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LINGUISTICA:

24: MORFOLOGIA DAL LATINO ALL’ITALIANO ARTICOLI:


In latino esistevano gli articoli, ma non venivano usati. Quintiliano die NO ARTTICOLI.
Quintiliano è un maestro (200 anni dopo Cicerone).
In italiano abbiamo sei articoli determinativi e 3 indeterminativi.
L’articolo determinativo continua la forma latina ILLE, ILLA, ILLUD e UNUS UNA
UNUM (non erano articoli in latin).
ILLE: aggettivo o pronome dimostrativo: QUELLO.
UNUS: agg. Numerale significava UNO come numero.
Ma nel latino colloquiale e tardo questi venivano utilizzati quasi come articoli come
dimostrano le commedie di Plauto (250 e 184 a.C), scritti informali di Cicerone, testi
latini medievali (Con il Cristianesimo). Il LATINO CONTINUA AD ESSERE UTILIZZATO
FINO AL 700 NEI TESTI SCINTIFICI.
LA FORMA INTERMEDIA tra gli aggettivi/articoli latini e articoli italiani è detta
ARTICOLOIDE. Quest’ultimo si trova principalmente nel LATINO CRISTIANO.
Al II secolo d.C risale una traduzione di Vecchio e Nuovo Testamento, chiamata
ITALA o VETUS LATINA. È tradotta dal GRECO (che come l’ebraico) che aveva
l’articolo.
Un'altra attestazione si trova nella LEX SALICA (raccolta di leggi dei Franchi Salii):
AD ILLO BOLITARIO FRANGANT LO capo
AL cantiniere IL capo

L’articolo indeterminativo nasce dall’accusativo UNUM-UNAM

-ARTICOLO DETERMINATIVO MASCHILE:


IL-LO-I-GLI: in italiano utilizzato in basa alle parole che segue
Nell’italiano antico si utilizzava soprattutto LO, derivato da ILLUM che perde la M
finale, aferesi di IL e passaggio da U a O. Da LO nasce IL condizionato dal SUONO che
PRECEDECEVA L’ARTICOLO. Se era una consonante non c’era alcun problema,
mentre se termina per vocale diventa L  mirare L sole ed in seguito venne
aggiunta la vocale d’appoggio E o I.

L’italiano antico segue la norma di GROBER: LO SI USAVA ALL’INIZIO di FRASE


LO DOPO PAROLE CHE TERNINA IN CONSONANTE
IL DOPO LA PAROLA CHE TERMINA IN VOCALE
IN TOSCANA NEL 500 ERA VIGENTE SOPRATTUTO LA FORMA EL.
PLURALE: la forma originaria era LI, forma plurale di LO, derivata da ILLI. AFRESI
SILLABA INIZIALE. In italiano antico quando LI precedeva parola inizianti per VOCALE
dava vita alla forma Lj, di conseguenza al suono palatale GL: LI ONORI..> GLI ONORI
La I nasce dalla riduzione di GLI.

-ARTICOLO FEMMINILE: la-le


SINGOLARE ILLAM> LA aferesi sillaba iniziale e caduta della M
PLURALE ILLAS> accusativo femminile AFERESI SILLABA INIZIALE, SI palatalizza la A in
e a causa della S che poi va a cadere IL LA S> LE S> LE

25: PRONOMI PERSONALI


PRONOMI TONICI: sono molti simili a quelli latini
IO-TU ME-TE: conservano un residuo di declinazione (me acc. Abl. Pronome di 1 p)
( tu nom. Pro. Di 2 p.)
( te abl. Pron. 2 p.)
I pronomi di 1 p. plu. Derivano da NOS E VOS, la S di palatalizza come avviene
generalmente nei monosillabi.

TERZA PERSONA: il latino non aveva forme autonome per indicare la 3 persona,
quindi usa alcuni DIMOSTRATIVI: IS, ILLE, IPSE, in italiano vengono continuate.
Nel fiorentino antico (XII e XV secolo) vi era una gran varietà di forme del pronome
soggetto di terza persona sing e plu. Es. EGLI ELLI, ESSO ELLA, ESSA EGLINO ESSIK,
ELLENO
Esistevano anche forme meno frequenti come EI e la sua forma apocopata E’, LA LE
LUI LEI LORO
Questi derivano dal latino volgare ILLI, rimodellato a sua volta da ILLE sul pronome
relativo QUI (colui che) che diviene ILLI QUI dal ILLI>ille
Quando ILLI precede una vocale, la I viene percepita come uno J, dando vita al nesso
LLJ ILLI AMAT—ELLI AMA---EGLI AMA. Inizialmente veniva utilizzata solo davanti a
vocale poi si è generalizzata quindi anche davanti consonante.
ELLA ed ESSO derivano da ELLA ed IPSUM
EGLINO: RIMODELLAMENTO ANALOGICO, è una forma creata dai parlanti sulla base
di EGLI a cui aggiungono NO, tipica dei verbi (terza persona plu dei verbi) CANTANO,
DICONO, modellato anche sul femminile ELLANO

LUI viene da ILLUI con aferesi. LEI deriva da ILLAEI con aferesi
LORO nasce da ILLORUM (genetivo maschile plurale di ILLE) con aferesi.
Le forme LUI-LEI-LORO erano poche utilizzate nel fiorentino per cui anche le 3 corne
non le utlizzano e gli scrittori del 500 le evitavano, ma, nonostante ciò, si affermano
nel parlato. Tra 800-900 lo scritto colloquiale si diffonde e per questa ragione ancora
oggi viene utilizzato.
Sé: questa forma in italiano ha la funzione di complemento riflessivo: Luigi parla per
sé. Deriva dal latino SE (acc-abl del pronome iflessivo della III persona sing e plu).

PRONOMI ATONI_ hanno la funzione di complemento si appoggiano al verbo


(guardalo-mi parla). Sono detti anche CLITICI (dal latino CLINO mi appoggio) si
dividono in:
PROCLITICI: precedono il verbo- mi parla-
ENCLITICI: seguono il verbo-diglielo-

MI-TI-SI derivano dalla chiusura della E dei pronomi latini ME-TE-SE


ME VIDET- ME VEDE-MI VEDE
GLI-LO-LA-LI-LE derivano da Ille (pronome dimostrativo)

Ci e VI derivano da avverbi di luogo ECCE HIC (ecco qui)> ci IBI (spirantizzazione b-


v)VI
NE deriva da INDE, aferesi I poi riduzione inconsueta del nesso ND alla nasale N

-PRONOMI E AGGETTIVI POSSESSIVI:

MEUM, MEAM MEAS> MIO, MIA MIE


La e tonica si chiude in I
MIEI viene da MEI, la e tonica si dittonga

TUUM.TUAM.TUAS> TUO TUA TUE


SSUM. SUAM.SUAS> SUO SUA SUE
Le forme dell’italiano antico erano TOO TOA TOE SOO SOA SOE ssolo in un secondo
momento la O si chiude.

TUOI e SUOI avrebbero dovuto essere TOI e SOI ma probabilmente si è sviluppato il


dittongo seguendo IE.

VOSTRO E NOSTRO NOSTRUM E VOSTRUM accusativo singolare di VOSTER(latino


colloquiale)
Latino classico la forma era VESTER.

LORO-ILLORUM genitivo plurale del dimostrativo latino ILLE

PRONOMI RELATIVI: italiano QUALE (varabile) CUI (invariabile)


QUALE segue le forme latie dell’aggettivo QUALIS, accusativo sing. QUALEM> QUALE
Nominativo-accusativo plur. QUALES> quali

CUI dal pronome relativo QUI, QUAE, QUOD (dativo=cui) N.B QUALE è VARIABILE
perché NASCE DA UN AGGETTIVO, mentre CUI prende solo il dativo

CHE> QUID. Al Sud esistono forme CA e Co derivate da QUIA E QUOD

26: Il popolo: INTENDIAMO IL TOSCANO PER LA FORMAZIONE DELL’ITALIANO


i soggetti della linguistica coloro che hanno contribuito alla formazione della
nostra lingua
Grandi trasformazioni a livello linguistico si sono sviluppate grazie alle masse
popolari.
Anche se Bembo, ad esempio, non riconosce alcun contribuito alle classi subalterne
mentre Manzoni e Machiavelli accettano quest’influenza e sono favorevoli alla
lingua viva parlata a Firenze.
POPOLO CETO MEDIO, capace di influenzare significativamente le scelte nazionali
Nel corso del 500 i modelli principali sono PETRARCA per la poesia, rifiuta il
linguaggio popolare, (Dante invece lo usa) e Boccaccio per la prosa attento alle
forme popolari.
L’interesse verso le masse incolte si verifica dopo l’unificazione dell’Italia perché il
problema è COME UNIFICARE LA LINGUA DELL’INTERA NAZIONE?
L’ideologia marxista si occupa dei problemi linguistici delle classi subalterne.
Le spinte linguistiche unificatrici non mancarono nella seconda metà del XIX secolo:
scolarizzazione, leva obbligatoria, emigrazione, preghiere, inni dei partiti, giornali,
melodramma.
GRAMSCI (1891-1937) come Ascoli prima di lui, sostenne che il livellamento
linguistico in Italia sarebbe stato raggiunto naturalmente proprio grazie alla
combinazione tra scuola, cinema, teatro quindi con la GLOBALIZZAZIONE.
Nel dopoguerra si diffonde la TELEVISIONE, fenomeno importantissimo per il
livellamento linguistico, ad esempio sulla Rai vi era un programma in cui venivano
spiegati le basi dell’italiano agli analfabeti. (Non è mai troppo Tardi anni 50).
Nell’ultimo mezzo secolo si sviluppa l’interesse per i dialetti popolari.
-I NOTAI: sono fondamentali soprattutto in epoca medievale, perché molti dei
documenti in volgare sono scritti proprio dai notai che per SCELTA introdussero
brani in volgare, anche se conoscevano il LATINO. Inoltre, sono stati i primi cultori di
poesia italiana. A bologna nel 1265 vi era l’obbligo di registrare i contratti privati, lo
spazio bianco veniva BIFFATO, affinché non venisse modificato o falsificati. Per cui
biffavano scrivendo preghiere, proverbi, versi di Dante, Cavalcanti e vere e proprie
poesie in volgare.
-I MERCANTI: a dispetto del notaio è un ILLETERATO, non conosce il LATINO, ma
conoscevano bene le lingue straniere. I mercanti tenevano una corrispondenza tra
loro, quindi sono scritte in VOLGARE. I mercanti fiorentini possedevano piccole
biblioteche composte da opere in volgare come DANTE e BOCCACCIO.
Appertengono ai mercanti PRATICHE DI MERCATURA: diari personali che
contengono note commerciali, ricette mediche, fatti di cronaca, proverbi, notizie
astronomiche, LIBRI DI FAMIGLIA, avvenimenti familiari importanti (nascite,
decessi..)

