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TERZA PERSONA: il latino non aveva forme autonome per indicare la 3 persona,
quindi usa alcuni DIMOSTRATIVI: IS, ILLE, IPSE, in italiano vengono continuate.
Nel fiorentino antico (XII e XV secolo) vi era una gran varietà di forme del pronome
soggetto di terza persona sing e plu. Es. EGLI ELLI, ESSO ELLA, ESSA EGLINO ESSIK,
ELLENO
Esistevano anche forme meno frequenti come EI e la sua forma apocopata E’, LA LE
LUI LEI LORO
Questi derivano dal latino volgare ILLI, rimodellato a sua volta da ILLE sul pronome
relativo QUI (colui che) che diviene ILLI QUI dal ILLI>ille
Quando ILLI precede una vocale, la I viene percepita come uno J, dando vita al nesso
LLJ ILLI AMAT—ELLI AMA---EGLI AMA. Inizialmente veniva utilizzata solo davanti a
vocale poi si è generalizzata quindi anche davanti consonante.
ELLA ed ESSO derivano da ELLA ed IPSUM
EGLINO: RIMODELLAMENTO ANALOGICO, è una forma creata dai parlanti sulla base
di EGLI a cui aggiungono NO, tipica dei verbi (terza persona plu dei verbi) CANTANO,
DICONO, modellato anche sul femminile ELLANO
LUI viene da ILLUI con aferesi. LEI deriva da ILLAEI con aferesi
LORO nasce da ILLORUM (genetivo maschile plurale di ILLE) con aferesi.
Le forme LUI-LEI-LORO erano poche utilizzate nel fiorentino per cui anche le 3 corne
non le utlizzano e gli scrittori del 500 le evitavano, ma, nonostante ciò, si affermano
nel parlato. Tra 800-900 lo scritto colloquiale si diffonde e per questa ragione ancora
oggi viene utilizzato.
Sé: questa forma in italiano ha la funzione di complemento riflessivo: Luigi parla per
sé. Deriva dal latino SE (acc-abl del pronome iflessivo della III persona sing e plu).
CUI dal pronome relativo QUI, QUAE, QUOD (dativo=cui) N.B QUALE è VARIABILE
perché NASCE DA UN AGGETTIVO, mentre CUI prende solo il dativo
-LE SCUOLE:
Fino al 700 l’istruzione superiore era in LATINO, ma già nel 500 in Toscana qualche
cattedra si apre al volgare. In tutta Italia entra durante l’Illuminismo ma in una
posizione modesta rispetto al latino.
SCUOLE SOTTERRANEE: scuole non statali organizzate da parrocchie o botteghe per i
figli dei mercanti. Queste scuole erano in volgare.
Il primo fenomeno di SCOLARIZZAZIONE DI MASSA avviene a metà 800, prima
dell’Unificazione. Nel 1859 abbiamo la legge CASATI, impone un’istruzione
elementare gratuita per 4 anni che venne però a lungo evaso. Inoltre, in queste
scuole i maestri insegnavano nel loro dialetto locale.
-EDITORI E TIPOGRAFI: La stampa è introdotta nel 1455 da Gutenberg. Nel 1456 in
Germania viene stampata la Bibbia di Gutenberg, primo testo stampato in Europa.
Con la stampa i tempi e i costi di produzione si abbassano a vantaggio anche della
diffusione della cultura. Grazie alla stampa si regolarizza anche la scrittura e la lingua
italiana raggiunge una norma ortografica definita. I primi libri stampati sono detti
INCUNABULI (IN LATINO FASCE). La prima produzione di testi fu principalmente in
lingua latina. Il primo testo in volgare forse fu pubblicato nel 1462, titolato PARSONS
FRAGMENT: libretto di preghiere in caratteri gotici, scritto in volgare italiano ricco di
latinismi, ed è incompleto. Dubbi anche sul luogo di pubblicazione in Italia o
Germania. In XV erano pochi i libri pubblicati in volgare, l’80% era latino. Un secolo
dopo però, la pubblicazione dei libri in latino si ridice al 40%. Verranno stampanti:
ricettari, preghiere, manuali. Ma questa situazione varia da regione a regione es. a
Roma soprattutto testi ecclesiastici in Latino.
PIETRO BEMBO (veneto) e Aldo Manuezio (suo collaboratore), abbiamo una norma
ortografica dell’italiano es. le h, l’uso dell’apostrofo (non ancora regolati fino al 500)
NEL 600 LE CONVENZIONI ORTOGRAFICHE DELL’ITALIANO SONO LE STESSE CHE
ADOTTIAMO ANCORA OGGI.
