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Cos’è il latino volgare?


è il latino parlato comunemente da tutti a Roma e fuori Roma, indipendentemente dal ceto.
- Lingua dell’uso
- Sermo vulgaris > definizione di Cicerone; nelle epistulae ad familiares (lettere ai
famigliari, agli amici anche) Cicerone utilizza il cosiddetto sermo vulgaris.

Fonti del latino volgare


● Non si ha una documentazione diretta, ma volgarismi (non si ha una
documentazione diretta, si deve dunque estrapolare le informazioni da fonti
secondarie o indirette.)
● Testi dei grammatici
● Opere dei lessicografi
● Glossari (liste di spiegazioni di parole)
● Autori latini
● Iscrizioni di Pompei ed Ercolano (iscrizioni = scritte sui muri)
● Iscrizioni funebri
● Trattati tecnici
● Storie e cronache
● Leggi, diplomi, carte e formulari
● Autori cristiani

> Testi dei grammatici


Non si trovano testi grammatici di latino volgare, ma forniscono delle informazioni utili.
● Registrazione di forme popolari come erronee

L’errore è la testimonianza dell’uso, testimonianza che la lingua sta cambiando


➔ Appendix Probi = appendice (aggiunta) che viene attaccata all’opera di Valerio
Probo, ossia, all’Instituta artium
- Testo anonimo. Probabile autore: un maestro elementare che corregge gli
studenti proponendo questa lista
- 227 forme classiche con corrispondente volgare -> struttura > A non
B

Nella colonna degli errori (B), il maestro registra le forme in cambiamento, ossia quelle del
latino in volgare.

Appendix Probi
➢ Caduta (sincope) della postonica: SPECULUM non SPECLUM
➢ TUL > TL > CL : VETULUS non VECLUS
➢ E atona davanti a vocale > J: VINEA non VINIA
➢ U > O chiusa: COLUMNA non COLOMNA
➢ caduta M finale: PASSIM non PASSI

* INIZIALE INTERNA FINALE


CADUTA Aferesi Sincope Apocope

AGGIUNTA Prostesi Epentesi Epitesi

Apocope > troncamento, funziona anche davanti consonante > Santo -> San (caduta in
posizione finale)
Prostesi > consiste nell’aggiunta di una vocale all'inizio della parola per una
ragione eufonica > scala, in spagnolo Escala.
Epentesi > consiste nell’inserimento di un suono non etimologico all’interno di una parola,
per agevolare la pronuncia
Epitesi > consiste nell’aggiunta di una vocale d’appoggio o un suono non etimologico alla
fine di una parola.

SPECULUM non SPECLUM > SINCOPE con carica

SPECULUM > accento nella E iniziale, quindi, entra in crisi la vocale post tonica, ossia, la U.
Speculum = specchio > la U passa ad O, si ha un raddoppiamento di K, il nesso KL si è
trasformato in I, IOD (= palatalizzazione) ; la H non ha valore fonetico, ma serve per farci
capire che non bisogna pronunciare quella CH in C (dolce).

La colonna degli errori (B) giustifica i cambiamenti e gli esiti delle lingue
romanze.
SPECULUM > ESPEJO ( spagnolo) -> cade la M finale, si ha l’aggiunta della E (prostesi).
La Jota è un suono velare, un suono arretrato > inizialmente si ha especho che diventa, poi,
con la jota espeJo.

AQUA non ACQUA > pronuncia intensiva di Q

AURIS non ORICLA (= orecchia) > si ha una prevalenza di forme diminutivali.