27- GLI SCIENZIATI: FINO AL RINASCIMENTO LA LINGUA SCIENTIFICA PER


ECCELLENZA ERA IL LATINO, quindi tutti i trattati scientifici sono in LATINO
Il volgare non possedeva ancora un lessico adatto alla scienza.
Nel 300 le fonti erano in LATINO in ambito scientifico, che è scritto per difendere i
dialetti è scritto in latino. Nel 700 la norma era insegnare le materie in LATINO. Arti
del QUADRIVIO (metà umanistico e scientifico) TRIVIO ( dialettica, grammatica e
retorica). Nel 500 inizia ad affermarsi un primo linguaggio tecnico-scientifico in
volgare.
Galileo Galileo è uno dei primi a promuovere l’uso del volgare nei trattati scientifici;
quindi, abbiamo un intenso periodo di TRADUZIONE. Molte parole vengono scelte
come prestiti modellandole sulle corrispondenti latine e greche, scelta che Galileo
non condivideva preferendo la nascita di NEOLOGISMI. Trigonometria, fisiatra, non
entrano in italiano attraverso la spontanea evoluzione del latino ma come presiti
adattati. Sono comprensibili in tutt’Europa perché il latino era diffuso in vari stati
europei.
LEOPARDI (1798-1837): nell’Ottocento effettua una distinzione tra linguaggio
poetico e scientifico. Le PAROLE appartengono alla poesia, i TERMINI alla
dimensione scientifica.
-BUROCRATI: La lingua toscana non nasce come lingua AMMINISTRATIVA, ma
LETTERARIA. Fino al 400 le cancellerie dei vari Stati dell’ITALIA utilizzano il latino. In
seguito, Milano, Mantova e Urbino iniziano ad utilizzare il volgare nel 400 affinché
potessero essere compresi dalla popolazione cittadina. Ma questa scelta non venne
accettata subito dal burocrata disonesto perché poteva approfittare del popolo
continuando ad utilizzare il latino.
NEL 1560-61 in Piemonte Emanuele Filiberto introduce nei tribunali l’uso della
lingua italiana sul modello di Francesco I in Francia, tuttavia, avvocati e notai
continuavano ad utilizzare il latino, finché nel 1577 viene effettuato un richiamo
ufficiale.

-LE SCUOLE:
Fino al 700 l’istruzione superiore era in LATINO, ma già nel 500 in Toscana qualche
cattedra si apre al volgare. In tutta Italia entra durante l’Illuminismo ma in una
posizione modesta rispetto al latino.
SCUOLE SOTTERRANEE: scuole non statali organizzate da parrocchie o botteghe per i
figli dei mercanti. Queste scuole erano in volgare.
Il primo fenomeno di SCOLARIZZAZIONE DI MASSA avviene a metà 800, prima
dell’Unificazione. Nel 1859 abbiamo la legge CASATI, impone un’istruzione
elementare gratuita per 4 anni che venne però a lungo evaso. Inoltre, in queste
scuole i maestri insegnavano nel loro dialetto locale.
-EDITORI E TIPOGRAFI: La stampa è introdotta nel 1455 da Gutenberg. Nel 1456 in
Germania viene stampata la Bibbia di Gutenberg, primo testo stampato in Europa.
Con la stampa i tempi e i costi di produzione si abbassano a vantaggio anche della
diffusione della cultura. Grazie alla stampa si regolarizza anche la scrittura e la lingua
italiana raggiunge una norma ortografica definita. I primi libri stampati sono detti
INCUNABULI (IN LATINO FASCE). La prima produzione di testi fu principalmente in
lingua latina. Il primo testo in volgare forse fu pubblicato nel 1462, titolato PARSONS
FRAGMENT: libretto di preghiere in caratteri gotici, scritto in volgare italiano ricco di
latinismi, ed è incompleto. Dubbi anche sul luogo di pubblicazione in Italia o
Germania. In XV erano pochi i libri pubblicati in volgare, l’80% era latino. Un secolo
dopo però, la pubblicazione dei libri in latino si ridice al 40%. Verranno stampanti:
ricettari, preghiere, manuali. Ma questa situazione varia da regione a regione es. a
Roma soprattutto testi ecclesiastici in Latino.
PIETRO BEMBO (veneto) e Aldo Manuezio (suo collaboratore), abbiamo una norma
ortografica dell’italiano es. le h, l’uso dell’apostrofo (non ancora regolati fino al 500)
NEL 600 LE CONVENZIONI ORTOGRAFICHE DELL’ITALIANO SONO LE STESSE CHE
ADOTTIAMO ANCORA OGGI.
28- L’INDOVINELLO VERONESE preceduto dal BREVE DE INQUISITIONE 715 d.C è una
verbalizzazione giudiziaria. È un documento probativo per conservare il ricordo di un
negozio giuridico, utilizzato anche per le decisioni papali. Inserisce a tratti parole in
volgare. Scritto da GONTRANDO.
INDOVINELLO VERONESE viene scritto su un testo liturgico creato in Spagna, in cui
ritroviamo una scritta in volgare (scoperto da Bartolomeis nel 1924) anche se
mischiata al latino. [Parava davanti a sé i buoi, arava i campi bianchi (foglio), teneva
un aratro bianco (la penna) e seminava un seme nero (inchiostro). Ma PARAVA vuol
dire spingeva davanti a sé? O piuttosto somigliava? Separaba (separava)? LINGUA
INCERTA. VERSOR (dialetto settentrionale) ma declinato al LATINO. (Alba latino)
29: CAMMODILLA: Intorno al VI-VII secolo d.C. è un graffito che si trova all’interno
della Catacomba di Cammodilla a Roma (Santo Felice e Adautto). 1720 scoperta ma
per una frana si può studiare solo dopo il 1903. È un avviso “NON DICERE ILLE
SECRITA ABBOCE”, (è un testo a metà tra latino e volgare). ABBOCE è un fenomeno
di BETACISMO, è un ricalco del parlato aggiunta di un’altra B.
30- PLACITO CAPUANO 960 d.C [notaio Atenolfo] è un testo in VOLGARE composto
da due righe in un verbale redatto in latino e scoperto nel 1734 ma studiato solo dal
900 in poi. La sua caratteristica è l’intenzionalità che all’interno di un documento in
latino scrive queste due righe in volgare. Nel Placito vengono trascritte atti giudiziari
che riguardano alcuni appezzamenti di terra contesi tra l’abbazia di Montecassino e
un privato. In questo processo anche se i contendenti parlano in volgare, le loro
parole vengono trascritte in latino eccetto le testimonianze (chierici) riportate in
volgare affinché vengano comprese anche in futuro e da tutti “Sao ko kelle terre, per
kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte s(san)c(t)i benedicti”. SAO è
un meridialismo da SACCIO, [sapio-saccio-soa] KO è il riadattamento del latino
QUOD. Probabilmente qusta formula era già stata trascritta dal giudice, quindi è una
formula standard, come dimostrato le successive formule trovate nel 963 PLACITO D
SESSA, AURUNCA, TEANO, TEANO. Gli atti giudiziari avevano forme standard. I nomi
sacri sono latinismi. TEBE  A TE MOSTRAI.
31- SAN CLEMENTE: circa 100 anni dopo il Placito. È un affresco voluto e
commissionato daBeno di Rapiza, forse risale al 1130. Sembra un fumetto. Beno
avrebbe ricevuto una grazia da San Clemente e fa scrivere sotto l’affresco una frase
in latino. Nell’affresco abbiamo 4 uomini che cercano di trasportare una colonna che
in realtà sarebbe san Clemente, perché secondo il miracolo di San Clamente quando
sarebbe stato arrestato si sarebbe trasformato in una colonna. È particolare perché
ogni figura dice una frase. Oltre alla frase in latino in cui Reno si attribuisce la
paternità, l’altra frase latina è presente sulla colonna, pronunciata da San Clemente>
per la durezza del vostro cuore, meritaste di trascinare pietre, le altre frasi sono
scritte in volgare SISINNIO-CARBONCELLO-AlBERTELLO E Cosmario. FILI- FIGLI. I servi
parlano in volgare. Il problema è non sapere chi pronuncia le varie frasi o parla solo
Sisinnio.