28- L’INDOVINELLO VERONESE preceduto dal BREVE DE INQUISITIONE 715 d.C è una
verbalizzazione giudiziaria. È un documento probativo per conservare il ricordo di un
negozio giuridico, utilizzato anche per le decisioni papali. Inserisce a tratti parole in
volgare. Scritto da GONTRANDO.
INDOVINELLO VERONESE viene scritto su un testo liturgico creato in Spagna, in cui
ritroviamo una scritta in volgare (scoperto da Bartolomeis nel 1924) anche se
mischiata al latino. [Parava davanti a sé i buoi, arava i campi bianchi (foglio), teneva
un aratro bianco (la penna) e seminava un seme nero (inchiostro). Ma PARAVA vuol
dire spingeva davanti a sé? O piuttosto somigliava? Separaba (separava)? LINGUA
INCERTA. VERSOR (dialetto settentrionale) ma declinato al LATINO. (Alba latino)
29: CAMMODILLA: Intorno al VI-VII secolo d.C. è un graffito che si trova all’interno
della Catacomba di Cammodilla a Roma (Santo Felice e Adautto). 1720 scoperta ma
per una frana si può studiare solo dopo il 1903. È un avviso “NON DICERE ILLE
SECRITA ABBOCE”, (è un testo a metà tra latino e volgare). ABBOCE è un fenomeno
di BETACISMO, è un ricalco del parlato aggiunta di un’altra B.
30- PLACITO CAPUANO 960 d.C [notaio Atenolfo] è un testo in VOLGARE composto
da due righe in un verbale redatto in latino e scoperto nel 1734 ma studiato solo dal
900 in poi. La sua caratteristica è l’intenzionalità che all’interno di un documento in
latino scrive queste due righe in volgare. Nel Placito vengono trascritte atti giudiziari
che riguardano alcuni appezzamenti di terra contesi tra l’abbazia di Montecassino e
un privato. In questo processo anche se i contendenti parlano in volgare, le loro
parole vengono trascritte in latino eccetto le testimonianze (chierici) riportate in
volgare affinché vengano comprese anche in futuro e da tutti “Sao ko kelle terre, per
kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte s(san)c(t)i benedicti”. SAO è
un meridialismo da SACCIO, [sapio-saccio-soa] KO è il riadattamento del latino
QUOD. Probabilmente qusta formula era già stata trascritta dal giudice, quindi è una
formula standard, come dimostrato le successive formule trovate nel 963 PLACITO D
SESSA, AURUNCA, TEANO, TEANO. Gli atti giudiziari avevano forme standard. I nomi
sacri sono latinismi. TEBE A TE MOSTRAI.
31- SAN CLEMENTE: circa 100 anni dopo il Placito. È un affresco voluto e
commissionato daBeno di Rapiza, forse risale al 1130. Sembra un fumetto. Beno
avrebbe ricevuto una grazia da San Clemente e fa scrivere sotto l’affresco una frase
in latino. Nell’affresco abbiamo 4 uomini che cercano di trasportare una colonna che
in realtà sarebbe san Clemente, perché secondo il miracolo di San Clamente quando
sarebbe stato arrestato si sarebbe trasformato in una colonna. È particolare perché
ogni figura dice una frase. Oltre alla frase in latino in cui Reno si attribuisce la
paternità, l’altra frase latina è presente sulla colonna, pronunciata da San Clemente>
per la durezza del vostro cuore, meritaste di trascinare pietre, le altre frasi sono
scritte in volgare SISINNIO-CARBONCELLO-AlBERTELLO E Cosmario. FILI- FIGLI. I servi
parlano in volgare. Il problema è non sapere chi pronuncia le varie frasi o parla solo
Sisinnio.
35- STORIA DELLA LINGUA: Come dobbiamo scrivere la lingua e parlare l’italiano?
LETTERATURA IN VOLGARR: risalgono alla fine del XII secolo le prime poesie in
volgare come le poesie religiosi FRANCESCO D’ASSISI (1181/1226)- JACOPONE DA
TODI (1236-1306), ambito Umbro.
Jacopone da Todi è un poeta e un religioso, scrisse le laudi religiosi. Oggi
possediamo circa 90 laude scritte da lui e altre laude di paternità incerta, un’epistola
a Giovanni della Verna, il Pianto della Madonna e lo Stabat Mater, incerta di
attribuzione sono i Detti ed un Trattato sull’amore mistico. Nel 1267 non era ancora
convertito, si sposa con Vanda, ma l’anno successivo muore durante una festa da
ballo. In seguito, Todi scopre che la sera della morte lei indossava un CILICIO
(punizione corporale) e quindi l’anno successivo lui si converte nell’Ordine dei
francescani minori.
