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TORQUATO TASSO

Nasce a Sorrento, al sud Italia, nel 1544. Da ragazzo si sposta spesso


per seguire il padre che è un uomo di corte, prima a Roma, poi Urbino e
in ne a Venezia dove rimane a ascinato dalle storie sul con itto dei
turchi e decide di provare a scrivere un poema epico sulla prima
crociata perché una era stata una serie di campagne con la quale la
cristianità aveva voluto provare a conquistare la Terra Santa.
Ha solo 15 anni quindi per ora rimani incompiuto anche se poi lo
riprenderà, il poema si chiama GIERUSALEMME. Nel 1560 va a Padova
dove frequenta l’università, inizialmente con diritto poi con la letteratura
e loso a. Successivamente scrive il RINALDO (poema epico
cavalleresco) probabilmente è anche in uenzato dal padre che aveva
pubblicato un romanzo cavalleresco nello stesso periodo. Rinaldo (nel
poema di Boiardo e Tasso) era uno dei più importanti paladini di Carlo
Magno,Tasso decide di concentrarsi sul personaggio.
Poetica e Aristotele: fa una ri essione sull’arte (imitazione della
realtà), fa un analisi delle opere della letteratura greca per
individuare le regole a qui sottostanno l’epica e la tragedia.
Nel 500 le indicazioni date da Aristotele diventano normative, le tre
caratteristiche che Aristotele trova nelle tragedie del suo tempo e che
descrive nella Poetica sono unità di tempo (un unica giornata), luogo e
azione (una sola storia principale, senza personaggi secondari).
Nel Rinaldo, Tasso è fedele all’unità d’azione, è un’opera giovanile e
autobiogra ca perché dietro al personaggio di Rinaldo si vede l’autore.
Nel 1565 fu assunto al servizio del cardinale Luigi d’Este e si trasferì a
Ferrara dove avevano già lavorato e vissuto Boiardo e Ariosto.
Comincia a frequentare la corte degli Estensi, sono anni sereni dove
lavora tanto, è molto apprezzato nella corte, frequenta anche i migliori
intellettuali della città e nel 1572 passa al servizio del duca Alfonso II
dove può dedicarsi alla scrittura perché non ha incarichi precisi, quindi
continua a lavorare al GIERUSALEMME, vi si dedicò dal 1570 al 1575
dove poté leggerlo al duca Alfonso, nel 1575 nisce il suo periodo di
vita tranquilla. Dopo aver concluso il poema, comincia a provare un
senso di inquietudine e insoddisfazione. Porta il suo poema a Roma e
lo sottopone a un gruppo di letterati, fanno una serie di critiche basate
su regole n troppo precise. Torna a Ferrara e decide di farsi interrogare
dall’Inquisizione di Ferra nel 1577 e lo giudica innocente, Tasso lo fa
perché aveva paura di essere troppo poco ortodosso. Nonostante sia
stato assolto, i suoi tormenti non passano e inizia a so rire di mania di
persecuzione è un giorno lancia un coltello a un servo perché pensa di
essere spiato così Alfonso lo fa richiudere in un convento ma lui riuscì a
scappare ed andare a Sorrento dove incontra la sorella (vedi libro).
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Dopo ritorna al Nord e gira diverse corti, nel 1579 torna a Ferra proprio
mentre si celebravano le nozze del duca di Alfonso, non trovando
l’accoglienza che si aspettava, il duca lo fa rinchiudere nell’ospedale di
Sant’Anna. Il duca Gonzaga ottenne che il poeta fosse a dato alla sua
custodia. Rimane per 7 anni nell’ospedale di Sant’Anna dove però può
incontrare persone, studia e scrive lettere.
Durante questo periodo di prigionia escono alcune edizioni del
GIERUSALEMME con il titolo di GIERUSALEMME LIBERATA, il poema
ottiene un ampio successo.
Quando lo scopre si risente molto tra questa disputa, scrive l’Apologia
della GIERUSALEMME liberata dove difende il suo lavoro, dedicandosi
una revisione radicale dell’opera. Questo titolo è stato scelto da coloro
che hanno fatto girare questo poema, quando viene liberato da
Gonzaga non riesce a rimanere per troppo tempo a Mantova e si
trasferisce a Roma e a Napoli nché muore a Roma nel 1595 dopo aver
ripubblicato il suo poema rivisto con il nuovo titolo GIERUSALEMME
CONQUISTATA.

