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LETTERATURA ITALIANA

Molti quadri da fine ‘600 fino addirittura ‘800 ritraggono scene della Gerusalemme Liberata, poema eroico,
oppure scene dell’Aminta, favola pastorale.

Nella 3° ottava proemiana della poesia, ossia “Di soavi licor gli orli del vaso” (che è tra l’altro una
citazione/allusione a Lucrezio) vi è un’evocazione della poesia: il dolce/miele con cui si cosparge la coppa
per far bere al bambino malato la medicina, che per Tasso rappresenta la “verità”.
Da qui, due temi fondamentali tassiani che saranno costanti: l’asprezza della verità e la dolcezza della
poesia.

La storia della letteratura italiana si lega principalmente a 2 città: Firenze (centro nevralgico, da cui abbiamo
Dante, Petrarca, etc) e Ferrara.

L’Italia nel ‘500 non è ancora uno stato ma ci sono tanti potentati: Repubblica di Firenze (di fatto non sarà
repubblica), lo Stato della Chiesa, ma anche città padane (p.e. Ferrara, Mantova e Milano).

Ferrara è il luogo dove Ariosto scrive l’Orlando Furioso. Esso era un poema encomiastico verso gli Este, i
signori di Ferrara.

Il ‘500 Europeo è sconvolto dalla divisione di quello che sembrava un mondo coeso dal lato religioso, si
crea una frattura dalla riforma di Martin Lutero, ma anche dalle riforme di Enrico VIII in Inghilterra. Uno
dei più grandi avvenimenti dell'epoca è il Sacco di Roma nel 1527, col quale Carlo V ordina ai
Lanzichenecchi di invadere la città santa, Roma.
Scoppiano grandi guerre a sfondo religioso, come in Francia fra cattolici e ugonotti. Le Guerre d’Italia
avvengono sul territorio italiano, coinvolgendo gli stessi potentati italiani in conflitto contro forze straniere.
Al contempo, l’Europa è preoccupata dall’invasione dei turchi ottomani (nel 1453 vi fu l’Assedio di
Costantinopoli).
Nel 1559 finiscono le Guerre d’Italia e pochi potentati rimangono, a causa dell'influenza spagnola.

A risposta della preoccupazione data dalla frattura causata dai protestanti, il Papa indice il Concilio di
Trento: nasce la Riforma cattolica (o Controriforma).

Il Concilio di Trento (1545-1563) mette il controllo in mano alla Chiesa cattolica, con la repressione di ogni
eresia (tutto ciò che era nato per rompere l'unità cattolica, come il calvinismo). Si ribadisce il potere del
papa: è egli a decidere cosa è lecito e cosa no; tutto ciò porta ad una attenzione superiore all'esteriorità, si
inneggia al trionfo della Chiesa cattolica sulle altre religioni attraverso opere d'arte.
Viene rafforzato il Tribunale dell'Inquisizione (“Sacra congregazione dell’Inquisizione Romana e
Universale”), che reprime l'eresia attraverso denuncie, processi e vietando/distruggendo molti libri
promotori di culture ritenute eretiche.
Viene regolamentato il matrimonio, effettuando un controllo effettivo (p.e. prima d’allora c’erano persone
che si sposavo più volte); inoltre, esaltazione della Madonna.
Roma diventa un centro di potere, il potere papale che controlla, analizza e reprime.

Tasso, arriva alla corte di Ferrara nel ducato di Alfonso II dove erano calvinisti.

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La città, ancor prima di Tasso, viene conosciuta col il Furioso di Ariosto, un romanzo dove prevalgono le
avventure dei singoli paladini, che sono interessati a inseguire l'amore, i desideri e le loro ambizioni, che
non hanno ben chiaro lo scopo delle guerre di Carlo Magno.

Vi è una continuità tra l’Orlando Innamorato di Boiardo e l’Orlando Furioso (i.e. furioso in amore, la follia
che guida gli uomini). Il poema cavalleresco aveva una cultura dai caratteri laici, il gusto per il romanzesco.
Basato sull'amore, la magia, recuperato da Ariosto che crea un nuovo romanzo cavalleresco, in una cultura
piacevole e edonistica. Ariosto scrive commedie, ed è attore e regista. Da un lato il poema cavalleresco
guarda la tradizione romanza ma anche i poemi antichi.