AURIS (latino classico) > AURICULAM (forma diminutiva) > ORICLA (forma latino
volgare).
Evoluzione da AURICULAM ad ORICLA = la M finale cade, si ha anche una sincope della
vocale post tonica, il suono AU diventa O (= monottongamento)

Evoluzione da ORICLA ad ORECCHIA > KL diventa KK + IOD

*Auricolari > deriva da Auriculam

> Testi dei grammatici

> Opere dei lessicografi

Isidoro di Siviglia (570-637), Origines sive etymologiae


➔ Latino tardo o popolare
➔ Sorta di enciclopedia in venti libri
➔ Tentativi poco scientifici di fornire etimologie
- CANIS “cane” > CANOR “canto” (per il verso del cane”
- CATTUS “gatto” > CAPTURA “cattura” (il topo) o CAPTA “vede”
(nell'oscurità)
- LETAMEN “letame” > LAETUS
- FORMICA > parte dal composto da FOR e MICULAM (= diminutivo
di MICA -> briciola), FOR > FERO (verbo latino, portare)

> Glossari (elenco di glosse, cioè di spiegazioni)

- Tre codici del monastero di Richenau (dal sec. VIII), oggi a Karlsruhe, scritto nella
Francia settentrionale.
- Due parti

GENUA > ginocchio

> Glossario di Kassel


● Conservato a Kassel
● Dal monastero di Fulda
● Guida latina con traduzione antico bavarese
● Piccolo dizionario a uso dei tedeschi
● Suddiviso in paragrafi > uomo, animali, casa, abbigliamento…
● Diviso in due parti > 180 + 65 voci
● Anche domande con brevi risposte e frasi correnti

> Glosse Emilianensi (ambito iberico)


● Dal monastero di San Millan de la Cogolla nella Rioja
● Manoscritti presso Biblioteca dell’Academia de la Historia di Madrid
● Note del X secolo su testi latini della fine del IX secolo.
● Vite dei Santi Padri e alcune prediche in latino

> Glosse di Silos (ambito iberico)


● Manoscritti presso British Museum di Londra
● Traduzioni del testo latino con forme ancora latine, latinizzate o forme spagnole
arcaiche.

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IL ROMAN DE TRISTAN

Tematica tra le più importanti dell’ambito medievale > storia di passione, adulterio, di
impulsi che infrange ogni regola etica e sociale.
➢ Tema del tutto nuovo per il genere romanzo (materia non appartiene alla tradizione
classica)
➢ Ha anche un risvolto sul piano sociale > Tristano è il nipote del re Marco ed è il
presunto erede perché re Marco non ha figli. Per questo motivo, Tristano è invidiato
dai vassalli che lo denunciano al re per essere diventato l’amante di Isotta che è la
moglie del re Marco.
➢ Spunti risalenti a tradizioni celtiche e bretoni > leggende, storie, miti del nord
Europa (Scozia, Inghilterra)
➢ Matrice popolare-folklorica, non colta-clericale (racconti mitici della Gran Bretagna e
dell’Irlanda del IX-X secolo
● In queste leggende è presente il tema della Liberazione di un popolo
oppresso da un pesante tributo umano (popolo che ogni anno deve
consegnare giovani o fanciulle perché vive sotto la minaccia di un mostro o
di un sovrano potente) > Tristano combatte con Morholt che è un
cavaliere d’Irlanda gigantesco, dai tratti sovrumani, che è pure zio di
Isotta. Morholt è venuto a reclamare presso il re Marco l’annuale consegna di
giovani servi > Tristano si ribella e, quindi, combatte contro Morholt,
liberando il popolo da questa imposizione.
● Tema del Aithed (= rapimento), rapimento della moglie del capo > tema
leggendario che prevedeva, in alcuni casi, che il rapitore fosse il nipote del
capo del popolo [Tristano, nipote del re Marco, rapisce Isotta].

Accanto agli elementi folklorici, ci sono degli agganci storici:


- Ricordo di alcune figure storiche > figure citate nelle cronache celtico-bretoni
↪Principe pitto Drust o Drystan –> Tristano
↪ Marco re di Cornovaglia

- Prototipo perduto?
↪ Probabile circolazione dell’estoire presso la corte di Enrico Plantageneto (= corte di
matrice culturale francese, ma corte inglese)
↪Narrazione completa dalla nascita (con vicende dei genitori) fino alla morte di
Tristano.