2 parte 15 settembre
TASSO E ARIOSTO
Ariosto molto abile nel destreggiarsi nella vita di corte, vorrebbe
starmene in disparte per fare il poeta, per lui non era l’ambiente ideale
per esprimersi del tutto.
Tasso, l’unico suo orizzonte è la corte, per lui è l’unico luogo in cui può
essere apprezzato, è presente l’unico pubblico che riesce a intendere la
sua poesia. Frequenta anche le Accademia, ma è nella corte che ne
riconosce la funzione essenziale nella promozione della cultura.

EPISTOLARIO: ci sono arrivate moltissime lettere, emerge questa


importanza che ha l’ambiente della corte, luogo morale e culturale, è il
luogo dell’eccellenza culturale, emerge la tormentata e con ittuale
vicenda interiore, l’esperienza è ltrata da moduli letterati del 500.
Emerge la condizione continuo bisogno, il suo attaccamento alla
religione che è sincero ma che è dovuto ha bisogno di conforto, di
trovare delle certezze. Ma ci sono anche lettere dove viene mostrato la
lucidissima coscienza critica.

L’AMINTA (nome del protagonista): è un opera drammatica, destinata a


essere recitata (un testo teatrale), scritto nel 1573 (viene anche messa
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in scena nella forte estense e soprattutto dell’isola del Belvedere sul Po)
e pubblicata nel 1580. È una favola pastorale (ambientata in un mondo
abesco, nel mondo dei pastori a e i protagonisti sono pastori e ninfe,
si vive lontano dalla realtà, dalla storia e dal tempo, dove ci si ama
liberamente, un amore che rende felice), tratta temi seri e sentimentali,
non comici come la commedia, è diversa dalla tragedia per due motivi:
1) i personaggi non raggiungono l’altezza sublime che invece hanno i
personaggi della tragedia.
2) La favola pastorale nisce con un lieto ne invece il nale della
tragedia è una catastrofe.
Nell’Aminta molte azioni vengono raccontate da un personaggio che
entra in scena e riferisce quello che è successo. Non è una commedia
perché in quel periodo è ambientata in un contesto cittadino
contemporaneo realisticamente rappresentato.
TRAMA: prende spunto dal mito di Piramo e Tisbe
Il pastore Aminta ama la ninfa Silvia ma lei ri uta l’amore e si dedica alla
caccia. Dafne, l’amica di Silvia, gli consiglia di recarsi ad una fonte dove
Silvia è solita bagnarsi e dove egli potrà vincere le sue resistenze.
Un satiro sorprende Silvia alla fonte e sta per usarle violenza, ma
Aminta giunge in tempo e la libera. Silvia fugge nel bosco. Poco dopo
viene ritrovato un velo della fanciulla sporco di sangue e si pensa che
sia stata sbranata dai lupi. Aminta si getta da un dirupo. Silvia è viva e
quando viene a sapere che Aminta si è ucciso per il dolore della sua
presunta morte è presa dal rimorso e non contrasta più l’amore che già
germogliato in lei: corre a cercare l’amato e si getta piangendo sul suo
corpo. Aminta non è morto perché la sua caduta era stata attutita da un
cespuglio sporgete dal dirupo: al pianto di Silvia riprende i sensi e la
vicenda si conclude con il loro matrimonio.

Tasso è un autore che riprende molto dagli autori antichi.