L'ambiente ferrarese partecipa al dibattito sul "poema eroico", sulla "tragedia" e sulla "favola pastorale".
Al centro del dibattito vi sono: Giovan Battista Giraldi Cinzio e Giovan Battista Nicolucci. La cultura si trova
ad un bivio tra continuare a scrivere i poemi cavallereschi come Ariosto, oppure sperimentare il poema
eroico (nata dalla cultura classica).

Nel 1559 a Ferrara muore Ercole II d'Este, nello stesso anno viene firmato il Trattato di Cateau-Cambrésis
tra la Francia e la Spagna.
Nel 1563 vi è la conclusione del Concilio di Trento: si restringono le possibilità di una cultura che seppe
accogliere i fermenti religiosi del tempo.

Tasso a Ferrara vive in prima persona a quei problemi portati dalla figura di Renata di Francia alla corte.
Scrive dei dialoghi filosofici nei quali descrive il suo arrivo a Ferrara, che gli appare come una città teatrale
in un mondo mitico.
Alfonso II non riuscì ad avere figli: alla sua morte, la Chiesa ingloba la corte.

Tasso è un “peregrino errante” (erranza come i crociati della Liberata).


Nasce a Sorrento nel 1544.
Studiò a Napoli, poi raggiunse il padre Bernardo a Roma, dopo ancora a Urbino dove diventa compagno di
studi del duca Francesco Maria Della Rovere.
La madre e la sorella rimangono a Sorrento, la madre muore e il padre diventa una figura di riferimento
per Tasso, con il quale avrà sempre però dei disguidi in quanto si lamenterà della vita cortigiana.
A Venezia, un primo abbozzo sul poema (il “Gerusalemme”); inoltre, pubblica il “Rinaldo” e fa una
riflessione teorica sulla poesia con i “Discorsi dell’arte poetica”.
Riprende il poema sulla crociata iniziato precedentemente, esso doveva essere verosimile e non inventato
e fantastico, come in questo caso con la crociata (si basa sulla cronaca della vittoria sui Turchi nella
Battaglia di Lepanto nel 1571).

Nel 1572 viene assunto da Alfonso II alla sua corte dove scriverà l’ ”Aminta” (favola pastorale).
Nel ’75 viaggia a Roma; inizia un rapporto stretto coi revisori che non sempre Tasso ascoltava.
Cominciano a manifestarsi problemi a corte, ricomincia Tasso inquieto a girovagare per le corti (come il
padre) cercando un luogo dove lavorare in pace e poter vivere dignitosamente.
Nel 1579 torna a Ferrara e dopo un episodio gravissimo inizia pure ad insultare il duca Alfonso II, è un uomo
instabile, paranoico che si basa sul giudizio altrui. Tasso diventa il poeta malinconico, chiuso in sé stesso e
con manifestazioni d’ira per questo verrà rinchiuso all’Ospedale di Sant’Anna dal 1579 all’1586. Come se
non bastasse, un evento che lo sconvolge particolarmente è la pubblicazione non autorizzata dell'opera
durante la sua carcerazione al manicomio.
Una volta uscito, si sposta poi a Mantova, poi a Roma e Napoli.
Segnato dalle critiche riscrive la Gerusalemme liberata, nel 1593 pubblica la “Gerusalemme Conquistata”;
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tuttavia, tradizione vuole che ci si riferisca di più alla prima edizione e non all’ultima.
Tasso muore nel 1595.

Scrisse un epistolario che dà un ritratto del poeta, un uomo tormentato a cui non vanno riconosciuti i propri
meriti, un poeta che non riesce a farsi accettare dalla società.
Tasso è si chiamerà parlando di sé come il forestiero napoletano, ma la sua tomba è a Sant’Onofrio
(Roma).

