato nel 1688
La prosa è un metodo di empowerment
Già dall’inizio dice che spera la sua penna sia degna di narrare la storia, consapevole della potenza della scrittura.
In questa opera si incrociano diversi generi letterari, il teatro, i trattati scientifici, il testo di viaggio e il romance. I
personaggi fanno tutti parti della classe sociale della nobiltà.
Il testo ci informa sulla realtà coloniale, sulla tratta degli schiavi e sulle condizioni di vita degli schiavi. Una parte
del racconto si svolge proprio in Africa.
La caratterizzazione dei personaggi:

26/4/22
Oroonoko è un principe africano si innamora di una bellissima donna chiamata Imoinda ma suo nonno, il re
vuole la donna come sua concubina e la vende poi come schiava.
Oroonoko inizia a commerciare schiavi con le navi europee, viene invitato all’interno di una nave inglese dove
con l’inganno gli viene offerto da bere per distrarlo e viene subito incatenato e venduto come schiavo insieme a
un gruppo di compagni africani. Questo gruppo di schiavi sbarca nel Suriname, dove Orono0oko incontra la
narratrice e una bellissima schiava talmente riservata e continente che allontana qualsiasi pensiero libidinoso ->
Imoinda, esempio di perfetta virtù.
Oroonoko e Imoinda in condizione di schiavitù riescono finalmente ad unirsi e sembra ci possa essere un lieto
fine in un nuovo mondo.
Imoinda rimane incinta e Oroonoko vuole che suo figlio sia figlio di un principe, non di schiavi. Tenta perciò di
comprare la sua libertà e poi organizza una rivolta che fallisce, viene catturato, torturato e rilasciato, scopre di
non avere potere nel sistema della schiavitù.
Oroonoko decide di uccidere Imoinda incinta e poi tentare di uccidere il governatore ma fallisce di nuovo, viene
catturato e condannato a morte. Il suo corpo viene poi smembrato.

True history narrata dall’occhio di colei che ha visto ciò che è successo, c’è il principio di verosimiglianza, alla
base del romanzo.
La storia viene ambientata nel 1667 circa, quando il Suriname era ancora una colonia inglese. Nel Suriname ci
sono gli schiavi e i nativi colonizzati dagli inglesi.

Romance – tentativo di teorizzare le prime forme di scrittura in prosa, genere che ritrae le avventure che
ritraggono personaggi appartenenti al ceto elevato. C’è una profonda interconnessione con il teatro. Aphra Behn
conosce benissimo la caratterizzazione teatrale dei personaggi, fa leva sul potere della vista, il protagonista è
come se fosse sempre in mezzo ad un pubblico ed è ritratto sempre a 360 gradi.
All’interno del testo ci sono personaggi realmente esistiti, come il governatore del Suriname Lord Willoby e altri
colonizzatori, ci sono anche molti avvenimenti direttamente connessi alla realtà. Behn si ispira ai testi di viaggio.
Behn cerca sempre di trattare argomenti che possono interessare e stimolare i suoi lettori perché scrive per
guadagnarsi da vivere.

Temi importanti
- Trasformazione delle forme narrative, evoluzione del genere letterario verso il romanzo
- Importanza e dialogo coi testi di viaggio che rendono Oroonoko un testo puramente coloniale
- Donne che rivendicano il loro ruolo nella scena pubblica e letteraria, Oroonoko permette ad una
scrittrice donna di lasciare traccia di sé

Il pragmatismo degli inglesi – trattano così gli schiavi perché gli sono utili -> denuncia da parte della Behn che,
nonostante ciò, è allineata all’ideologia coloniale.
II parte del testo – villaggio del Suriname, Oroonoko circondato da donne aristocratiche, ad un certo punto
incontrano un gruppo di nativi.
La scrittura di Aphra Behn è profondamente sensuale. Descrizione delle scene di nudo.

Descrizione di Oroonoko: una donna posa lo sguardo sull’aspetto fisico dello schiavo (di bellissimo aspetto,
principe nero dai tratti regali), rappresenta la bellezza e la sacralità della body politic che rappresenta, quella
della monarchia. Il personaggio però risulta europeizzato, la sua native beauty è legata alla nobiltà, non alla
razza, ha imparato il francese è cresciuto come se fosse stato educato in una corte europea.

