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Le prime tracce scritte di quello identificato come varietà, una forma primordiale dell’italiano

risalgono al 960 d.c.


Il punto di parentela della lingua italiana è il latino, il 3° secolo d.c è molto importante poiché vede
una frattura, una serie di sconvolgimenti sociali e politici: la romània indica l’insieme dei luoghi i
cui si parlava una lingua romanza.
In questa cartina (vedi dispense) ci permette di comprendere alcuni fenomeni linguistici che si
verificano nel 3° secolo d.c quando la popolazione parlava una varietà del latino; in corrispondenza
della linea tratteggiata troviamo una frattura linguistica che opponeva l’area orientale da quella
occidentale: alcuni tratti del latino erano presenti nell’area orientale ma erano assenti in quella
occidentale e viceversa, questa frattura ce la portiamo dietro ancora oggi.
Infatti, la penisola italiana fu caratterizzata da una frattura, evidente nei dialetti, in cui parte
dell’Italia rientrava nella romània orientale e parte nella romània occidentale; già nel 3° secolo d.c
quando vi era un’assoluta romanizzazione, vi erano dal punto vista linguistiche delle forze
contrapposte, per esempio nel profondo sud il dialetto era influenzato dalla Magna grecia.
FENOMENI CHE DIFFERENZIANO LA ROMàNIA ORIENTALE DA QUELLA OCCIDENTALE
Formazione del plurale che può essere formato o non formato con la -s finale della desinenza
latina:
romània occidentale: francese e spagnolo, mantengono la -s plurale latina, l’italiano non ha parole
as Qche terminano in -s al plurale
romània orientale: le lingue di questa area hanno perso questo tratto
SONORIZZAZIONE DELLE SORDE OCCLUSIVE IN POSIZIONE INTERVOCALICA
-avviene solo se l’occlusiva sonora si trova tra due vocali
FONEMA > in base a quando l’aria passa in corrispondenza delle corde vocali e può essere:
SORDO: le corde vocali, al passaggio dell’aria non si muovono, se un sordo si trova in posizione
intervocalica viene reso sonoro solo se si tratta di un’occlusiva (l’aria viene bloccata e il fonema
viene articolato come se fosse un esplosione).
- Lo schema (vedi dispensa) classifica i fonemi italiani in base a tre criteri
- Grado di sonorità e sordità
- Il modo di articolazione, cioè il tipo di ostacolo che l’aria incontra durante l’emissione
- Il punto o luogo di articolazione, cioè quando l’aria arriva in corrispondenza del punto
tra le labbra e la gola.
Si creano delle ambiguità> es. cane – ciao (stesso grafema ma diverso fonema)
Lenizione = indebolimento articolatorio per cui il fonema perde forza
T>D P>B K (C) > G
APOCOPE> caduta corpo fonico alla fine. Es. RIPAM> RIPA RIBA per lenizione> RIVA per
spirantizzazione.
Ogni lingua può mutare in base a 5 fattori di variazione linguistica:

 DIATOPICO > spazio geografico


 DIACRONICO >tempo
 DIAFASICO >contesto sociale
 DIAMESICO > in base al mezzo canale (trasmesso, orale, scritto)
 DIASTRATICO > in base allo strato sociale, facendo riferimento al grado di istruzione del
parlante
LATINO
CLASSICO > Latino colto e descritto nelle grammatiche
VOLGARE > parlato, in evoluzione: gli studiosi sono riusciti ad indicare come data di
diversificazione interna del latino tra la seconda metà del 2° secolo a.c e la prima metà del 1°
secolo a.c, la differenza è che uno è scritto (monolitico) e l’altro è parlato.
LATINO VOLGARE > etichetta utilizzata dai grammatici che notarono delle differenze tra un latino
scritto, più corretto e uno parlato meno corretto di cui però non si hanno delle registrazioni. In
questo modo si applica un metodo ricostruttivo, cioè possiamo ricorrere a delle fonti scritte che ci
permettono di avere un’idea su come potesse essere il latino parlato