Morte di Tristano > causata dalla menzogna

Tristano è innamorato di Isotta (moglie di re Marco), Isotta che viene distinta con
“Isotta la bionda” viene distinta così perché Tristano, nel tentativo di dimenticare la
sua amata Isotta, sposa un’altra donna di nome Isotta che viene denominata con
l’epiteto di Isotta dalle Bianche Mani.
Tristano, in un duello, viene ferito quasi a morte e, soltanto, la vera Isotta (Isotta la
Bionda) sarebbe in grado di guarirlo perché conosce le arti della medicina, dunque,
Tristano la fa chiamare con un patto: se Isotta avesse accettato di salire sulla nave e
raggiungere Tristano, allora quella nave avrebbe montato le vele bianche come
segnale di accettazione da parte di Isotta, in caso contrario la nave avrebbe montato
le vele nere.
Isotta la Bionda accetta di aiutare Tristano, MA Isotta dalle Bianche Mani aveva
sentito questo accordo e, quindi, quando Tristano chiede a lei se la nave stava
arrivando e se le vele che erano montate erano bianche o nere, lei (Isotta dalle
Bianche Mani) comunica a Tristano che le vele erano nere (in realtà erano bianche) e,
in questo momento, Tristano si arrende e si lascia morire.
Isotta la Bionda arriva quando Tristano era già morto e, quindi, anche lei si lascia
morire davanti al cadavere di Tristano.

Morte Tristano > causata dalla menzogna di sua moglie delle vele bianche e delle vele
nere.

Per leggere il Tristano nella sua completezza narrativa, bisogna guardare l’ambito
germanico:
➔ In tedesco, Tristant di Eilhart von Oberg > contiene tutta la vicenda, è il
testimone più completo della versione comune.

In ambito romanzo, la tradizione è molto più complessa e in pessimo stato:


- testi perduti (anche di Chrétien de Troyes)
- versioni parziali > Roman de Tristan di Beroul e Roman de Tristan, Thomas
d’Angleterre

Per quanto riguarda la produzione letteraria francese:


1. Roman de Tristan di Beroul
2. Roman de Tristan, Thomas d’Angleterre

> Roman de Tristan di Beroul

➔ Non si ha nessun riferimento ai genitori di Tristano


➔ Incantesimo che dura solamente 3 anni*
➔ Mancanza della parte finale > non si sa come si concludono le vicende dei due
amanti.

[Isotta dopo che Tristano ha liberato il regno da questo pegno umano del gigante Morholt,
viene destinata in sposa al re Marco. Per fortificare il legame fra i due che non si
conoscevano, l’ancella di Isotta, Brangien, decide di creare una pozione magica, ossia, un
filtro amoroso; filtro che, nelle intenzione dell’ancella, bevuto da Isotta e dal re Marco
avrebbe consolidato il loro amore.
Successivamente, però, il filtro non viene somministrato al re Marco e Isotta, bensì viene
somministrato a Isotta e Tristano > i due si ritrovano soggiogati da una forza amorosa che è
anche una forza magica.
I due diventano amanti in virtù di questo filtro amoroso.]

*Elemento narrativo viene trattato in modo diverso da Beroul e Thomas, difatti in Beroul il
filtro amoroso ha una scadenza > la forza del filtro amoroso dura 3 anni.
In questi 3 anni Tristano e Isotta diventano amanti, consumano il loro amore, si rifugiano in
una foresta per sfuggire all'ira del re Marco.
Alla scadenza dei 3 anni, i due si risvegliano nella foresta non avendo più la motivazione
dell’amore e, quindi, decidono di rientrare a corte probabilmente per ottenere il perdono di
re Marco > non si sa realmente perché la vicenda si conclude nella foresta (non c’è il finale).