Lo scopo di quest’opera è di divertire la corte, infatti dietro ai
personaggi dei pastori si possono intravedere la gura degli uomini
della corte, c’è sicuramente una celebrazione della corte, emerge anche
il suo fastidio nei confronti della corte, i con itti, le invidie, le gelosie,
questo fastidio si manifesta nel desiderio di uscire da quest’ambiente.
A ora una componente edonistica che si collega al clima del
rinascimento ma alla quale si contrappone un senso doloroso di
impossibilità causato dalla consapevolezza di non poter godere dei
piaceri della vita in quell’età dominata dalle norme di comportamento.
Per esprimere questo concetto, nell’Aminta, nell’atto primo, inserisce
un coro (sorta di spettatore ideale, esprime i sentimenti che secondo
l’autore dovrebbe provare il pubblico) di pastori parla ricordando l’età
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dell’Oro (un topos letterario, un luogo comune o situazione nelle diverse
letterature e autori ), ci parla da un’età fuori dal tempo in cui i umi
scorrevano pieni di latte, dagli alberi gocciolava il miele, la terra dava
frutti senza che gli uomini dovessero lavorare, gli animali non
aggredivano gli uomini, ci si poteva amare liberamente, senza sensi di
colpa, senza la paura di peccare, le carezze degli amanti non dovevano
essere nascosti, in seguito è intervenuto il senso dell’onore (i doni
dell’amore bisogna rubarli senza farsi vedere), l’unico luogo in cui l’età
dell’oro è ancora viva è in questo mondo dei pastori.
La regola che vigeva era S’EI PIACE, EI LICE (se ti piace, è giusto).
Tasso da solo colpa all’onore senza toccare la religione.

I DISCORSI DELL’ARTE POETICA


Delineano il poema eroico ideale.
Tasso parte da uno spunto tratto dalla Poetica di Aristotele dove si
a erma la storiogra a tratta delle cose che sono successe, del vero.
La poesia parla del verosimile, delle cose che sarebbero potute
accadere. Il poema epico deve trarre dalla storia, da quello che è
successo davvero, deve riservarsi un margine di nzione.
Le teorie contemporanee assegnano alla poesia compiti morali e
pedagogici, Tasso ritiene valide anche le poetiche edonistiche del
Rinascimento. Per conciliare queste due opposte posizioni, a erma che
il poema eroico può accogliere in se il diletto nalizzato al giovamento.
Nel poema il diletto è assicurato dal meraviglioso, cioè da tutte le
manifestazioni soprannaturali che suscitano lo stupore del pubblico.
Tasso mette in secondo piano il meraviglioso abesco è fantastico del
romanzo cavalleresco e pone in rilievo il meraviglioso Cristiano che
appare verosimile al lettore in quanto fa parte delle verità di fede.
L’opera d’arte è come un bicchiere con una medica amara che un
bambino malato che deve bere, il diletto è come un qualcosa di dolce
che viene sparso sul bordo de bicchiere in modo che il bambino beva.
Respinge il mondo ariostesco, il poema deve essere vario, deve
contenere la realtà più diverse, in un passo famoso dei DISCORSI
paragona il poema al mondo. I concetti devono riguardare le cose più
grandi, le parole devono essere insolite e lontane dall’uso comune, lo
stile deve essere solenne e maestoso, caratterizzato dall’asprezza.

LA GERUSALEMME LIBERATA
La prima stesura è formata da 20 canti e viene chiamata Go redo
(nome del protagonista). Nel 1584 un suo amico, Scipione Gonzaga
appronta una nuova edizione con alcuni tagli, esce anche questa
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edizione che viene più volte stampata per il suo grande successo. La
migliore è quella senza censure. Nel 1593 esce la GIERUSALEMME
CONQUISTATA che secondo Tasso doveva essere il testo de nitivo, i
canti vengono aumentati a 24, in realtà ha un valore inferiore rispetto
alla LIBERATA perché si è adeguata ai principi della controriforma e ai
principi aristotelici. Tasso cerca di dare un’unità d’azione al poema, lui
non può utilizzare un solo ambiente, un solo giorno, sceglie di
ambientare il suo poema intorno a Gerusalemme, cerca di rispettare
queste unità.