 Es. lettere, ricette


 Manifestazioni teatrali
FONTI: opere degli scrittori, iscrizioni nel mondo romano che danno un’idea del latino quotidiano,
osservazioni dei grammatici latini.
Autori con uso del latino volgare: COMMEDIE DI PLAUTO E TERENZIO ( 3° secolo- 2° secolo a.c),
uso di una formula introduttiva come ECCE accanto ai dimostrativi che vengono univerbati
(eccistam, eccilla, eccilud, eccilitum) ma a differenza dei nostri dimostrativi non derivano dalla
forma semplice latina ma dalla forma complessa volgare ( ecce + dimostrativo)
EPISTOLE DI CICERONE: lettera alla famiglia (1° secolo) essendo una lettera alla famiglia utilizza un
registro più basso utilizzando delle costruzioni meno complesse. Non utilizza forme sintetiche, ma
delle costruzioni dirette con preposizioni che sono, quindi, più esplicite ed immediate
SATYRICON (65 d.c) nei passi in cui viene descritta la cena viene rappresentata una stratificazione
linguistica (diastratia)
Gli autori della letteratura cristiana cercano di parlare la lingua del lettore per farsi comprendere;
infatti, queste sono ottime fonti del latino volgare dell’epoca
ES. VETULUS (vecchietto) al posto di VETUS del latino classico, deriva dall’ampliamento della base
lessicale, ma si mantiene il significato di base, cioè vecchio infatti la forma italiana di vecchio risale
a VETULUS E non VETUS
Vetus+ ulus (suffisso diminutivale)
VOCALE> Atona – vocale sulla quale non cade l’accento
Tonica – vocale con accento sulla quale la voce è più forte
VETULUS>VETULU (per apocope)>VETULO (evoluzione del vocalismo atono) > VETLO (per sincope)
caduta della vocale crea un nesso consonantico difficile da pronunciare > VEKLO (semplificazione
TL=CL> VEKKJO (evoluzione nesso KL>KKJ + iod < simbolo speciale che funge da consonante)
Attraverso questi esempi possiamo vedere come il latino fosse in continuo mutamento e come
alcuni principi di variazione diastratica e diamesica fossero presenti nei testi di autori che vengono
sempre presi come esempio di scrittura perfetta dal punto di vista del latino classico.
ISCRIZIONE SUI MURI. Le iscrizioni del mondo romano sono degli eventi extra linguistici spesso
difficili da comprendere. Queste iscrizioni sono state raccolte nel corpus inscriptorium latinarum,
un’opera monumentale realizzata nel 1847 a Berlino e contiene le iscrizioni dell’area dell’Impero
Romano databili fino alla caduta dello stesso impero.

 Volume XV è dedicato a Roma è costituita da volumi, che sono a loro volta


 Il IV è dedicato alle iscrizioni pompeiane 79 dc suddivisi in base alle regioni dell’impero
Romano, con l’indicazione dei nomi che
Avevano all’epoca i territori
Sappiamo il limite temporale, infatti possiamo dire che le iscrizioni pompeiane saranno databili a
prima dell’eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C.
FENOMENI LINGUISTICI:

 sonorizzazione delle sorde in posizione intervocalica ES. pagato per pacato, logus per locus.
è un tratto molto antico che risale al 1° secolo d.c per il quale si è sviluppato il passaggio da
un’occlusiva velare sorda ad un’occlusiva velare sonora poiché questa è in posizione
intervocalica, ma questo tratto era tipico della romània occidentale e non dovremmo
averlo trovati nel Sud italia, magari la persona che l’ha scritto non era del posto oppure il
tratto essendo una spia linguistica si possa essere diffuso nel sud italia.
 Caduta di corpo fonico alla fine (apocope)
 Caduta di -s all’accusativo plurale
 Riduzione di -E in iato> la E si chiude e diventa I per un fenomeno di semplificazione
articolatoria
IATO> due vocali vicine vengono articolate con diverse emissioni di fiato
DITTONGO> due vocali vicine vengono articolate con una sola emissione di fiato
LATINO CLASSICO> caseum > casium (sibilante + iod)
LATINO VOLGARE > casium > cashio (suono di trafila popolare )
Ma non succede sempre cosi es. cerealis > ceriali> cereali
LATINISMO: l’italiano ripesca la parola del latino

 Riduzione dei dittonghi AE/OE> E, AU> O ES. PHOEBUS> PHEBUS AURICLAS> ORICLA
(MONOTTONGAMENTO)
 Casi di sincope= caduta di corpo fonico all’interno della parola ES. CAULICULUM>COLICLO
 Prostasi> fenomeno che consiste nell’aggiunta di un corpo fonico all’inizio di una parola ES.
ISMURMA nome femminile di origine greca formato dal nesso consonantico -SM poco
diffuso in latino > ISMURMA per prostasi si aggiunge un I per semplificare il suono della -S
impura, cioè seguita da consonante.
 Riduzione di alcuni nessi consonantici ES. NS> -S mensa per mesa. In italiano mantiene la
forma del latino classico (latinismo). Spesso sono presenti forme di ipercorretismo – LA
PERSONA CHE STA SCRIVENDO O DICENDO UNA PAROLA, NON SAPENDO QUALE DELLE
DUE FORME USARE, COMMETTE L’ERRORE--