IL PIANO DELLA MODONNA (o Donna de Paradiso) è una laude scritta in forma di
dialogo tra i personaggi che assistono alla crocifissione di Cristo. Allide—deride- è
ricca di regionalismi
-IL CANTICO DELLE CREATURE: scritto da Francesco d’Assisi che studia il latino e il
volgare, poesia e musica conosceva inoltre il provenzale e francese per avviarlo al
commercio. A 20 anni partecipa alla guerra tra Assisi e Perugia, quando vuole
ritornare in guerra ha la prima apparizione. La sua prima apparizione ha inizio nel
1205. Nel 1207 rinuncia ai beni paterni. Il suo primo discepolo è Bernardo da
Quintavalle un magistrato e poi un dottore in legge Cattani. I seguaci di Francesco
sono 12. Nel 1213 parte in pellegrinaggio. Nel 1223 si dedica alla riscrittura della
regola dell’ordine, riconosciuta da Papa Onorio III, nello stesso anno organizza il
primo presepe della storia. Nel 1224 riceve le stimmate ed in quel anno scrive il
CANTICO DELLE CREATURE. “TUE SO LE REGIONALISMO UMBRO TUCTE
RETAGGIO DEL LAINO” KE per una mancanza di norma grafica mentre CA.”
-NON SOLO RELIGIOSA: Nel corso nel 1200 poesia d’amore. Federico II di Svevia,
si sviluppa un filone di poesia riprendendo i trovatori provenzali. La poesia di
siciliana è scritta in un siciliano ILLUSTRE, carico di PROVENZALISMI. Dante
apprezzerà questa poesia, propone questa lingua come LINGUA NAZIONALE. Ma le
copie che lui legge sono scritte da copisti TOSCANI (è una lingua mista toscana-
siciliana).Anche quelli che abbiamo noi oggi sono state trascritte da copisti toscani.
Non abbiamo attestazioni dirette principalmente perché il periodo del declino della
di Svevia e morte di Federico II coincide con lo sviluppo di Firenze e Bologna.
DANTE ALIGHIERI: (1265-1321) va considerato tra uno dei primi più importanti
studiosi della lingua italiana. L’idea della ricerca di una lingua LETTERARIA comune si
sviluppa del XIV. Dante è un convinto ASSERTORE delle possibilità letterarie del
VOLGARE. Ne parla in due opere: CONVIVIO-DE VOLGARI ELOQUENTIA. Tuttavia
deve essere ELEVATO, in questo modo potrà essere un’ottima risorsa per tutti coloro
che non conoscono il latino. Migliorini:< è il primo laico vuole dominare tutta la
cultura del tempo. Egli mira vuole innalzare gli scrittori del tempo attraverso il
VOLGARE, creare LAICI valenti in ambito letterario>. Il CONVIVIO è scritto in
VOLGARE, mentre il De Vulgari in latino (affinché sia preso in considerazione dai
dotti, come qualcosa di scientifico). Il Convivio è la prova dell’artificio volgare posto
da Dante è scritto tra il 1304-07, mentre Dante è in esilio. È un’opera incompiuta 4
trattati invece di 15, il motivo per cui lo scrive è per mostrare la PARI DIGNIFTà DEL
VOLGARE AL LATINO. Ma anche lui deve arrendersi al fatto che il volgare non ha la
stessa dignità letteraria del latino.
Il de vulgari è scritto in LATINO, è un trattato di linguistica italiana, è incompiuto e
scritto durante il periodo dell’esilio. È ritrovato nel 500 da Trissino e lo pubblica in
traduzione italiana (per lungo tempo verrà considerato un falso). Soltanto
Alessandro Manzoni ritornerà alla fonte originaria. Veniva considerato un falso
perché BOCCIAVA tutte le forme di volgare esistenti in Italia. Egli è convinto che le
lingue si siano confuse dopo la Torre di Babele, nota inoltre che la lingua del Si è
imparentata con la lingua OC e Oil, cerca di individuarne la matrice comune che non
sarebbe il latino, lingua creata dai letterati. Ma anzi secondo Dante il latino è una
lingua LETTERARIA non utilizzata per l’effettiva comunicazione e che si sarebbe
sviluppata dall’ITALIANO antico. Tuttavia, nonostante quest’errore Dante riconosce
la parentela tra SI, OC E OIL, studiando le concordanze lessicali.