L'Aminta 1573
Fa parte della tradizione della favola pastorale; un luogo di felice evasione naturale (via semplice e
sentimenti spontanei) e idealizzazione della vita di corte. L'amore nasce grazie alla pietà (Silvia si innamora
di Aminta dopo la quasi morte di quest'ultimo); Amore e Morte.
(Trama da Wikipedia: Un pastore, Aminta, s'innamora di una ninfa mortale, Silvia, ma non viene ricambiato. Dafne, amica di Silvia,
consiglia ad Aminta di recarsi alla fonte dove si bagna di solito la ninfa. Silvia viene aggredita alla fonte da un satiro che si appresta a
violentarla, quando interviene Aminta che la salva. Ma lei, ingrata, scappa senza ringraziarlo. Aminta trova un velo appartenente a
Silvia sporco di sangue e pensa che sia stata sbranata dai lupi. Addolorato per la presunta morte dell'amata decide di suicidarsi
gettandosi da una rupe. Silvia, che in realtà non è morta, ricevuta la notizia del suicidio di Aminta, presa dal rimorso e resasi conto
di amarlo, si avvicina al corpo piangendo disperata. Ma Aminta è ancora vivo perché un cespuglio ha attutito la caduta e riprende i
sensi, così la vicenda si conclude con il coronamento dell'amore tra i due.)

Gerusalemme liberata
Al centro della storia c'è la Battaglia di Lepanto.
Goffredo di Buglione, personaggio storico veramente esistito, è al centro della Gerusalemme Liberata.
Gli erranti sono i compagni di Goffredo.
(Goffredo guida gli erranti come Alfonso II guida il peregrino errante.)

Il fine è etico e religioso dell’eroismo, il titolo non è più l'eroe ma la città.


Lo stile è eroico non lontano dalla gravità del tragico, né dalla vaghezza del lirico.
Si concede anche al meraviglioso e al soprannaturale, con la necessità della varietas, ma nonostante questo
il proemio prende le distanze dalla narrativa di Ariosto.
Il Furioso è il poema cavalleresco da cui si ispira; se nel Furioso ci si concentra sui personaggi e la ricerca dei
loro desideri (v. sopra), nella Liberata ci si concentra sulla crociata.

La sua opera sarà interpretata della vita di Tasso, il poeta malinconico per eccellenza: Giovan Battista
Manso fu il suo biografo.
Tasso si lamenta in una lettera del suo genio incompreso, del mondo sbagliato e del principe ingrato nei
suoi confronti. Tasso sapeva di essere folle: questo “umor nero” lo riconosce in poeti antichi.
Si afferma l’immagine di un uomo incompreso dalla corte ed innamorato della Principessa d’Este, amore
che però non fu corrisposto; nell’opera, vi sono 2 personaggi sull’amore non corrisposto, ossia Tancredi e
Clorinda, che danno un tocco di sentimentalismo al poema.
Anche il padre è una figura parlante nella sua biografia: è grazie a lui che Tasso diventa un intellettuale;
però Tasso si stacca poi dal padre per dei disguidi.

Tasso intreccia episodi veramente accaduti con elementi romanzeschi, creando una storia verosimile.

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CANTO 1

OTTAVA 1
Le armi sono definite “pietose” perché strumento di un’azione devota e religiosa; aggettivo di marca
virgiliana, fu aspramente criticato dagli accademici della Crusca per la riformulazione del significato in
chiave sacra.

Capitano = Goffredo
Col senno e con la mano = Con l’intelligenza e con la forza
Molto soffrì nel glorioso acquisto = Sopportò tante cose nella conquista di Gerusalemme

in van l’Inferno vi s’oppose--> Dietro l’esercito pagano c’è Satana, mentre dietro i crociati c’è Dio.

Con popolo misto di Asia e Libia, si intende contrapporre l’unità data dei crociati che combattono tutti per
Dio e quello dei pagani, ossia misto e disgregato, quindi portatore di negatività.

ridusse = ricompose

Con l’aggettivo “erranti”, si intende sia lo sbagliare sia il vagare.

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