OSSERVAZIONI GRAMMATICALI 3° SECOLO D.C


L’appendix probi è un opera breve: si tratta di una lista di coppie di parole che è stato trovato alla
fine di un documento che contiene la trascrizione di un opera di Valerio Probo(non è l’autore
dell’opera) un grammatico del 1° secolo d.c.: in appendice dell’opera vi sono degli appunti spars
dove non ci sono ne il nome dell’autore e nemmeno una data. Probabilmente vennero fatti da un
insegnante che stanco degli errori decise a trascriverli secondo la struttura A non B
ES. SPECULUM NON SPECLUM > SPECLU(per apocope)>SPECLO(evoluzione
voc.atono)>SPEKLO>SPEKKLO( raddoppiamento in posiz. Intervocalica)> SPEKKJO( trasformazione
laterale in iod) = SPECCHIO
Assimilazione consonantica regressiva--- la seconda consonante rende uguale a se la prima,
tornando indietro
L’appendix probi mostra un evoluzione che si ferma al vocalismo tonico: il sistema vocalico classico
era basato su 10 vocali, poiche ciascuna poteva essere breve o lunga per la durata della pronuncia
Il latino volgare si basa su un sistema EPTOVOCALE (7 vocali)
Oggi abbiamo un sistema basato sul timbro( sistema timbrico)
TRIANGOLO VOCALICO: (rappresentazione dell’articolazione delle vocali posizione atona ( 5 vocali
nell’italiano regionale e tonica ( 7 vocali nell’italiano standard) € aperta, e chiusa o aperta O chiusa
+ fiorentino
Nel passaggio dal latino classico al latino volgare, le vocali brevi si aprirono, mentre le leunghe si
chiusero, ma ci sono delle eccezioni significative per alcuni dialetti come il fiorentino(poi italiano)
che ha sviluppato un vocalismo che presenta l’aggiunta di due esiti: due per la o breve e due per la
E breve; a differenza dei vocalismi delle altre zone, nel fiorentino( e quindi anche nell’italiano) gli
esiti possono essere due
ES. PE/DE > PIEDE questo fenomeno si chiama dittongamento toscano la e breve dittonga in ie
Sillaba libera> la sillaba finisce per vocale Sillaba implicata > la sillaba termina per consonante,
cosa che non permette il dittongamento
Nell’appendix probi vi è uno dei primi esempi scritti di evoluzione del vocalismo tonico del volgare
(es. colùmna> colonna – la u breve diventa una o chiusa)
Esempi di apocope, riduzione del nesso NS>S, oscillazioni tra consonanti semplici e consonanti
complesse, infatti, è probabile che già all’epoca ci fosse un tratto ancora presente nella zona
centrale dell’italia, una tendenza a intensificare dei suoni che nella lingua italiana sono semplici,
l’appendix probi mantiene una traccia scritta dei primi casi di raddoppiamento.
Nel passaggio dal latino classico al latin volgare si verificano dei mutamenti a livello fonetico,
morfologico e lessicale:

 Perdita delle declinazioni e del sistema dei casi


 Perdita del genere neutro, è una conseguenza logica nel passaggio da latino classico a latin
volgare; il latino infatti aveva 3 generi, maschile neutro e femminile
 Per un motivo fonetico cioè l’apocope ci sono delle parole nel latino volgare che hanno
diverso genere (maschile e neutro) che hanno però la stessa uscita, la semplificazione linguistica
comporta che il genere è quello della categoria con più parole cioè quello maschile. Le parole
neutre al singolare vanno verso la categoria di parole maschili che terminano per O aperta
 Le parole plurali del neutro che terminano in A, vengono portate verso il femminile.
 Perdita delle declinazioni: nel latino erano 5 i casi che permettevano di esprimere la
funzione logica della parola poiché non era importante la posizione delle parole nella
frase(posizione libera); con la perdita delle declinazioni, la posizione degli elementi della frase
assume una forte importanza per esprimere la funzione logica di una frase ES. paolo mangia un
panino – un panino mangia paolo
I 5 casi del latino classico

 Nominativo(soggetto)
 Genitivo (complemento di specificazione)
 Dativo ( compl. Termine)
 Accusativo (compl. Ogg.)
 Ablativo (preceduto da preposizioni)
Questo sistema nel latino volgare viene semplificato attraverso l’uso delle preposizioni laddove il
latino permetteva delle forme più sintetiche e non tute le declinazioni avevano lo stesso peso:
alcune, già nel latino classico, erano molto popolate mentre altre un po meno; le declinazioni con
poche parole erano destinate a scomparire.
METAPLASMO > fenomeno che prevede il passaggio di categoria che può essere di genere o di
numero
Ristrutturazione sistema verbale: le coniugazioni del latino erano ARE, ÈRE (e ), IRE, ERE ( e breve).
Restano produttive soltanto la prima e la quarta, vi è un passaggio dalle forme di tipo sintetico alle
forme analitiche che interessarono il futuro e il condizionale, evoluzione delle lingue romanze.