32- Teorie sulla formazione dell’italiano


All’inizio il volgare era visto come una DEGENERAZIONE del latino di Seneca.
DOMANDE DEGLI INTELLETTUALI: COME SI SONO FORMATI I DIALETTI DAL LATINO?
COME DOBBIAMO SCRIVERE, COME DOBBIAMO PARLARE LA LINGUA ITALIANA
(dopo l’unificazione d’Italia)?
La prima domanda porta alla nascita della moderna linguistica, la seconda alla
regolamentazione della lingua.
Dal punto di vista accademico la storia della lingua italiana è giovane (dopo dell
800), ma il problema della formazione della lingua è antichissimo, per lungo tempo è
stata la materi dei letterati, i linguistici si sviluppano dopo l’Ottocento.
-‘300 I PRIMI STUDI DI LINGUISTICA NEL 300:
300 DANTE ALIGHIERI(1265-1361). Prima di Dante non si riscontrano particolari
opere in volgare italiano, le lingue letterarie in quel momento sono LATINO-LINGUA
D’OC E OIL. Dante riesce ad elevare il toscano a lingua letteraria, per questa ragione
è considerato padre della lingua. Considerato come COMANDANTE DEL VOLGARE
DA PETRARCA.
Nel DE VOLGARI effettua una rassegna dei vari volgari parlati in Italia, esamina la
tradizione poetica del volgare. Nella parte introduttiva discuta le origini del
linguaggio umano, crede al mito della Torre di Babele (creduta fino al 700). Dante
ipotizzò un collegamento tra PROVENZALE-FRANCESE e Italiano, chiamate da lui (oc-
oil-si) asserendo che derivassero da un’unica lingua comune. Però Dante afferma
che questa lingua non è il latino- lui conosceva il latino classico considerata una
lingua così perfetta che sarebbe una lingua creata dai letterati (artificiale) quindi non
utilizzata per la comunicazione-
-‘400 LEONARDO BRUNI (1370-1444) Flavio Biondo (1392-1463) nel corso del 400
nessuno legge il De vulgari Eloquentia, perché verrà ritrovato solo nel ‘500.
Il 400 (UMANESIMO) è strettamente legato al latino, il problema principale era come
parlassero i romani (l’italiano veniva visto come una degenerazione del latino)
L’italiano per loro non era una spontanea modifica del latino.
Le teorie principali del XV:
Biondo Flavio: secondo lui a Roma parlavano tutti il latino che poteva essere letto
nei classici. Questa lingua perfetta viene corrotta dai BARBARI, soprattutto i
LONGOBARDI ì, popolo non latinizzato e barbaro. Quindi secondo Biondo, la lingua
italiana nasce come un MARCHIO NAGATIVO.
LEONARDO BRUNI: a Roma non si parlava un solo latino, ma due varietà ALTA
(LETTERARIA) e BASSA (popolare) da quest’ultima sarebbe nato l’italiano. Quindi
l’influenza dei barbari non aveva peso per Bruni.
Ma nel ‘500 avrebbe più successo la teoria di Biondo Flavio, considerata attendibile
anche da Bembo. Questa teoria ha avuto successo perché la teoria di Bruni venne
FRAINTESA, perché i suoi seguaci capiscono che l’italiano già esisteva e parlato a
livello popolare a Roma. Questa teoria mal interpretata è definita PSEUDO-
BRUNIANA.
[Secondo Dante: il latino classico deriva dalle parlate romanze]-
33- GIAMBULLARI:
Nel corso del XVI secolo nel dibattito tra Flavio e Bruni, si sviluppa una TEORIA
STRAVAGANTE di Giambullari (1495-1555), la teoria dell’ETRUSCO, secondo cui il
TOSCANO sarebbe nato dall’ETRUSCO. Oggi conosciamo poco dell’etrusco e quindi
anche nel ‘500. Giambullari afferma che l’etrusco fosse l’Arameo di Palestina.
Nonostante ciò, questa teoria viene ritenuta plausibile e per oltre 2 secoli viene
portata avanti anche se al margine della comunità scientifica.
-LUDOVICO CASTELVETRO (1505-1571) si inserisce nel dibattito tra i sostenitori di
Bruni e Biondo. Egli riprendendo le fonti originali di Bruno, lo appoggia perché
rielabora la differenza tra latino alto e popolare ai tempi della classicità romana.
Seguendo il modello originale di Bruno, per primo sviluppa la definizione di LINGUA
LATINA VULGARE, simile al concetto contemporaneo, distingue lingua scritta da
quella parlata. I latin volgare secondo Castelvetro avrebbe la grammatica uguale al
classico ma il lessico è diverso, più popolare. Queste parole poi, sarebbero
sopravvissute nella lingua italiana, soprattutto le invasioni barbariche ha permesso
la soppressione del latino classico a favore di quello popolare, perché i barbari non
sapevano utilizzare quello classico, dando vita quindi AD UNA LINGUA IMBARBARITA
E Più POVERA RISPETTO AL LATINO DI ROMA.
CITTADINI: Celso Cittadini (1553—1627) Il secolo XVII SEGN SU PUNTO SI SVOLTA.
Si iniziano a studiare i DOCUMENTI di epoca romana che non siano SCRITTI CLASSICI,
per poter comprendere la lingua effettivamente parlata a Roma, come le LAPIDI
(lapidi funerari, incisioni sui muri). Nel 1601 Celso Cittadini pubblica il TRATTATO
DELLA VERA ORIGINE E PROCESSO DELLA NOSTRA LINGUA. Cittadini esclude
l’influenza dei BARBARI, inizia a studiare le LAPIDI, perché scritte da persone
comuni, quindi in una lingua più vicina a quella parlata, compresa di errori. Quindi
inizia a studiare le deviazioni rispetto al latino classico. Nota che questi errori sono
precedenti alla caduta dell’Impero, quindi prima dell’invasione dei Longobardi. Per
cui, si fa strada che il latino è una lingua in mutamento e non statica. Di
conseguenza, inizia a farsi strada la teoria secondo la quali l’italiano non è il risultato
di un mutamento negativo ma di una NORMALE EVOLUZIONE.
34- Il Giuramento di Strasburgo: non riguarda la lingua italiana. Muratori è uno
storico del Medioevo, si interessa alla lingua perché vuole trovare l’equivalente
italiano del Giuramento di Strasburgo PRIMO DOCUMENTO SCRITTO IN UNA
LINGUA ROMANZA (PROTO-FRANCESE). È redatto dai successori di Carlo Magno per
dichiararsi fedeltà e alleanza. È trasmesso da Nitardo (cronachista) che afferma sa
scritto in LINGUA ROMANZA. È scritto metà in proto-francese metà in proto-
genermanico perché i due fratelli parlavano due lingue diverse e quindi giurano uno
nella lingua dell’altra Ludovico giura in proto-francese e Carlo in tedesco. È scritto in
volgare perché doveva essere compreso dai SOLDATI, quindi è VOLONTARIO. Di
conseguenza, nel 700, viene considerato come una lingua intermedia tra latino e
lingue moderne. Muratori vuole affermare che queste lingue romanze si siano in
realtà sviluppate dal LATINO.
MURATORI: cercava un documento che fosse redatto in italiano antico, per
dimostra che la teoria del proto-francese come lingua intermedia fosse errata.
Quindi muratori era convinto che:
1. le lingue germaniche avessero influito sull’italiano
2. la lingua intermedia non esiste
3. nei documenti medievali si possa trovare l’origine della formazione dell’italiano
antico.
Muratori non riuscirà mai a trovare un documento anche se il Placito Capuano era
stato già scoperto e pubblicato ma non ne viene a conoscenza.
-ASCOLI e Schlegel: 800
Con l’800 nasce la Linguistica, anche se inizio 800 alcuni studiosi continuano a
cercare la lingua intermedia, es. Raynouard sarebbe il provenzale, Perticari prima di
Dante gli scrittori utilizzerebbero una lingua intermedia, Grassi i barbari sarebbero
corruttori del latino e sono gli antenati degli austriaci che all’epoca dominavano il
Lombardo-Veneto.
SCHLEGEL 1772-1829: con lui avviene la svolta scientifica, si sviluppa nel XIX come
MATERIA SCIETIFICA. Egli fonda la linguistica scientifica. Egli distingue le lingue in 3
diversi tipi:
1. senza struttura grammaticale come il cinese;
2. ad affissi, come gli indiani di America, la PAROLA-FRASE.
3. flessive, sistema grammaticale strutturato, come latino grazie alle desinenze
possono esprimere diverse idee con poche parole.
Altra differenza di Schlegel: lingue senza articolo SINTETICHE e lingue ANALITICHE
con articolo, affermando che quest’ultime sarebbero più recenti e nate dalle prime,
perché i barbari non saprebbero usare le declinazioni e quindi viene introdotto
l’articolo. Al contempo per Schlegel La lingua intermedia non esiste, le varie lingue
si sono formate AUTONOMAMENTE dal latino, diversamente a seconda del tempo e
del luogo.
ISAIA ASCOLI (1829-1907): fornisce un’accurata descrizione dei dialetti italiani.
Elabora la teoria del SOSTRATO (influenza della lingua dei vinti sui vincitori).
Afferma che la u di alcuni dialetti italiani derivi da un sostrato celtico, cioè da una u
latina che i barbari non riuscivano a pronunciare, in realtà la U (con i due puntini) si
trova anche in zone dove i celti non sono mai giunti.