➔ Si ha una certa tendenza alla teatralizzazione della vicenda


➔ Sintassi lineare con frasi brevi e semplici
➔ Blocchi di episodi concatenati > non c’è un grande filone narrativo (è coinvolgente
però)
➔ Amore è un fatto personale, ma in Beroul è un elemento sociale, un
affare di corte
↪Il tradimento è un tradimento non solo personale ma è, anche, un tradimento con
delle ricadute sociali > elemento destabilizzante per la corona.
Nella versione di Beroul, dunque, rivestono un ruolo importante i consiglieri di corte >
coloro che cercano di convincere re Marco del tradimento e di assumere un
comportamento di condanna contro i due amanti (vogliono spezzare il legame di
discendenza tra re Marco e Tristano).

> Roman de Tristan, Thomas d’Angleterre


(= autore arriva dall’Inghilterra, quindi, testimonia che si hanno opere letterarie francesi, ma
su suolo inglese > corte plantageneta)

➔ Autore più colto e raffinato di Beroul, ma stilisticamente meno efficace


ed essenziale
➔ Thomas d’Angleterre è molto attento all’aspetto psicologico > in Beroul, l’amore è un
elemento sociale, mentre in Thomas, l’amore viene analizzato quasi a livello
psicologico (sono molti i dialoghi dedicati all’amore, ma sono tanti anche i
monologhi in cui i personaggi riflettono sulla propria condizione di innamorato).
➔ Il sentimento sembra quasi autonomo rispetto al filtro > Tristano e Isotta si
sarebbero innamorati anche senza filtro amoroso.
Filtro che non ha scadenza, eterno > potenza del filtro diluita.

➔ Thomas si rivolge ad un pubblico “cortese” > spesso interviene nella narrazione


con dei richiami in prima persona e degli allocutivi al pubblico (tecnica condivisa
anche da Chrétien).
➔ Evita di raccontare gli episodi più cruenti, una sorta di autocensura (es.
condanna dei due amanti al rogo oppure la consegna di Isotta ai lebbrosi)
➔ Si ha un inserimento di episodi dall’alto valore simbolico
↪ es. “Salle aux images” (= sala delle statue) > Tristano, ad un certo punto, fa
costruire delle statue che riproducono alcune vicende che lui stesso ha vissuto (quasi come se
volesse proiettare fuori di sé quello che era il suo vissuto personale, la sua interiorità). Fa
costruire questo tabernacolo commemorativo con delle immagini che
riproducono alcuni episodi della vicenda vissuta insieme ad Isotta.
➔ Romanzo proposto come exemplum > modello esemplare delle vicende amorose
➔ Romanzo prettamente cortese
➔ Si un approfondimento psicologico dei sentimenti provati dai personaggi
➔ Intensa tragicità che si traduce nel binomio delle due Isotta (Isotta la Bionda e Isotta
dalle Bianche Mani) > diventano simbolo di due varianti del sentimento amoroso:
Fin’amor (per Isotta la Bionda) e Fals’amor (per Isotta dalle Bianche Mani).
Fin’amor → amore puro, perfetto > amore cortese
Fals’amor → amore dell’inganno, amore folle, pazzo e falso > non è sorretto dal
vero sentimento amoroso.

Riprese della vicenda tristaniana:


1. Marie de France, Lai du chevrefeuille (= racconti cortesi) > i due incidono sul
tronco del caprifoglio la prova del loro amore.
2. Folies Tristan (= le follie di Tristano) > si tratta di due versioni anonime che
raccontano un episodio particolare, ossia, l’episodio della finta pazzia di Tristano.
Tristano, dopo la scoperta del tradimento viene allontanato dalla corte, ed è dunque
lontano anche da Isotta ed è per questo motivo che tenta di rientrare a corte. Riesce,
infine, a rientrare a corte, fingendosi pazzo.
3. Tristan en prose > compilazione in prosa [i romanzi in epoca medievale erano in
versi].
4. Versioni antico-tedesche
5. Versioni italiane > Tristano Riccardiano (perché conservato nella biblioteca
Riccardiana di Firenze), in prosa
6. Versioni iberiche

