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Le opere minori

Le Rime:

In tutta la sua vita Tasso scrisse quasi duemila rime, per lo più di argomento amoroso, e molte di queste
non furono mai pubblicate. In Tasso ci sono elementi nuovi, come la ricercatezza della metafora e del
linguaggio. In queste poesie, proprio perché non avrebbe mai voluto pubblicarle, Tasso abbandona i suoi
dubbi religiosi.

Tasso si dedicò alla produzione lirica per tutta la vita e compose circa duemila poesie, senza tuttavia
raccoglierle mai in un canzoniere organico e pubblicandone solo alcune. I temi sono essenzialmente quello
amoroso, specie nelle poesie giovanili dedicate a Lucrezia Bendidio (dama d’Este) e Laura Peperara
(cantante, attrice) e ad altre nobildonne del tempo; e quello encomiastico, con tante liriche che celebrano
occasioni legate alla vita di corte e raffigurano balli e ritrovi mondani, le varie attività di una società
raffinata ed elegante. Molte anche le liriche di argomento religioso (poemetti Le lacrime di Maria Vergine e
Il mondo creato). Tra le poesie più famose si possono ricordare il madrigale Qual rugiada o qual pianto, che
è un bell’esempio di quella intensa sensualità che pervade i momenti più felici delle rime di Tasso. Molto
nota e celebrata anche la canzone incompiuta Al Metauro, dedicata al duca Francesco Maria II della Rovere,
testo che rievoca in modo dolente gli anni dell’infanzia e rappresenta un momento di amara riflessione sul
significato della vita umana.

L’Aminta:

L’Aminta è un dramma pastorale in cinque atti. Viene rappresentata per la prima volta a Ferrara nel 1573
ed ebbe un grandissimo successo. In seguito, nel 1580 fu stampata. I cinque atti sono ognuno concluso con
un coro. Nei personaggi della favola è possibile riconoscere alcuni personaggi della corte. Narra dell’amore
del pastore Aminta per la ninfa Silvia, che però non ricambia questo sentimento. Quando però, Aminta
apprese la falsa notizia della morte di Silvia, tenta il suicidio; soltanto allora Silvia, commossa, si innamora
del pastore, che non era morto. L’opera, è ambientata in un luogo Incontaminato, dove l’umanità viveva
felice e libera.

Il Rinaldo:

Il Rinaldo è un poema cavalleresco in ottave – secondo il modello di Ariosto – nel quale Tasso racconta le
vicende di Rinaldo di Montalbano, uno dei cavalieri di Carlo Magno. È già presente il contrasto tra ricerca
del piacere amoroso e dovere morale, anche se il contrasto è ancora vissuto con leggerezza e la vicenda
amorosa è un felice episodio di corte.

L’epistolario:

Composto da circa 1700 lettere, nate dalla necessità di sfogo e comunicazione immediate che sono
Testimonianza delle vicende umane del poeta e sul contesto storico sociale in cui è vissuto. Ha scritto
queste lettere durante l’arco di tutta la vita, indirizzate ai destinatari vari, soprattutto a suoi amici letterati e
intellettuali cui sottoponeva questioni relative al poema o ad altre parti della sua opera. Particolarmente
profonde quelle scritte da Sant’Anna durante la reclusione, circa cinquecento lettere in cui il poeta si rivolge
ad amici e potenti supplicando un aiuto per lasciare la prigionia, cercando di dimostrare il suo stato di
lucidità.

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