35- STORIA DELLA LINGUA: Come dobbiamo scrivere la lingua e parlare l’italiano?
LETTERATURA IN VOLGARR: risalgono alla fine del XII secolo le prime poesie in
volgare come le poesie religiosi FRANCESCO D’ASSISI (1181/1226)- JACOPONE DA
TODI (1236-1306), ambito Umbro.
Jacopone da Todi è un poeta e un religioso, scrisse le laudi religiosi. Oggi
possediamo circa 90 laude scritte da lui e altre laude di paternità incerta, un’epistola
a Giovanni della Verna, il Pianto della Madonna e lo Stabat Mater, incerta di
attribuzione sono i Detti ed un Trattato sull’amore mistico. Nel 1267 non era ancora
convertito, si sposa con Vanda, ma l’anno successivo muore durante una festa da
ballo. In seguito, Todi scopre che la sera della morte lei indossava un CILICIO
(punizione corporale) e quindi l’anno successivo lui si converte nell’Ordine dei
francescani minori.
IL PIANO DELLA MODONNA (o Donna de Paradiso) è una laude scritta in forma di
dialogo tra i personaggi che assistono alla crocifissione di Cristo. Allide—deride- è
ricca di regionalismi
-IL CANTICO DELLE CREATURE: scritto da Francesco d’Assisi che studia il latino e il
volgare, poesia e musica conosceva inoltre il provenzale e francese per avviarlo al
commercio. A 20 anni partecipa alla guerra tra Assisi e Perugia, quando vuole
ritornare in guerra ha la prima apparizione. La sua prima apparizione ha inizio nel
1205. Nel 1207 rinuncia ai beni paterni. Il suo primo discepolo è Bernardo da
Quintavalle un magistrato e poi un dottore in legge Cattani. I seguaci di Francesco
sono 12. Nel 1213 parte in pellegrinaggio. Nel 1223 si dedica alla riscrittura della
regola dell’ordine, riconosciuta da Papa Onorio III, nello stesso anno organizza il
primo presepe della storia. Nel 1224 riceve le stimmate ed in quel anno scrive il
CANTICO DELLE CREATURE. “TUE SO LE  REGIONALISMO UMBRO TUCTE
RETAGGIO DEL LAINO” KE per una mancanza di norma grafica mentre CA.”
-NON SOLO RELIGIOSA: Nel corso nel 1200 poesia d’amore. Federico II di Svevia,
si sviluppa un filone di poesia riprendendo i trovatori provenzali. La poesia di
siciliana è scritta in un siciliano ILLUSTRE, carico di PROVENZALISMI. Dante
apprezzerà questa poesia, propone questa lingua come LINGUA NAZIONALE. Ma le
copie che lui legge sono scritte da copisti TOSCANI (è una lingua mista toscana-
siciliana).Anche quelli che abbiamo noi oggi sono state trascritte da copisti toscani.
Non abbiamo attestazioni dirette principalmente perché il periodo del declino della
di Svevia e morte di Federico II coincide con lo sviluppo di Firenze e Bologna.
DANTE ALIGHIERI: (1265-1321) va considerato tra uno dei primi più importanti
studiosi della lingua italiana. L’idea della ricerca di una lingua LETTERARIA comune si
sviluppa del XIV. Dante è un convinto ASSERTORE delle possibilità letterarie del
VOLGARE. Ne parla in due opere: CONVIVIO-DE VOLGARI ELOQUENTIA. Tuttavia
deve essere ELEVATO, in questo modo potrà essere un’ottima risorsa per tutti coloro
che non conoscono il latino. Migliorini:< è il primo laico vuole dominare tutta la
cultura del tempo. Egli mira vuole innalzare gli scrittori del tempo attraverso il
VOLGARE, creare LAICI valenti in ambito letterario>. Il CONVIVIO è scritto in
VOLGARE, mentre il De Vulgari in latino (affinché sia preso in considerazione dai
dotti, come qualcosa di scientifico). Il Convivio è la prova dell’artificio volgare posto
da Dante è scritto tra il 1304-07, mentre Dante è in esilio. È un’opera incompiuta 4
trattati invece di 15, il motivo per cui lo scrive è per mostrare la PARI DIGNIFTà DEL
VOLGARE AL LATINO. Ma anche lui deve arrendersi al fatto che il volgare non ha la
stessa dignità letteraria del latino.
Il de vulgari è scritto in LATINO, è un trattato di linguistica italiana, è incompiuto e
scritto durante il periodo dell’esilio. È ritrovato nel 500 da Trissino e lo pubblica in
traduzione italiana (per lungo tempo verrà considerato un falso). Soltanto
Alessandro Manzoni ritornerà alla fonte originaria. Veniva considerato un falso
perché BOCCIAVA tutte le forme di volgare esistenti in Italia. Egli è convinto che le
lingue si siano confuse dopo la Torre di Babele, nota inoltre che la lingua del Si è
imparentata con la lingua OC e Oil, cerca di individuarne la matrice comune che non
sarebbe il latino, lingua creata dai letterati. Ma anzi secondo Dante il latino è una
lingua LETTERARIA non utilizzata per l’effettiva comunicazione e che si sarebbe
sviluppata dall’ITALIANO antico. Tuttavia, nonostante quest’errore Dante riconosce
la parentela tra SI, OC E OIL, studiando le concordanze lessicali.
Poi, analizza solo la lingua del SI. Asserisce che il volgare letterario non può essere la
lingua quotidiana, perché deve ELEVARSI per poter raggiungere la perfezione che
aveva il latino nello scritto. Quindi, rifiuta tutti i volgari presenti in Italia, anche se
apprezza il Bolognese aulico di (Guinizzelli) e il siciliano delle poesie della corte
siciliana. Anche se in realtà le copie che lui legge sono trascritte da copisti TOSCANI,
quindi una lingua a metà tra toscano-bolognese toscano-siciliano. Egli è convinto
che il volgare debba nobilitarsi attraverso la letteratura. Condanna chi usa un lessico
e stile basso come Giuttone d’Arezzo, ammira gli autori dello Stilnovo e i poeti
siciliani. NB. Le pagine in cui Dante condanna il toscano diventeranno nel tempo
punto cardine nella discussione sulla scelta linguistica nel corso del 500 e 800.
-Modi di dire di Dante: che utilizziamo oggi ma che provengono da Dante.
STAI FRESCO utilizzato nell’Inferno canto 22
NON MI TANGE Beatrice 2 canto dell’Inferno
SENZA INFAMIA E SENZA LODE Infero, canto III
IL BEL PAESE Canto 33 dell’Inferno
GALEOTTO FU Canto V DELL’INFERNO (Paolo e Francesca)
IL GRAN RIFIUTO Canto 3 dell’inferno
-GIOVANNI BOCCACCIO (1313-1375): è stato uno dei primi commentatori della
Commedia di Dante, dando il titolo DIVINA COMMEDIA. È autore di una delle prime
testimonianze scritte del volgare NAPOLETANO. Nel 1339 scrive EPISTOLA
NAPOLETANA, è uno dei primi esempi di LETTERATURA DIALETTALE RIFLESSA, ossia
volontariamente scrive in un dialetto locale. Vive un periodo a Napoli e a un amico
fiorentino (Francesco delli Barde) scrive questa lettera, è una lettera scherzosa. La
lingua è riportata come arriva a lui all’orecchio. In questa lettera: troviamo tratti
mercati del parlato, IPERCORRETTISMI usa una serie di dittonghi napoletani a
sproposito es. “fratiello, nuostra”. È importante perché usa volontariamente un
DIALETTO POPOLARE, quindi abbiamo una testimonianza di come questo dialetto
veniva ascoltato da un toscano.

37-IL 400 E DANTE: XV secolo: Gli umanisti si occupano soprattutto dei latini classici,
quindi va a rallentare l’avanzamento del volgare come lingua illustre. Nel 400 a
credere nelle potenzialità del volgare è LEON BATTTISTI ALBERTI (1404-1472)
promuove un movimento denominato UMANESIMO VOLGARE. Prevedeva: l’uso del
volgare di livello elevato sia nella prosa che poesia, quindi, vuole che il volgare sia
utilizzato al pari che il LATINO. Secondo Alberi devi riscattarsi facendosi ORNATO E
COPIOSO (elegante e raffinata) come il latino. Secondo Battisti colui che scrive in
volgare deve IMITARE la capacità dei latini di aver CREATO UNA LINGUA
UNIVERSALE.
Alberti tenta di scrivere in volgare però ricco di latinismi, ma è necessario per
raggiungere una matura fusione ”Migliorini”. La sua famiglia era toscana, lui
genevose. La sua scrittura è: uso del latinismi- appoggio sul toscano
contemporaneo- RIFIUTA la prosa di Boccaccio come modello. A Leon Battisti akberti
viene attribuita la GRAMMATICHETTA VATICANA, prima lingua italiana composta tra
1434 e 1454. Il codice che conserviamo è un APOGRAFO scritto per Pietro Bembo. Lo
scopo per cui viene scritto è DIMOSTRARE che il volgare ha già una sua struttura
grammaticale come il latino, quindi è un TESTO DESCRITTIVO. L’errore commesso da
Alberti: NON CREDE CHE POSSA ESSERE ESISTITO UN LATINO VOLGARE, ma egli
pensava che tutti parlassero il latino scritto da Seneca e Cicerone. La
Grammatichetta Vaticana non ha un gran successo perché non viene stampata
(stampa nasce tra il 1448-1454), la prima grammatica a stampa dell’italiano nasce
nel 1516.

-IL CERTAME CORONARIO: Alberti non si affida ai modelli del 300 delle tre corone.
Egli vuole attenersi all’uso del FIORENTINO contemporaneo. Nel 1441 organizza un
certamente coronario, ossia una gara di poesie in volgare, ma quest’innovazione
non viene accettata dagli intellettuali, troppo attaccati alla tradizione latina. Altro
importante promotore dell’uso del volgare nel XV alla corte di Lorenzo de’Medici,
abbiamo Poliziano anche De medici scrive una raccolta di poesie in volgare
RACCOLTA ARAGONESE (1477). Dal XV secolo il volgare giungerà a maturazione.

38 PIETRO BEMBO: Nel corso del XVI la questione sulla lingua si accede. In molti
propongono un’idea su come debba essere strutturato il VOLGARE letterario, cioè la
lingua italiana adattata alla letteratura. “Come bisogna scrivere questa lingua?” La
teoria che ebbe successo è la TEORIA DELLE 3 CORONE, elaborata da Bembo (1470-
1547). Egli è veneziano, collabora con lo stampatore Aldo Manuzio. Bembo vuole
RINNOVARE E NORMARE la grafia della LINGUA ITALIANA. A seguito della
collaborazione con Bembo, Manuzio perfezionò le sue opere a stampa. La
collaborazione inizia nel 1501. Essi stampano il PETRARCA VOLGARE, nel 1502 la
COMMEDIA DI DANTE (nel xvi Dante non era amato). Bembo cura la lingua e la veste
grafica della stampa del Petrarca. Manuzio oltre a stampare scrive un’introduzione
in cui difende il testo da quelli che avrebbero criticato l’allontanamento delle GRAFIE
LATINEGGIANTI. Infatti, il libro si titola LE COSE VOLGARI (e non vulgari) DI MESSER
FRANCESCO PETRARCA, l’originale è il 3197 curato da Bembo. Utilizzano il PUNTO E
VIRGOLA come nuovo segno di punteggiatura, che prima venivano utilizzato per le
abbreviazioni. Compare anche l’APOSTROFO, ispirato dalla grafia greca.

-BEMBO SCRITTORE: Nel 1505 risale la sua opera titolata GLI ASOLANI. Prosa
trattatistica e filosofica ad imitazione linguistica di Boccaccio. Usa queste lingue
perché sono quelle da lui normate. Nel XVI si stabilizza la lingua italiana.

-PROSE DELLA VOLGAR LINGUA: scritta da Bembo 1525. È divisa in 3 libri, il terzo è
dedicato alla grammatica della lingua italiana. È scritto in forma DIALOGICA, quindi
segue il modello classico (es. Cicerone). Ogni personaggio espone una teoria diversa.
Questi personaggi sono 4:
-GIULIANO DE MEDICI: rappresenta il punto di vista dell’Umanesimo .volgare
-ERCOLE STROZZI: favorevole alla prosa LATINA;
-CARLO BEMBO: teoria delle 3 corone; (fratello di Bmebo) quindi lingua senza
latinismi ecc.
-FEDERICO FREGOSO: fa da moderatore, cerca di esporre le tesi storiche sulla lingua.
Quest’opera è importante perché Bembo si distingue dalle teorie pseudo-bruniane
(fraintesa perché si crede che il latino basso fosse già l’italiano parlato già nel 200-
300). Perché segue quella di Flavio Biondo, quindi le invasioni barbariche avrebbero
corrotto il latino. Anche Bembo, come Alberti, considera possibile il riscatto del
VOLGARE attraverso la LETTERATURA, ma solo del volgare delle 3 corone, mentre
Alberti era favorevole al contemporaneo. N.B Bembo non accetta completamente la
Divina Commedia perché ha un linguaggio basso nell’infero. Preferisce la lingua
controllata di Petrarca allo stesso modo non accetta completamente il Decameron
ma solo La Cornica (parte elevata in cui abbiamo l’introduzione scritta da Boccaccio).
La teoria di Bembo verrà seguita per secoli (almeno fino all’800. Ma nel 500 la teroia
di Bembo non è l’unica (es. Machiavelli).