GAUTIER D’ARRAS

Gautier d’Arras è un altro romanziere che, però, non si occupa della tematica tristaniana.
Cerca, invece, di coniugare il filone classico con la nuova mentalità
cortese-cavalleresca.
● Autore di alcuni romanzi che stanno a metà strada tra la materia “antica” e
la nuova narrativa cortese e cavalleresca > Eracle e Ille et Galeron
● Rifiuta l’elemento meraviglioso > propone dei romanzi più realistici
● Realismo descrittivo con attenzione all’elemento quotidiano.

CHRÉTIEN DE TROYES E IL ROMANZO ARTURIANO

> Leggenda arturiana → gesta dei celti e bretoni che, guidati dal re Artù, resistono
all’invasione della Britannia da parte degli Angli e dei Sassoni.
Re Artù > personaggio realmente esistito, nelle fonti celtiche-bretoni si parla di questo re
Artorius.

Queste vicende trovano una prima realizzazione scritta in un’opera storica, storiografica,
ossia, Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth > opera in latino, in prosa che
racconta le vicende celtico-bretoni dalle origini mitiche fino al VII secolo.
Historia Regum Britanniae > costituisce la base per i passaggi successivi.

1. Wace, Roman de Brut > romanzo in francese
➢ Traduzione-rifacimento in versi dell’Historia Regum Britanniae
(riprende i contenuti rielaborandoli).
➢ Opera completa (con explicit), conservata da 18 testimoni (opera aveva
avuto tanto successo ed era stata riscritta numerose volte)
➢ Wace > poeta anglo-normanno
➢ Testo presentato a Eleonora d’Aquitania che era la moglie di Enrico II
Plantageneto*

*Nella seconda metà del dodicesimo secolo, il re d’Inghilterra era Enrico II Plantageneto,
dinastia che aveva una connotazione culturale francese, difatti, presso la corte di questo re
inglese troviamo molti autori francesi.
Wace dedica la propria opera ad Eleonora d’Aquitania, moglie di un re inglese perché, in
realtà, la corte plantageneta ha una matrice francese.

Eleonora d’Aquitania > era la nipote Guglielmo IV d’Aquitania (= primo trovatore


provenzale da cui ci sono arrivate testimonianze scritte) > la corona inglese della
dinastia dei plantageneti si lega, attraverso il matrimonio tra Eleonora d’Aquitania e
Enrico II Plantageneto, alla cultura provenzale.

> Roman de Brut > Bruto è il nipote di Enea ed è il mitico fondatore del regno
dei bretoni.

Nel Roman de Brut, l’attenzione di Wace si pone sul regno di re Artù (VI secolo) quando il
mitico condottiero Artù difende la popolazione celtico-bretone dall’assalto degli
Angli e dei Sassoni > rappresenta il momento di massima espansione del regno
dei Bretoni

➔ Introduzione della matière de Bretagne nella letteratura volgare


- Luoghi (es. Isola di Avalon) e personaggi (es. Merlino) in parte riconducibili
alla mitologia celtica
➔ Andamento cronachistico (=raccontare un avvenimento dopo l’altro), ma stile
sobrio ed efficace, con buona capacità descrittiva
↪ es. 500 versi per la festa di 3 giorni che accompagna l’incoronazione di Artù.

➔ “Invenzione” della Tavola Rotonda (elemento NON presente nella Historia Regum
Britanniae).
- Secondo alcuni studiosi la Tavola Rotonda avrebbe un'origine celtica
ed arriverebbe dai banchetti (tipici della cultura celtica) che si
svolgevano attorno a tavoli circolari, TUTTAVIA, sussiste un’altra
ipotesi, secondo cui l’immagine della Tavola Rotonda arriverebbe dall’Ultima
Cena

Perché è così importante la tavola rotonda?
Perché è un elemento fortemente simbolico > la Tavola Rotonda è una sorta di
traduzione visiva del concetto di armonia che regna tra i cavalieri.
↪ In questi testi, Artù è definito primus inter pares, ossia, primo tra pari, tra cavalieri del
suo stesso livello [pone il re Artù attorniato da cavalieri di pari livello].

