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20/03/2023
Girolamo Gigli nasce a Siena nel 1660 e morirà a Roma nel 1722
Ma la scelta di non inserire le lettere della Santa all’interno del vocabolario della era dettata dal fatto che i
linguisti della Crusca, avevano volutamente inserito vocaboli- estratti in lingua Fiorentina trecentesca/tre
corone.
All’ interno del “Vocabolario Cateriniano” Gigli si pone in disaccordo con la scelta di questi linguisti
definendo forzata e inopportuna talvolta la scelta di alcuni estratti (polverosi, rancidi) e cerca di elogiare la
lingua senese, prendendo come punto di riferimento le lettere di Santa Caterina da Siena e gli estratti di
altri autori senesi.
In questa satira Gigli non riuscirà a dimostrare le sue idee difatti; la pubblicazione del vocabolario viene
interrotta (fino alla lettera R) e in seguito il testo viene mandato al rogo.
Girolamo Gigli è stato anche professore a Siena e precettore a Roma del principe Bartolomeo
Ruspoli a partire dal 1708
Per Ruspoli ha composto alcune “Regole”, una serie di comportamenti e compiti che il suo allievo doveva
adottare.
Queste regole verranno pubblicate solamente vent’anni più tardi nel 1721 e verranno dedicate ad
Alessandro Ruspoli, fratello del suo allievo, in quanto Bartolomeo si dedicherà alla carriera ecclesiastica.
Nelle pagine iniziali che anticipano il contenuto del testo, Gigli loda la famiglia Ruspoli, nello specifico le
qualità di Alessandro.
Riprendendo la citazione che da nome a questi corso, il lemma “RAGIONARE” significa discutere della
LINGUA avendo in mente gli esempi positivi nei suoi dibattiti linguistici.
27/02/2023
L’italiano è una lingua che deriva dal latino insieme a molteplici altre come:
portoghese
Queste lingue vengono chiamate anche LINGUE ROMANZE.
spagnolo (castellano)
francese (Lille de France) Il termine lingue romanze deriva da;
L’Italiano però, fra tutte le lingue romanze è la lingua che ha più radicata al latino.
Padre, padrem
Figlio- filius
Avere- haber
Moltissime parole hanno fatto una transizione lineare dal latino volgare all’italiano- quindi parole di
tradizione popolare.
Mentre alcune sono state volutamente riprese dai letterati per far sì che fossero preservate e parliamo
quindi di parole derivate dalla tradizione dotta.
Moltissime volte però una stessa parola può avere sia una derivazione popolare che dotta (ALLOTROPI)
A volte invece, alcuni aggettivi italiano derivano dal latino a differenza del sostantivo corrispettivo che non
presenta una doppia trafila
Appendix Probi
Manoscritto, trascritto a Bobbio in data incerta (V-VI
secolo) e ad oggi contenuto all’ interno del museo
Nazionale di Napoli.
Questo manoscritto ha una forte rilevanza in quanto, possiamo vedere come già dai tempi più remoti,
erano già in atto dei mutamenti linguistici.
Che portavano gli intellettuali dell’epoca a stilare elenchi per far si che le forme esatte delle parole non
fossero stravolte. (PARLIAMO DI CENSURA DI PAROLE ERRATE)
Nel giuramento Carlo il Calvo giurò in lingua germanica (lingua parlata dai militari provenienti dal
battaglione del fratello Ludovico) e viceversa Ludovico il Ceramico giura in lingua gallo romanza
Per la lingua italiana uno dei più antichi documenti che testimoniano l’evoluzione linguistica dal latino al
volgare è l’Indovinello Veronese
In una postilla “Gratias libi agimus omnipotentis sempiterne deus” – in un testo come questo è comunque
presenta una postilla, scritta in latino.
Analogamente in Giovanni Pascoli compare un componimento simile a quello del componimento veronese,
dal nome “Il piccolo aratore “contenuta nella raccolta Myricae.