39- Baldassarre Castiglione (1478-1529): TEORIA CORITIGIANA: egli propone di


utilizzare la lingua utilizzata nella CORTE, soprattutto quella romana. Nel XVI Roma
era una città cosmopolita. Vi è una fiorentizzazione del romanesco nel 400 e 500,
dovuto a fattori esterni 1. Pontificato di Martino V (1417) culminata nel primo 500
con i papa medicei, abbiamo tanti fiorentini nella corte papale, decimazione della
popolazione romana a seguito del sacco di Roma 1527 e successiva ripopolazione.
Quindi il romanesco ha subito una FIORENTIZZAZIONE.
Il maggior esponente fu Castiglione con il suo Cortegiano (1528), egli rifiuta la teoria
di Bembo, preferisce una lingua che sia adattata alle parlate contemporanee (delle
CORTI). Bembo rifiutava queste proposte perché ERA DIFFICLE UNIFORMARE UNA
LINGUA ANCORA NON CODIFICATA, perché lo scritto è troppo lento rispetto al
parlato (le lingue di Dante-Petrarca erano riconosciute da tutti) però Castglione e gli
altri consideravano le lingue di Dante-Petrarca come anacroniste.

Trissino (1478-1550): TEORIA ITALIANA: Nel 1529 dà alle stampa il DE VULGARI


ELOQUENTIA in volgare. Nello stesso anno pubblica il CASTELLANO, opera in dialogo,
in cui sostiene che la lingua utilizzata da Petrarca non fosse un fiorentino puro
perché contiene vocaboli di altre zone d’Italia, quindi avrebbe scritto in ITALIANO.
Quindi segue l’idea di Danta che il toscano non fosse il dialetto ideale come base per
il volgare letterario. Per cui attraverso Dante e Petrarca nega la fiorentinità della
lingua italiana. EGLI PROPONE COME LINGUA STANDARD UN MIX DI VARI ELEMENTI
DELLE PARLATE REGIONALI. DA QUI IL NOME DELLA TEORIA ITALIANA, Inoltre
propone una riforma dell’alfabeto proponendo l’entrata delle lettere grece (omega
epsilon).

MACHIAVELLI (1469-1527) LETTERA A FRANCESCO VETTORI:


Nel 1513 Machiavelli è in esilio, sospetto di congiuro egli scrive una lettera a Vettori
il 10 dicembre, è una lettera di carattere IRONICO, in cui racconta la sua giornata
noiosa durante l’esilio. Nella lettera vi è una notizia sulla sua composizione del
PRINCIPE. La lettera è divisa in 3 parti:
-racconta in modo ironico la sua giornata
-racconta la sua occupazione della sera, legge gli autori e parla della sua
composizione del Principe;
-difende la sua fedeltà nei confronti i De Medici.
Scrive questa lettera in TOSCANO CONTEMPORANEO. Quindi la teoria linguistica di
Machiavelli è utilizzare il toscano elevato, è favorevole ai LATINISMI, sia grafico-
lessicali sia sintattici.

40- LA CRUSCA: XVII: secolo delle accademie e Scienze. Centrale in ambito linguistico
è L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA E IL SUO VOCABOLARIO. La CRUSCA è
un’associazione privata che cercava di restituire il primato linguistico alla città di
Firenze. Sina dal 1591 gli accademici discutevano su come realizzare il vocabolario.
Solo nel 1612 vede alla luce il primo vocabolario degli accademici della CRUSCA.
VOCABOLARIO DEGLI ACCAQDEMICI DELLA CRUSCA.
CRUSCA mirava a dividere la “farina” dal suo scarto, la “crusca” ciò le parole che
avessero diretto di entrare nella lingua italiana e quelle che ne erano escluse.
Il titolo di questo primo vocabolario fu a lungo discusso. Gli scrittori utilizzati per
creare il vocabolario viene escluso TASSO. Le poche parole ammesse del fiorentino
vivo e contemporaneo furono filtrate attraverso gli autori del 300. Questi accademici
dichiaro di seguire il canone impostato da BEMBO. Distaccamento a livello grafico
dal latino, seguendo già l’impostazione di Bembo. Tuttavia, vengono registrate
molte VARIANTI DI PAROLE: es. sia AVOLTERIO-ADULTERIO; NOTOMIA-ANOTOMIA.
Ma questo vocabolario fu criticato es. da Tasso, Bartoli, Beni. Sia per scelte sia per
impostazione. Nonostante ciò, vi sono diverse edizioni durante il 600, la terza nel
1691. Anche se criticato, in realtà nessuna lingua in Europea e fuori poteva godere di
un vocabolario all’altezza di quello della Crusca.

I GIORNALI: XVIII: 700 abbiamo le rivoluzioni di matrice borghese che interessa


l’intera Europea, si sta avviando il livello industriale, aumenta l’uso di macchinari.
GIORNALI-1 GUERRA MONDIALE-TV: grandi eventi per l’unificazione della lingua.
L’italiano si consolida a livello SCIENTIFICO e GIURIDICO-AMMINISTRATIVO, continua
a guadagnare terreno sul latino ma ha ancora forza in molti campi es. veniva
utilizzato nelle accademie, la storiografia, le scienze sono scritte principalmente in
latino.
Predomina l’italiano nella letteratura e sui GIORNALI, perché sarebbero stati
compresi da più persone, per tutte coloro che sanno leggere.
Con la Rivoluzione Francese 1789 crebbe l’importanza dei giornali, come strumento
di divulgazione non solo di tipo cronachistico ma anche LINGUISTICO. [Manzoni a
casa sua parla milanese e francese]. Importati eventi in questo periodo sono es.
L’annessione della Sardegna, si estinguono le grandi dinastie Medici, Estensi,
Farnesi. Il ducato di Milano e Mantova passano in mano degli Austriaci, si installano
le dinastie borboniche, guerra di Indipendenza Americana, la campagna in Italia di
Bonaparte. Ma circolano anche i giornali che si occupano di moda, politica. Quindi
con i giornali ABBIAMO UNA LINGUA UNIFORME E DISTACCATA DALLE LINGUE
DELLE 3 CORONE, una lingua contemporanee. Tra i giornali abbiamo il CAFFE
(Fratelli Verri) 1764-1766, IL MONITORE NAPOLETANO ELEONARA FONSECA 1799.
Il caffè sono gruppi ILLUMINISTI, quindi fondati sulle COSE e non sulle parole, che
faccia sapere i preguiuidizi e abusi. Il GIORNALE è Inoltre CREATO dalla CLASSE
BORGHESE PER la CLASSE BORGHESE, quindi veicola una lingua “media” anche se
troviamo qualche latinismo. Inoltre in questo periodo abbiamo un grande
COSMOPOLITISMO, ma in questo stesso periodo, il primato culturale passa dall’Italia
(italia dei grandi latini) ma la Francia e poi Inghilterra

-LA SCUOLA: nel Settecento è l’evoluzione scolastica STATALE, in Piemonte, Veneto,


Lombardo, Modena, Parma, Napoli. Ma l’istruzione primaria in questo periodo era
impartita nel dialetto locale. Nonostante ciò, vi era un’attenzione della borghesia
verso l’istruzione dei ceti popolari. (vogliono portare il popolo dalla loro parte e
formare democrazie popolari), ma i ceti popolari non accettano ciò. Nella seconda
metà del secolo anche L’ISTRUZIONE SUPERIORE SI APRE ALL’ITALIANO, si insegna
non solo in italiano ma si insegna l’italiano. Anche se durante questo periodo NON
PREVALE NELLA COMUNICAZIONE QUOTIDIANA.
L’ARCADIA 1690, adempie per prima al compito di accademia nazionale. ARCADIA
importante per la lingua scritta.
La Crusca è ancora un punto di riferimento centrale per l’attività lessicografica,
anche se le contestazioni sono molte per la scelta lessicale che effettuano.

41: MANZONI: XIX : 800 SI RIAPRE LA QUESTIONE SULLA LINGUA, SOPRATTUTTO A


SEGUITO DELL’UNIFICAZIONE NAZIONALE (1861). L’obiettivo era stabilire una
LINGUA UNICA che potesse essere COMPRESA e PARLATA dall’intera nazione.
(quindi prima dell 800 il problema era a livello letterario, dopo l’unificazione
riguarda il popolo intero). In questo periodo fioriscono i dizionari 1861 DIZIONARIO
DI BROGLIO, 1897 VOCABOLARIO SECONDO L’USO DI FIRENZE: GIORGINI (genero di
Manzoni).
Alessandro Manzoni (1785-1873): fondamentale nella questione linguistica, perché
concentra l’attenzione sulla ricerca di una lingua utile a scrivere, parlare in qualsiasi
situazione, momento.
Manzoni 20 anni prima dell’unificazione aveva scritto l’ultima edizione dei
PROMESSI SPOSI 1840, per la quale si era recato personalmente a Firenze 1827,
perché a casa sua parlava milanese e francese. Quindi si PONE IL PROBLEMA
LINGUISTICO. Egli voleva usare la lingua fiorentina PARLATA, lo confronta con il
francese e milanese. QUINDI MANZONI Già PRIMA DELL’UNIFICAZIONE NAZIONALE
SI INTERESSA AL PROBLEMA LINGUISTICO.
Nel corso della sua vita Manzoni si interessa a più riprese alla lingua italiana:
-1835-36 Sentir MESSA, (trattato linguistico)
-1846 Lettera a carena- sulla lingua italiana
-1856 Saggio sul vocabolario italiano secondo l’uso di Firenze
-1868 dell’unita della lingua e dei mezzi per diffonderla
-1868 lettere a bonghi intorno al devolgari di dante
- 1868 intorno al vocabolario
1871 lettera al marchese alfonso della valle di casanova.
In questa lettera a Bonghi, parla dell’interpretazione del Devolgari, dice che lui non
cercava una lingua italiana, ma quale dovesse essere quella letterarie. Afferma che
nessuno l’aveva letto in originale.