Poi, analizza solo la lingua del SI. Asserisce che il volgare letterario non può essere la
lingua quotidiana, perché deve ELEVARSI per poter raggiungere la perfezione che
aveva il latino nello scritto. Quindi, rifiuta tutti i volgari presenti in Italia, anche se
apprezza il Bolognese aulico di (Guinizzelli) e il siciliano delle poesie della corte
siciliana. Anche se in realtà le copie che lui legge sono trascritte da copisti TOSCANI,
quindi una lingua a metà tra toscano-bolognese toscano-siciliano. Egli è convinto
che il volgare debba nobilitarsi attraverso la letteratura. Condanna chi usa un lessico
e stile basso come Giuttone d’Arezzo, ammira gli autori dello Stilnovo e i poeti
siciliani. NB. Le pagine in cui Dante condanna il toscano diventeranno nel tempo
punto cardine nella discussione sulla scelta linguistica nel corso del 500 e 800.
-Modi di dire di Dante: che utilizziamo oggi ma che provengono da Dante.
STAI FRESCO utilizzato nell’Inferno canto 22
NON MI TANGE Beatrice 2 canto dell’Inferno
SENZA INFAMIA E SENZA LODE Infero, canto III
IL BEL PAESE Canto 33 dell’Inferno
GALEOTTO FU Canto V DELL’INFERNO (Paolo e Francesca)
IL GRAN RIFIUTO Canto 3 dell’inferno
-GIOVANNI BOCCACCIO (1313-1375): è stato uno dei primi commentatori della
Commedia di Dante, dando il titolo DIVINA COMMEDIA. È autore di una delle prime
testimonianze scritte del volgare NAPOLETANO. Nel 1339 scrive EPISTOLA
NAPOLETANA, è uno dei primi esempi di LETTERATURA DIALETTALE RIFLESSA, ossia
volontariamente scrive in un dialetto locale. Vive un periodo a Napoli e a un amico
fiorentino (Francesco delli Barde) scrive questa lettera, è una lettera scherzosa. La
lingua è riportata come arriva a lui all’orecchio. In questa lettera: troviamo tratti
mercati del parlato, IPERCORRETTISMI usa una serie di dittonghi napoletani a
sproposito es. “fratiello, nuostra”. È importante perché usa volontariamente un
DIALETTO POPOLARE, quindi abbiamo una testimonianza di come questo dialetto
veniva ascoltato da un toscano.
37-IL 400 E DANTE: XV secolo: Gli umanisti si occupano soprattutto dei latini classici,
quindi va a rallentare l’avanzamento del volgare come lingua illustre. Nel 400 a
credere nelle potenzialità del volgare è LEON BATTTISTI ALBERTI (1404-1472)
promuove un movimento denominato UMANESIMO VOLGARE. Prevedeva: l’uso del
volgare di livello elevato sia nella prosa che poesia, quindi, vuole che il volgare sia
utilizzato al pari che il LATINO. Secondo Alberi devi riscattarsi facendosi ORNATO E
COPIOSO (elegante e raffinata) come il latino. Secondo Battisti colui che scrive in
volgare deve IMITARE la capacità dei latini di aver CREATO UNA LINGUA
UNIVERSALE.
Alberti tenta di scrivere in volgare però ricco di latinismi, ma è necessario per
raggiungere una matura fusione ”Migliorini”. La sua famiglia era toscana, lui
genevose. La sua scrittura è: uso del latinismi- appoggio sul toscano
contemporaneo- RIFIUTA la prosa di Boccaccio come modello. A Leon Battisti akberti
viene attribuita la GRAMMATICHETTA VATICANA, prima lingua italiana composta tra
1434 e 1454. Il codice che conserviamo è un APOGRAFO scritto per Pietro Bembo. Lo
scopo per cui viene scritto è DIMOSTRARE che il volgare ha già una sua struttura
grammaticale come il latino, quindi è un TESTO DESCRITTIVO. L’errore commesso da
Alberti: NON CREDE CHE POSSA ESSERE ESISTITO UN LATINO VOLGARE, ma egli
pensava che tutti parlassero il latino scritto da Seneca e Cicerone. La
Grammatichetta Vaticana non ha un gran successo perché non viene stampata
(stampa nasce tra il 1448-1454), la prima grammatica a stampa dell’italiano nasce
nel 1516.
-IL CERTAME CORONARIO: Alberti non si affida ai modelli del 300 delle tre corone.