Anche in questo caso l’atto dello scrivere viene metaforizzato in termini di aratura dei campi.
02/03/2023
Altra testimonianza del primo documento della lingua italiana volgare la troviamo all’ interno della;
Catacomba di Commodilla
Uno studioso, Armando Petrucci, conia il termine “scrittura esposta”
Indica qualsiasi tipo di scrittura concepito per essere usato, ed effettivamente usato, in spazi aperti, o anche
in spazi chiusi, al fine di permettere una lettura plurima (di gruppo o di massa) ed a distanza di un testo
scritto su di una superficie esposta»
Come tutte le catacombe romane, anche in quella di Commodilla si ricordano diversi martiri. La leggenda
narra narra che, durante il martirio di Felice, condannato a morte nei primi anni del IV secolo, uno
sconosciuto uscì dalla folla e, confessando di essere cristiano, chiese di morire con Felice: di lui non si
conosceva il nome, per cui passò alla storia col nome di l'aggiunto (adauctus in latino).
il Martirologio geronimiano, alla data del 29 agosto, accanto a Felice ed Adautto, nomina una certa
Gaudenzia,
Si pensa che questa iscrizione venne fatta da un religioso come monito; infatti, in quel periodo i religiosi
cristiani erano costretti a nascondere la loro fede per non essere uccisi.
Emilia Calaresu, crede che il testo non fosse riferito ad altri religiosi ma ad altri credenti per far si che le loro
preghiere non potessero portarli alla morta
Un altro esempio di “scrittura esposta” la ritroviamo a Roma nella Basilica di San Clemente
SAN CLEMENTE: "A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare sassi"
L’Iscrizione di San Clemente è contenuta in un affresco molto particolare situato nella cripta della Basilica di
San Clemente a Roma. La datazione è compresa fra il 1084 e il 1100. Si tratta di una specie di “fumetto” che
illustra un miracolo del santo.
Nell’Iscrizione di San Clemente vi si narra che il patrizio pagano Sisinnio è convinto che Clemente abbia
messo in atto contro di lui le proprie arti magiche per insidiargli la moglie, convertita al cristianesimo.
Sisinnio ordina quindi ai servi (Gosmario, Albertello e Carboncello) di arrestarlo, ma mentre questi lo
trascinano, il corpo del santo si trasforma miracolosamente in una pesantissima colonna.
Sisinnio e i suoi uomini si esprimono in volgare, mentre San Clemente si esprime in latino. La lingua
dell'iscrizione è particolarmente importante in quanto accosta con intento contrastivo il latino posto in
bocca al santo e il volgare romanesco posto in bocca a Sisinnio e ai suoi servitori: questo espediente, volto a
sottolineare la distanza che corre tra il santo cristiano e gli altri tre personaggi, rozzi e pagani, documenta in
forma scritta delle espressioni della lingua parlata a Roma alla fine dell'XI secolo.
Placito di Capua
Nel documento è trascritta la testimonianza di un chierico e di alcuni abitati del luogo a favore
dell'abbazia.
Il magistrato, in assenza di prove dalla controparte e dopo le testimonianze, decise di aggiudicare i latifondi
ai monaci benedettini, applicando una legge emanata dal re Astolfo nel 754 (in realtà ripresa dalla /ex
romana), secondo la quale un longobardo che possedeva un appezzamento di terra ricevesse una
contestazione da parte di un'autorità religiosa e mostrasse un documento di appartenenza da trent'anni, il
terreno sarebbe rimasto suo, e viceversa.
«Sao ko kelle terre, per kelle fini quei ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti».
So che quelle terre con quei confini che qui (nella carta) si contengono, le possedette per trent'anni la parte
di San Benedetto monastero benedettino di Montecassino)
Bruno Migliorini
Primo a vere una cattedra alla facoltà di lettere a Firenze nel 1938