Testi italiani antichissimi


Nei secoli successivi all’appendix probi (3° sec. D.c) e la caduta dell’impero romano nel 4° secolo
d.c e con il contatto con le popolazioni germaniche nel mondo romano che poi invasero il
territorio, con lo sgretolamento dell’impero; in Italia si stanziano delle popolazioni che parlano una
lingua diversa dal altino volgare e dalle lingue VOLGARITALO-ROMANZE che si stavano
diffondendo. VOLGARITALO-ROMANZO varietà di lingua parlata legata alla penisola italiana, ma
anche al resto dell’Europa, rappresentando le prime fasi di quello che saranno i vari dialetti , tra
cui il fiorentino: sono stati rinvenuti dei testi “ibridi” spesso di carattere pratico o occasionale.
INDOVINELLO VERONESE: testo molto breve di carattere occasionale realizzato da un copista per
provare la penna, questo ci permette di vedere un esempio di volgare-italo romanzo usato nel 780
D.c.
Per i volgari italo romanzi, uno dei primi testi che rappresenta un ibrido è l’INDOVINELO
VERONESE, documento nato per caso grazie ad un amanuense che prima di scrivere su pergamena
un testo di carattere liturgico, compie una prosa di penna sul margine di un foglio, nonostante
l’amanuense debba sapere il latino, quando si tratta di scrivere un testo informale usa la sua
LINGUA MADRE ( nella quotidianità, già si parlava una forma di volgare italo-romanzo ma esisteva
un indovinello simile nell’area settentrionale, in cui il lavoro dei campi viene comparato, attraverso
l’uso di metafore, al lavoro dell’amanuense)
Latino volgare: boves, espressione della s plurale tipica del latino(ma può essere anche un
carattere della romània occidentale. Alba pratalia, plurale neutro – l’aggettivo bianco non si è
ancora diffuso. Semen, piena coincidenza con il latino classico
Volgari italo-romanzi (ibridi): parare>parabat( palatalizazz.)> paraba ( apocope)> pareba (spia
linguistica dell’area veronese A>E). Araba e teneba. Pratalia, evoluzione di pratus+alia (dal punto
di vista della formazione della parola). Albo versorio, dall’evoluzione fonetica di album versorium (
la parte in ferro dell’aratro). Negro dal latino nigrum(esatta coincidenza con l’italiano).
GRAFFITO DI COMODILLA: ( studiato da Francesco Sabatini) si tratta di un graffito in una
catacomba databile attorno al 4° secolo d.c ed è un graffito liturgico,, si trova dove vi è una cornice
marrone all’interno della tomba di comodilla a Roma. ILLE, dovrebbe essere un aggettivo
dimostrativo, ma non ha l’uscita al neutro plurale. A, si tratta di un articolare, prima forma di
articolo non pienamente sviluppato. BBOCE, fenomeno tipico dialettale della zona di Roma:
betacismo, passaggio da V a B tipica della zona. Bb, intensificazione della consonante secondo
l’italiano standard e dei dialetti centro- meridionali. RAFFORZAMENTO FONOSINTATTICO,
fenomeno che avviene solo per fonetica sintattica: quando la parola si trova un sintagma e scatta
in presenza di seguiti da parola che inizia per consonante ( ad vocem=advoce(assimilazione
consonantica regressiva) =avvoce + betacismo
Si tratta di una scrittura occasionale che serve come promemoria: chi ha scritto questo graffito
deve ricordare a sé stesso di cambiare abitudini. La tendenza si diffuse anche in Italia di
pronunciare a voce bassa alcune parti della messa così il prete scrisse questo appunto in un punto
della cornice che conosceva solo lui.
In seguito all’univerbazione, cioè la tendenza nella lingua parlata di pronunciare le parola vicine tra
di loro, si crea un nesso consonantico che, per assimilazione consonantica regressiva, si produce il
rafforzamento; ma non per tutti i casi il rafforzamento avviene per assimilazione ES. supra>sopra la
consonante nella base latina non c’è, il raddoppiamento avviene per analogia dovuta al fatto che
sopra termina per vocale A, stessa cosa per dove e qualche; si tratta di un fenomeno
prevalentemente orale che però in alcuni casi è espresso anche graficamente ES. giamma> gia+
mai, ossia> o+ sia> soprattutto> sopra+ tutto ecc. come si può notare l’univerbazione avviene
anche a livello grafico e quindi reso visivamente il rafforzamento nelle parole, nomi propri di luogo
detti toponimi. ES. tressanti (foggia, salerno) tresanti (firenze)