MANZONI E LA COMMISSIONE PARLAMENTARE SULLA LINGUA: Dopo l’Unificazione


viene nominato da Emilio Broglio, Presidente della Commissione Parlamentare sulla
Lingua. Egli è contrario alla spinta purista dell’Ottocento romanticomolti patrioti
rifiutano i francesismi o germanismi a causa delle invasioni. Quando i moti
rivoluzionari erano terminati con l’Unificazione non era necessario chiudersi nei
confronti delle parole straniere. Manzoni è un promotore del TOSCANO VIVO,
propone di diffionderlo attraverso:
-la lettura del suo romanzo,
-diffusione di un dizionario fiorentino parlato,
-scrivere i libri per bambini in toscano;
-invio dei maestri toscani nelle scuole del neonato Regno.
Ma la sua posizione viene ESTREMIZZATA dai suoi seguaci, affermando che
bisognava forzare il popolo a parlare il toscano, POSIZIONE TOLTALEMENTE ERRATA
(infatti è la COMUNITà LINGUISTICA CHE SCEGLIE).

-ASCOLI (1829-1907): è contro la posizione die SEGUIACI di Manzoni, anche lui fa


parte della COMMISSIONE LINGUISTICA. Ascoli è un glottologo. Secondo Ascoli non
bisogna forzare i parlanti ma la GLOBALIZZAZIONE avrebbe favorito il diffondersi
della lingua. Tuttavia, a dispetto di Manzoni non accetta un fiorentino medio-alto,
ma usato dai DOTTI. Il moto di Ascoli effettivamente avrebbe funzionato soprattutto
a seguito della diffusione della TV

42- UNTORI E APPESTATI: GRANDI EPIDEMIE E LETTERATURE:


La letteratura si è confrontata con la malattia da sempre. La prima peste è
raccontata nell’Iliade (Omero). 430 a.C peste di Atene (Tucidide), viene raccontata
per descrivere la reazione delle persone difronte al morbo. Questa peste fu ripresa
anche da Lucrezio I d.C, racconta come la peste abbia colpito la popolazione anche
in una dimensione morale, non solo fisica. Mette in luce anche il rapporto tra UOMO
E NATURA, natura ostile rispetto all’uomo, ostilità enfatizzata dal morbo.
Il testo che fonde la pesta nella letteratura è il DECAMERON che parla della pesta del
1348 in cui Firenze devastata, non si salvano le istituzioni, i rapporti civili, politici.
Viene enfatizzato come gli uomini non possono far nulla ma solo contagiarsi.
Abbiamo 10 ragazzi-e che si ritirano in una villa e passare 10 giornate, durante le
quali si raccontano diverse novelle, con temi fondanti una nuova società.
Decameron: malattia e letteratura.
PESTE DI LONDRA raccontata da DANIEL DEFOE (1722) peste che si era diffusa nel
1630 a Londra, decimando la popolazione. D. F. evidenza come la peste destabilizza i
rapporti umani, ricercano piacere in vista della fine o si rinchiudono per proteggersi.
PESTE DI MANZONI
PESTE DI ALBERTO CAMIUS (scrittore francese) che racconta la peste della città
algerina di Orano, città simbolo della quotidianità, quindi che non dovrebbe essere
punita, ma Camius registra proprio la peste in questo luogo evidenziando come la
pesta corrompa questa quotidianità. LA PESTE PER CAMIUS è UN SIMBOLO DEL
NAZISMO, che arriva tra gli uomini in modo impercettibile senza la possibilità poi di
arresto. Evidenza anche le reazioni al morbo, l’importanza di razionalizzare.
LOTTARE OGNI ELEMENTO CHE MINACCI LA NOSTRA Quotidianità.
LA LETTERATURA NOMINA-ARTICOLA LA MALATTIA

MANZONI PESTE 21-27-40edizioni dei promessi sposi.


La peste che racconta Manzoni è riscontrata per la prima volta 1894 L’AGENTE
FISIOLOGICO.
Manzoni racconta la peste del ‘600. Quindi isolato dopo 250 anni.
I CAPITOLI CHE PARLANO DELLA PESTE SONO 31-32 perché non parlano dei
personaggi inventati, ma solo quelli esistiti.
31 INGRESSO DELLA PESTE A MILANO
32 EFFETTI SULLA SOCIETA
Fonti che usa Manzoni RIPAMONTI (storico vissuto nel 600), TADINO (storico e
medico).
La peste a Milano arriva a causa dei soldati tedeschi. Inizialmente viene confinata,
ma la popolazione mostra un completo disinteresse considerando anche la scarsa
igiene del tempo. Il morbo così si diffonde. Manzoni soprattutto vuole capire chi sia
IL PAZIENTE ZERO. Un soldato spagnolo che avrebbe rubato dai tedeschi e nel
viaggio verso casa diffonde il morbo. Le persone inizialmente non credono a questa
peste, nonostante 50 anni prima vi era stata un’altra pestilenza. Il protofisico
Ludovico Settala riconosce la peste, lui era molto anziano e aveva già vissuto quella
precedente. Il tribunale della sanità per far capire alle persone l’esistenza effettiva
della peste, durante un giorno di festeggiamento della popolazione manda un carro
con delle persone infette nude affinché i bubboni fossero visibili a tutti. Da qui inizia
il panico delle persone, emerge la figura dell’UNTORE, gli uomini devono cercare LA
CAUSA UMANA, non accettino si tratti di una CAUSA NATURALE. Anche oggi
vogliamo troviamo la causa umana.
CAPITOLO 32 La popolazione realizza l’esistenza della peste. Il Governo per
arginare ciò chiude le attività, per salvare l’economia Milano chiede soldi alla
Spagna, ma non viene distribuito alcun denaro. Esistevano anche coloro che si
approfittano della situazione i monatti che salvatesi dalla peste e quindi non sono
più a rischio contagio raccolgono i morti per portarli al lazzaretto, prendendo tutti i
loro averi. Funzioni religiose Si cerca di convincere Bonromedo, il cardinale, di
creare una processione per pregare e scacciare la peste, ma questo facilita soltanto
il contagio. A seguito di ciò, la popolazione afferma che nella processione vi erano
degli untori.
COLONNA INFAME tolta nell’edizione del 27, inserita poi nell’ultima edizione.
Posta dopo il matrimonio di Renzo e Lucia. In questa colonna infame, racconta la
storia di Piazza e Mora, accusati di essere untori condannati a morte, mentre il
mandante è sprigionato. Innanzitutto, Manzoni si interroga sulla fallacia della
giustizia umana. In seguito, nel 900 a seguito della colonna infame si apre un filone
di ROMANZI INCHIESTA SUI FATTI STORICI, parlano di processi di untori e streghe
come la STREGA E IL CAPITALO di Sciascia che parla di Ludovico Sattela, Sebastiani
Vassalli CHIMERA, lui vuole riscattare la figura di Antonia. Quindi la storia della
colonna infame mostra la problematica della giustizia terrena, Manzoni crede nella
divina provvidenza.

L’UNTORE DI GESUALDO BUFOLINO: è un romanzo pubblicato nell’81. È uno


scrittore siciliano. Tipo espressionista.--> Diceria dell’untore. Linguaggio complesso.
LA PAROLA CONTRO L’OSSIFICAZIONE DEL MONDO. Questo romanzo parla della
storia di un amore che si sviluppa in un sanatorio nei dintorni di Palermo, dove si
ritrovano es. reduci di guerra, malattie polmonari. Abbiamo un’umanità sofferente
in questo romanzo. Diceria abbassa il livello della narrazione. Untore si rifa a
Manzoni, egli richiama anche l’idea della mescolanza con l’altro (infatti in siciliano
untore rimanderebbe all’ammischiare). Il protagonista è una donna che si trova nel
sanatorio e condivide con l’io narrante la condizione di diversità. Questa donna è un
ex ballerina. L’incontro avviene in una festa organizzata dal medico, si chiama
Marta. Si sentono minacciati dal morbo e riflettono sui rapporti umani. La ragazza
muore, mentre lui guarirà. Il diverso destino si rivela durante una gita, l’ultima per
Marta. Il protagonista porta con sÈ un senso di colpa perché è un sopravvissuto. La
parola più salvare.

43 Il Novecento, non solo dal punto di vista linguistico ma anche storico, sociale e
ideologico, va diviso in due macroaree temporali cioè il ventennio fascista e la II
Guerra Mondiale e il periodo post-bellico.
Il primo programma televisivo viene proposto nel 1954, a diffondere la lingua
contribuisce anche la pubblicità che diffonde anche i REGIONALISMI, come
panettone.

FASCISMO: PRIMO 900, la questione linguistica risulta importantissima per la


PROMOZIONE RAZZIALE. Innanzitutto, viene avviata una polemica contro il dialetto,
viene quindi incentivato l’uso dell’italiano standard ed in seguito viene avviata una
battaglia contro i forestierismi, addirittura alcuni devono italianizzare il proprio
cognome.
-INIZIATIVE PURISTE: tra il 1930-40 si avvia la lotta contro le parole straniere.
Nel 1930 nei film vengono rimosse le scene in lingua straniera e viene prodotto il
primo film canoro italiano LA CANZONE DELL’AMORE diretto da Righelli.
-1933 Paolo Monelli scrive BARBARO DOMINIO, processo a 500 parole esotiche. Il
libro raccoglie una serie di articoli pubblicati sulla gazzetta del popolo, e con ironia
egli stigmatizza le parole straniere utilizzate nell’italiano standard, quindi da
un’eccezione negativa a queste parole. ES. condanna BIDET piccolo pony.
-1940 una legge vieta le parole straniere nelle intestazioni delle ditte, pubblicità.
-1940 L’accademia d’Italia (1929) devono cercare parole alternative a quelle
straniere usate nell’uso quotidiano. ES. PELLICOLA E NO FILM. Ma molte parole
erano così radicate che era impossibile eliminarle. QUINDI NON SI Può IMPORRE.
Alcune parole proposte dall’accademia si affiancarono a quelle usate con un
significato leggermente diverso es. rimessa/garage.

ESITI POSITIVI E NEGATIVI:


LA QUESTIONE LINGUISTICA VENNE LEGATA ALLA QUESTIONE RAZZIALE, QUINDI SI
REPRIMONI MINORANZE LINGUISTICHE ED ETNICHE, come in Valle d’Aosta, Alto
Adige, anche dopo la fine della guerra es. dopo l’Armistizio dell’8 Settembre 1943
perché parlavano il tedesco.
POSITIVO:
Molti studiosi si dedicarono allo studio della lingua es. MIGLIORINI, DEVOTO nel
1939 fondano la rivista LINGUA NOSTRA. Migliorini nel XX si occupò dei
forestierismi. Egli lavorava esclusivamente sulla lingua. Lui si dichiara contro i
forestierismi inutili es NO CHAUFFEUR> autista. Questo movimento, STRETTAMENTE
LINGUISTICO NO LEGATO AL FASCISMO, prese il nome di NEOPURISMO

USO DEL VOI E LEI: IL REGIME IMPONE L’USO DEL VOI che deve soppiantare il LEI.
Nel 1938 viene avviata una campagna per abolire il lei perché il VOI e TU erano
considerati più vicino agli antichi romani, ma in realtà il LEI era utilizzato dal 500.
Al SUD vi era già l’uso del VOI, ed era ritenuto come qualcosa di dialettale.
CROCE: contro il Fascismo, nonostante era napoletano e quindi abituato ad usare il
VOI, inizia ad usare il LEI.