Egli vuole attenersi all’uso del FIORENTINO contemporaneo. Nel 1441 organizza un
certamente coronario, ossia una gara di poesie in volgare, ma quest’innovazione
non viene accettata dagli intellettuali, troppo attaccati alla tradizione latina. Altro
importante promotore dell’uso del volgare nel XV alla corte di Lorenzo de’Medici,
abbiamo Poliziano anche De medici scrive una raccolta di poesie in volgare
RACCOLTA ARAGONESE (1477). Dal XV secolo il volgare giungerà a maturazione.
38 PIETRO BEMBO: Nel corso del XVI la questione sulla lingua si accede. In molti
propongono un’idea su come debba essere strutturato il VOLGARE letterario, cioè la
lingua italiana adattata alla letteratura. “Come bisogna scrivere questa lingua?” La
teoria che ebbe successo è la TEORIA DELLE 3 CORONE, elaborata da Bembo (1470-
1547). Egli è veneziano, collabora con lo stampatore Aldo Manuzio. Bembo vuole
RINNOVARE E NORMARE la grafia della LINGUA ITALIANA. A seguito della
collaborazione con Bembo, Manuzio perfezionò le sue opere a stampa. La
collaborazione inizia nel 1501. Essi stampano il PETRARCA VOLGARE, nel 1502 la
COMMEDIA DI DANTE (nel xvi Dante non era amato). Bembo cura la lingua e la veste
grafica della stampa del Petrarca. Manuzio oltre a stampare scrive un’introduzione
in cui difende il testo da quelli che avrebbero criticato l’allontanamento delle GRAFIE
LATINEGGIANTI. Infatti, il libro si titola LE COSE VOLGARI (e non vulgari) DI MESSER
FRANCESCO PETRARCA, l’originale è il 3197 curato da Bembo. Utilizzano il PUNTO E
VIRGOLA come nuovo segno di punteggiatura, che prima venivano utilizzato per le
abbreviazioni. Compare anche l’APOSTROFO, ispirato dalla grafia greca.
-BEMBO SCRITTORE: Nel 1505 risale la sua opera titolata GLI ASOLANI. Prosa
trattatistica e filosofica ad imitazione linguistica di Boccaccio. Usa queste lingue
perché sono quelle da lui normate. Nel XVI si stabilizza la lingua italiana.
-PROSE DELLA VOLGAR LINGUA: scritta da Bembo 1525. È divisa in 3 libri, il terzo è
dedicato alla grammatica della lingua italiana. È scritto in forma DIALOGICA, quindi
segue il modello classico (es. Cicerone). Ogni personaggio espone una teoria diversa.
Questi personaggi sono 4:
-GIULIANO DE MEDICI: rappresenta il punto di vista dell’Umanesimo .volgare
-ERCOLE STROZZI: favorevole alla prosa LATINA;
-CARLO BEMBO: teoria delle 3 corone; (fratello di Bmebo) quindi lingua senza
latinismi ecc.
-FEDERICO FREGOSO: fa da moderatore, cerca di esporre le tesi storiche sulla lingua.
Quest’opera è importante perché Bembo si distingue dalle teorie pseudo-bruniane
(fraintesa perché si crede che il latino basso fosse già l’italiano parlato già nel 200-
300). Perché segue quella di Flavio Biondo, quindi le invasioni barbariche avrebbero
corrotto il latino. Anche Bembo, come Alberti, considera possibile il riscatto del
VOLGARE attraverso la LETTERATURA, ma solo del volgare delle 3 corone, mentre
Alberti era favorevole al contemporaneo. N.B Bembo non accetta completamente la
Divina Commedia perché ha un linguaggio basso nell’infero. Preferisce la lingua
controllata di Petrarca allo stesso modo non accetta completamente il Decameron
ma solo La Cornica (parte elevata in cui abbiamo l’introduzione scritta da Boccaccio).
La teoria di Bembo verrà seguita per secoli (almeno fino all’800. Ma nel 500 la teroia
di Bembo non è l’unica (es. Machiavelli).
40- LA CRUSCA: XVII: secolo delle accademie e Scienze. Centrale in ambito linguistico
è L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA E IL SUO VOCABOLARIO. La CRUSCA è
un’associazione privata che cercava di restituire il primato linguistico alla città di
Firenze. Sina dal 1591 gli accademici discutevano su come realizzare il vocabolario.
Solo nel 1612 vede alla luce il primo vocabolario degli accademici della CRUSCA.
VOCABOLARIO DEGLI ACCAQDEMICI DELLA CRUSCA.
CRUSCA mirava a dividere la “farina” dal suo scarto, la “crusca” ciò le parole che
avessero diretto di entrare nella lingua italiana e quelle che ne erano escluse.