DIFFUSIONE IN DIATOPIA. Il raddoppiamento è tipico dell’italiano e dei dialetti centro-


meridionali ma ci sono delle differenze:

 ITALIANO STANDARD (REGOLARE) dopo da e dove; come, in funzione interrogativa avviene


sempre il raddoppiamento
 DIALETTI, non sempre avviene il raffrozamento. Dopo da e dove a roma il raffrozamento
viene accolto; come, in funzione interrogativa non avviene il rafforzamneto + i dialetti
settentrionali tendono a scempiere.
PLACITI CAMPANI. Documenti considerati come l’atto di nascita dei volgari italo-romanzi: si
vedeva una precisa coscienza dell’opposizione tra il latino e la lingua parlata, due lingue usate in
condizioni diverse. Si tratta di forme giuridiche, trovati in quattro documenti e diatopicamente
collocate in un’area dell’italia centro-meridionale(capua,sessa,teano) in un arco di tempo che va
dal 960 al 963 d.c. Presentano tutti e quattro la stessa dinamica: un nobile fa causa al monastero
di montecassino, che ha pero 3 testimoni, tutti e tre religiosi i quali accertano con delle prove
scritte che i terreni non appartengono al nobile ma al monastero. Questi 3 religiosi si pronunciano
oralmente in una lingua diversa da quella scritta per farsi comprendere da tutti.
LATINISMI. Sancti benedicti > utilizzato nei testi giuridici- genitivo di appartnenenza
Pergoaldi> genitivo Sancte Marie > monottongamento
VOLGARISMI ROMANZI. Sao> costituisce un grosso problema: vuol dire “so” ma non si sa come in
un testo di area meridionale non si utilizzi “saccio” o “sazzo” poiché sao era tipico dell’italia
settentrionale. Vi sono due ipotesi, la prima è che il copista di questi testi si sia formato nel nord
italia, la seconda invece si pensa che sao in quel periodo veniva utilizzato a discapito di sazzo o
saccio.
SISTEMA ORTOGRAFICO. La k è molto presente ma spesso viene sostituita dalle cc per rendere
una pronuncia più intensificata; la c viene posta davanti alle vocali velari (ES. contene) mentre si
usa il grafema k davanti alle palatali. Nelle forme latine si mantiene la labio velare sorda QU, che
divenne poi sonora in posizione iniziale nelle lingue germaniche.
VOLGARISMO SINTATTICO. Kellle terre, le possette – kella terra, la possette dislocazione a sinistra,
struttura sintattica che nasce dal parlato e che si mantiene nell’italiano odierno, efficace dal punto
di vista comunicativo ma provoca una sovrabbondanza di informazioni > sovvertire struttura
sintattica di base dell’italiano (svo) mettendo l’accento su un elemento (ordine marcato)
TEBE. (TI) base latina TIBI > per evoluzione vocalismo atono o tonico
BOBE. (VI) dalla base latina vobis > bobis (betacismo)>bobe
POSSETTE. > possedette per caduta corpo fonico in posizione interna ( sincope)
ISCRIZIONE DI SAN CLEMENTE. Questo affresco attraverso figure e immagini alcuni episodi della
vita di S. clemente nel quale troviamo la lingua che si parlava nel 1200 a.c infatti era una modalità
tipica per abbellire la chiesa ma anche per istruire i fedeli attraverso delle immagini all’epoca
parlanti per il popolo. in questo affresco vediamo sinisio ordinare ai suoi 3 servi di prendere e
legare il santo, che crede sia un mago malvagio capace di renderlo cieco per approfittarsi della
moglie, che secondo i precetti del santo si era convertita al cristianesimo.
Mentre i servi lo stanno bastonando s. clemente si trasforma in una colonna di marmo compiendo
ial miracolo.
Nell’iscrizione sono presenti i nomi dei tre servi, infatti troviamo Albertel (nome germanico),
Gosmari (nome greco), Carvoncelle (nome latino) rappresentano la stratificazione linguistica nei
XI-XII secolo. Falite ( fattore diastratico), co lo> forma di articolo non univerbato, deretro >dietro
per semplificazione del nesso E non c’è il dittongamento toscano è ( e breve)> ie.
MOSAICO DELLA CATTEDRALE DI VERCELLI. ( 1040 datazione incerta) scrittura esposta all’interno
della chiesa principale di Vercelli, la cattedrale di Santa maria maggiore, sul pavimento è stato
scoperto nel 1700 e studiato linguisticamente negli anni ?60 del 900. Rappresenta due duellanti
che potrebbero rappresentare una distinzione tra occidente e oriente, per le caratteristiche
somatiche. FOL – folle ancora usato nei dialetti piemontesi FEL- fello, fellone sono delle ingiurie
che i duellanti si scambiano, abitudine dell’epoca.
FOLLE> FOL per caduta di corpo fonico alla fine, tipico dei dialetti settentrionali
FEL> è interessante per la sua datazione, cioè la prima volta che viene attestata in un testo scritto,
nei dizionari (DEI,GDLI); è databile al XIII secolo, cioè due secoli dopo l’attestazione del volgare
italo-romanzo di Vercelli. Questo è un esempio di retrodatazione cioè che la parola entra prima nel
volgare italo-romanzo di area pedemontana e poi nell’italiano fiorentino