44- PASOLINI (1922-1975) Con la II guerra mondiale, l’avvento della TV, gli scrittoi
sono liberi nella scrittura perché non devono fornire alcuna linea guide della lingua
nazionale. Nel 1964 Pasolini fa un intervento pubblico , pubblicato poi su RINASCITA.
Egli vuole riaprire la QUESTIONE SULLA LINGUA. Non dice cose sbagliate ma in tono
arrogante e lingua aulica.
Dal 400 all’800 si vuole dare una norma alla lingua italiana. Pasolini ha uno scopo
diverso VUOLE AVVIARE UN’ANALISI SOCIOLINGUISTICA DELLA LINGUA ITALIANA
DELLA SUA EPOCA. Lui parte dell’idea che non esiste più l’italiano dell’asse ROMA-
FIRENZE (capitale politica e culturale) linguistico a causa del boom economico,
industrializzazione quindi la nuova lingua si fonde sull’asse TORINO-MILANO, i pioli
industrali sulla epoca; quindi, l’asse linguistico non è più letterario ma OPERAIO. Per
cui, la lingua sarebbe influenzata dalla potenza economica INDUSTRIALE, ad imporre
questa lingua è la borghesia egemone. Inoltre in questo discorso dice che la lingua
che si sta svillupando ha:
-una sintassi più semplice (indicativo al posto del congiuntivo)
-non si usano più i latinismi;
-la prevalenza dei termini della tecnologia rispetto a quelli della letteratura.
Ma il discorso era molto tecnico e difficile da capire. Inoltre, analizza lo stile degli
scrittori a lui contemporanei e li divide in 4 categorie:
-stile a-letterario utilizzato per la lettura d’evasione per i lettori medi;
-BASSO, utilizzato nella prosa dialettale che identifica come eredi della tradizione
ottocentesca;
-ALTO l’unico stile utilizzato dai veri scrittori
-ALTISSIMO utilizzato dai poeti ermetici
Uno stile a metà tra medio e alto è riconducibile a Calvino, Moravia e Bassani. Gli
unici a poter utilizzare tutti gli stili sono lui stesso e Emilio Gadda. La sua posizione
era troppo radicale, in seguito però gli studiosi dibattono su questa questione.

45- LINGUISTICA APPLICATA: nasce intorno alla meta del XX. Si tratta
dell’applicazione per scopi pratici di strumenti e teorie sviluppati in ambito teorico
dalla linguistica. È dunque l’applicazione materiale, nella vita quotidiana, degli studi
di linguistica. Nel campo della linguistica applicata rientrano es. didattica delle
lingue, la linguistica computazionale, pianificazione linguistica. Non ha dei confini
netti, tocca tutti quei campi che coinvolgono l’apprendimento e insegnamento delle
lingue, la lingua della politica e delle ideologie, gli studi sul discorso (comunicazione),
la pianificazione linguistica, è un’attività di PROBLEM SOLVING; quindi, media tra il
mondo teorico e le lingue parlate e scritte quotidianamente.

-LINGUA TETTO: La linguistica applicata si è occupata di LINGUE MINOTARIE, quindi


quelle che non hanno una tradizione letteraria e alla CREAZIONE DI UNA LINGUA
TETTO. LINGUA TETTO KLINGUA DI CULTURA UTILIZZATA A LIVELLO UFFICIALE AL
DI FUORI DEL DIALETTO. Dove questa lingua non esiste si deve creare UNO
STANDARD.
Il romancio è una varietà di retoromanzo, dal 1938 in Svizzera è lingua ufficiale
anche se lo parla l’1% della popolazione. I linguisti applicati, notando che solo l’un
percento della popolazione, hanno cercato di stabilire una LINGUA STANDARD, in
sostituzione al romancio che potesse essere usata in situazione ufficiale e hanno
proposto l’uso del GRIGGIONESE, ma non potendo imporre una lingua ai parlanti c’è
stata un’opposizione, NON ATTECCHISCE SE NON LA USA.
-LINGUE PER ELABORAZIONE E DISTANZIAMENTO:
LE LINGUE SI POSSONO DIVIDERE IN DUE MACRO-CATEGORIE:
-PER DISTANZIAMENTO: varietà diverse dalla lingua standard con cui le
confrontiamo es. il Sardo in rapporto all’italiano, anche se non hanno una
letteratura o ortografia
-PER ELABORAZIONE: sono il Croato/Serbo, Ceco e slovacco, simili tra loro ma divisi
per motivi politici, culturali. Es. Serbo cirillico Croato alfabeto latino
PIANIFICAZIONE LINGUISTICA non può esistere se non si conoscono tutti gli
aspetti della comunità linguistica su cui si vuole intervenire. Questo perché la
pianificazione linguistica è rivolta alla facilitazione linguistica del parlante.

46-L’ETA CONTEMPORANEA: ANNI 70 DEL 900 FINO AI GIORNI NOSTRI:


sia risultati positivi che negativi derivano dalla diffusione di internet e social
network.
Ci si interessa degli errori sintattici e ortografici più diffusi tra le nuove generazioni.
Molti studi sono pubblicati su internet.
ERRORI Più COMUNI NELLA LINGUA CONTEMPORANEA:
-L’USO DELL’APOSTROFO UN-UNA, QUAL è, D’ACCORDO, UN Po'legato ai social,
telefoni
-L’USO DEL CONGIUNTIVO: sostituito dall’indicativo, già indicato da Pasolini (dovuto
alla borghesia con una lingua più semplice),
-pronomi femminili sostituti dai maschili;
-punteggiatura;
-il corretto di utilizzo di C e Q;
-la posizione dell’h;
Il problema nella zona del Sud non è nuovo.
Nel 400-500 vi è una grande diffusione di tipografie da Roma in su, mentre la parte
meridionale ne è esclusa. Quindi il divario tra Nord e Sud si registra anche a livello
linguistico.

-Linguaggio dell’odio e anglicismi:


I SOCIAL NETWORK è diffuso il linguaggio dell’odio.
Gli errori descritti precedentemente sono aggravati dall’avvento dei social network
perché sintetizzano drasticamente la lingua, poche parole corrette da un
elaboratore automatico. Inoltre, il supporto vocale nei messaggi online, questo non
aiuta la nostra scrittura. A livello linguistico inoltre, si sviluppa il linguaggio dell’odio,
perché il livello linguistico dello scrivente per litigare si abbassa ancor di più.
Vengono utilizzare parole inoffensive utilizzate però sui social con una volontà
discriminatoria es. razza, buonismo.
Infine, vengono utilizzati molti forestierismi che rendono più complessa la
comunicazione, ma è sbagliato utilizzare parole di cui non conosciamo il significato.
Secondo Marazzini la lingua italiana deve essere salvata, la Tv dovrebbe portare una
lingua più pulita.

47- DIALETTO:
NON DEVE ESSERE Considerato come una forma CORROTTA della lingua, ma come
una lingua sorella. Difatti, discendono tutte dal LATINO, è solo un caso che sia stato
scelto il toscano ma in realtà ogni dialetto aveva la possibilità di diventare la lingua
standard dell’Italia.
DIFFERENZE:
La tradizione letteraria del dialetto è modesta o nulla. Una norma ortografia non
definita. Non possiede un patrimonio lessicale equiparabile a quello della lingua
standard (es termini tecnici).
N.B DIALECT VS DIALETTO:
DIALECT indica qualunque varietà della lingua, di conseguenza, non è applicabile al
caso dell’italiano, perché in Italia si parlano DIVERSE VARIETà ROMANZE, NON SI
PARLA DI DIALETTI DELL’ITALIANO, MA DI DIALETTI ITALIANI.
[lingua tetto lingua che si usa si situazioni di comunicazione ufficiale]

-LINGUA E DIALETTO:
Il dialetto ha solo il registro COLLOQUIALE, ma sia il dialetto sia la lingua hanno un
aspetto linguistico completo (morfologia, sintassi, lessico, ecc..).
MODALITà DI APPRENDIMENTO:
Il dialetto si impara nei primi anni di vita, la LINGUA si impara a scuola, quindi è
legata al campo dell’identificazione linguistica secondaria (è sempre secondaria
perché la grammatica si apprende a scuola).
LIMITAZIONI DEGLI AMBITI DELL’USO:
-dialetto ambito colloquiale, teatro/ letteratura dialettale.
-lingua in tutti gli ambiti ma anche in ambito giuridico- burocratico- accademico.
IL DIALETTO HA UN VALORE IDENTITARIO MAGGIORE. (per sentire il valore
identitario della lingua bisogna uscire dalla nazione mentre per il dialetto può
riconoscersi già soltanto da provincia a provincia).

-COMUNITà LINGUISTICA:
WEINREINCH (1894-1969) la lingua è un dialetto che possiede un esercito e una
marina. Quindi una lingua con responsabilità SOCIALE, rappresenta la nazione a
livello ufficiale. Anche se secondo Palermo, la definizione di Weinreich non si applica
totalmente alla situazione italiana, perché soltanto in un secondo momento alla
lingua scelta (toscano) è stata fornita soltanto in un secondo momento l’esercito e la
marina.
COMUNITà LINGUISTICA gruppo di parlanti che condivide un insieme di
atteggiamenti riguardo alla lingua. Fondamentale per l’appartenenza ad una
comunità linguistica è la VOLONTà DEL PARLANTE.

-48:
DIGLOSSIA in una stessa comunità sono presenti due codici, due varietà utilizzate
in modo indifferente, ma le due varietà sono una alta ARCOLETTO una bassa
BASILETTO, ma in generale vengono utilizzate in maniera indistinta.

DILALIA si usa sempre l’arcoletto, mentre il basiletto in situazioni informali,


sempre accompagnato dall’arcoletto. (caso più vicino alla nostra nazione).