Un elemento di congiunzione tra la tavola dell’Ultima Cena circolare e quella
rotonda di re Artù è un elemento numerologico > gli apostoli sono 12, come 12 sono
i cavalieri della Tavola Rotonda.

Il concetto di Tavola Rotonda è più importante rispetto a quella circolare perché


c’è una disposizione che permette un dialogo (si discute attorno alla tavola) e poi perché,
rispetto ad un tavolo rettangolare, nella tavola circolare manca il capotavola >
l’assenza, dunque, del capotavola nella Tavola Rotonda traduce plasticamente
questo concetto di armonia tra i cavalieri (inter pares).

➔ Tavola Rotonda > diventa simbolo del codice etico-cavalleresco fondato sulla
curteisie (=cortesia, in senso tecnico)
- Onore, gentilezza, virtù > modello di riferimento per la società medievale

Chrétien de Troyes
● Creatore e maestro del romanzo cortese arturiano
● Il più grande scrittore medievale prima di Dante

FLAMENCA

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Tutti e tre i protagonisti sono “prigionieri”:

● Archimbaut (marito di Flamenca) è prigioniero della sua stessa gelosia che lo isola
dal mondo
● Flamenca, concretamente, perché rinchiusa nella torre
● Guillem è prigioniero della sua stessa ossessiva impresa, cioè conquistare Flamenca.

Quando l’impresa riesce, Flamenca e Guillem, nelle loro felicità, si trovano rinchiusi in
un’altra prigione, confinati nell’isolamento di una liasion illecita
La vera joy potrà essere raggiunta soltanto con la piena condivisione della corte, la vera
scena di joy è all’inizio quando si ha il festeggiamento del matrimonio tra Archimbaut e
Flamenca perché si ha la piena condivisione della corte.

Guillem e Flamenca vivono una relazione clandestina, non riconosciuta dalla corte.

Temi principali
● Geloso punito (tema ricorrente nella poesia antica e medievale), la gelosia non viene
accettata, dunque, il geloso deve essere punito.
● Libertà della donna (Flamenca vuole essere una donna libera -> libertà fisica, ma
anche sociale) -> ideale che proviene dalla lirica provenzale.
● Gelosia = malattia, ha dei sintomi fisici
● Eroe liberatore > Guillem è l’eroe salvatore di Flamenca
● Lo sguardo e gli altri sensi

I lais > Yonek > una storia simile a Flamenca

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> Temi principali

Gelosia = malattia
Archimbaut, a causa della gelosia, subisce una sorta di trasfigurazione, di imbarbarimento
> cambia il suo aspetto e il suo comportamento:
↪“Diventa intrattabile, aggressivo e petulante insieme, trasandato, sospettoso e violento”
(Mancini: 20).
➢ Il suo imbarbarimento trova espressione attraverso una serie di paragoni con il
mondo animalesco: pecora (1040), cane (1067, 1504), orso o leopardo (1430), toro
(4581).
➢ Associazione tra Archimbaut e il diavolo > lo fers aversiers (= il terribile avversario,
nemico di Dio, cioè il diavolo), diabot semblet de la testa → Archimbaut è il diavolo
perché Dio sta dalla parte degli amanti (Guillaume e Flamenca).
➢ La gelosia porta Archimbaut a prendere la decisione estrema, ossia, quella di
sequestrare Flamenca e chiuderla in una torre