Tasso sceglie un argomento storico, l’ultimo anno della prima crociata


(1099) con la conquista da parte dei crociati del Santo Sepolcro.
Permette di utilizzare il sovrannaturale cristiano, la materia storica è
scelta perché il poema deve avere una certa autorità che solo un fatto
davvero accaduto. L’argomento non dev’essere troppo lontano nel
tempo ma neanche troppo vicino perché se no l’autore non può
inventarsi niente, la necessità di una guerra contro i turchi era venuta a
farsi sentire in anni recenti perché i turchi avevano iniziato a frequentare
in modo aggressivo il Mediterraneo orientale. Con la battaglia di
Lepanto , le forze cristiane coalizzate erano riuscite a frenare l’avanzata
dei turchi, questo argomento era ritornato attuale e Tasso pensa anche
che leggendo questa opera i cristiani possano risvegliare le loro
coscienze e combattere i turchi, cacciandoli.
Come modello abbandona Ariosto che lo considera troppo irregolare e
di seguire i modelli dell’antichità classica (Omero con l’Iliade e Virgilio
con l’Eneide). Lo stile deve essere sublime e solenne e l’opera deve
insegnare qualcosa.
Vuole celebrare la maestosità della chiesa e delle sue istituzioni, della
religione e del potere dei principi che discende da quello da Dio. Sono
grandiose le scene con le parate militari, la comparsa del re d’Egitto in
trono. Si vuole avvicinare ai canoni classicisti.
Quella che vuole essere la grandezza dell’opera viene continuamente
messa in discussione perché ci sono anche scene con contenuto
idillico.

BIFRONTISMO SPIRITUALE (Caretti): tutte le contraddizioni sono le


conseguenze di questo BIFRONTISMO (avere due facce), Tasso ha due
facce ma non solo lui ma anche tutto il contesto ne so re, si tratta di un
momento molto delicato, di passaggio dall’età serena del Rinascimento
all’età tormentata della controriforma, da una parte guarda ancora
verso al passato senza riuscire a staccarsene, ma guarda anche al
futuro anche se non riesce a farci l’abitudine.
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Queste contraddizioni sono presenti nelle tematiche, in particolare in 4
argomenti:
- corte, la visione che Tasso ha di questo ambiente
- amore
- guerra (es. TURCHI VS CRISTIANI)
- religione
Nel poema si presenta quel fastidio che si presenta nella vita di corte,
qui si ha una scena in cui lui dimostra ed esprime questa necessità di
allontanarsi dalla vita di corte, come aveva fatto nell’Aminta, importante
è il personaggio di Erminia (principessa pagana, fa parte dei turchi) è
innamorata di un guerriero cristiano, Tancredi, ma lui non lo sa e lui è
innamorato di una guerriera pagana, Clorinda, senza essere ricambiato
anche lui. Erminia vede dalle mura il duello tra Argante e Tandredi ma
viene concluso perché è diventato notte, Erminia per non scendere a
soccorrere Tancredi si mette la veste di Clorinda ma viene accolta da un
gruppo di cristiani e scappa. Si trova in un mondo in una campagna
serena con natura armoniosa dove trova un pastore che elogia la vita
campagnola. Erminia fugge dalla guerra che sanguina tutto il poema.

Tasso rappresenta la corte come parte di un mondo dove ci sono


scontri, violenza.
L’amore, nel poema, appare come edonismo (in alcuni passi).
L’episodio importante è quello di Armida. Lei è una strega che fa
innamorare diversi soldati cristiani che abbandonano il campo è la
seguano, lei li fa prigionieri in un suo palazzo incantato. Lei ad un certo
punto cattura Rinaldo (lo fa diventare suo schiavo). Due compagni di
Rinaldo lo vanno a liberare, ma lo vedono in un giardino dove è con
Armida.