FRAMMENTAZIONE LINGUISTICA DOPO IL MILLE


La fase linguistica successiva dopo il mille era caratterizzata dal volgare italo-romanzo, nella
scrittura si cercava di rimanere sulle orme latine, iniziano a comparire usi sempre più frequenti di
utilizzo dei volgar italo-romanzi anche in forma scritta soprattutto di carattere pratico ( diari,
documenti ecc.) ma solo in alcuni centri importanti come la Toscana, Venezia e l’Emilia. Nello
stesso periodo veniva usato il volgare italo-romanzo siciliano in letteratura, così si inizia a pensare
a quale di questi volgari italo-romanzi potesse essere assoluto come lingua franca e comune ma
comunque passarono diversi secoli prima di arrivare al volgare fiorentino come lingua
confermatasi grazie al potere economico di firenze e della famiglia de medici.
Invece nell’ambito dell’umanesimo volgare gli intellettuali cominciarono a discutere nel 1435, in
merito alla lingua parlata dagli antichi romani, questa disputa vide due idee opposte
FLAVIO BIONDO- unica lingua il latino corrotta da invasioni germaniche a formare volgari italo-
romanzi
LEONARDO BRUNI- già al tempo degli antichi romani ci fossero delle varietà di latino, una scritta e
una parlata, dal quale si sono sviluppati volgari italo romanzi
All’epoca gli int3ellettuali si schieravano dalla parte di biondo, portando una conseguenza
importante: ritenere che i volgari siano una forma derivata dal latino equivale a ritenere che essi
abbiano un principio di grammaticalità (dal 500 s cercherà di dare visibilità alla grammatica della
lingua volgare)
Nel 400 Leon Battista Alberti, un intellettuale, ha scritto la prima grammatica del volgare: fu
promotore dell’umanesimo volgare, dell’uso del volgare toscano fiorentino anche in letteratura.
Promosse all’epoca il certame coronario che fu un’iniziativa popolare per promuovere l’uso del
volgare e consisteva in una gara in cui i poeti dovevano trascrivere testi in volgare italo-romanzo
ma nessuno venne proclamato perché non era ancora maturo per essere utilizzato in letteratura.
GRAMMATICHETTA VATICANA – (cosi chiamata perché conservata in un codice vaticano) opera
manoscritta, prima grammatica de volgare fiorentino, l’alberti cercando di descrivere il fiorentino
scrive le consonanti, non in oridne alfabetico, ma segue un ordinamento che ha a che fare con il
modo di scrivere le lettere, allineandole: ma il problema è scrivere le vocali per l’apertura la
chiusura: l’alberti scrive A£ per indicare il suono aperto mentre la e chiusa la indica con un simbolo
chiamato spirito greco.
Il ‘500 è un secolo in cui la questione della lingua viene dibattuta ampiamente e la figura più
importante è quella di PIETRO BEMBO, autore riconosciuto della prima grammatica a stampa del
volgare fiorentino con una struttura dialogica con l’intento di scrivere un’opera letteraria
PROSA DELLA VOLGAR LINGUA 1525. Pietro Bembo fa parlare dei personaggi noti che difendono
una determinata posizione sulla questione della lingua, questa questione ebbe nel ‘500 una
risposta di Bembo con una posizione aristocratica, tesi che bloccherà l’evoluzione dell’italiano fino
all’800.
GUARDARE PAG 40-41 5 TESI DELLA QUESTIONE DELLA LINGUA
DIALETTI FATTI SUL LIBRO
L’AREA DELLA SARDEGNA. I dialetti sardi sono considerati i più conservativi, poiché hanno molti
punti di contatto in più con il latino rispetto alle altre aree dialettali sia a causa della precoce
romanizzazione (3° sec a.c era già stata romanizzata) sia a causa della posizione geografica che ha
provocato una sorta di isolamento rispetto alle innovazioni linguistiche.