(1301-1305) Mais eu, si puesc, la gardarai, / engien e forsa i metrai, / en zo sera totz mos
aturs./ La tocr›s es grans e fortz le murs; / laïns la tenrai ensarrada. 'Ma io, a tutti i costi, la
custodirò, / con l'astuzia e con la forza, / sarà questo il mio unico pensiero./
=
“Grande è la torre, forti sono le mura, / là dentro la terrò prigioniera”.
↪Nella sua mente desolata e farneticante nasce l'idea della torre (Mancini: 22)

Nel testo troviamo alcuni termini tecnici tra cui: gardarai (= fare la guardia) > tema della
sorveglianza; ensarrada > la folle gelosia di Archimbaut, lo porta alla decisione di mettere
Flamenca sotto chiave, Flamenca potrà uscire dalla torre solamente per i bagni
termali o per andare a messa.
➢ L'atteggiamento di Archimbaut ricorda quello del Jaloux nel Roman de la rose
(= opera allegorica medievale popolata da varie personificazioni: virtù e vizi vengono
personificati).
In Flamenca, si hanno delle riprese del Roman de la rose tra cui:
- Folle aspirazione al controllo assoluto sulla donna, fondata sulla
forza e sulla costrizione fisica.
- In Flamenca, Archimbaut rinchiude Flamenca nella torre, ma anche nel
Roman de la rose, Jaloux aveva il pensiero di incatenare la moglie con degli
anelli di ferro (volontà non realizzata).

Eroe liberatore > Guillem di Nivers (personaggio positivo).


Ancor prima di conoscere Flamenca, Guillem si innamora di quest’ultima > tematica
tipicamente provenzale dell’amor de lonh (= amore da lontano).
- Innamoramento per fama → topos letterario sviluppato in ambito cortese con
il trovatore Jaufre Rudel.

Guillem > cavaliere perfetto perché assomma in sé le doti più variegate: viene definito,
attraverso una serie di paragoni, superiore ad alcuni personaggi biblici e classici (es. più
intelligente di Ulisse, più forte di Achille).
Guillem è insieme cavaliere-chierico, ovvero gentiluomo in grado di unire le
qualità del cavaliere (coraggio, avventura, mondo dell’impresa, prodezza, abilità in armi)
e quelle del chierico (sapienza, cultura, conoscenza, istruzione) → Guillem, dunque, è
insieme uomo d’armi e uomo di lettere.

Ci sono, anche, delle annotazioni che fanno riferimento alla sua eleganza, alla sua
raffinatezza nei modi e alla sua galanteria, caratteristiche che vivono in contrasto rispetto
alla trasandatezza di Archimbaut.

➔ Lo sguardo gioca un ruolo fondamentale nel rapporto tra Guillem e Flamenca >gli
occhi sono il canale di primo contatto tra i due amanti.
- “Ab los oilz la baisa” (= con gli occhi la bacia), Guillem scorgendo da lontano
Flamenca, in chiesa, attraverso gli occhi avviene il processo di
innamoramento.
- si ha comunque una forza dello sguardo, anche dopo che gli amanti hanno
conosciuto tutti i piaceri dell’amore.
- le persone volgari, lontane dalla cortesia, non conoscono il piacere che viene
dagli occhi (e dai sensi in generali).

Questo romanzo, scritto dall'autore quasi anonimo Bernadette, dimostra un’ampia


cultura letteraria da parte dell’autore; sono moltissimi i rimandi culturali e letterari
che troviamo all’interno del romanzo (= romanzo intriso di fonti letterarie). Si hanno
fonti classiche, opere coeve francesi, tradizione provenzale.