L’amore è visto anche come so erenza. Erminia è dai pastori. La


vicenda va avanti e nel frattempo a Clorinda le viene rivelato che è
cristiana. Scende insieme a Argante per incendiare la grande torre
d’assedio dei cristiani che costituiva un grande pericolo per la città.
Argante riesce a tornare invece Arminia no perché viene inseguita da
Rinaldo perché non la riconosce e la uccide in un duello. Lei prima di
morire chiede di essere battezzata e lui si rende conto che era lei.
Tancredi è disperato a tal punto che vuole togliersi la vita ma gli appare
in sogno e lo dissuade.
In ogni caso sia che venga rappresentato sia sotto l’aspetto edonistico
sia come so erenza va contro all’intento che Tasso aveva all’inizio, cioè
quello di fare un poema unitario.
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LA GUERRA: è l’occasione che questi eroi hanno per dimostrare i loro
valori, viene rappresentata come possibilità di far vedere i valori dei
personaggi, ma anche vista come qualcosa di tragico, quindi viene
vista sia come il bene sia come il male.
Anche i guerrieri più barbari e feroci, come Solimano e Argante si
fermano a ri ettere sull’aspra tragedia de lo stato umano. È possibile
incontrare scene grandiose di celebrazione collettiva ma anche
momenti dove si vede una religiosità più timida. Ad esempio Rinaldo
viene trovato insieme alla ninfa dai suoi compagni e prendono uno
scudo per fargli da specchio per fargli vedere come era in quel
momento, lo portano via, e decide di andare sul monte Orvieto per
puri carsi. Alla religione fondata sul raccoglimento magico e demoniaco
si contrappone l’attrazione per un soprannaturale magico e demoniaco,
ne è esempio l’episodio dell’assalto al campo crociato, in una notte
funestata da demoniache presenze, e l’incantesimo della selva da parte
del mago Ismeno).

PAG 870: La guerra descritta dovrebbe essere un con itto tra la


religione Cristiana contro quella islamica. In realtà se si legge l’opera,
della religione islamica non viene descritto niente perché in realtà lo
scontro tra due codici diversi all’interno della stessa cultura. I pagani
sono i portatori di una visione laica che si rifà ai valori rinascimentali:
l’esaltazionedell’individualisml energico, la forza dell’uomo che è
arte ce del proprio destino, il pluralismo delle concezioni e la tolleranza,
l’edonismo e la ricerca del piacere. I cristiani sono portatori degli ideali
della Controriforma. Contro Dio non si colloca Maometto ma Satana. I
valori rinascimentali e laici vengono visti come prodotti di forze
demoniache che minacciano di disgregare la salda unità dell’universo
cristiano.
Queste spinte centrifughe sono sentite come errori e su questi agisce la
forza repressiva di Go redo. Un esempio è quando Go redo scaccia
Rinaldo quando commette un omicidio per difendere il suo onore e in
seguito lo perdona e lo riammette nell’esercito perché possa consentire
il successo della missione cristiana.
Dio guarda dall’alto che molti soldati cristiani seguono i propri pensieri
senza ricordarsi il loro scopo di perché sono li.Dio manda a Go redo
l’arcangelo Gabriele per ricordarli di prendere Gerusalemme. I
compagni fanno di Go redo il capitano, lui è stato davvero il capitano
ed (nella realtà) una volta conquistata diventa sovrano della città con il
titolo di difensore del Santo Sepolcro.
Si conclude il poema di Tasso con la conquista cristiana di
Gerusalemme, non si sa cosa succede a Go redo.
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Questo personaggio rappresenta l’unitarietà del codice Cristiano . Nel
poema c’è un continuo contrasto tra unità e varietà sempre in virtù del
bifrontismo. Questo opposizione si vede su tre piani diversi:
- cielo contro inferno (Dio e gli angeli sono dalla parte dei cristiani e
l’inferno e Satana è dalla parte dei pagàni)
- cristiani contro pagàni
- il capitano contro i compagni erranti (i compagni erranti sono dalla
parte della dispersione, sono coloro che si sviano dal loro obiettivo
per andare verso l’amore)
È Go redo il personaggio in cui si incarnano i valori del codice culturale
controriformistico. L’autore mostra una certa simpatia per i personaggi
sviati, sia per i compagni erranti sia pagani, in alcuni punti il poema si
identi ca con loro. Il punto di vista non è sempre quello dei cristiani, è
mobile. Si vede nella scena in cui i cristiani arrivano a Gerusalemme
perché i cristiani descrivono il momento in cui arrivano e dal punto di
vista pagano che vedono l’arrivo dei cristiani dalle mura di
Gerusalemme. I personaggi pagani sono contrassegnati da una
profondità psicologica. Questa scena è una prova della simpatia del
poeta nei confronti dei nemici e degli scon tti. Questa alternanza
dimostra che nel poema il dominio del codice Cristiano e
controriformistico non è assoluto.
Queste contraddizioni hanno un riscontro anche nella struttura
narrativa, Tasso cresca di seguire le unità aristoteliche, in particolare
quella d’azione. Imita Omero che avevo narrato la guerra di Troia
soltanto l’ultima parte e anche Tasso racconta solo l’ultima fase,
quando i cristiani conquistano Gerusalemme. Sceglie di dare un inizio e
una ne ben preciso. L’Unità d’azione ha un unico centro ma i
personaggi seguono l’amore, la gloria e creano dei li narrativi
secondari. Il poema ha una struttura chiusa ma ci sono dei punti in cui
questa struttura viene intaccata anche se poi ritorna a quella chiusa (i
personaggi ritornano al loro principale obiettivo). L’Unità di luogo,
ambientare l’azione in un luogo limitato ed e ettivamente il luogo
terreno è un spazio limitato (gerusalemme e il santo sepolcro) ma ci
sono anche degli spazi periferici in cui i cristiani si sviano (quando
trovano Rinaldo schiavo d’amore, quando Ermida va nel mondo dei
pastori), quindi L’Unità di luogo viene messa in discussione.
La divina commedia si gioca in uno spazio verticale, ha una visione
trascendentale della realtà, lo spazio nell’Orlando Furioso lo spazio è
verticale perché si ri ette la visione laica rinascimentale, nella
Gerusalemme lo spazio è verticale e orizzontale sempre per il
bifrontismo, c’è un’organizzazione spaziale incrociata. SPAZIO
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ORIZZONTALE (cristiani vs pagani) e SPAZIO VERTICALE (cielo vs
inferno). Unità: bene, Varietà: male.