Il titolo di questo primo vocabolario fu a lungo discusso. Gli scrittori utilizzati per
creare il vocabolario viene escluso TASSO. Le poche parole ammesse del fiorentino
vivo e contemporaneo furono filtrate attraverso gli autori del 300. Questi accademici
dichiaro di seguire il canone impostato da BEMBO. Distaccamento a livello grafico
dal latino, seguendo già l’impostazione di Bembo. Tuttavia, vengono registrate
molte VARIANTI DI PAROLE: es. sia AVOLTERIO-ADULTERIO; NOTOMIA-ANOTOMIA.
Ma questo vocabolario fu criticato es. da Tasso, Bartoli, Beni. Sia per scelte sia per
impostazione. Nonostante ciò, vi sono diverse edizioni durante il 600, la terza nel
1691. Anche se criticato, in realtà nessuna lingua in Europea e fuori poteva godere di
un vocabolario all’altezza di quello della Crusca.
43 Il Novecento, non solo dal punto di vista linguistico ma anche storico, sociale e
ideologico, va diviso in due macroaree temporali cioè il ventennio fascista e la II
Guerra Mondiale e il periodo post-bellico.
Il primo programma televisivo viene proposto nel 1954, a diffondere la lingua
contribuisce anche la pubblicità che diffonde anche i REGIONALISMI, come
panettone.
USO DEL VOI E LEI: IL REGIME IMPONE L’USO DEL VOI che deve soppiantare il LEI.
Nel 1938 viene avviata una campagna per abolire il lei perché il VOI e TU erano
considerati più vicino agli antichi romani, ma in realtà il LEI era utilizzato dal 500.
Al SUD vi era già l’uso del VOI, ed era ritenuto come qualcosa di dialettale.
CROCE: contro il Fascismo, nonostante era napoletano e quindi abituato ad usare il
VOI, inizia ad usare il LEI.
44- PASOLINI (1922-1975) Con la II guerra mondiale, l’avvento della TV, gli scrittoi
sono liberi nella scrittura perché non devono fornire alcuna linea guide della lingua
nazionale. Nel 1964 Pasolini fa un intervento pubblico , pubblicato poi su RINASCITA.
Egli vuole riaprire la QUESTIONE SULLA LINGUA. Non dice cose sbagliate ma in tono
arrogante e lingua aulica.
Dal 400 all’800 si vuole dare una norma alla lingua italiana. Pasolini ha uno scopo
diverso VUOLE AVVIARE UN’ANALISI SOCIOLINGUISTICA DELLA LINGUA ITALIANA
DELLA SUA EPOCA. Lui parte dell’idea che non esiste più l’italiano dell’asse ROMA-
FIRENZE (capitale politica e culturale) linguistico a causa del boom economico,
industrializzazione quindi la nuova lingua si fonde sull’asse TORINO-MILANO, i pioli
industrali sulla epoca; quindi, l’asse linguistico non è più letterario ma OPERAIO. Per
cui, la lingua sarebbe influenzata dalla potenza economica INDUSTRIALE, ad imporre
questa lingua è la borghesia egemone. Inoltre in questo discorso dice che la lingua
che si sta svillupando ha:
-una sintassi più semplice (indicativo al posto del congiuntivo)
-non si usano più i latinismi;
-la prevalenza dei termini della tecnologia rispetto a quelli della letteratura.
Ma il discorso era molto tecnico e difficile da capire. Inoltre, analizza lo stile degli
scrittori a lui contemporanei e li divide in 4 categorie:
-stile a-letterario utilizzato per la lettura d’evasione per i lettori medi;
-BASSO, utilizzato nella prosa dialettale che identifica come eredi della tradizione
ottocentesca;
-ALTO l’unico stile utilizzato dai veri scrittori
-ALTISSIMO utilizzato dai poeti ermetici
Uno stile a metà tra medio e alto è riconducibile a Calvino, Moravia e Bassani. Gli
unici a poter utilizzare tutti gli stili sono lui stesso e Emilio Gadda. La sua posizione
era troppo radicale, in seguito però gli studiosi dibattono su questa questione.
45- LINGUISTICA APPLICATA: nasce intorno alla meta del XX. Si tratta
dell’applicazione per scopi pratici di strumenti e teorie sviluppati in ambito teorico
dalla linguistica. È dunque l’applicazione materiale, nella vita quotidiana, degli studi
di linguistica. Nel campo della linguistica applicata rientrano es. didattica delle
lingue, la linguistica computazionale, pianificazione linguistica. Non ha dei confini
netti, tocca tutti quei campi che coinvolgono l’apprendimento e insegnamento delle
lingue, la lingua della politica e delle ideologie, gli studi sul discorso (comunicazione),
la pianificazione linguistica, è un’attività di PROBLEM SOLVING; quindi, media tra il
mondo teorico e le lingue parlate e scritte quotidianamente.