27/4/22
Oroonoko è un black character completamente calato nella visione della cultura e del linguaggio delle
aristocrazie europee, è la personificazione dell’ideale del nobile.
La Behn usa Oroonoko per denunciare la decapitazione di carlo I stuart, lei sostiene la monarchia assoluta.
Oroonoko sta sempre quasi esclusivamente con le donne della piantagione, come un passatempo.
Fisicamente è perfetto e l’autrice lo compara agli altri africani, descrivendolo superiore a causa del suo rango, il
termine “race” infatti acquisisce diverse valenze, non necessariamente legate al concetto di razza, ma spesso a
quello di rango o lignaggio.
Il naso di Oroonoko non è piatto come quello degli africani solitamente, ma all’insù come un romano, perché lui
non ha i tratti della sua patria ma della sua classe sociale.
Oroonoko si mantiene perfetto e bellissimo quando si contrappone all’ideologia della schiavitù, quando
organizza la rivolta il suo corpo diventa sempre più brutto e inizia ad emanare puzza, odore di terra. Il corpo di
Oroonoko è infine smembrato, diventa quindi simbolo di ciò che accadrà di lì a poco alla monarchia Stuart, il
corpo della monarchia
Imoinda- personaggio nero femminile, perfettamente incasellata nel sistema patriarcale che soccombe a quello
coloniale della schiavitù. Il corpo di Imoinda appartiene ad Oroonoko, contesto che ritornerà al momento della
sua morte. Imoinda per tutto il romanzo non dice una parola

Momento utopico del testo, i due schiavi si incontrano e vanno a vivere insieme =-> idillio paradossale, i due
sono felici in uno stato di schiavitù. L’utopia si interrompe nel momento in cui Imoinda rimane incinta, Oroonoko
si innamora ancora di più di lei ma perché porta in grembo l’erede della sua stirpe reale.

Il compito della scrittura è anche quello di plasmare le identità, collocare tutti in un certo posto in una certa
visione del mondo

Oroonoko organizza una ribellione: valori legati all’aristocrazia, Oroonoko viene sconfitto, Imoinda lascia una
freccia avvelenata al governatore che però viene salvato da una nativa del Suriname che gli succhia via il veleno.

Aphra Behn vuole dipingere tutta l’umanità che vive nelle colonie, ma non è un’abolizionista, denuncia solo un
certo tipo di schiavitù. La Behn non vuole andare contro il sistema coloniale.

Oroonoko decide di uccidere Imoinda per salvare suo figlio dalla schiavitù e la donna dalle brutalità degli uomini
che potrebbero stuprarla e poi ucciderla di una morte vergognosa. Imoinda deve rimanere pura e incarnare fino
alla fine i valori dell’ideal wife. Mentre viene uccisa sorride, accetta in pieno di morire.
Oroonoko così facendo uccide anche l’erede che gli garantirebbe la diffusione del nome. Anche se non ha eredi il
principe africano rimane nella storia grazie alla testimonianza della Behn.

Alla fine, dopo la rivolta, la narratrice scompare, va via da quella zona e inizia la tortura ai danni di Oroonoko,
che viene frustrato e legato. Oroonoko è stoico, impassibile e accetta la sua fine per i valori in cui crede.
Alla fine, viene smembrato il corpo di Oroonoko e la monarchia che esso rappresenta, ciò che è successo anche
con la decapitazione di Carlo I. Tutti i pezzi del suo corpo vengono spediti alle varie piantagioni, come monito e a
ricordo della potenza della schiavitù.
La Behn conclude dicendo che Oroonoko sarebbe stato degno di un destino più positivo e di una penna più abile
della sua, una donna bianca, che narrasse la sua storia

2/5/22
LEZIONE DI RIPASSO
Charles II – le due fazioni del parlamento diventano i wits (mercanti, borghesi ecc) e i thories (antica
aristocrazia), da questa divisione maturano i presupposti per la glorious revolution, una rivoluzione senza
spargimento di sangue, che porta alla cacciata definitiva di Giacomo II Stuart nel 1689. Lascia l’Inghilterra e con
la famiglia si sposta in Francia, Guglielmo d’Orange diventano sovrani di Inghilterra, ma è una monarchia
costituzionale.

Riapertura dei teatri – emergono le figure dell’attrice della drammaturga. Nuova caratterizzazione dei personaggi
femminili, nuova attenzione, nuova sensibilità, tragicità. (es. Otello)

Potrebbero piacerti anche