BILINGUISMO concetto soprattutto TEORICO perché in realtà i parlanti possono


essere BILINGUI, ossia conoscono perfettamente e in maniera uguale due lingue,
mentre in una comunità linguistica è più difficile che si verifichi una tale situazione.

LINGUA TETTO dotata di prestigio sociale. Abbiamo due tipi di lingua tetto:
-OMOGENITCO STESSA ORIGINE, es italiano standard rispetto ai dialetti che
derivano dal latino
-ETEROGENITCO lingua standard rispetto alle lingue di diversa origine, es italiano
rispetto ai dialetti tedeschi dell’Alto Adige.

IDENTIFICAZIONE LINGUISTICA PRIMARIA VS SECONDARIA;


Ogni parlante possiede due tipi di identificazione linguistica:
-PRIMARIA (stabili) LEGATA ALLA PRIMA SOCIALIZZAZIONE, la apprendiamo prima
di leggere e scrivere (addirittura prima di parlare correttamente);
-SECONDARIA (può variare nel tempo) sono quelli legati al sistema scolastico,
sociale ecc.

49.LANGUAGE PLANNIG sottodisciplina della sociologia del linguaggio. Serve a


studiare e comprendere i rapporti tra SITUAZIONE LINGUISTICA e SOCIOLINGUISTICA
in una determinata lingua. Cerca e trova soluzioni linguistiche ai problemi di
determinate comunità sociali PLURILINGUE.
Es LANGUAGE REVIVAL: vengono portate in use lingue estinte;
LANGUAGE REVITALIZATION Incrementa lo status di una lingua minacciata di
estinzione;
REVERSINGN LANGUAGE SHIFToperazioni linguistiche per assecondare la
continuità intergenerazionale di una data lingua.
TIPI DI INTERVENTO L’intervento sulle lingue può avvenire:
IN VIVO i parlanti risolvono in modo naturale i loro problemi, si tratta di NATURALI
ADATTAMENTI;
IN VITRO vengono attutate proposte dall’esterno (accordo tra studiosi e stato),
ma possono non avere successo

Risultati positivi vs negativi:


Gli esperimenti di standardizzazione possono trovare l’opposizione dei parlanti:
se la comunità linguistica non accetta i suggerimenti esterni quest’ultimi tendono a
cadere (possono non essere accettati per questioni politiche, sociali), esempio il
grigionese in Svizzera, non accettato dai parlanti.
LA LINGUA è un fattore di COESIONE identitaria piemontesi contro Napoleone
(non parlavano francese).

CATALANO in Spagna anni 80 la forte identità dei catalani, fece si che la campagna
di promozione linguistica dell’uso del CATALANO al posto del castigliano funzionasse
perfettamente. (non gli hanno imposto una lingua terza, ma la loro lingua stessa).
Il simbolo della promozione era una bambina di nome NORMA.

50- minoranze linguistiche in Italia Chi parla una lingua di minoranza in una
comunità linguistica più ampia si chiama ALLOGLOTTO (es i parlanti di tedesco
all’interno dell’Alto Adige). In Italia circa 2 milioni e mezzo di alloglotti.
Abbiamo due tipi di minoranze:
NEOLATINE Francoprovenzali provenzale, francese e francoprovenzale
(Piemonte, Valle d’Aosta, provincia di Foggia e provincia di Cosenza).
Occitane e Provinzali alpine (Val di Susa)
Francesi (Valle d’Aosta)
Ladine Dolomitiche (Veneto, Trentino).
Friulane; Gallo-italiche (Toscane, Sicilia); Tabarchine (Carloforte);
Catalane (Alghero, Sicilia); Sarde.

NON NEOLATINO: Walser (Piemonte e Valle d’Aosta); Tedesco (Aldo ADIGE); Cimbre
(Verona); Slovene (Friuli); Croate (Friuli); Slavomolisane (Molise); Albanesi:
arbereshe (Abrruzzo, Sicilia ì); Greche (Salento, Reggio Calabria).

Quando le regioni in cui vengono parlate le lingue minoritarie confinano


geograficamente con le nazioni in cui quella lingua è la lingua ufficiale si parla di
MINORANZE NAZIONALI. ( più frequente a Nord) Quando invece non confinano
come al Sud parliamo di ISOLE LINGUISTICHE. Da quest’elenco sono escluse le
minoranze ROM E SINTI perché non sono circoscritte ad una data area, per questa
ragione si definiscono MINORANZE DIFFIUSE. Le più recenti frutto di nuove
immigrazioni di parla di NUOVE MINORANZE LINGUISTICHE.

LEGGE 482/1999
-La prima legge in Italia che tutela le minoranze linguistiche risale al 1948
nell’articolo 6 della Costituzione. In seguito dal 1999 vengono stabilite ulteriori leggi.
Tra il 1948 e 1999 ci si era limitati a tutelare soltanto le regioni di confine, ma non le
comunità linguistiche nella loro totalità. (es. solo Valle d’Aosta).

LEGGE 482/1999 sebbene la lingua ufficiale sia l’italiano, la legge tutela e


VALORIZZA le minoranze linguistiche, ossia le lingue non ufficiali. Il criterio di
appartenenza ad una minoranza linguistica è l’AUTO-RIVENDICAZIONE. (non
abbiamo bisogno di una documentazione). La legge non parla di COMPETENZA della
minoranza che rivendica.
ART 1.--> la lingua ufficiale è l’Italiano, ma la repubblica tutela e valorizza le
minoranze linguistiche;
ART.2 elenco delle minoranze tutelate
Art.4 province e comuni se il 15% dei residenti, terzo dei consiglieri comunali,
qualora la popolazione si pronuncia favorevolmente possono richiedere l’auto
rivendicazione.
ART 4 nelle scuole materne oltre alla lingua italiana può essere usata la lingua di
minoranza, nelle elementari e scuole secondari di primo grado è previsto l’uso della
lingua di minoranza come strumento di insegnamento. La scuola può stabilire
l’insegnamento di una materia nella lingua di minoranza seguendo le richieste dei
genitori degli alunni. Inoltre, i genitori possono scegliere se intendo avvalersi per i
propri figli dell’insegnamento della lingua della minoranza.

Art.10 nei comuni in aggiunta ai toponimi, i consigli comunali possono usare


toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali.

Art.11 possono cambiare il nome nella lingua di minoranza a coloro era stato
impedito utilizzare il nome nella loro lingua minoritaria, è una legge RETROATTIVA.

Art.12 uso della lingua in minoranza in televisione

Art.13organi di stampa

Art. 16 le regioni e provincie possono provvedere alla creazione di appositi istituti
per la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali della popolazione che parla una
lingua minoritaria.
51- Valle d’Aosta e Friuli:
Valla d’Aosta viene considerata una comunità francofona, in realtà soltanto l’8%
della popolazione parla questa lingua. È una regione autonoma con amministrazione
bilingue. All’interno di questo 8%, vi è un’ulteriore minoranza che parla patois
franco-provenzale, tutelata dalla legge del 1999, ma affidata in realtà agli enti locali.
FRIULI Trieste e Gorizia sono considerate delle minoranze nazionali, la cui lingua
di minoranza è sloveno. Anche se in realtà la maggior parte dei parlanti slafononi si
trova ad Udine, all’interno della quale lo sloveno non è considerata una minoranze.

Alto ADIGE sin dal 1946 era garantito l’insegnamento del tedesco, è utilizzato
anche a livello amministrativo e in tv. La provincia che contiene meno germanofoni
è Bolzano. In Alto Adige un ulteriore minoranza linguistica è il LADINO DELLE
DOLOMINI. A dispetto della Valle d’Aosta, in questa ragione, è riconosciuto il
BILINGUISMO SEPARATIVO ossia si riconoscono due diverse comunità una
germanofona una italianofona. Quest’ultima parla anche l’italiano mentre la
germanofona parla una serie di dialetti che sono ladini o Austro-Bavaresi, quindi
ritroviamo anche sistemi scolastici TRILINGUE.

DIRITTO DEL PARLANTE Ogni parlante ha diritto, per legge, di utilizzare la lingua
che preferisce. Si può parlare quindi di PERSONALITà e Territorialità del diritto
linguistico.
PERSONALITà possibilità teorica di ogni cittadino di utilizzare qualsiasi lingua sul
territorio dello Stato.
TERRITORILITà delimitazione territoriale UNO STATO UNA LINGUA.
LINGUA MINORITARIA può essere molto diffusa in uno Stato es. francese in
Canada, ha lo stesso PRESTIGIO SOCIALE
LINGUA IN SITUAZIONE DI MINORANZA il prestigio sociale e lo stato giuridico
risultano più bassi rispetto alla lingua dominante es il greco in Puglia.

52 ETIMOLOGIA POPOLARE formazione o origine delle parole non scientifica


fatta ad orecchio dai parlanti. Quindi parole che non derivano dal latino. Quindi
abbiamo forme errate che entrano però nella lingua italiana. Es. il verbo uscire non
deriva da EXIRE ma da exire+ uscio (porta) il vero verbo doveva essere ESCIRE.

IPOCORISTICO cambio dei nomi di persona, non segue una regola ma una
tendenza. AFERESI (CADUTA DELLE SILLABE PROTONICHE) nicola cola
-RADDOPPIAMENTO DEL LINGUAGGIO INFANFILE CON BASE SULL’ULTIMA
CONSONANTE Giuseppe Peppe
-RADDOPPIAMENTO DEL LINGUAGGIO INFANTILE CON BASE SU ALTRA
CONSONANTE: Domenico Mimmo; Memé
-CADUTA DELL’ELEMENTO FINALE Giovanni> GAIOVà
-CONTRAZIONE PER CADUTA DI CONSONANTE INTERNE Giovanni Gianni

ENANTIOSEMIA quella variante della POLISEMIA (più significati), per cui una
parola possiede un significato, ma anche un secondo significato opposto a quello
etimologico di partenza. Questo fenomeno venne introdotto da EDWARD POCOCOK
(1604-1691), non riguarda solo la lingua italiana. Es Affittare dara in
affitto/prendere in affito
Noleggiare=prendere/dare in noleggio
Cacciare= inseguire/allontanare
Confessare=fare una confessione/ascoltare una confessione
Curioso= chi prova curiosità/chi suscita curiosità
Sbarrare= chiudere/aprire

53- LA RICERCA “opac.sbn.it” testi conservati in tutte le biblioteche d’Italia


“polosbn.bnnonline”  questo per Napoli ma l’opac esiste in tutte
le regioni

Academia.edu, siti web delle università, siti web delle casa editrici

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