47- DIALETTO:
NON DEVE ESSERE Considerato come una forma CORROTTA della lingua, ma come
una lingua sorella. Difatti, discendono tutte dal LATINO, è solo un caso che sia stato
scelto il toscano ma in realtà ogni dialetto aveva la possibilità di diventare la lingua
standard dell’Italia.
DIFFERENZE:
La tradizione letteraria del dialetto è modesta o nulla. Una norma ortografia non
definita. Non possiede un patrimonio lessicale equiparabile a quello della lingua
standard (es termini tecnici).
N.B DIALECT VS DIALETTO:
DIALECT indica qualunque varietà della lingua, di conseguenza, non è applicabile al
caso dell’italiano, perché in Italia si parlano DIVERSE VARIETà ROMANZE, NON SI
PARLA DI DIALETTI DELL’ITALIANO, MA DI DIALETTI ITALIANI.
[lingua tetto lingua che si usa si situazioni di comunicazione ufficiale]
-LINGUA E DIALETTO:
Il dialetto ha solo il registro COLLOQUIALE, ma sia il dialetto sia la lingua hanno un
aspetto linguistico completo (morfologia, sintassi, lessico, ecc..).
MODALITà DI APPRENDIMENTO:
Il dialetto si impara nei primi anni di vita, la LINGUA si impara a scuola, quindi è
legata al campo dell’identificazione linguistica secondaria (è sempre secondaria
perché la grammatica si apprende a scuola).
LIMITAZIONI DEGLI AMBITI DELL’USO:
-dialetto ambito colloquiale, teatro/ letteratura dialettale.
-lingua in tutti gli ambiti ma anche in ambito giuridico- burocratico- accademico.
IL DIALETTO HA UN VALORE IDENTITARIO MAGGIORE. (per sentire il valore
identitario della lingua bisogna uscire dalla nazione mentre per il dialetto può
riconoscersi già soltanto da provincia a provincia).
-COMUNITà LINGUISTICA:
WEINREINCH (1894-1969) la lingua è un dialetto che possiede un esercito e una
marina. Quindi una lingua con responsabilità SOCIALE, rappresenta la nazione a
livello ufficiale. Anche se secondo Palermo, la definizione di Weinreich non si applica
totalmente alla situazione italiana, perché soltanto in un secondo momento alla
lingua scelta (toscano) è stata fornita soltanto in un secondo momento l’esercito e la
marina.
COMUNITà LINGUISTICA gruppo di parlanti che condivide un insieme di
atteggiamenti riguardo alla lingua. Fondamentale per l’appartenenza ad una
comunità linguistica è la VOLONTà DEL PARLANTE.
-48:
DIGLOSSIA in una stessa comunità sono presenti due codici, due varietà utilizzate
in modo indifferente, ma le due varietà sono una alta ARCOLETTO una bassa
BASILETTO, ma in generale vengono utilizzate in maniera indistinta.
LINGUA TETTO dotata di prestigio sociale. Abbiamo due tipi di lingua tetto:
-OMOGENITCO STESSA ORIGINE, es italiano standard rispetto ai dialetti che
derivano dal latino
-ETEROGENITCO lingua standard rispetto alle lingue di diversa origine, es italiano
rispetto ai dialetti tedeschi dell’Alto Adige.
CATALANO in Spagna anni 80 la forte identità dei catalani, fece si che la campagna
di promozione linguistica dell’uso del CATALANO al posto del castigliano funzionasse
perfettamente. (non gli hanno imposto una lingua terza, ma la loro lingua stessa).
Il simbolo della promozione era una bambina di nome NORMA.
50- minoranze linguistiche in Italia Chi parla una lingua di minoranza in una
comunità linguistica più ampia si chiama ALLOGLOTTO (es i parlanti di tedesco
all’interno dell’Alto Adige). In Italia circa 2 milioni e mezzo di alloglotti.
Abbiamo due tipi di minoranze:
NEOLATINE Francoprovenzali provenzale, francese e francoprovenzale
(Piemonte, Valle d’Aosta, provincia di Foggia e provincia di Cosenza).
Occitane e Provinzali alpine (Val di Susa)
Francesi (Valle d’Aosta)
Ladine Dolomitiche (Veneto, Trentino).