L’Unità di tempo è più rispettata, i brevi ashback informano il lettore


sulle vicende degli eroi che si sono allontanati dal campo. Lo stile è
caratterizzato da una tensione costante verso il grandioso, il
magni co,il sublime. Questo e etto è ottenuto attraverso l’inserimento
di immagini, espressioni e interi versi tratti da Virgilio, Dante e Petrarca,
e mediante il gran utilizzo di gure retoriche, il poeta predilige parole
inconsuete, lontane dall’uso comune oppure usate in senso gurato. Il
sublime è ricercato mediante periodi lunghi e articolati. In contrasto con
questa aspirazione al solenne e al magni co, nella Gerusalemme è
possibile riconoscere anche una predilezione per i toni patetici e
sentimentali, che invece è tipica nella poesia lirica più orientata verso gli
aspetti emotivi. L’uso sovrabbondante degli aggettivi che indicano
inde nitezza mentre gli enjambements e le pause forti esprimono
l’intensa partecipazione emotiva del poeta.
CONCETTISMO: scontro forzato tra il livello metaforico è quello
letterale, ad esempio quando Tancredi, disperato per aver ferito a morte
l’amata Clorinda si appresta a darle il battesimo, la morte appartiene al
piano letterale e la vita al piano metaforico.
La Gerusalemme conquistata è stata pubblicata nel 1593, il numero dei
canti salì da 20 a 24, come l’Iliade di Omero. Furono eliminati alcuni
episodi, tutti gli spunti erotici e sensuali ma furono accentuati i toni
eroici e sublimi. Tasso credeva che questa versione di Gerusalemme
fosse quella perfetta, quella che avrebbe avuto più successo invece la
Liberata continuò ad avere maggior successo.
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