 Vocalismo tonico in cui si hanno solo vocali chiuse


 Consonanti finali conservate (es. -S del plurale latino)
 Conservazioni vocali k/g di fronte a vocali palatali, che anche nel latino classico
mantenevano il loro ruolo di velari ES. kera – cera
 I nessi PL, BL, FL, KL, GL vengono considerati tendenzialmente in molti dei dialetti sardi
 Fanno eccezione alcune aree in cui c’è un avvicinamento all’esito toscano (nel nord)
 Retroflessione SOLO nel caso della laterale intensa LL

ITALIANI REGIONALI
Variabilità della lingua

 Fonologia
 Tratti morfosintattici
 Lessico
Ogni dialetto e ogni italiano regionale ha una particolare intonazione con cui rende le frasi in base
all’area geografica di provenienza
ASSI DI VARIAZIONI DELLA LINGUA, diacronia, diatopia, diastratia, diamesia, diafasia
Nella scrittura si riescono meglio a controllare le variabili dell’italiano regionale rispetto al parlato;
gli italiani regionali non sono sinonimo di italiano trascurato ma in alcuni casi assumono tratti
colloquiali, in altri diventano standard di una determinata area geografica. Questi aspetti ci
permettono di analizzare gli aspetti della regionalità
TRATTI MORFOSINTATTICI:
VARIETA SETTENTRIONALE

 Utilizzo articolo determinativo davanti al nome proprio di persona


 Assenza del passato remoto, presenza passato prossimo differenziandosi dall’italiano
standard
 Utilizzo di perifrasi progressive per esprimere un determinato aspetto del verbo al
posto di STARE+GERUNDIO
 Uso di mica e no per costruire frasi negative
 Assenza dell’articolo possessivo e nomi di persona
 SOLO PIU, tratto marcato diatopicamente ed è una spia dialettale del Piemonte
VARIETA TOSCANE

 Uso della prima persona plurale con forma del verbo impersonale
 Uso del pronome dimostrativo codesto che serviva ad indicare qualcosa di lontano da chi
parla ma vicino di chi ascolta (fa parte dell’italiano standard ma in un contesto bipartito)
VARIETA CENTRO-MERIDIONALE

 Costruzione dativale o accusativo preposizionale: A + COMPL. OGGETTO es. chiamo a


ludovica (compl. Oggetto prececduto da A)
 Postposizione del possessivo es. l’amico mio
 Uso di tenere e stare al posto di avere ed essere > fungono da ausiliari
 Uso del congiuntivo imperfetto: al posto del congiuntivo presente e del condizionale
IN ALCUNE AREE

 troviamo l’uso del voi come forma di cortesia al posto del LEI dell’italiano standard
 Ordine dei costituenti della frase: il verso viene postposto alla fine della frase in sicilia
e in sardegna come accadeva in latino
 Quando un oggetto può essere definito con più parole, queste sono dei
GEOSINONIMI, cioè sinonimi legati all’area geografica
 Quando un termine designa due oggetti diversi si parla di OMONIMIA che riguarda la
distinzione diatopica > GEO-OMONIMIA
 DIALETTISMI = inserimento del termine dialettale che non viene adattato al sistema
fono-morfologico italiano
 Parole o espressioni che vengono usate in una subarea diatopicamente connotata
cioè assumono un significato non trasparente per un parlante che viene da un’altra
area geografica
RANGO DEI GEOSINONIMI a seconda della forza espansiva : nazionale, interregionale, regionale,
dialettale
MINORANZE LINGUISTICHE. In molte zonde d’italia la presenza di una lingua, di una varietà di
lingua diverse rispetto all’area circostanti, in italia ce ne sono moltissime e interessano l’arco
alpino, alcune zone dell’area centro-meridionale e del sul. Queste minoranze linguistiche sono
presenti a causa di antichi insediamenti. Queste minoranze linguistiche hanno carattere ufficiale in
altri paesi.