Friulane; Gallo-italiche (Toscane, Sicilia); Tabarchine (Carloforte);
Catalane (Alghero, Sicilia); Sarde.
NON NEOLATINO: Walser (Piemonte e Valle d’Aosta); Tedesco (Aldo ADIGE); Cimbre
(Verona); Slovene (Friuli); Croate (Friuli); Slavomolisane (Molise); Albanesi:
arbereshe (Abrruzzo, Sicilia ì); Greche (Salento, Reggio Calabria).
LEGGE 482/1999
-La prima legge in Italia che tutela le minoranze linguistiche risale al 1948
nell’articolo 6 della Costituzione. In seguito dal 1999 vengono stabilite ulteriori leggi.
Tra il 1948 e 1999 ci si era limitati a tutelare soltanto le regioni di confine, ma non le
comunità linguistiche nella loro totalità. (es. solo Valle d’Aosta).
Art.11 possono cambiare il nome nella lingua di minoranza a coloro era stato
impedito utilizzare il nome nella loro lingua minoritaria, è una legge RETROATTIVA.
Art.13organi di stampa
Art. 16 le regioni e provincie possono provvedere alla creazione di appositi istituti
per la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali della popolazione che parla una
lingua minoritaria.
51- Valle d’Aosta e Friuli:
Valla d’Aosta viene considerata una comunità francofona, in realtà soltanto l’8%
della popolazione parla questa lingua. È una regione autonoma con amministrazione
bilingue. All’interno di questo 8%, vi è un’ulteriore minoranza che parla patois
franco-provenzale, tutelata dalla legge del 1999, ma affidata in realtà agli enti locali.
FRIULI Trieste e Gorizia sono considerate delle minoranze nazionali, la cui lingua
di minoranza è sloveno. Anche se in realtà la maggior parte dei parlanti slafononi si
trova ad Udine, all’interno della quale lo sloveno non è considerata una minoranze.
Alto ADIGE sin dal 1946 era garantito l’insegnamento del tedesco, è utilizzato
anche a livello amministrativo e in tv. La provincia che contiene meno germanofoni
è Bolzano. In Alto Adige un ulteriore minoranza linguistica è il LADINO DELLE
DOLOMINI. A dispetto della Valle d’Aosta, in questa ragione, è riconosciuto il
BILINGUISMO SEPARATIVO ossia si riconoscono due diverse comunità una
germanofona una italianofona. Quest’ultima parla anche l’italiano mentre la
germanofona parla una serie di dialetti che sono ladini o Austro-Bavaresi, quindi
ritroviamo anche sistemi scolastici TRILINGUE.
DIRITTO DEL PARLANTE Ogni parlante ha diritto, per legge, di utilizzare la lingua
che preferisce. Si può parlare quindi di PERSONALITà e Territorialità del diritto
linguistico.
PERSONALITà possibilità teorica di ogni cittadino di utilizzare qualsiasi lingua sul
territorio dello Stato.
TERRITORILITà delimitazione territoriale UNO STATO UNA LINGUA.
LINGUA MINORITARIA può essere molto diffusa in uno Stato es. francese in
Canada, ha lo stesso PRESTIGIO SOCIALE
LINGUA IN SITUAZIONE DI MINORANZA il prestigio sociale e lo stato giuridico
risultano più bassi rispetto alla lingua dominante es il greco in Puglia.
IPOCORISTICO cambio dei nomi di persona, non segue una regola ma una
tendenza. AFERESI (CADUTA DELLE SILLABE PROTONICHE) nicola cola
-RADDOPPIAMENTO DEL LINGUAGGIO INFANFILE CON BASE SULL’ULTIMA
CONSONANTE Giuseppe Peppe
-RADDOPPIAMENTO DEL LINGUAGGIO INFANTILE CON BASE SU ALTRA
CONSONANTE: Domenico Mimmo; Memé
-CADUTA DELL’ELEMENTO FINALE Giovanni> GAIOVà
-CONTRAZIONE PER CADUTA DI CONSONANTE INTERNE Giovanni Gianni
ENANTIOSEMIA quella variante della POLISEMIA (più significati), per cui una
parola possiede un significato, ma anche un secondo significato opposto a quello
etimologico di partenza. Questo fenomeno venne introdotto da EDWARD POCOCOK
(1604-1691), non riguarda solo la lingua italiana. Es Affittare dara in
affitto/prendere in affito
Noleggiare=prendere/dare in noleggio
Cacciare= inseguire/allontanare
Confessare=fare una confessione/ascoltare una confessione
Curioso= chi prova curiosità/chi suscita curiosità
Sbarrare= chiudere/aprire
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