Divisioni delle fonti in tre settori:

1. Cultura latina e mediolatina (come supporto retorico-morale nelle sentenze e nei


proverbi)
2. Letteratura francese (come adesione alla cultura e al gusto degli ambienti
scolastici settentrionali, in cui veniva redatto il Roman de la rose, e come modello per
lo sviluppo narrativo e la lucidità descrittiva di ambiente e di costume)
3. Esperienza trobadorica (impostazione aristocratica del racconto e le sottili analisi
psicologiche)

«Il vertiginoso dialogo di brevi battute, due sillabe, che Flamenca e Guillem si scambiano
nella chiesa, domenica dopo domenica, festa dopo festa, in segreto e sotto gli occhi di tutti
[...] riprende da vicino [...] una poesia del trovatore Peire Rogier (attivo negli anni 1160-80
ca.)» (Mancini: 31)

Le uniche occasioni che, Guillem e Flamenca, hanno per incontrarsi è quello di


vedersi in chiesa o nei bagni termali, occasioni che, però, sono ridotte nel
tempo.
Guillem sfrutta la sua posizione finta di chierichetto, si traveste da chirico e, dunque, aiuta il
prete a servire durante la messa: gira tra i banchi di chiesa, scambiando il segno di pace.
In questa occasione riesce a dire due parole a Flamenca > dialogo molto breve che avviene
una volta alla settimana (domenica) o durante le feste religiose.
Questo dialogo è definito vertiginoso perché bisillabi brevissimi > una volta pronunciati da
Guillem e una volta da Flamenca.
Il dialogo è vertiginoso nella brevità della battuta, ma è lentissimo nella
dilazione temporale (la battuta successiva arriva dopo una settimana)

*in segreto e sotto gli occhi di tutti > corteggiamento pubblico, ma segreto [avviene in chiesa,
ma nessuno si accorge di questo corteggiamento].

Questo dialogo è stato ricavato, dall’autore di Flamenca, da un trovatore provenzale, ossia,


Peire Rogier (attivo negli anni 1160-1180).

L’opera è intrisa di letteratura:


- In occasione delle nozze di Archimbaut e Flamenca, l’autore offre uno dei cataloghi
di citazioni più ricchi e famosi della letteratura medievale [Ovidio, lais, romanzi di
materia antica, romanzi della Tavola Rotonda, trovatori, canzoni di gesta].
Si ha un elogio delle lettere:
● I libri salvano Flamenca dalla disperazione durante la sua lunga prigionia
● La cultura letteraria è una delle qualità di Guillem e ne ha ispirato l’azione di eroe
liberatore
- “Mai un uomo senza lettere, si sarebbe messo in questa impresa” > non
bastava essere cavaliere, ma bisognava essere anche chierico.
> Letteratura intrecciata con la vita dei personaggi
➔ Viene nominato un romanzo, ossia, il romanzo Floire et Blanchefleur che è un
romanzo idillico, di tradizione ellenistica che racconta delle peripezie di due amanti,
in cui la protagonista viene imprigionata in una torre, esattamente come Flamenca,
quest’ultima, infatti, si riconosce nel personaggio e le si innesca una sorta di speranza
o fiducia dato che la protagonista del libro viene liberata.

La lettura, dunque, è uno strumento di salvezza per Flamenca ed è uno


strumento di prodezza per Guillem.

La forza espressiva del romanzo Flamenca sta nella varietà degli stili > romanzo capace di
muoversi tra registri alti e bassi, con grande attenzione alle sfumature e notevole abilità nella
descrizione psicologica
- La degradazione di Archimbaut è descritta in modo dettagliato nelle sue fasi, come se
fosse il progredire di una malattia
- La relazione tra Guillem e Flamenca è ripercorsa con grande delicatezza da parte
dell’autore: da un dialogo all’altro ci sono tutti i tormenti, i desideri e i timori dei due
amanti.

Si ha un esuberanza manieristica, con predilezione per l’esagerazione e l’iperbole:


- grandi numeri, sperticati elogi
- elenchi infiniti di vesti, cibi e doni (quando racconta del banchetto di nozze)
- Enumerazione caotica > attraverso l’elenco si poteva dare sfoggio alla ricchezza, del
lusso.

Si ha una notevole capacità descrittiva, l’autore crea anche il contesto, non si limita al singolo
personaggio, ma dà l’idea della scena in cui si svolgono le diverse vicende.

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