ITALIANO CONTEMPORANEO
I principali fattori di variazione sono cinque, in questo caso manca la diacronia poiché gaetano
berruto nel suo saggio “ introduzione all’italiano contemporaneo degli anni 80-90 del 900 (inizio
degli studi dell’italiano contemporaneo, dell’uso medio. Secondo lo schema il fattore che ha
un’influenza maggiore sul nostro parlato e sul nostro scritto è svolto dalla diatopia.
1° SCHEMA DI BERRUTO/ 2° SCHEMA RIVISITATO vedi libro
Negli anni 80 più o meno nello stesso periodo in cui Berruto elabora lo schema di architettura,
anche altri studiosi iniziarono ad osservare la stessa varietà linguistica di italiano e utilizzarono
etichette diverse:

 1983. Italiano tendenziale (Mioni), cioè si stava allontanando dall’italiano standard


 1985. Italiano dell’uso medio ( Sabatini), italiano dell’uso parlato presente nelle
persone di livello culturale medio
GERGO varietà di lingua parlata da un gruppo ristretto ES. età o condizione lavorativa
ITALIANO POPOLARE. (guardare dispensa) scrive le parole in modo attaccate equivale a dire
che questa persona che ha scritto ha un livello socioculturale basso in cui possiamo notare
delle oscillazioni delle spie linguistiche e dei costrutti per i quali possiamo riconoscere che
proviene dal centro-sud. È il tentativo di una persona che ha un livello culturale basso e che
spesso ha un dialetto come madre lingua, di avvcinarsi alla lingua bersaglio, tentatvo che
fallisce già in partenza poiché la persona non conosce la grammatica della lingua d’arrivo
TRATTI PRINCIPALI

 l’uso di LUI, LEI, LORO in posizione di soggetto (elemento deviante rispetto alle norme delle
regole grammaticali)
ORDINE MARCATO: particolare struttura sintattica diversa dall’ordine naturale cioè dalla
struttura SVO. Nell’italiano contemporaneo già degli anni 80 molte strutture non sono
standard rispetto all’ordine dei costituenti, c’è sempre un focus su un elemento che va ad
essere spostato rispetto al suo ordine naturale.
ONOMASTICA
È una disciplina che studia i nomi propri di una lingua o una regione, a seconda della tipologia d
nomi, si sono sviluppati diversi settori:

 ANTROPONIMIA, parte di onomastica che studia i nomi propri di persona, ovvero nomi
individuali, nomi di famiglia ( cognomi), soprannomi ( individuali)
 TOPONIMIA, studia i nomi propri di luogo inteso da un livello diatopicamente ristretto ad
un livello più alto; consiste nei nomi dei luoghi, nomi degli elementi geografici
 ONOMASTICA LETTERARIA, si è sviluppata in italia attorno gli anni 90 del 900 e studia
l’onomastica applicata alla letteratura
 DEONOMASTICA, si occupa di quelle parole che hanno origine in un nome proprio che poi
sono diventati nomi comuni
I NOMI TRA LINGUA E Società. Nei nomi propri di persona e di luogo possiamo trovare delle tracce
della nostra storia linguistica. Occuparsi di onomastica e studiare il significato di un nome proprio
significa considerare l’appartenenza linguistica, cercare l’etimo, capire il significato
Signigicato. Trasparente, significato esplicito, facilmente ricostruibile dal parlante anche a distanza
di secoli es. gaia e ilaria nomi auguranti
Opachi, a distanza di secoli dalla prima attestazione si è perso il legame
Nel rapporto tra lingua e società può capitare che venga imposto un cognome come nome
individuale, successivamente si diffuse la tendenza a dare nomi traendo ispirazione dai nomi di
personaggi di famose serie tv o film.
Nomi personali del 900. Il nome che occupa il rango 1, cioè il primo nome per diffusione nel 900 è
Giuseppe ininterrottamente dal 1900 al 1972 sempre stato al rango 1 dopo c’è stato un declino.
Questo nome è diventato così famoso per il riferimento a Maria e diacronicamente divenne molto
imposto nel 1563 con il concilio di Trento.
NOMI RELIGIOSI inizialmente vengono imposti come espressione di una devozione per motivi
extrafamiliari ma successivamente per motivi intrafamiliari: in passato, per molte generazoini si
usava dare ai prorpi figli i nomi dei nonni o delle nonne non venendo più imposti pensando al
santo ma ai propri familiari.
NOMI LAICI generici,non connotati – nomi augurali( per augurare del bene) , affettivi – classico
greco latini, diffusi dal rinascimento ma periodicamente si possono notare frequenti ricorsi a
distanza di tempo es. cesare, ettore – nomi di ideologia politica e patriottica – nomi individuali che
derivano da toponimi importanti a livello simbolico che entrano nella sequenza familiare – nomi
legati ai personaggi e autori di opere letterarie e teatrali – nomi di moda onomastica – nomi di
fantasia
COGNOMI.

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